Politiche dello Sport
L’INIZIATIVA EDITORIALE DEL DIPARTIMENTO SPORT
Il Dipartimento Sport online su www.sportincomune.it
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LO SPORT A ROMA NON SI FERMA MAI Gianni Alemanno, Sindaco di Roma Capitale
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l caldo non ha fermato la grande voglia di sport che contraddistingue Roma e i romani. Manifestazioni ed eventi sportivi hanno scandito le tappe dell’estate 2011, permettendo a migliaia di appassionati di conoscere e praticare sport più o meno tradizionali e di sostenere con entusiasmo i campioni azzurri, rientrati in Italia dopo aver preso parte a prestigiose competizioni internazionali. Tra questi non posso che citare Federica Pellegrini e i ragazzi del Settebello di mister Sandro Campagna, medaglie d’oro ai Mondiali di nuoto di Shangai, che ho avuto il piacere di premiare personalmente, a nome dell’Amministrazione di Roma Capitale e di tutta la città, in occasione degli Campionati Italiani Assoluti, andati in scena al polo natatorio di Ostia, sempre più punto di riferimento per atleti e tifosi di questa disciplina. Ma l’attività sportiva è proseguita anche nelle sedi istituzionali: dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea capitolina della delibera che ha ufficializzato la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2020, il Comitato promotore si è insediato, alla fine di luglio a Palazzo Chigi, alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta. E con l’inizio del mese di settembre, il CIO ha reso noti i nomi delle città che hanno presentato la richiesta di candidatura e che, dunque, sfideranno il progetto italiano. Saranno cinque le avversarie con cui la Capitale dovrà confrontarsi per arrivare a raggiungere questo risultato: Baku (Azerbaigian), Doha (Qatar), Istanbul (Turchia), Madrid (Spagna) e Tokyo (Giappone). Sarà una sfida affascinante, che vogliamo vincere perché abbiamo tutte le carte in regola per poter far bene e per regalare alla città e all’Italia il sogno di tornare ad ospitare i Giochi oltre mezzo secolo dopo la splendida esperienza di Roma 1960. Insomma, se è vero che una nuova stagione sta per iniziare, con la ripresa dei campionati di categoria, è altrettanto vero che lo sport a Roma non si ferma mai, neanche nei mesi più caldi dell’anno. Un caro saluto giunga agli atleti e alle squadre romane, affinché il nuovo anno sportivo possa regalare alla nostra città grandi soddisfazioni. Da parte sua, il Campidoglio continuerà a lavorare per confermare il ruolo di Capitale dello sport che Roma ha conquistato in questi ultimi anni e che i romani meritano di veder riconosciuto.
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2011 - SHENZHEN, CINA - LA CANADESE ANN HILARY CALDWELL IN GARA DURANTE LA 26MA SUMMER UNIVERSIADE
Uno scatto che ferma una storia. Un’immagine che ha il potere di regalare un momento alla leggenda e suscitare emozioni. Istanti che rimangono impressi nella pellicola e nell’anima. Senza bisogno di alcuna spiegazione.
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2011 - OXFORD, INGHILTERRA - JOSEPH JEZZARD ALLA DECIMA BUCA STONELESS GOLF CENTRE
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2011 - PERTH, AUSTRALIA NIC NAITANUI DEGLI EAGLES FESTEGGIA IL GOL DURANTE IL MATCH TRA WEST COAST ED EAGLES
2011 - MELBOURNE, AUSTRALIA - MATTHEW LEUENBERGER DEI THE LIONS CONTRO DARREN JOLLY DEI MAGPIES
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Tutto in uno scatto di Roberto REAN CONT Sales Manager - Sport Getty Images
opo che nello scorso numero avevamo dedicato questo spazio, che si rinnova mensilmente all’inizio del giornale a sottolineare l’importanza che assume la foto di qualità nell’economia del racconto dello sport, ai Grandi Eventi che caratterizzano la primavera-estate romana, torniamo ora alla normalità. Proponiamo di nuovo scatti selezionati dagli eventi sportivi che la nostra agenzia segue in tutto il mondo. Momenti in grado di regalare delle emozioni al di là dell’importanza di un evento. E allora anche un allenamento, come nel caso del fotogramma che possiamo vedere in questa pagina può regalare sensazioni al pari di quanto avviene in gare ufficiali. E poi la solitudine in vasca della nuotatrice sola contro se stessa, la gioia e lo sforzo atletico, la concentrazione del golfista al momento di colpire la palla con un mondo davanti a lui da capire, conquistare con la forza e la saggezza, con prepotenza e chirurgica bilità verso quella buca così lontana nel tempo e nello spazio. Una meta invisibile agli occhi di tutti ma non del campione. Mi sia permesso dare appuntamento a Londra 2012 che viene raccontata anche nelle pagine di questo numero della rivista. I nostri fotografi saranno in prima fila pronti a raccontare gare e momenti, straordinarie gioie e drammi sportivi, la gente sugli spalti e il colore al di fuori di questi. Anche Getty Images, Agenzia del CIO, sarà ai nastri di partenza. Alla prossima.
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2011 - PORT ELIZABETH, SUD AFRICA LIAM MESSAM CAPITANO DEGLI ALL BLACK SI ESIBISCE IN UNA VERTICALE
14-09-2011
NUMEROOTTONUMEROOTTONUMERONUMEROOTTO Poca attualità in questo numero dal sapore antico. Chissà... Questo potrebbe sembrare ad una prima lettura superficiale. Ma invece noi proprio di attualità volevamo scrivere. Oggi, che scioperi anche nel calcio, business e una nuova recrudescenza del Calcio Scommesse stanno inquinando il gioco più seguito al mondo, manifestiamo il nostro malessere, che è di tanti sportivi, con i ricordi e le sensazioni più belle. Di quando si giocava nei vicoli della vecchia Roma sognando le grandi giocate dei campioni e di quando i campioni lo erano con la C maiuscola e non certo per i soldi del conto in banca ma quanto per l’amore che mettevano per la maglia, allora davvero sporca di sangue e di sudore. Gradella e Amadei quei periodi li hanno ricordati e hanno emozionato. Ieri lo facevano con le giocate, oggi con gli occhi di chi ha tanto ancora da raccontare... Fabio Argentini
LA COPERTINA
SPQR SPORT Rivista ufficiale Roma Capitale, Dipartimento Sport
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SPQR SPORT E adesso giochiamo a palla prigioniera… “Palla prigioniera (o palla combattente, palla battaglia, palla guerra, palla bollata, palla schiava...) è un gioco per ragazzi. Viene talvolta confuso con un altro gioco, piuttosto diverso, detto palla avvelenata. L'obiettivo della partita è catturare tutti gli avversari, oppure, se si stabilisce un tempo massimo di gioco, quello di terminare la partita con più prigionieri dell'avversario…” Si, palla prigioniera. Un gioco spensierato, legato alla gioventù di tutti noi, nelle strade e nei cortili. Ma non è certo un gioco quello che potrebbe certo chiamarsi sempre palla avvelenata e ha coinvolto in questo ultimo periodo il nostro calcio tra corse al business, una recrudescenza delle scommesse, lo sciopero che ha fatto saltare la prima di campionato con buona pace di chi dalle vacanze c’era tornato apposta. Le motivazioni, che tutti ben conoscono, le lasciamo ai quotidiani e ormai, alle discussioni da bar. Da parte nostra raccontiamo in queste pagine un calcio che non c’è più non ‘avvelenato’ da tutto quel che oggi viene chiamato il Calcio Moderno...
Il Calcio. Quello di una volta... Il calcio di ieri, quello nei vicoli, dei cortili, degli oratori, dei lotti popolari: un calcio romantico soffocato dal business
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SPORT ROMANTICO | 10
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Due bandiere, della Roma e della Lazio, compiono novantʼanni a pochi giorni lʼuno dallʼaltro. E ricordano le loro squadre, i derby, gli anni della guerra
di Luca ALEANDRI iamo talmente abituati a immaginare stadi ormai sorpassati dai filmati dell’Istituto Luce che siamo finiti a immaginare che pure i ricordi dei sopravvissuti siano in bianco e nero. Che fosse un altro calcio è sicuro. Ma per una volta immaginiamolo un po’ più vicino all’attuale, quantomeno perché identico è il sudore di chi sgobba su e giù per una fascia laterale. In verità i nostri protagonisti la fascia laterale non la frequentavano troppo. Amadei l’aveva abbandonata quando fu evidente che il centravanti della Roma fosse meno forte di quel ragazzino cresciuto tra pallone e ceste di pane da consegnare in bicicletta sulle salite dei Castelli. Gradella, poi, non ne parliamo, confinato tra quei pali dove nascono e muoiono i sogni di generazioni intere. Per chi non ha visto di persona, tutto si trasforma in un universo mitico, dai capelli brillantina di Mumo Orsi ai baffoni di Logozzo, molto più vicini a noi. Gli Inglesi, da cui in materia di sport tutto deriva, la chiamano l’era in cui “i calciatori erano uomini”. Nel senso, ovviamente, di essere ancora parte della comunità, figli della comunità, e non star che immaginiamo scendere da un’astronave quando l’arbitro passa alla conta e al controllo dei tacchetti. I tempi di Gradella e Amadei sono lontani, seppelliti non solo dai ricordi, ma da montagne di pagine che li rendono acqua scorsa troppo tempo fa. Però fa bene vedere questi “vecchi giocatori”, come abbiamo visto scrivere ad Amadei in una dedica poco tempo fa. Immaginarli ad uscire su un cross contro Meazza, a contrastare Biavati piuttosto che a scambiare quattro chiacchiere con Pozzo. Ma non solo calcio. C’era la guerra, il mondo cambiava, seppure il proprio buco della serratura dal quale si spiavano le umane peripezie era quello, privilegiato anche allora, del footballer. Proprio il calcio, con qualche altro eroe preso in prestito da altri sport, ci avrebbe aiutato a dimenticare le bombe, la guerra civile. Avrebbe contribuito una generazione di calciatori, probabilmente nemmeno troppo diversi dai vizi e dalle virtù degli italiani di allora. Era un altro calcio, dicevamo, in cui l’Italia vinceva Mondiali e Olimpiadi, prima di pagare lo sforzo bellico e la tragedia di Superga che la privò di una squadra di fenomeni. Era il calcio, l’abbiamo descritto mille volte, del pallone marrone. Quello con le cuciture di fuori. Abbiamo scherzato su questo con Amadei. Gli abbiamo chiesto se facesse male a prenderlo di testa. «Non lo so», ha risposto, «di testa non la prendevo mai». Viva la sincerità, roba d’altri tempi.
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AMADEI, 26 LUGLIO 1921
GRADELLA, 14 GIUGNO 1921
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spq ort Il Circolo romano della Idem Giovanni Malagò, Presidente del Circolo Canottieri Aniene, è entusiasta del traguardo raggiunto da Josefa: «È qualcosa di grandioso e siamo tutti orgogliosi di Josefa, peraltro è fantastico il suo attaccamento ai colori sociali. A breve organizzeremo un incontro con il corpo sociale per festeggiare questo straordinario traguardo».
Josefa Idem è la donna che, nella storia dello sport italiano per quanto concerne gli sport individuali, ha trionfato di più in manifestazioni di Campionati mondiali e Giochi. Ed sarà anche l’unica atleta al Mondo a partecipare ad otto Olimpiadi in carriera: avverrà a Londra... a 36 anni Josefa Idem scende in acqua con una pagaia. Non ha mai smesso. Ha iniziato per diletto, poi è divenuta una professione. Ha vinto tanto, come poche altre canoiste nella storia e in assoluto come poche altre atlete. Ai Giochi olimpici di Londra del 2012 stabilirà un record straordinario. Sarà l’unica atleta al mondo ad aver partecipato all’ottava Olimpiade della carriera. Due con la maglia della Germania, terra d’origine, cinque con quella azzurra. La prima fu a Los Angeles nel 1984, a meno di 20 anni: quella inglese l’affronterà alla soglia dei 48 anni. Poi ha deciso che smetterà, ma con Josefa mai dire mai. In mezzo a questo oceano di Olimpiadi disputate si è sposata con il suo allenatore, Guglielmo
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Guerrini, e insieme hanno concepito due figli, Janek e Jonas. Da qualche anno gareggia per i colori del circolo sportivo più vincente d’Italia, l’Aniene, che ha anche il primato di avere tre delle atlete più forti di sempre nel loro sport, ossia Josefa, Alessandra Sensini e Federica Pellegrini. Fuori dall’acqua, e dalla palestra, Josefa è una donna piena di interessi. Ma non chiamatela “Wonder woman”,
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«Quando uno guarda la lista dei miei risultati gli viene da pensare chissà che cosa ci sarà dietro, con questo intendo una persona speciale rispetto alle altre. Invece rientra tutto nella normalità. Le cose si costruiscono nel tempo e l’unico segreto che ho è che dopo ogni traguardo raggiunto ne programmo un altro. Fortunatamente mi è andata sempre bene».
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Nello sport il gioco deve essere una costante. Quando questa componente viene a mancare è ora di smettere perché la sua è una vita normale, fatta anche di marmellate prodotte con le prugne di casa per i figli, di cene fuori con gli amici, viaggi, impegno sociale.
Quali sono gli ingredienti della ricetta? «Programmazione accurata, motivazione costante, tanta passione e coglie-
re al volo le opportunità che ti si presentano davanti. Questi sono i vari ingredienti dei miei successi».
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Passione e motivazioni: dove li trova in uno sport così duro e poco considerato? «Fortunatamente nella mia carriera, e soprattutto negli ultimi anni, ho sempre avuto un grande supporto da parte dei mass media. Quando faccio le gare c’è molta attenzione su di me, il problema è che se ne parla poco durante l’anno perché ci sono poche gare
in programma. In effetti è abbastanza facile trovare atleti vincenti che si annoiano dopo alcuni anni di carriera. Insomma, c’è chi oggi mangia marmellata a colazione e domani salame. Invece i miei gusti sono rimasti gli stessi nel tempo, per questo non mi sono mai annoiata a pagaiare».
la terza volta che la capitale del Regno Unito ospita l’Olimpiade estiva, la prima per ciò che concerne le Paralimpiadi (in programma dal 29 agosto al 9 settembre). La prima fu nel 1908, quando Londra organizzò l’evento assegnato inizialmente a Roma che nel 1906 rinunciò per carenza di fondi. La seconda fu nel 1948, la prima edizione dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nessun altra città ha organizzato tre edizioni dei Giochi olim-
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Dal 27 luglio al 12 agosto 2012, si svolgeranno a Londra i prossimi Giochi olimpici. Siamo andati a spiare i lavori che hanno trasformato la City. E gli atleti romani che hanno già staccato il biglietto per l’Inghilterra...
Motivazione: è cercare e riuscire ad abbattere le barriere mentali, indagare ed abbattere i propri limiti, lavorare per raggiungere la capacità di esprimersi al meglio
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di Federico PASQUALI
pici (o meglio solo Atene ha ospitato per tre volte la rassegna a cinque cerchi, ma l’edizione del 1906 era “intermedia”, quindi non riconosciuta ufficialmente). Le gare in programma a Londra saranno oltre 300. Trentadue le discipline sportive presenti, alcune delle quali con diverse specialità, e si stimano oltre 10.500 atleti in rappresentanza di 205 Nazioni. La maggior parte delle gare si svolgeranno nel nuovo Parco Olimpico, nei pressi di Stratford,
dove è sorto anche il Villaggio Olimpico. Il torneo di calcio verrà disputato fra Londra, Birmingham, Manchester e Cardiff. Le gare di tennis si terranno a Wimbledon mentre quelle di vela si svolgeranno in Cornovaglia. La cerimonia inaugurale e finale e le prove d’atletica leggera si svolgeranno invece nel nuovo Stadio Olimpico di Londra. Sarà un’edizione dei Giochi a basso costo, nulla a che vedere con gli sfarzi di quella cinese di tre anni fa. Non è semplice fare una stima riguardo il costo finale, almeno fin quando non sarà terminato l’evento. Nel 2007, comunque, Tessa Jowell, allora Ministro per le Olimpiadi, aveva annunciato una spesa complessiva di 9,3 miliardi di sterline (10,6 miliardi di euro), la maggior par-
te dei quali investiti nella costruzione delle infrastrutture e nella riqualificazione di alcune aree della città. Il 19 luglio scorso il nuovo ministro per le Olimpiadi, Hugh Robertson, ha comunicato ufficialmente che il budget previsto sarà rispettato. Nonostante una spesa “minima”, più che normale in una città dove le infrastrutture sono già presenti e di ottimo livello, Londra offrirà ad atleti e spettatori impianti sportivi all’avanguardia. Non solo, perché tutto ciò che è stato realizzato (gli impianti sono quasi tutti ultimati) sarà utilizzato in seguito dai cittadini senza ulteriori spese per cambiare destinazione d’uso. I biglietti per la rassegna sono stati messi in vendita dal 15 marzo al 26 aprile scorso su internet: sei
IN PRIMA, in una foto del National Geoche giocano a pallone, uno in bicicletta e donne in compagnia
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Redazione Via C. Bavastro, 94 - 00154 Roma Tel. 06 671070333 Fax. 06 671070332 redazione@spqrsport.it grafica@spqrsport.it commerciale@spqrsport.it Art Director Alberto Brunella Stampa Arti Grafiche Agostini Srl - Roma
DIFFUSIONE. La rivista è distribuita nel corso degli eventi sportivi a Roma, per via postale e free press in tutte le piazze più importanti dei 19 municipi romani (l’elenco su www.spqrsport.it ). Per ritirare una copia è anche possibile contattare il numero 06.6710.70315 (Dipartimento Sport).
settimane di tempo e nessuna garanzia di poter assistere al proprio sport preferito. Per tutti gli eventi per i quali le prenotazioni hanno superato il numero di posti disponibili, infatti, cerimonie di apertura e chiusura comprese, gli organizzatori hanno effettuato un sorteggio. Basta pensare che anche il Sindaco di Londra è rimasto senza biglietti perché non sorteggiato per capire la serietà dell’organizzazione. Il costo di una poltroncina in prima fila alla cerimonia d’apertura era di 2012 sterline, 1500 sterline quello della cerimonia conclusiva. Il biglietto del parterre per le finali di atletica leggera costava 750 sterline. Solo per la finale dei 100 metri piani, per fare un esempio, le richieste hanno superato il milione.
Una panoramica della periferia di Londra con al centro il mitico Wembley Stadium. Capace di 90.000 posti, dopo la ristrutturazione del 2007, è considerato in tutto il mondo una sorta di tempio del calcio e dello sport in generale. Qui ci gioca la Nazionale inglese di calcio e quella di rugby, e vengono ospitate anche le gare di atletica leggera internazionali. Inoltre, come era in passato, è famoso anche per i mega concerti musicali che vengono ospitati. Per i Giochi olimpici di Londra, sarà utilizzato per ospitare le fasi finali del torneo di calcio, una delle discipline meno considerate all’Olimpiade.
Anno II graphic, i vicoli di Roma negli Anni ‘70. Numero 8 Scene di vita passata con due bambini
Editore Alfacomunicazione Srl Via del Giuba, 9 - 00199 Roma Direttore Responsabile Fabio Argentini
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A 47 anni però non è proprio facile trovare motivazioni. «Non lo metto in dubbio. Ma nel tempo è avvenuto in me un cambio di mentalità: sono diventata una professionista della canoa. A un chirurgo non chiedi perché non molla ad una certa età, perché sai che continuerà a farlo finché andrà in pensione. Nel mio
Complessivamente in Mondiali ed Olimpiadi ha vinto 6 Ori, 11 Argenti e 10 Bronzi. Agli Europei ha vinto 8 Ori, 2 Argenti e 2 Bronzi. Ha vinto due Coppa del Mondo, un secondo ed un terzo posto, vincendo complessivamente 45 gare di Coppa del Mondo. Infine è entrata in finale nei Mondiali e Olimpiadi degli ultimi 25 anni. In Italia, domina la scena nazionale vincendo titoli assoluti, sia in singolo che in equipaggio (sono 34 in 11 anni).
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LONDRA, LAVORI IN CORSO
Mensile di informazione a distribuzione gratuita Reg. Trib. di Roma n. 21 del 27-01-10
di Luca ALEANDRI
hi ha detto che il calcio non si insegna forse sorscopre che la vita è dura, quando magari ti mandano via riderà pensando agli odierni settori giovanili, ai dopo anni di trafila. Le speranze diventano ricordi, i sobambini che sono già dentro campi veri, con porgni si frantumano tra lavori più o meno stabili, più o mete vere e tante di quelle fanaticherie che vedono ai loro no precari. Piccoli idoli di provincia ormai buoni solo per idoli in televisione. Piccoli cloni di un mondo dorato, cai tornei estivi tra ombrelloni. La delusione, intendiamoricature di campioni ci, non l’ha invenche loro, quasi tutti, tata il NAGC. Però non saranno mai. E Oggi ci si propone di ripristinare la funzione di guardiano è chiaro che con forse, almeno in paruna maglia vera che era dei nonni. Uno solo bastava per controllare tanti addosso e con le te, non lo saranno perché avranno semscarpette gialle la bambini intenti a rincorrere un pallone pre un credito con la gloria sembra un grinta, con la rabbia, po’ più vicina. Poi, con il genio o con la fantasia. Gli ingredienti, genuini, di alla prima panchina, ecco le proteste del papà, tecnico un calciatore di razza. E che nessun settore giovanile mancato, giocatore fallito a suo tempo, giudice “equilipotrà mai insegnare. Anzi, paradosso, potrebbe illudebrato” di un figlio già campione. Il calcio di oggi è anche re che imparare una diagonale a dodici anni renda forquesto, tra fanatismi ed isteria, a cominciare da subito. ti. Poi arrivano le delusioni, o meglio le disillusioni. Si Tra giudizi pompati e raccomandazioni, tra agenti, pro-
SOMMARIO
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9. Il saluto del Delegato alle Politiche Sportive 10. Il calcio. Quello di una volta 16. Londra 2012: work in progress 24. Josefa Idem, Regina olimpica 28. Dipartimento Sport un triennio in crescita 36. Equitazione: il reining. Quando Buffalo Bill venne a Roma 44. Antica Roma: i gladiatori 48. Dossier: il Tevere, culla dello Sport 62. Barrovecchio, in papillon tra sangue e sudore 66. Marconi: intervista ai tre fratelli 72. I nostri soldati e lo sport nelle missioni di pace 86. Gradella e Amadei: novant’anni di calcio antico 100. Il XVII Municipio. L’intervista al Mito D’Inzeo 105. News 140. Sport ai raggi X: il tennis 144. Photogallery Old
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I nostri soldati impegnati in Afghanistan, Libano, nella ex Jugoslavia e nel continente Africano… Uomini che rischiano la vita ma che continuano a profondere impegno e sorrisi. Nonostante tutto. Ma quanto lo sport aiuta e quanto importante può essere questa forma di dialogo con le popolazioni locali?
di Luis LUPAN foto Getty Images Esercito Italiano
In collaborazione con Ufficio Stampa Campidoglio Dipartimento Sport Saverio Fagiani, Maria Iezzi, Rodolfo Roberti
Montebelli, Primavera Moretti, Luigi L Panella, Federico Pasquali, Mario Pennacchia, Pasquale Polo, Roberto Rean Cont, Tiziana Romani, Fulvio Stinchelli, Francesca Violo e notizie che negli ultimi mesi si sono moltiplicate con inquietante frequenza, la dicono lunga sull’impegno che i nostri soldati sono chiamati a fornire in zone calde del mondo (l’Afghanistan quella più a rischio). Storicamente, cosa peraltro riconosciuta anche dagli altri contingenti, il soldato italiano è quello che riesce più degli altri a stabilire un rapporto di sintonia con le popolazioni alle quali porta il proprio sostegno pratico e morale. In alcune zone – vedi il Libano - il processo di integrazione è venuto quasi naturale, in altre il discorso è completamente diverso. In Libano la vita scorre, forziamo un po’ il termine, in maniera fondamentalmente routinaria: gli italiani e la popolazione locale
hanno imparato a conoscersi, a socializzare, perfino a scherzare. Ma in Afghanistan, nella zona di Herat, il discorso è completamente diverso. Non è facile strappare sorrisi ai bambini se non si riesce a guardarli con dolcezza negli occhi, preoccupati delle insidie che possono essere in qualsiasi angolo della strada. I nemici della pace hanno purtroppo alzato il tiro: uscire, entrare in contatto con gli abitanti del posto può rappresentare grossi rischi. Una tensione costante che annulla il concetto di giornata tipo, giornata a volte scandita dalla notizia di attentati e attacchi ai nostri militari quotidianamente a rischio della propria vita. La sveglia varia ovviamente a seconda dei turni chiamati a svolgere: si passa alla mensa per fare colazione, magari si trova
Photo Partner Getty Images SPORT MILITARI | 73
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Hanno collaborato Francesco Addesse, Luca Aleandri, Simone AmaIn papillon ti, Francesca Cellamare, Paolo Severo Ciabatti, Dora Cirulli, Domenico De Luca, Valentina Di Felice, Claudio Di Renzo, Federico Farcomeni, Giorgio Franchetti, Marco Impiglia, Stefano Mappa, Anna Tina Mirra, Luca BoxeProfessioneArbitro
oncedere un calcio di rigore su un campo di calcio, decidere l’espulsione di un difensore per un intervento da ultimo uomo. Magari, sul parquet del basket, fischiare passi, assegnare il quinto fallo che significa doccia anticipata del giocatore. Decisioni importanti, non c’è che dire: soprattutto nel calcio se ne parla una settimana intera, a qualche politico che evidentemente non ha di meglio – o di più utile - da fare, a volte viene pure l’idea di proporre una interrogazione parlamentare. Ma alla fine dei conti, più o meno grave che sia e pur potendo avere ripercussioni economiche an-
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Massimo Barrovecchio
Agenzie e fotografi Getty Images: Paolo Bruno, Luis Castillo, Franco Origlia, Pietro Rolandi A volte, in pochi secondi, quando un atleta è in difficoltà, bisogna avere la sensibilità di scrutare nel suo sguardo per capire se la fiammella della battaglia è ancora accesa
Roma Capitale: Fabio Callini, Stefano Bertozzi, Marco Catani, Francedi Luigi PANELLA
foto Bruno-Getty Images
che pesanti sui destini di qualche società, la responsabilità di un arbitro di calcio non potrà mai essere paragonata a quella di uno di pugilato. Sul ring è diverso, bisogna ovviamente far rispettare le regole, ma soprattutto si deve tutelare la salute dei pugili. A volte in pochi secondi, quando un atleta è in difficoltà, bisogna avere la sensibilità di scrutare nel suo sguardo per capire se la fiammella della battaglia è ancora accesa oppure se facendo continuare il match lo si espone solamente a rischi inutili. L’arbitro sul ring deve anche essere spietato: il pugile, nel suo smisurato orgoglio, anche quando è in crisi
nera dice sempre di voler continuare a combattere, ma in certi momenti bisogna essere fermi nel non farsi impietosire e porre fine al match. In Italia, ma siamo sicuri di non esagerare se allarghiamo i confini all’intera Europa, l’arbitro più prestigioso è Massimo Barrovecchio, primo italiano ad avere diretto un campionato del mondo del pesi massimi, quello del trionfo di Vitali Klitschko, al ritorno dopo la lunga inattività, contro il nigeriano Samuel Peter. Baarro ove ecchiio, Lei un match com me quelga di Roccky non lo pottrebbe lo della sag arbitrare? «Certamente no. Il pugilato
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Tre fratelli una passione
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di Anna Tina MIRRA foto Getty Images Archivio Marconi
Semplicità e schiettezza sono i cavalli di battaglia della famiglia dell’Italtuffi
on solo tuffi dal trampolino per i campioni romani dell’Italtuffi. Abbiamo parlato con Nicola, Tommaso e Maria Marconi proprio in occasione del 1° Trofeo Internazionale di tuffi “Niccolò Campo – Roma per Bimbingamba”, andato in scena nella splendida cornice dello Stadio del Nuoto e riservato a 50 giovanissimi tuffatori di dieci diverse nazioni. Un tro-
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sca Di Majo, Claudio Papi, Claudio Valletti Hanno collaborato per le immagini in questo numero: Archivio privato Barrovecchio, Archivio privato Idem, Archivio privato Impiglia, Archivio privato fratelli Marconi, Centro Sportivo Esercito, Confraternita del Carmine, Esercito Italiano, Pietro lancialonga, L’Evento, Maratona di Roma, S.S. Lazio Generale, Sup Wave Club, Team Corse La Sapienza, Mario Rossetti, Unione Italiana Collezionisti Olimpici e Sportivi (archivio)
SPQR SPORT ANNO II N. 8, 148 PAGINE
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LO SPORT. MA QUELLO VERO Alessandro Cochi, Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale
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ermina la pausa estiva e lo sport è di nuovo ai nastri di partenza. A dire il vero non si è mai veramente fermato considerando che Roma è stato teatro di eventi in modo continuativo, nei parchi, tra i giovani impegnati nelle vacanze di studio e di sport sempre più di moda nel nostro territorio, tra corse podistiche e discipline estive protagonista principe il nostro litorale. I mondiali di Pesca Sportiva, i campionati di nuoto, i tanti tornei da spiaggia hanno animato la nostra estate al pari delle vicissitudini di mercato, di rivendicazioni e di giustizia sportiva tutto legato allo sport più seguito e praticato in Italia, il calcio. Non a caso ho voluto che la copertina di questa rivista fosse dedicata al calcio antico e di base al tempo stesso. Un preciso messaggio che dal Campidoglio vogliamo lanciare. La foto della “prima” è tratta dall’archivio del National Geographic e mostra, insieme a Roma di una volta, quel sapore di una genuinità che sembra ormai essersi persa nello sport e ancor più nel calcio filiera di produzione e business prima ancora che fuoco acceso per la passione della gente. Viva Hernanes e Totti, Cissé e Lamela, Klose e De Rossi ma viva soprattutto quei ragazzini che sono cresciuti a pane e pallone tra i vicoli di Roma, ripresi dalla nostra copertina, in una città non ancora inghiottita da asfalto e cemento eredità di tanto scomposto passato, con l’occhio vigile di una donna del popolo alla finestra custode della buona crescita di quei ragazzini mentre stende i panni prima di gridare lì sotto che la pasta è ormai pronta e che il tempo delle rincorse al pallone è finito. Si riprende e l’agenda di appuntamenti è piena: tante vecchie società da salvare come la gloriosa Rugby Roma e tante partite da vincere come quella olimpica nella quale mi onoro di partecipare essendo stato scelto dal Sindaco per far parte del Comitato per la Promozione di Roma 2020. Abbiamo costruito tanto in tre anni e presenteremo i nostri risultati in una conferenza stampa ma, abbassati i riflettori dopo quel giorno, dovremo, a fari spenti come nostro costume, riprendere il cammino intrapreso, con le maniche di camicia alzate perché lo sport ha bisogno di impegno vero e non solo di facciata.
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E adesso giochiamo a palla prigioniera… “Palla prigioniera (o palla combattente, palla battaglia, palla guerra, palla bollata, palla schiava...) è un gioco per ragazzi. Viene talvolta confuso con un altro gioco, piuttosto diverso, detto palla avvelenata. L'obiettivo della partita è catturare tutti gli avversari, oppure, se si stabilisce un tempo massimo di gioco, quello di terminare la partita con più prigionieri dell'avversario…” Si, palla prigioniera. Un gioco spensierato, legato alla gioventù di tutti noi, nelle strade e nei cortili. Ma non è certo un gioco quello che potrebbe certo chiamarsi sempre palla avvelenata e ha coinvolto in questo ultimo periodo il nostro calcio tra corse al business, una recrudescenza delle scommesse, lo sciopero che ha fatto saltare la prima di campionato con buona pace di chi dalle vacanze c’era tornato apposta. Le motivazioni, che tutti ben conoscono, le lasciamo ai quotidiani e ormai, alle discussioni da bar. Da parte nostra raccontiamo in queste pagine un calcio che non c’è più non ‘avvelenato’ da tutto quel che oggi viene chiamato il Calcio Moderno...
SPORT ROMANTICO | 10
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Il Calcio. Quello di una volta... Il calcio di ieri, quello nei vicoli, dei cortili, degli oratori, dei lotti popolari: un calcio romantico soffocato dal business
di Luca ALEANDRI
hi ha detto che il calcio non si insegna forse sorscopre che la vita è dura, quando magari ti mandano via riderà pensando agli odierni settori giovanili, ai dopo anni di trafila. Le speranze diventano ricordi, i sobambini che sono già dentro campi veri, con porgni si frantumano tra lavori più o meno stabili, più o mete vere e tante di quelle fanaticherie che vedono ai loro no precari. Piccoli idoli di provincia ormai buoni solo per idoli in televisione. Piccoli cloni di un mondo dorato, cai tornei estivi tra ombrelloni. La delusione, intendiamoricature di campioni ci, non l’ha invenche loro, quasi tutti, tata il NAGC. Però non saranno mai. E Oggi ci si propone di ripristinare la funzione di guardiano è chiaro che con forse, almeno in paruna maglia vera che era dei nonni. Uno solo bastava per controllare tanti addosso e con le te, non lo saranno perché avranno semscarpette gialle la bambini intenti a rincorrere un pallone pre un credito con la gloria sembra un grinta, con la rabbia, po’ più vicina. Poi, con il genio o con la fantasia. Gli ingredienti, genuini, di alla prima panchina, ecco le proteste del papà, tecnico un calciatore di razza. E che nessun settore giovanile mancato, giocatore fallito a suo tempo, giudice “equilipotrà mai insegnare. Anzi, paradosso, potrebbe illudebrato” di un figlio già campione. Il calcio di oggi è anche re che imparare una diagonale a dodici anni renda forquesto, tra fanatismi ed isteria, a cominciare da subito. ti. Poi arrivano le delusioni, o meglio le disillusioni. Si Tra giudizi pompati e raccomandazioni, tra agenti, pro-
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LE VECCHIE REGOLE DEL GIOCO Passaggi e tiri in porta curatori, africani importati a dieci anni, che nessuno conoscerà mai se non diventeranno almeno simili a Messi. E quindi, nel peggiore dei casi, rispediti oltremare senza passare dal via. Il calcio, si diceva un tempo, non lo insegna nessuno. Generazioni di fenomeni sono cresciute senza mai un allenatore, senza un arbitro. Era la strada il grande maestro...
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I leader del gruppo erano in genere i più forti a calcio in accordo con i più lesti della vita
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Qui non c’erano tattiche, ma solo tecnica o, per i meno dotati, la forza fisica, magari irrobustita dalla prepotenza della quotidianità. I leader del gruppo erano in genere i più forti a calcio, in accordo con i più lesti nella vita. Piccole personalità che sarebbero sfociate in ogni sorta di destino, dal politico al rapinatore, dal bancario al rappresentante farmaceutico. Le regole, poche, chiare, inviolabili. Forti di quel carisma dettato dall’essere parte di un sistema culturale ampiamente condiviso. Erano tutti “chourmo”, come si dice nel grande melting pot di Marsiglia, per indicare l’essere fratelli, magari per pochi minuti, se un determinato contesto ci mette fianco a fianco. Parti, ognuno, di un valore condiviso. “Battimuro” (vale o no? Dipende dai contesti), “a tre angoli è rigore” (chissà perché), le partite a portiere unico, il calcio alla tedesca (se tiri fuori vai in porta ma vale solo al volo, anche se detta così sembra un motto di Grunf della Banda TNT). In porta, generalmente, il più piccolo, o il più scarso se si era in presenza di un caso patologico.
Tutti in attacco, con eccezione del volontario di turno relegato tra i pali. Si affinano schemi offensivi, se praticato da compagni di squadra. Aspiranti ali che vanno al cross, aspiranti torri a cercare la deviazione aerea. Per il portiere rinchiuso controvoglia tra i pali non restava che impietosire qualcuno, che per pura coscienza lo rilevava nel ruolo.
Calcio alla tedesca Tipico allenamento con portiere a rotazione. Si giocava a porta unica, tutti contro il portiere. A ciascun giocatore, portiere compreso, veniva attribuito un punteggio, uguale per tutti salvo che per colui che occupasse per primo il ruolo di portiere, e che aveva per questo diritto a un bonus. La palla girava finché qualcuno non decideva di tentare il tiro. Caratteristica saliente del gioco era che la conclusione in porta dovesse avvenire esclusivamente al volo. In caso di gol il portiere perdeva punti, tanti quanti previsto da una tabella che prendeva in considerazione le diverse modalità di realizzazione (testa, piede semplice, tacco, rovesciata, che era chiaramente la più premiata, ecc.). Se il tiro, invece, fosse finito fuori, l’impreciso cannoniere sarebbe terminato in porta “liberando” il portiere precedente.
Battimuro Uno contro uno a tirare verso il muro all’avversario, un solo rimbalzo a disposizione e chi non riesce a prendere la palla perde il punto.
Partitella Giocatori divisi in due squadre e palla al centro. Macchinosa poteva risultare la divisione dei calciatori. Si partiva dai portieri, qualora ve ne fossero due dichiarati, e si continuava generalmente grazie alla conta (di solito il classico pari e dispari -”bim bum bam le giù“- che non abbisognava di nulla) che dava a uno dei due autoproclamatisi “capitani” la possibilità di scegliere nel gruppo (modello mercato delle vacche). La situazione che veniva a definirsi era paradossale, per cui ognuno sperava di essere chiamato presto, come segno di considerazione. All’ultimo, in caso di numero dispari dei giocatori, restava colui che era definito, senza molti complimenti “lo scarto”. Era generalmente compensato dalla “palla”, cioè dalla possibilità di battere il calcio d’inizio, un vantaggio talvolta effimero.
Una variante con le sponde Variante di una partita applicata in quei contesti dove la presenza di un muro impedisse la presenza, seppure immaginaria, di un limes. In tal modo la palla rimaneva sempre viva e anzi i più abili utilizzavano il muro come un compagno di squadra in grado di chiudere perfettamente un triangolo. Negli ultimi anni si è imposta una formula di “calcetto”, perlopiù indoor, detta “jorky ball”, in cui si gioca due contro due in uno spazio limitato (ma, all’epoca dei cortili giocavano tutti i presenti senza limitazioni) per cui non vi è nel gioco soluzione di continuità. Un allenatore che negli Anni ’90 arrivò fino alla panchina dell’Inter, Orrico, stupì subito il grande pubblico nei primi giorni di ritiro perché introdusse la gabbia, cioè un campo “chiuso” che quindi manteneva la palla sempre in gioco. La utilizzava in quanto, disse, stimolava la forma, i riflessi e l’attenzione dei suoi pupilli, oltre ad essere altamente allenante per la mancanza di stop. Era mutuata, spiegò, dalle gabbie presenti sulle spiagge livornesi in modo che si potesse giocare senza colpire i bagnanti.
Portieri volanti Variante in cui, a causa di porticine piccole tra maglioni o “inventate” dalle basi dei canestri, si doveva restare vicino alla porta e recuperare la posizione in caso di necessità con precipitose fughe all’indietro.
Tree angoli, un rigore In alcune partitelle, prevalentemente a porta unica, si decideva che, qualora una squadra avesse collezionato tre angoli, allo scoccare del terzo, anziché recarsi sull’immaginaria bandierina, un proprio giocatore avrebbe potuto fruire di un penalty. Un momento ambito per imitare, allora, Di Bartolomei o Giordano...
Calcio-Tennis Un muretto basso, una corda tra due pali, una vera rete da tennis, tutto era buono per il calcio tennis. Uno per parte o due con le stesse regole del tennis.
Il calcio nei cortili
Torrelllo Uno in mezzo e intorno a passarsi la palla (variante di prima o due/tre tocchi). Al centro l’autore di un passaggio intercettato.
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Per alcuni, il tocco divino si indovinava fin dai primi pasgeometrica era una formalità) riservato ai piccoli calsi. Il papà di Totti racconta che a cinque anni dovette ciatori. Nel loro mondo non c’era, invece, spazio per le chiedere a dei bambini di far giocare il figlioletto (allora femmine, almeno per qualche tempo ancora. Si calciadavvero “pupo”). Ovviamente incontrò più di una resiva un po’ di tutto, anche se raramente in Italia, almeno stenza, ma dopo pochi minuti ogni ritrosia sembrava diper molti decenni a ritroso, non si era soliti utilizzare il menticata. Ma qui siamo già avanti negli anni, già in pallone di stracci che, ad esempio, le agiografie di molmezzo a una trasformazione pienamente in atto. Che veti campioni brasiliani descrivono essere stato il primo de sempre più i bambini dividersi tra chi sogna di essepasso per la gloria. Per il resto, molto era simile. Le vere il clone di Zarate (altro sogno sottratto ai bambini) e trine minacciate, quando lo scenario era un angolo di chi, invece, preferisce la Playstation, destinato a un fustrada (forse ricorderete Giordano provare i suoi primi turo da informatico sovrappeso. Ma prima dei compudestri nei vicoli di Trastevere, tra le 850 e le 500 parter, il gioco non era chiuso tra quattro mura. La Playcheggiate, il fornaio che strilla, la signora che si affacstation esisteva già, venduta in tutto il mondo senza che cia). Oggi lo scenario è completamente diverso. Non ci una sola lira, peseta o sterlina avesse cambiato prosono più fornai a Trastevere, o quasi, e sicuramente non prietario. Era, appunto, compresa nel calcio dei cortili, ci sono più partite nei vicoli ma aperitivi. Anzi forse non le squadre fatte con la conta (fino ad arrivare all’ultimo, terribile “palla o scarto” Chi giocava in tuta e chi magari in jeans. Con gli scarpini che oggi, in un mondo pedocentrico, farebbe inorridire ogni educatore, anzi a o con le Clarks. Ogni strada poteva essere l’Olimpico quando un’interrogazione parlamentare in proposito?). Oppure era una sfida tra bande rivali, nel ci sono più bambini, alludendo ai bambini la cui condiqual caso sarebbe stato difficile arrivare alla fine. C’era zione sia confermata dall’anagrafe. I tanti Peter Pan non già tutto, anche la telecronaca. Non di Bergomi o Cacontano. Il bottegaio di allora, se incontrasse Giordano, ressa, certo, ma comunque accompagnata da quello abbraccerebbe commosso, perfino contento di come l’espirazione potente di gola che doveva suggerire la abbia contribuito anche a lui, con la sua vetrina in pezpresenza di una folla, invisibile quanto partecipe. L’abzi, alla sua carriera, brillante eppure incompiuta per un bigliamento, invece, era casuale. Dalla totale assenza di campione di tal fatta. La strada, dove si poteva, prima articoli calcistici alla loro sporadica comparsa, fino inche spazi venissero sottratti da manovre ardite a livello vece a una divisa quasi interamente “professionale”. Caurbanistico. Si giocava una volta su piazza Galeria, dal si, questi, però alquanto rari. Chi giocava in tuta, e chi traffico rado quanto quello di Mosca prima della Peremagari in jeans. Chi con gli scarpini e chi con le Clarks. strojka, e oggi invece parte di una grande arteria dove il Ogni strada poteva essere l’Olimpico, ogni lotto popolaflusso d’auto è talmente imponente che i vigili vi hanno re ogni spazio verde, poi fattosi sempre più raro e regoinstallato una centralina per la rilevazione del monoslamentato. Invisibili leggi, mai scritte ma rispettate più sido di carbonio. Che, per inciso, non esiste in natura. delle sentenze di Cassazione dividevano gli spazi in moStrada, dunque, prati, lotti dai grandi viali interni. Oggi do rigoroso tra altalene per i più piccini, spazi per cani, si propone di ripristinare la funzione di guardiani dei comunque meno di oggi e il rettangolo (ma la forma nonni. Prima era naturale. Una persona bastava per
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Calcio e non solo, campionati al via
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A differenza del calendario gregoriano, che fa iniziare l’anno l’1 di gennaio, quello sportivo inizia l’1 di settembre o giù di lì. Almeno per gli sport di squadra. Così, terminate le vacanze di agosto, lo sport si rimette in moto. Il primo campionato a scattare è stato quello di calcio, secondo calendario poi posticipato per sciopero, iniziato il 9 settembre con l’anticipo Milan-Lazio (2-2), con due settimane di ritardo dal previsto a causa del mancato accordo raggiunto tra calciatori e Lega. Il 24 settembre, invece, inizia il campionato di A-1 di calcio a cinque. Tre le compagini laziali al via: la Lazio, che giocherà con la coccarda tricolore cucita sulle maglie, e le due neopromosse Fiumicino e Rieti. Il 25 settembre partirà il campionato di A-1 di pallavolo. Al Palazzetto dello Sport (esordio il 2 ottobre contro Macerata) giocherà la squadra della Capitale, la M. Roma Volley. Un’altra squadra della regione sarà impegnata nella massima serie, l’Andreoli Latina che giocherà al PalaBianchini di Latina. Il 9 ottobre, invece, prenderà il via il campionato di basket di Serie A. La Virtus Roma esordirà, sempre al Palazzetto dello Sport, il 16 ottobre contro il Vanoli-Braga Cremona. Stesse date, 8-9 ottobre, per il fischio d’inizio del campionato di rugby d’eccellenza. A difendere i colori della Capitale ci sarà la Lazio, che farà il suo esordio casalingo (all’Acquacetosa) il 15 ottobre contro il Petrarca. A settembre inizia anche la stagione del running. La prima gara di rilievo è la CorriRoma, una dieci chilometri dal fascino unico. Si parte alle 22 dal Pincio, si corre dentro il cuore di Villa Borghese e si arriva in Piazza del Popolo. Il 24 settembre si corre ancora di notte con la Corsa Futurista, prova unica nel suo genere ciu seguirà anche la No-Limits. Dal 30 settembre al 2 ottobre invece, al Circo Massimo, si svolgeranno i Campionati italiani di tiro con l’arco. Un evento significativo visto che si tratta della 50eisma edizione. Il 7 ottobre al Palazzetto dello Sport di Ostia torna il grande pugilato, con i due pugili romani Manuel Ernesti e Emanuele Blandamura, entrambi imbattuti, che si sfideranno in un match di alto livello.
controllarne tanti, di bambini intenti a rincorrere un pallone in uno spazio angusto. O era il prete, nel campetto parrocchiale di quelle realtà in cui, grazie anche alla logistica, era stato possibile applicare il metodo di don Bosco. Che, detto senza offesa, ha fatto passare per chierichetti ottimi centravanti molto lontani da ogni metafisica. Però anche ai preti piaceva vincere. Ed era così che veniva fuori la tecnica, necessaria per eludere contemporaneamente un avversario e un pino, e magari subito dopo il ragioniere del terzo piano che rincasava. Panorama maschile, certo, perché le femminucce erano un po’ più in là, magari intente al gioco della campana, piuttosto che a varianti diverse dell’acchiapparella, con il maschietto di turno che ha sempre schifato il calcio e il resto della compagnia ha messo in quarantena, peggio che i picciotti sbarcati sotto la Statua della Libertà.
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Le femminucce erano un po’ più in là, magari intente al gioco della campana...
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Coglie bene Saviano il senso di una vita da strada, ambientata ovviamente in provincia di Napoli. La storia di quattro bambini che sognano di diventare calciatori e che la camorra rifornisce di palloni purché loro giochino sempre tutto il giorno in piazza in modo che possano, fermandosi, dare l’allarme all’arrivo della polizia. Finché, un giorno, uno di loro si innamora del pallone, della sua azione e non si ferma nemmeno all’arrivo della polizia. Piccoli professionisti al soldo della malavita che per un attimo vorrebbero passare al servizio del cal-
cio, del loro talento, del diritto di vivere una vita normale. Storie sbagliate, di palloni arancioni, i Super Santos (che era la squadra di Pelé), che si aprono sulle punte circostanti la piazzetta che è la vedetta. Metafora della vita, che comunque ricomincia sempre perché i guaglioni non hanno di che preoccuparsi, avendo un credito aperto e illimitato garantito dal boss con il negozio di casalinghi all’angolo. Anche noi avevamo i Super Santos, ma anche i Supertele, troppo leggeri e dalle traiettorie improbabili, o i Tango, che rappresentarono un notevole salto di qualità. Nessuno, ovviamente, ce li ripagava quando finivano dentro un negozio o una finestra. Anzi, cominciava una lite furibonda tra il proprietario e l’autore del tiro incriminato, qualora le due figure non coincidessero in una persona sola. Era la nostra moviola, in cui mille volte l’azione era ricostruita, per meglio identificare eventuali responsabilità. La sanzione era il ludibrio, l’ostracismo di tutti tranne, se c’era, dell’amico del cuore. Sanzione breve ma implacabile. Tutto era rinviato al giorno dopo, nuovo pallone, tutto passato. Tutto rinviato all’uscita della scuola, giù le cartelle, «dai che si gioca a portieri volanti». Oggi uno dei maggiori club del mondo, il Manchester United, ha sviluppato un settore giovanile in grado di fornire campioni alla prima squadra. Per anni, anzi, ha dominato in patria e fuori con molti elementi usciti appunto dal vivaio. Ma nonostante i brillanti risultati, gli aspiranti Giggs che vestono il red taglia XS devono rigare dritto. A qualsiasi squadra giovanile appartengano sono autorizzati ad indossare solo scarpini di colore nero. Nessun vezzo, nessuna eccentricità. Il calcio è regola, e non un gioco per signorine.
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BOLOGNA CAGLIARI CATANIA FIORNETINA INTER LECCE PARMA ROMA SIENA UDINESE CAGLIARI LECCE FIORENTINA INTER PARMA CATANIA JUVENTUS ROMNA BOLOGNA SIENA
BOLOGNA CATANIA FIORENTINA GENOA INTER JUVENTUS NAPOLI PARMA ROMA SIENA
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CATANIA CESENA CHIEVO FIORENTINA GENOA JUVENTUS LAZIO MILAN NAPOLI PARMA PALERMO INTER CAGLIARI ATALANTA BOLOGNA NOVARA UDINESE SIENA ROMA LECCE
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LAZIO NAPOLI PARMA CATANIA BOLOGNA ATALANTA UDINESE INTER CAGLIARI SIENA
LAZIO ATALANTA NAPOLI CESENA CATANIA CHIEVO CHIEVO GENOA GENOA JUVENTUS MILAN LAZIO MILAN ATALANTA NAPOLI PALERMO NOVARA CESENA PALERMO NOVARA
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LONDRA, LAVORI IN CORSO la terza volta che la capitale del Regno Unito ospita l’Olimpiade estiva, la prima per ciò che concerne le Paralimpiadi (in programma dal 29 agosto al 9 settembre). La prima fu nel 1908, quando Londra organizzò l’evento assegnato inizialmente a Roma che nel 1906 rinunciò per carenza di fondi. La seconda fu nel 1948, la prima edizione dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nessun altra città ha organizzato tre edizioni dei Giochi olim-
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Dal 27 luglio al 12 agosto 2012, si svolgeranno a Londra i prossimi Giochi olimpici. Siamo andati a spiare i lavori che hanno trasformato la City. E gli atleti romani che hanno già staccato il biglietto per l’Inghilterra...
