Spqr Sport n. 3 - 2012

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ROMA CAPITALE I G R A N D I EVENTI

Come ogni anno ritorna la stagione dei Grandi Eventi che rappresentano il fiore all’occhiello dell’offerta sportiva della città di Roma che per trecentosessantacinque giorni l’anno vede le sue squadre di tutte le categorie e i suoi campioni allenarsi e impegnarsi in appuntamenti ufficiali mentre i cittadini inseguono movimento e benessere nella città più verde d’Europa. Una città a vocazione sportiva che proprio nei mesi primaverili si rifà il trucco e propone eventi di caratura internazionale come il Concorso Ippico di Piazza di Siena e la finale della coppa Nazionale di Calcio che si gioca di fronte al Presidente della Repubblica, gli Internazionali di Tennis e il Golden gala di Atletica Leggera che seguono il Sei Nazioni e la Maratona di Roma che ci siamo appena lasciati alle spalle.

Spqr Sport rivista ufficiale roma Capitale, Dipartimento Sport Delegato alle Politiche Sportive Alessandro Cochi Direttore Bruno Campanile Mensile di informazione a distribuzione gratuita Reg. Trib. di Roma n. 21 del 27-01-10 ANNO III Numero 3_2012 Numero marzo Chiuso in tipografia il 2 aprile 2012

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Editore Alfacomunicazione Srl Via del Giuba, 9 - 00199 Roma Direttore Responsabile Fabio Argentini Hanno collaborato Alberto Abbate, EquiEquipe/Luca Protetti, Federico Pasquali, Laura Paterno, Maurizio Tecardi, Caterina Vagnozzi, Elena Viola Foto Campidoglio, Ufficio Fotografico Getty Images Stefano Grasso Redazione Dipartimento Sport Via Capitan Bavastro, 94 - 00154 Roma tel. 06671070315 fax. 06671070364 e-mail: redazione@spqrsport.it - grafica@spqrsport.it Art Director Alberto Brunella Stampa Stab. Tipolitografica Quintily Srl - Roma

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ROMA CAPITALE DELLO SPORT


I GRANDI EVENTI LA MARATONA DI ROMA 2012

MAI COSÌ GRANDE! RECORD DI ARRIVATI ALLA MARATONA DI ROMA ACEA 2012: 12.688. APPUNTAMENTO AL 17 MARZO 2013 PER LA 19ª EDIZIONE Record doveva essere e record è stato. Sono stati 12.688 gli atleti che hanno tagliato il traguardo della 18ª Maratona di Roma Acea in Via dei Fori Imperiali. Il record precedente, che risaliva all'edizione del 2011 con 12.611 atleti arrivati, è stato superato di 77 maratoneti. Gli uomini sono stati 10.353, le donne 2.335. Gli italiani sono stati 7.331, gli stranieri 5.357. A questo dato vanno aggiunti anche i 49 disabili arrivati al traguardo, per un totale di 12.737. Si tratta dell'evento sportivo italiano più partecipato di tutti i tempi. Un record che da domani sarà un obiettivo da migliorare nell'edizione numero 19: l'appuntamento è per il 17 marzo 2013. Per ciò che concerne l’aspetto sportivo, doppia vittoria keniana. Il 24enne keniano Luka Lokobe Kanda ha vinto in 2h08'04”, mentre la 34enne Hellen Kimutai ha tagliato il traguardo in 2h31'11”.

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UN FENOMENO MEDIATICO • 589 articoli (quotidiani quotidiani on line nazionali e internazionali, agenzie di stampa) • 4 ore di diretta La7 (quasi 200.000 di media, 467.000 il picco, 2,5 milioni di contatti) • 3 ore di diretta internazionale in 73 nazioni • 18 news su Tg nazionali • 11 news su tg internazionali • 8 minuti su Matrix (canale 5) • il 18 aprile ESPN Latinoamerica fa un docufilm di 30 minuti • Rtl trasmetterà un documentario di 20 minuti sulla gara disabili a maggio • Sky trasmetterà ad aprile un documentario di 30 minuti sulla gara disabili • Un film USA per il cinema uscirà nel 2013 • 8414 fans su facebook • 1.427 persone parlano dell'evento su Facebook • Oltre 5.000 foto su Internet pubblicate il giorno della gara

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oma è l’unica città italiana che ha almeno una squadra nella massima serie in tutti gli sport di squadra più importanti: due squadre di calcio maschili, due femminili, due squadre di calcio a cinque (maschile e femminile), quattro squadre di Hockey prato (tre maschili e una femminile), una squadra di pallamano (femminile), una squadra di Rugby (maschile), una nel volley (maschile), una nel basket (maschile) più una squadra di calcio a cinque a Fiumicino e una di pallanuoto a Civitavecchia. E poi circoli discipline storiche come il nuoto, l’hockey che vivono momenti importanti. Un “primato” che poche volte viene preso in considerazione, mentre il dato è davvero esaltante in quanto fa riflettere su quanto sia diversificata l’attività sportiva di vertice a Roma. Centinaia, solo se si considerano le iniziative sportive e non i campionati delle serie minori delle diverse discipline sportive. Oltre 150 le corse su strada che si sono svolte solo nel 2011, con numeri importanti in quanto a partecipanti. Numeri importanti anche per i raduni dei cicloamatori, delle gare e dei trofei di nuoto, sempre in crescita, degli incontri di pugilato e delle rassegne di sport da combattimento e arti marziali, i tornei di tennis, di calcio a cinque, i meeting internazionali di pentathlon moderno, badminton, hockey prato e a rotelle. Calcio, calcio a cinque, pallavo-

lo, basket, pallanuoto, rugby, pallamano. Ai campionati per ragazzi e ragazze dai 6 anni in su, quindi fino agli over, partecipano decine di migliaia di sportivi romani. Ogni anno, infatti, si svolgono migliaia di partite organizzate dalle federazioni territoriali e dagli enti di promozione sportiva. All’attività di vertice e di base si associano i cosiddetti “Grandi Eventi” che possono essere divisi sommariamente tra: Eventi tradizionali, Grandi Eventi Unici e Eventi Pilota.

GLI EVENTI TRADIZIONALI

Si tratta dei cosiddetti Grandi Eventi che si ripetono ogni anno. Cronologicamente la stagione prende il via con il Torneo delle Sei Nazioni di rugby, che ormai dal 2000 vede la Nazionale infiammare gli spettatori dello Stadio Flaminio. L’edizione 2012 si è svolta allo Stadio Olimpico con una grandissima partecipazione di pubblico. A marzo c’è la Maratona di Roma capofila delle corse su strada che nella Capitale rappresentano una tradizione: si distinguono, in particolare, le altre due gare più partecipate d’Italia sulle rispettive distanze, la mezza maratona Roma-Ostia e la Corsa di Miguel di dieci chilometri. Altre corse di grande richiamo, di diritto tra i Grandi Eventi della Capitale, sono la Race for the cure, la Run for Food e la Corsa dei Santi. Dalle strade della Città

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Il grande successo di partecipazione in occasione delle fasi finali dei Mondiali di Volley 2010. E nel 2011, la Itas Diatec Trentino vincerà contro la Bre Banca Lannuti Cuneo (3-0 per Trento) nella finale di Coppa Italia disputata sempre al Palalottomatica.

Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno partecipa, al Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano, ad una kermesse di arti marziali organizzata da un ente di promozione sportiva, l’Endas. Il connubio tra movimento di base e di vertice è alla base del successo sportivo della nostra città.


I GRANDI EVENTI LE CLASSICHE DI PRIMAVERA A CAPANNELLE

L’IPPICA CERCA DI USCIRE DALLA CRISI Una risposta alla crisi economica dell’Ippica che ha portato all’interruzione delle corse a Roma e in Italia, forma di protesta che già vide gli ippici protagonisti nel 2008, arriva proprio dall’impianto romano di Capannelle che, nonostante le difficolta di questo periodo in tutto il settore, rilancia con un interessante e prestigioso programma di manifestazioni. La primavera è senza dubbio la stagione più importante nel calendario del galoppo romano. È il momento in cui i cavalli di 3 anni, nel pieno della maturazione, e gli anziani di valore (quattro anni ed oltre) vengono chiamati a compiere grandi imprese e a scrivere i loro nomi negli albi d’oro delle corse più importanti. L’ippodromo Capannelle è storicamente il palcoscenico principale della stagione delle “classiche”, mettendo in cartellone alcune delle più importanti giornate di corse del programma nazionale. Tra aprile e maggio si condenseranno le prove più selettive che hanno fatto la storia del nostro turf: il Premio Parioli, il Premio Regina Elena, l’imperdibile Derby Italiano Better con tutto il suo corollario di eventi, di mondanità e di costume e il Premio Presidente della Repubblica GBI Racing che fa gola ai cavalli di tutta Europa. La novità di quest’anno riguarda proprio il 129° Derby Italiano Better che torna a disputarsi di domenica e alla fine di maggio, il 20. Il Derby è il traguardo più ambito per i cavalli di tre anni: un’occasione che capita una sola volta nella vita.

Luca PROTETTÍ EquiEquipe

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STORIA DEL DERBY La parola Derby è diventato sinonimo di sfida per eccellenza non solo nel mondo dell’ippica che l’ha coniata. La corsa, detta anche Nastro Azzurro, nasce circa 250 anni fa in Inghilterra, quando mister Stanley, dodicesimo conte di Derby, vinse la sfida con lord Bumbury per dare il nome ad una nuova grande corsa riservata ai soli cavalli di tre anni sui 2.400 metri. Una distanza quasi corta per i tempi di allora ma poi diventata “classica” per eccellenza. Fu scelto Epsom come fascinoso scenario, proprietà immensa del Conte di Derby. Da allora il suo nome è legato a quella corsa, che nei diversi paesi del mondo, mette a confronto i migliori cavalli di tre anni. Il primo Derby in Italia si è corso il 21 aprile 1884 ed è stato vinto da una femmina: Andreina, di proprietà dell’inglese Thomas Rook. Dal 1926, anno d’inaugurazione del “nuovo ippodromo” Capannelle, si corre sullo stesso percorso con la sola interruzione per due anni durante la Seconda Guerra Mondiale. La corsa, fino ai primi anni ’80, era riservata ai soli cavalli indigeni, ma da allora è stata aperta ad ogni partecipazione, a garanzia di assoluta internazionalità. Quest’anno il Derby Day avrà un ricco prologo con tre importanti giornate di corse: il Premio Carlo Chiesa aprirà i giorni caldi dei grandi eventi domenica 15 aprile, poi domenica 29 aprile sarà la giornata dedicata ai “miler”, specialisti sui 1.600 metri, con il Premio Parioli e il Premio Regina Elena. Il 13 maggio invece andrà in scena il Premio Presidente della Repubblica GBI Racing, una corsa dall’alto tasso tecnico e a forti tinte internazionali che registra ogni anno la partecipazione di molti ospiti stranieri che cercano gloria sulla pista romana. Le corse però continueranno fino alla metà di giugno quando, prima della sosta estiva, i giovani due anni potranno mettersi in mostra nei Premi Perrone e Giubilo (2 giugno).

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Sono centinaia le corse che ogni anno si svolgono a Roma. Insieme alla Maratona di Roma, si ricordano la We Run Rome la corsa di Santo Stefano, che alla vigilia del capodanno, ha visto i corridori partire dal Circo Massimo come anche, nelle foto in alto, la Corsa Futurista che ha la caratteristica di svolgersi in notturna con i corridori dotati di una luce di segnalazione. Percorso estremo e suggestivo è quello della Roma No-Limits. La Roma-Ostia è poi la mezzamaratona più partecipata d’Italia come la Corsa di Miguel, record di iscritti per una dieci chilometri.

Eterna l’attenzione si sposta al complesso del Foro Italico, con gli Internazionali di Tennis che per la prima volta nel 2011 hanno cambiato formula, con le gare in contemporanea di uomini e donne. Nella stessa area, ma all’interno dello Stadio Olimpico, si disputa annualmente il Golden Gala, uno dei più prestigiosi meeting di atletica leggera al mondo. Nel 2011 si è registrato un record di spettatori poche volte raggiunto in altre occasioni. Oltre 50.000 grazie anche alla presenza di Usain Bolt, il velocista giamaicano che detiene tutti i record del mondo di velocità. Dalle bellezze architettoniche del Foro Italico si passa alle meraviglie verdi di Villa Borghese, dove si svolge il Concorso internazionale ippico di Piazza di Siena, un appuntamento storico per la Capitale. L’Olimpico torna protagonista con la finalissima della Coppa Italia, a cavallo della fine del mese di maggio, di fronte al Presidente della Repubblica e alle più alte autorità dello Stato. A giugno si svolge lo storico torneo internazionale di nuoto Sette Colli il più prestigioso meeting di nuoto italiano oggi sotto il nome di Romaquatica che rappresenta una delle grandi classiche romane come anche, ad esempio, il Gran Premio della Liberazione di ciclismo. Anche l’attività sul fiume con il Derby di Canottaggio e Circoliamo è storicamen-

te rilevante. Presente anche l’attività paralimpica: prendiamo ad esempio la Giornata dello Sport Paralimpico che si svolge in 14 città italiane con Roma cuore dell’evento allo Stadio delle Terme di Caracalla. Attenzione per l’attività giovanile come nel caso della Festa del Mini Volley ai Via dei Fori Imperiali e di base come nel caso della Giornata dello Sport a Roma. Uno degli appuntamenti internazionali consolidati nella città di Roma sono gli Internazionali di Badminton che si svolgono tradizionalmente a Ostia a dicembre.

GLI EVENTI UNICI

Oltre ai Grandi Eventi che ogni anno si ripetono a Roma, esistono gli appuntamenti unici che vedono Roma protagonista. Di seguito una lista cronologica degli eventi dell’ultimo quadriennio. Nel 2008 Roma ha visto consumarsi eventi come la Raw Survivor Series Tour la World League di pallavolo e la manifestazione Uomini di ferro, evento di atletica dedicato ai disabili che vide la partecipazione del campione australiano Pistorius. Nel 2009 c’è stata la prestigiosa tappa conclusiva del Giro d’Italia del Centenario di Ciclismo, la finale di Champions League di Calcio tra Barcellona e Manchester, i Campionati Mondiali di Baseball, gli Europei di Hockey su prato e i campionati Mondiali di Nuoto.

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TRAGUARDO DEI CENT'ANNI

MONDIALI PENTATHLON Il pentathlon moderno ha compiuto 100 anni. La disciplina sportiva nacque in occasione dei Giochi olimpici di Stoccolma del 1912. Prima esisteva il pentathlon, multi disciplina inserita nel programma dei Giochi dell’antica Grecia. Le celebrazioni del centenario si svolgeranno in occasione dei Giochi di Londra e anche successivamente, ma il preludio sarà a Roma dal 7 al 13 maggio, dove si svolgeranno i Campionati del Mondo. Appuntamento di notevole importanza in quanto è l’ultima prova di qualificazione olimpica. A proposito di ricorrenze, l’unico Mondiale organizzato a Roma risale al 1982, esattamente 30 anni fa. Lo vinse Daniele Masala.


I GRANDI EVENTI NEL 2012 OLIMPICO PROGONISTA

RISULTATI 4 Feb Francia-Italia 30-12 11 Feb Italia-Inghilterra 15-19 25 Feb Irlanda-Italia 42-10 10 Mar Galles 24-3 17 Mar Italia-Scozia 13-6

SIX NATIONS Dopo 5 anni l’Italrugby lascia il cucchiaio di legno a qualcun altro. Precisamente alla Scozia, ultima avversaria degli Azzurri nel Torneo delle 6 Nazioni 2012, battuta allo Stadio Olimpico davanti a 72.000 spettatori. Un successo, dunque, anche se perdere quattro gare su cinque non è un dato confortante. Si sa, però, che l’Italia del rugby piace anche se perde. Il 2012, comunque, oltre ad essere ricordato per non essere ancora una volta depositari del simbolico trofeo riservato allo sconfitto per eccellenza, lo sarà per lo storico esordio della Nazionale nel tempio del calcio, lo Stadio Olimpico. Due partite, l’11 febbraio contro l’Inghilterra (e con la neve nella Capitale) e il 17 marzo con la Scozia, oltre 140.000 spettatori. Nemmeno il calcio ha saputo fare meglio negli ultimi anni all’Olimpico.

