Alessi Fall/Winter 2019

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CAFFA by GIULIO IACCHETTI

PLISSÉ by MICHELE DE LUCCHI

BR-NEW19A1

MOKA by DAVID CHIPPERFIELD VOLUME N°5 – FALL / WINTER 2019


ALESSI VOLUME N°5 – FALL / WINTER 2019

EDITORIALE. CIAO, SANDRO!

Il 18 febbraio scorso ALESSANDRO MENDINI se ne è andato. Seguendo l’esempio del Petit Prince di Saint-Exupéry è uscito dall’orbita terrestre per visitare chissà quale altro luogo oltre la nostra Galassia. Come molti di voi sanno, lui non ha solo disegnato per noi dei bei prodotti, il nuovo stabilimento e curato mostre storiche della produzione Alessi in giro per il mondo. Alessandro è stato anche negli ultimi quarant’anni, per me e per la Alessi, un prezioso suggeritore di nuovi designer che stava dietro le quinte. A lui dobbiamo gli incontri con ALDO ROSSI, MICHAEL GRAVES , BOB VENTURI , I KING-KONG e molti altri designer e architetti che hanno creato alcuni dei prodotti più importanti del nostro catalogo. A partire dalla ricerca “PAESAGGIO CASALINGO” del 1979 e dalla mostra e dal libro che le sono seguiti, mi è stato vicino in molti momenti salienti della evoluzione della Alessi da produttore di casalinghi in metallo per la casa e la cucina a uno degli esempi più interessanti delle FABBRICHE DEL DESIGN ITALIANO . La Alessi come la si conosce oggi deve tanto alla sua collaborazione. Per me è stato un grande MAESTRO . Il suo insegnamento è stato impareggiabile. E come avviene per tutti i veri maestri non è finito con la sua partenza.

“Plissé“ Electric kettle design Michele De Lucchi 2018

ph. Santi Caleca

ALBERTO ALESSI

Art Direction / Graphic Design Christoph Radl, Laura Capsoni Coordination Alessi Marketing and Communication Department Photo Riccardo Gasperoni, Matteo Imbriani, Alessandro Milani, Carlo Piro, Marcel Wanders Styling Irene Baratto, Mauro Demestria Thanks to Boffi Solferino, Bordel Studio, Robertet Copertina / Cover ph. Santi Caleca Alessi S.p.A. Via Privata Alessi 6 28887 Crusinallo (Vb) Italy

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ALESSI VOLUME N°5 – FALL / WINTER 2019

ALESSI VOLUME N°5 – FALL / WINTER 2019

EDITORIAL.

INDICE. INDEX.

4 CAFFA

Bye, Sandro!

Design Giulio Iacchetti

On February 18th, Alessandro Mendini passed away. Following the example of the Petit Prince of Saint-Exupéry, he left Earth’s orbit to visit somewhere beyond our Galaxy. As many of you know, he designed not only beautiful products for us, but also our new manufacturing plant and he curated historical exhibitions around the world about Alessi’s production. Over the past forty years, both for myself and for Alessi, Alessandro was an invaluable behind-the-scenes scout for new designers. We owe him a debt of gratitude for introductions to Aldo Rossi, Michael Graves, Bob Venturi, King-Kong and many other designers and architects who have created some of the most important products in our catalogue. Beginning with research for the project “Paesaggio casalingo” (“Domestic landscape”) in 1979, and the exhibition and the book that followed, he was by my side during many of the high points Alessi’s evolution from a producer of metal housewares for the home and kitchen to one of the most interesting examples of Italian design factories. Alessi as we know it today owes so much to his collaboration. For me he was a grand master. His teaching was unparalleled. And as with all true masters, it has not ended with his departure.

6 PLISSÉ

Design Michele De Lucchi 8 MOKA

Design David Chipperfield 12 BARK LAMP

Design Michel Boucquillon & Donia Maaoui 14 THE FIVE SEASONS

Design Marcel Wanders 20 CIRCUS

Design Marcel Wanders 22 THE SEAL

Design Marcel Wanders 24 TEXTURE & COLORS

ALBERTO ALESSI

26 FLEURS DE JORÌ

Design Marcello Jori 32 BARK CRIB – BARK FOR CHRISTMAS

Design Michel Boucquillon & Donia Maaoui 34 ANGELO MIRACOLO – UNO, DUE, TRE RE MAGI

Design Massimo Giacon e Marcello Jori 36 ALESSANDRO M. - GRONINGEN

Design Alessandro Mendini

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ALESSI VOLUME N°5 – FALL / WINTER 2019

ALESSI VOLUME N°5 – FALL / WINTER 2019

In altre parole il CAFFÈ si chiama così per via della regione etiopica denominata CAFFA . In other words, COFFEE is called that because of the Ethiopian region called KAFFA .

CAFFA testo/text GIULIO IACCHETTI

fotografie/photos CARLO PIRO

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n un mondo dove il crescente dinamismo porta a nuove abitudini di vita, sentiamo un progressivo bisogno di oggetti e strumenti che ci consentano di celebrare nuovi rituali quotidiani che scandiscono i tempi e i momenti della nostra giornata. Caffa, rappresenta il piacere di sorseggiare una bevanda calda o fredda, passeggiando per la città: è una caraffa termica in acciaio con un’intercapedine sottovuoto che permette un ottimo mantenimento della temperatura della bevanda contenuta. Il suo disegno è costituito da una base cilindrica che si allarga in una forma conica, tale da consentire una buona prensibilità e la possibilità di innestare la travel mug nei portabottiglie standard di automobili, passeggini ecc ecc. È possibile aprire e chiudere il coperchio della travel mug con un semplice gesto della mano. Quando non in uso, la porzione della Travel Mug che entra in contatto con le labbra, rimane protetta da un’apposita copertura integrata nel coperchio. CAFFA è una regione dell’Etiopia sudoccidentale, al confine con il Sudan. Il suo territorio è ricoperto da estese foreste tropicali e dalla savana. Il clima temperato e la fertilità del suolo favoriscono le colture di cereali, ortaggi, frutta, zenzero, cotone e caffè, che proprio dalla regione prende il suo nome.

art direction BORDEL STUDIO

• In a world where growing dynamism leads to new habits of life, we feel a progressive need for objects and instruments that allow us to celebrate new daily rituals that mark the times and moments of our day. Caffa represents the pleasure of sipping a hot or cold drink while strolling through the city: it is a thermal jug in steel with a vacuum cavity that maintains the beverage‘s temperature. Its design consists of a cylindrical base that widens into a conical shape that is easy to hold and fits in standard bottle holders for cars, strollers, etc. It is possible to open and close the cover with a simple hand gesture. When not in use, the portion of the Travel Mug that comes into contact with the lips is protected by a special cover built into the lid. KAFFA is a province in southwestern Ethiopia on the border with Sudan. The region is covered by extensive tropical forests and savannah. The temperate climate and fertile soil are particularly suited to crops such as grains, vegetables, fruit, ginger, cotton and coffee, which takes its name from the region. GIULIO IACCHETTI

Caffa, Giulio Iacchetti, 2019 Travel mug . (p. 40)

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PLISSÉ fotografie/photos MATTEO IMBRIANI

Il bollitore elettrico PLISSÉ viene proposto in una SECONDA VERSIONE PIÙ PICCOLA , con capacità di un litro, per adattarsi ad ogni tipo di utilizzo ed esigenza. The PLISSÉ electric kettle is offered in a SECOND, SMALLER VERSION , with a litre capacity, adaptable to all types of use and requirements.

Plissé, Michele De Lucchi, 2018 Bollitore elettrico. Electric kettle. (p. 40)

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AMERICAN MOKA

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a nuova versione di caffettiera per 9 tazze con fondo adatto alle piastre a induzione, allarga l’offerta di Moka. A fronte di un pubblico di amanti del caffè sempre più esigente ed eclettico, questo modello è dotato di un doppio filtro a imbuto: il primo per il caffè espresso classico, mentre il secondo - che prevede l’utilizzo di un’opportuna miscela per caffè filtro - per preparare un ottimo caffè “all’americana”.

