Spqr Sport n. 3 - 2011

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- 150° anniversario Unità d’Italia

150 ANNI     Nell’anniversario dell’Unità d’Italia abbiamo voluto raccontare tante storie di sport a Roma. Dai fiumaroli di fine ‘800 al professionismo dei giorni nostri. Tante storie, unite dal comune denominatore di questa città sempre più simbolo dello sport nazionale. Impossibile fare la cronaca, nel dettaglio, di 150 anni di uomini, eventi, record e fatti. Abbiamo preferito raccontare gli esordi di tante discipline che oggi sono così presenti nel nostro quotidiano e l’evoluzione della pratica sportiva in una cavalcata appassionante lunga 150 anni. Oggi il tennis, il rugby, l’atletica, il basket, la pallavolo, il calcio su tutti, conquistano le prime pagine dei giornali. Ma mai i pionieri del 1900 avrebbero pensato che quel pallone di nodi di corda che si passavano nelle ville storiche di Roma avrebbe conquistato milioni di persone. Non lo avrebbero mai pensato allora quando i bulli dell’epoca si facevano beffe di quei 22 giovanotti in mutandoni che inseguivano un oggetto quasi misterioso. Noi abbiamo deciso di raccontare tutto questo. Lo spirito “garibaldino” dello sport a Roma e tutto ciò in cui si è evoluto. Da allora, fino ai giorni nostri. (f.a.) Spqr Sport rivista ufficiale roma Capitale, Dipartimento Sport Delegato alle Politiche Sportive Alessandro Cochi Direttore Bruno Campanile Mensile di informazione a distribuzione gratuita Reg. Trib. di Roma n. 21 del 27-01-10 ANNO II Numero 3

Editore Alfacomunicazione Srl Via del Giuba, 9 - 00199 Roma Direttore Responsabile Fabio Argentini Hanno collaborato (Alberto Abbate, Ruggero Alcanterini, Federico Pasquali, Luigi Panella, Mario Pennacchia, Fulvio Stinchelli, Maurizio Tecardi) Foto Campidoglio, Ufficio Fotografico Getty Images Redazione Dipartimento Sport Via Capitan Bavastro, 94 - 00154 Roma tel. 06671070315 fax. 06671070364 e-mail: redazione@spqrsport.it - grafica@spqrsport.it Art Director Alberto Brunella Stampa Stampa e Servizi Indotti Srl - Roma Concessionaria in esclusiva per la pubblicità Minimega Pubblicità S.r.l. Via A. Serra, 52 - 00191 Roma tel. 06 33219846 fax 06 3330261 info@minimega.it - www.minimega.it


150 ANNI DI SPORT A ROMA. APERTI DAI BERSAGLIERI, BENEDETTI DAL PAPA

DALLE SPONDE DEL TEVERE AGLI APPLAUSI DEL MONDO di Mario PENNACCHIA

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uò sembrare sorprendente ma anche lo sport è entrato a Roma attraverso la breccia di Porta Pia. Prima, nello Stato pontificio, di attività sportiva s’intravvedeva appena qualche ombra. Poi sono arrivati i bersaglieri e al loro seguito le prime discipline: ginnastica, tiro a segno, scherma. Ma era ancora sport per gli aristocratici, finché non si fece largo padre Tevere accogliendo sulle sue rive la gioventù del popolo. Là, tra Ponte Margherita e porto fluviale di Ripetta, lo sport irruppe come l’ideale delle nuove generazioni, forza propulsiva del progresso, lasciapassare per la modernità. Nuoto e canottaggio e, al disopra delle sponde, il podismo. Ogni gara era una sfida dell’uomo al suo coraggio, al suo orgoglio, alla sua ambizione prima che all’avversario. A nuoto e podismo non tardò ad aggiungersi il velocipede e si ampliò la scommessa con il nuovo cimento: tre prove in successione, nuoto, ciclismo, corsa. Tanti anni dopo l’avrebbero chiamato triathlon.

PADRE TEVERE Nella Capitale, allora di poche centinaia di migliaia di abitanti e ancora lontana dalla scoperta di Ostia, il fiume offrì anche nel nuovo campo di attività umana il suo contributo essenziale alla storia della città. Sul Tevere, intorno alle memorabili “capanne”, nacque attraverso continue feroci e spassose emulazioni una nuova romanità, forte di uno spirito che dai fiumaroli si propagò fino a caratterizzare più generazioni, esprimendo modi, linguaggi e personaggi – i Talacchi, i Tulli, il Ciriola, il Conte Tacchia, il Generale Mannaggia La Rocca, Giggetto er Pescatore, donna Olimpia Pamphily, Maria Colonna, Maria Cristina di Svezia, solo per ricordarne alcuni – rimasti nella leggenda popolare e la cui eredità sarebbe stata raccolta e ravvivata nelle contese agonistiche, in primo luogo nei derby di qualunque disciplina. Anche se, nella loro vastità, i 150 anni dello sport a Roma e di Roma sono un tema inesauribile e perciò improponibile, se si parte dal Tevere se ne può avere almeno la prima e autentica idea: perché sul fiume è nato l’agonismo romano, quello spirito del popolo arguto, scanzonato, irriverente, spaccone poi riversato nella competizione sportiva. Dal Tevere e sul Tevere sono nati gli uomini che hanno gettato le fondamenta e hanno sostenuto, divulgato lo sport come straordinaria religione del nuovo secolo. Uomini che hanno creato società sportive e impianti, compiuto imprese e record che dalle sfide pionieristiche di Piazza d’Armi e fra i ponti del fiume si sono proiettati lungo 150 anni meritando il plauso della nazione, dell’Europa e del mondo, puntualmente testimoniati ed esaltati dalla stampa, sempre al passo con i tempi fino alla pluralità degli organi della comunicazione più ampia e moderna.

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SOCIETÀ E CIRCOLI Tra la fine dell’Ottocento e il Novecento, fino all’avvento del Duemila, nella storia e nella geografia lo sport di Roma Capitale non ha posto limiti alla sua espansione attraverso la continua fondazione, rigenerazione e proliferazione di associazioni: dalle più popolari Lazio e Roma – curiosamente accomunate dal richiamo ai bersaglieri: il fondatore Bigiarelli nella polisportiva biancoceleste, i sette “cappelli piumati” tra i giallorossi del primo Scudetto – alla Virtus Roma di basket, alla Roma Volley, alle innumerevoli società di tutte le discipline e a tutti i livelli. E con le società, i gloriosi circoli che proprio del Tevere raccontano e rinnovano ancora oggi l’epopea: Tevere Remo e Aniene, Canottieri Lazio e Canottieri Roma, Tirrenia Todaro, Antico Tiro a volo e Parioli.

ARTEFICI E PROTAGONISTI L’immaginazione che già occorre per tratteggiare il panorama del movimento associativo dello sport romano, ancor più deve soccorrere davanti alla ininterrotta schiera dei formidabili artefici e protagonisti di imprese ed eventi che di Roma Capitale hanno scritto la storia in 150 anni. Logicamente non si può che rievocarne una rappresentanza, significativa per quanto esigua. I primi si incontrano proprio sul Tevere: Guglielmo Grant, primo Presidente del Tevere Remo; Achille Santoni, primo Presidente della Federazione nuoto; il chirurgo Polstenski, Presidente della Rari Nantes; i fratelli Fasoli e Alessandro Morani fondatori dell’Aniene; Luigi Bigiarelli, Olindo Bitetti e il gruppo che avrebbe dato vita alla Lazio e ai quali si sarebbe unito Giorgio Vaccaro, futuro segretario generale del CONI e Presidente della Federcalcio e dell’Aniene; Fortunato Ballerini, a lungo segretario della Federazione ginnastica nei primi anni del Novecento e poi Presidente che ottenne per la Lazio il riconoscimento di Ente Morale; Renato Sacerdoti, Presidente della Roma di Testaccio e del riscatto dalla Serie B, Renzo Nostini, pluricampione di scherma e nuoto e Presidente della Federazione Scherma, della polisportiva Lazio e Vicepresidente Onorario del CONI; i fratelli Vinci, fondatori della Rugby Roma; Giulio Onesti, futuro Presidente del CONI pure cresciuto nei ranghi dell’Aniene, i Presidenti Gualdi, Zenobi e Lenzini della Lazio, Bazzini, Viola e Sensi della Roma. Nostini e i fratelli Vinci, anche se non cronologicamente, introducono nel mondo dei campioni fra i quali ci limitiamo a ricordare: Dario Beni e Pericle Pagliani, Bernardini, Ferraris IV e Amadei, il pilota Taruffi, i fratelli D’Inzeo, i pugili Urbinati, Berardinelli, Venturi, Botta, Proietti, Jannilli, il nuotatore Pucci primo italiano campione europeo nei 100 s.l.; il campione europeo di baseball Glorioso, il nazionale e tecnico di basket Giancarlo Primo, i campioni del mondo di ciclismo Ciancola e Gentili, il campione del mondo di pattinaggio Lazzari, gli olimpionici Ghira, Gionta e Guerrini, l’olimpionico e mondiale di pentathlon Masala, Frinolli e Maffei, le nuotatrici Daniela Beneck e Alessia Filippi, fino agli ultimi mondiali fra i quali Biaggi, Conti, Totti, Peruzzi e De Rossi. Oltre naturalmente ai tanti non romani che hanno onorato lo sport della Capitale: da Masetti a Guaita, da Sclavi a Piola, da Guarisi a Schiaffino, da Selmosson a Falcao, da Coppi a Wright,

OPERE ED EVENTI Il quadro si completa con le grandi opere e i maggiori eventi dei quali è sufficiente ricordare: tra le prime, gli stadi Nazionale poi Flaminio inaugurato nel 1911 e ammodernato nel 1960, l’Olimpico, il Palazzo e il Palazzetto dello Sport, gli stadi del nuoto e del tennis, gli ippodromi delle Capannelle e di Villa Glori sostituito da Tor di Valle, i velodromi Appio e Olimpico oggi scomparsi. Tra i massimi eventi: la rivincita del campionato del mondo dei pesi massimi Carnera-Uzcudum del 1932 a Piazza di Siena e gli altri grandi incontri del passato, le sfide Botta-Proietti e quelle per i titoli europei nel dopoguerra, la rivincita che appassionò e divise l’Italia fra Mazzinghi e Benvenuti, la prima edizione degli Internazionali di tennis (1950), il ritorno nel 1951 della Roma-Napoli-Roma nella riedizione del Gran Premio Ciclomotoristico, l’Olimpiade del 1960, la doppia finale dell’europeo di calcio Italia-Jugoslavia del 1968, i campionati del mondo di calcio (1934 e 1990), di pallavolo maschile (1978), di atletica leggera (1987) e di nuoto (2009), i Giochi mondiali di equitazione (1998). 6


spq ort CAPISALDI DELLA STORIA Altri quattro straordinari avvenimenti scandiscono la storia dello sport di Roma: - la prima radiocronaca di una partita di calcio in occasione di Italia-Ungheria che il 25 marzo 1928 inaugurò lo Stadio Nazionale del Partito, radiocronista Giuseppe Sabelli Fioretti, redattore romano della Gazzetta dello Sport; - l’irriducibile vitalità dello sport capitolino affermata con il campionato di calcio disputato coraggiosamente nel 1944 sotto la tragica occupazione nazista da 10 società fino alla conclusione, avvenuta a pochi giorni dalla liberazione della Capitale da parte della V Armata americana; - la tragedia aerea di Brema, nel gennaio 1966, in cui perì la Nazionale di nuoto: fra i nazionali, i romani Luciana Massenzi e Sergio De Gregori e l’allenatore della Roma Paolo Costoli; - il Giubileo degli sportivi celebrato il 12 aprile 1984 da Sua Santità Giovanni Paolo II, primo pontefice ad onorare della sua presenza lo Stadio Olimpico. Entrato nella Capitale al seguito dei bersaglieri, lo sport di Roma è stato anche benedetto dal Papa.

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150 ANNI DI SPORT E COSTUME NELLA CAPITALE

LO SPORT ENTRA IN ROMA PER LA BRECCIA DI PORTA PIA di Fulvio STINCHELLI

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ella scia dei bersaglieri, lo sport entra in Roma, il 20 settembre 1870. A passo di carica. Di lì a poco Roma verrà proclamata Capitale dell’Italia unita. Non è un caso, a mio giudizio, che a mettere i piedi per primi nella Città Eterna siano i bersaglieri, i soldati podisti per eccellenza. Gli è che a Roma, coi corridori piumati, è arrivato anche lo Sport. Per gli usi e co Sport è parola inglese coniata ai primi dell’Ottocento, derivandola dall’antico francese déporte: significava divertirsi, godersela, impiegare piacevolmente il tempo libero. Figurarsi se un simile sentimento poteva trovare ricetto e comprensione nella Roma dei Papi, tutta casa e chiesa? Andate a rileggervi tutto il “Commedione” del Belli e vi renderete conto che non c’è ombra di accenno a discipline sportive di un certo livello. Sì, è vero, i nobili praticavano la scherma e l’equitazione, ma alla plebe “abbietta e buffona” erano consentiti al massimo le bocce, la nizza, la ruzzica e il salto della quaglia. Parlo delle discipline all’aperto, perché nel chiuso delle osterie, luoghi prediletti dai quiriti papalini, si giocava con grande impegno a scopa, briscola e garaghè. Per non parlare della passatella, che finiva spesso a coltellate. In trent’anni, dal ’70 alla fine del secolo, usi e costumi, a Roma, cambiarono radicalmente. I quiriti scoprirono il Tevere come luogo di cimenti acquatici. Spuntarono i primi circoli di canottaggio, come l’Aniene e la Tevere Remo. Fiorì contemporaneamente una nuova insospettata generazione di grandi fusti della bracciata presso la Rari Nantes e la Romana di Nuoto. Importate dai piemontesi conquistatori, facevano frattanto la loro apparizione le prime biciclette. Anche se Roma, coi sette colli di mezzo, richiedeva (e richiese tuttora) fatiche notevoli ai neofiti del pedale, il velocipede divenne presto una moda. Perfino Gabriele D’Annunzio vi fà cenno nei versi famosi dedicati ai bersaglieri (ciclisti): “La mia ruota in ogni raggio/ è temprata dal coraggio/ e sul cerchio in piedi splende/ la Fortuna senza bende…” Spunta il XX secolo e Roma scopre il pallone, con la fondazione della Società Sportiva Lazio: nasce come società podistica e come polisportiva, ma presto sarà la sua sezione calcistica a farla da padrona. Nascono e sono nate, in quegli anni, molte altre società pallonare nell’Urbe, ma nessuna riesce a raggiungere il livello tecnico-organizzativo dei grandi club del Nord. Ci vorrà l’AS Roma 1927 per incominciare ad alzare la testa e la voce. Ai Savoia, i cavalli piacciono. Vittorio Emanuele III va volentieri, con tutta la Corte al seguito, all’Ippodromo delle Capannelle. Il Derby diventa Reale e le signore dalle vaste capelines vezzeggiano nel parterre dell’Appia, mentre, nell’adiacente recinto del “prato”, la plebe furoreggia a fave e pecorino. I romani hanno (ri)scoperto le corse dei cavalli e festeggiano l’evento col vino dei vicini Castelli. Con l’avvento del fascismo, lo sport viene adeguatamente incoraggiato e potenziato, specialmente nella Capitale. Con la vittoria della squadra azzurra ai Mondiali del 1934, il calcio diventa lo sport nazionale. È salito sul trono e per ora non accenna a discenderne. Sommessamente segnalo che l’atleta più rappresentativo tra i campioni del mondo del ‘34 sarà proprio il romanissimo fortitudiano Attilio Ferraris. Gl’inglesi, dopo averlo visto alla prova su un loro campo, lo chiameranno il “Leone di Highbury”. Ne ha fatta di strada lo sport, a Roma. 8



LA STORIA AFFASCINANTE DELL’ITALIA UNITA

A ROMA, L’UNITÀ È MILLENARIA

di Ruggero ALCANTERINI

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oma indigena, etrusca, romana, barbara, papalina, napoleonica, garibaldina, monarchica, fascista, repubblicana, piccola che fosse o grande che sia, ora dentro, ora fuori delle sbrecciate Mura Aureliane, è sempre stata Capitale, dal più vasto impero euromediterraneo all’Italico Stivale. Diciamo che la nostra Città per quasi tremila anni ne ha viste di tutti i colori, fino ad innalzare il vessillo bianco, rosso e verde sul Campidoglio, mantenendo sempre il suo carattere di fondo, quello che le ha fatto attribuire la definizione di Eterna, quindi senza mai abbandonare la sua filosofia di vita, la sua straordinaria capacità di metabolizzare ogni cambiamento. Alle 7 del 20 settembre 1870, Pio IX celebra messa al rombo del cannone. Alle 10,10 il bersagliere Federico Cocito si avventura nella breccia aperta a cannonate a fianco di Porta Pia, in corrispondenza di Villa Falzacappa. Alle 15 viene occupato il Campidoglio. Alle 17 viene firmata la resa in Villa Albani, tra i generali Kanzler e Cadorna. Alle 20, il Principe Marcantonio Borghese apre all’unità tricolore, invitando il Generale Francesco Bessone a capo della Brigata Abruzzi a cena e a pernottare nel suo Palazzo. Alle 22 Nino Bixio con le sue truppe è già a Trastevere, mentre tumulti di popolo scoppiano isolati e in Via del Seminario viene assaltato da manifestanti il Palazzo del Cameriere Segreto del Papa, il Marchese Carlo Serlupi Crescenzi… Alle ore 23 del 20 settembre 1870, appena 12 ore dopo l’apertura della breccia, Edmondo De Amicis, giornalista inviato (futuro autore di “Amore e Ginnastica”) è già al Foro Romano nella veste di turista, a bordo di una carrozza, prima di fare rientro all’Albergo Europa in Piazza di Spagna: «La notte è fitta e il classico lume di luna sul Colosseo non risplendeva ancora. Non importa; il cielo è stellato e ho visto del sublime monumento almeno i contorni. Da tanti anni ardevo di vederlo! Il cuore mi batteva a precipizio. Ormai eravamo in un luogo deserto, non si sentiva più una voce, non un passo; tutto era quieto e oscuro. Eccoci, ha detto ad un certo punto il cocchiere. Io sono balzato in piedi, ho guardato, ho intravisto… l’Italia gridò al mondo “Voglio la liberta!”… nel cui nome aspettò per tanti anni, confidò, sperò, sofferse, sorse, bagnò nel sangue dei suoi figli tutti i suoi monti e tutti i suoi fiumi, cacciò lo straniero, si atteggiò a nuova vita; nel cui nome è entrata oggi a Roma e ha inalberato sulla torre del Campidoglio la sua bandiera gloriosa, benedetta e amata».

Quella Roma che diveniva “italiana”, era la stessa che si era espressa pro e contro Pio IX e Garibaldi tra il 1846 e il ’49 e che avrebbe continuato anche dopo la “breccia” di Porta Pia con pubblicazioni spesso proibite e sequestrate come Il Nipote di Cassandrino, La Bilancia, La Pallade, Misteri di Roma, Il Don Pirlone, La Lanterna Magica, Pasquino, Il Diavoletto, La Befana, Il Cicerone, L’innominato, Lo Scontento, Cassandrino Nero, Cassandrino Repubblicano, Il Menimpippo, Il Somaro, Il Pallone Volante, La Frusta, Il Lanternino del Diavolo, La Torre di Babele, Il Casotto dei Burattini, La Donna Bizzarra, Il Birichino di Roma, Il Nemico del Diavolo Zoppo, Il Tevere, Il Pappagallo, Il Don Ciccio… Quella Roma, che tornava ad essere simbolo dell’Unità d’Italia, era ancora quella di Angelo Brunetti det10


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to “Ciceruacchio”, ma anche quella di Giuseppe Gioacchino Belli, defilato dopo l’avvento dei Savoia al Quirinale era ancora quella delle giostre dei tori al Gorea, la Tomba di Augusto fatta anfiteatro, delle corse dei cavalli berberi da Piazza del Popolo a Piazza Venezia, del Gioco all’Anello e del Pallone con Bracciale. Quella Roma che avrebbe smantellato senza tante storie il suo Carnevale, le Giostre, l’immensa e lussureggiante Villa Ludovisi, le suggestive ripe del Tevere e avrebbe accolto Club, Polisportive, galleggianti, ippodromi e stadi, recuperando nel circolo virtuoso della sua storia quanto era rimasto sommerso tra le rovine e sotto le sue piazze, ovvero le insuperabili millenarie testimonianze della passione agonistica di Roma, da sempre Capitale anche dello sport.