Lo stand di Roma Capitale presente nel villaggio.

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La legge del Terzo Tempo Dopo gli oltre 72 mila spettatori che hanno gremito lo Stadio Olimpico per la vittoria dell'Italia sulla Scozia, tutto esaurito anche al Terzo Tempo Peroni Village, preso d'assalto dagli appassionati del rugby, con oltre 60 mila presenze. La festa del dopopartita ha coinvolto anche la Nazionale che, guidata da capitan Parisse, è salita sul palco del Villaggio Peroni salutata dagli applausi della folla. C'è stata anche l'esibizione di Max Giusti con la sua band.

Anno 2010: la Capitale ha assistito ai Campionati Mondiali maschili di Pallavolo, ai Campionati Mondiali di Bocce, allo Swatch FIVB Tour di Beach Volley, al Galà del Trotto, corsa di gruppo 1 nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario dell’apertura dell’Ippodromo di Tor di Valle, all’Eurocup di Beach Soccer. Si sono poi esibiti, per la tappa del tour

Una panoramica del villaggio per il Terzo Tempo allestito allo Stadio dei Marmi dalla società Alphaomega.

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SPQR SPORT, il mensile voluto dal Dipartimento Sport di Roma Capitale, è sfogliabile anche online sul sito www.spqrsport.it SPQR SPORT sarà presente anche nei principali social network ed inviato tramite newsletter. Un modo per raggiungere una fetta quanto più ampia della popolazione capitolina. Internet garantisce un’importante diffusione parallela rispetto al prodotto cartaceo che rispetta i canali classici della diffusione freepress: la rivista è distribuita in occasione dei grandi eventi sportivi della Capitale e anche sul territorio grazie alla scelta di esercizi commerciali (edicole, bar, etc) nelle piazze più importanti dei 19 municipi romani. L’elenco è consultabile sul web.


italiano, gli Harlem Globetrotters, direttamente dall’NBA di basket USA. Ed in Campidoglio si sono festeggiati, con una suggestiva manifestazione serale all’aperto il 25 agosto, i cinquant’anni dell’Olimpiade del 1960. Il 2011 ha visto svolgersi i Campionati Mondiali di Beach Volley, i Campionati Mondiali di Pesca Sportiva, il V-Day, finale Scudetto della Pallavolo, i Campionati italiano di Tiro con l’Arco, la tappa del mondiale di Superbike, Titolo europeo dei pesi welter (Petrucci vs Bundu), la tappa del Girodonne di ciclismo ed il Golden Celebrities on ice con l’esibizione di Carolina Kostner. Nel 2012 Roma ha vissuto la Coppa Italia di Volley e i Campionati del Mondo di pentathlon moderno e si correrà il 30 giugno la conometro individuale del Giro d’Italia Femminile.

GLI EVENTI PILOTA

L’Amministrazione di Roma Capitale si è impegnata ad ospitare anche una serie di eventi che rappresentano una assoluta novità per la Capitale. Come ad esempio la rassegna dei Giochi di strada tradizionali o la corsa Roma No-Limits, percorso cittadino di maratona estrema, la Corsa Futurista, svolta in notturna, ed il torneo Roma Se-

ven, torneo di Rugby a 7 neo disciplina olimpica svoltasi nel triennio preso in esame allo Stadio Onesti per la prima volta in edizione al femminile. Tra gli eventi considerati Unici, si registra il Festival del Fitness prima alla Fiera di Roma poi al Foro Italico, evento che precede la manifestazione Mondofitness. Roma scende in campo, evento di solidarietà con giocatori di Roma, Lazio di calcio e Virtus di basket impegnati in entrambe le discipline. Nel 2010 è nato il Fifa Fan Fest, nel corso della Coppa del Mondo di calcio 2010 in SudAfrica. La città di Roma ha ospitato il villaggio ufficiale FIFA dedicato ai tifosi e agli appassionati di football a piazza di Siena. E sempre nel 2010 arrivano per la prima volta a Roma il Red Bull XFighters World, Stadio Flaminio (mentre nel 2011, l’evento si è svolto allo Stadio Olimpico), la Finale Scudetto Pallavolo Serie A, i Campionati Italiani di Ciclocross. Particolare impulso è stato dato anche all’attività fieristica e convegnistica con iniziative di promozione sportiva nell’ambito di manifestazioni come, RomaCavalli che si va ad affiancare a eventi come il Big Blu o il Motodays, svoltesi alla nuova Fiera di Roma. Nel 2011 ecco la Corsa di San Silvestro denominata We Run Roma.

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Una rassegna di Eventi Pilota, manifestazioni, cioè, che per la prima volta sono arrivate in questi anni a Roma. Da sinistra la manifestazione denominata Giochi di Strada che ha riportato in piazza i giochi tradizionali, il Festival del Fitness che, insieme a Mondofitness, rappresentano le punte dell’iceberg di una attività che dura 365 giorni l’anno. E poi, il Fifa Fan Fest che ha fatto vivere l’ultimo mondiale a tifosi di tutte le Nazioni momenti di integrazione davanti al maxischermo montato a Piazza di Siena. Infine un esempio dell’attività fieristica voluta e rilanciata da questa amministrazione: Big Blu alla Nuova Fiera di Roma.



le Roma Capita I Grandi Eventi TENNIS L D’ITALIA INTERNAZIONALI BN RO ITALICO 12-20 MAGGIO 2012, FO

CALCIO

FINALE TIM CUP OLIMPICO 20 MAGGIO 2012, STADIO

EQUITAZIONE INTERNAZIONALE, CONCORSO IPPICO MAGGIO 2012 PIAZZA DI SIENA 24-27

ATLETICA LEGGERA GALA COMPEED GOLDEN IMPICO OL IO AD 31 MAGGIO 2012, ST

della Capitale, da ra st su e rs co di an gr le e Dopo la Maratona di Roma del Volley e i tanti eventi che si sono ali il Sei Nazioni di Rugby, le fin ale della stagione fin sh ru al o m ia riv ar o ns te inseguiti in un anno in pagine a seguire. lle ne te ta en es pr he sic as cl con le di eventi di Roma an gr i de ia or st la i vo a co Ec isti! che saranno presto protagon


DAL 12 AL 20 MAGGIO AL FORO ITALICO LA 69ª EDIZIONE

INTERNAZIONALI BNL D’ITALIA di Laura PATERNO

Il torneo MASCHILE Il sorteggio del tabellone principale avrà luogo sabato 12 maggio. Il tabellone di singolare è composto da 56 giocatori di cui: 8 bye, 44 ammessi direttamente in base all’Atp Ranking, 4 wild card, 7 provenienti dalle qualificazioni, 1 special exempt. Il tabellone di doppio è composto da 24 coppie di cui: 8 bye, 22 ammesse direttamente, 2 wild card FEMMINILE Il sorteggio del tabellone principale avrà luogo sabato 12 maggio. Il tabellone di singolare è composto da 56 giocatrici di cui: 8 bye, 43 ammesse direttamente in base al Wta Ranking, 3 wild card, 8 provenienti dalle qualificazioni, 2 gold/silver exempt. Il tabellone di doppio è composto da 28 coppie: 4 bye, 25 ammesse direttamente, 3 wild card.

Location FORO ITALICO Viale dei Gladiatori, 31. Il pubblico accede al Parco del Foro Italico dall’ingresso situato su Lungotevere Maresciallo Cadorna angolo Via Canevaro. Per chi raggiunge l'impianto in auto il parcheggio più vicino è quello di Piazzale del Foro Italico. Si possono utilizzare anche i parcheggi di Piazza Mancini, Piazzale Maresciallo Giardino e Piazzale Clodio. Il più vicino punto di riferimento per arrivare con i mezzi pubblici è il capolinea di Piazza Mancini. In metropolitana, le stazioni della linea A più vicine sono quelle di “Ottaviano” e “Flaminio”, da dove si può prendere il tram 2 fino al capolinea di Piazza Mancini.

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9 giornate dal 12 al 20 maggio 11 campi in terra battuta 112 giocatori impegnati nel singolo 52 coppie impegnate nel doppio 160.000 spettatori nel 2011 10.500 la capienza del Centrale

Il punteggio L'origine del punteggio 15 - 30 - 40 non è certa ma si pensa abbia radici medievali e francesi. Una possibile spiegazione è basata sulla presenza di un orologio sul campo. Un movimento di un quarto della lancetta (una per giocatore) veniva fatto dopo ogni punto e il risultato passava da 15 a 30 a 45 ed un giro completo significava “gioco”. Poi per motivi di giocabilità, è stato introdotto il “vantaggio”, perciò il terzo punto venne spostato in posizione “40”, e non più “45”, che venne assegnato, appunto, al vantaggio.


Tennis: le regole Il tennis viene praticato con una racchetta e una pallina su un campo diviso in due da una rete. Il campo può essere in terra battuta, erba, cemento o materiale sintetico. Scopo del gioco è mandare la palla nel campo opposto, in zone delimitate da righe in base al tipo d’incontro, singolo o doppio, per far punto facendo toccare una volta a terra la palla nel campo avverso in modo che l’avversario non possa rispondere. Gli incontri hanno punteggi suddivisi in set: in base ai tipi di torneo gli incontri sono al meglio dei 3 o 5 set. Una partita è costituita da 6 giochi: se i giocatori sono sul punteggio di 6-6 si disputa un gioco decisivo, tie-break, per conseguire la vittoria sul 7-6, eccetto nel quinto set, dove si va a oltranza. Un gioco (game) è suddiviso in quattro punti: 15, 30, 40, vittoria; se i giocatori sono sul punteggio di 40-40 consegue la vittoria chi vince due vantaggi consecutivi.


I N T E R N A Z I O N A L I B N L D ’ I TA L I A Nel 1949 dopo la pausa bellica, riprendono gli Internazionali. Jaroslav Drobny soprannominato “il professore” per la sua aria da intellettuale nel 1953 conquista il suo terzo titolo dopo quattro finali consecutive.

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LA STORIA

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orreva l’anno 1930. A Milano, il conte Alberto Bonacossa, arrivato dalla vicina Vigevano, è un dirigente sportivo di successo: oltre a essere presidente della neonata Federazione Italiana Sport del Ghiaccio e poi della Federazione Italiana dello Sci, si fregia del titolo di editore de “La Gazzetta dello Sport” e della proprietà dell’Hockey Club Milano. Questi sono gli anni in cui il tennis, da hobby un po’ snob per pochi aristocratici britannici residenti in Italia, in particolare in Lombardia, esce da questa ristretta élite per farsi conoscere e apprezzare: Bonacossa, animato da pura passione, assume la direzione del tennis Club Milano, uno dei più blasonati e antichi circoli d’Italia. Ed è proprio a Bonacossa che si devono i natali degli Internazionali d’Italia, disputati per la prima volta nel club milanese. Pare che l’idea gli sia venuta quando nel 1929 a Parigi vide dal vivo i Campionati Internazionali di Francia e a Londra il Torneo di Wimbledon. Entusiasta, nel 1930 decide di importare e organizzare anche in Italia una manifestazione sportiva simile. Comincia così la storia degli Internazionali d’Italia: le prime cinque edizioni vengono giocate sul Campo Tribuna del Tennis Club Milano, fatto costruire dal Conte per ricordare l’amico Gilberto Porro Lambertenghi. Il Club diventa punto d’incontro di sport, politica, arte e mondanità, fiore all’occhiello della Milano bene degli Anni Trenta. Il tennis vive un momento di grande splendore e al Tennis Club Milano si formano i primi campioni italiani. Fra loro il barone Uberto de Morpurgo, il primo italiano (nato sotto l’Austria Ungheria e di madre inglese) ai vertici delle classifiche mondiali. Proprio lui, Emanuele Sertorio, Giovanni Palmieri e Giorgio de’ Stefani sono i primi protagonisti italiani del torneo maschile che si inaugura però con la vittoria di William “Bill” Tilden, giunto a Milano ormai trentasettenne e con alle spalle un grandioso palmares che contava sette vittorie in Coppa Davis, sette a Forest Hills e 2 a Wimbledon. De Morpurgo, finalista in quella prima occasione, esce sconfitto con un secco 6-1, 6-1, 6-2. Bisogna aspettare il 1933 per la prima vittoria italiana che porta la firma di Emanuele Sertorio, capace di battere il francese Legeay per 6-3, 6-1, 6-3. Del 1934 è invece la prima finale tutta italiana che vede la sfi-

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da tra Giovanni Palmieri e Giorgio de’ Stefani, e che finisce con Palmieri vittorioso per 6-3, 6-0, 7-5. In campo femminile si deve invece alla milanese Lucia Valerio il primo successo italiano. Finalista nel torneo inaugurale del 1930, battuta dalla spagnola Lili de Alvarez, la Valerio conquista il titolo nel 1931 superando la statunitense Dorothy Andrus 2–6, 6–2, 6–0, e sarà di nuovo finalista in altre tre edizioni, nel 1932, nel 1934 e nel 1935.

Il torneo si sposta al Foro Italico

Nel frattempo, i gerarchi fascisti si accorgono dell’importanza e del prestigio internazionale dei neonati Internazionali e decidono, nel 1935, di spostare tutto a Roma nel nuovo impianto del Foro Italico, che diventerà la casa d’elezione offrendo lo scenario imponente e suggestivo che tutti conosciamo. Da allora, il torneo lascerà la Capitale solo in tre occasioni: nel 1961, quando il torneo si disputa allo Sporting di Torino per fe-

steggiare il centenario dell’Unità d’Italia, e le altre due solo per il torneo femminile che nel corso degli Anni Ottanta trovò collocazione prima a Perugia poi a Taranto. Tornando al Foro, il vasto complesso sportivo ai piedi di Monte Mario, era stato ideato e realizzato dall’architetto Enrico Del Debbio dal 1927 al 1933 e in seguito ultimato, dopo la guerra, dal 1956 al 1968. La prima edizione del torneo romano, nel 1935, non presenta, dal punto di vista tennistico, grandi novità con Giovanni Palmieri che arriva in finale uscendo sconfitto contro l’americano Wilmer Hines. Ma non c’è tempo per cercare la rivincita: soffiano venti di guerra che portano prima l’Italia a cimentarsi nell’impresa coloniale in Etiopia e poi a gettarsi nell’ultimo, disastroso, conflitto mondiale. La guerra irrompe nello sport interrompendo per 13 anni gli Internazionali. Si ricomincia nel 1950, nel periodo della ricostruzione, con un altro spirito e un’altra Nazione. La lunga sosta bellica e post-bellica consegna tuttavia il torneo nelle mani dei più importanti tennisti stra-

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Il centrale del tennis del Foro Italico prima dei lavori di ristrutturazione.