• The new 9-cup version of the coffee maker, with a bottom suitable for induction plates, has broadened the selection of Moka available. Faced with an increasingly demanding and eclectic clientele of coffee lovers, this model is equipped with a double funnel filter: the first for classic espresso coffee, while the second - which involves the use of a suitable coffee blend filter - for preparing an excellent American coffee.

fotografie/photos MATTEO IMBRIANI

con lo speciale filtro in dotazione è possibile preparare un ottimo CAFFÈ ALL’AMERICANA . AMERICAN FILTER: use the special filter in the pack, and enjoy a great AMERICAN-STYLE COFFEE . AMERICAN FILTER:

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Moka, David Chipperfield, 2019 Caffettiera. Coffee maker. (p. 41)

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A NEW MOKA IS BLOOMING Zoetrope Moka Alessi Virgilio Villoresi, Federico Pepe (Le Dictateur)

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lessi in occasione della Milano Design Week 2019, ha presentato il progetto “A new moka is blooming” in cui la moka, nella sua nuova edizione pensata dall’architetto David Chipperfield, è diventata il centro di un racconto che vede protagonista l’anima democratica di questa icona del disegno industriale, simbolo di una memoria condivisa celebrata in tutto il mondo. Gli spazi del Mudec – Museo delle Culture - hanno ospitato “Moka Alessi. Design & Re-Design.”, una mostra che racconta l’evoluzione delle caffettiere nella storia di Alessi, da Richard Sapper (1979) a David Chipperfield (2019); in mostra anche un’immaginifica installazione di Virgilio Villoresi, una “fiaba in movimento” realizzata con un linguaggio che evoca gli esperimenti del pre-cinema, e il film realizzato dal cineasta per il progetto. Con la mostra “Moka Alessi. Design & Re-Design.” From Richard Sapper (1979) to David Chipperfield (2019) Alessi rende omaggio, non solo ad uno degli emblemi dell’italianità, ma anche ad un progetto che è profondamente radicato nella storia della famiglia Alessi e del brand: la prima moka fu infatti progettata nel 1933 da Alfonso Bialetti, fondatore dell’omonima azienda e nonno di Alberto Alessi, attuale presidente del marchio. Nel 1979 Alessi debutta nel mondo delle caffettiere affrontando una duplice sfida: da un lato, entrare in un mercato nuovo per l’azienda, dall’altro, trasformare in oggetto di design un prodotto popolare. Ed è così che nasce la prima caffettiera del brand, la 9090 di Richard Sapper, che, grazie al suo design futuristico e all’avanguardia, si aggiudica il Premio Compasso d’Oro, diventando anche il primo oggetto Alessi ad entrare nella collezione del MoMA di New York. Dal 1979 ad oggi l’azienda non ha mai sospeso la propria attenzione intorno all’oggetto “caffettiera” e in quarant’anni ha invitato i più celebri designer e architetti a confrontarsi con questo prodotto. Il percorso espositivo si snoda così attraverso i primi progetti degli anni Ottanta e Novanta con La Conica (1984), La Cupola (1988) e Ottagono (1993) di Aldo Rossi, la Mix Italia disegnata nel 1993 da King-Kong (Stefano Giovannoni e Guido Venturini), la Pelicano (1995) di Michael Graves.

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MOKA ALESSI DESIGN & REDESIGN Mudec Exhibition Milano Design Week 2019

MOKERIA Mudec Bistrot Milano Design Week 2019

Gli anni Duemila hanno visto protagoniste la RS09 (2006) di Richard Sapper, la Pina (2006) di Piero Lissoni, la coffee.it (2008) di Wiel Arets, la Moka (2012) di Alessandro Mendini, la Ossidiana (2014) di Mario Trimarchi – altro Premio Compasso d’Oro –, la Pulcina (2015) di Michele De Lucchi, fino alla Moka (2019) di David Chipperfield. In mostra, inoltre, anche una serie di materiali inediti provenienti dal Museo Alessi.

On the occasion of Milan Design Week, Alessi, has presented the project “A new moka is blooming”, centered on the moka designed by architect David Chipperfield. The concept around the whole project is to highlight the democratic soul of this icon of industrial design as the protagonist, a symbol of a shared memory celebrated worldwide.

Il percorso espositivo si conclude con la narrazione sviluppata intorno alla nuova Moka di Chipperfield, ideata dalla mente creativa di Federico Pepe, e affidata al talento di Virgilio Villoresi, cineasta dal linguaggio colto e autoriale, che ha creato per Alessi un film in cui sogno, fantasia e immaginazione – interpretati attraverso i suoi codici poetici, magnetici, analogici – si fondono, dando origine ad una dimensione inattesa, magica e fiabesca. La ricerca eclettica e sperimentale di Villoresi si declina, inoltre, in un’installazione che rivela la profonda conoscenza dell’artista delle tecniche analogiche legate alla tradizione del pre-cinema: la progettazione di uno zootropio pensato appositamente per Alessi trasporta lo spettatore in un’esperienza magica, attraverso un dispositivo ottico ispirato ai giochi per bambini di epoca vittoriana, capaci di produrre immagini in movimento attraverso espedienti meccanici e illusioni ottiche. La nuova moka diventa così protagonista di una giostra danzante, in cui un piccolo personaggio caratterizzato da una testa-fiammella salta e interagisce con la caffettiera: è una fiaba animata in cui – grazie a giochi di luce e movimenti – gli elementi prendono vita in modo potente, facendo riaffiorare la fascinazione per la sorpresa e la scoperta. Gli spazi del Bistrot del Mudec sono stati inoltre trasformati in Mokeria, un luogo dall’animo pop e vivace attraverso un’esplosione dei colori giallo e ciano – l’uno, evocazione del sole sotto cui matura il caffè, l’altro, richiamo all’acqua con cui si prepara. La Mokeria è stata pensata per far vivere in un modo inedito l’esperienza del caffè preparato con la Moka: è la celebrazione di un rito che porta con sé gesti e sonorità uniche legate a questo oggetto, capace di sorprendere ancora per la sua attuale contemporaneità. La nuova moka torna così alla tradizione del metodo classico per il tipico caffè italiano: sostenibile dal punto di vista ecologico e legato indissolubilmente alla ricerca di un ritmo più dolce.

A NEW MOKA IS BLOOMING 1. Video still 2. Zoetrope Moka Alessi (dettaglio / detail), Virgilio Villoresi, Federico Pepe (Le Dictateur)

The spaces of the Mudec – Museo delle Culture, have hosted “Moka Alessi. Design & Re-Design.”, the exhibition which reveals the evolution of the mokas by Alessi from the one designed by Richars Sapper (1979) to David Chipperfield (2019). The show has been enriched by an imaginative installation, a ‘fairytale in motion’ designed by Virgilio Villoresi which evokes the pre-cinema experiments, and the special movie produced for the project. With the exhibition “Moka Alessi. Design & Re-Design.” From Richard Sapper (1979) to David Chipperfield (2019), Alessi pays tribute to a project which is not only one of the symbols of the Italian lifestyle, but also a product deeply rooted in the historyof the Alessi family and brand. The first moka, in fact, was conveived in 1933 by Alfonso Bialetti, founder of the Bialetti brand and grandfather to Alberto Alessi, now president of Alessi. In 1979 Alessi debuts in the wolrd of coffee makers facing a double challenge: on one hand, entering a new market for the brand; on the other transforming a popular object into a design icon. That is how the first Alessi coffe maker, the 9090 by Richard Sapper, was born. Thanks to its innovative lines it has been awarded the Compasso d’Oro prize and it was also the first Alessi product to enter the permanet collection of MoMA in New York. From 1979 to this day, the company never stopped focusing on coffe machines inviting, over 40 year, some of the most famous designers and architects to work on this product. The show is a journey starting from the projects of the 1980s and 90s with La Conica (1984), La Cupola (1988) and Ottagono (1993) by Aldo Rossi, Mix Italia designed in 1993 by King-Kong (Stefano Giovannoni and Guido Venturini), Pellicano (1995) by Michael Graves. Other coffe makers were developed in the years 2000: RS09 (2006) by Richard Sapper, Pina (2006) by Piero Lissoni, coffee.it (2008) by

