Spqr Sport n. 2 - 2012

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VERSO UN’OLIMPIADE DI GRANDI VALORI Gianni Alemanno, Sindaco di Roma Capitale

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a candidatura di Roma ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2020 è entrata in una fase cruciale. Dopo la presentazione al premier Monti e ai Presidenti di Senato e Camera della relazione della Commissione Fortis sulla compatibilità e fattibilità economica del progetto, siamo ora in attesa della mozione Parlamentare. Se, come ci auguriamo, le due Camere la voteranno a maggioranza assoluta o addirittura all'unanimità, ci sarà il segnale chiaro dell'impegno di destra, sinistra e centro per avere i Giochi. Siamo ottimisti, soprattutto dopo la fondamentale valutazione socio-economica emersa dal rapporto, perché comprova che si tratta di un investimento produttivo: ritornerà nelle casse nazionali molto di più di quello che è stato investito. In momenti come questi bisogna avere la certezza di non fare il passo più lungo della gamba. E lo studio dimostra con chiarezza che non c’è nessun rischio Atene, anzi, è una grande occasione economica non solo Roma ma per tutta l’Italia. Di assoluto rilievo, inoltre, sono i dati sul consenso riscosso dalla proposta romana, che attraversa tutta l’Italia, tutte le regioni italiane, dandoci molto conforto, perché le Olimpiadi si svolgono a Roma ma sono le Olimpiadi italiane. I risultati ottenuti dall'indagine condotta dall'ISPO di Mannheimer sottolinea che l' 86% dei cittadini del Lazio e il 77% di quelli romani è molto o abbastanza d'accordo con la proposta di Roma. Allargando lo sguardo a tutta la penisola, il dato si attesta al 74%. Forti di questo entusiasmo sentiamo che per Roma esiste una grande possibilità di successo, che possiamo ottenere solo attraverso l'unità. Vogliamo e puntiamo su un'Olimpiade sobria e di grandi valori e abbiamo tutti gli elementi per poter affrontare a testa alta questa sfida. Dopo 60 anni questa è una grande occasione buona per Roma e tutta l’Italia. Sta a noi non farcela sfuggire».


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Uno scatto che ferma una storia. Un’immagine che ha il potere di regalare un momento alla leggenda e suscitare emozioni. Istanti che rimangono impressi nella pellicola e nell’anima. Senza bisogno di alcuna spiegazione.

2011 - GLASGOW, SCOZIA - LO SCOZZESE PHIL BARDSLEY CONTRASTA IL DANESE SIMON KJAER CON UN’ACROBAZIA DURANTE UN INCONTRO AMICHEVOLE

2011- LE MONT SAINT MICHEL, FRANCIA - IL GRUPPO APPENA PARTITO DA MONT SAINT MICHEL PER LA SESTA TAPPA DEL TOUR DE FRANCE


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2011 - DAEGU, SUD COREA - PRIMO PIANO DEL GIAMAICANO USAIN BOLT DOPO LA LA CONQUISTA DELL’ORO IRIDATO NEI 200 METRI

2011 - OSLO, NORVEGIA L’AUSTRIACO ANDREAS KOFLER VOLA NEL VUOTO AI MONDIALI DI SCI


2011 - HOBART, AUSTRALIA - L’UCRAINA KATERYNA BONDARENKO AL SERVIZIO DURANTE GLI AUSTRALIAN OPEN 2011 - BARCELLONA - L’ATTACCANTE ARGENTINO LIONEL MESSI POSA CON IL SUO TERZO TROFEO DI CALCIATORE EUROPEO DELL'ANNO, IL PALLONE D’ORO 2011 - AUCKLAND, NUOVA ZELANDA L’EQUIPAGGIO AUSTRALIANO IMPEGNATO A CAVALCARE L’ONDA ALLA PRESTIGIOSA REGATA DI SURFBOAT DI PIHA BEACH

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QUANDO LE FOTO DANNO EMOZIONI di Roberto REAN CONT Sales Manager - Sport Getty Images

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2009 - SUZUKA, GIAPPONE - IL TEDESCO SEBASTIAN VETTEL CELEBRA SUL CIRCUITO DI SUZUKA LA VITTORIA DEL SECONDO TITOLO MONDIALE CON LA SUA RED BULL 2011 - NEW YORK, USA - FRANCESCA SCHIAVONE STREMATA DALLA FATICA DURANTE IL MATCH CON LA RUSSA ANASTASIA PAVLYUCHENKOVA AGLI US OPEN

l 2011 sembra ormai lontano, superato dagli avvenimenti che, nella nostra epoca di informazione veloce si inseguono con frequenza quotidiana grazie alla Tv ed alla vecchia rediviva radio, ai social network, a internet. Eppure, ci sono fotografie come quelle pubblicate nelle pagine di questa splendida rivista, che “immortalano” i momenti più significativi della storia dello sport mondiale e non solo. La bellezza di queste immagini consiste anche nel fatto che viene di fatto messo in secondo piano l’evento o il nome del campione: immagini, dunque, che potrebbero vivere senza una didascalia ad illustrarle, poiché trasmettono sensazioni importanti quali forza, potenza, determinazione, stupore, felicità, delusione, leggerezza, speranza, timore e molto altro. Sentimenti che la foto genera in chi la guarda fugacemente o chi decide di perdere qualche secondo analizzandone anima e particolari. Alcune di queste foto hanno vinto premi fotografici: ai lettori appassionati di fotografia suggerisco la visione dei “Getty Oscars Sport Winners 2011” collegandosi al sito di Getty Images anche transitando per SPQR SPORT che ospita il nostro link.


Un numero particolarmente ricco che, come da nostro costume, non si rivolge ai lettori offrendo interviste ai soli grandi del nostro calcio, quelli “di cassetta” che pure non sono mancati e non mancheranno nei numeri a venire. Quelli che riempiono quotidiani, trasmissioni radiofoniche e televisive senza soluzione di continuità. Questa pubblicazione va alla ricerca delle storie di sport, delle discipline spesso e a torto considerate minori. Cerchiamo di raccontare quello che non sempre viene raccontato. Ci sia permesso, per una volta, estrarre dal sommario di questo numero due servizi che ci sono particolarmente a cuore. Quello in ricordo di Alberto Sordi, nel mese dell’anniversario della scomparsa, con le foto inedite da... calciatore. Ed insieme, un lungo racconto su Gabriele Sandri, scritto dal fratello Cristiano. Ecco, “Gabbo” in tanti anni, da quel maledetto 17 novembre del 2007, non era stato mai raccontato nella semplicità della sua vita. Tra le infinite pieghe processuali, noi sentivamo di doverglielo.

SPQR SPORT spq ort L ’ U O M O D I c o u r r e n s a n E I L S U O C R E D O TAT T IC O

Monsieur

Jacques Intervista a Jacques Brunel, il nuovo allenatore della Nazionale italiana di Rugby che ha esordito il 4 febbraio proprio contro la Francia di Andrea DI NICOLA foto Getty Images e Nick Mallett e John Kirwan prima di lui erano istrionici e spumeggianti, mentre Pierre Berbizier non faceva poi molto per nascondere la propria diffidenza verso la stampa, Jacques Brunel appare, in questi suoi primi mesi italiani, pacato e riflessivo al punto giusto. Nominato successore del tecnico sufafricano alla guida dell’Italrugby in aprile, ed entrato in carica un minuto dopo l’eliminazione dell’Italia dalla Rugby World Cup neozelandese il due di ottobre del 2011, l’uomo che ha riportato a Perpignan lo scudo di Brenno dopo oltre cinquanta anni di vano inseguimento da parte del club catalano si è messo subito al lavoro macinando chilometri su e giù per la penisola, spes-

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La carriera sportiva

14 (Courrensan, Jacques Brunel ex è allenatore ed gennaio 1954) è dal 2011 rugbista. Francese della Tecnico Commissario In Nazionale italiana. carriera, da giocatore con militato (estremo), ha ee Grenoble, Carcassonn con l'Auch, per 12 stagioni l’allenatore della quale divenne 1998 Nel dal 1988 al ‘95. Cup con vinse la Challenge 2000 nel il Colomiers, e 2001 al con il Pau. Dal nello staff 2007 è stato Nazionale tecnico della 2008, francese. Nel alla guida del vinto Perpignano, ha Francia lo scudetto in

so e volentieri affiancato dal team manager Luigi Troiani, chiamato nell’occasione a vestire i panni di “Cicerone” del rugby di casa nostra. Franchigie di PRO12, club di Eccellenza, Accademie federali: Brunel è un CT con la valigia. Guarda, studia, osserva, sembra intenzionato a sviluppare un nuovo metodo di lavoro che vede la Nazionale al vertice di una piramide fondata su un unico credo tecnico. Quello del tecnico di Courrensan, appunto. Poco tempo per gli esperimenti – il Sei Nazioni, per la prima volta all’Olimpico, è questione di poco tempo per lui vista la data della nomina – ma anche la voglia di attingere a piene mani dal vivaio che la Federazione e il movimento stanno producendo anno dopo anno attraverso le accademie U20 ed U18. «Il potenziale del rugby italiano è consistente - spiega Brunel in questa intervista realizzata da noi pochi giorni dopo la sua nomina – e sarà compito mio e dello staff dare fiducia, mezzi e idee ai giocatori per esprimersi al meglio. La struttura federale è efficiente, la FIR coltiva molto bene le accademie e sicuramente ci sarà bisogno della collaborazione di tutto il movimento, ad ogni livello, per poter operare nelle migliori condizioni. La Nazionale è la vetrina del rugby italiano». Que-

SOMMARIO

Edi to ria le

NUMEROUNONUMEROUNO NUMERODUE

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un pomeriggio qualunque quando incontriamo Tania Cagnotto al circolo dell’Acqua Acetosa. È solare, allegra, un po’ stanca dopo le ore passate in piscina con papà Giorgio, grande campione di tuffi negli Anni ’70 e ora suo allenatore. Fuori inizia a fare freddo e allora Tania mi accompagna nella sua stanza, quella che condivide con la compagna e amica di sempre Francesca Dallapè. Le camere sono nuove come, d’altra parte, il centro tuffi, inaugurato tre mesi fa e rimesso totalmente in sesto. Con Tania partiamo proprio da qui.

La più grande tuffatrice azzurra di tutti i tempi, intervistata dopo un allenamento nel nuovo impianto dell’Acquacetosa

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UN TUFFO NELLA VITA DI T A N I A C A G N O T T O

di Serena CERRACCHIO foto Getty Images

re, non lunatica, mi piace fare le cose che fanno le altre ragazze. Vedo quasi ogni giorno i miei amici dopo gli allenamenti e mi piace andare a ballare quando ho tempo».

Com è il nuovo centro tuffi dell’Acqua Acetosa? «Le stanze sono ben attrezzate e anche la piscina mi piace molto, hanno fatto un buonissimo lavoro».

La sera al pub sei da birra o coca cola? «Mah… quando posso l’aperitivo lo prendo volentieri e poi la birra non fa male diciamo…»

Sei figlia d’arte, come vivi il rapporto con tuo padre? «Abbiamo un bellissimo rapporto, a volte difficile perchè essendo anche allenatore si discute in piscina ma poi si chiarisce. Non è mai stato un peso, neanche da più piccola».

Patita di Laura Pausini, non ti perdi un concerto. E poi? «Elisa, Pink, Eros Ramazzotti».

Com’è Tania Cagnotto fuori dalla piscina? «Non tanto diversa da come sono sul trampolino. Sono sola-

Federica Pellegrini diva, l’hai sentita dopo l’estate movimentata? «Non siamo così amiche, nel senso

che non ci sentiamo. Ci salutiamo alle gare ma non abbiamo un rapporto fuori. Sulle sue scelte non dico niente ognuno è libero di fare le scelte che preferisce». Molti atleti come Howe, Pellegrini, Montano sono stati catturati dalle luci dello spettacolo, è un mondo che ti ispira, ti intriga? «Un pò fa gola a tutti perchè è una fonte di guadagno e a tanti piace aver la fama e essere famosi. Se uno ne ha la possibilità e gli piace è giusto che lo faccia. C’è chi non se la sente di farlo perché in un anno importante e non riesce ad allenarsi, e chi non vuole perdere l’occasione». Ma per capirci, ci andresti mai ad Un isola dei famosi? «No, mai! Sono andata due volte a fare colloqui, quest’anno a Baila, è l’unico programma che farei. Poi ho sempre dovuto rinunciare perché facendo il programma in un’altra città l’impegno era tropo grande. Magari il prossimo anno dopo le Olimpiadi lo farei più serenamente perché senza impegni e perché, soprattutto, mi piace ballare. L’unico reality che farei dovrebbe riguardare il ballo, il resto nulla».

TUFFI | 51

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CRISTIANO SANDRI,

IO E MIO FRATELLO

Fabio ARGENTINI

Gabriele Sandri, un tifoso, tra tanti, passato tristemente agli onori della cronaca. Di quanto è accaduto si è tanto parlato e scritto. Ma chi era veramente? Il fratello lo ricorda in un lungo articolo... a ricordo come fosse ieri quella domenica di novembre, l’11 novembre 2007. Il telefono di casa squilla, un amico dall’altra parte della cornetta mi dice di recarmi ad Arezzo per Gabriele. Immediatamente percepisco che deve essergli successo qualcosa a Gabriele, a mio fratello. Questa sensazione è confermata quando mi dicono di farmi accompagnare. Chiedo perchè, per quale motivo? dall’altra parte una risposta vaga. Il cuore mi si gela quando contatto chi mi mi porterà poi ad Arezzo che al telefono mi dice: «Cristiano, hai sentito, hanno sparato ad un tifoso della Lazio». Non può essere, non voglio crederci ed intanto comincia a crescere un dolore sordo pervasivo, indescrivibile: la paura che si tratti di mio fratello e la speranza che non sia Gabriele. Purtroppo questa speranza si rivela subito vana perchè la fre-

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LA COPERTINA di SPQR SPORT Rivista ufficiale Roma Capitale, Dipartimento Sport

Gabriele con Livia, la sua fidanzata storica

nesia di sapere qualcosa mi fa accendere la radio della macchina su cui viaggio. La notizia dell’uccisione di mio fratello Gabriele l’ho ricevuta così, da un’autoradio, una pugnalata al centro del cuore, moltiplicata all’ennesima potenza perchè ho dovuto io comunicare a mia madre ed a mio padre la morte di loro figlio, non potrò scordare mai le loro grida. Una giornata che ha cambiato per sempre la vita della mia famiglia.

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rati in aria da un agente della Polstrada di Battifolle. Come è possibile colpire qualcuno con «dei colpi sparati in aria»? Ad oggi questa versione è stata superata dalla sentenza della Corte d’Assise di Appello di Firenze che ha condannato l’imputato, Luigi Spaccarotella, per omicidio volontario con dolo eventuale. La vita strappata a Gabriele troppo presto ed in modo così ingiusto ed assurdo ha scosso una intera Nazione. Da quel giorno non sono mai

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La notizia dell’uccisione di mio fratello Gabriele l’ho ricevuta così, da un’autoradio. Una pugnalata al centro del cuore

Una giornata orrenda che qualcuno cercò di mistificare anche con un po’ di fango su Gabriele, che vergogna! Gabriele ucciso a causa di colpi spa-

mancati alla mia famiglia l’affetto e la solidarietà di tanti amici ma anche di migliaia di persone mai conosciute prima.

RICORDI | 43

di Giovanni LACAGNINA foto Enrico Appetito (fotografo di scena)

Mensile di informazione a distribuzione gratuita Reg. Trib. di Roma n. 21 del 27-01-10 IN PRIMA, Alberto Sordi, calciatore, nel

Anno III film storico sul Borgorosso Numero 2

All’Olimpico prima del Derby del Cuore

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Il Presidente Giovanni Lacagnina con i giocatori Aquilani e De Silvestri e la maglia originale del Borgorosso

Il Presidente del Borgorosso Football Club: un film entrato nella storia e nella cultura del calcio e del costume italiano. Questa pellicola rivive attraverso foto inedite e gli scatti mai pubblicati di Alberto Sordi che gioca a pallone...

Rinasce il Borgorosso, in memoria di Alberto Sordi I

l Borgorosso... a Roma con il progetto di una guida allla formazione socioculturale e sportiva del bambino in memoria di Alberto Sordi presidente del Borgorosso Football Club. Il progetto Borgorosso sin dalla sua nascita aveva previsto che ci fosse una squadra iscritta al campionato federale che desse l’esempio di come dovrebbe esere concepito il gioco del calcio anche sugli spalti. Il Borgorosso milita oggi nel campionato di Seconda Categoria proprio con le maglie del Borgorosso e arrivando a vincere il campionato 2010-2011 ed ha avuto testimonial d’accezione come De Silvestri ed Aquilani ed ha avuto anche l’onore di giocare una partita all’Olimpico durante il Derby del Cuore. Il progetto prevede anche l’apertura di una scuola calcio per aiutare i bambini a inserirsi nella pratica sportiva e nell’attività mo-

Il Borgorosso sul Campo Roma a S. Giovanni

toria quotidiana anche in funzione dell’organizzazione della giornata del bambino stesso, dalla scuola allo sport. L’associazione, dunque, ha come obiettivo quello di creare un vero e proprio centro di addestramento al calcio. L’iniziativa, completamente gratuita, è destinata soprattutto a quelle famiglie che non hanno grandi possibilità economiche per far praticare sport ai propri figli. Questo un piccolo progetto che nasce proprio dal desiderio del popolare attore romano, come spiega anche il regista nelle pagine interne, di far rivivere il Borgorosso a Roma. Il Presidente della squadra è il noto giornalista televisivo Giovanni Lacagnina che promise ad Alberto Sordi, prima della scomparsa che una squadra vera sarebbe veramente nata con la missione verso i giovani.

Roma, 15 giugno 2006: a piazza Numa Pompilio dove risiedeva Sordi nasce il nuovo Borgorosso alla presenza del regista D’Amico e dell’attore Pattuelli con il neo Presidente Giovanni Lacagnina e il figlio

orreva l’anno 1970 quando nei cinema italiani usciva “Il presidente del Borgorosso Football club”, indimenticabile film interpretato da Alberto Sordi. Proprio da quella pellicola è nata la favola della squadra vera, quella che Sordi quando era in vita aveva immaginato. La realtà del Borgorosso squadra di calcio iscritta alla Federazione è nata il 15 giugno 2006, proprio il giorno in cui Alberto Sordi avrebbe festeggiato il compleanno: un omaggio doveroso per far “rinascere” Albertone nella sua città attraverso lo sport, ma anche un vero e proprio viaggio a ritroso in un calcio diverso e lontano da quello che si vive oggi. Parliamo di quello con i sapori pungenti di pane e frittata consumati allo stadio e con i suoi riti sacri e pagani, con la fretta di una messa veloce per andare a consumare la partita di pallone nel segno di una passione smisurata di uno

IL FILM

Anno: 1970 Durata: 115 min Regia: Luigi Filippo D'Amico Soggetto: Sergio Amidei, Alberto Sordi, Adriano Zecca Sceneggiatura: Sergio Amidei, Alberto Sordi, Adriano Zecca Fotografia: Sante Achilli Montaggio: Antonio Siciliano Musiche: Piero Piccioni Scenografia: Umberto Turco

Sulle maglie, il logo dell’Associazione Bini Sulle casacche da trasferta compare il logo dell’Associazione Alessandro Bini per la sicurezza nello sport, causa sposata dal Presidente Lacagnina. Altra iniziativa sempre legata al giovane calciatore scomparso il 2 febbraio 2008, mentre stava giocando a pallone, è quella della Fondazione Campanelli Onlus che il 25 febbraio organizzerà uno spettacolo comico e musicale presso il Teatro Orione a via Tortona, 7, Roma (S. Giovanni) con la presentazione di Claudio Lippi. L’intero ricavato sarà devoluto alle finalità delle associazioni Bini. Per i biglietti: info@alessandrobini.org

I tifosi del borgorosso in trasferta

Il Presidente Libero fa il discorso: «Dobbiamo vincere a ogni costo». Poi si sente male

CINEMA | 71

Editore Alfacomunicazione Srl Via del Giuba, 9 - 00199 Roma Direttore Responsabile Fabio Argentini

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A San Vito Romano, paese d’origine

In collaborazione con Ufficio Stampa Campidoglio di Silio ROSSI

INTERVISTA

FRANCESCO ROCCA

Redazione Via C. Bavastro, 94 - 00154 Roma Tel. 06 671070333 Fax. 06 671070332 redazione@spqrsport.it grafica@spqrsport.it commerciale@spqrsport.it Art Director Alberto Brunella Stampa Stab. Tipolitografico Ugo Quintily SPA - Roma

Un atleta che per corsa e polmoni era soprannominato Kawasaki come la celebre moto. Un campione sfortunato fermato da un infortunio proprio all’apice della carriera, quando la Nazionale era casa sua e i tifosi impazzivano per lui Carriera oggi

Dopo aver allenato diverse rappresentative, tra cui la Nazionale Olimpica, dal 2006 guida le nazionali Under18 e Under19, con la quale conquista una medaglia d'argento all'Europeo 2008. Nel 2008 diventa il tecnico della nazionale Under20, l'anno successivo guida gli azzurrini al Mondiale Under 20. Lascia l’incarico nel 2010.

ra nato per correre. Tra i campi di San Vito Romano, nelle strade sterrate che portavano verso Pisoniano o Bellegra, o verso la scuola elementare e la parrocchia, dove don Marcello aveva messo su una squadra giovanile di calcio che voleva essere un fiore all’occhiello, oltre che un sano passatempo per chi assiduamente fre-

quentava la chiesa e, sognando chissà quali successi, aveva pensato di fare il calciatore. Non alla classica maniera dei paesi dove tutti corrono dietro ad un pallone, alla “viva il parroco”, ma con schemi e regole ben precisi che il sacerdote aveva preteso fossero al primo posto per la buona riuscita della sua missione, protesa a curare ovviamente l’anima, ma anche i piedi di quei ragazzi. Francesco Rocca era tra loro. Era il più dotato. Mediano, mezzala: fisico asciutto, altezza già delineata al fianco di una potenza fisica, doti che ne avevano fatto l’elemento di maggiore spicco di quella formazione di allievi, un giocatore interessante. Da seguire. Papà Ottavio guardava con attenzione questo figlio che cresceva e che sembrava essere

destinato a fare qualcosa di diverso che non intrattenere dentro la bottega di idraulico chi arrivava per chiedere un parere su uno scarico, un rubinetto, o a sollecitare il bravo stagnaro ad intervenire sollecitamente perché la situazione non prendesse una piega peggiore. Ecco perché non s’era fatto tante illusioni, non sperava più di tanto che Francesco potesse dargli una mano nel suo mestiere, e aveva accettato di buon grado il trasferimento, quando arrivarono i dirigenti del Genazzano, un centro a pochi chilometri da San Vito, a chiedergli se aveva nulla in contrario perché suo figlio entrasse nel calcio seguendo la trafila che, allora, era decisamente necessaria. Gli avevano detto che suo figlio, oltre che essere una forza della natura in fatto di ve-

locità e di energia fisica, era dotato di una tecnica difficilmente riscontrabile nella maggior parte dei giovani che andavano in campo allora. Anche nei campionati maggiori. E poi il profitto scolastico del ragazzo era più che soddisfacente, frutto di una volontà di ferro e di un grande desiderio di uscire dalle solite, monotone abitudini di un paese di provincia. Questo non è che l’inizio di una storia che Rocca considera «bellissima, il coronamento di un sogno» nonostante sia durata, purtroppo, lo spazio di un mattino. Perché l’appuntamento col destino non ha concesso sconti a chi, pure, aveva messo l’anima, la serietà, l’impegno, la giusta determinazione per inseguire una professione che, per colpe e omissioni di vari personaggi, gli ha voltato le spalle e non gli ha dato la giusta paga. Dopo avergli permesso un esordio in Serie A poco più che adolescente e la conquista della maglia azzurra in un’età in cui altri, si può dire, iniziano a giocare. Una vita sportiva spezzata sul più bello. Nel momento migliore in cui “il lavoro” va affrontato con sereni-

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Per la Curva Sud, Rocca è il “Core de Roma”

tà e dove felicità è avere qualche soldo in tasca. «A chi me lo domanda - spiega Rocca - rispondo sempre, e sono sincero, che la mia storia da calciatore è stata bellissima».

NUOTO

La prova di nuoto è la seconda gara in ordine temporale: si svolge dopo la prova di scherma. La distanza da coprire è quella dei 200 metri a stile libero

caratteristiche fisiche

«Ho potuto esaudire un desiderio e farlo con la maglia della Roma, la squadra per la quale ho fatto e faccio il tifo. Ho iniziato a Genazzano, ho continuato al Bettini Quadraro dove mi portò Lillo Imbergamo, grande scopritore di talenti, e prima della Roma sono passato dall’Ostiense, la squadra giovanile che giocava al San Tarcisio, a due passi da viale Marconi, e che aveva come Presidente Gaetano Anzalone. Quando il ‘dottore’ rilevò la società da Alvaro Marchini mi ritrovai nella primavera giallorossa. Era il 1970. Avevo sedici anni e compagni di squadra che avevano giocato a grandissimi livelli. I nomi? Pecceni-

caratteristiche fisiche

Forza fisica necessaria per la resistenza, vista la lunga durata del torneo, agilità nelle gambe e nelle braccia, ma soprattutto tanto lavoro per affinare la tecnica

CORSA

EQUITAZIONE

caratteristiche fisiche

È la prova che richiede maggiore concentrazione. Lo sforzo fisico è minimo, anche se allenare in palestra il braccio col quale si spara è d’obbligo

Insomma mi trovai sulla vetta dell’Everest senza ricorrere alle bombole d’ossigeno». Francesco correva. Era diventato inarrestabile. Ai suoi allenamenti al “Tre Fontane” in tribuna c’era sempre il pubblico delle grandi occasioni, tanta gente venuta per applaudirlo, perché vedevano in campo una “scheggia” che lasciava impietriti sul posto gli avversari diretti, o i compagni di squadra che gli allenatori gli mettevano davanti come sparring partner. Ed era divertente. «Adesso - dice con un pizzico di civetteria - posso raccontare che i ragazzi, le intere famiglie venivano ad assistere a quelle volate, alle corse con il pallone tra i piedi e agli assist

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Photo Partner Getty Images

Vista la breve distanza bisogna allenare la velocità, quindi l’esplosività e non la resistenza

È la prima prova di una gara di pentathlon moderno. La specialità è la spada e il torneo di scherma prevede un solo assalto contro tutti gli altri avversari

TIRO A SEGNO

ni, Di Bartolomei, Piacenti, Sandreani, Vichi, Pellegrini, Quintini. Ero davvero felice perché ero alla Roma. Avvenne tutto velocemente, lo so, e, fulminei furono l’esordio in prima squadra al Torneo Anglo-Italiano che ogni anno veniva or-

«Era il 1970, avevo 16 anni ganizzato da Gigi Peronace, e conquista della maglia e mi ritrovai nella squadra la giallorossa da titolare e queldei miei sogni, con Agostino la azzurra della Nazionale. In e tutti gli altri» due, tre anni bruciai le tappe.

CALCIO | 55

Hanno collaborato Luca Aleandri, Agnese Allegrini, Simone Amati, Fabio Ardente, Nicoletta Bettarelli, Massimiliano Cecchi, Francesca Cellamare, Cinzia Cenciarelli, Serena Cerracchio, Paolo Severo Ciabatti, Dora Cirulli, I Roberto Coramusi, Andrea Crescenzi, Domenico De Luca, ValenFino ai Giochi olimpici di Pechino era la prova iniziale che si svolgeva in un poligono (tre serie da 10 colpi). Dopo l’Olimpiade è stato abbinato alla corsa (combined): l’atleta spara cinque colpi con pistola laser per tre turni.

Con la maglia della Nazionale

tina Di Felice, Andrea Di Nicola, Claudio Di Renzo, Giovanna Ianniello, Giovanni Lacagnina, Francesca Mileto, Anna Tina Mirra, Luca Montebelli, Luigi Panella, Federico Pasquali, Pasquale Polo, Silio Rossi, Cristiano Sandri, Sara Spaccapeli, Valentina Succi

Rocca si sfida sulla fascia con un altro campione di quegli anni, Re Cecconi

Dipartimento Sport Cristina Contini, Saverio Fagiani, Maria Iezzi, Rodolfo Roberti E

SCHERMA

DIFFUSIONE. La rivista è distribuita nel corso degli eventi sportivi a Roma, per via postale e free press in tutte le piazze più importanti dei 19 municipi romani (l’elenco su www.spqrsport.it ). Per ritirare una copia è anche possibile contattare il numero 06.6710.70315 (Dipartimento Sport).

9. Il saluto del Delegato alle Politiche Sportive 10. Un anno di Sport a Roma 32. Brunel: intervista al nuovo allenatore dell’Italrugby 40. Alessia Filippi, ritorno in... caserma 42. Cristiano Sandri: «Io e mio fratello» 50. Intervista a Tania Cagnotto 54. Francesco Rocca, “core de Roma” 60. Big Blu alla Fiera di Roma 62. Mestieri: il Cutman 65. L’ippica in rivolta 66. Pentathlon: quegli uomini bionici 70. Il Presidente del Borgorosso 84. Circoli Canottieri: la Tevere Remo 90. Municipio: il sedicesimo 94. I settant’anni di Cassius Clay: tutto iniziò a Roma... 98. La Roma-Ostia 100. Intervista a Zarelli: il calcio dilettantistico 102. Sport dilettantistico: la Cascianese country club 103. Coreografie 108. Sport ai Raggi X: il badminton 112. News 146. Photogalery Old

Come per qualsiasi concorso di salto a ostacoli, il cavaliere deve chiudere il percorso guardando anche al tempo. Gli ostacoli da saltare sono 12, i salti 15 (sono incluse una gabbia e una doppia gabbia) caratteristiche fisiche

La buona predisposizione dell’atleta nei confronti del cavallo è indispensabile per la prova di equitazione. Dunque è fondamentale allenarsi spesso a saltare in sella all’animale. Visto che il cavallo si sorteggia è fondamentale allenarsi con animali diversi

PENTATHLON MODERNO | 66

Alessia

La distanza è stata quella dei 3000 metri di corsa campestre fino a Pechino (quindi mezzofondo puro). Ora si può (ai Giochi è una regola) organizzarla su pista. Da quando esiste il combined-event, l’atleta percorre tre giri da 1000 metri

caratteristiche fisiche

Una distanza da mezzofondista, dunque va allenata la resistenza più che la velocità. Le frequenti ripetute sulla distanza dei 1000 metri sono indispensabili per preaprarsi al meglio

di Fabio ARDENTE foto Getty Images A.P. Pieretti

Agenzie e Fotografi Getty Images: Paolo Bruno, Luis Castillo, Franco Origlia, Pietro Rolandi Roma Capitale: Fabio Callini, Ste-

Pentathlon moderno, una disciplina, cinque specialità per sportivi abituati a sfidare ogni difficoltà. Ma quali caratteristiche fanno di un atleta un... pentatleta? E quali sono i segreti di questo sport? Alla scoperta di un mondo dove l’estremo è di casa

multisport non sono per tutti gli atleti. Bisogna avere nel proprio Dna il gene della fatica per poter iniziare a praticare una disciplina sportiva fatta di tre, cinque, otto o dieci specialità. E tanta costanza, perché se un nuotatore si stufa di macinare decine e decine di vasche al giorno, figuriamoci chi oltre a quelle deve correre tutti i giorni per lunghe distanze, poi entrare in un poligono di tiro per

spare una-due ore, e ancora in sala scherma a tirare stoccate e infine montare a cavallo e saltare ostacoli, con tutti i rischi annessi di cadute e conseguenti traumi. Stiamo parlando, ovviamente, dei pentatleti. Da 100 anni, si proprio nel 1912 nacque dal nulla questa disciplina olimpica, gli “atleti bionici” si allenano e gareggiano nelle cinque specialità. E Roma sembra la città ideale per per crescere e diventare campioni, vista la lunga lista di pentatleti di spicco nati nella Capitale. Su tutti Daniele Masala e Carlo Massullo, e in campo femminile Claudia Corsini, l’unica azzurra capace di vincere un titolo mondiale individuale, e Alessia Pieretti, anche lei con alcuni primati mai superati da altre azzurre. Alessia, 35 anni, veste la maglia della Nazionale dal 1994, ovvero da 18 anni. Atleta del CS Esercito («senza il supporto dello Stato Maggiore dell'Esercito, dello Stato Maggiore della Difesa, del Gruppo sportivo dell' Esercito e della Scuola Militare di equitazione di Montelibretti non sarei mai arrivata così in alto», ci tiene a sottolineare la campionessa romana), in carriera ha vinto titoli italiani, medaglie pesanti agli Europei e ai Mondiali con la squadra azzurra e soprattutto nel 2006 raggiunge l’apice con la vittoria della

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finale di Coppa del Mondo, impresa straordinaria per un’azzurra del pentathlon moderno. Nel 2008 si qualifica per i Giochi olimpici di Pechino come terza pentatleta italiana, dunque partecipa all’evento solo in qualità di riserva olimpica. Nella storia del pentathlon moderno italiano è ancora oggi l’unica pentatleta ad aver gareggiato a livello internazionale nelle tre formule cambiate nel tempo (con 5 specialità con il tiro a fuoco a 25 metri, con 5 specialità con tiro ad aria compressa a 10 metri, con 4 specialità, ossia con l’avvento della combinata). Laureata in sociologia, membro del team Stelle Olimpiche, Corce d’oro al merito militare, vincitrice del Premio Internazionale Cartagine nel 2010. Da quest’anno ha anche il ruolo di preparatore atletico della squadra agonistica di equitazione dell’Esercito. Dunque, chi meglio di lei può illustrarci cosa vuol dire fare il pentatleta?

Come ci si accosta a questa multidisciplina sportiva? «Al pentathlon moderno ci si avvicina principalmente dalla corsa e dal nuoto, che sono le due discipline propedeutiche. Anche io ho iniziato così. Praticavo atletica presso l'Atletico Monterotondo e contemporaneamente facevo nuoto per-

fano Bertozzi, Marco Catani, Francesca Di Majo, Claudio Papi, Claudio Valletti Hanno collaborato per le immagini di questo numero: Aics Roma, Enrico Appetito, Gianni Barberi, Circolo Canottieri Tevere Remo, Cagnotto Archivio Privato, Roberto Cipolletti, Hippogroup Roma Capannelle, Filippi Archivio Privato, Fiera di Roma, Carlo Giuliani, L’Evento, Malfatti Archivio Privato, Alessia Pieretti Archivio Privato, Enrico Ripari, Sandri Archivio Privato, Unione Italiana Collezionisti Olimpici e Sportivi (archivio)

SPQR SPORT ANNO III N. 2, 148 PAGINE


LO SPORT CHE AMIAMO Alessandro Cochi, Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale

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artiamo, come sempre, dall’inizio. L’inizio del 2012, anzitutto, con gli auguri di rito che colgo l’occasione per formulare a tutti voi che ci leggete. E anche lo sport riparte, seppur con la leggera fatica di un anno intenso alle spalle. Per noi, il crocevia di sempre: la corretta miscela tra lo sport di vertice e quello “di base”. Il grande compito di una città come Roma con i suoi molti eventi agonistici ma anche le necessità di una sana pratica sportiva che sia davvero per tutti, anche in questo momento di conclamata crisi. E allora, dicevamo, partiamo dall’inizio, cioè in questo caso dalla copertina, costruita grazie a uno scatto che potremmo definire più unico che raro. Un alfiere della romanità come Alberto Sordi, di cui è difficile non sentire la mancanza nella ricorrenza dei dieci anni dalla scomparsa, intento a giocare al calcio. Anzi, il fotografo lo ritrae addirittura in posa plastica, a segnare nientemeno che di testa in tuffo, nemmeno fosse il Bonimba ricordato da Ligabue!! I migliori conoscitori della filmografia di Sordi, inoltre, avranno riconosciuto la maglia che indossa: quella del Borgorosso, la squadra di cui fu presidente in un film che raccontava deliri, utopie, fanatismi del mondo del calcio all’alba dei Settanta. E allora la foto ci riporta ai temi che trattiamo da anni con lo stesso impegno e lo stesso entusiasmo: lo sport dei campetti polverosi, praticato non da Alberto Sordi tra un ciak e l’altro, ma da ognuno di voi in strutture che Roma Capitale ha il dovere di offrire. In quest’ottica stiamo lavorando nel calcio come in tutte le altre discipline. Un lungo dossier sull’attività di governo nel 2011 sta lì a testimoniarlo. Sport come valore e come scuola di vita, così come scuola di vita è l’attaccamento alle proprie radici e alle proprie tradizioni. Un punto di incontro tra mondi differenti, solo apparentemente lontani, che si ritrovano in uno scatto di quarant’anni fa. Alberto Sordi di testa in tuffo. Nemmeno fosse il Bonimba.




di Cristina CONTINI Federico PASQUALI oma e lo sport nel 2011. Tema ampio, non c’è dubbio. Grandi eventi, centinaia di manifestazioni sportive di ogni disciplina sportiva, migliaia di gare dei diversi campionati (dalle “Serie A” alle categorie giovanili) federali, quelle degli Enti di promozione sportiva, le attività sportive promozionali per bambini e anziani, gli eventi istituzionali, i premi per lo sport, l’attività sportiva nei centri comunali e nelle palestre scolastiche, le delibere comunali, l’attività del Dipartimento Sport, il lavoro di censimento per sfornare il Piano Regolatore dello Sport, acronimo PRISP, la candidatura ad ospitare Olimpiade e Paralimpiade del 2020, i traguardi raggiunti dagli atleti della Capitale in competizioni nazionali e internazionali, lo sport per i disabili... Si fa fatica solo a elencare le macro aree dello sport romano, ecco perché dicevamo all’inizio “tema ampio”. Se c’è tanta carne al fuoco vuol dire che la macchina gira, funziona. Non sempre alla perfezione si dirà, ma sappiamo come questa non appartenga alla vita terrena. Ma sempre con passione, su questo ci sono pochi dubbi. E con una logica di promozione dello sport e dell’attività fisica a 360 gradi. Ecco, questo è il punto fermo sul quale l’amministrazione di Roma Capitale, attraverso il Dipartimento Sport, ha puntato. E ha lavorato in questa direzione, ovvero senza dimenticare nessun settore dello sport e, ripetiamo, dell’attività fisica. Prendiamo come immagine di riferimento la classica piramide. Al vertice il sogno olimpico del 2020, scendendo i grandi eventi e i grandi club, poi gli eventi per tutti, lo sport organizzato dagli enti di promozione, l’impiantistica comunale che promuove l’attività fisica di base. Ecco, appunto, questa è la base dello sport, quella che questa Amministrazione è riuscita ad incrementare notevolmente nel 2011.

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Sport: cresce la Capitale

Roma ha di che gioire in materia di

pratica sportiva. In una classifica stilata dal noto quotidiano economico “Il Sole 24 Ore”, scaturita da un’indagine con campione rappresentativo, è risultato che la Capitale, insieme alla sua provincia, è salita dal 35° al 14° posto in Italia. La ricerca prendeva in considerazione i risultati ottenuti dagli atleti nati nelle città, quelli delle squadre, il numero e la fruibilità degli impianti sportivi, l’organizzazione di eventi sportivi e il numero di praticanti amatoriali delle diverse discipline. E proprio su questi ultimi Roma ha ottenuto un punteggio maggiore, a testimonianza della grande attenzione dell’amministrazione per lo sport di base.

Cochi: la vocazione sportiva di Roma

«Roma - spiega l’On. Alessandro Cochi, Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale - è in grado, come pochi altri, di ospitare grandi eventi internazionali di molteplici discipline sportive. In parte per le strutture sportive di grande pregio, vedi il complesso del Foro Italico, in parte per il potere di attrarre atleti, sponsor e turistitifosi, in parte per le ottime capacità organizzative e ricettive. Ai tradizionali appuntamento sportivi, Sei Nazioni di rugby, Maratona di Roma, Internazionali di Tennis, Concorso Ippico di Piazza di Siena, Golden Gala di atletica leggera, finale di Coppa Italia di calcio, ogni anno se ne aggiungono nuovi. Nel 2011, ad esempio, è stato il turno dell’X-Fighters allo Stadio Olimpico, dei Mondiali di beach volley al Foro Italico, del match di pugilato valido per il titolo europeo dei pesi welter svoltosi allo Stadio del Tennis, solo per citarne alcuni». ANNUARIO 2011 | 12

I grandi Club

«Roma - spiega ancora Cochi - è l’unica città italiana che nel 2011 ha avuto almeno una squadra nella massima serie in tutti gli sport di squadra più importanti. Calcio, calcio femminile, calcio a cinque maschile e femminile, pallavolo, basket, rugby, pallanuoto e pallamano. E poi circoli discipline storiche come il nuoto, l’hockey che vivono momenti importanti. Un “primato” che poche volte viene preso in considerazione, mentre il dato è davvero esaltante in quanto fa riflettere su quanto sia diversificata l’attività sportiva di vertice a Roma. Centinaia, solo se si considerano le iniziative sportive e non i campionati delle serie minori delle diverse discipline sportive. Oltre 150 solo le corse su strada che si sono svolte nel 2011, con numeri da capogiro in quanto a partecipanti. Basta pensare che le sole Roma-Ostia e Corsa di Miguel fanno correre oltre 16.000 podisti. Numeri importanti anche per i raduni dei cicloamatori, le gare e i trofei di nuoto, sempre in crescita, gli incontri di pugilato e le rassegne di sport da combattimento e arti marziali, i tornei di tennis, di calcio a cinque, i meeting internazionali di pentathlon moderno, badminton, hockey prato e a rotelle. Calcio, calcio a cinque, pallavolo, basket, pallanuoto, rugby, pallamano. Ai campionati per ragazzi e ragazze dai 6 anni in su, quindi fino agli over, partecipano decine di migliaia di sportivi romani. Ogni anno, infatti, si svolgono migliaia di partite organizzate dalle federazioni territoriali e dagli enti di promozione sportiva. Un movimento impressionante: si calcola, infatti, che se si dovessero sommare tutte le ore di attività nei campionati di tutte le disicpline e categorie in un solo anno, non basterebbe mezzo secolo. Da sempre rappresentano lo sport promozionale nel senso più puro del termine. E a Roma - termina il delegato del Sindaco allo sport - trovano terreno fertile perché il Dipartimento Sport ha sempre la porta aperta per loro. Decine gli eventi di piazza organizzati nel 2011 da tutti gli Enti, molti dei quali con una partecipazione da far invidia agli eventi più blasonati».


spq ort Il Dipartimento Sport

La Delibera di Giunta Comunale n.184 del 23 giugno 2010 ha previsto una modifica alla Macrostruttura Comunale fondamentale per l’Ufficio Sport, perché ha istituito di fatto il nuovo Dipartimento Sport non più legato ad altre strutture dell’amministrazione, quindi pienamente autonomo. Gli effetti si sono fatti sentire nel 2011, perchè con la raggiunta autonomia si è potuto lavorare in modo più organico e strategico. Direttore del Dipartimento è il dott. Bruno Campanile, professionista dello sport di duplice provenienza: è stato operatore sportivo nel mondo dell’associazionismo di base e organizzatore di grandi eventi. Quattro Olimpiadi e una manciata di mondiali e tornei per lui, oggi nel Comitato promotore di Roma 2020, a dimostrazione di come sia importante che anche lo sport sia gestito da professionisti del settore. «Il Dipartimento Sport gestisce le iniziative e il patrimonio sportivo di Roma Capitale oltre agli eventi sportivi in cui l’Amministrazione è coinvolta in modo diretto o indiretto: dai cosiddetti “Grandi Eventi” alle tante attività di base».

Campanile: Roma Capitale e l’impiantistica sportiva

Al Direttore Campanile domandiamo un bilancio di un anno di sport e di attività di Roma Capitale, soprattutto in tema di impiantistica sportiva: «Credo che a consuntivo di questo 2011 si possa affermare come Roma Capitale abbia contribuito in maniera consistente al miglioramento dell’impiantistica cittadina. Fra le opere che abbiamo realizzato direttamente ci sono i lavori di adeguamento del Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano dove giocano

Virtus Acea Basket e M.Roma Volley, del quale è stata aumentata la capienza a 3500 posti e per il quale investiremo ancora ben oltre il milione di euro per completarne il restauro. Da tempo siamo a lavoro sulla ristrutturazione dello Stadio Flaminio dove sono in corso di realizzazione uffici e moder-

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ti per le scuole e per le strutture comunali, e per la realizzazione di percorsi running all’interno delle Ville e dei Parchi della città. Come non parlare di altri numerosi interventi, alcuni realizzati, altri in corso, dei campi di calcio affiliati alla FIGC–LND del presidente Melchiorre Zarelli, quali Aci-

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ne sale ospitality per la Federazione Rugby e il 6Nations post Olimpico. Stanno partendo inoltre le gare d’appalto per l’affidamento di lavori ai poli romani dell’atletica leggera: lo Stadio delle Aquile-Paolo Rosi, la Stella Polare di Ostia -Pasquale Giannattasio e lo Stadio delle Terme di CaracallaNando Martellini. In convenzione con il Comitato Paralimpico sono anche partiti i lavori per la costruzione dell’impianto polivalente alle Tre Fontane, il più grande centro federale dedicato in primis alle discipline paralimpiche. Ed a proposito di centri federali è attivo il Bocciodromo del Torrino, per il quale sono in previsione ulteriori tranches di lavori. Inoltre è stata ultimata la costruzione di due importanti impianti come quello di Via Aspertini a Tor Bellamonaca e di Via Casal Boccone, realizzati in zone periferiche dove potranno costituire un fulcro importante per la vita sociale. Ultimati i lavori di miglioria degli impianti di Via Costantino, via dell’Arcadia, e via Leonori, sempre di proprietà capitolina. In altre zone della città nasceranno nuove strutture su terreni di proprietà di Roma Capitale come a Colli d’Oro (XX Municipio) dove sorgerà grazie alla Lazio Pallavolo un palazzetto dello sport polivalente, e ad Ostia dove in via Bocchi sorgerà una struttura per il baseball. Posata nel luglio scorso la prima pietra del PalaCorviale altro palazzetto polivalente che si realizzerà a Roma in attesa di farne anche a Pietralata e Cesano. Un fatto di significativa importanza per la cosiddetta periferia trascurata nel passato. Interamente a carico di Roma Capitale inoltre è partita la gara d’appalto per la fornitura di 10 campi polivalenANNUARIO 2011 | 13

lia, A.s. Appio (ex Omi B), Artiglio, Atletico 2000, Autocara, Azzurra, Borghesiana, Castelverde, Centocelle, Certosa, Cinecittà Bettini, Fidene, Futbol Club, Ostiamare, Palocco, Pescatori Ostia, C.d.Q. Ponte di Nona, Quarticciolo, Romulea, Savio, Testaccio, Torre Angela, Torre Maura, Nuova Tor Sapienza, Tre Fontane calcio, Tor de Cenci, Vigili Urbani. Voglio fermarmi qua, anche se l’elenco degli interventi è decisamente più lungo ed investe tutti i 19 municipi di Roma Capitale. Questo per sottolineare come si sia voluto concretamente mettere mano all’atavico problema della carenza di strutture sportive nella nostra città».

Roma verso il futuro

Il dott. Campanile effettua anche una proiezione verso il futuro: «Roma ha una antica vocazione per l’attività sportiva, visti i propri spazi dedicati allo sport, le aree verdi delle quali la città è ricca, per la tradizione secolare di ospitalità e gestione di grandi eventi. E tante sono anche le iniziative che vedono Roma particolarmente vivace in termini di eventistica. Si tratta ora di mettere un po’ meglio a sistema questo enorme patrimonio. E per questo nasce il progetto legato al Prisp, che ha mappato gli impianti sportivi della Capitale, creando un database in corso di presentazione alla stampa nei prossimi giorni e che, come atto finale, avrà il compito di definire i bisogni della popolazione municipio per municipio e per le singole discipline sportive. Perchè l’accesso allo sport, soprattutto per i più giovani, sia sempre più facile allo scopo di formare una popolazione più sana e in attività, oltre ai campioni del futuro».


5 Lucas per Fede

6 Cento anni di azzurro

Federica Pellegrini sceglie il tecnico francese Lucas come suo nuovo allenatore.

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Il Sindaco Alemanno, in visita dal Santo Padre, espone a Sua Santità il progetto per la candidatura di Roma 2020.

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19 Derby di Coppa Gennaio

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La maglia azzurra, simbolo della Nazionale di calcio, compie 100 anni.

Allo Stadio Olimpico la Roma vince 2-1 il derby di Coppa Italia con la Lazio.

21 Via a Roma2020

23 Miguel da record

La Capitale rinuncia al GP di Formula 1 e incassa il via libera per Roma2020 da tutte le forze politiche, Lega inclusa.

La 12ª Corsa di Miguel stabilisce, con oltre 6000 partenti, il nuovo record italiano di partecipazione per una corsa di 10km.

6 Nazioni: l’Italia batte la Francia. E, nel 2012, lo Stadio Olimpico!

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5 Stelle del ghiaccio Al PalaLottomatica si svolge la prima edizione del Golden Celebrities, evento di pattinaggio su ghiaccio con le migliori star internazionali, compresa la nostra Isolde Kostner.

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4 Federica miglior atleta Febbraio

Il 5 febbraio, allo Stadio Flaminio, inizia la nuova avventura della Nazionale italiana nel Torneo delle 6 Nazioni, torneo al quale partecipa dal 2000. Il primo incontro gli azzurri lo giocano in casa contro l’Irlanda. Una partita dura e avara di mete, con le due squadre contratte vista l’alta posta in palio, perché vincere il primo match è importante per partire bene. In uno stadio tutto esaurito l’Italia si porta in vantaggio e tiene la scena fino a due minuti dal termine, quando un drop di Ronan O'Gara porta l'Irlanda in vantaggio 13-11, risultato col quale si chiuderà il match. Il 12 febbraio, invece, gli azzurri fanno visita all’Inghilterra, uscendo umiliati da Twickenham visto il 59-13 finale. Il 26 febbraio la terza gara, la seconda in casa, contro il Galles, avversario ostico. Anche stavolta, grazie al tifo del Flaminio, gli azzurri tengono il campo, almeno in parte. Alla fine arriva la terza sconfitta, 24-16 per gli scozzesi. Il 12 marzo allo Stadio Flaminio arrivano gli insuperabili francesi, maestri del rugby al pari dei britannici. L’Italia non vince una gara ufficiale contro i transalpini dal 1997, dunque solo un miracolo può far invertire la rotta. E così sarà, perché contro ogni pronostico il quindici azzurro riesce a piegare i francesi vincendo 22-21. Lo stadio è in festa, così come la città che si stringe intorno agli azzurri capaci del miracolo sportivo. Un successo, tra l’altro, che evita all’Italia di chiudere il torneo con il cucchiaio di legno. L’avventura termina il 19 marzo con la quarta sconfitta subita in Scozia per 21-8. Il Torneo del 6 Nazioni 2011, sarà ricordato anche come l’ultimo disputato per ora al Flaminio in attesa dei lavori di ristrutturazione. La nuova platea per il 2012 si chiama Stadio Olimpico.

L’Associazione della Stampa Estera in Italia assegna a Federica Pellegrini il premio di migliore atleta dell’anno 2010.


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24 Aniene d’oro

I PROTAGONISTI DEL 2011 SULLE PAGINE DI

Al Salone d’Onore del CONI, Alemanno, Petrucci e Letta premiano gli atleti del CC Aniene che nel 2010 ha vinto più medaglie di qualsiasi società sportiva italiana.

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FEDERICA PELLEGRINI Intervista esclusiva alla campionessa del nuoto che ci mostra la propria sede d’allenamento, la sua stanza e svela i suoi segreti.

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CAROLINA KOSTNER La farfalla del ghiaccio intervistata dopo la sua prima performance della carriera nella Capitale.

28 Roma americana Unicredit comunica che è stato raggiunto l’accordo preliminare con l’americano DiBenedetto per la cessione dell’AS Roma.

FEDERICO MACHEDA Il giovane romano racconta alla nostra rivista la sua avventura inglese. Servizio esclusivo dall’Inghilterra.

LE RUBRICHE Documenti Tanto lo spazio dedicato dalla nostra rivista alla storia e ai documenti inediti. Come nel caso della prima squadra al mondo, in amichevole a Roma, della quale pubblichiamo lo statuto (il primo al mondo anche questo).