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I N T E R N A Z I O N A L I B N L D ’ I TA L I A

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FEMMINILE. Maggior numero di vittorie: Chris Evert con 5 (1974, 1975, 1980, 1981, 1982) seguita da Gabriela Sabatini e Conchita Martinez con 4. Vittorie consecutive: Conchita Martínez con 4 (1993, 1994, 1995, 1996)

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MASCHILE. Maggior numero di vittorie: Rafael Nadal, con 5 successi (2005, 2006, 2007, 2009, 2010). Tre successi a Drobny, Mulligan e Muster.

nieri degli Anni Cinquanta: Jaroslav Drobný, tennista e hockeista su ghiaccio cecoslovacco, naturalizzato egiziano e in seguito britannico, segna 3 vittorie, nel ’50, 51 e 53; l’australiano Frank Sedgman, inserito tra i 21 miglior giocatori della storia del tennis da Jack Kramer, vince nel 1952; l’americano Budge Patty nel 1954. L’unico italiano a inserirsi fu il divo delle folle Gianni Cucelli, finalista nel 1951 e battuto da Drobny 6-1, 10-8, 6-0. È solo nella seconda metà del decennio che il tennis italiano riprende vigore grazie al milanese Fausto Gardini, a Giuseppe Merlo e Nicola Pietrangeli. Grazie a loro, a Orlando Sirola e a Gianni Clerici, il tennis italiano vive uno dei momenti più interessanti. Gardini disputa in totale 38 incontri in Coppa Davis, dal 1952 al 1963, con 29 vittorie, ed è capitano sette volte, dal 1972 al 1975. Gardini e Merlo sono i protagonisti nel 1955 della seconda finale tutta italiana nella storia degli Internazionali: la vince Gardini sul tennista di Merano costretto al ritiro per crampi. Di Merlo, finalista anche nel 1957, si ricorda il rovescio a due mani, tra i primi al mondo a effettuare questo colpo.

Nasce il mito di Pietrangeli

Rafael Nadal

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Proprio nel 1957 arriva l’alloro, prima finale e prima vittoria, per Nicola Pietrangeli, ancora una volta su Merlo (86 62 64) nella terza e ultima finale tutta italiana. Pietrangeli è entrato nella storia tennis italiano, al punto da prestare il proprio nome per il rinnovato stadio del Foro. Grande stile, giocatore di fondo campo, potente nei

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Roma impazzisce per Panatta

La fine degli Anni Sessanta è consacrata dal dominio degli australiani Roche e John Newcombe, mentre l’inizio dei Settanta coincide con una nuova era: quella dei tornei Open, del tennis moderno e professionistico divulgato da una televisione italiana finalmente a colori. Si affermano sulla terra di Roma le stelle di Ilie Nastase e di Björn Borg. Due le vittorie per lo svedese: nel 1974 e nel 1978, quando in cinque set, con il punteggio di 1-6, 6-3, 6-1, 4-6, 6-3 ha

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Una hostess legge la nostra rivista sullo sfondo il centrale ore prima dell’inizio della finale del 2011.

Spettatori

Come nel 2011, anche per questa edizione è previsto il tutto esaurito. Il numero di abbonati è in costante crescita, e ormai già da qualche mese prima dell’inizio delle competizioni i posti per le fasi finali sono esauriti.

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sconfitto da Rod Laver in 5 set. Dalla finale romana del 1966, persa contro il campione Tony Roche, bisogna aspettare altri dieci anni per sentire ringraziare nella lingua di Dante il vincitore del Foro Italico.

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passanti, forte nel rovescio, con una notevole smorzata nel suo bagaglio tecnico. Dotato di un fisico straordinario, nato a Tunisi da madre russa, da ragazzo timido si era trasformato nel tempo in bon vivant, capace di fare le ore piccole prima di giocare una partita in splendida forma senza accusare le poche ore di sonno e gli scarsi allenamenti. È uno dei due italiani, oltre a Gianni Clerici, a essere membro dell’International Tennis Hall of Fame. In carriera ha disputato in Coppa Davis 164 incontri, in singolare e doppio, stabilendo il primato mondiale con 120 successi, senza però riuscire a conquistarla se non nel 1976 a Santiago del Cile come capitano non giocatore del quartetto formato da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, mentre da giocatore disputa la finale nel 1960 e nel 1961. Nel 1959 e 1960 Pietrangeli si aggiudica il Roland Garros e guadagna l’appellativo di “Campione mondiale sulla terra battuta”. L’appellativo viene confermato con la doppia vittoria agli Internazionali d’Italia nel 1957 e nel 1961, nell’edizione torinese; sono 22 le sue partecipazioni a questa competizione. Nell’Australian Open raggiunge i quarti di finale nel 1957. Con Orlando Sirola forma il doppio più vincente della storia italiana: nel 1959 vincono il Roland Garros e nel 1956 arrivano alla finale di Wimbledon. In singolo, sull’erba inglese, resta il migliore dei giocatori italiani: 18 le sue partecipazioni con una semifinale disputata nel 1960,

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I N T E R N A Z I O N A L I B N L D ’ I TA L I A

Fausto Gardini

Giovanni Palmieri, Emanuele Sertorio Lucia Valerio

Raffaella Reggi

Nicola Pietrangeli

ragione finalmente del nostro Adriano Panatta. Il campione romano aveva alzato l’ambito trofeo due anni prima, nel 1976, dopo aver sconfitto l’argentino Guillermo Vilas per 2-6, 7-6, 6-2, 7-6. Panatta inaugura di fatto un triennio di grande tennis italiano che vede nel 1977 finalista Antonio Zugarelli, suo compagno in Davis, e nel 1978 di nuovo Adriano. È quella l’ultima finale italiana al Foro, la fiammata del nostro tennis maschile. Panatta, cresciuto al Tennis Club Fleming e poi al Parioli dove il padre Ascenzio era custode, debutta come star ai Campionati assoluti del 1970, dove batte Nicola Pietrangeli, segnando così un ideale passaggio di testimone. Il 1976 è il suo anno d’oro: poche settimane dopo il Foro vince il Roland Garros e a fine anno solleva, con una maglia rossa addosso, la Coppa Davis nel Cile di Pinochet. Sarà quella l’unica volta nella storia del tricolore, magica vittoria con la squadra capitanata da Pietrangeli e composta da Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli. Archiviati questi ultimi trionfi, il Foro per tutti gli Anni Ottanta e Novanta diviene terreno di conquista per sudamericani (sette vittorie, con Giullermo Vilas, Josè Luis Clerc, Andrés Gomez, Alberto Mancini, Marcelo Rios e Gustavo Kuerten), statunitensi (quattro vittorie, con Jimmy Arias, Jim Courier e Pete Sampras), austriaci (tre vittorie, tutte di Thomas Muster), spagnoli (Emilio Sanchez e Corretja) e svedesi (Mats Wilander e Magnus Norman) con due vittorie.

La scuola spagnola GLI ITALIANI Cinque i vincitori italiani in campo maschile: Sartorio, Palmieri, Gardini, Pietrangeli per due volte e Panatta, per sei titoli conquistati. Otto invece i finalisti per dieci finali disputate. Tre le vincitrici in campo femminile, Valerio, Bossi e Reggi, con quattro finali, tutte giocate dalla Valerio.

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Il predominio della scuola spagnola appare chiara con il giro di boa del nuovo millennio. La finale del 2001 va allo spagnolo Juan Carlos Ferrero, mentre nel 2002 la fortuna bacia André Agassi, con il titolo che mancava al suo straordinario palmares. Ancora uno spagnolo, vincitore a sorpresa nel 2003, Felix Mantilla, che batte in finale lo svizzero Roger Federer favorito della vigilia. Nel 2004 la coppa degli Internazionali resta in Spagna, ma cambia padrone: Carlos Moya batte in finale l’argentino David Nalbandian. Indimenticabile la finale del 2005, che segna la nascita del re della terra rossa e dei miti del tennis contemporaneo: Rafael “arrotino” Nadal, il mancino di Manacor, batte l’argentino Coria. Cinque tiratissimi set,

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DOPPIO MISTO

1930 1931 1933 1934 1935 1950 1951 1952 1953 1954 1955 1956 1957 1958 1959 1961 1962 1964 1965 1967 1968

Curiosità Il doppio misto degli Internazionali d’Italia si è svolto per la prima volta nel 1930, non si è giocato dal 1936 al 1949 ed è stato disputato l’ultima volta nel 1968.

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sulla tedesca Curry. Prima di Francesca Schiavone, riuscita nell’impresa nel 2010, la Bossi, tedesca naturalizzata italiana, era una delle sole tre tenniste italiane ad aver raggiunto una semifinale in un torneo del Grande Slam, riuscendovi per seconda, nel 1949 agli Open di Francia. Poi si dovrà aspettare addirittura 35 anni prima di rivedere un’italiana sul gradino più alto del podio. L’onore andrà a Raffaella Reggi, italiana di Fed Cup, vincitrice nell’edizione del 1985 a Taranto, dove si aggiudica sia il singolare che il doppio, con la bolognese Sandra Cecchini, contro un’altra coppia di italiane, Patrizia Murgo e Barbara Romanò. Lo stesso anno la Reggi arriva in finale al torneo di Barcellona; nel 1986 vince gli US Open nella categoria doppio misto, con lo spagnolo Sergio Casal, diventando la prima italiana capace di conquistare un torneo del Grande Slam. La Reggi è anche l’ultima italiana a salire sul podio, mentre risultati migliori si registrano nel doppio. Le milanesi Laura Gar-

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oltre 5 ore di lotta, 3.600.000 telespettatori. Il bis arriva l’anno dopo. Nadal batte l’eterno rivale Federer, ancora una volta al tie-break del quinto set, dopo avergli annullato due match-point. Queste due finali sono rispettivamente prima e seconda nella classifica delle più lunghe: 5 ore e 14 minuti quella del 2005, 5 ore e 6 minuti quella del 2006. Più breve, ma altrettanto significativa, la terza vittoria consecutiva di Nadal nel 2007 ai danni del cileno Fernando Gonzalez. Nel 2010 arrivano a cinque le vittorie del diavolo delle Baleari, che si aggiudica il record della costanza: l’intermezzo, nel 2008, è di Novak Djokovic, serbo, contro Stanislas Wawrinka, poi si riprende con la serie Nadal che non si smentisce e delude le speranze di Djokovic stesso e del connazionale David Ferrer. In campo femminile, abbiamo già detto della milanese Lucia Valerio che si aggiudica il primo successo per i nostri colori. Alla ripresa, dopo la guerra, subito un altro titolo italiano grazie ad Annalisa Bossi

Lili de Alvarez-Uberto De Morpurgo Lucia Valerio-George Hughes 1932 Lolette Payot-Jacques Bonte Dorothy Andrus-Andrú Martin-Legeay Elizabeth Ryan-Henry Culley Jadwiga Jedrzejowska-Harry Hopman Gertrude Moran-Adrian Quist Shirley Fry-Felicisimo Ampon Arvilla McGuire-Kurt Nielsen Doris Hart-Victor Elias Seixas Maureen Connolly-Victor Elias Seixas Patricia Ward-Enrique Morea Thelma Long-Luis Ayala Thelma Long-Luis Ayala Shirley Bloomer-Giorgio Fachini Rosa-Maria Reyes-Francisco Contreras Margaret Smith Court-Roy Emerson Lesley Turner-Fred Stolle Margaret Smith Court-John Newcombe Carmen Coronado-Jose Mandarino Lesley Turner-William Bowrey Margaret Smith Court-Marty Riessen

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I N T E R N A Z I O N A L I B N L D ’ I TA L I A

MASCHILE

SINGOLARE 1930 Bill Tilden 1931 George Hughes 1932 André Merlin 1933 Emanuele Sartorio 1934 Giovanni Palmieri 1935 Wilmer Hines 1936-49 Non disputato 1950 Jaroslav Drobný 1951 Jaroslav Drobný 1952 Frank Sedgman 1953 Jaroslav Drobný 1954 Budge Patty 1955 Fausto Gardini 1956 Lew Hoad 1957 Nicola Pietrangeli 1958 Mervyn Rose 1959 Luis Ayala 1960 Barry MacKay 1961 Nicola Pietrangeli 1962 Rod Laver 1963 Marty Mulligan 1964 Jan-Erik Lundquist 1965 Marty Mulligan 1966 Tony Roche 1967 Marty Mulligan 1968 Tom Okker 1969 John Newcombe 1970 Ilie N˘astase 1971 Rod Laver 1972 Manuel Orantes 1973 Ilie N˘astase 1974 Björn Borg 1975 Raúl Ramírez 1976 Adriano Panatta 1977 Vitas Gerulaitis

Jaroslav Drobný

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DOPPIO 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Björn Borg Vitas Gerulaitis Guillermo Vilas José Luis Clerc Andrés Gómez Jimmy Arias Andrés Gómez Yannick Noah Ivan Lendl Mats Wilander Ivan Lendl Alberto Mancini Thomas Muster Emilio Sánchez Jim Courier Jim Courier Pete Sampras Thomas Muster Thomas Muster Àlex Corretja Marcelo Ríos Gustavo Kuerten Magnus Norman Juan Carlos Ferrero Andre Agassi Félix Mantilla Carlos Moyà Rafael Nadal Rafael Nadal Rafael Nadal Novak Djokovic Rafael Nadal Rafael Nadal Novak Djokovic

1930 Wilbur Coen-Bill Tilden 1931 Alberto Del Bono-George Hughes 1932 George Hughes-Giorgio De Stefani 1933 J. Leseur-Andrú Martin-Legeay 1934 Giovanni Palmieri-G. Rogers 1935 Jack Crawford-Vivian McGrath 1936-1949 Non disputato 1950 Bill Talbert-Tony Trabert 1951 Jaroslav Drobný-Richard Savitt 1952 Jaroslav Drobný-Frank Sedgman 1953 Lew Hoad-Ken Rosewall 1954 Jaroslav Drobný-Enrique Morea 1955 Art Larsen-Enrique Morea 1956 Jaroslav Drobný-Lew Hoad 1957 Neale Fraser-Lew Hoad 1958 Antal Jancso-Kurt Nielsen 1959 Roy Emerson-Neale Fraser 1960 Nicola Pietrangeli-Orlando Sirola 1961 Roy Emerson-Neale Fraser 1962 Neale Fraser-Rod Laver 1963 Bob Hewitt-Fred Stolle 1964 Bob Hewitt-Fred Stolle 1965 Tony Roche-John Newcombe 1966 Roy Emerson-Fred Stolle 1967 Bob Hewitt-Frew McMillan 1968 Tom Okker-Marty Riessen 1969 Tony Roche-John Newcombe 1970 Ilie N˘astase-Ion Ţiriac 1971 Tony Roche-John Newcombe 1972 Ilie N˘astase -Ion Ţiriac 1973 John Newcombe-Tom Okker 1974 Brian Gottfried-Raul Ramirez 1975 Brian Gottfried-Raul Ramirez 1976 Brian Gottfried-Raul Ramirez 1977 Brian Gottfried-Raul Ramirez

Björn Borg

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1978 Victor Pecci-Belus Prajoux 1979 Peter Fleming-Tomas Smid 1980 Mark Edmondson-Kim Warwick 1981 H. Gildemeister-Andres Gomez 1982 Heinz Gunthardt-Balazs Taroczy 1983 Francisco Gonzalez-Victor Pecci 1984 Ken Flach-Robert Seguso 1985 Anders Jarryd-Mats Wilander 1986 Guy Forget-Yannick Noah 1987 Guy Forget-Yannick Noah 1988 Jorge Lozano-Todd Witsken 1989 Jim Courier-Pete Sampras 1990 Sergio Casal-Emilio Sanchez 1991 Omar Camporese-Goran Ivanišević 1992 Jakob Hlasek-Marc Rosset 1993 Jacco Eltingh-Paul Haarhuis 1994 Evgenij Kafelnikov-David Rikl 1995 Cyril Suk-Daniel Vacek 1996 Byron Black-Grant Connell 1997 Mark Knowles-Daniel Nestor 1998 Mahesh Bhupathi-Leander Paes 1999 Ellis Ferreira-Rick Leach 2000 Martin Damm-Dominik Hrbatý 2001 Wayne Ferreira-Evgenij Kafelnikov 2002 Martin Damm-Cyril Suk 2003 Wayne Arthurs-Paul Hanley 2004 Mahesh Bhupathi-Max Mirnyi 2005 Michaël Llodra-Fabrice Santoro 2006 Mark Knowles-Daniel Nestor 2007 Fabrice Santoro-Nenad Zimonjic 2008 Bob Bryan-Mike Bryan 2009 Daniel Nestor-Nenad Zimonjic 2010 Bob Bryan-Mike Bryan 2011 John Isner - Sam Querrey

