RASSEGNA STAMPA DEL 28 APRILE 2019

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38 Bassano

IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 28 Aprile 2019

IL CASO. L’altra sera in via Museo l’assessore regionale affrontata da un gruppo di “antagonisti” LAPOLEMICA. Reazionisdegnate alle parole sui«partigiani islamici»

Giovanisputano contro l’autodellaDonazzan

«Calmonte impari cos’è lalottaperlalibertà»

«Non mi hanno detto il loro nome, chiederò un intervento al Comune» Enrico Saretta

Sputi sull’auto di Elena Donazzan. È accaduto venerdì sera, quando l’assessore regionale all’istruzione si trovava in centro a Bassano per partecipare a una serata sull’asparago al museo civico con altri amministratori locali. Verso le 23.30, Donazzan ha fatto ritorno alla sua auto, parcheggiata nei pressi di via Museo, assieme al vicesindaco di Rossano Davide Berton. Qui, fuori da una sede comunale che ospita associazioni, ha incontrato alcuni giovani, che ha definito come «ancora esaltati dalle manifestazioni di ieri (si riferisce al 25 aprile, ndr)». «Sono andata a riprendere l’auto - racconta l’assessore e ho notato un gruppetto di persone che non mi guardava benissimo. Pace: mica posso piacere a tutti». Donazzan è salita in macchina con il vicesidnaco e ha messo in moto. È stato in quel momento che uno dei giovani ha camminato «ostentatamente» verso la sua auto. «Cercava di rendermi difficile l’uscita prosegue-. Allo stesso tempo, una ragazza mi ha sputato sulla carrozzeria. Un evidente segno di disprezzo, volgare arroganza, odio verso di

Lareplica

Raffica di reazioni contro il presidente del comitato di quartiere San Vito Ezio Calmonte. Il suo azzardato accostamento «partigiani come delinquenti islamici» non è passato inosservato. Ieri sono arrivate durissime prese di posizione nei suoi confronti. Il consigliere regionale Leu Piero Ruzzante, sollecitato da Delizia Catrini e Mauro Beraldin dell’associazione Articolo Uno di Bassano, ha annunciato che presenterà in Regione un’interrogazione urgente chiedendo a Zaia e alla sua Giunta «di dissociarsi e di condannare ufficialmente le parole irripetibili di Calmonte, in palese contraddizione con quelle pronunciate a Vittorio Veneto da Zaia stesso, e ogni altro insulto alla memoria dei partigiani». Anche il sindaco Poletto esce allo scoperto, annunciando che nelle prossime ore saranno valutati provvedimenti nei confronti di Calmonte: «Quanto ha scritto è inaccettabile - scandisce -. Abbiamo intenzione di verificare se ci siano gli estremi per una segnalazione per vilipendio all’autorità giudiziaria. Allo stesso tempo, considereremo quali provvedimenti di tipo amministrativo sia possibile prendere nei

«Solosguardi torvi,siamo antifascisti»

L’assessoreregionaleElena Donazzan

me». Donazzan ha fermato l’auto e ha chiesto ragione del gesto. «Mi sono presentata e ho chiesto a quella ragazza come si chiamava - riferisce - ottenendo in risposta soltanto silenzio. Anzi, il suo amichetto mi ha intimato di andarmene e mi ha detto che loro avrebbero negato visto che erano in tanti. Eccoli qua i democratici, tolleranti e probabilmente antifascisti. Tacciono sul loro nome di fronte alla responsabilità dei propri gesti, si spalleggiano forti del branco, scappano quando qualcuno, anche se donna, li affronta». L’assessore però non ha alcuna intenzione di lasciar cor-

rere. Per questo ieri mattina si è recata alla sede di via Museo, per farsi dare il nome di quella ragazza «piercing al naso e capello rossiccio lungo, che non ha avuto il coraggio, dopo il suo elegante gesto, di dire il suo nome». Ieri il ritrovo delle associazioni era chiuso. Ma Donazzan non si ferma: «Trattandosi di una sede di proprietà del Comune, concessa a delle precise associazioni, con dei responsabili come si conviene nella pubblica amministrazione, chiederò a un consigliere comunale di formalizzare una interrogazione al sindaco per sapere chi ha l’utilizzo di quegli spazi e chi fosse presente in sede». •