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di Federico PASQUALI
pici (o meglio solo Atene ha ospitato per tre volte la rassegna a cinque cerchi, ma l’edizione del 1906 era “intermedia”, quindi non riconosciuta ufficialmente). Le gare in programma a Londra saranno oltre 300. Trentadue le discipline sportive presenti, alcune delle quali con diverse specialità, e si stimano oltre 10.500 atleti in rappresentanza di 205 Nazioni. La maggior parte delle gare si svolgeranno nel nuovo Parco Olimpico, nei pressi di Stratford,
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spq ort dove è sorto anche il Villaggio Olimpico. Il torneo di calcio verrà disputato fra Londra, Birmingham, Manchester e Cardiff. Le gare di tennis si terranno a Wimbledon mentre quelle di vela si svolgeranno in Cornovaglia. La cerimonia inaugurale e finale e le prove d’atletica leggera si svolgeranno invece nel nuovo Stadio Olimpico di Londra. Sarà un’edizione dei Giochi a basso costo, nulla a che vedere con gli sfarzi di quella cinese di tre anni fa. Non è semplice fare una stima riguardo il costo finale, almeno fin quando non sarà terminato l’evento. Nel 2007, comunque, Tessa Jowell, allora Ministro per le Olimpiadi, aveva annunciato una spesa complessiva di 9,3 miliardi di sterline (10,6 miliardi di euro), la maggior par-
te dei quali investiti nella costruzione delle infrastrutture e nella riqualificazione di alcune aree della città. Il 19 luglio scorso il nuovo ministro per le Olimpiadi, Hugh Robertson, ha comunicato ufficialmente che il budget previsto sarà rispettato. Nonostante una spesa “minima”, più che normale in una città dove le infrastrutture sono già presenti e di ottimo livello, Londra offrirà ad atleti e spettatori impianti sportivi all’avanguardia. Non solo, perché tutto ciò che è stato realizzato (gli impianti sono quasi tutti ultimati) sarà utilizzato in seguito dai cittadini senza ulteriori spese per cambiare destinazione d’uso. I biglietti per la rassegna sono stati messi in vendita dal 15 marzo al 26 aprile scorso su internet: sei
settimane di tempo e nessuna garanzia di poter assistere al proprio sport preferito. Per tutti gli eventi per i quali le prenotazioni hanno superato il numero di posti disponibili, infatti, cerimonie di apertura e chiusura comprese, gli organizzatori hanno effettuato un sorteggio. Basta pensare che anche il Sindaco di Londra è rimasto senza biglietti perché non sorteggiato per capire la serietà dell’organizzazione. Il costo di una poltroncina in prima fila alla cerimonia d’apertura era di 2012 sterline, 1500 sterline quello della cerimonia conclusiva. Il biglietto del parterre per le finali di atletica leggera costava 750 sterline. Solo per la finale dei 100 metri piani, per fare un esempio, le richieste hanno superato il milione.
Una panoramica della periferia di Londra con al centro il mitico Wembley Stadium. Capace di 90.000 posti, dopo la ristrutturazione del 2007, è considerato in tutto il mondo una sorta di tempio del calcio e dello sport in generale. Qui ci gioca la Nazionale inglese di calcio e quella di rugby, e vengono ospitate anche le gare di atletica leggera internazionali. Inoltre, come era in passato, è famoso anche per i mega concerti musicali che vengono ospitati. Per i Giochi olimpici di Londra, sarà utilizzato per ospitare le fasi finali del torneo di calcio, una delle discipline meno considerate all’Olimpiade.
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LE STRUTTURE INGLESI IL VILLAGGIO OLIMPICO... Olympic Park sarà il cuore della rassegna a cinque cerchi. Oltre alle diverse strutture per le gare, su tutte spiccano lo stadio per le gare dell’atletica leggera, la disciplina regina dei Giochi olimpici, e il centro natatorio per le gare di nuoto e tuffi, ci sarò anche il Villaggio olimpico che ospiterà atleti e tecnici provenienti da tutto il mondo.
Villaggio Olimpico
L’
OLYMPIC PARK – IL PARCO OLIMPICO OSPITA: Acquatics Centre 17.500 posti – Nuoto, Tuffi, Nuoto sincronizzato, prova di nuoto del pentathlon moderno Basketball Arena 12.000 posti – Pallacanestro e Pallamano Bmx Circuit 6.000 posti – ciclismo Bmx Handball Arena 7.000 posti – Pallamano e prova di scherma del pentathlon moderno Hockey Centre 16.000 posti – Hockey prato Olympic Stadium 80.000 posti – Atletica leggera Velodrome 6.000 posti – ciclismo su pista Water Polo Arena 5.000 posti – pallanuoto
... E GLI ALTRI IMPIANTI SPORTIVI PER I GIOCHI DEL 2012 Earls Court 15.000 posti – Pallavolo ExCel suddivisa in North Arena 1 (tennis tavolo), North Arena 2 (judo, lotta), South Arena 1 (scherma), South Arena 2 (pugilato), South Arena 3 (pesi). Greenwich Park 23.000 posti – Sport equestri, prove di equitazione e combined del pentathlon moderno Hampton Court Palace Ciclismo strada prova individuale a cronometro Horse Guards Paraade 15.000 posti – Beach volley Hyde Park 3.000 posti – Triathlon, Nuoto di fondo 10 km Lord’s Cricket Ground 6.500 posti – Tiro con l’arco North Greenwich Arena 20.000 posti – Ginnastica Artistica e Pallacanestro The Mall 1.600 posti – Ciclismo su strada, marcia e maratona The Royal Artillery Barraccks 7.500 posti – Tiro a segno, Tiro a volo Wembley Arena 6.000 posti – Badminton, Ginnastica Ritmica Wembley Stadium 90.000 posti – Calcio Wimbledon 30.000 posti – Tennis Eton Dorney Canottaggio, Canoa sprint Lee Valley White Water Cenntree Canoa Slalom Weymouth and Portland Vela e Windsurf
UN GIOIELLO NELLA CITY Addio vecchio Wembley Wembley Stadium, il nuovo impianto con i suoi 90.000 posti è uno degli stadi più capienti del mondo. Gli inglesi lo considerano al pari di un monumento nazionale, visto che al suo interno si disputano tutte le gare ufficiali della Nazionale. Qualche anno fa il nuovo stadio era sorto sulle ceneri del vecchio storico impianto del quale pubblichiamo delle foto dal sapore unico...
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spq ort IL BACINO CON LE ONDE Il Lee Valley White Water Centre è il bacino artificiale realizzato per ospitare le gare di canoa slalom. Le onde sono state create artificialmente grazie ad un sapiente lavoro ingegneristico. Il centro è costato 35 milioni di Euro
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LE STRUTTURE DI LONDRA
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IL TEMPIO DEL TENNIS Per le gare di tennis gli inglesi non hanno dovuto fare sforzi. Wimbledon rappresenta da sempre il tempio del tennis mondiale e con i suoi 30.000 posti a sedere è una delle strutture più imponenti al mondo per il tennis
VASCA DA RECORD L’Acquatics Centre ospiterà le gare di nuoto, tuffi e sincronizzato. La vasca per il nuoto è stata progettata per consentire prestazioni eccellenti agli atleti. Non si formeranno le onde che rallentano la velocità, e il tocco in virata sarà più efficace grazie ai materiali speciali utilizzati al posto di quelli tradizionali
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LA STORIA DELLE OLIMPIADI MODERNE Londra 2012 sarà la trentesima edizione dei Giochi olimpici dell’era moderna. La prima ad Atene nel 1896, nella città che “inventò” i Giochi nell’antichità. E nella capitale greca volle far rinascere i giochi sportivi universali il barone Pierre de Coubertin, che il 25 novembre 1982, insieme a un manipolo di aristocratici francesi, ideò la nuova rassegna durante una riunione all’Università della Sorbona di Parigi. Il 6 aprile del 1896 iniziarono i “Giochi della I Olimpiade”. Sette discipline soltanto (atletica leggera, ciclismo su strada, ginnastica, nuoto, sollevamento pesi, tennis e tiro a segno) per un totale di 43 gare. Quindici le nazioni per un totale di 246 atleti: tutti uomini. Il primo a vincere una medaglia d’oro fu lo statunitense James Brendan Bennet Connolly, vincitore del salto triplo. Atleta, giornalista, scrittore, di origine irlandese, era nato a Boston in una famiglia povera composta da 12 figli. Fu premiato con un ramoscello d’ulivo e una medaglia d’argento (quella placcata d’oro sarebbe arrivata più tardi). Convinto che Atene fosse la sede naturale dei Giochi in modo permanente, re Giorgio I di Grecia chiese a de Coubertin una conferma in tal senso. Ma il barone non rinunciò all’idea di un’Olim-
piade itinerante. E così è stato. L’edizione successiva si svolse a Parigi e vide l’ammissione delle donne, poche per la verità. Le discipline sportive divennero 20, tra queste anche il tiro alla fune. Ad Amsterdam, nel 1928, per la prima volta si disputarono gare di atletica al femminile. In totale le atlete in gara a quei Giochi furono meno del 10 per cento degli uomini (272 contro 2.596). Prima della seconda guerra mondiale, nel 1936, si gareggiò a Berlino. Furono i Giochi della propaganda nazista, e durante la rassegna la regista tedesca Leni Riefenstahl completò “Olympia”, film commissionato dallo stesso Hitler per celebrare i Giochi. Il film rimane uno dei più grandi capolavori del cinema sportivo mondiale. Finita la guerra di torna a Londra, sede dei Giochi già nel 1908.
Poi è il turno di Helsinki, e nel 1956 si disputano per la prima volta fuori da Europa e Stati Uniti, a Melbourne, in Australia. Nel 1960 l’Olimpiade arriva a Roma. Bella, dal volto umano, ancora oggi tra la più apprezzata dai critici dello sport di tutto il mondo. Nel 1964 a Tokyo entra prepotentemente in gioco la tecnologia, che non abbandonerà più i Giochi. Seguono edizioni macchiate da sangue e contestazioni, come quella di Città del Messico 1978 e soprattutto Monaco 1972. Dopo una edizione normale, Montreal 1976, le due “boicottate” a causa della “guerra fredda”: Mosca 1980 e Los Angeles 1984. Poi Barcellona 1992, ancora oggi esempio di come un’Olimpiade possa modernizzare una città. Nel 1996 ad Atlanta si svolgono i Giochi del business. Il nuovo millennio si apre con Sydbey, poi i Giochi tornano a casa, ad Atene, che nel 2004 si rifà il trucco sforando i conti. Nel 2008 è la prima volta della Cina con le meraviglie di Pechino. Una riunione del Cio in preparazione dei Giochi del 1896. Seduto a sinistra c'è de Coubertin e al centro il presidente Dimitrios Vikelas
A RIO NEL 2016. VERSO ROMA 2020 I Giochi della XXXI Olimpiade si terranno invece a Rio de Janeiro, Brasile, nel 2016. La città brasiliana sarà la prima sudamericana ad ospitare un’edizione dei Giochi olimpici estivi. Nella corsa all’organizzazione sono state sconfitte Madrid, Tokyo e Chicago, e la forza della candidatura di Rio de Janeiro, oltre alle garanzie economiche (il Brasile è il terzo Paese al mondo con il più alto tasso di crescita economica degli ultimi anni), è stata nell’aver presentato un progetto interamente ecologico. Le gare si svolgeranno dal 5 al 21 agosto 2016. Trentare giorni dopo l’inizio dell’Olimpiade, sempre nella città brasiliana, inizieranno i Giochi paralimpici. Per la prima volta nella storia di questi giochi saranno ammesse altre due discipline sportive: canoa e triathlon. La decisione di allargare a 22 le discipline del programma, a partire dal 2016, è stata presa di recente a Guangzhou, Cina, in occasione della riunione dell'IPC Governing Board, che ha deliberato l’ingresso delle due discipline.
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E IL CONI PREVEDE MEDAGLIE IN 14 DISCIPLINE ompito dell’Italia per i Giochi olimpici di Londra 2012 sarà quello di rimanere nelle prime dieci posizioni del medagliere olimpico. Traguardo raggiungibile visto che nei tre anni trascorsi dall’Olimpiade di Pechino 2008, nei Campionati del Mondo delle discipline olimpiche l’Italia non è mai scesa sotto le 30 medaglie, cifra che in chiave olimpica rappresenterebbe il posizionamento finale in classifica nella top ten. Da una stima fatta dal Segretario Generale del CONI Raffaele Pagnozzi, dal 1994 capo missione della delegazione italiana alle Olimpiadi, a Londra gareggeranno 320 azzurri, poco meno della precedente edizione. Ancora aperte le qualificazioni per tanti altri sport di squadra invece, la stima parla di possibilità di medaglie in 14 discipline sportive. Le più probabili? Scherma, nuoto, tiro a volo, tiro a segno, pugilato, vela e canottaggio. Si conterà però anche sulla marcia azzurra, sul taekwondo, sulla pallanuoto, la ginnastica e se si qualificheranno anche sulla pallavolo e pallacanestro. Viste le rosee quanto attendibili previsioni, visto lo stato di salute dello sport azzurro, si può già scommettere che l’Italia a Londra taglierà il traguardo delle 200 medaglie olimpiche (sinora sono 191 quelle conquistate). E, forse, ci sarà anche il tanto agognato sorpasso delle donne sugli uomini.
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IL LOGO DI LONDRA 2012 Per i Giochi di Londra sono stati ideati e prodotti due diversi loghi. Il primo, quello per la candidatura, ideato da Kino Design, riporta la scritta della città con la data dell’evento e i cinque cerchi olimpici (in apertura del servizio, accanto al titolo). Il secondo, quello ufficiale per i Giochi, ideato da Wolff Olins e costato 400.000 sterline, è stato svelato nel 2007. In stile futurista, è una rappresentazione del numero 2012, con gli anelli Olimpici inseriti nello 0 e la scritta London nel 2. Per la prima volta lo stesso logo viene usato per i Giochi olimpici e Paralimpici. Inoltre, è la prima volta nella storia delle Olimpiadi che un logo viene mostrato in vari colori.
A PECHINO 2008 MEDAGLIE IN 13 SPORT MEDAGLIE D'ORO Matteo TAGLIARIOL (SCHERMA, spada individuale) Giulia QUINTAVALLE (JUDO, categoria fino a 57kg) Valentina VEZZALI (SCHERMA, fioretto individuale)
ALESSANDRA SENSINI (VELA, RS:X) MAURO SARMIENTO (TAEKWONDO, cat. 80 kg) JOSEFA IDEM (CANOA, K1 500 m) Clemente RUSSO (BOXE, 91 Kg)
Federica PELLEGRINI (NUOTO, 200 stile libero) Chiara CAINERO (TIRO A VOLO, skeet) Andrea MINGUZZI (LOTTA GRECO-ROMANA, 84 kg) Alex SCHWAZER (Marcia 50 km) Roberto CAMMARELLE (Boxe, supermassimi)
MEDAGLIE D’ARGENTO Davide REBELLIN (CICLISMO SU STRADA) Giovanni PELLIELO (TIRO A VOLO, trap)
MEDAGLIE DI BRONZO Tatiana GUDERZO (CICLISMO, strada) Margherita GRANBASSI (SCHERMA, fioretto individuale) Salvatore SANZO (SCHERMA, fioretto individuale) Stefano CAROZZO, Diego CONFALONIERI, Alfredo ROTA, Matteo TAGLIARIOL (SCHERMA, spada a squadre) Valentina VEZZALI, Margherita GRANBASSI, Giovanna TRILLINI, Ilaria SALVATORI (SCHERMA,fioretto a squadre) Aldo MONTANO, Luigi TARANTINO, Giampiero PASTORE, Diego OCCHIUZZI (SCHERMA,sciabola a squadre)
Marco GALIAZZO, Ilario DI BUO', Marco NESPOLI (ARCO A SQUADRE)
Diego ROMERO (VELA, classe Laser)
Francesco D'ANIELLO (TIRO A VOLO, double trap)
ELISA RIGAUDO (Marcia 20 km)
Alessia FILIPPI
Andrea FACCHIN-Antonio SCADUTO (CANOA, K2 1000 metri)
(NUOTO, 800 stile libero) Luca AGAMENNONI, Simone VENIER, Rossano GALTAROSSA, Simone RAINERI (CANOTTAGGIO, quattro di coppia)
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Vincenzo PICARDI (BOXE, 51 Kg)
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L’ELENCO DEI ROMANI GIÀ QUALIFICATI AI GIOCHI Nome e cognome Luogo e data di nascita Specialità Qualificato il Partecipazioni olimpiche
Francesco D’Aniello Nettuno (Rm) 21 marzo 1969 Double Trap (tiro a volo) 27 marzo 2011 Pechino 2008 (2°)
Nome e cognome Luogo e data di nascita Specialità Qualificato il Partecipazioni olimpiche
Daniele Di Spigno Roma 19 settembre 1974 Double Trap (tiro a volo) 12 luglio 2011 Sydney 2000 (17°), Atene 2004 (7°), Pechino 2008 (10°)
Nome e cognome Luogo e data di nascita Specialità Qualificato il Partecipazioni olimpiche
Niccolò Gitto Roma 12 ottobre 1986 Pallanuoto (qualificato per l’Italia) 26 luglio 2011 Nessuna
Nome e cognome Luogo e data di nascita Specialità Qualificato il Partecipazioni olimpiche
Federico Giancamilli Roma 23 aprile 1987 Pentathlon Moderno 30 luglio 2011 Nessuna
Nome e cognome Luogo e data di nascita Specialità Qualificato il Partecipazioni olimpiche
Pier Paolo Petroni Roma 30 marzo 1987 Pentathlon Moderno 30 luglio 2011 Nessuna
I CRITERI DI QUALIFICAZIONE DEGLI ATLETI
DAL PROSSIMO NUMERO, NELLO SPAZIO DELLE NEWS, DAREMO CONTO DEGLI ATLETI DI ROMA CHE SI QUALIFICHERANNO NELLE VARIE DISCIPLINE criteri di qualificazione per i Giochi olimpici di Londra sono differenti per ciascuna Federazione e per ciascuna disciplina e specialità sportiva. Anche le date di qualificazione sono differenti: ci sono sport che iniziano ad assegnare i pass olimpici anche due anni prima dall’evento, altri solo pochi mesi prima dell’inizio dell’evento a cinque cerchi. Basta pensare che la prima disciplina che ha aperto le qualificazioni olimpiche, il tiro a segno, lo ha fatto in occasione dei Campionati del Mondo del 2010. Il nuoto, invece, inizierà solo a marzo del 2012. Per rendere l’idea della complessità delle qualificazioni per ciascuna disciplina, citiamo ad esempio il ciclismo. Per la pista la qualifi-
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cazione si ottiene sulla base del ranking olimpico UCI stilato alla data dell’8 aprile 2012 e comprendente le ultime due edizioni dei Campionati Europei, i Campionati Mondiali 2011 e 2012 nonché le classifiche della Coppa del Mondo 2010-2011 e 20112012. Nella mountain bike si ottiene sulla base del ranking UCI stilato alla data del 23 maggio 2012 (inclusi i punteggi del ranking al 23 maggio 2011). Nella Bmx sulla base del ranking UCI stilato alla data del 28 maggio 2012 (e che parte dal 6 maggio 2010). Per la prova su strada in linea uomini si qualificano con 5 atleti le Nazioni che figureranno ai primi 10 posti nella ranking UCI
World Tour stilato alla data del 16 ottobre 2011. Per le donne il ranking UCI World Tour sarà stilato alla data del 1° giugno 2012 e garantirà 4 atlete alle Nazioni che figurano nei primi 5 posti del ranking, 3 atlete per quelle dal 6° al 13° posto e 2 atlete per quelle dal 14° al 23° posto. Per le gare a cronometro su strada si qualificano i primi 10 uomini e le prime 10 donne ai Campionati del Mondo 2011, successivamente si aggiungeranno i primi 15 uomini (Classifica Mondiale UCI World Tour) e i primi 7 uomini (Europa Tour) e le prime 15 donne al termine dei ranking mondiali UCI fissato per gli uomini alla data del 16 ottobre 2011 e per le donne alla data del 1° giugno 2012.
JOSEFA IDEM, LA TEDESCA DEI CANOTTIERI ANIENE CHE GAREGGIA PER L’ITALIA GIOCHI OLIMPICI | 23
QUALIFICATA!
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Josefa Idem è la donna che, nella storia dello sport italiano per quanto concerne gli sport individuali, ha trionfato di più in manifestazioni di Campionati mondiali e Giochi. Ed sarà anche l’unica atleta al Mondo ad aver partecipato ad otto Olimpiadi in carriera: avverrà a Londra... a 36 anni Josefa Idem scende in acqua con una pagaia. Non ha mai smesso. Ha iniziato per diletto, poi è divenuta una professione. Ha vinto tanto, come poche altre canoiste nella storia e in assoluto come poche altre atlete. Ai Giochi olimpici di Londra del 2012 stabilirà un record straordinario. Sarà l’unica atleta al mondo ad aver partecipato all’ottava Olimpiade della carriera. Due con la maglia della Germania, terra d’origine, cinque con quella azzurra. La prima fu a Los Angeles nel 1984, a meno di 20 anni: quella inglese l’affronterà alla soglia dei 48 anni. Poi ha deciso che smetterà, ma con Josefa mai dire mai. In mezzo a questo oceano di Olimpiadi disputate si è sposata con il suo allenatore, Guglielmo
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Guerrini, e insieme hanno concepito due figli, Janek e Jonas. Da qualche anno gareggia per i colori del circolo sportivo più vincente d’Italia, l’Aniene, che ha anche il primato di avere tre delle atlete più forti di sempre nel loro sport, ossia Josefa, Alessandra Sensini e Federica Pellegrini. Fuori dall’acqua, e dalla palestra, Josefa è una donna piena di interessi. Ma non chiamatela “Wonder woman”,
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«Quando uno guarda la lista dei miei risultati gli viene da pensare chissà che cosa ci sarà dietro, con questo intendo una persona speciale rispetto alle altre. Invece rientra tutto nella normalità. Le cose si costruiscono nel tempo e l’unico segreto che ho è che dopo ogni traguardo raggiunto ne programmo un altro. Fortunatamente mi è andata sempre bene».
Nello sport il gioco deve essere una costante. Quando questa componente viene a mancare è ora di smettere perché la sua è una vita normale, fatta anche di marmellate prodotte con le prugne di casa per i figli, di cene fuori con gli amici, viaggi, impegno sociale. CANOTTAGGIO | 24
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Qualii sono gli ingre edie enti dellla riice etta? «Programmazione accurata, motivazione costante, tanta passione e coglie-
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spq ort Il Circolo romano della Idem Giovanni Malagò, Presidente del Circolo Canottieri Aniene, è entusiasta del traguardo raggiunto da Josefa: «È qualcosa di grandioso e siamo tutti orgogliosi di Josefa, peraltro è fantastico il suo attaccamento ai colori sociali. A breve organizzeremo un incontro con il corpo sociale per festeggiare questo straordinario traguardo».
re al volo le opportunità che ti si presentano davanti. Questi sono i vari ingredienti dei miei successi». Passione e motivazioni: dove li trova in uno sport così duro e poco considerato? «Fortunatamente nella mia carriera, e soprattutto negli ultimi anni, ho sempre avuto un grande supporto da parte dei mass media. Quando faccio le gare c’è molta attenzione su di me, il problema è che se ne parla poco durante l’anno perché ci sono poche gare
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Motivazione: è cercare e riuscire ad abbattere le barriere mentali, indagare ed abbattere i propri limiti, lavorare per raggiungere la capacità di esprimersi al meglio in programma. In effetti è abbastanza facile trovare atleti vincenti che si annoiano dopo alcuni anni di carriera. Insomma, c’è chi oggi mangia marmellata a colazione e domani salame. Invece i miei gusti sono rimasti gli stessi nel tempo, per questo non mi sono mai annoiata a pagaiare».
Complessivamente in Mondiali ed Olimpiadi ha vinto 6 Ori, 11 Argenti e 10 Bronzi. Agli Europei ha vinto 8 Ori, 2 Argenti e 2 Bronzi. Ha vinto due Coppa del Mondo, un secondo ed un terzo posto, vincendo complessivamente 45 gare di Coppa del Mondo. Infine è entrata in finale nei Mondiali e Olimpiadi degli ultimi 25 anni. In Italia, domina la scena nazionale vincendo titoli assoluti, sia in singolo che in equipaggio (sono 34 in 11 anni).
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oprio faacile troA 47 anni però non è pro vare motivazioni. «Non lo metto in dubbio. Ma nel tempo è avvenuto in me un cambio di mentalità: sono diventata una professionista della canoa. A un chirurgo non chiedi perché non molla ad una certa età, perché sai che continuerà a farlo finché andrà in pensione. Nel mio
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caso è la stessa cosa. La canoa è una professione e smetterò quando sarà arrivata l’età della pensione». Ha vinto quanto pochi altri nella storia del suo sport: non si sente appagata? «Ci sono atleti che vincono un oro olimpico e si sentono appagati, sistemati per tutta la vita. Io non la vedo così. Se sei un atleta devi farlo per vincere finché puoi». E l’aspetto fisico? Il suo è uno sport di fatica. «Ho la fortuna di avere un fisico che mi permette di stare al passo con le atlete più giovani. Tanti si rompono e il fisico invecchia. A me non è capitato nulla di questo».
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Come si regola con l’alimentazione? «Beh, ci provo a regolarmi ma non è proprio facile. Sono una buona forchetta. Il cibo è una cosa che adoro, così come il buon vino e la birra. Diciamo che quando sono in una fase di carica psicologica mi regolo, altrimenti non tiro propriamente il freno a mano». Quindi niente diete ferree, vitamine, carne bianca, acqua liscia..? «Precisiamo. È fondamentale fare il pieno con la benzina giusta, ma senza evitare i piaceri della vita. Sotto evento però divento rigida sull’alimentazione, poi però mi concedo volentieri alle bontà della cucina italiana». Cosa preferisce a tavola? «Mangio di tutto e assaggio volentieri i piatti tipici delle diverse regioni italiane. Il pesce e
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uglielmo ha trovvatto Con suo mariito Gu l’equilibrio nel vivere i due ruolii di “allieva” e moglie? «Non puoi dividere la vita sportiva e quella privata, è impossibile. A tavola capita di parlare di sport e mentre vai agli allenamenti dei bambini, della casa e così via. Solo quando mi avvicino ad un evento importante mi innervosisco e questo condiziona un po’ la convivenza, ma abbiamo trovato una dimensione equilibrata che ci consente di procedere in armonia». o allo sporrt. A Londra eguaTorniamo nzeo in qu uantto a glierà Raimondo D’In partecipazioni olimpiche. Un mito dello sport azzurro: la soddissfa il paraagone?? «Non c’è bisogno di fare paragoni per ingrandire o sminuire le nostre carriere. Io, con tutta la modestia, guardo al record assoluto che stabilirò, quello
Sono la madre di Janek dal 30 aprile 1995 e dal maggio 2003 di Jonas. Sono le mie medaglie più prestigiose
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le verdure però sono in cima alla lista dei miei pasti. Il vino, un bicchiere, lo scelgo sempre abbinato al cibo. Quando invece mangio pizza o un’insalatona preferisco un bicchiere di birra».
delle otto Olimpiadi, impresa mai riuscita ad una donna. Con tutto il rispetto per il grande campione poi, io a differenza sua ho dovuto sempre puntare su un solo cavallo, me stessa».
Passiamo alla famiglia. I suo figli sono canoisti? «Non li appassiona il mio sport e non mi sognerei mai di forzarli in questa direzione. Janek gioca a tennis mentre il piccolo, Jonas, fa avviamento allo sport».
Lei è la conferma assollutaa di quaantto le e donne italiane stian no facendo di buono o nello sport. Sa dare una spiegazione a questo fenomen no?? «Vero, ultimamente le donne hanno qualcosa in più nello sport. Cosa è cambiato? Che le donne
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spq ort Josefa Idem, nasce a Goch in Germania, il 23 settembre 1964. Residente dal 1990 a Santerno, Ravenna - Italia. A undici anni ha iniziato la canoa. Diplomata in Germania, in lingue, parla perfettamente inglese, italiano, naturalmente il tedesco e scolasticamente il francese oltre che il dialetto romagnolo. Sposata dal 1990 con Guglielmo Guerrini, che dal 1989 ne è anche l'allenatore. Si è trasferita in Italia nel novembre 1988. Dal 1992 è cittadina italiana.
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Sacrificio lo sport? Sacrificio è non avere il pane ogni giorno, non avere un tetto sopra il capo. Lo sport è un grande impegno
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hanno capito di poter sfruttare al meglio le proprie capacità. Mi spiego. Oggi per raggiungere grandi prestazioni nello sport devi allenarti bene, lavorare con gli sponsor, prepararti psicologicamente e non solo fisicamente, e fare tante altre cose. Le donne sono capaci di essere attive contemporaneamente su molti fronti rispetto agli uomini. Ecco, appena lo sport è cambiato, costringendo i top atleti ad occuparsi di molti aspetti, la donna è stata agevolata perché capace di gestirli senza molti sforzi. Inoltre grazie allo sviluppo sociale siamo diventate più sicure di noi stesse, e questo ha comportato una fiducia nei propri mezzi che si esprime anche nello sport». Voliamo al 2012. Scenderà in acqua pensando ancora a quei maledetti quattro millesimi di Pechino, che le fecero perdere l’oro? «Come dicevo prima penso sempre al traguardo successivo da raggiungere, dunque Pechino è solo un ricordo lontano». Dopo sette partecipazioni si emoziona ancora quando scende in acqua? «L’emozione si prova sempre quando gareggi all’Olimpiade. Nel mio caso ogni volta che entro in acqua provo un’emozione direi quasi incontrollabile». Londra sarà l’ultima? «Beh, se voi pensate che per me sarebbe la nona Olim-
piade, io credo che a Rio sarei la “nonna Olimpiade”. Avrò quasi 52 anni e non mi sembra proprio un’idea fattibile». Una giovanissima Josefa
e l’Oliimp piade Nel 2020 ci potrebbe essere a Roma. Parteciperebbe in qualità di…? «Sarebbe un onore avere un ruolo ufficiale se Roma dovesse organizzare l’evento. Con tutta la modestia del caso, ho un’immagine internazionale di alto profilo, ho grande esperienza nel mondo dello sport, della politica, della solidarietà e parlo quattro lingue, italiano, tedesco, inglese e francese». E poi ormai è an nche e un pizzico romana Aniene.. visto che indossa la casacca dell’A «L’Aniene è un circolo favoloso in tutti i sensi: per le strutture, posizione, gestione, calore dei soci. Vengo spesso a Roma con la famiglia e ogni volta ci fermiamo al circolo perché ci troviamo bene. Spero di poterlo vivere di più quando non avrò più la routine degli allenamenti. Vorrei essere utile al circolo più di quanto lo sia oggi, mettendo al servizio dei soci appassionati di canoa e dei giovani atleti la mia esperienza».
In campionato in Germania
Completo tedesco all’Olimpiade di Seoul
Chiudiamo: cosa farà in futuro o? «Ho tantissimi interessi, dalle cose semplici della vita, come cucinare, alla passione per la scrittura. Due cose comunque sono sicure: non ho progetti precisi e so per certo che non mi annoierò».
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Con il Dalai Lama e il marito Guglielmo
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Con Gianni Alemanno, un bilancio in continua crescita E cresce il sogno di Roma 2020 Il Comitato Promotore recentemente costituito dovrà gestire le due fasi di avvicinamento alla scelta della città che orspiterà l’Olimpiade 2020. Nella prima fase le sei Applicant City dovranno rispondere alle 80 domande del questionario CIO. A partire da maggio 2012, le città ammesse al ruolo di Candidate City dovranno redarre il dossier che porterà alla scelta definitiva. Il Dipartimento Sport vede in prima fila sia il Delegato alle Politiche Sportive Alessandro Cochi, presente nel Comitato Promotore in qualità di rappresentante di Roma Capitale, che il Direttore del Dpt Bruno Campanile con compiti operativi e organizzativi.
di Fabio ARGENTINI
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spq ort Statistiche L’Istituzione Dipartimento Sport La Delibera di Giunta Comunale n.184 del 23 giugno 2010 prevede una modifica alla Macrostruttura Comunale fondamentale per l’Ufficio Sport: viene difatti istituito il nuovo Dipartimento Sport non più legato ad altre strutture dell’amministrazione e quindi pienamente autonomo. La scelta della Giunta trova fondamento nella volontà di porre lo sport a Roma come uno dei cardini dell’attività di governo. Inoltre, la candidatura della città all’Olimpiade del 2020 ha reso necessario la creazione di un Dipartimento con una sua autonomia decisionale e organizzativa. Il Dipartimento si occupa di promuovere la pratica sportiva sul territorio, mediante la programmazione e gestione di manifestazioni, in collaborazione con organismi sportivi e soggetti che svolgono attività sportive con finalità istituzionale, tramite la concessione di sostegni finanziari e contributi. Particolare rilevanza riveste il rapporto con i concessionari di impianti sportivi di proprietà di Roma Capitale e la programmazione di nuovi interventi sul territorio. Ricerca di sfondo Il primo passo dopo l’insediamento dell’attuale governo dello sport, è stato quello di promuovere una ricerca di sfondo tendente a meglio comprendere lo stato dell’impiantistica a Roma. - Il Campione: gli intervistati, hanno un’età dagli 11 ai 79 anni e le interviste sono state raccolte direttamente nei Municipi. - Principali dati: se per i giovanissimi (minorenni) gli sport di squadra risultano essere basilari tra le pratiche sportive, per tutte le altre fasce di età gli sport più praticati sono quelli fruibili presso le palestre: i minorenni per il 40% preferiscono il calcio, il 35% volley e basket; dai 18 ai 31 anni il 58% preferisce la palestra; dai 32 ai 44 anni il 48% preferisce la palestra, il 20% il calcio; dai 45 ai 54 anni il 55% preferisce la palestra, il 42% footing; dai 55 in poi il 63% preferisce la palestra. Da una analisi sulle dotazioni a Roma si evince che in alcuni Municipi esiste un deficit strutturale. Ecco il PRISP Al fine di ottimizzare i nuovi interventi, l’allora Ufficio, oggi il Dipartimento Sport, nel corso del primo anno della nuova Giunta, si è reso promotore dell’avviamento del Piano Regolatore dell’Impiantistica Sportiva, meglio noto come PRISP, il quale, nel rispetto delle disposizioni contenute nel Nuovo Piano Regolatore Generale – NPRG-, ha come obiettivi: • la valorizzazione degli impianti esistenti; • la razionalizzazione del loro utilizzo; • la nascita di nuovi insediamenti.
Le quattro fasi del Piano Regolatore 1) FASE 1: Ricerca di Sfondo 2) FASE 2: Analisi Generale dell’Impiantistica Sportiva. È stato attivato un monitoraggio degli impianti per aree territoriali, per discipline sportive e impianti per tipologia: Punti Verde Qualità, impianti natatori pubblici e privati, impianti scolastici provinciali, impianti annessi a strutture turistiche, impianti privati, piste ciclabili, percorsi nelle aree protette e nei parchi, impianti parrocchiali, zone militari con i relativi gruppi sportivi, percorsi alternativi, etc. 3) FASE 3: Costruzione del sistema Informatico territoriale – SIT. La fase tre riguarda la costruzione di un sistema informativo sulle esigenze di impiantistica (fase in via di completamento). 4) FASE 4: Programmazione dello Sviluppo dell’Impiantistica Sportiva. La fase 4, alla luce dei dati raccolti, riguarderà la proposta di un piano di sviluppo dell’offerta di impiantistica sportiva. Le prime due fasi hanno avuto una copertura finanziaria di circa 250.000 euro. La seconda e la terza fase sarà realizzata con lo sfruttamento di risorse interne.
Una città in crescita Da una recente indagine condotta dal quotidiano economico “Il Sole 24 Ore”, che ha preso in considerazione una lunga serie di parametri, Roma (con la sua provincia) è risultata tra le città più “sportive” d’Italia. Nella classifica stilata dal quotidiano, infatti, la Capitale risulta posizionata al 14° posto. Il dato è entusiasmante se si pensa che nel 2010, nella stessa classifica, Roma era al 35° posto. La ricerca prendeva in considerazione i risultati degli atleti nati nelle città, quelli delle squadre, il numero e la fruibilità degli impianti sportivi, l’organizzazione di eventi sportivi, il numero di praticanti amatoriali delle diverse discipline. E proprio su questi ultimi Roma ha ottenuto un punteggio maggiore. A farla da padrone, mentre anni fa era solo il calcio, è il nuoto. Dopo il nuoto ci sono le attività che si svolgono in palestra, il fitness per intenderci. Altro punto a favore della Capitale è stato quello dei grandi eventi sportivi. Roma è ormai il centro nazionale delle rassegne sportive di respiro internazionale. E anche quello delle strutture, quelle piccole, per tutti. Delle grandi città, infine, solo Genova, Firenze e Cagliari sono sopra Roma. Milano, Bologna, Torino, Venezia, Bari, Palermo, solo per citarne altre, sono tutte posizionate più in basso. (F.P.)
Una mappa estratta dal Piano Regolatore dell’Impiantistica Sportiva (PRISP) evidenzia le strutture sul territorio allo scopo di meglio capire le aree da sviluppare. L’articolo de Il Messaggero, a firma di Carlo Santi, riporta la notizia della crescita sportiva di Roma
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Impiantistica di base e di vertice Sport a grandi livelli e di base. Per il Dipartimento si tratta di un percorso parallelo. I casi dello Stadio Flaminio, di Tor Vergata e dell’impegno sul territorio Campi polivvaleenti. Notevole rilevanza ha avuto la realizzazione di campi polivalenti all’aperto considerati una soluzione per la pratica sportiva di base soprattutto in aree in cui è scarsa la disponibilità di strutture sportive. Si tratta di strutture polifunzionali in pvc rispondenti a precise norme di sicurezza: possono ospitare calcetto, pallavolo, basket, tennis. Il progetto ha già visto 20 campi messi in cantiere: 17 sono stati realizzati mentre 3 sono ancora in fase d’esame per un totale di oltre 660.000 euro stanziati. Sicurezza nei campi sportivi L’Amministrazione si è adoperata con grande slancio e coinvolgimento, nell’affrontare la questione. Progetti di carattere culturale-sportivo, finanziati dal Dipartimento, stanno evidenziando le carenze degli impianti e contemporaneamente individuando proposte per il superamento delle problematiche. In collaborazione con alcune associazioni sportive del territorio, il Dipartimento, utilizzando strumenti dell’informazione, dibattiti, conferenze ha prodotto risultati apprezzabili. La pubblicazione di una Agenda “Valutazione dei rischi e sicurezza nell’ambito dell’attività sportiva” è un esempio. Sono stati intensificati anche i sopralluoghi, da parte dei tecnici del Dpt. Ristrutturazione impianti di proprietà di Roma Capitale Nel corso di questi anni, particolare attenzione è stata rivolta alla valorizzazione dei rapporti con i concessionari degli impianti sportivi comunali, attraverso l’incentivazione degli investimenti pubblici e anche privati. Impiantisttica di veerticce L’Amministrazione Capitolina interviene direttamente o monitora le strutture della città riservate ai Grandi Eventi: è il caso, al solo titolo d’esempio, del nuovo Stadio del Tennis del Foro Italico, realizzato dal CONI, nei confronti del quale l’Amministrazione si è impegnata affinché, pur realizzando un impianto pienamente funzionale e di rilevanza architettonica, fosse comunque ri-
particolare attenzione è rivolta ai tre impianti comunali da sempre all’atletica di base. Lo “Stadio delle Terme - Nando Martellini” a Caracalla, lo “Stadio Delle Aquile - Paolo Rosi” all’Acquacetosa, la “Stella Polare - Pasquale Giannattasio” di L’ingresso della tribuna coperta Ostia. Il progetto dell’Ammidello Stadio Flaminio nistrazione prevede degli interventi su tutti questi impianti sui quali verranno rifatte completaspettata la filosofia degli architetti che dimente le piste e ristrutturati gli spogliatoi. segnarono il Foro. Saranno inoltre sensibilmente rinnovate le attrezzature sportive. È stato realizzato a Oltre alla normale attività di gestione e conPiazza Mancini, su un terreno in parte cotrollo l’Amministrazione è impegnata diretmunale, anche il primo grande impianto per tamente in alcuni progetti prioritari: Stadio Flaminio: è stato approvato dalla il pattinaggio su ghiaccio a Roma, denomiGiunta Capitolina il progetto preliminare, nato “Axel”. Non solo sport “maggiori”: attenzione ansuddiviso in n. 9 Lotti funzionali per l’adeche per sport considerati minori a livello guamento alle esigenze della Federazione popolare. È l’esempio dell’Hockey con l’imItaliana Rugby. I lavori hanno riguardato fipianto di Via Avignone, per il Baseball con no ad ora gli spazi interni in attesa della ricon il progetto Tor Vergata e per il golf con strutturazione delle tribune. Bocciodromo: nell’area sud della città si la nascita di campi comunali. Gli impianti del calcio: le due squadre di calestende, su un’area di proprietà comunale cio di Roma, hanno fatto richiesta di uno di circa 24.000 metri quadrati, l’impianto stadio di proprietà che, dopo le indicazioni denominato “Il Bocciodromo”, uno dei più grandi al mondo riservato al gioco delle della legge nazionale in approvazione, sabocce. L’impianto, destinato a centro federanno attentamente esaminate dall’Ammirale, è stato realizzato da Roma Capitale nistrazione di Roma Capitale. con finanziamenti anche della Regione. È previsto anche un ulteriore ampliamento. L’impegno nella periferia Tor Vergata Fiera di Roma: è in itinere l’apL’Amministrazione è particolarmente senprovazione del primo campo pratica comusibile allo sviluppo dello sport nelle perifenale da golf a Tor Vergata. Proprio a Tor Verrie poiché considera il movimento come gata sta nascendo la città dello sport. Un uno dei maggiori aggregatori sociali dei imponente investimento per un ambizioso nostri tempi. È emblematico, oltre ai vari progetto nel quale saranno realizzate due progetti e all’impiantistica capitolina che strutture coperte: un palazzo polifunzionainveste la periferia, il caso del Palazzetto le con capienza da 15.000 posti ed un’altra dello Sport di Corviale, in corso di realizzastruttura che potrà ospitare fino a 8000 pozione di concerto con l’Assessorato ai Lasti per il nuoto, la pallanuoto e i tuffi ma che vori Pubblici, che ha visto nel mese di apripotrebbe essere utilizzata per altre diverse le 2011 la posa della prima pietra. Il lavodiscipline sportive e non solo. ro prosegue anche per altri due palazzetti Palazzetto di viale Tiziano: sono in corso gli polivalenti nelle zone di Pietralata e Cesaatti per l’affidamento del progetto definitivo no. È stato altresì assegnato un impianto a per la ristrutturazione dell’impianto. Tor Sapienza e sono in corso di definizioI poli dell’atletica leggera e del ghiaccio: una ne e assegnazione nuove aree in zone periferiche.
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Salvaguardia della storia Il lavoro oscuro di Roma Capitale per gli impianti della città Salvaguardia campi e società storiche di Roma. L’Amministrazione interviene costantemente per la salvaguardia dei campi storici di Roma. È il caso, a solo titolo d’esempio, del campo “Roma” nel quartiere San Giovanni dove svolge attività calcistica la società sportiva dilettantistica Romulea dal 1921, anno della sua fondazione. Di concerto con Metro SpA, l’Amministrazione ha ottenuto lo spostamento della fermata “Ambaradam” della nuova metropolitana C. Inoltre, sono stati effettuati lavori di ristrutturazione dell’impianto. Anche lo storico campo dell’Associazione Sportiva Testaccio rimarrà dove
La riconoscibilità dei centri di Roma Capitale Presso il Dipartimento Sport di Via Capitan Bavastro, sono state consegnate targhe per la riconoscibilità dei Centri Sportivi di proprietà di Roma Capitale, 150 su tutto il territorio dei 19 municipi.
si trova e acquisirà le dimensioni regolamentari per ospitare il campionato di categoria e manterrà integra la sua vocazione altamente sportiva, da sviluppare, mettendolo in sinergia con una vicina palestra che dovrebbe sorgere nell’immediato futuro. Al di sotto dovranno vedere la luce 276 posti auto tra parcheggi di rotazione e quelli pertinenziali. Anche il campo del Savio in Via Norma, è stato intitolato all’attore Raimondo Vianello, dopo la sua delocalizzazione. Un particolare riguardo viene posto nell’intervenire per sostenere società di base in difficoltà per problematiche legate al loro storico impianto di proprietà privata.
Citiamo i casi del Trigoria Calcio, per il quale è stata individuata un’area idonea per la realizzazione di un nuovo impianto e Roma Otto Torre Maura, che verrà presto delocalizzato in una nuova area. Ma tante sono le “battaglie” lontane dalle cronache dove è quotidianamente impegnata l’Amministrazione come nel caso, ad esempio, della Rugby Roma a rischio di interruzione dell’attività storica svolta al Tre Fontane.
Sport per tutti Nei Centri di Roma Capitale, fare sport a tariffe concordate è oggi una realtà L’adeguamento delle tariffe degli impianti sportivi di proprietà di Roma Capitale, dati in concessione, è stato approvato dall’Assemblea Capitolina; la collaborazione del COGISCO (Coordinamento dei Gestori degli Impianti) è stata fondamentale per-
ché ha consentito di svolgere un’azione di razionalizzazione delle tariffe stesse. La stessa Delibera contiene l’applicazione di tariffe agevolate per alcune fasce di popolazione. Le tabelle devono essere esposte dai gestori degli impianti.
Verso le associazioni L’Amministrazione è vicina anche alle realtà di base, che rappresentano il tessuto della pratica sportiva nella città. Alla voce di bando “Promozione sportiva”, nel 2008 sono state finanziate 89 associazioni, nel 2009 ,145 e nel 2010, 189. Si tratta di sostegni finalizzati all’organizzazione di eventi a cui si aggiungono i contributi alle associazioni di base, per l’attività sportiva ordinaria (ottenibile in base ad una graduatoria), nel 2008 sono stati erogati circa 140.000 euro di contributi, nel 2009, 180.000 e nel 2010, circa 470.000. Per quanto attiene al materiale sportivo,
l’Amministrazione interviene sulla base di specifiche richieste da parte delle associazioni del territorio previa disponibilità del materiale. Nel 2008 sono state evase 104 richieste di materiale, nel 2009 70, nel 2010, 135. Ma, la vicinanza alle associazioni che svolgono attività di base sul territorio, è sottolineato anche dalla partecipazione del Delegato alle Politiche Sportive a incontri, presentazioni, conferenze stampa che si svolgono quotidianamente in tutti i luoghi, dal centro alla periferia fino al litorale romano.
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Lo sport dei giovani Dai progetti ai rapporti con le scuole e le università. Ecco il lavoro, spesso lontano dai riflettori, di Roma Capitale in favore dei più giovani L’Ufficio Scuola del Dipartimento Sport svolge attività di promozione e diffusione dello sport e dell’attività motoria per tutti i cittadini. In particolare collabora con i Municipi e coordina le attività sportive in essi organizzate; aggiorna il regolamento dei centri sportivi municipali (le palestre scolastiche utilizzabili oltre l’orario curriculare), per quanto di propria competenza, dando un supporto ai Municipi per le attività decentrate. Collabora con le Direzioni Provinciali e Regionali del Ministero della Pubblica Istruzione ed il CONI per le finalità comuni, sempre in tema di educazione sportiva, partecipando, tra l’altro, all’organizzazione dei Giochi Sportivi Studenteschi, assicurando anche il servizio di assistenza sanitaria durante le gare, promuovendo e finanziando progetti da realizzarsi nelle scuole, favorendo l’utilizzo degli impianti sportivi di proprietà comunale in orario scolastico. Ma l’impegno di Roma Capitale, verso la pratica sportiva tra i più giovani, si estrinseca anche in progetti rivolti in particolare all’attività giovanile. È il caso della “Giornata dello Sport a Roma”, realizzata in collaborazione con il CONI Provinciale, il CREPS e i municipi, che concede la possibilità, a migliaia di cittadini romani, di poter usufruire di allestimenti sportivi in modo gratuito
I centri sportivi municipali Il Dipartimento Sport ha svolto attività di supporto, consulenza e coordinamento nella gestione dei Centri Municipali (circa 400 sul territorio romano) che solo nel 2008 coinvolgevano 342 Scuole, 409 associazioni sportive con circa 31.000 utenti; Nel 2009 ha coinvolto oltre 330 Scuole, 329 associazioni con circa 30.000 utenti; nel 2010 i dati sono in aggiornamento ma ci si è mantenuti sugli stessi numeri. Si è occupato della stesura del testo per la modifica e l’aggiornamento del regolamento e delle tariffe degli stessi Centri.
per una giornata in un sito del centro di Roma (nel 2008 Piazza del Popolo, dal 2009 a Via dei Fori Imperiali) e, in collaborazione con i Municipi di Roma, nelle principali piazze dei vari quadranti nei giorni precedenti alla data clou. È anche il caso dell’impegno, di concerto con l’Assessorato alla Famiglia e alla Scuola, al progetto “Ludi Motorii - Festa dei bambini della città di Roma”, che si è svolto allo Stadio dei Marmi. In due anni ha coinvolto oltre 20 mila bambini, 200 scuole e 200 tutor). Altri esempi di progetti rivolti ai più giovani sono la “Festa del Mini Volley” ai Via dei Fori Imperiali o anche il “Meeting Nazionale Società Giovanili di Ciclismo”, la gara a staffetta con schermidori quattordicenni di tutta Italia per ricordare l’Olimpiade del 1960 nell’anno del Cinquantenario, le “Ponyadi 2010”, Olimpiadi per i pony, con cavalieri ed amazzoni dai 5 ai 14 anni, etc. Ma, in modo continuativo vi sono attività nel Bioparco e nelle ville e parchi romani, al centro come in periferia, dove dominano le corse campestri. Intensi anche i rapporti con le strutture universitarie presenti a Roma. È in corso di revisione, ad esempio, la convenzione tra Roma Capitale e Sapienza Università di Roma in merito alle attività del Centro Universitario Sportivo CUS Roma, con l’Università degli Studi Roma Tre maggiormente per quanto attiene allo Stadio degli Eucalipti, con Tor Vergata in collaborazione con la quale stanno nascendo progetti sulla Città dello Sport, il nuovo stadio del baseball e un impianto dedicato al golf dei quali si legge in altro capitolo. Anche con l’Università degli Studi di Roma ”Foro Italico” esistono canali di stretta collaborazione. In collaborazione con il Delegato ai Rapporti Istituzionali e Territoriali tra Roma Capitale e Università, è stato varato il progetto “iUniversity Roma” volto anche ad agevolare agli studenti di tutti gli atenei romani l’accesso agli eventi e alle strutture sportive del territorio capitolino. LO SPORT DI ROMA CAPITALE | 32
Le ristrutturazioni delle palestre scolastiche
Sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione di ulteriori 7 palestre scolastiche, individuate nel territorio urbano fra le molteplici strutture utilizzate dalle associazioni sportive negli orari in cui le scuole sono libere da impegni educativi e didattici. In quest’ottica gli sforzi e gli investimenti, sostenuti dall’Amministrazione, hanno il duplice scopo di migliorare tanto la qualità dell’offerta di pratica sportiva a livello locale quanto la promozione sportiva giovanile nelle scuole. Questi 7 interventi si aggiungono ai 19 già realizzati in esecuzione di precedenti progetti. La scelta progettuale ha tenuto conto dello stato di manutenzione delle strutture e dell’attività delle Associazioni sportive interessate all’utilizzo. Gli adeguamenti sono stati progettati e diretti da un gruppo di tecnici dipendenti del Dipartimento. Le opere progettate forniscono alle strutture migliore accessibilità, migliore qualità dei servizi, e non ultimi nuovi impianti di illuminazione con accensione modulare per illuminare le palestre sia nell’utilizzo serale che nell’illuminazione complementare utile nelle giornate invernali di maltempo anche nelle ore diurne, assicurando quindi un consumo energetico adeguato alle diverse necessità di utilizzo. Nel corso dei lavori, di concerto con i Dirigenti scolastici e i responsabili delle Associazioni sportive di gestione, si è posta l’attenzione sia alla rimozione di ostacoli potenzialmente pericolosi, che al miglioramento generale dell’accessibilità agli impianti, anche per i disabili. La spesa finora affrontata nel triennio è pari a circa 500.000 euro e sono stati già stanziati 750.000 euro per un pacchetto di ulteriori 7 palestre da ristrutturare.