Pete Sampras

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Ivan Lendl


FEMMINILE

SINGOLARE 1930 Lilí de Álvarez 1931 Lucia Valerio 1932 Ida Adamoff 1933 Elizabeth Ryan 1934 Helen Jacobs 1935 H. Krahwinkel-Sperling 1936-49 Non disputato 1950 Annelies Ullstein-Bossi 1951 Doris Hart 1952 Susan Partridge 1953 Doris Hart 1954 Maureen Connolly 1955 Patricia Ward 1956 Althea Gibson 1957 Shirley Bloomer 1958 Maria Bueno 1959 Christine Truman 1960 Zsuzsi Kormoczy 1961 Maria Bueno 1962 Margaret Smith 1963 Margaret Smith 1964 Margaret Smith 1965 Maria Bueno 1966 Ann Haydon-Jones 1967 Lesley Turner 1968 Lesley Turner-Bowrey 1969 Julie Heldman 1970 Billie Jean King 1971 Virginia Wade 1972 Linda Tuero 1973 Evonne Goolagong 1974 Chris Evert 1975 Chris Evert 1976 Mima Jaušovec 1977 Janet Newberry

Raffaella Reggi

DOPPIO 1978 Regina Maršíková 1979 Tracy Austin 1980 Chris Evert-Lloyd 1981 Chris Evert-Lloyd 1982 Chris Evert-Lloyd 1983 Andrea Temesvari 1984 Manuela Maleeva 1985 Raffaella Reggi 1986 Non disputato 1987 Steffi Graf 1988 Gabriela Sabatini 1989 Gabriela Sabatini 1990 Monica Seles 1991 Gabriela Sabatini 1992 Gabriela Sabatini 1993 Conchita Martínez 1994 Conchita Martínez 1995 Conchita Martínez 1996 Conchita Martínez 1997 Mary Pierce 1998 Martina Hingis 1999 Venus Williams 2000 Monica Seles 2001 Jelena Dokic 2002 Serena Williams 2003 Kim Clijsters 2004 Amélie Mauresmo 2005 Amélie Mauresmo 2006 Martina Hingis 2007 Jelena Jankovic 2008 Jelena Jankovic 2009 Dinara Safina 2010 M. J. Martínez Sánchez 2011 Maria Sharapova

1930 Lili de Alvarez-Lucia Valerio 1931 A. Luzzatti-R. Gagliardi 1932 Lolette Payot-Colette Rosambert 1933 Ida Adamoff-Dorothy Andrus 1934 Helen Jacobs-Elizabeth Ryan 1935 Evelyn Dearman-Nancy Lyle 1936-49 Non disputato 1950 Jean Quertier-Jean Walker-Smith 1951 Shirley Fry-Doris Hart 1952 W. Hopman-Thelma Long 1953 Maureen Connolly-Julie Sampson 1954 Patricia Ward-E. Watson 1955 Christiane Mercelis-Patricia Ward 1956 Mary Hawton-Thelma Long 1957 Mary Hawton-Thelma Long 1958 Shirley Bloomer-Christine Truman 1959 Yola Ramirez-Rosa-Maria Reyes 1960 Margaret Hellyer-Yola Ramirez 1961 Jan Lehane-Lesley Turner 1962 Maria Bueno-Darlene Hard 1963 Robyn Ebbern-M. Court Smith 1964 M. Court Smith-Lesley Turner 1965 Madonna Schacht-Annette Van Zyl 1966 Norma Baylon-Annette Van Zyl 1967 Rosemary Casals-Lesley Turner 1968 M. Court Smith-Virginia Wade 1969 Francoise Durr-Ann Haydon-Jones 1970 Rosemary Casals-Billie Jean King 1971 Helga Masthoff-Virginia Wade 1972 Lesley Hunt-Olga Morozova 1973 Olga Morozova-Virginia Wade 1974 Chris Evert-Olga Morozova 1975 Chris Evert-Martina Navrátilová 1976 Linky Boshoff-Ilana Kloss 1977 Brigette Cuypers-Marise Kruger

Gabriela Sabatini

1978 Mima Jaušovec-Virginia Ruzici 1979 Betty Stove-Wendy Turnbull 1980 Hana Mandlíková-Renáta Tomanová 1981 Candy Reynolds-Paula Smith 1982 Kathleen Horvath-Yvonne Vermaak 1983 Virginia Ruzici-Virginia Wade 1984 Iva Budarová-Helena Suková 1985 Sandra Cecchini-Raffaella Reggi 1986 non disputato 1987 Martina Navrátilová-G. Sabatini 1988 Jana Novotná-Catherine Suire 1989 Elizabeth Smylie-J. Thompson 1990 Helen Kelesi-Monica Seles 1991 Jennifer Capriati-Monica Seles 1992 Monica Seles-Helena Suková 1993 Jana Novotná-A. Sanchez-Vicario 1994 Mary Joe Fernandez-Nataša Zvereva 1995 Mary Joe Fernandez-Nataša Zvereva 1996 Arantxa Sanchez-Vicario-Irina Spirlea 1997 Nicole Arendt-Manon Bollegraf 1998 Virginia Ruano-Paola Suárez 1999 Martina Hingis-Anna Kurnikova 2000 Lisa Raymond-Rennae Stubbs 2001 Cara Black-Elena Likhovceva 2002 Virginia Ruano Pascual-Paola Suárez 2003 S. Kuznecova-Martina Navrátilová 2004 Nadia Petrova-Meghann Shaughnessy 2005 Cara Black-Liezel Huber 2006 Daniela Hantuchová-Ai Sugiyama 2007 Nathalie Dechy-Mara Santangelo 2008 Yung-Jan Chan-Chia-Jung Chuang 2009 Hsieh Su-wei-Peng Shuai 2010 Gisela Dulko-Flavia Pennetta 2011 Peng Shuai - Zheng Jie

Steffi Graf

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Monica Seles

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I N T E R N A Z I O N A L I B N L D ’ I TA L I A

2011: Djokovic mostra la Coppa davanti ai fotografi dopo la vittoria su Nadal che lo incorona Re del Foro Italico.

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rone e Laura Golarsa tentano il bis nel 1990 ma cedono a Helen Kelesi e a Monica Seles in due set. Nel 2007 Mara Santangelo, di Latina, mette a punto una vittoria insieme alla francese Nathalie Dechy contro le connazionali Tathiana Garbin e Roberta Vinci e nel 2010 è la volta della nostra Flavia Pennetta con la formazione numero uno al mondo della specialità, costruita insieme alla compagna Gisela Dulko. Tornando al singolo femminile, gli anni a cavallo degli Ottanta e Novanta sanciscono il predominio dell’argentina Gabriela Sabatini, amatissima dal pubblico romano proprio come una di casa, e della spagnola Conchita Martinez. Alla fine del secolo, comincia invece l’era Williams, con una vittoria nel 1999 di Venus e una nel 2002 della sorellona Serena in finale sulla belga Henin, mentre un’altra belga, Kim Clijsters, si è imposta nel 2003 dopo un’appassionante rimonta sulla francese Amelie Mauresmo. La campionessa francese, dopo tre finali perse (2000, 2001 e 2003), si è aggiudicata sia l’edizione 2004, battendo in finale l’americana Jennifer Capriati, che quella 2005. Nel 2006 si è invece registrato il ritorno della Hingis, che aveva già vinto nel 1998, e nel 2007 la consacrazione della serba Jelena Jankovic che concesse il bis nel 2008 battendo in finale la giovane francese Alize Cornet. Nel 2009 alza la coppa la russa Dinara Safina e nel 2010 è toccato a Maria Josè Martinez Sanchez destreggiarsi fra volée e palle corte e irreti-

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re con il suo gioco di farfalla la potenza di Jelena Jankovic. Nel 2011, due grandi novità per la 68ª edizione degli Internazionali Bnl d’Italia. Lo storico torneo romano ha offerto al suo pubblico di appassionati ancora di più, in termini di spettacolo, di strutture e di bel gioco. Per la prima volta si è giocato con la formula “combined”, ovvero uomini e donne impegnati negli stessi giorni. Accanto alla rinnovata formula di gioco, anche un Foro Italico tirato a lucido e rinnovato nelle strutture. Oltre al Campo Centrale da 10.500 posti, inaugurato nel 2010 e unanimemente giudicato lo stadio tennistico con la miglior visibilità al mondo in ogni ordine di posto, il Foro ha ha offerto due campi in più, per un totale di 11 court: 8 per gli incontri di singolare e doppio e 3 per gli allenamenti. Insomma, un evento che per cornice di pubblico e strutture modello, è arrivato ad essere invidiato in tutto il mondo. Arriviamo al presente, ossia alla prossima edizione. Tra le grandi novità degli Internazionali BNL d’Italia 2012 c’è la “SuperTennis Arena”, un secondo show court da 3.500 posti appositamente realizzato e reso molto più confortevole rispetto al Campo n.10 dello scorso anno. Un gioiello realizzato per garantire al pubblico presente al Foro Italico uno spettacolo migliore e innovativo, arricchito dall'apporto della più moderna tecnologia. E questa è solo una delle tante novità che lasciamo agli appassionati di scoprire dal vivo.

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[ Il villaggio

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La tradizione che il villaggio degli Internazionali sia il più amato dai romani. Per tanti anni è stato una sorta di regno della mondanità. Ora, grazie anche alle nuove strutture, è diventato un luogo frequentato sin dalla mattina da tutti i cittadini.

Il Rendering del villaggio nel 2011.

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I N T E R N A Z I O N A L I B N L D ’ I TA L I A

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D E T T O… Nicola Pietrangeli Pietrangeli è stato il più grande tennista italiano di sempre con le sue quattro finali al Foro Italico e i due successi al Roland Garros. Anche al torneo di Wmbledon il suo ruolino resta il migliore dei giocatori italiani: 18 le sue partecipazioni con una semifinale disputata nel 1960.

SULL’EVENTO

«Il Villaggio, come il torneo, lo fanno tre elementi insieme: il tempo, il pubblico e i giocatori»

Lea Pericoli Ancora ooggi è l’unica tennista italiana presente nel museo dei campioni che si trova a Londra.

SULLE AZZURRE PRESENTI AL TORNEO

«Sono entrate nella storia e la stanno riscrivendo. Io sono la loro prima tifosa, sono belle, simpatiche e fantastiche»

Novak Djokovic Il 1º luglio 2011, battendo JoWilfried Tsonga e raggiungendo la finale a Wimbledon, ha guadagnato il primo posto del ranking ATP. Ad oggi è l'unico ad aver vinto 5 master 1000 di fila in un anno, in più ha vinto 3 Slam in un anno.

SUL SUCCESSO NEL 2011 CONTRO NADAL

«Questa è un vittoria che conta, perché ottenuta contro un giocatore che ha dominato sulla terra negli ultimi anni»

Jimmy Arias Ha debuttato nel circuito professionistico nel 1980, a soli 16 anni. Il suo miglior risultato in singolare in un torneo del Grande Slam è la semifinale dello US Open dell’83.

SUL SUCCESSO CONTRO MCENROE

«McEnroe dice che litiga solo quando è sicuro di dove è rimbalzata la palla. Allora forse è proprio miope»

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L A PA L L I N A DA T E N N I S Il simbolo del tennis insieme al bianco dei vestiti che sta però lasciando il passo alla moda e alla racchetta che, di anno in anno, diventa sempre più leggera, potente e tecnologica. Lei no, forse di meno, salvo il colore: anche la pallina, prima, si mostrava di bianco vestita, come i suoi eroi. Oggi è gialla ma è sempre la protagonista. Il tennista in grado di farla correre di più? Il croato Ivo Karlović detiene il record del servizio più veloce nella storia del tennis: 251 km/h stabilito il 5 marzo 2011 durante il penultimo punto del secondo gioco del quarto set dell’incontro di doppio tra la coppia croata Ivan Dodig/Ivo Karlovic contro quella tedesca Christopher Kas/Philipp Petzschner nella seconda giornata del match di Coppa Davis tra la Croazia e la Germania.

La palla è in gomma rivestita da uno strato di feltro, ha il diametro di circa 6 cm e il peso di circa 58 g; negli incontri dei tornei professionistici si usano sempre palle nuove che vengono cambiate dopo 7 giochi dall'inizio dell'incontro e poi ogni 9 giochi disputati (il motivo per cui si cambiano le palline per la prima volta dopo 7 giochi consiste nel fatto che esse vengono in parte consumate anche durante i palleggi preliminari all'incontro).

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D A L 1 9 2 2 S I D I S P U TA L A C O P PA I TA L I A Location STADIO OLIMPICO Il pubblico accede allo Stadio Olimpico da diversi ingressi. Per chi raggiunge l'impianto in auto il parcheggio più vicino è quello di Piazzale del Foro Italico. Si possono utilizzare anche i parcheggi di Piazza Mancini, Piazzale Maresciallo Giardino e Piazzale Clodio. Il più vicino punto di riferimento per arrivare con i mezzi pubblici è il capolinea di Piazza Mancini. In metropolitana, le stazioni della linea A più vicine sono quelle di “Ottaviano” e “Flaminio”, da dove si può prendere il tram 2 fino al capolinea di Piazza Mancini.

1 giornata di gara il 20 maggio 75.000 spettatori 8.083.000 spettatori in tv nel 2011 78 gare disputate prima della finale 63 edizioni disputate 2 finaliste: Juventus e Napoli

La formula Partecipano tutte le 20 società di Serie A e tutte le 22 di Serie B. Ad esse si aggiungono 27 società selezionate dalla Lega Pro e 9 selezionate dal Comitato Interregionale della Lega Nazionale Dilettanti, per un totale di 78 club partecipanti. La competizione è interamente ad eliminazione diretta con eccezione delle semifinali. Tutti i turni si svolgono in gara unica, con eventuali tempi supplementari e calci di rigore. Le semifinali si disputano con gare di andata e ritorno, col meccanismo delle coppe europee, ovvero in caso di pareggio dopo 180 minuti a passare il turno è la squadra che ha totalizzato il maggior numero di reti in trasferta; in caso di parità anche nei gol segnati fuori casa si procede con i tempi supplementari e i calci di rigore.

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FINALE TIM CUP di Alberto ABBATE


TIM CUP

Le vittorie per squadra Roma e Juventus con 9 successi sono le squadre con più vittorie in Coppa Italia. Seguono Inter con 7, Fiorentina 6, Lazio, Milan e Torino 5, Sampdoria 4, Napoli e Parma 3, Bologna 2, Atalanta, Genoa, Vado, Venezia e Vicenza 1.