SCENARI FUTURI NELLA CAPITALE DELLO SPORT

I PROSSIMI 150 ANNI DELL’ITALIA UNITA

di Federico PASQUALI

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a Capitale d’Italia, come si potrà ampiamente leggere nelle pagine che seguono, ha avuto un passato glorioso più di ogni altra città italiana in materia di sport. Grandi eventi, su tutti l’indimenticabile Olimpiade del 1960, impianti sportivi invidiati in tutto il Mondo, vedi il complesso monumentale del Foro Italico, campioni straordinari, club e circoli sorti addirittura prima della nascita della Repubblica italiana, la politica sportiva, tutta o quasi concentrata a Roma e così via. Ma il futuro cosa riserva alla Capitale d’Italia e dello sport nazionale? O meglio, cosa dovrebbe riservare? La vocazione capitolina di ospitare i grandi eventi internazionali potrebbe essere rilanciata ancor di più se si avverasse il sogno di organizzare i Giochi Olimpici del 2020. Un evento che rappresenterebbe uno spartiacque tra passato e futuro. Impianti realizzati per l’Olimpiade del 1960 rinnovati e adeguati alle esigenze moderne, nuove strutture che consentirebbero alla città di chiudere il cerchio con l’impiantistica d’eccellenza, anche con la Città dello Sport di Tor Vergata, incremento della ricettività turistica legata allo sport, incremento della pratica sportiva a 360° sull’onda dell’entusiasmo che solo la manifestazione a cinque cerchi sa trasmettere. Insomma, Roma 2020 garantirebbe un futuro roseo alla Capitale. A prescindere dall’Olimpiade, però, la Capitale del futuro ha bisogno di dotarsi di impianti sportivi moderni. Così a Roma, tra qualche anno, si troverà una pista di atletica indoor, dove gli amanti dell’atletica leggera potranno allenarsi anche a mezzanotte. Roma è l’unica Capitale europea a non avere un impianto al coperto per l’atletica leggera. Una volta realizzato, poi, sarebbe subito indicato come sede per lo svolgimento di eventi internazionali. E si troverà magari un palazzo dello sport per il basket, uno per il volley, uno per la pallamano, uno per il tennis tavolo, un altro per il badminton, e ancora per il pugilato e così via... E poi gli stadi moderni per il calcio. E ancora, impianti per le discipline fluviali, con il Tevere che sarà di nuovo fruibile per migliaia di amanti degli sport acquatici. E ancora impianti sul litorale romano idonei per gli sport in mare: dal nuoto in acque libere alla vela, dal windsurf alla pesca. Ma soprattutto impianti nelle periferie: ogni Municipio avrà le sue “palestre” per consentire a tutti gli strati della popolazione metropolitana di praticare sport, qualsiasi sport. No, non è un sogno, ma un viaggio nel futuro che parte da basi concrete. Da oltre 50 anni nella Capitale non si realizzano grandi opere destinate allo sport. E ora sembra sia arrivato il momento. Per la prima volta, infatti, Roma avrà un piano regolatore dello sport che darà un quadro generale delle carenze strutturali. Un lavoro che servirà per far partire un piano di rilancio dell’impiantistica. E non servirà aspettare altri 50 anni. In fatto di grandi eventi, poi, Roma sarà sempre più il centro nazionale per l’organizzazione di campionati europei e mondiali, o di grandi rassegne internazionali. I grandi eventi tradizionali di equitazione, corsa su strada, atletica leggera, tennis, rugby, nuoto, sono sempre più fiore all’occhiello del12


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l’organizzazione sportiva romana, invidiata da tutti. In futuro se ne aggiungeranno altrettanti di altre discipline sportive. Vediamo quali potrebbero mettere radici a Roma. Una classica di ciclismo, un evento internazionale di triathlon, una gara di vela sul litorale romano, trofei internazionali di pallamano, polo, baseball e così via. Un giorno non troppo lontano nella Capitale ci saranno eventi internazionali di 30-40 discipline sportive. E i campioni? Calciatori, motociclisti, nuotatori, pentatleti, cavalieri, tennisti, pugili, marciatori, cestisti, pallavolisti: quanti ne nasceranno o si formeranno nella Capitale nei prossimi 150 anni? Tanti, ne siamo certi. Atleti che arricchiranno la “bacheca sociale” della città, già piena di trofei conquistati dai campioni del passato. Infine le società sportive del futuro. A Roma l’associazionismo sportivo ha radice antiche, come ben evidenziato in questo speciale. Ma la sopravvivenza futura di molte società sportive è a rischio. Le risorse economiche scarseggiano e lo sport non è tra i primi pensieri dei governatori nazionali. Quindi le società sportive del futuro a Roma avranno impianti sportivi di proprietà, lavoreranno sul turismo sportivo, sul merchandise, sull’organizzazione di eventi sportivi, stage, collegiali e così via.

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Politiche dello Sport

L’INIZIATIVA EDITORIALE DEL DIPARTIMENTO SPORT

Il Dipartimento Sport online su www.sportincomune.it


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60 NEL 1867 NASCE LA PRIMA 

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SOCIETÀ SPORTIVA...

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Italia è unita ma Roma non è ancora la Capitale del Regno d’Italia che nasce nel 1861: bisognerà attendere dieci anni affinché lo diventi. La pratica sportiva non è molto diffusa, così come nel resto d’Italia, anche se nell’antichità Roma è stata una delle città più fiorenti per lo sport. Nel 1867 nasce una delle prime società sportive di tutto il Regno: la Società Ginnastica Serny, dedita alla ginnastica e in seguito al canottaggio. I fondatori sono Guglielmo Grant e Guglielmo Serny. Grant, che abitava in Via Due Macelli, era figlio di Alessandro, rettore del Collegio Scozzese e Ersilia Gaudino di Livorno. Una delle figlie di Guglielmo, che sposò un Serra di Cassano, è la madre del duca Francesco, socio onorario del Circolo Tevere Remo che nacque dall’ampliamento della Società Ginnastica Serny. Grant, comunque, non era solo un uomo di sport. Era colto e godeva di influenti amicizie. Serny, invece, il cui bisavolo era giunto a Roma nel 1798 al seguito delle truppe francesi, apparteneva ad una facoltosa famiglia di proprietari di immobili ubicati in Piazza di Spagna e dintorni. La Maison Serny in Piazza di Spagna 17 costituiva il punto di arrivo di una popolazione cosmopolita di artisti e letterati. Byron vi alimentava l’ispirazione poetica, Keats nella consunzione della tisi vi troverà momen-

ti di consolazione assistito dagli amici John Severn e Shelley. La magica atmosfera sarà fonte di ispirazione anche per musicisti e scrittori quali Gounod, Berlioz, Debussy, Chateaubriand e Stendhal. Due facoltosi “oriundi”, dunque, diedero vita alla società sportiva che inizialmente promuoveva la ginnastica e in seguito, grazie soprattutto a Grant, il canottaggio. Nello stesso anno, in altre città del Regno d’Italia, nascevano altre società e associazioni sportive. Il 23 ottobre, ad esempio, nella Capitale del Regno, Torino, viene fondato il CAT, dal 1967 CAI, ovvero il Club Alpino Italiano. Già molto diffusa la passione per l’alpinismo in altre Nazioni, soprattutto in Inghilterra, un gruppo di appassionati concepiscono l’idea di fondare un club e anche una rivista con i resoconti delle ascensioni e varie notizie del mondo alpino: uno dei padri fondatori del CAT fu il biellese Quintino Sella, Ministro delle Finanze. All’inizio del nuovo decennio, il 20 settembre 1870, il generale Cadorna, favorito dal ritiro delle truppe francesi impegnate contro i prussiani, entra a Roma attraverso la breccia di Porta Pia. Di lì a qualche mese Roma diventerà la Capitale del Regno d’Italia.

Guglielmo Grant, uno dei fondatori della Società Ginnastica Serny.

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CORSA, GIORNALISMO, REMI E POESIA

TRATTO DA “L’UOMO LOCOMOTIVA”, AUTOBIOGRAFIA DI ACHILLE BARGOSSI

l 1 luglio del 1871 Roma è proclamata Capitale d’Italia: il giorno dopo Vittorio Emanuele e il governo entrano solennemente in città. La città è in fermento e lo sport inizia ad interessare e appassionare i cittadini. Ginnastica, canottaggio e anche la corsa pedestre, purché si tratti di sfide che accalorino le folle.

“La gara ebbe luogo fuori Porta del Popolo ed i patti erano i seguenti: 1) Si dovrà percorrere tanto spazio per 24 ore; 2) Il Napoleoni a cavallo ed il Bargossi a piedi; 3) Il cavallo potrà darsi al galoppo, al trotto, al passo e fermarsi; 4) Altrettanto potrà fare il Bargossi; 5) Il fantino dovrà essere sempre il medesimo; 6) Chi in ore 24 farà più giri nella Villa Massani, sarà vincitore. La gara durò 23 ore e 35 minuti per parte della cavalla, il proprietario della quale non aveva più diritto al premio promesso di £. 1000 essendosi il cavallo fermato 25 minuti prima che spirassero le 24 ore. Tentai alla mia volta di riguadagnare i sette giri dei quali ero in perdita e ci sarei pervenuto se la folla avendo invaso il terreno non mi avesse posto nella materiale impossibilità di avanzarmi. Aggiungete che ebbi la disavventura di correre su d’un terreno ineguale e ghiajoso, per cui i piedi mi si erano in più parte feriti. Aggiungete ancora che m’era giunta la voce che buona parte degli incassi era stata sottratta per abuso di fiducia delle persone a ciò incaricate, e pensate come fossi disanimato, vedendo altresì che tutti gli incoraggiamenti erano per la bestia. Fu quella però una prova che mi meritò le lodi di tutti i giornali, e se ancor molto non mi restasse a dire vorrei qui riportare le relazioni estesissime dei fogli della Capitale”.

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Carlo Alberto Salustri, ossia Trilussa, uno dei maggiori esponenti della poesia dialettale romana. Dopo la pubblicazione della prima raccolta di poesie in dialetto romanesco, Stelle de Roma (1889), collaborò al Don Chisciotte e al Messaggero, facendosi apprezzare come cronista della vita quotidiana di Roma. Arguto, ironico, a volte con una vena di malinconia crepuscolare, alieno tanto dai voli lirici quanto dall’ardito realismo, trovò nella favola e nell’apologo l’espressione più congeniale adombrando sotto le storie di animali la condizione e lo stato d’animo degli uomini. Bene, Trilussa, fu un tifoso della squadra di calcio della Lazio, anche se non proprio un tifoso accanito. Infine il giornalismo. L’8 dicembre 1878 viene fondato dal milanese Luigi Cesana e dallo spezzino Baldassarre Avanzini, il quotidiano “Il Messaggero”. Tra il 16 e il 19 dicembre vengono stampati quattro numeri di prova inseriti come allegato a “Il Fanfulla”. Le pubblicazioni regolari iniziano l’1 gennaio dell’anno successivo con una tiratura di 20.000 copie. Il prezzo è di 5 centesimi, com’è d’uso all’epoca per i giornali di 4 pagine. La testata porta il nome di “Messaggiero” e il primo direttore è Fedele Albanese. Il Messaggero, chiamato dai romani il giornale di Roma, sarà uno dei primi quotidiani ad occuparsi di cronaca sportiva. Nel 1878 con Papa Leone XIII nascono le attività ginniche in Vaticano. Nel 1885, a Roma, si sfidano nella ginnastica ricreatori e oratori a Testaccio, Porta Portese, San Carlo ai Catinari, Celio Esquilino e Sette Sale.

Il 9 giugno del 1879, ad esempio, una folla di romani si accalca nei pressi di Villa Massani per assistere a un tentativo di record ad opera del forlivese Achille Bargossi, che sfidò un cavallo nella corsa di resistenza. Fuori Porta del Popolo, Bargossi corse per 24 ore consecutive percorrendo 165 chilometri: il cavallo si fermò agonizzante dopo 23 ore e 35 minuti. Nel 1872, invece, nasce ufficialmente la Società Ginnastica dei Canottieri del Tevere sulle ceneri della Società Ginnastica Serny (dal 1883 divenuto Reale Circolo Canottieri Tevere Remo). Anche se un certificato di adesione del benemerito socio Pio Barucci datato 1871 e l’autorizzazione del Comune di Roma a costruire la Sede Sociale nell’area ove tuttora insiste, in riconoscimento dei meriti acquisiti, prestando soccorso con le proprie barche alla popolazione romana colpita dalla grande alluvione del 1870, inducono a spostare indietro l’anno della effettiva fondazione del sodalizio. La Società, che introdusse per prima a Roma la ginnastica e il canottaggio, ebbe chiara vocazione risorgimentale, tanto da ricevere, dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia, alti riconoscimenti dalla Casa Reale Sabauda e dalle massime autorità del governo. Sport e anche poesia, ma sempre con un legame sportivo, anche se scoperto molti anni più in là. Il 26 ottobre 1871 nasce a Roma

Un’immagine storica della banchina del Tevere prima che sorgessero le sedi e i galleggianti dei Circoli Canottieri.

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SCHERMA E GINNASTICA INVADONO ROMA

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IL FIGLIO DI GARIBALDI, FONDA LA GINNASTICA ROMA Domenico Menotti Garibaldi, figlio di Giuseppe, tra i fondatori della Società Ginnastica Roma.

Angelo Torricelli

Vincenzo Drosi

Agesilao Greco

Italo Sanselli

lerà per diversi anni arrivando a conquistare quattro Scudetti (1928, 1931, 1933 e 35), come mai nessun’altra squadra romana è stata capace di fare nella storia. Il canottaggio invece continua ad attrarre adepti: nel 1884 nasce un altro circolo remiero, il Circolo del Remo, con una chiara impronta aristocratico-nera, in quanto decisamente più vicino sentimentalmente alla cattedrale di San Pietro che non al palazzo del Quirinale dove, da qualche anno, si erano installati i Savoia. Negli ambienti tiberini il Circolo del Remo passava infatti come il “Circolo dei preti”. Nel 1890, infine, si registra una delle prime gare di marcia disputate nella Capitale. Esattamente il 4 dicembre, don Francesco Del Drago organizza una prova di marcia con partenza da San Giovanni, direzione Albano, Frascati e rientro a Roma in treno. L’ippodromo delle Capannelle, inaugurato nel 1881, fu ricostruito nel 1926. Ospita esclusivamente gare di galoppo ma non è raro che vi si pratichino anche gare di altro genere, come ad esempio il cricket.

Masaniello Parise

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el 1884 la scuola schermistica italiana, divenuta nel tempo una delle migliori del mondo, inizia la sua epoca d’oro con l’apertura della Scuola Magistrale Militare di Roma diretta da Masaniello Parise. Il maggior esponente dell’epoca fu Agesilao Greco, nato a Caltagirone ma trasferitosi a Roma. Uno dei suoi nipoti, Enzo Musumeci Greco, diventerà uno dei più apprezzati allenatori. Nel 1889, precisamente il 23 e 24 novembre, all’Orto Botanico si svolge il “1° Concorso Ginnastico Federale Nazionale”: fu la prima gara di ginnastica organizzata nella Capitale. Sulla scia del successo della manifestazione, il 21 giugno del 1890 Domenico Menotti Garibaldi, figlio di Giuseppe, fonda la Società Ginnastica Roma. Inizialmente vennero organizzati dei corsi di ginnastica da Ettore Calori, in seguito si aggiunsero corsi di tennis, bocce, pattinaggio, podismo, tamburello, tiro a segno, velocipedismo e passeggiate ginnastiche. Trenta anni più tardi si aggiungerà la pallacanestro, sport nel quale la società eccel-

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IL PRESTIGIOSO SOCIO DEL CIRCOLO ANIENE SCRIVE DAL FRONTE Siamo nel 1921 e Gabriele D’Annunzio spedisce una lettera da Fiume, dopo il tragico “Natale di sangue” (sangue fraterno) del 1920, ai fratelli amatissimi del “suo” Aniene. Sul foglio intestato “Reggenza del Carnaro - Il Comandante” spicca la caratteristica calligrafia del poeta-soldato: “Piero Caccialupi vi porta il mio saluto fiumano, un saluto di dolore e orrore. Il vostro guidone giallo azzurro l’ho raccolto io stesso fra i calcinacci della mia stanza colpita dalla fraterna granata, e l’ho qui accanto a me. Sento l’odore del Tevere e vedo il colore del Tevere. Qui fu consumato il più atroce delitto della nostra storia che per tanto sanguina. Resta una sola cosa intatta: il coraggio. Questo vi conforti e vi assicuri. Pensate al vostro compagno lontano. Vi abbraccio Gabriele D’Annunzio. Fiume 2 gennaio 1921 “.

LE PRIME BRACCIATE

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l 15 agosto 1891, sulle sponde del Tevere, nasce il primo circolo natatorio d’Italia, il Rari Nantes, per opera del trentino Achille Santoni, che nel 1900 ricoprirà la carica di primo Presidente della neonata Federazione (all’epoca denominata Federazione Italiana Rari Nantes) con sede a Roma. Nel 1892 viene inaugurato il Circolo Canottieri Aniene, che oltre al canottaggio diventerà un punto di riferimento per il nuoto italiano. Non rappresentava una novità, ma venne ugualmente accolto con sorpresa. Già nel 1867 la Società Ginnastica Serny, in seguito Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, vedeva la luce. Società coraggiosa visto che i suoi componenti si esercitavano sul fiume con esemplare sprezzo del pericolo essendo spesso presi a fucilate da gendarmi pontifici che, appena vedevano rosso (il colore delle maglie dei ginnasti)

sparavano. E nel 1884 nacque il Circolo del Remo, di ispirazione aristocratica-nera. Proprio per il fatto di non condividere le idee dei rappresentanti dell’aristocrazia nera, quattro suoi soci, veri amanti del canottaggio più che dei giochi di carte, decisero di presentare le dimissioni: erano Alessandro Morani ed i tre fratelli Ettore, Alfredo e Giulio Fasoli. II 5 giugno 1892 fondarono un nuovo club al quale imposero il nome di “Aniene Club Nautico”, in seguito Circolo Canottieri Aniene. E nel 1898, esattamente il 14 agosto, al lago di Bracciano si disputa il primo campionato italiano di nuoto: vincitore, sul miglio, il milanese Arturo Saltarini. Nel 1900, infine, nel mese di luglio, Enrico Venier e Alberto Mesones, insieme ad altri esponenti della Rari Nantes, presero parte al laghetto di Villa Borghese ai primi esperimenti capitolini di pallanuoto.

Una gara di tuffi sul Tevere

La formazione di pallanuoto del Rari Nantes vincitrice del Campionato Italiano nel 1901. 18


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RACCHETTE A ROMA

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l 16 aprile 1894, a Roma, si costituisce il primo organismo federale del tennis con il nome di Federazione Italiana Lawn Tennis. La Capitale avrà un ruolo di prim’ordine nello sviluppo di questa disciplina, sia con i tanti circoli tennistici nati nel tempo sia con la realizzazione dello Stadio del Tennis al Foro Italico, dove si svolgeranno per decenni gli Internazionali d’Italia. In questi anni però anche l’equitazione e il tiro a volo trovano i loro spazi. Nel 1891 viene inaugurata la Scuola di Tor di Quinto, con annesso l’ippodromo, e lo sport equestre in senso moderno sboccia in Italia grazie agli insegnamenti del capitano Federico Caprilli, creatore del “sistema naturale” nel montare i cavalli. Il 28 aprile 1893, invece, sul Lungotevere della Marina viene inaugurata la sede del Tiro a Volo Lazio, il circolo dove i nobili romani mettevano alla prova la loro abilità al miri-

no, divenuto in seguito Antico Tiro a Volo. L’edificio era una costruzione dalla facciata imponente, con due torrette che inquadravano il portone principale quasi a difendere metaforicamente il campo di tiro retrostante, e ospitavano al contempo alcuni locali del complesso: a destra la direzione e l’armeria, a sinistra il ristorante. Il primo Presidente del sodalizio fu Ludovico Altieri.

SAPIENZA A CAVALLO Il capitano di cavalleria Federico Caprilli (Livorno, 8 aprile 1868 – Pinerolo, 6 dicembre 1907) è stato l'ideatore del Sistema Naturale di Equitazione, basato sul principio di permettere al cavallo un movimento il più naturale possibile.

L’antico Tiro a Volo sorgeva nella zona dove qualche anno dopo sarà edificato il Foro Italico.

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NASCE LA LAZIO, LA PIÙ GRANDE POLISPORTIVA D’EUROPA

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A destra la prima storica formazione della Lazio schierata a Piazza d’Armi nel giorno della prima sfida tra società romane (Lazio-Virtus 30, nel 1904, mattatore il centr’attacco Sante Ancherani). Al centro c’è il bersagliere Luigi Bigiarelli il fondatore che, alla guida di un manipolo di atleti, decise di creare dal nulla una società sportiva, condizione necessaria per partecipare ad una corsa podistica dell’epoca. I primi laziali erano dediti alla corsa, all’escursionismo, al nuoto e al canottaggio. Un anno dopo, il 1901, arrivò anche il calcio. Oggi la Lazio conta oltre 40 sezioni sportive ed è la più grande società polisportiva in Europa. E la più decorata.