12 Bonessio campionessa La romana Lavinia Bonessio si laurea campionessa italiana di pentathlon moderno.

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19 Salone del mare

23 Pescante è il Presidente di Roma2020

Inizia alla nuova Fiera di Roma l’edizione 2011 di Big Blu, il salone del mare.

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L’On. Mario Pescante viene nominato Presidente del Comitato Promotore Roma2020.

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22 Stati Generali All’Eur inizia la due giorni degli Stati Generali di Roma Capitale: tra gli argomenti di punta a livello sportivo c’è la candidatura olimpica di Roma.

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28 Roma-Ostia Nuovo record di arrivati per la mezzamaratona Roma-Ostia: 8520 al traguardo.


6 Aspromonte d’oro

13 Derby giallorosso

Nella tappa di Coppa del Mondo di Venezia, il fiorettista romano Valerio Aspromonte conquista il suo primo oro internazionale della carriera da senior.

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Il peso massimo leggero romano Alessio Sakara vince a Roma il settimo incontro della carriera da professionista, battendo per ko il tedesco Andreas Guenther.

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14 Calcio a cinque biancoceleste Marzo

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14 Sakara sugli scudi

La Roma vince 2-0 il derby con la Lazio. Protagonista è Totti che segna entrambe le reti, salendo a quota 199 reti con la maglia giallorossa. Nella successiva gara contro la Fiorentina sigla il 200esimo gol.

La Lazio calcio a cinque vince la Coppa Italia battendo in finale i campioni d’Italia della Marca Futsal.

20 Maratona di Roma

21 Stoccate vincenti

Dedicata al Giappone dopo il disastro naturale che ha colpito la Nazione. Con 12.614 arrivati, stabilisce il nuovo record italiano assoluto per una corsa su strada su qualsiasi distanza.

In Piazza del Campidoglio va in scena Stoccate Vincenti, evento che celebra i 90 anni del mito della scherma Edoardo Mangiarotti.

Roma Capitale scende in campo. Tariffe popolari e sport per tutti L’adeguamento delle tariffe degli impianti sportivi di proprietà di Roma Capitale, dati in concessione, è stato approvato dall’Assemblea Capitolina; la collaborazione del COGISCO (Coordinamento dei Gestori degli Impianti) è stata fondamentale perché ha consentito di svolgere un’azione di razionalizzazione delle tariffe stesse. La stessa Delibera contiene l’applicazione di tariffe agevolate per alcune fasce di popolazione che devono essere esposte dai gestori degli impianti. «Le stesse sono state successivamente aggiornate, secondo l’adeguamento ISTAT con successivo atto dirigenziale», precisa la P.O. dott.ssa Marisa Ceccarelli.

1 Baldini torna alla Roma Franco Baldini incontra Thomas DiBenedetto in Toscana e accetta di tornare alla Roma con il ruolo di direttore generale.

Nonostante la crisi, iL’Amministrazione finanziamenti allo sport di base è vicina anche alle realtà di base, che rappresentano il

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tessuto della pratica sportiva nella città. Alla voce bando “Promozione sportiva”, nel 2008 sono state finanziate 89 associazioni, nel 2009 invece 145 e nel 2010, 189. Nel 2011 è stata sostenuta l’attività di 112 associazioni. Si tratta di sostegni finalizzati all’organizzazione di eventi, a cui si aggiungono i contributi alle associazioni di base per l’attività sportiva ordinaria (ottenibile in base ad una graduatoria). La P.O. dott.ssa Elena Battaglia evidenzia, dati alla mano, che «Nonostante la riduzione dei fondi a disposizione, resta considerevole l’intervento negli anni di Roma Capitale a favore delle realtà di base». Per quanto attiene al materiale sportivo, l’Amministrazione interviene sulla base di specifiche richieste da parte delle associazioni del territorio previa disponibilità del materiale. Nel 2008 sono state evase 104 richieste di materiale, nel 2009 70, nel 2010, 135 e nell’ultimo anno 57.

Termina la regular season del massimo campionato di volley. La M.Roma chiude all’11° posto, fuori dai play-off scudetto.


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23 Magnini super

I PROTAGONISTI DEL 2011 SULLE PAGINE DI

Il bi-campione mondiale dei 100 stile libero Filippo Magnini, vince a Roma la prima edizione del Water-Fit, una sorta di triathlon da palestra.

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ALESSIA FILIPPI Romana, vincente: l’intervista ad Alessia Filippi.

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EDOARDO MANGIAROTTI Il mito della scherma racconta i suoi primi 90 anni. E per lui, Roma Capitale, organizza un evento in Campidoglio.

27 D’Aniello olimpico Il tiratore romano Francesco D’Aniello conquista il pass per l’Olimpiade di Londra, risultando il primo romano capace di centrare l’obiettivo olimpico.

ANDREA BARGNANI Esclusiva con la prima scelta NBA dei Toronto Andrea Barganani. Una lunga intervista a cavallo tra l’America e Roma.

LE RUBRICHE Impiantistica L’impiantistica sportiva è al centro dell’interesse della rivista. Dall’Olimpico al Flaminio all’impiantisca di base, svelando storia e futuro...

17 Appia Run

30 Spada senza trono

La 13esima edizione dell’Appia Run (Gazzetta Run da due edizioni), l’unica corsa di Roma che si svolge sull’Appia Antica, fa registrare il record di arrivati della manifestazione: 2778.

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All’Olympia di Kensington, Londra, il peso medio romano Domenica Spada perde ai punti il match valido per il titolo europeo contro il britannico Darren Barker.

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27 Della Rosa super Il superwelter romano Emanuele Della Rosa, vince per ko tecnico sul lituano Tadas Jonkus conquistando la 26esima vittoria della carriera da professionista.

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7 Internazionali unificati

15 Il V-day a Roma Al PalaLottomatica si svolge il V-Day, ossia la finale scudetto di pallavolo: vince Trento su Cuneo davanti a 9000 spettatori.

Scattano gli Internazionali d’Italia di tennis, che per il primo anno sono unificati, ossia uomini e donne giocano nelle stesse giornate.

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Finisce la regular season del massimo campionato di basket: la Lottomatica Roma chiude al 9° posto, fuori dai play-off scudetto.

22 Lazio e Roma

23 Il fulmine nella Capitale

Termina il campionato di calcio Serie A. La Lazio chiude quinta con 66 punti, la Roma sesta con 63: entrambe conquistano l’accesso all’Europa League.

Arriva a Roma il più forte velocista di sempre, il giamaicano Usain Bolt, che parteciperà al Golden Gala.

Iniziative per il sociale

2 Roma e il Festival del Fitness Al Foro Italico inizia la 23ª edizione del Festival del Fitness, il più importante e prestigioso evento di settore del mondo. Sugli scudi anche Mondofitness che accompagna l’estate dei romani.

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9 Klose è della Lazio Giugno

Particolare attenzione viene posta da Roma Capitale al sostegno delle fasce più deboli della popolazione. Ad esempio: • finanziamento e patrocinio di manifestazioni rivolte allo sport paralimpico. In particolare esiste un filo diretto e costante con il Comitato Italiano Paralimpico (CIP); • l’Amministrazione ha concesso l’utilizzo dell’area delle Tre Fontane (Esedra di sinistra) al Comitato Italiano Paralimpico per la realizzazione di campi di calcio, calcetto, tennis, piste di atletica, palazzetto polivalente, piscina coperta, servizi, uffici, parcheggi e foresteria. Nell’impianto, non solo strutture paralimpiche ma anche campi per basket, pattinaggio, rugby, etc. «Il progetto ha superato le fasi autorizzative e sono iniziati i lavori del primo lotto», ci informa la P.O. Dott.ssa Elena Battaglia e il Dirigente Ing. Giovanni Sorianello. • una delegazione di Roma Capitale partecipa frequentemente ai tornei organizzati nelle carceri romane partecipando anche alle dotazioni di materiale sportivo e delle premiazioni; • vari i progetti legati alla solidarietà: il Progetto Filippide, sull’attività sportiva per la disabilità mentale di concerto con l’Assessorato alle Politiche Sociali; Run for Food, corsa in collaborazione con la FAO; Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico, evento che si svolge alle Terme di Caracalla; Blood Runner, Corri per donare il sangue; la Race for the cure, corsa podistica per sensibilizzare l’opinione pubblica sui tumori al seno

L’attaccante Miroslav Klose, il secondo cannoniere Nazionale tedesca dopo Gerd Müller, viene ingaggiato dalla Lazio. Un colpo straordinario.


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I PROTAGONISTI DEL 2011 SULLE PAGINE DI

Al sorgere del sole parte l’Albarace, corsa podistica con punto di arrivo fissato all’interno dello Stadio Olimpico.

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ALEX ZANARDI Il campione della velocità e simbolo degli atleti disabili, racconta la sua vita normale dopo l’incidente che gli ha tolto l’uso delle gambe.

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PETRUCCI Il backstage esclusivo del match dell’anno: Petrucci vs Bundu.

26 Golden Gala da record Allo Stadio Olimpico oltre 50.000 spettatori per il Golden Gala: record di presenze degli ultimi dieci anni per il meeting capitolino. Nella foto Andrew Howe.

ANDREA GIANI Uno dei più grandi pallavolisti azzurri di sempre racconta la sua carriera e la vita privata.

o Flaminio Verso il Nuovo Stadi ANTEPRIMA polo sportivo della

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di Giovanni SORIANELLO

*Ingegnere

stato il primo Roma Capitale della nascita del Dirigente Dpt Sport Capitale, prima in quella Foro Italico. Inizialmente, Parioli, poi spostato zona, c’era il Circolo un grande seggiolini per la sostituzione dei Ada, Flaminio • la nel cuore di Villa con le tribune tribuna d’onore; a quando lo Stadio Naziodel parippodromo, lo stadio Lazio, “La del “Sei sistemazione dell’area ospita le partite della della Tribuproble- • la bianche e celesti trasformato in orto terre per gli spettatori ni”, sono sorte alcune riteRondinella” che venne alla Lazio il titolo termini di spazi, na Ovest; valse matiche, sia in di nuovi servizi igiedi guerra, atto che nel 1911 venne alle esigenze della E nuti non adeguati Rugby sia in ter- • la realizzazioneper il pubblico; di “Ente Morale”. ni e di ristoro dove correvano Federazione Italiana cronisti (24.000 posti) rite- • il rifacimento della cabina progettato uno Stadio, tanti nomi. Oggi è mini di capienza avuto se confrontata anche i cani. Ha nella tribuna Ovest; 1.000 mq su nuta troppo esigua alma è stato lo “Stadio il delle di circa Flaminio” strutture “Stadio con le altre cinque il “Sei Nazioni”. • la realizzazione uffici e servizi della Nazionale del PNF”, Nazionale”, “Stadio due livelli, per tre Nazioni ospitanti 2008, il Coni, Fascista e “Stadio del Partito Nazionale FIR; di In vista del torneo di Superga. Ma, dell’impianto, propo- • la manutenzione straordinaria atTorino” dopo la strage ha rappresentato concessionario un presenti ne Comunale sempre, quello stadio l’impianto che ha tutte le attività sportive se all’Amministrazio dell’imè stato le gradinate dello ha tanto per Roma: tualmente sotto progetto di riqualificazione alle esidelle aree di Silvio Piola, che adeguato stadio, con rifacimento e servizi, visto le grandi gesta Roma e la vittoria pianto per renderlo della a spogliatoi destinate visto lo Scudetto Mondo del 1934. genze della FIR. normativo di ristruttudel nonché l’adeguamento del Campionato di Trattasi di un intervento interno alpalestre di ginvisto generazioni della della piscina e delle Quello stadio ha razione completamenteStadio, sotto pesi ed atletica al calcio, prima dello nastica, pugilato, la l’attuale struttura romani appassionarsisolo Stadio Olimpico dell’architetdi scherma, nonché e rispetto quasi nel fu pesante poi le tribune, le guerra: straordinaria delle di quando fu dello stadio, con manutenzione tura originaria in con l’unica eccezione Stadio. e le squadre di 2 scale esterne aree esterne allo uniche eccezioni (purtroppo) ristrutturato interne sotto la al Flaminio in un sostituzione di quelle lato ovest della romane tornarono razionalizzagenerato oggi, migliore sul che, una stesso Al fine di tribuna coperta, catino di tifo, lo cantierizzazione, zione e successiva 9 struttura. dai fans del rugby. prevede: stati suddivisi in tre diverse epoche. gli interventi sono 3 faIn particolare, l’intervento Il Flaminio ha vissutoun impianto stile da realizzare in dell’area adibiera • la riconfigurazione gli atleti e una Lotti Funzionali, con l’obietcurva Nelle prime due per cavallo, senza una si temporali consecutive ta a spogliatoi il regolare svolgiellenico, a ferro di colonne e statue. campo da gioco; tivo di consentire nuova uscita sul che ospitava invece versione dello di un salone d’onore mento dell’edizione 2008. • la realizzazione G.C. n. 292 del coperta di cirQueste, nella seconda da una piscina la tribuna centrale Con deliberazione per il sostituite approvato prostadio, vennero 27/06/2007 è stato ca 480 mq; CONI, tutta la Roma Nord di un’area Hospita- getto preliminare, redatto dal dove, più o meno a nuotare. una • la realizzazione eventi di circa 450 di tutti gli interventi previsti per d’allora ha imparato 1960, ci mise le mani lity adeguata agli di Euro del complessiva Per l’Olimpiade mq; sala spesa Roma un altro capolavoro. cui Euro 8.283.000,00 giornalisti con Nervi e regalò a è quello 9.970.000,00, di • un’area per fase. Il progetto a conferenze poliva- per lavori. Ed ora, la quarta stampa e sala portare l’impianto mq; di sopraelevare di lente di cica 150 seguiremo i lavori. 42.000 posti. Noi

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13 Mondiali di beach Al Foro Italico iniziano i Campionati del Mondo di beach volley.

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Vip non solo sport

Giusti Massimiliano “Max” 1968) (Roma, 28 luglio è un attore, comico, conduttore televisivo ed imitatore

si • Il 4 luglio 2009 Giusti sposato con Benedetta Soliti • Ha partecipato a ges dove ha rivelato di circolo di tennis. in oc • Il 3 ottobre 2010, della giornata nazion lotta contro la sclero amiotrofica, partecip concerto gratuito ad Dal Lucio a insieme Carboni, Giusy Ferr Francesco Grollo, F Mannoia, Marco M e al gruppo Statuto • Ha un cane di nom • Il 23 novembre 20 suo primo figlio, M • L'8 aprile 2011 pa prima puntata di canta! di France e Belen Rodrigu merita una sorp infatti, oltre a v puntata, vince edizione del pr

Roma Capitale foto Dpt. Sport

foto Getty Images

un Oggi, dopo oltre modello ellenico. one per lo Nasce nel 1911, una nuova trasformazi accadrà... secolo, si avvicina Scopriamo cosa stadio di Viale Tiziano.

STRUTTURE DI ROMA|

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LE RUBRICHE

di Luigi PANELLA

nelle Continua il nostro viaggio Roma. strutture sportive di In questo numero lo Stadio Flaminio

Il Santa Lucia basket in carrozzina vince il 19° Scudetto della propria storia .

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12 Santa Lucia tricolore

Ampio spazio anche ai grandi personaggi del mondo civile che si raccontano e spiegano anche il proprio rapporto con lo sport. Nell’eps accanto, Ennio Morricone.

24 Acrobati all’Olimpico I campioni internazionali di motocross freestyle si esibiscono allo Stadio Olimpico in occasione del Red Bull XFighters World Tour 2011.

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20 Luna sugli scudi 17 Il Settecolli di nuoto Inizia allo Stadio del Nuoto la 48ª edizione del Trofeo Sette Colli di nuoto.

Dopo il trionfo del 23 maggio all'Unicredit Ladies German Open, la golfista romana Diana Luna vince il secondo torneo della stagione, il Deutsche Bank Ladies Swiss Open. ANNUARIO 2011 | 19

25 La grande boxe Al Centrale del Tennis si svolge la sfida per il titolo europeo dei pesi welter tra Petrucci e Bundu: finisce in pairtà.


Grandi Eventi: Roma Caput Sport

vole, in quanto per l’intera durata dell’evento, nove giorni, si è registrato il tutto esaurito. Nella stessa area, ma all’interno dello Stadio Olimpico, si è svolto il Golden Gala, uno dei più prestigiosi meeting di atletica leggera al mondo. Dopo anni di stenti in quanto a presenze sugli spalti, il 2011 ha fatto registrare un record di spettatori poche volte raggiunto in altre occasioni. Oltre 50.000 spettatori, quasi quanti se ne vedono durante i derby calcistici. Stadio

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pieno grazie anche alla presenza di Usain Bolt, il velocista giamiacano che detiene tutti i record del mondo di velocità. Dalle bellezze architettoniche del Foro Italico si è passati alle meraviglie verdi di Villa Borghese, dove si è svolto il 79° concorso internazionale ippico di Piazza di Siena, un must per la Capitale. Si è tornati nuovamente allo Stadio Olimpico, dove Inter e Palermo si sono giocati la Coppa Italia Serie A: di nuovo tutto esaurito. Infine il Settecolli di nuoto, che ogni anno ha il

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1 Girodonne

Luglio

La partenza della macchina operativa della candidatura olimpica di Roma2020 è senza dubbio la “notizia sportiva” più importante del 2011. Anno in cui ad esaltare le doti organizzative della Capitale sono stati i grandi eventi sportivi tradizionali. Cronologicamente si è partiti con il Torneo delle 6 Nazioni di rugby, che ormai dal 2000 vede la Nazionale di rugby infiammare gli spettatori dello Stadio Flaminio. Nel 2011 Roma ha ospitato tre gare dell’Italia, facendo registrare il tutto esaurito in ogni occasione. A marzo c’è stata la Maratona di Roma, edizione che per volontà del Sindaco e degli organizzatori è stata dedicata al Giappone reduce da un disastro naturale che ha messo in ginocchio la Nazione. Un’edizione straordinaria in quanto è stato stabilito il nuovo primato di partecipanti e arrivati ad una corsa su strada italiana, e che ha visto una partecipazione complessiva di oltre 100.000 persone. Dalle strade della Città Eterna l’attenzione si è spostata al complesso del Foro Italico, con gli Internazionali di Tennis che per la prima volta hanno cambiato formula, facendo giocare in contemporanea uomini e donne. Il successo è stato note-

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Parte da Roma il Girodonne 2011, il giro d’Italia ciclistico femminile. La prima tappa si chiude a Velletri.


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I PROTAGONISTI DEL 2011 SULLE PAGINE DI potere di esaltare la bel- lezza dello Stadio del Nuoto, giudicato dai più forti atleti del mondo come uno degli impianti natatori più belli in assoluto. Nemmeno a dirlo, anche qui tribune piene da tutto esaurito, grazie anche alla presenza di Federica Pellegrini, ormai da tempo considerata l’atleta italiana più rappresentativa.

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MAX BIAGGI I primi passi, il suo quartiere, le gare, i rivali, l’amore e la famiglia: ovvero, tutto sul Corsaro.

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CRISTIAN BROCCHI

Ha vinto tutto grazie al lavoro, al cuore, alla grinta. E sogna di chiudere la sua carriera in biancoceleste.Vuole togliersi ancora tante soddisfazioni con questa maglia e incrementare un curriculum senza una macchia e senza paura rgento vivo negli occhi e nei muscoli: lo ricordano così dalle parti di Via Turati. Inossidabile come la materia prima, inarrestabile come la sua grinta e la sua voglia di mangiarsi il mondo e gli avversari. Cristian Brocchi ha vinto tanto, praticamente tutto con la maglia del Milan, ma non è ancora sazio. Ha la fame del vecchio leone, la stessa voglia irrefrenabile, a 34 anni suonati, di togliersi ancora tante soddisfazioni. Stavolta con la maglia della Lazio. Desidera chiudere una carriera elitaria imprimendo il suo nome nella storia del club biancoceleste. E avrà ancora due anni a disposizione: “C’è tempo”, assicura, prima di raccontarsi a SPQR Sport.

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Una bandiera per i tifosi biancocelesti a causa della sua grinta e della voglia di lottare. L’intervista a Brocchi come esempio del rapporto con le squadre di calcio della Capitale.

L’uomo Brocchi in cosa differisce dal calciatore che noi tutti conosciamo? «In realtà davvero poco, sono due facce di una stessa persona. Amo il calcio dall’età di 5 anni e ho deciso d’intraprendere questa professione proprio per questa passione intensa, forte e genuina. Quella che metto ancora in campo a distanza di tanti anni. Fuori, di diverso c’è solo il mio modo di vivere la vita privata, di comportarmi, di raffrontarmi alle altre persone. Cerco sempre di mantenere un certo equilibrio e tanta umiltà. Sono cosciente che nel momento in cui finirà la mia carriera, la mia vita sarà sicuramente diversa. E se un giocatore, già durante l’attività, riesce a comprendere che tutti i privilegi e i vantaggi che ha sono legati

UNA VITA DA MEDIANO Cresciuto nel Milan, fa il suo esordio tra i professionisti nella stagione 1995-1996 con la Pro Sesto in Serie C1. Dopo due anni passa al Lumezzane, nel 1998 al Verona dove arriva l’esplosione. L'Inter lo ingaggia nel 2000, ma lo cede al Milan la stagione successiva. E arrivano le grandi soddisfazioni, in tre stagioni vince tutto: Scudetto, Champions League, Coppa Italia e supercoppe nazionali ed europee. Nell'estate del 2005, però, visto il poco spazio, approda alla Fiorentina e ottiene con i viola un quarto posto. Torna al Milan, ma disputa solo 74 partite in due anni, tra cui le vittoriose finali di Supercoppa UEFA e Coppa del Mondo per club, entrambe partendo dalla panchina. Quindi il passaggio alla Lazio il 28 agosto 2008. Il 13 maggio 2009 vince la Coppa Italia contro la Sampdoria. La nuova stagione si apre subito alla grande: l'8 agosto 2009 vince, giocando l'intera partita, la Supercoppa Italiana a Pechino contro l'Inter.

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L’INTERVISTA: CHRISTIAN BROCCHI | 88

ANGELO GIGLI

Core de Roma ANGELO GIGLI

di FRANCESCA MEI foto Ciamillo-Castoria

emplicemente un sogno che si realizza. Per Angelo Gigli, 27 anni, romano, giocare nella squadra di cui è sempre stato grande tifoso sin da piccolino, significa semplicemente questo: un sogno che diventa realtà. “Angelone” o “Giglio”, come lo chiamano i suoi amici e compagni di squadra, è al suo secondo anno con la maglia della Lottomatica Virtus Roma, la squadra di massima serie della Capitale, di cui l’Ingegnere Claudio Toti è proprietario e presidente. Dopo aver iniziato da piccolo in alcune società storiche della pallacanestro romana, Angelo lascia la sua città per poter crescere e fare la gavetta, prima a Reggio Emilia e poi a Treviso, per poi tornare finalmente lo scorso anno a casa, dove ad aspettarlo ha trovato la sua famiglia e i suoi amici. Tutti a Roma lo indicano come la futura bandiera della Virtus; in cuor suo lui ci spera «ma –ci tiene a precisare– l’unica vera bandiera da 16 anni a questa parte è il capitano storico della Virtus, Alessandro Tonolli. Poi si vedrà. Per diventare bandiera di una squadra devi lavorare sodo e devi meritartelo. Di strada da fare ce

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ne è ancora tanta. Per me “Tonno” è sempre stato un punto di riferimento dentro e fuori il campo, e prendere il suo posto un giorno per me sarebbe un grande onore, oltre che una grande responsabilità. Per ora sono più che felice di vestire questa maglia. Era il mio sogno da bambino e sono molto contento di avere avuto questa opportunità, non potevo chiedere di più. Per un romano giocare nella propria città, rappresentarla non solo in Italia ma anche all‘estero, quando si gioca in Eurolega, è una grande soddisfazione e una sensazione bellissima. Ho sempre dato il massimo, ma ora che vesto i colori di Roma cerco di dare ogni volta il 110 per cento».

TUTTO INIZIA COSÌ Gigli inizia il suo percorso di cestista nel Vigna Pia. Già promette un: eccolo nella foto alzare, sorridente, la sua prima coppa. Prosegue la sua maturazione al San Raffaele e alla Fortitudo Roma. Poi decide di andare a farsi le ossa a Reggio Emilia e a Treviso. Accumula la giusta dose d’esperienza che gli permette finalmente di approdare nel 2009 a Roma, la sua amata città. Finalmente corona il sogno d’infanzia.

La Virtus Basket e il suo campione Gigli. Una intervista che racconta il cestista.

Un attaccamento alla città, alla Virtus, ma anche alla Roma calcio. «Si, è l’altra mia grande passione sportiva. Quando posso vado allo Stadio Olimpico e mi porto dietro, oltre a mio fratello Emanuele, anche qualche mio compagno di squadra. Di solito vengono con me Jacopo Giachetti e Tadija Dragicevic con il suo gemello. Questi ultimi, serbi, sono ormai diventati grandi tifosi romanisti».

LE RUBRICHE Campioni stranieri Non solo Roma ma anche i grandi campioni stranieri quali Bolt, Nadal, Kobe Bryant, Carl Lewis che raccontano il proprio rapporto con Roma.

12 Di Spigno a Londra Il tiratore romano Daniele Di Spigno centra la qualificazione per i Giochi di Londra nel double trap.

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23 Pellegrini d’oro... Federica Pellegrini vince l’oro sui 400 stile libero ai Mondiali di Shangai.

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27 ...e lo storico bis la campionessa dell’Aniene vince l’oro anche sui 200 stile libero, realizzando un’impresa da record in quanto aveva già vinto sulle due distanze ai Mondiali del 2009.

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26 Gitto d’oro Il pallanuotista romano Niccolò Gitto vince l’oro ai Mondiali e conquista il pass per Londra 2012.

29 Dieli tricolore All’Isola Tiberina, il romano Dieli si aggiudica il titolo italiano dei pesi piuma contro il romano Califano.

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30 Pentathlon olimpico Agli Europei, i due pentatleti romani Pier Paolo Petroni e Federico Giancamilli centrano la qualificazione per i Giochi di Londra.


Roma 2020: la macchina è partita Il 23 febbraio 2011, durante gli Stati Generali di Roma Capitale, c’è stato il primo importante atto, ossia la nomina del Presidente del Comitato. Il nome, scelto all’unisono, è stato quello dell’On. Mario Pescante, vicepresidente del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, e dirigente sportivo di lunghissimo corso. Nello stesso giorno sono stati designati i membri del Comitato d’Onore e il Direttore Generale, ruolo affidato al dott. Ernesto Albanese. Il 6 giugno arriva una notizia positiva per Roma: il CIO assegna l’organizzazione dei Giochi olimpici e Paralimpici del 2018 alla città sudcoreana di PyeongChang. Questo, per l’alternanza continentale “non scritta” dell’organizzazione dei Giochi estivi e invernali, offre all’Europa una chance in più per aggiudicarsi i Giochi estivi del 2020, dunque per la Capitale è una notizia importante. Il 14 giugno si è insediata formalmente a Palazzo Chigi la Commissione di compatibilità economica per la valutazione dei costi e della tempistica di spesa per la candidatura di Roma2020. Il 14 luglio è stato uno dei giorni più importanti per la candidatura olimpica. L’Assemblea Capitolina ha approvato la delibera che autorizza ufficialmente la candidatura della città di Roma ad ospitare i XXXII Giochi Olimpici e i XVI Giochi Paralimpici del 2020. Il disco verde del Campidoglio ha consentito la costituzione del Comitato Promotore di Roma 2020, presieduto da Mario Pescante, che potrà contare su un contributo annuale di un milione di euro. Il 26 luglio Palazzo Chigi ha accolto l'insediamento ufficiale del Comitato Promotore per la candidatura di

Roma ai XXXII Giochi Olimpici e XVI Giochi Paralimpici del 2020, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta. Il 4 agosto il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha firmato la lettera che formalizza la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2020, indirizzata al Presidente del Comitato Internazionale Olimpico, Jacques Rogge. Il 2 settembre il CIO, attraverso il proprio sito internet www.olympic.org, ha ufficializzato i nomi delle sei “Applicant Cities”, le città che hanno presentato la richiesta di candidatura per l’assegnazione dei XXXII Giochi Olimpici e XVI Giochi Paralimpici del 2020. Le sfidanti di Roma, prima città che ha manifestato la volontà di ospitare l’evento sportivo estivo, sono: Baku (Azerbaigian), Doha (Qatar), Istanbul (Turchia), Madrid (Spagna) e Tokyo (Giappone). Il 12 settembre, la prestigiosa Sala delle Bandiere del Campidoglio ha accolto la prima delle due riunioni del Consiglio di amministrazione del Comitato Roma2020. All’incontro erano presenti, oltre al Presidente Pescante, i tre vicepresidenti, Gianni Alemanno, Gianni Petrucci e Andrea Mondello; il coordinatore della Commissione Compatibilità e programmazione economica, Franco Carraro; il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport, Rocco Crimi; il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini; il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti e il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli nonché vari altri componenti del Cda. Il 21 novembre, infine, nasce "GiovaniRoma2020", associazione nata per promuovere la partecipazione dei giovani alla candidatura di Roma ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2020.

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1 Lamela è della Roma La Roma ingaggia Erik Lamela, trequartista argentino considerato tra i migliori giovani al mondo.

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4 Ok per Roma2020 Agosto

Il 2011 è stato l’anno della nascita e della partenza della macchina organizzativa della candidatura olimpica e paralimpica del 2020.

Il Sindaco Alemanno firma e invia al presidente del Cio Jacques Rogge la lettera di candidatura di Roma2020.


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I PROTAGONISTI DEL 2011 SULLE PAGINE DI

LE SCADENZE

15 FEBBRAIO 2012 QUESTIONARIO Risposte al questionario CIO e lettera di garanzia.

Da Roma a San Diego, per entrare nella storia

FLAVIA PENNETTA

Dopo la vittoria schiacciante per 5-0 del Foro Italico, nella semifinale di Fed Cup contro la Repubblica Ceca, l’Italia affronta gli States a San Diego.

APRILE 2012 DOSSIER Presentazione dei dossier delle varie città candidate a Losanna.

Bella, forte, un’altro simbolo dell’Italia che vince. La sua intervista.

di Laura PATERNO foto Getty Images opo la vittoria cappotto per 5 a zero contro la Repubblica Ceca, giocata al Foro Italico a Roma durante gli Internazionali BNL d’Italia, lo squadrone italiano della Federation Cup parte per San Diego. Obiettivo: difendere il titolo di campionesse del mondo conquistato lo scorso anno a Reggio Calabria proprio in una finale contro la bandiera a stelle e strisce. Si tratta di un appuntamento storico per il tennis femminile italiano: le ragazze approdano alla quarta finale in 5 anni, mentre in palio c’è il terzo titolo di sempre. La squadra composta da Flavia Pennetta, Francesca Schiavone, Sara Errani e Roberta Vinci affronterà il team capitano dalla ex tennista di vertice Marie Joe Fernandez e composta quasi sicuramente dalla giovane e biondissima Melane Oudin, ormai una colonna por-

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MAGGIO 2012 CANDIDATE Il CIO sceglie le città che hanno i requisiti per essere candidate ufficialmente (massimo 5).

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CONOSCIAMO

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Flavia Pennetta

CARLO BOTTONI In esclusiva per SPQR Sport, il mito dell’ippica racconta la sua vita nel giorno del suo 70esimo compleanno.

27 LUGLIO-12 AGOSTO 2012 GIOCHI DI LONDRA Le città candidate partecipano all’Olimpiade di Londra come osservatori ufficiali. 7 GENNAIO 2013 DOSSIER Presentazione dei dossier al CIO.

EMANUELE DELLA ROSA Il giovane fenomeno romano racconta alla nostra rivista la sua avventura inglese.

MARZO-APRILE 2013 VISITA DEL CIO La Commissione di valutazione del CIO visita le città candidate. 30 GIUGNO 2013 RAPPORTI Invio dei rapporti della Commissione ai membri del CIO.

LA TENUTA LA SCHEDA

RUGBY, ione che pass

rugbista padre è stato un valido mi è era nei miei geni. Mio vederlo campo e a forza di anni. La palla ovale a rugby a otto, nove azzurra. Da bambino andavo con lui al a questo. Ho giocato a calcio, Ho iniziato a giocare anche la maglia ma non mi sono limitato benché lo sperasse, non negli Anni ’70: ha indossatoHo iniziato a farlo con il Lazio Club, padre, l’amore Fortunatamente mio presa la voglia di giocare. e ho praticato anche il canottaggio. fosse andata, non avrei proseguito. Invece tua età: con i ragazzi della me”. Forse, se così calcio a cinque, pallavolo giocare a rugby come giorno. Andare su un campo a ruzzolarsi e si fa baldoria, prima e dopo mi ha mai detto: “devi si canta cresciuto in me giorno trasferta con il pulmino, dove a bordo mi divertivo ad allenarmi e a in per la palla ovale è E andare la domenica l’anima. Semplicemente e lo dico senza retorica, perché, cosa c’è di meglio? ragazzino ti riempie poche sensazione che da ho mai fatto un sacrificio, ti forma e ti forgia per la vita come facile per me. Non dopo il match, è una finanche il rugby, che importanti. Ho sempre Così è stato tutto più giocare la domenica. divertito a giocare a rugby. Lo sport però, La scuola, l’istruzione sono altrettanto in un liceo tosto tutto. diplomato ripeto, mi sono sempre sportive, non è e non deve essere che mi a farlo e bene. Mi sono riuscito sono del discipline ma quello professionismo, altre non nascondo a fatica, professionista del rugby. Un mondo, un conciliato le due cose, frattempo sono diventato ritrovato gli stessi valori che come il Righi e nel ho bocca aperta, perché ha fatto rimanere a quando giocavo da ragazzino. Non è così mi venivano trasmessi categoria. quando fai il salto di in tutti gli altri sport da massima serie ho cercato con Diventato un giocatore il sogno che inseguono tutti i Sono tutte le forze di realizzare giocare con la Nazionale. rugbisti e gli sportivi: mi rimane davvero difficile e riuscito nell’impresa, delle anche una briciola trasmettere la potervi quando ho indossato emozioni che ho provato Flaminio, al “Sei stadio maglia azzurra allo mia. Lo della mia città, casa il Nazioni”. Lo stadio grande architetto Nervi, stadio progettato dal stato uno dei miei primi amici, cui nipote Vittorio è La mia famiglia, i miei lì allenatori di rugby. a tifare per noi. E io tutti i romani in tribuna Emozioni che provai gola. dentro, col cuore in ogni volta che ho la allora e provo nuovamente con la Nazionale. Ma entrarci fortuna e l’onore di anche senza arrivare a rugby ci si può giocareche ti insegna, come pochi e così in alto. È uno sport l’avversario, per l’arbitro anche altri, il rispetto per servono che Valori soprattutto per te stesso. un inquadramento utile per danno Fatelo nella vita, perché ti Provate, se non credete.diventare Per affrontare ogni situazione. alle immagini che vedete.Se hai veramente tutti, non date retta essere Superman. un rugbista non bisognaemozioni di questo sport non preoccuparti le voglia di assaporare tuoi amici potrai diventaresei se sei più grasso dei non funzionerà. Se i di nulla. Sappi che tutto, altrimenti il resto prenderai un pilone: da te partirà una seconda linea: diventare come me, squadra. Se sei timido potresti troppo alto potresti poi far ripartire la tua sei tu quello palloni in touche per di sere ai margini della squadra, ma l à i

NOI SCRIVONO PER ANDI CAMPIONI

7 SETTEMBRE 2013 ASSEGNAZIONE A Buenos Aires, Argentina, la 125esima sessione plenaria del CIO assegna l’Olimpiade 2020.

PILLOLE DI STORIA SIX NATIONS come “6 Nazioni”, Conosciuto in Italia è il più importante torneo 15 a internazionale di rugby Nato dell’emisfero settentrionale. nel 1883 come “Home Championship” nazionali e disputato tra le quattro (Galles, delle isole britanniche e Scozia), è Inghilterra, Irlanda nel 1910 divenuto “Cinque Nazioni” per poi Francia, con l'ingresso della con diventare l’attuale torneo 2000. nel l’ammissione dell'Italia

LE RUBRICHE

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TERZO TEMPO conosciuto Nel rugby, il “terzo tempo”, party”, match nel mondo come “after dopo gara tra è il tradizionale incontro squadre. Un i giocatori delle due di socializzazione momento conviviale partecipano tra i giocatori, cui spessoa volte, anche e, anche le loro famiglie si i tifosi; nel mondo anglosassone la club house svolge in genere presso l'incontro. della squadra che ospita TRONCON è il giocatore Alessandro Troncon il più alto italiano, ormai ex, con in Nazionale. Il numero di presenze 101 trevigiano ha collezionato avvenuto ritiro, presenze prima del mediani di nel 2007. Tra i più forti il ritiro ha dopo mischia della storia, ruolo di assunto, dal 2008, il della Nazionale assistente allenatore ha vinto 7 titoli italiana. In carriera e 1 Supercoppa italiani, 2 Coppa Italia Treviso; 1 d’Italia con la Benetton il ClermontChallenge Cup con 1 Campionato Auvergne (Francia); con l’Italia. Europeo per Nazioni IO ABECEDAR in un’azione, PLACCAGGIO: Consiste giocatori, o più effettuata da uno delvolta a fermare l'avanzamento quel momento è l'avversario che in in possesso di palla. laterale e si efTOUCHE: È la rimessa di mischia delle fettua con i pacchetti tutti o in due squadre schierati, separati fianco, parte, in fila fianco a dell'uscita dalla linea immaginaria della palla. tiro col piede a UP AND UNDER: È un alta che pallonetto con paraboladi giungere consente a chi lo effettua del palcaduta di punto sul corsa di lone per recuperarlo. e come la reaDROP: Dopo la meta, di punizione (da li ione del calcio

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giocatori per squadr è composto da otto della palla. Que Il pacchetto di mischia affascinante del rugby. cui scopo è quello di conquistare il possesso della misc di gioco più dura e contrapposti, il la introduce al centro La mischia è la fase da formare due schieramenticontatto spalla a spalla dei due schieramenti, per la quale l’arbitro deve espri dispongono in modo regola che, al è stata introdotta la mediano. Gli o mediano di mischia di mischia, dal 2007 pallone da parte del rimessa in gioco dal dell’introduzione del con la prima li disposizione dei pacchetti favorire la regolare engage (ingaggio) prima che entra in contatto la terza lin (tocco), pause (pausa), dai due piloni con al centro il tallonatore, spazi tra i tre giocatori; crouch (bassi), touch linea, formata fatta spingendo nei due o su tre linee: la prima l’ delle mani viene t ll o la prima linea

20 Idem nella leggenda La canoista del CC Aniene Josefa Idem centra la qualificazione per i Giochi di Londra: per lei sarà l’ottava Olimpiade, un record assoluto.

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5 Ritorna Alessia Filippi

28 Pistorius mondiale

Dopo oltre un anno di stop, in occasione degli assoluti estivi di Ostia, torna in gara l’iridata dei 1500 stile libero Alessia Filippi.

L’atleta paralimpico sudafricano che tifa Lazio gareggia ai Mondiali di Daegu insieme ai normodotati: è la prima volta nella storia.

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4 Palmisano olimpico

7 Lutto per la Stella Azzurra

Il canottiere romano del CC Aniene Marco Palmisano conquista il pass per i Giochi di Londra.

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24 Corsa Futurista Al Circo Massimo si svolge la terza edizione della Corsa Futurista.

A soli 18 anni muore in un incidente stradale Mario Delle Cave, cestista romano della Stella Azzurra e della Nazionale giovanile: lo sport romano è in lutto.

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10 CorriRoma

22 Il ritorno di Tania

Dal Pincio parte la quinta edizione della CorriRoma, corsa di 10 chilometri in notturna in ricordo dell’olimpionico Abebe bikila.

L’olimpionica di pallanuoto Tania Di Mario, annuncia il ritorno in Nazionale dopo due anni di stop.

Sport e ambiente Sport e ambiente: un binomio considerato inscindibile dall’attuale amministrazione. Ne sono testimonianza l’attività nei circa 65 Punti Verde Qualità che dipendono dall’Assessorato all’Ambiente, come i 115 km di piste ciclabili presenti su strada e i 110 nel verde a Roma, oltre ai numerosi progetti promossi dal Campidoglio nelle ville, nei parchi e al Bioparco. Un punto nodale è rappresentato dalla candidatura olimpica di Roma 2020 che attiverà progetti, risorse e competenze per compiere la più vasta operazione di riqualificazione urbanistica e ambientale mai progettata in Italia: punto centrale sarà il Parco Fluviale del Tevere come grande elemento di interconnessione del nuovo Parco Olimpico, reso navigabile dalla diga di Castel Giubileo sino a Ponte Milvio con la “restituzione” del fiume ai romani grazie alla riqualificazione delle aree degradate (interra e recupera le aree del depuratore, assorbe impianti sportivi privati, ricuce rapporti tra parti della città ai bordi del fiume, diventa connettore del verde di Villa Ada, Villa Glori, Parco di Veio, come delle aree sportive di Acquacetosa, Tor di Quinto, e degli impianti sulle aree golenali), con circa 12 km di corso d’acqua resa navigabile e altrettanti km di piste ciclabili e il potenziamento dell’anello ferroviario opera su ferro di dimensioni titaniche.

4 Brugnolini iridato Il romano Luca Brugnolini conquista a Belgrado il titolo mondiale di MMA (Mixed Martial Arts) nella categoria 65 chilogrammi.

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9 Derby di trotto

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Olona Ok, figlia di Varenne, vince l’84° derby di trotto a Tor di Valle.


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27 HC Roma tricolore

I PROTAGONISTI DEL 2011 SULLE PAGINE DI

Lo Scudetto 2011 del campionato di hockey su prato è stato vinto per il secondo anno consecutivo dall’Hockey Club Roma.

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I MARCONI La famiglia romana dei tuffi: Maria, Nicola e Tommaso, si tuffano insieme per SPQR Sport.

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GRADELLA E AMADEI I due grandi di Lazio e Roma in un amarcord straordinario in occasione dei propri 90 anni festeggiati nello stesso periodo.

25 Farfalle olimpiche Le due ginnaste romane Elisa Santoni e Elisa Blanchi conquistano la qualificazione per Londra 2012.

DANIELE DE ROSSI Il racconto di un campione romanista che si racconta e racconta la sua Roma.

LE RUBRICHE

i ludi romani

di Giorgio

Franchetti Presidente Ass. Culturale “S.P.Q.R.” di Roma Foto: Piero Lancialonga, Elaborazione grafica di Giulia Flamini Location: Parco della Cellulosa

giochi nell’an tichità

E FONTI STORICHE

il volo del dis co Prima della costruzione Domiziano, nell’area dello stadio di zio, presso il Pantheon,del Campo Marme Neroniane, fatte sorsero le tercostruire

APPROFO NDIMENT I

da Nerone nel 62 d.C. e completamente restaurate da Alessandro Severo nel 227. Presso le terme una grande palestra fece realizzare giardini che, secondo contornata da Svetonio, suggerì all’imperatore Domiziano l’idea di costruire un nuovo stadio per abbellire il Campo Marzio e re le gare ginniche poter far svolgee valli. Nell’86 d.C., le corse dei cal’imperatore Domiziano istituì l’Agon Capitolinus in onore di Giove, con gare no ogni quattro anni, che si svolgevani ginniche precedutecon competizioda quelle letterarie e musicali all’uso greco. Il complesso eterogeneo di competizioni includeva, oltre a gare sportive, competizioni di tipo artistico, prevedendo un abbinamento per piedi e all’eloquenza cui alla corsa a pugilato e la poesia succedevano il latina, il lancio del disco e la poesia greca, quindi il lancio del giavellotto e la musica, in una successione competitiva alle discipline atletiche mista in cui si alternavano le dispute culturali. L’Agone, ideato da Domiziano, era segnato, nel programma delle feste della ricco cerimoniale, Capitale da un aperto da un fasto inaugurale segnato presenza dell’im- dalla peratore che, per l’occasione, si mostrava.

emozio senza teni mpo

È

teso il mio braccio che impugna il disco. Lo farò volare verso l’alto, verso il cielo. Oscurerò la famosa bravura Titvs, nel lancio di del me fossi Hyakinthosgiavellotto. Co, l’eroe che per lanciare il disco. Nelle gare sta cedenti sono preriuscito a primeggiare solo nella poesia ancora la poesia latina. Mi attende greca e il pugilato e il disco, ma devo dare il meglio me in questa di prova di lancio. mi è vicino nei Titvs punti e solo un cio davvero unico landel giavellotto poi del disco potrebbe e consegnarm le chiavi della i vittoria finale. Eccolo vicino a me Titvs , con la sua barba incolta e i capelli corti. Figlio Marcus Velleivs di , ta che vinse moltegrandissimo atletro. C’è la solita gare anni addiespalti. L’Agon folla festante sugli Capitolinvs ogni ni vede i migliori 4 anatleti della città darsi convegno per meglio figurare di fronte all’imperator e Domitianvs. Oggi è il quarto vellotto, poi le giorno e c’è il giapremiazioni finali. fianco a me nella A corsia dove vengono svolte le gare di lancio del giavellotto c’è Valerivs. Mi guarda di sottecchi perché sto osservando. sa che anche io lo fulmine. Si concentra Impugna il suo vellotto, si concentra, giain silenzio, immobile. Prende prende la rinla rincorsa, cor- dardo con tutta la mia corsa, corre, re, corre forte, corre forte, lo «Chiudo gli occhi. scaglia con forza forza. Per una volta scaglia in aria. Migliaia suo giavellotto. il mio massimo… di Prendo il mio disco. mi Ancora una volta il ancora il pubblico seChi tati verso il cielo,occhi sono punpubblico segue conosce il gue il lancio, e il segue Ruoto. Giro. Lancio da sempre e mi segue saetta scura che seguono una to e che supera dardo che vola al- questo vola e disegna lo sa befulmine di di poco il punto una parabola ve era caduto con un grido e ne…» do- Iuppiter che per poi ricadere il cado a terra e conficcarsi Ancora un boato lancio di Valerivs. cielo dello vola nel anche in terra nello «Roma ha quindi in te stadio. Il reno. C’è un boato. nel tertocca a me. Non del pubblico. Dopo mio giavellotto il suo miglior sono atleta? È un bel sforzo. Il disco atterlancio, è vero. vo con il giavellotto. mai stato bra- ra solo vola Gli dei staranno ridenDopo di lui è un po’ più in là alto. Il gruppo degli il turno di Marcvs atleti mi osserva, do di cuore al Alto. Alto. Alto. . E’ molto pensiequalcuno parlotta di quello di Valerivs, conosciuto questo di nascosto, pubblico lo segue Il ro!» ridacchia, coprendosi ma molto dietro tutti ha vinto già molte atleta, con la mano. Tutti gli altri gli altri. attento, quasi muto» dono, Sono nervoso atleti ricompeti zi i G d mi pare Ippivs: «Non il sento un che tu ti stia bruciare dentro fuoco impegnando poi Tocca adesso di me. queste gare…» molto per vincere a Vibbivs, forte atleta veterano. «Ti sbagli Ippivs Osserva il campo di sto d d

Giochi nell’antichità

Quarto g dell’Agon Capito i migliori della città si sfia nel lancio giavellotto e del d

Per oltre un anno la nostra rivista ha dato spazio ai giochi dell’antichità ricostruendo a Roma dei set per mostrare il passato.

15 Lewis a Roma 13 Sport paralimpico In 11 città italiane si svolge la Giornata dello Sport Paralimpico: a Roma, allo Stadio delle Terme di Caracalla, migliaia di atleti disabili e normodotati danno vita ad una festa straordinaria.

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Il pluri-olimpionico Carl Lewis viene ricevuto dal Sindaco di Roma: il velocista è nella Capitale per sostenere la Run For Food.

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23 Sport in lutto A causa di un incidente in pista muore Marco Simoncelli: lo sport italiano è in lutto.

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16 Derby biancoceleste La Lazio vince il derby con la Roma 2-1 grazie a un gol di Klose allo scadere del tempo.

29 Scherma per Marta A Roma si svolge l’edizione 2011 di “Una Stella per Marta”, trofeo di scherma che ricorda Marta Russo: vince Elisa Di Francisca su Valentina Vezzali.

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30 Petroni campione di pentathlon Il romano Pier Paolo Petroni vince la “Champion of the Champions” di pentathlon moderno.


Impiantistica di base e di vertice

Interventi su impianti sportivi capitolini in concessione, con oneri a carico dei concessionari A) Interventi di ristrutturazione di impianti esistenti in concessione Nel corso del 2011 sono ultimati i lavori di 6 impianti (siti in Via Livio Agresti, Via della Grande Muraglia, Via dell’Arcadia, Via dei Consoli, Via Costantino e Via Leonori), quelli di 3 sono in corso (siti in Via G. Bonichi, Via di Tor Bellamonaca e Via Mattia Battistini) e di 5 sono stati approvati i progetti esecutivi (siti in Via della Grande Muraglia, Largo Ascianghi, Via Bocchi–Via Funi, Via Amenduini e Via del Pergolato). Di quello sito in Via Paolo Renzi è stato approvato il progetto definitivo. B) Nuovi impianti sportivi realizzati o da realizzare, su aree capitolini con oneri privati, a carico dei concessionari Sono ultimati i lavori di 2 impianti (siti in Via Aspertini–Via Chiari e Via di Casal Boccone); sono in corso i lavori di 3 (siti in Via del Tintoretto-Via Baldovinetti, Area Località “Colli d’Oro” e Area Via Tre Fontane (Comparto Est)) e approvati i progetti esecutivi di 2 (siti in Via della Muratella e Via Gregorio XI). Approvato il progetto definitivo dell’impianto sito in Località Bufalotta ed inoltrata proposta di delibera per l’approvazione del progetto preliminare in G.C. dell’impianto sito in Via Tina di Lorenzo. C) Sono in fase di istruttoria, ovvero in conferenza si servizi, i seguenti progetti, relativi ad interventi su impianti sportivi capitolini in concessione a privati Sono in fase di istruttoria ovvero in esame di C.d.S (Conferenza dei Servizi) i progetti di 12 impianti, siti in via Rosetta Pampanini, Lungotevere Dante, Via di Tor Bellamonaca, Via Prenestina, Viale Tiziano, Via Mendozza, Via di Macchia Saponara, Via Tor Tre Teste, Via Accademia Peloritana, Via Livio Agresti, Via Avignone e Via Quinto Pubblicio. D) Nuove Aree Sono state individuate 20 aree capitoline, di cui n. 13 su zone “ O ”, e n. 7 derivanti da Lottizzazioni Convenzionate ovvero Piani di Zona. Il Dip.to Sport – U.O. Sviluppo Impiantistica Sportiva, ha in corso la redazione degli studi di fattibilità, relativi alla realizzazione di nuovi impianti sportivi capitolini.

Interventi tramite appalti, eseguiti direttamente dall’ufficio

stino e lamatura del parquet, di cui è stato redatto il progetto preliminare.

A) Interventi facenti parte di P.I. antecedenti il 2009 (e completati nel 2011) Sono ultimati i lavori di 3 impianti (siti in Via degli Alberini, Largo Davanzati e Via Centocelle) . Sono sospesi i lavori all’impianto sportivo di Via Taverna, in attesa di una nuova gara d’appalto. È stato redatto il progetto definitivo, indetta ed espletata la gara d’appalto per la redazione del progetto esecutivo e l’esecuzione dei lavori allo Stadio Flaminio Fase 2 (ex lotti 2 e 4). B) Piccoli interventi di ristrutturazione impianti tramite appalti, ultimati o in corso di esecuzione. Nel 2011 sono ultimati i lavori di 7 impianti (siti in Via G.Messina, Via Quasimodo, Via Cornelia, Via Trionfale-Parco della Vittoria, Via Manassei, Via Varna e Via Costantino); di 5 (siti in Via Lucrezia Romana, Via N. Zagaglia, Via Pontina, Via L. Buglio e Via E. Bondi) sono in corso i lavori e di 2 (siti in Via Rivisondoli e Via Lentini) è stata espletata la gara d’appalto, in corso la verifica del possesso dei requisiti delle ditte aggiudicatarie. È stato affidato l’appalto, per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori e redatto il progetto esecutivo di di 3 impianti (siti in Via Farsalo, Via Grotte di gregna e Via dei Campi Sportivi).