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I grandi eventi e quelli pilota Gli Eventi Tradizionali. L’Amministrazione Capitolina è a fianco dei comitati organizzatori di tutti gli eventi annuali che si svolgono sul territorio di Roma Capitale: dagli Internazionali di Tennis d’Italia al Sei Nazioni di Rugby a Roma grazie all’impegno dell’Amministrazione, dalla Maratona di Roma alle principali corse su strada quali la RomaOstia, dal Concorso Ippico Internazionale di Piazza di Siena al Golden Gala di Atletica Leggera, dalla finale di Coppa Italia che si svolge da alcuni anni in pianta stabile a Roma alla presenza del Presidente della Repubblica al Roma Seven, torneo di Rugby a 7 neo disciplina olimpica, all’estate romana fino a tutte le classiche di varie discipline (quali nel caso del ciclismo, ad esempio, il Gran Premio Liberazione, per l’ippica, il Derby del Trotto, etc). L’Amministrazione partecipa in termini economici, concede il patrocinio, è presente nella comunicazione istituzionale, negli strumenti di comunicazione sul campo di gara. Notevole è anche l’attività di sostegno organizzativo e di servizi agli eventi con l’istruttoria nelle conferenze dei servizi. Gli Eventi Unici Oltre ai Grandi Eventi che ogni anno si ripetono a Roma, esistono gli appuntamenti definiti “Unici”. Nel corso dell’ulti-
mo triennio, ricordiamo: la tappa del Giro d’Italia del Centenario di Ciclismo del 2009 e il Girodonne del 2011, la finale di Champions League di Calcio del 2009, i Mondiali di Nuoto Roma 2009, i Mondiali di Volley 2010 e la finale Scudetto sempre di volley, i Mondiali di Baseball 2009, i Mondiali di Bocce 2010, lo Swatch FIVB Tour svoltosi al Foro Italico nel 2010, il Galà del Trotto nella ricorrenza del Cinquantesimo anniversario dell’apertura dell’Ippodromo di Tor di Valle (2010), il tour italiano degli Harlem Globetrotters, i Mondiali di Beach Volley e i Mondiali di Pesca Sportiva. Gli Eventi Pilota L’Amministrazione si è altresì impegnata per ospitare a Roma una serie di eventi che rappresentano una prima pietranella Capitale. Sono di seguito portati ad esempio i casi del Fifa Fan Fest nel corso della Coppa del Mondo 2010 in SudAfrica. La città di Roma ha ospitato il villaggio ufficiale FIFA dedicato ai tifosi e agli appassionati di football con tutte le gare in diretta in una sorta di laboratorio multiculturale. Sempre nel 2010, allo Stadio Flaminio (nel 2011, Stadio Olimpico) c’è stata per la prima volta la tappa romana del Red Bull X-Fighters World tour 2010. Quindi la Roma No-Limits nel 2009, percorso cittadino di maratona
Roma impegnata anche all’estero Molteplici sono anche i progetti rivolti oltre confine come nel caso della Maratona di New York del 2010 che ha visto l’Amministrazione presente, nella persona del Presidente della Commissione Sport Federico Mollicone, alla corsa podistica Roma per Haiti: con ricavato è andato in favore delle popolazioni colpite dal terremoto o della collaborazione con Cuba per la promozione dello sport o anche di Vivicittà organizzazione di tornei nei campi palestinesi e del Libano. C’è stata attività in 5 campi, mediamente 500 partecipanti per ogni sede. In contemporanea, in
estrema, la Corsa Futurista, il Festival del Fitness al Foro Italico, una delle rassegne del settore come anche Mondofitness, i Campionati italiani di Ciclocross del 2011 con la previsione di portare a Roma il Mondiale, la manifestazione sul ghiaccio Holiday on ice, eventi di boxe quali la Wbc International Championship al Palazzetto dello Sport, il titolo Interc.le Ibf dei Welter in un ring all’aperto a Ponte Milvio. Attività fieristica e convegnistica Particolare impulso è stato dato anche all’attività fieristica e convegnistica con l’ospitalità di manifestazioni come, sempre a titolo d’esempio, Roma-Cavalli, Big Blu, Motodays, svoltesi alla nuova Fiera di Roma. Campidoglio e lo sport internazionale Nel triennio il Campidoglio ha ospitato numerose delegazioni internazionali come ad esempio la Nazionale ungherese Olimpica del 1960 nel corso dei festeggiamenti del Cinquantenario dell’Olimpiade di Roma e tanti atleti come nel caso del campione di atletica Asafa Powell o il tennista Ivan Ljubicic che, in Protomoteca, ha partecipato al sorteggio del tabellone degli Internazionali di Tennis, oltre ai campioni internazionali che militano nei campionati nazionali.
37 città italiane (e anche in 18 città estere, compresi i territori palestinesi) con organizzazione UISP, gare di atletica e corsa dedicati all’abbattimento delle barriere costituite dalle diversità razziali e per portare un messaggio di pace e uguaglianza fra i cittadini del mondo. A sud di Tyr, in Libano, grazie all’impegno del Dipartimento Sport, è stata realizzata una struttura polivalente nei campi profughi di Ein El Hilweh. Si è altresì svolta la prima edizione di Vivicittà nei campi palestinesi e del Libano. C’è stata attività in 5 campi, mediamente 500 partecipanti per ogni sede.
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Sport e ambiente Dai progetti che legano lo sport al verde, alla candidatura olimpica che rivoluzionerebbe la città Sport e ambiente: un binomio considerato inscindibile dall’attuale amministrazione. Ne sono testimonianza l’attività nei
circa 65 Punti Verde Qualità che dipendono dall’Assessorato all’Ambiente come per i 115 km di piste ciclabili presenti su strada e 110 km nel verde a Roma, oltre ai numerosissi progetti promossi dal Campidoglio nelle ville, nei parchi e nel Bioparco. Ma, un punto nodale è rappresentato, in particolare dall’organizzazione di Roma 2020. La Candidatura olimpica attiverà progetti, risorse
e competenze per compiere la più vasta operazione di riqualificazione urbanistica e ambientale mai progettata in Italia: • il Parco Fluviale del Tevere come grande elemento di interconnessione del nuovo Parco Olimpico, reso navigabile dalla diga di Castel Giubileo sino a Ponte Milvio con la “restituzione” del fiume ai romani grazie alla riqualificazione delle aree degradate (interra e recupera le aree del depuratore, assorbe impianti sportivi privati, ricuce rapporti tra parti della città ai bordi del fiume, diventa connettore del verde di Villa Ada, Villa Glori, Parco di Veio, come delle aree sportive di Acquacetosa, Tor di Quinto, e degli impianti sulle aree golenali), con circa 12 km di corso d’acqua resa navigabile e altrettanti km di piste ciclabili e il potenziamento dell’anello ferroviario opera su ferro di dimensioni titaniche. • La riqualificazione del litorale.
Iniziative per il sociale Particolare attenzione è posta al sostegno delle fasce più deboli della popolazione. Ad esempio: • finanziamento e patrocinio di manifestazioni rivolte allo sport paralimpico. È in particolare aperto un filo diretto con il Comitato Italiano Paralimpico (CIP); • l’Amministrazione ha concesso l’utilizzo dell’area delle Tre Fontane (Comparto Est) al Comitato Italiano Paralimpico per la realizzazione di campi di calcio, calcetto, tennis, piste di atletica, palazzetto polivalente, piscina coperta, servizi, uffici e foresteria. Nell’impianto, non solo strutture paralimpiche ma anche campi per basket, pattinaggio, rugby, etc; • una delegazione di Roma Capitale partecipa frequentemente ai tornei organizzati nelle carceri romane partecipando anche alle dotazioni di materiale sportivo e delle premiazioni; • vari i progetti legati alla solidarietà. Di seguito alcuni esempi: Vampiri dello Sport per l’organizzazione
di raccolta del sangue; Progetto Filippide, sull’attività sportiva per la disabilità mentale di concerto con l’Assessorato alle Politiche Sociale; Run for Food, corsa in collaborazione con la FAO; Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico, evento che si svolge alle Terme di Caracalla; Blood Runner, Corri per donare il sangue; la Race for the cure, corsa podistica per sensibilizzare l’opinione pubblica sui tumori al seno; Insieme alla Roma per donare la vita. Progetto realizzato dalla AS Roma calcio, dalla Croce Rossa e dalle associazioni romane di donazioni del sangue e patrocinato; Roma scende in campo con giocatori di Lazio, Roma e Virtus Basket a favore del World Food Programme, agenzia ONU, primo fornitore al mondo di pasti scolastici per i Paesi in via di sviluppo; Sovente, inoltre, sono ospitati in Campidoglio progetti e squadre legati alla diabilità o al sociale, come nel caso della Coppa Campioni di Basket in carrozzina, organizzata dal CMB Santa Lucia o della terza edizione del Premio Andrea Fortunato Lo sport è vita, organizzato LO SPORT DI ROMA CAPITALE | 34
dall’associazione l’Associazione Fioravante Polito in ricordo del giocatore della Juventus, morto a soli 23 anni a causa della leucemia acuta linfoide o, infine, per la caonferenza stampa che annunciò la partecipazione del Campidoglio nel Comitato Gabriele Sandri.
L’Atleta dell’anno La manifestazione denominata “Atleta dell’Anno”, che nell’ultima settimana di dicembre assegna, alla presenza del Sindaco di Roma Capitale, riconoscimenti agli atleti romani, alle società e associazioni sportive che si siano particolarmente distinte per risultati sportivi o nel sociale.
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Nel segno della cultura Cultura dello sport. Al pari dell’incentivazione della pratica sportiva, il Campidoglio promuove appuntamenti e progetti tesi a promuovere la cultura dello sport. Di seguito alcuni esempi: • La nascita, nello scorso aprile, del mensile free press SPQR SPORT, patrocinato da Roma Capitale che fa proprio della cultura una delle sue principali missioni. • Il Dipartimento Sport, di concerto con la Commissione Cultura e Sport ha ricevuto i rappresentanti della Polisportiva Lazio istituendo un tavolo per la creazione di un museo. La medesima operazione è stata iniziata con i vertici della Roma Calcio perché la città deve avere i suoi musei dello sport. • Via dei Fori Imperiali viene annualmente chiusa al traffico per l’appuntamen-
to dei Giochi tradizionali di Strada. • Il 25 agosto del 2010, nella Piazza del Campidoglio, si sono svolti i festeggiamenti per i cinquant’anni dell’Olimpiade del 1960. Contemporaneamente vi sono stati il Percorso Museale Olimpico, una mostra al museo nazionale delle Arti di Roma. Percorso della memoria Anche a livello di toponomastica, prose-
gue un percorso della memoria dello sport a Roma con il restauro di steli (ad esempio quelle ricordanti l’Olimpiade di Berlino del 1936 e i vittoriosi schermidori italiani con relativa manifestazioni in Campidoglio), la messa in opera di targhe (come quella a Bikila all’ombra del Colosseo, a Sandri, Di Bartolomei e Re Cecconi, Speziali, Vaccaro e tanti altri) e l’intitolazione di vie agli eroi dello sport..
Comunicare L’obiettivo di informare il cittadino per promuovere lo sport Il Dipartimento Sport di Roma Capitale ha sviluppato la Comunicazione delle proprie attività con diversi progetti tesi alla divulgazione delle attività svolte dai singoli servizi. • Il Dipartimento partecipa alle conferenze stampa dei principali eventi sportivi organizza incontri e convegni. •Promuove una corretta informazione su sport e salute tramite la pubblicazione dei Quaderni Tematici. • Coordina le attività promozionali e di marketing legate al Dipartimento, stabilendo la tipologia dei materiali e curandone i contenuti. A tal riguardo, si occupa anche dell’organizzazione degli stand informativi del Dipartimento presenti durante i più importanti eventi sportivi. • È stato varato il sito www.sportincomune.it che si propone di essere uno strumento di servizio per aiutare il cittadino ad orientarsi sulle varie offerte provenienti dal mondo dello sport. Un sito internet che abbia spiccato uno spirito di servizio per la popolazione sportiva ro-
mana è considerato dall’Amministrazione un passo importante proprio per la promozione dello sport. • Di particolare importanza, le riviste prodotte dal Dipartimento Sport: l’annuario Roma Sport e il mensile SPQR SPORT, che rappresenta un esperimento unico nel suo genere in quanto house organ, ma distribuito free press in tutti i municipi del territorio romano, negli stand di Roma Capitale legati ai Grandi Eventi, per posta e nei luoghi di Roma in cui lo sport viene praticato a livello di vertice e amatoriale, presso le
Federazioni sportive, gli impianti di proprietà di Roma Capitale, etc. • La comunicazione nel settore dello sport viene realizzata individuando notizie utili mediante gadget, calendari, depliant, postazioni antropometriche nutrizionali per gli sportivi, mappe realizzate in collaborazione con l’Atac degli impianti sportivi e dei mezzi pubblici che permettono di raggiungerli, i mezzi del Dipartimento Comunicazione Istituzionale (Radio Roma Comune, cartellonistica, mezzi Atac, etc).
Organigramma Dipartimento Sport DELEGATO ALLE POLITICHE SPORTIVE Alessandro Cochi DIRETTORE DIPARTIMENTO SPORT Bruno Campanile DIRIGENTE DELL'UNITÀ ORGANIZZATIVA TECNICA Giovanni Sorianello POSIZIONE ORGANIZZATIVA TECNICA Alberto De Luca - responsabile servizio 1, impianti sportivi in concessione
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Daniela Martellotti - responsabile servizio 2, nuovi impianti e ristrutturazioni POSIZIONE ORGANIZZATIVA STAFF DI DIREZIONE DEL DIPARTIMENTO Elena Battaglia POSIZIONE ORGANIZZATIVA GESTIONE IMPIANTI SPORTIVI IN CONCESSIONE Marisa Ceccarelli
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COS’È IL REINING Il Reining è una disciplina dell’equitazione western, lo sport equestre americano attualmente più diffuso, seguito anche nel nostro Paese da un numero sempre più crescente di appassionati. Una specialità che prevede il completamento di un percorso predefinito (pattern) eseguendo una sequenza di figure da realizzare in totale armonia e precisione dei movimenti. Tradotto alla lettera, significa “lavorare di redini” come i vecchi mandriani americani. Diverse le manovre delle gare: gli Spins e il Rollback (rispettivamente rotazione di 360° e 180° facendo perno sulle zampe posteriori), Sliding Stop (arresto in scivolata), Back (dietrofront al galoppo). Viene valutata, in primis, la precisione, il controllo che il cavaliere ha nei confronti del cavallo. Le gare più importanti (chiamate Special Events) sono il Futurity, il Maturity e il Derby.
Emanuela Pellacchia, regina del Reining
LA FIERA DI ROMA Il suo slancio più forte, il Reining lo ha avuto proprio da RomaCavalli svoltasi alla Fiera di Roma, sempre più polo sportivo anche in ottica olimpica. «La seconda edizione di RomaCavalli ha registrato un’affluenza di oltre 93.000 visitatori, circa il 30% in più rispetto al primo appuntamento, confermando così il forte interesse del pubblico per questo evento», spiega Mauro Mannocchi, Presidente Fiera Roma Srl. «Per il 2012 sono previsti in calendario oltre 50 eventi tra cui due saloni di grande successo: la sesta edizione di BIG BLU - Salone della Nautica - e la quarta di Motodays – Salone del Motociclo. La crescita di questi due eventi ha dimostrato quanto il pubblico di ogni età sia interessato al mondo dello sport, anche se in discipline assai diverse, ma che comunque possiedono nelle loro componenti elementi che le accomunano come la passione, lo spirito di competizione, lo spettacolo ed anche la voglia di divertimento. Ed è stata proprio la tipologia di queste manifestazioni, che unisce sport e spettacolo, a far avvicinare molti romani alla Fiera. Anche per questo siamo orgogliosi di essere stati inseriti nel Progetto Olimpico della città di Roma, come sede prescelta per ospitare le gare di 12 discipline, progetto che speriamo possa ottenere quella vittoria finale che tutti noi desideriamo».
“Nel montare i cavalli noi prendiamo in prestito la libertà”, recita un vecchio aforisma
di Michele FOLGORI foto Getty Images Archivio privato Pellacchia
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spq ort deve essere proprio vero. Libertà di evadere: dalle città, da una quotidianità sempre più caotica. Libertà di cercare un incontro, un contatto diretto con la natura divertendosi e praticando lo sport. L’equitazione è sinonimo di avventura, desiderio di spazi aperti, sconfinati. È, soprattutto, un enorme sentimento.
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Il successo, visti i numeri straordinari (oltre 90.000 presenze) della recente fiera RomaCavalli , lo splendido salone internazionale dell’ippica e della stessa equitazione dedicato alla grande passione equestre patrocinato, tra gli altri, anche da Roma Capitale, è lì a dimostrarlo. Luigi Ceretti, Consigliere Delegato di RomaCavalli Expò, racconta il successo delle prime due edizioni e il futuro dell’evento. «La prima edizione del 2010 ci ha colpito molto per il succeso inaspettato raggiunto sia in termini di partecipazione che della qualità dei cavalli in gara. Visti i risultati sapevamo di non poter sbagliare nel 2011 e l’obiettivo è stato centrato visti gli oltre 90.000 spettatori. Questo, grazie all’eccezionale organizzazione territoriale delle Istituzioni di Roma Capitale e della Regione Lazio, che hanno contribuito molto al successo. La risposta dei romani e dei cittadini del Lazio in gene-
rale è stata straordinaria, e questo è testimoniato anche dall’incremento di oltre 4000 tesserati in un solo anno al Comitato Fise Lazio, divenuto così il secondo in Italia dopo quello lombardo. Ora stiamo già lavorando per l’edizione del 2012, che punterà sempre sulla filosofia dell’accessibilità del cavallo per tutti». «Roma è una piazza eccezionale per l’equitazione – spiega anche Ferruccio Bati, responsabile tecnico dell’evento – vista la grande collaborazione che abbiamo ricevuto da parte sia dell’Amministrazione che dagli addetti ai lavori. Fortunatamente hanno capito sin da subito che questa non era una manifestazione legata al mondo equestre, ma “la manifestazione” per eccellenza. In due soli anni, infatti, è diventata la seconda per importanza in Italia. Uno dei
segreti del successo è stato anche avere a disposizione la Fiera di Roma. Moderna e logisticamente perfetta per accogliere gli oltre 2500 cavalli che abbiamo portato. Visti gli ingredienti perfetti, stiamo lavorando per crescere ancora di più nei prossimi anni e siamo convinti che riusciremo in questo».
Nei quattro giorni della maxi-kermesse capitolina si sono svolte molteplici competizioni di diverse specialità. Sugli scudi, anche
L’intervista >>
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L’intervista >> quel reining che ci vede campioni del mondo fin dalla sua prima edizione (2008). Tra i suoi protagonisti assoluti c’è Emanuela Pellacchia, 33 anni, romana, pluri-campionessa italiana, che ha iniziato sin da giovanissima a praticare le discipline equestri. Che si è avvicinata al reining quasi per caso, dopo essersi esercitata nel dressage, salto ostacoli, cross country e altre specialità, restando letteralmente affascinata dalla monumentale bellezza degli splendidi quarter horses, gli «amici quadrupedi dall’indole particolarmente docile e dotati di intelligenza e sensibilità non comuni. Perfetti per l’addestramento, per passeggiare, per l’ippoterapia …». «Il reining - ci illustra - è quel qualcosa in più… Un hobby che, se resta tale, ha costi accessibili, che accoglie con
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piacere e simpatia chiunque voglia serenamente salire in sella e calarsi altresì, tra folcloristici balli e sana condivisione, in una atmosfera tipicamente Western. L’arte equestre è il perfezionamento delle cose semplici. Cavalcare trasforma il ‘vorrei’ in ‘posso’…». Emanuela ha voluto e potuto. E continua. A perfezionarsi, vincere, raccontare … Come è iniziata la sua avventura? «La mia avventura nel meraviglioso mondo dei cavalli ha inizio verso gli otto anni d’età. Mi ci sono avvicinata grazie a mio padre, in un maneggio di monta inglese… Ho praticato la monta inglese sino ai diciotto anni, sostenendo gare nazionali ed internazionali. Dopo uno stop temporaneo, per motivi di lavoro, ho ripreso a cavalcare ricominciando col reining, la monta americana, una disciplina che oggi sta prendendo sempre più piede. Soprattutto al Nord. Una disciplina riconosciuta dalla F.I.S.E (Federazione Italiana Sport Equestri) e da quest’anno anche a livello mondiale. Il mio battesimo è avvenuto in un maneggio di Frascati, con la passione che è divampata, irrefrenabile, anche grazie alla bellezza dei cavalli, i famosi quarter qorses, importati direttamente dagli Stati Uniti ed oggi allevati anche da noi. Ho cominciato con puledri di media struttura e adesso finalmente sono in possesso di un fuoriclasse che ha già vinto molto: ‘River in Flood’, figlio di un campione. Lo scorso anno, insieme, abbiamo vinto i Campionati italiani, il Campionato italiano Ladies e quattro campionati regionali. Dopo queste vittorie abbiamo partecipato anche a tanti spettacoli equestri dimostrativi, tra i quali spicca, per una questione di cuore, ‘Una coccarda per la solidarietà’, evento organizzato dal Pony Club di Roma. Un’importante manifestazione sociale (raccolta fondi da destinare agli atleti paralimpici in vista dei Giochi
del 2012, ndr) che ha avuto grande risonanza grazie alla Rai». g? «Perché è Perché praticarre il reiniing adrenalina allo stato puro. A me è piaciuto a pelle, affascinandomi da subito per le sue difficoltà. Il reining è una disciplina che, dall’esterno, può apparire semplice. Ma lo è soltanto a prima vista. La gara consiste nell’eseguire un pattern, un percorso predefinito. Dei dieci pattern possibili previsti alla vigilia soltanto all’ultimo momento vieni a conoscenza del percorso che dovrai fare. Il reining può essere semplicisticamente definito una sorta di dressage della monta inglese composto da specifiche manovre. Al minimo errore incorri nei punti di penalità. Dipende dalla figura che vai a realizzare, dalla tua precisione. La figura più importante è lo slide stop, la famosa frenata in scivolata. Basta un nonnulla per giocarsi il punteggio finale. Sei autore di una prestazione super ma sbagli uno stop, esci, fai un cambio non perfetto al centro e hai gettato la gara alle ortiche». nizziarre a A quale fascia di etàà si può in praticarlo?? «Partiamo da una premessa: i cavalli, gli splendidi quarter horses, possiedono un indole assolutamente pacifica, ci possiamo far salire tranquillamente i fanciulli. Al reining si avvicinano bimbi anche quattro anni. E anche un bambino di sette anni potrebbe essere in grado di sostenere una gara. Da quest’anno, per andare sul concreto, è prevista per le gare una nuova fascia di età che va dai nove agli undici anni. Più in generale, comunque, è una disciplina aperta a tutte le fasce e categorie. Non ci sono limiti: si fa reining anche a settant’anni!». Ha costi accessibili? «Beh… Come hobby quelli di un normale maneggio, a livello professionale non proprio. Bisogna considerare che occorre viaggiare spesso, perché le gare più importanti si svolgono a Manerbio, nel bresciano, e a Reggio Emilia. Tutte su, al Nord. Di conseguenza, le spese non ono propriamente contenute».
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Da noi non esistono strutture adeguate? «Si, ma non ai livelli di quelle del Nord Italia. O meglio: non ancora. Due o tre centri nelle vicinanze al massimo. In Abruzzo, precisamente a Teramo, ce n’è uno nuovo, bellissimo, che si chiama ‘Le Arene’. Una struttura talmente apprezzata dopo poco tempo dalla sua nascita che quest’anno la F.I.S.E. gli ha affidato l’organizzazione del ‘Maturity’, un appuntamento di assoluto rilievo che sino ad ora era una sorta di esclusiva di Manerbio. L’unico handicap di questo sport è che necessita giocoforza di una struttura al coperto e con un certo tipo di terreno di sabbia. Perché all’aperto, se malauguratamente piove, determinate manovre non potremmo in alcun modo eseguirle. Su al Nord, comunque, sono decisamente messi meglio di noi». Strutture in grado di accogliere le famiglie. Ma la gente risponde all’appello? «Assolutamente si. E ultimamente in numero sempre crescente. Se consideri che in Abruzzo, per l’ultima gara, hanno partecipato qualcosa come 150 cavalli e relativi cavalieri». Nel recente Salone Internazionale dell’Ippica e dell’Equitazione sei stata anche l’unica rappresentante femminile della tua disciplina. «Un’emozione grandissima … Io sono ‘non pro’ ma sono stata lo stesso inserita in un contesto di grandi personalità. Come, ad esempio, il campione del Mondo Dario Carmignani, col quale ho avuto l’immensa soddisfazione di eseguire delle figure … Un onore ed un grandissimo orgoglio, per me, rappresentare la mia disciplina assieme ai big. Ci sono tante bravissime colleghe anche nella nostra
regione, ma alla fine, fortunatamente, hanno scelto me ed un cavallo che va sempre più forte». Pluricampionessa italiana: grazie a te il reining è l’ennesimo sport che si tinge di rosa. Che effetto fa essere il riferimento femminile di questa disciplina nel nostro Paese? «Pratico questa disciplina da diversi anni, e il mio exploit è datato 2009-2010 (con la finale, vinta, del Campionato italiano, ndr) e nell’arco di un solo anno ho riscosso sempre più consenso. Sono ovviamente contentissima di essere – se lo sono – un punto di riferimento per le donne… Ho cominciato a gareggiare per puro divertimento ed essere stata chiamata a rappresentare la disciplina del reining nella categoria femminile credo faccia onore non soltanto alla sottoscritta ma all’intero movimento del gentil sesso...” Si parla del reining come di una futura disciplina olimpica e la nostra città è candidata ad ospitare l’Olimpiade del 2020… Sarebbe un sogno per te partecipare al massimo evento sportivo e per giunta nella tua città? «Si. È il mio sogno nel cassetto. Il più grande. A Roma, a casa mia poi, sarebbe decisamente il massimo». Parlaci della tua vita privata. «Sono felicemente sposata, ho un figlio che adoro e una piccola struttura, l’ a l l e v a m e n t o ‘FPquarterhorses’ di Campagnano di Roma, affiliata al CONI messa su con
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mio marito quasi per gioco e che sta diventando sempre più importante, sempre più frequentata, in larga misura dalle donne che, entusiaste, desiderano iniziare a fare reining. Ora mi piacerebbe che anche mio figlio si avvicinasse di più al mondo dei cavalli, ma lui ha altri interessi. Un domani, chissà». usione: c’è qualcuno cuii de esiIn conclu o ringraaziaderi rivollgere un sentito mento? «A mio padre. Speciale. Per avermi regalato, oltre alla passione, anche uno splendido quadrupede. Acquistato al buio, a scatola chiusa. L’avevo visto soltanto sui giornali ma ha sempre rappresentato il massimo … È grazie a loro e a mio marito, che è anche il mio trainer ed assistente, che ho raggiunto questi splendidi risultati. A parte me, mio marito è l’unico a montare River in Flood. Me lo tiene allenato quando gli impegni di lavoro (gestisce un ristorante, ndr) mi tengono lontana. Posso concludere con un invito?». Certo! «Avvicinatevi al reining. Alle gare tradizionali (quelle che durano tre quattro giorni, dal giovedì alla domenica) e non solo, anche perché si accompagnano a delle vere e proprie giornate piene di suoni, colori e allegria, tra pranzi aggreganti e balli country, esattamente nel modo in cui si ballava e si socializzava nel vecchio West… È come tornare indietro nel tempo, ad una dimensione più semplice, umana. Piacevolissime ore senza quei ritmi spesso frenetici che scandiscono, stressandoci, la nostra quotidianità. Una dimensione, soprattutto, a stretto contatto con la natura… Provate!».
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olte le pellicole americane che lo vedono protagonista o che si ispirano alle sue gesta in maniera più o meno dichiarata: The Plainsman di Cecil B. De Mille (1936) con Gary Cooper, Buffalo Bill (1944) di William A. Wellman, Buffalo Bill e gli indiani (1976) di Robert Altman, interpretato da Paul Newman. In Italia, nel 1949, venne realizzata dal regista Giuseppe Accatino la pellicola Buffalo Bill a Roma probabilmente primo esempio di western all’italiana, dedicato alla reale sfida che aveva visto Cody e il suo Circo soccombere contro la ormai mitica rappresentanza di butteri laziali. P. Romano, nella Strenna dei Romanisti del 1947, dà il seguente resoconto dell’impresa: «Il colonnello Cody venne invitato a colazione da notabilità cittadine e una volta perfino dalla duchessa Caetani. In tale occasione, anzi, la gentildonna ricordò i famosi allevamenti di cavalli in libertà nei propri
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È proprio vero. L’eroe del West è stato a Roma, a Villa Borghese, come si vede nel manifesto del film a lui dedicato... feudi e la valentia dei butteri specialmente di Cisterna, uno dei feudi della Casata. Perché - disse - non li volete mettere alla prova con i vostri indomiti cavalli? I vostri domatori, in compenso, potrebbero domare i miei puledri... Buffalo Bill accettò. Corse, anzi, una scommessa. La prova fu fatta e si svolse tra l’attesa di un pubblico enorme. Si concluse così: i cow-boys di Buffalo Bill diedero prova di rara maestria nell’affrontare i cavalli di Cisterna; ma i butteri dei Caetani facilmente resero ragio-
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nevoli quelli delle praterie americane, non ostante ammaestrati chi sa da quanto tempo... a fare gl’indomiti». Questo il film. Ma perché Buffalo Bill venne a Roma? In declino l’atomosfera del vecchio West tanti personaggi famosi (anche Toro Seduto e Calamity Jane) sotterrarono l’ascia di guerra e si dedicarono a raccontare un periodo epico attraverso il circo che, dopo l’enorme successo, venne chiamato anche in Europa. Quanta tristezza intorno a queste storie... ma, tant’è. Nel 1976 Marco Ferreri riprenderà il personaggio di Buffalo Bill in “Non toccate la donna bianca” facendolo interpretare da un ironico e dissacratore Michel Piccoli. Qualche anno dopo, anche un album di Francesco de Gregori del 1976 ha come titolo Bufalo Bill e contiene la canzone dedicata a questo personaggio in quanto simbolo della fine del selvaggio West. Paolo Severo CIABATTI
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illiam Frederick Cody nasce a Le Claire, nello Stato dell’Iowa il 26 febbraio 1846. A soli quindici anni legge un annuncio che oggi appare bizzarro e che recita: “Occorrono ragazzi sotto i diciotto anni, svelti, esperti cavalieri consapevoli di rischiare la morte ogni giorno: si preferiscono gli orfani”. Cody ne viene attratto e diventa così un corriere, un “Pony Express”. Dopo la morte della madre si arruola, nel 1863, nel VII Cavalleggeri dello
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Stato del Kansas, prendendo parte alla guerra di secessione americana. Presso il campo militare di St. Louis, dove stava sostando, il futuro Buffalo Bill conosce Louisa Frederici, la donna che poco tempo dopo, nel 1866, diventerà sua moglie e dalla quale avrà quattro figli. Terminata la guerra William Cody lavora per l’esercito e per la compagnia Pacific Railway come guida civile, fino al 1872. Nello stesso periodo il Congresso gli assegna la più alta
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onorificenza militare degli Stati Uniti, la “Medaglia d’Onore”, per aver dimostrato “coraggio in azione“. La stessa medaglia sarebbe stata revocata a meno di un mese dalla morte (avvenuta nel 1917), in quanto Cody era un civile al momento della meritevole azione; la medaglia gli sarebbe stata poi riassegnata definitivamente nel 1989. Il soprannome “Buffalo Bill” gli viene appioppato rubandolo a un tale William Comstock, a cui appartene-
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1900: William Buffalo Bill Cody (1846 - 1917) seduto a cavallo imbraccia un fucile e fiero guarda in lontananza sul fondo bandiere inglesi e americane oltre alle tende montate per il suo show sul Far West
Buffalo Bill con Toro Seduto, il leggendario capo indiano
va in precedenza, superandolo in una gara di caccia al bisonte. La leggenda narra che Cody, tra il 1868 ed il 1872, per sostenere gli operai addetti alla costruzione della ferrovia, li abbia riforniti di carne di bisonte uccidendo l’impressionante numero di 4.000 esemplari. I bisonti erano oggetto di caccia nella zona proprio perché il loro sterminio avrebbe velocizzato le attività di sgombero e di costruzione della ferrovia. Presso Warbonnet Creek, nel 1876, Buffalo Bill fa una dichiarazione leggendaria: per vendicare la morte del Generale Custer a Little Big Horn, afferma di avere ucciso un guerriero cheyenne e di
avergli tagliato lo scalpo. Se il mito di Buffalo Bill si è alimentato grazie al protagonista stesso, la diffusione si deve a Ned Buntline, popolare scrittore che in diversi racconti narra le gesta di Buffalo Bill; Buntline arriva a chiedere a Cody di interpretare la trasposizione teatrale delle sue novelle: Buffalo Bill accetta di diventare attore, e interpreterà se stesso per undici stagioni consecutive. Lanciato nel mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento, nel 1883 crea il “Buffalo Bill Wild West Show”, spettacolo circense in cui vengono ricreate e rappresentati in tipico stile western momenti come la battaglia di Little Bighorn. Allo spettacolo partecipano veri cowboy e pelleros-
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sa dell’epoca, come Toro Seduto (il leggendario capo Sioux), Calamity Jane e Wild Bill Hickock. In oltre vent’anni di attività il “Buffalo Bill Wild West Show” diverrà un successo negli Stati Uniti e anche in Europa. A Londra, nel 1889, sarà una delle attrazioni principali durante il Giubileo d’Oro della Regina Vittoria. Lo spettacolo arriva anche in Italia nel 1890; convertitosi da poco tempo al cattolicesimo esprime e realizza il desiderio di incontrare Sua Santità
Pawnee (altro personaggio storico degli spettacoli sul Far West) e sulla destra Buffalo Bill con il quale collaborò per un breve periodo
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Papa Leone XIII. Nello stesso anno, sebbene sia un affermato showman di fama internazionale, Cody partecipa con il grado di colonnello alle operazioni militari contro i Sioux, tribù che aveva già combattuto nel 1876. William Cody muore all’età di 71 anni, il 10 gennaio 1917 a Denver; dietro sua richiesta viene sepolto sulla Lookout Mountain, in Colorado, ad est di Denver. Sono molte le pellicole che si ispireranno alla vita e alle gesta di Buffalo Bill; tra queste ri-
cordiamo The Plainsman di Cecil B. De Mille (1936, con Gary Cooper), Buffalo Bill di William A. Wellman (1944), Buffalo Bill e gli indiani di Robert Altman (1976, con Paul Newman). In Italia il regista Giuseppe Accatino realizza nel 1949 Buffalo Bill a Roma, dedicato alla reale sfida che aveva visto Cody e il suo circo soccombere contro la rappresentanza di butteri laziali dell’Agro Pontino guidati dal circense Augusto Imperiali. Francesca VIOLO
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di Giorgio Franchetti i ludi romani
Presidente Ass. Culturale “S.P.Q.R.” di Roma Foto Pietro Lancialonga e Mario Rossetti (Nella foto i gladiatori della Storica Scuola di Gladiatura di Roma Ludus Magnus Location: Parco della cellulosa, Roma
Giochi nell’antichità U O M I N I N E L L’ A R E N A
IL GLADIATORE Il gladiatore era un lottatore della Roma antica. Il nome deriva dal gladio, una piccola spada corta usata molto spesso nei combattimenti. Erano considerati dei veri e propri eroi nazionali all'inizio degli schiavi riportati dalle conquiste imperialistiche, poi entrarono criminali e infine uomini liberi dopo l’affrancamento. Il primo spettacolo si svolse nel 264 a.C. Nel 105 a.C. i giochi divennero pubblici.
Dalla villa Romana di Nennings, Germania, combattimento fra retiarius e secutor di fronte all'arbitro, summa rudis
l Sole era alto sopra gli spalti dell’arena di Salonae Palatium, (odierna Spalato, Croazia), quando l’editor annunciò il mio nome…
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«Quest’oggi il combattimento centrale sarà il famoso gioco del pons (ponte); che tanto successo ha ottenuto in altre arene sparse per l’Impero, da Capua a Roma ad Arelate (odierna Arles), lungo il Rodano…». Il gioco del ponte? Avevo sentito dire di questo particolare combattimento ma non l’ho mai affrontato prima né vi ho mai assistito. Cosa dunque mi aspetta, una volta che questo possente portone in legno si sarà aperto? «Nel gioco del pons si affronteranno un murmillo, o gallico, e un secutor, contro un retiarius molto famoso, che giunge qui dopo una carriera di gloria e vittorie, cominciata nel ludus di Aquileia, e continuata con combattimenti nelle arene di Novum Comum (Como) e Bellunum (Belluno)… Il suo nome è Rapidus!» Le porte di legno si spalancano e vengo accecato dalla lama di luce intensa che penetra nella mia testa. Rapidus… Questo il nome impostomi dal lanista del ludus di Aquileia, dove sono nato e dove ho cominciato a fare i primi passi di questo mestiere. Fu Olconius a scegliere questo nome, per via della mia rapidità ad alternare gli attacchi con la rete e gli affondi con il tridente… Quasi dimentico il mio vero nome: Cecilius… Non fu una scelta diventare gladiatore, ma una necessità per vivere. La mia famiglia era poverissima e mio padre campava tutti noi alla giornata, facendo lavoretti di muratura, di carpenteria… Mio fratello se ne andò di casa presto, in cerca di fortuna altrove, verso la Gallia, non dette mai più noti-
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CUR ME FUGI S? Rapidus, protagonista della storia di queste pagine, è un gladiatore retiarius realmente vissuto. Esiste una sua epigrafe che ci racconta la sua intera vita così come descritta nell’articolo. Molti libri riprendono questa storia e la raccontano. E veramente morì nell’arena di Spalato così come nel racconto di fantasia dell’articolo, sulla sua lapide si legge infatti “…in medicina decessit”. Così come anche è assolutamente un personaggio storico il secutor Urbicus e anche questa volta conosciamo tutti i dettagli della sua vita attraverso una commovente epigrafe (vedi immagine) fatta fare dalla moglie dopo la sua morte, e attualmente esposta nella collezione civica di Milano. Il gioco del ponte era storicamente effettivamente una variante del combattimento del retiarius e in questo gioco nell’antichità, proprio come raccontato nella storia di fantasia dell’articolo, il combattente con rete e tridente era opposto a un secutor e a un murmillo. La frase “cur me fugis, Galle?” che da il titolo alla storia e che viene pronunciata dal retiarius quando il murmillo evita il combattimento è effettivamente ripresa da un episodio raccontato da Festo, autore del II secolo; riferita proprio a murmillo che rifuggiva il retiarius. Dalmatia, J. J. Wilkes; DAS ANTIKE ROM, Alexander Nikopou; etc.. Gladiatori - I dannati dello spettacolo, F. Paolucci, pag.103 Festo, p.285, 10
zie di se. Si diceva che fosse diventato gladiatore e io crebbi con l’idea di fare come lui, come il mio fratello maggiore, Crissus… Mentre pensavo alla mia infanzia avevo di fronte a me la struttura che avrebbe ospitato il nostro combattimento. Era una piattaforma rettangolare di legno, rialzata da terra di circa 5 piedi (quasi 1,5 metri)… «Opposti a Rapidus in questo gioco del pons ci saranno: un gladiatore giovane ma già famoso, viene da Florentia… Un secutor, Urbicus!» Da una porta in legno esce il mio acerrimo nemico di sempre, il gladiatore secutor… Il suo elmo è com-
pletamente liscio, come un uovo di faggiano… E la rete ogni volta che viene lanciata non riesce ad catturarlo, non ha appigli e scivola via… Il mio nemico più temibile. Urbicus si fa avanti, saluta la folla, si dispone accanto a me, davanti il palco dell’editor del giochi, Marcus Vippius… «E che entri l’altro gladiatore del gioco… Viene dalla Gallia, è un famoso e valoroso gladiatore che si è esibito molte volte nell’arena di Arelate, tanto da diventare quasi una legenda: Talos, murmillo!» Un gallo dunque… Che combatte nella classe di gladiatori, i murmilli,
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che per molto tempo sono stati chiamati proprio “gallici”… Il gallo nonostante il suo curriculum di combattimenti sembra esitare, è timoroso. Cosa c’è che lo turba? E’ forse malato? «Si dia inizio al combattimento!» Urla l’editor e lascia cadere il drappo che da il via allo scontro… Salgo sui gradini di legno che mi conducono al piano rialzato, sono avvantaggiato perché il mio armamento non prevede nessun elmo e quindi non ho impedimenti alla visuale. Salendo le scale il gallo mi sussurra da dietro il suo elmo: «Ho sentito che sei originario di Aquileia… E’ vero?»
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Giochi nell’antichità
GLADIATORI
Mi meraviglia questa domanda, così come il fatto che il mio nemico in un momento come questo voglia fare conversazione… «Sei di Aquileia o no?», mi ripete… «Sono di Aquileia… Ho iniziato lì nel ludus di Olconius, anni fa… Perché me lo chiedi?» «Basta parlare con questo retiarius Talos! Non infrangere le regole… Non possiamo fare conversazione, combattere e basta, questo dobbiamo fare!», ci interrompe bruscamente Urbicus, dando una spallata a me e tirandosi via Talos. «Aspetta Urbicus, me ne frego delle regole, non capisci… Devo parlare con questo retiarius…!» «Non parlerai con nessun retiarius, Talos…! Vippius ci osserva e ha già dato l’inizio! Finiscila una buona volta e combatti!» Queste parole di Talos mi sconcertano, cosa vorrà mai da me?! Ma Urbicus, teme la vendetta del suo lanista e quella dell’editor, quindi si trascina via Talos verso l’estremità opposta del tavolato e si mette in guardia. Talos sembra frastornato, non si mette neanche in guardia, vedo che scuote la testa,
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In base alle armi, i gladiatori si dividevano in diversi tipi: • Thraces, caratterizzati dal tipico e inconfondibile elmo dotato di lophos grifomo spesso piumato... con la protezione su entrambe le gambe, uno scudo piccolo quadrato, un elmo con visiera completa (o con un ampio orlo) e una spada tracia, ricurva. Avevano anche 2 schinieri alti oltre il ginocchio, cnemides • Secutores, Inseguitori, quasi nudi ad eccezione della protezione alla gamba sinistra. Avevano un elmo a forma di uovo con griglie agli occhi, una protezione al braccio armato, uno scudo quadrato e due schinieri. L’imperatore Commodo era tra questi. • Retiarii, Portatori di rete con una veste ai fianchi, una protezione in metallo sulla spalla sinistra fino al gomito, un piccolo pugnale, un tridente o un arpione e una rete • Laquearii, combattevano con un lazo, o frusta • Galli, Nessuno sa perchè li chiamarono così, è un mistero. Avevano un grande scudo del tipo legionario, una protezione al braccio armato e 2 schinieri corti, ocreas... • Hoplomachi, Combattenti con lo scudo, che avevano un piccolo scudo rotondo, una lancia e una spada corta e dritta. • Essedarii, che combattevano, o forse entravano soltanto nell’arena su carri da guerra, alla maniera dei Celti Britannici, forse introdotti da Giulio Cesare • Equites, che entravano sui cavalli, ma pare che poi combattessero a piedi • Velites, con la lancia attaccata ad un cinturino, che poteva essere assicurato al polso, ma tolto se il gladiatore lanciava la sua arma. • Sagittarii, con arco e frecce • Dimachaeri, con due spade All’inizio le categorie erano solo tre, Samnites, Galli, e Thraeces, gli altri si aggiunsero in seguito soprattutto in età imperiale quando fiorirono questi giochi.
come a dire «no…no…». Tutto questo è davvero molto strano, non me lo spiego… “Gladiatores, verberate!” ecco l’inizio del gioco, il segnale di combattimento… Stranamente invece di avanzare insieme come la logica direbbe si fa sotto solo Urbicus, con un paio di affondi di sica… Lo evito, lo tengo lontano con il tridente, inutile impaurirlo con la rete, tanto sa benissimo che su di lui non avrebbe presa… Si volta Urbicus verso Talos: «Ma che fai? Cosa aspetti, caprone di un gallo! Combatti insieme a me, la folla ci sta osservando! Attacca questo retiarius!» Ma Talos rimane sulle sue gambe, fermo, continua a scuotere il capo… La folla si fa sentire… “Iugula!” “verbera!” il frastuono è assordate… Roteo un paio di volte la mia rete sopra di me e poi provo a lanciarla verso il secutor… Urbicus esita, la evita e mi porta un affondo con la sica, sul mio lato sinistro, dove il galerus che ho fissato alla spalla mi toglie molta visibilità. È un mio punto debole e
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l’esperto secutor lo sa… Provo a fare una cosa che vidi tempo fa in una arena: roteo la rete sopra di me e mentre lo faccio tengo a distanza il secutor con il tridente… Poi, invece di lanciare la rete verso l’alto, gliela scaglio tra le gambe… Urbicus è sorpreso, si aspettava la rete sulla sua testa e aveva istintivamente sollevato lo scudo per ripararsi ma una volta che vede la rete verso il basso, verso i suoi piedi, abbassa di nuovo lo scudo in un disperato tentativo di difendersi. Questo movimento innaturale lo sbilancia da un lato e sono veloce ad approfittare, affondo il più esterno dei tre puntali del tridente nel suo costato sinistro, procurandogli una dolorosa e vistosa ferita, comunque non mortale. Il suo piegarsi e portarsi la mano istintivamente alla ferita lo escludono momentaneamente dal combattimento, preso dall’ira e dal momento non ci penso su e mi scaglio sul murmillo che non fa in tempo a mettersi in guardia, ancora stordito dal mio attacco fulmineo al secutor e chissà da che altro.
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Lo attacco con la rete, la evita, poi si sposta, non contrattacca. Gira e rigira sul tavolato, fugge, non mi affronta! Il pubblico grida, è indignato! Affondo il tridente e Talos lo evita con il suo grande scutum… Sono scoperto ma Talos non ne approfitta, si ritira, si sposta, si muove rapido sulle gambe, mi evita… Il pubblico si fa sentire e io ne ricevo l’energia giusta per gridargli: «Cur me fugis, galle?!» (perché mi eviti, gallo?!) Nessuna risposta, lancio la rete sul suo elmo crestato e piumato, lo afferro, tiro la rete, Talos sbanda ma resta in piedi, lascio la rete, prendo il tridente con le mie due mani e lo affondo nello spazio lasciato scoperto sopra la sua cinta. La spinta è tale che il tridente penetra completamente e lui cade all’indietro, giù dal ponte.
Un boato del pubblico accompagna la sua caduta e magnifica il sordo rumore del corpo sulla sabbia. Cade Talos, sulla schiena, il tridente ancora infilato nella pancia svetta verso l’alto come il faro di Alessandria nelle notti di tempesta… Dovrò scendere e recuperarlo perché è la mia unica risorsa contro il secutor… Mentre faccio questi pensieri gli inservienti dell’arena tolgono l’elmo al murmillo, l’elmo che verrà vestito da un altro murmillo nel prossimo combattimento in programma… Tolto l’elmo getto di striscio uno sguardo verso il gallo… Mi sento mancare… Mi si piegano le gambe… Dietro l’elmo e dietro il nome di Talos, da Arelate, c’è un viso a me ben noto, che subito riconosco, seppure i miei occhi non vi si posavano sopra da molti anni: è Crissus, mio fratello maggiore!
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Fa in tempo a rivolgermi dalla sabbia un ultimo sguardo, che insieme dice “ben ritrovato” e “arrivederci”, poi i suoi occhi si velano con la veste di Plutone, si riempiono di un’espressione vuota, spenta… È la morte. Ho un colpo al cuore, in un istante ho ritrovato e perso il fratello maggiore di cui avevo perso ogni traccia da anni… Un duro colpo al cuore che mi scuote, mi brucia, mi strappa la carne… Mi dilania… E guardano in basso vedo scintillare nel mio petto una punta di sica: Urbicus si è ripreso e mi ha trafitto… L’ultima cosa che sentono le mie orecchie è il fragore del pubblico, che si affievolisce così come anche i miei occhi si velano e le immagini sbiadiscono. Crissus, fratello ritrovato, faremo insieme la strada verso l’Ade…
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di Marco IMPIGLIA
n quasi tutte le città d'Europa bagnate da un fiume, lo sport, inteso modernamente nella sua valenza associativa, ha mosso i primi passi sul fiume stesso. Roma non sfugge a questa regola. Nuoto e canottaggio sono le due discipline in ballo. Oltre che dal fattore militare-ginnastico inerente al processo post-unitario, è dal versante dell'utilità sociale che arriva l'impulso fecondo.