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l decennio vede la nascita di numerose società sportive, segno questo che nella Capitale la voglia di praticare sport è aumentata a dismisura. La più importante, per quello che diventerà in futuro, è la Società Podistica Lazio, fondata il 9 gennaio del 1900 a Piazza della Libertà. Poiché a un gruppo di giovani atleti e amici serviva una società per potersi iscrivere ad una corsa podistica che partiva proprio da Piazza del Popolo, scelsero il nome Lazio e adottarono come simbolo l’aquila, emblema delle legioni antico romane, i colori biancocelesti in onore della Grecia Patria delle prime Olimpiadi dell’Era moderna e il motto: “Concordia parvae res crescunt”. Tra i fondatori Luigi Bigiarelli, bersagliere, che fu anche il primo Presidente. La società sportiva diventerà negli anni la più grande d’Europa per numero di sezioni affiliate: oltre 40 che seguiranno l’evolversi dei tempi; come nel caso della sezione femminile del Calcio, la più scudettata d’Italia, nata proprio a seguito delle rivoluzioni sociali del 1968. Agli esordi, era il 1900, gli atleti biancocelesti erano dediti all’Escursionismo, al Podismo, al nuoto e al Canottaggio. Nel 1901 invece arriverà il Calcio che, fino a quel momento, era giocato solo da seminaristi inglesi o in modo occasionale: la prima gara di cui si ha traccia si disputa il 18 settembre 1895; è una data da ricordare per i tanti appassionati di calcio della Capitale, perché si svolge a Roma una delle prime partite di cui si ha documentazione. Il teatro della gara fu il Velodromo di Via Isonzo; i contendenti furono la Società Udinese di scherma e ginnastica e la Società di Rodi di ginnastica. Ai romani il calcio lo fa però conoscere proprio la Lazio: è Bruto Seghettini, socio del Racing Club di Parigi, a convincere gli amici della Lazio a praticare questa disciplina che la Lazio porterà avanti, in modo ininterrotto per oltre 110 anni filati! La prima partita tra società romane è tra la Lazio e la Virtus nata da una sua costola. Lo scenario, quello di Piazza d’Armi.



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CON PIO X, I SAGGI GINNICI Nel 1903, per desiderio di Pio X nel cortile del Belvedere in Vaticano, si svolgono saggi ginnici ogni domenica alla presenza dello stesso Pontefice. Nel 1905 a Roma, con udienza papale, il movimento sportivo cattolico realizza quattro giornate di gare nazionali con 1500 atleti, 24 rappresentative di ginnastica, podismo e ciclismo. Nel 1905, la UASCI (Unione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane) diviene FASCI (Federazione) con la Presidenze del Conte Marco di Carpegna. Nel 1908, nel cortile del Belvedere, si disputa un concorso ginnico internazionale con 2000 partecipanti canadesi, belgi, francesi, irlandesi e italiani.

LA STORIA DELLE SOCIETÀ CHE DARANNO VITA ALLA ROMA

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e la Lazio venne fondata dal nulla, la storia della Roma calcio è stata lunga e travagliata. Tutto ebbe inizio nel 1901 con la nascita ufficiale del Roman Football Club. I colori indossati dalla squadra erano gli stessi che successivamente avrebbe ereditato l’A.S. Roma, ovvero una maglietta rosso sangue tendente al marrone ornata da bordi gialloarancio che richiamavano i colori del vessillo cittadino. Il club ebbe un ruolo molto importante nella nascita dell’A.S. Roma che ne ereditò i colori sociali e la sede di Via del Vicario, dove venne siglata nel 1927 la fusione con le altre due società calcistiche. Il banchiere Renato Sacerdoti (che fu tra i principali artefici della fusione) era un dirigente del Roman e divenne Presidente della Roma nel 1928. Poi, nacque la Società Sportiva Alba, conosciuta semplicemente come Alba, che nel 1926 si fuse con l’Audace Roma formando

In alto Il Messaggero pubblica la notizia della nascita della Roma. A destra la formazione della prima partita ufficiale Roma-Livorno 2-0.

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spq ort DAL VELODROMO APPIO ALLA LEGGENDA DI TESTACCIO Alla Roma è associato il Campo Testaccio, il campo da gioco dove nacque la leggenda giallorossa. Nel 1929, infine, esattamente il 3 novembre, viene inaugurato. Nello scatto in basso, dal monte i tifosi osservano la partita. Molta era l’affluenza alle partite degli undici capitolini.

l’Unione Sportiva Alba Audace. La divisa sociale era di colore verde interrotta da una grande banda bianca orizzontale, e la squadra aveva un pubblico di estrazione popolare. Umberto Farneti, proprietario del club, era padrone di un’osteria che veniva utilizzata anche come sede sociale della squadra e come ritrovo per i sostenitori del club. Era una delle poche squadre che pagava regolarmente i giocatori; allora il calcio era uno sport dilettantistico e non sempre gli atleti venivano retribuiti. La squadra era buona e, spesso, Farneti riusciva a piazzare buoni colpi di mercato, ingaggiando ottimi giocatori che venivano strappati alla rivale Fortitudo. All’epoca della fusione con l’Audace, l’Alba era presieduta dall’onorevole Ulisse Igliori. L’8 dicembre 1908, nasce un’altra società sportiva che avrà un ruolo importante nella fondazione dell’AS Roma. Si tratta della Società di Ginnastica e Scherma Fortitudo, polisportiva che si distinse particolarmente nell’ambito del calcio più che nelle altre discipline. La squadra calcistica aveva una divisa rosso chiaro bordata di blu scuro e come simbolo la lupa capitolina che spiccava sulle casacche. Il pubblico che seguiva la squadra era uno dei più calorosi di Roma, perché veniva principalmente dal popolare Rione Borgo nel quale la Fortitudo aveva la propria sede. La società era stata fondata da un gruppo di frati della comunità di Nostra Signora della Misericordia; la maggior parte dei dirigenti societari erano quindi dei religiosi. Tra questi spiccava la figura di Fra’ Porfirio Ciprari, uno dei personaggi più amati nella storia del club, che svolgeva contemporaneamente il ruolo di presidente e quello di allenatore.

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Fu lui a scoprire e a lanciare, ad esempio, Attilio Ferraris IV, talentuoso giocatore di Borgo Pio, che già all’epoca della Fortitudo era entrato a far parte del giro della Nazionale. Nel 1926 la società assorbì la Pro Roma (fondata il 28 agosto 1911 dalle ceneri del Club Sportivo Ardor) per partecipare con maggior forza al nuovo campionato di Divisione Nazionale, e assunse il nome di Società Fascista Fortitudo Pro Roma. Siamo arrivati al capolinea, ovvero alla nascita dell’AS Roma. Il 22 luglio 1927, le tre società calcistiche (Alba, Fortitudo e Roman, oggetto anch’esse di precedenti fusioni) si fusero dando vita al grande club calcistico della Capitale. Prima il Velodromo Appio e poi Testaccio furono i campi storici della Roma prima di andare a giocare nel campo di casa della Lazio, l’attuale Flaminio: eroi della Roma di Testaccio erano Masetti, Nel 1930 si presenta a Testaccio dove la Roma oltre a giocare si allena, è stato chiamato per un provino. Viene accolto da Zì Checco (il famoso custode di Campo Testaccio) che gli diede un maglione a collo alto bordato di giallo ocre e rosso pomeiano ed un paio di scarpe 3 numeri più grandi: era pronto per farsi mirare. Con lui l’oriundo argentino Enrique Guaita, ala, soprannominato dai tifosi il "Corsaro nero". E poi Rodolfo Volk, Eraldo Monzeglio, Amadei, il “Fornaretto di Frascati” e il mitico allenatore Schaffer. Amedei Amadei, centr’attacco della Roma.

Il Motovelodromo Appio era un impianto sportivo costruito nel 1910 e caratterizzato dal fatto di avere una pista adatta ad ospitare gare di ciclismo e motociclismo. L'impianto sportivo si trovava nel quartiere Appio-Latino (IX° Municipio) presso Largo dei Colli Albani dove, infatti, esiste ancora una Via del Velodromo. Era dotato di una pista sopraelevata di 400 metri per le gare ciclistiche e podistiche. Negli anni '20 l'impianto era di proprietà della società Audace Roma. La squadra giallorossa esordisce in questo stadio il 25 settembre 1927 contro il Livorno (2-0). La prima partita che la Roma giocò in questo stadio cominciò con un'ora di ritardo perché l'autobotte che innaffiava il campo s'impantanò, e fu necessario l'intervento delle gru dei vigili del fuoco per rimuoverla.


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IL POPOLO SULLE DUE RUOTE. LA NOBILTÀ GIOCA A GOLF

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l 15 ottobre 1901 nasce l’Audace Club Sportivo di Roma per l’azione di un gruppo di appassionati cultori dello sport guidati da Aurelio Cappabianca. I colori sono il bianco e il rosso, con lo scudo sormontato dall’insegna della Lupa etrusca. Il club trova sede in un locale a Corso Umberto I, ma presto si trasferisce al Velodromo “Roma” al Salario. Il ciclismo è, infatti, una delle discipline più praticate, unitamente al nuoto e all’atletica pesante, mentre in seguito entrerà il pugilato. Tra i soci, anche Enrico Toti! Nel 1902 invece si svolge la prima edizione de “La XX Settembre”, gara ciclistica divenuta molto popolare grazie anche alla singolare formula. Si trattava di una corsa a tappe breve, Roma-Napoli-Roma (nome che assunse dal 1950, in seguito e sino al 1961, ultimo anno di svolgimento). Il Gran Premio Ciclomotoristico delle Nazioni si disputava in parte dietro motori e si concludeva sul circuito di Caracalla (foto in alto). Due volte vincitore fu Bruno Monti, il grande ciclista di Albano Laziale.

La gara Roma-Napoli-Roma Importante anche la figura di Dario Beni (Roma, 1 gennaio 1889 – Roma, 11 febbraio 1969). È stato un ciclista su strada. Passista veloce, vinse dieci corse in carriera tra il 1909 ed il 1914. Fu il primo vincitore di tappa al Giro d'Italia, vincendo la prima tappa dell'edizione del 1909, da Milano a Bologna! Ciclismo, ma questi sono anche gli anni in cui Roma dà i natali ad una disciplina sportiva divenuta popolare soltanto cento anni più tardi. Si tratta del golf, sport importato dai britannici, che nel 1903 approda nella Capitale con la fondazione del Circolo Golf di Roma, oggi Circolo del Golf Roma Acquasanta. Nel 1908, nell'area oggi occupata dall'Auditorium, fu realizzato un primo ippodromo (di “Villa Glori”) destinato alle corse di galoppo ed affidato in gestione alla società Parioli.

La gara dei distributori di quotidiani!


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PROFUMO OLIMPICO

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olimpismo inizia a diffondersi un po’ in tutto il mondo, anche se siamo ancora agli albori di quello che rappresenteranno i Giochi Olimpici dopo le due Guerre Mondiali. E Roma, grazie all’interessamento di de Coubertin che sognava una edizione in Italia dopo quella in Grecia, è una delle prime città italiane ad avere a che fare da vicino con le Olimpiadi. Nel 1906 la Capitale è designata dal CIO per ospitare i Giochi Olimpici del 1908. Ma l’eruzione del Vesuvio del 7 aprile 1906, che si accompagnava alla crisi economica che l’Italia

stava attraversando, determinò l’impossibilità di finanziare l’evento e l’Italia rinunciò all’organizzazione: il comitato organizzatore romano, dopo mesi di inattività, si disciolse. Pierre de Frédy, barone de Coubertin (Parigi, 1º gennaio 1863 – Ginevra, 2 settembre 1937), di origine italiana, è stato un pedagogista e storico francese, conosciuto per essere stato il fondatore dei moderni Giochi olimpici. Famoso il suo motto : «L'importante non è vincere, ma partecipare». Pierre de Frédy, Barone de Coubertin.

LA PRIMA MARATONA Il 3 aprile 1903, da Piazza d’Armi, Antonio Tarquini, podista della società “Forza e Coraggio Roma”, partecipa ad una corsa di 38 chilometri. L’obiettivo è di strappare il record nazionale al milanese Valtolina. L’impresa gli riesce, chiudendo il percorso in 2:59. Essendo omologata la prestazione, si può considerare quella gara la prima “maratona” svoltasi nella Capitale.


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A PIAZZA DI SIENA, PROVE D’OLIMPIADE

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l 2 aprile del 1906 si disputarono a Roma, a Piazza di Siena, le selezioni nazionali per la partecipazione ai Giochi Olimpici “intermedi” di Atene dello stesso anno. La selezione degli atleti italiani si svolse a Piazza di Siena nella prima riunione polisportiva di rilievo che si ricordi in Italia. Su un percorso cittadino di 42 chilometri, si impose nella maratona Dorando Pietri in 2h42:00.3/5. Il corridore carpigiano diventerà una leggenda delle Olimpiadi per aver vinto la gara di maratona ai Giochi di Londra 1908, per poi essere squalificato a cau-

sa di un aiuto ricevuto dai giudici, a pochi metri dal traguardo, nel portare a conclusione la prova. Storico avversario di Pietri era il romano Pericle Pagliani, all'anagrafe Luigi Pagliani, un atleta italiano, podista, campione e primatista italiano sulle lunghe distanze. Partecipò per l'Italia alle Olimpiadi di Atene del 1906 e quelle di Londra del 1908. Gareggiò per gran parte della sua carriera con i colori della Società Podistica Lazio. Le foto sono tratte dall’archivio storico di Maurizio Tecardi, Presidente dell’Unione Collezionisti (UICOS).

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LO SPORT ENTRA IN VATICANO

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IL PRIMO ROMANO IN NAZIONALE Soprannominato “Fuffo”, “Professore” o “Dottore” per la sua istruzione non comune all’epoca, giocò prima nella Lazio (dove cominciò da portiere. Ma i genitori, spaventati a causa di uno scontro di gioco, chiesero all’allenatore di farlo giocare in mezzo al campo, dove Bernardini farà le sue fortune), poi nella Roma e infine nella Mater Roma. Giocò anche in Nazionale, primo romano nella storia, con la cui selezione olimpica conquistò il bronzo ai Giochi di Amsterdam del 1928. Nel 1934, alla Sapienza di Roma, facoltà di Economia e Commercio, Bernardini si laureò discutendo la tesi su “Problemi attuali della Guinea francese”: relatore il professor Aldo Blessich. Da allenatore rifece tutta la trafila: condurrà la Lazio alla vittoria della Coppa Italia. Poi allenerà anche la Roma e la Nazionale Italiana.

no) viene contestato il “sistema di esclusione invalso da qualche tempo in seno alla Presidenza della Federazione Ginnastica Italiana, che impedisce alle associazioni cattoliche di entrare a far parte della federazione stessa”. Così, in un ordine del giorno, si delibera di costituire un centro direttivo il quale “senza assumere a priori carattere di opposizione verso la Federazione Nazionale, colleghi le società cattoliche tra loro e ne tuteli gl’interessi”. Negli stessi giorni del Convegno si svolgeranno in Vaticano prove sportive, asupice Pio X, marciatore in gioventù nella nativa Riese: gare di atletica all’esterno dello Stato, gare ginniche nel cortile del Belvedere e, nell’ultima giornata, nel cortile di San Damaso, sarà presente il Pontefice. Per questa strada nei primi anni del ’900, anche grazie all’opera dei giovani cattolici, si va affermando un vero e proprio movimento sportivo cattolico.

on l’inizio del nuovo secolo anche tra i cattolici lo sport avrà un largo sviluppo. Fra gli antesignani va ricordato Don Bosco che, nel 1847, tracciò una sintesi metodologica per l’animazione dello sport cattolico, tramite un regolamento, che diverrà punto di riferimento cui si continua a far ricorso negli anni seguenti. Sulla concezione dello sport cattolico interverranno, accanto ai maggiori artefici del modello organizzativo di massa, accademici non conformisti e una nutrita schiera di dirigenti dell’associazionismo cattolico. Durante il primo Convegno delle Società cattoliche sportive d’Italia, ad esempio, che si svolse a Roma dal 5 al 9 ottobre 1905, promosso dal Consiglio superiore della Società della Gioventù Cattolica (parteciperanno 1600 soci delle varie associazioni provenienti da varie città italiane tra cui Monza, Velletri, Varese, Venezia, Genova, Asti, Tori-

NASCE IL TEMPIO DEL TENNIS. E NON SOLO

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quaranta metri quadrati, compresi gli spogliatoi per uomini e signore, docce fredde e spifferi spartani che entravano da tutte le parti, fischiando fra le fessure del tavolato. E il nuovo club, nacque subito con uno stile moderno e con una apertura di vedute che lo differenziava da tutti gli altri circoli di Roma. Nel 1908, invece, esattamente l’8 dicembre, nasce la Società di Ginnastica e Scherma Fortitudo, che si distinse nell’ambito del calcio laziale negli anni ’20, poi nel basket dagli anni ‘50. Nacque grazie a una donazione fatta da Pio X ai frati Fratelli di Nostro Signore della Misericordia, ai quali il Papa regalò un’area in Piazza Adriana 22, a due passi da Castel Sant’Angelo, dove furono costruiti i primi locali della società. Il 3 giugno del 1909, infine, viene costituita a Roma la Federazione Schermistica Italiana.

el 1906, con la realizzazione di un piccolo fabbricato di legno tra la Via Flaminia e i declivi occidentali di Villa Glori, nasce il Tennis Club Parioli. Aragno, titolare del celebre caffè, insieme al figlio del maestro Mascagni, a Nunes e ai fratelli Serventi e Millo Nathan si ritrovarono un giorno ad affondare le scarpe nel fogliame morto dei platani di Viale Tiziano per misurare il terreno dove avevano deciso di far nascere il Parioli. Le aree a nord di Roma erano state destinate a soddisfare le esigenze degli sportivi. Alcuni circoli di canottieri erano già sorti sulle sponde del Tevere e dell’Aniene. Per giocare a tennis ci volevano spazi più grandi e sotto la collina del Monte Parioli esistevano già i progetti di alcuni insediamenti come l’ippodromo, il campo di calcio del Roman, la Rondinella, e il futuro Stadio Nazionale. Qui prese corpo il Parioli, in una baracca di

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QUEL PIZZICO DI ROMA AL TRAGUARDO DI ATENE

VILLA BORGHESE PARCO DELLO SPORT

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Fortunato Ballerini, Presidente della Podistica Lazio, oggi Società Sportiva, è famoso tra l'altro perchè nel gruppo che sorresse Dorando Pietri nelle ultime fasi della sfortunata maratona di Londra, che vide il generoso maratoneta italiano (nella foto grande) squalificato dopo aver varcato per primo il traguardo, dopo gli aiuti ricevuti nelle ultime fasi della corsa. Ballerini era il capo della delegazione italiana ed è l’uomo a sinistra della foto.

ei primi anni del ‘900 Roma era ancora piena di spazi verdi. Le campagne ancora non asfaltate di quella che diventerà qualche decennio più tardi una periferia troppo piena di cemento, e soprattutto i tanti parchi delle storiche ville romane del centro. Ecco, nelle aree verdi della Capitale gli eventi sportivi iniziavano a diventare un fenomeno che attirava migliaia di cittadini, praticanti e spettatori. Nella più celebre delle ville romane, Villa Borghese, nel 1906, nacque il campo di gioco della Lazio. Precisamente nel Parco dei Daini (o Parco delle Prospettive). Il Presidente della Lazio Fortunato Ballerini, ottenuta la concessione dal Comune di Roma, ritagliò lo spazio dove la Lazio giocherà fino al 1913, anno in

cui un futballer colpì una nobildonna in carrozza rompendole il naso... A poche centinaia di metri dal campo della Lazio, precisamente a Piazza di Siena, il 3 giugno 1908 si accalcò un’altra folla di spettatori ma non per vedere i propri beniamini del calcio. Quel giorno, su una pista di 370,80 metri, si svolse il primo Campionato Italiano di maratona: 1° Umberto Blasi in 3h07:04; Dorando Pietri, futuro eroe dei Giochi di Londra, si ritirò al 33° km. Dal 23 al 26 settembre dello stesso anno invece, al cortile del Belvedere, si svolse il Concorso Ginnastico Internazionale, con l’allestimento di una pista di atletica di circa 400 metri e con la partecipazione di atleti d’Italia, Belgio, Canada, Francia, Irlanda.