Realizzazione percorsi Vita Progettazione in corso, per percorsi Running all’interno di alcune Ville e parchi Capitolini (Villa Borghese, Villa Pamphili, Villa Ada, Parco della Caffarella)

Interventi su impianti sportivi capitolini È stato redatto il progetto, per la manutenzione straordinaria dell’impianto sportivo Capitolino di Via Balzaretto. D) Ristrutturazione impianti tramite appalti, previsti nel P. I. 2011 – 2013 – Anno 2011) Manutenzione straordinaria impianti sportivi: rifacimento Pista di atletica Stadio “Nando Martellini”; Recupero e riattivazione della Piscina di Via Taverna; Interventi di manutenzione straordinaria alle Piste di Atletica: “Paolo Rosi” –ex stadio delle Aquile- e Pista di atletica “Stella Polare” di Ostia. Dati alla mano il Dirigente Ing. Giovanni Sorianello conclude: «Da quanto sopra esposto, si evince che nonostante la crisi in atto, che non ha certo risparmiato Roma Capitale, il Dipartimento Sport – U.O. Sviluppo Impiantistica Sportiva, nel corso del 2011 ha portato a termine ovvero ha dato corso ad una serie di interventi attinenti l’impiantistica sportiva, alcuni finanziati con fondi privati altri con fondi pubblici, nell’ottica, comunque, di favorire e migliorare l’offerta sportiva alla cittadinanza, sia per lo sport agonistico sia per lo sport di base».

C) Ristrutturazione impianti tramite appalti, previsti nel P. I. 2010 – 2012 – Anno 2010) 1) Ampliamento “Bocciodromo“ Via della Grande Muraglia (espletata gara di progettazione ed individuato progettista); 2) fornitura impianti sportivi polivalenti. Indetta gara europea per la 4 Petrucci fornitura e posa in opera di 10 senza trono campetti Il pugile romano Da3) Manutenzione straordinaria paleniele Petrucci perde stre Capitoline. Espletata gara di contro Bundu nel progettazione ed individuato promatch valido per il titogettista per 7 nuove palestre scolo europeo dei pesi welter. lastiche. 4) Ristrutturazione impianti sportivi capitolini (Palazzetto di Viale Tiziano). 1° Lotto Funzionale relativo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì all’ aumento a 3.500 dei posti a sedere, con adeguamento alla norme antincendio, di cui sono stati ultimati i lavori; 2° Lotto Fun5 Pavan super zionale relativo al rifacimento delIl giovane golfista romano Anl’impianto elettrico, modifica deldrea Pavan vince l'Apulia l’attuale C.T. (Centrale Termica), San Domenico Grand Final e impermeabilizzazione della coperconquista un posto neltura, tinteggiatura esterna e ripril’European Tour del 2012.

Novembre

Di seguito le conclusioni della relazione tecnica redatta dall’Ing. Giovanni Sorianello - Dirigente della U.O. Sviluppo Impiantistica Sportiva - relativa all’attività del Dpt Sport per l’anno 2011 per ciò che riguarda l’impiantistica.

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spq ort Dato il giusto spazio ai numeri, l’attività di Roma Capitale va nella direzione sia dell’impiantistica di vertice che di base, anche avvalendosi di altre strutture interne all’Amministrazione stessa.

Campi polivalenti Notevole rilevanza ha avuto la realizzazione di campi polivalenti all’aperto, strutture polifunzionali in pvc rispondenti a precisenorme di sicurezza: possono ospitare calcetto, pallavolo, basket, tennis. Il progetto ha già visto 20 campi messi in cantiere: 17 sono stati realizzati mentre 3 sono ancora in fase d’esame.

Sicurezza nei campi sportivi L’Amministrazione si è adoperata con grande slancio e coinvolgimento, nell’affrontare la questione. Progetti di carattere culturale-sportivo stanno evidenziando le carenze degli impianti e contemporaneamente individuando proposte per il superamento delle problematiche. In collaborazione con alcune associazioni sportive del territorio, il Dipartimento Sport, utilizzando strumenti dell’informazione, dibattiti, conferenze ha prodotto risultati apprezzabili. La pubblicazione di una Agenda “Valutazione dei rischi e sicurezza nell’ambito dell’attività sportiva” è un esempio. Sono stati intensificati anche i sopralluoghi, da parte dei tecnici del Dipartimento Sport.

Impiantistica di vertice L’Amministrazione Capitolina interviene direttamente o monitora le strutture della città riservate ai Grandi Eventi: è il caso, al solo titolo d’esempio, del nuovo Stadio del Tennis del Foro Italico, realizzato dal CONI, nei confronti del quale l’Am-

ministrazione si è impegnata affinché, pur cercando un impianto pienamente funzionale e di rilevanza architettonica, fosse comunque rispettata la filosofia degli architetti che disegnarono il Foro. Oltre alla attività di gestione e controllo l’Amministrazione è impegnata direttamente in alcuni progetti prioritari. Ad esempio: Stadio Flaminio: i lavori hanno riguardato fino ad ora gli spazi interni in attesa della ristrutturazione delle tribune. Bocciodromo: nell’area sud della città si estende, su un’area di proprietà comunale di circa 24.000 metri quadrati, l’impianto denominato “Il Bocciodromo”, uno dei più grandi al mondo riservato al gioco delle bocce oggi destinato a centro federale e realizzato da Roma Capitale con finanziamenti anche statali, accessibili tramite bando della Regione. Tor Vergata: è in itinere l’approvazione di un campo pratica comunale da golf a Tor Vergata (il primo è stato realizzato in V. di Casal Boccone). Proprio a Tor Vergata sta nascendo la città dello sport. Un imponente investimento per un ambizioso progetto nel quale saranno realizzate due strutture coperte: un palazzo polifunzionale con capienza da 15.000 posti ed un’altra struttura che potrà ospitare fino a 8000 posti per il nuoto, la pallanuoto e i tuffi ma che potrebbe essere utilizzata per altre diverse discipline sportive e non solo. Palazzetto dello Sport: ultimati i lavori dei 3500 posti a sedere ed è in corso la progettazione del 2° lotto che vede la ristrutturazione generale di tutto il palazzetto. I poli dell’atletica leggera: una particolare attenzione è rivolta ai tre impianti capitolini da

6 In ricordo di Sandri

10 Mondiali di canoa a Roma

La Lazio, nella partita casalinga con il Parma, gioca con il logo della fondazione Gabriele Sandri sulla maglia.

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La federazione internazionale di canoa assegna a Roma l’organizzazione dei Mondiali di canoa marathon del 2012, che si svolgeranno sul Tevere.

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sempre all’atletica di base. Lo Stadio delle Terme di Caracalla, lo Stadio Delle Aquile e la Stella Polare di Ostia. Il progetto dell’Amministrazione prevede degli interventi su tutti questi impianti. È poi nato a Piazza Mancini, su un terreno in parte comunale, anche il primo grande impianto per il pattinaggio su ghiaccio a Roma, denominato Axel. Gli stadi di calcio: le due squadre di calcio di Roma hanno fatto richiesta di uno stadio di proprietà che, dopo le indicazioni della legge nazionale in approvazione, saranno attentamente esaminate dall’Amministrazione di Roma Capitale. Non solo sport maggiori, ma attenzione anche per sport considerati minori a livello popolare. È l’esempio dell’hockey con l’impianto di Via Avignone, per il baseball con il progetto Tor Vergata e per il golf con la nascita di campi capitolini.

L’impegno per la periferia L’Amministrazione è particolarmente sensibile allo sviluppo dello sport nelle periferie poiché considera il movimento come uno dei maggiori aggregatori sociali dei nostri tempi. È emblematico, oltre ai vari progetti e all’impiantistica capitolina che investe la periferia, il caso del Palazzetto dello Sport di Corviale, in corso di realizzazione di concerto con l’Assessorato ai Lavori Pubblici, che ha visto nel mese di aprile 2011 la posa della prima pietra. Il lavoro prosegue anche per altri due palazzetti polivalenti nelle zone di Pietralata e Cesano. È stato altresì assegnato un impianto a Tor Sapienza e sono in corso di definizione e assegnazione nuove aree in zone periferiche.

29 Collare d’oro al Parioli Il Tennis Club Parioli riceve la più alta onorificenza che dal 1995 viene assegnata ai protagonisti dello sport italiano, ovvero il Collare d’Oro.

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Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì

16 Paola Croce a Londra

27 Quarant’anni di campestre

La pallavolista romana Paola Croce conquista con la Nazionale il pass per i Giochi di Londra.

Inizia la prima tappa di “Corri per il Verde”, storica corsa campestre che quest’anno festeggia i 40 anni.

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Lo sport dei giovani L’Ufficio Scuola del Dipartimento Sport svolge attività di promozione e diffusione dello sport e dell’attività motoria per tutti i cittadini. In particolare collabora con i Municipi e coordina le attività sportive in essi organizzate; aggiorna il regolamento dei centri sportivi municipali (le palestre scolastiche utilizzabili oltre l’orario curriculare), per quanto di propria competenza, dando un supporto ai Municipi per le attività decentrate. Collabora con le Direzioni Provinciali e Regionali del Ministero della Pubblica Istruzione ed il CONI per le finalità comuni, sempre in tema di educazione sportiva, partecipando, tra l’altro, all’organizzazione dei Giochi Sportivi Studenteschi, assicurando anche il servizio di assistenza sanitaria durante le gare, promuovendo e finanziando progetti da realizzarsi nelle scuole, favorendo l’utilizzo degli impianti sportivi di proprietà comunale in orario scolastico. «La novità del 2011 è rappresentata dall’avvio di un progetto finalizzato ad estendere il servizio di assistenza sanitaria anche ad altri eventi sportivi che si svolgono nella città di Roma», aggiunge la P.O. Dott.ssa Elena Battaglia. Ma l’impegno di Roma Capitale, verso la pratica sportiva tra i più giovani, si estrinseca anche in progetti rivolti in particolare all’attività giovanile. È il caso della “Giornata dello Sport a Roma”, realizzata in collaborazione con il CONI Provinciale, il CREPS e i Municipi, che concede la possibilità, a migliaia di cittadini romani, di poter usufruire di allestimenti sportivi in modo gratuito per una giornata in un sito del centro di Roma (nel 2008 Piazza del Popolo, dal 2009 a Via dei Fori Imperiali) e, in collaborazione con i Municipi di Roma, nelle principali piazze dei vari quadranti nei giorni precedenti alla data clou. È anche il caso dell’impegno, di concerto con l’Assessorato alla Famiglia e alla Scuola, al progetto “Ludi Motorii - Festa dei bambini della città di Roma”, che si è svolto allo Stadio dei Marmi. In due anni ha coinvolto oltre 20 mila bambini, 200 scuole e 200 tutor). Altri esempi di progetti rivolti ai più giovani sono la “Festa del Mini Volley” ai Via dei Fori Imperiali o anche il “Meeting Na-

zionale Società Giovanili di Ciclismo”, la gara a staffetta con schermidori quattordicenni di tutta Italia per ricordare l’Olimpiade del 1960 nell’anno del Cinquantenario, le “Ponyadi”, Olimpiadi per i pony, con cavalieri ed amazzoni dai 5 ai 14 anni, etc. Ma, in modo continuativo vi sono attività nel Bioparco e nelle ville e parchi romani, al centro come in periferia, dove dominano le corse campestri. Intensi anche i rapporti con le strutture universitarie presenti a Roma. È in corso di revisione, ad esempio, la convenzione tra Roma Capitale e Sapienza Università di Roma in merito alle attività del Centro Universitario Sportivo CUS Roma, con l’Università degli Studi Roma Tre maggiormente per quanto attiene allo Stadio degli Eucalipti, con Tor Vergata in collaborazione con la quale stanno nascendo progetti sulla Città dello Sport, il nuovo stadio del baseball e un impianto dedicato al golf dei quali si legge in altro capitolo. Anche con l’Università degli Studi di Roma ”Foro Italico” esistono canali di stretta collaborazione. In collaborazione con il Delegato ai Rapporti Istituzionali e Territoriali tra Roma Capitale e Università, è stato varato il progetto “iUniversity Roma” volto anche ad agevolare agli studenti di tutti gli atenei romani l’accesso agli eventi e alle strutture sportive del territorio capitolino.

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Sport per tutti: tariffe adeguate Il Dipartimento Sport ha svolto attività di supporto, consulenza e coordinamento nella gestione dei Centri Municipali (circa 400 sul territorio romano) che solo nel 2008 coinvolgevano 342 Scuole, 409 associazioni sportive con circa 31.000 utenti; Nel 2009 ha coinvolto oltre 330 Scuole, 329 associazioni con circa 30.000 utenti; nel 2010 i dati si sono mantenuti costanti, mentre per il 2011 sono ancora in aggiornamento. Si è occupato della stesura del testo per la modifica e l’aggiornamento del regolamento e delle tariffe degli stessi Centri; «la Deliberazione è in fase di approvazione da parte dell’Assemblea Capitolina», precisa la P.O. dott.ssa Elena Battaglia.

Roma impegnata anche all’estero

Molteplici sono anche i progetti rivolti oltre confine come nel caso della Maratona di New York del 2010 che ha visto l’Amministrazione presente, nella persona del Presidente della Commissione Sport Federico Mollicone, alla corsa podistica Roma per Haiti: con ricavato è andato in favore delle popolazioni colpite dal terremoto o della collaborazione con Cuba per la promozione dello sport o anche di Vivicittà organizzazione di tornei nei campi palestinesi e del Libano. C’è stata attività in 5 campi, mediamente 500 partecipanti per ogni sede. In contemporanea, in 37 città italiane (e anche in 18 città estere, compresi i territori palestinesi) con organizzazione UISP, gare di atletica e corsa dedicati all’abbattimento delle barriere costituite dalle diversità razziali e per portare un messaggio di pace e uguaglianza fra i cittadini del mondo. A sud di Tyr, in Libano, grazie all’impegno del Dipartimento Sport, è stata realizzata una struttura polivalente nei campi profughi di Ein El Hilweh. Si è altresì svolta la prima edizione di Vivicittà nei campi palestinesi e del Libano. C’è stata attività in 5 campi, mediamente 500 partecipanti per ogni sede.


spq ort

Comunicare Al pari dell’incentivazione della pratica sportiva, il Campidoglio promuove appuntamenti e progetti tesi a promuovere la cultura dello sport. Di seguito alcuni esempi: • L’istituzione, di concerto con la Commissione Cultura e Sport e i rappresentanti della Polisportiva Lazio, di un tavolo per la creazione di un museo. La medesima operazione è stata iniziata con i vertici della Roma Calcio perché la città deve avere i suoi musei dello sport. • Via dei Fori Imperiali viene annualmente chiusa al traffico per l’appuntamento dei Giochi tradizionali di Strada. • Il 25 agosto del 2010, nella Piazza del Campidoglio, si sono svolti i festeggiamenti per i cinquant’anni dell’Olimpiade del 1960. Contemporaneamente vi sono stati il Percorso Museale Olimpico, una mostra al museo nazionale delle Arti di Roma. • Anche a livello di toponomastica, prosegue un percorso della memoria dello sport a Roma con il restauro di steli (ad esempio quelle ricordanti l’Olimpiade di Berlino del 1936 e i vittoriosi schermidori italiani con relativa manifestazioni in Campidoglio), la messa in opera di targhe (come quella a Bikila all’ombra del Colosseo, a Sandri, Di Bartolomei e Re Cecconi, Speziali, Vaccaro e tanti altri) e l’intitolazione di vie agli eroi dello sport. Il Dipartimento Sport di Roma Capitale ha sviluppato la Comunicazione delle proprie attività:. • Il Dipartimento partecipa alle conferenze stampa dei principali eventi sportivi organizza incontri e convegni. • Promuove una corretta informazione su sport e salute tramite la pubblicazione dei Quaderni Tematici. • Coordina le attività promozionali e di marketing legate al Dipartimento. A tal riguardo, si occupa anche dell’organizzazione degli stand informativi del Dipartimento presenti durante i più importanti eventi sportivi. • È stato varato il sito www.sportincomune.it che si propone di essere uno strumento di servizio per aiutare il cittadino ad orientarsi sulle varie offerte provenienti dal mondo dello sport. Un sito internet che abbia spiccato uno spirito di servizio per la popolazione sportiva romana è considerato dall’Amministrazione un passo importante per la promozione dello sport. • Di particolare importanza, le riviste prodotte dal Dipartimento Sport: l’annuario Roma Sport e il mensile SPQR SPORT, che rappresenta un esperimento unico nel suo genere in quanto house organ, ma

I PROTAGONISTI DEL 2011 SULLE PAGINE DI

spq ort

SANTONI E BLANCHI Le farfalle azzurre tra sport e vita privata.

GIANCARLO FISICHELLA Roma e la Ferrari, lo sport e la Formula Uno: si racconta Giancarlo Fisichella.

di Enzo CERRONE foto Getty Images

Da Pietralata al mondo della Formula Uno, il pilota romano racconta in un’intervista la sua storia fatta di lavoro e sacrificio.

FILIPPO MAGNINI La sfida natatoria dell’anno: allo Zoomarine il bi-campione del mondo nuota con i delfini.

OGNI NUMERO ALLA

SCOPERTA DI UNA SOCIETÀ

CAPITOLINA PER CONOSCERE

LA PRIMA SQUADR A

UN MONDO FATTO DI

LE RUBRICHE

LAVORO E PASSIONE

LE FORMA ZIONI

OGNI NUMERO ALLA

SCOPERTA DI UNA SOCIETÀ

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LE FORM AZION I

I PIÙ GIOVANI NOMI ILLUSTRI

e si è imposto al grande scudetto Juniores proprio pubblico vincendo uno ma di spiccare il volo con il Tor di Quinto, prie affermarsi con il Perugia. Zauli, dopo la gavetta a Roma, si fa notare nel Modena e nel Ravenna, prima di scrivere una pagine più belle del delle calcio italiano con il Vicenza, eliminato dal Chelsea in delle Coppe della stagionesemifinale nella Coppa Tor di Quinto e Trigoria 97/98. Il filo sottile tra unisce anche il percorso professionale-agonis tico di Desideri e TempestilIl vivaio del Tor di Quinto è una fucina di campioni li, protagonisti entrambi dei ruggenti che sforna calciatori anni ’80 giallorossi. Ma il sodalizio con rossoblu di via del Baiardo sionante. I più famosi una continuità impres- non ha sfornato che solo calciatori famosi: sa casacca della società hanno vestito la glorio- to anche ha lanciafigure professionali di via del Baiardo sono di altissimo spessosicuramente Marco re, che non Materazzi, Lamberto Zauli e le cio giocato. hanno più nulla a che fare con il caldue glorie romaniste Stefano Desideri e È il caso, per esempio, Tonino mara, Tempestilli. L'interista presidente dell'Associazione di Luca Palaha giocato con il team soblu nel periodo in ros- gistrati, e Nazionale Macui il padre allenava dell'attore Pietro Sermonti, la Lazio dal ruolo interpretato ne “Il medico reso famoso in famiglia”.

quello precedente, certo è che quando sciamo, come è riu- pochi possono il caso del gruppo dargli torto. Riavvolgendo laurea- film tosi campione nel degli il 2009, con gli stessi ragazzi a crescere insieme sportive ultimi campionati, le vicende del gionali allo Scudetto dai Giovanissimi Re- la perfezioneTor di Quinto si intrecciano alcon la crescita del toria ha un sapore della Juniores, la vit- to laziale, movimensoprattutto più intenso”. È spogliatoio che nello ne la competitività per quel che conceril “condottiero” delle formazioni Paolo forgiato i gruppi giovavincenti del 2009 ha nili nel resto d'Italia. La società rossoblu 2010. È sempre e del la punta nello è di di Quinto ha vinto spogliatoio che il Tor faretra, un iceberg che ha altre frecce in eppure ciò di sui la si è reso protagobella, unendo i suoi sua scommessa più nista il Tor di ragazzi per prima sa nel vincolo dell'amicizia. co- è davvero Quinto negli ultimi due lustri stupefacente sia E poi se il campo ti dà ragione, per continuità, sia per qualità delle meglio ancora: prestazioni. la “storia siamo noi” cantano i calciatori rossoblu, in LE SOCIETÀ CAPITOLINE

I PIÙ GIOVANI

STAFF Presidente: P. Testa Direttore generale: G. Spallucci Direttore sportivo: G. Guarracino Segretario generale: M. Maragliulo 1 squadra in Promozione 9 squadre di Settore Giovanile e Scolastico 200 bambini di scuola calcio

CATEGORIE

5 volte campione d'Italia Juniores (90-91, 92-93, 05-06, 08-09, 09-10), 10 titoli regionali

PALMARES I TIFOSI

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Sport dilettantistico

NOMI ILLUSTRI

e si è imposto al grande scudetto Juniores proprio pubblico vincendo uno ma di spiccare il volo con il Tor di Quinto, prie affermarsi con il Perugia. Zauli, dopo la gavetta a Roma, si fa notare nel Modena e nel Ravenna, prima di scrivere una pagine più belle del delle calcio italiano con il Vicenza, eliminato dal Chelsea in delle Coppe della stagionesemifinale nella Coppa Tor di Quinto e Trigoria 97/98. Il filo sottile tra unisce anche il percorso professionale-agon istico di Desideri e Il vivaio del Tor di Quinto Tempestilè una fucina di campioni li, protagonisti entrambi dei ruggenti che sforna calciatori anni ’80 giallorossi. Ma il sodalizio con rossoblu di via del sionante. I più famosi una continuità impres- non ha sfornato che solo calciatori famosi: Baiardo sa casacca della società hanno vestito la glorio- to anche ha lanciafigure professionali di via del Baiardo sono di altissimo spessosicuramente Marco re, che non Materazzi, Lamberto Zauli e le cio giocato. hanno più nulla a che fare con il caldue glorie romaniste Stefano Desideri e È il caso, per esempio, Tonino mara, presidente Tempestilli. L'interista di Luca Palaha giocato con il team dell'Associazione soblu nel periodo in ros- gistrati, e Nazionale Macui il padre allenava dell'attore Pietro Sermonti, la Lazio dal ruolo interpretato ne “Il medico reso famoso in famiglia”.

quello precedente, certo è che quando sciamo, come è riu- pochi possono il caso del gruppo dargli torto. Riavvolgendo laurea- film tosi campione nel degli il 2009, con gli stessi ragazzi a crescere insieme sportive ultimi campionati, le vicende del gionali allo Scudetto dai Giovanissimi Re- la perfezioneTor di Quinto si intrecciano alcon la crescita del toria ha un sapore della Juniores, la vit- to laziale, movimensoprattutto più intenso”. È spogliatoio che nello ne la competitività per quel che conceril “condottiero” delle formazioni Paolo forgiato i gruppi giovavincenti del 2009 ha nili nel resto d'Italia. La società rossoblu 2010. È sempre e del la punta è nello di di Quinto ha vinto spogliatoio che il Tor faretra, un iceberg che ha altre frecce in eppure ciò di sui la si è reso protagobella, unendo i suoi sua scommessa più nista il Tor di ragazzi per prima sa nel vincolo dell'amicizia. co- è davvero Quinto negli ultimi due lustri stupefacente sia E poi se il campo ti dà ragione, per continuità, sia per qualità delle meglio ancora: la prestazioni. “storia siamo noi” cantano i calciatori rossoblu, in

STAFF Presidente: P. Testa Direttore generale: G. Spallucci Direttore sportivo: G. Guarracino Segretario generale: M. Maragliulo 1 squadra in Promozione 9 squadre di Settore Giovanile e Scolastico 200 bambini di scuola calcio

CATEGORIE

5 volte campione d'Italia Juniores (90-91, 92-93, 05-06, 08-09, 09-10), 10 titoli regionali

PALMARES

I TIFOSI

Oltre che ai grandi eventi e allo sport di vertice, la nostra rivista concede ampio spazio alla pratica di base e dilettantistica.

distribuito free press in tutti i municipi del territorio romano, negli stand di Roma Capitale legati ai Grandi Eventi, per posta e nei luoghi di Roma in cui lo sport viene praticato a livello di vertice e amatoriale, presso le Federazioni sportive, gli impianti di proprietà di Roma Capitale, etc. • La comunicazione nel settore dello sport viene realizzaLa manifestazione denominata “Atleta ta individuando notizie utili dell’Anno”, che assegna, alla presenza del mediante gadget, calendari, Sindaco di Roma Capitale, riconoscimenti depliant, postazioni antropoagli atleti romani, alle società e associazioni metriche nutrizionali per gli sportive che si siano distinte per risultati sportivi, mappe realizzate in sportivi o nel sociale. collaborazione con l’Atac de-

L’Atleta dell’anno

gli impianti sportivi e dei mezzi pubblici che permettono di raggiungerli, i mezzi del Dipartimento Comunicazione Istituzionale (Radio Roma Comune, cartellonistica, mezzi Atac, etc).

ANNUARIO 2011 | 29


Gli eventi unici o pilota: grandi iniziative per tutte le discipline

Gli Eventi Unici

Gli Eventi Pilota

Oltre ai Grandi Eventi che ogni anno si ripetono a Roma, esistono gli appuntamenti definiti “unici”. Nel corso dell’ultimo triennio ricordiamo: la tappa del Giro d’Italia del Centenario di Ciclismo del 2009 e il Girodonne del 2011; la finale di Champions League di Calcio del 2009, i Mondiali di Nuoto Roma 2009, i Mondiali di Volley 2010 e la finale Scudetto sempre di volley, i Mondiali di Baseball 2009, i Mondiali di Bocce 2010, lo Swatch FIVB Tour svoltosi al Foro Italico nel 2010, il Galà del Trotto nella ricorrenza del Cinquantesimo anniversario dell’apertura dell’Ippodromo di Tor di Valle (2010), il tour italiano degli Harlem Globetrotters, i Mondiali di Beach Volley e i Mondiali di Pesca Sportiva 2011.

L’Amministrazione si è altresì impegnata per ospitare a Roma una serie di eventi che rappresentano una prima pietra nella Capitale. Sono di seguito portati ad esempio i casi del Fifa Fan Fest nel corso della Coppa del Mondo 2010 in SudAfrica. La città di Roma ha ospitato il villaggio ufficiale FIFA dedicato ai tifosi e agli appassionati di football con tutte le gare in diretta in una sorta di laboratorio multiculturale. Sempre nel 2010, allo Stadio Flaminio (nel 2011, Stadio Olimpico) c’è stata per la prima volta la tappa romana del Red Bull X-Fighters World tour 2010. Quindi la Roma No-Limits nel 2009, percorso cittadino di maratona estrema, la

Corsa Futurista, il Festival del Fitness al Foro Italico, una delle rassegne del settore come anche Mondofitness, i Campionati italiani di Ciclocross del 2011 con la previsione di portare a Roma il Mondiale, eventi di boxe quali la Wbc International Championship al Palazzetto dello Sport, il titolo Intercontinentale Ibf dei welter in un ring all’aperto a Ponte Milvio, il titolo europeo dei welter allo Stadio del Tennis.

Attività fieristica e convegnistica Particolare impulso è stato dato anche all’attività fieristica e convegnistica con l’ospitalità di manifestazioni come, sempre a titolo d’esempio, Roma-Cavalli, Big Blu, Motodays, svoltesi alla nuova Fiera di Roma.

8 In bici al Divino Amore Per il cinquantesimo anno consecutivo si svolge il cicloraduno amatoriale che porta i romani dall’Eur al santuario del Divino Amore.

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Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica

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5 A Roma gli Ice Park

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Musica e divertimento per l’evento “Lasciati ghiacciare” che nella periferia romana porta piste sul ghiaccio


spq ort

I PROTAGONISTI DEL 2011 SULLE PAGINE DI

Le palestre scolastiche

spq ort

BRUNO PIZZUL

Sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione di ulteriori 7 palestre scolastiche, individuate nel territorio urbano fra le molteplici strutture utilizzate dalle associazioni sportive negli orari in cui le scuole sono libere da impegni educativi e didattici. Si tratta delle palestre delle scuole A. Frank (elem. e media), C.Pisacane (media), Pezzani (elem.), S. Beatrice (elem.), F.de Andrè (media), Buonarroti (elem.) e Don Morosini (media), situate rispettivamente nei municipi IV, VI, VII, XV, XVI, XVIII e XIX. In quest’ottica gli sforzi e gli investimenti, sostenuti dall’Amministrazione, hanno il duplice scopo di migliorare tanto la qualità dell’offerta di pratica sportiva a livello locale quanto la promozione sportiva giovanile nelle scuole. Questi 7 interventi si aggiungono ai 19 già realizzati in esecuzione di precedenti progetti. La scelta progettuale ha tenuto conto dello stato di manutenzione delle strutture e dell’attività delle Associazioni sportive interessate all’utilizzo. Gli adeguamenti sono stati progettati e diretti da un gruppo di tecnici dipendenti del Dipartimento.

La voce storica del calcio italiano racconta anni di episodi legati al calcio italiano dalla voce del più popolare telecronista.

IVAN ZAYTSEV Il più forte giovane pallavolista d’Italia racconta la sua vita privata, da quando era bambino ad oggi.

BUD SPENCER Il primo a scendere sotto il minuto nei 100 stile libero, pallanotista e una carriera da attore raccontata al nostro giornale.

LE RUBRICHE Verso Roma 2020 Con il taglio dell’approfondimento, la rivista segue la corsa verso l’Olimpiade 2020.

10 Zandonà olimpico

11 Gran Fondo sul Tevere

Il velista di Ostia Gabrio Zandonà centra la qualificazione per i Giochi di Londra nella classe 470.

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Sul Tevere si svolge la tradizionale ultima tappa della Coppa Italia Gran Fondo di canottaggio, con gli equipaggi capitolini grandi protagonisti.

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18 Di corsa in Campidoglio In Piazza del Campidoglio si svolge la prima edizione di “1km run”, singolare corsa sui tapis roulant che si svolge in contemporanea in molte città del mondo.

18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì

23 Dieli si conferma Il peso piuma capitolino Dieli ha difeso con successo il titolo italiano battendo ai punti Salvini.

27 Lemon Bowl Inizia il torneo di tennis giovanile più famoso d’Italia: in gara oltre 1200 tennisti provenienti da tutto il mondo.

30 Memorial Scotti Si conclude all’Ippodromo delle Capannelle la seconda edizione del “Memorial Romano Scotti”, il grande evento di ciclocross internazionale.

ANNUARIO 2011 | 31

31 We Run Rome A Roma si chiude il 2011 con una gara di 10 km per le vie del centro storico, la “We Run Rome”.



spq ort L ’ U O M O D I c o u r r e n s a n E I L S U O C R E D O TAT T IC O

Monsieur

Jacques Intervista a Jacques Brunel, il nuovo allenatore della Nazionale italiana di Rugby che ha esordito il 4 febbraio proprio contro la Francia di Andrea DI NICOLA foto Getty Images

S

tiva La carriera spor ourrensan, 14

el (C Jacques Brun ed ex ) è allenatore 54 19 gennaio 11 20 l da è cese rugbista. Fran lla de o ic cn Te Commissario na. In Nazionale italia ore at oc gi da , ra carrie militato con ha , o) m re st (e assonne e Grenoble, Carc n l'Auch, ni co per 12 stagio tore venne l’allena di e al qu lla de 98 5. Nel 19 dal 1988 al ‘9 nge Cup con le al Ch vinse la nel 2000 il Colomiers, e 2001 al al D con il Pau. llo staff ne o at st 2007 è Nazionale tecnico della 2008, francese. Nel l de a alla guid vinto Perpignano, ha cia an Fr lo scudetto in

e Nick Mallett e John Kirwan prima di lui erano istrionici e spumeggianti, mentre Pierre Berbizier non faceva poi molto per nascondere la propria diffidenza verso la stampa, Jacques Brunel appare, in questi suoi primi mesi italiani, pacato e riflessivo al punto giusto. Nominato successore del tecnico sudafricano alla guida dell’Italrugby in aprile, ed entrato in carica un minuto dopo l’eliminazione dell’Italia dalla Rugby World Cup neozelandese il due di ottobre del 2011, l’uomo che ha riportato a Perpignan lo scudo di Brenno dopo oltre cinquanta anni di vano inseguimento da parte del club catalano si è messo subito al lavoro macinando chilometri su e giù per la penisola, spes-

so e volentieri affiancato dal team manager Luigi Troiani, chiamato nell’occasione a vestire i panni di “Cicerone” del rugby di casa nostra. Franchigie di PRO12, club di Eccellenza, Accademie federali: Brunel è un CT con la valigia. Guarda, studia, osserva, sembra intenzionato a sviluppare un nuovo metodo di lavoro che vede la Nazionale al vertice di una piramide fondata su un unico credo tecnico. Quello del tecnico di Courrensan, appunto. Poco tempo per gli esperimenti – il Sei Nazioni, per la prima volta all’Olimpico, è questione di poco tempo per lui vista la data della nomina – ma anche la voglia di attingere a piene mani dal vivaio che la Federazione e il movimento stanno producendo anno dopo anno attraverso le accademie U20 ed U18. «Il potenziale del rugby italiano è consistente - spiega Brunel in questa intervista realizzata da noi pochi giorni dopo la sua nomina – e sarà compito mio e dello staff dare fiducia, mezzi e idee ai giocatori per esprimersi al meglio. La struttura federale è efficiente, la FIR coltiva molto bene le accademie e sicuramente ci sarà bisogno della collaborazione di tutto il movimento, ad ogni livello, per poter operare nelle migliori condizioni. La Nazionale è la vetrina del rugby italiano». Que-

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GLI ALLENAMENTI DELLA NAZIONALE ITALIANA Il fotografo di Getty Images, l’agenzia ufficiale del nostro giornale e della Federazione Rugby, ha seguito gli allenamenti della Nazionale guidata dal neo CT Brunel. Un servizio fotografico in esclusiva che illustra dal di dentro le fatiche, che sopportano quotidianamente i rugbisti, necessarie per arrivare al massimo della condizione all’appuntamento più importante del rugby continentale. In palestra, sul campo, anche a piedi nudi e sulla strada, il gruppo azzurro è come un rullo compressore perché non si ferma mai.

sto il primo pensiero del tecnico francese che, ironia della sorte, ha esordito sulla panchina italiana il 4 febbraio allo Stade de France di Parigi contro i coqs di cui è stato per sei anni assistente allenatore. Ed ecco cosa ci aveva detto prima dello storico esordio per lui sulla panchina azzurra al Sei Nazioni. «Esordire contro la Francia allo Stade de France - le parole del CT - avrà per me un significato particolare, inutile nasconderlo: di certo anche i coqs non cambieranno molto rispetto al Mondiale, ma loro sono una squadra di alto livello che ha conquistato un posto in finale in Nuova Zelanda». L’esordio è stato amaro, purtroppo: 30-12 per i padroni di casa, che hanno così vendicato la disonorevole sconfitta, per loro, della passata edizione. RUGBY | 34

Brunel, è deluso da come sono andate le cose all’esordio? «Abbiamo avuto una grande voglia di giocare – risponde il CT – e di imporre qualcosa alla squadra francese. Non abbiamo trovato però un equilibrio sufficiente tra il gioco alla mano e quello al piede e abbiamo avuto problemi nel punto di incontro, perché loro spesso ci disturbavano o facevano pressione sul mediano di mischia. Poi nel primo tempo abbiamo fatto uno o due regali alla squadra francese. Dunque il punteggio forse è un po' troppo duro per noi perché di occasioni per fare meta ne abbiamo create mentre loro hanno avuto poche possibilità, ma sono stati bravi a sfruttarle tutte. Comunque mi è piaciuto lo spirito che ha avuto la squadra, la voglia di imporsi. Tutto questo è un


, pronto rgamasco Mirko Be a calciare

amento te l’allen k duran to di brea en m o m un

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Gli allenatori della Nazionale

buon inizio per il torneo. L'Inghilterra? Sarà ancora una volta una grande partita, una partita difficile. Sarà comunque una grande festa allo Stadio Olimpico, una splendida vetrina per il rugby italiano e per un Torneo che rappresenta la storia di questo sport. Sono sicuro che l’Olimpico sarà uno stadio caldissimo e che sapremo entusiasmare il nostro pubblico». Idee chiarissime anche sul piano di gioco da far adottare a Parisse («se lo vorrà, rimarrà capitano... ne parleremo», ci disse sempre nell’intervista concessa dopo la nomina) e compagni. «Attacco e difesa sono strettamente collegati, non parlo di piano di gioco quanto di equilibrio. Per questo quello su cui lavoreremo sarà un maggiore equilibrio tra il gioco degli avanti e quello dei trequarti RUGBY | 35

1947/48 Tommaso Fattori 1949: Giorgio Briasco/Antonio Radicini 1949/50: Romano Bonifazi 1950: Francesco Vinci 1950/51: Renzo Maffioli 1951/54: Renzo Maffioli/Julien Saby 1954/56: Buby Farinelli, Aldo Invernici, Umberto Silvestri 1956/57: Giusto Fereoli, Aldo Invernici, Umberto Silvestri 1957/58: Sergio Barilari, Aldo Invernici, Umberto Silvestri 1958/59: Sergio Barilari, Mario Battaglini, Gabriele Casalegno, Aldo Invernici 1960/61: Sergio Barilari, Romano Bonifazi 1961/65: Aldo Invernici/Buby Farinelli 1965/67: Gianni Del Bono 1967: Mario Martone, Sergio Barilari 1967/70: Aldo Invernici 1970: Giordano Campice 1970/71: Sergio Barilari 1971: Aldo Invernici 1971: Guglielmo Geremia 1972: Gianni Del Bono, Sergio Del Grande, Umberto Levorato 1972/74: Gianni Villa 1974: Francesco Vinci 1975/77: Roy Bish 1977: Isidoro Quaglio 1977/78: Gwyn Evans 1978/81: Pierre Villepreux 1981/85: Paolo Paladini, Marco Pulli 1985/88: Marco Bollesan, Gianni Franceschini 1988/89: Loreto Cucchiarelli 1989/93: Bertrand Fourcade 1993/99: Georges Coste 1999: Massimo Mascioletti 1999/02: Brad Johnstone 2002/05: John Kirwan 2005/07: Pierre Berbizier 2007/2011: Nick Mallett 2011-: Jacques Brunel


e vale lo stesso per il tipo di mediano d’apertura che dovremo utilizzare: un giocatore equilibrato, bravo in attacco, in difesa, al largo, vicino al pacchetto. L’equilibrio è alla base di tutto». Equilibrio che il tecnico francese ha cercato con insistenza durante i diversi collegiali degli Azzurri, fino all’ultimo del 2011, dal 18 al 20 dicembre all’Acqua Acetosa. E, fianco a fianco con tanti volti noti, ha iniziato ad inserire giovani e giovanissimi. È il caso dei vari Morisi, Esposito, Odiete e Campagnaro, tutti tra i diciotto e i venti anni di età. «Se sono stati convocati è perché hanno tutti la possibilità di ritagliarsi un posto in vista del 6 Nazioni», le parole del CT alla fine di quel raduno. «È importante concedere a questi ragazzi la possibilità di mettersi in mostra ad alto livello, anche se non posso dire se li vedremo in campo al Torneo o se dovranno aspettare il tour estivo in Sud e Nord America». Il primo

problema da risolvere prima dell’esordio nel Sei Nazioni, però, non era quello dell’inserimento o meno dei giovani, ma l’annoso problema del mediano d’apertura. «Ho visto almeno quattro numeri nove giovani in Italia che sono in grado di ambire alla maglia azzurra di mediano di mischia titolare – disse il CT al termine del raduno dell’Acqua Acetosa -, e questo è confortante. La situazione per il numero dieci è diversa, anche se è vero che tutte le squadre cercano un numero dieci di qualità, tranne forse la Nuova Zelanda che ha Daniel Carter. Noi siamo in una situazione particolare, perché c’è chi come Bocchino ha fatto il Mondiale ma non gioca al più alto livello possibile in Italia. Il ruolo di mediano d’apertura rappresenta di certo un aspetto importante su cui dobbiamo concentrarci. È un ruolo difficile, di grande responsabi-

lità, dove la capacità di prendere la decisione giusta è fondamentale. Io ho avuto il privilegio nella mia carriera di allenare Carter, il numero dieci più completo del panorama internazionale, posso dire che un grande numero dieci deve essere in grado, su quaranta scelte di gioco possibili nel corso di una partita, di fare la scelta giusta per la squadra trentacinque volte». Un giocatore del genere, all’Italrugby, manca dal 2003, anno del ritiro di un certo Diego Dominguez dalla scena internazionale: da allora tutti i giocatori che hanno vestito la maglia azzurra numero dieci hanno faticato non poco nel tentativo – ad oggi non ancora raggiunto – di non far rimpiangere l’oriundo di Cordoba, passato dal campo al ruolo di opinionista Sky con la stessa disinvoltura con cui guidava l’attacco italiano. Dopo un Mondiale in cui nè il più esperto Orquera né l’astro nascente Bocchino hanno brillato – Bocchino, dopo una buona stagione, ha mostrato limiti evidenti nel match decisivo perso contro l’Irlanda a Dunedin – era interessante conoscere la scelta finale di Brunel per la maglia numero dieGonzalo Canale si applica nel sollevamento pesi. in questo caso viene utilizzato un copertone di un mezzo pesante non solo per il peso ma anche perché la forma dell’oggetto non garantisce una presa “sicura”


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ci: nei primi raduni della sua gestione, il tecnico francese ha convocato insieme ai già citati Bocchino ed Orquera il numero dieci della Benetton Treviso Kristopher Burton che, dopo aver avuto un ruolo importante nell’ultimo 6 Nazioni, non ha conquistato la fiducia di Mallett mancando la convocazione per la rassegna iridata neozelandese. Senza dubbio il miglior attaccante tra i papabili per lo spot d’apertura, nella prima metà di stagione in Pro12 l’italo-australiano ha mostrato anche evidenti progressi in difesa, da sempre suo punto debole. Orquera, per suo conto, si è confermato spesso e volentieri fondamentale dalla piazzola con la maglia degli Aironi, dove in estate è costato l’ingaggio proprio a spese di Bocchino: il piccolo numero dieci ex-Brive ha coraggio, inventiva e, nonostante gli evidenti limiti fisici – è alto 170cm per 80 chili – una buona attitudine difensiva. Ha più presenze internazionali di Burton, una solida esperienza nel Top14 francese e sta disputando un buon inizio di stagione ma, è anche vero che, sulla scena dei test-match, ha più di una volta mostrato tutti i suoi limiti.

11 maggio 2011: il neo ct azzurro brunel stringe la mano al presidente fir dondi

Riccardo Bocchino, viterbese classe 1988 con un background rugbistico tutto romano – è cresciuto alla Capitolina – sembrava la scelta meno probabile: all’alba dei ventiquattro anni, Riccardo non ha ancora mantenuto quanto sembrava promettere durante la sua formazione con le Nazionali giovanili tanto che, in estate, gli Aironi non ne hanno rinnovato il contratto preferendo richiamare in Italia pro-

orzo, e dello sf dal, al limit o esercizio del corp un solo uscolari Fava, con le fasce m o Carlo Del icamente tutte i al coll at dominal allena pr glutei, dagli ad ai le cosce

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prio Luciano Orquera. I due hanno diviso la maglia numero dieci ai Mondiali di settembre ed ottobre in Nuova Zelanda, ma la prestazione di Bocchino nel secondo tempo contro l’Irlanda ha mostrato tutti i limiti e le difficoltà del giovane laziale, difficoltà che hanno continuato ad apparire anche nel Campionato d’Eccellenza dove Bocchino è stato chiamato a dirigere la cabina d’attacco degli Estra I Cava-

Una sessione di pugilato, necessaria per abituare i giocatori a ripararsi dai colpi che in una gara di rugby possono scaturire da una fuga con la palla o semplicemente nell’approccio alla mischia


na serie fettua u rbieri ef rca di Robert Ba . Sempre alla rice te e agilità di ripetu rio tra potenza ib un equil l ius Van Zy te Cornel Il gigan h Brunel dal coac , ascolta ite ve impart le diretti

Calendario RBS 6 Nazioni 2012 Sabato 4 febbraio Francia - Italia 30-12 Scozia - Inghilterra ore 17.00 Domenica 5 febbraio Irlanda - Galles ore 15 Sabato 11 febbraio Italia - Inghilterra ore 17.00 Francia - Irlanda ore 21.00 Domenica 12 febbraio Galles - Scozia ore 15.00

Domenica 26 febbraio Scozia - Francia ore 15.00 Sabato 10 marzo Galles - Italia ore 14.30 Irlanda - Scozia ore 17.00 Domenica 11 marzo Francia - Inghilterra ore 16.00 Sabato 17 marzo Italia - Scozia ore 13.30 Galles - Francia 14.45 Inghilterra - Irlanda ore 17.00

Sabato 25 febbraio Irlanda - Italia ore 13.30 Inghilterra - Galles ore 16.00

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Sergio Parisse, in alto, e marco bergamasco, in basso. uno tira dei pesi legati ad una corda l’altro trascina dei sacchi molto pesanti. d’altronde Macchine per allenamenti così specifici... non esistono


, scalzi e ladiatori Come i g

spq ort

ce alla mer mperie delle inte

l’olimpico nel suo look per la palla ovale Da sinistra, nel giorno della presentazione del rugby allo Stadio Olimpico, il direttore della coni servizi diego nepi MOLINERIS, il presidente della fir giancarlo dondi, il consigliere federale e membro Fir nel Comitato di Gestione del Sei Nazioni pierluigi bernabò e il direttore del dipartimento sport di roma capitale bruno campanile

Incredibile la forza che viene sprigionata in questo gesto che, vista la naturalezza con cui viene effettuato sembra semplce, provare per credere

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Dal Flaminio all’Olimpico er dodici anni consecutivi il grande rugby internazionale ha trovato la sua casa nello Stadio Flaminio, uno dei gioielli architettonici della Capitale. Dodici anni di vero amore, perché lo Stadio ha fatto registrare per ogni partita degli Azzurri il tutto esaurito. Ora il Flaminio è in via di restyling e Roma ha sfiorato la perdita del Torneo delle 6 Nazioni. Poi, grazie al grande lavoro “diplomatico” svolto dal Sindaco Alemanno, dal Delegato allo Sport Cochi e dal Direttore Campanile, è arrivata la conferma della sede, sempre la Capitale, con la gradita novità dello Stadio Olimpico. Da come sta andando la prevendita, c’è da scommettere Quattro i precedenti che anche per le due all'Olimpico per il Rugby: gare casalinghe nel 1954, Italia-Francia 12-39; dell’Italia di questa nel 1986: Italia-Inghilterra 15-15, edzione si registrerà il nel 1995: Italia-Sudafrica 21-40 tutto esaurito. e nel 1996 Italia-Galles.

P

Scatti nella storia

lieri Prato, attualmente primi in classifica, dove ancora una volta il nostro è stato protagonista di apparizioni altalenanti. Questi, di primo acchito, erano i tre nomi più probabili per due posti da mediano d’apertura. Ma Brunel aveva fatto capire che avrebbe potuto anche puntare, in extremis, su Tobias Botes, ventisettenne equiparato sudafricano della Benetton Treviso in grado di rivestire tanto il ruolo di nove che – seppur con meno brillantezza – quello di apertura. Dunque, dove è caduta la scelta di Brunel all’esordio con la Francia? Sui due mediani d’apertura della Benetton Treviso: Kristopher Burton e proprio il meno papabile Tobias Botes. Il primo, con nove caps alle spalle, ha giocato titolare. Il secondo, all’esordio in Nazionale, gli è subentrato al 56°. Se la scelta è stata azzeccata lo si scoprirà nelle prossime partite.


Alessia

2.0

FILIPPI

Dopo un anno e mezzo di stop, la campionessa del Mondo vuole volare ancora in alto. E, per farlo, ha indossato la tuta delle Fiamme Gialle e tornerà… in caserma. Ma, giura, il matrimonio non ne risentirà! di Federico PASQUALI

A

lessia Filippi è un patrimonio nazionale da tutelare. In carriera, a soli 24 anni, ha già vinto tanto: è una delle sole tre azzurre capace di vincere una medaglia olimpica, e le altre due si chiamano Novella Calligaris e Federica Pellegrini! Ma non ha vinto quanto avrebbe potuto. Da due anni, dopo il Mondiale di Roma 09, dove si tolse i panni della “Pupona” per diventare semplicemente “Alessia”, una campionessa matura, non lascia più il segno. La nuotatrice romana, campionessa del mondo dei 1500 stile libero e argento olimpico degli 800, ha avuto un black out troppo lungo per un atleta del suo calibro. Colpa di chi? Più che colpe, tanto

quelle ce le hanno in molti ma nessuno le ammette in questi casi, una serie di fattori l’hanno lasciata al palo. Scarica psicologicamente dopo i successi del mondiale romano, poi infortunatasi ad una spalla, e ancora la decisione di sposarsi e iniziare una vita privata più intensa, e infine le poche persone che hanno saputo capire il suo momento no per aiutarla concretamente. Ora però Alessia vuole tornare a tutti i costi sulla ribalta internazionale. E per farlo, dopo un così lungo periodo buio, ha deciso di cambiare. Dall’Aurelia con Pontani alle Fiamme Gialle con Palloni. Un cambio che vale un ritorno, in quanto Alessia era stata fino al 2005 atleta finanziera. Tutto per tornare ad essere quella stella del nuoto che per anni ha fatto sentire orgogliosi i romani.


spq ort Perché ha deciso di tornare alle Fiamme Gialle? «Perché ero a un bivio e dentro di me è maturata la convinzione che solo con loro avrei potuto tornare a fare l’atleta vera. Non gareggio da tempo, non mi alleno bene da mesi. Dovevo cambiare e ho preso coraggio prendendo la decisione da sola, senza consultare nemmeno mio marito». Dopo i Mondiali di Roma ha pensato al ritiro? «Non gareggiare per così tanto tempo ti porta a pensare a compiere un atto così drastico. Diciamo che il pensiero mi sfiorava a volte, ma poi la voglia di tornare ad essere un atleta di livello ha prevalso». E quindi? «Una mattina ho preso coraggio e ho chiamato Palloni, il tecnico delle Fiamme Gialle con il quale mi sono allenata per anni. Gli ho parlato col cuore, e lui che ama le sfide mi ha aperto le porte senza nemmeno pensarci tanto». Come è stata accolta al centro sportivo della Finanza di Castelporziano? «Bene. Il comandante Parrinello mi ha abbracciato e i compagni che già conoscevo erano felici di rivedermi. Certo ci vorrà un po’ di tempo epr recuperare tutti i rapporti stretti che avevo istaurato durante gli anni in cui gareggiavo con loro. Ma con il sorriso che mi è tornato suelle labbra sarà tutto più facile». Dunque si è trasferita nuovamente in caserma? «Si, perché solo così

so che posso tornare pian piano a fare la vita da atleta professionista. Fortunatamente mio marito Federico è maturo e mi sostiene sempre, quindi non ne risentirà la mia vita privata. Anzi, sono sicura che il rapporto si rafforzerà perché lui sa che nella vita voglio fare l’atleta, quindi se sto bene io psicologicamente viviamo entrambi una situazione migliore». Ci parli del suo lungo periodo infernale. «Il Mondiale di Roma mi ha buttato a terra per la troppa pressione che avevo sulle spalle già dai mesi precedenti. Nella piscina del Foro Italico ci sono cresciuta, e gareggiare li dentro a un Mondiale, davanti al pubblico della mia città, con i media che mi davano tra le favorite per vincere almeno un oro non è stato facile a ventidue anni. Poi, dopo le due medaglie. e invece di godermi i successi ho perso la voglia di nuotare. Pochi mesi dopo mi sono anche infortunata ad una spalla e questo ha complicato le cose. Il problema fisico continuo ad averlo, anche se ora non provo più dolore quindi riesco ad allenarmi con i ritmi di una volta. Quello che dovevo ritrovare però, prima di tornare al top fisicamente, era la serenità interiore. E ora l’ho già ritrovata, grazie anche al mio tecnico Palloni che è molto motivato». Quindi ha ripreso già a spingere in allenamento? «Si, con le dovute cautele ma già sono tornata a fare quasi quindici chilometri al giorno, a dispetto dei quattro-cinque che

facevo negli ultimi mesi. L’obiettivo immediato è quello di riacquisire potenza e massa muscolare che ho perso in questo lungo periodo di stop. In questi mesi lavoreremo per questo con il tecnico e nei raduni che farò a Ostia con il gruppo di fondisti guidato da Stefano Morini. Poi farò tante gare, tutte quelle in programma sino a fine dicembre, ma solo per riprendere confidenza con i blocchetti di partenza e la tensione della gara». Tutto questo finalizzato a…? «A capire, giorno dopo giorno, gara dopo gara, quanto potrò risalire la china nel 2012. Il programma fatto con il mio tecnico è molto chiaro. Se riuscirò lavorando sodo a stampare qualche tempo di buon livello sugli 800 metri stile libero, da gennaio mi preparerò per ottenere, nelle gare di marzo, la qualificazione ai Giochi olimpici di Londra». Se andrà bene o se andrà male cosa farà? «Se andrà bene potrei proseguire per altri due-tre anni. Se invece i risultati non mi daranno ragione deciderò il da farsi alla fine del prossimo anno. Potrei smettere di nuotare per proseguire con un altro ruolo nel mondo del nuoto o cambiare decisamente vita». Cosa le interesserebbe fare? «Proseguire l’università di scienze motorie, studiare l’inglese, fare l’estetista. Ho tante idee per la testa, ma per ora penso soltanto al nuoto e a tornare la Filippi che tutto il mondo ha conosciuto».