Wiel Arets, Moka (2012) by Alessandro Mendini, Ossidiana (2014) by Mario Trimarchi – another Compasso d’Oro winner – Pulcina (2015) by Michele De Lucchi and the last Moka (2019) by David Chipperfield. Among the items on show, also unseen materials from the Alessi Museum. The set-up is then enriched by the story, conceived by Federico Pepe and realized by movie director Virgilio VIlloresi, focused on the new Moka by Chipperfield. Villoresi, a filmmaker of cultured and quality style, created for Alessi a film and an installation for Alessi in which dreams, fantasy, and imagination - interpreted through his poetic, magnetic, and analogical codes - blend together, resulting in an unexpected and magical fairytale dimension. Villoresi’s eclectic and experimental research plays out, moreover, in an installation that reveals the artist’s profound knowledge of the analogue techniques of the pre-cinema tradition: projection of a zoetrope, designed specifically for Alessi, transports the spectator into a magical experience, through an optical apparatus inspired by children’s games from the Victorian era which produces images in motion through mechanical devices and optical illusions. The new moka thereby becomes the protagonist of a dancing carousel, in which a small figure, characterized by a flamed head, leaps and interacts with the coffee pot: it is an animated fairy-tale in which - thanks to the play of light and movement - elements come to life in a powerful way, bringing to the surface renewed fascination with surprise and discovery. Moreover, the Bistrot spaces of the Mudec have been transformed into the Mokeria, a place with a lively pop spirit, through an explosion of yellow and cyan - one colour, the evocation of the sun beneath which the coffee matures, and the other, a homage to the water with which it’s prepared. The Mokeria has been in fact designed to give life, in an unprecedented way, to the experience of coffee prepared with the moka: it’s the celebration of a ritual which brings with it unique gestures and sounds linked to this object, still capable of surprising with its current contemporaneity. The new moka thus returns to the tradition of the classic method of the typical Italian coffee: sustainable from an ecological point of view and inextricably linked to the search for a more gentle pace.

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ALESSI VOLUME N°5 – FALL / WINTER 2019

ALESSI VOLUME N°5 – FALL / WINTER 2019

testo/text MICHEL BOUCQUILLON • ALBERTO ALESSI

«B

arklamp si ispira al magico gioco di ombre e luce della luna che si cela dietro alla vegetazione. L’idea è portare nell’ambiente domestico una luminosità soffusa e rilassante, in sintonia con i ritmi misteriosi della natura.”

fotografie/photos RICCARDO GASPERONI

• «Barklamp is inspired by the magical play of shadows and moonlight that lies behind vegetation. The idea is to bring a suffused and relaxing glow into the home, in harmony with the mysterious rhythms of nature.» MICHEL BOUCQUILLON

La lampada da tavolo ha ricoperto da sempre un ruolo rilevante nell’ambito delle arti applicate e del design moderno: dalle lampade Tiffany in poi, assistiamo costantemente alla creazione di piccole presenze domestiche che qualificano lo spazio, soprattutto quando, complice la luce, generano atmosfere intime e magicamente naturali. Barklamp si colloca in questo filone culturale di ricerca dove arte e industria dialogano per offrire una nuova aura poetica ad una tipologia consueta e familiare.

Table lamps have always played an important role in the field of the applied arts and modern design: from Tiffany lamps onwards, we constantly witness the creation of small domestic presences that add quality to the space especially when, thanks to the light, they generate intimate and magically natural atmospheres. Barklamp is part of this cultural strand of research where art and industry interact to offer a new poetic aura to a usual and familiar typology. ALBERTO ALESSI

Barklamp, Michel Boucquillon & Donia Maaoui, 2019 Lampada da tavolo. Table lamp. (p. 41)

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Pura come l’acqua, rilassante, aggraziata. Una profumazione fresca, magica come la luna, che sprigiona note di mandarino, ylang ylang e muschio. Pure as water, relaxing, graceful. A fresh fragrance, magical like the moon, emanating notes of mandarin, ylang ylang and musk. testo/text MARCEL WANDERS

fotografie/photos ©MARCEL WANDERS

The Five Seasons, Marcel Wanders, 2019 Diffusore a foglie per ambiente. Leaf fragrance diffuser. (p.42) Nella pagina, accanto / On the side page: Brucianicenso. Incense burner. (p.42)

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Speziata, vivace, emana energia e calore. Una profumazione tonificante, che come il sole infonde vitalità con note di bergamotto, pepe e tabacco. Spicy, lively, it exudes energy and warmth. A toning fragrance that, like the sun, infuses vitality with notes of bergamot, pepper and tobacco. testo/text MARCEL WANDERS

fotografie/photos ©MARCEL WANDERS

The Five Seasons, Marcel Wanders, 2019 Diffusore a foglie per ambiente. Leaf fragrance diffuser. (p.42)

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Il progetto The Five Seasons che abbiamo sviluppato con Marcel Wanders ha potuto concretizzarsi proprio grazie al prezioso supporto di una delle aziende profumiere storiche di Grasse, la Robertet, oggi leader mondiale nell’uso di olii essenziali e molecole naturali. Fondata nel 1850, si trasferì nel 1895 nel nuovo palazzo progettato dall’ingegnere Gustave Eiffel, lo stesso che disegnò l’omonima torre, simbolo di Parigi, in occasione dell’esposizione Universale del 1889. La sua crescita fu costante in termini produttivi, di qualità e formazione professionale. Con l’acquisizione di Charabot, la più vecchia azienda di profumeria in attività, fondata nel 1799, Robertet ha dato origine a un gruppo che è diventato il primo produttore mondiale di prodotti aromatici naturali.

Initially, perfumes were obtained by burning aromas or resins, from which the Latin term “per fumum,” “from smoke”. Over the centuries, it developed into an increasingly refined art, mixing raw materials from all over the world in a continuous process of contamination in order to satisfy a variety of needs such as honoring social conventions, procuring emotional and sophisticated olfactory experiences, searching for conditions of greater hygiene, responding to needs of self-representation, officiating religious rituals.

The Five Seasons project that we developed with Marcel Wanders was made possible thanks to the invaluable support of one of the historic perfume companies of Grasse, Robertet, today the world leader in the use of essential oils and natural molecules. Founded in 1850, it moved in 1895 to the new building designed by the engineer Gustave Eiffel, who designed the tower that carries his name, a symbol of Paris, for the Universal Exhibition of 1889. Its growth was constant in terms of production, quality and professional training. With the acquisition of Charabot, the oldest perfumery company in business, founded in 1799, Robertet has given rise to a group that has become the world’s leading producer of natural aromatic products.

Robertet, stabilimento produttivo Grasse. Grasse production plant, 1875.

Impianto distillazione rosa di Grasse. Rose distillation plant, Grasse.

Impianto di estrazione con solvente. Solvent extraction plant.

The most recent history of fragrances has its roots in a small town in Provence, Grasse, where, since the Middle Ages, plants have been distilled and, as early as the seventeenth century, small garments were made there such as gloves or vests made of “scented skins”, i.e. impregnated with jasmine-scented ointments. But it is with the following century that Grasse began to direct its specialisation towards the real art of perfumery: in the small French village, floral cultivations increased, raw materials arrived even from distant countries, perfume masters were educated, the so-called “noses”. At that precise historical moment, the great perfume houses were founded, which would become, generation after generation, up to the present day, reference pillars for the entire current production chain of perfume, both industrial and artisanal. In fact, in 2018 the perfumery art of Grasse officially became part of the UNESCO list of the Intangible Cultural Heritage of Humanity.