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LO STADIO NAZIONALE

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L’1 novembre del 1914, invece, nell’area compresa tra la Curva Nord dell’attuale Stadio Flaminio e il Palazzetto dello Sport, viene inaugurato il nuovo campo di gioco della Lazio, lo Stadio della Rondinella, con le sue tribune pitturate di bianco e celeste. Nell’occasione la Lazio sconfisse 3-2 l’Audace. Lo stadio, che veniva utilizzato anche come cinodromo, venne utilizzato per gli allenamenti dei biancocelesti fino al 1957. Proprio questo impianto consegnò alla Lazio il titolo di Ente Morale, attribuito per Regio Decreto, dopo che i dirigenti biancocelesti trasformarono il campo in orto di guerra per sfamare la popolazione durante la Prima Guerra Mondiale.

La foto della prima “versione” dell’attuale Flaminio, targata 1911. Lo stadio, di foggia ellenica, aveva colonne al posto di una curva. Dietro, si vede il grande ippodromo di Villa Glori.

Dallo Stadio a ferro di cavallo all’impianto per l’Olimpiade del 1960...

FLAMINIO

COME CAMBIA UNO STADIO 31

1911, LO STADIO NAZIONALE

el 1911, in occasione dei festeggiamenti del Cinquantenario dell’Unità d’Italia, viene inaugurato lo Stadio Nazionale, realizzato nell’area adiacente l’attuale Stadio Flaminio e destinato perlopiù all’atletica. E alle 15.40 del 9 settembre dallo Stadio Nazionale parte la prova di maratona valida come campionato italiano. Dopo tre giri di pista, i numerosi concorrenti sfilano per Viale Parioli, Via Salaria, Ponte Salario, Osteria del Forno Nuovo, Via Salaria, Ponte di Castel Giubileo, Via Flaminia, Grotta Rossa, i Due Ponti, Via dell’Ippodromo, Viale del Lazio, Ponte Milvio, Viale dei Due Pini, e chiudono sulla pista dello Stadio Nazionale.

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1928, STADIO DEL PNF

Seconda versione dell’impianto, dopo quello del 1911. In luogo del complesso di colonne e statue, c’è ora la piscina e la sua tribuna dedicata. Questo è lo Stadio che ha ospitato i Mondiali del 1934. Lo Stadio Nazionale del PNF (Partito Nazionale Fascista). La foto è stata scattata poco prima della sua ristrutturazione per l’Olimpiade del 1960, come si evince dall’edilizia e dal vicino Palazzetto dello Sport. Sullo sfondo, oltre il Tevere, c’è il Foro Italico.

1949, STADIO TORINO

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La targa posizionata sul fronte ovest dello Stadio Flaminio in memoria delle vittime della tragedia di Superga. È il 1949 e lo stadio prenderà il nome di “Torino”.

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1960, LO STADIO FLAMINIO

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Il nuovo Stadio Flaminio con i progetti originali dell’ingegner Nervi in evidenza. Sorge il nuovo impianto per l’Olimpiade del 1960.

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DIECI ANNI DI GRANDI PERSONAGGI

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LA PRINCIPESSA SPORTIVA Mafalda di Savoia, nata a Roma nel 1902, nella foto con il marito Filippo D’Assia, era una tesserara alla Lazio. Morì nel campo di prigionia di Buchenwald a causa dei bombardamenti alleati.

alla fine del primo decennio all’inizio del secondo decennio del secolo scorso, nella Capitale nascono grandi personaggi legati al mondo dello sport, della politica e dello spettacolo. Nel 1909, in Via Baccina, rione Monti, nasce Alberto Marchesi, una vita nel canottaggio e nel rugby e firma esemplare del giornalismo italiano. Il 23 maggio 1911 nasce Enzo Musumeci Greco, il più grande maestro di scherma italiano. Una carriera da atleta coronata da successi nazionali ed internazionali, e quasi 60 anni di insegnamento presso l’Accademia

d’Armi di Via del Seminario a Roma, vicino al Pantheon. A lui, nel 2010, è stata intitolata una Via nel nuovo quartiere Porte di Roma, alla Bufalotta. Il 27 maggio nasce Renzo Nostini, dirigente sportivo, schermidore, pallanuotista, nuotatore e rugbista, soprattutto uno dei più grandi uomini di sport a tutto tondo che l’Italia abbia mai avuto, tanto da essere nominato Presidente Onorario del CONI. Nella scherma, sciabola e fioretto, vince 15 medaglie iridate (delle quali 7 d’oro) e 4 olimpiche, tutte d’argento. Il 6 settembre 1915 nasce invece nasce Umberto Silvestri, lottatore e rugbista: due sole società porterà sempre nel cuore; Borgo Prati (per la lotta) e Rugby Roma fondata dau fratelli Vinci. Il 14 gennaio 1919 nasce Giulio Andreotti, politico, scrittore e giornalista, esponente di spicco della Democrazia Cristiana, uno dei principali protagonisti della vita politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo. Sette volte Presidente del Consiglio, oltre ad aver ricoperto altri prestigiosi incarichi governativi, è un grande appassionato di sport. Tifoso della Roma, è stato il Presidente del Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici Roma 1960, e dal 2010 è Presidente onorario della Maratona di Roma. Il 15 giugno 1920, nel cuore di Trastevere, nasce Alberto Sordi. Attore cinematografico e teatrale, regista, conduttore radiofonico e televisivo tra i più capaci e famosi d’Italia, si affermò nel teatro di rivista impersonando con grande maestria il personaggio del “bullo” romano spaccone e strafottente, e acquistò notorietà con varie rubriche radiofoniche di successo. Nel cinema, oltre a un’intensa attività di doppiatore (dal 1938 prestò la voce a Ollio) e a qualche particina, esordì nel 1951 come protagonista di “Mamma mia, che impressione!” di Savarese (il film in cui Sordi interpreta il ruolo di marciatore) e divenne il comico italiano di gran lunga più popolare degli Anni Cinquanta per l’acuta critica di costume di un tipo umano largamente diffuso. Nel 1991 ha ricevuto a Parigi il premio in-

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ternazionale Lumière, cui sono seguiti il David speciale per la carriera, il Nastro d’argento per la carriera e la nomina a Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il 26 luglio 1921 nasce a Frascati Amedeo Amadei, centravanti del primo Scudetto della Roma del 1942. Figlio di fornai, da cui il soprannome “fornaretto”, mestiere che riprenderà a fine carriera, è stato uno dei grandi bomber della storia giallorossa. Il 2 maggio del 1937, inoltre, stabilì un primato. Al campo di Testaccio si giocò Roma-Fiorentina: a 15 anni, 9 mesi e 7 giorni, Amadei esordì in Serie A, stabilendo un primato assoluto per un calciatore italiano. Il 7 agosto, invece, nasce Nando Martellini, grande giornalista sportivo, voce e volto indimenticabile della Rai. La sua figura rimarrà legata per sempre alle vittorie internazionali della Nazionale di calcio. Suo il commento della vittoria del Campionato Europeo del 1968, suo quello della “partita del secolo”, ossia Italia-Germania 4-3 ai Mondiali del 1970, suo il triplice “campioni del mondo” al fischio conclusivo della finale mondiale Italia-Germania ai Mondiali di Spagna ’82. Indimenticabili anche le sue telecronache del Giro d’Italia e del Tour de France. Alla sua memoria, il Comune di Roma ha intitolato lo Stadio delle Terme di Caracalla. Il 7 maggio del 1922 nasce un altro volto noto del cinema e della tv, Raimondo Vianello, attore, conduttore televisivo e sceneggiatore tra i più amati d’Italia, grandissimo appassionato di sport, soprattutto del calcio, che ha praticato a livello amatoriale fino a tarda età. Il 6 ottobre dello stesso anno nasce Paolo Valenti, giornalista sportivo e indimenticabile radiotelecronista della Rai. Nel 1970, insieme con Maurizio Barendson e Remo Pascucci, realizza la trasmissione più popolare della televisione italiana, 90° Minuto. Il 7 ottobre sempre del 1922, a Pisa, nasce Tommaso Maestrelli, indimenticabile allenatore della Lazio, con la quale conquistò il primo storico Scudetto nel 1974. Nel 1918 l’On. Montù assume la reggenza del CONI. Roma rinuncia alla Candidatura ai Giochi del 1920, che di disputeranno ad Anversa. Si farà un altro tentativo per il 1924 ma l’assegnazione sarà per Parigi. Nel 1922 in Piazza di Siena promosse dal COSI (Comitato Olimpico Studentesco Italiano) si svolgono le prime Olimpiadi Universitarie nazionali. Vi partecipano rap-

presentanti di 26 università.

IL RE ESCURSIONISTA Un giovanissimo Umberto II, futuro Re d’Italia, boy scout della sezione Escursionismo della Lazio.

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CRONACHE DI SPORT Il 20 aprile 1924 nasce a Roma Paolo Rosi, rugbista della Roma e della Nazionale, grande uomo di sport e tra i più capaci radiotelecronisti sportivi italiani. Per trenta anni in Rai è stata la voce dell’atletica, rugby e pugilato in tutte le grandi competizioni internazionali. Suoi, tra gli altri, i commenti delle vittorie olimpiche e mondiali di Benvenuti, Damiani, Oliva, Rosi, Berruti, Mennea, Bordin, Simeoni e Cova. In sua memoria, a Roma sono intitolati una via, lo Stadio delle Aquile all’Acquacetosa e un circolo in Viale Tiziano (ex Tennis Club Parioli). Il 20 ottobre dello stesso anno nasce a Bologna, da un gruppo di appassionati sportivi capeggiati da Leandro Arpinati e Alberto Madel, “Il Corriere dello Sport”, divenuto negli anni il giornale sportivo della Capitale. Nel 1927, dopo che Arpinati venne nominato sottosegretario agli interni, la redazione venne trasferita a Roma, il giornale cambiò nome in “Il Littoriale” e divenne quotidiano. Nel 1948, un altro conosciuto quotidiano sportivo, “Stadio”, fondato nel 1945 a Bologna, viene inglobato nella testata per soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori e fronteggiare la concorrenza: l’11 settembre 1977 avviene la fusione definitiva tra le due testate.

ARIA DI DERBY, MA CON I REMI

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l derby a Roma è sinonimo di Roma-Lazio (o Lazio-Roma), la stracittadina calcistica. Ma i presupposti per il derby, la cui prima volta sarà nel 1929, vengono gettati un decennio prima. Il 28 settembre 1919 viene fondato il Club Nautico Romano, che dal 1927 assumerà la denominazione di Circolo Canottieri Roma. Con 33 lire e 60 centesimi per la stoffa e le cuciture, 14 lire e 30 centesimi per la corda scrupolosamente annodata nel verbale d’assemblea, sventolò per la prima volta sul Tevere la bandiera giallorossa del circolo. Un anno più tardi viene fondato il Circolo Canottieri Lazio, il circolo del remo biancoceleste. Tra i due sodalizi, le cui sedi sono divise da un solo piccolo cancello, si accenderà sin da subito una rivalità agonistica in barca e non solo. Insomma, l’aria del derby si respira in ogni occasione, anche se la prima “stracittadina” tra i due circoli, legata al canottaggio, andrà in scena nel 1978. Da quella prima edizione in poi, tranne alcuni anni, il derby remiero si è sempre svolto la stessa domenica del derby calcistico di ritorno.


spq ort I FIUMAROLI HANNO IL LORO INNO Pio Pizzicaria e Romolo Balzani scrivono la canzone “Barcarolo romano”, divenuta molto popolare in tutta Italia e “inno” dei fiumaroli, ossia i canottieri romani. In basso un dipinto di Franz Roesler.

L’EQUITAZIONE CONQUISTA ROMA

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alla costruzione del Villaggio Olimpico. Nel 1926, all’Ippodromo di Villa Glori si disputa la prima edizione del “Derby Reale del Trotto”, in seguito e ancora oggi conosciuto come “Derby Italiano del Trotto”: sulla distanza dei 2000 metri, con dotazione di 100.000 lire, vince il puledro Malacoda. Nel 1935, infine, viene inaugurato il Polo club Roma, il primo circolo del polo d’Italia.

venti, ippodromi e grandi campioni. Nei primi Anni ’20 a Roma nasce tutto questo. Andiamo con ordine. Nel 1922 Piazza di Siena, all’interno di Villa Borghese, ospita la prima edizione del Concorso Ippico “Piazza di Siena”, dal 1926 divenuto internazionale e negli anni cresciuto in modo tale da diventare uno degli appuntamenti più importanti al mondo. Il 4 marzo 1923 nasce a Roma Piero D’Inzeo, ufficiale della cavalleria italiana e cavaliere capace di vincere in carriera sei medaglie olimpiche in quattro differenti edizioni (2 argenti e 4 bronzi). Due anni più tardi, il 2 febbraio 1925, a Poggio Mirteto, nasce Raimondo D’Inzeo, fratello minore di Piero. Raimondo, ufficiale dei Carabinieri, avrà una carriera ancora più gloriosa del fratello. Partecipa a quattro Olimpiadi raccogliendo un bottino di sei medaglie, tra le quali l’oro all’edizione di Roma (2 argenti e 3 bronzi le altre). Inoltre, a livello individuale, vince due titoli mondiali oltre ad un argento e un bronzo. Nello stesso anno, forse un segno del destino, viene inaugurato il monumentale Ippodromo di Villa Glori: sarà abbattuto nel 1958 per lasciare spazio 37

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Il Campo di Piazza di Siena nel cuore di Villa Borghese.


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IL MOTTO OLIMPICO “Citius!, Altius!, Fortius!" è l'espressione in latino che significa "Più veloce!, più in alto!, più forte!". Costituisce il motto olimpico ufficiale ed è, assieme ai cinque cerchi e alla fiamma olimpica, uno dei principali simboli olimpici. Nella riproduzione, il primo simbolo del CONI.

Ambrosiana-Lazio al velodromo di Bologna, finale del primo campionato italiano di rugby (1929).

PALLA OVALE: È SUBITO PASSIONE

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rugby, la Lazio Rugby. L’anno successivo si disputa il primo campionato nazionale: il 13 maggio, la Lazio Rugby debutta allo Stadio Nazionale (l’odierno Flaminio) davanti a 20.000 spettatori, sconfiggendo 17-0 la compagine bresciana “XV Legione Leonessa d’Italia”. Ed è subito passione. Nel 1930 è il turno della seconda squadra della Ca-

el 2000, siamo nel futuro, Roma impazzisce per il rugby. Allo Stadio Flaminio è tutto esaurito: l’Italia gioca contro la Scozia, e la batte, nel Torneo delle Sei Nazioni. Come dire il rugby italiano è entrato ufficialmente nel gotha della disciplina. Torniamo nel passato. Nel 1927, nasce nella Capitale la prima società di

IN VOLO VERSO L’ALASKA L’11 maggio partono da Roma Umberto Nobile e il norvegese Roald Amundsen a bordo del dirigibile Norge: due giorni più tardi, dopo aver trasvolato il Polo Nord, atterrano in Alaska.

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spq ort pitale, la Rugby Roma, che nel tempo avrà maggior successo dei cugini laziali, vincendo cinque volte il titolo italiano (1933, 37, 48, 49 e 2000). Intanto nel calcio spopola la Lazio sulle altre squadre romane, in attesa della nascita della Roma nel 1927. Il portiere biancoceleste è Ezio Sclavi la cui storia vale la pena di essere raccontata: ceduto dai dirigenti preferì partire per la guerra piuttosto che “tradire” la sua Lazio. Lo stesso farà un altro portiere straordinario qualche anno più tardi: Uber Gradella che lasciò il calcio per non giocare con altra maglia che non fosse quella biancoceleste.

IL PRIMO SCUDETTO DEL BASKET ROMANO Nel 1928 la Società Ginnastica Roma vince il primo Scudetto nel basket: si ripeterà altre tre volte, diventando la società romana più titolata di sempre a livello nazionale.

SABBATINI, L’UOMO DELLA BOXE

LA GUARDIA DI FINANZA PROTAGONISTA SOTTORETE

Nel 1927 nasce a Roma Rodolfo Sabbatini, uno tra i più importanti organizzatori di incontri di pugilato in Europa e nel Mondo. Dalla metà degli Anni ’60 alla metà degli Anni ’80 organizza oltre 40 sfide per il titolo mondiale, 100 per quello europeo e 400 per il titolo italiano, con pugili del calibro di Mazzinghi, Benvenuti, Arcari, Bossi, La Rocca, Kalambay, Oliva, Monzón, Hagler, Pedroza e Famechon. Nel 2006 è stato ammesso nell’International boxing Hall of Fame.

Nel 1923 si svolge in Italia il primo campionato nazionale di pallavolo: a vincerlo è la squadra della Guardia di Finanza di Roma. I primi passi del celebre corpo datano 1921, mentre la costituzione del Gruppo Atletica Fiamme Gialle è del 1930.

LA PRIMA STRACITTADINA È DELLA ROMA L’8 dicembre 1929 sul campo della Rondinella si svolge il primo derby calcistico della Capitale: vince la Roma 1-0 (rete di Volk al 73’).

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LA GRANDE OPERA MONUMENTALE DEL FORO ITALICO

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l 4 novembre del 1932 vengono inaugurate le prime opere del Foro Mussolini (in seguito “Italico”): l’Accademia, lo Stadio dei Marmi e lo Stadio dei Cipressi. È il primo passo verso quella che sarà definita da molti la più grande opera sportivo-monumentale a tema sportivo del mondo…

Il primo Piano Regolatore del Foro che venne realizzato dall’architetto Enrico Del Debbio.

Il monolite a guardia del complesso.


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L’ingresso dello Stadio dei Marmi con il mosaico bicromo rappresentante atleti, le statue in marmo di Carrara che coronano l’intera struttura e le bianche gradinate marmoree, che poggiano sulla nascosta base in cemento armato. Si riconosce, sul lato sinistro, il pulvinare realizzato per ospitare le autorità durante i saggi ginnici.

Lo Stadio della Pallacorda, oggi intitolato a “Nicola Pietrangeli”, con la corona di statue ancora incompleta. Si può osservare come l’impianto, con capienza di 2.700 spettatori, fosse allora senza quelle recinzioni che si vedono oggi su Via dei Gladiatori.

L’Accademia di Educazione Fisica ancora in costruzione. 41


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La Casa delle Armi che l’architetto Luigi Moretti realizzò non ancora trentenne, con la grande vetrata che apre la struttura verso l’interno del Foro, affiancata dal grande mosaico decorativo esterno, su fondo oro, opera di Angelo Canevari. Nell’impianto vi erano sale per la scherma e palestre. Ci si giocava anche a basket e negli Anni ‘70 disputava le sue gare una formazione storica del movimento romano: la Stella Azzurra.

La Fontana della Sfera durante la posa del monolite. L’opera era posta al termine di Viale dell’Impero dove, al suo inizio, c’era l’altro monolite dedicato a Mussolini.

La Foresteria Sud (Ostello della Gioventù) così come appariva originariamente, ad un solo piano e intonacata di rosso (poi, avvenne la copertura successiva, con lastre di marmo sulla testata meridionale, resasi necessaria per questione di uniformità dell’area, dopo l’edificazione della Casa delle Armi). Dall’altro lato del Foro Italico, vi era la Foresteria Nord.

Disegno ricostruttivo dell’edificio destinato ad ospitare la Casa Littoria, oggi il Palazzo degli Esteri, con la grande piazza antistante a guisa di arengario e la torre littoria, opera monumentale testimoniante la grandezza del regime, che tuttavia non venne costruita.


spq ort Veduta aerea delle strutture destinate alle competizioni natatorie dell’Olimpiade 1960. Nella vasca grande si tengono le gare di nuoto e in quella attigua i tuffi. Nella parte sinistra della foto, la zona con le piscine per i bambini e per i primi apprendimenti. A destra dell’immagine, l’ingresso del tunnel che congiunge l’area delle piscine all’aperto con il Palazzo delle Terme, dove ci sono le piscine al chiuso.

Il progetto mai realizzato “Forma ultima Fori”, del 1941, prevedeva un’espansione del Foro di dieci volte superiore all’attuale. Contornata di nero, nel plastico dell’epoca, è evidenziata l’area nelle sue attuali dimensioni, rispetto all’idea di ampliamento ipotizzata dall’architetto Luigi Moretti.

Nella zona di Tor di Quinto era previsto un ippodromo. Vicino, un campo destinato alle esercitazioni pre-militari. Il progetto prevedeva una deviazione del Tevere con la realizzazione di un’isola artificiale collegata da un ponte a entrambe le sponde.

Una fitta rete di parchi inglobava anche un parcheggio. In quest’area, immersa nel verde, Moretti aveva previsto la costruzione di un grande teatro all’aperto. Il quartiere Flaminio era coinvolto nell’ampliamento del Foro. Il Foro nei suoi confini attuali.