Durosfogodellafiglia delcomandanteCocco Leu: «Zaia condanni le frasi» Poletto:«Ipotesivilipendio»

Inserata lareplica deigiovani dellaboratorio"Rec",che organizzalamostra sulla Resistenzaalcentro Carotti. «Probabilmentea digiuno di polemiche,la nostra assessora all'Istruzionehadeciso di capitalizzarei nostrisguardi torvidopoil suo passaggio davantiallanostra sede scrivono-. Mentretornavamo allenostremacchine abbiamo notatoilsuo veicolo. Nessuno haimpeditoil transito. L'assessoreèscesaintimando auna nostraamica ecompagna difornirleil nome, causaun fantomaticosputo cheerain realtàrivolto all’asfaltoe dovutoal raffreddoredella ragazza.Disprezziamo l'azione politicadiElenaDonazzan ele sueinutili polemiche,ci repelle vedereinun ruolodipotere una figurachegirafieramentecon unacrocecelticaal colloe partecipaa commemorazioni perla Rsi. Sì, accettiamo l'accusa,siamoantifascisti». E.S.

GiovannaCocco

suoi confronti. Non escludiamo alcun tipo di misura». Secondo Poletto, Calmonte non avrebbe rispettato il regolamento dei comitati di quartiere, «che prevede che chi ricopre ruoli di responsabilità all’interno dei quartieri - spiega il sindaco - mantenga un comportamento consono». La questione dovrebbe essere discussa nella prossima riunione della Giunta comunale. Ieri sono arrivate anche altre reazioni da parte di alcuni esponenti politici locali. Interviene anche Carlo Ferraro, presidente uscente del consiglio comunale: «Non c’è pace a Bassano per i 31 Martiri del Grappa - afferma -. In queste ore si sentono e si leggono parole vigliacche, antidemocratiche. Come quelle di Calmonte, tristemente noto nei social network per i

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DEI CAMPIONATI DILETTANTI 2018/19

La corsa al Pallone d’Oro 2019 volge al termine, ma tutto è ancora possibile. In vista del rush finale

VALE 10PUNTI

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fino al termine dell’iniziativa i tagliandi standard avranno un valore di 10 PUNTI

I DIL ETT ANT I DEI CAM PIO NAT

Giocatore Squadra

Cognome Nome

A.C. Squadra

Oro X Argento itare Tagliando da recap

a:

Bronzo

Amatori

205 - 36100 Via Enrico Fermi,

Vicenza

suoi commenti spesso al confine del lecito. Ieri è toccata ai partigiani: non riportiamo le parole di Calmonte, indecenti, perché come ripudiamo la guerra, allo stesso modo rifiutiamo anche quel linguaggio tanto caro alla destra». Le parole di Calmonte hanno profondamente scosso anche chi la storia della Resistenza bassanese l’ha vissuta in casa. Giovanna Cocco, figlia del vicecomandante della brigata partigiana “Martiri del Grappa” Andrea Cocco “Bill”, si è presentata ieri in redazione al Giornale di Vicenza. Ha letto nelle esternazioni di Calmonte un’offesa «gratuita e immorale» a chi ha combattuto per liberare l’Italia dal nazifascismo. «Mio zio è stato impiccato in viale dei Martiri. La nonna in un quadro teneva una ciocca dei suoi capelli. Aveva 19 anni quando lo uccisero. Sono furibonda non si possono accettare certe parole. Possono esserci anche stati comportamenti scorretti da parte di pochi - afferma Cocco -: mio padre mi raccontò di aver scoperto un partigiano della sua brigata mentre rubava merce. Lo affrontò e lo mise in guardia che lo avrebbe denunciato dopo la guerra. E così fece. Bisogna però ricordare che i partigiani non mancavano di distribuire alla popolazione affamata i viveri lanciati dagli Alleati durante la notte». • E.S.