The “noses” of Robertet played, in the case of The Five Seasons, the very delicate role of translating into perfume a world of references and suggestions expressed by Marcel Wanders through words and images. The fragrances produced are the result of complex mixtures, generated by dozens of different olfactory notes: a fascinating example of how perfume, in its infinite richness, can evoke meanings, sensations and emotions that are surprising yet very precise.

a storia del profumo e della profumazione, nella sua funzione sia profana, sia religiosa, si è evoluta insieme a quella dell’uomo da diversi millenni. Inizialmente il profumo veniva ottenuto bruciando aromi o resine, da cui il termine latino “per fumum”. Attraverso i secoli, avvenne lo sviluppo di un’arte sempre più raffinata nel miscelare le materie prime provenienti da ogni parte del mondo in un continuo processo di contaminazione, per soddisfare bisogni eterogenei come onorare convenzioni sociali, procurare esperienze olfattive emozionali e sofisticate, ricercare condizioni di maggiore igiene, rispondere a bisogni di auto rappresentazione, officiare rituali religiosi.

“Electroclass”, scaffalatura Stoccaggio Profumi. Shelving for storage of perfumes.

La storia più recente della profumazione ha le proprie radici in una cittadina della Provenza, Grasse, in cui sin dal Medioevo si distillavano le piante e dove, già a partire dal XVII° secolo, vi si producevano piccoli indumenti come guanti o gilet fatti di “pelli odorose”, cioè impregnate di unguenti profumati di gelsomino. Ma è con il secolo successivo che Grasse iniziò ad orientare la propria specializzazione verso la vera e propria arte profumiera: nel piccolo paesino francese si incrementarono le coltivazioni floreali, giunsero materie prime anche da paesi lontani, si formarono i maestri del profumo, i cosiddetti “nasi”. In quel preciso momento storico nacquero le grandi case profumiere che si sarebbero sviluppate, generazione dopo generazione, fino ai giorni nostri, diventando pilastri di riferimento per tutta l’attuale filiera produttiva del profumo, sia industriale, sia artigianale. A partire dal 2018 infatti l’arte profumiera di Grasse è entrata ufficialmente a fare parte della lista UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. NOTE DI TESTA. TOP NOTES.

Bergamotto, mandarino, carota. Bergamot, tangerine, carrot.

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I “nasi” di Robertet hanno svolto, nel caso di The Five Seasons, il delicatissimo ruolo di tradurre in profumo un mondo di riferimenti e di suggestioni espresso da Marcel Wanders attraverso parole e immagini. Le fragranze prodotte sono il risultato di miscellanee complesse, generate da decine di note olfattive differenti: un esempio affascinante di come il profumo, nella sua infinita ricchezza, possa evocare significati, sensazioni, emozioni sorprendenti e al contempo molto precise.

• – Le due ultime proposte, ispirate ai principi di Sole e Luna, sono costituite da piramidi olfattive sofisticate in cui le note di testa - cioè quelle che si percepiscono immediatamente, ma più leggere e volatili -, le note di cuore - più potenti e durevoli delle precedenti - e quelle di fondo - ovvero le fondamenta persistenti di una fragranza - dialogano per condurre ad un’esperienza olfattiva ricca e mutevole nello svelarsi del profumo.

NOTE DI CUORE. HEART NOTES.

Elemi, pepper, legno Gaiac, prugna. Elemi, pepper, Gaiac wood.

NOTE DI BASE. BASE NOTES.

Balsamo del Perù, tabacco, vaniglia, musk. Perou balm, tobacco, vanilla, musk.

The history of perfume and fragrances, in both their secular and religious functions, has evolved for several millennia together with the history of mankind itself.

NOTE DI TESTA. TOP NOTES.

Mandarino, coriandolo, frutta candita. Tangerine, coriander, candied fruits.

• – The two lastest proposals, inspired by the principles of the Sun and the Moon, consist of sophisticated olfactory pyramids in which the top notes - those that are immediately perceived, but lighter and more volatile - along with the heart notes - more powerful and durable - and the background ones - the persistent foundations of a fragrance - all work in unison, leading to a rich and varied olfactory experience as the fragrance is revealed.

NOTE DI CUORE. HEART NOTES.

NOTE DI BASE. BASE NOTES.

Fiori d’arancio, tuberosa, rosa, ylang ylang. Legno di sandalo, benzoino, musk. Orange blossom, tuberose, rose, ylang ylang. Sandalwood, benzoin, vanilla, musk.

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Circus, Marcel Wanders,2019 2019 ALESSI VOLUME N°5 – FALL / WINTER

Contenitori per spezie. Spice jars. (p. 43)

NUOVI BARATTOLI PER SPEZIE SI AGGIUNGONO ALLA COLLEZIONE CIRCUS. THE CIRCUS COLLECTION IS ENRICHED WITH NEW SPICE JARS.

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a cucina contemporanea richiede sempre più spesso l’utilizzo di spezie e aromi particolari. I nuovi barattoli Circus nascono per rispondere a questa necessità: sono adatti a conservare spezie di diverse tipologie, da quelle in polvere a quelle in grani, in foglia, in semi o anche in stecche.

• Contemporary cuisine increasingly requires the use of particular spices and aromas. The new Circus jars were designed to meet this need: they are suitable for preserving a variety of spices, from the powdered variety to those that come in grains, leaves, seeds or even sticks.

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SPICY CIRCUS fotografie/photos MATTEO IMBRIANI

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THE SEAL testo/text MARCEL WANDERS

fotografie/photos ©MARCEL WANDERS

The Seal, Marcel Wanders, 2019 Alzata. Cake stand. (p. 43) Serie limitata a 999 pezzi numerati e 9 prove d’autore. Limited edition of 999 numbered copies and 9 artist’s proofs.

C

hristie, una deliziosa foca, è qui per dare spettacolo. Un tempo viveva in Antartide, dove tutte le sue simili sapevano fare qualche trucco. Alcune nuotavano velocissime, altre sapevano rotolare. Christie sapeva fare tutte queste cose. Un giorno, però, scoprì di avere un’abilità sorprendente nel tenere gli oggetti in equilibrio sul naso. Quindi, lasciò tutto quello che conosceva e partì, per mostrare il suo talento speciale al mondo. In posa perfetta e senza bisogno di attirare l’attenzione, ora brilla sotto un piatto, per offrire agli ospiti ogni tipo di prelibatezza.

• A charming seal, Christie is here to entertain. She once lived in Antarctica, where all of her fellow seals could do tricks. Some could swim fast, others could roll over. Christie could do all of these things. One day, though, she discovered that she had an uncanny ability to balance things on her nose. So, she left all she knew, and set out to offer her unique gift to the world. Perfectly poised and without a need for attention, she shines under a plate, presenting guests every type of delicacy. MARCEL WANDERS

Circus, Marcel Wanders, 2016 Candyman, Distributore di caramelle. Candy dispenser. Ringleader, Campanello da tavola. Call bell. Ballerina, Carillon. Musical box. Strongman, Schiaccianoci. Nutcracker. The Jester, Cavatappi. Corkscrew. Serie limitate a 999 pezzi numerati e 9 prove d’autore. Limited editions of 999 numbered copies and 9 artist’s proofs.

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TEXTURE & COLORS fotografie/photos ALESSANDRO MIL ANI

e VASSOI con decoro a rilievo. BOWLS and TRAYS with decorations in relief. CIOTOLE

Double, Donato D’Urbino - Paolo Lomazzi, 2002. Ciotola. Bowl. Moiré, Marcel Wanders, 2019. Vassoio. Tray. (p. 44)

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ALESSI VOLUME N°5 – FALL / WINTER 2019

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L’ALBERO DEL BENE

One solo amour. One solo amour.

FLEURS DE JORÌ testo/text – disegni/drawings MARCELLO JORI

E

all’improvviso, mentre stavo decorando nuovi pensieri in forma di antichi ornamenti, ecco spuntare fiori di design mai visti: “Fleurs de Jorì”. Le corolle nascondono una sorpresa e se ti avvicini per sentirne l’odore, scopri che il profumo sta in quello che raccontano.

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• And all of a sudden, while I was decorating new thoughts in the form of ancient ornaments, designer flowers popped up that had never been seen before: “Fleurs de Jorì”. The corollas hide a surprise and if you approach them to smell them, you discover that the perfume lies in what they tell. MARCELLO JORI

Fleurs de Jorì, Marcello Jori, 2019 Decorazioni. Home ornaments. (p. 45)

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IL NORD DEL SUD, IL SUD DEL NORD

Il sopra del sotto e il sottosopra. The top of below and the upside down.