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ED ECCO L’OLIMPICO!

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gli Anni ‘30, lo Stadio Nazionale nel vicino Quartiere Flaminio, è l’unico impianto a Roma capace di ospitare un cospiquo numero di spettatori. Questo, fino alla nascita del Foro che vedrà protagonista lo Stadio oggi Olimpico con le sue molteplici evoluzioni. Nel 1928, iniziano i lavori e lo stadio denominato “dei Cipressi”, per la corona di alberi che lo circondano, è solo un invaso con le tribune costituite da un prato rialzato. L’inaugurazione avviene, unitamente allo Stadio dei Marmi e al Palazzo dell’Accademia, nel 1932. I lavori sono ripresi nel 1937, ad opera degli ingegneri Angelo Frisa e Achille Pintonello con la realizzazione di un primo anello in marmo di Carrara: il nome è “Stadio Olimpionico”. Roma già sognava i cinque cerchi ma la guerra fermerà tutto. L’impianto ospita manifestazioni ginnico-sportive, ma i lavori si interrompono nel 1940 a causa dello scoppio del conflitto bellico. Alla è rialzato con altri due anelli non di marmo ma di travertino estratto dalla vicina Tivoli ed è denominato “Stadio Olimpico”: viene inaugurato con la partita ItaliaUngheria nel 1953 e vede consumarsi la straordinaria Olimpiade del 1960 prima dello scellerato abbattimento e conseguente ricostruzione in vista dei Mondiali del 1990.

Dallo Stadio dei Cipressi allo Stadio Olimpico: l’impianto è stato più volte modificato nel corso degli anni.

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STADIO OLIMPICO

L’EVOLUZIONE IN 4 FASI 45


Nel 1937 l’impianto vede l’edificazione di un primo anello in marmo di Carrara. La forma è ovoidale, schiacciata ed estremamente allungata.

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1937, STADIO OLIMPIONICO

Lo Stadio dei Cipressi è progettato nel 1928 e parzialmente ultimato nel 1932. Esso è posto dietro lo Stadio dei Marmi e la futura Fontana della Sfera. L’opera è così chiamata per la folta corona di alberi sistemata sopra la scarpata erbosa. Rispettando la cornice paesaggistica, lo stadio viene appoggiato alla collina, dopo opportuni spostamenti di terreno, senza stravolgere in tal modo l’ambientazione che si offre allo spettatore.

1932, STADIO DEI CIPRESSI

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1953, L’OLIMPICO

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1990, IL NUOVO OLIMPICO

Nel 1950 riapre il cantiere per la realizzazione di un nuovo progetto firmato da Vitellozzi, Roccatelli e Valle. La sua caratteristica principe consiste nel campo di gioco seminterrato per una profondità di 4,5 metri. Due file gradinate, in aggiunta a quella già esistente, raggiungono l’altezza di 12,49 metri e possono ospitare circa 82.000 spettatori. Questa misura permette di mantenere la struttura all’altezza degli alberi ad alto fusto che erano stati precedentemente piantati tutt’intorno. La struttura portante è in cemento armato, rivestito in travertino. Lo stadio viene inaugurato nel 1953, con la partita di calcio disputata tra la nazionale italiana e quella d’Ungheria. Fausto Coppi, nello stesso giorno, vince la tappa romana del Giro d’Italia.

Per i Mondiali di calcio del 1990 viene abbattuto il vecchio stadio, un monumento di marmo e travertino, per lasciare spazio al nuovo Olimpico in cemento armato e una copertura che mal si adatta al resto del Foro Italico. Lo stadio sarà ulteriormente ritoccato, anni più tardi con adeguamenti in termini di sicurezza come dettato dalla UEFA.

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Il BASEBALL SBARCA A ROMA

el 1931 il baseball arriva in Italia. Precisamente a Roma. La disciplina, infatti, fa la sua prima comparsa proprio nella Capitale con un incontro disputato all’Accademia di Educazione Fisica della Farnesina. Nello stesso anno, a Udine, nasce Giulio Glorioso (nella foto in basso), il più grande giocatore di baseball italiano di sempre. Si trasferisce da giovane a Roma, che diventa la sua seconda città, dove gioca prima con la Lazio poi con i rivali giallorossi. Ha indossato 68 volte la maglia azzurra, vinto sette scudetti, vanta il record assoluto di 2884 strike out complessivi con 943 basi su ball, 45 fuoricampo e 512 battute valide, in 11 campionati dei 23 giocati come lanciatore, record tuttora imbattuto. Nell’agosto del 1952, allo Stadio Torino va in scena Italia-Spagna di baseball: per Glorioso sarà il giorno dell’esordio in Nazionale. Il baseball diventa importante nel Lazio, soprattutto con la squadra del Nettuno, dopo lo sbarco degli Alleati ad Anzio. Nel ciclismo, Mario Gentili fu vice-campione olimpico nell'inseguimento a squadre ai Giochi di Berlino 1936 e due volte campione del mondo dilettanti nel mezzofondo. Gareggiava per la Roma.


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STREGATI DAL GIGANTE

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l 22 ottobre 1933, a Piazza di Siena, anfiteatro dei concorsi equestri, il gigante di Sequals, Primo Carnera, sfida il taglialegna basco Paulino Uzcudun in difesa del titolo mondiale dei pesi massimi. Davanti a decine di migliaia di spettatori, tra i quali il Duce che sarà presente insieme ai figli. Carnera, che combatte gratuitamente e che salirà sul ring con la camicia nera, vince ai punti conservando la corona mondiale e aggiudicandosi quella europea. Il 1933 è anche l’anno di nascita di un grande campione romano. Si tratta di Giulio Rinaldi, nato il 13 febbraio ad Anzio, che sarebbe divenuto uno dei più forti mediomassimi italiani di sempre conquistando un oro europeo da dilettante e più volte il titolo di campione d’Europa, da professionista.

I GRANDI NUMERI DELLO SPORT ANTEGUERRA Il 27 ottobre del 1937 viene istituita la GIL (Gioventù Italiana del Littorio) che doterà Roma di molti impianti sportivi. Nel 1939 si ottimizza l’inquadramente dello sport da parte del Regime: dopo 11 anni si contanno 7 milioni 811.547 giovani, 105.000 universitari e 3 milioni 832.248 lavoratori tutti tesserati tra CONI, ONB, Gil, GUF e OND, sigle sportive del periodo.

Primo Carnera, assediato dai tifosi a Ostia. Risale all'anno precedente l'incontro più famoso della storia del pugilato romano, con Carnera che batté ai punti a Piazza di Siena il basco Paulino Uzcudun.

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ROMA CAPITALE MONDIALE DEL CALCIO

I PREMI AGLI EROI DI BERLINO Il 4 luglio 1937, a Piazza di Siena, Benito Mussolini consegna le Medaglie d’oro al valore atletico agli Azzurri reduci dalla felice spedizione olimpica di Berlino 1936: tra i premiati anche i portabandiera Ondina Valla e il romano Giulio Gaudini. schermidore che ha partecipato a tre edizioni dei Giochi Olimpici, vincendo complessivamente nove medaglie di cui tre d'oro!

LA PALLACANESTRO FEMMINILE È D’ORO

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8 ottobre 1932, a Zurigo, Svizzera, la federazione internazionale di calcio accoglie la richiesta del governo italiano e affida l’organizzazione del secondo Campionato Mondiale di calcio all’Italia, in programma due anni più tardi. Il 7 maggio del 1934 si svolgono le prime partite del Mondiale, gli ottavi di finale, in otto città italiane: Firenze, Bologna, Torino, Milano, Napoli, Genova, Trieste e Roma. Nella Capitale, allo Stadio Nazionale del PNF, gli Azzurri incontrano la rappresentativa degli Stati Uniti battendola 7-1. Il cammino dell’Italia prosegue a Firenze, dove supera la Spagna 2-1 dopo i tempi supplementari e a Milano dove batte in semifinale l’Austria 1-0. Il 3 giugno si gioca l’altra semifinale con la Cecoslovacchia che batte la Germania 3-1. Il 10 giugno, sempre nello stadio della Capitale, si gioca la finale della Coppa del Mondo di Calcio tra Italia e Cecoslovacchia. La partita termina 2-1 e gli Azzurri sono per la prima volta Campioni del Mondo: allenatore è Pozzo e il massimo dirigente è il Generale Vaccaro, Presidente della Federcalcio e acceso sostenitore della Lazio. Nella formazione campione giocavano anche i giocatori laziali Anfilogino Guarisi e Attilio Ferraris IV che proprio in quella stagione passò dalla Roma alla Lazio. Tra i romanisti presenti, Enrico Guaita e Guido Masetti. Il titolo sarà bissato nell’edizione successiva con il biancoceleste Silvio Piola sugli scudi e la presenza dei romanisti Ferraris IV, Aldo Donati, Eraldo Monzeglio e Guido Masetti. Tra i due Mondiali c’è il tempo per vincere l’Olimpiade del 1936 di Berlino con il Calcio: con i laziali Alfonso Baldo, Francesco Gabriotti e Libero Marchini che alla Lazio fu ceduto proprio in quella stagione

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Dal 12 al 16 ottobre 1938, si svolge a Roma la prima edizione dei Campionati Europei di pallacanestro femminili. L’Italia conquista l’oro vincendo contro Francia (34-18), Polonia (27-19) e Svizzera (58-8), e perdendo solo contro la Lituania (23-21).


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ONESTI, UN UOMO DI SPORT Giulio Onesti è stato Commissario del CONI fra il 1944 ed il 1946 scelto dal governo Bonomi e Presidente dal 1946 al 1978. Membro del CIO dal 1964 al 1981. Nominato per liquidare il CONI, anche con l'aiuto di Adriano Ossicini e di altri uomini di sport (Bruno Zauli, Mario Mazzuca, Bruno Fabjan, Mario Saini, Marcello Garroni, Luigi Chamblant, Sisto Favre e altri) riuscì ad evitarlo ed a rilanciare questo ente. Notevole il suo contributo per l'ampliamento della già esistente Biblioteca del CONI di Roma costituita nel 1940 da Bruno Zauli. La Biblioteca che già contava di 350 volumi ricevette da lui le raccolte dei maggiori giornali dell'epoca quali La Gazzetta dello Sport, Il Littoriale e le testate rinate nel 1945 quali Tuttosport, il Corriere dello Sport e Lo Stadio. Si impegnò personalmente in una campagna di raccolta di documenti e libri sportivi a partire dal 1947 portando la Biblioteca a possedere la più ampia ed esaustiva raccolta, in Italia, specializzata nello sport e nell'educazione fisica, composta da circa 35.000 volumi, tra cui un fondo antico, oltre 2000 testate di periodici, per metà italiani e per l'altra metà stranieri e 39 quotidiani. Fondamentale il suo apporto per l’arrivo a Roma dell’Olimpiade del 1960.

UOMINI CELEBRI

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11 settembre 1933, a Tunisi, nasce Nicola Pietrangeli, il più forte tennista italiano di sempre, tanto da essere l’unico giocatore azzurro ammesso nell’International Tennis Hall of Fame. In carriera vincerà due volte gli Internazionali di Tennis( nel 1957 e nel 1961), due volte il Roland Garros e una Coppa Davis, da capitano non giocatore. A lui, unico caso per uno sportivo in Italia, è stato intitolato lo Stadio della Pallacorda al Foro Italico. Pietrangeli era un predestinato, se si considera la data di nascita: dopo le prime cinque edizioni disputate a Milano, nel 1933 arrivano al Foro Italico gli Internazionali d’Italia di tennis in cui lui trionferà due volte. Dalla fine degli anni ’30 alla fine dei ’40, nascono altri grandi personaggi romani legati al mondo dello sport. Il 19 marzo 1937, nasce nel cuore di Trastevere Carlo Mazzone, uomo dalle oltre mille panchine nel calcio di Serie A. Personaggio “ruspante”, amatissimo dai tifosi della Roma, con la quale giocherà nella stagione 1958-59 e che allenerà dal 1993 al 96, guiderà diversi campionissimi, tra i quali Francesco Totti e Roberto Baggio. Il 6 dicembre 1939, a Padova, nasce Franco Carraro, uno dei più longevi dirigenti sportivi e uomini politici italiani. Tre volte Ministro dello Spettacolo, Sindaco di Roma dal 1989 al ’93, due volte Presidente della Federcalcio, Presidente del CONI dal 1978 al 1987, membro della UEFA e del CIO, da giovane è stato anche tre volte campione europeo di sci nautico. Il 3 agosto 1941 nasce Franco Menichelli, tra i più grandi ginnasti di

tutti i tempi. Ai Giochi Olimpici di Roma vince un bronzo nel concorso generale a squadre e uno individuale nel corpo libero. Ai Giochi di Tokyo del 1964 conquisterà tre medaglie. Il fratello maggiore, Giampaolo, è un affermato centravanti della Roma, Juventus e della Nazionale negli Anni ’50 e ’60. Intanto, i romani Roberto Proietti e Ascenzo Botta, in piena Seconda Guerra Mondiale, si battono sul ring di Roma, il 20 settembre 1942. Il match, valido per il titolo europeo dei pesi leggeri, fu vinto ai punti da Proietti. Il 4 settembre 1943 nasce Giuseppe Gentile, il più forte triplista italiano di sempre. Vincitore di 5 titoli italiani della specialità e di uno nel salto in lungo, battendo lo storico record italiano di Arturo Maffei con 7.91. Per due volte ai Giochi Olimpici di Città del Messico 1968 conquista un bronzo dopo aver stabilito il nuovo record mondiale in semifinale. Nel 1946, nasce a Roma Susanna Raganelli, la più grande pilota di kart del mondo, in quanto unica donna della storia capace di conquistare un titolo mondiale individuale tra gli uomini. L’evento risale al 25 settembre 1966, quando a Copenaghen conquistò il titolo mondiale assoluto battendo 41 piloti, tutti uomini, provenienti da 10 nazioni. Il 18 maggio del 1946 nasce a Roma Giampiero Galeazzi, noto giornalista sportivo italiano con un importante passato da canottiere, tanto da aver partecipato all’Olimpiade di Città del Messico del 1968.

FINITA LA GUERRA, NASCE LA TIRRENIA TODARO Nel 1945, finito il conflitto bellico, nasce il Circolo Canottieri Tirrenia, in seguito Tirrenia Todaro dal nome del primo Presidente, Ernesto Todaro. Fondato da un gruppo di

CALCIO ROMANO, ECCO LO SCUDETTO Nel 1942 la Roma conquista il suo primo Scudetto, vincendo nell’ultima giornata per 2-0 contro il Modena. Il titolo è frutto, tra gli altri, del lavoro svolto dall’allenatore Alfred Schaffer e del giovane centravanti Amedeo Amadei, autore di 18 reti. Nella foto la premiazione della squadra in Campidoglio.

IL PIÙ GRANDE DELLA STORIA Silvio Piola, alla Lazio dal 1934 al 1943 è considerato il più grande attaccante della storia italiana tanto da determinare il record di segnature (364) della Serie A, nonostante la lunga pausa bellica. Vince il Mondiale del 1938.


spq ort COPPI IL “ROMANO” Nel 1945, di rientro dal campo dal campo di prigionia, Fausto Coppi viene tesserato dalla Sezione Ciclismo della S.S. Lazio, insieme al fratello Serse: gareggerà con i colori biancocelesti per una stagione.

DAL LITTORIALE AL CORRIERE DELLO SPORT Il 25 luglio del 1944, il Littoriale torna ad essere Il Corriere dello Sport, la cui direzione sarà assunta da Pietro Petroselli.

giovani con il preciso intento di creare un circolo dedicato esclusivamente allo sport ed aperto a tutte le classi sociali, per i primi anni, tra mille difficoltà, con l’entusiasmo a sostituire gli scarsi mezzi economici, svolge la sua attività agonistica appoggiandosi alle residue strutture dell’ex GIL. Nei primi Anni Cinquanta viene finalmente realizzato il primo galleggiante e nel 1959, ottenuta la concessione demaniale, il primo fabbricato, entrambi materialmente costruiti dai soci con turni di lavoro volontario. Il 20 maggio del 1945, in Piazza San Pietro, Pio XII, per la “Prima Epifania dello Sportivo”, in presenza di 10.000 atleti, pronuncia la locuzione sull’elogio dell’esercizio fisico. Paolo Pucci (Roma, 21 aprile 1935) è pallanuotista e nuotatore italiano nelle fila della Lazio: è specializzato nelle distanze brevi dello stile libero ed è stato il primo nuotatore vincitore di un campionato europeo (Budapest 1958).

L’ALTRO PREDESTINATO

Il 9 luglio 1950 nasce a Roma Adriano Panatta, uno dei più forti tennisti al mondo. Con il padre Ascenzio custode del Tennis Club Fleming, circolo dove muoverà i primi passi, Panatta è un predestinato. Trasferitosi nel 1965 al Tennis Club Parioli, sale alla ribalta nel 1970 vincendo a Bologna gli assoluti battendo in cinque set Nicola Pietrangeli. Nel 1976 vince gli Internazionali d’Italia (battendo 3-1 l’argentino Guillermo Vilas), il Roland Garros e la Coppa Davis insieme a Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, quest’ultimo romano e coetaneo di Panatta.

GRANDI OPERE: È IL TURNO DEGLI SPORT OLIMPICI Nel 1951, vicino Roma, precisamente a Campagnano, viene inaugurato l’Autodromo di Vallelunga, dove si svolgeranno nel tempo gare automobilistiche e motociclisti-

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QUANTI SPORT PER NOSTINI! Renzo Nostini ottiene i primi successi sportivi nel Nuoto e nel Pentathlon. Pratica anche la Pallanuoto ed il Rugby. Ma i migliori risultati li ottiene nella Scherma, iniziando una prestigiosa carriera con l'oro per il Fioretto individuale nel campionato mondiale nel 1937. Le Olimpiadi del 1948 e quelle del 1952 lo vedono fra i protagonisti. Nel 1952 diviene anche presidente della S.S. Lazio Nuoto e lo rimarrà fino alla fine. Poi sarà anche Presidente Onorario del CONI.


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parlare di sè divenendo la massima carica italiana in seno al CIO: Mario Pescante. Il 1958 è l’anno dei grandi lavori per gli impianti necessari ad ospitare i Giochi Olimpici del 1960. All’Eur, tra Viale della Tecnica e Viale dell’Oceano Pacifico, iniziano i lavori del Velodromo Olimpico su progetto di Cesare Ligini, Dagoberto Ortensi e Silvano Ricci. L’impianto, capace di 17.000 posti a sedere, viene inaugurato il 30 aprile 1960. Nel 1968, solo 8 anni dopo i Giochi Olimpici di Roma, cade in disuso e il 24 luglio del 2008 viene demolito. Sempre all’Eur partono i lavori del Palazzo dello Sport, su progetto elaborato nel 1956 da Pier Luigi Ner-

che. Luciano Ciancola è campione del mondo di ciclismo su strada del 1952. Il 17 maggio 1953, viene inaugurato lo Stadio Olimpico. Per l’occasione si svolge la gara Italia-Ungheria: risultato finale, 0-3 (Hidegkuti e doppietta di Puskas, il “Colonnello”). Prima della gara, all’interno dello Stadio si conclude la tappa Napoli-Roma del Giro d’Italia (vincitore Giuseppe Minardi). Nel 1954, invece, iniziano i lavori del Centro Sportivo dell’Acquacetosa per volontà del Presidente CONI Giulio Onesti (alla cui memoria sarà intitolato l’impianto nel

Durante l’inverno del 1949, Nicola Pietrangeli non potendosi allenare a causa delle insistenti piogge, prende un pallone e insieme ad altri tennisti improvvisa una partita di calcio sul campo centrale del Tennis Club Parioli. Quella sfida viene considerata come la prima partita di calcio a cinque che si sia mai svolta in Italia. A calcio si dilettava con notevole profitto. Giocava al Campo Artiglio di Piazza Bologna e spesso si allenava a Tor di Quinto con la Lazio del ‘74. Pietrangeli, che ha avuto l’onore di veder intitolato lo Stadio della Pallacorda al Foro Italico, è stato un tennista di immenso valore. Come la collega Lea Pericoli che è l’unica italiana ad essere presente nel museo dei campioni a Wimbledon. Oggi sono entrambi testimonial del tennis italiano.

Alberto Sordi, marciatore, nel film “Mamma mia che impressione” in testa al gruppo nel Giro di Roma. L’attore romano comparirà in questa pellicola nel 1951. Con il pettorale numero 36 c’è anche Carletto Bomba

Nicola Pietrangeli al campo Artiglio di Piazza Bologna.