I
Sul Tevere avviene la prima gara di nuoto in Italia La prima società natatoria italiana, la Romana di Nuoto 1889, s'incardina sul valore di una scuola di nuoto aperta sulle rive del Tevere, al fine di debellare la strage degli annegati che funesta la città ad ogni estate. Partendo da qui, risulta naturale il passaggio al versante agonistico: il 30 luglio 1893 un Comitato Nazionale di Nuoto indice la prima gara ufficiale mai avvenuta in Italia, sulla distanza di 7,5 km dalla foce dell'Aniene al centro della città; vi prendono parte in quattordici. La Rari Nantes Roma, nata a dipresso della RdN, s'incarica d'avviare una tessitura di società che mirano al momento ludico-sportivo. Dalla Federazione Rari Nantes sorge, attraverso un lungo iter normativo, l'attuale Federazione Nuoto. È dunque dal Padre Tevere che ha impulso la formalizzazione del nuoto in Italia. E questo è già un bel punto di merito. Passando al canottaggio, la disciplina del rowing ha il suo incipit ginnico e poi segue un'altra pista, comu-
Roma ha mosso i primi passi in tema di sport proprio sul fiume Tevere. Questa è la sua storia ne alla maggior parte degli sport all'aperto: la pista britannica. Numerosa è, infatti, la colonia anglofona. Uno scozzese, William Grant, usando come base una società di ginnasti, la Guglielmo Serny, fonda nel gennaio 1872 la prima associazione capitolina: i Canottieri del Tevere. È poi la volta dei Canottieri Roma (non gli odierni, un altro club non collegabile), del Circolo del Remo e del Nautico Aniene: tutti club che sovente utilizzano coach inglesi. E vedete come stiamo già coi nomi ai tempi nostri. Delle più antiche associazioni remiere solo i circoli Canottieri Lazio e Roma sfuggono all'era ottocentesca. Lo sport nella Capitale cresce a fiume Tra il 1870 e il 1900, il nuoto e il canottaggio s'innestano decisamente nel boom sportivo che coinvolge le classi borghesi. Ciò accade perché il Tevere nel suo tratto urbano viene civilizzato. L'area del porto di Ripetta si trasforma, dal luogo ameno che aveva visto sorgere il rustico casotto dei canottieri, in uno stretto lungotevere in pietra che unisce i ponti Regina Margherita (1891) e Cavour (1901). Nel 1895 l'edificazio-
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ne del Lungotevere in Augusta dà la possibilità d'ancorare dei galleggianti ai nuovi, alti muraglioni, collegati alla strada da scalette; per cui varie società iniziano a progettare sedi a fiume nel tratto bonificato. Più su, dopo Ponte Margherita e lungo la via Flaminia, il Tevere torna a proporre un argine selvaggio con fatica percorribile a piedi, interrotto ogni tanto da golene, come quella all'Albero Bello dove ha il casotto la Rari Nantes. Questo Tevere sportivo degli anni "liberal", fino alla Grande Guerra, presenta caratteri elitari per la pratica del canottaggio. Le regate (la prima è del 29 agosto 1875) rimangono avvenimenti mondani ai quali il ceto basso non è invitato a partecipare, se non come spettatore sul genere "A riva a magnà le nocchie" del sonetto di Trilussa. Per il nuoto, il discorso è un po' diverso. La sua natura welfare è patente in competizioni quali la Gran Fondo o la Traversata di Roma, che nasce nel 1906 e alla quale s'iscrivono i fiumaroli, giovani e meno giovani cittadini, eredi della schiatta agreste dei legnaioli, che vivono il fiume come un luogo dove agisce la livella sociale; un paradiso dove ci si diverte in un carnevale perpetuo, seppure misogino, nel quale sono ammessi i travestimenti (famosi i "pellirosse de' fiume"), gli scherzi, i banchetti acquatici, i tuffi a caposotto dai ponti, il nudismo. E agisce lo spirito artistico: non si contano i pittori e gli scultori, gli attori e gli scrittori che frequentano l'estate dei Polverini, le spiaggette di li-
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Una gara di nuoto sul Tevere e la gente si accalca sulle spallette prospicienti il fiume. Siamo nei primi Anni Venti
mo e capanne davanti a Monte Mario. Negli Anni Venti e Trenta mutano molte cose. Il Tevere sportivo diventa più “serio”; o per lo meno, vengono emarginati gli eccessi. Inoltre, si affolla di gente. È la"nazionalizzazione delle masse", proposta dal regime fascista, che porta con sé gli aggiustamenti. I capannoni sul Tevere. La leggenda del “Ciriola” Innanzitutto, muta la figura commerciale del "capannaro", nella sua primitiva tipologia anarchica. I capannari si evolvono, costruiscono stabilimenti bene organizzati, gettati su plateau di cemento: famoso è quello del "Ciriola" a Ponte Cavour. L'entrata in scena dei due più validi agenti escogitati da Mussolini per arrivare al "consenso", l'Opera Nazionale Dopolavoro e l'Opera Balilla, fa sì che, in capo a pochissimo, i galleggianti dei circoli a fiume si moltiplichino; al punto che in certi tratti non si vede più l'acqua. Più a nord, brano a brano svaniscono i Polverini, le ampie anse di sabbia e canne sono invase dagli strombettanti Balilla e dalle organizzazioni para-governative e militari (la Marina, i Vigili del Fuoco, i Carabinieri, ecc.). Tennis, bocce, pallavolo ed altri sport s'impiantano. La poesia bucolica del
vecchio Tevere è per la prima volta minacciata nelle sue zone extra-urbane. Contemporaneamente, la scoperta del Lido di Ostia, ben collegato dall'elettrica Littorina, riduce a poca cosa l'estate tiberina. I bagnanti scelgono il mare. Sono sempre di meno quelli che preferiscono crogiolarsi al sole presso il fiume. Per il nuoto, vale un processo simile: si va al mare a fare le sabbiature e a sguazzare. La FIN invita alla frequentazione delle nuove piscine cittadine: quelle del Foro Mussolini e la grande piscina scoperta gestita dalla S.S. Lazio allo Stadio oggi Flaminio. Tuttavia, riscuotono ancora successo le classiche prove nazionali Traversata e Bissolati. I romani imparano a nuotare a fiume La verità è che sono troppo poche le piscine perché i romani vi imparino il nuoto. La specie del fiumarolo tenacemente persiste. Con orgoglio. Nel dopoguerra, assistiamo a un revival del fiume come una meta dell'estate (pensate al film Poveri ma belli e a certi luoghi dei romanzi di Pasolini), ma dura poco. Intorno al 1960 abbiamo nel nostro data-base una delle ultime immagini di ragazzini che scorrazzano nell'acqua limpida a Ponte IL FIUME SPORTIVO | 50
Milvio, pubblicata su Il Messaggero. Così, mentre la scia dei circoli si allunga e moltiplica fino al Ponte Duca D'Aosta e oltre, fino a non lasciare più un centimetro di spiaggia libera, la necessità di svolgere una decente attività di allenamento costringe le società remiere più antiche, la TevereRemo e l'Aniene, a spostarsi dal rumoroso centro al tranquillo settentrione: l'Acqua Acetosa. Chi rimane ancorato alla tradizione del sito natio, la Romana Nuoto e la Rari Nantes, languisce e muore. Quasi muore (la RN, all'atto in cui scrivo, ha una quarantina di tesserati giocatori di carte, il più canuto dei quali ha fatto la Coppa Bissolati nel 1946). La non balneabilità, causata dall'inquinamento che segue l'espansione urbana mal pianificata, segna la fine del nuoto a fiume. Al volgere degli Anni Cinquanta chiudono per sempre le classiche gare di fondo. Tramonta un'epoca. Da allora in poi, al di là della multiforme attività dei circoli, rimane un'unica, vera pratica di livello: il canottaggio. E il Derby del Tevere, inventato trentatré or sono con l'intento di rivitalizzare l'agonismo remiero, è oggi l'evento sportivo fiumarolo degno di questo nome.
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Roma è il fiume a città di Roma trae il nome dal suo fiume. Fu un grande archeologo, l’ingegner Rodolfo Lanciani, uno dei primi studiosi a riconoscere che la leggenda di Romolo e Remo era, appunto, solo una leggenda, e che la Lupa non è stata il primo simbolo. Nello stemma di Roma etrusca c’era una prora di nave; inoltre, Romolo ebbe il nome da Roma, e non questa da quello. In origine la città si chiamò Rumon, in lingua etrusca “il Fiume”. Lo scultore romano che ha personificato nel marmo il Tevere, lo ha immaginato in attitudine di riposo, appoggiato ad una lupa che allatta i gemelli. Nudo è il pingue corpo e pensoso lo sguardo incorniciato dalla barba fluente. Egli tiene in mano il corno dell’abbondanza – attributo comune a tutti i fiumi – ma anche il remo, simbolo della sua navigabilità. Poiché il Tevere sin dalla nascita di Roma è stato navigabile. Nell’età imperiale, correva parallelo al decumano, cioè ciascuna delle vie che attraversavano la città da oriente a occidente, tra magnifiche costruzioni erette a protezione dell’argine. Tutto ciò è perfettamente conseguente se pensiamo al carattere fisico del Tevere. Che sgorga negli Appennini, dal Monte Fumaiolo in Toscana, scende per l'Umbria e riceve il tributo delle acque della Nera, diventando navigabile, fa da confine tra i territori di Viterbo e Rieti, bagna la provincia di Roma e, dopo essersi ingrossato coll'Aniene, attraversa la Città Eterna; infine si getta nel Tirreno per due rami: Fiumicino a nord e Fiumara a sud. Il suo corso assomma a 405 chilometri, terzo per lunghezza in Italia. Molti non sanno che oltre al nome, Roma deve al fiume (così i vecchi fiumaroli lo chiamano, semplicemente er fiume) anche i suoi colli. Che altro non sono se non i resti alluvionali di un estuario formatosi in epoche geologiche remotissime. Il Tevere ha dato le fattezze all'Urbe, dunque, attirando a sé i primi abitanti etruschi e latini con la sua posizione speciale adatta al commercio. Roma significa “villaggio del fiume”. L'antica colonia da cui discesero i romani conquistatori del mondo.
L
Riflessione di un fiumarolo anonimo
“
Un gruppo di canottieri romani in gita all'Acqua Acetosa, ritratti dal fotografo D'Alessandri, 1890 circa
”
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Il Fiume racconta... Abbiamo in mente un cesto colmo di palline di plastica colorate. In ognuna c'è una piccola storia. Una storia di fiume e di sport. Ne scegliamo qualcuna, con una schicchera delle dita la facciamo correre davanti a voi. C'è dentro una data e brilla un'immagine.
Dalle cascate del Niagara a Roma L'associazione carbonara Comitato Nazionale Romano tenta di sollevare la popolazione e abbattere il regno temporale del papa. In un giornale-diario del principe Camillo Massimo sono descritti gli avvenimenti di quella Pasqua: la dimostrazione dei liberali inneggianti alla "Indipendenza italiana"; lo scatenamento degli sbirri del famigerato Nardoni alla caccia dei dimostranti per i vicoli del centro cittadino; la salvezza trovata in extremis da uno di loro, Augusto Sindici, che si butta dal ponte di Castel Sant'Angelo per sfuggire alle guardie papaline. Ci riesce in quanto "forte nuotatore". Tra i patrioti che si salvano c'è Domenico Ricci, che a ventidue anni s'imbarca per l'America, stupisce nuotando nelle Cascate del Niagara e poi torna a Roma, per fondare nel 1889 la Società Romana di Nuoto e una famosa scuola.
1859
La Romana di Nuoto, ancora oggi in vita è quindi da considerarsi la più antica associazione natatoria d'Italia.
Quei canottieri in maglia rossa scambiati per garibaldini Alcuni membri della Società Ginnastica G. Ser, guidati dallo scozzese William Grant, scendono il fiume a bordo di un vecchio pattino. Giunti all'altezza di Castel Sant'Angelo, a causa delle maglie rosse sono scambiati per garibaldini e presi a schioppettate dalle sentinelle pontificie. Nessuno si fa male, ma cinque anni dopo, quando Grant trasforma la Serny nella Società Ginnastica dei Canottieri del Tevere, sceglie come smalti sociali il bianco e il celeste; cui si aggiungerà la rossa croce di Sant'Andrea dopo la fusione col Circolo del Remo.
1867ny
Quando canottieri e fiumaroli, se le davano di santa ragione Giugno Prima il Tevere, poi il Remo, il Roma, l' : da vent'anni, ormai, l’insediamento dei circoli di canottieri ha un andamento lento ma progressivo. La loro comparsa è vissuta come una vera jattura dagli ultimi affittuari di barche, come il colossale “Peppaccione” Tavani, barcaiolo di Ripetta, monumento vivente della ribelle Roma fedele al papa. Non vi è skiff che, scorrendo veloce, non riceva da lui una benedizione. Nell’estate del 1893, l’ultimo outrigger a otto vogatori, che i Canottieri del Tevere hanno
1893 Aniene
Glorie del Dopolavoro Ferroviario: i protagonisti di un raid Roma-Napoli compiuto nel 1928. A sinistra si scorge un trampolino per i tuffi
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q fatto venire dai cantieri Lein di Parigi, viene salutato con una feroce riprovazione, rivolta ai clienti di Peppaccione: «E quella, a voi, ve pare ‘na barca?», dice, indicando la celeste imbarcazione che fila a mo’ di ragno d’acqua. «Quelle so’… cazzate de li forastieri!». Con tutto ciò, è in corso d'opera una pax fluviale tra canottieri e fiumaroli, che anzi stanno diventando gli alleati naturali dei ricchi canottieri, dai quali riescono quasi sempre a guadagnare qualcosa. Lo stesso Peppaccione, l’estate prima, ha venduto una yole all’Aniene Club Nautico. E per questo se la prende tanto, quando vede passare i modernissimi skiff.
E sul Tevere... compaiono i motori 21 aprile L'RCN Aniene è imbattile con i suoi armi "quattro di punta" e . Quest'ultimo è campione d'Italia e ha un nome speciale: SPQR. Il capovoga Brunialti, De Gregori e gli altri fuoriclasse giallo-celesti sono protagonisti nella Regata del Natale di Roma. Sfilano primi al traguardo, posto davanti alla tribuna a Ripa Grande. Il re e la regina li applaudono, essi stessi sono soci onorari dell'Aniene. Alla fine, si ode il rombo degli autoscafi, per la prima corsa motonautica romana sul tragitto Fiumicino-Ponte Margherita. Dall'Ostiense a Ponte Cavour, la gente affolla i lungotevere e le banchine per godersi lo spettacolo.
1907 "otto"
L’impresa di Sannibale 9 agosto Eccezionale impresa di Armando Sannibale, che scende a nuoto il fiume dall’alto Lazio all’Urbe. Sannibale, noto ai fiumaroli col nomignolo di “Scambiano” (ostinato), è un Rari Nantes, e come tale ha la padronanza del liquido elemento; i gorghi vorticosi di Ponte Milvio e dell’Albero Bello sono per lui come angoletti tranquilli della sua casa, uno zatterone posto sotto Ponte Margherita. Alle 9 e 50 del mattino dell’8 agosto Sannibale parte da Ponte Felice. Battelli e sandolini l'accompagnano; bracciate regolari, lente, senza soste, ed i chilometri cominciano a scorrere giù per la clessidra. All’imbrunire, butteri e pastori sgranano gli occhi allo spettacolo inusitato, la marcia continua nella splendida notte plenilunare. Alle luci dell’alba il nuotatore raggiunge la foce dell’Aniene e infila il correntino di Ponte Milvio. La folla gremisce tutti i ponti e gli argini. Al Ponte del Risorgimento il primato è conquistato, i cento chilometri compiuti, ma Sannibale rifiuta di uscire dall’acqua: troppo bene si trova nell’ora del trionfo. Alle 5.50 si aggrappa al pontile della sede galleggiante dell'Aniene, arrampicandosi con facilità. Ha coperto 101 km e 100 metri in 20 ore e 50 minuti.
1911
Sul Tevere arriva l’Istituto Luce 4 agosto Il campione di tuffi Gaetano Lanzi dà il via, alle cinque del pomeriggio, alla ventitreesima edizione della Traversata a nuoto di Roma. Già all'altezza del Ministero della Marina, lo zucchetto verde del ravennate Gianni Gambi s'intravede nello specchio giallastro del-
1929
Dal giornale satirico-mondano Don Pirloncino il disegno dal varo di una regata alla passeggiata di Ripetta, disputata nel giugno 1880 e con incasso devoluto in beneficenza
l'acqua davanti a quello vermiglio del romano Riccardi. Il vincitore chiude col tempo di 41'10”, distanziando di due minuti il secondo: un'enormità! La gara, tradizionalmente organizzata dalla Romana Nuoto, è ripresa per la prima volta dall'Istituto Luce. Così, nei cinegiornali proiettati in molte città e villaggi del Regno, per circa tre minuti si può vedere lo spettacolo di nuoto agonistico e partecipazione popolare tipico della Traversata: il tuffo da Ponte Risorgimento, con le sue banchine erbose a fare pendant ad un paesaggio ancora spoglio di case; i ciclisti che cominciano a seguire i nuotatori dalla riva, coi “regazzini” attorno; il progressivo inoltrarsi del nugolo di barche e nuotatori nella città; la gente sui ponti, l'apparizione dei muraglioni di pietra e delle pavimentazioni che caratterizzano il Tevere michelangiolesco del centro; la scia nera dei tifosi corridori, che pure loro si fanno una 'vasca' di concerto ai nuotatori; il transito sotto il nuovo Ponte del Littorio (oggi Matteotti), inaugurato l'aprile prima; l'arrivo in grande stile di Gambi, che beve un sorso d'acqua da un bicchiere e saluta sorridente il pubblico virtuale, immaginato dietro la macchina dell'operatore.
Scrive Fulvio Bernardini 16 settemb bre Il movimento sportivo a fiume è ripartito, dopo la guerra, dalle tre classiche gare di fondo: la in giugno, la Coppa Bissolati in luglio e la Traversata ad agosto; gli hanno fatto da contorno i campionati regionali, le Coppe Ugolini, Tracchia, Santoni, Cappellani, Tofini", la Doppia Traversata del Tevere (200 metri). E ci sono anche le regate. Scrive Bernardini, il celebre ex calciatore, sul giornale L'Uomo Qualunque: «Il fiume è tutto colorato da piccoli e grandi pavesi. Tutte le società di nuoto e canottaggio disseminate controcorrente da Ponte Cavour a Ponte Margherita ed oltre hanno avuto le loro gioie do-
1945“Coppa Sannibale”
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Mister Ok ed il tuffo nel giorno di Capodanno. Questa abitudine si ripete dagli Anni ‘60 ai giorni nostri
menica. San Giorgio, Romana di Nuoto, Aniene, Rari Nantes, Tevere Remo, Ina, Canottieri Roma: tutte hanno vinto almeno un traguardo e se la “Romana” ha issato più pavesi delle altre è per via delle attività natatorie nella vasca dello Stadio. Forza ragazzi, non vi addormentate».
Nella tradizione irrompe Mr. Ok 1 gennaio Scocca la mezza e c'è il caos a Ponte Cavour: autobus fermi, auto intraversate, clangore di clacson, sirene. Gente ignara che si chiede: ma che diavolo succede? Succede che quello strano tipo di vecchio in mutandine a bagno e cappello a cilindro in testa, Mister Ok, sta per fare il salto dal parapetto del ponte. Ma l'attempato signore se la prende comoda, cerca di raccogliere, con la sua colletta volante, un po' più di moneta dalle decine di ammiratori accorsi ad applaudire la sua prodezza. FinalGrazie ad una rete dal fondo al pelo d’acmente (sono le 12 e 40), qua, onde non venire portati via dalla corprende l'eroica decisiorente, i romani imparavano a nuotare a fiune, tanto più che sotto il me. Una straordinaria piscina naturale... ponte, dalla flottiglia di Nella foto una straordinaria piscina natuimbarcazioni di tutti i tirale messa su dalla Società Romana di pi messe in acqua per Nuoto al volgere del secolo XIX. Gli aspil'occasione dai circoli ranti nuotatori si aggrappavano ai passoni canottieri romani, giundi legno infissi nell'acqua. La frequentò angono chiarissime le urche il poeta Cesare Pascarella. la d'impazienza dei vogatori: «Ahò, ma te voi sbrigà! Quanno te butti?». Il tipo scavalca elegantemente il parapetto, guarda per un istan-
1968
IL GALLINARO
te l'acqua limacciosa che vortica sotto di lui a circa quattordici metri di distanza, getta con la nonchalance di un moschettiere della regina il suo cilindro, che volteggiando tocca il filo della corrente, e poi parte. La gente trattiene per un attimo il fiato. Il corpo de vecchio filibustiere si libra in aria sotto la pioggerellina petulante e con moto uniformemente accelerato precipita nelle braccia del "bionno". L'impatto è quasi perfetto: pochi spruzzi si sollevano dalle acque fangose. Monsieur Rig De Sonay, cittadino belga quasi settantenne, ovvero Mister OK, ha celebrato il suo Capodanno.
Il derby sul Tevere 19 marzo I circoli Canottieri e Tennis Lazio e Canottieri Roma, con un preciso regolamento hanno stabilito di disputare il primo derby di canottaggio in otto fuori scalmo. La regata, reclamizzata dai giornali, parte a mezzogiorno in punto, quando arriva il “bum” in sordina del cannone dal Gianicolo. Moltissimi tifosi della S.S. Lazio e della Roma seguono incuriositi l’avvenimento dalle spallette dei ponti e dalle rive. Gli unici romanisti che tifano per l’armo della Canottieri Lazio vanno identificati nei soci del circolo biancoceleste, e viceversa. Dalle spallette di Ponte Duca D’Aosta si agitano le bandiere dei tifosi, suona qualche tromba e sfrigolano i tricche-e-tracche. Le barche si allineano, quasi fremono come puledri da corsa. Gli equipaggi sono composti quasi per intero da over 30. La Roma parte male. Dopo poche palate il mastodontico Giampiero Galeazzi, alla voga n° 5, tira su ben visibile il suo remo per segnalare un problema tecnico. Dall'armo laziale risponde, col giusto ritardo utile a guadagnare metri, Gianfranco Perugini, che alza il remo e smette di vogare. Vince la Lazio (la partita all’Olimpico finisce in parità) e non mancano le polemiche. Che poi saranno, come da tutti previsto e auspicato, il sale delle edizioni successive. Insomma, è nato “er derby de' fiume”. Che dà visibilità al remo romano; soprattutto lo fa conoscere al grosso pubblico, composto da quelli che, a pranzo e a cena, si cibano esclusivamente di pane e pallone.
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La Madonna fiumarola
Parte ogni anno dal Cc Lazio per arrivare alla Basilica di S. Maria in Trastevere... La Madonna “Fiumarola”, rinvenuta sulle sponde del Tevere, è oggi oggetto di venerazione e parte centrale della Festa de Noantri uso di portare in processione per le vie di Trastevere, la statua della Vergine è molto antica, probabilmente con la nascita dell'Arciconfraternita, nel 1543. Mentre la processione è antichissima la festa de' Noantri è relativamente recente: la prima volta fu organizzata nel 1927. I trasteverini chiamano confidenzialmente la Santissima Vergine del Carmine anche, Madonna de' Noantri e negli ultimi anni Madonna Fiumarola il nome deriva da una pia leggenda: nel 1505 alcuni marinai trovarono in una cassa galleggiante a largo della foce del Tevere, una statua di legno raffigurante la Vergine che riportarono processionalmente, via fiume, fino alla chiesa di S. Crisogono. Dal 2000 seguendo il cammino storico dell'Arciconfraternita viene rie-
L’
La Madonna del Carmine parte dal Circolo Canottieri Lazio. Arriverà nel cuore di Trastevere
La Madonna sul Tevere. E sui ponti sono migliaia le persone in attesa di vederla
vocata la Processione Fiumarola a testimonianza del ritrovamento della Statua Sacra, questo grazie all'interessamento del Governatore della Confraternita Giampiero Romani e del Delegato allo Sport di Roma Capitale On. Alessandro Cochi. L’evento viene riproposto a chiusura dell'ottavario. La domenica mattina il Simulacro della Madonna, viene portato dai Confratelli, al Circolo Canottieri Lazio e imbarcato su un natante. Alla presenza delle massime Autorità Religiose e Civili e da una moltitudine di fedeli, si naviga il Tevere fino a Ponte Garibaldi, dove la Statua, sorretta dai Confratelli, prosegue la processione verso la Basilica di S. Maria in Trastevere, ove si conclude il pellegrinaggio Mariano con una veglia di preghiera. Tiziana ROMANI
La barca che accompagna la Madonna. Insieme al Sindaco anche il Consigliere-Delegato Alessandro Cochi
Rush finale del Derby dei Canottieri edizione 2000. Vinto dal CC Lazio di Angelo Bello sul CC Roma di Bruno Mascarenhas. Il trofeo challenge "a insalatiera" del Derby. Da tre anni non è stato più messo in palio.
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L’area a vocazione sportiva del Fiume Tevere è quello canonicamente indicata nel tratto tra la diga di Castel Giubileo a Ponte Garibaldi dove i canottieri svolgono la propria attività. Ma è tra Ponte Margherita e il Ponte Milvio che si concentrano i circoli canottieri storici, circoli sportivi di ogni foggia, impianti storici di ogni disciplina tra l’Acquacetosa, Tor di Quinto, le sponde del fiume accanto ad aree come il Foro Italico e il Quartiere Flaminio con il suo stadio, il galoppatoio e il Villaggio Olimpico.
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XX IV
XIX
V II
XVII
III
XVIII I
IX
XVI
VI
VII
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XV XI
XIII
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SAN PIETRO
PALAZZO DI GIUSTIZIA
CASTEL SANT’ANGELO
PIAZZA TRILUSSA
PIAZZA DEL POPOLO
S.M. IN TRASTEVERE
PANTHEON ARA PACIS
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q Pubblichiamo un vademecum approntato dal canottiere e dirigente del CC Lazio Gianfranco Perugini, scomparso pochi anni fa. C'è il punto di vista di chi vive il Fiume ogni giorno e lo ama profondamente. Un documento inedito dall'archivio della società biancoceleste. È lui stesso a disegnare una mappa dei circoli che insistono sul fiume...
I CIRCOLI CANOTTIERI
“
FORO ITALICO
“Il tratto urbano navigabile del Tevere è di 6300 metri da 300 metri a valle di Ponte Milvio a 100 metri a monte di Ponte Garibaldi. Normalmente i canottieri, a causa di alcuni scogli che affiorano a valle di Castel Sant’Angelo, per motivi di sicurezza invertono la rotta a monte di questo ponte. Navigazione a favore di corrente Si naviga al centro del fiume e i ponti si attraversano sotto l’arco centrale. Navigazione contro corrente Da Ponte Garibaldi si tiene il lato sinistra sino a Ponte Umberto. Subito a monte di questo pnte ci si porta sul lato destro sino all’altezza dei galleggianti “Romana Nuoto - Marina Militare”... Da qui si prosegue sul lato sinistro sino alla scaletta in pietra posta a monte di Ponte Matteotti sotto il Ministero della Marina dove si passa nuovamente sul lato destro sino all’altezza del galleggiante della CC Roma. Da qui si prosegue sul lato sinistro navigando contro corrente i ponti vanno attraversati sotto l’arco di sinistra tranne Ponte Vittorio che va attraversato nel secondo arvo da sinistra e Cavour che va attraversato nel primo arco a destra.
STADIO FLAMINIO
MIN. DELLA MARINA VILLA BORGHESE
Per raggiungere il mare Attraversare Ponte Garibaldi sotto l’arco di destra (attenzione a non avvicinarsi a quello di sinistra, pericolosissimo). Sbarcare sull’Isola Tiberina 20 m prima di Ponte Cestio (che non può essere attraversato per gli scogli). Alare l’imbarcazione su apposito scivolo della polizia fluviale dove può essere nuovamente varata.
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I Circoli Canottieri storici Cinque circoli canottieri definiti storici rimasti a raccontare la leggenda dello sport a Roma. Ecco i loro loghi, i colori dei loro remi che fendono l’acqua all’alba di ogni giorno e le loro storie...
l primo, ad essere ancor oggi in vita, è il Reale Circolo Canottieri Tevere Remo. Data di nascita 1872, seguito a distanza di vent’anni esatti dal Circolo Canottieri Aniene del Presidente Giovanni Malagò, entrato nel Comitato promotore Roma 2020 a dimostrazione di quanto il fiume sia indiscutibile maestro di sport e di cultura dello sport. E che dire della Lazio che anche grazie ai canottieri d’inizio ‘900 ha originato la polisportiva più grande d’Europa e forse del mondo?
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A colpi di remi i canottieri si danno battaglia nel derby che nulla ha a che fare con il calcio ma che con i colori della città danno vita ad una stracittadina che nulla ha da invidiare alle classiche inglesi. La Todaro, che fa dell’attività sportiva juniores la sua dote principale, è l’unica nata dopo la guerra, ma con altrettanta storia e cultura delle sue sorelle più grandi. Ciascuno ha le sue caratteristiche, i suoi campioni, il proprio stile, le proprie storie da raccontare.
Circolo Canottieri Aniene Nascita: 1892 Colori: giallo e celeste Presidente: Giovanni Malagò Sede: Lungotevere Acqua Acetosa, 119 È il più numeroso per soci e il più sportivamente titolato dei circoli nautici romani. Specialmente nel nuoto, vantando tra le sue fila l'olimpionica Federica Pellegrini. Nella canoa ha la favolosa Josefa Idem. Nel canottaggio e nella canoa giovani campioni di rilevanza internazionale come Benassi e Luini. Cinque le sezioni agonistiche ad alto livello: nuoto, canoa, canottaggio, vela, tennis. Più una multiforme attività in altre discipline.
Circolo Canottieri Lazio Nascita: 1900 Colori: bianco e celeste Presidente: Alfonso Rossi Sede: Lungotevere Flaminio, 25 I natali dei Canottieri biancocelesti vanno ancorati al 1900 (anno di nascita della polisportiva con gli sportivi laziali - canottieri, nuotatori, podisti ed escursionisti - già in attività) benché è il 1923 la data della sezione Canottieri. Nel nuoto, pallanuoto e canottaggio è stata per anni tra le più forti in campo nazionale. Per numero di soci è seconda solo all'Aniene. Ha cinque sezioni agonistiche: canottaggio, canoa, calcio a 5, volley, tennis. Organizza da molti anni due eventi assai popolari: la Coppa dei Canottieri di calcetto e il Derby del Tevere di canottaggio. Ha il patrocinio sulla Festa della Madonna Fiumarola.
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Circolo Canottieri Roma Nascita: 1919 Colori: rosso e giallo Presidente: Andrea Tinarelli Sede: Lungotevere Flaminio, 39
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È il circolo con dentro nomi eccellenti nel tennis, quali Nicola Pietrangeli e Manlio Bartoni. Socio famoso è il Galeazzi ex canottiere e giornalista sportivo. E socio onorario Carlo Azeglio Ciampi. Poco meno di mille i soci e un'attività quanto mai variegata, organizzata sui 18.000 mq della sede fluviale confinante coi cugini del CC Lazio. Prima società ad avere una piscina, già negli Anni Cinquanta. Oltre un centinaio i titoli nazionali vinti tra canoa, canottaggio e tennis.
reale circolo Tevere Remo Nascita: 1872 Colori: bianco, turchino e rosso Presidente: Claudio Scuriatti Sede sociale: al Lungotevere in Augusta, 128 Impianti Sportivi: Acqua Acetosa Galleggiante: S. Giorgio al Lungotevere Flaminio Sede marittima: Anzio È il più antico e aristocratico dei circoli nautici capitolini, con una prestigiosa sede a terra edificata negli anni tra le due guerre. Ha meno soci dell'Aniene ma pratica un numero quasi eguale di sport: canottaggio, canoa, calcio a cinque, vela, tennis, basket, volley, biliardo, bridge, special olympics. Solida la sua sezione velica, che la ha base ad Anzio dove tiene corsi d'apprendimento estivi.
circolo Tirrenia Todaro Nascita: 1945 Colori: nero e celeste Presidente: Paolo Bartoletti Sede: Lungotevere Flaminio, 61 È il circolo a vocazione più eminentemente canoistica e canottiera. Ha un'attività amatoriale anche nel tennis, volley, basket e calcio a cinque. Dagli Anni Cinquanta ha lo stabilimento posto un po' più a settentrione rispetto ai circoli Roma e Lazio, con due galleggianti e pontili d'addestramento e circa 60 barche. Da sempre si preoccupa soprattutto del settore giovanile. Recentemente ha conquistato medaglie ai mondiali juniores di canottaggio.
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Due secoli di nomi e leggende
Dal 1872 ai giorni nostri. Tutti i circoli che hanno animato il Fiume Tevere e lo sport a Roma SOCIETÀ NATE PRIMA DELLA GRANDE GUERRA REALE CLUB CANOTTIERI DEL TEVERE* SOCIETÀ ALBULA DEI CANOTTIERI SOCIETÀ ROMANA DEI CANOTTIERI SOCIETÀ CANOTTIERI ROMA CIRCOLO DEL REMO SOCIETÀ ROMANA DI NUOTO SOCIETÀ RARI NANTES ROMA** CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE*** SOCIETÀ SPORTIVA NERA SOCIETÀ PODISTICA LAZIO – SEZIONE NUOTO SOCIETÀ ITALIANA DI SALVAMENTO NATATORIUM SEZIONE ROMA**** SPORT CLUB FLUVIALE ROMANO RARI NANTES OSTIA
1872 1878-79 1880-81 1880-89 / 1897-1903 1884 1889 1891 1892 1898-1900 1900
Passeggiata di Ripetta Palazzo Lazzari Passeggiata di Ripetta Passeggiata di Ripetta A valle Ponte di Ripetta Passeggiata di Ripetta Albero Bello Passeggiata di Ripetta Passeggiata di Ripetta Lungotevere dei Mellini
1902 1907-08 1910-20
Via Bravaria Porta di Castello Albero Bello
SOCIETÀ NATE PRIMA DELLA II GUERRA MONDIALE REALE CLUB NAUTICO ROMANO* SOCIETA AUDACES TIBERIS** SOCIETÀ PODISTICA LAZIO – SEZIONE CANOTTAGGIO*** RARI NANTES FARFA CIRCOLO DOPOLAVORO FERROVIARIO CIRCOLO DOPOLAVORO DELL'URBE CIRCOLO DOPOLAVORO POSTELEGRAFONICI CIRCOLO DOPO9LAVORO ATAC CIRCOLO DOPOLAVORO MANIFATTURA TABACCHI CIRCOLO DEI MONOPOLI DI STATO CIRCOLO DELLE CORPORAZIONI CIRCOLO DOPOLAVORO INA CIRCOLO MINISTERO DELLA MARINA CIRCOLO DOPOLAVORO DEI BANCARI CIRCOLO MINISTERO DEGLI ESTERI CIRCOLO MINISTERO DELL'INDUSTRIA E LAVORO CIRCOLO MINISTERO DEGLI INTERNI CIRCOLO DOPOLAVORO SIAE CIRCOLO COMBATTENTI DOPOLAVORO DELL'URBE LEGIONE ONB-GIL “CAIO DUILIO” CIRCOLO DOPOLAVORO INPS FONDAZIONE DEI CAVALIERI DI COLOMBO CIRCOLO DOPOLAVORO AERONAUTICO***** CIRCOLO DELLA MARINA MILITARE******
1919 1922 1900/1923 1919-30 1927 1927 Anni '20-30 Anni '20-30 Anni '20-30 Anni '20-30 Anni '20-30 Anni '20-30 Anni '20-30 Anni '20-30 Anni '20-30**** Anni '20-30 Anni '20-30 Anni '20-30 Anni '20-30 1932 1933 1934 1938 1938
Lungotevere Flaminio Lungotevere Tor di Nona Lungotevere Flaminio Lungotevere Flaminio Lungotevere Arnaldo da Brescia Scalo de Pinedo Lungotevere Flaminio Lungotevere Flaminio Lungotevere Maresciallo Cadorna Lungotevere della Vittoria Lungotevere della Vittoria Lungotevere della Vittoria Lungotevere della Vittoria Lungotevere Flaminio Acqua Acetosa Lungotevere della Vittoria Lungotevere Flaminio Lungotevere Prati Lungotevere Prati Lungotevere Flaminio Lungotevere della Vittoria Lungotevere Flaminio Lungotevere Flaminio Lungotevere Flaminio
SOCIETÀ NATE DOPO LA II GUERRA MONDIALE SOCIETÀ ASTERIA (Lungotevere Flaminio), CANOA CLUB LIBERTAS (Lungotevere Flaminio), CIRCOLO CANOTTIERI TIRRENIA (Lungotevere Flaminio), CRAL MINISTERO DIFESA ESERCITO (Lungotevere dell'Acqua Acetosa), CRAL MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI (Lungotevere Thaon di Revel), CRAL POLIGRAFICI (Lungotevere dell'Acqua Acetosa), CRAL ATAC (Lungotevere Thaon di Revel), CENTRO SPORTIVO MINISTERO DELL'AERONAUTICA (Lungotevere dell'Acqua Acetosa), CIRCOLO SPORTIVO ARMA DEI CARABINIERI (Lungotevere Flaminio), CIRCOLO MARINA MILITARE (Lungotevere in Augusta), CIRCOLO UFFICIALI PUBBLICA SICUREZZA (Lungotevere Flaminio), CENTRO SPORTIVO ITALIANO (Lungotevere Flaminio), GRUPPO SPORTIVO OMI (Lungotevere A. da Brescia), VIGILI DEL FUOCO (Scalo de Pinedo), CIRCOLO SPORTIVO IMI (Lungotevere dell'Acqua Acetosa), CIRCOLO CAMERA DEI DEPUTATI (Lungotevere dell'Acqua Acetosa), CIRCOLO SPORTIVO MINISTERO INFRASTRUTTURE (Lungotevere Thaon di Revel), TIBER ROWING CLUB (Via del Baiardo).
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IL CENTRO REMIERO Nel 2008 è stato inaugurato in Via Capoprati, all’altezza di Ponte Duca D’Aosta, il Centro Remiero d’Ateneo, destinato all’avviamento della pratica della canoa e del canottaggio, in collaborazione con il Circolo Canottieri Aniene. Si tratta di un grande galleggiante sul Tevere, la cui funzione didattica rientra in un più ampio progetto di riqualificazione delle sponde del fiume che, nei vari progetti che si sono susseguiti sul Foro Italico a partire dal 1928, è sempre stato visto come un’opportunità da sfruttare per le diverse discipline acquatiche.
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q NON SOLO REMIERI
CLUB DEI CIRCOLI SPORTIVI STORICI DI ROMA
LEGENDA SOCIETÀ NATE PRIMA DELLA GRANDE GUERRA
* Nel 1912 si fonde col Circolo del Remo e assume il titolo di Reale Circolo Canottieri Tevere-Remo, sede a lungotevere in augusta e smalti bianco-rosso-azzurro. Dal 1967, comprende altri impianti sportivi all'acqua acetosa ** Nel 1908 si sposta al Lungotevere in Augusta e alla metà degli Anni '80 al Lungotevere Arnaldo da Brescia *** Nel 1957 si sposta al Lungotevere dell'Acqua Acetosa **** Poi presso la casina della Rari Nantes Ostia al Lungotevere Flaminio
L'associazione che ho l'onore di presiedere dalla sua fondazione, ha sede al Lungotevere Flaminio presso il CC Lazio. Ha inaugurato la sua attività ufficiale con la quarta edizione della manifestazione Circoliamo. All'inizio era composta da sette club: Tevere Remo, Aniene, Roma, Lazio, Tirrenia Todaro, Parioli, Tennis Eur. Cui si sono aggiunti lo Sporting Eur e, l'anno scorso, il Roma Polo Club. Lo scopo è quello di coordinare le iniziative sportive e sociali, continuare alcune tradizioni, nonché accreditarsi presso Roma Capitale e le massime autorità istituzionali. Si può notare che cinque delle consorelle hanno sedi sul fiume e vantano una vocazione remiera. Le restanti s'interessano soprattutto di tennis e calcetto, a parte il polo. Ma lo spirito dell'associazione non è esclusivamente fiumarolo, nel senso che comprende altre entità che col fiume hanno poco o nulla a che vedere. Il minimo comune denominatore sta nel fatto oggettivo che le nove società posseggono molti anni di attività alle spalle e che sono tutte disciplinate da uno statuto ad indiscutibile vocazione democratica. Accanto al mero dato anagrafico agisce, tuttavia, un altro ed egualmente importante fattore: esse hanno elementi socio-culturali omogenei, che le differenziano dai tanti circoli sportivi commerciali sulla piazza. E sto parlando di quel codice di comportamento, serietà e spirito di sacrificio che i nostri predecessori ci hanno tramandato. Requisiti analoghi e comunanza d'intenti si cercano in altri club antichi della città. L'allargamento è sempre possibile, una volta accertati i valori e la nobiltà dei caratteri del richiedente. Società dall'indubbio blasone quali la Ginnastica Roma, il Golf Club Acqua Santa ed anche la Società Romana Nuoto potrebbero, un giorno non lontano, entrare nell'associazione. L'unione fa la forza. Per il bene dell'Urbe sportiva. Antonio BUCCIONI
SOCIETÀ NATE PRIMA DELLA II GUERRA MONDIALE
* Nel 1927 muta il nome in Reale Circolo Canottieri Roma ** Nel 1927 muta il nome in Società Canottieri S. Giorgio e si sposta al Lungotevere in Augusta; nel 1969 viene assorbita dal CC Tevere Remo **** dal dopoguerra, Circolo Sportivo del Ministero Affari Esteri, Lungotevere dell'Acqua Acetosa ***** Dal dopoguerra, Circolo Sportivo Aeronautica Militare, Lungotevere Salvo D'Acquisto ****** Dal dopoguerra, Circolo Uficiali della Marina Militare Dal dopoguerra, il titolo Dopolavoro muta in CRAL
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DAL PROSSIMO NUMERO Vi faremo scoprire la storia, gli aneddoti e come vivono oggi i circoli canottieri storici
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BoxeProfessioneArbitro
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Massimo Barrovecchio A volte, in pochi secondi, quando un atleta è in difficoltà, bisogna avere la sensibilità di scrutare nel suo sguardo per capire se la fiammella della battaglia è ancora accesa
di Luigi PANELLA foto Bruno-Getty Images
oncedere un calcio di rigore su un campo di calcio, decidere l’espulsione di un difensore per un intervento da ultimo uomo. Magari, sul parquet del basket, fischiare passi, assegnare il quinto fallo che significa doccia anticipata del giocatore. Decisioni importanti, non c’è che dire: soprattutto nel calcio se ne parla una settimana intera, a qualche politico che evidentemente non ha di meglio – o di più utile - da fare, a volte viene pure l’idea di proporre una interrogazione parlamentare. Ma alla fine dei conti, più o meno grave che sia e pur potendo avere ripercussioni economiche an-
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che pesanti sui destini di qualche società, la responsabilità di un arbitro di calcio non potrà mai essere paragonata a quella di uno di pugilato. Sul ring è diverso, bisogna ovviamente far rispettare le regole, ma soprattutto si deve tutelare la salute dei pugili. A volte in pochi secondi, quando un atleta è in difficoltà, bisogna avere la sensibilità di scrutare nel suo sguardo per capire se la fiammella della battaglia è ancora accesa oppure se facendo continuare il match lo si espone solamente a rischi inutili. L’arbitro sul ring deve anche essere spietato: il pugile, nel suo smisurato orgoglio, anche quando è in crisi BOXE | 63
nera dice sempre di voler continuare a combattere, ma in certi momenti bisogna essere fermi nel non farsi impietosire e porre fine al match. In Italia, ma siamo sicuri di non esagerare se allarghiamo i confini all’intera Europa, l’arbitro più prestigioso è Massimo Barrovecchio, primo italiano ad avere diretto un campionato del mondo del pesi massimi, quello del trionfo di Vitali Klitschko, al ritorno dopo la lunga inattività, contro il nigeriano Samuel Peter. me quelBarrovecchio, Lei un matcch com lo della saga di Rocky non lo potre ebb be arbitrare? «Certamente no. Il pugilato
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L’intervista Massimo Barrovecchio
reale non è quello che vediamo nei cinema, ed anche il ruolo dell’arbitro è diversissimo. Io, ma nessun altro, porteremo mai un match a quei limiti estremi. Un film più realistico? ‘Toro scatenato’ direi di no, esagerato anche quello. Forse ‘Lassù qualcuno mi ama’, interpretato da Paul Newman, è la pellicola più reale». Se lo dice Lei bisogna crederci, anche perché i Barrovecchio sono una dinastia nel pugilato internazionale. «Questo è vero. Mio padre Nello ha iniziato ad arbitrare nel 1936 e, come fiore all’occhiello, ha diretto il famoso match del 1961 a Milano tra Loi ed Eddie Perkins. Inoltre anche mio fratello Rolando è stato arbitro. Tra l’altro era uno dei giudici del campionato del mondo del medi svoltosi a Las Vegas tra Thomas Hearns e Juan Domingo Roldan». Ma come si diventa arbitro? «Ci sono dei corsi federali, al termine dei quali, in caso di promozione, si diventa aspiranti e si possono dirigere gli incontri dei novizi. Quindi c’è un nuovo esame per passare effettivi e poter arbitrare dilettanti e professionisti. Poi si diventa arbitro nazionale di seconda fascia, e si possono arbitrare tutti i match tranne quelli per i titoli europei e mondiali. Ancora, si diventa nazionale di primo livello e quindi si schiudono le porte della boxe internazionale». Anche se poi ad essere giudicato il miglior arbitro del mondo ce ne corre... «Sì, il riconoscimento che la WBC mi ha conferito nel 2008 è stato un grande onore. Ma ne ho ricevuto anche uno a livello nazionale, quello del CONI nel 2009, che mi ha fatto molto piacere». Che impressione ha avuto dai fratelli Vitali e Wladimir Klitschko? «Quella di persone molto intelligenti, che sanno
investire i loro guadagni ed hanno molteplici interessi. Inoltre, anche prima di combattere, difficilmente dicono una parola fuori posto, sono sempre molto professionali. Sono i degni dominatori della categoria dei massimi». Klitschko-Peter è stato il primo Mondiale dei massimi arbitrato da un italiano? «Sì, e ce ne dovrebbe essere un altro. La WBC mi ha designato per dirigere ancora Vitali Klitschko, stavolta contro Adamek per la difesa del titolo». Che ricordo ha di quel match? «Si è trattato di un incontro a senso unico. Peter ad un certo punto era disperato che scagliava delle sventole larghe, puntualmente andate a vuoto, ma lo faceva con tale potenza che creava lo spostamento d’aria...». Incontro svoltosi in Germania, la nuova America della boxe. «Si, in Germania si fa il pieno anche se non combatte un pugile di casa. È giusto sottolineare come quello tedesco sia il pubblico più sportivo che ci sia, pronto a fischiare un verdetto favorevole al proprio beniamino se non lo ritiene giusto. Lì la boxe è popolarissima, ed i bambini per strada chiedono gli autografi al loro campione». Un po’ quello che manca in Italia? «Non è detto. Da noi non c’è la disponibilità di sponsor, la copertura televisiva che c’è in Germania. Tuttavia nel nostro piccolo possiamo offrire spettacoli interessanti. Il match dell’Isola Tiberina tra Califano e Dieli ad esempio ha opposto due pugili che si completavano ed il pubblico si è divertito». Niente a che vedere però con altre esperienze all’estero oltre a quella tedesca? «No. Io, ad esempio, ero al mondiale del supermedi a Cardiff tra Calzaghe e Kessler. C’erano 55.000 spettatori dentro lo stadio ed altrettanti fuori. Quando il match è girato a favore del gallese, l’entusiasmo dei tifosi ha raggiunto livelli tali che il ring
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sobbalzava letteralmente. Una sensazione impressionante». ndo alle siiglle, tra Piuttosto, ritorrnan BO, no on si esaage era WBC, WBA, IBF e WB un po’? «Ci sono troppi campioni, è vero, ma è come i campionati di calcio. Il Milan ha vinto il campionato di serie A, l’Atalanta quello di serie B, la Nocerina quello di serie C e via dicendo. Tutte squadre vincitrici, ma ciascuna nel proprio ambito. Non lo dico perché ne faccio parte, ma perché è scritto nella storia, la WBC è la serie A del pugilato. Chi è campione in questa sigla nella quasi totalità dei casi è il numero uno al mondo». Ora all’orizzonte anche una nuova siettaanti e profes-gla, via di mezzo traa dile sionisti. «È una questione anche di visibilità, di offrire al pubblico più titoli, ma torniamo al discorso precedente sulle diversa valenza delle sigle».
Il giorno di Klitschko ’arbitro più famoso è Massimo Barrovecchio, primo italiano ad avere diretto un campionato del mondo del pesi massimi, quello del trionfo di Vitali Klitschko, al ritorno dopo la lunga inattività, contro il nigeriano Peter. La WBC ha peraltro designato Barrovecchio per dirigere ancora Klitschko, in Polonia contro Adamek, nel match valido per il titolo mondiale dei massimi.
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ll metro di giudizio dilettantistico è molto diverso da quello dei pro? «Completamente. Nei dilettanti si dà importanza al numero dei colpi, anche se appoggiati ma comunque a segno. Il tutto rientra in un discorso di tutela dell’integrità del pugile. Tra i professionisti invece conta anche la qualità del colpo, la potenza. Ad esempio io posso assegnare una ripresa ad un pugile che ha piazzato un solo pugno, ma di qualità e grande efficacia». Si parla di togliere il caschetto alle Olimpiadi. «Ci sono varie correnti di pensiero, anche perché c’è chi sostiene che il caschetto, pur proteggendo dal colpo, provochi comunque un effetto dannoso».