NARCISO

Ama la bellezza Sua come Te stesso. Love His beauty as yourself. LA CITTÀ DELL’AMORE MIO

Dove io abito in te e tu in me. Where I live in you and you in me.

WELCOME AMORE

Et voilà. Et voilà.

Fleurs de Jorì, Marcello Jori, 2019 Decorazioni. Home ornaments. (p. 45)

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C

ONTEMPORANEAMENTE. Sono un artista intero e questo significa che ho un progetto d’arte sinfonico. Ho imparato a suonare diversi strumenti e oggi posso dire che la mia orchestra, di cui sono direttore, dispone di diversi elementi. A 13 anni e mezzo ho cominciato a esercitarmi nella pratica della pittura scoprendola nei libri di mio padre. A 16 anni ho sposato una frase di Paul Klee che diceva: “Divenire val più che essere” e da allora non faccio che “diventare” ogni giorno. All’eta di 15 anni ho cominciato a sottrarre tempo alla pittura per rimpinzarmi di letture e a coltivare la scrittura per potenziare le immagini con il racconto. Durante l’università negli anni settanta cominciai a servirmi di fotografi professionisti per realizzare alcune stagioni di opere concettuali essenziali al completamento della mia giovane formazione estetica. Facevo uso dei corpi degli artisti da museo per contaminarmi e acquistare superpoteri e sezionavo i corpi dei capolavori per vedere com’erano fatti dentro. Facevo arte studiandola.

romanzi scritti per case editrici, fra una mostra di pittura e l’altra e biennali di Venezia… Tanto per me l’arte è sempre stata soltanto Una, dovunque si rivelasse e nel Rinascimento lo sapevano bene gli artisti. Anche la moda mi aveva invitato a ballare per qualche anno. Per Vanity Fair ho disegnato le pubblicità dei migliori stilisti sulla piazza mondiale. In quel periodo ho incontrato il design e non mi è stato possibile resistergli. Mi ero avvicinato perché attratto da figure magnetiche come Sottsass e Mendini, e curatori preparati come Fulvio Irace e riviste ben costruite come Domus. Mi piacevano anche i fumetti architettonici di Iosa Ghini. Il primo incontro ravvicinato fu quando progettai un tappeto per Memphis… Il secondo impatto variopinto fu con la pazzia di Venturini e Giovannoni che, in occasione della Biennale di Venezia a cui partecipavo, dipinsero personalmente con tanto di rulli, pavimenti, pareti e soffitti delle Zitelle. E poi l’incontro con Laura Polinoro che mi arruolò in Alessi. Era direttrice del Centro Studi Alessi quando la conobbi. Con lei e con Massimo Giacon ci siamo

Marcello Jori Pinocchio di Papa, 1990 Colori acrilici su tavola sfacettata. Acrylic painting on faceted hardboard. 172 x 148 x 20 cm. Marcello Jori, Contaminazione Max Ernst - Jori, 1974 Fotografia. Picture. 76 x 160,5 cm.

Negli anni ottanta, con gioia sfrenata mi sono immerso nella pittura che stava riconquistando il mondo. Ho cominciato dipingendo la scrittura. Seminavo cartigli variopinti sulle pareti delle gallerie. Poi sono passato a dipingere una personale geometria. Pensieri in forma di cristalli illuminati dal di dentro. E poi opere tridimensionali

Marcello Jori, Gioia, 1983 Olio e acrilici diluiti su tela. Diluted oil and acrylic colors on canvas. 30 x 30 cm.

in legno sfaccettate come cristalli per accogliere architetture dipinte, poi artisti sfaccettati. Contemporaneamente frequentavo il geniale mondo del nuovo fumetto che in fatto di talenti rischiava di competere con la migliore arte del mondo. Per questo dovevo indossare anche quel costume d’artista, pubblicando fino al duemila su riviste rivoluzionarie come Linus, Frigidaire in Italia, e altre come l’Eco des Savanes in Francia e in Giappone con la Kodansha… Mi faceva sentire completo, pubblicare storie disegnate su riviste e

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divertiti a inventare favole. In Alessi ho portato la mia voglia di costruire storie felici. I primi oggetti si chiamavano “Figure” e non soddisfacevano nessun’altra funzione se non quella di far sorridere. Poi ci venne concesso il privilegio di inventarci il Natale. Fu così che mi uscirono disegnate “Le Palle Presepe”. Non esistevano al mondo, perché si sa, la gente è schematica… o fa il presepe o fa l’albero di natale…e invece all’improvviso, eccole appese ai rami, le 20 palle presepe, vive come se parlassero. Pare che abbiano seminato molto buonumore nel mondo… Sul Natale, Giacon era il mio competitor, ma siccome noi due a Natale “amiamo amare” l’anno scorso abbiamo deciso di regalarci “Amicizia” collaborando. Così io ho rifatto la capanna del suo presepe e lui ha aggiunto i corpi alle mie palle presepe che ora possono anche appoggiare i piedi per terra. E finalmente l’ultimo regalo solo per me… Ricordo bene l’espressione di Alberto Alessi quando sono arrivato da lui con i disegni fra le mani… “Pulcino il Grande”, “Mongolfiera Reale”, “Ape dell’Oro”... e poi “Re Coccinello” e “Il vecchio e il mare”… Si illuminò e disse subito di sì. Erano storie trasformate in oggetti misteriosamente decorati. Venivano da un mondo lontano e ricchissimo per diventare piccoli tesori di oggi alla portata di quasi tutti… Oggi si chiamano: “Fleurs de Jorì”, in italiano, “Fiori di Jori”. Sono i miei ultimi oggetti fragranti di profumi e ricchi di segreti e di pensieri nascosti dentro le loro forme senza tempo. Cose da Wunderkammer dei giorni nostri. MARCELLO JORI

CONTEMPORARILY. I am a complete artist and this means that I have a symphonic art project. I learned to play different instruments and today I can say that my orchestra, of which I am director, has several elements. At the age of 13 and a half, I began to practice painting by discovering it in my father’s books. At the age of 16, I took to heart a phrase by Paul Klee that said: “Becoming is worth more than being” and since then I do nothing but “become” every day. At the age of 15, I began to take time away from painting to plunge into the world of reading and to cultivate writing in order to bolster the images with a story. During university in the seventies, I began to use professional photographers to create some seasons of conceptual works essential to the completion of my young aesthetic training. I used the bodies of museum artists to contaminate and acquire acquire superpowers and dissect the bodies of masterpieces to see how they were made inside. I made art by studying it. In the eighties, I immersed myself with unbridled joy in the painting that was reconquering the world. I started by painting writing.

houses, between one painting exhibition and the other and Venice Biennials ... It doesn’t matter, for me art has always been only One, wherever it was revealed and in the Renaissance the artists knew that very well. Fashion invited me out to dance for a few years, too. For Vanity Fair I designed the advertisements of the best designers on the world market. In that period I encountered design and it was impossible to resist. I had taken an interest in it because I was attracted by magnetic figures like Sottsass and Mendini, and knowledgeable curators like Fulvio Irace and well-constructed magazines like Domus. I also liked Iosa Ghini’s architectural comics. The first close encounter was when I designed a rug for Memphis ... The second colourful impact was with the madness of Venturini and Giovannoni who, for the Venice Biennale in which I participated, personally painted with rollers, floors, walls and ceilings of Zitelle church. And then a meeting with Laura Polinoro who enlisted me in Alessi. She was the director of the Centro Studi Alessi when I met her. With her and with Massimo Giacon we had fun inventing fairy tales. In Alessi, I brought my desire to

Marcello Jori E lassù sulle montagne Inchiostri acrilici su carta. Acrylic ink on paper. 49 x 31,5 cm. Marcello Jori, Contaminazione Picasso - Jori, 1974 Puzzle fotografico su tavola.Photographic puzzle on hardboard. 66 x 215 cm.