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gni anno per la finale di Coppa Italia quel nome risuona sconosciuto: Vado. Dove sarà? Che fine avrà fatto quella squadra che vinse il primo storico trofeo? Vado Ligure è diventata ormai la periferia industriale di Savona, nonostante abbia caratterizzazioni storiche e etniche tutte sue. C’è una centrale elettrica e ci sono tanti stabilimenti. Negli Anni Venti era uno dei grandi centri operai con fonderie, impianti chimici e petrolchimici, laterizi, cantieri di demolizione navale e la possente Westinghouse, che fabbricava locomotori elettrici e che ospitava 1.700 lavoratori. Quell’estate del ‘22 eravamo alla vigilia della Marcia su Roma e dell’invito del Re a Mussolini di formare il governo ma già i ministeri si accanivano contro le giunte rosse e i comuni dove comparivano i primi rappresentanti del partito comunista nato nel ‘21 a Livorno. Nell’aprile del ‘22, infatti, era stato sciolto con decreto regio il consiglio comunale di Vado, reo di non aver

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esposto la bandiera in occasione di ricorrenze patriottiche, di avere uno stemma con la falce e martello, di aver costituito un corpo armato e non aver rispettato le leggi nella celebrazione dei matrimoni. In questo contesto, la conquista della Coppa Italia garantì - un po’ come il successo di Gino Bartali al Giro di Francia nel luglio del ‘48 in occasione del fallito attentato a Togliatti – una pace sociale artificiosa prima dell’avvento del fascismo. Non ci sono più in vita i protagonisti di quella finale, non c’è più lo stadio del trionfo, come non c’è più la vera Coppa Italia in argento del peso di 8.250 grammi (è una copia quella nella sede del Vado), immolata alla patria nel 1935, cioè donata alla segreteria federale del partito fascista dopo le sanzioni della Società delle Nazioni per l’aggressione all’Etiopia. Ormai, per ragioni di sponsor, c’è solo la Tim Cup. Ma è passato quasi un secolo – per l’esattezza 89 anni – da quella

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Il Vado, primo vincitore della Coppa Italia

L’albo d’oro 1922 Vado 1927 edizione non terminata 1936 Torino 1937 Genoa 1938 Juventus 1939 Ambrosiana-Inter 1940 Fiorentina 1941 Venezia 1942 Juventus 1943 Torino 1958 Lazio 1959 Juventus 1960 Juventus 1961 Fiorentina 1962 Napoli 1963 Atalanta 1964 Roma 1965 Juventus 1966 Fiorentina 1967 Milan 1968 Torino 1969 Roma

1970 Bologna 1971 Torino 1972 Milan 1973 Milan 1974 Bologna 1975 Fiorentina 1976 Napoli 1977 Milan 1978 Inter 1979 Juventus 1980 Roma 1981 Roma 1982 Inter 1983 Juventus 1984 Roma 1985 Sampdoria 1986 Roma 1987 Napoli 1988 Sampdoria 1989 Sampdoria 1990 Juventus 1991 Roma

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1992 Parma 1993 Torino 1994 Sampdoria 1995 Juventus 1996 Fiorentina 1997 Vicenza 1998 Lazio 1999 Parma 2000 Lazio 2001 Fiorentina 2002 Parma 2003 Milan

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2004 Lazio 2005 Inter 2006 Inter 2007 Roma 2008 Roma 2009 Lazio 2010 Inter 2011 Inter

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TIM CUP

eroica finale del 17 luglio contro l’Udinese, durante il quale è successo di tutto.

La nascita del trofeo

La Coppa Italia infatti era nata nel 1922 dalle turbolente vicende che avevano sconvolto l’organizzazione del calcio italiano, dal dissidio fra le grandi società e la FIGC. Quest’ultima per ridare nuova linfa alla stagione agonistica aveva proposto un torneo parallelo al campionato. L’idea fallì praticamente sul nascere a causa dello scarso interesse che suscitò sul pubblico nell’immediato. Quindi dopo la vittoria del Vado la manifestazione non trovò più spazio. Nel 1926 morì dopo poche giornate (agli ottavi) il tentativo di riproporla, a causa della mancanza di date disponibili. Solo nel 1935, in seguito alla riduzione della Seria A a 16 squadre e alla conseguente disponibilità di date in calendario, la Coppa Italia riuscì a decollare. Ma furono soprattutto una serie di opportune modifiche a rinvigorirla sul modello della Coppa d’Inghilterra: tutti gli incontri si disputavano in una partita secca su un campo designato a sorteggio; in caso di parità dopo gli eventuali supplementari veniva programmata una gara di ripetizione a campi invertiti. Partecipanti: tutte le società di Serie A, B e

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C. Le big della massima divisione avevano però accesso direttamente al tabellone principale, tutte le altre venivano scremate in una serie di scontri preliminari. Quindi, cinque turni a partire dai sedicesimi sino alla finale, da disputarsi in campo neutro. Il primo vincitore del rinnovato torneo fu il “Grande Torino” nel 1936. Ai granata successero i più importanti club del campionato: il Genoa, la Juventus e l’Inter. Fece scalpore nel 1941 il successo del Venezia di un ancora sconosciuto Valentino Mazzola. Chi alzava la Coppa Italia partecipava poi di diritto alla Coppa Mitrova (detta anche Coppa dell’Europa Centrale) della stagione successiva, la più antica competizione europea per club ( 1927), che sarebbe poi andata gradualmente morendo sino alla scomparsa nel 1992. Nel 1943, dopo l’ennesima vittoria del Torino, prima società a cingere contemporaneamente anche lo Scudetto, la manifestazione chiuse ancora una volta i battenti. Stavolta, causa maggiore il primo conflitto mondiale. Nel dopoguerra, l’espansione della serie A a 20 squadre non lasciò più spazio alla “piccola coppa”.

Il rilancio della Coppa Italia

Il sipario si alzò nuovamente nel 1958.

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Non perché se ne sentisse la mancanza, ma solo in vista di una nuova e lanciatissima competizione europea. Sulla scia della neonata Coppa dei Campioni (1955), nacque infatti nel 1960 la Coppa delle Coppe, destinata alle vincitrici delle varie coppe nazionali. Cambiò nuovamente lo schema della competizione, venne alleggerito: esclusi i sodalizi di Serie C, tutti i turni erano ad eliminazione diretta in gara unica, e una serie di preliminari permettevano alle grandi squadre di entrare in scena a tabellone molto avanzato. Nel 1958, anno della rinascita, fu la Lazio ad aggiudicarsi la Coppa Italia, battendo la Fiorentina. Con uno splendido colpo di testa, Maurilio Prini, fresco d’addio ai viola, rese ancora più infuocato un caldo pomeriggio del 24 settembre: i 60mila dell’Olimpico esplosero il loro boato per il primo trofeo della storia biancoceleste. L’anno successivo, nel 1959, fu la Juventus a conquistare lo scettro, anzi la “Coccarda Tricolore”: cucita al petto, simbolo della vittoria della Coppa, venne per la prima volta utilizzata proprio in occasione dell’undicesima edizione e da allora ufficialmente adottata dalla Lega. Negli anni successivi toccò prima alla Fiorentina rifarsi sulla Lazio, poi al Napoli compiere un’impresa,

tutt’oggi mai scalfita: è l’unica squadra ad aver alzato la Coppa pur non militando nella massima serie (era in Serie B). Nel 1963 fu il turno dell’Atalanta, l’1 novembre 1964 Torino si tinse di giallorosso: a cinque minuti dal 90’ Bruno Nicolé, appena mandato in campo dal tecnico Juan Carlos Lorenzo, insaccò il pallone alle spalle di Lido Vieri. Giacomo Losi alzò al cielo la prima Coppa Italia della storia della Roma. La seconda arrivò cinque anni dopo, nel ‘69, sotto la presidenza di Alvaro Marchini e la guida tecnica del “Mago” Helenio Herrera. La vittoria fu dedicata a Giuliano Taccola, attaccante nella Roma e capocannoniere delle prime 6 giornate di campionato con 6 reti, scomparso prematuramente per cause mai chiarite. I giallorossi trionfarono al termine di un girone finale che li vide sfidare il Foggia nell’ultima partita decisiva, benché ai fini della vittoria risultò determinante il successo in trasferta sul campo del Cagliari.

Formula a gironi

Verso la fine degli Anni Sessanta, infatti, per rilanciare la manifestazione e richiamare il pubblico negli stadi, la FIGC aveva pensato di sostituire i turni ad eliminazione diretta con una serie di gironi:

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TIM CUP comitanza con la riammissione dei sodalizi di Serie C.

L’era della Roma di Liedholm

A.S. Roma Coppa Italia: 9 1963-1964 1968-1969 1979-1980 1980-1981 1983-1984 1985-1986 1990-1991 2006-2007 2007-2008

2008: la prima Coppa Italia, con il ritorno alla gara unica a Roma, se la aggiudica la squadra giallorossa, battendo l’Inter con i gol di Mexes e Perrotta.

Il Barone Liedholm, allenatore svedese, ha portato alla Roma, negli Anni ‘80, tre Coppa Italia.

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sette da cinque squadre con gare di sola andata. Alle vincitrici andava ad aggiungersi il club detentore: le otto società rimaste venivano strutturate in due gironi con gare di andata e ritorno da disputarsi dopo la fine del campionato. Le due capoliste si incontravano poi in finale all’Olimpico di Roma. Portò bene al Milan la salita al Quirinale di Giovanni Leone. I rossoneri furono la squadra più vincente degli anni settanta, riuscirono a cucirsi la coccarda sul petto in ben tre occasioni su cinque finali disputate: nel 1976’77 si tolsero persino la soddisfazione di battere i cugini dell’Inter. Il grande successo delle coppe europee spinse però a ripensare nuovamente il formato della Coppa Italia, introducendovi turni ad eliminazione diretta con la regola dei gol in trasferta. Il mutamento iniziò nel 1979: con questo metodo vennero disputati i quarti e le semifinali, due anni dopo anche la finale e gli ottavi nel 1982 in con-

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Gli Anni ottanta si aprirono nel segno inconfutabile del “Barone”. In cinque stagioni, oltre allo scudetto, Nils Liedholm trascinò nella bacheca della Roma addirittura tre Coppe Italia (1979-’80/ 1980’81/ 1983-’84). Quella del 1980, vinta dai giallorossi a rigori contro il Torino (replay l’anno successivo), fu però l’ultima finale (32esima edizione) disputata in una gara unica prima del suo ripristino a partire dal 2007-’08. Ma la Coppa Italia rimase comunque legata alla capitale, anzi alla Roma e al suo “accento” svedese. Dopo Liedholm, toccò a Sven Goran Eriksson vincerne un’altra nel 1986. I giallorossi s’imposero sulla Sampdoria (alla quale Eriksson avrebbe restituito la Coppa da allenatore 10 anni dopo) in una doppia finale impoverita dall’assenza dei nazionali (Nela, Ancelotti, Tancredi, Conti e Boniek per la Roma; Vierchowod, Vialli e Souness per i doriani) convocati dalle rispettive Federazioni per il Mondiale disputato in contemporanea. I blucerchiati, che avevano già vinto la Coppa l’anno prima, si rifecero vincendo altre due edizioni consecutive nel 1988 e nel 1989. Ma nel 1990-’91, pochi mesi dopo la morte del presidente Dino Viola, Ottavio Bianchi sconfisse la Samp di Vialli e Mancini campione d’Italia e conquistò la settima Coppa Italia. Dopo due stagioni sui generis per le Olimpiadi di Seoul e per i Mondiali del ‘90, il modello continentale trovò totale applicazione allorquando la Coppa Italia si strutturò con un turno eliminatorio e cinque turni di tabellone principale, tutti disputati secondo le medesime regole europee. Negli Anni Novanta il Parma e il Vicenza salirono per la prima volta sul gradino più alto del podio di un torneo che, pur senza raggiungere alti picchi d’interesse, seppe raccogliere discreti successi di pubblico. Nonostante ciò, i cambiamenti decretati dalla UEFA alle proprie manifestazioni contribuirono ad affossare di nuovo il torneo. L’abolizione della Coppa delle Coppe nel 1999 e il contestuale allargamento della Champions League tolsero ragion d’essere e spazio alla

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Coppa Italia, cui non diede rimedio il diritto all’accesso in Coppa Uefa della vincitrice della manifestazione, dal momento che tale obiettivo poteva più facilmente essere raggiunto attraverso il campionato. Alla perdita d’interesse nei confronti della coppa seguì anche un ridimensionamento della sua formula: vi partecipavano tutte le squadre di B e le migliori 10 di A . La prima fase era a gironi di sola andata con 4 squadre, ai quali partecipavano le peggiori due società di A e quelle delle serie inferiori; si qualificavano le vincitrici di ogni gruppo. La seconda fase era un turno eliminatorio con gare di andata e ritorno tra le 8 qualificate e altrettanti club di A non impegnati in Europa. Il tabellone principale comprendeva poi quattro turni d’andata e ritorno.

La legge dei biancocelesti

Ciò nonostante la Lazio ricorda sempre con un sorriso la fine degli Anni ‘90 e l’inizio del terzo millennio. Fu la regina di quelle edizioni della Coppa Italia: ne vinse 3 in 7 stagioni. La prima arrivò nella stagione 1997-’98 quando nella finale di ritorno Gottardi, Jugovic e Nesta di fronte ai 70mila spettatori dell’Olimpico annientarono il vantaggio del Milan con Albertini, ma sopratutto il risultato (1-0) maturato all‘andata a San Siro. Quel trofeo del 29 aprile non avrebbe però asciugato le lacrime per la finale di Coppa Uefa persa a Parigi contro l’Inter. Ci avrebbe pensato invece prima la Supercoppa Italiana (il 28 agosto contro la Juve), ma sopratutto lo scudetto del 1999/2000. Nello stesso anno la gloriosa società del Presidente Cragnotti, guidata in panchina da Sven Goran Eriksson, si aggiudicò anche un’altra Coppa Italia, appena quattro giorni dopo aver alzato il Tricolore: era il 18 maggio e lo 0-0 di San Siro contro l’Inter suggellò, di fronte a 15mila sostenitori biancocelesti accorsi a Milano, la vittoria dell’andata di Roma per 2 a 1 grazie alle reti di Simeone e Nedved. La furia ceca si trovò poi di fronte alla Lazio da ex, dopo la fine dell’era Cragnotti, fra le fila della Juventus nella finale (andata e ritorno) di Coppa Italia vinta dai biancocelesti nel 2004: Stefano Fiore fu l’assoluto protagonista della for-

S.S. Lazio Coppa Italia: 5 1958 1997-98 1999-00 2003-04 2008-09

mazione allenata da Roberto Mancini, realizzando 3 delle 4 reti laziali nei due confronti. In quella serata del 12 maggio, capitan Favalli alzò il trofeo davanti a 15mila tifosi laziali al seguito. Il torneo, già storicamente poco appetito dai tifosi italiani, stava andando incontro ad un costante declino. Nel 2005 si pensò dunque d’ introdurre un elemento di novità strutturando le eliminatorie in gara secca fra le 12 società di Serie A non in Europa, quelle di Serie B, e 30 di Serie C. Nonostante le buone intenzioni, neanche queste innovazioni seppero riportare il pubblico negli stadi. E neppure l’ennesimo cambiamento regolamentare, varato nel 2007 in occasione della 60ª edizione del torneo, con la riduzione dell’organico alle sole società di Serie A e B. Quindi nel 2008 venne introdotta una nuova modifica organizzativa e allargata di nuovo la competizione

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2009, la Lazio in casa batte la Sampdoria ai calci di rigore.

Altro svedese, altre vittorie. Sven Goran Eriksson ha riportato in casa Lazio le grandi vittorie a partire dalla Coppa Italia del 1998 che bissò nel 2000.

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TIM CUP alle squadre delle serie minori nel contesto di un tabellone tennistico, con tutti i turni in gara unica ad eccezione delle semifinali, disputate attualmente con andata e ritorno.

La sfida Roma-Inter

Ad attirare l’attenzione dell’Italia calcistica sono però state le finali degli ultimi anni, soprattutto l’acceso confronto fra Roma e Inter: il primo nel 2005 quando la compagine di Bruno Conti, reduce da un’annata disastrosa, venne annientata nei due confronti di giugno da uno straripante Adriano, quello dei tempi d’oro sotto la guida di Mancini, e da una punizione di Mihajlovic. Identica storia nel 2006, con i nerazzurri trascinati all’andata e al ritorno dal Jardinero Julio Cruz. Capitan Totti riusciva ad alzare la Coppa nel 2007: nella sfida d’andata la Roma rifilava un clamoroso 6-2 all’Inter. I giallorossi in 15 minuti si portavano in vantaggio con Totti, raddoppiando con De Rossi e stendendo i nerazzurri con Perrotta; chiudevano la sfida Amantino

Mancini e una doppietta di Panucci con un Toldo impietrito. Al ritorno l’Inter vinceva 2 a 1, ma non serviva a nulla. E siamo quasi ai giorni nostri. Nel 2007-2008 è ritornata la finale unica, da disputarsi per regolamento nella Capitale alla presenza del Presidente della Repubblica. La prima se l’è aggiudicata la Roma per 2 a 1. Ancora Spalletti contro Mancini, come in campionato ancora duello InterRoma: sono Mexes e Perrotta a regalare la “Coccarda” ai gialorrossi. Scucita l’anno successivo dagli odiati cugini biancocelesti che, guidati da Delio Rossi, sconfiggono ai rigori la Samp di Mazzarri. Infine, l’anno scorso, di nuovo Roma-Inter. Ancora una volta un confronto che si trascina dal Campionato, ma nell’anno del “Triplete’ di Mourinho non c’è davvero nulla da fare. Nerazzurri vittoriosi grazie all’ennesima zampata del “Principe” Diego Milito e “terzo titulo”. Nel 2011, è ancora l’Inter ad alzare il trofeo grazie al successo centrato sul Palermo, arrivato in finale senza i favori del pronostico.