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Domenica 28 Aprile 2019

VENETO E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

DOMANISUL GDV.Fake news? Ilgioco d’anticipo

«Unarticolo correggi-la-fake-newsspessononè efficace:non arrivaagli utentiche le hannofatteproprieinquantoconfermailloromododivederelecose.Magiocare d’anticiposipuò».Lospiega,domanisulGdv,FabianaZollodell’UniversitàdiVenezia.

tel. 0444 396200 www.publiadige.it

FA_04522

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IL GIORNALE DI VICENZA

LA REGIONE E I PFAS. Ildirigente:«IlC6o4dimostracheènecessariaunalegge:ciaiuteràaTrissino»

«Nientefrenate:ilcasoPo serveabonificareMiteni»

te. Prima ci veniva detto che c’era solo terreni inquinati sulle sponde del torrente, poi ci fu la caccia coi carotaggi ad altri rifiuti interrati. Ora ci si è accorti che ci devono essere state per forza falle nella loro attività industriale. Abbiamo capito che l’azienda è insalubre, tant’è che l’abbiamo fatta chiudere. E questo è certo, perché se comincio a produrre C6o4 nel 2016, o GenX nel 2014, e già lo trovo a sette chilometri in falda, ho perdite nel processo. Ma con 15 chilometri di tubature non si sa dove. Hanno detto di non saperlo neppure loro, e va chiusa.

«L’areatornaaIcigperchél’hadecisoil giudice.MalavicendaGenX ha dimostrato che l’inquinamento viene dall’azienda, non dai terreni» Piero Erle

«Nessuno vuole rallentare la bonifica di Miteni, sia chiaro. Ma di certo non compete alla Regione la scelta fatta da un Tribunale in una procedura fallimentare. C’è un giudice che ha incaricato un curatore fallimentare: è un’altra giurisdizione, del tutto al di fuori di quella di Comune, Provincia, Regione». Nicola Dell’Acqua, direttore dell’area “Territorio” della Regione e commissario governativo per le opere anti-Pfas, risponde con tranquillità alle critiche delle Mamme noPfas al fatto che l’area Miteni torna in proprietà di Icig, con procedura stabilita dal Tribunale nell’iter del fallimento di Miteni. Critiche che si sono rivolte anche alla Regione. I comitati bocciano quella che ritengono essere una trattativa traIcige Regione.

Questa è proprio una visione sbagliata. Noi, in base a quello che dice il curatore fallimentare, abbiamo a che fare con chiunque si pone come proprietario dell’area: dobbiamo tenere la barra dritta sulle attività da porre in essere con urgenza. È esattamente quello che stiamo facendo, rispetto a una decisione non nostra ma del Tribunale. Cosavafatto?

Continuiamo a spiegare a tutti che ci sono due attività essenziali nell’area Miteni. La prima è il rafforzamento della barriera idraulica: va mi-

gliorata, l’ha stabilito la Conferenza dei servizi con la consulenza degli universitari. È la “messa in sicurezza”. Per questo abbiamo stabilito che chi subentra deve darci una fideiussione: c’è necessità che le opere vengano fatte, e se tocca farlo al Comune e alla Regione c’è un subentro in danno. Si fa, e poi si vedrà chi paga. Sempre che chi subentra come proprietario non osteggi quest’attività, ma su ciò non ci sono segnali. Le mamme però vi dicono: “Comefateafidarvidichihagestito tuttoil caos pregresso?”