I sowed colourful cartouches on the walls of the galleries. Then I switched to painting a personal geometry. Thoughts in the form of crystals illuminated from within. And then three-dimensional works in wood faceted like crystals on which I painted depictions of architecture, then multi-faceted artists. At the same time, I frequented the brilliantly imaginative world of new comics that, in terms of talent, risked competing with the best art in the world.

Marcello Jori, Frase, 1980 Colori acrilici su tela sagomata. Acrylic colors on shaped canvas.

For this reason, I also had to wear that artists’ costume, publishing up until the year 2000 in revolutionary magazines like Linus and Frigidaire in Italy, and others like the Eco des Savanes in France and with Kodansha in Japan ... It made me feel complete, to publish stories drawn in magazines and novels written for publishing

Tavola pubblicata su Illustration published on Frigidaire n. 33, 1983

build happy stories. The first objects were called “Figure” and satisfied no other function than making people smile. Then we were granted the privilege of inventing Christmas. That is how I came up with “Le Palle Presepe”. They didn’t exist in the world, because you know, people are schematic ... either they make the crib or they have the Christmas tree ... and instead suddenly, here they are hanging from the branches , the 20 Crib baubles, alive as if they were talking. It seems that they have sown a lot of good humor in the world ... In terms of Christmas, Giacon was my competitor, but since we both “love to love” at Christmas, last year we decided to give ourselves “Friendship” by collaborating. So I rebuilt the hut of his crib and he added the people to my crib baubles, which can now also stand up on their own feet. And finally, the last gift is just for me ... I remember Alberto’s expression very well when I came to him, drawings in hand ... “Pulcino il Grande,” “Mongolfiera Reale,” “Ape dell’Oro”... and then “Re Coccinello” and “Il vecchio e il mare” ... It lit up and he immediately said, “Yes.” They were stories turned into mysteriously decorated objects. They came from a far away and rich world to become small treasures of today within the reach of almost everyone ... Today they are called: “Fleurs de Jorì”, (which in Italian rhymes: “Fiori di Jori”). They are my latest fragrant objects full of secrets and hidden thoughts inside their timeless shapes. Today’s Wunderkammer stuff. MARCELLO JORI

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I

l verde dell’abete e la ricchezza scintillante dell’oro, sono le due nuove proposte cromatiche per celebrare la festività del Natale con l’albero Bark for Christmas e il presepe Bark Crib di Michel Boucquillon & Donia Maaoui.

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• Fir green and the dazzling richness of gold are the two new colour proposals for celebrating the Christmas season with the tree, Bark for Christmas, as well as Bark Crib, both by Michel Boucquillon & Donia Maaoui.

BARK WISHES fotografie/photos ALESSANDRO MIL ANI

Bark Crib, Michel Boucquillon & Donia Maaoui, 2017 Presepe. Christmas crib. (p. 46)

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Bark for Christmas, Michel Boucquillon & Donia Maaoui, 2017 Decorazione natalizia. Christmas ornament. (p. 46)

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HAPPY X-MAS fotografie/photos ALESSANDRO MIL ANI

L’

annuncio dell’Angelo e l’arrivo dei Re Magi sono rappresentazioni ora possibili anche nel presepe creato da Massimo Giacon e Marcello Jori, due artisti che dal mondo del fumetto e dell’arte figurativa pittorica, si sono dedicati alla pratica del design dando vita a personaggi e oggetti dal forte tratto espressivo.

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• The Annunciation and the arrival of the Three Wise Men are now possible representations for the nativity scene created by Massimo Giacon and Marcello Jori, two artists who, from the world of comics and pictorial figurative art, dedicated themselves to the practice of design by creating characters and objects featuring highly-expressive traits.

Angelo Miracolo, Massimo Giacon e Marcello Jori, 2019 Statuina in porcellana Figurine in porcelain. Uno, Due, Tre Re Magi, Massimo Giacon e Marcello Jori, 2019 Gruppo in porcellana. Group in porcelain. (p. 47)

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25TH ANNIVERSARY

GRONINGER MUSEUM

A

lessandro M. Groningen, orgoglioso del bell’abito multicolore dal sapore divisionista, come alcune facciate dell’omonimo museo olandese, nasce in qualità di icona celebrativa della mostra personale “Mondo Mendini” realizzata dallo stesso Alessandro Mendini per commemorare i 25 anni di vita del Groninger Museum.

• Alessandro M. Groningen, clothed in a beautifully multicoloured suit, an ode to divisionism like some façades of the eponymous Dutch museum, was created as an icon celebrating the personal exhibition “Mondo Mendini,” realised by Alessandro Mendini himself to commemorate the 25th anniversary of the Groninger Museum. ALBERTO ALESSI

Alessandro M. - Groningen, Alessandro Mendini, 2019 Cavatappi. Corkscrew. (p. 47)

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I

l mio rapporto con il Museo di Groningen ha inizio nell’estate del 1987, quando il progetto era ancora in fieri e uno strano comitato di personaggi olandesi guidata dal direttore Frans Haks venne in visita al cantiere della mia casa disegnata da Mendini sul lago d’Orta. Non c’era in quel momento molto della casa, ancora in costruzione perché il cantiere aveva ripreso da poco dopo una interruzione di un paio d’anni da parte della burocrazia omegnese. Ma al gruppo interessava soprattutto vedere in applicazione la nuova ispirazione architettonica di Sandro: chiamare intorno a sé alcuni altri architetti variamente collegati con la Alessi per progettare, sotto la sua guida, un pezzo della mia nuova casa. Nel mio caso gli autori erano Ettore Sottsass, Achille Castiglioni, Riccardo Dalisi, Milton Glaser, Aldo Rossi e Bob Venturi. Poi ricordo un viaggio in battello sul Verbindingkanaal di Gronigen, un giorno piovoso del 1990, insieme ad altri vip ero stato invitato a ispezionare i lavori di costruzione del Groninger Museum, e sulle rive c’erano dei gruppi di contestatori naturalisti stranamente tranquilli, molto composti, con cartelli di protesta perché non erano d’accordo sull’iniziativa che giudicavano sacrilega e volevano invece conservare intatto quel pezzo di natura su cui si stava erigendo il museo. Il progetto irriguardoso ma gentile di Mendini/Haks andava insomma ad agitare le acque chete della borghesia nord-olandese, con effetti che si sono rivelati a posteriori molto benefici per la crescita culturale del paese e pure per il turismo locale. In modo non diverso nella sostanza dallo scuotimento delle abitudini visive del pubblico Alessi provocato da un progetto coevo dello stesso autore: l’apribottiglie “Anna G.”, pure lui anzi lei inaugurato nel 1994. La nuova e straordinaria sede dello storico (1894) Museo d’arte di Groningen nel nord dell’Olanda, è stata progettata sotto la guida di Alessandro Mendini e aperta al pubblico nel 1994. È di fatto un’isola su un canale; c’è un ponte levatoio che lo collega alla parte esterna della città. Il museo contiene dall’archeologia fino all’arte contemporanea, è perciò diviso, e divisibile, in padiglioni. Questo museo appartiene alla storia dei musei recenti degli anni ‘90, dove l’architettura si pone come interlocutore forte rispetto al contenuto, alle opere d’arte, in una dialettica non di servizio, ma di parità. Possiamo considerare il Groninger Museum come il progetto “manifesto” più completo e significativo della visione progettuale e culturale di Mendini: “L’edificio del Museo di Groningen ha una pianta simmetrica, antica, fortemente iconica e rituale, frutto della sua strutturazione per settori tipologici. In alzato esso si trasforma in un macro-oggetto di design, in una architettura scultorica e pittorica polimaterica, la cui attitudine al racconto, allo scarto linguistico e alla auto-rappresentazione è accentuata dall’intervento di alcuni progettisti ospiti: Michele De Lucchi, Philippe Starck, Frank Stella; ed anche Coop-Himmelblau, i cui interventi trasformano il museo vero e proprio in un “museo di architetture grandi al naturale”. All’esterno il complesso architettonico ha due livelli di lettura: a distanza la visione è più sintetica e compatta, mentre più da vicino le superfici rivelano textures anche fuori scala, lucentezze e particolari arabeschi che impreziosiscono i dettagli, restituendo anche all’insieme una certa evanescenza legata all’idea di gioiello, di miraggio e di galleggiamento. Spesso i materiali e gli elementi usati sono “da design” e “da scultura” e non hanno riferimento all’iconografia architettonica, per “rovesciare” verso la città i contenuti interni del museo.”