La finale di Tim Cup tra FC Internazionale Milano e US Città di Palermo allo Stadio Olimpico il 29 maggio 2011.

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Curiosità Il recordman di presenze in Coppa Italia è Roberto Mancini che con le maglie di Bologna, Sampdoria e Lazio ha giocato 120 partite. Lo inseguono da vicino Giuseppe Bergomi (119), Pietro Vierchowod (116), Franco Causio (113), Giovanni Galli (112) e Dino Zoff (110). Mancini è anche quello che ha vinto di più da giocatore e allenatore con Sampdoria, Lazio, Fiorentina e Inter.

LO STADIO s p q r

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TIM CUP

H A N N O

D E T T O… Javier Zanetti Argentino di origini friulane, è il giocatore in attività e lo straniero con più presenze in Serie A (564) e anche quello con più presenze nella storia dell'Inter (791). È inoltre il recordman di presenze consecutive con la maglia dell'Inter (137), squadra di cui è il giocatore più vincente della storia con sedici trofei, nonchè capitano da 13 anni.

L’AMORE PER LA MAGLIA

«L’Inter è la mia famiglia, sono troppo innamorato dell’Inter. Queste gioie non si dimenticano»

Delio Rossi Ex centrocampista attivo negli anni 70-80, è noto al grande pubblico per la sua carriera da allenatore. Ha allenato, tra le altre: Palermo, Lazio e Fiorentina. Di quest’ultima è l’attuale tecnico dopo l’esonero di Sinisa Mijahilovic.

FILOSOFIA DELLA SCONFITTA

«Volevo regalare qualcosa più grande di noi ai nostri tifosi. Ce la siamo giocata. Non è bastata la grande prova, un buon gioco, ha vinto la squadra più esperta»

Lorenzo De Silvestri DOPO LA VITTORIA IN COPPA CON LA LAZIO

«Dedico la vittoria a Gabriele, sono sicuro che è stato lui a darci una mano durante la lotteria dei rigori. Ogni volta che uno di noi calciava pensavo a lui»

Romano di nascita ed ex enfant prodige della Lazio, nel 2007 è stato l’unico giocatore italiano inserito nella lista dei migliori giocatori under-20 dal quotidiano inglese Sun. A tutt’oggi è titolare nella Fiorentina con il ruolo di terzino destro.

Francesco Totti Attualmente è il quinto cannoniere di tutti i tempi in serie A, recordman di presenze nella Roma di cui è capitano e simbolo. Campione del mondo nel 2006 con la nazionale maggiore nonostante un grave infortunio che ne pregiudicò la prestazione.

SOLO PER IL PUBBLICO

«Vincere in casa è una bellissima soddisfazione, siamo contenti perché il nostro pubblico se lo merita»

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I L PA L L O N E DA C A L C I O Il re indiscusso delle partite di calcio. Quando sta per entrare viene accompagnato nella sua corsa dagli occhi di migliaia di persone che esultano quando passa quella linea di porta tanto agognata. È il pallone il protagonista: quello che la Lazio portò a Roma nel 1900 pesante e pieno di nodi di corda che a prenderlo di testa ci volevano gli eroi di guerra d’allora. A pentagoni, quello degli Anni ‘70, quello dei ricordi più belli e quello tecnologico di oggi. Ha cambiato look ma non il potere di emozionare.

Le prime specifiche per la realizzazione di un pallone da calcio furono stabilite nel 1863 dalla Football Association (la federazione calcistica inglese) e revisionate nel 1872, rimanendo essenzialmente immutate sino ai giorni nostri. I palloni vengono fabbricati seguendo le specifiche descritte dall'International Football Association Board (IFAB). La Regola 2 del calcio stabilisce che il pallone debba essere una sfera riempita d'aria, con una circonferenza compresa tra 68 e 70 centimetri ed un peso compreso tra 410 e 450 grammi, gonfiata ad una pressione relativa rispetto all'atmosfera compresa tra 0,6 e 1,1 atmosfere, e ricoperta da cuoio o “altro materiale idoneo”.

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IL CONCORSO IPPICO SPEGNE 80 CANDELINE La competizione Il Concorso fa parte del circuito della Top League FEI, che raduna gli otto CSIO più prestigiosi al mondo e vede in lizza i migliori cavalieri internazionali. Durante la manifestazione si svolgono gare a tempo, fasi consecutive, barrage immediato, mista, e i tre evnti clou, ossia Coppa delle Nazioni, Gran Premio di Potenza, Gran Premio Roma. La chiusura spettacolare è affidata al Carosello dei Carabinieri.

4 giornate dal 24 al 27 maggio 96 ore di diretta televisiva 79 edizioni disputate 20.000 spettatori nel 2011

Location PIAZZA DI SIENA Situata all’interno di Villa Borghese, è raggiungibile in auto percorrendo via Salaria, il Muro Torto, via di Porta Pinciana. Il parcheggio più idoneo è quello coperto con accesso da via del Muro Torto. In autobus, si può fare riferimento a Piazza Fiume, Piazzale Flaminio, via veneto. Se si decide di prendere la metropolitana, le stazioni della linea A più vicine sono quelle di “Spagna” e “Flaminio”.

IL PARCO OSTACOLI Il parco ostacoli di Piazza di Siena è uno dei più completi e più variati tra quelli che si trovano in giro per il mondo. Esistono circa 40 ostacoli completi differenti l'uno dall'altro per costruzione e colori. Nella storia del concorso romano gli ostacoli hanno spesso richiamato temi storici o di pura fantasia: tra i primi il muro di Ponte Milvio, le colonne dei Fori Traianei, l' acquedot¬to romano, i cancelli e le staccionate della campagna romana, tra i secondi gli scacchi, le torri medioevali, la facciata della Ca’ d'Oro di Venezia. Sono circa 200 i ripari tra pilieri e colonne, 400 le barriere e numerosissimi sono anche gli arginelli, i muri, i cancelli, i tavoli e le siepi.

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P I A Z Z A

DI SIENA di Caterina VAGNOZZI

Le regole Il concorso ippico internazionale di Piazza di Siena è il fuiore all’occhiello del calendario della Fedreazione Italiana Sport Equestri, di cui è attualmente Presidente Andrea Paulgross, da sempre l’appuntamento più importante perché l’unico nel nostro paese che prevede la disputa dalla Coppa delle Nazioni. Tradizionalmente si svolge in primavera, a ridosso degli Internazionali di tennis. Il manto erboso è stato sostituito nel 2007 da una superficie di sabbia silicea che consente maggiore salvaguardia per le prestazioni dei cavalli e garantisce la perfetta tenuta del terreno in qualsiasi condizione atmosferica.


PIAZZA DI SIENA

un giro di boa decisamente significa-

Ètivo quello che il Concorso Ippico In-

Il Sindaco Gianni Alemanno consegna la Lupa Capitolina al cavaliere americano McLain Ward, vincitore del Gran Premio Roma nel 2010.

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ternazionale di Roma (la sigla internazionale C.S.I.O. sta per Concours de Saut International Officiel) si prepara quest’anno ad affrontare. Da giovedì 24 a domenica 27 maggio nell’ovale di Piazza di Siena, progettato alla fine del settecento dagli architetti Antonio e Mario Asprucci su incarico del prin-

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cipe Marcantonio Borghese, andrà infatti in scena l’edizione numero 80 dell’evento che ha iniziato la numerazione ufficiale nel lontano 1926 e che da allora ha mantenuto inalterato il suo fascino ed il suo “status” di grande appuntamento sportivo. Il concorso è inserito nel Gotha dell’equitazione mondiale in un circuito definito dalla Federazione Equestre Internazionale “Top League” e che riunisce i più importanti appuntamenti all’aperto del calendario mondiale dove siano previste prove di Coppe delle Nazioni: La Baule (Francia), Roma (Italia), San Gallo (Svizzera), Falsterbo (Svezia) Aquisgrana (Germania), Hickstead (Gran Bretagna), Dublino (Irlanda) e Rotterdam (Olanda). Per testimoniare l’eccezionalità dell’evento e festeggiare un così importante compleanno arriverà a Roma anche la Presidente della FEI, la principessa Haya di Giordania. Alla guida del massimo organismo internazionale dal 2006, la principessa, che è stata la prima donna araba a gareggiare nell’equitazione in competizioni internazionali di alto livello ed è

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L’albo d’oro Questo l'albo d'oro nel dopoguerra del Gran Premio Roma, la gara individuale piu' importante del concorso internazionale di Piazza di Siena: BETTONI CAZZAGO (Ita, Uranio) 1947 1948 D'Orgeix (Fra, Sucre de Pomme) 1949 Navarro Morales (Spa, Quorum) 1950 du Breuil (Fra, Tourbillon) 1951 Garcia Cruz (Spa, Quoniam) 1952 Echeverria (Cil, Lindo Peal) 1953 Hanson (Gbr, The Monarch) 1954 Jonqueres d'Oriola (Fra, Arlequin) 1955 Jonqueres d'Oriola (Fra, Charleston) 1956 RAIMONDO D'INZEO (Ita, Merano) 1957 RAIMONDO D'INZEO (Ita, Merano) 1958 PIERO D'INZEO (Ita, The Rock) 1959 Winkler (Ger, Halla) 1961 Ringrose (Irl, Loch an Easpaig) 1962 PIERO D'INZEO (Ita, Sunbeam) 1963 Smith (Gbr, O'Malley) 1964 Queipo de Llano (Spa, Infernal) 1965 Arrambide (Arg, Chimbote) 1966 Weier (Svi, Junker) 1967 PIERO D'INZEO (Ita, Navarette) 1968 PIERO D'INZEO (Ita, Navarette) 1969 DANNO (Ita, Kim Ando) 1970 PIERO D'INZEO (Ita, Red Fox) 1971 RAIMONDO D'INZEO (Ita, Fiorello) 1972 MANCINELLI (Ita, Ambassador) 1973 PIERO D'INZEO (Ita, Easter Light) 1974 RAIMONDO D'INZEO (Ita, Gone Away) 1975 Pyrah (Gbr, April Love); 1976 PIERO D'INZEO (Ita, Easter Light) 1977 Schulze Siehoff (Ger, Sarto) 1978 Macken (Irl, Boomerang) 1979 Blickenstorfer (Ger, Hendrik) 1980 Cottier (Fra, Flambeau C)

membro del Comitato Olimpico Internazionale, in veste di amazzone ha preso parte a diverse edizioni del concorso di Villa Borghese manifestando sempre, e nei più diversi contesti, la sua spiccata predilezione non solo per l’appuntamento sportivo in particolare ma per la città in genere. Concorso di vertice in tutti questi lunghi anni, Piazza di Siena è stata testimone eccellente della storia dell’equitazione mondiale oltre che palcoscenico principe per cavalieri e cavalli che hanno fatto grande sino all’inizio degli anni ’70 la tradizione sportiva italiana in sella. In questi lunghi decenni ci sono stati momenti che,

1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1999 2000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Nicolas (Fra, Mador) Cottier (Fra, Flambeau C) Kursinski (Usa, Livius) Cottier (Fra, Flambeau C) Robert (Fra, Lafayette) Kaamps (Ger, Argonaut) Roycroft (Aus, Apache) Weinberg (Ger, Just Malone) Vangeenberghe (Bel, Queen of Diamond) Durand (Fra, Jappeloup) Godignon (Fra, Akai Prince d'I.) Godignon (Fra, Quidam de Revel) Vangeenberghe (Bel, Osta Carpets Queen) BOLOGNI (Ita, Mayday) Sloothaak (Ger, San Patrignano Joly Coeur) Sloothaak (Ger, San Patrignano Joly Coeur) Goldstein-Engle (Usa, Hidden Creek's Laurel) Pomel (Fra, Thor des Chaines) Bratt (Sve, Casanova) (*) Demeersman (Bel, First Samuel) Fuchs (Svi, Cosima); Bronfman (Usa, Charltlon) Broucqsault (Fra, Dileme de Cephe) Angot (Fra, Cigale du Tallis) Ahlmann (Ger, Coster) Skelton (Gbr, Arko III) J. Whitaker (Gbr, Peppermill). Dennis Lynch (Irl, Lantinus) Rodrigo Pessoa (Bra, Let's Fly) McLain Ward ( Usa, Sapphire) Eric Lamaze (Can, Hickstead)

Nel 2000 ci sono state due edizioni del Gran Premio, una per il concorso vero e proprio e l'altra per la finale del trofeo Samsung, il circuito della Coppa delle nazioni. Nel 1998 il concorso di Piazza di Siena non e' stato disputato per la concomitanza con gli Weg, gli World equestrian Games allo stadio Flaminio.

già di per sé significativi dal punto di vista sportivo, sono diventati indiscutibile leggenda. Pagine talmente intense di significato che rimangono scritte in oro come quelle che hanno visto protagonisti Graziano Mancinelli con la vittoria del Campionato d’Europa del 1963 e, ancor più , i fratelli D’Inzeo, medaglie d’oro (Raimondo) e d’ argento (Piero) individuali ai Giochi Olimpici di Roma 1960. Per la prima edizione del Concorso Ippico Internazionale Ufficiale di Roma, la sede non fu quella di Villa Borghese. Come si legge nelle cronache dell’epoca «Il concorso ebbe luogo nella prima decade di maggio nell’ Ippodromo di Villa Glori.

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GLI ITALIANI Nella storia del Concorso Ippico Internazionale di Piazza di Siena, cinque italiani hanno vinto il Gran Premio Roma. Si tratta di Bettoni Cazzago, Piero e Raimondo D’Inzeo, Danno e Bologni.