Ripeto: non dipende dalla Regione! È il Tribunale a decidere. Potremmo chiedere tot milioni a tedeschi, lussemburghesi, giapponesi, per tirare via tutto. Ma non dipende da noi, ci sono le leggi. A noi spetta la tutela dell’ambiente, e abbiamo deciso che chiunque entra deve agire. I comitati accusano: “la Regione mette in secondo piano la tutela deicittadini”.

Ma scherziamo? Noi siamo lì per aumentare, intanto, la barriera idraulica. E poi per stabilire, assieme a Procura e Tribunale, chi si deve attivare per la necessaria bonifica. Ma sono due attività del tutto disgiunte: la messa in sicurezza è da fare subito. Vedo che i comitati l’hanno letta male, ma la Regione non dice “voglio aiutare chi entra”, bensì “devo tutelare l’ambiente”. Chiunque arriva deve darci la certezza che aumenta la barriera idraulica.

Hofirmato l’altaPfasanchein zonanonrossa,ma sololimitinazionali eviterannoricorsi NICOLADELL’ACQUA COMMISSARIOOPEREANTI-PFAS

Eperlabonifica?

È chiaro: spetta a chi ha fatto il danno. Noi abbiamo fatto denuncia e detto che secondo noi è stata Miteni, la Procura indaga su responsabilità precedenti. Ma dev’essere chiaro a tutti che non ci sono precedenti per il caso di GenX e C6o4 (i nuovi Pfas): li si conosce solo dal 2014. E qui c’è il collegamento col Po. Appunto: c’è chi pensa che la vicendaPo sia un“depistaggio”..

Ma no! È semplicissimo: GenX e C6o4 sono “sostanze emergenti”. Uno può dirci che non ha sporcato perché quel materiale non è nelle tabelle degli inquinanti, non è regolamentato con limiti massimi. Il Ministero della salute 2-3 anni fa ci ha detto: “sui Pfas è cosa vostra, dovete agire voi con l’Aia-autorizzazione ambientale per singolo stabilimento”. Ma noi lo ribadiamo: se ci fosse un limite fissato da legge nazionale sarebbe chiaro chi ha inquinato con questa sostanza, nuovo Pfas, usata dal 2014 e chi deve fare la bonifica almeno per C6o4 e GenX. Se fa bonifica dell’area, la fa comunquelabonifica pertutto.

Benissimo, e qui entra il discorso del Po: ci siamo accorti che il C6o4 transita sul Po in modo molto più preponderante. E allora se le altre Regioni non regolamentano le “Aia” per chi sporca il Po, da cui bevono cittadini veneti, non funziona neanche per il Veneto. E così si torna al punto centrale: servono tabelle che fissino limiti nazionali. I comitati accusano:“non è stato bloccato il C6o4 che è giunto in faldaa 7 chilometri daMiteni”.

C6o4 e GenX, ricordo, ci sono stati segnalati dall’Olanda: hanno dimostrato alla Regione che l’inquinamento di Miteni non proveniva solo da terreni inquinati ma anche

dall’attività industriale in sè. Per questo la Provincia ha potuto chiudere le attività. Ma attenzione: per queste molecole è stato creato il “Reach”, catalogo europeo delle sostanze chimiche. Capisco che si vuole prendersela con Comune, Provincia, Regione, ma ci sono enti statali che paghiamo perché facciano ricerca su questo: Iss, Cnr, Ispra, hanno contratti universitari, studiosi. Sono loro che devono dire al povero operatore Arpav che esce sul territorio quali sono le verifiche che deve fare. Come fai a dirgli 10 anni dopo “dovevi fare attenzione ai Pfas oltre che a cromo, metalli e altro”? Chi ci doveva dire che già nel 2008 gli Usa erano intervenuti? Ora andremo in procura a Rovigo a depositare tutte le carte sui C6o4 e il Po, ma è lo stesso che nel 2013: queste sostanze non sono regolamentate. Nel2015laProcuraarchiviòperchénonc’erano limiti statali.