My relationship with the Groninger Museum began in the summer of 1987, when the project was still in progress and a strange committee of Dutch personalities, led by director Frans Haks, visited the my home designed by Mendini on Lake Orta. At that time, it was more of a construction site than a proper house, since work had only recently resumed after a two-year hiatis due to local, bureaucratic matters. But above all, the group was interested in seeing the application Sandro’s new architectural inspiration: calling on other architects — all variously connected with Alessi — to design, under his guidance, a piece of my new home. In my case the designers were Ettore Sottsass, Achille Castiglioni, Riccardo Dalisi, Milton Glaser, Aldo Rossi and Bob Venturi. Then I remember a boat trip on the Verbindingkanaal of Gronigen, a rainy day in 1990. Along with other VIPs, I had been invited to inspect the construction work of the Groninger Museum, and on the shores there were groups of strangely quiet, very composed naturalists with signs who were protesting because they did not agree with the project, which they considered sacrilegious. Instead, they wanted to keep intact the piece of nature where the museum was being erected. The disrespectful, yet genteel, project by Mendini/Haks was stirring up the placid waters of the north-Dutch bourgeoisie, with effects that would turn out to be very beneficial for the cultural growth of the country and also for local tourism. In a way, it’s not wholly unlike the shake-up provoked by a project from the same period and by the same designer: the “Anna G.” bottle opener was also inaugurated in 1994. ALBERTO ALESSI

The new and extraordinary site of the historical(1894) Museum of Art in Groningen in the north of Holland, was designed under the guidance of Alessandro Mendini and opened to the public in 1994. It is in fact an island on a canal; there is a drawbridge that connects it to the areas beyond the city. The museum ranges from archeology to contemporary art. It is therefore divided, and divisible, into pavilions. This museum belongs to the history of recent museums of the 1990s, where architecture stands as a forceful interlocutor with respect to its contents, the works of art, in a dialectic not of service, but of equality. We can consider the Groninger Museum as the most complete and significant “manifesto” project of Mendini’s design and cultural vision:

A 25 anni dalla sua inaugurazione, il Groninger Museum ha deciso di festeggiare questa ricorrenza con una mostra personale dedicata ad Alessandro Mendini.

25 years after its inauguration, the Groninger Museum has decided to celebrate this anniversary with a personal exhibition dedicated to Alessandro Mendini.

“La mostra Mondo Mendini non è impostata su quanto la mia personalità ha dato alla cultura del progetto, ma al contrario su quanto io ho assorbito dalle realtà culturali e dai Maestri che ho trovato nel percorso del mio lavoro. I grandi Maestri del passato, a cominciare dal Rinascimento italiano, poi i movimenti delle avanguardie come il Futuristi, poi Oskar Schlemmer, Kazimir Malevich, Marcel Proust, poi Gio Ponti e Peter Halley, per arrivare ai Maestri molto più giovani di me. Circa 130 sono le mie opere esposte nella mostra e circa 70 sono le opere dei Maestri che si intrecciano con le mie. Coloro che qui definisco come Maestri, persone o movimenti, sono e sono stati per me dei centri propulsivi, generatori di ricerche e di idee omologhe alle mie, voci cioè appartenenti al mio stesso coro, ciascuno con il suo proprio timbro e personalità.”

“The Mondo Mendini exhibition is not based on what my personality has given to the culture of design, but on the contrary, to what I have absorbed from the cultural realities and from the Masters that I found along the path of my work. The great Masters of the past, starting with the Italian Renaissance, then the avant-garde movements like the Futurists, then Oskar Schlemmer, Kazimir Malevich, Marcel Proust, then Gio Ponti and Peter Halley, up to the Masters much younger than I. There are about 130 of my works on display in the exhibition and about 70 works by the Masters that intertwine with mine. Those who I define as Masters — people or movements — have been for me propulsive centres, generators of research and ideas homologous to my own, voices that belong to my own choir, each with its own timbre and personality.” ALESSANDRO MENDINI

“The Groninger Museum building has a symmetrical, ritualistic plan that is ancient and highly-iconic, fruit of its being structured according to typological sectors. In elevation it turns into a macro-object of design, into a polymaterial sculptural and pictorial work of architecture whose aptitude for narrative, linguistic deviation and self-representation is accentuated by contributions from some guest designers: Michele De Lucchi, Philippe Starck, Frank Stella; and also Coop-Himmelblau, whose interventions transformed the museum itself into a “museum of great natural architecture”. Externally, the architectural complex can be interpreted on two distinct levels: from a distance, the vision is more concise and compact, while from up close, the surfaces reveal textures that are out of scale, glossy finishes and special arabesques that embellish the details, giving the overall appearance a certain evanescence linked to the idea of jewellery, a mirage, floating. Often the materials and elements used are “design-like” and “sculptural.” They do not refer to any architectural iconography in an attempt to “spill” the contents of the museum towards the city.” ALESSANDRO MENDINI

1. Golden tower (ph: Ralph Richter) 2. Padiglione est, rivestito in ceramica Proust. East pavilion, proust ceramic coating. Design Alessandro and Francesco Mendini 1994, (ph: Marten de Leeuw) 3. Coop Himmelb(l)au (ph: Peter Tahl) 4. Padiglione est, scala centrale. East pavilion, central staircase (ph: Marten de Leeuw) 5. Totem nel piazzale di accesso al museo. Totem in the access square to the museum. Design Alessandro and Francesco Mendini (ph: Marten de Leeuw) 6. Scala progettata da Alessandro Mendini. Stair designed by Alessandro Mendini (ph: Marten de Leeuw) 7. Vista generale del Museo. Museum overview (ph: Ralph Richter) All photos © Groninger Museum

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GIA24 CAFFA Design Giulio Iacchetti, 2019

DC06/9 FM MOKA Design David Chipperfield, 2019

Travel mug a doppia parete in acciaio inossidabile 18/10 e resina termoplastica. Double wall travel mug in 18/10 stainless steel and thermoplastic resin.

Caffettiera espresso in fusione di alluminio. Manico e pomolo in PA, grigio. Fondo in acciaio magnetico adatto anche alla cottura a induzione. Filtro accessorio per caffé americano. 9 tazze. Espresso coffee maker in aluminium casting. Handle and knob in PA, grey. Magnetic steel bottom suitable for induction cooking. Filter for American coffee included. 9 cups.

cl 40 – cm 9,5 x 9 – h cm 17 14 oz – 3 ¾” x 3 ½” – h 6 ¾”

GIA24 BR Marrone. Brown.

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GIA24 R Rosso. Red.

GIA24 W Bianco. White.

DC06/9 cl 45 – cm 20,5 x 12 – h cm 20,5 15 ¾ oz – 8” x 4 ¾” – h 8”

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MDL06/1 PLISSÉ Design Michele De Lucchi, 2018

MDL06/1RUK - MDL06/1BUK Spina inglese. English plug. MDL06/1RCH - MDL06/1BCH Spina svizzera. Suisse plug.

Bollitore elettrico in resina termoplastica. Electric kettle in thermoplastic resin. cl 100 – cm 21 x 16 – h cm 20 1 qt 2 oz – 8 ¼” x 6 ¼” – h 8”

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BM11 BARKLAMP Design Michel Boucquillon & Donia Maaoui, 2019 Lampada da tavolo in acciaio inossidabile 18/10. Luce calda a LED 3,6 W 12 V. Touch dimmer. Spina europea. Table lamp in 18/10 stainless steel. Touch dimmer. European plug. 3.6 W 12 V LED light. BM11 W Lampada da tavolo in acciaio colorato con resina epossidica, bianco. Luce calda a LED 3,6 W 12 V. Touch dimmer. Spina europea. Table lamp steel coloured with epoxy resin, white. Touch dimmer. European plug. 3.6 W 12 V LED light. Ø cm 21 – h cm 28,5 / Ø 8 ¼” – h 11 ¼”

MDL06/1 W Bianco. White.