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PIAZZA DI SIENA

ROMA 1960 1. Siepe con barriera

L’Olimpiade d’oro per l’equitazione italiana

2. Muro con barriera

Ecco il percorso di salto ostacoli della prova individuale che si è tenuta a Piazza di Siena in occasione della Grande Olimpiade 3. Muro

4. Riviera

u questo percorso, riportato in questo di-

Ssegno dall'architetto Alessandro Ammira-

glia, i fratelli D'Inzeo hanno scritto forse la più bella pagina della storia dell'equitazione italiana: medaglia d'oro (Raimondo) e d'argento (Piero) nella prova individuale di salto ostacoli delle Olimpiadi di Roma. 5. Cancello con barriera

6. Oxer rustico

7. Doppia gabbia 7a. Muro 7g. Pass. di sentiero 8. Pass. di sentiero su fosso

7b. triplice

10. Diritto di tavole

9. Oxer rustico 11. Gabbia

11a. Oxer 12. Cancello rustico

11a. Passaggio di sentiero

14. Oxer

13. Muro

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Brillante e numeroso l’intervento delle squadre estere: Belgio, Francia, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia e Svizzera. Fu disputata per la prima volta la “Coppa d’Oro Mussolini”, dopo emozionante lotta aggiudicata all’Italia, i cui colori furono difesi dal Capitano Lequio su Trebecco, dal Capitano Bettoni su Scoiattolo e dal Tenente Pacini su Zanghera. La Società Ippica Romana, erede del Comitato Permanente per i Concorsi Ippici, riconoscendo l’importanza raggiunta dal Concorso Ippico Internazionale del 1926, stabiliva di ritenere questo come primo della serie dei concorsi internazionali e di conseguenza il Concorso Ippico Internazionale del 1927 acquistava la numerazione di secondo». L’anno successivo il concorso ebbe nuovamente come palcoscenico l’Ippodromo di Villa Glori e si svolse dal 7al 16 maggio. «Due numerose squadre straniere, una

Roma Capitale impressa su uno degli ostacoli del percorso

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Immagini per gentile concessione Collezione Privata Maurizio Tecardi

PIAZZA DI SIENA

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Piazza di Siena è una vasta area, non aperta al traffico veicolare, che si trova a Roma, all’interno di Villa Borghese. Deve il suo nome a Siena, luogo originario della famiglia Borghese. Essa nacque, infatti, per iniziativa del principe Marcantonio IV (17301800), che alla fine del XVIII secolo chiese che all’interno della villa fosse edificato uno spazio che ricordasse Piazza del Campo, il luogo dove dal medioevo si tiene il noto Palio di Siena. L’opera fu terminata postuma; comunque, in osservanza dei voleri dello scomparso principe, fu destinata ad accogliere manifestazioni e feste popolari. Passata allo Stato italiano dopo la Presa di Roma e divenuto spazio pubblico, dal 1922 divenne il luogo d’elezione di un concorso equestre. Ma, quando Roma non aveva spazi sportivi come oggi, Piazza di Siena ha rappresentato per lungo tempo un luogo sacro di tanti sport: in tutti gli sport. Nel 1906 si svolsero le selezioni per gli atleti azzurri alle Olimpiadi. Sono arrivate ai giorni nostri foto della Lazio che qui si allenava ma, dalla lontana america, anche un’immagine datata 1920 nel quale si annuncia una partita di baseball a Roma, ancora a Villa Borghese. E così via.

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La storia di Piazza di Siena, teatro dello sport romano

In alto una foto di Piazza di Siena di fine ‘800. A destra un manifesto che pubblicizza una gara di baseball del 1920. In basso e nella pagina accanto, siamo nel 1906, le selezioni per portare gli atleti azzurri alle Olimpiadi.

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francese, inglese l’altra, condotte dal Ten. Col. Haentjens e dal Cap. De Fonblanque, reduci dai trionfi di Nizza, lottarono strenuamente in tutte le prove con i cavali eri italiani. I nostri rappresentanti riuscivano vincitori nel Premio Viminale, nel Premio Esquilino, e nel Gran Premio dell’Urbe, vinti rispettivamente dal Cap. Lombardi, dal Magg. Forquet e dal Magg. Borsarelli. I Francesi vi riportarono invece col Ten. Bertran una categoria di Potenza, mentre il Ten. Briole vinceva l’elevazione e la Coppa di S. M. il Re e insieme con il Ten. Gudin de Vallerin e col Ten. Bizard la gara delle nazioni dotata dell’ambitissima Coppa d’Oro Mussolini». L’anno successivo, come riportano sempre i programmi ufficiali dell’epoca “difficoltà impreviste obbligavano gli organizzatori a rinunciare a Villa Glori per l’Ippodromo dei Parioli, gentilmente offerto dalla Società delle Corse al Galoppo. Dal cambio di ippodromo si avvantaggiò lo sport per l’ottimo terreno naturale che rendeva più regolari le prove. La preparazione per le gare olimpioniche del giugno che teneva in ogni paese impegnati i cavalieri migliori, impediva un’abbondante partecipazione straniera quale altrimenti si sarebbe avuta; ma l’interesse del concorso non veniva sminuito per la presenza di una formidabile squadra di Cavalieri Francesi, che scendevano decisi a difendere le coppe conquistate. La Coppa d’Oro Mussolini veniva assegnata per il secondo anno alla Francia. Il Capitano Bettoni su Aladino confermava le sue qualità di cavaliere in tutte le prove del Concorso. La squadra Francese era composta da: Ten. Bertran de Balanda, Ten. Gudin de Vallerin e Ten. Bizard. Fu solo nel 1929 che Concorso Ippico Internazionale venne organizzato a Piazza di Siena dove prime esperienze di gare di salto ostacoli con la partecipazione di ospiti stranieri erano già state fatte nel 1922 e nel 1923. «Il Comitato Gare e feste in Roma affidò la direzione al Col. Conte Giacomo Antonelli antico e provetto cavaliere, che aveva partecipato a molte competizioni ippiche internazionali. Nello splendido campo preparato con scrupolosa e perfetta tecnica, in tutti i suoi dettagli, le diverse prove furono favorite da un tempo splendido. Ad esse

parteciparono cavalieri Francesi, Polacchi, Spagnoli ed Italiani. I rappresentanti dell’Italia: Ten. Col. Forquet. Magg. Borsarelli, Cap. Bettoni, s’imponevano di forza nella Coppa d’Oro Mussolini per impedire che la coppa stessa emigrasse definitivamente all’estero e l’assicuravano nuovamente al nostro paese: il Cap. Bettoni vinceva tre delle principali categorie; la Baronessa Nisco il premio Amazzoni. La Spagna vin-

Raimondo e Piero D’Inzeo con l’allora Capo Equipe Antonio Gutierrez.

Un’immagine degli Anni ‘30.

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PIAZZA DI SIENA ceva col Cap. Navarro la Coppa di S. M. il Re d’ltalia e la categoria di potenza; la Polonia la Coppa della Cavalleria Italiana; la Francia il Premio Lido di Roma e si piazzava in quasi tutte le categorie». Da allora Piazza di Siena è diventata la sede stabile del CSIO di Roma con un calendario interrotto solo durante gli anni della seconda guerra mondiale ed in occasione in concomitanza con eventi di massima levatura mondiale: nel 1960 quando ha ospitato lo svolgimento della gara individuale dei Giochi Olimpici di Roma e lo CSIO è stato “trasferito” a Torino,

e nella primavera del ’98 quando il concorso non è stato disputato perché tutte le forze degli sport equestri italiani sono state concentrate nell’organizzazione dei World Equestrian Games di Roma ‘98, per motivi organizzativi, è stata programmata allo Stadio Flaminio. L’edizione di quest’anno si preannuncia di particolare valore perché a ridosso dell’appuntamento olimpico di Londra 2012 e tappa d’obbligo dunque per i migliori binomi del panorama mondiale. Motivo in più per rendere l’evento attesissimo.

Curiosità Difficile non considerare il Carosello storico dell'Arma dei Carabinieri che ogni anno rinnova il proprio successo nella magica cornice di Piazza di Siena, come una prova sportiva di grande qualità. Il Carosello nasce nel 1933 (e il primo palcoscenico era lo stesso di oggi, affogato nel verde di Villa Borghese): le varie formazioni dell'Arma indossavano ciascuna un'uniforme storica: trombettieri del 1814, carabinieri del 1833, carabinieri di Sardegna (1853), carabinieri combattenti in Crimea (1855), in Lombardia (1859), nelle carabinieri che liberarono Venezia e Roma (1866-1870), trombettieri del 1900, carabinieri di Libia e della prima guerra mondiale, corazzieri. Questo spiega il nome di Carosello storico. Che è rimasto fino ai giorni nostri, insieme con la travolgente carica finale, ispirata a quella della battaglia di Pastrengo del 1848.

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D E T T O… Rodrigo Pessoa Il cavaliere brasiliano ha vinto un oro ai Giochi della XXVIII Olimpiade di Atene, nel salto ostacoli individuale e due bronzi nel 1996 e nel 2000, nel Salto ostacoli a squadre. Inoltre un oro ai Campionati mondiali di Roma 1998 nel Salto ostacoli individuale.

VINCERE A ROMA

«Roma è un po’ come Aquisgrana: vincere il Gran Premio qui è un’emozione unica»

Eugenie Angot Amazzone francese tra le più forti in europa da juniores. Ha partecipato con la squadra francese all’Olimpiade di Atene 2004. Ha vinto il Gran Premio Roma nel 2004.

SU PIAZZA DI SIENA

«Fantastico, un percorso bellissimo che mi piaciuto da subito»

Piero D’Inzeo Hanno partecipato vittoriosamente a numerose gare in Italia e all'estero, e il loro punto di maggior gloria è quello raggiunto a Roma ‘60, quando Raimondo conquistò la medaglia d'oro e Piero quella d'argento nel Gran Premio di salto ostacoli.

LE EMOZIONI

«Ho vinto sette volte il Gran Premio Roma a Piazza di Siena e ogni volta mi sono emozionato come fossa la prima»

Raimondo D’Inzeo Al temperamento irruente e aggressivo ma efficace di Raimondo, Piero contrapponeva maggiore tecnica e maggior calcolo. A coronamento di una carriera straordinaria, ha ricevuto l'onore di sventolare la bandiera tricolore durante la cerimonia d'apertura delle Olimpiadi di Città del Messico.

LO SCENARIO

«Piazza di Siena è incantevole nella sua cornice di pini secolari e di cipressi svettanti. Il campo di gara è una tavolozza» s p q r

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PIAZZA DI SIENA

Saltare l’ostacolo non è un po’ una metafora della vita? Sarà per questo che quei cavalieri e quelle splendide ed eleganti amazoni rappresentano per chi segue una gara una delle emozioni più grandi di una manifestazione che affonda le radici nella storia e nella romanità

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LA POT E N ZA , PER SUPERARE L’OSTACOLO La Potenza è una gara in cui si esalta la capacità del cavallo di “spingersi” verso l’alto. I concorrenti devono affrontare nell’ordine una “triplice” e un “muro”, due tipi diversi di ostacoli la cui altezza viene progressivamente aumentata ad ogni barrage successivo fino alla conclusione della prova. Questa è sicuramente la categoria più apprezzata dal grande pubblico, dove la forza e il coraggio del cavallo eccellono. Nel tempo, in questa spettacolare categoria il pubblico di Piazza di Siena ha potuto ammirare degli eccezionali gesti atletici di cavalli e cavalieri. Come nel 2002, quando in sella a Carino Cristian Pitzianti insieme al brasiliano Luis Felipe de Azevedo Senior (su Fape Salam Silverlaedin) con un fantastico salto di 2 metri e 32 ha battuto il record della gara che a Piazza di Siena resisteva dal 1983 detenuto da Emilio Puricelli e Pentagon con 2 metri e 30.

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DAL 1980 IL PRINCIPALE MEETING INTERNAZIONALE DI ATLETICA LEGGERA IN ITALIA Location STADIO OLIMPICO

1 giornata di gara, il 31 maggio

Il pubblico accede allo Stadio Olimpico da diversi ingressi. Per chi raggiunge l'impianto in auto il parcheggio più vicino è quello di Piazzale del Foro Italico. Si possono utilizzare anche i parcheggi di Piazza Mancini, Piazzale Maresciallo Giardino e Piazzale Clodio. Il più vicino punto di riferimento per arrivare con i mezzi pubblici è il capolinea di Piazza Mancini. In metropolitana, le stazioni della linea A più vicine sono quelle di “Ottaviano” e “Flaminio”, da dove si può prendere il tram 2 fino al capolinea di Piazza Mancini.

19 gare assegnano medaglie 53.000 spettatori nel 2011 60 vincitori di medaglie internazionali 31 edizioni disputate 9 record del mondo stabiliti

Partenza 200m

Partenza 3000m siepi

Partenza 1500m

Peso

Salto con l'asta 34,92°

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Salto in alto 34,92°

Martello/disco

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Partenza 100m

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COMPEED GOLDEN GALA Il programma

di Elena VIOLA 18:45 18:55 19:00 19:38 19:45 19:48 20:03 20:10 20:20 20:30 20:35 20:38 20:40 20:50 21:00 21:08 21:15 21:25 21:45 21:53 22:07

Lancio del disco Getto del peso Salto in lungo 100m pre-programma - Gara 1 Salto con l'asta 100m pre-programma - Gara 2 400hs 3000 siepi Salto in alto 400m Lancio del giavellotto 200m Salto Triplo 100hs 1500m 800m 200m 5000m 100m 400m 4x100

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G O L DA N G A L A

Lampi azzurri Molti gli italiani che dal 1980 in poi hanno iscritto il proprio nome nell’albo d’oro del meeting. Nel 1982 due azzurre ottengono il primato italiano con prestazioni super al Golden Gala: Fausta Quintavalla con un lancio che tocca la fettuccia dei 64 metri, e Margherita Gargano che nei 3000 sostituisce adeguatamente la ritirata Dorio e rimane incollata alla rumena Puica per chiudere in 8:46.31, coronando una caccia al record che era diventata per lei un’autentica ossessione. Nel 1986 ad infiammare il pubblico romano è il fondista Stefano Mei, che nei 5000 prova l’impossibile impresa di sfidare Aouita, che pur febbricitante la spunta in 13:13.13 davanti allo spezzino (13:14.29). Nel 1990 Salvatore Antibo nei 5000 si produce in un assolo di quelli che non si dimenticano. La lepre, il keniano Jonas Koech, lo aiuta fino ai 2400 metri, ma il siciliano poco lo tollera e il resto lo fa da solo chiudendo in 13:05.59 che gli vale l nuovo primato italiano, la miglior prestazione mondiale dell’anno e la quinta di ogni tempo. Nel 1997 un altro brivido azzurro riscalda gli spettatori infreddoliti dalla pioggia costante. Si tratta di Fabrizio Mori. La gara dei 400 ostacoli è qualcosa che rimarrà nella storia. Tutti puntano le proprie fiches sull'americano Bronson, invece sul rettilineo finale la rimonta di Fabrizio Mori culmina con la vittoria in 48.34, a un solo centesimo dal record italiano e con l'americano a quasi mezzo secondo.

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uando il Golden Gala venne inserito per la prima volta nel calendario internazionale, nessuno poteva sapere che quella di Roma sarebbe stata l’unica occasione di confronto fra tutti i campioni del pianeta, racchiusi in una notte stellare. Il boicottaggio olimpico di Mosca è ancora di là dall’essere progettato, Roma attende la manifestazione non senza qualche patema perché è da tempo che la grande atletica non approda nella Capitale. Inoltre si teme che il pubblico si mostri poco incline ad applaudire senza espressioni di tifo calcistico i campioni convenuti. Nulla di tutto ciò: dopo il “flop” olimpico, Roma restituisce un sorriso al mondo dell’atletica e dello sport tutto, con una serata rimasta nella storia di questo sport. Qualcuno ha detto che Primo Nebiolo, il geniale presidente della FIDAL e della IAAF che ebbe l’intuizione del meeting, toccò il culmine del suo successo dirigenziale proprio quel giorno, quando nel lo Stadio Olimpico si trovarono a gareggiare, fianco a fianco, i reduci dalle Olimpiadi di Mosca e la schiera di coloro che erano stati costretti (le decisioni furono dei governi e non certo degli atleti o delle federazioni) a disertare i XXII Giochi olimpici, dando vita al primo vero boicottaggio della rassegna olimpica, in precedenza solo sfiorata da ridotte defezioni (come entità partecipativa) avve-

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nute a Melbourne (1956) e a Montreal (1976). Il meeting internazionale di Roma, denominato Golden Gala, figurava da tempo nel calendario internazionale, ma i fatti di Mosca facevano prevedere un insuccesso clamoroso di partecipazione unita alla preoccupazione per la scelta di una data troppo estiva che avrebbe tenuto lontano dall'Olimpico i vacanzieri romani. L'atletica italiana si era comportata molto bene ai Giochi. Due medaglie d'oro e una di bronzo in campo maschile (Mennea, Damilano e la 4x400) e una in campo femminile (Simeoni) costituivano un bottino eccellente e quindi Nebiolo si accingeva a presentarsi senza timori riverenziali alla conferenza stampa di chiusura. Fu proprio da un testa a testa con Khomenkov che Primo Nebiolo uscì con una notizia che, annunciata in conferenza stampa, in un attimo fece il giro del mondo, aprendo fenditure di disgelo nell'iceberg creato anche nello sport dalla così detta “Guerra Fredda”. Al Golden Gala era stata prevista la presenza degli atleti sovietici che avrebbero così affrontato i colleghi europei e statunitensi e comunque tutti coloro che avevano boicottato i Giochi non tanto in un sorta di rivincita quanto in un affratellamento che solo lo sport è capace di dare. Il successo della manife-

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Il Sindaco, Gianni Alemanno, interviene alla conferenza stampa di presentazione del Compeed Golden Gala, la terza tappa del circuito Samsung Diamond League Iaaf. Il Presidente della Fidal, Franco Arese, il Segretario Generale del Coni, Raffaele Pagnozzi, il Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale, Alessandro Cochi.