Quando l’arbitrro cap pisce la difficoltàà del pugile? «Quando i riflessi iniziano ad abbandonarlo. Quando ad esempio un pugile tende ad andare indietro con il collo ai colpi subiti significa che è stanco e in fase di pericolo». Ma l’arbitro in questi casi, se siamo vi-
cini alla fine del match, lo fa terminare? «Se uno dei due non ha alcuna possibilità di vittoria, a volte è meglio interrompere un match segnato. Ma se capisco che il pugile perdente mantiene una certa lucidità e non manca molto, allora lo faccio terminare». Che ne pensa del verdetto che ha fatto discutere nel recente Europeo dei welter tra Petrucci e Bundu? «Penso sia stato un pari assegnato con intelligenza, anche perché al momento della sospensione il match non era ancora decollato. Il gonfiore sulla tempia di Bundu? In questi casi l’arbitro fa correttamente intervenire il medico». Un pugile può incutere timore? «Ricordo a Copenaghen, prima di Tyson-Nielsen. Tyson aveva uno sguardo fisso, determinato, risoluto a portare a termine la propria opera. Ecco, un atteggiamento di quel genere qualche forma di timore la può generare». La convince un arbitro ex pugile? «Troppo coinvolgimento emotivo».
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A cena con Don King
Le regole del gioco
spq ort Arbitro e regole WBC, analizzate dal terzo protagonista del ring, Barrovecchio. • Ogni ripresa dura tre minuti, per i titoli mondiali ed internazionali gli incontri sono di 12 round con un intervallo di un minuto tra uno e l'altro. «È vero, prima gli incontri per il titolo si svolgevano sui 15 round, ma penso che 12 sia la distanza giusta perché far emergere le qualità». • Tre giudici danno il punteggio ad ogni round: al pugile che lo vince vengono assegnati 10 punti, al perdente generalmente 9, ma anche 8 o addirittura 7 a seconda dell'andamento. «10-7 è più raro, ma ad esempio 10-8 si assegna quando ad una prevalenza di aggiunge anche un atterramento o un conteggio». • L'arbitro è l'unico che può interrompere il match, il medico può solo consigliarlo. «Non c’è mai disaccordo, anche perché quando si tratta di tagli all’arcata sopraccigliare capisco da solo quando è il caso di accompagnare il pugile dal medico. Diverso invece il caso di sangue copioso dal naso o dalle orecchie: allora la valutazione del dottore è necessaria». • Non vi è alcun Ko tecnico automatico se un pugile subisce 3 atterramenti nello stesso round. «Mi è capitato di arbitrare match con tre atterramenti in uno stesso round. In alcuni casi, quando il pugile ha toccato il tappeto per colpi molto potenti ai fianchi ho permesso che proseguisse, anche perché ovviamente lo ritenevo in grado di farlo». Il gong non salva il pugile dall'atterramento, il conteggio prosegue comunque fino a 10. • Se un pugile finisce fuori dal ring, ha 20 secondi a disposizione per tornare sul quadrato senza assistenza. «Tengo a precisare, finito fuori dal ring su colpo regolare». • Se le corde evitano ad un pugile il ko, l'arbitro decreta comunque un conteggio. «In questo caso però è difficile arrivare ad un conteggio, perché se le corde salvano il pugile questo non ne ha più. È il classico caso in cui ci si getta in mezzo ai contendenti per decretare la fine dell’incontro». • Se un match deve essere interrotto per un colpo accidentale dopo l'inizio del quinto round, si procede alla decisione tecnica con la lettura dei cartellini maturati fino al quale momento. Se avviene nelle prime quattro riprese viene decretato il pari tecnico. In caso di scorrettezza, un pugile può essere richiamato ufficialmente, il che comporta un punto di penalità sui cartellini. Al terzo richiamo ufficiale scatta la squalifica? «Assolutamente no, un pugile può essere richiamato anche più di tre volte senza essere squalificato. Io comunque non sono mai arrivato a richiamare tante volte un pugile, magari l’ho squalificato direttamente per qualche grave scorrettezza».
L’arbitro Barrovecchio e la moglie Paola in una cena con una leggenda del pugilato, Don King, il più famoso ed eccentrico organizzatore di boxe degli ultimi quarant’anni. Tra i match organizzati ricordiamo quello tra Foreman ed Alì che si concluse con la vittoria di Alì per Ko all’ottavo round. Nel passato di Don King anche episodi oscuri come una condanna per rapina ed un’accusa di omicidio.
Intorno alla boxe ci sono tanti aneddoti. Ce ne racconti uno. «Tyson aveva da poco morso all’orecchio Holyfield in un match che ancora oggi viene ricordato a distanza di parecchi anni. Ero ad una riunione dove i contendenti sinceramente non stavano dando un grande spettacolo. Ad un certo punto dal pubblico si alza una voce che grida al più apatico tra i due.... ‘Aho, se voi entra nelle storia c’hai solo na possibilità, je devi mozzica er pisello’. E giù una risata fragorosa di tutti i presenti». Entriamo ne egli spogliiatoi con n Baarrovecchio prima di un n match h. «C’è il controllo che i bendaggi siano effettuati correttamente, quindi vengono siglati prima della consegna dei guantoni. Poi ci sono le raccomandazioni di rito che vengono ripetute sul ring, anche per fare un po’ di spettacolo ai microfoni. A fine incontro, nuovo controllo ai bendaggi. I manager possono assistere alle operazioni riguardanti l’avversario del proprio assistito, ma in generale lasciano a noi il compito».
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Nicola Marconi
Tommaso Marconi
Maria Marconi
Tesserato con la Marina Militare e la S.S. Lazio Nuoto, ha vinto numerose medaglie a livello internazionale a partire, in coppia con Donald Miranda, dalle prime medaglie nei tuffi sincronizzati 3m: bronzo a Siviglia 1997 e oro a Istanbul 1999. Vince nel 2002 a Berlino la gara individuale dal metro e ottiene un bronzo nel sincro 3m, questa volta in coppia con il fratello Tommaso. Tanti altri trofei arriveranno in carriera sebbene non sia ancora riuscito a raggiungere una medaglia mondiale. Anche ai Mondiali di Roma nel 2009 è quarto posto in coppia con suo fratello Tommaso chiudendo a soli 9 centesimi dalla medaglia di bronzo che è andata alla coppia canadese Alexandre Despatie e Reuben Ross.
Assieme al fratello Nicola ha conquistato 3 medaglie europee nei tuffi sincronizzati dal trampolino 3m; un oro a Madrid nel 2004 e due bronzi: a Berlino nel 2002 e a Budapest nel 2006. Si è qualificato alle Olimpiadi di Pechino nel trampolino da tre metri conquistando la semifinale nella seconda giornata della Coppa del Mondo di tuffi in corso proprio nella capitale cinese. Ai Campionati mondiali di Melbourne 2007 la coppia si è classificata al quinto posto. Ai Campionati mondiali di Roma 2009 si è piazzato quarto con il fratello Nicola Marconi nel sincro da 3 m a soli 9 centesimi dalla coppia canadese Alexandre Despatie e Reuben Ross.
È la sorella minore di Nicola e Tommaso ed è tesserata con le Fiamme Gialle e con la S.S. Lazio Nuoto. Ha da subito vinto una medaglia di bronzo nei tuffi sincronizzati dal trampolino 3m, in coppia con Tania Cagnotto, agli Europei di Berlino 2002, replicata nel 2006. Partecipa alle Olimpiadi di Pechino 2008. Il 3 aprile 2009 ai campionati europei di tuffi di Torino, ha vinto l'argento nella finale del trampolino da un metro dietro alla connazionale Tania Cagnotto, sancendo così una storica doppietta per l’Italia. Ai campionati mondiali di Roma 2009 dopo aver disputato una bella semifinale conclusa al 5° posto nella gara del trampolino da 1 m raggiunge un bel 6 posto con un punteggio di 268,80
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Tre fratelli una passione
di Anna Tina MIRRA foto Getty Images Archivio Marconi
Semplicità e schiettezza sono i cavalli di battaglia della famiglia dell’Italtuffi
on solo tuffi dal trampolino per i campioni romani dell’Italtuffi. Abbiamo parlato con Nicola, Tommaso e Maria Marconi proprio in occasione del 1° Trofeo Internazionale di tuffi “Niccolò Campo – Roma per Bimbingamba”, andato in scena nella splendida cornice dello Stadio del Nuoto e riservato a 50 giovanissimi tuffatori di dieci diverse nazioni. Un trofeo al quale questa volta, per motivi anagrafici, i tre tuffatori capitolini non hanno partecipato come atleti, ma in qualità di ideatori ed organizzatori, a sostegno del progetto Bimbingamba di Alex Zanardi e Sergio Campo. Ma andiamo a scoprire con una lente d’ingrandimento come è nata la passione per i tuffi, quali sono i sentimenti, i gusti e gli hobby, e anche le pazzie messe a punto dai tre grandi campioni che danno lustro allo sport azzurro e alla città di Roma.
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Come e quando è nata la tua passione per i tuffi? Nicola «Ben 26 anni fa, quando avevo 6 anni, nella piscina estiva di famiglia mi piaceva buttarmi a destra e a manca come un pazzo. Successivamente, grazie a mia madre, ci siamo informati presso la piscina dove nuotavo e ci hanno indirizzati all’impianto dell’Acquacetosa: da lì è iniziato tutto».
Tommaso «È nata vedendo Nicola ed i suoi primi successi. Avevo 6 anni. Ho provato, mi è piaciuto. Dovevo scegliere tra il calcio, l’altra mia passione e i tuffi. Ed ho scelto i tuffi: e penso di non essermi mai pentito».
Maria «In estate, avevo 5 anni e mezzo, vedevo i miei fratelli tornare a casa tutti eccitati di fare questo sport. Io nel frattempo facevo insieme pattinaggio, tennis e ginnastica artistica, ma nulla mi piaceva. Allora mia madre decise di portarmi a provare i tuffi. Mi dissero che ero portata ed eccomi qui».
Un tuffo che ti è rimasto impresso? Nicola «Il tuffo che in alcune gare è stato quello clou, perché grazie a quello ho conquistato più volte il podio europeo: il doppio e mezzo ritornato raggruppato da 1 metro. Un tuffo che è tra i miei preferiti e grazie al quale ho conquistato l’oro agli Europei di Berlino e l’argento a quelli di Madrid».
Tommaso «L’ultimo tuffo ai Mondiali 2009 a Roma, quando io e Nicola prima della gara abbiamo tolto la tensione scherzando, perché dovevamo farlo in maniera quasi perfetta e direi che ci siamo alquanto riusciti, tranne quei nove centesimi che ci hanno rlegato ai piedi del podio. Però è stato comunque un grandissimo tuffo».
Maria «Di quelli vecchi me ne ricordo pochi. Ma tra i più recenti, ricordo in particolare quello che feci in una eliminatoria olimpica a Pechino e che mi fece entrare in semifinale».
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Tre fratelli una passione A cosa pensi prima di tuffarti? Nicola «Penso quanto sia importante quel momento, perché in quei pochi secondi ci si gioca tutto quanto».
Tommaso «Cerco di isolarmi e concentrarmi sul tuffo che devo fare, non pensare alla classifica e dare il cento per cento».
Maria «Cerco sempre di non pensare. Sento molto la gara e, se penso, mi faccio venire mille dubbi. E, quindi, cerco di fare degli esercizi che mi ha insegnato il mio psicologo sportivo, Giorgio Lamassa».
Mi descrivi la tua sensazione dopo una vittoria? Tommaso «Soddisfazione, eccitazione, perché comunque una vittoria è sempre frutto di un lavoro, alcune volte anche di mesi».
Maria «Conquistare una medaglia d’oro o anche un’altra medaglia, è da brividi».
Album di famiglia
Nicola «Di gioia totale, di euforia. È il culmine dopo tutti gli sforzi dell’anno. Insomma una esplosione».
Il matrimonio di Nicola Marconi con la sua Valentina, nel 2009
Maria, concentrata, nella piscina scoperta del Foro
Una festa in spiaggia al Blu di Fregene per Maria
Vi definiscono i fratelli dell’Italtuffi. Che significato ha per te Nicola «Mi fa molto piacere. Vuol dire che con i nostri risultati e il nostro impegno abbiamo contribuito a portare in alto l’Italia. Verremo ricordati per questo»
Tommaso «Siamo contenti , ma non vanno dimenticati i ragazzi che in questi anni hanno fatto bene come noi, quali Michele Benedetti, Tania Cagnotto, Christofer Sacchin e Francesca Dallapè».
Maria «Una grandissima soddisfazione. Per noi e per tutti gli italiani che ci seguono. E verremo ricordati per le nostre performance».
Tommaso «Lo definirei ottimo. Abitiamo tutti in centro, lo Stadio è vicino, lo Stadio del Nuoto è vicino. E poi amo andare a fare una passeggiata a Villa Borghese o anche visitare la Cappella Sistina».
Maria «Bellissimo. Amo molto andare in centro, mi piace Piazza Venezia. Ad esempio, una volta che sono andata a fare una chiacchierata con gli alunni del liceo Visconti a Piazza del Collegio Romano, da una terrazza vedendo l’Altare della Patria così vicino a me sono rimasta stupefatta per la sua imponenza. Ci passi ogni giorno, ma non ti rendi conto delle bellezze che ha vicino»
Il tuo rapporto con la città di Roma? Nicola «Sono innamorato della mia città. Noi che abbiamo girato tanto, è difficile trovare un luogo altrettanto bello al mondo. E poi se ci fosse una piscina dei tuffi ancora più attrezzata, sarebbe ancora più bello. A Natale, mi piace andare a Piazza Navona o a Via del Governo Vecchio. E poi con mia moglie, a Castel Sant’Angelo: ci ricorda la nostra prima uscita insieme».
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spq ort Ti piace quando ti fermano per strada per chiederti un autografo? Nicola «Fa indubbiamente piacere essere apprezzati. È gratificante anche questo, non soltanto vincere una medaglia».
Tommaso «Mi piace. Quando trovo una persona che mi riconosce, mi fermo a chiacchierare. Il nostro è uno sport piccolo e se c’è qualcuno che ti segue è bello».
Maria «Io sono timida. Mi considero una persona molto normale e, dunque, quando vengo fermata un po’ mi imbarazza».
Tommaso «Ho una ragazza con la quale convivo da un po’ di tempo. Si chiama Dafne. Sto bene. Sono molto sereno».
Maria «Sto con Alessandro da circa 2 anni. Siamo andati a vivere insieme da poco tempo. È tutto nuovo».
In questo momento hai un amore? Nicola «Ovviamente mia moglie Valentina e mio figlio Lorenzo che ha un anno. La famiglia si è allargata da poco».
Un tuffo uno e mezzo indietro carpiato ad Ostia per una gara di beneficienza
Una foto di posa, con la statua di un nuotatore allo Stadio dei Marmi e con il cane Guss
Un momento dolcissimo per Maria Marconi e Roma, una femmina di Labrador di 2 anni
Ricordi quando hai dato il tuo primo bacio? Nicola «È stato con Valentina (e ride, ndr). Ti posso raccontare quando gliel’ho dato. La sera in cui siamo tornati da Castel Sant’Angelo, sotto casa sua».
Tommaso «Bella domanda. Forse a scuola, ma non ricordo bene, è un periodo un po’ lontano. A Dafne sotto casa sua».
Maria «Alessandro mi ha dato il primo bacio sotto casa sua dopo una cena con amici. Il mio primo bacio in assoluto a 12 anni. Ero in vacanza».
Che caratteristiche deve avere una donna/un uomo per conquistarti? Nicola «Ormai sono un uomo sposato da un anno e mezzo: non rivelerò questi dettagli (e sorride, ndr). A parte gli scherzi, quelle di mia moglie Valentina».
Tommaso «Deve essere come Dafne, della quale mi ha colpito il sorriso e la semplicità. Sono, comunque, attratto dalle donne alte, con gli occhi chiari e non troppo magre».
Maria «Un uomo deve avere un bel fisico, atletico. Deve essere simpatico. Mi deve far ridere. Gli deve piacere fare tante cose con me. Deve sopportarmi. Cerco la sincerità. In passato sono stata delusa».
Tommaso «Bisogna essere molto simpatici. E poi molto romantici e sinceri. La sincerità è molto importante»
Maria «Con la simpatia, la schiettezza e, perché no, un pizzico di sensualità».
Come fai a conquistare una donna/uomo? Nicola «Bisognerebbe chiederlo a Valentina: aveva deciso che ci saremmo sposati a sei anni, quando ci siamo conosciuti».
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I cani sono la mia più grande passione
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I tuffi: tipologia e posizioni Vi sono 6 principali gruppi di tuffi Gruppo 1: avanti, nel quale il tuffatore salta guardando avanti e ruota in avanti. Gruppo 2: indietro, nel quale il tuffatore salta guardando la pedana e ruota indietro. Gruppo 3: rovesciato, nel quale il tuffatore salta guardando la piscina ma ruota indietro. Gruppo 4: ritornato, nel quale il tuffatore salta rivolto verso la pedana e ruota in avanti. Gruppo 5: avvitamento, comprendente qualunque tuffo nel quale l'atleta esegua un avvitamento. Gruppo 6: verticale, solo nella gare da piattaforma, comprende qualunque tuffo nel quale si parta dalla posizione verticale.
Oltre a ciò, vi sono anche quattro differenti posizioni di rotazione che possono essere assunte. Posizione A: teso, con gambe e braccia completamente distese (la più difficile). Posizione B: carpiato, con gambe tese come sopra ma braccia piegate (di media difficoltà). Posizione C: raggruppato, con sia gambe che braccia piegate, in modo da formare una piccola palla (più facile e che permette la maggiore velocità di rotazione). Posizione D: libero, che comprende qualunque combinazione delle tre precedente ma deve contenere un avvitamento.
Album di famiglia
«Ho tre cani che si chiamano Gus, Joco e Roma ma ancora... non mi bastano. Sin da bambina mamma mi ha fatto crescere con tanti animali intorno. I cani sono campioni di fedeltà, che tanto manca nella società di oggi. E come diceva Totò: “il cane è metà fra un angelo e un bambino”. Tra l’altro frequento la Villa Bau Village a Ponte Milvio l’unica spiaggia a Roma e in Italia dove cani e padroni possono rilassarsi e giocare in totale libertà. Il mio sogno è quello di creare un canile “a cinque stelle” per i cani abbandonati dove possano vivere con gente che gli voglia bene come in famiglia». Maria MARCONI
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Maria con Guss, una meticcia di 9 anni trovata per strada. Sono al Bau Village, una spiaggia per cani
Tommaso Marconi in un tuffo all’indietro carpiato
Maria con un cugino oggi altro tuffatore di famiglia: Michele Benedetti
I tuoi hobby? Nicola «Leggere. Soprattutto i fumetti. E poi il cinema. Mi piace tutto, tranne il cinepanettone. E mi piace giocare a poker online. Se una poker room si vuole fare avanti, i fratelli Marconi sono pronti».
Tommaso «Andare allo Stadio, giocare a calcetto con gli amici e a poker online, ma anche dal vivo, e sopratutto battere Nicola».
Maria «Mi piace andare a ballare con le mie amiche e stare con loro. Uscire con i miei cani, Gus, Yogo e Roma e portarli nei parchi e correre».
Tommaso «Blu».
Maria «Nero».
Il tuo colore preferito Nicola «Vado a periodi. Oggi il blu royal».
Quale è quella che consideri essere stata la pazzia più grande della tua vita? Nicola «Forse aver messo su famiglia. C’è chi dice che, data la crisi, sia una follia. Comunque a parte tutto, non credo di aver mai fatto follie vere e proprie».
Tommaso «Essermi presentato all’esame di maturità in bermuda e infradito».
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Maria «Aver preso dal garage il motorino di Tommaso a 12 anni e aver fatto tutto il giro dell’isolato da sola».
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spq ort Quali sono i tuoi pregi e i tuoi difetti? Nicola «Caratterialmente sono caparbio. Questo è un po’ un pregio e un po’ un difetto. Fisicamente? Nessuno. A parte gli scherzi, non ci penso. Non sto molto tempo davanti allo specchio».
Tommaso «Il fatto di essere generoso lo considero un pregio; il difetto è che sono un po’ pigro. Fisicamente, invece, il difetto è la statura, anche se è utile per fare tuffi; mentre ciò che più mi piace di me sono gli occhi».
Maria «Fisicamente, un difetto è che mi manca un po’ il lato A, mentre il pregio è che sono scattante. Caratterialmente, invece, sono brava ad ascoltare e dare consigli. Il difetto? Sono lunatica e per la sincerità di cui parlavo prima, mi fido poco delle persone che conosco meno».
Obiettivi per il futuro? Nicola «La qualificazione per le prossime Olimpiadi».
Un altro splendido tuffo per Maria
Tommaso «Essere a Londra nel 2012»
Nicola Maroni con il figlio Lorenzo nato il 17 maggio del 2010
Maria «Come Nicola e Tommaso, qualificarmi per i Giochi olimpici di Londra»
Un momento di relax in piscina per Maria
Il tuo sogno nel cassetto? Nicola «Vincere una medaglia mondiale o olimpica. È quella che mi manca».
Tommaso «La medaglia in sincro che ci è rimasta sul groppone a Roma».
Maria «Aprire una sorta di canile a cinque stelle per cani abbandonati».
Tommaso «I bermuda e ovviamente le infradito».
Maria «Jeans e magliette, ma anche vestitini un po’ sexy ed eleganti. Amo le mie scarpe con tacchi molto alti con platoo e poi le adidas».
Cosa ti piace indossare? Nicola «Un paio di jeans e una felpa. Reebook classic».
Un’ultima domanda: c’é un gioco di società che preferisci? Nicola «Monopoli».
Tommaso «Risiko».
Maria «Trivial Pursuit». TUFFI | 71
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I nostri soldati impegnati in Afghanistan, Libano, nella ex Jugoslavia e nel continente Africano‌ Uomini che rischiano la vita ma che continuano a profondere impegno e sorrisi. Nonostante tutto. Ma quanto lo sport aiuta e quanto importante può essere questa forma di dialogo con le popolazioni locali?
di Luis LUPAN foto Getty Images Esercito Italiano
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e notizie che negli ultimi mesi si sono moltiplicate con inquietante frequenza, la dicono lunga sull’impegno che i nostri soldati sono chiamati a fornire in zone calde del mondo (l’Afghanistan quella più a rischio). Storicamente, cosa peraltro riconosciuta anche dagli altri contingenti, il soldato italiano è quello che riesce più degli altri a stabilire un rapporto di sintonia con le popolazioni alle quali porta il proprio sostegno pratico e morale. In alcune zone – vedi il Libano - il processo di integrazione è venuto quasi naturale, in altre il discorso è completamente diverso. In Libano la vita scorre, forziamo un po’ il termine, in maniera fondamentalmente routinaria: gli italiani e la popolazione locale
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hanno imparato a conoscersi, a socializzare, perfino a scherzare. Ma in Afghanistan, nella zona di Herat, il discorso è completamente diverso. Non è facile strappare sorrisi ai bambini se non si riesce a guardarli con dolcezza negli occhi, preoccupati delle insidie che possono essere in qualsiasi angolo della strada. I nemici della pace hanno purtroppo alzato il tiro: uscire, entrare in contatto con gli abitanti del posto può rappresentare grossi rischi. Una tensione costante che annulla il concetto di giornata tipo, giornata a volte scandita dalla notizia di attentati e attacchi ai nostri militari quotidianamente a rischio della propria vita. La sveglia varia ovviamente a seconda dei turni chiamati a svolgere: si passa alla mensa per fare colazione, magari si trova
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KOSOVO BOSNIA MACEDONIA ITALIA ALBANIA MEDITERR. MALTA ORIENTALE
LIBANO HEBRON AFGHANISTAN
CIPRO IRAQ
GAZA MAROCCO
ISRAELE
LIBIA EGITTO
EMIRATI ARABI UNITI GEORGIA
SUDAN
SOMALIA
ACQUE SOMALIA
REP. DEM. DEL CONGO
LIBIA Dal 28 marzo 2011 la missione è sotto la guida della N.A.T.O. con la denominazione Unified Protector. Oltre le 7 basi aeree italiane concesse, sono impegnati 12 velivoli dell’Aeronautica Militarte e della Marina Militare e e 2 unità navali per il controllo dell’embargo.
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO La missione Eupol Rd Congo, sostiene la SSR nel settore della polizia e la sua interfaccia con la giustizia con un'azione di controllo, di guida e di consulenza, contribuendo alla riforma ed alla ristrutturazione della polizia nazionale congolese. L’Italia partecipa con quattro militari.
SUDAN Unamid è una missione ibrida dell'Unione Africana e delle Nazioni Unite costituita per sostenere il processo di pace nella regione. Il Force Headquarters della missione è ubicato ad El Fasher, e l’Italia è attualmente impegnata con tre militari.
SOMALIA La missione Eutm rientra nelle iniziative assunte dalla comunità internazionale per la stabilizzazione del Corno d'Africa, con particolare riguardo alla Somalia. La missione è schierata in Uganda e ha un ufficio in Kenya. L’Italia partecipa attualmente con 2 ufficiali.
ACQUE DELLA SOMALIA La missione Eunavfor Atalanta si pone l’obiettivo di contrastare l'insediamento di attività illegali difficilmente contrastabili, tra cui gli atti di pirateria a danno del commercio marittimo, incluse le navi del World Food Program. l'Italia contribuisce con una fregata classe Maestrale.
EGITTO La Multinational Force and Observers (MFO) è un'organizzazione internazionale indipendente per il mantenimento della pace tra la Repubblica Araba d'Egitto e lo Stato d'Israele, Il contingente italiano è composto da 81 militari della Marina Militare e 3 unità navali .
MALTA Nella missione Miatm il contributo dei 35 militari italiani alla Repubblica maltese si sviluppa in due aree principali: la prima, concorre a garantire il servizio di ricerca e soccorso, la seconda è relativa all'addestramento sia di base che avanzato del personale delle Forze Armate.
MEDITERRANEO ORIENTALE La missione Active Endeavour si pone l'obiettivo di mantenere nel Mediterraneo una presenza credibile in chiave antiterroristica, dimostrando la risolutezza della N.A.T.O. nella deterrenza, difesa e protezione contro le attività terroristiche. L’Italia partecipa con 85 militari.
MAROCCO La missione Minurso è stata istiuita per consentire il regolare svolgimento del referendum che consentirebbe alla popolazione del Sahara Occidentale di scegliere tra l'indipendenza e l'integrazione con il Marocco. L'Italia partecipa attualmente con quattro osservatori dell'Esercito.
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LE MISSIONI ALL’ESTERO Sono 22 le missioni dove attualmente sono impegnati i militari, le forze di polizia e i dipendenti del Ministero degli Esteri italiano. In pagina uno specchietto sintetico.
BOSNIA ERZEGOVINA La missione Eupm contribuisce alla realizzazione dello stato di diritto in Bosnia-Erzegovina (l’Italia è presente con 13 militari dei Carabinieri e da personale della Polizia di Stato). La missione N.A.T.O. HQ provvede al supporto delle autorità bosniache (l’Italia ha personale di staff).
KOSOVO La missione Eulex ha carattere tecnico e lo scopo scopo è quello di offrire assistenza alle istituzioni locali. L’Italia partecipa con personale dell’Arma dei Carabinieri impiegato in incarichi di staff, della Guardia di Finanza e del Ministero di Giustizia.
MACEDONIA La missione assegnata al N.A.T.O. Headquarters Skopje è di condurre attività di sostegno e consulenza a favore del Governo macedone per contribuire al conseguimento degli obiettivi della comunità internazionale finalizzati alla stabilità del Paese. L’Italia partecipa con personale di staff.
ALBANIA La Delegazione Italiana Esperti (DIE) è stata istituita al termine della missione Alba. La delegazione italiana, composta da 27 ufficiali, svolge attività interforze di cooperazione bilaterale fornendo supporto alle Forze Armate per l'adeguamento delle relative strutture e modelli N.A.T.O.
CIPRO Il mandato di UNFICYP consiste nel prevenire un ritorno allo scontro interetnico tra le etnie greche e turche residenti nell’isola, nonché contribuire alla stabilizzazione ed al mantenimento della legge e dell’ordine. L’Italia partecipa con 4 Sottufficiali dell’Arma dei Carabinieri.
LIBANO La missione Unifil Operazione Leonte, è stata istituita per monitorare la cessazione delle ostilità e per coordinare il ritiro delle IDF dai territori libanesi occupati ed il ridispiegamento delle LAF negli stessi territori una volta lasciati dagli israeliani. L’Italia ha autorizzato 1.549 militari.
HEBRON La missione Tiph 2 fornisce un senso di sicurezza ai palestinesi di Hebron e aiuta a promuovere la stabilità ed un ambiente idoneo che possano portare ad un accrescimento dello stato del benessere dei palestinesi. L’Italia partecipa con tredici militari dell’Arma dei Carabinieri
ISRAELE La missione Untso opera in quattro dei cinque Paesi storicamente interessati al conflitto mediorientale (Israele, Egitto, Siria e Libano) ma i suoi contatti coinvolgono anche il quinto Paese, la Giordania. Il gruppo di osservatori militari italiani è composto da otto Ufficiali.
PALESTINA La missione Eubam Rafahè è volta ad assistere le autorità palestinesi nella gestione del valico di Rafah (Rafah Crossing Point) con l’Egitto, chiuso all’atto del disimpegno israeliano dall’area, con compiti di monitoraggio e assistenza. L’Italia partecipa con militari dell'Arma dei Carabinieri.
IRAQ La missione N.A.T.O. Training Mission Iraq Fornisce addestramento alle forze di sicurezza irachene al fine di aiutare l’Iraq a sviluppare il settore della sicurezza in modo efficiente, democratico e duraturo. L’Italia partecipa con 70 militari dopo l’impegno in prima linea durato anni.
EMIRATI ARABI UNITI La missione Eau Task Force Air ha il compito di garantire l'afflusso di personale, mezzi e materiali diretti ai contingenti nazionali in teatro di operazioni, e assicurare l'efficienza dei velivoli e dei mezzi tecnici impiegati per il trasporto. L’Italia partecipa con due velivoli e 125 uomini.
AFGHANISTAN La missione Eupol Afghanistan si occupa della formazione della polizia nazionale e ha compiti di consulenza per il Ministero degli Interni afghano su problemi attinenti le regioni e le province. Il numero di militari è ora di 4.200.
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anche il modo di scherzare con i colleghi, ma il pensiero è fisso alla missione che si deve compiere. Si può essere chiamati a svolgere servizio di guardia in postazioni trincerate a difesa di un caposaldo, buche collegate da camminamenti in trincea per evitare il fuoco dei cecchini. No, non siamo nel periodo ‘15-’18, ma anche se è passato un secolo, è triste capire come le guerre finiscano per somigliarsi tutte. Altre volte i nostri soldati devono svolgere il controllo del territorio: il lavoro degli artificieri in queste zone è praticamente senza soluzione di continuità. Nei servizi di pattugliamento poi si deve sempre stare all’erta, aiutati per fortuna dalla tecnologia. Il Lince è un fedele compagno delle nostre pattuglie: è un mezzo resistente al fuoco delle armi leggere, gli ordigni rudimentali improvvisati ed alle mine. Generalmente vi entrano quattro militari, e il carro è attrezzato per portare un carico di tre tonnellate. Un pattugliamento difficile, anche se parzialmente messo in sicurezza. A volte ci si alimenta con qualche scatoletta (questo soprattutto in situazione di trincea) a e volte ci si può concedere un po’ di relax a mensa. Per la cura del proprio corpo, quel poco di sport lo si fa all’interno della base. In realtà è più visto che praticato: si vedono le partite della Nazionale, del campionato. E si impiega il poco tempo libero per andare su internet e comunicare con i propri cari. Quando lo sport unisce e quando non ci riesce Già, lo sport... ‘’Lo sport unisce’’. Quante volte l’abbiamo sentita questa frase. La maggior parte delle quali, a dire il vero, a sproposito, e non parliamo certo del sano agonismo che rischia anche di trasformarsi nella classica rabbia della competizione. Parliamo invece della strumentalizzazione che con imbarazzante continuità la politica ha fatto e fa dello sport. Se non si vuole scendere nei particolari, basta scorrere l’elenco di tre Olimpiadi consecutive, private di molti signifi-
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cati da boicottaggi vari: nel 1976 il no quasi totale dei paesi dell’Africa “nera”, che vogliono far sentire la loro voce sulla questione dell’Apartheid, nel 1980 gli Usa e parte dei paesi dell’Europa Occidentale (in Italia decisione a metà, con il no dei soli atleti militari) non vanno a Mosca per protestare contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan, nel 1984 l’Urss rende il favore agli americani non andando a Los Angeles. Se invece vogliamo scendere nel particolare, anche ai giorni nostri giorni ci sono tanti “piccoli” enormi boicottaggi, come quelli determinati da differenze religiose. Un giocatore che rifiuta di giocare contro una Nazionale, oppure un lottatore rigido nel non misurarsi con un collega perché motivi di fede, che poi finiscono in un triplo intreccio con la politica, glielo impediscono. Sono situazioni sconcertanti, di fronte alle quali ci si dimena alla ricerca di quei veri valori dello sport, magari finendo per avvertirli vivi in zone che non ti aspetti, come quelle di guerra. Come spiegato, le situazioni di pericolo sono ben diverse da zona e zona, ma in tutti i casi il messaggio dello sport raggiunge vette inarrivabili per gli annoiati salotti del super professionismo occidentale. È in zone distanti, in cui culture diverse, lingue diverse vengono a contatto, che lo sport – e non è retorica – diventa un mezzo di socializzazione che altrimenti sarebbe difficilmente percorribile su altri sentieri. Quelle partite contro le popolazioni locali La voglia di comunicare tramite una sfida sportiva, dove ovviamente è possibile, che abbatte la diffidenza, misurarsi in un torneo contro le popolazioni locali, accogliendo gli sguardi sinceri della maggior parte della gente e sfidando quelli ambigui di coloro che non hanno interesse a che la missione di pace portata avanti dai militari italiani segua il proprio corso. «A volte organizziamo anche delle competizioni sportive in cui partecipano le popolazioni locali, e non si è mai verificato il benché minimo screzio, anzi alla fiSPORT MILITARI | 76
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spq ort ne finisce sempre con manifestazioni di simpatia come fosse una festa. Sono situazioni importanti, che aumentano il consenso dei locali verso le nostre truppe». È una dichiarazione del Tenente Francesco Cipollina facente parte del contingente italiano schierato in Libano, a sud del fiume Litani, attualmente alla guida della Brigata meccanizzata Aosta e schierato su 4 basi principali agli ordini del Generale di Brigata Gualtiero Mario De Cicco. Tra le funzioni della missione, il controllo capillare del territorio, la cooperazione ed il supporto alle forze armate libanesi, il fondamentale supporto alla popolazione civile, non ultimo quello di natura tecnicaospedaliera. Un lavoro duro, che però non fa perdere di vista l’importanza dello sport. Ovviamente il contingente in Libano è multinazionale: di 3.600 uomini, 1.600 sono italiani e 2.000 di altre nazionalità. Non mancano quindi interscambi anche dal punto di vista sportivo. Ad esempio, recentemente è stato c’è stato un corso di taekwondo, con gli italiani che hanno appreso i segreti dell’arte marziale dai maestri coreani. E non mancano i tornei tra squadre nazionali: «Abbiamo svolto un torneo di basket molto sentito – spiega il Tenente Cipollina siamo arrivati in finale con la Cina ed abbiamo vinto noi». Ma indipendentemente dalla competizione, lo sport viene visto oltre che come cura del corpo, anche come tonificazione dello spirito. Si corre lungo il perimetro della base, dove c’è un percorso creato appositamente per allenarsi. Inoltre c’è la palestra: qui si gioca a basket, ci si allena con ordinari esercizi di ginnastica, e c’è anche il sacco dove chi ha dimestichezza con i pugni e vuole tirare di boxe. Inoltre, per giocare tra una chiacchierata e l’altra, come amici al bar o al circolo, c’è la sala del biliardino. Ma non solo lo sport praticato.
LA GIORNATA TIPO Difficile descrivere una giornata tipo per le molteplici situazioni cui i nostri soldati sono chiamati a far fronte. Le attività di “contorno” avvengono a margine dell’impegno operativo in pattuglia che si sviluppa nell’arco delle 24 ore. • La sveglia è verso le 6, orario variabile, dipendente dal sorgere del sole, dalla missione da svolgere, etc. • Dopo colazione iniziano i preparativi con il ritiro dell’equipaggiamento, il ritiro delle armi e l’ordine di operazione. • Il Comandante di pattuglia effettua un briefing sull’attività da svolgere, gli itinerari, dando indicazioni su soste, posti di osservazione e check point. • Si lascia il Compound. La pattuglia ha una durata dalle 4 alle 9 ore pertanto il pranzo potrebbe consumarsi con le razioni da combattimento. • Dopo il pranzo si effettua il de-briefing con la valutazione dei risultati conseguiti e l’analisi delle procedure per migliore l’efficacia e diminuire il rischio. • La giornata continua con revisione
Lo sport in Tv Anche quello visto in televisione ha una funzione ricreativa importanSPORT MILITARI | 77
dei mezzi e dei materiali impiegati. • Durante il pomeriggio il personale effettua numerose attività formative: topografia, armi, poligoni di tiro, ed attività propedeutiche alla cosiddetta C-IED (Counter Improvised Explosive Device). Attività teorico-pratiche per consolidare e perfezionare la capacità di fronteggiare la minaccia degli ordigni esplosivi. • Tutte le attività terminano generalmente con la cena (19-20). Da questo momento inizia il tempo libero che è completamente differente per i militari dislocati nelle basi avanzate, come avviene ad esempio in Afghanistan. Per loro la giornata tipo è molto più difficile da descrivere, forse perché non ce n’è una. I turni sono molto più serrati e le comodità sono un privilegio di cui di rado si dispone. Durante il tempo libero, per chi ne ha, si ha la possibilità di effettuare varie attività sportive,di prendere un caffè con i colleghi, leggere un libro, guardare la tv, chiamare casa e collegarsi ad internet, ma come dicevamo: è un privilegio che non tutti hanno.
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te: «In generale c’è molta sportività, si vede l’evento indipendentemente dalla partecipazione emotiva. Ad esempio ultimamente da noi è stata seguitissima la Coppa America vinta dall’Uruguay», è ancora il Tenente a raccontarcelo. C’è però un caso in cui ci si sente ancora più italiani. Magari a volte, impegnati nella routine quotidiana nelle nostre città, quando gioca la Nazionale di calcio viviamo l’evento come un rito collettivo, quasi come un “obbligo”. Si vede la partita perché lo fanno tutti. Che differenza con i soldati impegnati nel pericoloso Afghanistan. La famiglia, gli amici,
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LO SPORT A CASA ITALIA Momenti di sport nelle caserme in Libano e Afghanistan. Allenamenti e gioco scandiscono il poco tempo libero...
tutto così lontano: e quando c’è un gol, quando lo segna un giocatore che porta la maglia azzurra, ci si abbraccia l’uno con l’altro in maniera diversa, con maggiore intensità. Poi magari si esce in pattugliamento e quella stessa maglia azzurra ce l’ha un bambino del posto. Avvicinarlo è difficile ma è sguardo che carpisci, a volte troppo di sfuggita che ti dà la certezza di essere lì per fare la cosa giusta.
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FOTO CHE RACCONTANO LO SPORT
nche la locandina dello storico film Apocalypse Now, che ha mostrato in modo crudo la guerra in Vietnam, raccontava, con una tavola da surf accanto a scatti di guerra, il contrasto solo apparente tra sport e spensieratezza tra le bombe di un conflitto durissimo. Un legame che, anche lontano dai film è sempre stato presente in ogni guerra. In queste due pagine alcuni scatti storici raccontano proprio di questo legame. Scatti di ieri e di oggi, volutamente senza commenti perchÊ la fantasia si perda nelle storie che ogni foto racconta...
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C E N T R O S P O R T I V O
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Caporal maggiore Vanessa Ferrari, ginnasta
Il Logo: - Cerchi Olimpici di colore rosso; - Gladio Spada a doppio taglio con lama larga, robusta ed appuntita (tipica dei legionari Romani); - Stella Stemma Militare; - Corona d’alloro simbolo di Vittoria - Sfondo Blu contornato di Rosso (colori sociali del Centro Sportivo Esercito).
l Centro Sportivo del’Esercito nasce il 1 gennaio del 1960 e si affilia alle Federazioni sportive nazionali d’interesse, con scopi che mirano principalmente ad incentivare e sviluppare la pratica sportiva amatoriale, giovanile e d’eccellenza. In particolare, le finalità del Centro Sportivo dell’Esercito sono quelle di favorire lo sviluppo dell’attività sportiva tra tutti i militari alle armi, potenziare lo spirito agonistico tra gli atleti e favorire la fusione tra Esercito e Paese tramite la partecipazione a gare federali e promozionali nazionali ed internazionali; esso inoltre contribuisce allo sviluppo del potenziale sportivo nazionale, mantiene il collegamento con le altre Forze Armate, Corpi Armati dello Stato ed organismi civili sportivi ed avvia alla pratica sportiva i giovani mediante la costituzione di Se-
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Da OLTRE 50 ANNI l’ESERCITO FORMA ATLETI CHE RAPPRESENTANO L’ITALIA NEL MONDO. La sua storia zioni giovanili ed amatoriali. Prima di quella fatidica data, lo sport militare aveva visto muovere i primi passi nella città di Torino intorno alla metà dell’Ottocento con la Scuola di Ginnastica Militare, Ente di formazione che operò a stretto contatto con la Reale Ginnastica Torino, presieduta dal Tenente della Brigata Guardie Riccardo di Netro, Ufficiale del corpo dei Bersaglieri decorato con la medaglia d’argento al Valor militare nella battaglia di Novara. Il 1877 fu una data molto importante per l’Esercito di quei tempi, in quanto SPORT MILITARI | 82
la Federazione nazionale di Ginnastica nominò come presidente il Generale degli alpini Luigi Peloux. La Real Ginnastica Torino si prese cura sia della pratica che della diffusione di altre specialità, come la scherma, l’equitazione, il tiro a segno ed il nuoto dando vita ad un movimento che incentivò una progressiva espansione dello sport sia per fini istituzionali che agonistici. Ed è grazie a questa nuova visione dell’attività sportiva, che l’Esercito seppe formare e reclutare atleti che hanno fatto la storia dello sport italiano. Le prime medaglie olimpiche arrivarono ai Giochi di Parigi del 1900, grazie al S. Ten. Gian Giorgio Grissini; l’Ufficiale di Cavalleria conquistò un oro ed un argento nell’equitazione, rispettivamente, nella prova di salto in elevazione ed in quella di salto in lungo.
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spq ort Ma molti altri campioni hanno caratterizzato la lunga storia dello sport italiano targato Esercito; sono infatti 51 le medaglie vinte ai Giochi Olimpici estivi, mentre 11 sono in quelle ottenute in quelle invernali. Le medaglie dell’Esercito. Da D’Inzeo a Sarmiento Delle 51 medaglie conquistate, 29 sono d’oro, 12 d’argento e 10 di bronzo, e tra gli artefici di questi storici successi ricordiamo: per la scherma, Nedo Nadi, vincitore nella sola Olimpiade di Anversa del 1924 di cinque ori, Oreste Puliti, Abelardo Olivier, Baldo Baldi, Aldo Nadi; per la ginnastica, Giorgio Zamporini e Francesco Loy; per l’equitazione Tommaso Lequio, Piero D’Inzeo, Alessandro Argenton; per il ciclismo, Angelo De Martini, Attilio Pavesi, Leandro Faggin, Livio Trapè, Giorgio Ursi e Pierfrancesco Vianelli; per il pugilato Francesco De Piccoli e Franco Musso; per il pentathlon moderno Silvano Abba; fino ad arrivare ai nostri giorni con l’argento di Vigor Bovolenta ad Atlanta 1996 nella pallavolo e di Mauro Sarmiento a Pechino 2008 nel taekwondo. Undici invece sono le medaglie conquistate ai Giochi invernali; di queste, 4 sono d’oro, 5 sono d’argento e 2 sono di bronzo. Il primo oro giunse nel 1936 a Garmish–Partenkinrchen, grazie alla pattuglia di sci di fondo e tiro, l’antenata specialità dell’odierno biathlon, com-
posta dall’allora Capitano Enrico Silvestri, dal Sergente Luigi Perenni e dagli alpini Stefano Sertorelli e Sisto Scilligo, mentre le successive portano la firma di due grandi campioni dello sci che rispondono ai nomi, rispettivamente, del Luogotenente Marco Albarello e dell’alpino Giuliano Razzoli. Marco Albarello, specialista della 10 chilometri a tecnica libera e componente della staffetta azzurra 4x10 chilometri, grazie alla partecipazione a quattro edizioni dei Giochi olimpici, conquistò complessivamente 5 medaglie, di cui due argenti ad Alberville nel 1992 (una individuale ed una in staffetta), un bronzo individuale ed un oro in staffetta a Lillehammer nel 1994 ed un d’argento, sempre in staffetta, quattro anni dopo a Nagano. Soldati di montagna Il caporale Giuliano Razzoli, è invece l’ultimo campione della Sezione sport invernali del Centro Sportivo Esercito, giunto alla ribalta della cronaca grazie alla medaglia d’oro vinta ai Giochi Olimpici di Vancouver 2010 nella specialità dello slalom speciale. Da evidenziare infine l’argento ad Alberville di Gianfranco Martin in combinata e l’oro e l’argento di Mirko Vuillermin a Lillehammer nello short track, nella staffetta 4x5000 e nei 500 metri, disciplina che a Torino 2006 ha assegnato un bronzo alle sorelle Katia e Mara Zini nella staffetta 4x3000 metri.
1° Caporal maggiore Daniele Meucci, specialista nelle corse di fondo
Oggi lo sport nell’Esercito è praticato su tutto il territorio nazionale attraverso i seguenti Centri: • sport invernali di Courmayeur; • equitazione di Montelibretti (Rieti); • paracadutismo di Pisa; • motonautica di Piacenza; • pentathlon militare di Lecce; • sport olimpici di Roma. Il Centro Sportivo Essercitto Il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito nasce presso la Caserma intitolata alla M.O. al V.M. Cap. Silvano ABBA, il 30 settembre del 2008 a seguito delle seguenti trasformazioni: • dal 01/01/1960 al 14/03/1990 come 1^ Compagnia Speciale Bersaglieri Atleti; • dal 15/03/1990 al 07/06/1992 come 1° Centro Sportivo Esercito; • dall’8/06/1992 al 20/12/1997 come 1° Reparto Speciale Atleti; • dal 21/12/1997 all’11/07/1999 come Battaglione Atleti dell’Esercito; • dal 12/07/1999 al 30/09/2008 come Centro di Addestramento Ginnico Sportivo dell’Esercito. Il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito ha sede a Roma, presso la caserma Silvano Abba, ed è dotato di moderni e funzionali impianti sportivi. Gestisce gli atleti Volontari in ferma pluriennale ed in servizio permanente d’interesse nazionale; dirige e coordina, attraverso la Presidenza societaria che ha sede presso la Sezione at-
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MEDAGLIERE DELL'ESERCITO AI GIOCHI OLIMPICI ESTIVI ANNO 1900 1908 1912 1920 1924 1928 1932 1936 1956 1960 1964 1968 1972 1996 2008 TOTALI
GIOCHI OLIMPICI Parigi Londra Stoccolma Anversa Parigi Amsterdam Los Angeles Berlino Melbourne Roma Tokio Città del Messico Monaco Atlanta Pechino
ORO 1
9 5 1 2 2 4 3 1 1
29
ARGENTO BRONZO TOTALI 1 2 1 1 1 1 2 1 12 1 3 9 1 2 2 1 1 1 1 4 1 1 6 1 1 5 1 2 1 2 1 1 1 1 12 10 51
1° Caporal maggiore, Mauro Sarmiento, Pechino 2008, Taekwondo
MEDAGLIERE DELL'ESERCITO AI GIOCHI OLIMPICI INVERNALI ANNO 1936 1992 1994 1998 2006 2010 TOTALI
GIOCHI OLIMPICI ORO GARMISH PARTENK. 1 ALBERVILLE LILLEHAMMER 2 NAGANO TORINO VANCOUVER 1 4
tività sportiva dello Stato Maggiore dell’Esercito, l’attività sportiva nazionale ed internazionale dei Centri sportivi. Esso inoltre, pianifica ed organizza stage e campionati di Forza Armata, svolge corsi a carattere formativo con l’ausilio di personale abilitato Istruttore militare di educazione fisica, tecnici Federali e Docenti Universitari (IUSM). Le discipline sportive praticate sono: atletica leggera, di ciclismo, della ginnastica, judo, lotta, karate, nuoto, tuffi, pentathlon moderno, pugilato, scherma, sollevamento pesi, taekwondo, tiro a segno, tiro a volo e triathlon. Ad oggi il Centro può vantare circa 170 atleti d’ interesse nazionale ed internazionale, molti dei quali inseriti nelle squadre az-
ARGENTO BRONZO TOTALI 1 3 2 1 1 4 1 1 1 1 1 5 2 11
zurre delle competenti Federazioni nazionali. Tra questi citiamo, Mauro Sarmiento (vicecampione olimpico 2008, cat.-80 kg) e Veronica Calabrese (vice campionessa mondiale 2009) per il taekwondo (sono fidanzati...), Daniele Meucci (bronzo europei 2010, sui 10.000 mt) ed Elisa Cusma (bronzo europei indoor 2009, 800 mt) per l’atletica leggera, le tuffatrici Noemi Batki (oro campionati europei 2011, sulla piattaforma) e Francesca Dallapè (oro campionati europei, sincro 3 mt), Alice Franco (bronzo campionati mondiali 2011, 25 km), Valerio Cleri (campione mondiale ed europeo 2009 e 2010 nel nuoto in acque libere) e Fabio Scozzoli (argento campionati mondiali 2011, nei 50 e 100 SPORT MILITARI | 84
1° Maresciallo Luogotenetnte Marco Albarello, Lillehammer 1994, sci di fondo
mt rana) per il nuoto e Genny Pagliaro per il sollevamento pesi (argento campionati europei 2011, cat. 48 kg). Dal 2008 ad oggi, nei riepiloghi annuali delle medaglie ottenute nelle competizioni sportive di rilievo, il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito risulta avere avuto negli anni un crescente aumento di risultati positivi, attribuito principalmente alla qualità degli arruolamenti svolti. Il medagliere del 2009, tra competizioni nazionali ed internazionali a carattere federale, vede ben 191 ori, 158 argenti e 125 bronzi, mentre quello del 2010, è di 223 ori, 131 argenti e 122 bronzi. Stefano MAPPA
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di Luca ALEANDRI iamo talmente abituati a immaginare stadi ormai sorpassati dai filmati dell’Istituto Luce che siamo finiti a immaginare che pure i ricordi dei sopravvissuti siano in bianco e nero. Che fosse un altro calcio è sicuro. Ma per una volta immaginiamolo un po’ più vicino all’attuale, quantomeno perché identico è il sudore di chi sgobba su e giù per una fascia laterale. In verità i nostri protagonisti la fascia laterale non la frequentavano troppo. Amadei l’aveva abbandonata quando fu evidente che il centravanti della Roma fosse meno forte di quel ragazzino cresciuto tra pallone e ceste di pane da consegnare in bicicletta sulle salite dei Castelli. Gradella, poi, non ne parliamo, confinato tra quei pali dove nascono e muoiono i sogni di generazioni intere. Per chi non ha visto di persona, tutto si trasforma in un universo mitico, dai capelli brillantina di Mumo Orsi ai baffoni di Logozzo, molto più vicini a noi. Gli Inglesi, da cui in materia di sport tutto deriva, la chiamano l’era in cui “i calciatori erano uomini”. Nel senso, ovviamente, di essere ancora parte della comunità, figli della comunità, e non star che immaginiamo scendere da un’astronave quando l’arbitro passa alla conta e al controllo dei tacchetti. I tempi di Gradella e Amadei sono lontani, seppelliti non solo dai ricordi, ma da montagne di pagine che li rendono acqua scorsa troppo tempo fa. Però fa bene vedere questi “vecchi giocatori”, come abbiamo visto scrivere ad Amadei in una dedica poco tempo fa. Immaginarli ad uscire su un cross contro Meazza, a contrastare Biavati piuttosto che a scambiare quattro chiacchiere con Pozzo. Ma non solo calcio. C’era la guerra, il mondo cambiava, seppure il proprio buco della serratura dal quale si spiavano le umane peripezie era quello, privilegiato anche allora, del footballer. Proprio il calcio, con qualche altro eroe preso in prestito da altri sport, ci avrebbe aiutato a dimenticare le bombe, la guerra civile. Avrebbe contribuito una generazione di calciatori, probabilmente nemmeno troppo diversi dai vizi e dalle virtù degli italiani di allora. Era un altro calcio, dicevamo, in cui l’Italia vinceva Mondiali e Olimpiadi, prima di pagare lo sforzo bellico e la tragedia di Superga che la privò di una squadra di fenomeni. Era il calcio, l’abbiamo descritto mille volte, del pallone marrone. Quello con le cuciture di fuori. Abbiamo scherzato su questo con Amadei. Gli abbiamo chiesto se facesse male a prenderlo di testa. «Non lo so», ha risposto, «di testa non la prendevo mai». Viva la sincerità, roba d’altri tempi.