Le sue VITTORIE Giochi olimpici Campionati mondiali Mondiali in vasca corta Europei Europei in vasca corta Giochi del Mediterraneo Campionati Italiani

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Gabriele con Livia, la sua fidanzata storica

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spq ort

CRISTIANO SANDRI,

IO E MIO FRATELLO Gabriele Sandri, un tifoso, tra tanti, passato tristemente agli onori della cronaca. Di quanto è accaduto si è tanto parlato e scritto. Ma chi era veramente? Il fratello lo ricorda in un lungo articolo... a ricordo come fosse ieri quella domenica di novembre, l’11 novembre 2007. Il telefono di casa squilla, un amico dall’altra parte della cornetta mi dice di recarmi ad Arezzo per Gabriele. Immediatamente percepisco che deve essergli successo qualcosa a Gabriele, a mio fratello. Questa sensazione è confermata quando mi dicono di farmi accompagnare. Chiedo perchè, per quale motivo? dall’altra parte una risposta vaga. Il cuore mi si gela quando contatto chi mi mi porterà poi ad Arezzo che al telefono mi dice: «Cristiano, hai sentito, hanno sparato ad un tifoso della Lazio». Non può essere, non voglio crederci ed intanto comincia a crescere un dolore sordo pervasivo, indescrivibile: la paura che si tratti di mio fratello e la speranza che non sia Gabriele. Purtroppo questa speranza si rivela subito vana perchè la fre-

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nesia di sapere qualcosa mi fa accendere la radio della macchina su cui viaggio. La notizia dell’uccisione di mio fratello Gabriele l’ho ricevuta così, da un’autoradio, una pugnalata al centro del cuore, moltiplicata all’ennesima potenza perchè ho dovuto io comunicare a mia madre ed a mio padre la morte di loro figlio, non potrò scordare mai le loro grida. Una giornata che ha cambiato per sempre la vita della mia famiglia.

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rati in aria da un agente della Polstrada di Battifolle. Come è possibile colpire qualcuno con «dei colpi sparati in aria»? Ad oggi questa versione è stata superata dalla sentenza della Corte d’Assise di Appello di Firenze che ha condannato l’imputato, Luigi Spaccarotella, per omicidio volontario con dolo eventuale. La vita strappata a Gabriele troppo presto ed in modo così ingiusto ed assurdo ha scosso una intera Nazione. Da quel giorno non sono mai

La notizia dell’uccisione di mio fratello Gabriele l’ho ricevuta così, da un’autoradio. Una pugnalata al centro del cuore

Una giornata orrenda che qualcuno cercò di mistificare anche con un po’ di fango su Gabriele, che vergogna! Gabriele ucciso a causa di colpi spaRICORDI | 43

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mancati alla mia famiglia l’affetto e la solidarietà di tanti amici ma anche di migliaia di persone mai conosciute prima.


I fratelli a casa

Con la maglia del Vis Aurelia nella categoria esordienti

I fratelli Sandri con un amico al Dall’Ara di Bologna

L’elaborazione di un dolore è un fatto personale che ognuno di noi affronta a modo proprio. Di sicuro, la scomparsa di Gabriele ha colpito profondamente una generazione intera di giovani. Da parte nostra, della mia famiglia, abbiamo pensato, confortati in primo luogo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che la morte di Gabriele non dovesse cadere nel dimenticatoio ma, al contrario, potesse essere di monito, affinchè tragedie di questo tipo non debbano più accadere. In questo modo è iniziato un percorso meritorio unitamente al Comune di Roma prima, con l’ex Sindaco Walter Veltroni, ed oggi con l’attuale Primo Cittadino di Roma Capitale Gianni Alemanno, per far si che venisse costiuita la Fondazione Gabriele Sandri. Oggi la Fondazione è operativa e ha la sua sede in Piazza della Libertà, luogo estremamente rappresentativo per noi tifosi della Lazio perchè in questa storica piazza, il 9 gennaio del 1900, nacque la prima squadra della Capitale. Piazza della Libertà anche per Gabriele era un punto di riferimento e non c’era anniversario della nascita della nostra amata Lazio che non

festeggiavamo proprio lì, al centro di Roma, aspettando le 24 dell’otto gennaio per brindare ai natali della squadra del cuore per un evento spontaneo, non organizzato che richiamava in piazza noi ed altre migliaia di persone per salutarci, ri-

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attraverso il radicamento di valori positivi nel rispetto della legalità per una nuova cultura dello sport e della vita. La Fondazione Gabriele Sandri sarà sempre per il dialogo, rappresentando le istanze di chi, soprattutto tra le

In ricordo di Gabriele si è formato, per la prima volta nella storia, un moto popolare trasversale tra tutte le tifoserie d’Italia

trovarci, ricordare quanto il nostro popolo sia legato a un simbolo, a una data, alla tradizione. Il piccolo edificio che ospita i locali della Fondazione, un’ex cabina elettrica di inizio ‘900, è attualmente aperto al pubblico poichè al suo interno è operativa la “biblioteca del calcio” che consente ad ogni persona interessata, di poter consultare, a titolo gratuito, libri e riviste unicamente dedicate al gioco del calcio. È importante sottolineare che questa iniziativa è unica nella città di Roma. Una Fondazione giovane rivolta soprattutto ai più giovani per combattere ogni forma di violenza (purtroppo Gabriele ne è stato vittima) RICORDI | 44

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fasce giovanili, si sente emarginato. Per quanto possibile la Fondazione cercherà di apportare il suo contributo per una società migliore proprio attraverso i valori sani dello sport. Con orgoglio possiamo affermare che in ricordo di Gabriele si è formato, per la prima volta nella storia, un moto popolare trasversale tra tutte le tifoserie d’Italia, senza distinzioni di bandiere o colori, pronto ad impegnarsi per iniziative lodevoli. Personalmente non dimenticherò mai il derby capitolino disputatosi dopo la morte di mio fratello. Mio padre Giorgio assistette a quella partita nella Curva Sud, cuore della tifoseria giallorossa, con la sciarpa


spq ort di Gabriele al collo e i tifosi della Roma aprirono uno striscione bellissimo con la scritta “Le lacrime non hanno colore, Gabriele uno di noi“ andando proprio sotto la Curva Nord ossia la casa del tifo laziale. Ho ancora nelle orecchie il fragore degli applausi di 70.000 persone ed il nome di Gabriele gridato da tutto lo Stadio Olimpico; sono certo che Gabriele lo avrà sentito... La stracittadina per noi romani è sempre stata la “partita” per antonomasia e neanche mister Zeman, allenatore di ambedue le compagini in tempi diversi, con il suo apparente distacco emotivo è riuscito nell’impresa impossibile di convincere le tifoserie che fosse una partita uguale alle altre. Nessun’altra partita di campionato, infatti, era vissuta da Gabriele, ma anche dal sottoscritto, con una trepidazione lunga 14 giorni: la settimana pre derby e quella successiva che poteva essere la più bella in assoluto, se la Lazio vinceva, o quella che ti tagliava le gambe se l’esito era infausto... Il giorno della “partita” iniziava molto presto; lettura del quotidiano sportivo con inserto speciale derby annesso, un po’ di musica per avere

la carica giusta e la decisione tutta in famiglia per chi avrebbe preso la sciarpa, la prima degli Irriducibili, quella “Popular” che assieme ad una a bande bianche e celesti erano le preferite sia di Gabriele che mia. Poi, la partenza con lo scooter, il pranzo con gli amici e poi verso stadio, con il cuore a mille, per giocare la partita, perchè a fine gara non solo perdevamo la voce ma gli effetti sul fisico erano gli stessi di una ga-

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to a far riflettere sull’importanza della vita umana che non può essere in alcun modo violata. Proprio per sottolineare quest’ultimo valore, l’undici novembre 2011 nelle città di Roma, Milano e Lecce l’iniziativa “Se hai cuore dona“ ha portato più di cento persone a donare il sangue presso i centri trasfusionali dove operano i gruppi donatori volontari Gabriele Sandri per contribuire alla difesa della vita.

Gabriele è stato un attaccante in Promozione. Era un uomo squadra, si sacrificava per il compagno

ra di calcio giocata allo spasmo. Il derby vuol dire questo, il calcio vuol dire questo... è una passione che a volte può apparire sproporzionata ma, del resto, al cuore non si comanda! Sono convinto che quel derby giocato dopo la morte di Gabriele sia stato vinto dalle tifoserie per la compostezza, la civiltà e la grande umanità dimostrata da migliaia di giovani stretti al nostro dolore e che allo stesso tempo possa aver contribui-

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Gabriele Sandri. Nome associato nell’immaginario comune alla categoria del “tifoso”. Ma Gabriele, oltre ad avere la passione per la sua squadra del cuore, era un amante del gioco del calcio; è stato un valido calciatore, di ruolo attaccante, a livello dilettantistico sino alla categoria della Promozione ed uno dei suoi allenatori, Mr. Bianchini, aveva compreso benissimo le sue doti non solo tecniche ma soprattutto umane.

A Brema, con gli amici per l’ultima trasferta europea di Gabriele

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A casa al mare. Gabriele si divertiva a salire su una magnolia

Gabriele a casa appena nato

Gabriele, infatti, era un uomo squadra, si sacrificava per il compagno in difficoltà e non lesinava energie. Come calciatore, sia a livello tecnico che caratteriale, l’ho sempre accostato a Casiraghi, che poi era il gio-

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Nel giorno della laurea di Cristiano con gli amici storici. Gabriele mostra, orgoglioso, la tesi del fratello

ni quando si congedò dal Vis Aurelia, squadra nella quale Gabriele ha sempre giocato, volle salutare mio fratello con un biglietto sul quale c’era scritto: “Non ti risparmi mai, ogni allenatore vorrebbe avere nel-

Il suo esordio sugli spalti fu in una partita speciale, Lazio-Vicenza. Eravamo io, mio padre e Gabriele insieme in Tribuna Tevere

catore che Gabriele amava di più. Da grande, invece, legò tanto con Lorenzo De Silvestri. Lo conobbe poiché un amico lo portò a suonare alla sua festa di compleanno. Mi ricordo che quando Gabriele militava nella categoria giovanissimi subì un grave infortunio, si ruppe tibia e perone in un contrasto, ma con grande forza di carattere recuperò anche prima del tempo previsto dai medici. Ho paragonato Gabriele a Pierluigi Casiraghi perchè come l’ex bomber della Lazio non era un grande realizzatore, ma il suo carisma, la sua grinta lo facevano apprezzare maggiormente di qualche goal in più, era considerato dai compagni un trascinatore. Lo stesso Mr. Bianchi-

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la sua squadra un calciatore come te, Gabriele cuor di leone“. Ecco, credo che con queste poche parole il Mr. abbia perfettamente descritto Gabriele come uomo e calciatore. La sua passionaccia per il calcio è stata una mia “responsabilità“. Come fratello minore, dopo aver seguito il padre sugli spalti dello Stadio Olimpico in Tribuna Tevere, smaniava per seguire il sottoscritto in Nord, e così è stato. Quanti bellissimi ricordi di partite e giornate vissute insieme a trepidare per la nostra Lazio, uniti accanto ad altri amici. Quegli amici con cui non condividevi unicamente l’incontro di calcio ma anche tutto il resto. Quando il cuore ti batte per una RICORDI | 46

squadra di calcio cerchi il modo per aiutarla a vincere ed il tifoso fa questo: con il proprio sostegno crede di poter apportare alla propria compagine quell‘energia necessaria per superare le difficoltà del match. Gabriele è riuscito anche a vedere la Lazio al vecchio Stadio Olimpico, infatti il suo esordio sugli spalti fu in una partita speciale, quella del -9, Lazio-Vicenza di Serie B. Eravamo io, mio padre e Gabriele insieme in Tevere. Quella partita fu indimenticabile perchè la vittoria permise alla Lazio di giocare a Napoli gli spareggi per non retrocedere. Mi ricordo lo stupore di mio fratello nel vedere uno stadio di calcio ad appena 5 anni, così stracolmo di gente (70000 tifosi laziali!), quelle bandiere al vento, quei cori della curva incessanti fino al goal di Fiorini che fece letteralmente esplodere la gioia incontenibile dell’Olimpico e che portò Gabriele stretto nelle braccia mie, di mio padre e degli altri amici di sempre. In quell’occasione, al termine della gara, un signore volle regalare a mio fratello la sua vecchissima sciarpa biancoceleste. Anche questa è stata una pagina importante di storia laziale e coincise, peraltro, con la prima partita alla


spq ort quale assistette Gabriele. Quel signore, evidentemente, nel mettergli al collo la sua sciarpa biancoceleste vide in lui un giovane aquilotto portafortuna. Il primo derby di Gabriele fu invece al Flaminio alla fine degli Anni ‘80. E come non sorridere al ricordo di tre giorni di viaggio in pullman, partenza da Piazzale degli Eroi, per recarci allo Stadio Parco dei Principi di Parigi per vedere i 90 minuti della finale di Coppa UEFA con l’Inter. La partita la perdemmo ma il risultato è passato in secondo piano perchè in realtà la gara vera fu disputata quando ci fermammo in prossimità del confine con la Francia e due formazioni del pulman su cui viaggiavamo si fronteggiarono dando vita ad un vero e proprio spettacolo di giovialità romanesca. Quella parigina fu la prima trasferta europea di Gabriele. Fu una trasferta anomala anche perchè decidemmo di partire in pullman mentre solitamente utilizzavamo il treno per seguire la Lazio fuori casa, mezzo assai di moda nella curva d’allora e che ritenevamo più appropriato ed affascinante per gli spostamenti domenicali. Proprio in queste occa-

sioni hai modo di conoscere più approfonditamente gli amici con i quali condividi la passione per il calcio; infatti la trasferta, lo spostamento uniti tutti insieme per raggiungere la città che ospiterà la tua squadra, oltre a comportare grandi sacrifici di tempo ma anche economici, inevitabilmente crea i presupposti per lunghe chiacchierate, non solo pallonare, che consolidano conoscenze ed amicizie.

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ma predestinata, così fu; la Juve uscì sconfitta dallo stadio Renato Curi di Perugia e noi, dopo aver ascoltato dagli altoparlanti dell’Olimpico il secondo tempo di Perugia-Juventus, con una tensione nervosa indescrivibile, ci riversammo nel centro di Roma ed al Circo Massimo per festeggiare tutta la notte la Lazio Campione d’Italia, come recitava la prima pagina del Corriere dello Sport che abbiamo

Solitamente per le trasferte usavamo il treno, mezzo che ritenevamo più appropriato per gli spostamenti domenicali

Quanta gioia al pensiero di quel meraviglioso abbraccio allo stadio Olimpico di Roma quando la Lazio diventò Campione d’Italia per la seconda volta nella sua storia. Una giornata strana con un epilogo inimmaginabile. Infatti per vincere lo scudetto non sarebbe stata sufficiente la vittoria della Lazio all’ultima giornata di campionato ma la Juventus avrebbe dovuto perdere a Perugia con la squadra di casa vitti-

Gabriele a Perugia sventola la bandiera della Lazio

Nella stanza di casa

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conservato con cura. Gabriele, però, era soprattutto un ragazzo di 26 anni con una meravigliosa voglia di vivere che dovrebbe contraddistinguere ogni giovane. Gabriele amava la musica. Vasco Rossi e Battisti erano i suoi autori preferiti. “Meravigliosa creatura” di Gianna Nannini, canzone a lui tanto associata, era invece quella che mettava alla fine delle sue serate, come si dice in gergo “a cappella”. Si, perché Ga-

Con Alessio, storico amico e la fedele consolle da dj

In curva a Firenze


IO E MIO FRATELLO briele era anche un apprezzato dj a livello nazionale, e di quest’altra passione ne aveva fatto la sua professione coniugandola alla collaborazione nell’attività di famiglia. Gabriele era soprattutto mio FRATELLO. Ho scritto appositamente fratello in maiuscolo perchè lui era la persona che amavo di più. Un rapporto speciale il nostro - ricordo ancora perfettamente quando a sette anni lo vidi neonato entrare dalla porta di casa in braccio a mia madre di ritorno dopo il parto - probabilmente perchè di caratteri complementari: io un po’ schivo ed introverso, lui espansivo e caciarone . La differenza di età se da una parte mi ha fatto sentire come un secondo padre, dall’altra non ci ha impedito di condividere molte passioni. Personalmente ciò che mi rendeva più orgoglioso, potrà sembrare banale, era la naturalezza con la quale Gabriele si confidava con me cercando dei consigli per i risolvere i suoi problemi, grandi o piccoli che fossero, e nonostante lui fosse il minore, anche io, spontaneamente, gli confidavo le mie ansie e i miei dubbi, cosa non da poco per chi è stato sempre rimproverato, benevolmente, per il fatto di tenersi tutto dentro. Ci ascoltavamo a vicenda, per me Gabriele era un punto fermo. Gli unici consigli che non mi sentivo di dargli erano quelli sulle versioni di greco, materia che tutti e due mal digerivamo, ma al massimo mi limitavo a qualche dritta sulla professo-

ressa, che era la stessa di quando anche io frequentavo, come lui, il Liceo Ginnasio Tacito di Roma. Le litigate non mancavano, a volte veementi per questioni di principio a volte banali per chi era più forte a giocare a palletta. Giocavamo in una stanza di casa che si prestava poichè poco ammobiliata, riducendo così al minimo la possibilità di fare danni ma facendo sistematicamente arrabbiare nostra madre per le infinite discussioni e rosicate postpartita a cui davamo vita. Tutti e due gioivamo dei successi

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menti o comportamenti che non condivideva, anche nel mondo della sua professione da dj. Tanta era la sua passione per la musica altrettanto grande era il suo disappunto per la falsità. Ho sempre condiviso con mio fratello l’importanza dell’amicizia, non confondendola con la semplice conoscenza. L’amicizia non si misura, o c’è o non c’è; l’amico è quello che ti sa comprendere, che ti sostiene e che non aspetta nulla in cambio. L’inaccetabile morte di mio fratello mi ha fatto percepire il dolore dei miei amici che sof-

Per quanto mi riguarda non vedo l’ora di poter raccontare a mio figlio, quando sarà più grande, tutti i 26 anni dello zio, ogni particolare, ogni momento di vita trascorso insieme, cominciando da quando, neonato, l’ho visto arrivare a casa con i miei genitori…

dell’altro. La sua espressione di fierezza quando mi sono laureato non la potrò mai dimenticare ed il mio petto si gonfiava, anche se non glielo davo a vedere, quando mi raccontavano di come alla consolle facesse divertire un’infinità di ragazzi. A volte penso che Gabriele era solo prestato a questo mondo. Infatti la sua spontaneità, il suo altruismo e la sua PUREZZA d’animo spesso mal si sposavano con tanti atteggia-

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frivano per la scomparsa di Gabriele e allo stesso tempo avevano paura, conoscendo bene il nostro rapporto, che potessi cedere allo sconforto e lasciarmi andare, anche grazie a loro, e all’angelo che sento al mio fianco, tutto ciò non è avvenuto, anzi ho trovato delle risorse inaspettate per affrontare meglio le asprezze della vita. Sono orgoglioso perchè Gabriele nella sua breve vita ha dato piena prova di sè, del suo valore, ed è riuscito a farsi apprezzare dai suoi veri amici e da chi lo ha semplicemente conosciuto proprio attraverso quelle qualità di cui ho parlato sopra. Per quanto mi riguarda non vedo l’ora di poter raccontare a mio figlio Gabriele, quando sarà più grande, per filo e per segno tutti i 26 anni dello zio, ogni particolare, ogni momento di vita trascorso insieme, cominciando da quando, neonato, l’ho visto arrivare a casa con i miei genitori… Cristiano SANDRI

La famiglia al completo nel giorno della Prima Comunione di Gabriele

(foto Archivio Privato) RICORDI | 48


Politiche dello Sport

L’INIZIATIVA EDITORIALE DEL DIPARTIMENTO SPORT

Il Dipartimento Sport online su www.sportincomune.it


UN TUFFO NELLA VITA DI T A N I A C A G N O T T O


spq ort

un pomeriggio qualunque quando incontriamo Tania Cagnotto al circolo dell’Acqua Acetosa. È solare, allegra, un po’ stanca dopo le ore passate in piscina con papà Giorgio, grande campione di tuffi negli Anni ’70 e ora suo allenatore. Fuori inizia a fare freddo e allora Tania mi accompagna nella sua stanza, quella che condivide con la compagna e amica di sempre Francesca Dallapè. Le camere sono nuove come, d’altra parte, il centro tuffi, inaugurato tre mesi fa e rimesso totalmente in sesto. Con Tania partiamo proprio da qui.

È

Com è il nuovo centro tuffi dell’Acqua Acetosa? «Le stanze sono ben attrezzate e anche la piscina mi piace molto, hanno fatto un buonissimo lavoro».

La più grande tuffatrice azzurra di tutti i tempi, intervistata dopo un allenamento nel nuovo impianto dell’Acquacetosa di Serena CERRACCHIO foto Getty Images

re, non lunatica, mi piace fare le cose che fanno le altre ragazze. Vedo quasi ogni giorno i miei amici dopo gli allenamenti e mi piace andare a ballare quando ho tempo». La sera al pub sei da birra o coca cola? «Mah… quando posso l’aperitivo lo prendo volentieri e poi la birra non fa male diciamo…»

Sei figlia d’arte, come vivi il rapporto con tuo padre? «Abbiamo un bellissimo rapporto, a volte difficile perchè essendo anche allenatore si discute in piscina ma poi si chiarisce. Non è mai stato un peso, neanche da più piccola».

Patita di Laura Pausini, non ti perdi un concerto. E poi? «Elisa, Pink, Eros Ramazzotti».

Com’è Tania Cagnotto fuori dalla piscina? «Non tanto diversa da come sono sul trampolino. Sono sola-

Federica Pellegrini diva, l’hai sentita dopo l’estate movimentata? «Non siamo così amiche, nel senso TUFFI | 51

che non ci sentiamo. Ci salutiamo alle gare ma non abbiamo un rapporto fuori. Sulle sue scelte non dico niente ognuno è libero di fare le scelte che preferisce». Molti atleti come Howe, Pellegrini, Montano sono stati catturati dalle luci dello spettacolo, è un mondo che ti ispira, ti intriga? «Un pò fa gola a tutti perchè è una fonte di guadagno e a tanti piace aver la fama e essere famosi. Se uno ne ha la possibilità e gli piace è giusto che lo faccia. C’è chi non se la sente di farlo perché in un anno importante e non riesce ad allenarsi, e chi non vuole perdere l’occasione». Ma per capirci, ci andresti mai ad Un isola dei famosi? «No, mai! Sono andata due volte a fare colloqui, quest’anno a Baila, è l’unico programma che farei. Poi ho sempre dovuto rinunciare perché facendo il programma in un’altra città l’impegno era tropo grande. Magari il prossimo anno dopo le Olimpiadi lo farei più serenamente perché senza impegni e perché, soprattutto, mi piace ballare. L’unico reality che farei dovrebbe riguardare il ballo, il resto nulla».


Se non avessi fatto la tuffatrice… chi saresti oggi? «Non lo so, probabilmente avrei studiato, penso fisioterapia. Ho fatto un anno d’università a Houston in America poi sono tornata e avrei continuato ma qui in Italia è difficile perché non c’è lo stesso metodo. O ti alleni 6, 7 ore al giorno o studi. C’è qualcuno che fa entrambe le cose ma si riducono le ore di allenamento». Però ho letto che ti piacerebbe fare la commentatrice televisiva, giusto? «Si, quello si, molto. Vedremo…». Il tuo rapporto con Francesca Dallapè? Il letto suo è di sicuro più incasinato del tuo. «È più disordinata, si. In prima linea siamo amiche poi siamo compagne di squadra perchè ci conosciamo da una vita. Da quando abbiamo fatto sincro insieme siamo diventate più amiche. Ma diciamo che andiamo cosi bene perché c’è il rapporto prima di tutto. Se fai sincro con una persona che non stimi e con cui non hai rapporto è difficile». Tre libri sul comodino tra i due letti. Quali sono i tuoi e quali i suoi? «Tutti e tre miei. Ne ho portato uno

e lo stavo per finire così ho chiesto a Fra se me ne portava uno ma si è dimenticata. Così ho chiesto ad un’amica di Roma e me ne ha portati altri due».

sono ovviamente dalla parte degli sport minori. Ma ammetto di non essere una informata quando ci sono le gare anche se quando posso seguo».

Quindi ti piace leggere? Cosa ti piace? «Leggo solo in trasferta perché a casa non ho mai tempo. In Cina per esempio leggo molto perché la tv non si capisce. Thriller, romanzi, gialli».

Amore… come va con Stefano Parolin? «Molto bene, conviviamo da un anno anche se io manco spesso».

Attualità: gli indignati e i black block, cosa pensi? Saresti scesa in piazza o no? «Ho seguito in televisione e poi perché se n’è parlato, si. Sono cose allucinanti che non dovrebbero accadere. Non credo che manifestando cambi qualcosa per cui no. Me ne lavo le mani perché penso non cambi niente. Io e la politica siamo su due mondi diversi, ci sarebbero tante di quelle cose da sapere che è facile criticare quindi non lo faccio proprio». La squadra del cuore? O un altro sport che segui e ti piace molto? «Il calcio non lo seguo, non sono una grande sportiva. Mi emoziono a vedere i filmati quando vince la Vezzali piuttosto che Antonio Rossi o qualche mio connazionale perché TUFFI | 52

Come hai conosciuto Stefano? «Ci siamo conosciuti in barca a vela, lui ha la patente nautica e ci siamo incontrati tramite un amico in comune durante un week-end. E… ci siamo trovati». Sei stata molto tempo con Francesco dell’Uomo, anche lui tuffatore, perché è finita la vostra storia? «Perché le storie finiscono, non andava ed io non ero più innamorata, eravamo giovani…». La sera a casa cucini tu o Stefano? «Io cucino di più ma lui è più bravo. Torna a casa sempre tardi e quindi alla fine devo cucinare io». Il piatto forte di Tania? «Sono specialista dei piselli con la pancetta, niente di che. E anche la carbonara di cui vado pazza».


spq ort

Tania CAGNOTTO nata a: Bolzano, 15 maggio 1985 altezza: 160 cm, peso 54 kg società: GN Fiamme Gialle - Bolzano Nuoto presidente: Vincenzo Parrinello - Ardelio Michielli tecnico: Giorgio Franco Cagnotto specialità: Trampolino m.3 - Piattaforma prima società: Bolzano Nuoto primo tecnico: Carmen Castainer

Cosa ti è rimasto delle medaglie di Roma 09 (un bronzo dai 3m e un argento con Dallapè). «Mi è rimasto tanto perché è stata la gara più sofferta. Gareggiare davanti al proprio pubblico è stato pressante, ero molto agitata. Allo stesso tempo salire sul podio davanti agli amici scesi da Bolzano è stato un momento unico, di quelli che non dimentichi». Secondo te l’organizzazione del Mondiale 2009 com’è stata nel complesso? Rispetto ad altri paesi? «Nel complesso è andato tutto bene anche se tanti sono molto più bravi come i cinesi, gli australiani, gli americani. Noi abbiamo finito tutto all’ultimo però alla fine ha funzionato la struttura e l’organizzazione quindi non ci possiamo lamentare». Per chiudere, Londra 2012! Si avvicina piano piano, come la vivi? «Probabilmente è la mia ultima olimpiade e il grande sogno è quello di vincere una medaglia, sto lavorando per questo. Se viene, bene, sennò so di averci provato. Non credo che arriverò a Rio, magari continuo un altro anno e poi..c’è altro nella vita, sogno anche dei figli e una bella famiglia».

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Shanghai, 2011 Torino, 2011 Torino, 2011 Torino, 2011 Budapest, 2010 Budapest, 2010 Torino, 2009 Torino, 2009 Torino, 2009 Roma, 2009 Roma, 2009 Eindhoven, 2008 Stoccolma, 2008 Eindhoven, 2008 Melbourne, 2007 Stoccolma, 2007 Stoccolma, 2007 Montreal, 2005 Madrid, 2004 Madrid, 2004 Stoccolma, 2003 Stoccolma, 2003 Edimburgo, 2003 Edimburgo, 2003 Edimburgo, 2003 Berlino, 2002 Berlino, 2002 Aachen, 2002 Aachen, 2002 Mexico City, 2002 Aachen, 2002 Malta, 2001 Istanbul, 2000 Istanbul, 2000 Istanbul, 2000 Calgary, 2000 Pardubice, 1999 Aachen, 1999


di Silio ROSSI

INTERVISTA

FRANCESCO ROCCA Un atleta che per corsa e polmoni era soprannominato Kawasaki come la celebre moto. Un campione sfortunato fermato da un infortunio proprio all’apice della carriera, quando la Nazionale era casa sua e i tifosi impazzivano per lui Carriera oggi Dopo aver allenato diverse rappresentative, tra cui la Nazionale Olimpica, dal 2006 guida le nazionali Under18 e Under19, con la quale conquista una medaglia d'argento all'Europeo 2008. Nel 2008 diventa il tecnico della nazionale Under20, l'anno successivo guida gli azzurrini al Mondiale Under 20. Lascia l’incarico nel 2010.

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ra nato per correre. Tra i campi di San Vito Romano, nelle strade sterrate che portavano verso Pisoniano o Bellegra, o verso la scuola elementare e la parrocchia, dove don Marcello aveva messo su una squadra giovanile di calcio che voleva essere un fiore all’occhiello, oltre che un sano passatempo per chi assiduamente fre-

quentava la chiesa e, sognando chissà quali successi, aveva pensato di fare il calciatore. Non alla classica maniera dei paesi dove tutti corrono dietro ad un pallone, alla “viva il parroco”, ma con schemi e regole ben precisi che il sacerdote aveva preteso fossero al primo posto per la buona riuscita della sua missione, protesa a curare ovviamente l’anima, ma anche i piedi di quei ragazzi. Francesco Rocca era tra loro. Era il più dotato. Mediano, mezzala: fisico asciutto, altezza già delineata al fianco di una potenza fisica, doti che ne avevano fatto l’elemento di maggiore spicco di quella formazione di allievi, un giocatore interessante. Da seguire. Papà Ottavio guardava con attenzione questo figlio che cresceva e che sembrava essere CALCIO | 54

destinato a fare qualcosa di diverso che non intrattenere dentro la bottega di idraulico chi arrivava per chiedere un parere su uno scarico, un rubinetto, o a sollecitare il bravo stagnaro ad intervenire sollecitamente perché la situazione non prendesse una piega peggiore. Ecco perché non s’era fatto tante illusioni, non sperava più di tanto che Francesco potesse dargli una mano nel suo mestiere, e aveva accettato di buon grado il trasferimento, quando arrivarono i dirigenti del Genazzano, un centro a pochi chilometri da San Vito, a chiedergli se aveva nulla in contrario perché suo figlio entrasse nel calcio seguendo la trafila che, allora, era decisamente necessaria. Gli avevano detto che suo figlio, oltre che essere una forza della natura in fatto di ve-


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A San Vito Romano, paese d’origine

Rocca si sfida sulla fascia con un altro campione di quegli anni, Re Cecconi

locità e di energia fisica, era dotato di una tecnica difficilmente riscontrabile nella maggior parte dei giovani che andavano in campo allora. Anche nei campionati maggiori. E poi il profitto scolastico del ragazzo era più che soddisfacente, frutto di una volontà di ferro e di un grande desiderio di uscire dalle solite, monotone abitudini di un paese di provincia. Questo non è che l’inizio di una storia che Rocca considera «bellissima, il coronamento di un sogno» nonostante sia durata, purtroppo, lo spazio di un mattino. Perché l’appuntamento col destino non ha concesso sconti a chi, pure, aveva messo l’anima, la serietà, l’impegno, la giusta determinazione per inseguire una professione che, per colpe e omissioni di vari personaggi, gli ha voltato le spalle e non gli ha dato la giusta paga. Dopo avergli permesso un esordio in Serie A poco più che adolescente e la conquista della maglia azzurra in un’età in cui altri, si può dire, iniziano a giocare. Una vita sportiva spezzata sul più bello. Nel momento migliore in cui

Con la maglia della Nazionale

Per la Curva Sud, Rocca è il “Core de Roma”

“il lavoro” va affrontato con serenità e dove felicità è avere qualche soldo in tasca. «A chi me lo domanda - spiega Rocca - rispondo sempre, e sono sincero, che la mia storia da calciatore è stata bellissima». «Era il 1970, avevo 16 anni e mi ritrovai nella squadra dei miei sogni, con Agostino e tutti gli altri» «Ho potuto esaudire un desiderio e farlo con la maglia della Roma, la squadra per la quale ho fatto e faccio il tifo. Ho iniziato a Genazzano, ho continuato al Bettini Quadraro dove mi portò Lillo Imbergamo, grande scopritore di talenti, e prima della Roma sono passato dall’Ostiense, la squadra giovanile che giocava al San Tarcisio, a due passi da viale Marconi, e che aveva come Presidente Gaetano Anzalone. Quando il ‘dottore’ rilevò la società da Alvaro Marchini mi ritrovai nella primavera giallorossa. Era il 1970. Avevo sedici anni e compagni di squadra che avevano giocato a grandissimi livelli. I nomi? Peccenini, Di Bartolomei, CALCIO | 55

Piacenti, Sandreani, Vichi, Pellegrini, Quintini. Ero davvero felice perché ero alla Roma. Avvenne tutto velocemente, lo so, e, fulminei furono l’esordio in prima squadra al Torneo Anglo-Italiano che ogni anno veniva organizzato da Gigi Peronace, e la conquista della maglia giallorossa da titolare e quella azzurra della Nazionale. In due, tre anni bruciai le tappe. Insomma mi trovai sulla vetta dell’Everest senza ricorrere alle bombole d’ossigeno». Francesco correva. Era diventato inarrestabile. Ai suoi allenamenti al “Tre Fontane” in tribuna c’era sempre il pubblico delle grandi occasioni, tanta gente venuta per applaudirlo, perché vedevano in campo una “scheggia” che lasciava impietriti sul posto gli avversari diretti, o i compagni di squadra che gli allenatori gli mettevano davanti come sparring partner. Ed era divertente. «Adesso - dice con un pizzico di civetteria - posso raccontare che i ragazzi, le intere famiglie venivano ad assistere a quelle volate, alle corse con il pallone tra i piedi e agli assist


La copertina dell’Intrepido, rivista giovanile in voga negli Anni Settanta, insieme a testate similari come, ad esempio, Il Monello o Lancio Story In allenamento con i bilancieri

al centro. Capivano che stava nascendo un altro calcio, quello totale». In effetti il calcio olandese aveva stravolto vecchi e stereotipati sistemi: tutti dovevano saper fare tutto, difendere, attaccare e, se possibile, mettersi nella condizione di fare gol. E con questa filosofia, in pratica, era stata aperta la strada ad un gioco moderno, in cui i tre punti cardine venivano rappresentati dall’impegno costante, dalla grande velocità, dalla grande forza fisica. E Rocca, già da allora, ne era l’interprete più genuino. La risposta italiana allo straordinario senso tattico e all’energia dei “tulipani”. Tutto vero: chi lo doveva marcare andava subito in debito d’ossigeno e nell’intervallo era costretto a chiedere di essere sostituito. «Il mio compagno Cordova mi disse di rallentare, sennò dopo il cross in area non avrei trovato nessuno» Successe anche in un derby, con Vincenzo D’Amico inutilmente proteso ad arginare le scorribande del dirimpettaio. Vincenzo era un genio, ma nessuno poteva dirgli di rincorrere un avversario: «Ogni volta che mi passava accanto - confessò il laziale - mi arrivavano addosso au-

tentiche folate di vento. Mi consolavo urlandogli: ma ‘ndo vai?». E in partita succedeva spesso che le “fughe” di Rocca sulla fascia non trovavano compagni di squadra a seguirne gli sviluppi. Glielo disse Ciccio Cordova: «Francé - la richiesta del capitano - va piano, sennò crossi e in mezzo all’area non trovi nessuno». Francesco correva. Difendeva e attaccava sulla sua fascia con la stessa bravura, con la naturalezza di chi sembrava essere approdato nel calcio per fare bene il suo mestiere. La sua progressione sulla fascia sinistra era quella di una Ferrari lanciata a tutto gas. In una partita giocata a Magdeburgo, con la Under 21 di Enzo Bearzot, una sua incredibile accelerazione, per raccogliere un lancio profondo di Antognoni, era stata salutata da un applauso di tutto lo stadio e gli spettatori erano balzati in piedi, ammirati per quella esplosione di potenza atletica. O come quella volta negli Stati Uniti, nel corso della solita amichevole di fine stagione. La Roma fu invitata a giocare contro una formazione del Centro America, su un campo disegnato per gare di football americano. Alla meno peggio, tracciando altre linee, CALCIO | 56

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gli organizzatori cercarono di dare una parvenza di un terreno che si adattasse al soccer. Nel corso di una azione d’attacco Rocca partì di scatto dall’area di rigore giallorossa ed era talmente deciso che non si accorse di aver oltrepassato le righe laterali, segnate dagli inservienti, e di correre dietro alle due panchine, tra la meraviglia degli spettatori presenti all’interno dello stadio.

«Fu Herrera, che seguiva le partite della Primavera, a notarmi e a chiamarmi con lui» Ricordi piacevoli, supportati da consistenti risultati. E non soltanto quello. «Con la primavera giallorossa Rocca torna indietro con la memoria - ci togliemmo molte soddisfazioni. Helenio Herrera mi faceva seguire ogni domenica, il ‘mago’ aveva intuito che il calcio si dirigeva verso una realtà diversa, dove il ricambio generazionale diventava addirittura fondamentale. Mi rubò” a Giorgio Bravi e mi portò ad allenarmi con la prima squadra, facendomi esordire a San Siro contro il Milan in un match da bollino rosso, perché per i rossoneri quelle erano le stagioni dei trionfi, delle Coppe dei Campioni, dei viaggi intercontinentali. Perdemmo 3-1.


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Rocca, nel derby, contro Giorgio Chinaglia

Questo fu il naturale epilogo di una partita che ebbe poca storia. In quel campionato andai in campo altre sette volte. Evento questo che considerai una grandissima e graditissima conquista». Poi un triplo cambio di panchina, Scopigno per Herrera e dopo poche settimane Liedholm per Scopigno alla Roma, Bernardini per Valcareggi alla Nazionale, aprì a Rocca le “porte del Paradiso”. «Diventai Kawasaki per tutti. Mi piaceva, non mi dava fastidio, anzi mi divertiva essere assimilato alla moto giapponese di cui in Italia si vedevano già parecchi esemplari. In due, tre anni mi ritrovai titolare con la mia squadra di club e con la Nazionale. Avevo meno di venti anni. Facendo la trafila, passando, cioè, per le giovanili azzurre, mi ritrovai nella Nazionale maggiore, al fianco di grandi campioni e opposto ad avversari di livello internazionale. Non potevo pretendere di più». L’Italia, reduce dal deludente mondiale tedesco del ’74, aveva bisogno di novità. Giocatori che garantissero il ripristino di una situazione che era stata “intossicata”, all’interno del gruppo e dalla stampa, soprattutto dal dualismo tra Mazzola e Rivera, mai sopito, purtroppo, neppu-

re dopo l’esaltante semifinale tra gli azzurri e la Germania a Messico ’70 e la finalissima con il Brasile nella stessa competizione. Valcareggi, contestato in Germania quattro anni dopo e apostrofato da Giorgio Chinaglia col famoso “vaffa” dopo l’ennesima sostituzione, fu ritenuto responsabile della disastrosa spedizione ed invitato a farsi da parte. Così alla ripresa dei giochi la Nazionale si trovò con un nuovo commissario tecnico, Fulvio Bernardini, e con atleti “pizzicati” qua e là, anche nelle formazioni di serie B, a conferma che il “dottore”, così chiamavano tutti l’ex calciatore di Roma e Lazio, aveva deciso di “firmare” la svolta tattica con volti nuovi e con piedi buoni.

«Con Bernardini si aprirono per me le porte della Nazionale» «Bernardini era un tipo particolare, aveva la bonomia del romano, e la saggezza di chi sapeva di calcio perché aveva giocato ed allenato a grandissimi livelli. Mi prese a benvolere, era affettuoso: tu sei di Roma - mi chiese alla prima convocazione - non è vero? Diciamo di sì, gli risposi: sono di San Vito che è in provincia di Roma, quindi mi posso sentire a buon diritto cittadino delCALCIO | 57

Un altro derby. Rocca corre sulla sua fascia

la Capitale». Tre stagioni in azzurro con Bernardini, duelli infiniti con le ali destre più forti d’Europa. Continue rincorse e veloci rientri per non permettere agli avversari di fare danni nell’area di rigore italiana. Storica la battaglia con Grzegorz Lato, attaccante di fascia della nazionale polacca, una furia della natura dalla sua parte, sul quale Rocca ci si mise di punta per arginarne le sfuriate. A volte riuscendoci, altre volte vedendolo scomparire. «L’ala polacca era stato il capo cannoniere dei mondiali del ’74, un motivo in più per non lasciargli spazio. Lui correva e io dietro. Io mi proponevo in avanti e Lato sempre presente ad ostacolarmi. Fu una vera lotta, leale, corretta. Alla fine del match ci scambiammo la maglia in segno di stima. Per tanto tempo ne portai gli effetti benefici. Ma anche i segni, perché Lato fu veramente bravo». A distanza di anni i due protagonisti di questa avvincente storia si sono ritrovati: Lato da dirigente della Federazione polacca, Rocca da tecnico delle varie nazionali giovanili e da osservatore per conto dei cittì che si sono alternati alla guida della formazione azzurra. La Roma, la Nazionale. Riconosci-


Carriera calcistica Sempre e solo con la Roma, dal 1972 al 1981, anno del ritiro, colleziona 141 presenze vincendo la Coppa Italia nel 1980 e 1981. In Nazionale gioca dal 1974 al ‘76: 18 partite, siglando anche due reti.

menti, premi, ma soprattutto l’affetto della sua gente, dei tifosi che Rocca non ha mai tradito e dai quali ancora oggi riceve attestati di ammirazione e di profonda stima. Ma senza commiserazione perché sanno che Francesco non ne sarebbe felice. La filosofia del “non piangersi addosso, ma anzi reagire col sorriso” incamerata in quel lontano 1976, a ventidue anni, giorno in cui prese una botta al ginocchio sinistro in Roma-Cesena è stata e deve essere una immancabile compagna di viaggio. Era il 10 ottobre, al terzo minuto di gioco Rocca si stava affrettando per recuperare la palla che un avversario aveva spedito nell’out, ma improvvisamente venne colpito all’altezza della parte superiore del polpaccio sinistro. Il movimento anomalo dell’articolazione provocò una flessione ed una estensione quasi simultanee. Il terzino avvertì un dolorino, ma finì la partita risultando tra i migliori.

«Quel giorno ho smesso di giocare, anche se sono andato avanti per altri cinque anni». Nella notte il ginocchio si gonfiò, però il referto medico del giorno dopo autorizzava il giocatore a partire per il Lussemburgo per rispondere alla convocazione azzurra. «Diciamo che da quel giorno ho smesso di giocare. Si, sono andato avanti per altri cinque anni, ma il colpo di grazia l’ho avuto allora, in quella partita che se-

condo i pronostici avrebbe dovuto essere di ordinaria amministrazione. Sono stato curato male, c’è stata molta superficialità attorno a questo infortunio. Nessuno seppe valutarne la gravità. Nessuno mi disse che dovevo fermarmi, nessuno mi invitò a non andare in Nazionale, perché rischiavo di peggiorare, forse perché, in quel momento, ero l’unico atleta della Roma chiamato in azzurro. Apparentemente stavo bene, avevo soltanto un leggero fastidio, per questo giocai. Il dolore da 10 diventò 100 e le complicazioni al menisco e ai legamenti furono fatali». Tornato dal Granducato, Francesco, nonostante un leggero fastidio andò in campo al Tre Fontane, girava per riscaldare i muscoli. Uno scatto, due e il ginocchio fece crack. Dopo venti minuti di corsa. Quando il giocatore caricò il peso del corpo sulla parte dolorante, i legamenti del ginocchio sinistro hanno ceduto. Rocca andò sotto i ferri una, due, tre volte: prima a Roma poi a Lione dal famoso professor Trillat. «La lesione era talmente importante che fui costretto ad operarmi ogni anno. All’inizio l’ho presa male, ma ora non nutro rancore, anche se nessuno mi toglie dalla testa che mi hanno gestito male e che mi hanno usato». Lanciare maledizioni? Francesco, da buon cristiano, non ci ha mai pensato. Non lo fece allora, figuriamoci se adesso ha voglia di tornare sulla cosa. Tanto rammarico, certo, ma a provarne non si fa peccato, anzi come dice il Manzoni nelle ultime righe dei Promessi Sposi, “I guai, quando vengono, per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce e li rende utili per una vita migliore”. Una morale che anche Rocca sembra aver abbracciato, nonostante le pene patite, una carriera recisa di netto nel momento di grande splendore. «La mia vita - conferma - ha avuto due fasi distinte, la prima parte scandita da soddisfazioni e gioia per tutto quello che ho potuto dare e avere indossando la maglia della Roma. È stato tutto straordinario. La seconda accompagnata dalle note della deluCALCIO | 58

sione. Sono dispiaciuto, ma mi accontento, soltanto se ricordo tutta la gente che sono riuscito ad entusiasmare. Il bilancio sportivo è sicuramente positivo, tutto quello che volevo l’ho raggiunto» «Conosco un calcio d’élite perché ho girato il mondo» Dal sogno interrotto alla chiamata di Sabbatini: «È stato un sogno che si è interrotto, la Kawasaki ha bucato una gomma. Ma vado avanti. Da trent’anni lavoro in Federazione, per la quale ho allenato tutte le formazioni giovanili, la Nazionale Olimpica ed ho collaborato con i cittì della Nazionale maggiore, Zoff, Vicini, ora Prandelli. Conosco un calcio d’élite, perché ho girato il mondo, ho studiato e mi sono aggiornato. Del resto la Nazionale è un’ottima palestra per i giovani allenatori che vogliano imparare. Dall’84 ad oggi ho visto cambiare il calcio. A volte resto sconvolto, poi capisco e giustifico perché il gioco sia diventato più economico che affettivo. Dove non vedo pathos, quel pizzico di sentimento che ancora serve, raddoppio l’impegno. Ecco, ho dato un senso alla mia vita, dedicandomi alla preparazione, agli allenamenti, attraverso i quali cerco di essere un esempio per gli altri. Anche con questa veste ho dato il mio tributo, visto che mi hanno considerato un sergente di ferro, intransigente, komeinista. E a chi mi dice di addolcirmi rispondo che non c’è bisogno. Io sono fatto così ed ogni altro atteggiamento tradirebbe la mia coerenza. Non è scandaloso pretendere di seguire le regole. Almeno fino a che ci sono». P.S. Recentemente la Roma, dopo anni di silenzio, ha cercato Rocca. «Sabatini mi ha convocato per offrirmi il ruolo di coordinatore degli allenamenti del settore giovanile. Ho risposto di no molto correttamente ringraziando per la proposta, ma l’incarico non era in linea con il lavoro che ho fatto negli ultimi trenta anni. Rifiutare non m’ha sconvolto, anche se si trattava della Roma».



Questi sono gli orari della prossima edizione: SAB 18 e 25 dalle 10.00 alle 20.00 DOM 19 e 26 dalle 10.00 alle 19.00 Da LUN 20 a MER 22 dalle 13.00 alle 19.00 GIO 23 e VEN 24 dalle 10.00 alle 19.00

di Francesca MILETO

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al 18 al 26 febbraio 2012 torna “BIG BLU” , il Salone Internazionale della Nautica e del Mare, l’appuntamento di Fiera Roma per ammirare imbarcazioni di tutte le classi, dai battelli pneumatici agli yacht di lusso, e regalarsi un viaggio a 360 gradi nella cultura del mare. L’evento è giunto alla sesta edizione, crescendo costantemente in termini di visitatori e di espositori, ed è uno degli eventi più importanti in Italia per il settore nautico e soprattutto la più grande manifestazione italiana dedicata al mare nel senso più ampio. “BIG BLU”, infatti, si è conquistato il proprio spazio nel panorama dei saloni nautici italiani con la grande attenzione rivolta alla passione per il mare e grazie all’innovazione della formula espositiva, che spazia dalla cantieristica all’enogastronomia, dall’abbigliamento nautico alle attrezzature per il turismo all’aria aperta, dalla fotografia subacquea alla strumentazione tecnologica di ultima generazione. Si conferma quindi una vetrina di grande interesse per gli operatori del settore che oggi si pone, per caratteristiche tecniche, posizionamento commerciale e geografico, tra i saloni nautici di riferimento dell’area mediterranea. Molte le novità in vista per l’edizione 2012 del Salone della Nautica e del Mare, a cominciare dall’importante riconoscimento di “salone internazionale” arrivato grazie ai risultati fino ad oggi conseguiti. Un grande evento dedicato a chi sente davvero la passione per il mare e la nautica che si sviluppa attraverso i suoi focus.

I FOCUS DI BIG BLU 2012 Boat Show Roma, ovvero il Salone della Nautica da Diporto per imbarcazioni fino a 55 piedi, al cui interno è possibile trovare barche a motore di grande prestigio e attrattiva, imbarcazioni a vela, una notevole varietà di accessori, servizi per la nautica ed editoria specializzata. Dopo il successo nell’ultima edizione dell’area dedicata alla vela ancora più spazio sarà destinato alle imbarcazioni a vela, alle scuole nautiche e ai circoli velici, ai servizi di charter per barche a vela e a motore, confermando anche l’area dedicata all'abbigliamento tecnico, che con le sue curiosità e novità ha riscosso ogni anno molto successo. Gommoshow, ovvero il Salone del Battello pneumatico dedicato ai gommoni, ai motori fuoribordo, ai package ed ai carrelli. Gommoshow si conferma tra i saloni leader al mondo per numero di cantieri, area espositiva ed imbarcazioni esposte. Giunto alla sua undicesima edizione conferma il suo successo di pubblico edizione rappresentando un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati gommonauti. World Fishing, è l’area dedicata alla pesca sportiva e a tutte le attività connesse, dove sono presenti aziende italiane ed estere. Outdoors Experience, è la rassegna dedicata al “plein air”: vita e turismo all’aperto con tante proposte nell’intero padiglione dedicato e con dimostrazioni e animazioni per il pubblico. Tra gli elementi che contribuiscono a rendere completa l’offerta espositiva, l’innovazione tecnologica gode di una posizione centrale nell’attenzione degli organizzatori, con particolare riferimento a una cultura della vita in mare rispettosa dell’ambiente e sensibile alle problematiche attuali in fatto di salvaguardia del paesaggio marino mediterraneo, sia in superficie che sotto il livello dell’acqua. Motorizzazioni ecologiche come per il tender a idrogeno, uno tra i probabili modelli per il futuro dei sistemi di alimentazione dei natanti, strumentazioni come i pannelli solari di bordo, alcuni realizzati interamente in Italia, che consentono totale autonomia ad emissioni zero; queste sono solo alcune delle novità ed anteprime mondiali presentate nell’ultima edizione dell’evento di Roma.