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MDL06/1 G Grigio. Grey.

MDL06/1 R Rosso. Red.

MDL06/1 B Nero. Black.

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THE FIVE SEASONS Design Marcel Wanders, 2019

MW68S2 CIRCUS Design Marcel Wanders, 2019

MW71 LILY Bruciaincenso in acciaio inossidabile 18/10 e legno. Incense burner in 18/10 stainless steel and wood.

Set di due contenitori per spezie ermetici in vetro serigrafato con coperchio in banda stagnata. Set of two spice jars in silk-screen glass with hermetic lid in tinplate. cl 14 – Ø cm 5,3 – h cm 12 / 5 oz – Ø cm 2 – h 4 ¾”

Ø cm 9 – h cm 26 / Ø 3 ½” – h 10 ¼” MW71 5 I SHHH 20 Bastoncini d’incenso. Fragranza Shhh. 20 Incense sticks. Shhh fragrance. MW71 6 I OHHH 20 Bastoncini d’incenso. Fragranza Ohhh. 20 Incense sticks. Ohhh fragrance. MW71 7 I UHHH 20 Bastoncini d’incenso. Fragranza Uhhh. 20 Incense sticks. Uhhh fragrance. cm 27 / 10 ¾”

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MW64 7S AG UHHH Diffusore a foglie per ambiente in porcellana. Foglie in legno di mogano. Leaf fragrance diffuser in porcelain. Leaves in mahogany wood. ml 150 - Ø cm 11,5 – h cm 20 5 fl. oz. - Ø 4 ½” – h 8”

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MW64 7 FRA UHHH Ricarica. Fragranza Uhhh. Refill. Fragrance Uhhh. ml 150 / 5 fl. Oz.

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MW69 THE SEAL Design Marcel Wanders, 2019 Alzata in acciaio inossidabile 18/10. Serie limitata a 999 pezzi numerati e 9 prove d’autore. Cake stand in 18/10 stainless steel. Limited edition of 999 numbered copies and 9 artist’s proofs. Ø cm 29 – h cm 23 / Ø 9” – h 11 ½”

MW64 7 F UHHH Foglie per diffusore in legno di mogano. Fragrance diffuser leaves in mahogany wood. cm 19 / 7 ½”

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THE FIVE SEASONS Design Marcel Wanders, 2018 MW64 6S GD OHHH Diffusore a foglie per ambiente in porcellana. Foglie in legno di mogano. Leaf fragrance diffuser in porcelain. Leaves in mahogany wood. ml 150 – Ø cm 11,5 – h cm 24 5 fl. oz. – Ø 4 ½” – h 9 ½”

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MW64 6 FRA OHHH Ricarica. Fragranza Ohhh. Refill. Fragrance Ohhh. ml 150 / 5 fl. Oz MW64 6 F OHHH Foglie per diffusore in legno di mogano. Fragrance diffuser leaves in mahogany wood. cm 23 / 9”

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DUL02 – DOUBLE Donato D’Urbino - Paolo Lomazzi, 2002 Ciotola a doppia parete in acciaio colorato con resina epossidica, con decoro in rilievo. Double wall bowl in steel coloured with epoxy resin, with relief decoration.

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FLEURS DE JORÌ MJ16 15 IL NORD DEL SUD, IL SUD DEL NORD Design Marcello Jori, 2019 Decorazione in porcellana. Decorata a mano. Home ornament in porcelain. Hand-decorated. Ø cm 7 – h cm 15 / Ø 2 ¾” – 6”

DUL02/25BT - DUL02/25RT Ø cm 25 – h cm 7,3 / Ø 9 ¾” – h 3” DUL02/32BT - DUL02/32RT Ø cm 32 – h cm 9,5 / Ø 12 ½” – h 3 ¾”

MJ16 14 LA CITTÀ DELL’AMORE MIO Design Marcello Jori, 2019 Decorazione in porcellana. Decorata a mano. Home ornament in porcelain. Hand-decorated. cm 9 x 7 – h cm 10 / 3 ½” x 2 ¾” – h 4”

DUL02 BT Nero. Black. DUL02 RT Rosso. Red.

MW 70 – MOIRÉ Design Marcel Wanders, 2019

MJ16 13 NARCISO Design Marcello Jori, 2019

Vassoio rettangolare in acciaio colorato con resina epossidica, con decoro a rilievo. Rectangular tray in steel coloured with epoxy resin, with relief decoration.

Decorazione in porcellana. Decorata a mano. Home ornament in porcelain. Hand-decorated. cm 12 x 12 – h cm 7 / 4 ¾” x 4 ¾” – h 2 ¾”

cm 45 x 34 / 17 ¾” x 13 ½”

MJ16 16 WELCOME AMORE Design Marcello Jori, 2019 Decorazione in porcellana. Decorata a mano. Home ornament in porcelain. Hand-decorated. Ø cm 7 – h cm 14 / Ø 2 ¾” – 5 ½” MW70 BT Nero. Black. MW70 RT Rosso. Red.

MJ16 17 L’ALBERO DEL BENE Design Marcello Jori, 2019 Decorazione in porcellana e resina termoplastica. Decorata a mano. Home ornament in porcelain and thermoplastic resin. Hand-decorated. Ø cm 8 – h cm 16 / Ø 3 ¼” – 6¼”

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ALESSI VOLUME N°5 – FALL / WINTER 2019

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ALESSI VOLUME N°5 – FALL / WINTER 2019

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BM09 GD BARK CRIB Design Michel Boucquillon & Donia Maaoui, 2018

AGJ01 3 ANGELO MIRACOLO Design Massimo Giacon e Marcello Jori, 2019

Presepe in acciaio inossidabile 18/10, dorato. Christmas crib in 18/10 stainless steel, gold plated.

Statuina in porcellana. Decorata a mano. Figurine in porcelain. Hand-decorated.

cm 23 x 13 – h cm 10 / 9” x 5” – h 4”

Ø cm 5 – h cm 9 / Ø 2” – h 3 ½”

AGJ01 4 UNO, DUE, TRE RE MAGI Design Massimo Giacon e Marcello Jori, 2019 Statuina in porcellana. Decorata a mano. Figurine in porcelain. Hand-decorated. cm 9 x 4 – h cm 10 / 3 ½” x 1 ½” – h 4”

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BM06/30 BARK FOR CHRISTMAS Design Michel Boucquillon & Donia Maaoui, 2017

AM23 29 ALESSANDRO M. - GRONINGEN Design Alessandro Mendini, 2019

BM06/30 W Decorazione natalizia in acciaio colorato con resina epossidica, bianco con magneti in porcellana. Christmas ornament in steel coloured with epoxy resin, white with magnets in porcelain.

Cavatappi in resina termoplastica e zama cromata. Edizione limitata 2019. Corkscrew in thermoplastic resin and chrome-plated zamak. Limited edition 2019. Ø cm 6 – h cm 21 / Ø 2 ¼” – h 8 ¼”

BM06/30 GD Decorazione natalizia in acciaio AISI 430, dorato con magneti in porcellana. Christmas ornament in steel AISI 430, gold plated with magnets in porcelain. cm 25 x 9 – h cm 30 9 ¾” x 3 ½” – h 11 ¾”

BM06 GR BARK FOR CHRISTMAS Design Michel Boucquillon & Donia Maaoui, 2017 Decorazione natalizia in acciaio colorato con resina epossidica, verde con magneti in porcellana. Christmas ornament in steel coloured with epoxy resin, green with magnets in porcelain. cm 35,5 x 14 – h cm 45 / 14” x 5 ½” – h 17 ¾”

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The Five Seasons by Marcel Wanders for Alessi, 2018, Photo: Š Marcel Wanders, www.marcelwanders.com - www.alessi.com


A NEW MOKA IS BLOOMING MOKA DESIGN DAVID CHIPPERFIELD, 2019.

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