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Due bandiere, della Roma e della Lazio, compiono novant始anni a pochi giorni l始uno dall始altro. E ricordano le loro squadre, i derby, gli anni della guerra
AMADEI, 26 LUGLIO 1921
GRADELLA, 14 GIUGNO 1921
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Amedeo Amadei Da panettiere a centr’attacco della Roma dello Scudetto 1942. Amadei, la guerra, i derby...
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ccoli lì, i brandelli di una piccola storia che ci vengono incontro in un assolato pomeriggio sopra un colle che domina Roma dalla privilegiata ubicazione dei Castelli. Frascati, in particolare. Il regno, ormai possiamo un po’ chiamarlo così, di Amedeo Amadei. Professione imprenditore nel settore della panificazione prestato al calcio per un breve, ma intenso periodo della propria vita. Una carriera, la sua, costellata di soddisfazioni. Il debutto in Serie A a quindici anni e spicci (record ancora imbattuto), lo Scudetto della Roma del ‘42 vinto anche grazie alle sue molte marcature, una carriera proseguita prestigiosamente nell’Inter, dove non poté vincere più che altro per la presenza del grande Torino e poi Napoli. In mezzo ci scappò pure un Mondiale, nel 1950, a difendere un titolo che aveva vinto, dodici anni prima, un’altra generazione. Un po’ di panchina, prima di capire che la giostra volgeva al termine e, con il sano buonsenso dell’uomo concreto, forse non era il caso di aspettare che tutti si scordassero di lui. Così, riempì la valigia dei ricordi e tornò a Frascati, nel forno di famiglia, commentando il calcio successivo, e ricordando il suo, così diverso. Brandelli di storia in maniche di camicia in un caldo pomeriggio di luglio, due occhi vispi che ti sorprendi a pensare che un giorno lontano spiavano in area di rigore i movimenti di Valentino Mazzola, di Piola, di Meazza. Brandelli di una storia molto più grande, quella con la S maiuscola che, nel frattempo, scriveva pagine di gloria, sangue, viltà, tradimenti, orrore, su campi che erano molto più che un rettangolino verde. E scopri che essere calciatori era una fortuna anche allora, anche senza le veline, accontentandosi magari di una foto con Ava Gardner al centro del campo, ma con gli occhi un po’ bassi perché ai fotografi nemmeno il centravanti era abituato, e tantomeno con una diva di Hollywood al fianco che, un po’, ti faceva arrossire. Accadeva prima di un Lazio-Napoli, e il contrasto tra l’abito elegante della diva e la maglia grezza dei capitani delle due squadre rendeva il calcio ancora umano, anzi popolare. Di quell’umanità che si riaffacciava alla vita dopo essere caduta nel vortice una tragedia colossale. E per tornare all’aria poteva bastare un gol di un piccolo centravanti, professione fornaio, prestato al calcio.
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Iniziai al forno a portare il pane, in bicicletta. Diventai talmente forte che quando andai a giocare a calcio c’era chi voleva che provassi, invece, con il ciclismo…
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Partiamo dagli inizi. «L’inizio è un ragazzino che gioca a Frascati nei pulcini e insieme in altre categorie. Era una caratteristica mia, mi capitò anche nei primi anni alla Roma, quella di poter giocare con i titolari e con i ragazzi. Fisicamente ero già formato per i grandi, ma ero comunque giovane per i ragazzi».
sorridere perché il termine è, ovviamente, più calcistico che scolastico, ndr). Iniziai al forno a portare il pane, in bicicletta. Diventai talmente forte che quando andai a giocare a calcio c’era chi voleva che provassi, invece, con il ciclismo. All’epoca, calciatori e ciclisti erano la stessa cosa, nel senso della fama, della popolarità, dei guadagni».
Torniamo a Frascati. Siamo all’inizio degli Anni Trenta. «La scuola per me era finita presto, anche se un ricordo mi rimane. Portai tutti i miei compagni a giocare al campo invece di andare in classe. Il preside mi squalificò (in effetti dice proprio così, e ci viene un po’ da
Invece arrivò la Roma. «Risposi a una leva. Feci un provino che lessi sul giornale. Andai a Roma in bicicletta, a campo Testaccio. Al ritorno forai all’altezza di Vermicino, per fortuna passò un carrettiere che mi caricò con tutta la bici».
ntuire ch he il pro oviino andò bene. È facile in «La Roma mi scrisse una lettera per comunicare l’esito positivo. Ma non fu facile, mio padre voleva che lavorassi al forno. Forse è difficile immaginarlo oggi, quando molti ragazzi sognano di diventare calciatori, però allora era così. E non credo fosse solo la mia, di famiglia, a considerare improponibile lasciare un lavoro per giocare al calcio». o, una legg genda.. «C’ero Campo Testaccio già stato un paio di volte per vedere la partita, non di più perché non è che mi lasciassero andare a Roma come volevo. Dovevo trovare un ragazzo più grande che mi accompagnasse». Ovviamente era già tifoso romanista. (Sorride.) «Veramente da bambino avevo una simpatia per il Genoa». Parliamo o di campo Testaaccio. «Ricordo queste tribune rosse, di un rosso scuro. E il campo, perfetto, come quello di Firenze. I migliori, a quello che ricordo. E poi c’era una scuola dietro una delle porte, mi pare di vedere ancora i bambini che spiavano gli allenamenti. Sulla porta c’era Zi’ Checco, il custode, che me lo ricordo seduto sulla porta, ....‘ahò, ‘ndo vai?’... a chiunque si presentasse. E poi Zì Teresa, la moglie, che invece era abituata a girare per gli spogliatoi, vedendoci mezzi nudi. E volavano battute, soprattutto dai vecchi,
Amadei al peso... della pagnotta
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Fulvio Stinchelli *
ECCO COME ARRIVÒ A ROMA
Che dire di Amedeo Amadei, dopo che tutto - e da tutti - fu detto? Per uno come me, dalle origini romaniste paleolitiche, c'è un obbligo primario e preciso: niente ovvietà, niente melì melò. Be', allora, tengo sùbito a rivelare che del futuro centrattacco della Roma del primo scudetto io, bambinetto, venni a sapere da un caro amico di famiglia, il commendator Lugari. A beneficio dei giovani e degli immemori ricorderò che Armando Lugari fu il presidente della federazione ciclistica italiana al tempo felice in cui il nostro ciclismo si chiamava Coppi, Bartali, Fiorenzo Magni e compagnia bellissima. Mio zio, Peppino Stinchelli, fu di quel grande dirigente il collaboratore e l'amico intelligente e devoto, giusto in quegli anni di gloria. Ma torniamo all'Amadei giovinetto che il Lugari si covava nella sua (non so come ci fosse finito, lui lombardo puro sangue) Frascati Velocipedistica,
quale futuro astro del pedale. Ora, state a sentire come andò. Lugari: «Sii sincero, Bepìn, sei stato per caso tu a suggerire a quelli della Roma calcio di fare un provino al figlio del nostro fornaio?». Stinchelli: «Quale provino? Io non ne so' niente, Armando, t'assicuro…». Lugari: «No, sai, m'era venuto il sospetto, perché da voi romanacci e romanisti, da quanno siete diventati pallonari, c'è da aspettarsi di tutto». Stinchelli: «Ma perché, 'sto fornaretto, in bici va forte?». Lugari: «Fortissimo. Di me ti puoi fidare, o no?». A questo punto va precisato che Amedeo Amadei divenne l'asso calcistico che sappiamo, per via di Fulvio Bernardini che, vistolo alla prova al campo Testaccio, disse a Renato Sacerdoti: «Questo è un fulmine e vede la porta come pochi. Commendato', non se lo lasci scappare». E il Presidentone, che di Fuffo si fidava eccome, non se lo lasciò scappare. Per fortuna sua e della Roma nostra, pallonara. *Giornalista già a Il Messaggero. Scrittore e romanologo per la sua profonda cultura è soprannominato dai più “Professore”.
Monzeglio, Allemandi, Masetti, Bernardini. Ero un proprio un ‘pischello’ vicino a questi mostri». Il debutto in Serie A è proprio a Testaccio. «Sono stato il più giovane a debuttare in serie A e questo record dura ancora. Stare nello spogliatoio con questi fenomeni che mi dicevano qualcosa, tipo incoraggiamenti, chi mi dava un buffetto... Io stavo in un angolo, che potevo dire? Però Testaccio per me è durato poco, solo il finale della stagione, poi fu abbandonato perché ormai le strutture in legno erano pericolose. Noi ci trasferimmo allo stadio della Lazio, quello del Partito, l’attuale Flaminio. E comunque ci seguì il nostro pubblico, con il suo affetto, il suo calore e questa sensazione passò presto perché tornammo a giocare in casa poco tempo dopo». Un altro calcio. Com’era la giornata tipo? «Io abitavo a Frascati quindi partivo con il treno, poi l’autobus, o la circolare, a seconda della destinazione. Non c’era il ritiro prepartita, quindi ci si vedeva la domenica mattina e poi si andava al campo. Con il tram, insieme ai tifosi. Sul tram si avvicinavano, chiedevano autografi. Mi ricordo di un conducente che chiedeva informazioni. Anche il figlio giocava a calcio, si chiamava De Sisti…».
Lazio-Napoli. Amadei, capitano partenopeo, con l’attrice Ava Gardner
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Con Luigi Brunella e il pallone di cuoio dell’epoca Nello spogliatoio con la maglia dell’Inter
Com’era allora il rapporto con il pubblico? «Bello, molto. C’era affetto ma per niente invadenza. Erano all’uscita, magari se avevi perso andavi via a testa bassa… Se avevi vinto, invece, era tutto più facile…». Pubblico romanista e laziale di quei tempi. «Eh, i romanisti erano tanti. La Roma era la squadra del popolo, la Lazio dei signori». E i derby di allora? «Sentiti, tanto. Si trattava di girare a testa alta per un anno, oppure il contrario. Con alcuni gio-
catori eravamo amici, altri erano un po’ più sbruffoni. La società metteva in palio un premio altissimo per il derby proprio a testimoniarne l’importanza». Parliamo di avversari, allora. Piola? «Un fuoriclasse assoluto, potenza, acrobazia, velocità. Era molto elegante anche fuori dal campo. Veniva spesso qui a Frascati, a caccia. Sempre gentile. Cercavo di imparare da lui. Poi mi è capitato di giocarci insieme in Nazionale, contro l’Inghilterra, tanti anni dopo».
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Lo Scudetto? Una grande emozione, anche se la guerra incombeva su tutto. C’era la paura di essere richiamati. Noi eravamo bersaglieri e per questo festeggiammo con il testa il berretto
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Meazza? «Un altro fuoriclasse, meno rispetto a Piola e meno al servizio della squadra». Un compagno su tutti: Bernardini. «Un uomo straordinario. Per noi era davvero un esempio. Oltretutto, oltre alle qualità calcistiche e ai suoi trascorsi, pesava non poco il fatto che fosse laureato. Non era molto comune. In campo aveva un’intelligenza straordinaria, una visione di gioco fuori dalla norma. Normale che poi sia diventato un grande allenatore».
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Campo Testaccio: la Roma entra in campo. Avanti a tutti Fulvio Bernardini che portò Amadei alla Roma
Lei è il bomber del primo Scudetto romanista. «Una grande emozione, anche se la guerra incombeva su tutto. C’era la paura di essere richiamati. Diversi di noi erano bersaglieri. Il colonnello ci dava tutti i permessi che ci occorrevano per allenarci, purché non gli facessimo mai mancare i biglietti. Tutti cercavano in quel periodo di sfuggire in qualche modo: fummo fortunati.». Da qui la festa scudetto con il cappello da bersagliere. «Esatto. Lo pretese il
colonnello. Del resto come potevamo rifiutarglielo?». Quante volte le hanno chiesto se Mussolini avesse favorito la Roma? «Mille volte, ma è una storia senza fondamento. Certo aveva ben altri problemi in quel momento, e poi la squadra in realtà era lontana dal regime. No, di tutti noi forse solo Monzeglio, mi pare che frequentasse i figli di Mussolini. L’anno dello Scudetto era un consulente tecnico. Lui e un massaggiatore a metà campionato partirono volontari per la Russia».
Poi però arriva la squalifica. «A Torino. Contro quella squadra che si apprestava a diventare il Grande Torino. In quella partita all’intervallo, negli spogliatoi, trovammo undici forbici. Ce le avevano messe per dirci che loro sarebbero stati i prossimi campioni, che potevamo scucirci lo scudetto. Ci arrabbiammo proprio, rientrammo in campo nel secondo tempo per fargliela vedere. A un certo punto successe una mischia, una rissa, io non c’entravo molto. Qualcuno scalciò mi pare il guardalinee, l’arbitro pensò che fossi stato io. Squalificato, poi venne l’amnistia. Però sono stato fuori tanto tempo». A proposito di avversari. Parliamo del Grande Torino. (Amadei non ha incertezze nella voce. Però l’occhio tradisce un po’ di emozione) «Una grande squadra. La migliore che io ricordi. Ma questo non è che lo devo dire io. Purtroppo la società del Torino era in difficoltà economica, per cui dovette ricorrere a queste partite amichevoli in giro».
Al termine della partita che decreta lo Scudetto della Roma, Amadei è inseguito dai tifosi che mostrano la gioia per il primo trofeo della storia giallorossa.
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Ricorda come seppe della notizia? «Si, ero a Frascati. All’epoca giocavo nell’Inter, ma eravamo fermi. Ricordo che quando lo seppi salutai tutti, presi il treno e andai a Torino ai funerali. Qual-
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spq ort che volta si parlò di me al posto di Gabetto. È un onore pensare che mi volessero». Dopo la Roma, l’Inter e il Napoli. «Si, e mi sono trovato bene sia a Milano che a Napoli, soprattutto qui dove c’era un bell’ambiente in città. Cominciai qui la mia carriera da allenatore, e vinsi anche il Seminatore d’Oro. Ma poi lasciai. Non mi sembrava una strada sicura. Fino a che sei in auge è un conto, ma poi si fa presto a dimenticare».
Le è mai capitato di rivedersi in qualo ereche giocatore romanista?? Un suo de? «No, mi è capitato di rivedere la mia grinta, l’attaccamento alla maglia e alla società, però tecnicamente io ero un brevilineo veloce, potente ma, per esempio, di testa non la prendevo mai. Forse il giocatore che poi mi somigliava di più era un laziale, Giordano». A Wembley con la maglia della Nazionale
Amadei e la Nazionale. Un capitolo iniziato tardi. «Si anche perché a quel tempo contava con chi giocassi... Poi sono andato all’Inter, e inoltre dopo Superga c’era una Nazionale da rifondare. Debuttai con la Spagna, poi partecipai ai Mondiali del ‘50 in Brasile».
Ovviamente in tutti questi anni ha sempre seguito la Roma? «Certo, ovvio. Come tifoso non l’ho mai abbandonata. D’altronde anche da giocatore, quando sono andato via, avevo avvisato che per la partita contro la Roma non avrebbero potuto contare molto su di me».
Dopo Superga la Federazione vi portò in nave. «Fu una sciagura. Non ci allenammo, non è vera la storia dei palloni che finivano in mare. Non c’era spazio per allenarci ovviamente, solo qualche esercizio con i palloni medicinali. Ci fermammo a Las Palmas durante la navigazione per giocare una partitella. I migliori furono i portieri che furono impiegati all’ala, per dire. Non erano buone le premesse».
E c’è una squadra giallorossa a cui si è affezionato particolarmente, anche dopo aver smesso? «Beh per me la Roma sarà sempre la prima, quella da ragazzo. Non solo per motivi affettivi ma per la presenza di grandi campioni. In quella squadra c’era gente come Monzeglio, Masetti, Bernardini».
A proposiito di laziialii, un’ulttima domanda. Lei nellla Lazio cii avrebbe giocato? «Ma sei matto. Qualcuno lo fece, anche allora. È un fatto personale. Però io non ci avrei giocato».
Amadeo Amadei alla festa dei 90 anni svoltasi nella tenuta di Castel Porziano. Nella foto viene premiato da Roma Capitale nella persona del Delegato alle Politiche Sportive On. Alessandro Cochi
Amadei in formazione accosciato
Poi il Mondiale. «Arrivammo pochi giorni prima dell’inizio del torneo ma soprattutto pesavano le influenze dei dirigenti federali. Prima del debutto con la Svezia, ad esempio, sembrava che dovessi giocare, poi invece niente. Giocai la seconda ma eravamo fuori». Il migliore ricordo con la Nazionale. «Senz’altro le partite con gli inglesi. Perdemmo 2 a 0 da loro giocando bene, da noi pareggiammo 1 a 1. Segnai io. Erano dei mostri sacri, anche se non erano più invincibili, però per noi rimanevano ancora un tabù. All’epoca non ci avevamo ancora vinto. Giocavano bene tecnicamente e fisicamente. Era dura giocarci contro. Però quella volta. ci andammo vicino…».
IL TABELLINO Nome Amedeo Amadei Paese Regno d'Italia Nazionalità Italia Altezza 173 cm Peso 72 kg Ruolo Allenatore (ex attaccante) Carriera - Squadre di club1 1936-1938 Roma 6 (1) 1938-1939 Atalanta 33 (4) 1939-1948 Roma 228 (115) 1948-1950 Inter 70 (42) 1950-1956 Napoli 171 (47)
Ha dei cimeli della carriera? «Nessuno. Ho conservato solo alcune maglie delle presenze in Nazionale. Alcune di queste le ho anche regalate». CALCIO | 93
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Uber Gradella Ceduto dai dirigenti dell’epoca preferì lasciare
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urioso che una leggenda come Gradella non indossasse la maglia della Lazio. Giocava infatti con due maglioni, uno grigio per l’estate e uno nero per l’inverno. Eppure, Gradella era un portiere da Nazionale, che a 28 anni ha smesso di giocare al calcio perché la Lazio, la sua Lazio, voleva cederlo. Era, sembrava, il massimo che potesse fare per quel ragazzone mantovano, che per recuperare da un infortunio si allenava solo. Ma non c’era calcio senza la Lazio. Come Sclavi anni prima (che addirittura partì per la guerra in Africa), meglio smettere che indossare un’altra maglia. Gradella era stato il portiere nell’epoca delle tessere annonarie. Idolo di una generazione chiusa nei collegi ad aspettare la fine di una guerra che avrebbe segnato tutti, vincitori e vinti. La sua memoria è lucidissima, appena sostenuta dagli album che apre con cura, esplorando sentieri che si capisce che conosca alla perfezione. Sfoglia le pagine, ordinatissime, scorre i titoli dei giornali che ne esaltano le qualità, le foto che evidenziano parate plastiche di mani senza guanti, di palloni marroni che nelle iperboli giornalistiche diventano “il cuoio”. Calcio quasi senza immagini, si deve accontentare di scatti e anche, anzi soprattutto, di descrizioni da parte di cronisti fantasiosi. Non a caso nacque allora la legge di redazione che chi abbia scritto di sport possa scrivere di tutto, avendo allenato la tecnica sublimandola con la fantasia. Apre biglietti di auguri, come quello che gli fu scritto dal segretario del Verona Calcio prima di una trasferta in Germania nel 1940. “Rappresentate la Patria”, il senso della nazionalistica missiva. Ci mostra un decalogo comportamentale della S.S. Lazio per i propri calciatori, cosa mangiare, cosa bere, quanto dormire. Poi i contratti della Federcalcio, i premi partita fissati per la stagione 1940-41. I pareggi in casa fruttano un premio solo se contro le prime quattro in classifica, ci sono in palio 5.000 lire per lo scudetto e 1.000 se la Lazio diventa campione d’inverno. Si illumina a raccontare dei compagni di squadra, srotola una gigantografia con la formazione della Lazio in trasferta a Milano. È una foto bellissima, un’undici che posa davanti a una recinzione che ci vuole tutta la fantasia del mondo per delimitare un qualsiasi spazio di uno stadio. Eppure, curiosamente, questa foto non si è mai vista. Ma il mistero è svelato ben presto. «È una foto che comprammo solo noi giocatori, con la promessa che non l’avremmo mai ceduta per essere pubblicata. Infatti è stato così». Ed anche ora, con i suoi compagni che non ci sono quasi tutti più, non vuole farcela fotografare. E soprattutto, biglietti, lettere e cartoline dai ragazzi dei collegi, i figli della guerra, dei lutti, del dolore. Di chi cercava un attimo di pace in un autografo di Gradella, e magari se fosse possibile, “mi piacerebbe anche quello del sig. Piola”. Un ragazzino gli chiede di fargli da padrino per la cresima. Lui parte, e lo accontenta. C’è chi scrive “qua il collegio è posto in fronte al mare ove vigilano le nostre flottiglie...”. Forse Gradella, oggi, ricorda più la vita che il calcio. Più le lettere come queste che gli articoli. Ed oggi, dopo tanti anni, probabilmente lo rendono più orgoglioso le richieste di autografo dei ragazzini orfani di guerra che non le iperboli delle penne in voga. L’avrà imparato da Piola, il campione che non si dava arie. Anche se aveva vinto un Mondiale, di cui non parlava mai.
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La Lazio era una famiglia. Sapevamo che ci dava da mangiare, eravamo disposti a tutto. C’era un attaccamento particolare. Senza di Lei lasciai il Calcio. Non aveva senso in altre squadre...
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Gradella. Lei rappresenta un calcio lontano. Il calcio in guerra. «Ero nell’81° Reggimento Fanteria, che andò in Russia. Da giocatore mi salvai, e mi fecero un corso per diventare vigile urbano, da utilizzare in zona bellica. Avevo una divisa di panno grigio con i guanti bianchi, quelli lunghi. Per un periodo fui dislocato a dirigere il traffico anche a Piazza delle Belle Arti, a 500 metri dallo stadio. Ricordo che passavano i tifosi, i romanisti mi sfottevano: “A Gradé, domenica ce pensa Amadei”... e cose simili. Oppure i laziali che mi incoraggiavano “Me raccomando domenica”. Ma l’episodio più curioso riguarda il Generale Vaccaro, massimo dirigente del calcio, vincitore e presente nelle foto di tutti e due i Mondiali ma anche un grande tifoso laziale e amico di noi giocatori della Lazio, che si divertiva a girare in tondo con la macchina, costringendomi a ogni giro a scattare nel saluto».
Ci racconti i suoi campionati di guerra. «Soprattutto al nord la guerra si sentiva. Una volta dovevamo giocare a Genova. Per stare più sicuri partimmo al venerdì, ma già a Fregene il treno venne fermato perché c’era un bombardamento su Orbetello. Arrivammo a Livorno alle dieci di sera, una cena frugale e poi a letto. Provammo a ripartire il giorno successivo ma non fu possibile, ancora bombardamenti. Allora partimmo la domenica, e arrivammo alla stazione di Brignole intorno all’una, un paio d’ore prima della partita. Mangiammo tre pentole di brodo che ci inviò il Genoa. Io giocai con 39 di febbre, perché il giovedì mi ero tagliato una mano in allenamento e mi stava venendo un’infezione. La mano era gonfia, era diventata viola». Cosa rappresentava lo stadio in tempo di guerra? «Beh, certo in tempo di guerra era uno sfogo, oltre che un divertimento. I militari avevano l’ingresso libero,, poi ovviamente c’erano i civili. Per
Gradella, a fine carriera, produrrà articoli sportivi. Tra i suoi “clienti” anche Primo Carnera
due ore si cercava di dimenticare la guerra, i familiari magari lontani, al fronte. Insomma, i guai. Un po’ come adesso, però è chiaro che quelli erano tempi duri. Io la gente ce l’avevo vicina, a pochi metri, dietro la porta. Si sentivano gli incoraggiamenti, “Gradella, attento alle panciate”. O i fischi. Ogni tanto partiva qualche coro, spontaneo, di gruppetti di tifosi, soprattutto dai settori popolari. Certo non era come oggi: bisogna tenere presente anche l’educazione dell’epoca. E poi i tifosi laziali, rispetto a quelli della Roma, erano una tifoseria distinta. Passionale, ma, non so come dire… educata». Poi però dovette laasciare Roma. «Nel ’43 a Roma non si trovava più niente, ricordo che mia madre nemmeno alle cinque della mattina al mercato riusciva a trovare qualcosa da mangiare. Tornammo al Nord, a Mantova, a casa di mia sorella, dove ci si dovette stringere per starci tutti. Ricominciai a giocare, con una squadra di dilettanti, tanto per muovermi. Loro erano ovviamente contentissimi di avere un portiere di Serie A. Mi davano un prosciutto e del formaggio. Si mangiava, almeno. Poi mi arrivò una lettera dalla Biellese. Il dott. Pozzo, Ct della Nazionale, mi voleva, avrei continuato a giocare. Invece trovai addirittura due piemontesi della Lazio, Piola e Ramella. Io abitavo in un albergo poco fuori città, andavo all’allena-
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Mario Pennacchia *
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STOFFA D’ALTRI TEMPI
A dodici anni appena compiuti ero al mio secondo campionato di Serie A, quello del 1940-’41 che la Lazio affrontò con cinque nuovi acquisti realizzati dopo che l’Italia era entrata in guerra: il ventenne portiere Gradella; il terzino Romagnoli considerato il più eclettico giocatore italiano per adattabilità a tutti i ruoli e per capacità acrobatiche; l’altro terzino Brondi e le due ali Puccinelli e Zironi. Benemerito per dedizione e serietà ai colori biancocelesti, Gradella diventò presto un mio beniamino accanto al mitico Silvio Piola perché, oltre a meritare applausi per la spettacolarità delle sue parate, era uno dei giocatori più disponibili e cordiali nei confronti dei tifosi. Per il suo carattere reso ancora più estroverso dalla sua giovanissima età, si prestava dopo gli allenamenti a trattenersi in mezzo alla marmaglia dei nuovi ragazzi che l’aspettavamo al grande cancello dello stadio dal lato dell’ippodromo di Villa Glori sotto Monte Parioli. Fu la sua scanzonata espansività a darmi coraggio di chiedergli il mio primo
autografo che dovetti conquistare in modo singolare. Sbucato dal cancello dopo un paio di altri giocatori, apparve vestito in modo strano e con un paio di occhiali finti. Si era camuffato per beffare noi ragazzi e quasi c’era riuscito, ma un’occhiata alle sue scarpe particolari mi fece scoprire il trucco e lo inseguii. Si fermò sopreso, scoppiò a ridere, si tolse quegli occhiali e mi chiese di porgergli carta e penna. Portavo con me sempre una vecchia agendina e lui mi ci svolazzò una serie di autografi su parecchie pagine. Da quel giorno avevo come un appuntamento fisso con lui al cancello e grazie a lui riempii l’agendina di tutte le firme degli altri giocatori della Lazio e più di una di Piola. Quando si infortunò e rimase a lungo fuori squadra, tanto io ne soffrii che decisi di mandargli una cartolina di incoraggiamento e auguri. Non avrei mai immaginato che Uber l’avrebbe conservata fino ai... prossimi novant’anni. *Giornalista già al Corriere dello Sport e Gazzetta dello Sport. Scrittore, ha realizzato anche la prima storica ricostruzione della vita della Lazio della quale è stato anche ufficio stampa all’epoca Cragnotti
mento in tram. Gli allenamenti erano la mattina, due volte alla settimana, sperando di evitare le bombe. Biella era una città in guerra, i partigiani controllavano le montagne, le milizie e i tedeschi invece la valle e la città. Una mattina arrivai in città per l’allenamento, e ci fermarono tutti. Mi chiesero i documenti, videro che ero di Roma, si insospettirono. Dicevo che ero un calciatore ma i militi non ne vollero sapere e mi condussero al comando. Stetti solo in una stanza per molto tempo, alla fine entrò il comandante. Mi guardò. “Ma Lei è Gradella, chi ci fa qui?”. “Mi ci avete portato voi”. Allora si rivolse all’ufficiale che mi aveva fermato gridando “Sei un cretino. Questo è Gradella, il portiere della Lazio. Gioca con Piola”. Il comandante era stato un nuotatore biancoceleste».
anche me che ho sbagliato due o tre gol?”. Giocava davvero per la squadra, e non si vantava mai dei successi personali. Per dire, ha raramente parlato del Mondiale vinto nel ’38».
A proposito di Piola... «Il più grande di tutti i tempi. Un grandissimo campione, ma soprattutto un uomo con qualità non comuni per un calciatore. Un uomo vero, che difendeva i più deboli. Una volta giocavamo in casa con il Bari, una partita importante che dovevamo vincere. C’era un vento fortissimo di tramontana, presi un gol da quaranta metri. Il pallone si abbassò all’improvviso, feci una figura pessima. Rientrammo negli spogliatoi all’intervallo. L’allenatore Canestri mi rimproverò. Piola era seduto vicino a me. Si rivolse all’allenatore con educazione:“Perché non rimprovera
Cos’era per voi la Lazio? «Era una famiglia. Sapevamo che ci dava da mangiare, eravamo di-
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Ci racconti una giornata tipo del calcio di allora. «Appuntamento alla trattoria Romana a via Frattina alla domenica. Pranzo veloce. Brodo, bistecca, acqua minerale. Solo Flamini prendeva un po’ di vino. Diceva di non poterci rinunciare. Poi in sede, sempre in via Frattina, dove c’erano due biliardi. Su uno, con dei birilli, il mister ripassava la tattica. Quindi via, a piedi, fino a piazzale Flaminio, dove prendevamo il tram verso lo stadio. I tifosi ci circondavano, andavamo insieme, ci incoraggiavano».
Una storia d’altri tempi. Un giovane del nord Italia racconta come diventò della Lazio: tutto partì da una palla di neve che stava per tirare proprio a Gradella... Un altro giovane chiese al portiere di cresimarlo. Il portiere prenderà valigia e treno per accontentare il sogno di questo ragazzino che dal collegio parla di patriottismo e sogni di pace
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spq ort Due parate acrobatiche per le quali Gradella era famoso (in una lo juventino Colaneri si mangia letteralmente le mani...). In basso una cartolina di un giovane tifoso che diventerà una grande firma del giornalismo sportivo, Mario Pennacchia
sposti a tutto. C’era un attaccamento particolare, lo sport era un modo per uscire dalla povertà. Questo ci legava molto. Una volta, in una trasferta a Milano, facemmo una foto della squadra. Poi la comprammo solo noi giocatori, con la promessa reciproca che non l’avremmo mai fatta uscire. Infatti non si è mai vista». (In effetti Gradella la estrae da una mensola, srotolandola. Indica tutti i compagni, nominandoli con un po’ di commozione. È effettivamente una foto che non si è mai vista in nessun libro o pubblicazione che parli di Lazio. E ci chiede di non pubblicarla neanche oggi che i suoi compagni non ci sono più...).
ch’esso che mi aveva riconosciuto. Mi disse “Ma che fai?”. “Mi alleno. Devo tornare in forma”, risposi. Alla fine mi ripresentai al campo. C’era Flamini, il Presidente Zenobi e Sperone. Zenobi disse “C’è Gradella, che vuole?”. Flamini rispose “Vuole giocare, è a posto”. Allora Zenobi guardò Sperone: “E chi dice ai tifosi che abbiamo speso tutti quei soldi per Sentimenti e Gradella stava bene”. Mi diedero la lista gratuita. “Cerca-
Uber Gradella e la moglie Magda alla festa dei 90 anni organizzata dalla Polisportiva Lazio. Nella foto anche Ruggero Alcanterini, Presidente del Comitato Fair Play
Gradella con i compagni di squadra. In alto a destra Silvio Piola con vicino Romagnoli e l’allenatore Kertetz. Alla destra di Gradella c’è Baldo e alla sua sinistra Monza.
Poi arriva l’incidente di Bergamo «Siamo nel ’49. Mi feci male al ginocchio. Era un calcio duro, i portieri erano meno tutelati di quelli di oggi, però era proprio un altro calcio e forse valeva un po’ per tutti i ruoli. Pensa, io mi ricordo di un mediano. Borselli, che giocò con il Milan e con la Fiorentina. Sui calci d’angolo andava addosso al portiere, e gli stringeva i testicoli. Insomma, per dare un’idea. Comunque, mi feci male. Cercai di recuperare il meglio possibile. Mi allenavo anche da solo per recuperare, andavo a correre al Foro Italico all’una, quando c’era la pausa pranzo degli impiegati. Una volta si fermò una macchina, scese il vicepresidente del CONI Zauli tifoso laziale an-
IL TABELLINO Nome Paese Nazionalità Ruolo
Uber Gradella Regno d'Italia Italia Portiere
Carriera Giovanili: Mantova Squadre di club1 1937-1938 Mantova ? (-?) 1938-1940 Verona 33 (0) 1940-1944 Lazio 77 (0) 1944-1945 Biellese ? (-?) 1945-1949 Lazio 75 (0)
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ti una squadra, Gradella, e noi ti agevoleremo”. Mi voleva Gipo Viani in procinto di passare al Milan.”Vieni da me, che poi ti porto su” Mi voleva anche la Fiorentina. Decisi di smettere. Senza la Lazio non aveva senso. Presi a curare gli interessi dell’azienda di famiglia, che produceva scarpe da calcio, palloni, scarpe da ciclismo, insomma materiale sportivo. La ampliai, aprii un negozio a Roma. Avevo lasciato il calcio da giovane, avevo 28 anni, e certamente avrei potuto giocare ancora per anni ancora. Ma è stata una decisione che non mi ha mai provocato rimpianti. E anzi, adesso che ancora sono ricordato dai tifosi laziali, ancora di più penso che quella scelta fatta allora sia stata la più giusta». Un rapporto bello ce l’aveva con i ragazzi. «Mi scrivevano dai collegi. Molte di quelle lettere l’ho conservate. Ragazzi che magari avevano i genitori lontani, in guerra, che non davano notizie. Una volta fui fermato da due agenti in borghese scesi dalla macchina a Via del Vignola. “Lei è Gradella?” “Sì, risposi con un po’ di diffidenza anche se non avevo fatto niente per cui avessi qualcosa da temere”. Mi indicarono due bambini dicendo: “Sono i figli di S.E... Sono suoi tifosi e vorrebbero un autografo”. Erano Romano e Annamaria Mussolini. Per me fu un grande onore. Tra l’altro Mussolini era socio della Lazio. Un’altra volta mi arrivò la richiesta da un ragazzino che stava in collegio per fargli da padrino ad una cresima, e io andai. Poi c’erano altre richieste, autografi, foto con dedica. Spesso mi venivano spedite alla sede della Lazio, e mi chiedevano di girare la richiesta agli altri campioni della Lazio, in particolare a Piola, che era il più richiesto. Qualche volta dicevano di aver visto magari una parata o un gol su “Il Calcio Illustrato”. Ovviamente non è che si conoscesse tutto come oggi. Non c’era la televisione. Ci si basava sui disegni. Un’altra cartolina la ricevetti da un bambino che abitava a Roma con la richiesta di un autografo. Si chiamava Mario Pennacchia, poi sarebbe diventato un grande giornalista sportivo. Certo molte di queste sono lettere che a rileggerle adesso vengono i brividi. Descrivono un periodo molto diverso».
Indirizzata allo Stadio Nazion ale, casa della Lazio, la le tte ra con la convocazione di Gradella pe r una gara della Nazi onale. Doveva portare con sè , oltre agli indumenti di gi oco, la tesser a annonaria nece ssaria per acquistare i pr odotti alimenta (si andava al ne ri gozio: all’ingresso un giovane dietro un tavolinetto staccava un bollino che da va diritto ad una razione. Un pezzo di pane, un uovo del ed altri lio ritag Un rdi. rico dei um l’alb Gradella sfoglia generi ogni gi o gam Ber a orno) a fert tras Calcio Illustrato che ricorda una CALCIO | 98
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Il telegramma di convocazione per la Nazionale
Juventus squadra da trasferta? La Lazio si augura di no mentre Gualtieri e Parola si scambiano i gagliardetti. Dietro, in maglia nera e gilet a righe, il portiere Gradella davanti a Giampiero Boniperti.
Un pezzo di storia. Il contratto di Gradella ricorda le cifre del Calcio e della vita di quegli anni. Cinquantamila lire al mese
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IN VIAGGIO NEI MUNICIPI DI ROMA QUARTIERI: Borgo, Della Vittoria, Trionfale, Prati. POPOLAZIONE: 71.206 SUPERFICIE: 5,5 kmq PRESIDENTE: Antonella De Giusti DELEGATO ALLO SPORT: Mariarosaria Lo Monaco SEDE: Circ.ne Trionfale, 19
TELEFONO: 06.696.17.205 CURIOSITÀ STORICA: Nel 1890, durante i lavori di costruzione del Palazzo di Giustizia, detto anche “Palazzaccio”, il peso del travertino usato fece sprofondare l’edificio nel terreno particolarmente paludoso e sabbioso.
Il XVII Municipio, dove lo sport è soprattutto aggregazione
Municipio XVI I I
l Municipio XVII abbraccia un territorio tra i di Claudio più affascinanti e ricchi di storia dell’intera Capitale. Basti pensare che il suo confine meridionale è segnato da Piazza San Pietro, mentre a est il limite coincide con uno dei tratti forse più suggestivi dell’intero corso del Tevere, tra Ponte Principe Amedeo Savoia-Aosta, Ponte Vittorio Emanuele II e il Lungotevere in Sassia. Il rione certamente più rinomato del Municipio è il Prati, vero gioiello nel cuore di Roma, il cui nome deriva dal latino “Prata Sancti Petri”, in riferimento all’ampio parco che fino al Medioevo sorgeva tra la Basilica di San Pietro e Castel Sant’Angelo. Caratterizzato dall’eleganza delle sue vie ampie e regolari e dei suoi imponenti palazzi, il moderno rione fu costruito nel corso dell’Ottocento, e oggi è tra le attrattive di maggior fascino per i turisti stranieri, ma anche per gli stessi romani, per i quali via Cola di Rienzo è diventata negli anni sempre più sinonimo di shopping e svago. Altro storico rione compreso nel territorio del Municipio XVII è il Borgo, annesso alla città di Roma solo nel 1590 da papa Sisto V e contraddistinto da un patrimonio archeologico risalente addirittura alla prima età imperiale, come dimostra il Circo di Nerone ad esempio, costruito da Caligola tra l’attuale Gianicolo e il Vaticano, al cui centro sorgeva l’obelisco che oggi domina piazza San Pietro. Ma il monumento cer-
Ieri
tamente più celebre del rione Borgo è Castel Sant’Angelo, l’antico mausoleo dell’imperatore Adriano trasformatosi poi in età medioevale in una roccaforte segretamente collegata alla Basilica di San Pietro. Il Castello deve il suo nome alla leggenda secondo la quale papa Gregorio Magno, durante la pestilenza del 590, fu testimone dell’apparizione di un angelo nell’atto di sguainare una spada che gli annunciò la fine della sciagura proprio dalla sommità dell‘edificio. Il Borgo fu radicalmente rinnovato nel 1930, quando gran parte delle vecchie case e delle piccoli vicoli che lo caratterizzavano fur demolita per costruire l’attuale via della Conciliazione. Nell’ambito del Municipio XVII, non si possono poi non citare viale Mazzini e piazza Cavour, veri perni del quartiere Della Vittoria, istituito nel 1911 e tra i più antichi dell’intera Capitale, proprio come Trionfale, articolato attorno all’omonima via, anticamente percorsa dai soldati romani tornati vittoriosi dalle battaglie.
DI RENZO
Negli Anni ‘30 la lunga via era frequentata soltanto da pedoni, qualche carretto e il filobus. proprio in quel periodo iniziarono ad aprire le attività commerciali.
Oggi
Oggi è una via molto trafficata ed una delle più commerciali dell’intera città. Decine i negozi presenti sulla via, incluso il mercato rionale, uno dei più frequentati di Roma.
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N T O L ’ E V E
CE amente alRTIMENTO CHE UNIS partecipato attiv FUN CUP 2011, DIVE ll’anno 2011 il Municipio XVII ha otto unico nel suo genere,
de a Anche nel corso lla Fun Cup, un torneo di calcio trecciate per il bene delin de no ne so io az si l’organizz come acrogno sociale ente, ma anche sportiva e impe m ne via io ov ss , to pa i en cu m in oprio di coverti . “Fun” come di testimonianza pr l’intera comunità ites“, ossia il “calcio unisce”, a il dialogo e il confronto tra e l Un nimo di “Footbal io di questa iniziativa sia stimolar e tra loro. rs ar ve di im pr to ol to m me l’inten li anche nti da realtà socia ie en ov pr i zz ga ra
News dai Municipi II MUNICIPIO Più sani e meno soli Continua con successo il progetto “Più sani e meno soli”, iniziativa rivolta alle persone anziane con difficoltà motorie al fine di migliorarne la qualità della vita attraverso attività riabilitative e recupero di relazioni sociali.
VI MUNICIPIO
Graduatorie per le palestre
Viale dello stadio Olimpico
XI MUNICIPIO Apre il nuovo Giardino Ideale Da luglio è attivo in via Ignazio Guidi 92 il “Giardino Ideale”, nuovo polo di aggregazione sociale del Municipio Roma XI. Il centro è pensato per i giovanissimi e gli adolescenti con disabilità con l’obiettivo di contrastare i rischi di disagio e di emarginazione e promuoverne a tutto campo la capacità di autonomia.
XVII MUNICIPIO Nuovi centri polivalenti
Piazzale Clodio
Aperte le iscrizioni. gratuite, in due nuovi centri polivalenti. La prima struttura, allestita in via Giovanni Bovio 44, è dedicata ai più piccoli, e prevede una serie di attività sportive come danza e arti marziali. Il secondo , in via Boezio 1 C, è rivolto ai ragazzi dagli 11 ai 18 anni e offre numerosi corsi gratuiti di sport.
Via Ang elo Em o
la Via Co
Castel Sant’Angelo Vaticano
zo di Rien
Spazio ai municipi romani. Per inviare notizie o far conoscere la tua realtà locale scrivi a redazione@spqrsport.it
gli impianti sportivi
Impianti scolastici Punti Verdi Qualità Impianti Comunali Impianti Ecclesiastici Impianti Privati
Il VI Municipio ha pubblicato le graduatorie definitiva di merito e per fasce orarie per la concessione delle palestre pubbliche agli organismi che ne hanno fatto richiesta, per quanto riguarda il periodo 2011 - 2014 (elenchi sul sito del Municipio, www.comune.roma.it).
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Municipio xv L’ I N T E R V I S T A
PIERO D’INZEO, IL CAVALIERE DI PRATI ella storia dello sport italiano, il cognome D'Inzeo rimarrà per sempre sinonimo di equitazione. Piero e Raimondo hanno raggiunto infatti le vette più alte di questa disciplina nel nostro Paese, partecipando da protagonisti rispettivamente a sette e otto edizioni dei Giochi olimpici, da Londra '48 a Montreal '76, in cui sono saliti sul podio dodici volte. «E avremmo potuto gareggiare anche a Mosca '80, stabilendo così il record assoluto di partecipazioni alle Olimpiadi, se il Governo Italiano non avesse deciso di allinearsi al boicottaggio americano», dice oggi il Colonnello Piero, con rammarico ma senza rimpianti per una carriera entrata ormai nella leggenda. A differenza del fratello Raimondo, nato a Poggio Mirteto nel 1925, Piero è nato a Roma, nel quartiere Prati, dove poi tornerà a vivere negli anni della sua adolescenza. Figli di un ufficiale del reparto cavalleria dei Carabinieri originario di Montecifilone in Molise, i fratelli D'Inzeo sono destinati fin da bambini ad ereditare la passione paterna; è lo stesso Piero a raccontare quegli anni... «Salii su un cavallo all'età di dieci anni, anzi su di un pony dell'Istituto Equestre mussoliniano, grazie a mio padre ovviamente. Oltre ad essere un Carabiniere infatti, si divertiva anche a fare l'istruttore di equitazione e sia io che mio fratello Raimondo finimmo presto per diventare suoi allievi».
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Che ricordi ha della sua infanzia passata nel quartiere Prati? «Ricordo che frequentavo il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, in Piazza Monte Grappa, ma poi preferii cambiare. Tuttavia nella memoria ho fermo soprattutto un episodio, accaduto durante la Guerra: come renitente alla leva infatti ero ricercato e decisi di rifugiarmi nel retrobottega di un noto cappellaio dell'epoca, Radiconcini. La mia fortuna fu che il suo negozio era annesso al giardino di Palazzo Torlonia, in via della Conciliazione, e godeva della extraterritorrialità in quanto residenza dell'Infanta di Spagna. Per questo mi salvai». Che rapporto aveva da ragazzo con suo fratello? C'era già rivalità tra voi? «Io e Raimondo siamo sempre stati molto diversi: io romanista, lui juventino; io più anticonvenzionale, lui più ordinato; io amante della vela, lui del fuoribordo... e potrei continuare ancora! La rivalità c'è sempre stata, ma con Rai-
I due fratelli sportivi più famosi del XVII Municipio. Si tratta di Piero e Raimondo D’Inzeo, il primo nato proprio in Prati, mentre il secondo nato a Poggio Mirteto ma trasferitosi nel quartiere da ragazzino
DAL TERRITORIO | 102
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mondo ho passato momenti stupendi: non dimenticherò mai le corse notturne che facevamo da ragazzi sul Lungotevere verso Ponte Milvio per assistere al passaggio della Mille Miglia. Un'atmosfera incredibile, un'emozione unica che condividevo con mio fratello». Qual’è stato il momento più bello della sua carriera? «Ovviamente partecipare alle Olimpiadi di Roma '60 e vincere una medaglia di bronzo e una d'argento. Io, romano, gareggiavo nella mia città insieme a mio fratello. Una soddisfazione unica». Che idea ha dell'equitazione italiana di oggi? I tempi degli imbattibili D'Inzeo sembrano svaniti per sempre... «La crisi è tecnica. Come in altre discipline, la colpa è probabilmente del denaro. Circolano più soldi, i premi sono sempre maggiori e i facili guadagni sembrano inversamente proporzionali alla voglia di sacrificarsi e di migliorarsi».
LO SPORT NEL QUARTIERE
NON COMPETIZIONE MA AGGREGAZIONE ome molti altri Municipi della Capitale, anche il XVII soffre di una carenza di strutture e di impianti sportivi accessibili a prezzi contenuti come ben spiega il Presidente del Municipio Antonella De Giusti: «Le politiche sportive del Municipio sono sempre state una spina nel fianco in quanto le strutture pubbliche sono estremamente carenti». La spinta, comunque, verso lo sport è riconoscibile in tutte le iniziative promosse negli anni dall‘Amministrazione, come ad esempio dimostra il contributo che il Municipio XVII ha dato alla Giornata dello Sport organizzata da Roma Capitale. Non si può infine non accennare all’importante collaborazione tra il Municipio e le scuole del territorio, consolidatasi sempre più negli anni, con l’Amministrazione che si impegna a finanziare i Progetti di Offerta Formativa più interessanti e gli istituti che mettono a disposizione della cittadinanza o di società sportive private le proprie palestre o i propri impianti sportivi. «Le nostre scuole offrono al territorio una varietà di attività sportive di ottimo livello. La nostra attenzione sulle palestre scolastiche è quindi altissima tanto che solo quest’anno ne abbiamo ristrutturate due», spiega ancora De Giusti.