Vediamo cosa accade ora. La Lombardia però ha recepito e messo nei panel la ricerca di C6o4, e il Piemonte è a conoscenza di inquinamenti molto più grossi nelle sue aree. Mi sembra sia chiaro: stiamo facendo tutto non per annacquare, ma per rafforzare l’iniziativa che vogliamo eseguire su Miteni. Se riesco a far capire che vanno messi limiti nazionali, so chi deve pagare la bonifica. Stiamo cercando di rendere robusta la procedura. Anche per dare elementi alla Procura, che per agire ha bisogno di tabelle del Ministero e deve anche stabilire se c’è dolo in questo inquinamento. Il caso Genx un anno fa portò il dubbiochel’inquinamentoinMiteninonfossedovutoarifiutiinterratimaagliimpianti:siègiuntia risposte conicarotaggi?

Proprio col GenX la situazione è cambiata completamen-

I comitati dicono: pernoi la bonifica è “via Miteni e via i terreni”. Ilritornodi Iciginfluisce?

Unaveduta aereadell’area Mitenia Trissino

Emergedalla relazionedei carabinieri Noe

OmissionidelloSpisal? FulaRegioneasegnalarle Èstata lastessaRegionea indicareai carabinieri delNoe chec’èstato unerrore nella valutazionedellasicurezza degliambienti dilavorodi Miteni.AVenezianon vagiù cheicomitati contro le mamme NoPfasalzinoil dito contro palazzoBalbi, citandoad esempioi contenuti della corposarelazione depositata nelluglio diunannofa dai carabinieridel Noeper la ProcuradiVicenza (checome notohachiuso le indagini individuandoil possibile rinvio agiudiziodi 13persone). In queldocumento, equestoha suscitatoscalpore, il Noe ha evidenziatoanchechein passatocipotrebbero essere stateresponsabilitàdello Spisaldell’Ulssvicentina perchénonhapresoin considerazionele segnalazioni giuntedal prof. GiovanniCosta medicointerno diMiteni,sulle concentrazionidiPfas(o meglio,diPfoa) nelsanguedei dipendentidellostabilimento diTrissino.Ma le conclusioni

sulla“errata proceduradi valutazione”chedenunciano i Noe nasconodauna ispezionedel giugno2017chei Noe fecero assiemea tecniciesperti dell’Ulss SerenissimadiVenezia,chenel novembresuccessivo elaboraronouna relazioneper i carabinieri.Insostanza, èstata la stessaRegioneadaiutarei carabinieria farelucesu comportamentichela Regioneha tenutoinpassato. Come detto,la Procuranon hacomunquedato seguitoalle ipotesi diomissionedi attid’ufficio,ancheperché sarebberocomunquescattati i tempidellaprescrizione. Quando uscironoi verbaliNoe,a metà marzo,con accuse anchesuArpav chenonsi accorseche quelliche Mitenidieciannifa spacciavaper pozzidi emungimentoacque eranoinrealtà già unabarriera idraulicadrena-inquinantiinfalda, ilgovernatore LucaZaia risposeai giornalistichela Regioneavrebbe comunquedato il viaaun’indagine internasuquantoaccaduto nel 2008-2009:probabilmente è ancoraincorso.

No. L’obiettivo resta che il Tribunale dica chi è colpevole dell’inquinamento e se sapeva di esserlo, perché dovrà farsi carico della bonifica. Per questo l’indagine della Procura e del Noe è fondamentale: siccome ci sono indagati vertici di multinazionali, vediamo se ci si può rivolgere a loro. Lo scontro popolazione-enti di controllo non aiuta nessuno, o forse aiuta chi la vuole fare franca. Dev’essere chiaro che quello che ha fatto la Regione dal 2013 non l’ha fatto nessuno. Ora vediamo se con quello che accade nel Po si muove qualcun altro: lì passano 5-6 chili al giorno di C6o4, diluiti fa 100 nanogrammi al litro, ma la diluizione è vietata. E sono quantitativi tali che fanno pensare non a chi usa i Pfas, ma a chi li produce, come era la Miteni. Ripeto: non puoi poggiare solo sulle autorizzazioni Aia a singole aziende per tutelare l’ambiente, servono leggi nazionali. Avete anche valanghe di ricorsi contro,per ilimitiposti sui Pfas.