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SUP, KITE, SURF e WINDSURF gli sport che attirano i giovani

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ampioni nazionali e internazionali degli sport acquatici saranno ospiti a “BIG BLU” non solo per raccontare le loro esperienze e condividerle con il pubblico ma anche per far avvicinare il pubblico alle diverse discipline. Kitesurfing o kitesurf è uno sport nato alla fine degli Anni ‘90 nelle calde e ventose acque delle isole Hawaii. È uno sport d'acqua che si sta diffondendo molto velocemente. Si pratica con un'apposita tavola e un aquilone (kite o ala) manovrato mediante una barra di controllo collegata ad esso da due, quattro, o più line (cavi) lunghi e sottili in dyneema o spectra. Surf è uno sport acquatico che consiste nel cavalcare le onde utilizzando una tavola da surf ed ha molti praticanti anche in Italia con una serie di appuntamenti e gare ufficiali.

Alessandra Sensini Olimpionica di Vela, stella italiana della specialità che sarà presente alla manifestazione

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Windsurf è una specialità della vela che consiste nel muoversi sull'acqua su una tavola grazie all'azione propulsiva determinata del vento su di una vela. SUP o Stand Up Paddling è la vera novità del nuovo millennio. E pensare che l’esploratore inglese James Cook, nel 1778 primo europeo a sbarcare alle Hawaii, ebbe modo di osservare alcuni nativi pagaiare in posizione eretta su grosse tavole per cavalcare le onde. Altri ritengono che si trattasse semplicemente di pescatori e che, in ogni caso, la nascita di questo sport sia avvenuta intorno agli Anni ‘50 a Waikiki, con la riscoperta del surf da onda da parte di Duke Kahanamoku che avrebbe creato, anni dopo, la prima generazione di beachboys. È in quegli anni che iniziarono ad essere pubblicate sui quotidiani statunitensi le prime foto di surfisti. Sembra che uno dei fratelli Ah Choy (Bobby), fra i più noti beachboys dell'epoca, ebbe un'idea per scattare delle foto in acqua e quindi più vicino all'azione con una prospettiva completamente diversa e più realistica. Si fece prestare un remo e pagaiando su un longboard arrivò, senza cadere, nei pressi del break point, immortalando l'azione per la prima volta dall'acqua con una macchinetta fotografica. Così come è stato per il windsurfing molti anni fa e per il kiteboarding di recente, lo standup paddling, in quanto sport "crossover" è in grado di richiamare l’attenzione di appassionati di altre attività sportive acquatiche, come, appunto, il surf da onda, il kayaking, il windsurfing ed il kiteboarding, tanto per menzionarne alcune. I motivi dell’entusiasmo che sta circondando lo standup paddling sono molteplici: il primo e più insospettabile, soprattutto per praticanti di sport sicuramente più dinamici come il windsurfing o il kiteboarding, è il divertimento. Il solo pagaiare su una supboard, facendo cruising lungo la costa, cioè diporto, è piuttosto divertente ed appagante, anche in considerazione del fatto che dal punto di vista del fitness si tratta di un eccellente allenamento.


Da questo numero, andiamo alla scoperta degli uomini che lavorano dietro le quinte di ogni sport: la prima puntata è dedicata al cutman di Claudio DI RENZO

Foto selezionata dal concorso fotografico Aics Roma

foto Getty Images

Cutman, dall’inglese “Uomo del Taglio”. Infermiere specializzato con molta esperienza, a volte un medico, che lavora a bordoring

IL CUTMAN MESTIERI DELLO SPORT | 62


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a boxe è uno sport diverso dagli altri. Sul ring i secondi sembrano ore, la vita scorre al rallentatore, ogni pugno potrebbe essere quello della vittoria. O della sconfitta. Questo lo sa bene Federico Catizone, cutman di professione, ovvero l'uomo dei tagli e delle ferite. O meglio, l'uomo che quei tagli o quelle ferite cerca di suturarle, per dare ancora speranza al proprio pugile. Federico è infermiere strumentista di sala operatoria da quasi venti anni, lavora al San Filippo Neri, ma la sua passione è stare lì nell'angolo, a vivere quella passione per lo sport che gli scorre nelle vene. Scopriamo insieme a Federico cosa significa essere un cutman... Il primo ricordo della sua professione? «Il mio primo incontro da cutman fu nel 2009, nell'angolo di un pugile siciliano, Luigi Leonardi. Ricorderò sempre questo ragazzo come uno dei pugili più coraggiosi che abbia mai visto: già dopo il primo round era tornato nell'angolo con tre ferite sanguinolente, era una maschera di sangue e il medico voleva sospendere l'incontro. Eppure è andato avanti, ha combattuto i successivi cinque round come un leone e alla fine è riuscito a vincere. Non dimenticherò mai quell'incontro».

Strumenti del mestiere 1) Spray con soluzione fisiologica per detrgere e pulire ferite. 2) Cerotto seta per fasciature o medicazioni. 3) Contenitore con vasellina con medicamento vasocostritore 4) Serie di tamponcini emostatici di varie misure 5) Flacone da 100 ml (con tappo blu) contenente soluzione fisiologica con adrenalina per tamponare ferite 6) Strumenti base per medicazioni e suture (portaghi, pinza anatomica, forbici)) e bisturi monouso lama 11 (eventualmente per levare un punto di sutura) 7) Garze sterili (per medicare ferite ma anche per i bendaggi agli atleti).

8) Gomitiera porta strumenti (artigianale per avere sempre con se il necessario contiene i tamponcini, la vasellina, il “noswell” alias ferro schiaccia ematomi...) 9) Garze grandi (per lavare, asciugare il volto o il corpo) 10) Cerotto di carta, fascette adesive, soluzione fisiologica di scorta. 11) Contenitori di vasellina pura e fascetta autoadesiva grande, garze piccole (per pulire ferite o sanguinamenti nasali) 12) Serie di fili di suture (per eventuali tagli profondi da suturare) 13) Serie di garze emostatiche al collagene (per i casi più gravi)

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…all’opera durante un incontro di pugilato

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E la ferita più pericolosa per il pugile? «Sicuramente le lacerazioni della palpebra sono tra le più pericolose che un pugile possa subire. Una ferita di questo tipo infatti, per la delicatezza del punto e per le tantissime innervazioni che la attraversano, spesso provoca addirittura difficoltà a tenere l'occhio aperto. Non è un caso che la maggior parte delle sospensioni decise dal medico di bordo ring siano proprio conseguenza di questa ferita». Il colpo più brutale nella boxe, ossia quello che provoca maggiori danni? «Senza dubbio il montante al mento è il colpo in assoluto più pericoloso. Non tanto per le possibilità di provocare una frattura alla mascella, ma piuttosto per il contraccolpo al cervello causato dall'improvviso movimento all'indietro della testa. Inoltre il montante scaturisce da una catena cinetica così repentina che spesso risulta avere una forza quasi devastante«. Cosa succede al pugile quando va ko? «Da un punto di vista medico il ko è spesso provocato proprio da un contraccolpo al cervello, conseguenza di un movimento improvviso del capo. Questo scossone che subisce il cervello può provocare danni più o meno gravi: se interessa la parte corticale, ovvero la parte più superficiale, allora il pugile sarà stordito, con disorientamento momentaneo e perdita di lucidità; se invece la forza dell'impatto è maggiore, allora si può verificare addirittura il rischio di un principio di coma. Il segnale più preoccupante da questo punto di vista è quando il pugile sviene e rimane con la pupilla fissa dilatata, sintomo da grande sofferenza cerebrale». Di cosa si occupa nello specifico il cutman e, in Italia è riconosciuto come figura professionale? «Purtroppo non ancora pienamente, nonostante sia di fondamentale importanza nel trattamento dei piccoli e grandi traumi cui sono sottoposti gli atleti. Al termine di ogni round, provvede all'idradazione della cute, al trattamento di eventuali sanguinamenti senza tralasciare gonfiori, edemi e varie altre piccole alterazioni spesso causa, se tralasciate ,di traumi maggiori. Senza tralasciare inoltre i bendaggi a le mani».

Colpi e ferite Tempia: il colpo, vicino al cervello provoca annebbiamento immediato

Arcata sopraccigliare: punto delicato a causa della vicinanza dell’osso alla cute Palpebra: molteplici le innervazioni che la attraversano Zigomi: come per l’arcata sopraccigliare, la vicinanza con l’osso provoca frequenti ferite Mento: il montante al mento è il colpo più pericoloso sia per possibile frattura sia per il movimento all’indietro della testa. Provoca facilmente perdita di sensi

Spalla: è la parte più a rischio per il pugile che può infortunarsi alle articolazioni mentre porta il colpo

Fianco: i colpi ai reni sono dati per sfiancare l’avversario, nonostante siano irregolari Ventre: il colpo al fegato o allo stomaco provoca istantanea perdita di fiato. Anche le costole sono spesso a rischio fratture Mano: il rischio è quello di microfratture o fratture al metacarpo

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Corpo

Qual è la ferita più frequente nel pugilato? «Statisticamente la parte più soggetta a lacerazioni è l'arcata sopraccigliare: è un punto molto delicato perchè l'osso è molto vicino alla cute e questo facilita il verificarsi di tagli in caso di traumi. Anche lo zigomo ha caratteristiche simili».


spq ort

La crisi colpisce anche il mondo dello sport. Un momento difficile per l’ippica che però cerca il rilancio con nuove idee

IPPICA

NUOVI ORIZZONTI a battaglia dell’ippica, “lo sport dei re”, si è spostata dal turf all’asfalto, dall’ultima curva alle piazze. Soprattutto, i cavalli sono usciti di scena, lasciando il posto a coloro che per anni li hanno accuditi. Fantini/drivers, allenatori, allevatori, proprietari, dall’inizio dell’anno hanno smesso di correre. L’Unire, trasformato in Assi, ha annunciato che il continuo calo delle scommesse (quelle ippiche, non certo in generale perché anzi il settore giochi è in continua espansione e sembra non conoscere crisi) avrebbe provocato un ridimensionamento del bilancio, con un taglio di circa il 40%. Allora, gli operatori hanno dichiarato la serrata. Niente corse, ma manifestazioni. Successe già nel 2008, e le corse si fermarono per un mese, quello di ottobre. Ripresero solo dopo un intervento statale che stanziò un aiuto triennale. Perfino il Derby, la corsa principe della carriera di un trotter, scivolò di un mese. Qualcuno disse che, proprio per questo, vinse Lana del Rio, la favorita che però alla data originaria era un po’ in crisi e chissà se avrebbe vinto. Poi arrivarono soldi e un piano di rilancio che però non ha frenato l’emorragia. E allora, esaurito il con-

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tributo si torna piazza. Il momento, la crisi economica sbattuta in faccia agli italiani a ogni cambio di canale, non lascia evidentemente sperare in nulla più di qualche spicciolo, ben che vada. Ma le richieste, stavolta, hanno obiettivi diversi. Gli ippici, gente pratica, sanno cosa si può ottenere e quando. Però sembra quantomeno lecito chiedere che la scommessa sui cavalli, divorata da competitors famelici (gratta e vinci, superenalotto, videopoker, scommesse sul calcio) venga almeno messa nelle condizioni di difendersi. E qui da fare ce ne sarebbe in quantità. Da una revisione del pay out (cioè quello che torna ai giocatori sotto forma di vincita), all’introduzione di un sistema più al passo con i tempi (la puntata a quota fissa, per fare un esempio), che possano consentire a Lisa America di rivaleggiare con Cristiano Ronaldo. Fino a riforme strutturali che possano migliorare la programmazione, cioè il confezionamento del prodotto corsa. E questo solo per rimanere all’aspetto pecuniario. Perché se si andasse oltre, bisognerebbe rivedere, in generale, una politica che sfiora in alcuni casi l’assistenzialismo, retaggio degli anni d’oro, in cui il gioco manteneva IPPICA | 65

di Luca ALEANDRI foto Getty Images

una corte che poteva sprizzare lusso da tutti i pori. Ma adesso il velluto è consunto, e non bastano a coprire le toppe nemmeno le splendide vittorie che i nostri cavalli continuano a cogliere sulle piste estere più prestigiose del mondo. Trotto o galoppo poco importa, il cavallo italiano sembra solido come la difesa di Bearzot. Peccato, però, che per adesso non ci siano pubblico né scommettitori. «È evidente -spiega il Direttore Generale dell’impianto di Capannelle Elio Pautasso - che servano riforme importanti, per quanto la parola indichi tutto o niente. Riforme delle scommesse, del pay out, dei regolamenti perché il prodotto sia più appetibile. Ma anche riforme del sistema. Cioè della giustizia sportiva, delle commissioni di disciplina, del doping. E poi sembra improcrastinabile un intervento sulla programmazione che migliori la qualità delle corse. A fianco di tutto ciò, è necessario che si intervenga, infine, anche sugli ippodromi. È fondamentale che le strutture che ospitano le corse rispondano a dei requisiti basilari che li possano rendere ancora attraenti per il pubblico».


NUOTO La prova di nuoto è la seconda gara in ordine temporale: si svolge dopo la prova di scherma. La distanza da coprire è quella dei 200 metri a stile libero

caratteristiche fisiche

Vista la breve distanza bisogna allenare la velocità, quindi l’esplosività e non la resistenza

SCHERMA È la prima prova di una gara di pentathlon moderno. La specialità è la spada e il torneo di scherma prevede un solo assalto contro tutti gli altri avversari

caratteristiche fisiche

Forza fisica necessaria per la resistenza, vista la lunga durata del torneo, agilità nelle gambe e nelle braccia, ma soprattutto tanto lavoro per affinare la tecnica

CORSA

EQUITAZIONE TIRO A SEGNO Fino ai Giochi olimpici di Pechino era la prova iniziale che si svolgeva in un poligono (tre serie da 10 colpi). Dopo l’Olimpiade è stato abbinato alla corsa (combined): l’atleta spara cinque colpi con pistola laser per tre turni. caratteristiche fisiche

È la prova che richiede maggiore concentrazione. Lo sforzo fisico è minimo, anche se allenare in palestra il braccio col quale si spara è d’obbligo

Come per qualsiasi concorso di salto a ostacoli, il cavaliere deve chiudere il percorso guardando anche al tempo. Gli ostacoli da saltare sono 12, i salti 15 (sono incluse una gabbia e una doppia gabbia) caratteristiche fisiche

La buona predisposizione dell’atleta nei confronti del cavallo è indispensabile per la prova di equitazione. Dunque è fondamentale allenarsi spesso a saltare in sella all’animale. Visto che il cavallo si sorteggia è fondamentale allenarsi con animali diversi

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La distanza è stata quella dei 3000 metri di corsa campestre fino a Pechino (quindi mezzofondo puro). Ora si può (ai Giochi è una regola) organizzarla su pista. Da quando esiste il combined-event, l’atleta percorre tre giri da 1000 metri caratteristiche fisiche

Una distanza da mezzofondista, dunque va allenata la resistenza più che la velocità. Le frequenti ripetute sulla distanza dei 1000 metri sono indispensabili per preaprarsi al meglio


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di Fabio ARDENTE foto Getty Images A.P. Pieretti

Pentathlon moderno, una disciplina, cinque specialità per sportivi abituati a sfidare ogni difficoltà. Ma quali caratteristiche fanno di un atleta un... pentatleta? E quali sono i segreti di questo sport? Alla scoperta di un mondo dove l’estremo è di casa

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multisport non sono per tutti gli atleti. Bisogna avere nel proprio Dna il gene della fatica per poter iniziare a praticare una disciplina sportiva fatta di tre, cinque, otto o dieci specialità. E tanta costanza, perché se un nuotatore si stufa di macinare decine e decine di vasche al giorno, figuriamoci chi oltre a quelle deve correre tutti i giorni per lunghe distanze, poi entrare in un poligono di tiro per

spare una-due ore, e ancora in sala scherma a tirare stoccate e infine montare a cavallo e saltare ostacoli, con tutti i rischi annessi di cadute e conseguenti traumi. Stiamo parlando, ovviamente, dei pentatleti. Da 100 anni, si proprio nel 1912 nacque dal nulla questa disciplina olimpica, gli “atleti bionici” si allenano e gareggiano nelle cinque specialità. E Roma sembra la città ideale per per crescere e diventare campioni, vista la lunga lista di pentatleti di spicco nati nella Capitale. Su tutti Daniele Masala e Carlo Massullo, e in campo femminile Claudia Corsini, l’unica azzurra capace di vincere un titolo mondiale individuale, e Alessia Pieretti, anche lei con alcuni primati mai superati da altre azzurre. Alessia, 35 anni, veste la maglia della Nazionale dal 1994, ovvero da 18 anni. Atleta del CS Esercito («senza il supporto dello Stato Maggiore dell'Esercito, dello Stato Maggiore della Difesa, del Gruppo sportivo dell' Esercito e della Scuola Militare di equitazione di Montelibretti non sarei mai arrivata così in alto», ci tiene a sottolineare la campionessa romana), in carriera ha vinto titoli italiani, medaglie pesanti agli Europei e ai Mondiali con la squadra azzurra e soprattutto nel 2006 raggiunge l’apice con la vittoria della

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finale di Coppa del Mondo, impresa straordinaria per un’azzurra del pentathlon moderno. Nel 2008 si qualifica per i Giochi olimpici di Pechino come terza pentatleta italiana, dunque partecipa all’evento solo in qualità di riserva olimpica. Nella storia del pentathlon moderno italiano è ancora oggi l’unica pentatleta ad aver gareggiato a livello internazionale nelle tre formule cambiate nel tempo (con 5 specialità con il tiro a fuoco a 25 metri, con 5 specialità con tiro ad aria compressa a 10 metri, con 4 specialità, ossia con l’avvento della combinata). Laureata in sociologia, membro del team Stelle Olimpiche, Corce d’oro al merito militare, vincitrice del Premio Internazionale Cartagine nel 2010. Da quest’anno ha anche il ruolo di preparatore atletico della squadra agonistica di equitazione dell’Esercito. Dunque, chi meglio di lei può illustrarci cosa vuol dire fare il pentatleta? Come ci si accosta a questa multidisciplina sportiva? «Al pentathlon moderno ci si avvicina principalmente dalla corsa e dal nuoto, che sono le due discipline propedeutiche. Anche io ho iniziato così. Praticavo atletica presso l'Atletico Monterotondo e contemporaneamente facevo nuoto per-


UNO SPORT MODERNO DALLE RADICI ANTICHE

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l pentathlon nasce come disciplina sportiva nell’antica Grecia ed era una delle principali gare dei Giochi olimpici dell’antichità. La gara era costituita da prove molto differenti di quelle attuali. Comprendeva, nell’ordine, corsa, salto in lungo, lancio del disco e del giavellotto e la lotta. Nel 1912, alla 5ª edizione dei Giochi olimpici dell’era moderna, il barone de Coubertin ufficializzò l’ingresso di una nuova disciplina, ideata proprio per le Olimpiadi, il pentathlon moderno. Le prove cambiarono: tiro con la pistola, scherma, nuoto, equitazione e corsa campestre. Sino ai Giochi di Pechino del 2008 queste sono state le specialità del pentathlon moderno. Oggi, invece, sono diventate quattro: scherma, nuoto, equitazione e combined, quest’ultimo una fusione tra tiro e corsa.

chè i miei genitori avevano interesse che sapessi anche nuotare. Praticavo queste due discipline insieme ai miei fratelli più grandi Mario e Roberto, poi un giorno è passato al campo di atletica di Monterotondo un tecnico, Piero Serena, che parlava di questa disciplina, il pentathlon moderno, e ho voluto provare. Tornando però a come ci si avvicina al pentathlon, ci sono anche atleti che si sono avvicinati provenendo dal mondo dell'equitazione e, an-

che se raramente, da quello della scherma». Perché un atleta decide di praticare una disciplina così complicata e difficile, in quanto gli allenamenti sono pesanti e diversificati? «Lo stimolo principale che porta a praticare il pentathlon moderno credo sia il desiderio di spaziare tra esperienze diverse e non solo per quel che riguarda le discipline sportive. Intendo con questo

LE REGOLE Il pentathlon moderno è uno sport abbastanza complesso in quanto le cinque specialità sono diverse nella sostanza. Oggi, in realtà, le prove da disputare sono quattro, ma le specialità rimangono sempre cinque. La gara inizia con la prova di scherma, al termine della quale viene stilata la classifica. Poi si passa alla prova di nuoto, e il punteggio si somma con quello precedente. Terza prova è quella di equitazione, al termine della quale la classifica generata risulta determinante per l’ultima prova, il combine event (mix di tiro e corsa). La partenza di ogni atleta per sparare i primi colpi che danno il via alla prova, è scaglionata in funzione della posizione di classifica. Il termine tecnico che contraddistingue questa fase è “partenza ad handicap”: chi ha ottenuto il miglior punteggio nelle precedenti prove parte per primo, e a seguire gli altri con un secondo di ritardo ogni quattro punti di svantaggio accumulati rispetto all’atleta che precede. Il primo che taglia il traguardo vince la gara.

anche l’aspetto di socialità e comunicazione perchè ti permette di frequentare tante realtà diverse: ti confronti con allenatori provenientti dalle singole discipline, capita di allenarti o gareggiare nelle singole discipline con atleti che praticano solo la scherma, solo il tiro o altri sport e questo ti arrichhisce molto non solo sul piano sportivo. Questo indipendentemente dall'età che hai e dal livello agonistico raggiunto». Si può considerare questo multisport come uno tra i più completi in assoluto? «A mio giudizio lo è in tutti i sensi. Ti completa a livello fisico e ti dà una marcia in più nella vita, nel lavoro e nello studio. Non a caso campioni del calibro di Daniele Masala, Carlo Massullo, Pierpaolo Cristofori, Roberto Bomprezzi, che hanno vinto medaglie olimpiche, si sono laureati chi in Scienze Motorie, chi in Ingegneria e chi in Medicina». Entriamo dentro la disciplina analizzando le cinque, ormai quattro prove. Spiegaci nei dettagli cosa sono e cosa deve fare un pentatleta per praticarle tutte e bene. Partiamo con la scherma... «Si inizia con la scherma, specialità spada, con un torneo ad una stoccata in cui si incontrano tutti gli avversari. In questa specialità è molto importante la capacità di studiare il proprio avversario, trovarne il punto debole ed approfittarne imponendo il proprio punto di forza. Questi due aspetti sono, se vogliamo, la chiave di lettura della specialità. Poi in base allo stato di forma che si vive possono essere più o meno difficoltosi da raggiungere». Il nuoto... «Si affrontano i 200 metri a stile libero, dunque la velocità è la co-

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spq ort sa più importante in assoluto. Per raggiungere buoni tempi bisogna davvero lavorare molto sia sullo stile della bracciata sia sulla forza esplosiva». L’equitazione... «Si affronta un percorso a ostacoli posti ad un’altezza di 1,20 metri. Il rapporto con il cavallo è fondamentale, e per raggiungere una certa sicurezza devi provare e riprovare a saltare con qualsiasi cavallo ti venga messo a disposizione. Questo perchè la prova di equitazione è la grande incognita del pentathlon moderno da ormai molti anni, ossia da quando il cavallo non te lo porti tu per la gara, ma viene assegnato tramite un sorteggio. E poco prima della gara, quindi hai solo venti minuti di tempo, ossia il periodo di riscaldamento, per entrarci in sintonia. Secondo me è proprio questo che conferisce al pentathlon grande fascino, perché oltre le prove fisiche devi saper dimostrare anche notevoli capacità di adattamento ad una situazione come questa». Infine, il combined event, o combinata... «Da soli tre anni il tiro con la pistola e la prova di corsa campestre sono stati uniti in una sola prova, la combinata appunto. Le difficoltà maggiori sono quelle di riuscire a correre veramente forte le tre frazioni da 1000 metri intervallatie da un recupero minimo, visto che con le pistole laser e con solo cinque bersagli da colpire si spara tranquillamente intorno ai 10 secondi.

Ovvio che è molto importante mantenere una discreta precisione nel tiro, perché si deve centrare almeno il 7 sul bersaglio, discreta precisione che però quando si arriva con 180 battiti dalla corsa diventa precisione massima». Bene, spiegate le specialità ora descrivici in breve una settimana di allenamenti... «La settimana è composta da allenamenti quotidiani di 3 o addirittura 4 specialità, suddivisi tra mattina e pomeriggio, sei giorni su sette. L’altro si gareggia o ci si riposa». Come si diventa un campione? «Tendenzialmente campioni ci si diventa o perchè si ha una grandissima dote o perchè si lavora veramente tanto. Entrambi gli aspetti sono veri, personalmente ho sempre creduto più sul lavoro perchè ho visto tanti atleti talentuosi non sfondare, perchè non hanno supportato la dote con l'impegno. Ritengo invece che un lavoro continuo negli anni ti porti molto più lontano». Possono praticarlo tutti o è riservato ad una ristetta cerchia di persone? «In sostanza è uno sport che di primo acchitto può sembrare adatto solo a famiglie benestanti; in realtà non è così perchè la Federazione, soprattutto nel settore giovanile, grazie ai Centri Federali consente la pratica del pentathlon a tutti. Qui a Roma, al CPO Giulio Onesti e al Cus c' è un ottimo Centro Fedrale, così come quello di Montelibretti».

IL PENTATHLON MODERNO A ROMA Il legame con Roma è unico. Quasi la totalità delle medaglie olimpiche e mondiali conquistate dal pentathlon moderno italiano, infatti, sono state conquistate da atleti capitolini. Daniele Masala è il più famoso, essendo anche l’unico azzurro capace di vincere l’oro olimpico individuale (Los Angeles 1984), oltre a quello a squadre (sempre nel 1984), un argento a squadre ai Giochi del 1988 e un titolo mondiale individuale nel 1982. Altre medaglie olimpiche e mondiali sono state conquistate dai romani Carlo Massullo, Pierpaolo Cristofori, Gianluca Tiberti e Roberto Bomprezzi. In campo femminile, l’unico titolo mondiale conquistato dalle azzurre è quello della romana Claudia Corsini (2005).

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I GRANDI AZZURRI Il primo grande pentatleta azzurro è stata Silvano Abba, che ai Giochi olimpici del 1936 conquistò la prima medaglia olimpica della storia italiana. Fu un bronzo, e per quasi cinquanta anni nessun altro azzurro salì su un podio olimpico. Poi arrivò l’era di Masala e Massullo, capaci di fare man bassa di medaglie olimpiche nelle edizioni di Los Angeles 1984 e Seul 1988. In quella statunitense Masala vince l’oro indivudale e Massullo il bronzo, e insieme a Cristofori vinsero l’oro a squadre. A Seul invece, Massullo conquistò l’argento individuale, e insieme a Masala e Tiberti vinse l’argento a squadre. Ancora un medaglia olimpica, stavolta di bronzo, venne conquistata dalla squadra italiana ai Giochi di Barcellona del 1992: Massullo, Tiberti e Bomprezzo i tre alfieri azzurri. Poi dal 2000 anche le donne vennero ammesse ai Giochi olimpici. Nelle tre edizioni disputate sinora non è arrivata nessuna medaglia, ma il quarto posto conquistato dall’iridata Claudia Corsini nel 2004 è da considerare al pari di un bronzo.

Infine, ci si sente un po’ bionici’ a praticare il pentathlon moderno? «Il fascino del pentahlon moderno come ho già detto è nella sua complessità, varietà e dinamicità. Il pentatleta la noia la conosce difficilmente. Proprio per questo lo consiglio a tutti i giovani che in quanto tali sono curiosi e pieni di energie.... poi praticandolo, effettivamente, ci si sente un pò bionici...».


All’Olimpico prima del Derby del Cuore

Il Presidente Giovanni Lacagnina con i giocatori Aquilani e De Silvestri e la maglia originale del Borgorosso

Rinasce il Borgorosso, in memoria di Alberto Sordi I

l Borgorosso... a Roma con il progetto di una guida allla formazione socioculturale e sportiva del bambino in memoria di Alberto Sordi presidente del Borgorosso Football Club. Il progetto Borgorosso sin dalla sua nascita aveva previsto che ci fosse una squadra iscritta al campionato federale che desse l’esempio di come dovrebbe esere concepito il gioco del calcio anche sugli spalti. Il Borgorosso milita oggi nel campionato di Seconda Categoria proprio con le maglie del Borgorosso e arrivando a vincere il campionato 2010-2011 ed ha avuto testimonial d’accezione come De Silvestri ed Aquilani ed ha avuto anche l’onore di giocare una partita all’Olimpico durante il Derby del Cuore. Il progetto prevede anche l’apertura di una scuola calcio per aiutare i bambini a inserirsi nella pratica sportiva e nell’attività mo-

Il Borgorosso sul Campo Roma a S. Giovanni

toria quotidiana anche in funzione dell’organizzazione della giornata del bambino stesso, dalla scuola allo sport. L’associazione, dunque, ha come obiettivo quello di creare un vero e proprio centro di addestramento al calcio. L’iniziativa, completamente gratuita, è destinata soprattutto a quelle famiglie che non hanno grandi possibilità economiche per far praticare sport ai propri figli. Questo un piccolo progetto che nasce proprio dal desiderio del popolare attore romano, come spiega anche il regista nelle pagine interne, di far rivivere il Borgorosso a Roma. Il Presidente della squadra è il noto giornalista televisivo Giovanni Lacagnina che promise ad Alberto Sordi, prima della scomparsa che una squadra vera sarebbe veramente nata con la missione verso i giovani.

Roma, 15 giugno 2006: a piazza Numa Pompilio dove risiedeva Sordi nasce il nuovo Borgorosso alla presenza del regista D’Amico e dell’attore Pattuelli con il neo Presidente Giovanni Lacagnina e il figlio

Sulle maglie, il logo dell’Associazione Bini Sulle casacche da trasferta compare il logo dell’Associazione Alessandro Bini per la sicurezza nello sport, causa sposata dal Presidente Lacagnina. Altra iniziativa sempre legata al giovane calciatore scomparso il 2 febbraio 2008, mentre stava giocando a pallone, è quella della Fondazione Campanelli Onlus che il 25 febbraio organizzerà uno spettacolo comico e musicale presso il Teatro Orione a via Tortona, 7, Roma (S. Giovanni) con la presentazione di Claudio Lippi. L’intero ricavato sarà devoluto alle finalità delle associazioni Bini. Per i biglietti: info@alessandrobini.org

Il Presidente del Borgorosso Football Club: un film entrato nella storia e nella cultura del calcio e del costume italiano. Questa pellicola rivive attraverso foto inedite e gli scatti mai pubblicati di Alberto Sordi che gioca a pallone...

IL FILM Anno: 1970 Durata: 115 min Regia: Luigi Filippo D'Amico Soggetto: Sergio Amidei, Alberto Sordi, Adriano Zecca Sceneggiatura: Sergio Amidei, Alberto Sordi, Adriano Zecca Fotografia: Sante Achilli Montaggio: Antonio Siciliano Musiche: Piero Piccioni Scenografia: Umberto Turco


di Giovanni LACAGNINA foto Enrico Appetito (fotografo di scena)

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orreva l’anno 1970 quando nei cinema italiani usciva “Il presidente del Borgorosso Football club”, indimenticabile film interpretato da Alberto Sordi. Proprio da quella pellicola è nata la favola della squadra vera, quella che Sordi quando era in vita aveva immaginato. La realtà del Borgorosso squadra di calcio iscritta alla Federazione è nata il 15 giugno 2006, proprio il giorno in cui Alberto Sordi avrebbe festeggiato il compleanno: un omaggio doveroso per far “rinascere” Albertone nella sua città attraverso lo sport, ma anche un vero e proprio viaggio a ritroso in un calcio diverso e lontano da quello che si vive oggi. Parliamo di quello con i sapori pungenti di pane e frittata consumati allo stadio e con i suoi riti sacri e pagani, con la fretta di una messa veloce per andare a consumare la partita di pallone nel segno di una passione smisurata di uno

I tifosi del borgorosso in trasferta

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Il Presidente Libero fa il discorso: «Dobbiamo vincere a ogni costo». Poi si sente male


Benito, neo-presidente, nello studio del padre insieme al ragioniere

sport bisognoso di tanto impegno sociale. L’omaggio a Sordi con il suo vero Borgorosso, vuol essere anche la posa di un nuovo mattoncino verso un calcio che deve riproporre ai giovani i valori di una volta, quasi a trascinare i sentimenti sportivi nel momento di aggregazione sociale, dalla pellicola di un film di fine Anni ‘60 ai giorni nostri. La squadra del Borgorosso esiste veramente e gioca nella Capitale, nel campionato di Seconda Categoria. Tanti giovani che lottano ogni domenica sui campi di calcio in memoria di Albertone indossando le mitiche maglie bianconere. Ragazzi che hanno onorato la memoria di Sordi in modo speciale vincendo il

Roma. Benito, il figlio del Presidente del Borgorosso, che lavora in Vaticano entra dal Monsignore per cui lavora che, però, gli annuncia il grave malore del papà con cui Benito non ha rapporti: la mamma lo convince ad andare al capezzale per motivi... d’eredità.

campionato 2010-2011: un risultato che assume un significato importante nella storia di questa società simbolo della romanità innata dell’Albertone nazionale. C’è da aggiungere che nel corso di questi anni, attraverso il Borgorosso tanto è stato fatto a livello sociale per cercare di contribuire alla sicurezza sui campi di gioco, come ad esempio la donazione di due defibrillatori, di cui uno all’Associazione Alessandro Bini. Nel futuro, una scuola calcio per quei bambini che non hanno la possibilità di pagarsi l’attività sportiva e un impianto sportivo a Roma da Intitolare a Alberto Sordi, un altro grande sogno che speriamo diventi presto realtà.

Paese di Borgorosso. Il Presidente Libero, ormai in fin di vita, ascolta la partita dalla radio vicino a un dirigente e alla sua attuale compagna.

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Dall’attualità ad un film che testimonia uno spaccato di un calcio che non c’è più, quello delle bandiere con l’asta di legno e delle trombette, quello dei pantaloncini da gioco corti e la tuta attillata, della passione popolare e di presidenti padroni: Sordi disse che trasse ispirazione per il film proprio da un Presidente romano, quello della Lazio, Ernesto Brivio. Nel film Benito Fornaciari, impiegato del Vaticano eredita dal padre il Borgorosso Football Club, squadra di calcio dell'immaginario paese romagnolo di Borgorosso (in realtà il film è girato a Bagnacavallo e allo stadio di Lugo, entrambi paesi della provincia di Ravenna). Il calcio non è esattamente la sua passione, tuttavia, dopo un primo momento di disinteresse per la squadra, inizia a dedicarvisi completamente con risultati disastrosi (ingaggia un curioso e improbabile allenatore sudamericano soprannominato stregone, ad imitazione di Herrera, mago del calcio vero dell’epoca) che gli inimicano l'intero paese di Borgorosso. Ma ad un certo punto, dopo aver esonerato l'allenatore e imponendo alla squadra ritiri draconiani basati sul lavoro nei campi, Benito assume direttamente le redini del club facendo da presidente-allenatore e le sorti della squadra sembrano cambiare. Il Borgorosso risale in classifica fino a sfiorare la vetta. Senonché, in una drammatica partita interna con gli eterni rivali del Sangiovese, mentre

«Chi prenderà il suo posto?», dice il ragioniere di famiglia mostrando a Benito l’azienda di famiglia. Intanto, si propone il Sindaco Bulgarelli che da tempo tenta di mettere le mani sulla squadra.


Presidente e allenatore, Benito Fornaciari sulla panchina dello stadio del Borgorosso

la squadra sta perdendo su rigore provocato dal giocatore brocco Celestino, da lui comprato a caro prezzo, Benito entra in campo litigando con l'arbitro e innescando un'invasione di campo da parte dei tifosi con conseguente interruzione della partita e successiva penalizzazione della squadra con squalifica del campo di gioco. A causa della crisi che investe la squadra, un gruppo di imprenditori locali avversi riesce a costringerlo a dimettersi, ma Fornaciari, nella conferenza di addio al paese, con un astuto coup de théâtre presenta il suo ultimo ingaggio: niente-

meno che Omar Sivori. Questo, se da un lato gli assicura il sostegno "per acclamazione" della tifoseria, per contrasto provoca il ritiro della cordata degli imprenditori, il fallimento e pignoramento di tutte le proprietà di Benito, perfino del pullman della squadra. Di ciò non si cura Benito che, ritornato presidente, parte con i tifosi in festa assieme alla squadra su un autocarro per raggiungere lo stadio. Risulta non chiaro quale sia il campionato a cui partecipa il Borgorosso, probabile che nelle intenzioni fosse la Serie D, e infatti il Baracca Lugo (che giocava nello stadio

Benito poco comprende del mondo del calcio, tanto che, ad una visita al campo d’allenamento dice al portiere vestito di nero: «ma lei è in lutto?». Ma piano piano, la gente, il buon cibo, i doveri d’azienda e di proprietario del Borgorosso, lo conquisteranno, sfidando l’ira della mamma che lo rivorrebbe a Roma…

delle riprese del film) nel 1968-69 era in serie D. Le avversarie però tradiscono una categoria inferiore, ovvero la Promozione. Come è probabile che sia. L'acquisto a sorpresa di Omar Sivori (interpretato da sé stesso) è clamoroso ma verosimile, avendo il fuoriclasse argentino disputato la sua ultima stagione in Serie A nel campionato 1968-69. Un altro evidente riferimento alla realtà è nel primo allenatore ingaggiato da Fornaciari, che ricorda, nella parlata, nell'aspetto fisico e nelle convinzioni tattiche, il “mago” Helenio Herrera.

La prima partita è contro il Celerina. S’inizia con il fair play da parte di Benito. Ad un infortunio di un giocatore del Borgorosso Don Ragazzoni, prete tifoso, spiega a Benito che solo da poco le regole permettono la sostituzione unica in caso di infortunio. Aria di contestazione per torti arbitrali e Benito dichiara: «i tifosi sono delle bestie».

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Il regista del film: Luigi Filippo D’Amico L’ultima intervista al regista romano, scomparso nel 2007 Com’è nata l’idea di fare un film con Sordi sul calcio? «Alberto un grande appassionato di calcio e aveva sempre pensato di fare un film dedicato al gioco del pallone». Perchè il film è stato girato in Romagna?«Perché serviva una popolazione di tifosi molto calda, piena di sangue e di impegno. Mentre si stava facendo la sceneggiatura feci un lungo viaggio in tutti i paesi della Romagna e alla fine scegliemmo come nucleo centrale della storia del film Bagnacavallo, perché era il più adatto secondo noi. Mi trovai benissimo sia con le comparse che con i proprietari delle case, perchè oltre a girare nella piazza del paese, che era molto suggestiva, abbiamo girato in molte case e in molti luoghi perché il film, tranne l’inizio che è girato a Roma, è stato tutto girato in Romagna: negli stadi di Lugo, Faenza, Cesena, insomma in vari posti, perché c’erano varie partite di football, e gli stadi dovevano essere diversi. A Bagnacavallo mi sono trovato bene anche umanamente: gente cordiale, vivace, di buona forchetta e di buon bicchiere. Fu giusto ambientarlo là, per una piccola squadra di provincia che casualmente questo romano si trova a ereditare dal padre. Una cosa a cui io tenni subito, fu che Sordi facesse anche la parte del padre, imparò la pronuncia romagnola e fece alla perfezione questo breve ruolo del padre». Come fu scelto il nome Borgorosso? «Serviva un nome che avesse un senso di veracità, ripeto la rappresentazione di una località molto facinorosa nel proteggere i luoghi natii, allora pensammo al Borgo di colore rosso perche’ abitato da gente focosa. Quindi ecco il motivo del nome Borgorosso Football Club». Com’è stata la preparazione di un film dedicato al calcio? «Diversa dai soliti film perchè nel caso specifico avevo la necessità di reperire non solo un numero molto vasto di comparse, che so-

no state basilari per il film, perché avevo bisogno degli stadi pieni di gente, ma anche per il numero di personaggi di secondo piano, ma non per questo meno importanti. Ho preso Todeschini nei panni del farmacista, Pattuelli, quello che si brucia in piazza, che ha il soprannome di Salsiccia. Vargas nel ruolo del prete del paese, oltre ai più noti come Tina Lattanzi e il fratello di Nino Taranto, Carlo, truccato da Herrera. Molti personaggi del film sono soltanto dei simpatici tipi romagnoli scelti a caso proprio da Sordi». Come ha trovato Il Sordi presidente di una squadra di calcio? «Molto bravo come sempre, e in quel caso sentiva molto il ruolo del Presidente tifoso. Anche se i problemi legati alle regole degli Anni ‘70 relativi alla censura non sono mancati. Mi ricordo che a un certo punto Sordi nel ruolo del padre – questo per dirvi quanto è cambiata la società da allora - diceva: ”Casso!”. Col film pronto e la copia già mixata Alberto mi telefona e mi dice: ”Guarda che dobbiamo rifare una battuta del film, ci tocca rifare tutto il rullo e rimixarlo”. Io domando:”perché ?” e lui mi risponde “Siccome dico ‘Casso’ la censura vuole vietare il film ai minori di 18 anni”. La cosa aveva una certa importanza perché la pellicola non avrebbe avuto la programmazione televisiva e sarebbe rimasta fuori dalla programmazione delle sale parrocchiali, e allora ce n’erano tante e portavano molti soldi. Allora in fretta e furia cambiammo la battuta, ma ci costo lavoro e soldi. Il film fu pronto in tempo per rispettare le date di uscita, infatti doveva essere ultimato per settembre perché si pensava quello fosse il momento migliore per far uscire in programmazione quel tipo di film. Fu comunque un grande successo e soprattutto mi rimase impressa nella mente alla fine delle riprese del film la voglia di Alberto di portare a Roma una vera squadra e sono felice che questo sogno si sia realizzato».



Il tifoso Anni ‘70: i ricordi del “Salsiccia” l tifoso primi anni settanta e quello dei giorni nostri, parliamo di due entità estranee l’una all’altra? La risposta è no, trattasi della stessa specie, che ovviamente presenta ictu oculi delle diversità marcate, frutto di una evoluzione o involuzione, dipende dai punti di vista. Un bel termine di paragone lo offre proprio il film “’Il presidente del Borgorosso Football club”, rivedendo il quale tornano alla mente tante partite degli anni settanta con rumori, coreografie, situazioni particolari che ormai sembrano dimenticate. A distanza di oltre quaranta anni ab-

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Decisione irrevocabile? «Si, fino a quando ero al circolo cittadino a giocare a carte, entrò Alberto Sordi in persona e mi propose il ruolo. A quel punto, alla presenza di tutti gli amici, dire di no divenne praticamente impossibile ed accettai». Ma lei era tifoso di calcio? «Beh sì, ero il segretario del Bagnacavallo, che allora faceva il campionato di Promozione. Molti dei nostri giocatori, insieme a quelli del Baracca Lugo, hanno partecipato alle riprese delle scene di gioco. Io poi conoscevo Valerio Spadoni, che è di Lugo e

contato da Carlo Mattrel, un mio amico che era stato compagno di squadra di Sivori». Curiosità inevitabile, ci racconti.. «La Juventus vinceva 3 a 0 a Verona, e si vide assegnato un rigore inesistente. Il portiere dei veneti si arrabbiò tantissimo, al punto tale che Sivori lo tranquillizzò. ‘Tanto la gara ormai non ha storia, ti farò fare bella figura, buttati e destra e me lo pari’. A questo punto Sivori prende palla, va per calciare, il portiere si butta come d’accordo a destra e lui che fa? Mette una palla avvelenata, lentissima e beffarda nell’angolo a sinistra».

Salsiccia finge di darsi fuoco per convincere il Presidente a lasciare il Borgorosso. Poi compare e svela la messa in scena.

Il Salsiccia al bar dello sport biamo rintracciato il tifoso speciale del film, “il salsiccia”, ovvero Giuliano Pattuelli. Di lui ricorda la sequenza in un cui, in un momento di esasperazione per le sorti della squadra, si dà fuoco davanti al presidente. Una scena partendo dalla quale riavvolge il nastro della memoria: `«Sicuramente quella che mi ricordo con più piacere e di maggiore notorietà’». Pattuelli, che nel film appariva come un ragazzo di taglia abbondante, svela un retroscena: «Avevo avuto un incidente di macchina e, stando fermo, ero ingrassato di una ventina di chilogrammi. Capitava quindi che attraversassi la piazza a Bagnacavallo usando la bicicletta come stampella. Avanti e indietro, tante volte, finchè fui notato da un addetto del cast che mi propose una parte nel film». E lei si sbrigò ad accettare? ‘«Neanche per sogno, io dovevo fare la scuola per maestri di tennis, avevo in mente solo quello e nonostante le insistenze dissi no».

che poi giocò anche nella Roma. Ora è tornato dalle nostre parti dove gestisce un negozio specializzato in fumetti». E tra una pausa e l’altra, c’era di mezzo il pallone? «Veniva naturale mettersi a giocare, lo stesso Sordi si divertiva ad improvvisare qualche partitella. Era forte? Beh, diciamo che ci metteva buona volontà». Si trovò bene nell’ambiente? «Anche in questo caso devo ringraziare il gioco delle carte. Giocavo bene a bridge, e questo agevolò il mio legame con il regista Luigi Filippo D’Amico, che era un giocatore di altissimo livello e costituiva una coppia formidabile con Omar Sharif». Nel cast c’era anche il grande Omar Sivori. «È stato con noi solo un giorno, ma la sua presenza fu gradevolissima e ci facemmo un sacco di risate quando mi confermò un aneddoto che mi era stato racCINEMA | 76

Dopo il Borgorosso ha fatto altri film? «Nata e finita lì. Sordi mi cercò per darmi un’altra parte, per un film che mi sembra si girasse in Africa. Dissi no, e feci quello che avevo progettato di fare, la scuola per maestri di tennis». Luigi PANELLA

Ancora una scena del bar dello sport: la gente rumoreggia sottolinenando quanto a Benito non importi nulla della squadra. Lui arriva e la macchina è assalita. La polizia lo mette in salvo ma i tifosi tentano di entrare nella villa. Benito si nasconde nell’armadio vestito da donna. In quel momento Benito ode l’eco della voce paterna, si trasforma e dal balcone inizia un discorso deciso scimmiottando Mussolini.


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ESCLUSIVA

Alberto Sordi gioca a pallone: le foto mai viste Durante le pause nella lavorazione del film gli attori si lasciavano andare per diletto a vere partite di pallone. In una di quelle, un po’ per piacere e un po’ per realizzare un servizio fotografico, venne coinvolto anche Alberto Sordi che insossata la tuta del Borgorosso salì sul pullman e insieme agli altri si diresse al campo per scatti, inediti, che rappresentano una delle poche testimonianze del Sordi calciatore.

Inizia la campagna acquisti. Benito è al mitico hotel Gallia mentre dalla Tv Maurizio Barendson commenta la giornata di mercato. Colpo grosso del Borgorosso che prende il famoso allenatore italo peruviano Josè Buonservizi, tratto dalla figura di Herrera.

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ESCLUSIVA

Anche per Sordi un piccolo infortunio.

Ricomincia la stagione. Borgorosso in ritiro all’hotel dei Pini e “il mago” inizia a profetizzare. Anche la mamma arriva in ritiro: Benito le spiega di essere nato a nuova vita.

L’allenatore prevede un campionato stellare e nel bar dello sport strapieno fa attaccare la classifica al muro. Vicino il vecchio tabellone del Totocalcio.

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Formazione schierata per il Borgorosso pronto alla partita. Nella foto si riconosce anche il giocatore, ex giallorosso Valerio Spadoni (proprio dietro a Sordi)

Un colpo di testa in gol per Albertone

Prima partita e motto in voga nelle squadre d’allora che termina con: “chi s’estrania dalla lotta è ‘n gran fijo de ‘na mignotta”. Nel gruppo anche il giocatore ex romanista Spadoni. Iniziano una serie di sconfitte umilianti. E ancora contestazioni.

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Pippo Franco in “Il tifoso, l'arbitro e il calciatore”

Lino Banfi in “L'allenatore nel pallone”

Alvaro Vitali in “Il tifoso, l'arbitro e il calciatore”

Benito, sostenuto dalle dipendenti dell’azienda e ormai innamorato del Borgorosso, esclude l’allenatore e porta i ragazzi in ritiro… anzi a spaccar legna, dalla maga e... alla vittoria.

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a filmografia Anni ‘70 e ‘80 che fa il verso al mondo del pallone è lunga e soprattutto qualificata, visti i nomi spesso altisonanti di registi e attori che hanno interpretato film con la divisa da calciatore. Se Alberto Sordi è stato una sorta di capostipite, attori comici del calibro di Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Alvaro Vitali, Pippo Franco, Gigi e Andrea, Lino Banfi e Massimo Ceccherini sono stati sicuramente i degni discepoli in materia di risate al cinema. Tutti questi, oltre alle decine di pellicole comiche girate in carriera, hanno in comune con Sordi almeno un film parodia sul calcio, lo sport più amato dagli italiani. Nello stesso anno in cui uscì il mitico “Il Presidente del Borgorosso Football Club”, era il 1970, la coppia Franco&Ciccio interpretò due film sul calcio. “I due maghi del pallone”, di Mariano Laurenti, e “Don Franco e don Ciccio nell'anno della contestazione”, di Mario Girolami. Nel 1982, invece, esce “Il tifoso, l'arbitro e il calciatore” di Pierfrancesco Pingitore, con Alvaro Vitali protagonista del primo episodio, e Pippo Franco

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grande mattatore nel secondo, dove fa miracoli durante un derby per dimostrare a padre e futuro suocero la suafede di tifoso laziale e romanista. Alvaro Vitali, invece, l’anno successivo lascia definitivamente il segno con il fortunato “Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento” di Nando Cicero. Nel 1984, invece, è il turno di Lino Banfi, che interpretando il ruolo del protagonista in “L'allenatore nel pallone” di Sergio Martino diventa un’idolo dei giovani italiani innamorati del calcio. Le battute di quel film sono ancora oggi tra le più riprese dai giovani. Visto il successo, il regista Sergio Martino esce l’anno successivo con un altro film parodia sul calcio, “Mezzo destro mezzo sinistro - due calciatori senza pallone”, con protagonista la coppia di comici Gigi e Andrea e con l’apparizione di un giovane Pino Insegno. Nel 2008, sempre Martino, sforna a distanza di venticinque anni il sequel del fortunato film con Banfi, ovvero “L'allenatore nel pallone 2”, con protagonista sempre l’attore barese. Paolo CIABATTI

Il Borgorosso comincia a vincere benché schiacciato dai debiti. Giro di campo per il Presidente. Ma la sconfitta è ancora dietro l’angolo a seguito di debiti e torti arbitrali. Benito sembra sul punto di lasciare e tornare a Roma, quando...

IL CALCIO E LE SUE PARODIE

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...mentre la cordata del Sindaco sembra ormai acquisire la società e il Presidente tornare a Roma, il colpo a sorpresa: Benito torna e con lui porta un nuovo acquisto, Sivori.

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Lando Buzzanca nel film “L’Arbitro” interpreta, appunto il ruolo di un arbitro molto noto in quegli anni, Concetto Lo Bello



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In 500 mila a salutare Alberto Sordi. La folla oceanica riempiva Piazza San Giovanni di Roma per salutare il celebre attore romano il giorno dei suoi funerali, il 27 febbraio del 2003. L’intero mondo del cinema internazionale era riunito per piangere la morte di Sordi, sopraggiunta il 24 dello stesso mese. Dopo 9 anni ancora si ricorda lo striscione che attraversò il cielo della Capitale che portava scritto: “‘sta vorta c’hai fatto piagne”. La Piazza quel giorno accoglieva l’intera romanità, i cittadini erano giunti da ogni zona di Roma per salutare e applaudire un figlio del popolo.

IN MEMORIA DI ALBERTO SORDI | 43


I CIRCOLI CANOTTIERI STORICI DI ROMA Lo stemma oggi Lo stemma è formato da uno scudo a fasce bianche e rosse su fondo turchino, su remo, gaffa, ed ancora, sormontato dalla Corona Reale. Lo scudo è arricchito dal Collare d'Oro conferito al Reale Circolo Canottieri Tevere Remo nel 2002 la massima onorificenza del CONI e la Stella d’Oro al Merito Sportivo (1967).