PIETRANGELI DAL TENNIS ALLA PRIMA PARTITA DI CALCIO A CINQUE NELLA CAPITALE

vi e Marcello Piacentini. Dopo le Olimpiadi divenne noto come PalaEur e in seguito ai lavori di ammodernamento su progetto di Massimiliano Fuksas, nel 2003 viene ribattezzato PalaLottomatica. Al quartiere Flaminio, a due passi dallo Stadio, iniziano i lavori del Palazzetto dello Sport, su progetto di Pier Luigi Nervi e Annibale Vitellozzi. Sempre nel 1958 iniziano i lavori di costruzione dell’Ippodromo Tor di Valle, portati avanti a ritmo sostenuto da sette imprese e da 250 operai che danno a Roma un nuovo ippodromo in sostituzione dello storico impianto di Villa Glori, chiuso per fare posto al Villaggio Olimpico. Il nuovo ippodromo verrà inaugurato nel 1960.

1982), che lo ideò come centro per la preparazione olimpica degli atleti. Al suo interno ci sono impianti per calcio, pallavolo, pallacanestro, rugby, ginnastica, pallamano, scherma, baseball, softball, nuoto, tuffi, pentathlon moderno, cricket, arti marziali e hockey su prato, e un laboratorio antidoping. Nei giorni 8 e 9 ottobre del 1955, in occasione del suo “decennale” il Centro Sportivo Italiano concentra ben 50.000 atleti in Piazza San Pietro. Pio XII dice: «la Chiesa mira ad insegnare in che modo deve essere praticato lo sport secondo principi religiosi e morali». Nel mese di luglio del 1957, iniziano i lavori di costruzione del nuovo Stadio nel quartiere Flaminio che prenderà il posto dello Stadio Torino: si tratta dello Stadio Flaminio. Realizzato su progetto di Antonio e Pierluigi Nervi, capace di ospitare 25.000 spettatori, dei quali 8.000 al coperto, sarà inaugurato il 12 marzo 1959. E nel 1957 vince i Campionati Studenteschi nel mezzofondo un atleta che farà molto

CAMPIONI DI ROMA

Il 12 febbraio 1955 nasce Daniele Masala, l’unico azzurro della storia capace di vincere un oro olimpico individuale nel pentathlon moderno (ai Giochi di Los Angeles del 1984). In carriera conquisterà decine di titoli nazionali e internazionali,

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spq ort IL CURIOSO CASO DI MR SELMOSSON Arne Selmosson, detto “Raggio di Luna”, fantasista svedese, ha vestito la maglia della Lazio dal 1955 al 1958, collezionando 101 presenze e 31 reti. Dopo, è passato sull'altra sponda del Tevere, alla Roma, per 135 milioni di lire. Con la maglia giallorossa ha giocato per altre tre stagioni, collezionando 87 presenze e segnando 30 reti. È l'unico giocatore ad aver segnato nel derby di Roma sia per la Lazio che per la Roma. dominando la scena internazionale negli Anni ’80. Il 9 ottobre 1982 la vittoria più simbolica della sua carriera: a Piazza di Siena conquista il titolo mondiale, risultando il primo italiano capace dell’impresa. Nessun pentatleta italiano vincerà quanto lui. Il 13 marzo dello stesso anno nasce Bruno Conti, futuro campione mondiale di calcio, campione d’Italia con la Roma, bandiera della squadra giallorossa e simbolo mondiale del calcio di fantasia. Il 13 agosto del 1956, infine, nasce Bruno Giordano, dal 1969 al 1985 attaccante biancoceleste, prima delle giovanili poi in prima squadra, divenuto idolo dei tifosi. Lasciata la Lazio gioca con il Napoli di Maradona centrando nel 1987 l’accoppiata Scudetto-Coppa Italia.

QUINDICI ANNI DI GRANDE BOXE Il 2 maggio 1955, allo Stadio Torino, Tiberio Mitri conquista il titolo europeo dei pesi medi, battendo l’inglese Randy Turpin. Il 29 giugno 1956, allo Stadio,

il pugile aretino sordo dalla nascita Mario D’Agata, conquista il titolo mondiale dei pesi gallo battendo il francese Robert Cohen, davanti a 30.000 spettatori paganti. Il 29 ottobre 1960, al Palazzo dello Sport, il romano Giulio Rinaldi batte ai punti uno dei più forti pugili di tutti i tempi, Archie Moore. Lo statunitense, che detiene il record di 131 ko in carriera, si prenderà la rivincita il 10 giugno del 1961 al Madison Square Garden di New York, vincendo contro Rinaldi il match valido per il titolo mondiale, nell’unica occasione della carriera concessa al romano per il titolo iridato. Il 10 febbraio 1961, pochi mesi dopo la conquista dell’oro olimpico, Nino Benvenuti, passato professionista, torna al Palazzetto dello Sport per combattere il suo secondo match da “pro”: vince per ko alla terza ripresa contro Nicola Sammartino. Il 23 maggio 1963, allo Stadio Flaminio, il Giulio Rinaldi si conferma Campione Europeo dei Mediomassimi battendo ai punti il tedesco Erich Schoppner. Il 15 ottobre 1965, Nino Benvenuti conquista definitivamente Roma: al Palazzo dello Sport vince il titolo europeo dei medi contro Luis Folledo; il 17 dicembre, stesso luogo, si conferma Campione del Mondo dei Medi battendo Sandro Mazzinghi. Il 31 gennaio 1970, al Palazzo dello Sport, il pugile di Atina Bruno Arcari batte il filippino Pedro Adigue Jr., conquistando il titolo mondiale dei superleggeri. Il 7 novembre dello stesso anno, sempre al Palazzo dello Sport, va in scena l’incontro dell’anno. Benvenuti sfida l’argentino Carlos Monzon per difendere la corona dei pesi medi: alla dodicesima ripresa Monzon mette ko

Tiberio Mitri è stato un pugile e attore cinematografico italiano. Dal tentativo del mondiale affrontando a New York l'amico Jake LaMotta, l'italo-americano detto "il Toro del Bronx", al cast de “La Grande Guerra”, al fianco di Gassman e Sordi.

Carlo Pedersoli, primo nuotatore a scendere sotto il minuto nei 100 sl. Pallanotista ed attore, a fine carriere, con lo pseudonimo di Bud Spencer.

IL GP DI FORMULA 1 Il 7 giugno 1954, all’Autodromo Comunale di Castelfusano, si svolge il Gran Premio Roma di Formula 1: vincitore “Pinocho” Marimon.

IL CALCIO IN TV. L’ESORDIO Il 24 gennaio 1954 la RAI trasmette per la prima volta un’intera partita di calcio. Si tratta di Italia-Egitto, incontro valido per le qualificazioni al Campionato del Mondo: finisce 5-1 per l’Italia.

IL PRIMO RECORD DEL MONDO SULLA PISTA OLIMPICA Il 13 ottobre 1957, allo Stadio Olimpico si registra il primo di una serie di record del mondo che saranno centrati sulla pista di atletica leggera dell’impianto romano: lo stabilisce il sovietico Vladimir Kuts nella gara dei 5.000 metri (13:35).

LEGGENDARIO BOB Bob Lovati, ha vinto con la la Lazio la Coppa Italia del 1958, primo trofeo della storia biancoceleste società nella quale rimarrà, anche da allenatore e dirigente, per lunghi cinquant’anni


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ARRIVA L’OLIMPIADE

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al 25 agosto all’11 settembre 1960, si svolgono a Roma i Giochi della XVII Olimpiade. L’Italia fa incetta di medaglie. Il 5 settembre nasce la stella di Cassius Clay: ai Giochi di Roma, superando ai punti il polacco Zbigniew Pietrzykowski, vince l’oro nella categoria mediomassimi. Dal 18 al 25 settembre, sempre a Roma, si svolgono i Giochi Paralimpici estivi. Sottolinea l’attuale Presidente del Comitato Paralimpico Italiano Luca Pancalli, «La storia del paralimpismo parte proprio da Roma e da quei Giochi del 1960. La proposta di disputare a Roma i primi Giochi Paralimpici fu del professore inglese Ludwig Guttman e fu accolta con entusiasmo dal professor Antonio Maglio che nel centro paraplegici

La fiaccola olimpica in Campidoglio per i Giochi Olimpici di Roma 1960. Nel 2010, in occasione dei festeggiamenti dei 50 anni dell’Olimpiade, la fiaccola è stata riaccesa nello stesso luogo.

Un passaggio della cerimonia d’apertura. Ore 17.28 allo sparo dei cannoni di Monte Mario e del suono delle campane delle Chiese di tutta Roma, spiccano il volo centinaia di colombe al centro dello Stadio Olimpico. 56


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di Ostia rendeva pratico il concetto di sport terapia inteso come riabilitazione fisica e mentale». Quella di Roma è la prima Olimpiade televisiva trasmessa in diretta in 18 Paesi europei e, in differita di poche ore, negli Stati Unito, Canada e Giappone. Sono i Giochi di un film passato alla storia, quello di Romolo Marcellini “La Grande Olimpiade”. E sono anche i Giochi dei grandi nomi. Oltre a Cassius Clay c’è Abebe Bikila che vince la maratona senza scarpe, Berruti che conquista l’oro nei 200m, Nino Benvenuti nella boxe, i D’Inzeo nell’equitazione, Wilma rudolph nei 100m, gli imbattibili pallanotisti, ciclisti e schermidori italiani. L’Italia arriva terza nel medagliere dopo URSS e Stati Uniti.

Da sinistra Avery Brundage, Presidente del Comitato Internazionale Olimpico, il Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi e Giulio Andreotti, a capo del Comitato Organizzatore. Assistono alla Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Roma dopo il giuramento di Adolfo Consolini, Capitano della Nazionale Italiana. Sindaco di Roma è Urbano Cioccietti: ma fu il predecessore Salvatore Rebecchini, insieme al Presidente del CONI Giulio Onesti e al Segretario Generale a formare la triade che convinse il CIO, negli ambulacri del vecchio palazzo del Faubourg SaintHonoré, ad affidare all’Italia i Giochi Olimpici del 1960.

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Abebe Bikila, medaglia d’oro nella maratona olimpica, corsa a piedi nudi. Nel 1964 replicherà il successo ai Giochi di Tokyo.

Wilma Rudolph, la vittoria dei 100M.

Livio Berruti conquista l’oro olimpico nei 200 metri piani. Un successo che lo farà entrare nella leggenda dell’atletica leggera.

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spq ort Raimondo D’Inzeo in gara all’Olimpiade di Roma 1960, dove conquista un oro e un bronzo. L’ufficiale dei Carabinieri ha conquistato in carrierà altri due argenti e due bronzi olimpici. Il fratello maggiore Piero, invece, in carriera conquisterà tre bronzi e tre argenti olimpici.

La stoccata vincente di Delfino, medaglia d’oro nella spada individuale, contro Allen Jay.

Salvatore Gionta, oro nella pallanuoto. Insieme al romano Giancarlo Guerrini gareggiava nella Lazio Nuoto.

Cassius Clay, poi Muhammad Ali, mentre sferra un micidiale gancio destro. A Roma nascerà il suo mito.

Nino Benvenuti, l’istriano vincitore dell’oro olimpico ai Giochi di Roma 1960 e futuro campione del mondo dei superwelter e dei medi.

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ROMA DI NUOVO CAPITALE DEL CALCIO

DAL KART AL NUOTO Nel 1960 nasce la prima pista di kart italiana, la Pista d’Oro di Via Tiburtina. Quattro anni più tardi, sulla pista romana si svolgerà il primo Campionato del Mondo di kart. Nel 1963 nasce il Trofeo Settecolli di nuoto, meeting internazionale ideato dall’allora Segretario Generale del CONI e Commissario Straordinario della Federnuoto, Mario Saini. Ogni gara era abbinata ad un colle romano: 100 stile Palatino, 400 stile Campidoglio, 1500 stile Quirinale, 100 dorso Celio, 200 rana Viminale, 200 farfalla Esquilino e 400 misti Aventino. Negli anni diventerà uno dei meeting più prestigiosi del mondo.

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el 1968 si svolgono in Italia i Campionati Europei di calcio. Lo Stadio Olimpico di Roma ospita tre partite: l’8 giugno la finale per il terzo posto Inghilterra-Urss (1-0) e la finalissima Italia-Jugoslavia (1-1); il 10 giugno la ripetizione della finalissima Italia-Jugoslavia (2-0). Gli Azzurri, dopo aver vinto il primo Mondiale nella Capitale, si aggiudicano il primo e unico Europeo della loro storia. L’anno successivo, Gianni Rivera diventa il primo calciatore italiano a vincere il Pallone d’Oro: il riconoscimento andrà anche a Paolo Rossi nel 1982, a Roberto Baggio nel 1993 e a Fabio Cannavaro nel 2006.

ALLA ROMA LA COPPA DELLE FIERE Giacomo Losi capitano della Roma con la Coppa delle Fiere vinta nel 1961, contro il Birmingham (2-0).

ADDIO CON RECORD AL VELODROMO OLIMPICO Il 30 ottobre 1967, sulla pista del Velodromo Olimpico, il ciclista belga Ferdinand Bracke stabilisce il record dell’ora su pista all’aperto e a livello del mare, all’epoca fissato in 48 chilometri, 93 metri e 40 centimetri. Un anno più tardi si svolge l’ultimo evento ufficiale al Velodromo Olimpico: il Campionato del Mondo su pista. Nello sprint si afferma l’italiano Giuseppe Beghetto, già olimpionico sullo stesso tracciato otto anni prima. Dopo quell’evento la struttura sarà abbandonata per quaranta anni, fino ad essere demolita nel 2008.

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Intanto, allo Stadio dei Marmi, chiusa l’irripetibile esperienza dei Campionati Studenteschi capaci negli Anni ‘50 di riempire l’Olimpico con le scolaresche romane, nel 1969 la scuola torna in massa ai Marmi dove si conclude la prima edizione dei Giochi della Gioventù con un bilancio di ben 5700 Comuni coinvolti e 600.000 ragazzi iscritti alle gare per le sei discipline sportive previste dal programma. La Nazionale italiana di nuoto era negli Anni ‘60 una delle migliori in Europa e


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avrebbe raggiunto i vertici assoluti se non fosse stata stroncata dal più grave lutto che abbia mai colpito il nostro sport insieme con la tragedia del Grande Torino a Superga. Era il 28 gennaio 1966 quando, all’aeroporto di Brema si schiantò l'aereo che trasportava gli atleti. Fra i na-

zionali, c’erano i romani Luciana Massenzi e Sergio De Gregori e l’allenatore della Roma Paolo Costoli. Curiosamente da quella spedizioni in Germania rimase esclus - per sua fortuna - la romana Daniela Beneck, una delle più forti nuotatrici italiane di sempre.

Nell’Italia in campo di fronte ai fotografi si riconoscono da sinistra Dino Zoff, futuro allenatore e Presidente della Lazio, Marini, Spinosi bandiera giallorossa da calciatore e vice-allenatore della Lazio Scudetto nel 1999-’00, Gianni Rivera, Giorgio Chinaglia, numero 9 della Lazio e della Nazionale e l’8 Fabio Capello che porterà il terzo Scudetto alla Roma nella stagione 2000-’01

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GIOIA (E TRAGEDIE) IN CASA LAZIO

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Luciano Re Cecconi mentre fa stretching a fine allenamento con Tommaso Maestrelli. Il giovane centrocampista biancoceleste sarà ucciso da un gioielliere romano che lo scambiò per un rapinatore.

l 12 maggio 1974 la Capitale torna Campione d’Italia. Dopo lo Scudetto della Roma di oltre trenta anni prima, stavolta è il turno della Lazio costruita dal Presidente Umberto Lenzini. Con la vittoria sul Foggia firmata da Giorgio Chinaglia su rigore, la Lazio di Capitan Wilson, di Pulici, Petrelli, Martini, Garlaschelli e D’Amico, si laurea per la prima volta Campione d’Italia. I tifosi biancocelesti festeggeranno per settimane, ma nei successivi campionati saranno costretti ad ammainare le bandiere a mezz’asta. Nel campionato 1975-1976 l’allenatore Tommaso Maestrelli scopre di avere un male incurabile. L’allenatore che lo sostituisce, Giulio Corsini, dopo nove giornate si ritrova a lottare per non retrocedere. Giorgio Chinaglia, affranto per Maestrelli, parte per gli Stati Uniti, destinazione Cosmos di New York: vengono ceduti anche giocatori cardine come Frustalupi, Nanni e Oddi. Si sfalda la Lazio che giocava un calcio totale, all’olandese, nazione di riferimento di quegli anni. Poco più di un anno più tardi, il 18 gennaio 1977, in una gioielleria di Collina Fleming muore Luciano Re Cecconi. Lo scherzo di una rapina nella gioielleria di un amico, insieme al compagno di squadra Pietro Ghedin, finisce in tragedia: Tabocchini, il gioielliere, lo fredda. Nel 2003 il Comune di Roma gli ha intitolato una via nel Quartiere Tuscolano. Commovente la storia del figlio Stefano che, cresciuto nella lontana Nerviano, ha seguito la Lazio ovunque e, mosso dall’amore per i colori biancocelesti, si è trasferito adulto a Roma. Oggi è uno dei fondatori, insieme a Luca Di Bartolomei figlio del capitano romanista Agostino, della Fondazione Gabriele Sandri, nata in ricordo del tifoso laziale morto nel 2007, mentre seguiva la sua Lazio in trasferta. Un lungo filo ininterrotto di tragedie (che passano anche per un altro tifoso morto in un derby, Vincenzo Paparelli) che ha legato la storia della Lazio fatta di esaltanti soddisfazioni ma anche di momenti difficili e dolorosi.

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L’ingresso in campo della Lazio nel giorno dello Scudetto, il 12 maggio del 1974. Nello scontorno, Giorgio Chinaglia, capocannoniere di quella Lazio: segnerà il gol Scudetto proprio nella gara contro il Foggia.

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INIZIA L’ERA DI PIETRO MENNEA Dall’1 all’8 settembre 1974, allo Stadio Olimpico si svolgono gli XI Campionati Europei di atletica. Nasce qui la stella di Pietro Mennea, capace di vincere nell’occasione l’oro nei 200 metri e l’argento nei 100 metri. Il velocista di Barletta, sarà primatista mondiale dei 200 metri dal 1979 al 1996, con il tempo di 19"72, attuale record europeo

JOHNSON, DOPING A ROMA Ai Campionati mondiali del 1987 a Roma, Ben Johnson divenne subito una celebrità battendo il suo grande rivale Carl Lewis nei 100 metri e ottenendo il nuovo record mondiale con il tempo di 9"83. Alcuni giorni dopo, tuttavia, nei campioni di urina di Johnson venne rilevata la presenza di steroidi e venne quindi squalificato per uso di doping.

È GRANDE SPORT LA PALLAVOLO ROMANA CONQUISTA L’ITALIA. ED È GRANDE CALCIO

Nel 1972, all’Olimpiade di Monaco, lo schermidore Michele Maffei conquista l’oro. La scherma romana porta da sempre all’Italia medaglie e allori in tutte le competizioni: a partire da Giulio Gaudini e Renzo Nostini, due leggende dello sport italiano. Con loro atleti come Aldo Aureggi, Carola Cicconetti, Alfredo Del Francia, Roberto Ferrari, Vittorio Lucarelli, Giuliano Nostini, Stefano Pantano, Giorgio Pessina, Giulio Sarrocchi, Stefano Simoncelli, Lucia Traversa. Nel 1975, per la prima volta da quando esiste il Campionato Italiano ufficiale di pallavolo maschile, ossia dal 1946, una squadra romana, precisamente l’Ariccia, vince lo Scudetto. Due anni più tardi arriva il secondo Scudetto della pallavolo maschile: a vincerlo è la Federlazio Roma. Nel 1978, si svolge in Italia il Campionato del Mondo di Pallavolo maschile. Al Palazzo dello Sport di Roma, sempre gremito, si giocano le fasi finali, con l’Italia che a sorpresa arriva in finale dove si dovrà “accontentare” dell’argento alle spalle dell’imbattibile Unione Sovietica. Nel 1980 l’Italia e Roma in particolare sono al centro anche del mondo calcistico. In Italia si svolgono per la seconda volta i Campionati Europei di calcio. Lo Stadio Olimpico ospita quattro partite: l’11 giugno Cecoslovacchia-Germania Ovest (0-1); il 14 giugno Cecoslovacchia-Grecia (31); il 18 giugno Italia-Belgio (0-0); il 22 giugno la finalissima Germania Ovest-Belgio (2-1).