G O L DA N G A L A stazione romana fu eccezionale. Nonostante la data infausta ben sessantamila spettatori affollarono le tribune dell'Olimpico impegnando oltremodo il servizio d'ordine. Notevoli anche i risultati sotto il profilo strettamente tecnico e conferme importanti per i nostri Mennea e Simeoni. A dirlo sono i numeri: primati mondiali tentati nel salto con l’asta e nelle due prove dell’alto, tre record italiani con Dorio, Mennea e Scartezzini, due martellisti oltre gli 80 metri, 20 saltatori oltre i 2,15, 11 primati dello stadio e 5 del territorio italiano. Risultati che ancora oggi farebbero di qualsiasi manifestazione uno dei migliori meeting mondiali Nei 100 metri un giovanissimo Carl Lewis s’inchina all’americano Floyd in 10.20 contro i 10.23 del futuro figlio del vento, nei 200 Mennea infiamma il pubblico correndo in 20.01 e stracciando il giamaicano Quarrie. Nei 5000 vinti dal keniano Koskei in 13:30.8 quarto è un giovanissimo Cova in 13:40.4. Nei 3000 siepi Scartezzini sorprende tutti correndo in 8:12.5 e venendo battuto dal solo keniano Kip Rono in 8:12.0. La gara dell’alto è straordinaria: i tedeschi ovest fanno tripletta con Moegenburg, Thranhardt e Nagel, ma sono ben

11 a valicare i 2,20. Nell’asta il francese Vigneron sale a 5,70, nel martello il tedesco ovest Riehm lancia a 80,78 e si prende una platonica rivincita sul russo Syedikh che non aveva potuto affrontare a Mosca. Fra le donne la Simeoni non delude, anzi fa impazzire il pubblico arrivando a 1,98 ridicolizzando le avversarie. Nei 1500 l’olimpionica sovietica Kazankina proietta al record la Dorio che le rimane attaccata alle caviglie, scendendo così sotto i 4 minuti. Nei 100, sesta arriva una giovanissima Merlene Ottey, alla prima di una serie di presenze infinita. Da allora il Golden Gala ha scritto la sua storia a suon di record del mondo. Nel 1987 il marocchino Said Aouita abbatté lo storico muro dei 13 minuti nei 5000 facendo fermare il cronometro sul tempo di 12:58.39. E’ stato quello solo il primo dei tanti tempi fatti registrare sotto i 13 minuti, tanto che la pista romana ha il più alto numero di prestazioni “under 13 minuti” al mondo. Nel 1995 la gara fece registrare un altro primato mondiale, questa volta ad opera del keniano Moses Kiptanui, grande specialista dei 3000 siepi “in libera uscita” sulla distanza piana, che coprì nel fantastico tempo di 12:55.30. Ben due i primati del

Curiosità Nell’edizione del 2007 Salim Sdiri, il saltatore in lungo francese fu colpito ad un fianco colpito dal giavellotto impazzito scagliato dal finlandese Pitkamaki La drammatica scena è stata seguita con grande apprensione dagli spalti dell'Olimpico. I maxischermi dello stadio trasmettevano le immagini del Golden Gala e il pubblico ha visto l'atleta transalpino che veniva colpito dal giavellotto e si accasciava sulla pista. Poi i soccorsi, con l'italiano Andrew Howe che estraeva dalle costole di Sdiri la parte dell'attrezzo che gli si era infilata. Per fortuna tutto si è risolto per il meglio ma quanta paura…

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Record del Mondo al Golden Gala 2008 Salto con l'asta 2000 Lancio del giavellotto 1999 Miglio 1998 1500 m 1995 5000 m 1987 5000 m 1984 Salto con l'asta 1984 Salto con l'asta 1983 Salto con l'asta

5.03 m 68.22 m 3'43.13 3'26.00 12'55.30 12'58.39 5.91 m 5.94 m 5.83 m

mondo ottenuti a Roma dal grande Hicham El Guerrouj. Nel 1998 il campione marocchino siglò una prestazione da fantascienza sui 1500 metri, con il tempo di 3:26.00, ancora oggi imbattuto. L’anno successivo il corridore maghrebino ha migliorato anche quello del miglio, portandolo a 3:43.13 grazie anche allo stimolo del giovane avversario keniano Ngeny. L’ultimo record mondiale in ordine di tempo risale al 2008, quando la regina dell’asta Yelena Isinbayeva volò ai cinque metri e tre centimetri del suo ennesimo primato. Poi nessun altro primato, anche se lo scorso anno ci si è andati vicino... Non proprio a un record mondiale, ma a quello di spettatori presenti a un meeting di atletica leggera in Italia. Grazie alla presenza dell’olimpionico e pluri primatista mondiale di velocità, il giamaicano Usain Bolt, all’Olimpico erano presenti oltre 53.000 spettatori. E quando è entrato sulla pi-

Yelena Isinbayeva Trine Hattestad Hicham El Guerrouj Hicham El Guerrouj Moses Kiptanui Said Aouita Thierry Vigneron Sergey Bubka Thierry Vigneron

sta, si è rischiato di stabilire il primato di tifo. Tutti in delirio per lo stratosferico quanto estroso e simpatico velocista giamaicano. Poi si è consumato tutto in nove secondi e novantuno centesimi. Tanto è durata la prima avventura romana di Usain Bolt, l’uomo più veloce del mondo, o Mister 9’58’’ come meglio identificato in riferimento allo stratosferico record del mondo dei 100 metri piani stabilito ai Mondiali di Berlino del 2009. E per questa edizione, vista la sua già confermata presenza, tra l’altro alla vigilia dei Giochi olimpici di Londra, sicuramente il numero di spettatori sarà maggiore. Anche perché a sfidarlo sulla magica pista dell’Olimpico, oltre al suo connazionale-rivale Asafa Powell, uno dei grandi protagonisti della storia del Golden Gala, ci sarà nuovamente la “freccia bianca”, ovvero il francese Christophe Lemaitre, tanto temuto dai velocisti di colore quanto amato dalle ragazze per il suo aspetto da divo del cinema.

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Said Aouita all’arrivo nei 5.000 dove stabilì nel 1987 il record mondiale.


G O L DA N G A L A

Record MASCHILI Specialità 100 m 200 m 400 m 800 m 1500 m Miglio 2000 m 3000 m 5000 m 10000 m 110 m hs 400 m hs 3000 m siepi Salto in alto Salto con l'asta Salto in lungo Salto triplo Getto del peso Lancio del disco Lancio del martello Lancio del giavellotto 3 km di Marcia Staffetta 4x100 m

Record 9.77 (+0.4 m/s) 19.86 43.62 1'42.79 3'26.00 3'43.13 4'54.02 7'46.06 12'46.53 28'59.82 13.01 (+0.8 m/s) 47.73 7'56.34 2.38 m 5.94 m 8.61 m (0.0 m/s) 17.60 m (0.0 m/s) 21.67 m

Atleta Tyson Gay Walter Dix Jeremy Wariner Wilson Kipketer Hicham El Guerrouj Hicham El Guerrouj Venuste Nyangabo Jack Buckner Eliud Kipchoge Mark Donahue Allen Johnson Felix Sanchez Saif Saeed Shaheen Andrey Sokolowskiy Sergey Bubka Dwight Phillips Jonathan Edwards Ulf Timmermann Christian Cantwell 68.78 m Piotr Małachowski 84.88 m Sergey Litvinov 90.80 m (Vecchio giavellotto) Tom Petranoff 90.34 m (Nuovo giavellotto) Andreas Thorkildsen 11'08.76 Giovanni De Benedictis 38.31 Santa Monica Track Club

Nazionalità Stati Uniti d'America Stati Uniti d'America Stati Uniti d'America Danimarca Marocco Marocco Burkina Faso Regno Unito Kenya Stati Uniti d'America Stati Uniti d'America Repubblica Dominicana Qatar Ucraina URSS Stati Uniti d'America Regno Unito Germania Est Stati Uniti d'America Polonia URSS Stati Uniti d'America Norvegia Italia Stati Uniti d'America

Data 10 luglio 2009 10 giugno 2010 14 luglio 2006 7 luglio 1999 14 luglio 1998 7 luglio 1999 8 giugno 1995 31 agosto 1984 2 luglio 2004 11 settembre 1986 7 luglio 1999 12 luglio 2002 8 luglio 2005 8 luglio 2005 31 agosto 1984 10 luglio 2009 14 luglio 1998 10 settembre 1986 10 giugno 2010 10 giugno 2010 10 settembre 1986 7 settembre 1985 14 luglio 2006 18 luglio 1990 8 giugno 1994

Per le immagini si ringrazia: FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) e Giancarlo Colombo/FIDAL

G O L D E N G A L L E RY

Saïd Aouita, record del mondo dei 5000 m al Golden Gala del 1987.

Il lunghista Andrew Howe, vice campione del mondo della specialità.

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Hicham El Guerrouj record mondiale 1500 metri al Golden Gala del 1998.

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Record FEMMINILI Specialità 100 m 200 m 400 m 800 m 1500 m Miglio 3000 m 5000 m 110 m hs 400 m hs 3000 m siepi Salto in alto

Salto con l'asta Salto in lungo Salto triplo Getto del peso Lancio del disco Lancio del giavellotto Staffetta 4x100 m

Record 10.75 (+0.6 m/s) 10.75 (+0.4 m/s) 22.19 49.17 1'55.69 3'56.55 4'21.38 8'23.96 14'32.57 12.39 (+1.5 m/s) 52.82 9'11.58 2.03 m

Atleta Marion Jones Kerron Stewart Marion Jones Marita Koch Pamela Jelimo Maryam Yusuf Jamal Paula Ivan Olga Yegorova Tirunesh Dibaba Vera Komisova Lashinda Demus Gulnara Galkina-Samitova Yelena Slesarenko Hestrie Cloete Blanka Vlašic Chaunte Howard-Lowe 5.03 m Yelena Isinbayeva 7.23 m (−0.3 m/s) Marion Jones 15.29 m (+0.3 m/s) Yamilé Aldama 20.82 m Mihaela Loghin 68.90 m Tsvetanka Khristova 70.64 m (Vecchio giavellotto) Petra Felke-Meier 68.66 m (Nuovo giavellotto) Barbora Špotáková 43.96 Italia

Nazionalità Stati Uniti d'America Giamaica Stati Uniti d'America Germania Kenya Bahrain Romania Russia Etiopia URSS Stati Uniti d'America Russia Russia Sudafrica Croazia Stati Uniti d'America Russia Stati Uniti d'America Cuba Romania Bulgaria Germania Est Norvegia Italia

L’astista siracusano siracusano Giuseppe Gibilisco, campione del mondo nel 2003 a Parigi con 5.90 metri.

Data 14 luglio 1998 10 luglio 2009 7 luglio 1999 10 settembre 1986 11 luglio 2008 10 luglio 2009 19 luglio 1989 29 giugno 2001 11 luglio 2008 5 agosto 1980 10 giugno 2010 10 luglio 2009 2 luglio 2004 2 luglio 2004 10 giugno 2010 10 giugno 2010 13 luglio 2007 14 luglio 1998 11 luglio 2003 7 settembre 1985 10 settembre 1986 10 settembre 1986 10 giugno 2010 27 luglio 1988

I due grandi rivali statunitensi Lewis e Fredericks.

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G O L DA N G A L A

A sinistra Cristophe Lemaitre che nel 2011 debutta la stagione all'aperto il 26 maggio al Golden Gala di Roma, correndo i 100 metri in 10 secondi netti (vento +0,6 m/s), dietro a Asafa Powell (9"93) a destra e Usain Bolt (9"91).

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L’ostacolista cinese Liu Xiang, oro olimpico ad Atene 2004 nei 110 ostacoli.

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Il fondista statunitense Douglas Padilla.

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Il livornese Fabrizio Mori, campione del mondo (1999) dei 400 ostacoli.

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Di corsa in Campidoglio Usain Bolt e Asafa Powell: i due dei campioni sono stati accolti e premiati dall’Amministrazione Capitolina prima delle ultime due edizioni del Golden Gala.

I due velocisti statunitensi Frederick e Johnson.

I due mezzofondisti keniani Kiptanui e Komen.

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La primatista mondiale del salto con l’asta, la russa Yelena Isinbayeva.


G O L DA N G A L A

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D E T T O… Usain Bolt Il 16 agosto 2009, a Berlino, in occasione dei Campionati del Mondo, Usain Bolt stabilisce il nuovo record del mondo dei 100 metri piani fissandolo a 9’’58. Bolt ha percorso la distanza alla media di 37,578 km/h, la più alta velocità media con partenza da fermo mai raggiunta da un uomo.

SULL’ OLIMPICO E IL PUBBLICO DI ROMA

«Entusiasmante. Uno degli stadi più belli del mondo, una pista splendida e un grande pubblico che mi ha sostenuto fino alla fine»

Andrew Howe Si dedica alla velocità e al salto in lungo, specialità di cui è stato vicecampione mondiale nonché detentore dell'attuale record italiano (8,47 m).

SULL’ESORDIO ALL’OLIMPICO IN CORSIA

«Quella del 2011 è stata la mia prima gara di velocità al Golden Gala. Ho dato l’anima, come sempre, e la prossima volta voglio dare ancora di più»

Antonietta Di Martino Medaglia d'argento ai mondiali di Ōsaka 2007 con il nuovo primato italiano di 2,03 metri, ai Campionati europei di indoor di Birmingham 2007 con la misura di 1,96, medaglia di bronzo ai Campionati del mondo di Daegu 2011 con 2,00 metri, lo stesso anno oro europeo indoor a Parigi.

SU SARA SIMEONI, REGINA DEL SALTO IN ALTO

«Per me è un’enorme emozione sentirmi paragonata a Sara Simeoni, colei che da sempre reputo la regina dell’alto, che nel 1980 ha vinto il Golden Gala»

Blanka Vlasic L'atleta croata, che vanta un primato di 2,08 metri, ha vinto due titoli mondiali, uno eruopeo e una medaglia d’argento all’Olimpiade di Pechino.

SULLO STADIO OLIMPICO

«Questo è uno stadio dove ho gareggiato tante volte e dove ho molti ricordi»

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m a g g i o

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I L TA RTA N Prima era terra rossa, fino a quelle meravigliose Olimpiadi del 1960. Adesso il tartan, fondo in grado di esaltare le prestazioni degli atleti. Ma da sempre quella pista rappresenta, insieme al verde del campo e al vecchio marmo degli spalti, il motivo per cui un bambino alla sua prima partita di calcio o manifestazione di atletica rimane innamorato di quell’arena e diventa per sempre sportivo e tifoso.

La tecnologia applicata allo sport, anche nel campo dell'atletica ha fatto sentire i suoi sviluppi. Si è partiti oramai anni or sono con la realizzazione di superfici in "terra rossa", per poi passare in un misto di asfalto, sughero e gomma colati in opera, che prendeva il nome di "Tartan". Una soluzione ulteriore adottata per anni e' stata quella dei manti prefabbricati, incollati in opera. Oramai tutti questi materiali risultano obsoleti e fuori standard. Due sono le tecnologie più sfruttate del momento: • Granuli di gomma colati in opera e rifiniti con resine poliuretaniche • Tappetino in gomma dello spessore di circa 1 cm. incollato sul sottofondo, e poi finito con resine poliuretaniche.

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