Il primo stemma I colori sociali sono: il Bianco, il Turchino ed il Rosso. Questo antico stemma risale al periodo della fusione con il Circolo del Remo.

di Massimiliano CECCHI

“La storia siamo noi”: il più antico circolo d’Italia

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oma è la città dell’anima”, così diceva Stendhal, a metà dell’ottocento. Era il punto di arrivo di una popolazione cosmopolita, di artisti e letterati, si respirava un’atmosfera magica, ricca di slanci romantici e d’idee liberali, dove anche lo sport era vissuto come fenomeno liberatorio e di benessere. E’ in questo contesto risorgimentale, che affondano le radici storiche del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo. Si narra che nell’anno 1867, gli atleti della Società Ginnastica Serny, si esercitassero alla voga sul fiume Tevere con esemplare sprezzo del pericolo essendo spesso presi a fucilate dai gendarmi pontifici, acerrimi nemici dei garibaldini, che sparavano appena vedevano il colore rosso delle maglie dei ginnasti. Forse fu una coincidenza, oppure no, ma è difficile immaginare che gli eventi del Risorgimento, che accesero nella città focolai rivoluzionari, non avessero avuto una qualche in-

fluenza anche sui giovani sportivi di allora. Infatti, la nascita della Società Ginnastica Serny coincise con il tentativo di colpo di mano via fiume, messo in atto proprio quell’anno dai fratelli Cairoli, per fornire aiuto ai garibaldini romani impegnati in una sollevazione cittadina. Il colore rosso delle maglie sociali rafforzava il sospetto che la simpatia per la causa italiana albergasse nell’animo di molti aderenti alla società sportiva romana. A prescindere dagli animi di quel momento storico, un dato certo è che nell’ambito della Società Ginnastica Serny nacque l'attività remiera romana, per iniziativa di due gagliardi fiumaroli: Guglielmo Serny e Guglielmo Grant, dai cognomi stranieri ma romani, di nascita e di cuore. Nel 1870, con la Breccia di Porta Pia, l’Unità d’Italia fu completata e un vecchio romano scorbutico, il Tevere, nel modo a lui più consueto benedì l’Italia, con una delle più grandi esondazioni che questa città abbia mai vissuto. Solo loro, i fiumaroli, che lo conoscevano molto bene, potevano risolvere questo dramma. Per correre in aiuto della popolazione, la Società Serny acquistò venticinque barche con le quali cinquanta soci, esperti canottieri, furono in grado di recare prontamente soccorso agli alluvionati, con un'organizzazione efficace ed impeccabile, esempio ante litteram di protezione civile. Grazie a questo contributo, i canottieri ottennero in concessione dal Comune di Roma l’area di Passeggiata di Ripetta, dove costruirono la sede sociale. È così che, nel 1872, fu fondata la Società Ginnastica dei Canottieri del Tevere e, al momento della sua costituzione, l'adesione al Circolo del principe Tommaso, Duca di Genova, fratello della futura Regina Margherita e del Sindaco Pinciani, fu quel doveroso riconoscimento per la simpatia dimostrata dal Presidente Grant e dagli altri fondatori verso la causa dell'Unità d'Italia. Nei primi anni di vita del circolo, gran parte del lavoro organizSTRUTTURE DI ROMA | 84

zativo pesò sulle spalle dei due amici, Serny e Grant, fino a quando nel 1874 il fraterno rapporto fu repentinamente interrotto dalla prematura morte del primo. Nel giro di pochissimo tempo, ci furono molte regate vittoriose e il circolo organizzò numerosi raid remieri, in taluni casi al limite dell'impossibile, che determinarono l'affermazione a Roma del canottaggio e stimolarono la nascita di altre società consorelle. Con tale politica il Circolo si arricchì di un parco barche assolutamente uniche per quei tempi, che incoraggiò molti atleti ad unirsi alla Canottieri del Tevere in un'epoca in cui non era facile disporre di imbarcazioni da corsa. Nel rimessaggio del Circolo, erano sistemati, tra barche da passeggio e da corsa, oltre venti scafi, alcuni di concezione notevolmente moderna, come il quattro con timoniere, battezzato Cerea, smontabile e con i sedili scorrevoli, ed il celebre ‘quattro’ Margherita, vincitore della prima regata nazionale disputata in Italia, a Genova nel 1875. Prima della costituzione del Reale Yacht Club Italiano (RYCI) nel 1879 alla quale il Circolo partecipò direttamente, la Società Ginnastica dei Canottieri del Tevere installò una base velica a Palo Laziale, nella tenuta del Principe Ladislao Odescalchi, fondatore della cittadina di Ladispoli e secondo Presidente, dopo Guglielmo Grant, del Circolo. Nel 1912, con la fusione con il Circolo del Remo, la base venne trasferita ad Anzio dove tuttora è in piena attività. Seguirono anni di numerosi successi sportivi, nonostante due guerre mondiali, ed i mutamenti sociali, la continuità della tradizione remiera romana, così come fu voluta e realizzata con il sodalizio, è passata indenne di generazione in generazione, sino ai giorni nostri, trasmettendo ai giovani sportivi quello spirito risorgimentale dei fondatori. E la storia continua… Uno speciale ringraziamento per la collaborazione a Gianni Viscuso socio RCC Tevere Remo.


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TEVERE REMO Il nome

Il nome attuale trae origine dalla fusione del Club Canottieri Tevere con il Circolo del Remo avvenuto nel 1912. La denominazione è così mutata nel tempo: nel 1867 Società Ginnastica Serny; Nel 1872 In Società Ginnastica dei Canottieri Del Tevere; nel 1883 Reale Club dei Canottieri del Tevere; dal 1912 Reale Club dei Canottieri del Tevere e del Circolo del Remo; nel 1929 Reale Circolo Canottieri Tevere Remo; dal 1967 Circolo Canottieri Tevere Remo.

La scheda Anno di Fondazione 1872 Sede Sociale Roma, Lungotevere in Augusta n.28. Presidente Ing Giuseppe Lupoi. Sport Agonistici: canottaggio, vela, tennis, nuoto, canoa, atletica leggera, motociclismo; Special Olimpics. Attività sportive: basket, volley, calcio a 5, tennis da tavolo, biliardo

la prima sede sociale sul Tevere, uno chalet in legno con i soci del circolo in posa con le maglie sociali di allora che erano di colore bianco celeste

Curiosità

Pur essendo per vocazione il club del canottaggio e della vela, ha una Tradizione centenaria nel Tennis. il RCC Tevere Remo, per la città di Roma, ha creato il prestigioso Torneo SMA S. ELIA Internazionale nel femminile che oramai costituisce un appuntamento storico della Capitale. La scorsa stagione la squadra di tennis del circolo è stata promossa in serie A2, un vero risultato di eccellenza, merito della attuale dirigenza e del tecnico Piero Marchiani.

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TEVERE REMO Photonews Guglielmo Serny

Gli Special Olympics

Il presidente Grant in divisa da Guardia Nobile prima del 1872. Questi insieme all’altro storico fondatore Gugliemo Serny a metà dell’800 a Roma diedero inizio all’attività remiera dei fiumaroli organizzata come disciplina sportiva.

Nel 2005 il Circolo ha aperto le porte ad Atleti con disabilità intellettiva aderendo al programma internazionale SPECIAL OLYMPICS. La missione è promuovere la pratica sportiva per persone con disabilità intellettiva dando loro continue opportunità di sviluppi fisico e psichico e creando sempre motivi per gioire insieme alle loro famiglie.

I soci

Atleti e soci Renzo Gattegna

Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) dal luglio del 2006. Romano da generazioni, è avvocato civilista. Per molti anni, come consigliere della Comunità Ebraica di Roma, si è occupato in particolare di giovani.

Daniele Masala Socio del RCC Tevere dal 1985, ha fatto parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro, Vice Campione Olimpico a squadre alle Olimpiadi di Seoul del 1988 di pentathlon moderno, Medaglia d'argento al Campionato di Mondo di staffetta 1992, Ha vestito per oltre cento volte la maglia azzurra, è Cavaliere della Repubblica.

Giuseppe Carbone Socio del RCC Tevere Remo dal 1979. Ha esordito nel mondo della danza classica nel 1961, come primo ballerino nel balletto dell'Opera di Bonn. La sua carriera come coreografo e Direttore Artistico ha inizio nel 1971. Dal 1979 è più volte nominato Direttore Artistico della Scala di Milano e dell’Arena di Verona.

Lodovica Lucidi Fiore rosa all'occhiello della squadra agonistica canottaggio del RCC Tevere Remo, una delle atlete di spicco della squadra junior azzurra. 18 anni il prossimo 17 febbraio, è reduce da una stagione eccezionale: oltre alla medaglia di bronzo ai campionati europei in 4 senza, nel 2011 ha sfiorato il terzo posto sempre nella stessa barca ai mondiali di Eton.

Damiano Di Ienno 22enne nazionale tennis attualmente è 791 Atp. È una giovane stella del tennis italiano ed atleta del R CC Tevere Remo.

Settore giovanile Storico trionfo, quello ottenuto nell'ultima edizione del Festival dei Giovani 2011, la più prestigiosa manifestazione di atleti under 15, il futuro del remo azzurro passa sempre da qui. La squadra, allenata da Daniela Sanna, è arrivata prima a Ravenna, dove si sono dati battaglia oltre 1.300 atleti di ben 136 società provenienti da tutta Italia.

Equipaggio di spicco: dal capovoga Ioseph Romagnolo, Alessandro Rossetti, Francesco Marras e Alessandro Padoa, tutti classe94, insieme hanno regalato molti successi alla RCC Tevere Remo e al loro allenatore Marco Massai.


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L’idrovolante sul Tevere Primi del novecento l’idrovolante passa davanti al galleggiante del R.CC Tevere Remo. Il Tevere, nei secoli, è stato teatro di eventi memorabili, la storia scorre nelle sue acque.

La struttura La struttura sportiva è costituita da tre sedi: la sede sociale, con club soci storico, ristorante, sale riunioni, ed il galleggiante San Giorgio Il galleggiante San Giorgio

Il club soci storico

Sede dell’Acqua Acetosa (denominata I.S.A.) con impianti sportivi all’avanguardia per tennis, nuoto e canottaggio ed atletica leggera e due galleggianti.

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Ad Anzio c’è la sede storica della sezione Vela del circolo con club sociale marittimo, un ristorante, ed una foresteria, nel rimessaggio pochi circoli in Italia possono vantare una flotta quale quella della Tevere Remo: 10 Optimist, 8 Laser, 4 FIV 555, 4 Equipe, 4 Platu 25, 2 Snipe, 1 Lighting, 1 Soling.


TEVERE REMO Interviste

I Pellerossa al Tevere In questa foto dei primi del novecento dei soci durante una storica tradizione dei fiumaroli, quella di cimentarsi in un gioco sul fiume, pagaiando vestiti da Pellerossa. Ancora oggi alcuni circoli fanno queste rappresentazioni in costume, non sono dei riti propiziatori ma appartengono a quello spirito goliardico dei canottieri, una confraternita che al Tevere si diverte anche così.

Photogallery

Presidente Lupoi, quali sono i progetti e gli obiettivi attuali del circolo? «Lo scorso 15 dicembre i soci del RCCTR mi hanno gratificato, con un gradimento del 93%, nominandomi loro Presidente. Come ogni neo Presidente che si rispetti ho tanti progetti e mille idee: il difficile sarà scegliere quelle più giuste e, soprattutto, quelle attuabili in una situazione non brillante per l’intero Paese. Sicuramente però, i primi obiettivi sono rinvigorire le antiche tradizioni del nostro circolo che con i suoi 140 anni di storia è il più antico circolo canottieri d’Italia, rafforzare la sua presenza nelle competizione sportive a livello amatoriale, implementando le sue scuole dedicate ai giovani che si avvicinano ai nostri sport, e quindi canottaggio, canoa, vela, tennis, ricreare il senso dell’appartenenza tra i soci che è andato un po’ perso negli ultimi anni. Abbiamo, poi, alcuni problemi contingenti da superare come quello di ottenere l’uso del nuovo impianto natatorio e dei nuovi spogliatoi, bloccati da una a noi sfavorevole lettura degli atti da parte della magistratura, rinforzare la compagine sociale con l’acquisizione di nuovi qualificati soci, migliorare la sede a mare di Anzio che è un altro nostro fiore all’occhiello. In ultimo abbiamo deciso di ampliare il programma degli eventi culturali aprendoci a dibattiti e incontri incentrati sull’attualità politica e economica».

La costruzione dei muraglioni Dopo le drammatiche alluvioni del 1870, 1874 e del 1878, con l’Unità d’Italia, a Roma iniziò la grande opera dei muraglioni al Tevere che stravolse completamente la città ed il rapporto diretto della gente con il fiume. Da questo momento in poi la Città eterna non sarà più la stessa ma entrerà con un nuovo volto nel XX secolo.

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Il Ponte di Ripetta I canottieri prima dell’imbarco al porto di Ripetta questa foto è stata donata dallo stesso Guglielmo Grant in occasione dei 50 anni dalla fondazione per ricordare a tutti i soci e alle nuove generazioni i tempi eroici della costituzione del sodalizio. Una Roma che non c’è più: le rive senza i muraglioni di fronte al quartiere prati che all’epoca c’era un fitto bosco.

Alla veneziana sul Tevere una barca alla voga veneziana sul Tevere. Una barca Reale 9 giugno 1929 la barca ammiraglia della Tevere Remo in navigazione sul Tevere con a bordo la Principessa Reale Giovanna di Savoia e il suo seguito.

Signore in visita Galleggiante dei Canottieri del Tevere ricevono tre signore giunte in barca. Sono nella classica posa “alza Remo” dei canottieri. STRUTTURE DI ROMA | 89


IN VIAGGIO NEI MUNICIPI DI ROMA QUARTIERI: Gianicolense, Portuense, La Pisana, Castel di Guido POPOLAZIONE: 143.518 SUPERFICIE: 73 kmq PRESIDENTE: Fabio Bellini

DELEGATO ALLO SPORT: Cristina Maltese SEDE: Via Fabiola, 14 TELEFONO: 0669616202

Il Municipio XVI, dove lo sport è soprattutto aggregazione

Municipio xVI I

l Municipio XVI si estende ad est della Capidi Claudio tale per un'area di oltre 73 chilometri quadrati, dalle sponde del fiume Tevere fino al confine con il Comune di Fiumicino. Una vera e propria città che accoglie oggi quasi 150.000 abitanti e che offre ai propri visitatori alcuni degli scorci più belli della Capitale. Prendiamo ad esempio il quartiere Monteverde, chiamato comunemente dai romani Gianicolense, in riferimento al vicino colle del Gianicolo, un'area della città densissima di testimonianze storiche quanto di bellezze architettoniche. Passeggiare da porta San Pancrazio fino ai Colli Portuensi significa essere catapultati progressivamente in epoche storiche così diverse tra loro da lasciare quasi a bocca aperta: dall'età della Roma Repubblicana, a cui risalgono le mura gianicolensi, all'antichissima Basilica di San Pancrazio e alle sue catacombe cristiane ed ebraiche, passando per le ville di inizio novecento della Roma nobile giù fino al Ponte Bianco, dove negli anni '20 del Novecento sorgeva una ormai dimenticata stazione ferroviaria. E basta deviare di poco questo percorso che abbiamo descritto per ritrovarsi immersi nel polmone verde più vasto della città di Roma, Villa Doria Pamphili. Centottanta ettari che tolgono il fiato: passeggiare tra le colline della villa è un'esperienza quasi surreale al pensiero che tale paesaggio sia incastonato in realtà nel cuore della Capitale. Di-

Ieri

visa originariamente in tre porzioni dalla famiglia Doria Pamphili, con la pars urbana (il palazzo e i giardini), la pars fructuaria (la pineta) e la pars rustica (la tenuta agricola) oggi la villa è attraversata dalla via Leone XIII, porzione di quell'arteria che i romani da sempre chiamano Via Olimpica. Nonostante ciò Villa Pamphili rimane comunque una delle zone verdi meglio conservate e più incontaminate dell'intera capitale. E soprattutto uno dei luoghi più frequentati dagli sportivi della Capitale, per correre, andare in bicicletta, giocare a cricket o praticare l’orienteering. Il resto del Municipio ha origini più moderne: le abitazioni attorno a via Donna Olimpia ad esempio vennero costruite in epoca fascista in seguito allo sgombero del Rione Monti, l'area chiamata Monteverde Nuovo cominciò ad essere urbanizzata solamente a partire dagli anni '70, così come infine in quartiere denominato Castel di Guido, che rappresenta l'estremità occidentale del Municipio, estendendosi fino ad oltre il Grande Raccordo Anulare.

DI RENZO

Via Leone XIII durante la fase di realizzazione dell’arteria che nel giro di pochi anni è diventata una delle vie di scorrimento più frequentate

Oggi

Via Leone XIII oggi, nel tratto che attraversa Villa Pamphili all’altezza del ponte che consente ai pedoni di passare da una parte all’altra del parco


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N T O L ’ E V E

ne con l'associa I, in collaborazio ganizzato una XV o pi ici un M il or io, tiva Albatros, ha o periodo nataliz Durante il passat o Onlus e con l'Associazione Spor unto alla propria terza ediziogi , nd zione Stradaface ica, la Christman Run. L'evento che, nello splendido scenario dist anti speciale gara po dei 1000 partecip na del divertimento e della soeg sfondato il muro ns ha l'i al 11 ta 20 l na ne or , gi i facilitato l'inne passato una o nn o impegno” ha po oriale, coinha rs ili, ive ph “d m a si or rc at di Villa Pa pe am di te ù prettamen duzione inoltre ica e impegno pi acere di farlo. lidarietà. L'intro ist on ag e nt ne pi mpo tegrazione tra co anche chi corre per il semplice sta fe lla ne do en lg vo

LA CHRISTMAS RUN

News dai Municipi Municipio IV BALLO PER LA TERZA ETÀ Nel 2012 verrà realizzata un’iniziativa tesa a promuovere l’attività di ballo nei centri anziani come forma di attività fisica e utilizzando la danza come mezzo per migliorare le capacità coordinative, di equilibrio e quindi di prevenzione della perdita di autonomia.

Municipio VIII

Municipio IX RIAPRE VILLA LAZZARONI Dopo un importante intervento di sistemazione e riqualificazione, è stata riaperta Villa Lazzaroni, grazie anche al contributo dei cittadini nellla fase progettuale dell’intervento.

Municipio XI SUCCESSO PER LA FESTA DELLO SPORT Dal 1 dicembre 2011 al 6 gennaio 2012 si è svolto il tradizionale appuntamento con lo sport in occasione delle festività natalizie. Un'iniziativa ricca di appuntamenti con numerose discipline sportive: basket, rugby, boxe, calcio, judo, nuoto, scherma e karate.

Municipio XII MOTORI SOLIDALI Il 18 dicembre il Municipio XII ha organizzato un raduno di auto d'epoca presso il Piazzale dell'Industria e una gara di regolarità con arrivo all'Ospedale Sant'Eugenio, dove i partecipanti hanno incontrato i bambini del reparto pediatrico a cui sono stati consegnati alcuni doni di Natale.

gli impianti sportivi

Spazio ai municipi romani. Per inviare notizie o far conoscere la tua realtà locale scrivi a redazione@spqrsport.it

Impianti scolastici Punti Verdi Qualità Impianti Comunali Impianti Ecclesiastici Impianti Privati

FESTA DANZANTE Lunedì 19 dicembre ha avuto luogo, presso il Teatro della Parrocchia di Santa Rita, la “Prima Festa Danzante della Solidarietà”, organizzata dall’Accademia Nazionale di Cultura Sportiva e dalla Protezione Civile “Le Torri”.


Municipio xVI L’INTERVISTA

DE SILVESTRI E LE PARTITE DI NASCOSTO A VILLA PAMPHILI orenzo De Silvestri è un ragazzo di ventitre anni, accento

Lromanesco, sorriso sincero e occhi del colore del ghiac-

cio. Un ragazzo come tanti, non diverso da quelli che si vedono la domenica mattina andare a giocare a pallone a Villa Pamphili o passeggiare in giro con gli amici. Sentendolo parlare si rimane quasi stupiti che un calciatore con oltre 100 presenze in Serie A abbia mantenuto una simile semplicità e umiltà. Eppure motivi per montarsi la testa li avrebbe, eccome: nel 2007, ad esempio, il prestigioso magazine inglese World Soccer lo ha inserito nella lista dei 50 migliori giovani talenti europei dopo il suo esordio in Champions' League avvenuto a soli 19 anni. «Me la ricordo quella prima partita in Europa con la Lazio. Era la mia prima stagione da professionista e mi ritrovai a giocare addirittura contro il Real Madrid. Trovarmi di fronte campioni come Raul, Van Nisterlooy, Robben, Snejider, Robinho, tutta gente che avevo visto slo in tlevisione fino a pochi mesi prima è stato indescrivibile. Forse solo in quel momento mi sono reso conto di aver trasformato in realtà il mio sogno». Un'emozione resa ancora più forte dal fatto che hai esordito con la maglia della tua squadra del cuore, la Lazio... «Posso solo dire di essere stato fortunato. Ho aspettato a lungo il giorno della mia prima partita all'Olimpico con la maglia biancoceleste: nei mesi prece-

denti avevo già giocato qualche minuto in Coppa Italia, ma sempre in trasferta. Poi finalmente durante un Lazio-Fiorentina è arrivato il mio momento: ricordo come fosse oggi la sensazione da brividi di sentirsi gli occhi di 50.000 persone addosso». E pensare che la tua carriera ha rischiato di non iniziare affatto... È vero che tuo padre non voleva che giocassi a calcio? «Sì è vero, mi diceva che il calcio non era formativo e che era un sport di poco sacrificio. Per questo da bambino mi ha fatto provare diverse discipline, dal nuoto all'atletica, dalla ginnastica allo sci di fondo. Poi alla fine per fortuna ha ceduto... Forse era stanco di vedermi tornare a casa con i jeans strappati dopo le partite che facevo di nascosto con i miei amici». La tua prima squadra è stata la Romulea. Che ricordo hai di quell'esperienza? «Pensando a quegli anni mi torna subito in mente il nome di mister Fabiani, il mio primo allenatore. E' stato importantissimo per me, quasi come un secondo padre: mi è stato vicino, mi ha dato tantissimi consigli, a volte in maniera anche un po' rude, però è stato per merito suo se sono arrivato in Serie A». Tu sei nato e cresciuto a Monteverde. Che rapporto avevi con il tuo quartiere? «Per me è stato un posto stupendo dove vivere. Sono sempre stato un ragazzo a cui piace uscire e vivere la vita di quartiere. Ricordo i pomeriggi passati a Villa Pamphili o a Villa Sciarra dopo aver studiato, o ancora le passeggiate a via dei Colli Portuensi. Ho un bellissimo ricordo di questi posti». Dal 2009 giochi nella Fiorentina, hai un po' di nostalgia della tua città? «Devo dire che Firenze è un bel posto dove vivere: simile a Roma per certi versi, con tanto verde, tanta storia... Però ovviamente la mia città mi manca, e molto. Per fortuna ho la possibilità di tornare spesso a trovare i miei amici, poi una volta terminata la mia carriera penso che tornerò con la mia famiglia dove sono nato». O magari prima... Hai mai pensato ad un ritorno da calciatore? «Ho tanti amici laziali e loro me lo ripetono spesso. La mia carriera per fortuna è ancora lunga, nulla è impossibile».

Lorenzo De Silvestri è nato a Monteverde

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CENTRI SPORTIVI DI ROMA CAPITALE LA PISCINA DI VIA DI BRAVETTA E IL CAMPO DI VIA DEI CAPASSO ono due i centri sportivi comunali presenti nel territorio del Municipio XVI, la piscina di via di Bravetta e il campo da calcio di via dei Capasso; due impianti per certi versi molto diversi tra loro, ma al contempo accomunati dalla medesima vocazione e attenzione per il sociale, evidentemente per diretto impulso dell'amministrazione municipale, che proprio dello sport interpretato come strumento di aggregazione e di integrazione ha fatto una delle sue più grandi bandiere. Abbiamo detto che si tratta di due strutture sportive all'apparenza molto diverse tra loro: arrivando davanti alla piscina comunale di via di Bravetta infatti si è immediatamente colpiti dal colpo d'occhio che offre, con il maestoso Forte Aurelio sulla destra e lo sfondo dominato dalla suggestiva Villa York. La piscina accoglie i visitatori con una discesa terrazzata decorata da fontane e giardini che conducono ad un edificio dall'architettura compatta e moderna. L'impianto è gestito dalla società sportiva Juventus Nuoto che ha avuto la concessione della struttura da parte del Comune fin nel lontano 1986. Oggi la piscina ospita lezioni di nuoto, di pallanuoto, corsi di acquagym e per sub. Il secondo impianto comunale è il campo di via dei Capasso, il cosidetto Stadio Tevere Roma. Come detto il colpo d'occhio rispetto all'impianto di via di Bravetta è totalmente opposto: alla modernità dell'edificio che ospita la piscina si sostituisce qui il romanticismo di uno dei più belli campi in terra battuta della Capitale, in cui ancora si respira quell'inconfondibile aria tipica del calcio di una volta, il calcio nella propria versione più autentica. L'impianto ospita oggi gli allenamenti e le partite di una delle scuole calcio più prestigiose della città, l'Urbe Roma. Sia però lo Stadio Tevere Roma che la piscina di via di Bravetta, nonostante il differente impatto visivo che suscitano nei visitatori, hanno in comune una profonda attenzione verso la realtà sociale del territorio in cui sorgono: basti pensare che il 5% degli iscritti alle due società che hanno in gestione i centri sportivi è riservato a giovani segnalati direttamente dalle Asl locali o dalle Case Famiglia. Un'ulteriore dimostrazione di quale sia l'approccio che il Municipio XVI ha nei confronti delle politiche sportive.

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LO SPORT NEL QUARTIERE

I GIOVANI PRIMA DI TUTTO 'amministrazione del Municipio XVI negli anni ha calibrato la propria politica relativa alle attività sportive soprattutto verso un destinatario privilegiato, ovvero i giovani. La premessa fondamentale per tale approccio è intendere lo sport principalmente come un gioco e non solo come una competizione: attraverso la promozione di eventi o il perfezionamento degli impianti, il Municipio XVI ha dimostrato sempre un grande impegno finalizzato alla creazione di occasioni di aggregazione e distensione sociale, in cui ragazzi provenienti anche dai contesti più disagiati del territorio o appartenenti a minoranze etniche potessero confrontarsi ed integrarsi con i propri coetanei. Anche per questo il rapporto con la realtà delle istituzioni scolastiche si è andata intensificando sempre di più, al fine di valorizzare il più possibile l'aspetto educativo dello sport. E' questa la filosofia dominante in tutti e 21 centri sportivi gestiti dal Municipio, la maggior parte dei quali rimane sempre a disposizione in maniera gratuita dei soggetti più deboli e meno tutelati. Ma lo sport è anche agonismo: per questo l'amministrazione municipale, parallelamente all'impegno con le scuole, ha promosso anche una serie di eventi sportivi di vera competizione, come le tre edizioni delle Municipaliadi che si sono disputate in questo territorio, o la Christmas Run, che ogni anno dal 2009 si disputa nel pieno del periodo natalizio.

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PAROLA AL PRESIDENTE

FABIO BELLINI PRESIDENTE MUNICIPIO XVI Lo sport è un formidabile veicolo di coesione sociale. In questi anni abbiamo lavorato affinché le realtà territoriali avessero opportunità per far praticare lo sport di base ai cittadini del nostro Municipio. Ma negli anni questo ha rappresentato anche un’opportunità di crescita per le società che hanno affrontato campionati ed hanno effettuato attività agonistica. È per questo che l’utilizzo dell’impianto di Viale Selva sarebbe fortemente importante per il Municipio.

PAROLA ALL’ASSESSORE ALLO SPORT

CRISTINA MALTESE – PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SPORT E CULTURA L’impegno di questi anni è stato per mantenere e rafforzare il rapporto tra Municipio, scuola e attività sportive dei Centri. In particolare, vista la fine dell’esperienza nei territori dei Giochi della Gioventù, quest’anno organizzeremo per il terzo anno consecutivo, le Municipaliadi, un’ iniziativa rivolta alla quinta classe delle scuole elementari fino a coinvolgere scuole medie inferiori e superiori. È veramente entusiasmante vedere crescere nel corso delle gare e una sana competizione tra gli studenti partecipanti. È un’esperienza sportiva coinvolgente ed un’importante occasione di incontro e crescita per i ragazzi. DAL TERRITORIO | 93


a leggenda vuole che la medaglia d’oro vinta a Roma, nel 1960, giaccia in fondo all’Ohio. L’allora diciottenne Cassius Clay la gettò nel fiume dopo essere stato allontanato, in malo modo, da un ristorante per soli bianchi. Una storia di razzismo, frequente nell’America degli Anni Sessanta. Un episodio destinato a cambiare la carriera di Alì che si trasformò subito nel paladino della popolazione di colore, difensore dei diritti umani e fervente musulmano. Un atteggiamento che mal si conciliava con l’America puritana di quel periodo che non gli perdonò né la conversione all’Islam (all’indomani della conquista del titolo contro Liston nel 1964 cambiò anche il nome) tantomeno il rifiuto, per motivi religiosi, di arruolarsi per la guerra in Vietnam. Un rifiuto che suscitò tanto clamore e costò carissimo ad Alì: revoca del titolo di campione del mondo, condanna in primo grado a cinque anni di carcere, ritiro del passaporto, cancellazione della licenza di pugile. Un colpo tremendo per la carriera in ascesa di Muhammad che è costretto a passare due anni e mezzo lontano dal-

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di Andrea BARCARIOL foto Getty Images

La storia di Alì comincia a Roma, nel 1960, con quella medaglia d’oro conquistata e gettata poco dopo nelle acque dell’Ohio dopo una brutta storia di razzismo. Il Re dei pugili compie settant’anni di storia e leggenda... Cassius Clay premiato con la medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Roma nel 1960

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la boxe. I suoi avversari non sono più i giganti del ring ma gli avvocati e i giudici che rappresentano quell’America conservatrice che mai gli ha perdonato le scelte politico-religiose e le celebri esternazioni: «Sono nato negli Stati Uniti ma mi sento africano. Nessun Vietcong mi ha mai chiamato negro». Frasi che lasciarono il segno più dei colpi sul ring. Conclusa la battaglia giudiziaria, nel 1971 Alì torna a combattere. In palio c’è il titolo dei pesi massimi contro “smo-


spq ort kin” Joe Frazier. Muhammad paga la lunga inattività. Le gambe sono molli, sul ring non riesce più a danzare come ai bei tempi. La sconfitta è pesante. Lo sono ancora di più i commenti al termine del match. In molti lo danno per finito, sul viale del tramonto, non più in grado di lottare con i migliori. Alì incassa, ricomincia ad allenarsi duramente e a vincere. Mette insieme una sequenza impressionante di successi prima di ripresentarsi nel 1974 davanti a Frazier. Questa volta però, in un’epica sfida, vince ai punti. Alì è pronto a riprendersi quel titolo che la “giustizia” gli aveva tolto. Sulla sua strada però c’è un colosso di due metri, apparentemente imbattibile. George Foreman ha 22, è più

Clay, il 25 febbraio 1964 a Miami conquistò per la prima volta la corona di Campione del Mondo dei pesi massimi, battendo il campione in carica Sonny Liston. L'anno seguente si disputò la rivincita. Dopo appena un minuto, Alì, nella foto, colpì l'avversario con un colpo d'incontro. L'immagine del campione del mondo che sovrasta Liston al tappeto è divenuta una delle icone della nostra epoca

giovane, più grande, più forte, dotato di una potenza spaventosa, unica nella storia della boxe. Si presenta con il record di 40 vittorie (37 per KO!) su 40. Gli ultimi due a farne le spese sono stati Joe Frazier e Ken Norton. Tutti e due avevano battuto Alì. Tutti e due vengono spazzati da Foreman in due round. “Smokin” Joe, addirittura, va al tappeto ben sei volte in cinque minuti. Per la stampa più che un incontro è “un pestaggio”. Foreman viene incoronato il “Marciano nero”, l’uomo che per anni avrebbe dominato il mondo della boxe. I pronostici della vigilia, in-

somma, danno Alì nettamente sfavorito. Tutto gioca contro di lui. Tutto tranne il luogo dell’evento: Kinshasa, nello Zaire. Appena arrivati in Africa, Foreman si infortuna in allenamento e il match viene rinviato di un mese. Per George è l’inizio di un incubo. Muhammad trasforma la vigilia in una guerra psicologica, basata su continue provocazioni. Ha dalla sua parte tutta l’Africa, tutti i media. Da una parte c’è il difensore dei neri, l’uomo dal grande impegno umanitario, il provocatore ribelle, il “labbro di Louisville” che trasforma le conferenze stampa in show. Dall’altra un ragazzone diffidente, scontroso, restio a parlare con i giornalisti, accusato dalla popolazione nera d’America di essere insensibile alle battaglie civili. Alì si allena in mezzo alla folla, balla insieme al popolo, si nutre della loro energia. Foreman sta in palestra da solo, non parla con nessuno, a fargli compagnia ci sono due cani da guardia. Probabilmente non capisce che non si tratta di un semplice


26 febbraio 1971: Clay si allena a Miami

match di pugilato, ci sono implicazioni etniche, razziali, geopolitiche che vanno al di là dello sport. La sera del 30 ottobre 1974, alle ore 3 del mattino, quando i due salgono sul ring, George si trova di fronte 100.000 africani scatenati che scandiscono un solo coro: “Alì boma ye” (Alì uccidilo). Quella fragilità psicologica che solo Muhammad aveva intuito appare improvvisamente negli occhi di Foreman. Alì ha già in tasca metà incontro. Il resto deve farlo sul ring. E lo fa. Per sette round rimane chiuso in una guardia passiva, appoggiato sulle corde (appositamente fatte allentare), per far sfogare la furia di Foreman. Ad aiutarlo, nella sua tattica apparentemente suicida, ci sono la temperatura (40 gradi) e un’umidità infernale. All’inizio dell’ottava ripresa Foreman è esausto, senza fiato, senza forze, i suoi famosi uppercut si sono infranti sulle braccia di Alì che, dopo averlo provocato per tutto l’incontro, lo travolge con una micidiale combinazione. Muhammad è di nuovo campione del mondo. Nella sua Africa. Il match verrà definito “uno degli even-

ti sportivi del secolo”. Per Spike Lee è «una tappa importante nella storia della comunità nera degli Stati Uniti». Nel 1975 Alì difende il titolo nella terza memorabile sfida contro Frazier, a Manila, in quello che passerà alla storia come il match del secolo. Più che un incontro è un massacro. Per quattordici round i due si scambiano una quantità impressionante di colpi. Prima dell’inizio dell’ultima ripresa Frazier si ritira. Finiscono tutte e due in ospedale. «È stato quanto di più vicino alla morte», dichiarerà Muhammad. Il 1978 è l’anno delle sfide con Spinks. Prima perde il titolo, poi lo riconquista e, nominato per la quinta volta pugile dell’anno, si ritira con l’ennesimo record: è l’unico ad aver conquistato per tre volte la cintura di campione del mondo dei pesi massimi. Ritorna nel 1980 per tentare l’ennesima sfida per il titolo contro Holmes, ma si ritira alla decima ripresa. Ha ormai perso la velocità nei movimenti. Si iniziano a manifestare i sintomi della malattia che lo colpirà: il morbo di Parkinson. Conclude la carriera con 56 vitPUGILATO | 96

torie su 61 incontri e una sola sconfitta per KO. Nel 1996 ad Atlanta, città del suo amico Martin Luther King, gli viene concesso l’onore di accendere la fiamma Olimpica in occasione dell’avvio dei Giochi del Centenario. L’immagine che si presenta davanti a milioni di spettatori è quella di un uomo malato, tremante, che non si vuole arrendere e non si vergogna di mostrare la sua terribile malattia. Il mondo lo guarda e si commuove ricordando il pugile che danzava sul ring. Proprio ad Atlanta, pochi giorni dopo, il Cio decide di consegnare ad Alì una copia della medaglia conquistata a Roma nel 1960. La toccante cerimonia avviene durante l’intervallo della finale di basket. Gli spettatori del George Done concedono l’ultima standing ovation al campione di Louisville che, raggiunto a fatica il centro del campo, saluta il pubblico in delirio con un timido sorriso. E chissà se in quel momento il pensiero di Alì non sia andato proprio alla città eterna dove “The greatest” iniziò la sua ascesa verso l’Olimpo dello sport.


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Muhammad Ali nel 1966, già Cassius Marcellus Clay, nel corso di una sessione di allenamento

1966: il campione del mondo dei pesi massimi Muhammad Ali parla ai giornalisti della televisione dopo il suo arrivo a Londra per combattere Henry Cooper a Highbury. L'occhio sinistro di Cooper, centrato più volte, sanguina e l'arbitro interrompe il combattimento. Cassius Clay può festeggiare la sua vittoria al quinto round come aveva già preannunciato.

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26 FEBBRAIO 2012

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ROMAOSTIA L’ultima domenica di febbraio si svolge la 38ª edizione della mezza maratona RomaOstia. La più partecipata d’Italia. La regina delle mezze maratone italiane, ideata nel 1974 da Luciano Duchi supera il traguardo delle 12.000 adesioni

ià dall’edizione 2011, visto il cambio innovativo della prima parte del percorso di gara, torna la gara non competitiva che apre il “mondo RomaOstia” a tutti: adulti, bambini, semplici appassionati di walking e corsa all’aperto, ma anche frequentatori di palestre e circoli sportivi; tutti possono correre la Euroma2Run una “gara nella gara” di soli 5 km il cui unico requisito di partecipazione è avere voglia di vivere tutto l’entusiasmo della RomaOstia.Il 26 febbraio 2012, per chi ama il podismo c’è un circoletto (per dirla alla Rino Tommasi) rosso sul calendario. Si corre la RomaOstia, indubbiamente una delle gare più belle e amate dagli sportivi di tutta Italia. Trentasette edizioni, finora, che sono state un crescendo di entusiasmo e di partecipazione, fino al record di arrivati (oltre 9500) dello scorso anno. Da Umberto Risi, vincitore della prima edizione, a Marco Marchei (che ha trionfato nell’edizione del 1979 e del 1980) da Steve Jones nel 1985, primatista del mondo di maratona, a Robert Cheruyot che detiene il record della gara con 60.06; da Stefano Baldini, vincitore nell’edizione del 1997, a Paul Kirui. Fra le donne il record della gara è di Gloria Marconi con il suo 69.27 ottenuto nell’edizione 2003. E poi tanti personaggi, da Gianni Morandi a dj Linus, da Roberto Pruzzo a Giuliano Giannichedda. Ma la RomaOstia non è soltanto una gara sportiva. È un ponte che congiunge idealmente il quartiere Eur ed Ostia, il Lido di Roma. La mezza maratona più partecipata d’Italia si snoda tutta sulla via Cristoforo Colombo, dove ci sono alcuni tra gli impianti sportivi simbolo della Capitale. Su questo percorso sta nascendo il secondo polo turistico di Roma. E lo sport reciterà una parte importante, perché di impianti d’eccellena ce ne sono molti. Alla partenza della RomaOstia, ad esempio, ci sono la Piscina delle Rose, il Palazzo dello Sport e l’impianto delle Tre Fontane, impianti realizzati (insieme al velodromo abbattuto qualche anno fa) per l’Olimpiade di Roma ‘60. Di recente costruzione, invece, sempre nell’area, il bocciodromo mondiale. Immergendosi sulla Cristoforo Colombo, poi, si incontrano diversi centri sportivi privati di ottimo livello, come quelli a Casal Palocco e all’Axa. Arrivati a Ostia, tra gli altri, si vedono il Palafijlkam, lo Stadio di atletica Stella Polare, e il Polo Natatorio realizzato per i Mondiali di nuoto Roma 09.

di Luca MONTEBELLI

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Palalottomatica

Bocciodromo

Polo Natatorio di Ostia


Dietro le quinte del lavoro del Comitato Regionale per la crescita del movimento calcistico e dei giovani

La Lega Nazionale Dilettanti è l'organo che dirige e, per il tramite dei suoi comitati interni, organizza i campionati e le coppe per le squadre maschili iscritte dal quinto livello del calcio italiano fino all'ultimo, i campionati femminili e le manifestazioni del beach soccer e del calcio a 5. Fu fondata nel 1959 e ha sede a Roma.

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n questo momento di particolare difficoltà economica del Paese, come ha reagito il movimento del calcio dilettantistico laziale e quali misure sono state adottate per supportarlo? «Il calcio dilettantistico laziale ha reagito con responsabiltà e senso della realtà. É stata fatta economia, a livello di club, su numerose voci sulle quali era possibile intervenire: dall’area tecnico-dirigenziale a quella agonistica, con un minor esborso di rimborsi spese e una razionalizzazione degli investimenti sul materiale tecnico. É stato poi incrementato l’utilizzo dei giovani calciatori nelle prime squadre. A questo proposito, è molto indicativo il dato emerso dall’Eccellenza, campionato che ha una età media di circa 22 anni». E il Comitato Regionale? «Da parte nostra abbiamo mantenuto inalterate le quote di iscrizione ai campionati e quelle per l’assicurazione ai calciatori. Siamo poi andati incontro alle nostre società fornendo loro, ad esempio, dei palloni a costi agevolati, migliorando i servizi relativi al tesseramenCALCIO REGIONALE | 100

Melchiorre Zarelli È nato a Bassano del Grappa nel 1940, ma è laziale d’adozione visto che si trasferisce a Guidonia all’età di 7 anni. Da sempre nel mondo del calcio: nel ‘65 inizia come arbitro per poi diventare collaboratore del Comitato Regionale Lazio della Lega Dilettanti. Nel 1981, ricoprendo il ruolo di responsabile amministrativo, concorre alla formazione del neonato Comitato Interregionale, di cui diventa Segretario dopo 6 anni. Nel 1992, il compianto presidente Antonio Sbardella, già arbitro di Serie A e direttore generale della Lazio dello Scudetto di Maestrelli, lo chiama al suo fianco al CR Lazio. Nel 2002 gli succede nella carica di Presidente.


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Il calcio dei giovani un movimento in crescita di Roberto CORAMUSI to, cercando di evitare alle società lunghe trasferte attraverso un’attenzione particolare alla composizione dei gironi e a una diversa formula dei play-out e play-off». Per numeri e qualità dell’offerta, il calcio a Roma e nel Lazio rappresenta un pilastro dell’attività sportiva, soprattutto per i giovani: quali sono i risultati che più l’hanno soddisfatta nell’ultimo anno? «Sicuramente l’organizzazione del Torneo delle Regioni, la massima manifestazione sportiva della Lega Dilettanti. Uno sforzo notevole che ha messo in mostra le qualità organizzative della nostra struttura. Uno sforzo che è stato ripagato dalla vittoria del titolo italiano con la Rappresentativa della categoria Giovanissimi». Il fiore all’occhiello dell’attività regionale agonistica sono le categorie giovanili, che hanno portato a Roma diversi scudetti negli ultimi 10 anni: qual è il segreto? «Innanzitutto la capacità di programmazione delle nostre società e dei loro dirigenti e tecnici. Poi, la politica giovanile che il Comitato Regionale ha sempre privilegiato, dedicando alla stessa la massima attenzione, varando norme e format dei campionati uguali per tutti e di qualificazione delle diverse categorie. Questi fattori hanno permesso di raggiungere nell’ultimo decennio risultati che nessun altro ha raggiunto». Molto lavoro invece si deve fare sugli impianti sportivi: cosa ha fatto il Comitato e cosa si aspetta facciano su questo tema le amministrazioni pubbliche e le società sportive? «Questo è un tema che più di altri ci preoccupa, anche se molto è stato fatto negli ultimi tempi sia con iniziative private sia con nostre sollecitazioni. Un grazie dobbiamo rivolgerlo all’Amministrazione Capitolina, proprietaria della maggior parte degli impianti di Roma, che è intervenuta in modo concreto e fattivo per migliorare la fruibilità di numerose strutture. Da parte nostra, siamo impegnati nell’opera di sensibilizzazione, monitorando continuamente gli impianti e segnalando, quindi, le situazioni di criticità». L’attività sportiva dilettantistica svolge un ruolo sociale determinante nel migliorare la qualità della vita dei cittadini. Secondo lei, quali sono le sfide da affrontare nel prossimo futuro? «Direi che il detto ‘mens sana in corpore sano’ sia sempre d’attualità. Per questo, l’obiettivo primario è quello di coniugare l’attività sportiva che migliori le condizioni fisiche di chi la pratica, con l’interiorizzazione, sia negli atleti che nei dirigenti e nei genitori dei ragazzi, dei principi sportivi, dalla lealtà al rispetto delle regole, dell’avversario e del CALCIO REGIONALE | 101

proprio corpo, rifiutando ogni tentativo di alterazione del risultato sportivo. Solo così, in una società che purtroppo sta perdendo molti dei suoi valori guida, potremo costruire positivamente i cittadini di domani». Il patrocinio concesso per diverse manifestazioni organizzate dal Comitato Regionale, l’utilizzo del logo di Roma Capitale sulle maglie delle Rappresentative che prenderanno parte al prossimo Torneo delle Regioni, e soprattutto il via libera alla realizzazione della sede del calcio laziale: ha costruito un eccellente rapporto con l’Amministrazione Capitolina? «Il nostro rapporto con l’amministrazione capitolina è partito da lontano ed oggi ha raggiunto il suo apice. Da sempre il Comitato ha avuto un cordiale colloquio con gli amministratori della Capitale, a prescindere dalla componente politica che la rappresentava. Devo dire però che con l’attuale amministrazione s’è instaurato un rapporto molto intenso, grazie anche all’affidabilità dimostrata dal nostro Comitato, confermando di essere un interlocutore idoneo a sposare i principi di valorizzazione dell’attività dilettantistica e giovanile del territorio. Non a caso, il rapporto oggi sta portando al raggiungimento di sinergie che soltanto qualche anno fa erano impensabili. Mi riferisco, in particolare, alla realizzazione della tanta agognata casa del calcio, anche se mancano alcuni dettagli di non poco conto, ma non riferibili all’amministrazione di Roma Capitale. Sarà realizzato anche un impianto sportivo che, oltre ad essere a disposizione delle scuole della zona, sarà anche la casa per la nostre Rappresentative e sarà anche polo di preparazione per gli arbitri di Roma».


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SPORT DILETTANTISTICO

ALLA SCOPERTA DELLE SOCIETÀ ROMANE DI TUTTI GLI SPORT

EQUITAZIONE A.S.D. 3C CASCIANESE COUNTRY CLUB L’impianto ha sede in Via Salaria, 267 Roma, nel cuore dello splendido parco di Villa Ada. È dotato di n. 3 campi di lavoro ed una giostra, con 15 cavalli. Tel. 06 – 8540900 mail: cascianese@hotmail.it Presidente: Paola D’Angelo

di Saverio FAGIANI

Il Presidente Paola D’Angelo «nel cuore della verde Villa ADA un momento per riconciliare i bambini e le loro famiglie con la natura, una palestra per formare i campioni del domani ed educarli all'amore per gli animali ed ultimo ma non ultimo un' opportunità per i ragazzi diversamente abili di interagire con il meraviglioso mondo dell'equitazione e con quanto questo può dare»

ella splendida cornice di Villa Ada trova spazio la scuola federale Cascianese Country Club ( CONI/FISE). La scuola federale utilizza impianti di proprietà, prima, dei Savoia e successivamente di Roma Capitale e svolge la propria attività sportiva su un’area di circa 2 ettari di terreno che insiste nel cuore della Villa. Tra verde e alberi di alto fusto si sono ricavati n. 3 campi di lavoro, una giostra che insieme ai 15 cavalli permettono alla scuola di svolgere vari corsi d’equitazione per bambini ed adulti. La scuola è aperta dal martedì alla domenica con corsi base che prevedono un avvicinamento al cavallo, la sua cura, capacità di accudirlo, nutrirlo ed insellarlo. Inoltre si svolgono corsi di pre-agonismo , nozioni tecniche avanzate, conoscenza dei regolamenti, partecipazione a gare di primo livello. Molta è l’ attività a favore

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dei giovani con partecipazioni a gare agonistiche di livello Nazionale ed Internazionale. L’associazione vanta un medagliere di prestigio con, 5 medaglie d’oro ai campionati Italiani, 11 ori ai campionati Regionali, 4 ori ai campionati Italiani Juniores e 3 ori per società. La Cascianese Country Club vanta centinaia di allievi oggi rimasti nel mondo dell’equitazione come tecnici, istruttori, veterinari e atleti di livello Internazionale. Ambiziosi sono i progetti che l’associazione intende realizzare in collaborazione con Roma Capitale, il II Municipio e le Scuole dello stesso Municipio. L’avvicinamento all’equitazione, l’incoraggiamento ad un miglior rapporto con il cavallo e la natura, l’ippoterapia, passeggiate di ricognizione nelle zone poco accessibili di Villa Ada allo scopo di segnalare situazioni di pericolo, sono

LO SPORT DELLA CAPITALE | 102

alcuni dei progetti che sono in procinto di avviarsi. L’impianto sportivo che, attualmente, è aperto ai soci e ai non soci, intende realizzare un progetto di ristrutturazione al fine di poter garantire anche ai fruitori del parco uno spazio adeguatamente attrezzato dove conoscere “ l’amico cavallo”.


Secondo appuntamento sul mondo dei tifosi e delle coreografie nelle curve romane specchio di un’epoca e di una società

PROTAGONISTA, LA GENTE

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no sguardo indietro, al calcio che fu. E compaiono come d’incanto i fumogeni dall’odore acre. Tanti anni prima dell’attuale legislazione di emergenza i ragazzi italiani sono stati allevati da un asilo chiamato”ultras”, che ha cresciuto, con poche eccezioni, le ultime generazioni, dai tardi Anni Sessanta in poi. La folla diveniva, come raramente prima d’ora, protagonista di una passione idealizzata. Dietro quelle foto, la moltitudine di storie, i piccoli aneddoti di gruppi, gli adolescenti, tanti, e gli adulti, qualcuno. E allora dall’archivio della memoria tiriamo fuori alcuni scatti che in grado di raccontare un’epoca, per l’unica soddisfazione di un momento, di quando il fumo si dirada e dietro, eccolo, lo spettacolo. Se questo giornale decide di occuparsi di coreografie della nostra città, oltre che dei grandi campioni, è proprio per dare un senso, una voce, una dimensione a questa capacità di aggregazione. Che, stavolta, lo sport lo vede un po’ in lontananza, quasi verniciato sullo sfondo come la coreografia di un teatro. Come quelle foto in cui giganteggiano bandieroni, sotto i quali si vedono scaldarsi piccoli giocatori, che saltellano roteando nervosamente le braccia, mentre aspettano il fischio d’inizio. Non sono loro i protagonisti, in quel momento. Solo comparse passeggere.

a cura di Luca ALEANDRI * Sociologo


a scritta “Forza Roma” che si accende è la coreografia preparata per l’ingresso in campo delle squadre per il derby del 19 marzo del 1978. Uno dei responsabili del CUCS di quegli anni racconta in proposito: «Per lo sviluppo del gruppo, e della creazione delle coreografie in modo particolare, un grande impulso lo diede Fausto Josa, che tra l’altro per lavoro aveva accesso a una quantità enorme di conoscenze, ed era una presenza di grande carisma. E proprio per questioni di lavoro conobbe questa azienda che lavorava nel settore pirotecnico. Questa conoscenza ci offrì l’idea di sfruttarlo per la coreografia del derby, che venne immaginata come una scritta che si illuminasse. Però c’era un problema: il pirotecnico era tifoso della Lazio e quindi bisognava farsi preparare la scritta senza che se ne conoscesse lo scopo. Così ci venne l’idea: gli

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dicemmo che sarebbe servita per la festa di un paese, Morazofra, che stava in provincia di Viterbo. Storse un po’ la bocca perché non lo aveva mai sentito nominare, noi lo convincemmo dicendo che era vicino Viterbo.. Il trucco venne scoperto il giorno della partita, perché andammo a prenderlo e lui ci seguì con il suo furgone e il materiale dentro. Pensava di andare a Viterbo, e si ritrovò allo stadio Olimpico!! D’altronde era uno spettacolo pirotecnico con tutti i crismi, quindi era necessaria la sua presenza, perché l’intero circuito poteva essere acceso solo da un tecnico con regolare autorizzazione. Ma a parte la curiosa storia di come nacque la coreografia, fu uno spettacolo estremamente riuscito, nella sua ambizione, soprattutto per quegli anni». «Questa coreografia - spiega un altro leader storico dei CUCS, Stefano Malfatti - fu ripensata, molto più in


grande, qualche anno più tardi, per la finale con il Liverpool, ma non fu poi possibile realizzarla per il divieto posto, all’ultimo momento, dalla società. Soldi buttati, ma soprattutto il rammarico di non aver potuto mettere in scena un’altra coreografia che sarebbe stata ricordata e che avrebbe immortalato un evento storico come una finale di Coppa dei Campioni». Quel derby fu ricordato anche perché prima della gara fu osservato un minuto di silenzio per ricordare l'eccidio dei cinque agenti di scorta e il rapimento di Aldo Moro in Via Fani.