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SPORT E STORIA
TRA PRATI E BORGO, DOVE NACQUE IL DERBY LAZIO-ROMA quasi paradossale che due società protagoniste di una rivalità sportiva tra le più accese e sentite al mondo, abbiano avuto entrambe il proprio luogo d’origine praticamente nello stesso rione di una città immensa come Roma. E invece pochi sanno che sia la S.S. Lazio che l’A.S. Roma videro la luce proprio in quello che oggi è il territorio del XVII Municipio, muovendo tra le stesse vie e le stesse piazze i primi passi di una storia che ancora oggi condiziona la vita e gli umori di gran parte dei cittadini capitolini. La Lazio nacque proprio nel rione Prati, oltre un secolo fa, con la fondazione in Piazza della Libertà della Società Sportiva Lazio. La storia racconta che le prime partite della Lazio, vista la mancanza di altre squadre nella città, furono disputate contro un gruppo di seminaristi scozzesi presenti a Roma, da cui i giocatori ereditarono lo spirito di gioco di squadra e l’idea di sport come competizione leale, valori di cui la società biancoceleste storicamente fa vanto. Ma non passò molto tempo prima che anche altre squadre romane cominciassero ad affacciarsi sulla scena di questa nuova disciplina, e ancora una volta fu proprio il rione Prati lo scenario principale: proprio nel vecchio campo di Piazza d’Armi infatti, il 15 maggio del 1904 andò in scena il primo derby della storia del calcio romano tra la Lazio e la neonata Virtus; le cronache parlano di un secco 3 a 0 per i biancocelesti davanti ad un pubblico numeroso e già appassionato. Ma per assistere al primo vero derby tra la Lazio e quella che sarebbe poi diventata negli anni la sua rivale per antonomasia, ancora si sarebbe dovuto aspettare qualche anno; l’A.S. Roma infatti nacque solo nel 1927, risultato di una triplice fusione voluta dal prefetto Italo Foschi tra Roman Football Club, Alba-Audace e Fortitudo-Pro Roma, la società più antica delle tre e fondata 19 anni prima nel rione Borgo, proprio a pochi passi da dove nacque la Lazio nel 1900. Ma nonostante ciò la rivalità esplose fin da subito: il progetto di Foschi era infatti quello di creare un’unica realtà calcistica a Roma che potesse competere a livello nazionale con le più forti squadre del nord Italia, ma questo sogno non si realizzò mai proprio per l’opposizione della S.S. Lazio che, nella persona di Giorgio Vaccaro, rifiutò seccamente ogni proposta di fusione con la neonata società giallorossa. Siamo nel 1927, e il derby che ogni anno divide la Capitale era già iniziato. Da quell’anno si sono disputate decine di stracittadine, la maggior parte delle quali allo Stadio Olimpico. Struttura collocata nel quartiere Flaminio, ma a due passi dal “confine” con il quartiere Prati. Insomma, tutto torna, o meglio ruota intorno al XVII Municipio... almeno per ciò che concerne il calcio romano.
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Oltre 110 anni e 50.000 soci ecco l’Associazione Sportiva Ginnastica Borgoprati L’Associazione Sportiva Ginnastica Borgoprati, con sede in via Tommaso Campanella e in via Orazio, è la più antica società sportiva del Municipio. Nata nel 1899, in oltre 110 anni di storia ha avuto 50.000 soci, e conquistato oltre 2000 titoli nazionali e internazionali in 11 discipline sportive. Numeri a parte, il centro sportivo dell’associazione, che ha cambiato sede nel tempo rimanendo però sempre in Prati, ha sempre avuto una funzione sociale straordinaria nel quartiere. Nei primi anni di vita era un ricreatorio il cui scopo era quello di accogliere i ragazzi dai 10 ai 18 anni per curarne lo sviluppo fisico e morale, inspirare nei loro cuori l'affetto per la famiglia, l'amore alla patria; inoltre il ricreatorio si proponeva d'impartire l'educazione morale, fisica ed intellettuale degli alunni mediante conferenze, esercizi ginnastici e sportivi, musica, etc. Nel tempo, poi, si è trasformato in un centro sportivo dove quei valori sono stati sempre profusi tra i giovani e non solo.
DAL TERRITORIO | 103
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NEWS Notizie d’attualità R Rubriche dal mondo dello sport R Sport e tecnologia
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R Chi l'ha detto
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R Luoghi di sport
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R Campidoglio. Non solo sport
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R Profili
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R Riflettori sullo sport R Arte e sport R Enti di Promozione Sportiva R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R
Autografi Libri Costume e Sport Sport e Natura Strumenti del mestiere Storie da raccontare Fumetti in movimento Passeggiate romane Cinema e Sport Atleta dell'Anno Filatelia e dintorni Vocabolario dello Sport Lo sai che? Giochi di strada Hannodetto Sport in Rete L’aneddoto L'Evento Filmati nella storia SPQR in the world Style
ERNESTI VS BLANDAMURA: APPUNTAMENTO A OSTIA Il 7 ottobre, al Palafijlkam di Ostia, torna la grande boxe romana. A incrociare i guanti saranno due pugili emergenti di grande talento, ossia Manuel Ernesti e Emanuele Blandamura, che si sfideranno per la conquista del titolo del Mediterraneo WBC della categoria pesi medi.
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SIR ALEX FERGUSON PREMIATO A ROMA Sir Alex Ferguson, l’allenatore più vincente della storia con il Manchester United, è stato premiato a Roma con il riconoscimento Etica nello Sport, consegnatogli all’Università Tor Vergata. Oltre al premio, Ferguson è entrato ufficialmente nella giuria permanente, affiancando una leggenda del calcio giocato, Michel Platini.
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A.S. ROMA: NASCE IL DIPARTIMENTO DEL TIFOSO La Roma ha aperto ufficialmente il Dipartimento del tifoso, uno sportello virtuale a disposizione dei tifosi per suggerimenti, richieste, informazioni, indicazioni e reclami. Scrivendo all’indirizzo tifosi@asroma.it, i sostenitori giallorossi potranno comunicare con la società su argomenti di servizio.
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ADDIO A BRUNO MONTI, CICLISTA DI ALBANO LAZIALE Il 16 agosto scorso ad Abano, dove era nato nel 1930, si è spento Bruno Monti, ciclista che indossò la maglia azzurra ai Giochi di Helsinki nel 1952, per poi diventare professionista l’anno successivo. In carriera ha ottenuto 29 successi, tra i quali tre tappe del Giro d’Italia.
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LE RUBRICHE DI SPQR NEWS
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sport’s history SPORTLAB: I GIOVANI INCONTRANO I CAMPIONI Le giornate romane di Sport Lab, il contenitore sportivo ideato da Alleanza Sportiva Italiana, che quest’anno ha avuto come cornice Mondofitness, è la testimonianza più tangibile di come il linguaggio dello sport, se utilizzato nella maniera più adeguata, sia unico e capace abbattere ogni barriera. A cogliere davvero nel segno Incontri con i Campioni, che ha messo a confronto i bambini dei Centri Estivi del Villaggio più sportivo di Roma con grandi assi dello sport nazionale. La fiorettista azzurra, Margherita Granbassi e il campione di nuoto Emiliano Brembilla, testimonial di Sport Lab 2011 insieme al campione olimpico di ginnastica Igor Cassina, dell’atleta più medaglista dello sport italiano Giovanna Trillini e al tecnico della nazionale di pugilato Francesco Damiani, si sono messi a disposizione dei bambini rispondendo ad un fuoco incrociato di domande, precise, pertinenti, degne del miglior cronista, che hanno spaziato dallo sport al privato. I piccoli improvvisati cronisti, seri e preparati e per nulla intimoriti, grazie anche al feeling immediato che si è creato con i due campioni hanno dato libero sfogo alla fantasia. «Come sei diventato un campione?», «Quali e quanti sacrifici fai per vincere?», «Qual è il tuo sogno nel cassetto?». «Ce l’hai una fidanzata/o?», domande precise e circostanziate che hanno inchiodato Margherita ed Emiliano che si sono raccontati in maniera rilassata e sincera. Il modo giusto per intendere il proprio ruolo, con disponibilità e umiltà. Un esempio per i giovani ma anche per tanti celebrati assi che “se la tirano”.
BOSSINI TORNA A NUOTARE
Con l'approvazione della delibera 45 del 2011, l'assemblea capitolina offre in concessione d'uso l'impianto sportivo di proprietà comunale di Via Avignone, all'Eur, alla Federazione Italiana Hockey su Prato. La delibera arriva alla fine dell'iter avviato dal Dipartimento Sport e dopo aver ultimato il contrasto alle occupazioni abusive che si trovavano in quel luogo. Ora lo spazio, che sarà dedicato a questa disciplina, vedrà l'avvio dei lavori di adeguamento alla struttura esistente, che verrà ristrutturata. La concessione dell'impianto di via Avignone eviterà che la prossima stagione sportiva di hockey venga pregiudicata dai lavori del Tre Fontane, attuale sede che ospita queste competizioni sportive.
Il nuotatore azzurro Paolo Bossini, atleta del CC Aniene, a quasi un anno dalla scoperta di un tumore, che è riuscito a sconfiggere, è tornato ad allenarsi nella vasca di Aquaniene, la nuova piscina del circolo gialloceleste. Il 26enne ranista, ha ripreso a macinare tre chilometri al giorno. Dopo la brutta esperienza ora punta in alto: qualificarsi per i Giochi olimpici di Londra.
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L’HOCKEY FESTEGGIA IL SUO NUOVO IMPIANTO sp ort
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Luca MONTEBELLI
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L’ultimo atleta bianco a fare doppietta nella velocità olimpica è stato il sovietico Borzov, oro nei 100 e 200 a Monaco nel 1972
SUPER PAVAN Il 22enne Andrea Pavan, golfista cresciuto all’Olgiata Golf Club, che ad agosto ha vinto il Norvegian Challenge, suo primo successo da professionista.
pastone
EXTREME SHOW Il Lido di Ostia sarà teatro, il 24 e 25 settembre, del più grande evento di sport estremi acquatici d’Italia, il Colossal Extreme Show.
MASCARENHAS OUT
EREDE SENSINI
Il più forte canottiere romano degli ultimi anni, Bruno Mascarenhas, si è ritirato dall’attività l’1 settembre. In carriera ha vinto un oro mondiale e un bronzo olimpico.
La giovane civitavecchiese Veronica Fanciulli ha conquistato l’oro ai Campionati Mondiali Youth ISAF nella classe RS:X.
RUGBY MONDIALE Il Ct azzurro Nick Mallet ha convocato tre laziali per la Coppa del Mondo di rugby. Si tratta di Pratichetti, Bocchino e Toniolatti.
SIMONCELLI D’ORO Il fiorettista di Frascati Luca Simoncelli ha conquistato l’oro ai Mondiali militari di Rio de Janeiro.
TRAVERSATA DA OLBIA A OSTIA L'equipaggio del Tulku Canoa Roma ha effettuato la traversata in canoa polinesiana di 120 miglia marine da Olbia a Ostia in una giornata.
GOLF A ROMA Il 16 e 17 settembre, al Parco di Roma e all’Olgiata Golf Club, si svolge il Niki European Golf Club Championship, torneo giovanile internazionale.
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NEWS R RUNNERS. TUTTO SOTTO CONTROLLO Alla ricerca della performance migliore, chi oggi non cerca il massimo da se stesso? Quella dei runner è una categoria di atleti che raccoglie discepoli di tutte le età in cerca dello stato fisico migliore, ma una volta iniziato l’agonismo e la ricerca del primato personale vince su tutto. A questo punto le tecnologie danno man forte a tutti anche a noi “semplici” corridori della domenica. In questa occasione parliamo di un nuovo orologio da corsa che permette ai runner di vivere la corsa in modo ancora più dinamico e stimolante grazie alle sue funzionalità uniche, all’accattivante design e alla connessione diretta al sito www.nikeplus.com, la running community più seguita al mondo, con quasi 4 milioni di iscritti. Questo orologio è progettato con un’interfaccia utente estremamente chiara e leggibile che fornisce al runner tutte le informazioni necessarie durante la corsa. Consente, inoltre, di personalizzare e motivare la propria prestazione sportiva, con effetti sonori, sfide, promemoria relativi alla corsa e molto altro ancora. Durante la corsa acquisisce informazioni sulla posizione e mostra ai corridori i loro tempi, la distanza, il ritmo e le calorie bruciate, tutto su uno schermo di facile lettura e con un layout personalizzabile. Inoltre il ricevitore GPS lavora in tandem con un sensore applicato nella soletta della scarpa, per fornire dati precisi sul ritmo e la distanza. (a.b.)
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La tavola misura metri 2,90 e pesa 7 kg. È prodotta interamente in poliuretano
La pagaia è artigianale ed è prodotta al 100% a mano con legni esotici speciali ed hanno caratteristiche di alta resistenza e flessibilità
La Serie A ha conosciuto solo una volta lo spareggio per lo scudetto, nella stagione 1963/64, quando il Bologna battè l’Inter per 2 a 0
AD OSTIA LIDO ESPLODE LA SUPMANIA che compie sull'onda. Le tavole si differenziano in base alla specialità. Le tavole racing sono caratterizzate da carenature simili ad imbarcazioni, molto lunghe e strette per poter essere filanti al meglio su acqua piatta. Le tavole da cruising sono delle tavole larghe e lunghe, quindi più stabili, che vengono utilizzate per semplici escursioni su acqua piatta oppure come piccole zattere per pescare in mare. Questi due modelli sono sconsigliati per prendere l’onda, cosa invece possibile con i modelli wave, di solito prodotti artigianalmente e caratterizzati dal minor volume e linee simili alle tavole da surf tradizionali che possono pesare meno di 6 chilogrammi. L’aspetto che rende attraente il Sup è la praticabilità in varie condizioni climatiche, cosa che altri sport acquatici non consentono. Mare calmo per passeggiate, un pò mosso
LA 24 ORE DI ROMA IN MOUNTAIN BIKE Il 23 al 24 settembre, al Parco degli Acquedotti, lungo un circuito di 7,5 chilometri, si svolgerà l’edizione della 24 ore di Roma, evento internazionale di mountain bike che per 24 ore consecutive vedrà squadre di cicloamatori sfidarsi senza sosta.
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per avere più brio, con onde piccole o grandi da surfare per regalare emozioni difficilmente descrivibili. Il Sup a livello di fitness, infine, sviluppa ed irrobustisce arti superiori ed inferiori sostituendosi degnamente alla palestra. Francesco ADDESSE
Nella foto in alto il Presidente del Sup Wave Club di Ostia Lido, Fabio Giacomini che oltre ad essere un esperto di SUP è anche un costruttore di tavole di livello internazionale. Ce ne sono pochi al mondo che fanno le tavole artigianalmente. In basso alcuni componenti del club
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CHI L’HA DETTO
Allora signor Rocco, che oggi vinca il migliore
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«Allora signor Rocco, che oggi vinca il migliore». E lui risponde: «Speremo proprio de no...». Famoso per aver proseguito la tradizione del catenaccio, Nereo Rocco portò in alto il Padova grazie ad una tattica utilitaristica che cercava di limitare giocatori avversari dalla capacità tecnica superiore. Fu così che quando, alla vigilia di una gara contro la fortissima Lazio di allora, un giornalista fece un augurio all'insegna del fair play, il Paron non la prese bene NEREO ROCCO
Ad Ostia già da qualche anno è esplosa la mania dello “Stand Up Paddling” (conosciuto come Sup). Il Sup nasce in California per opera dei beach boys circa 20 anni fa, quando uno di loro per gioco usò un remo ed un longboard pagaiando in piedi sulla tavola. Non aveva inventato nulla, visto che questo era il modo con il quale pescatori e viaggiatori polinesiani superavano le onde fin dai tempi remoti. Sostanzialmente è uno sport trasversale, perché abbraccia varie discipline e può essere praticato sul mare, fiume o lago. Le differenti attività per praticare il Sup possono essere: semplice fitness, escursionismo, racing e wave. Si organizzano anche gare sia nel racing, cioè chi effettua il miglior tempo da una boa all'altra, che nel wave, la specialità più spettacolare in quanto l’atleta viene giudicato in base alle evoluzioni
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Con la vittoria del 2010 agli Open di Francia, Francesca Schiavone è stata la prima italiana ad imporsi in un torneo del Grande slam di tennis
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2020: STATI UNITI E SUDAFRICA RINUNCIANO Con una nota diffusa su Twitter, il protavoce dell’Usoc Patrick Sandusky ha notificato alle città interessate alla candidatura per i Giochi olimpici del 2020 (New York, Chicago e Dalls) la scelta del Comitato olimpico di non partecipare alla corsa per organizzare l’Olimpiade del 2020. Anche il Sudafrica, attraverso l’annuncio di un portavoce governativo, ha deciso di non candidarsi per l’organizzazione.
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STAZIONE TIBURTINA
diSPORT
I SEGNI DEL NOSTRO PASSATO
L’invito ai nostri lettori è quello di segnalarci un luogo dove lo sport sia protagonista. Non è il caso di questo fazzoletto di cemento ormai abbandonato sotto i palazzi dei ferrovieri su Circonvallazione Nomentana nel comprensorio della Stazione Tiburtina. Eppure, non si poteva non raccontare la storia di questo campo nascosto agli sguardi dei più perché al di sotto del livello stradale che per tanti giovani è stato dopo la scuola un luogo dove giocare infinite partite di pallone con il gol che aveva luogo se la palla entrava nel “triangolino” formato dalla giunzione delle barre di ferro che formavano il canestro. Si, perché nel pomeriggio dei martedì e del giovedì quì si allenavano le giovanili del Dopolavoro ferroviario di Basket, il mitico DLF che spopolava negli Anni ‘70 e ‘80. Dietro uno dei canestri, su un muro portante dell’attuale Tangenziale Est (non visibile nella foto), era disegnata una porta regolamentare con la vernice bianca. Scriveteci per far rivivere storie e luoghi così...
VUOI SEGNALARCI UN LUOGO DEL TUO QUARTIERE DOVE LO SPORT È PROTAGONISTA? INVIA LA TUA SEGNALAZIONE A: redazione@spqrsport.it NEWS | 109
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CAMPIDOGLIO A CURA DELL’UFFICIO FOTOGRAFICO DI ROMA CAPITALE
NON SOLO SPORT Campidoglio, Fontana dei Leoni ai piedi della cordonata del Campidoglio, opera in basalto del XVI sec
“Coraggio Giappone, la Cerimonia delle Mille Gru”, evento conclusivo del percorso dei Viaggi nella memoria relativo alla tragedia di Hiroshima
Mosaico parietale (I secolo d.C.) rinvenuto nelle Terme di Traiano grazie ai lavori di scavo della Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale
Campidoglio. presentazione della Collezione Fausto Sarli nell’ambito delle iniziative di Alta Roma
Incontro con il Presidente della Repubblica Federale di Germania, Christian Wulff in visita ufficiale in Italia
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Il torneo di Wimbledon è un vero tabÚ per gli inglesi, che non lo vincono dal 1936, quando a trionfare fu Fred Perry
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DIANA LUNA Nata a Il Abita a Famiglia Professione Coach Segni particolari Prima vittoria dilettante Prima vittoria professionista Guadagni in carriera Fede calcistica Altri sport Hobby Animali
Roma 3.09.1982 Cannes, Francia sposata con Fabio Orlandini del Beccuto, madre di Elena golfista Roger Damiano bionda e occhi azzurri, come una vera star nel 1997, titolo italiano juniores nel 2004, Tenerife Ladies Open oltre 600.000 Euro Roma tennis e danza musica, letturatura, moda, arredamento, cinema, cucina una gatta, Betzy
POLA, FIUME E ZARA TORNANO IN CAMPO. 70 ANNI DOPO... Nella prima metĂ del ‘900, al panorama sportivo italiano contribuirono in maniera significativa gli Italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, poi dispersi dall’Esodo nel dopoguerra a causa della cessione di quei territori alla Jugoslavia. Il Football Club Grion Pola, l’Unione Spor tiva Fiumana e l’Associazione Calcio Dalmazia erano le squadre dei tre capoluoghi di provincia di Pola, Fiume e Zara, e quindi quelle le cui imprese suscitavano la piĂš ampia passione sportiva. Con la fine della seconda guerra mondiale e la polverizzazione del tessuto sociale, le tre societĂ si sciolsero. Dopo 70 anni scenderanno ancotra in campo al Flaminio il 21 settembre (ore 17:00). Madrina del sarĂ la fiorettista Margherita Granbassi, triestina ma di genitori Esuli istriani. L’incontro sarĂ seguito sotto l’aspetto giornalistico dall’intramontabile Bruno Pizzul, la cui voce riporterĂ la memoria alle imprese della nostra Nazionale. Presenti i campioni intramontabili dell’Associazione Vecchie Glorie Roma e Lazio, eroi dello sport giuliano-dalmato come Nino Benvenuti. Patrocina anche il Comitato Sandri. NEWS | 111
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La gara più controversa della storia del basket risale alle Olimpiadi di Monaco del 1972, vinta dall'Urss sugli Usa con un canestro all'ultimo istante di Belov
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RIFLETTORI SULLO SPORT Il personaggio del mese, il divo, l’uomo copertina: ogni numero alla ricerca delle star che anche grazie allo sport sono diventati le icone del momento...
STAR USCITA CINEMA: 18/08/2011 REGIA: Marcus Nispel SCENEGGIATURA: Thomas Dean Donnelly, Joshua Oppenheimer, Dirk Blackman, Howard McCain, Sean Hood ATTORI: Jason Momoa, Rachel Nichols, Stephen Lang, Rose McGowa, Ron Perlman, Bob Sapp, Leo Howard
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IL MUSEO DELLE ROMANE? INTANTO I TIFOSI FANNO DA SOLI! Del museo delle squadre capitoline si parla molto. Di quello giallorosso e di quello biancoceleste a Prati lì dove la Lazio ha le sue radici (l’Amministrazione ha già parlato con i vertici della Difesa per le aree delle caserme in dismissione. Ndr.). Ma, intanto, i tifosi, vera anima di un calcio che non c’è più hanno deciso di fare da soli. Come nel caso del Sodalizio, presente in Tribuna Tevere e con sede nel pub-museo Vecchi Spalti in Via Poggio Mirteto, che ha raccolto le maglie storiche della Lazio mostrate ai tifosi in ritiro. Un’iniziativa densa di significato...
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Birmingham City, la squadra inglese ha registrato nella scorsa stagione un singolare andamento: ha vinto la prestigiosa coppa di Lega, poi però è retrocessa
SPORTSMAN
Campione di Body Building, Arnold Swarznegger ha interpretato Conan prima di Momoa
JASON MOMOA Jason Momoa è sbarcato al cinema. L’hawaiano che dalla fine degli Anni ‘90 ha stregato il pubblico femminile televisivo con le sue apparizioni nella serie televisiva Baywatch, è stato scelto come protagonista di Conan il barbaro, un riavvio del franchise dedicato al personaggio creato da Robert E. Howard, dopo le uscite negli Anni ‘80 di Conan il barbaro e Conan il distruttore, entrambi interpretati da Arnold Schwarzenegger. Il personaggio, oggi intrepretato dall’ex modello 32enne è quello di Conan adulto. Conan ha visto la luce nel sangue della battaglia. Orfano di madre è stato allevato dal padre, fiero guerriero cimmero, che lo
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inizia al segreto della spada e dell’acciaio. Unico sopravvissuto al saccheggio del suo villaggio e testimone impotente della morte del padre, Conan è determinato ad avere vendetta. Diverse imprese e anni dopo, il ragazzo è diventato uomo ed è finalmente sulle tracce di Khalar Zym, il volgare assassino del suo genitore che ha ricomposto la maschera di Acheron per ottenere potere e immortalità. Lo asseconda diabolicamente la figlia Marique, strega letale che pratica la magia nera e cerca una giovane donna dal sangue puro da sacrificare sull’altare del delirio paterno. Spetterà all’audace barbaro salva-
re la candida sacerdotessa e sprofondare nell’abisso il malvagio Khalar Zym. Momoa nel film sfoggia un fisico possente, non proprio alla Schwarzenegger, frutto di tanti anni trascorsi in palestra e in piscina. «Sono un hawaiano - dice Momoa quindi il nuoto e il surf sono sport che ho nel sangue. Intrapresa la carriera da modello ho trascorso anni in palestra e sempre attento alla dieta. L’attività fisica è sempre stata una costante nella mia vita. Per interpretare Conan, ovviamente, ho dovuto spingere molto in palestra per aumentare la massa muscolare». Claudia FURLANI
ANTONIO ROSSI MAESTRO DI SPORT A settembre il più grande canoista azzurro di sempre, Antonio Rossi, è stato protagonista al Centro Tecnico Federale di Canoa e Kayak di Castel Gandolfo dell’Happy Meal Sport Camp 2011, il progetto che si rivolge ai bambini dai 6 agli 11 anni con l’obiettivo di fargli vivere giornate di sport, gioco all’aria aperta, sana alimentazione e tanto divertimento in compagnia del campione olimpico. Centinaia i bambini che hanno partecipato all’iniziativa, ai quali il campione ha spiegato i segreti della sua disciplina sportiva.
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NUOVA CASA PER L’HOCKEY Buone notizie per il movimento dell’hockey capitolino, che da anni regala enormi soddisfazioni in termini di risultati ma combatte con la carenza di impianti. Grazie all’interessamento del Delegato allo Sport Cochi è stata approvata la delibera 45 con la quale è stato dato in concessione al movimento un impianto sportivo in via Avignone.
TONOLLI DA LEADER Accordo raggiunto tra la Virtus Roma basket e capitan Tonolli, che per la gioia dei tifosi giocherà ancora una stagione con la casacca della squadra capitolina.
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La Roma ha giocato tre finali europee nella sua storia: un derby italiano con l’Inter e contro le inglesi Birmingham City e Liverpool
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ARTE SPORT
a cura della Prof.ssa Primavera MORETTI
CARRO O BIGA
artisticamente risente dell’influsso greco visti i decori esterni del carro, e da aggiungere che il restauro settecentesco ha probabilmente alterato questi abbellimenti grafici. Il guidatore (auriga) si collocava in piedi nel vano della carrozza.
CAVALLI
RUOTA i romani erano molto attenti all’aspetto tecnico, è da notare come la struttura dell’asse centrale e dei raggi sia all’avanguardia per funzionalità ed armonia.
LA BIGA ROMANA I
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n un ambiente della fine del Settecento è conservato il grande gruppo marmoreo romano della splendida biga trainata da due cavalli datata I secolo d.C. La sua dimensione (2,10 Mt. per 1,48) fa pensare agli archeologi una collocazione in ambienti pubblici. Quest’opera ha subìto un ampio restauro nel 1788 durante il pontificato di Pio VI (1775-99). La sala che conserva l’opera è appunto chiamata “della Biga” poiché lo stesso Papa ha voluto collocata al centro della sala.
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Vuoi suggerire un’opera per questa rubrica? Scrivi a redazione@spqrsport.it
l’autore ha voluto ricostruire l’aspetto della gara agonistica, infatti i cavalli sono nell’atteggiamento della corsa con le zampe anteriori sollevate in alto. Anche la bocca aperta sottolinea lo sforzo degli animali nella competizione.
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Dorando Pietri vinse la maratona olimpica del 1908 a Londra ma, arrivato stremato e sostenuto per un breve tratto da un giudice impietosito, fu squalificato
UNA TRAVERSATA RICORDANDO I TEMPI EROICI
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NEWS PETRA ECCLESTONE, NOZZE ROMANE Nozze da star per Petra Ecclestone, figlia del patron della Formula Uno Bernie. La bionda 22enne ha sposato ieri a Bracciano, al Castello degli Odescalchi, il fidanzato James Stunt. Una cerimonia definita faraonica dalla stampa britannica, a partire dalla spesa complessiva, che si aggira intorno al milione e mezzo di euro. Tra gli invitati EricClapton, l'ex team manager della Renault Flavio Briatore con la moglie Elisabetta Gregoraci l'ereditiera Paris Hilton e Sarah Ferguson, reale d'Inghilterra, con la figlia, la principessa Beatrice.
Da Roma, passando per Firenze con arrivo a Torino, le tre capitali d’Italia della storia. La corsa ciclistica svoltasi a luglio denominata Randonnée dell’Unità d’Italia e promossa dalla Provincia di Biella, ha visto al via anche un ciclista vestito proprio come ai tempi dell’Unità d’Italia sotto il Marc’Aurelio.
Il Castello degli Odescalchi è stato spesso teatro di matrimoni di personaggi famosi. Nel 2006 Tom Cruise e Katie Holmes convolarono a nozze a Bracciano. Nel 1998 Eros Ramazzotti vi festeggiò le nozze con Michelle Hunziker. Meno sfarzoso ma ugualmente indimenticabile, nel 1979, il ricevimento al castello dei neosposi Isabella Rossellini e Martin
Paris Hilton mentre esce dall’Hotel Hassler
Bernie Ecclestone
Flavio Briatore e sua moglie Elisabetta Gregoraci Alla guida… naturalmente Jean Alesi
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Il Mondiale di rugby, a partire dalla prima edizione del 1987, è stato costantemente appannaggio delle squadre dell’emisfero australe, con l’eccezione dell’Inghilterra, vincitrice nel 2003 in Australia
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VIAGGIO A PUNTATE TRA
GLI ENTI DI PROMOZIONE SPORTIVA
L’AICS E LO SPORT PER TUTTI a Carta dei Principi dello Sport per Tutti (Roma, 2004) è stata elaborata all'interno degli Enti di Promozione sportiva e dell'associazionismo sportivo di base aderenti al Forum del Terzo Settore, con il coinvolgimento, dal 2002 al 2004, di molte realtà anche distanti fra loro per provenienza culturale, campi di esperienza e storia. La promozione dello sport per tutti è espressamente raccomandata nelle Conclusioni del Consiglio Europeo di Nizza del 7/8 dicembre 2000 (“Dichiarazione di Nizza relativa alle caratteristiche dello sport e alle sue funzioni sociali in Europa di cui tener conto nell’attuazione delle politiche comuni”). L'AICS (Associazione Italiana Cultura Sport) nasce nel 1962 come ente nazionale di promozione sportiva. Nel corso degli anni estende il raggio d'azione alle aree della cultura, delle politiche sociali, del terzo settore, del turismo, dell'ambiente, della protezione civile, della formazione. Attraverso la CSIT (Confédération Sportive Internationale du Travail),
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la FISpT (Fédération Internationale du Sport pour Tous), il BITS (Bureau International du Tourisme Social) intrattiene una considerevole rete di relazioni a livello internazionale. L'AICS rivolge una particolare attenzione verso linee di tendenza emergenti dalle grandi aree di sensibilità sociale. Lo sport si è dimensionato, in questi ultimi anni, quale fenomeno di costume e di massa. Nell'immaginario collettivo il "movimento" è diventato componente ecologica dell'ambiente e della mente, momento di partecipazione e di integrazione, antidoto terapeutico contro patologie psico-sociali ormai endemiche. L'AICS é riconosciuta dal CONI quale Ente Nazionale di Promozione Sportiva, dal Ministero dell'Interno quale Ente con finalità assistenziali, dal Ministero del Lavoro quale Ente di Promozione Sociale e dal Ministero della Solidarietà Sociale per l'attività a favore degli immigrati. Luca MONTEBELLI
PATTINAGGIO SU GHIACCIO Dal 19 settembre riapre i battenti Axel, la pista del ghiaccio di Roma a due passi dallo Stadio Olimpico. Primo giorni per i corsi guidati, mentre dall’1 ottobre ripartirà la stagione del pattinaggio libero.
A ROMA L’ICONA DEL PARKOUR Il francese Yoann Zephyr Leroux, attore, cascatore, modello, artista e soprattutto icona mondiale del parkour, è stato protagonista a Mondofitness di una due giorni di lezioni ed esibizioni con la presenza di oltre 200 praticanti romani.
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NEWS LA PRIMA USCITA DI ROSELLA SENSI La prima uscita da Assessore per Rosella Sensi, è avvenuta il 4 agosto scorso a Ostia, in occasione dei Campionati italiani estivi. Per l’ex Presidente della Roma è stata una giornata all’insegna dei grandi campioni, visto che insieme al Sindaco ha premiato il ct del Settebello d'oro Sandro Campagna e l'oro dei 200 e 400 stile libero Federica Pellegrini.
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15-09-2011
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Ma Ming-Yu, ingaggiato dal Perugia del presidente Luciano Gaucci, è stato il primo giocatore cinese ad essere ingaggiato nel campionato italiano
La ricostruzione di come il Circo Massimo ospiterà i Campionati di Tiro con l’Arco
ARCIERI AL CIRCO MASSIMO R
L’AUTOGRAFO
FISICHELLA Giancarlo Fischella, 38 anni, è stato il più forte pilota di Formula 1 romano della storia. Per lui, a fine carriera, anche la soddisfazione di guidare la Ferrari. Scrivici a redazione@spqrsport.it
Libri
R CICLISMO D’ALTRI TEMPI Un libro di AGOSTINO GAMBACURTA E GIORGIO DI GIUSEPPE A 100 anni dalla nascita di Carlo Gambacurta, romano, pioniere del ciclismo eroico degli Anni ‘20 e ‘30, viene raccontato agli appassionati di ciclismo le gesta sportive e la carriera che resero Carletto Gambacurta uno dei corridori più amati dai romani dell’epoca. La presentazione è stata curata dal Presiente della FCI Renato Di Rocco e dallo storico campione di ciclismo Alfredo Martini. Il libro è in vendita al costo di 18 euro presso l’agenzia di deposito Libroline Srl, Via Papiria, 56. Tel: 06.97274427.
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Massimo sarà teatro IllianiCirco dei 50esimi campionati itadi tiro con l’arco. Accadrà il 2 ottobre, quando i più forti arcieri provenienti da tutta italia si contenderanno il titolo italiano assoluti delle divisioni Arco ricurvo e Compound. La Fitarco, per celebrare i 50 anni di vita, ha voluto fortemente organizzare la finalissima in uno dei siti archeologici più belli e conosicuti del mondo. Il campionato inizierà giovedì 29 settembre al PalaFitarco, dove si svolgeranno le fasi eliminatorie per tre giorni. La finale al Circo Massimo, che si preannunica spettacolare, sarà anche un grande spot per la candidatura olimpica di Roma.
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14-09-2011
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Dopo la dissoluzione dell’Urss, l’ex squadrone sovietico disputò gli Europei di calcio del 1992 sotto la denominazione di CSI (Comunità Stati Indipendenti)
QUANDO LO SPORT FA MIRACOLI
ANTOGNOLI SUPER NEL LASER Il velista romano Luca Antognoli (CN Castelfusano) ha vinto a Civitanove Marche il campionato di distretto nella classe Laser Standard, superando la concorrenza di oltre 300 velisti.
Federica Pellegrini come ambasciatrice italiana delle Olimpiadi. Gallinari e Castrogiovanni a rappresentare gli “Altri Sport” del pacchetto Sky. La campagna è in multipiattaforma: on air dal 7 luglio sulla tv nazionale. Il piano media comprende i circuiti di videocomunicazione, stampa, affissione, radio, web e BTL
L’agenzia creativa è 1861 United; la casa di produzione Akita Film. Il regista è l’americano John O’Hagan. La location di shooting è stata Lodi, nel centro storico e sulle sponde del fiume Adda. Lodi è stata scelta per il suo sapore di classico borgo italiano. Lo shooting ha visto coinvolti, oltre ai testimonial, 300 comparse ed una troupe di oltre 60 persone.
Le novità tecnologiche per godere al meglio in tv la passione per lo sport e i suoi campioni, l’ironia e la creatività per raccontare in una manciata di secondi le tante novità della stagione Sky. Il claim è “Solo su Sky lo sport fa miracoli” e, negli spot tv, i testimonial interpretano la fede calcistica e sportiva degli italiani con scene divertenti che simboleggiano alcuni esempi chiave della unicità dell’offerta tecnologica Sky: dall‘Alta Definizione alle applicazioni di My Sky HD. L’ex campione dell’Inter Samuel Eto’o, ad esempio, è “freezato” nel gesto della rovesciata dal pulsante della pausa in diretta del MySky HD e sulla statua di Totti appare una goccia di sudore, visibile sulla fronte del capitano della Roma grazie ai dettagli visibili solo con la magia dell’Alta Definizione. La ricchezza dell’offerta del palinsesto sportivo di Sky è rappresentata dai protagonisti della prossima Serie A: ci sono Andrea Pirlo, impegnato in un tiro miracoloso che va a colpire una campana, Massimo Ambrosini e Stefano Mauri, alla prese con una sorta di ironica pesca miracolosa. Casualità vuole che la Serie A si sia aperta proprio con la sfida Milan-Lazio...
Il claim della campagna è “Solo su Sky lo sport fa miracoli” per sottolineare, con scene ironiche e divertenti, i features tecnologici Sky (per esempio, Eto’o freezzato dal pulsante della pausa in diretta del My Sky HD, il “miracolo della pausa in diretta”
R Ogni numero lo sport e i suoi campioni diventano pubblicità. Un viaggio nella storia e nel costume italiano... Domenico DE LUCA
Scrivici a redazione@spqrsport.it
COSTUME SPORT
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14-09-2011
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Nonostante fosse paese organizzatore, l’Italia dovette guadagnarsi l’accesso ai Mondiali del 1934 passando per un doppio spareggio contro la Grecia
FEDERICA PELLEGRINI COME MOSÈ. E SI APRONO LE ACQUE Federica Pellegrini apre le acque. Di un oceano in tempesta, dopo la post produzione. In realtà Federica, di fronte a un ventilatore che le muove i capelli è di fronte a una piscina, peraltro di acqua cheta simile a quella della sua società, la romana Aniene. Ti sei divertita nei panni dell’attrice per la nuova campagna Sky? «Sì, molto, è un’alternativa molto divertente a quello che faccio nella vita di tutti i giorni». A proposito del vestito magico Federica sostiene: «È un accappatoio normale e sotto indosso il costume da gara, ma nello spot avrò poteri magici”. Credi nei miracoli? «Certo, sono molto credente». Nello sport? «Speriamo vada bene a Londra, ma non vorrei parlare di miracoli».
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La vittoria del Sudafrica al mondiale di rugby del 1995, vittoria in finale con la Nuova Zelanda, ha ispirato il famoso film ‘Invictus’
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&SPORT
STEFANO MAURI IL PESCATORE DI “PALLONI” E L’AQUILA Massimo Ambrosini tunica Milan e Stefano Mauri saio Lazio sono alla prese con una sorta di ironica pesca miracolosa. Motivo differente dalla pubblicità per i manifesti per i quali il centrocampista laziale, con lo sfondo dello Stadio Olimpico, è accompagnato dallo straordinario simbolo della Lazio e della sua gente, l’aquila che fu delle Legioni Romane. Per Mauri, come spiegherà poi, «è stata una bella esperienza».
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17-09-2011
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Il Milan conquistò la prima coppa intercontinentale nel 1969, dopo una battaglia nella tana dell’Estudiantes della quale viene ricordata la violenza dei giocatori argentini
COSTUME
&SPORT
FRANCESCO TOTTI SANTO O COL CUCCHIAIO Negli spot televisivi o su manifestia che sia escono fuori tutti gli stereotipi ad hoc per il pubblico romanista e il suo massimo giocatore: il capitano con un cucchiaio a simboleggiare la parabola che prende il pallone su rigore tipica del repertoprio di Totti. Negli spot, invece, ecco uscire fuori il popolo giallorosso estasiato dal suo idolo pronto quasi a venerarlo. Ed ecco scoprire il senso commerciale dello spot: sulla statua di Francesco Totti appare una goccia di sudore, visibile sulla fronte del capitano della Roma grazie ai dettagli visibili solo con l’Alta Definizione
...DA ANGEL
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17-09-2011
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Dopo gli incidenti nella finale di coppa del re di Spagna del 1984, con rissa in campo tra Barcellona e Athletic Bilbao, Maradona scrisse una lettera di scuse a re Juan Carlos
COSTUME
&SPORT
GELI A DEMONI
DA ANGELI A DEMONI Un passo indietro... Se oggi i giocatori di Lazio e Roma interpretano per Sky ruoli celesti, per preparare il derby dello scorso campionato Mauri e Vucinjc, girarono uno spot... sul set romano della Banda della Magliana per la serie televisiva Romanzo Criminale concomitante all’evento e sempre trasmessa da Sky.
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Il Kaiserslautern detiene un record singolare nella Bundesliga tedesca: è infatti l’unica squadra ad aver vinto il titolo (stagione 97/98) provenendo dalla Zweite Liga
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SPORT E NATURA Villa Borghese è il terzo più grande parco a Roma (circa 80 ettari), dopo Villa DoriaPamphili e Villa Ada e si estende in gran parte sul quartiere Pinciano. Il complesso fu acquistato dallo Stato italiano nel 1901 e ceduto al comune di Roma nel 1903 per essere stabilmente aperto al pubblico. Tanto è lo sport che si svolge al suo interno.
VILLA BORGHESE
LO SPORT NEL VERDE DI ROMA. 1A PUNTATA, VILLA BORGHESE
Il Bioparco e lo sport Forte è il legame con lo sport soprattutto giovanile. Tra le tante manifestazioni, anche l’adozione di un animale da parte della Maratona di Roma. Nella foto l’Assessore all’Ambiente Visconti, il Patron della Maratona Castrucci e il Presidente del Bioparco Giuntarelli. Accanto al Bioparco, la Valle dei Cani.«Il Bioparco - dice Paolo Giuntarelli - da quest’anno ha attivato una serie di convenzioni con diverse Federazioni, dal golf al rugby, dal nuoto all’atletica, ad esempio, che rappresentano un modo per legare lo sport all’ambiente. In sostanza prevedono la reciprocità nella promozione dell’immagine tesa ad alimenatre e dare visibilità allo sport per tutti e alla tutela dell’ambiente». Il parere di Marco Visconti, Assessore all’Ambiente di Roma Capitale: «Sport e ambiente rappresentano un binomio vincente su cui l’amministrazione Alemanno ha subito puntato in maniera decisa. Tante sono state le manifestazioni sportive promosse e organizzate all’interno delle ville e dei parchi della capitale con un duplice obiettivo: sensibilizzare i cittadini verso la tutela delle aree verdi, sottolineare il valore educativo dello sport all’aria aperta. Roma possiede un immenso patrimonio verde, valorizzarlo, incentivando la fruizione dei parchi come luoghi dove svolgere attività salutari e divertenti, significa iniziare un importante percorso di salvaguardia dell’ambiente».
Parco dei Daini Spiazzo utilizzato per progetti legati allo sport e per iniziative spontanee come quelle che portano tanti giovani il sabato pomeriggio e la domenica a disputare accese partite. Ma quello, agli inizi del Secolo, fu per tre anni il campo da giuoco della lazio di Ancherani e soci.
Percorsi attrezzati, iniziative sportive e un lago nel cuore di Roma L’estensione della villa favorisce iniziative sportive e scolastiche, attività nei percorsi attrezzati. È presente anche un lago con la possibilità di affittare delle barche. E vari sono i progetti a carattere sportivo che insistono su Villa Borghese come i Giochi sportivi studenteschi promossi dal Provveditorato agli studi di Roma e Fidal (25 gennaio e 16 febbraio), i Green Games, le Olimpiadi del verde, tante maratone, organizzate da associazioni sportive (l’ultima è stata il 10 settembre) o, il 6 gennaio, la Corsa del giocattolo.
Il Galoppatoio e le palestre sotterranee Al di sopra il grande galoppatoio e, accanto al parcheggio sotterraneo, una palestra e centro benessere
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Piazza di Siena Aperta tutto l’anno per chi vuole correre o giocare a pallone, a maggio si svolge il Concorso Internazionale Ippico e subito dopo il carosello dell’Arma dei Carabinieri. Nel corso dell’ultimo mondiale venne allestito il Fifa Fan Fest con partite in diretta di tutte le nazionali.
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17-09-2011
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Gli archi sono costruiti in modo diverso per cultura o zona. Oltre al tradizionale arco corto di legno attribuito ai greci, esistono i famosi archi lunghi chiamati Longbow in dotazione degli arcieri gallesi prima e inglesi poi. In Giappone, l'uso dell'arco Yumi è anche un esercizio di meditazione e viene insegnato in scuole "Dojo" con il nome di Kyudo (via dell'arco). Continua ancora la leggenda degli Unni, arcieri a cavallo, famosi per l'ineguagliabile rapidità di esecuzione tanto da essere giunti a riuscire a scagliare 12 frecce in 17 secondi a bersagli in movimento ( record del mondo detenuto da Lajos Kassai).
L'arco composto ("compound" in lingua inglese) usa un sistema di carrucole di tipo eccentrico che permettono di accumulare una maggiore quantità di energia muscolare nel sistema di flettenti e di ridurre di una percentuale che va normalmente dal 40% all'80% lo sforzo nel momento in cui si è teso l'arco.
tecnologie L’arco era originalmente costituito da un lungo listello di legno lungo all'incirca quanto l'apertura delle braccia dell'arciere che doveva utilizzarlo. Ha una sezione a "D" dove il lato dritto (detto "dorso") è quello rivolto verso il bersaglio. Solitamente il dorso dell'arco era ricoperto da uno strato di tendine, incollato al legno con colla animale, il che garantiva potenza e velocità. Spesso le parti terminali dei flettenti, i puntali o "tips", erano rinforzati in corno. La corda era solitamente costituita da una treccia composta da due o tre fili di lino, canapa o budello. La freccia viene appoggiata su una rientranza ricavata sul fianco sopra l'impugnatura dell'arco.
Tra i materiali utilizzati dall'antichità ai giorni nostri troviamo il legno di tasso, in tempi più recenti materiali metallici per le parti statiche (alluminio forgiato/fresato) in abbinamento a sintetici/polimerici tra cui fibra di vetro e fibra di carbonio per le parti flettenti. Anche le corde hanno subito miglioramenti: si è passato da fibre naturali come lino, tendini e crini di cavallo al dacron, fino ad arrivare al moderno Fast Flight che ha una resistenza e rigidità superiore ai cavi d'acciaio.
STRUMENTI La rubrica che racconta l’evoluzione dei materiali utilizzati per la realizzazione delle attrezzature di tutte le discipline sportive
A cura di Alberto BRUNELLA
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DEL MESTIERE
IL CALCIO DILETTANTISTICO IN CAMPIDOGLIO Si è tenuta in Campidoglio la presentazione del campionato provinciale di calcio a 11 dell'ASI Roma. Molte le novità attese per la nuova stagione che prevede la Champions Elite e l’Europa Elite. Il Presidente dell'ASI, On. Claudio Barbaro, ha consegnato gli oscar della passata stagione e un riconoscimento al calciatore dell'Hollywood Boccea Andrea Zuliani, primo classificato (in ambito nazionale) nella graduatoria dei cartellini verdi per gesti di fair play. Presenti alla conferenza anche Americo Scatena Responsabile del Dpt Arbitrale ASI Roma e Roberto Cipolletti Presidente ASI Provinciale di Roma.
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C R O N O G R A F I
L’evoluzione
La storia
Anche la piccola Grenada iscrive il proprio nome nell’albo d’oro dei mondiali di atletica, grazie alla vittoria del 19enne Kirani James nei 400 metri alla recente rassegna di Daegu
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14-09-2011
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Storie
Pochi sanno che Pietro Mennea detiene tutt’ora il primato mondiale sui 150 con il tempo di 14’’8 allo stadio Comunale di Cassino
SIMONE, GIANMARCO E GIORGIO SEMPRE CON NOI “In ricordo di Simone, Gianmarco e Giorgio. Sempre con noi”. Recita così la targa commemorativa apposta sull' ingresso del campo di calcetto dell'oratorio della chiesa di San Giuda ai Cessati Spiriti, all'Appio Claudio, intitolato dal Sindaco Gianni Alemanno ai tre ragazzi del quartiere morti il 4 settembre del 2010 in un incidente stradale a Vermicino. Insieme al Sindaco, alla cerimonia in omaggio ai due 18enni e al 19enne scomparsi, i loro familiari, Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo Ausiliare del settore Roma Est, il Pparroco don Attilio, l'Assessore alla Scuola Gianluigi De Paolo, il Delegato alle Politiche Sportive Alessandro Cochi e il consigliere capitolino del Pdl Giordano Tredicine. Palloncini bianche nel cielo hanno ricordato i tre ragazzi morti prematuramente. Ad uno di questi è stato attaccata una lettera a loro dedicata scritta da un amico comune. «Vedere una comunità raccolta per ricordare tre angeli - ha detto il sindaco - è importante. E' il modo in cuoi questi tre ragazzi strappati alle famiglie restino presenti, tra noi. Affidiamo allo sport il compito di educare, dare speranza e gioia di vita».
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R GIORGIO CALCATERRA
da Raccontare
IL GUMP DE ROMA Correre senza fermarsi mai
hissà se Robert Zemeckis, il famoso regista statunitense, abbia soggiornato nella Capitale prima del 1994. Magari si, e una volta sbarcato a Fiumicino è salito su un taxi per andare in centro. Gli indizi ci sarebbero tutti. Salito sul taxi “Padova 32”, si sarebbe intrattenuto per quella mezz’ora di tragitto con il conduttore. E già a metà Roma-Fiumicino gli sarebbe venuto in mente di girare un film su un uomo che non smetteva mai di correre. Forrest Gump, appunto, campione d’incassi a metà anni ’90. Chi era il tassista? Giorgio Calcaterra, romano, classe ’72, segni particolari correre, correre e correre. Come il personaggio interpretato magistralmente dal premio Oscar Tom Hanks, appunto. La prima corsa della sua vita, Giorgio, il “Gump de Roma”, l’ha fatta a 10 anni. Era il 14 marzo del 1982 e incoraggiato dal padre ha partecipato alla stracittadina della Maratona di Roma. Da lì in poi non si è fermato più. Ma mai per ambizione agonistica, nel senso che il romano volante non ha mai avuto mire di Nazionale o di fare il corridore per mestiere. Sempre tassista è rimasto, e la corsa la pratica perché ce l’ha nel sangue. Corre quando si sveglia, corre prima di andare a letto. Eppure, nonostante il suo “amatorialismo” estremo, ne ha vinte di gare, incluso un titolo mondiale (nel 2008) sui 100 chilometri.
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“ tS
Hai una storia da raccontare? Scrivici a redazione@spqrsport.it
LUCI NELLA NOTTE DI ROMA La Corsa Futurista vedrà i concorrenti sfilare di notte tra Campidoglio e Circo Massimo con una torcia sul capo. Nella foto il led a simbolegiare quella luce tanto cara ai futuristi.
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17-09-2011
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La prima uscita pubblica del campione brasiliano falcao a roma, fu in una parrocchia, la santa francesca cabrini. venne invitato da padre mario santirocchi storico maestro di calcetto della capitale
o t n e m i v o m n i i t t e Fum
I GIOCHI OLIMPICI VISTI DA WALT DISNEY
Comincia da questo numero la rubrica che rivisita lo sport attraverso i fumetti. Sotto la testata I Classici di Walt Disney esce la raccolta di storie sulle Olimpiadi in cui i vari personaggi si cimentano nelle discipline. Il rapporto tra la Disney e lo sport è sempre stato molto forte sia nello spazio dedicato alle striscie che nelle pagine di approfondimento “giornalistico” che intervallano le varie storie.