L’OLIMPICO TEMPIO DELL’ATLETICA LEGGERA

Il 5 agosto 1980, allo Stadio Olimpico, si svolge la prima edizione del Golden Gala di atletica: presenti 60.000 spettatori. Il meeting internazionale diventerà negli anni uno dei più apprezzati del mondo. Decine le stelle dell’atletica che onoreranno l’appuntamento sulla pista dell’Olimpico stabilendo record europei e mondiali. Un anno più tardi, dal 4 al 6 settembre, sulla stessa pi-

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sta si svolgerà la Coppa del Mondo di atletica. Nel 1987 invece, precisamente dal 28 agosto al 6 settembre, allo Stadio Olimpico si svolgono i Campionati del Mondo di atletica. Spiccano le affermazioni italiane di Francesco Panetta (oro nei 3000 siepi) e Maurizio Damilano (20 km marcia) e il primato mondiale della bulgara Stefka Kostadinova nell’alto (2.09) tuttora imbattuto. Al termine dei Mondiali, lo Stadio Olimpico chiude per i lavori di ristrutturazione in vista dei Campionati del Mondo di calcio “Italia ‘90”.

NEL TENNIS, CON PANATTA, ARRIVA UN TIFO DA STADIO

Adriano Panatta, che sapeva esaltare il pubblico del Foro in un tifo quasi calcistico, vince gli Internazionali battendo l’argentino Guillermo Vilas. In quegli anni il tennista romano trascina gli azzurri nella vittoria di Davis in Cile. Tra i giocatori di quella squadra, c’è anche il futuro CT della Nazionale Italiana Corrado Barazzutti. Dal 10 al 13 novembre del 1982, si svolge a Roma la prima Conferenza Nazionale dello Sport voluta dal Governo nella prospettiva di una riforma necessaria dopo i passaggi del 1927 e del 1942. Il tema è “Progetto politico per lo sviluppo dello sport in Italia”. Potrebbe essere una occasione storica ma invece è scontro tra CONI e Regioni. Nel 1983 si disputeranno a Roma anche gli Europei di Nuoto.

Adriano Panatta

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A ROMA, LO SCUDETTO DEL BASKET Un bellissimo Scudetto viene conquistato dalla Capitale nel 1983: è quello del basket, e a vincerlo, 48 anni dopo l’ultimo successo di una squadra romana, è la Virtus, nota allora come Banco di Roma a causa dello sponsor. Leader di quella formazione allenata da Mr Bianchini, è Larry Glen Wright (l’ultimo in fondo nello scatto) che, insieme a campioni come Polesello, Gilardi, Sbarra, Castellano, portò Roma anche alla Coppa Campioni del 1984.

SARA SIMEONI Sara Simeoni, veronese ma romana d’adozione, è una ex atleta italiana di salto in alto. Campionessa olimpica e medaglia d'oro alle XXII Olimpiadi di Mosca nel 1980, è stata primatista del mondo con la misura di 2,01 metri. Quattordici volte campionessa italiana, ha detenuto il primato italiano per 36 anni dal 12 agosto 1971 all'8 giugno 2007.

DANIELE MASALA L’olimpionico di pentathlon moderno, in assoluto il più forte pentatleta azzurro di sempre. Nell’Olimpiade di Los Angeles 1994, fa suo l'oro sia nell'individuale che nella prova a squadre (con gli altri romani Pierpaolo Cristofori e Carlo Massullo). 65


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Agostino Di Bartolomei, Capitano della Roma: nato come centrocampista giocava da centrale di difesa nella Roma del secondo Scudetto. Era dotato di un tiro molto potente e grande acume tattico.

Anche la Lazio, che non vedrà negli Anni ‘80 medesime fortune della Roma, produce grandi campioni nel suo settore giovanile. Nella foto c’è Bruno Giordano uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio italiano. Con lui emergono giocatori come Lionello Manfredonia, Mauro Tassotti e tanti altri.

CAMPIONI DI ROMA

Paulo Roberto Falção, il regista della Roma di Nils Liedholm che praticava la cosiddetta “ragnatela”, un gioco fatto di possesso palla prolungato e brevi fraseggi a centrocampo. Nella foto accanto Bruno Conti, ala. È stato anche, con la Nazionale Italiana, Campione del Mondo in Spagna nel 1982 insieme al centrale di difesa Pietro Vierkowood. La foto di fondo è stata scattata all’ingresso in campo della Roma nel giorno in cui ha festeggiato lo Scudetto con il Torino all’ultima giornata.


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IL BIS GIALLOROSSO

L’

8 maggio 1983, allo Stadio Luigi Ferraris, dopo un pareggio con il Genoa la Roma si laurea per la seconda volta Campione d’Italia, titolo che festeggerà in casa contro il Torino. Della squadra del Presidente Dino Viola, allenata da Nils Liedholm, fanno parte tra gli altri Agostino Di Bartolomei, Carlo Ancelotti, Paulo Roberto Falção, Roberto Pruzzo e il Campione del Mondo Bruno Conti. Per l’occasione, il cantautore Antonello Venditti scrive la canzone “Grazie Roma”. Il 30 maggio dell’anno successivo, allo Stadio

Olimpico si svolge la finale di Coppa dei Campioni tra Roma e Liverpool: i tempi regolamentari terminano in parità (1-1, gol di Neal e Pruzzo), gli inglesi vinceranno ai calci di rigore. La Roma in questi anni magici vincerà anche quattro Coppe Italia. Nella foto grande l’entrata in campo della Roma nel giorno del festeggiamento dello Scudetto contro il Torino. Nelle foto anche tre giocatori simbolo: Falçao, Di Bartolomei e Conti.

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DOPO “ITALIA 90” QUANTI GRANDI EVENTI!

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el 1990 l’Italia ospita per la seconda volta i Campionati del Mondo di calcio. Allo Stadio Olimpico gioca l’Italia. Il 9 giugno contro l’Austria (1-0), il 14 giugno contro gli Stati Uniti (1-0), il 19 giugno contro la Cecoslovacchia (2-0), il 25 giugno gli ottavi di finale contro l’Urugay (20) e il 30 giugno i quarti di finale contro l’Irlanda (1-0). L’8 luglio, l’Olimpico ospita anche la finalissima Germania Ovest-Argentina (1-0): tra i tedeschi il laziale Karl Heinz Riedle e i romanisti Rudi Vöeller e Thomas Bertold. L’Italia, eliminata dall’Argentina a Napoli, arriverà solo terza. Dopo i Mondiali di calcio del 1990, Roma

ITALIA ‘90 Maradona contro la Germania: si consuma la finale dei Mondiali di Calcio in un Olimpico rinnovato. Vince la squadra tedesca su rigore. Per l’Italia un deludente terzo posto.

ospiterà ancora grandi eventi in attesa dell’anno giubilare, il più ricco di soddisfazioni per lo sport capitolino. Nel 1991 si svolgono, per la prima volta a Roma, al Palazzo dello Sport, gli Europei di Basket. L’Italia è travolgente e centra la finale, dove si arrenderà alla Jugoslavia conquistando l’argento. Nell’Olimpiade del 1992 a Barcellona, vince l’oro il Settebello e nella squadra c’è il romano Massimiliano Ferretti. Dall’1 all’11 settembre 1994, al Foro Italico, si svolgono i Campionati del Mondo di Nuoto, pallanuoto, tuffi e nuoto sincronizzato. L’Italia del nuoto chiude con un magro bottino, un solo bronzo conquistato da Lorenza Vigarani nei 200 dorso. Grandi soddisfazioni invece arrivano dalla pallanuoto, con l’oro maschile e il bronzo femminile. Intanto ai Mondiali di Calcio del 1994 vince il Brasile con il campo la stella giallorossa Aldair. Ancora un romanista, stavolta con la Francia, trai Campioni del Mondo del 1998: Vincent Candela. Dal 4 al 16 luglio 1995 si svolge a Roma la prima edizione dei Mondiali Militari: sarà un successo di pubblico e partecipazione. Nello stesso anno nasce la nuova Maratona di Roma: nel giro di pochi anni diventerà la corsa su strada più partecipata d’Italia e una delle maratone più importanti al mondo. Nel 1996 vince l’oro nell’Olimpiade di Atlatanta un romano: nel tiro con la pistola trionfa Roberto Di Donna. Nel 1998 si svolgono per la prima volta a Roma i Campionati Mondiali di Equitazione (FEI World Equestrian Games).


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MONDIALI DI NUOTO 1994, Mondiali d’Oro per il Settebello che strapazza in finale la Spagna. Il Setterosa, invece, conquisterà il bronzo.

FERRARI NEL CUORE DI ROMA Nel 1997 i cinquant’anni della casa di Maranello vengono ricordati allo Stadio dei Marmi con un evento passato alla storia. 500.000 persone per le strade hanno poi accompagnato un corteo di rosse dal Foro Italico a Caracalla.

MARATONA, PRIMA EDIZIONE Nel 1995, la prima edizione della “nuova” Maratona di Roma, la prova sulla distanza divenuta in pochi anni la più partecipata d’Italia. L’1 gennaio 2000 si svolgerà un’edizione speciale con la partenza da Piazza San Pietro.

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29 OTTOBRE 2000 ALL’OLIMPICO, IL GIUBILEO DEGLI SPORTIVI llo Stadio OlimA pico il Santo Padre Giovanni Paolo

Il 29 ottobre del 2000, Anno Giubilare, il Santo Padre ha celebrato il Giubileo degli Sportivi allo Stadio Olimpico, gremito per l’occasione.

II pronuncia la sua omelia di fronte a 70.000 giovani nel corso del Giubileo degli Sportivi. Le sue parole: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”: sono le parole del cieco di Gerico nella vicenda narrata nella pagina evangelica proclamata poc’anzi. Possono diventare anche parole nostre: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”. Fissiamo o Cristo lo sguardo su di Te che offri ad ogni uomo la pienezza della vita. Signore, Tu guarisci e fortifichi chi, fidandosi di Te, accoglie la Tua volontà. Oggi, nell’ambito del grande Giubileo dell’Anno 2000, sono quì radunati idealmente gli sportivi di tutto il Mondo, anzitutto per rin-

novare la propria Fede in Te, unico Salvatore dell’uomo. Anche chi, come l’atleta, è nel pieno delle sue forze, riconosce che senza di Te, o Cristo, è interiormente come cieco, incapace cioè di conoscere la piena verità, di comprendere il senso profondo della Vita, specialmente di fronte alle tenebre del male e della morte. Anche il più grande campione, davanti alle domande fondamentali dell’esistenza, si scopre indifeso ed ha bisogno della Tua luce per vincere le sfide impegnative che un essere umano è chiamato ad affrontare. Signore Gesù Cristo, aiuta questi atleti ad essere Tuoi amici e testimoni del Tuo amore. Aiutali a porre nell’ascesi personale lo stesso impegno che mettono nello sport; aiutali a realizzare un armonica e coerente unità di corpo e di anima. Possano essere, per quanti li ammirano validi modelli da imitare. Aiutali ad essere sempre atleti dello spirito per ottenere il tuo inestimabile premio: una corona che non appassisce e che dura in eterno. Amen».

In panchina, Roma e Lazio insieme. Da sinistra il Professor Andrea Campi e Maurizio Manzini, rispettivamente medico e team manager della Lazio, Fabio capello e Sven Goran Eriksson, i due allenatori e Tonino tempestilli, dirigente giallorosso.


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Francesco Totti, Capitano giallorosso con il laziale Sinisa Mihajlovic nella partita di fronte al Papa.

Alessandro Nesta, Capitano biancoceleste, saluta Papa Woytila.

Tifosi del Papa!

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IL NUOVO MILLENNIO INIZIA COL BOTTO

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CAMPIONI BIANCOCELESTI Lo Stadio Olimpico è in festa per il secondo Scudetto conquistato dalla Lazio nell’anno del suo Centenario. Nello scontorno il capitano di quella squadra, Alessandro Nesta: è il romano che, nella storia, ha vinto di più insieme a Mauro Tassotti.

1 gennaio del 2000, alle ore 12, parte da Piazza San Pietro, dopo la benedizione del Santo Padre, la Maratona di Roma: è il primo evento sportivo internazionale del nuovo millennio che si svolge nel mondo. Il 5 febbraio, allo Stadio Flaminio, l’Italia del rugby fa il suo esordio nel più importante torneo europeo: il “Sei Nazioni”. L’avversario è

mano dei circoli (oltre a quelli già citati vi sono circoli storici come l’Acquasanta, la Società Romana di Nuoto, la Ginnastica Roma, il Roma Polo Club, il Parioli e altri) rappresentano per Roma una grande risorsa sportiva e una fonte inesauribile di campioni. Il 14 maggio, allo Stadio Olimpico, la Lazio allenata da Eriksson batte 3-0 la Reggiana e si laurea per la seconda volta Campione

la Scozia, e a sorpresa l’Italia vince 34-20. Gli Azzurri entrano così nel gotha della palla ovale mondiale. Il 2000 è anche l’anno in cui i circoli di Roma varano “Circoliamo”, manifestazione che coinvolge inizialmente il C.C. Lazio, il C.C. Roma, il C.C. Aniene, il Tevere Remo, il T.C. Parioli e il C.T. Eur. Si aggiungeranno negli anni a seguire circoli come il Tirrenia Todaro e lo Sporting Eur. Il movimento ro-

d’Italia al terzo tempo, in attesa del risultato di Perugia-Juventus, gara interrotta per 45’ a causa della pioggia. I tifosi attendono sul campo, in diretta radiofonica, l’esito dell’incontro. Vincerà il Perugia: Lazio campione d’Italia 1999-’00. Sarà un’epoca d’oro per la Lazio di Cragnotti che vincerà in Italia e in Europa un’onda lunga che arriverà fino ai giorni nostri con il trionfo contro l’Inter in Supercoppa Italiana in Giappo-

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ROMA, TERZO SCUDETTO Lo Stadio Olimpico tinto di giallorosso per il terzo Scudetto conquistato dalla Roma. Nello scontorno, Francesco Totti, un simbolo di Roma e della Roma con la quale ha giocato per tutta la carriera.

RUGBY, L’ITALIA NEL SEI NAZIONI La Nazionale italiana di rugby festeggia la vittoria contro la Scozia all’esordio nel “Sei Nazioni” avvenuto nel 2000.

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Alessia Filippi

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ROMA 09, MITI AL FEMMINILE La nuotatrice romana Alessia Filippi, vincitrice dell’oro sui 1500 stile libero e del bronzo sugli 800 stile libero ai Mondiali di Nuoto Roma09. A destra Federica Pellegrini è oro nei 200 e 400 stile libero. Tra gli uomini cresce il mito di Michael Phelps che a Roma conquista 5 ori e un argento.

MITI A ROMA

Federica Pellegrini

Presidente è Franco Sensi al quale succederà dopo qualche anno la figlia Rosella. La Roma, ai giorni nostri, ha vinto 3 Scudetti, 9 Coppa Italia, 2 Supercoppa Italiana, 1 Campionato di Guerra e 1 Coppa delle Fiere. E nel 2002 un giocatore giallorosso, Cafù, diventa Campione del Mondo con il Brasile. Una nuova svolta nella storia della Virtus Roma di Basket arriva nel 2000: dopo un campionato decisamente deludente, venne completato il passaggio di proprietà della società nelle mani dell'imprenditore romano Claudio Toti. Roma è sempre più la Capitale italiana dello sport, e la credibilità della città in fatto di organizzazione di grandi eventi è un fatto assodato a livello internazionale. Così come gli atleti capitolini regalano grandi soddisfazioni allo sport italiano. Nel 2001, all’Acquacetosa, si svolge la 17^ edizione dei Deaflympics, i “Giochi olimpici” riservati agli atleti sordi. Nel 2005, a

ne. Ad oggi i biancocelesti hanno dunque vinto: 2 Scudetti, 5 Coppe Italia, 3 Supercoppe Italiane, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa delle Alpi e 1 Campionato di Guerra. Il 17 maggio, al Palazzo dello Sport, la Piaggio Roma volley conquista lo Scudetto nella pallavolo, il terzo di una squadra romana. A giugno, allo Stadio Flaminio, la Rugby Roma conquista il suo quinto Scudetto e a settembre, a Sydney, l’Italia conquista la prima storica medaglia d’oro nel nuoto. A riuscire nell’impresa è Domenico Fioravanti, ranista piemontese in forze al Circolo Canottieri Aniene, che conquista l’oro nei 100 rana. Tre giorni più tardi vince l’oro anche nei 200 rana. Dopo la “sbornia” di trionfi delle squadre romane nel 2000, il nuovo decennio inizia con un’altra importante vittoria. Il 17 giugno, allo Stadio Olimpico, la Roma allenata da Fabio Capello batte 3-1 il Parma conquistando il terzo Scudetto della storia.

Gli internazionali di Tennis del 2009 vedono ancora il trionfo di Rafa Nadal, re della terra rossa. È anche l’anno della nascita del nuovo centrale del tennis al Foro Italico e della consacrazione del tennis femminile che si afferma in Fed Cup con due stelle come Flavia Pennetta e Francesca Schiavone.

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Varsavia, la pentatleta romana Claudia Corsini vince il titolo mondiale: è la prima e unica volta in assoluto di un’italiana sul tetto del mondo. Nel 2002 gioca a Roma un simbolo della Nazionale di rugby. Andrea Lo Cicero, nato a Catania da famiglia che vantava ascendenze nobiliari, da cui il soprannome“Barone” con il quale veniva chiamato, è il pilone della Lazio, squadra che allerà anche dal 2002 al 2004. Capitano, giocatore! Nel 2004 il Setterosa vince l’oro nella pallanuoto con due romane in squadra: Tania Di Mario e Martina Miceli, sorella di Matteo che ama sfidare gli oceani in solitaria ten-

tando record di traversata. Nel 2005 nasce il Club dei Circoli Sportivi Storici di Roma, la cui presidenza va ad Antonio Buccioni. Il 26 novembre del 2005, il pugile romano d’adozione Vincenzo Cantatore perde ai punti contro Nelson per il Mondiale dei Massimo Leggeri al Palazzetto dello Sport, conquistando poi l’Europeo nello scenario del Colosseo contro l’ucraino Gurov. La scuola dei pugili romani, sull’onda di Leone Jacovacci, Enzo Fiermonte, Urbinati, Berardinelli, Venturi, Jannilli, prosegue con Domenico Spada, Emanuele Della Rosa, Daniele Petrucci su tutti. Fiorente anche

A ROMA, ANCORA CHAMPIONS Per la quarta volta nella sua storia, Roma ospita la finale del massimo torneo continentale di calcio: era successo il 25 maggio del 1977 (Liverpool-Borussia 3-1), il 30 maggio 1984 (Roma-Liverpool 1-1, 3-5 dcr), il 22 maggio 1996 (Juventus-Aiax 11, 4-2 dcr). il 27 maggio 2009 va in scena Manchester Utd-Barcelona, 2-0 per gli spagnoli, gol di Eto’o e Messi.

I MONDIALI DI VOLLEY Dal 4 al 10 ottobre 2010 a Roma si svolge la fase finale dei Campionati del Mondo di pallavolo. L’Italia chiuderà al quarto posto, battuta nella finalina dalla Serbia. La delusione azzurra è compensata dal tutto esaurito registratosi per semifinali e finali. Nell’Italia gioca anche il palleggiatore Ivan Zaytsev proveniente dalla M.Roma Volley del Presidente Massimo Mezzaroma che proprio per i Mondiali ha ricoperto la carica anche di Presidente del COL di Roma.