19 marzo 1978 - 1962 - Campionato di Calcio Serie A 1977/78 - XXIII giornata LAZIO: Garella, Pighin, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli (46' Giordano), Clerici, Lopez, Badiani. A disp.: Cari, Ghedin. All. Vinicio. ROMA: P.Conti, Peccenini, Menichini, Maggiora, Santarini, De Nadai, B.Conti, Di Bartolomei, Musiello, De Sisti, Ugolotti (39' Casaroli). A disp.: Tancredi, Piacenti. All. Giagnoni. Arbitro: Ciacci (Firenze). Marcatori: 10' Clerici (aut), 55' Giordano (rig). Note: giornata nuvolosa con leggera pioggia nel 2° tempo. Terreno in buone condizioni. Ammoniti: Clerici, Garlaschelli, Wilson, Manfredonia. Angoli 5-5. Ammoniti Clerici, Garlaschelli, Manfredonia e Wilson. All'8' della ripresa annullato un goal a Giordano per fuorigioco. Spettatori: 50.000 circa (32.474 paganti)


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l sole nascente, coreografia del derby Lazio-Roma del 1985, esprimeva la volontà di rivincita da parte della tifoseria laziale, giunta a questa sfida con la squadra praticamente retrocessa già da mesi. Proprio da questo stato d’animo prese le mosse una delle coreografie più riuscite e significative. Un sole sorgente dalla parte inferiore della curva Nord, con i 17 raggi bianchi e azzurri ad irradiarsi, e lo striscione sulla vetrata con su scritto: “solo i vili e i mediocri conoscono la sconfitta, noi siamo grandi e risorgeremo”. Il motto, assolutamente esplicito, fu un orgoglioso annuncio di riscossa a fronte di una situazione tecnicosocietaria estremamente delicata. La preparazione del telo fu affidata alle cuciture della signora che, abitualmente, allora, si occupava della stoffa del tifo organizzato biancoceleste, mentre per i raggi ci si affidò nuovamente al cellophane, che già all’andata con Lazio nel cuore aveva dato degli ottimi risultati. Anzi, il bianco

dei raggi era avanzato proprio da quella coreografia precedente, quella del "Lazio nel Cuore". La realizzazione della scenografia fu praticamente perfetta, senza quelle sbavature che a quei tempi non di rado caratterizzavano l’effettiva realizzazione. Per provare il tutto, nell’immediata vigilia, fu scelto un terreno sotto il Gran Raccordo Anulare, all’altezza della Prenestina. Anzi, un colpo di vento sollevò il telo (delle dimensioni di 100 metri x 50) con il rischio che finisse sopra le carreggiate trafficate, ma fortunatamente i ragazzi presenti lo riuscirono a mantenere!. Prima della partita nel piazzale della Curva Nord fu perfettamente arrotolato grazie all'ausilio di una cinquantina di ragazzi che si occuparono poi di tenere stabile il telone all'apertura della coreografia. Oggi le testimonianze fotografiche di quel giorno rendono perfettamente l’idea di una scenografia in grado di esprimere assolutamente lo stato d’animo che l’aveva


concepita. Era, tra l’altro, il primo tentativo di realizzare un disegno in curva, che quindi andasse molto oltre le solite bandierine o telone che in quegli anni la facevano da padrone.

LAZIO-ROMA 1–1 (24/03/1985) 23 ottobre 1983 - 2181 - Campionato Italiano di Calcio Serie A 1983/84 - VI giornata Lazio: Cacciatori, Miele (53' Vella), Chiarenza, Manfredonia, Batista, Spinozzi, Cupini (66' D'Amico), Vinazzani, Giordano, Laudrup, Marini. A disp. Ielpo, Piraccini, Meluso. All. Morrone. Roma: Tancredi, Nela, Bonetti I, U.Righetti, Falcao, Maldera III (7' E.Oddi), B.Conti (82' Chierico), Cerezo, Pruzzo, Di Bartolomei, Graziani. A disp. Malgioglio, Strukelj, F.Vincenzi. All. Liedholm. Arbitro: Agnolin (Bassano del Grappa). Marcatori: 4' Nela, 63' Pruzzo. Note: giornata nuvolosa, terreno buono. Ammonito Graziani per scorrettezze. Angoli 5-2 (pt.2-1) per la Lazio. Presenti in tribuna i ministri: De Michelis, Gaspari e Signorile; il presidente del CONI, Carraro ed il segretario Pescante il sindaco di Roma Vetere; l'allenatore della nazionale olimpica Maldini. Spettatori: 65.000 circa (43.110 paganti). Incasso £. 970.005.000.



LA SCHEDA

PIANETA BADMINTON o iniziato a giocare all’età di dieH ci anni,per una serie di coincidenze. Mia madre, che mi aveva già

I GRANDI CAMPIONI SCRIVONO PER NOI

avviato allo sport facendomi allenare nella corsa e insegnandomi a giocare a pallavolo, era venuta a mancare da poche settimane; un tizio si era trasferito dalla Germania a Vignanello (il paesino in cui sono cresciuta) per lavoro, e aveva cominciato a diffondere nel paese la volontà di far praticare questo strano sport, a tutti sconosciuto. Addolorata per la perdita di mia madre e incuriosita da uno sport nuovo, ho deciso di staccare un po’ dalla quotidianità ed ho cominciato a giocare. A differenza da quanto si tende a pensare, il badminton è uno sport molto veloce, e questo comporta che un atleta di certi livelli, oltre ad avere le caratteristiche fisiche indispensabili per riuscire a giocare, deve disporre anche di una determinata prontezza mentale. Per questo considero il badminton uno sport adeguato per i bambini, perché oltre al benessere fisico gli infonde anche prontezza di riflessi e agilità motoria. Oltre questo, ce l’aspetto disciplinare, per questo intendo il tipo di vita da condurre. Un atleta professionista deve seguire una dieta particolare, rinunciare alle uscite serali perché gli allenamenti sono lunghi e stancanti, e tante altre privazioni. In più, spesso accade che si è costretti a trasferirsi altrove per poter trovare le condizioni adatte per crescere di livello. Io ad esempio ho vissuto per sei mesi in Cina e per due anni in Danimarca. Cosa senz’altro utile e costruttiva, ma decisamente non facile. D’altra parte però è anche vero che l’esperienza che ho fatto viaggiando è un bagaglio che senza lo sport non avrei potuto acquisire in nessun altro modo. E poi le vittorie: la sensazione che si provano quando si vince una partita tirata o comunque si raggiunge un risultato sudato è fantastica, spesso commovente. Ed è questa sensazione che molto spesso mi dà la motivazione di faticare ancora e dare sempre di più.

Agnese Allegrini


LA ST ORIA

Come per molte altre discipline sportive non esiste una data precisa sulla nascita del badminton. Si presume che il gioco del “volano”, così come conosciuto oggi, sia stato introdotto in Inghilterra, a metà del XVIII secolo, da alcuni ufficiali inglesi che avevano prestato servizio nella città di Pune, in India. Inizialmente, infatti, il gioco era chiamato con il nome di quella città. Il nome “badminton” deriva invece dall’omonima città inglese nel Gloucestershire dove è situato il castello utilizzato come residenza estiva dal Duca di Beaufort, nel quale nel 1873 furono codificate le prime regole di questo gioco. La pratica si diffuse in tutto il mondo agli inizi del ‘900, e nel 1934 venne fondata la federazione mondiale. Grande successo del badminton nelle scuole. La federazione italiana punta sui ragazzi per fare crescere questo sport nel nostro paese. Dare la possibilità agli studenti di praticarlo nei propri istituti, e quindi conoscerlo da vicino, è stata una mossa vincente. Cecilia D’Angelo, segretario generale della Fiba, spiega come il badminton sia una disciplina economica e che si adatta perfettamente all’attività scolastica per tanti motivi. «Innanzitutto i nostri campi sono amovibili – dice il segretario –, si possono montare e smontare con facilità senza l’esigenza di pavimentazioni particolari. Il volano poi è leggero, non fa male ai ragazzi e non rompe i vetri. Infine maschi e femmine giocano insieme. Nelle scuole formiamo squadre miste». Gli sforzi vengono premiati: il badminton è ormai la quinta disciplina più praticata nelle scuole.

LE RE GO L E Lo scopo del gioco è quello di colpire un volano usando una racchetta per farlo passare sopra la rete in modo che l’avversario non riesca a rispedirlo indietro prima che tocchi terra, e al contempo facendo sì che non atterri al di fuori dei limiti del campo: il gioco si svolge tutto al volo. Ogni volta che si ottiene ciò, il giocatore o la coppia guadagnano un punto. Il primo giocatore o coppia che ottiene 21 punti (sul 20 pari si prosegue finché non si hanno 2 punti di vantaggio) vince un set. Un incontro può essere composto da un qualsiasi numero dispari di set (normalmente 3). Il vincitore dell’incontro è il primo a conquistare più della metà dei set (ovvero a vincerne 2 su 3, o 3 su 5 e così via). Il badminton agonistico è uno sport che si pratica indoor. La racchetta pesa circa 100 grammi ed è munita di corde di calibro minore rispetto a quelle per il tennis (0 7-0.8 mm.); il volano ha forma conica ed è costituito da una semisfera di sughero sulla quale sono infisse delle penne naturali avvolte strettamente da due fili di cotone, in alternativa esistono anche di plastica. Esistono cinque specialità: i singolari maschile e femminile si giocano su un campo ridotto dei due corridoi laterali, mentre i doppi maschile femminile e misti sfruttano l’intera area di gioco.

IL BADMINTON A ROMA

Il badminton nella Capitale è arrivato a metà degli Anni ’70, così come in tutta Italia. Dopo le prime apparizioni sporadiche, infatti, nel 1974, grazie alle intuizioni e all’opera del cavalier Aurelio Chiappero, lo sport viene codificato anche in Italia. Il 16 giugno di quell’anno Chiappero scrive al CONI, dichiarando la sua intenzione di costituire la Federazione Italiana del Volano. Nel 1977 si svolge la prima edizione del Campionato italiano e nel 1978 la Nazionale italiana, composta da 6 giocatori, effettua la sua prima trasferta per partecipare ai Campionati europei a Preston, in Inghilterra.

IL VOLANO Può essere di materiale naturale o sintetico. Le caratteristiche di volo però devono essere simili a quelle di un volano a penne naturali con la base in sughero ricoperta da un sottile strato di pelle. Il peso è tra 4,74 a 5,50 grammi.

IL CAMPO DA GIOCO

Il campo è un rettangolo delimitato da linee larghe 40 millimetri con dimensioni differenti. Il campo da singolo è lungo 13,40 metri (due metà da 6,70 metri) e largo 5.18 metri. Quello da doppio è lungo uguale ma largo 6,1 metri (per l’aggiunta di due corridoi laterali di 0,46 metri ciascuno). Le linee devono essere facilmente distinguibili e preferibilmente di colore bianco o giallo.I pali sono alti 1,55 metri dalla superficie del campo e devono rimanere verticali quando la rete è tesa. I pali devono essere situati sulle linee laterali del campo da doppio, a prescindere che si giochi il singolare o il doppio. La rete deve essere di spago scuro e di spessore uniforme con maglia non inferiore a 15 millimetri e non superiore a 20 millimetri. La rete deve essere alta 760 millimetri e lunga almeno 6,1 metri. La parte superiore della rete deve essere bordata da entrambi i lati da un nastro bianco di 75 millimetri nel quale passa la corda o il cavo. La corda o il cavo devono essere fermamente tesi alla stessa altezza della parte superiore dei pali. La parte superiore della rete, al centro del campo, deve essere posta a 1,524 metri dalla superficie del campo e 1,55 metri sopra le linee laterali del doppio. Non ci devono essere spazi fra le estremità della rete ed i pali. Se necessario, le estremità della rete, per tutta la loro altezza, devono essere legate ai pali.

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LA TENUTA

PILLOLE DI STORIA

SPORT OLIMPICO Dopo essere stato ammesso come sport dimostrativo ai Giochi olimpici di Seul del 1988, dall’edizione di Barcellona 1992 in poi il badminton fa parte delle discipline olimpiche estive. Ai Giochi si disputano le gare di singolo e doppio maschile e femminile, e quella di doppio misto, con la squadra composta da un uomo e una donna.

ZHANG NING La cinese Zhang Ning, è la più forte giocatrice di tutti i tempi. L’atleta di Jinzhou, infatti, è l’unica giocatrice capace di vincere due ori olimpici individuali, o meglio lo è in assoluto visto che l’impresa non è riuscita anche ad un uomo. La grande giocatrice, vincitrice anche di un oro, due argenti e due bronzi mondiali, ha vinto la medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Atene 2004 e Pechino 2008. Fortunatamente per le avversarie, Zhang Ning si è ritirata dopo l’ultima Olimpiade.

T-SHIRT Comoda, per consentire il più ampio margine di movimento possibile soprattutto delle braccia

RACCHETTA Le parti principali della racchetta sono: manico, area accordata, testa, fusto, gola e telaio. Telaio Non deve essere più lungo di 680 millimetri e più largo di 230 millimetri. Corde L’area accordata non deve essere più lunga di 280 millimetri e più larga di 220 millimetri.

PANTALONCINI Anche questi devono essere comodi, sono simili a quelli dai tennisti

RECORDMAN Esiste un record di velocità del volano colpito da un giocatore? Ufficialmente no, ma la velocità raggiunta nell’ottobre del 2009 dallo smash del malese Tan Boon Heong non è stata ancora mai raggiunta. Durante un match di doppio al Denmark Open, in coppia con Koo Kien Keat, il giocatore ha fatto raggiungere al volano una velocità di 421 km/h. Il precedente record apparteneva al giapponese Naoki Kawamae con 414 Km/h.

CALZINI Calzini corti, come quelli dei tennisti

SCARPE Le scarpe devono avere la suola adeguata al tipo di superficie sintetica

ABECEDARIO

SMASH Il colpo risolutore del badminton, in quanto si tratta della schiacciata che viene eseguita in salto; è il colpo più potente e veloce del gioco, con il volano può superare anche i 400 km orari. LIFT Il colpo che si esegue da sottorete per alzare il volano spedendolo a fondocampo. Si distingue in offensivo e difensivo: offensivo quando il colpo è teso e veloce, in modo da dare meno tempo all’avversario per tornare a centro campo, difensivo quando il è alto, quindi segue una traiettoria a campana. CUT Detto anche spin dropo, è il colpo sferrato da sottorete per mandare il volano il più possibile corto e basso dall’altra parte. Così chiamato perché il volano viene “tagliato” tramite un determinato movimento, e quindi il volano gira su se stesso mentre effettua la traiettoria. KILL Il colpo effettuato per la cosiddetta chiusura a rete, dunque equiparabile allo smash.

IL TENNISTA CON LE PIUME Il giocatore di badminton è molto simile nell’abbigliamento a quello di tennis. Vista l’ampiezza dei movimenti, sia delle braccia che delle gambe, l’abbigliamento deve essere comodo e traspirante. Le scarpe devono essere comode e con la suola adeguata al tipo di fondo sul quale si gioca, ossia il sintetico, e nel caso di pratica amatoriale outdoor l’erba sintetica. Le donne, comunque, utilizzano o i pantaloncini o il gonnellino stile tennis, mentre per gli uomini i classici pantaloncini, calzini corti e t-shirt.

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NEWS Notizie d’attualità

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Rubriche dal mondo dello sport

R Sport e tecnologia

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R L’aneddoto

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R Luoghi di sport

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Campidoglio. Non solo sport 118 Profili 119 Riflettori sullo sport 120-121 Arte e sport 122 Dipartimento Sport 123 Enti di Promozione Sportiva 124 Autografi 125 Libri 125 Costume e Sport 126 Style 127 Abbigliamento sportivo 128 Sport e Natura 129 Strumenti del mestiere 130 Storie da raccontare 131 Il calendario degli sport di squadra 132 Passeggiate romane 133 Cinema e Sport 134-135 Filatelia e dintorni 136 Vocabolario dello Sport 137 Lo sai che? 137 Giochi di strada 138 Hannodetto 139 Sport in Rete 140-141 L'Evento 142-143 Filmati nella storia 143

LE RUBRICHE DI SPQR NEWS

S.S. LAZIO, NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE inquanta sezioni sportive hanno festeggiato a Spazio 900 all’Eur il 112° comC pleanno della Società Sportiva Lazio insieme a tutti gli atleti della polisportiva più grande e decorata d’Europa: il tutto con una sorpresa, il viaggio fatto dal Presidente Antonio Buccioni, dal consigliere di amministrazione di Invitalia, Federico Eichberg e da una delegazione biancoceleste a Bruxelles alla ricerca, fruttuosa, delle spoglie del fondatore: Luigi Bigiarelli. Nel cimitero locale è stata posta una stele in suo onore. Ma i festeggiamenti ci sono stati anche in Piazza della Libertà, luogo di nascita della Società Podistica Lazio nella notte tra l’8 e il 9 gennaio, dove i tifosi si sono riuniti spontanemente tra sventolii di bandiere e cori, festeggiando allo scoccare della mezzanotte. Si tratta di una tradizione che ha pochi eguali nel mondo e che connota profondamente l’attaccamento della tifoseria laziale alla tradizione, al simbolo, ai colori e alla storia.

La missione della dirigenza laziale a Bruxelles, dove riposa il fondatore Luigi Bigiarelli, in onore del quale è stata posta una stele

I festeggiamenti a Piazza della Libertà

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La festa a Spazio 900. Da sinistra Renata Polverini, Presidente della Regione Lazio, il falconiere e l’aquila Olympia accanto al Sindaco Alemanno


ade la neve e tanti romani decidono di dedicarsi agli sport... invernali e non solo. Dallo sci di fondo allo slittino, dai quad allo snowboard fino al footing e agli irriducibili canottieri che solcano il fiume in ogni stagione dell’anno. Da Trastevere al Circo Massimo, dal Foro Italico al Lungotevere, dall’Isola Tiberina alla Bocca della Verità , una rassegna di scatti che mostrano la vocazione sportiva dei nostri concittadini.

Fotoservizio di Roberto CIPOLLETTI

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sport’s history PALAZZETTO, AL VIA COSÌ

Un momento dell’allenamento pre-gara con la scritta “Roma Capitale” sui led a bordo campo

Quattrocento posti in più accanto al campo da gioco, illuminato dai led che passano la scritta di Roma Capitale: grazie ad un incremento di posti che hanno portato il Palazzetto a 3500 sedute complessive, la Virtus Roma di basket e la MRoma Volley possono portare avanti i propri campionati in osservanza delle norme federali.

Le file di sedie che hanno aumentato la capienza dell’impianto

NEWS

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L’OSPITE ECCELLENTE: LA “ZARINA” Nel Palazzetto dello Sport appena ristrutturato, in curva sud, sempre allo stesso posto, si siede da ormai tre anni Ashling Sirocchi, insieme alla mamma, per tifare la M.Roma volley. Chi è Ashling? La compagna dello “zar” della pallavolo italiana, ossia Ivan Zaytsev, lo schiacciatore della squadra capitolina e della Nazionale italiana di pallavolo. «Da qui vedo bene la gara e mi gusto anche il pubblico - dice la zarina, come l’abbiamo soprannominata -, e poi al fischio finale dell’arbitro mi rimane facile scendere verso il campo, dove incontro Ivan per il tradizionale bacio di fine match». Nella foto (di Carlo Giuliani) è insieme alla mamma: entrambe stanno leggendo il numero di dicembre di SPQR SPORT che ha ospitato una lunga intervista esclusiva a Zaytsev e un articolo di Ashling.

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NEWS NEWS | 114


Gianni Rivera disputò la sua ultima gara con la nazionale italiana ai Mondiali del 1974 in Germania, sostituito dal ct Valcareggi nella gara pareggiata 1-1 contro l’Argentina

ROMA CAMPIONE La Roma primavera di Alberto De Rossi si è aggiudicata il Memorial Sensi, vinto nel 2010 dalla Lazio.

FEDE ROMANA Federica Pellegrini diventa romana a tutti gli effetti. La scelta del nuovo tecnico Rossetto, infatti, l’ha portata a preparare la sua Olimpiade nella Capitale.

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GOLDEN GALA Sono già aperte le prevendite per i biglietti del Golden Gala, il meeting internazionale di atletica leggera che si svolgerà il 31 maggio prossimo allo Stadio Olimpico.

BERTOLACCI SI RITIRA

ITALIAN INTERNATIONAL Successo di pubblico e partecipanti agli Italian International di badminton. Al Palafijlkam di Ostia, hanno vinto lo spagnolo Abian e l’olandese Yao.

Il campione del mondo di motonautica Fabio Bertolacci, romano doc, si è ritirato dalle competizioni: ultimo atto l’esibizione col suo bolide alla Piscina delle Rose.

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NEWS R OCCHIALI PER OGNI SITUAZIONE Da oltre 50 milioni di anni, conosciuto per essere tra i più antichi del mondo, il deserto del Namib è stato lo scenario di un’impresa estrema, che ha visto protagonista il celebre maratoneta Derek Kwik. Noto per essere l’unico uomo cinese al mondo ad aver portato a termine la 4 Deserts, la competizione di corsa a piedi che prevede l’attraversamento in totale autosufficienza dei deserti di Cina, Cile, Egitto e Antartide, Kwik ha scelto di indossare delle particolari lenti per affrontare quest’ultima memorabile gara. 68 ore di corsa spalmate su 7 giorni per un totale di 250 chilometri, in un percorso che ha preso il via dal Fish River Canyon, che per dimensioni è seconda solo al Grand Canyon, e si è snodato attraverso un mare di dune dal caratteristico colore rosso, le più alte del mondo (toccano anche i 300 metri di altezza), arrivando fino all’oceano Atlantico. Tappa dopo tappa, l’escursionista ha intervallato l’uso di tre occhiali: uno per riparare gli occhi dal vento e dai granelli di sabbia grazie agli scudi laterali, i secondi, dotati di una contromontatura robusta ma estremamente leggera e ventilata e quindi perfetti nelle condizioni atmosferiche più estreme e un terzo modello particolarmente avvolgente e confortevole. Costante invece la presenza delle lenti fotocromatiche, che hanno assicurato una visione nitida e permesso di gestire al meglio qualsiasi cambiamento climatico: le nebbie mattutine, i venti secchi, la luce accecante del sole.

PROGETTO ANIENE Il circolo ha lanciato il progetto “Nuota con noi”, che offre l’opportunità ai disabili di avvicinarsi al nuoto e di provare a diventare atleti paralimpici grazie al sostegno dei tecnici gialloblu.

Alberto BRUNELLA

NEWS | 115


L’azzurro Marcello Fiasconaro è stato detentore del primato del mondo degli 800 metri di atletica dal 1973 al 1976: il tempo di 1’43’’7 fu ottenuto all’Arena di Milano

LA CORSA DI SAN SILVESTRO

Un runner, in onore alla festa di Capodanno, si presenta in lungo: si tratta di Ferdy Colloca, noto artista della Capitale e fondatore della Corsa Futurista

«Siamo soddisfatti. Non era facile riuscire ad imporre sin dal primo anno una gara in un giorno così speciale, a poche ore dalla festa di Capodanno. La grande partecipazione di iscritti, oltre 4.000, il sostegno di Nike e Roma Capitale, è stato decisivo per la riuscita della We Run Rome» così spiega il Preisdente Regionale Fidal Marco Pietrogiacomi al quale risponde proprio il Delegato Cochi: «Eravamo convinti della bontà del progetto e tanta era la voglia di ridare vita a una tradizione come quella di San Silvestro che un tempo era riferimento per tutto il podismo romano».

LA CORSA DEL GIOCATTOLO La XXXVI edizione della "Corsa del Giocattolo", svoltasi come tradizione il 6 gennaio con partenza e arrivo sulla Terrazza del Pincio, è stata una vera e propria festa. Più di 1000 i partecipanti che sono arrivati con le mani piene di giocattoli, visti gli oltre 10.000 giocattoli donati dai podisti che andranno ai piccoli di istituti in Italia e all’estero grazie all’impegno delle tre organizzazioni in assoluto più importanti nel mondo del volontariato, vale a dire la Caritas, la Comunità di Sant’Egidio e la Croce Rossa Italiana. Fra i tanti personaggi visti al via c’era anche la cantante ipovedente Annalisa Minetti, alla sua seconda partecipazione a questa gara. Annalisa ha corso al fianco del mezzofondista romano Andrea Giocondi ed è arrivata al traguardo conseguendo un lusinghiero 11^ posto assoluto nella classifica femminile con il tempo di 20’23” . La gara tecnica è stata esaltante, con pro-

La partenza della corsa. Il discorso introduttivo e lo start da parte del Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale Alessandro Cochi

tagonista assoluto Luca Parisi, già vincitore al Pincio nel 2010 che ha concluso il percorso in 15’10”. Alle sue spalle l’argentino Tobias Gramajo, terzo posto per Luca Desideri. In campo femminile Agnese Ananasso è stata l’assoluta protagonista della gara, bissando anche lei il successo centrato due anni fa, arrivando per prima al traguardo in 18’12” davanti a Maria Rita Spinelli e alla pentatleta Alessia Pieretti.

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L’ANEDDOTO

«…je se so’ sderenate le tonsille »

Campionato 1969-70, si gioca Roma-Napoli. Gigi Proietti debutta da tifoso allo stadio Olimpico, convinto da un amico ‘intellettuale’ secondo il quale il derby del sud è un interessante spaccato sociale. «Tutto regolare fino all’inizio della partita - racconta Proietti -, il mio amico esamina il 'fenomeno di massa' , ma dopo pochi minuti segna Salvori e je se so’ sderenate le tonsille. Alla faccia dello spaccato sociale».

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NEWS

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La Parigi Roubaix, classica francese nota come l’Inferno del Nord, non viene vinta da un ciclista italiano dall’edizione del 1999, quando ad imporsi fu Andrea Tafi

SPORT E SOLIDARIETÀ

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Grande successo ha riscosso la manifestazione “S.O.S. Befana Lo sport incontra la solidarietà” che si è svolta il 06 gennaio al Paladanubio di Fiumicino. Alla manifestazione, patrocinata da Roma Capitale e dal Comune di Fiumicino, sono stati raccolti fondi di beneficenza a favore delle due Onlus Cuore di Cristiano e Ostia per l’Africa.

«VIALE KANT»

diSPORT

LO SKATEPARK

VUOI SEGNALARCI UN LUOGO DEL TUO QUARTIERE DOVE LO SPORT È PROTAGONISTA? INVIA LA TUA SEGNALAZIONE A: redazione@spqrsport.it

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Viale Kant è una sorta di piccola “superstrada” che collega la via Nomentana con la via Tiburtina, tagliando in due il quartiere di Casal de’ Pazzi, famoso per la società di pallavolo femminile che per tanti anni ha opera sul territorio. A poche centinaia di metri dall’inizio della lunga via, partendo da via Nomentana, nascosto tra il verde e i grandi palazzi realizzati negli Anni ‘80, c’è uno skatepark pubblico gestito da alcune associazioni sportive del territorio. L’impianto è dotato sia di un half pipe che dei tradizionali ostacoli necessari per lo svolgimento del freestyle, la specialità più spettacolare dello skateboard e del pattinaggio a rotelle. Una struttura molto apprezzata soprattutto dai giovani di Roma nord, che la frequentano quotidianamente prendendola anche come luogo di ritrovo e socializzazione. Non è raro, infatti, vedere intere comitive di giovani che si radunano all’interno per osservare le funamboliche evoluzioni degli skateboarder ma anche per trascorrere un pomeriggio in un luogo comunque immerso nel verde. Per gli appassionati, invece, si tratta di una vera mecca in quanto è l’unico skatepark di Roma nord.


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CAMPIDOGLIO A CURA DELL’UFFICIO FOTOGRAFICO DI ROMA CAPITALE

NON SOLO SPORT Via dei Fori Imperiali – l’artista Enrico Brignano si esibisce in occasione del concerto di Capodanno 2012

Il tradizionale presepe allestito in piazza del Campidoglio in occasione del Natale

Centro storico– una moltitudine di led Tricolore illuminano via del Corso in occasione delle festività natalizie Piazza del Campidoglio – raduno automobilistico auto d'epoca


La prima squadra italiana a vincere la Champions League di pallavolo maschile, è stata la Pallavolo Torino, che nel 1980 si impose in finale agli slovacchi del VPK Bratislava

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ERIK LAMELA Nato a Il Nazionalità Abita a Famiglia Professione Ruolo Altezza Peso Esordio nel professionismo Gol segnati con i club argentini Segni particolari

Buenos Aires 4.03.1992 Argentina Roma Single Calciatore Trequartista 183 cm 70 kg 2009, River Plate 4 Considerato l’erede di Kaka

CICLOCROSS, GIORNI DA CAMPIONI A CAPANNELLE on il tricolore di Marco Aurelio Fontana e la C maglia rosa di Enrico Franzoi è calato il sipario sul Giro d’Italia di Ciclocross. Fanno festa anche gli esordienti e allievi della Lombardia “regina” della Coppa Italia Giovanile L’anno 2011 del ciclocross nella Capitale si è chiuso oggi all’Ippodromo Capannelle con la seconda edizione di Roma 2011, Memorial Romano Scotti. Un evento reso possibile con la sinergia della Hippogroup Capannelle e il patrocinio di Roma Capitale che ha coinciso con la chiusura fino all’ultimo colpo di pedale del Giro d’Italia di Ciclocross, le emozioni regalate dagli esordienti e dagli allievi in occasione della Coppa Italia Giovanile per comitati regionali FCI e una carovana festosa di bambini che hanno dato vita alla gimkana promozionale pedalando a fianco dei grandi. Pienamente soddisfatto il comitato organizzatore dell’Asd Romano Scotti per l’ennesima riuscita di un evento che ha tutte le carte in regola per continuare a crescere e ben apprezzato anche da personalità illustri come il Presidente Federale Renato Di Rocco e il Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale On. Alessandro Cochi insieme al capo della segreteria Rodolfo Roberti che non hanno fatto mancare la propria presenza nel corso della manifestazione. Ora, il sogno del Mondiale a Roma. NEWS | 119


Tra i tanti tornei vinti dal golfista Tiger Woods, quello entrato nelle statistiche è il Masters del 1997: a 21 anni e 3 mesi è stato il più giovane giocatore a vincerlo

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RIFLETTORI SULLO SPORT Il personaggio del mese, il divo, l’uomo copertina: ogni numero alla ricerca delle star che anche grazie allo sport sono diventati le icone del momento...

STAR USCITA CINEMA: 2 dicembre 2011 REGIA: Woody Allen SCENEGGIATURA: Woody Allen ATTORI: Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Kathy Bates, Adrien Brody, Carla Bruni, Michael Sheen

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GRANDE VOLLEY AL PALALOTTOMATICA Due anni dopo il Mondiale maschile, e un anno dopo il V-Day, ossia la finale scudetto, il PalaLottomatica torna ad ospitare il grande volley. Il 18 e 19 febbraio, infatti, il Palazzo dello Sport sarà teatro della Final Four della Del Monte Coppa Italia Serie A1, evento che assegnerà la coccarda tricolore.Si sfideranno Trento, Macerata, Belluno e Modena.

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Il primo match di boxe svolto al Palaeur è quello del 4 giugno del 1960, quando Giulio Rinaldi sconfisse ai punti in una eliminatoria per l’Europeo di mediomassimi il lussemburghese Germinal Ballarin

SPORTSMAN

OWEN WILSON Owen Wilson interpreta il ruolo del protagonista Gil che, insieme alla sua fidanzata Inez, è in vacanza a Parigi con la famiglia e con due amici incontrati per caso. Gil è uno sceneggiatore di successo che, stanco del mondo di Hollywood si prende una vacanza per trovare l'ispirazione necessaria a completare il suo primo romanzo. La fidanzata lo scoraggia, così come i suoi amici che sminuiscono le sue aspirazioni letterarie e ritengono la carriera di sceneggiatore preferibile a quella di scrittore. Rimasto solo a passeggiare in solitudine nella notte parigina,

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gli si accosta una vecchia automobile con a bordo una comitiva di amichevoli sconosciuti che gli offre un passaggio, che Gil accetta. L'aspirante scrittore si ritrova così trasportato nella Parigi dei ruggenti Anni Venti, una clima storico e culturale che ama. Nella sua permanenza in questo periodo storico, Gil incontra celebri scrittori e artisti da lui molto ammirati: Ernest Hemingway, da cui riceve consigli di scrittura e di vita; Francis Scott Fitzgerald in compagnia di Zelda; Gertrude Stein; Salvador Dalí e una serie di altri personaggi quali Pablo Pi-

casso, Henri Matisse, Thomas Stearns Eliot, Luis Buñuel, il torero Juan Belmonte, Man Ray, Cole Porter. Wilson, 43 anni, sfoggia un fisico tonico e asciutto, grazie alle lunghe pedalate che si concede quasi quotidianamente. «Al college - dice giocavo a football. Poi ho iniziato ad andare sullo skateboard e giocare a ping pong. La mia passione sportiva di oggi? Pedalare a piedi nudi! Mi sento libero, controllo meglio la mia bike e soprattutto riattivo la circolazione». Sara SPACCAPELI

CORSA DI MIGUEL PARALIMPICA La 13^ Corsa di Miguel del 22 gennaio scorso è stata un’edizione"paralimpica". In gara, infatti, c’erano Walter Endrizzi, atleta non vedente, medaglia di bronzo alle Paralimpiadi di Pechino nella categoria T46, Annalisa Minetti, la canatnte e atleta non vedente e i ragazzi del Progetto Filippide. Ma le iniziative, con la collaborazione della Fispes e il patrocinio del Comitato Italiano Paralimpico, non si sono fermate a questo: tutti i partecipanti, oltre 7500, hanno ricevuto un quaderno dal titolo "Paralimpici", con le immagini di alcuni grandi campioni. Insomma, è statop un altro capitolo di una lunga storia: negli scorsi anni, per ben due volte, la Corsa di Miguel ha ospitato Martin Sharples, al tempo il Pistorius argentino, che percorse l'ultimo giro dello Stadio Paolo Rosi su una gamba sola. NEWS | 121

UNA CORSA AL DUE PONTI Come ormai da diversi anni, anche nel 2011 il Circolo Due Ponti dei fratelli Emanuele e Pietro Tornaboni ha organizzato la “Corsa di Natale”, simpatica iniziativa che ha visto decine di soci correre per le vie adiacenti il centro sportivo per poi tornare al circolo a brindare insieme a tutti i soci.

LE STELLE DEL CONI ROMA Il Presidente Provinciale Riccardo Viola a Palazzo Chigi di Ariccia consegna le stelle al merito di argento e bronzo. PremiatI il Banzai Cortina di Roma, il Judo Frascati, la Lega Navale Roma ed il Club atletico centrale.


Il mitico Jake La Motta, campione del mondo dei pesi medi, dopo aver concluso la carriera sul ring è stato anche attore, comparendo in 15 film. il più famoso è ‘Lo spaccone’, con Paul Newman

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ARTE SPORT a cura della Prof.ssa Nicoletta BETTARELLI

ICONOGRAFIA

Le figure atletiche mettono in evidenza la poderosa muscolatura, le teste sono rese con efficaci tratti fisiognomici: i lineamenti sono spigolosi, gli occhi grandi, l’espressività intensa. Le capigliature sono rasate o a ciuffo. La resa è, nell’insieme, molto naturalistica. Si nota la derivazione greca che però, a questa data, appare già superata. Le prime maestranze romane che si dedicavano al mosaico provenivano, infatti, dalla Grecia e portavano con sé tecniche di lavorazione e soggetti tratti dal repertorio musivo ellenistico, con il passare dei secoli però il mosaico romano diventerà indipendente dalla tradizione greca, preferendo temi figurativi per lo più stereotipati e motivi geometrici, come quelli che vediamo a Caracalla.

STILE

INTERPRETAZIONE Questa scuola di mosaicisti fu attiva a Roma tra il 210 e il 230 d.C. e produsse anche i mosaici rinvenuti presso Porta Maggiore. La scelta tematica ovviamente non è casuale, nell’antica Roma, infatti, la maggior parte delle terme includeva centri sportivi, piscine, parchi, librerie, piccoli teatri per ascoltare poesia e musica e una grande sala per le feste: praticamente una città nella città. Una giornata tipica iniziava con ginnastica in palestra o attività sportiva in un campo esterno, dove di svolgevano giochi, anche utilizzando piccole palle in cuoio, o gare di lotta. La cura del corpo era, d’altra parte, tenuta in grande considerazione presso i Romani.

MOSAICO CON ATLETI DALLE TERME DI CARACALLA

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resso i Musei Vaticani è attualmente conservato il Mosaico con atleti proveniente dalle Terme di Caracalla, si tratta di una parte del grande pavimento musivo, comprendente 28 figure di atleti, rinvenuto presso l’antico edificio termale nel 1824. Entro cornici dentellate si snodano figure di atleti e di arbitri, nudi i primi, com’era usanza già presso i Greci, togati i secondi. Entrambi tengono in mano gli attributi della loro specialità sportiva o i premi vinti. Oltre i Ludi, che comprendevano le differenti competizioni sportive, era pratica comune, nell’antica Roma, anche la ginnastica nelle palestre annesse alle terme, in questi edifici, solitamente circondati da portici, con bagni e spogliatoi, si facevano giochi con la palla che impegnavano il corpo in un salutare sforzo fisico.

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Vuoi suggerire un’opera per questa rubrica? Scrivi a redazione@spqrsport.it

Le tessere sono policrome e hanno tonalità bruno-rossastra con contrasti violenti. Le prime testimonianze di mosaico a tessere nell’antica Roma si datano intorno alla fine del III sec. d.C., l’utilizzo di questa tecnica aveva, in origine, intenti pratici, serviva, cioè, ad impermeabilizzare il pavimento di terra battuta e a renderlo più resistente. Veniva largamente impiegata nelle terme, negli ambienti di uso pubblico e nella case meno lussuose, combinando semplicità ed economia ad una vasta gamma di variazioni. Il mosaico diventava parte integrante dell’ambiente in cui si trova.


Nel luglio del 1977, guidato da Sergio Brighenti, il trottatore Delfo si impose all’ippodromo Roosevelt Raceway di New York in quello che è stato definito come il campionato del mondo di trotto

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NEWS UN FILM SULLA MARATONA DI ROMA La Maratona di Roma diventa un film per il cinema. A produrlo è una società cinematografica statunitense, la “26.2 Productions”, che per qualche mese girerà nella Capitale con mezzi imponenti di ripresa. Titolo del film è “Spirit of the Marathon II-La Maratona di Roma”, sequel di “Spirit of the Marathon”, film documentario girato nel 2008 all’interno della Chicago Marathon acclamato dalla critica (vincitore di due premi: Audience Choice Award al Chicago Film Festival e Best Picture Award al Mammoth Film Festival) e autore di risultati di rilievo al botteghino (oltre 1 milione di dollari di incasso solo negli USA). Per il secondo episodio gli autori hanno scelto la Maratona di Roma del 18 marzo. Il film, della durata di circa due ore, uscirà a marzo 2013 (in distribuzione mondiale al cinema, e successivamente in Tv e DVD/blu-ray). Racconterà le storie di sette runners di ogni livello, dai maratoneti all'esordio ai top runner. Le riprese inizieranno nella Capitale il 30 gennaio e si protrarranno fino alla fine di marzo. Poi le macchine da ripresa si sposteranno in Africa, Nord America e in alcune capitali europee dove saranno girate scene collaterali. A Roma si girerà nel centro storico e anche nei parchi più importanti come Villa Borghese.

DIPARTIMENTO SPORT

Dietro le quinte

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Ufficio Sport e Scuola del Dipartimento Sport provvede di concerto con i Municipi, con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), con il CONI ed altre Istituzioni, alla diffusione in ambito scolastico, della pratica sportiva e motoria attraverso la realizzazione di progetti e protocolli d’Intesa. Coordina e svolge i compiti istituzionali che gli competono ai sensi del Regolamento per l’attività dei centri sportivi municipali (Delibera Consiglio Comunale n. 263 del 2003), che si attua nelle palestre delle scuole comunali in orario extrascolastico attraverso le società sportive, che si avvalgono di istruttori qualificati, alle quali i Municipi affidano il servizio, e si occupa, annualmente, dei dati statistici e delle tariffe applicate agli utenti e agli affidatari. Partecipa, inoltre, all’organizzazione dei Giochi Sportivi studenteschi, a livello comunale, in collaborazione con il CONI ed il MIUR, garantendo, tra l’altro, a proprie spese il servizio di assistenza sanitaria ai ragazzi impegnati nel-

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le gare. È in previsione l’attuazione di un progetto per integrare tale servizio, estendendolo ad altri eventi sportivi di livello promozionale. Cinzia CENCIARELLI


Il primo giocatore italiano ad essere convocato nei mitici Barbarians, squadra di rugby a inviti che si confronta saltuariamente con le grandi potenze mondiali, fu Stefano Bettarello nel 1988

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VIAGGIO A PUNTATE TRA

GLI ENTI DI PROMOZIONE SPORTIVA

MOVIMENTO SPORTIVO POPOLARE ITALIA

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l Movimento Sportivo Popolare Italia è una Associazione dalle molteplici caratteristiche, che lo rendono un Ente coinvolto nella promozione dello sport, della salute e del volontariato. Questa pluralità di aspetti è confermata dai riconoscimenti che l’MSP Italia ha saputo ottenere nel corso degli anni. Fondato dal Prof. Gian Francesco Lupattelli nel 1984, l’Ente riceve nello stesso anno il riconoscimento dal CONI; nel 1989 il Ministero dell’Interno riconosce l’MSP, Ente Nazionale con finalità assistenziali; il 2 giugno 1995 è inserito nell’elenco delle Associazioni di Volontariato del Dipartimento di Protezione civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, allo scopo di formare e preparare i futuri volontari in ambito sportivo che entrano a far parte del Corpo Nazionale Volontari “Sport Sicuro”; nel 2002 ottienedal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il riconoscimento di Associazione di Promozione Sociale. L’MSP

Italia è un Ente presente sul territorio nazionale con 5.100 associazioni e 503.896 tesserati, che fruisce per l’organizzazione, la gestione, lo sviluppo e l’articolazione delle varie attività di una struttura composta da Comitati Regionali e Provinciali. MSP Italia propone, attraverso gli stessi, l'organizzazione, lo svolgimento e la gestione delle attività sportive, sia a carattere amatoriale che promozionale, con l’interesse rivolto a tutte le realtà sociali, attraverso l’indizione di manifestazioni, di incontri e convegni, di corsi di qualificazione per dirigenti e tecnici, rivolti anche al settore educativo, ricreativo e del tempo libero. MSP Italia ha come obiettivo prioritario il riconoscimento del diritto alla pratica sportiva, da qui lo slogan dell’Ente,“Sport per Ognuno”, con particolare attenzione alla formazione e alla preparazione di tecnici, dirigenti e volontari di “Sport Sicuro”. Nel Lazio l’MSP è presieduto da Enrico Mercurelli. Luca MONTEBELLI

600 STUDENTI PROTAGONISTI AL PREMIO MICHELE MAZZELLA Si è svolta al Teatro Quirino di Roma la cerimonia di premiazione della IX edizione del “Premio Michele Mazzella” dedicato alla drammaturgia giovanile, alla quale hanno partecipato seicento tra alunni e docenti provenienti da tutta Italia (da Olgiate Comasco a Trani), in rappresentanza di 24 istituti scolastici. Il premio, nato nel 2002 in ricordo di un giovane operatore teatrale scomparso prematuramente, si rivolge agli studenti delle scuole di I e II grado e tende ad avvicinare i giovani alla scrittura teatrale, stimolandone la creatività con proposte legate alla condizione giovanile e alla attualità. Quest’anno sono pervenuti 185 lavori, tra copioni e DVD, che una giuria composta da Alessandro Gassman, Virginio Gazzolo, Mariano Rigillo, Anna Mazzamauro, Tato Russo e Max Tortora, ha selezionato per la cerimonia finale dove sono stati premiati 24 lavori.

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NEWS MERCATO SPECIALE Latticini, formaggi, panettone, pellame, capi d'abbigliamento. Centinaia di prodotti dalle carceri romane sono esposti e messi in vendita in un mercatino di solidarietà allestito a piazza Mastai (Trastevere) fino al 31 dicembre scorso. L'iniziativa, "Evasioni romane", promossa dal Garante per i detenuti di Roma Filippo Pegorari, è stata visitata anche dal Sindaco Alemanno che l’ha definita "un esperimento decisivo per evitare la reiterazione del crimine“.


Nella storia della coppa Davis al Foro Italico, una delle lezioni più famose di tennis fu quella inflitta da Adriano Panatta ad un giovanissimo Ivan Lendl nella semifinale 1979 tra Italia e Cecoslovacchia: l’azzurro si impose in 4 set con un doppio 6-0 finale

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L’AUTOGRAFO Nino Benvenuti Il più vincente pugile italiano di sempre, Benvenuti è stato un idolo per intere generazioni. E ancora oggi continua ad essere molto popolare sia nell’ambiente pugilistico che nella società. Scrivici a redazione@spqrsport.it

DI FEDE R ATTO DI ALESSANDRO NINI

Libri

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ampione di razza in tutti i sensi, Nino, come è sempre stato chiamato da tutti, è uno degli sportivi italiani più popolari di sempre. Oggi, oltre alle telecronache di pugilato, molto apprezzate dal pubblico televisivo, è impegnato come testimonial di molti eventi sportivi e di solidarietà. Negli anni in cui dominava le scene internazionali sul ring, avere un suo autografo era motivo di orgoglio per un italiano.

Un nuovo libro sulla Roma ma soprattutto sulla sua anima e sulla sua tifoseria da parte di Alessandro Nini “Il Mister”, conduttore radiofonico al suo secondo sforzo editoriale. «Il libro - dice l’autore - è un tuffo al cuore per qualsiasi romanista, un viaggio completo all’interno della storia della Roma, senza che venga saltata nessuna fermata. E nonostante tutto, ne è valsa la pena». Editore: Lithos Data di pubblicazione: 2011 Costo € 15.00

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Theo Walcott è stato il più giovane calciatore ad aver esordito con la nazionale inglese. L’esterno d’attacco dell’Arsenal ha giocato con la maglia dei ‘tre leoni’ a 17 anni e 75 giorni

CAIMANO D’ORO A ROSOLINO

PER SENTIRSI IN FORMA

La 9^ edizione del Premio Caimano d’Oro, riconoscimento ideato dalla Coser Nuoto di Civitavecchia, ha visto protagonista l’olimpionico Massimiliano Rosolino, che ha vinto il premio insieme all’ex pallanuotista azzurro Gianni De Magistris. Riconoscimenti speciali sono andati a atleti e tecnici capitolini legati agli sport acquatici. In particolare, sono stati premiati il dorsista azzurro Damiano Lestingi e il suo tecnico Fabio De Santis, entrambi tesserati per il Circolo Canottieri Aniene. E due giovani stelle romane del windsurf, ossia Veronica Fanciulli e Mattia Camboni. I premiati di questa edizione entrano così in un albo d’oro di tutto rispetto. Nelle passate edizioni, tra gli altri, sono stati premiati campioni del calibro di Filippo Magnini, Eraldo Pizzo, Domenico Fioravanti, Francesco Attolico, Valerio Cleri e i fratelli della pallanuoto, ossia i Calcaterra.

Sono passati tanti anni, partì nel 1976, da quando la pubblicità dell’Olio Cuore vedeva prima l’attore Nino Castelnuovo, Mariangela Melato e poi il portiere Dino Zoff in tutina azzurra saltare una staccionata, scena “di fabbrica” dello spot. Zoff, in particolare correva e una voce fuori campo diceva “Dino Zoff, quarant’anni e non sentirli”. Il titolo dello spot prodotto dalla Young & Rubicam per la regia di Giuliano Montaldo era “In forma” ed il contenitore il celebre Carosello. Dopo Zoff ritornò in scena ancora Castelnuovo che nello spot dice: «Faccio molto allenanto e a tavola c’è sempre olio cuore per sentirmi in forma». Dice una voce fuori campo: «Nino sai ancora saltare la staccionata?». «Come sempre», risponde e la scena storica di Olio Cuore si ripete ancora una volta. • Nino Castelnuovo (1977-1982) • Dino Zoff (1982-1984) • Mariangela Melato (1984-1985) • Nino Castelnuovo (1986-1987). • Slogan: "Olio Cuore: mangiar bene per sentirsi in forma"; "Dino Zoff. Quarant'anni e non sentirli".

La scena originale, con il protagonista che scavalcava la staccionata, è stata mantenuta per tutte le successive edizioni dello spot pubblicitario. La reiterazione del messaggio pubblicitario fece si che molte persone imitavano, soprattutto durante le scampagnate, il gesto del protagonista. Quando cambiò protagonista, Dino Zoff al posto di Nino Castelnuovo, gli ideatori della pubblicità fecero indossare al campione del mondo una tuta.

R Ogni numero lo sport e i suoi campioni diventano pubblicità. Un viaggio nella storia e nel costume italiano... Scrivici a redazione@spqrsport.it

Domenico DE LUCA

COSTUME SPORT

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Marco Galiazzo è il primo italiano ad aver conquistato una medaglia d’oro olimpica nel tiro con l’arco. L’impresa nel 2004 ad Atene, sconfiggendo in finale il giapponese Yamamoto

AL CIRCO INSIEME ALL'AMA I dipendenti del Cral Ama al Circo Medrano insieme al Sindaco di Roma che ha annunciato la nascita di un nuovo circolo riservato proprio ai dipendenti dell'azienda municipalizzata.

Il Cral dell'Ama con i vertici dell'Amministrazione

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La rubrica che fa scoprire come si vestono i campioni dello sport

1 Giubbotto Di pelle nero con zip argento, stile chiodo

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2 Camicia Nera con doppio bottone: il collo rigido un po' salito dà sempre un tono.

3 Pantaloni Jeans Denim: il look casual richiede rigorosamente la camicia sopra ai jeans

4 Scarpe Babbucce rosse con gommini antiscivolo neri, accessorio d'obbligo per pavimenti su cui non sono ammesse calzature, come quelli delle barche

Giancarlo Fisichella è il miglior pilota automobilistico romano della storia. La sua carriera è stata longeva e ricca di soddisfazioni. In totale, solo in Formula 1, ha disputato 231 Gran Premi, conquistato 4 pole position, 2 giri veloci, 3 vittorie, 19 podi, ottenendo in totale 275 punti. Sull’abbigliamento dice: «Mi vesto in funzione dell’occasione, cercando di indossare sempre qualcosa del mio colore preferito, il rosso”.

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La prima doppietta sulla velocità di Pietro Mennea risale agli Europei di atletica del 1978 a Praga. Il fuoriclasse barlettano si impose sia nei 100 che nei 200 metri

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ABBIGLIAMENTO SPORTIVO

Inizia una nuova rubrica

Fascia sulla testa: I capelli sono raccolti e tenuti indietro da una fascia, non più arricchiti dai cappellini di paglia.

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Valentina SUCCI

Cappello: paglietta bianca, tesa rigida, cupola bassa e piatta, nastro di seta bianco su un lato.

Vestito: Le prime tenute delle tenniste erano abiti interi molto avvitati, maniche a sbuffo fino ai gomiti a volte decorati da pizzi e nastrini. Il corpino aveva un collo alto. Tessuti morbidi e leggeri donavano grazia ed eleganza all’intera figura femminile

Racchetta: Realizzata in legno aveva il piatto corde a forma di pera.