Topolino regalò negli Anni ‘70 anche una medaglia olimpica
MONDIALI DI ATLETICA: CADE IL TABU’ DEI DISABILI. È STORIA! Svolta storica ai Mondiali di atletica leggera di Daegu, Corea del Sud, che si sono conlusi lo scorso 4 settembre. Per la prima volta nella storia della rassegna, sono state aperte le porte ad un atleta disabile. Il sudafricano Oscar Pistorius, infatti, ha gareggiato nella prova dei 400 metri e nella staffetta 4x400 Il campione paralimpico, noto tifoso della Lazio,corre grazie a particolari protesi in fibra di carbonio denominate cheetah. Più precisamente gli strumenti di Pistorius sono tradotti come piedi flessibili, dall’originale ossur cheetah flex foot, e possiedono una caratteristica importante: ad ogni appoggio restituiscono circa il 90% dell’energia trasmessa sulla pista anzichè il 60% come un piede umano.
ANCORAGGIO: sopra il ginocchio su supporti a silicone FORMA: “L” due lamine da cui il nome “Blade Runner” MATERIALE: fibra di carbonio e titanio
LA PARTE INFERIORE: dotata di chiodi, simili a quelli usati dagli sprinter sp ort NEWS | 126
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14-09-2011
13:35
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Costante Girardengo detiene il record assoluto di vittorie nel campionato italiano professionisti su strada di ciclismo, conquistato nove volte
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COLOSSEO on la consulenza dell’associazione Roma Idea in questo mese andremo a scoprire il monumento più conosciuto al mondo: il Colosseo, chiamato anche Anfiteatro Flavio. La sua costruzione fu iniziata da Vespasiano nel 72 d.C. e fu inaugurato da Tito nell'80 d.C. Non più in uso dopo il VI secolo, l'enorme struttura venne variamente riutilizzata nei secoli, anche come cava di materiale marmoreo, cosa questa accaduta in gran misura nel 1600 d.C. durante il periodo dei Papa-Re. È per questo scempio che i cittadini romani coniarono la famosa frase: «quello che non fecero i barbari fecero i Barberini» riferendosi alla famiglia nobiliare che usò i marmi del Colosseo per abbellire i propri palazzi. Il Colosseo venne costruito con lo scopo di dare alla città un luogo degno della fama dell’impero. I giochi gladiatorii (combattimenti tra uomini oppure tra uomini e animali) venivano in precedenza svolti nell'edificio provvisorio in legno fatto costruire da Nerone nel Campo Marzio.
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L'edificio forma un'ellisse di 527 m di perimetro. L'altezza attuale raggiunge i 48,5 m, ma in origine arrivava ai 52 m. Il nome "Colosseo", che deriva dalla vicina statua del Colosso del Dio Sole (adattamento del Colosso di Nerone), si diffuse solo nel medioevo. Oltre ad essere usato per gli spettacoli gladiatorii , l’edificio fu adibito anche ad altre manifestazioni pubbliche, come spettacoli di caccia, rievocazioni di battaglie famose, ed esibizioni basate sulla mitologia classica. La tradizione che lo vuole luogo di martirio di cristiani non è comprovabile sul piano storico. Nell’adiacenza dell’Anfiteatro si trovavano anche dei club dove i sostenitori dei gladiatori si riunivano per organizzare il tifo ai loro beniamini durante la gara. È sorprendente, infatti, pensare che il monumento più famoso del mondo, nonché simbolo della Città Eterna, sia in realtà solo e semplicemente uno stadio. Primavera MORETTI Storica
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14-09-2011
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Jack Johnson è stato il primo pugile afroamericano a diventare campione del mondo dei pesi massimi agli inizi del secondo scorso
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Focus sul
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& SPORT La rubrica che racconta lo sport su celluloide olemiche, calcio scommesse, sciopero della categoria. Il calcio, purtroppo, ci sta abituando ogni anno a vivere situazioni che non c’entrano davvero nulla con la passione di milioni di tifosi. Allora abbiamo pensato di segnalare qualche film sul gioco più amato dagli italiani, con la speranza di far tornare qualche sorriso almeno ai tifosi della Capitale. L’entusiasmo intorno ai film di sport è testimoniato anche dal successo dell’iniziativa della Gazzetta dello Sport di distribuire un film come L’allenatore nel pallone, successo Anni ‘80 di Banfi.
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Federico PASQUALI
IL TIFOSO, L’ARBITRO E IL CALCIATORE
Regia Pier F. Pingitore Ita 1982 Pingitore gira un film sul calcio suddivisio in due episodi. Il secondo ha come protagonista il derby capitolino. Pippo Franco interpreta con la sua ironia Amedeo, tifoso romanista, figlio del titolare del bar “Forza Lupi” e fidanzato di Patrizia, figlia di Pecorazzi, suo datore di lavoro e noto tifoso laziale. Per non deluderli il giorno del derby tiferà per le due squadre con molta fatica.
A dicembre, si svolge l’edizione del Premio Atleta dell’anno di Roma Capitale. Ogni numero, proponiamo l’intervista ad uno dei premiati.
Elisa Santoni
L’INTERVISTA
Romana, classe 1987, ginnasta azzurra. Un anno speciale il 2010 per lei. La farfalla azzurra ormai ama volare solo tra i gradini più alti del podio. La squadra italiana di cui fa parte da anni, infatti, anche ai Campionati del Mondo di ginnastica ritmica di Mosca 2010 ha conquistato l’oro nel concorso generale e due argenti nelle specialità nastri e funi e cerchi.
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14-09-2011
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Battendo il 28enne canadese Jean Pascal per il titolo WBC dei pesi mediomassimi, lo statunitense Bernard Hopkins è diventato il più vecchio campione del mondo della storia della boxe: 46 anni e 126 giorni
ULTIMO MINUTO
ITALIA-GERMANIA 4-3
Regia Pupi Avati Ita 1987 Ugo Tognazzi, nel film Walter Ferroni, è il direttore sportivo di una squadra di calcio che vivacchia nella bassa classifica della Serie A degli anni ’80. Dopo anni di difficoltà e di bilanci “taroccati” Ferroni riesce a fare acquistare la squadra dal ricco industriale Di Carlo (Lino Capolicchio) per risollevarne le sorti.
Regia Andrea Barzini Ita 1990 Tre amici, Federico (Ghini), Antonio (Cederna) e Francesco (Bentivoglio), compagni di liceo e di militanza politica, fanno una rimpatriata per rivedersi, venti anni dopo, la semifinale dei Campionati del Mondo di calcio del 1970, quell’Italia-Germania finita 4-3 rimasta per sempre nell’immaginario collettivo.
IL MALEDETTO UNITED
regia John Huston Usa 1981
Regia Tom Hooper Inghilterra 2009
Il film ebbe un enorme successo anche grazie al cast. Sylvester Stallone e Pelè bastavano per acquistare il biglietto. Il film è ispirato alla cosiddetta “partita della morte”. Stavolta a sfidarsi sono alcuni prigionieri britannici e alleati rinchiusi in un campo di prigionia tedesco e una squadra di tedeschi.
Il film, basato sull'omonimo romanzo di David Peace, racconta i 44 giorni da allenatore dell'ex calciatore Brian Clough, il cui carattere e le cui bizzarrie lo resero un’icona del calcio inglese negli anni ’70, successore di Don Revie sulla panchina del tanto odiato Leeds United.
Cosa provi nell’essere premiata in Campidogli? Descrivici le tue emozioni. «Ricevere il riconoscimento come atleta dell’anno per il 2010, mi ha ovviamente fatto molto piacere. Lo sport che pratico, la ginnastica ritmica è tra quelle discipline considerate minori che poco saltano alla ribalta, anche se si è i primi nel mondo. Tanti sacrifici, pochi riconoscimenti, poche luci accese quanto si torna a casa con al collo una medaglia del metallo più prestigioso. Ricevere questo premio mi ha lusingato e riempito d’orgoglio. Per di più arrivare in Campidoglio , attraversare in uniforme ( faccio parte dell’Aeronautica Militare) la prestigiosa sala della Protomoteca e riceverlo dalle mani del Sindaco Alemanno, davanti a personalità illustri del mondo politico,civile e dello sport, con in sottofondo una musica mozzafiato e le immagini proiettate dei tuoi successi mi ha emozionato come non immaginavo». L’anno 2010 è l’anno che ti ha permesso di arrivare al premio: il racconto, quindi, di una stagione importante e piena di successi. «Ho vissuto un momento intenso, ho
sentito la mia Città vicina e queste sensazioni sono certa diverranno ulteriore stimolo per la mia carriera agonistica. Il 2010 è stato per me e per la mia squadra un anno intenso dal punto di vista lavorativo ma ricco di successi e soddisfazioni.Ci siamo allenate con costanza,con metodo giorno dopo giorno ponendoci obiettivi a breve termine e dandoci la motivazione giusta e la grinta necessaria per realizzare al meglio il nostro lavoro.Abbiamo affrontato con freddezza e determinazione diverse competizioni internazionali e prove di coppa del mondo,partendo dalla prima a Portimao in cui abbiamo conquistato un oro e due argenti. Due ori e due argenti invece nella seconda disputata a kalamata,in Grecia, e ben tre ori nella coppa del mondo giocata in casa, a Pesaro,a fine agosto, poco prima di partire per l’ultimo grande appuntamento dell’anno... i campionati del mondo in Russia.Qui la scuola italiana ha avuto la meglio battendo in casa le prime avversarie e conquistando il titolo mondiale per la seconda volta consecutiva... Inutile descrivere la gioia,la commozione e la soddisfazione di questa vittoria storica!». NEWS | 129
Qual è il tuo rapporto con Roma? «Sarò di parte ma per me Roma è la più bella città del mondo. Roma è la mia città, purtroppo non l’ho mai vissuta come avrei voluto considerato che vivo a Desio dall’età di 14 anni, ma ho con lei un rapporto viscerale. Provo orgoglio nell’essere romana e appena posso torno per godermela nella sua unicità». Film preferito e libro sul comodino? «Il cinema e la lettura sono due dei miei hobby. Uno dei miei film preferiti è “Il Gladiatore” la cui colonna sonora ha accompagnato uno dei nostri esercizi alle olimpiadi di Pechino .Sul mio comodino ho “Il Simbolo Perduto” di Dan Brown». Valentina DI FELICE
Scrivici a redazione@spqrsport.it
FUGA PER LA VITTORIA
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Pur facendo l'esordio nel ciclismo all'età di 32 anni dopo aver praticato lo sci di fondo, Maria Canins è riuscita comunque a vincere due volte il Tour de France e una volta il Giro d'Italia
A CURA DELL’UNIONE ITALIANA COLLEZIONISTI OLIMPICI E SPORTIVI
F I L AT E L I A E D I N T O R N I di Pasquale Polo
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V U O I V E D E R E P U B B L I C A T O I L T U O M A T E R I A L E D ’ E P O C A ? S C R I V I C I A R E D A Z I O N E @ S P Q R S P O R T. I T
Roma Olimpica... Ma nel 2004 Roma, fin dall’edizione del 1908 si è proposta per ospitare le Olimpiadi. Roma, era stata scelta superando prima Milano e poi Berlino, ma a seguito dell’eruzione del Vesuvio del 1906 e per l’ostruzione delle organizzazioni sportive e il ritiro dell’impegno del governo, dovette rinunciare, cedendo a Londra. Altre candidature vennero effettuate nel 1924, nel 1936 e nel 1944 (non disputate). Nel 1955, nel corso della Sessione del CIO di Parigi, finalmente la proposta italiana romana venne accettata. Dopo aver organizzato i giochi della XVIIa Olimpiade, Roma effettuò solo nel 2004 un’altro tentativo per organizzare i giochi Olimpici, ma la pur accreditata proposta venne battuta dalla votazione dei membri del CIO che vollero riparare all’errore dell’assegnazione ad Atlanta dell’edizione del centenario (1996) riportando i giochi ad Atene.
La rubrica che racconta i grandi eventi sportivi e i luoghi che hanno fatto la storia dello sport attraverso il materiale dei collezionisti
Serie di cartoline pubblicitarie per l’Olimpiade 2004 predisposte dal comitato promotore della candidatura olimpica
1995 – Affrancatura meccanica postale utilizzata dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) per la spedizione della corrispondenza, con la targhetta pubblicitaria della candidatura di Roma per le olimpiadi del 2004.
1995 – Cartolina e annullo speciale del 22 novembre 1995, utilizzato in Campidoglio in occasione della presentazione della candidatura olimpica di Roma 2004.
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1996 – Affrancatura meccanica postale utilizzata dall’Unione Italiana Collezionisti Olimpici e Sportivi (UICOS), con la targhetta “Verso Roma 2004” per sostenere la scelta di Roma per le olimpiadi del 2004.
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Fabio Capello, a segno in entrambe le circostanze, lega il suo nome alle prime storiche vittorie dell'Italia sulla Nazionale inglese: nel 1973, 2-0 a Torino e 0-1 a Wembley
Lo sai che... MARATONA INFINITA KNOCK-OUT Termine inglese, tradotto in italiano “fuori combattimento”. Il termine indica una causa di interruzione anticipata di un incontro negli sport da combattimento, quando uno dei due atleti non è più in grado di combattere dopo aver ricevuto un colpo dal proprio avversario. Nel pugilato il giudice di gara attende il ritorno al combattimento dell'atleta colpito dieci secondi dopo il colpo. Se questo non avviene, viene decretata la sconfitta per knock-out.
LET Abbreviazione della frase inglese “Let’s play again”, in italiano “rigiochiamo”. Termine usato nel tennis tavolo che indica l’inizio del gioco. Chi serve deve far rimbalzare la palla nel proprio campo da gioco e poi in quello avversario e ha una sola possibilità prima che il punto venga assegnato al suo avversario. Se la pallina tocca il nastro bianco che delimita la superficie della rete e cade nel campo avversario il servizio deve essere ripetuto, mentre se cade fuori il punto va all'avversario.
POOM È un grado del taekwondo che si ottiene se, pur avendo sostenuto gli esami per conseguire la cintura nera non si ha l'età necessaria ad indossare il relativo grado. Per il 1º Dan è necessario avere 14 anni, 16 anni per il 2º e 18 per il 3º. La soglia minima d’età è istituita in quanto, per poter indossare la cintura nera e i successivi gradi, è necessaria una maturità mentale e spirituale oltre che tecnico-fisica. Una volta raggiunta l'età necessaria, il Poom si converte automaticamente al corrispondente Dan, diventando così una cintura nera a tutti gli effetti.
PADDOCK Termine inglese, tradotto in italiano “recinto”. Negli autodromi indica il recinto dove stazionano i mezzi delle scuderie motoristiche. Negli ippodromi, invece, indica il recinto erboso dove, prima della corsa, si sellano i cavalli e i fantini li fanno riscaldare.
Ai Giochi olimpici di Stoccolma del 1912, il giapponese Siso Kanakuri scomparve dopo la partenza. Scovato nel 1962 da un giornalista svedese, raccontò di aver abbandonato la gara a metà strada trovando ospitalità presso una famiglia svedese. Era poi rientrato in nave (in incognito) nella sua terra. Nel 1967, 55 anni dopo, venne invitato a Stoccolma per tagliare il traguardo nello Stadio Olimpico.
IL GOLFISTA DEI RECORD Tutti pensano che Jack Nicklaus o Tiger Woods siano i golfisti più vincenti di sempre. In realtà, se si considerano i successi nei tornei professionistici, il più vincente di sempre è l’argentino Roberto De Vicenzo. Il golfista di Buenos Aires in carriera ha vinto 231 tornei, e ha chiuso in totoale 440 volte nelle prime tre posizioni.
PIÙ IN ALTO DI TUTTE La saltatrice in alto Antonietta Di Martino, avendo saltato 2,04 metri, non ha solo stabilito il record italiano, ma anche il record del mondo di differenziale. Essendo alta 1,69 metri, ha superato la sua altezza di 35 cm, impresa mai riuscita ad altre atlete nella storia.
ORIGINI DEL CALCIO L'antico Giappone col kemari (1000 a.C) e l'antica Cina con il tsu-chu (2600 a.C.) vantano i più remoti precedenti del gioco del calcio. Comune ai due sport era l'uso dei piedi, la presenza di una porta definita da due alberi o aste di bambù, e l'utilizzo di una palla realizzata con la vescica di animale gonfiata, oppure riempita da capelli femminili.
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GIOCHI
LE PIASTRELLE
DI STRADA R
astrelle si Il gioco delle pi apposini rre te pratica su ti e possitamente delimita battuta rra te in te bilmen di 16 medella lunghezza 1,50 cm o en m al hi rg la , tri azi, due sp tre in si suddivi dauna ca ri et zone di 4 m oco con gi di ee ar e at m chia na franca in mezzo una zo ri. et di almeno 8 m o è un diL'attrezzo di gioc ermengg le o, sco metallic parte inte concavo sulla scanane cu al n co feriore igliorano lature che ne m di tale so pe il a, nz re l'ade ulti deve disco, per gli ad re agli rio fe essere non in 800 gr.
racconta La rubrica che mpi di i classici passate una volta, quelli i nelle at spontanei pratic e. zz ia p lle ne vie e li... na io iz d tra i I gioch Dora Cirulli
ori, con redue o tre giocat amente se da e st po m TO co EN e M squadr izia valid REGOLA nques. Il gioco in vidualmente, o in limici si affronta india quelle delle bocce o delle péta na di campo appositamente deoprio, zo ili pr il lla sim ia i ne sa nc de la as ca io le e go t, poi un avversar ia un to da un giocator il boccino lancia ocatore lancia il suo primo paleche è rimasto più distante lanc to il gi lo el so piazza qu es ha o; e in ch cc a bo dr tata; lo st al ua ù sq auriti. La inarsi di pi e sotentando di avvic via finché essi non vengono es mero pari a quello dei palet ch . Vinsì nu ia co ar in e i, rs t, nt ve le pu av pa e a dr sc altro boccino acquisi uaazzato della squa palet più vicino alccino rispetto al palet meglio pi prefissato (13 per le gare individ o bo gi al i eg in a al punt no più vic e per prima arriv ce la squadra cha squadre). li, 21 per quelle etro e cinetri e largo un mo della lunm 16 o o ng lu oc , gi ta rra battu ee di gioc Campo da ssibilmente in te Il patracciate due ar È un terreno, po estremità del campo vengono da otto metri di terreno nullo. a ale e es vis st du , di le re di Al to . in ia ta qu nc an la qu metri; esse sono po: la mano del ghezza di quattrolanciato dall'estremità del cam fondo. di re se ea della lin let deve es rivare all'altezza l'indietro, deve ar
LA NAZIONALE DI SINCRO A ZOOMARINE A Zoomarine, il parco divertimenti di Roma, è andato in scena il Galà di Nuoto Sincronizzato. Uno show d’eccezione, con protagonisti i delfini e la Nazionale italiana di sincro, guidata dalla romana Laura De Renzis, ct delle azzurre. e con le coreografie coordinate da Giovanna Burlando.
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Prima dei recenti exploit, con le vittorie all'Europeo 2008 ed al Mondiale 2010, la Spagna era indicata come eterna incompiuta del calcio mondiale, avendo vinto solo l'Europeo del 1964, nella finale giocata in casa contro l'URSS
sp ort RECEP TAYYIP ERDOGAN PREMIER DELLA TURCHIA
Sui Giochi olimpici del 2020 «Non possiamo candidarci nello stesso anno a due avvenimenti di alto livello. Non ci interessano gli Europei, quindi puntiamo all’Olimpiade».
NEWS ANCHE LUIS ENRIQUE È UN IRON MAN
MIRKO VUCINIC CALCIATORE Sull’addio alla Roma . «Avevo già deciso di lasciare la Roma, dove è finito un ciclo. L’importante è che ora sono alla Juve, la squadra più amata dagli italiani e più conosciuta al mondo».
hanno detto…
R BEPPE SIGNORI EX CALCIATORE Sul calcio scommesse «Mi sono visto rovinare trent’anni di carriera. Ero abituato a rimanere sui giornali per tanto tempo solo per imprese calcistiche e non per cose così».
Quattordici anni di Liga, quattro da atleta di ferro, tre in panchina. Questa è stata la seconda metà della vita di Luis Enrique, 41 anni. L’esperienza da calciatore tra Sporting Gijon, Real Madrid, Barcellona e nazionali varie è nota. Restano gli anni di mezzo, quelli impiegati per andare a cercare se stesso e il proprio futuro oltre la soglia della fatica. Quelli nei quali è stato costruito un atleta di ferro, determinato, duro, altamente competitivo. Qualità alle quali il Luis Enrique allenatore ha poi sovrapposto la passione per il bel calcio. L’inizio del percorso avviene in Australia, dove nel 2004 si trasferiscei con la famiglia, a surfare. Parcheggiata la tavola, ecco le scarpe leggere e la passione per la corsa. Nel 2005 si presenta alla partenza della maratona di New York e alla prima esperienza sulla distanza chiude con un ragguardevole 3:14.09. Nel 2006 la passione si sposta sulle due ruote e l’asturiano si iscrive a una delle gran fondo di ciclismo più famose di Spagna, la “Quebrantahuesos”, o spezzaossa: 205 chilometri e 4 gran premi della montagna che copre in 6:42:42. Enri-
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que vuole scendere sotto le tre ore nella maratona, e sempre nel 2006 si cimenta sulla mezza maratona di Sabadell per preparare l’appuntamento di Amsterdam dove però chiude in 3:00:19. Il 2007 è l’anno più impegnativo per il Luis Enrique atleta. Inizia con la “Marathon de Sables”, la tremenda corsa nel deserto del Sahara in 6 tappe per una distanza totale di 245 chilometri tra dune, vento, sabbia e temperature che oscillano tra i 15 e i 45 gradi con tutto il necessario per la sopravvivenza, cibo incluso, da portare in spalla nel proprio zaino. L’ex nazionale spagnolo arriva in fondo, già di per se un grande successo, e in maggio fa il mezzo Ironman di Lisbona che gli serve per lanciarsi in una grande prestazione in quello intero di Francoforte, a luglio: 3.8 chilometri a nuoto, 180 in bici e una maratona intera vengono digeriti in 10:19:30. Non è finita: in settembre partecipa anche al Triathlon Olimpico di Banyoles (2:12:32) e in novembre raggiunge l’obiettivo prefissato: a Firenze taglia il traguardo della maratona in 2:57:58.
Luis Enrique, versione Iron Man
NICCOLO’ GITTO PALLANUOTISTA Sull’oro del Settebello «Ancora non ci credo di essere campione, è come se si avverasse il sogno che fai da bambino. Sono talmente felice che potrei farmi un tatuaggio con il logo dei campionati di Shangai».
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Il centravanti della Lazio, Miroslav Klose, che ha segnato 61 gol in 110 partite con la Nazionale tedesca, cerca l'assalto al record detenuto dal 1974 dal grande Gerd Muller, a segno 69 volte in 63 partite
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Sportinrete La nuova rubrica della rivista con le recensioni sui siti del mondo sportivo inizia dal sito ufficiale del capitano della Roma Totti...
www.asroma.it LA MAGICA IN RETE Il sito di Francesco Totti, pubblicato il 17 marzo in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia nella nuova veste grafica e in inglese, è ora realizzato con la tecnologia Adobe® Flash®. Alla prima visita non si coglie immediatamente l’organizzazione del portale, essendo questo suddiviso in varie sezioni che sembrano mutare tutte alla pressione di uno qualsiasi dei link presenti. Il sito è suddiviso in tre sezioni: la testata, su cui scorrono, oltre ad alcune immagini, le date degli appuntamenti salienti che riguardano la squadra; il fondo, in cui si alternano i messaggi promozionali; il corpo centrale, che a sua volta si suddivide in due parti a seconda delle aree esplorate. I contenuti sono molti, divisi tra: News, speciali e video; il Team, che comprende le informazioni sulla rosa, le giovani e sugli 80 anni di vita della Roma, tra immagini, statistiche, e biografie; Ticketing, dove si trovano i dettagli necessari per assistere alle gare del club, dai prezzi ai consigli per raggiungere lo stadio, alle foto dei settori dell’Olimpico; Corporate, che dedica ampio spazio alla comunicazione istituzionale tra società e investitori. Il portale riscuote grande successo in Italia e nel mondo, con gli oltre 10000 utenti registrati ed il milione di visitatori unici solo negli ultimi 4 mesi; contatti provenienti praticamente da tutti i continenti!
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a cura di Simone AMATI sportincomune.it
UNA CORSA TRA I PARCHI Il 2 ottobre si svolgerà la 2ª edizione della Roma Ecomaratona, 42 km che interesserà parte del territorio del Parco regionale dei laghi di Bracciano e Martignano, e il Parco regionale di Vejo.
ROMA NO LIMITS URBAN Torna il 2 ottobre a Ponte Milvio la Roma No Limits Urban, seconda edizione della corsa più pazza del mondo nella versione urbana ideata da Umberto Silvestri.
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Matteo Manassero, speranza assoluta del golf italiano, è stato il più giovane golfista a vincere una prova dell'European Tour, il Castello Masters in Spagna, all'età di diciassette anni, sei mesi e cinque giorni
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Nelle tre schermate lo spazio dedicato alla storia giallorossa, vicino quello appannaggio del settore giovanile giallorosso e in ultimo la parte del sito riservata ai filmati attuali e d’epoca.
SCATTI D’AUTORE
w w w. a s r o m a . i t La foto è in Via della Colonna Antonina, tra Montecitorio e il Pantheon, è di una improvvisata partita a ping pong. Un gruppo di appassionati si diverte a giocare nei posti più strani, lasciando tutto com'è: tipo il tavolo di un bar o di un ristorante senza spostare bicchieri, piatti o quant'altro si trova lì al momento dell’"attacco", mettendo la rete e via! La foto è scattata da Andrea Pizzi, fotografo di moda e il mezzo utilizzato per lo scatto è un vecchio Ape. Curiosità: a destra in maglia rossa c’è un parrucchiere (Ivan Riggi) e a sinistra Andrea Fantin, laureato in fisica in partenza per una università francese.
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L’ANEDDOTO
« A Cardarè, tanti saluti da Altafini » CARDARELLI IN AZIONE
Dopo il passaggio dalla Roma all'Inter, Amos Cardarelli gioca il 27 marzo del 1960 un derby contro il Milan. I rossoneri si impongono 5-3, segna 4 reti Josè Altafini, alla cui marcatura era destinato il difensore romano. Tornato di corsa nella Capitale per trovare un po' di serenità, appena sceso dal
treno un facchino lo riconosce e gli grida: «A Cardaré, tanti saluti da Altafini». Uno sfottò simpatico segno di tempi eleganti.
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Jimmy Connors, grande tennista statunitense, detiene il record di tornei di singolare vinti in campo maschile: ben 109 successi, il primo nel 1972 a Jacksonville, l'ultimo a Tel Aviv 17 anni dopo. Nel palmares anche 8 prove del Grande Slam
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TUTTI GLI EVENTI DELLA TUA CITTÀ L’Evento, rivista specializzata di Roma Capitale, sceglie per voi i principali avvenimenti che si svolgono a Roma
BATTISTI IL TRATTO DELLE EMOZIONI Battisti pittore. È questo il tema della alcune tele realizzate dal grande interLucio mostra allestita all’Auditorium Parco della prete tra il ’69 e il ’72 e che hanno preMusica che raccoglie so il titolo da alcuni dei suoi brani più famosi. Oltre ai dipinti sono esposte anche le prime tre chitarre che Battisti stesso acquistò ancora minorenne. La mostra, curata da Gianni Borgna e Carla Ronga, evidenzia un genio creativo inaspettato che manifesta tutta la complessità e la ricchezza del suo essere. Le tonalità utilizzate sono contrastanti e traducono con precisione quei sentimenti e temi già raccontati dalle sue parole. Si va dai colori intensi e solenni della Collina di Ciliegi alle sovrapposizioni e sfumature di Sognando e risognando, dal particolare di Una giornata uggiosa, monotona e triste, dove tutto è uguale e ripetitivo, all’universalità de La macchina del tempo, coi suoi colori decisi e i numeri grandi e violenti attorno a una carcassa di sveglia. Se con la sue composizioni ci ha fatto sognare, piangere e innamorare - Battisti nell’arco della sua lunga carriera ha composto testi che rimangono ancora oggi, a tredici anni dalla morte, indelebili nella memoria collettiva – oggi scopriamo un artista a tutto tondo in grado di regalarci emozioni intense anche attraverso il tratto dei pennelli. Undici dipinti per una sintesi del mondo interiore di Battisti, a conferma della straordinarietà di uno degli artisti più discussi e al contempo celebrati della musica italiana da almeno tre generazioni.
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Francesca CELLAMARE (Ufficio Stampa Roma Capitale) Dal 14 settembre al 2 ottobre “Battisti, il tratto delle emozioni” Auditorium Parco della Musica Via Pietro de Coubertin Informazioni: 06 80241281, www.auditorium.com Ingresso libero
ULTIMI SCAMPOLI DI "ESTATE ROMANA" Il mese di settembre riserva ancora sorprese e divertimento tra manifestazioni storiche e nuovi progetti che fino adesso hanno riscosso un grande successo. Intanto prosegue l’apertura serale dei musei civici con spettacoli e concerti che donano agli spazi espositivi una veste diversa e più suggestiva. Particolarmente significative le visite guidate in sedici siti archeologici, generalmente chiusi, che la Sovrintendenza di Roma Capitale apre eccezionalmente al pubblico, tra cui l’Auditorium di Mecenate e il Ludus Magnus. Per il programma completo: 060608, www.estateromana.comune.roma.it
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Il nuotatore Michael Gross è stato uno dei mattatori degli Europei di Roma nel 1983. Il tedesco, detto Albatros per l'apertura eccezionale delle braccia, ha vinto 4 ori e un argento
SETTEMBRE - SEPTEMBER 2011
N. 09- ANNO 30 - N. 09 - YEAR 30TH
un OSPITE a
ROMA A GUEST IN ROME
SPORT
CINEMA
EVENTI
MOSTRE
MUSICA
TEATRO
14 settembre - 2 ottobre 2011
Battisti 'Outline of Feelings'
From 14 September to 2 October
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SAFARI NOTTURNO AL BIOPARCO Nella magica atmosfera della notte il Bioparco apre eccezionalmente le porte per un’avvincente avventura. In compagnia dello staff dotato di torce schermate, per non infastidire gli animali, si potranno ammirare giraffe, elefanti, lemuri, tigri, orsi e molti altri esemplari per scoprirne tutti i segreti più nascosti. Le partenze del Safari sono scaglionate in 6 fasce orarie con gruppi di 50 persone. La prenotazione è obbligatoria e si effettua solo su www.bioparco.it 16 settembre - Bioparco Largo Gassman Informazioni: 06 3608211 Orario: 20.30 - 20.45 - 21.00 21.15 21.30 - 21.45 Ingresso: €6.50. Bimbi dai 4 anni in su. IL FASCINO ITALIANO A HOLLYWOOD Una carriera folgorante, il successo negli Stati Uniti, grandi love story tra vere e presunte, due divorzi e una vita interrotta all’improvviso. A 40 anni dalla morte Anna Maria Pierangeli, una delle prime attrici del nostro Paese ad affermarsi nel cinema statunitense negli
Momenti indimenticabili che hanno fatto la leggenda dello sport
IL RECORD ROMANI DI BUBKA
Battisti, il tratto delle emozioni
FESTIVAL DELLA LETTERATURA DA VIAGGIO Raccontare il mondo attraverso diverse forme di narrazione del viaggio. La quarta edizione del Festival della letteratura da Viaggio conferma la sua vocazione con oltre venti appuntamenti e incontri con autori, viaggiatori e narratori a diverso titolo. Per il 150° anniversario dell’Unità nazionale il programma si concentra sul viaggio in Italia e sui viaggi degli Italiani, partendo dai nostri grandi esploratori fino ad arrivare agli scrittori stranieri che vivono nel nostro Paese. Dal 29 settembre al 2 ottobre Villa Celimontana, Via della Navicella Info: www.festivaletteraturadiviaggio.it Ingresso gratuito per tutti gli eventi.
FILMATI NELLA STORIA
anni Cinquanta, viene raccontata con una mostra e una rassegna cinematografica. Giornali d’epoca, foto, locandine e cimeli rarissimi accompagnati dai film più famosi della Pierangeli, unica interprete italiana ad avere avuto un contratto settennale con la Metro Goldwin Mayer. Dal 21 settembre al 21 ottobre Casa del Cinema, Largo Mastroianni Informazioni: 060608, www.casadelcinema.it Ingresso gratuito “ITALIANE”, LA BALLATA DELLE DONNE FIERE Per la prima volta insieme sul palco, Lina Sastri, Tosca e Maddalena Crippa portano in scena il Risorgimento visto da una prospettiva inedita e originale. In 70 minuti un racconto dove musica e parole testimoniano la tenacia, il coraggio e l’intelligenza di donne straordinarie di cui sì è scritto poco, ma che tanto hanno dato per la costruzione della nostra unità nazionale. 20, 21, 22 settembre Teatro Argentina Informazioni: 060608 IL GIARDINO GIAPPONESE, L’ESTETICA DELLA TRADIZIONE I migliori esempi di architettura paesaggistica del Sol Levante in trenta fotografie esposte all’Istituto giapponese di Cultura a Roma. Immagini di particolari e di vedute d’insieme che svelano retaggi ancestrali di ispirazione filosofica, accompagnati da testi scritti tra l’XI e il XII secolo dal nobile Toshitsuma Tachibana, considerati ancora oggi i principi ispiratori per la corretta disposizione, secondo natura, di tutti gli elementi nei giardini nipponici, acqua compresa. Fino al 1° ottobre Istituto Giapponese di Cultura Via Antonio Gramsci, 74 Informazioni: 06 3224754, www.jfroma.it Ingresso libero NEWS | 137
L’ucraino Sergej Bubka, il più grande atleta di salto con l'asta di tutti i tempi, il 31 luglio del 1994, al Sestriere, stabilisce il record del mondo all’aperto saltando 6,14 metri. Record ancora oggi imbattuto e che ormai è destinato a diventare uno dei primati più longevi dell’atletica leggera.
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Paola Pigni detiene tutt'ora un record imbattuto nell'atletica italiana: è stata la prima donna a correre 1500 metri (dove ha vinto anche un bronzo olimpico), 5.000, 10.000 e maratona
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R PAOLO DI CANIO Swindon - Dopo la rissa in Carling Cup, lo Swindon si schiera col tecnico italiano e dispone la cessione in prestito dell'attaccante protagonista della lite. Gli inglesi sono divisi...
ROBERTO DI MATTEO Londra - L’ex centrocampiosta della Lazio e della Nazionale è da poco diventato il vice di André Villas-Boas al Chelsea
ANDREA BARGNANI Toronto - Con il lockout dell’NBA che non accenna a sbloccarsi, Andrea Bargnani si è “concentrato” al meglio sull’avventura della nazionale italiana agli Europei di basket in Lituania. E con i 36 punti nella gara vinta contro la Lettonia è diventato il miglior marcatore italiano di sempre in una fase finale di un campionato europeo
Brno -Sulla difficile pista della Repubblica Ceca, il centauro romano centra una vittoria e un secondo posto, riaprendo il discorso per il titolo. Ma sarà poi frenato da una frattura al piede a Nurburgring. Lui è comunque sceso in pista resistendo fino alla fine.
MAX BIAGGI ARON WINTER Toronto - L’ex centrocampista olandese della Lazio, nato in Suriname, e cresciuto a pane e 43-3, sta tentando di esportare il modello Ajax anche a Toronto, squadra di cui è allenatore. Con Winter in sella, anche i rapporti con la stampa sono cambiati: in una lettera indirizzata a tutti i media, il tecnico olandese ha messo in chiaro: «niente taccuini, macchine fotografiche o telecamere negli spogliatoi». I giornalisti locali (viste le abitudini americane) non l’hanno presa per niente bene.
Emirati Arabi Uniti - L’ex fantasista biancoceleste a da poco firmato un contratto milionario con l'Al-Ahly quando sarebbe potuto benissimo andare a giocare in Spagna
LUIS JIMENEZ
Etiopia - Campione del mondo e mister della Lodigiani 2003/04, allena gli etiopi del Saint George
BEPPE DOSSENA
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Paula Newby-Fraser, atleta dello zimbabwe, ha un record difficilmente egaugliabile. dal 1986 al 1996, ha vinto per 8 volte l’ironman world championship, l’evento di triathlon piu’ prestigioso del mondo
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GAJARDA VOLA CON SPQRSPORT
Gajarda 2011, la macchina costruita dall’Università La Sapienza, Facoltà di Ingegneria, ha gareggiato nella Formula Student Germany svoltasi all'inizio di agosto, con il logo SPQR SPORT. Ottimi i risultati ottenuti con il 17° posto su 78 team partecipanti, secondo team italiano a soli 3 punti dal Politecnico di Torino classificatosi sedicesimo.
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La rubrica che fa scoprire come si vestono i campioni dello sport
1 Gilet
Da vero rocker! Nero, con le maniche sfilacciate e la catenella attaccata al taschino in stile “Easy Rider”.
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2 T-shirt
Bianca con disegno stilizzato black al centro. La manica non è troppo larga né troppo stretta: giusta per esaltare i bicipiti.
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3 Pantaloni
Bianchi, di cotone, stretti in vita e larghi in fondo. Ideali anche per una serata d’estate in un locale chic.
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4 Occhiali
Neri, in plastica, perfettamente in linea con lo stile del gilet.
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Di camoscio con fibbia dorata
Aldo Montano è uno degli sportivi più eleganti e stravaganti del panorama internazionali. «Amo fare shopping dovunque mi trovi», ha dichiarato l’olimpionico, un predestinato della scherma. Appartiene a una famiglia di grandi schermidori livornesi: il nonno Aldo, il padre Mario Aldo e tre cugini del padre hanno vinto medaglie olimpiche nel passato. Lui è arrivato al picco più alto, vincendo l’oro individuale nella sciabola ai Giochi olimpici di Atene.. NEWS | 139
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14-09-2011
Nel ‘42 vennero sollevati 380 kg dal canadese Phil landl
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LA SCHEDA
IL SIGNOR TENNIS Ho giocato a tennis per una vita. In carriera ho disputato 164 incontri in Coppa Davis, ho vinto due titoli al Roland Garros e tre agli Internazionali d’Italia. Ho vissuto, da giocatore e spettatore, a molte ere del tennis. Da quella dei miei tempi alle recenti, dove la potenza conta più dello stile. Eppure da piccolo praticavo altri sport, soprattutto il calcio. Tanti anni fa, proprio per questa mia passione, ho inventato, almeno così risulta agli storici, il calcetto. Poi è sbocciato l’amore per questo sport meraviglioso. Sono convinto che i bambini quando iniziano a fare uno sport la prima cosa alla quale devono pensare è il divertimento. Ma se i genitori, già da quando iniziano con i primi allenamenti cominciano a forzarli e a spremerli, li deviano e non li fanno arrivare da nessuna parte. I bambini si devono divertire. Poi, se hanno un buon maestro e hanno anche talento, non c’è dubbio, vengono fuori. Così è capitato con me. Lo sport per puro divertimento, si può fare sempre, del resto. Il tennis ancora di più, perchè è uno sport senza età. E fa bene al fisico e allo spirito. Poi se si vuole far sul serio ci vuole perseveranza e pazienza e soprattutto buoni maestri che ti facciano amare quello che fai. Un po’ come a scuola. se l’insegnante è quello giusto la materia la studi e la capisci. Una volta diventato un campione, però, è giusto anche godersi i piaceri della vita. E pensare al futuro. Questo non bisogna mai dimenticarlo.
I GRANDI CAMPIONI SCRIVONO PER NOI
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Nicola Pietrangeli
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l tennis ha origini antiche. Giochi con racchette e palline si praticavano in diversi paesi del mondo centinaia di anni fa. Il gioco da cui il tennis ha preso il nome aveva però in comune con quello moderno soltanto le racchette e la rete in mezzo al campo: era un gioco francese vecchissimo, che si chiamava paume e derivava a sua volta da giochi ancora molto più vecchi. Tuttavia fu l’inglese Walter Clopton Wingfield a fissare le prime regole nel 1875. La regolamentazione definitiva avvenne nel 1888 con la costituzione dell’associazione tennistica britannica.
LA STORIA
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LE REGOLE l tennis viene praticato con una racchetta e una pallina su un campo diviso in due da una rete. Il campo può essere in terra battuta, erba, cemento o materiale sintetico. Scopo del gioco è mandare la palla nel campo opposto, in zone delimitate da righe in base al tipo d’incontro, singolo o doppio, per far punto facendo toccare una volta a terra la palla nel campo avverso in modo che l’avversario non possa rispondere. Gli incontri hanno punteggi suddivisi in set: in base ai tipi di torneo gli incontri sono al meglio dei 3 o 5 set. Una partita è costituita da 6 giochi: se i giocatori sono sul punteggio di 6-6 si disputa un gioco decisivo, tie-break, per conseguire la vittoria sul 7-6, eccetto nel quinto set, dove si va a oltranza. Un gioco (game) è suddiviso in quattro punti: 15, 30, 40, vittoria; se i giocatori sono sul punteggio di 40-40 consegue la vittoria chi vince due vantaggi consecutivi.
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IL TENNIS A ROMA Nell’antichità i romani giocavano a pila, un antesignano del tennis. Lo sport come lo conosciamo oggi arrivò in Italia nel 1880, precisamente in Liguria, introdotto dagli anglosassoni insieme al calcio. Nel 1890 Domenico Menotti Garibaldi, figlio di Giuseppe, fondò la Società Ginnastica Roma, società sportiva che promuoveva anche corsi di tennis. Questa è la prima traccia ufficiale del tennis nella Capitale. Nel 1894 invece venne fondata a Roma la Federazione Italiana Lawn Tennis. Il primo circolo del tennis è datato 1906, e si tratta, ovviamente, del Tennis Club Parioli, ancora oggi il più importante circolo tennistico della Capitale e d’Italia.
LA PALLA In gomma rivestita da uno strato di feltro, ha un diametro di circa 6 cm e un peso di circa 58 gr.
BATTUTA Si esegue lanciando la palla verso l’alto con la mano libera e colpendola con la racchetta verso l’altra parte del campo. Deve essere effettuata rimanendo fermi oltre la linea.
DRITTO È il colpo effettuato colpendo la palla alla propria destra (o alla sinistra) dopo il rimbalzo. È il colpo più facile e più forte per la maggioranza dei giocatori.
ROVESCIO Si effettua colpendo la palla alla propria sinistra (o alla destra) dopo il rimbalzo. Può essere effettuato impugnando la racchetta con una o con due mani.
VOLÉE Si effettua colpendo la palla al volo, ovvero prima che rimbalzi nel proprio campo. La palla va colpita solo quando ha già superato la rete, altrimenti si commette fallo di invasione.
IL CAMPO Il rettangolo di gioco ha le seguenti dimensioni: 23,76-23,78 metri x 10,97 metri, compresi i corridoi laterali che sono larghi 1,37 metri e sono validi solo nelle partite di doppio. La rete divisoria ha un’altezza di 0,914 metri al centro e 1,07 metri ai pali di sostegno. Da ciascun lato della rete le linee a essa parallele sono distanti 6,40 metri; subito dopo 5,49 metri sono tracciate le linee di battuta. Ai lati e al fondo del campo di gioco deve esserci spazio sufficiente per i movimenti del giocatore, rispettivamente di 3,65 metri e 6,40 metri per le gare internazionali e 3,05 metri e 5,50 metri per le gare nazionali.
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17-09-2011
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LA TENUTA
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PILLOLE DI STORIA
VALERIO E SARTORIO Nel 1930, a Milano, si svolse la prima edizione degli Internazionali d’Italia. Il primo italiano in assoluto a vincerli è stata una donna, Lucia Valerio, che si aggiudicò l’edizione del 1931. Il primo uomo invece è stato Emanuele Sartorio, che vinse l’edizione del 1933, al quale seguì l’anno successivo l’altro italiano Giovanni Palmieri. PROFESSIONISMO I “Campionati professionali di tennis” erano i tre tornei più importanti del circuito tennistico internazionale tra il 1927 e 1968, quando tutti i tornei principali, compresi quelli del cosiddetto “Grande Slam”, diventarono competizioni per giocatori professionisti. Questi tre tornei si chiamavano: “Campionato di Wembley” che si disputava a Londra, “Campionato United States Pro” che si disputava a Boston e “Campionato French Pro” che si disputava a Parigi
Polsino Una piccola fascia di spugna da polso utilizzata per asciugarsi il sudore della fronte.
Racchetta In origine era di legno, poi in lega di metallo, infine in grafite. Le corde possono essere sintetiche (multi o monofilamento) o di budello. Ultimamente, con le nuove tecniche di gioco, si usa molto di più il sintetico o l'ibrido, mentre ci sono giocatori fra i top che cmq rimangono fedeli al budello. È importantissima la tensione con la quale si tirano le corde
Divisa Pantaloncini e maglietta per gli uomini, gonnellino e maglietta o top, o abitino per le donne.
MARATONA Il 24 giugno 2010, a Wimbledon, il match tra John Isner e Nicolas Mahut, supera tutti i record della storia del tennis per durata dell'incontro, numero di games giocati e di ace conseguiti in un match. Dopo l’interruzione del primo giorno per mancanza di luce, l’incontro viene disputato fino a raggiungere il quinto set con 59 games per parte, ma viene nuovamente sospeso per lo stesso motivo. L'incontro termina col punteggio di 70 a 68 al quinto set dopo 11 ore e 5 minuti di gioco. ABECEDARIO
LOB. Si gioca dopo il rimbalzo e consiste nello spingere la palla in alto per farla rimbalzare dietro l'avversario che quindi ne resta scavalcato. DROP-SHOT. Si gioca, per sorprendere l’avversario, dopo il rimbalzo della palla affinché il rimbalzo, in zona avversa, sia minimo e vicino alla rete. BACKHAND SMASH. Colpo spettacolare. Una voleé alta di rovescio colpita con le spalle alla rete. In Italia, Veronica, colpo reso famoso da Adriano Panatta. GRAN WILLY. Colpo effettuato soprattutto quando, dalla posizione davanti alla rete, si colpisce la palla in mezzo alle gambe mentre si torna a fondo campo.
Calzino Di spugna e corto, sotto al polpaccio
Scarpe In gomma, modelli appositamente elaborati per la disciplina.
COMODO ED ELEGANTE
Il tennis è da sempre sinonimo di eleganza. Il bianco è il colore più utilizzato, in alcuni casi è addirittura obbligatorio vestire di bianco. Negli ultimi anni però, grazie all’estro degli stilisti delle più note case d’abbigliamento sportivo, il colore ha iniziato a prendere piede, come nel caso dello spagnolo Rafael Nadal o delle sorelle Williams. Vista l’ampiezza dei movimenti, sia delle braccia che delle gambe, l’abbigliamento deve essere comodo e traspirante. Sono soprattutto le scarpe a dover essere comode e con la suola adeguata al tipo di fondo sul quale si gioca. Erba, terra rossa o sintetico, sono superfici radicalmente diverse che richiedono un tipo di scarpa differente. Le donne, negli ultimi anni, sono passate dalle gonnelline con lo short sottostante a veri e propri abitini, alcuni dei quali molto sexy. SPORT AI RAGGI X | 143
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19-09-2011
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Uno scatto che ferma una storia. Un’immagine che ha il potere di regalare un momento alla leggenda e suscitare emozioni. Istanti che rimangono impressi nella pellicola e nell’anima.
foto Getty Images
1947 - La Formula 2 a Caracalla Il pilota britannico George Abecassis prima della gara di Formula 2 svoltasi nel 1947 a Caracalla, da lui corsa da privato su motore Cisitalia Fiat D46. Per lui quel giorno arrivò un secondo posto. Imprenditore pilota, fondò la Hersham and Walton Motors, con la quale corse anche due GP di Formula Uno negli Anni '50.
1960 - Dalle scuole inglesi
1994 - Mondiali di nuoto a Roma Mondiale di Roma, 5 settembre del 1994. La cinese Jingyi le esprime la sua gioia dopo aver vinto i 100 stile libero con il tempo di 54:01, che costituì l'allora record del mondo. Le cinesi sbalordirono il mondo in quella edizione dei campionati dominando molte gare ed alimentando più di un sospetto, peraltro confermato dalla estemporaneità delle loro prestazioni.
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25 agosto 1960. Dalla Victoria Station di Londra, uno dei 400 scolari scelti per assistere all’Olimpiade di Roma. Il ragazzino ha 14 anni, si chiama Wiliam Gull, e viene dal quartiere del West Ham, famoso agli appassionati di calcio per la presenza della nota squadra di calcio, attualmente nella seconda divisione inglese.
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in viaggio nel tempo PALAZZO ROSPIGLIOSI
I romani del XVIII Secolo. Assistono all’allenamento dei cavalieri, chi su una sedia e chi in piedi mentre un cane richiede un piccolo pasto
Il cavaliere con la spada sguainata effettua l’allenamento formando sul terreno un solco per i ripetuti passaggi Una carrozza entra a Palazzo Rospigliosi
Siamo nel 1770: l’opera mostra spettatori guardare i cavalli che esercitano nel cortile di Palazzo Rospigliosi a Roma. Il palazzo ospita gli affreschi del soffitto dipinto da Guido Reni nel 17 ° sec. Opere d'arte originali. L’incisione di Giuseppe Vasi. Il Palazzo Pallavicini Rospigliosi sorgeva sulle rovine della Terme di Costantino e fu costruito dal famoso collezionista Scipione Borghese. Questa famiglia possiede ancora la metà del palazzo, mentre l'altra metà è stata per molti anni la sede della Federconsorzi (Consorzio Agrario Fedreação italiano) ed è attualmente la sede della Coldiretti (associazione di rappresentanza e assistenza agricutura italiano). Il palazzo è ancora abitato dalla famiglia e il casinò è affittato per riunioni.
Cavalli in attesa del proprio turno...
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SPQR SPORT, il mensile voluto dal Dipartimento Sport di Roma Capitale, è sfogliabile anche online sul sito www.spqrsport.it SPQR SPORT sarà presente anche nei principali social network ed inviato tramite newsletter. Un modo per raggiungere una fetta quanto più ampia della popolazione capitolina. Internet garantisce un’importante diffusione parallela rispetto al prodotto cartaceo che rispetta i canali classici della diffusione freepress: la rivista è distribuita in occasione dei grandi eventi sportivi della Capitale e anche sul territorio grazie alla scelta di esercizi commerciali (edicole, bar, etc) nelle piazze più importanti dei 19 municipi romani. L’elenco è consultabile sul web.
www.acea.it
Cento anni di know-how, una rete di acquedotti di oltre 46.000 km e acqua di qualità distribuita ogni giorno ad 8 milioni di italiani. Questa è la realtà di Acea. Una realtà all’avanguardia che fa bene all’ambiente, alla popolazione, al futuro. L’acqua, l’uomo, la tecnologia.