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SEI NAZIONI. ITALIA-FRANCIA L’Italia, è il 2011, batte la Francia nel Sei Nazioni allo Stadio Flaminio. Dopo la partita di Grenoble del 1997 che le valse, proprio battendo i transalpini, l’ingresso nell’allora Cinque Nazioni, gli azzurri tornano a vincere contro i francesi. Tra gli azzurri il romano Valerio Bernabò.

sentato una grande risorsa per lo sport: oggi, al 2011, insistono sul Tevere, oltre all’Aniene, il Circolo Canottieri Lazio (Presidente Alfonso Rossi), il Circolo Canottieri Roma (Andrea Tinarelli), il Circolo Canottieri Tirrenia Todaro (Paolo Bartoletti), il Reale Circolo Canottieri Tevere Remo (Luigi Barone). Ma, facciamo un passo indietro al Mondiale di Calcio di Germania del 2006: l’Italia lo vince (e sono quattro!). Nella comitiva azzurra ci sono anche Simone Perrotta, Daniele De Rossi e Francesco Totti colonne della Roma e della Nazionale. Tra i laziali Massimo Oddo e Angelo Pe-

l’attività di organizzazione su Roma grazie a nomi come Franco Cherchi e Davide Buccioni. Nel 2006, nella Capitale arriva un “ciclone”: si tratta di Federica Pellegrini, la più forte nuotatrice azzurra di sempre e tra le più forti al mondo della storia. A portarla a Roma è Giovanni Malagò, Presidente del Circolo Canottieri Aniene. I circoli canottieri storici continuano, dunque, a scrivere la leggenda dello sport a Roma. In un lungo filo ininterrotto che ha percorso la vita dello sport a Roma e questo speciale. Il fiume ha sempre rappre-

ROMA POLO FIERISTICO E CONGRESSUALE Oltre ai Grandi Eventi Roma ospita grandi appuntamenti fieristici o congressuali, come nel caso -nella fotodel Big Blue, del Motodays, di Roma Cavalli (consumati alla Fiera di Roma) e tanti altri momenti sportivi e culturali che si consumano nella Capitale. 78


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LAZIO, È COPPA ITALIA ruzzi, portiere biancoceleste, che dopo pochi anni entrerà nel settore tecnico dell’Under 21 sostituendo un altro giocatore di militanza biancoceleste: Pierluigi Casiraghi. Le partite, non solo dell’Italia, sono trasmesse live a Piazza di Siena nel corso della manifestazione FIFA Fan Fest. Migliaia i partecipanti di tutte le nazionalità. Nel 2006 l’autodromo di Vallelunga, da lui progettato nel 1950, viene intitolato a Piero

Taruffi di Albano Laziale. Eccellente pilota di auto e moto, recordman, collaudatore e progettista, il suo palmarès è talmente vasto da poter essere confrontato solamente con quello dei più grandi piloti di tutti i tempi. Oltre ad aver conquistato diversi record mondiali di velocità, ha progettato importanti innovazioni tecniche e contribuito allo sviluppo di svariati prototipi, tra i quali la celeberrima “Rondine”, considerata la pri-

2008, la Lazio vince la Coppa Italia allo Stadio Olimpico contro la Sampdoria. 1-1 il risultato e 6-5 per i biancocelesti dopo i calci di rigore. A seguito della gara i biancocelesti disputeranno in Cina la finale di Supercoppa Italiana contro l’Inter di Mourinho, riportanto a casa il pestigioso trofeo.

ROMA LASSÙ La Roma, ormai stabilmente ai vertici, ha vinto due Coppe Italia consecutive (2006/07 e 2007/08), conquistate entrambe in finale contro l'Inter ed una Supercoppa italiana nel 2007.

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- 150° anniversario Unità d’Italia nel nuoto. E il 17 luglio 2009 iniziano a Roma i Mondiali di nuoto, pallanuoto, tuffi, sincronizzato e nuoto in acque libere. Il 25 luglio, nella acque di Ostia, il romano Valerio Cleri vince l’oro nella prova di 25 chilometri. Nel 2009 arrivano gli Harlem Globetrotters al Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano. Lo stesso giorno, la romana Federica Vitale conquista il bronzo sempre nella 25 chilometri. Il 28 luglio, allo Stadio del Nuoto, davanti a 14.000 spettatori, Alessia Filippi vince l’oro nei 1500 stile libero. Il 27 settembre, allo Stadio “Steno Borghese” di

ma motocicletta dell'era moderna. Pur ritenendosi maggiormente portato verso le corse in moto, Taruffi è riuscito a conquistare la vittoria nelle tre più importanti gare mondiali automobilistiche su tracciato stradale: la Targa Florio nel 1952, la Carrera Panamericana nel 1951 e la Mille Miglia nel 1957. Quest'ultima, segnò il suo ritiro dalle corse, a cinquantanni suonati. Il 16 agosto 2008, a Pechino, la nuotatrice Alessia Filippi vince l’argento olimpico negli 800 stili libero: è la prima volta che una romana conquista una medaglia olimpica

IL CONCORSO IPPICO SULLE ALI DELLA STORIA Il Concorso Ippico Internazionale di Piazza di Siena è un appuntamento storico dello sport romano. La prima edizione si svolse nel 1922.

SPORT DA SABBIA Dal Circo Massimo con l’Eurocup 2010 di beach soccer ai Mondiali di Bech Volley di giugno 2011 nella cornice del Foro Italico, passando per lo Swatch FIVB Tour: gli sport da spiaggia sono sempre più svolti all’interno della città.

A ROMA ESPLODE LA PASSIONE FITNESS Da qualche anno a Roma è passione fitness. Dal Festival del Fitness a Mondo Fitness sono vari gli appuntamenti dell’estate romana.

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spq ort Nettuno, si disputa la finale del Campionato del Mondo di Baseball. Il pilota romano Giancarlo fisichella, intanto, viene chiamato dalla Ferrari. Dal 10 al 24 ottobre 2010 l’Italia ospita il Campionato del Mondo di Pallavolo maschile. Al PalaLottomatica di Roma si svolgono le fasi finali, e l’Italia chiude al quarto posto sconfitta dalla Serbia nella finalina. Nel quartiere Laurentino viene inaugurato, alla presenza del Sindaco di Roma Gianni Alemanno, il più grande bocciodromo esistente in Italia. A Piazza Mancini, intanto, nasce Axel, la pista del ghiaccio della Capitale, proprio mentre Carolina Kostner incanta al PalaLottomatica. Sempre nel 2010 Roma ospita la Coppa dei Campioni di basket in carrozzina.

CORSE SU STRADA Roma è la città del podismo. Le corse su strada si moltiplicano. Le più note sono la Maratona di Roma e la Roma-Ostia, la mezzamaratona più partecipata d’Italia (foto a sinistra) con circa 10.000 iscritti. Sullo sfondo il PalaLottomatica, già Palaeur dove oggi gioca la Virtus Roma di Basket. Ma tante sono le cittadine che non celano passione e fantasia: come nel caso della Corsa Futurista (foto in alto) che vede correre centinaia di maratoneti con una luce sulla testa. Luce, simbologia cara proprio ai futuristi di Marinetti.

GIRO D’ITALIA. TAPPA DEL CENTENARIO Nel 2009 il Giro d’Italia del Centenario fa tappa finale a Roma. Vince Denis Menchov. Si aggiudica il Giro, pur rischiando di perderla a favore di Danilo Di Luca per una caduta nell'ultima cronometro proprio nella tappa finale romana.


- 150° anniversario Unità d’Italia Internazionali di Tennis, dal Golden Gala di Atletica Leggera che vede campioni del calibro di Bolt e Powell battersi sulla pista in tartan dell’Olimpico, alla Coppa Italia di Calcio che si gioca ormai stabilmente a Roma di fronte al Presidente della Repubblica, dal Sei Nazioni di Rugby alle principali corse su strada quali la Roma-Ostia la mezza più partecipata d’Italia, la corsa di Miguel o la Corsa dei Santi, dal Roma Seven torneo di rugby a 7 neo disciplina olimpica, all’Eurocup di Bech Soccer fino a le tante classiche di tutte le discipline: nel ciclismo, ad esempio, il Gran Premio Liberazione, per l’ippica il Derby del Trotto, passando per i grandi appuntamenti del Fitness romano: dal Festival nel Foro Italico a Mondo Fitness nell’area di Tor di Quinto. Tanti anche gli eventi unici cui si è fatto riferimento nel corso di questo speciale e gli eventi considerati “pilota”, che rappresentano, cioè, una prima volta nel panorama romano: è stato il caso del FIFA-

Max Biaggi, nato a Roma nel 1971, pilota motociclistico italiano, è 4 volte Campione del Mondo nella Classe 250 dal 1994 al 1997 e Campione Mondiale Superbike nel 2010. È entrato nella storia del motociclismo sportivo proprio diventando il primo italiano a vincere il mondiale Superbike. Dalle moto alle biciclette: Menchov è il vincitore del Giro d’Italia 2009, il Giro del Centenario che vede la 21a e ultima tappa disputarsi a Roma (cronometro individuale). Roma è sempre più Capitale dello Sport con i Grandi Eventi che ogni anno la caratterizzano: dal Concorso Ippico di Piazza di Siena agli

PERCORSI MUSEALI In occasione dei Festeggiamenti del Cinquantenario di Roma 1960, è stato allestito al Foro Italico un “Percorso Museale Olimpico”: immagini e memorabilia riferiti ai Giochi della XVIIa Olimpiade. Contemporaneamente al MAXXI, unitamente alla mostra dell’architetto Luigi Moretti, il museo delle Arti di Roma ha dedicato uno spazio sempre a Roma ‘60.

A ROMA È GRANDE BOXE Roma ha visto il rifiorire di grandi eventi di boxe grazie a organizzatori come Cherchi e Buccioni e pugili come Emanuele Della Rosa (nella foto intervistato sul ring dal giornalista RAI Mario Mattioli e dal campione Nino Benvenuti, oggi commentatore Tv), Domenico Spada, Daniele Petrucci.

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GIORNATA DELLO SPORT Non solo sport di vertice. Si è svolta a Roma la Giornata dello Sport prima a Piazza del Popolo e ai Fori Imperiali poi. Migliaia di sportivi hanno potuto usufruire gratuitamente delle strutture allestite dal Comune di Roma, oggi Roma Capitale, in collaborazione con i municipi e il CREPS.

ATLETA DELL’ANNO Dal 2009, il Campidoglio ha istituito il Premio Atleta dell’Anno. Numerosi gli atleti dello sport professionistico e di quello dilettantistico che ritirano il prezioso riconoscimento.

ti di solidarietà anche il Progetto Filippide, la Run for Food, Blode Runner, corri per donare il sangue, la Race for the cure, Vampiri dello Sport, Vivicittà, corsa che pone l’accento sull’abbattimento delle barriere raziali. Una edizione della corsa si è svolta anche tra i campi profughi del Libano. Roma vive anche una seconda giovinezza per quanto riguarda eventi di grande boxe mentre la stampa annuncia, nel 2011, anche i Mondiali di Pesca Sportiva, la tappa del Giro d’Italia donne e la finale Scudetto della Pallavolo.

Fan Fest, già ampiamente descritto nelle pagine appena trascorse, la Red Bull X-Fighters Word Tour 2010 e 2011, la corsa Roma No-Limits, percorso cittadino di maratona estrema, la Corsa Futurista in onda di notte al Circo Massimo, il Galà di Trotto corsa di gruppo 1 nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario dell’apertura dell’ippodromo di Tor di Valle, l’evento Roma scende in campo con i giocatori di Roma, Lazio e Virtus pronti a sfidarsi a basket e calcetto al PalaLottomatica e pronte altresì a impegnarsi sul fronte della fame nel mondo: tra gli even-

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DAL 1960 AL 2020 Nella foto grande, il Sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemannno, annuncia alla cittadinanza e alla stampa il contenuto del dossier per la candidatura di Roma 2020. Nello scatto più piccola, il giorno in cui è stato ricordata in Campidoglio l’Olimpiade del 1960 a cinquant’anni di distanza. Da sinistra, nel momento in cui vengono idealmente liberate le colombe simbolo dei cinque continenti, Alessandro Cochi Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale, Gianni Petrucci Presidente del CONI, Gianni Alemanno Sindaco di Roma, Franco Carraro Presidente del Comitato dei festeggiamenti per il Cinquantenario di Roma ‘60 e Mario Pescante Vicepresidente del CIO e futuro Presidente del Comitato Promotore di Roma 2020.

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spq ort GIOVANI SPORTIVI CRESCONO È l’Assessorato alla Famiglia e alla Scuola di Roma Capitale (nella foto l’edizione del 2010 allo Stadio dei Marmi per un evento fortemente voluto dall’allora Assessore On. Laura Marsilio) a organizzare una giornata di sport per le scuole (Ludi Motorii). Iniziative analoghe anche grazie al CONI Provinciale del Presidente Riccardo Viola. Eventi che ricordano i gloriosi Campionati Studenteschi e i Giochi della Gioventù. Perché non solo lo sport di vertice è protagonista, ogni giorno, nei luoghi magici del Foro e nella città di Roma.

THE X-FIGHTERS Nel 2010 si è svolto allo Stadio Flaminio. Nel 2011 all’Olimpico: si tratta della Red Bull X-Fighters. Le evoluzioni delle moto lasciano incantati migliaia di spettatori.


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GLI STATI GENERALI DELLA CITTÀ. IL PARCO FLUVIALE È alla fine di febbraio che, al Palazzo dei Congressi dell’Eur, sono indetti gli Stati Generali della Città, una due giorni congressuale in cui sono definiti gli obiettivi strategici per il rilancio della Capitale. Lo sport è protagonista e uno dei progetti di maggior spessore è rappresentato dal Parco Fluviale che prevede di “restituire” ai romani 12 km di fiume dalla diga di Castel Giubileo al Foro Italico, garantendo l’accesso al fiume, rendendolo navigabile e potenziando la vocazione sportiva dell’area in vista dell’Olimpiade del 2020. Il fiume è considerato, nel progetto, anche una cerniera ambientale tra i parchi e le ville che insistono nel quadrante. Importante anche il progetto della città dello sport di Tor Vergata.

ALLA PRESIDENZA DEL COMITATO ROMA 2020 Il Presidente del CONI Gianni Petrucci è accanto a Mario Pescante, Vicepresidente CIO, durante gli Stati Generali di Roma, nel corso dei quali è stato dato l’annuncio della nomina di Pescante a Presidente del Comitato Promotore di Roma 2020.


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Ma Roma è, oltre allo sport di vertice, anche una città in cui viene fatto e organizzato anche tanto sport di base e a livello giovanile. Moltissimo gli eventi che hanno riguardato i più giovani: dalla festa del mini-volley che ha visto migliaia di bambini giocare a Via dei Fori Imperiali, ai Ludi Motorii, dal Meeting Nazionale delle Società Giovanili di Ciclismo che ha portato a Roma ragazzi dai 7 ai 14 anni, ai giovani schermidori che, per un giorno, sono stati protagonisti in Campidoglio con “Stoccate vincenti”, evento che ha riportato a Roma il campione di scherma Edoardo Mangiarotti, dalle Ponyadi, protagonisti cavalieri e amazzoni dai 5 ai 14 anni, ai progetti e convenzioni che Roma Capitale ha attivato con le varie università romane. Tra sport di vertice e pratica di base, nel maggio del 2010, infine, Roma si è candidata ad ospitare i Giochi Olimpici e Paralimpici estivi del 2020. Roma è sempre più Capitale dello Sport.

E LE ROMANE CHIEDONO GLI STADI Era una vecchia idea del Presidente della Roma Dino Viola che voleva un impianto di proprietà alla Magliana. Lo è stata anche del Presidente della Lazio Sergio Cragnotti. Anche l’attuale numero uno biancoceleste, Claudio Lotito ha presentato alla stampa un progetto (nella foto in alto) di una cittadella dello sport in cui possano convivere uno stadio da circa 40.000 spettatori, i servizi ad esso collegati per una struttura vissuta dai tifosi sette giorni su sette e dalle società consorelle della Polisportiva Lazio. Anche in casa giallorossa Rosella Sensi aveva presentato il suo progetto: uno stadio che inevitabilmente avrebbe dovuto prendere il nome del compianto papà Franco. Ed anche i nuovi proprietari della società giallorossa, facenti capo alla cordata guidata da Thomas Di Benedetto (nello scontorno a destra), ha messo la patrimonializzazione proveniente dallo stadio di proprietà al primo posto insieme al rilancio del marchio Roma e del merchandising. I tifosi, quelli giallorossi e quelli biancocelesti, sono alla finestra in attesa che sia scritto un altro capitolo sportivo di una saga straordinaria legata al nome delle due società capitoline.

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il canto degli italiani (TESTO DI GOFFREDO MAMELI - MUSICA DI MICHELE NOVARO) Fratelli d'Italia l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. Schiava di Roma è la Vittoria e la Coorte è la decima parte della legione romana. Il richiamo ai fasti dell’antichità e alla forza di Roma è prorompente. Il poeta si riferisce anche all'uso antico di tagliare le chiome alle schiave per distinguerle dalle donne libere che portavano invece i capelli lunghi. Dunque la Vittoria deve porgere la chioma perché le venga tagliata quale schiava di Roma sempre vittoriosa. Il poeta, quando fa riferimento alla morte fu coerente con le sue parole.

Il riferimento è a Scipione l’africano, stratega romano che si batté a Zama con Annibale nel 202 a.C.

Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte siam pronti alla morte l'Italia chiamò. Noi siamo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera, una speme:

Mameli sottolinea il fatto che l'Italia non è unita. All'epoca infatti (1848) era ancora divisa in sette Stati. Ci si riferisce al simbolo e al tricolore della Repubblica Cispadana. Nacque nel 1797 a Reggio Emilia.

di fonderci insieme già l'ora suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte l'Italia chiamò. Uniamoci, amiamoci, l'Unione e l'amore rivelano ai Popoli le vie del Signore;

La citazione riporta alla battaglia di Legnano dove i comuni italiani batterono Federico Barbarossa nel 1176.

giuriamo far libero il suolo natìo: Uniti per Dio chi vincer ci può? Stringiamci a coorte siam pronti alla morte l'Italia chiamò. Dall'Alpi a Sicilia dovunque è Legnano, ogn'uom di Ferruccio ha il core, ha la mano.

Giovan Battista Perasso, detto Balilla, è una popolare figura storica di patriota della Genova del Settecento. Incitò il popolo contro gli austriaci. Il ragazzo quattordicenne, con il lancio di una pietra, diede inizio alla rivolta popolare il 5 dicembre 1746.

Religione e liberismo: il testo riprende le idee di Vincenzo Gioberti.

Francesco Ferrucci si batté contro Carlo V e gli spagnoli nell’assedio della Repubblica fiorentina nel 1530.

i bimbi d'Italia si chiaman Balilla, il suon d'ogni squilla i Vespri suonò.

Palermo, nel 1282 combatte contro gli angioini nel giorno dei Vespri Siciliani. La squilla è la campana.

Stringiamci a coorte siam pronti alla morte l'Italia chiamò. Son giunchi che piegano le spade vendute: già l'Aquila d'Austria le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, il sangue Polacco, bevé, col cosacco, ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte siam pronti alla morte l'Italia chiamò

Le spade vendute sono truppe mercenarie di occupazione, truppe deboli come giunchi. L’aquila d’Austria è simbolo degli Asburgo. Mameli sottolinea fortemente questa strofa. Insieme con la Russia (il cosacco), l'Austria aveva crudelmente smembrato la Polonia. Ma il sangue dei due popoli oppressi si fa veleno, che dilania il cuore della nera aquila d'Asburgo.


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L’INNO NAZIONALE ENTRA NEGLI STADI

I

l Canto degli Italiani, conosciuto anche come Inno di Mameli o anche Fratelli d'Italia, dal suo verso introduttivo, è l'inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005. Nell'autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l'idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l'inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul Piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci. Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell'aria: era stata abolita una legge che vietava assembra-

menti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l'inno e l'impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell'Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l'inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento. Ma tanti anni dopo, sfumata la passione risorgimentale, l’inno è caduto in disgrazia. In pochi a conoscerlo. Oggi, per fortuna, tutto ciò è sempre più un ricordo: l’inno si conosce si canta e tanto anche per merito dello sport (ahinoi). I leoni del rugby, la Nazionale di Calcio e alcune curve nostrane lo hanno cantato e “insegnato” per anni a molti distratti cittadini...

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Il simbolo dei festeggiamenti Tre bandiere tricolore che sventolano a rappresentare i tre giubilei del 1911, 1961, 2011, in un collegamento ideale tra le generazioni: è il logo del 150º Anniversario dell'Unità d'Italia. Il logo è pensato per essere una immagine-segnale che ricordi il coraggio, il sogno, la gioia profondamente umana che accompagnò i fatti che portarono all'Unità d'Italia: per tirarli fuori dai libri di Storia e trasformarli in emozione ancora attuale. Un logo allegro, positivo, vivo. Scendendo dai motivi ideali più nel dettaglio grafico, "la forma della bandiera è il risultato di uno studio che integra le suggestioni di festa, di vele gonfie e di volo d'uccello. Con la reiterazione della forma, si accentua il senso di coralità". Quanto al percorso di creazione del logo, "si parte dall'indagine sui simboli sedimentati, primo fra tutti: il tricolore, declinato in una composizione piena di energia, che evoca lo sventolare di bandiere in festa". Inoltre, "il logo si presta ad essere facilmente adottato all'interno dei tanti progetti in corso di svolgimento nel Paese, senza invadere la specificità di ogni manifestazione".


SPQR SPORT, il nuovo mensile voluto dall’Ufficio Sport del Comune di Roma è sfogliabile anche online sul sito www.spqrsport.it SPQR SPORT sarà presto presente anche nei principali social network ed inviato tramite newsletter. Un modo per raggiungere una fetta quanto più ampia della popolazione capitolina. Internet garantisce un’importante diffusione parallela rispetto al prodotto cartaceo che rispetta i canali classici della diffusione freepress: la rivista è distribuita in occasione dei grandi eventi sportivi della capitale e anche sul territorio grazie alla scelta di un esercizio commerciale (edicole, bar, etc) nelle piazze più importanti dei 19 municipi romani. L’elenco è consultabile sul web.


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