Scarpe: Le calzature più comuni erano scarpette basse chiuse da lacci o bottoni.

OGGI

L’abbigliamento sportivo nel tennis, così come in tanti altri sport, ha subito variazioni epocali. Agli albori della pratica sportiva, le donne si vestivano in modo molto elegante e di bianco, quasi fossero delle spose. Questo anche perché lo sport era praticato quasi esclusivamente dalle donne della borghesia. A distanza di tanti anni l’abbigliamento è radicalmente cambiato. Dalle lunghe gonne e al materiale tecnico.

Polsino: Accessorio immancabile nell’abbigliamento del tennista moderno è il polsino di spugna, utilizzato dagli sportivi per asciugare il sudore dal viso, evitando di utilizzare le mani per non perdere aderenza. Maglietta e pantaloncini: Decisamente più pratico e sportivo è il completo indossato dalle tenniste moderne, vediamo infatti una semplice canottiera verde in tessuto Dri-Fit ideale per favorire la traspirazione mantenendo la pelle asciutta, abbinata ad un pantaloncino bianco corto, pratico per i movimenti frenetici da campo di gioco. Racchetta: Originariamente in legno, ha subito durante il tempo un’evoluzione dei materiali di realizzazione. Oggi sono infatti il carbonio e la grafite i due materiali più utilizzati. Sono inoltre disponibili diverse forme e dimensioni a seconda del modo di giocare di ogni singolo giocatore. Calzini: Sono realizzati in tessuto traspirante assicurando al piede sostegno e comodità. Scarpe: Anche per quanto riguarda le scarpe vediamo una vera evoluzione, la scarpa si fa tecnica offrendo comfort, stabilità e resistenza sul campo.

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Federico Macheda prosegue il suo viaggio in Inghilterra. Il Manchester United di Alex Ferguson lo ha girato in prestito al Queens Park Rangers, altro club di Premier League

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SPORT E NATURA

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Villa Glori è un parco di 25 ettari sito nel Municipio II, nel quartiere Parioli. Un tempo era chiamato Parco della Rimembranza. Al parco si può accedere da piazzale del Parco della Rimembranza e da via del Maresciallo Pilsudski.

LO SPORT NEL VERDE DI ROMA. 4A PUNTATA, VILLA GLORI

di Sara SPACCAPELI PASSEGGIARE NEL POLMONE VERDE DEI PARIOLI Con il progetto di Raffaele de Vico, architetto del Servizio Giardini, in soli otto mesi venne creato un gradevole giardino nel quale passeggiare tra pini, lecci, querce, lauri, aceri, cedri, ippocastani ed ulivi, tutti puntigliosamente allineati a filari. Il parco fu così inaugurato il 18 maggio 1924, da allora un piacevole sito per passeggiare ed entrare in contatto con la natura in una città perlopiù trafficata e caotica.

VILLA GLORI PER I BAMBINI La presenza di spazi ludici, proprio sul viale di Villa Glori, all’altezza dell’entrata di viale Maresciallo Pilsudski, rende la Villa luogo consono a famiglie che decidono di trascorrere una giornata insieme ai proprio figli all'aria aperta, consentendo ai bambini di giocare in spazi verdi, salubri e di incrementare la loro attività motoria.

EQUITAZIONE PER I BAMBINI Nonostante il passaggio della sede dell'Ippodromo militare da Villa Glori a Tor di Valle, nel 1960, l'area ha comunque mantenuto la vocazione equestre, seppure in forma dilettantistica e di svago, con il servizio di noleggio pony, destinato principalmente al pubblico infantile. L’area è sita in corrispondenza di quella dei giochi per bambini, dunque dall’ingresso di viale Maresciallo Pilsudski.

RUNNING LUNGO LE STRADE CHE SARANNO INTITOLATA A SILVIO PIOLA Villa Glori è da sempre luogo prediletto dai podisti di Roma Nord, e anche dai grandi canottieri e pentatleti. Lungo le vie del polmone verde, ogni giorno si allenano nella corsa i tanti canottieri dei circoli tiberini e i pentatleti azzurri. Atleti che, presto, potrebbero correre in una di quelle storiche vie intitolata a un grandissimo del calcio. Infatti, è in atto un processo amministrativo per intitolare una via a Silvio Piola, il re dei bomber.

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SULLE DUE RUOTE Lo spazio verde romano che va dal Tevere, all'altezza dell'Acqua Acetosa, fino alle pendici del quartiere Parioli, costeggiando ad est l'Auditorium-Parco della Musica, consente piacevoli passeggiate in bicicletta. A Villa Glori, infatti, si può deviare verso il tratto ciclabile che conduce alla Stazione Euclide, oppure continuare verso Viale Parioli e Via della Moschea.


La prima pallina da golf, prodotta in Scozia, la patria del golf, era in legno. Si utilizzavano legni duri come il faggio e il bosso per renderla resistente. Questa pallina fu usata dalla metà del XV secolo fino al XVII secolo, quando fu ideata la pallina di pelle riempita di piume d’oca o di pollo. Diversi pezzi di robusta pelle venivano cuciti lasciando una piccola apertura per poter rovesciare l’involucro. Le piume,dopo essere state bollite e ammorbidite, venivano pazientemente pressate all’interno, prima di fare l’ultima cucitura. La pallina, sorprendentemente dura, così riempita di piume, veniva martellata delicatamente per conferirgli la necesaria sfericità e alla fine ricoperta da diversi strati di vernice.

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PALLINA DA GOLF

OGGI

La pallina di piuma, fragile quanto efficace, resistette per almeno due secoli. Venne rimpiazzata dall’avvento della pallina in putta-percha, ideata nel 1848 dal reverendo Robert Adam Paterson. La gutta-percha è il lattice di un albero molto comune in Malesia, è duro ma non fragile e diventa morbido e malleabile alla temperatura dell’acqua bollente. Poi, nei primi del ‘900, arrivò la pallina in caucciù, che ebbe subito successo. Su quella base si svilupparono le moderne palline in materiali sintetici.

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STRUMENTI La rubrica che racconta l’evoluzione dei materiali utilizzati per la realizzazione delle attrezzature di tutte le discipline sportive

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L’evoluzione

La storia

L’ultimo corridore a vincere il Giro del Lazio di ciclismo, nell’edizione disputata nel 2008, è stato il corridore abruzzese Francesco Masciarelli

A cura di Alberto BRUNELLA

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DEL MESTIERE

CORRI PER LA BEFANA PER 2300 ATLETI Venerdì 06 Gennaio si è svolta al Parco degli Acquedotti (con partenza da via Lemonia) la 20esima edizione di "Corri per la Befana", gara podistica di 10 chilometri organizzata dall'A.S.D. Roma Road Runners Club. Abbinata alla gara competitiva c’era, come ogni anno, anche la prova di 4,5 chilometri non competitiva, dunque aperta a tutti. Oltre 2300 i partecipanti alle due prove, e giornata di festa grazie anche ai due eventi collaterali inseriti nel programma della manifestazione: "Io sfilo con la Befana" e "Corri con la fantasia" . In campo maschile la vittoria è andata a Samir Jouaher, seguito da Alberto Montorio e Matthias Steinwandter. Tra le donne vittoria di Ilaria Fantigrossi, secondo posto per Elena Maria Petrini e terzo per Giorgia Priarone. Tra le società vittoria di LBM Sport Team con 187 atleti classificati.

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Oltre ad essere stato campione del mondo su strada, Francesco Moser ha conquistato anche una maglia iridata su pista, nell’inseguimento individuale nel 1976

BOXE: IL 24 FEBBRAIO TITOLO ITALIANO A ROMA Il 24 febbraio, a Roma, il pugile italoalbanese Kolaj combatterà contro Mario D’Agata nel match valido per il titolo italiano dei pesi medio massimi. Per lui si tratta della prima sfida della carriera valida per un titolo.

R VALERIA FOLCARELLI

“NONNA ROMA” 105 anni, tifa Roma da 85

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23.081 La media spettatori I chilometri della più 430 lunga tappa mai di-

STATISTICHE

Hai una storia da raccontare? Scrivici a redazione@spqrsport.it

I punti conqui1517 stati in carriera dal campionissimo di Formula Uno Michael Schumacher

150.000

I chilometri percorsi in carriera dall’olimpionico di maratona Stefano Baldini il capitano della Nazionale di basket in carrozzina Matteo Cavagnini, tra i più forti giocatori al mondo

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a passione per lo sport non ha limiti e soprattutto non ha età. Non siete convinti? Potrà farvi ricredere la storia di Valeria Folcarelli, 105 anni compiuti, da 85 tifosa dell’AS Roma. Valeria, nata nel 1907 a Latina, poi trasferitasi nella Capitale, dal 1927 ha sempre sostenuto la sua amata squadra. Aveva 20 anni quando suo padre la accompagnò per la prima volta al Campo Testaccio, prima sede di gioco della squadra giallorosso. Numerosi erano i tifosi in fila per assistere al match, animati da curiosità e voglia di supportare la squadra che ancora non conoscevano. Fin qui il racconto di una tifosa come tutti i presenti di quel giorno di settembre, ma a rendere davvero speciale la storia di Valeria è che fu lei, quello stesso giorno, ad avere il biglietto numero “uno” di quella partita. Proprio così: Valeria è in assoluto la prima tifosa spettatrice della prima partita disputata dalla Roma. Un primato di cui essere fiera; un impegno rispetto alla sua fede calcistica che tuttora, alla sua veneranda età, non rinnega. Per il suo 100° compleanno, nel 2007, il capitano Francesco Totti le ha mandato una maglietta della Roma con il suo nome e il numero 100. Ora Valeria è costretta, a causa dell’età, a vivere in un lospedale vicino Ciampino, da dove però segue la Roma in tv. Sara SPACCAPELI

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della stagione 201112 della Serie A di calcio.

sputata al Giro d’Italia. Era il 1914 e i ciclisti percorsero la strada da Lucca a Roma.

da Raccontare

BORSE DI STUDIO PER 14 CAMPIONI Nel mese di dicembre l'IDEMS-Istituto di Diritto e Managment nello Sport, Centro Studi della Link Campus University, ha consegnato 14 borse di studio per l'Mba ad altrettanti campioni del mondo dello sport italiano. Sonostati premiati con la borsa di studio atleti di diverse discipline sportive: i tuffatori Tommaso Marconi e Massimiliano Mazzucchi, la nuotatrice Federica Vitale, i velisti Marco Balbi, Francesca Komatar e Claudia Tosi. Premiati anche il maratoneta Giuseppe Carella, il pluri-campione italiano di atletica leggera Laurent Ottoz, i rugbisti Giulio Toniolatti e Antonio Luigi Pavanello, i canottieri Davide Riccardi e Andrea Palmisano, il capitano della Nazionale di basket in carrozzina Matteo Cavagnini e la campionessa di moto d'acqua Maria Carlotta Sorrentino.

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NEWS Da tre numeri SPQR Sport pubblica una rubrica di servizio dedicata ai tifosi romani e laziali delle squadre, maschili e femminili che militano nelle serie maggiori di tutte le discipline sportive.

CALCIO (SERIE A) 1 febbraio Lazio-Milan Cagliari-Roma 5 febbraio Roma-Inter Genoa-Lazio 9 febbraio Lazio-Cesena 13 febbraio Siena-Roma 19 febbraio Roma-Parma Palermo-Lazio 26 febbraio Lazio-Fiorentina Atalanta-Roma CALCIO FEMMINILE (SERIE A) 4 febbraio Lazio-Brescia Riviera di Romagna-Roma Calcio Femminile 11 febbraio Lazio-Firenze Venezia 1984- Roma Calcio Femminile 18 febbraio Roma Calcio Femminile-Lazio 25 febbraio Lazio-Milan Brescia- Roma Calcio Femminile

R AL SERVIZIO DEL TIFOSO: IL CALENDARIO DI NOVEMBRE

LO SPORT DI SQUADRA A ROMA E NEL LAZIO CALCIO A 5 (SERIE A-1) 18 febbraio Lazio-Venezia Real Rieti-Finplanet Fiumicino 25 febbraio Finplanet Fiumicino-Pescara Luparense-Lazio Kaos Futsal-Real Rieti 29 febbraio Lazio-Montesilvano Real Rieti-Venezia Marca Futsal-Finplanet Fiumicino CALCIO A 5 FEMMINILE (SERIE A) 5 febbraio Virtus Roma Ciampino-Lazio Femminile 12 febbraio Lazio Femminile-Trinakria Pescara-Virtus Roma Ciampino 19 febbraio Virtus Roma Ciampino-Pro Reggina Jordan Aufugum-Lazio Femminile 16 febbraio Lazio Femm.-Ita Mercato dell’oro P. Ganzirri-Virtus Roma Ciampino BASKET (SERIE A) 5 febbraio Acea Roma-Montegranaro 12 febbraio Varese- Acea Roma 26 febbraio Acea Roma-Siena

BASKET (LEGA DUE) 5 febbraio Brindisi-Prima Veroli 12 febbraio Prima Veroli-Reggio Emilia 19 febbraio Forlì-Prima Veroli 26 febbraio Prima Veroli-Ostuni VOLLEY (SERIE A-1) 5 febbraio Andreoli Latina-Monza Belluno-M.Roma 11 febbraio M.Roma-San Giustino 12 febbraio Piacenza-Andreoli Latina 26 febbraio Andreoli Latina-M.Roma VOLLEY (SERIE A-2) 5 febbraio Molfetta-Globo Sora Atripalda-Club Italia Roma 12 febbraio Globo Sora-Reggio Emilia Milano-Club Italia Roma 19 febbraio Club Italia Roma-Città di Castello S. Croce-Globo Sora 26 febbraio Club Italia Roma-Perugia Globo Sora-Genova VOLLEY FEMMINILE (SERIE A-2) 5 febbraio IHF Volley Frosinone-Montichiari 12 febbraio Soverato-IHF Volley Frosinone

19 febbraio IHF Volley Frosinone-Crema 26 febbraio Loreto-IHF Volley Frosinone RUGBY (ECCELLENZA) 5 febbraio Mantovani Lazio 1927-Mogliano 25 febbraio Crociati-Mantovani Lazio 1927 RUGBY (SERIE A) 19 febbraio San Donà-Fiamme Oro Roma PALLANUOTO (SERIE A) 4 febbraio Enel Civitavecchia-Pro Recco 11 febbraio Savona-Enel Civitavecchia 18 febbraio Enel Civitavecchia-Bogliasco 29 febbraio Ellevi Nervi-Enel Civitavecchia PALLAMANO (SERIE A-1) 4 febbraio Semat Fondi-Palermo Lazio-Cus Chieti Altamura-Geoter Gaeta 11 febbraio Geoter Gaeta-Romagna Haenna-Semat Fondi 18 febbraio Lazio-Altamura Semat Fondi-Geoter Gaeta PALLAMANO FEMMINILE (SERIE A-1) 4 febbraio Esercito FIGH Futura Roma-Salerno


Con l’arrivo di Carlo Ancelotti sulla panchina del Paris Saint Germain, sono due i tecnici italiane su piazze di prestigio in Francia. L’altro è Marco Simone, alla guida in Ligue 2 del pericolante Monaco

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I GIOCHI CARNEVALESCHI DI MONTE TESTACCIO a questo mese andremo a scoprire i giochi e le gare che animavano i festeggiamenti per il Carnevale della Roma che fu. Situato tra le Mura Aureliane e il Tevere, Monte Testaccio è una collina artificiale formata da innumerevoli strati di cocci di anfore olearie, sbarcate dal vicino porto fluviale e destinate alla vendita a Roma, dopo il periodo classico fu adibita a coltivazioni e pascolo e vi furono scavate alcune grotte, utilizzate come cantine grazie alla circolazione dell’aria fra i cocci. Il Monte è alto circa 50 metri sul livello del mare e, nel diametro massimo, è largo circa 1 chilometro, per una superficie totale di circa 20.000 metri quadrati. Fino al 1456 Monte Testaccio ha ospitato i festeggiamenti per il Carnevale romano, poi trasferiti nella via Lata, attuale Via del Corso. Per ben cinque secoli nel rione furono allestiti giochi di ogni genere che coinvolgevano uomini ed animali di varie specie, la popolazione, appartenente a tutte le classi sociali, li attendeva con ansia e accorreva in massa per godersi lo spettacolo che si protraeva fino a tar-

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da sera, tanto che, dal XIII secolo, il Monte venne ricordato come “Mons de Palio”, “Monte del Palio”. Partecipare ai giochi era un onore anche per le autorità civili e religiose, che vi presenziavano per avere visibilità più che per vincere, quando era il Papa in persona a partecipare a qualche torneo, per l’occasione venivano uccisi tre tipi di animali: un orso, alcuni torelli e un gallo, simboli rispettivamente del demonio, della superbia e della lussuria. I giorni della festa erano due: giovedì e domenica, poi venne aggiunto il sabato. Le spese della festa del Carnevale erano sostenute dall’Università degli Ebrei: 1130 fiorini venivano versati nella Camera Capitolina, 30 dei quali ricordavano la somma pagata a Giuda per tradire Cristo, quest’onere risparmiava agli Ebrei insulti e offese durante i festeggiamenti. Nel prossimo numero ci sposteremo nell’antica via Lata e continueremo a parlare del Carnevale romano.

Nicoletta BETTARELLI Storica


È Daniele Gilardoni, con 11 titoli vinti, l'atleta più iridato al mondo della storia del remo. Scavalca nella graduatoria di tutti i tempi il leggendario canottiere inglese Mattew Pinset

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Federico PASQUALI

Focus sul

& SPORT La rubrica che racconta sport e celluloide no degli sport più amati dagli statunitensi e anche dagli europei, U il basket, è stato spesso oggetto di attenzione da parte di registi di grande fama. Come nel caso dello statunitense Spike Lee, re-

BASKET CHI NON SALTA BIANCO È

gista, sceneggiatore, attore, produttore cinematografico, scrittore, insegnante di cinema alla New York University e documentarista. Nel 1998, Lee sforna “He Got Game”, diventato subito un film cult. Con la promessa di uno sconto di pena Jake (Denzel Washington), condannato a vent'anni per uxoricidio involontario, ottiene sette giorni di libertà vigilata per tornare a Coney Island e convincere il figlio diciottenne Jesus (Ray Allen), famoso giocatore di pallacanestro delle scuole superiori, ad accettare una borsa di studio della Big State University, cara al cuore del governatore dello Stato. Compito difficile perché il figlio lo odia.

regia Ron Shelton Usa 1992 Billy Hoyle è un giocatore di pallacanestro talentuoso che desidera sfondare nella NBA. Per mettersi in mostra sfida grandi cestisti sulla spiaggia di Venice Beach in California. Qui conosce Sidney Deane, un afroamericano che ritiene essere un grande giocatore. Billy propone una sfida ai tiri da tre che, in mezzo ad un trash talk serrato, vince sotto gli occhi attoniti dei giocatori.

Quell'omaggio a Onorato nella notte di Roma n grande concerto di musica romana, un omaggio alla carriera di un mostro U sacro della canzone capitolina, Giorgio Onorato. Per lui si sono esibiti sul palco dell'Auditorio Parco della Musica, interpreti della canzone e della poesia come Renato Merlino e il Centro romanesco Trilussa, Angelo Blasetti, Fabrizio Masci, Maurizio Francisci con i suoi Cerchi Magici, Ezio Baiocco, Fabrizio Amici, Renzo Renzetti, Velia Donati, tutti accompagnati dall'Orchestra Popolare Italiana guidata dal maestro Ambrogio Sparagna e con un ospite d'eccezione, Enrico Montesano. Ma questo concerto di musica romana è stato anche l'occasione per un saluto ad un altro straordinario interprete della musica romana, Aldo Donati, che sta vivendo un momento di difficoltà e problemi di salute. Un grande applauso e un momento particolare è giunto durante la serata. La moglie Velia ha cantato insieme a Enrico Montesano "Roma nun fa la stupida stasera". Un omaggio Donati che proprio con Montesano visse l'esperienza di Rugantino al Sistina. Donati, oltre a essere un cantautore e fondatore della Schola Cantorum ed aver scritto per colossi come Mina e Morandi, è l'autore dell'inno storico della Lazio.

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Da sinistra il conduttore Francesco Vergovich, l’ospite d’onore Giorgio Onorato, il Sindaco di Roma Alemanno e il Consigliere Delegato Alessandro Cochi Enrico Montesano e Velia Donati


I fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale, con timoniere Di Capua, hanno costituito uno degli equipaggi più celebri della storia del canottaggio: due ori olimpici e sette titoli mondiali

SPACE JAM

ABOVE THE RIM

regia Joe Pykta Usa 1996 Nell'immaginario mondo dei cartoni animati, in un pianeta alieno e posto a distanza abissale dalla Terra, Swackhammer, proprietario di un Luna Park in declino, è costretto a cercare nuove attrazioni per richiamare il pubblico. Apprende che sulla Terra esistono i Looney Tunes, sicura fonte di spettacolo, e li ingaggia.

Regia Jeff Pollack Usa 1994 Kyle Watson è un giocatore di basket con molto talento che sta per diplomarsi. Mentre aspetta di scoprire se riceverà una borsa di studio per la Georgetown University, affronta un dilemma: partecipare al torneo del quartiere e seguire il suo coach, o dare retta a Birdie e Motaw, due balordi locali?

L’ALLENATRICE (SUNSET PARK)

regia Chu Yin-Ping Taiwan 2008 Ma il il gioco del basket ha raggiunto l'intensità e la spettacolarità di Shaolin Basket. Un giovane esperto di arti marziali applica le sue sapienti tecniche di combattimento al gioco della pallacanestro. Il risultato è tanto originale quanto spettacolare: le partite sono vinte con canestri impossibili che sfidano ogni legge della fisica.

Regia Steve Gomer Aus 1996 Phyllis Saroka è un insegnante di New York. Il suo sogno è aprire un ristorante e, per racimolare un po' di denaro, decide di accettare un lavoro come allenatrice della squadra di basket della Sunset Park High School, pur non avendo nessuna conoscenza di pallacanestro.

Film e basket l basket è uno sport molto popolare ormai Iprattutto in tutto il mondo, anche in Asia. Così, sonel corso degli ultimi anni, anche i

Nel numero di marzo di SPQR SPORT pubblicheremo le migliori foto del concorso promosso dall’Aics Roma dal titolo “Live-Sport”.

registi asiatici si sono cimentati nel raccontare storie di vita partendo dal gioco della pallacanestro. Ma anche grandi personaggi hanno lasciato, o meno, il segno nel filmare il basket. Uno di questi, in pochi lo sanno, è Jack Nicholson, che nel 1971 debuttò alla regia con “Yellow 33”, film tratto da un romanzo di Jeremy Larner, che ha la pallacanestro come tela di fondo e contenitore di temi pubblici come la contestazione studentesca e la guerra nel Vietnam. Grandi registi, dicevamo,, ma anche firme meno importanti che però hanno azzeccato il film sul tema del basket. È il caso di “Il sogno di Calvin”, film di John Shultz, che racconta la storia di Calvin, un orfano tredicenne che viene in possesso di un paio di scarpe da basket appartenute al grande Michael Jordan. Con quelle scarpe ai piedi Calvin diventa un giocatore straordinario nonostante la bassa statura, ma le scarpe sono state colpite da un fulmine e quindi sono modificate tanto da essere messo sotto contratto dalla (fittizia) squadra NBA dei Los Angeles Knights.

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Scrivici a redazione@spqrsport.it

SHAOLIN BASKET


Anche Bruno Pizzul si è distinto, prima di diventare un grande giornalista, per una discreta carriera di calciatore. Tra le squadre di militanza, Catania e Cremonese

A CURA DELL’UNIONE ITALIANA COLLEZIONISTI OLIMPICI E SPORTIVI

F I L AT E L I A E D I N T O R N I di Pasquale Polo

V U O I V E D E R E P U B B L I C A T O I L T U O M A T E R I A L E D ’ E P O C A ? S C R I V I C I A R E D A Z I O N E @ S P Q R S P O R T. I T

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Il Palazzetto dello Sport di Roma, ideato e progettato dall’Ing. Annibale Vitellozzi e dall’Ing. Pier Luigi Nervi, è stato il primo impianto ad essere stato realizzato per ospitare le gare olimpiche, i lavori di costruzione iniziati nel luglio del 1956 terminarono nel settembre del 1957. In questo impianto nel 1960 si svolsero le partite eliminatorie del torneo di Basket, fino alle semifinali. Le finali, dal primo al quindicesimo posto, si svolsero invece nel più capiente Palazzo dello Sport dell’EUR, la classifica finale premiò l’imbattuta nazionale statunitense davanti all’URSS, al Brasile ed ai sorprendenti azzurri. Oltre al basket nel Palazzetto di piazza Apollodoro si svolsero anche le gare di Sollevamento Pesi, in questa specialità, i dominatori furono gli atleti dell’Unione Sovietica che vinsero cinque delle sette medaglie d’oro messe in palio per le diverse categorie. Viste le sue caratteristiche costruttive, sufficientemente ampio ma allo stesso momento raccolto e con un’ottima visuale in tutti gli ordini di posti, lo sport più adatto a svolgersi sul suo parterre è sempre stato il pugilato. Attualmente il Palazzetto dello Sport ospita le partite casalinghe della Virtus Roma Basket, sponsorizzata dall’ACEA e le partite della Mezzaroma Volley Roma.

IL PALAZZETTO DELLO SPORT DI ROMA

La rubrica che racconta i grandi eventi sportivi e i luoghi che hanno fatto la storia dello sport attraverso il materiale dei collezionisti

Francobollo da 150 lire emesso per le Olimpiadi di Roma 1960 illustrato con il Palazzetto dello Sport di Roma.

Francobollo da 20 lire della Repubblica di San Marino emesso per i Giochi Olimpici di Roma, illustrato con un giocatore di Basket

Francobollo da 20 kopeki emesso dall’Unione Sovietica per commemorare i Giochi Olimpici di Roma, illustrato con un sollevatore di pesi nel momento dell’alzata del bilanciere

Cartolina del Palazzetto dello Sport con francobollo e annullo speciale delle Olimpiadi di Roma utilizzato il 1 settembre in occasione della partita Brasile – Italia di pallacanestro

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A proposito della finale del 1974, è l’unica della storia della coppa dei Campioni ad essere stata ripetuta: 1-1 nella prima sfida, 4-0 del Bayern all’Atletico Madrid nel replay

Lo sai che... IL GOL PIÙ VELOCE PIUMINO Proiettile per armi da sala ad aria compressa a canna liscia, costituito da un cilindretto metallico munito di una punta acuminata e di un ciuffetto di peli in coda con funzioni di impennaggio, che, colorati vivacemente, rendono visibili i colpi sul bersaglio.

SUGGERITORE Nel baseball, il giocatore che si trova nell'apposito box vicino alla prima o alla terza base per guidare le azioni del battitore e dei corridori.

Il gol più veloce della storia del calcio lo ha siglato tale Cheung Sai Ho, ex giocatore coreano di 35 anni. Nel 1993, il giocatore segno un gol dopo soli 2,8 secondi dal fischio d’inizio. Purtroppo non potè più provare a migliorarsi, in quanto si suicidò gettandosi da un grattacielo di Hong Kong dopo una lite con la moglie.

BELLA E PERDENTE La tennista russa Anna Kournikova, uno dei personaggi più popolari e glamour del nuovo millennio, ha chiuso la carriera senza vincere un solo torneo importante in singolo. In tanti sono ancora convinti che la sua fama sia derivata dalle vittorie, mentre sul campo non ha mai brillato quanto nella vita mondana.

ABBASSATA Nel pattinaggio a rotelle, esercizio integrativo, appartenente alla serie delle trottole, che si esegue su un solo piede.

ANCATA Nella lotta, azione in un solo movimento che permette lo schienamento dell'avversario. Il lottatore esegue una presa di testa, di fianco, di spalla, doppia, di braccia, di forza, e contemporaneamente ruota su se stesso spostando l'anca verso l'esterno e usandola come fulcro per il ribaltamento dell'avversario mediante flessione.

ASSE Nella ginnastica indica uno dei grandi attrezzi, costituito da un'asse di legno lunga 5 mt, alta 10 cm e larga 5 cm.

IL ROUND PIÙ DURO

Jack Dempsey e Luis Ángel Firpo nel 1923 si scontrarono per il titolo mondiale dei massimi. Il primo round fu uno dei più cruenti della storia: in totale l'argentino andò giù 7 volte e il campione 2. Nella seconda ripresa, poi, Dempsey vinse per Ko.

FULMINI SUL GREEN

Durante il Westlake Open di Chicago del 1975, il trio Lee Trevino, Bobby Nichols e Jerry Heard fu colpito da un fulmine. I tre sopravvissero ma a causa delle conseguenze solo Trevino riuscì a mantenersi nelle posizione alte di classifica del PGA Tour. Scrivici a redazione@spqrsport.it


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GIOCHI

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racconta La rubrica che mpi di i classici passate una volta, quelli i nelle at spontanei pratic e. zz ia p lle vie e ne li... na io iz d I giochi tra

CORSA DELLE BROCCHE

Dora Cirulli

no concorrenti devo prevede che le con le mani, una e ch o oc gi un È e , e senza toccar portare in testa qua di circa 12 kg. ac d’ a brocca non deve cannata pien e Femminile: La ch oc Br lla de a ò neppure aggiuCors le mani, non si pu essere retta con . Se durante la gara la brocca ca so ca or rc tto fa pe l ha ne e la ch ar e st e. La concorrent e di fianco che ar rm fe ve de si rent de, ci é porge alla concor dere la brocca la la posiziona sulla testa dopodich se no te vo en de am di m ni no io to au eraz e la corsa. Le Op si può riprender fermi. da te : ha lo stesso reessere esegui e per le bambine lo che possoin ch oc Br lle de a e so Cors corsa delle Brocch golamento della zze fino ai 15 anni. ga ra tizione tra le no partecipare ile: è una compe o le vie del ch as M e ch oc Br ia lung Corsa o in corsa a copp contrade, si sfidan sportando tre brocche di peso di tra Si e a. es im pa in l m de la ro e ia cent massima, la med la verso definite la rsa femminile che la cannata a co no lla ta or sp tra la i differenza da entre gli uomin m a st te in no porta mano. coppia mano nella

consiste in una ocche Maschile: Paese. Le copBr lla de a rs Co del - La le vie REGOLAMENTO ocche Femminile, il gioco po ne tra le contrate vi- competizioano in una corsa a coppia lunghe di peov pr ap ll’ de La Corsa delle Br ne e zio id ch sf ca oc si vo br e rie pi tre lla o ne polare consiste o che le donne cetonesi quoti- del centro storico trasportanda, la media e la migionamento idric citavano portando una broccal so diverso definite la massimntrada percorre due di ogni co dianamente esersulla testa dalle fontanelle de nima. La coppia e ritorna all’area di cambio do so or ca di piena d’acqua abitazioni. rc oc pe br l la de n ri co gi e nd a appoggiata al ve la seconda coppia l’atte i. Vince la contrada paese alle proprie portata sulla test La brocca viene fa da base e non deve essere peso opposto già nelle manpercorso e le operafazzoletto che lei, non si può neppure aggiustar-- che dopo aver compiuto il a per prima, con ena, attravers retta con le manSe durante la gara la brocca ca zioni di cui sopr e con in possesso la brocca di t. fa so or ha rc e ch pe l ri e nt ne la trambi i corrido are. La concorre o. de, ci si deve fermca la porge alla concorrente di competenza, la linea di arriv oc lla br su la na io siz po to cadere la se mamente fianco che autonosi può riprendere la corsa. Le é ch di po do a uite da fermi. test vono essere eseg Operazioni di de

QUANDO ROMA CAPITALE ARRIVA IN VOLATA La maratoneta Monica Tagarelli arriva al traguardo dei mitici 42 kilometri e 195 m, insieme all'ultramaratoneta Massimo Guidobaldi, con il cappelllo da rugby- Peroni, che taglia per il 17° anno consecutivo il traguardo della maratona della Città di Roma. Guidobaldi, del Corpo della Polizia Municipale di Roma Capitale, è un fiore all'occhiello dell'atletica Capitolina: una delle sue più importanti e recenti imprese è stata la mitica Diagonale des Fous - Grand Raid di 140 km nell'isola de La Reunion. Monica Tagarelli, lavora invece proprio al Dipartimento Sport di Roma Capitale... un ufficio a vocazione sportiva!!!

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Oltre ad essere stato uno dei radiocronisti più popolari della storia del giornalismo, Sandro Ciotti vanta anche un passato da calciatore, in C con Forlì e Anconitana dopo aver giocato nelle giovanili della Lazio

GIANCARLO ABETE PRESIDENTE FEDERCALCIO

Sullo scandalo scommesse «I nomi oggetto di indagine sono di persone già inibite, allontanate dal mondo del calcio, perché sanzionati dalla giustizia sportiva nei mesi scorsi».

VALENTINA VEZZALI OLIMPIONICA DI SCHERMA

Su Federica Pellegrini «Federica è un tipo molto inquadrato sul piano del rigore professionale. È proprio come me, mi identifico tanto in lei».

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NEWS TORNEO CITTÀ DI ROMA Sul parquet della Stella Azzurra si è svolta la decima edizione del Torneo Città di Roma, tappa italiana del Nike Junior Tournament, il torneo di basket che l’Eurolega riserva ai giovani talenti del basket continentale. In campo si sono confrontate otto squadre composte da cestisti di 16 e 17 anni: Fenerbahce Ulker, Virtus Siena, Maccabi Tel Aviv, Virtus Roma, Stella Azzurra, KK Zagabria, Gran Canaria 2014 e Dnipro. Ad osservare con attenione i tanti giovani c’erano anche dieci scout dell’NBA.

DINO MENEGHIN PRESIDENTE FEDERBASKET Sulla crisi della Nazionale riammessi alle gare «L’Italia è soffocata dalla poca comunicazione, poche gare, poca visibilità. Ci vuole una soluzione quanto prima».

TOCCHI ALLE FIAMME AZZURRE La giovanissima pentatleta romana Gloria Tocchi è stata arruolata nelle Fiamme Azzurre. Per lei un futuro da sicura protagonista, visto che da juniores ha già partecipato ai Giochi olimpici giovanili di Singapore e ha già conquistato una lunga serie di medaglie internazionali.

CAMPIONATO INVERNALE

hanno detto…

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Le quattro prove disputate nel 2011 del Campionato Invernale di vela del Lazio hanno decretato i vincitori del titolo di Campione d’Inverno. Ecco gli equipaggi: Nautilus Wave nel raggruppamento Regata Orc; Blu Tango in Regata IRC; Milù in Crociera veloce; Utopia nel raggruppamento Crociera; Esterica 3 nella Minialtura; Skorpion nelle vele bianche.

FRANCESCO TOTTI CAPITANO DELLA AS ROMA

Sul suo futuro «Voglio giocare fino a 40 anni, perché mi diverto, il calcio mi ha dato tutto e se sto bene voglio proseguire: quando vedrò che non ce la farò più getterò la spugna, ma adesso non ci penso proprio».

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Alla Dakar di rally, il 70enne giapponese Yoshimasa Sugawara è diventato il pilota che ha gareggiato il maggior numero di volte, ben 30, nella competizione

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Sportinrete La nuova rubrica della rivista con le recensioni sui siti del mondo sportivo prosegue con le pagine del Gruppo Sportivo Forestale

www.grupposportivoforestale.it

SPORT, NATURA, CULTURA Dal 1822 il Corpo Forestale dello Stato protegge il nostro prezioso patrimonio boschivo e diffonde la cultura ecologica nel nostro Paese. Oltre ad eccellere nelle operazioni di propria competenza, da più di 60 anni conquista successi anche in ambito sportivo grazie al lavoro svolto dagli atleti del Gruppo Sportivo Forestale, che negli anni ha conquistato 248 ori, 207 argenti e 223 bronzi tra Olimpiadi e Campionati Mondiali ed Europei oltre ai 1200 Titoli italiani. Questo è solo una breve sintesi di quanto riportato sul sito web del Gruppo Sportivo Forestale, sito che dedica la massima attenzione a tutte le discipline praticate dagli atleti. Basato sul famoso osCMS Joomla, il sito è organizzato in modo da offrire massima visibilità alle attività che quasi settimanalmente intraprendono i tesserati. La testata del sito è minimale: alla base del logo del Gruppo troviamo i link alle informazioni istituzionali, al medagliere, alla galleria fotografica ed al progetto “Libera la natura”. Sezione degna di nota visto che lo scopo del Progetto è quello di sensibilizzare i giovani sul rapporto tra sport e natura, legalità e sana alimentazione utilizzando come palcoscenico i territori confiscati alla criminalità organizzata. Molti i contenuti multimediali, con i contenuti video mutuati da Youtube ed una vasta galleria fotografica. Il portale, affacciato al web 2.0, rispetta alcuni degli standard web e vanta più di 430.000 visite dall’apertura.

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a cura di Simone AMATI sportincomune.it

LEMON BOWL 2012 Tre romani e un reatino sono stati i grandi protagonisti dell’edizione 2012 del Lemon Bowl, uno dei principali tornei internazionali di tennis giovanile. Tra i vincitori nelle diverse categorie, infatti, ci sono i romani Bessire, Cruciani e Moroni e il reatino Balzerani

ANDREW HOWE TORNA IN CAMPO Dopo un lungo stop a causa dell’ennesimo infortunio, il 2 gennaio l’azzuro Andrew Howe è tornato ad allenarsi. L’obiettivo è quello di tornare in condizione per qualificarsi ai Giochi olimpici di Londra 2012. Quasi sicuramente, visto il poco tempo a disposizione, Howe si preparerà per il salto in lungo e non per la velocità

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Oltre alle milanesi ed alla Juventus, solo altre due squadre italiane hanno in bacheca una finale di coppa dei campioni. Si tratta di Roma e Fiorentina, entrambe sconfitte all’ultimo atto

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www.grupposportivoforestale.it

I Corpi Sportivi, detti anche Gruppi Sportivi Militari, sono sezioni dei vari enti militari e di polizia che competono nello sport. In Italia ogni Forza armata e Corpo di Polizia ha il proprio Gruppo Sportivo con relativo sito web, più o meno dedicato, in cui vengono riportati cronache e successi. Nome sito: EI www.esercito.difesa.it/sport AM www.aeronautica.difesa.it/CentroSportivoAeronauticaMilitare/ MM www.marina.difesa.it/formazione/sport/ CC www.carabinieri.it/Internet/Arma/Curiosita/Carabinieri/nello+sport/ PdS www. poliziadistato.it/articolo/11074/ GdF www.fiammegialle.org PP www.polizia-penitenziaria.it/fiammeazzurre.asp VV.F www.vigilfuoco.it/sport/ CISM www.cism-milsport.org

PROGETTO FILIPPIDE Una serata di solidarietà nel Natale di Roma. Un evento promosso da Immediares per sostenere le iniziative e le attività del Progetto Filippide. Oltre 700 persone hanno partecipato all'appuntamento che ha visto come protagonista il comico Antonio Giuliani. A rappresentare Roma Capitale il Consigliere Federico Rocca. Per maggiori info su filippide http://www.progettofilippide.it/. I ragazzi di Filippide ogni anno partecipano anche alla Maratona di Roma e il loro progetto è sostenuto da Roma Capitale. NELLA FOTO: Nicola Pintus presidente del Progetto Filippide, Federico Rocca Cons. di Roma Capitale e Antonio Giuliani.

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La febbre del tifo non conosce limiti. In Argentina, l’ex Catania Ezequiel Carboni è stato allontanato dal Banfield, dopo essere stato colto ad acquistare maglie dei rivali acerrimi del Lanus

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TUTTI GLI EVENTI DELLA TUA CITTÀ L’Evento, rivista specializzata di Roma Capitale, sceglie per voi i principali avvenimenti che si svolgono a Roma

Francesca CELLAMARE (Ufficio Stampa Roma Capitale)

CARNEVALE ROMANO

IL FUTURO DI UNA FESTA ANTICA Pienamente recuperata una delle tradizioni più colorate e divertenti legate alla Capitale. Il Carnevale Romano, ormai da quattro edizioni, riporta nelle strade e nelle piazze della città, dal centro alla periferia, spettacoli di commedia dell’arte, fuochi barocchi, animazioni in costume, parate e attività ludiche per i bambini. Arlecchino, Colombina, Pantalone e Pulcinella sono solo alcuni dei personaggi che reinterpreteranno lo spirito gioioso della festa ottocentesca, affiancati dai cavalli, elemento caratterizzante dei festeggiamenti carnascialeschi. Il clou della manifestazione, infatti, è rappresentato dall’arte equestre, in omaggio alla rinomata corsa dei Berberi lungo via del Corso, fonte di ispirazione di grandi artisti, poeti e scrittori e attrazione per nobili provenienti da tutta Europa. Piazza del Popolo sarà il palcoscenico di sfilate, esibizioni dei più grandi protagonisti del mondo equestre nazionale e internazionale, caroselli dei corpi militari a cavallo, intrattenimento con i pony e approfondimenti sui butteri, tutti eventi curati da Marco Lepre per conto dell’Accademia del Teatro Equestre.

Il Carnevale Romano, promosso da Roma Capitale sotto la direzione artistica di Leonardo Petrillo, sarà ancora una volta un’ottima occasione per godersi l’allegria tipica della festa in maschera, facendo rivivere in maniera scanzonata una tradizione molto antica. Per conoscere il programma: 060608, www.carnevale.roma.it

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IL CARNEVALE ROMANO Nel mese di febbraio la Città Eterna diventa teatro di un ciclo di grandi eventi legati al Carnevale romano, una manifestazione che sintetizza l’identità e il fascino di una città magica capace di legare il suo glorioso passato alle sfide del futuro. Protagonista sarà l’affascinante mondo dei cavalli, con spettacoli e caroselli per grandi e piccini. E ancora prestigiose inaugurazioni d’arte e ampio spazio alla nautica con Big Blu, una della manifestazioni più importanti in Italia legate all’universo acquatico. Buon divertimento a tutti!


La serie peggiore della Juventus senza vincere scudetti è proprio quella attuale. Otto campionati. eguagliato il ‘digiuno’ intercorso tra il 1986 e il 1995

FILMATI NELLA STORIA

FEBBRAIO - FEBRUARY 2012

N. 02- ANNO 31 - N. 02 - YEAR 31TH

un OSPITE a

ROMA A GUEST IN ROME

Carnevale Romano, il futuro di una festa antica Romano Carnival – Future of an Ancient Festivity

SPORT

CINEMA

EVENTI

MOSTRE

MUSICA

TEATRO

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TELERI E RITRATTI, ECCO IL GENIO DEL TINTORETTO Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura. Con queste parole fu definito da Giorgio Vasari Jacopo Robusti detto il Tintoretto, il primo artista che riuscì a discostarsi dal mito di Tiziano, nella Venezia di pieno Cinquecento, proponendo un realismo capace di fare scuola a generazioni di pittori italiani. Una mostra alle Scuderie del Quirinale, curata da Vittorio Sgarbi, cercherà di narrare la sua poetica nuova e sorprendente per quei tempi, in un percorso visivo che tocca tutti i temi trattati dal grande maestro veneziano, dai grandi teleri religiosi, alle opere profane, alla ritrattistica. In mostra cinquanta capolavori, prestiti eccezionali delle maggiori istituzioni culturali del mondo, allestiti secondo una precisa narrazione biografica e accompagnati dalle parole della scrittrice Melania Mazzucco grazie alle quali i visitatori potranno entrare nei meccanismi creativi di uno dei protagonisti della pittura europea. Si potranno ammirare, tra gli altri dipinti, il “Miracolo dello schiavo” posto in apertura dell’esposizione, “Il ritrovamento del corpo di San Marco” compiuto per la Scuola Grande di San Marco, le magnifiche tele raffiguranti “Santa Maria egiziaca” e “Santa Maria leggente” della Scuola Grande di San Rocco e le due versioni dell’“Ultima cena” provenienti dalle chiese di San Polo e di San Trovaso. Dal 25 febbraio al 10 giugno Scuderie del Quirinale - Via XXIV Maggio, 16 Info: 06 39967500, www.scuderiequirinale.it BIOPARCO, LE TESTUGGINI HANNO UNA NUOVA CASA Il Centenario del Bioparco si è concluso con l’inaugurazione di una nuova struttura tutta dedicata alle tartarughe di Aldabra (o delle Seychelles), le più grandi del mondo. Per ora le testuggini ospitate sono tre: due adulte, un maschio e una femmina, che pesano oltre cento chili, e una giovane di sesso ancora sconosciuto. Nonostante storie drammatiche che hanno vissuto (una è affetta da una grave malformazione, un’altra porta ancora i segni sul guscio di un piccone conficcato da un vandalo, e l’ultima arrivata è sfuggita grazie al Corpo forestale alle mani della criminalità), queste testuggini ora possono disporre di una sede di circa 80 metri quadri, all’interno del “Giardino degli

Ibis” del Rettilario, studiata per avere un microclima tropicale adatto con una copertura in policarbonato trasparente che permette massima luminosità. Con i suoi 700 mila visitatori annui, il Bioparco continua ad essere uno dei luoghi più visitati di Roma, un punto di riferimento per le famiglie e i bambini che, proprio qui, hanno il loro primo incontro con la natura. Bioparco Viale del Giardino Zoologico, 1 Info: 06 3608211 - www.bioparco.it IL GUGGENHEIM. L’AVANGUARDIA AMERICANA 1945-1980 I principali movimenti dell’arte americana del secondo dopoguerra, dall’Espressionismo astratto alla Pop Art, dal Minimalismo al post Minimalismo, dal Concettuale al fotorealismo, vengono illustrati al Palazzo delle Esposizioni, che con i suoi spazi monumentali e le spettacolari prospettive interne diventa luogo ideale per la presentazione dei capolavori di Jackson Pollock, Robert Rauschenberg, Chuck Close e molti altri ancora. Dipinti, sculture, fotografie e installazioni, provenienti dalla rete museale globale della Guggenheim Foundation, e in particolare dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York, dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia e dal Guggenheim Museum di Bilbao, testimoniano i momenti chiave nella storia dell’arte americana, dagli anni quaranta fino alla fine degli anni settanta, ponendo l’accento sulle grandi trasformazioni che hanno segnato gli Stati Uniti. Nel periodo rappresentato dalle opere in mostra, il Guggenheim – partito come una piccola e originale vetrina concentrata sulla pittura astratta europea – passò a essere un centro internazionale dell’arte contemporanea. Grazie alle mostre d’avanguardia e a coraggiose modalità di acquisizione il Guggenheim, insieme ai suoi principali sostenitori e mecenati, non solo acquisì importanti opere d’arte contemporanea per i posteri, ma promosse attivamente alcuni dei più innovativi – e spesso controversi – movimenti estetici della seconda metà del ventesimo secolo. Dal 7 febbraio al 6 maggio Palazzo delle Esposizioni Via Nazionale, 194 Info: 06 39967500 - www.palazzoesposizioni.it

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Momenti indimenticabili che hanno fatto la leggenda dello sport

ITALIA-GERMANIA 4-3 "Partita del secolo” è il termine con cui ci si riferisce alla semifinale della Coppa del Mondo 1970 di calcio, disputata mercoledì 17 giugno 1970 allo Stadio Azteca di Città del Messico tra Italia e Germania Ovest, finita 4-3 per gli Azzurri dopo i tempi supplementari.


L’austriaco Franz Klammer è considerato il miglior discesista della storia dello sci. Nessuno è riuscito a eguagliare il suo record di cinque coppe del mondo di specialità vinte nella discesa libera

Grand Prix Kick Boxing 2011: grande show al palazzetto Venerdi 9 dicembre, il Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano è stato teatro della seconda edizione del Grand Prix di kick boxing 2011. Organizzatori dell’evento sono stati i fratelli Massimo e Paolo Liberati, della palestra Bodyfight di Roma. Sono stati disputati 13 incontri di thai boxe, K1 e full contact, competizioni di altissimo livello, a dimostrazione di quanto questa disciplina stia crescendo in Italia. Il Grand Prix ha offerto sul ring le performance di atleti di fama mondiale come: Milo Raini, Oliver Giudicelli, Alessandro Patrignani e Fabrizio Bergamini. Nella stessa sede i riflettori sono stati puntati sull’incontro per il titolo europeo di wako medi K1 tra Riccardo Conan Lecca e Lucka Tomic. L'incontro, combattuto alla pari dai due pugili, al termine delle cinque riprese ha visto il successo del fighter romano che, nel complesso, ha messo a segno i colpi più puliti ed efficaci, scatenando l'entusiasmo dei tanti fans che lo hanno seguito in questa impresa. L’italiano è stato padrone del ring: suoi punti forti sono stati i colpi con le ginocchia ai danni del croato, grazie ai quali si è aggiudicato il titolo di campione di Wako Pro Erupeo K1 Rules, categoria medi. Fra gli altri match da segnalare la sfida Italia-Croazia, che gli azzurri hanno vinto per

3-1 grazie ai successi di Milo Raini, Alessandro Patrignani e Antonio Campagna rispettivamente su Vascvo Zaja, Marco Jelo e Tomislav Bolic. Il punto della bandiera lo ha messo a segno Ivan Suvara, che ha sconfitto l'italo-francese Olivier Guidicelli. Bella la sfida fra il romano Emanuele Ruini ed il milanese Julian Imeri, valevole per entrare nella selezione italiana Oktagon. Dopo tre round, che gli arbitri hanno giudicato pari, è stato Imeri ad imporsi ai punti grazie ad un finale degno di nota. Si sono esibiti per la prima volta nel nostro Paese due fighter cinesi, accompagnati da una folta e colorita delegazione del loro Paese. Il fortissimo Bateer ha superato ai punti il nostro Fabrizio Bergamini, che certo non ha sfigurato al cospetto di un avversario così qualificato. Mentre Wang Guan, colpito d'incontro dall'olandese Stevelmans, ha perduto il proprio un match che ha dimostrato l'ottimo livello raggiunto dalla kick boxing europea. I fratelli Liberati, sono riusciti mediante un ottimo impegno nell'organizzazione dell'evento a conquistare il proscenio del Palazzetto dello Sport, che ha fatto da cornice ad una importante manifestazione sportiva, supportata dall'impegno di Roma Capitale e del Delegato allo Sport, Alessandro Cochi.


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Uno scatto che ferma una storia. Un’immagine che ha il potere di regalare un momento alla leggenda e suscitare emozioni. Istanti che rimangono impressi nella pellicola e nell’anima.

foto Getty Images

Foto storiche 1930 - Un giocatore del Notts County si prepara a fare una foto ai compagni di squadra durante un photocall con alcune attrezzature fotografiche. Il club bianconero è il quinto più antico del mondo, fondato nel 1862. Tra quelli più antrichi però, è l'unico che ancora militi in divisioni professionistiche.

A colpi di rasoio Esultanze mitiche 1986 - Finale di Coppa del Mondo a Guadalajara in Messico. Il 1 giugno 1986, il Brasile batte la Spagna per 1 a 0. Socrate festeggia il suo gol con Junior (alle sue spalle)

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1961 - Il capitano della nazionale di Cricket australiana Richie Benaud durante la rasatura in una camera d'albergo in Gran Bretagna per i match test. Radicato nei paesi britannici, il cricket è addirittura lo sport più popolare in pauesi asiatici come India e Pakistan, dove i giocatori, 11 per squadra, vengono trattati alla stregua dei nostri calciatori.


SPQR SPORT, il mensile voluto dal Dipartimento Sport di Roma Capitale, è sfogliabile anche online sul sito www.spqrsport.it SPQR SPORT sarà presente anche nei principali social network ed inviato tramite newsletter. Un modo per raggiungere una fetta quanto più ampia della popolazione capitolina. Internet garantisce un’importante diffusione parallela rispetto al prodotto cartaceo che rispetta i canali classici della diffusione freepress: la rivista è distribuita in occasione dei grandi eventi sportivi della Capitale e anche sul territorio grazie alla scelta di esercizi commerciali (edicole, bar, etc) nelle piazze più importanti dei 19 municipi romani. L’elenco è consultabile sul web.


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Cento anni di know-how, una rete di acquedotti di oltre 46.000 km e acqua di qualitĂ distribuita ogni giorno ad 8 milioni di italiani. Questa è la realtĂ di Acea. Una realtĂ all’avanguardia che fa bene all’ambiente, alla popolazione, al futuro. L’acqua, l’uomo, la tecnologia.


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