Le dico di più: come responsabile regionale ho firmato nuovi provvedimenti per porre limiti all’uso di Pfas a catena lunga anche fuori dall’area rossa. Perché ci stiamo dando delle regole in Veneto. Facciamo quello che possiamo, ma finché non ci sono regole nazionali e io pongo limiti qui per probabilmente “pulire” qualche affluente del Po, ma in Lombardia e Piemonte non lo fanno, non solo creo concorrenza sleale tra imprese ma mi trovo comunque con l’acqua del Po inquinata. Quei limiti ci servono. • © RIPRODUZIONERISERVATA


REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Domenica 28 Aprile 2019

«Pochi infermieri, vecchi e mal pagati» Ma sono gli ultimi d’Italia per malattia Il dossier Cgil. La Regione: «Organico incrementato. Con l’autonomia compensi adeguati»

799

Gli operatori sanitari «persi» nel periodo tra il 2014 e il 2017

VENEZIA Dopo

lo scontro con la Regione sugli stipendi dei medici (retribuzione media annuale di 73.161 euro a fronte di un indicatore nazionale di 72.705, secondo il sindacato; di 79.547 euro rispetto a una media italiana di 75.241, la rettifica di Palazzo Balbi), la Cgil torna alla carica con il trattamento del comparto. Sempre basandosi sul conto della Ragioneria generale dello Stato, il segretario della Funzione pubblica, Daniele Giordano, denuncia: «La situazione è grave. Il Veneto è la quart’ultima regione del Paese e l’ultima del Nord nella classifica delle retribuzioni di infermieri, operatori sociosanitari (Oss), amministrativi, tecnici, addetti alla vigilanza: 28.941 euro di media, quasi 1300 euro in meno rispetto al parametro

nazionale di 30.239». Gli amministrativi percepiscono 515 euro in meno rispetto alla media nazionale; poi ci sono gli operatori della riabilitazione (-963), Oss, ausiliari e autisti (-mille euro). Molto peggio stanno vigilanti (2mila euro in meno), tecnici sanitari (-1.800) e infermieri (-1.210 euro). «La Regione poteva intervenire con risorse proprie aggiuntive, previste dal contratto e dalla legge nazionale, per incrementare i compensi — accusa Giordano —. Ma non l’ha fatto. E il numero di operatori è sceso, solo tra il 2014 e il 2017, di 799 unità: è come se fosse stato chiuso un ospedale di medie dimensioni». Si sono persi 556 amministrativi, 208 infermieri, 18 vigilanti, 142 tecnici. L’Usl 3 Serenissima risulta la più penalizzata, con -271

dipendenti, seguita dall’Usl 9 Scaligera con -170 e dall’Usl 1 Dolomiti con -149. Sono pure vecchi gli operatori veneti, stando al dossier, che indica in 48,24 anni l’età media del personale del comparto, a fronte di una media nazionale di 50,15. «Ma il 25% è sopra i 55 anni, con punte oltre media a Verona, Venezia, Rovigo, Belluno e Veneto Orientale — avverte Giordano — soprattutto per vigilanti e amministrativi. La Regione investa di più per svecchiare e implementare gli organici: sono insufficienti i recenti concorsi per 312 Oss, 70 infermieri e 44 tecnici di laboratorio». Saranno anche pochi, «anziani» e mal pagati, ma ai sanitari del Veneto la buona volontà non manca: risultano all’ultimo posto per giorni di malat-

tia, ovvero 8,184 per gli uomini e 9,378 per le donne, contro una media nazionale rispettivamente di 9,186 e 11,682. «Ancora una volta i dati del ministero dell’Economia testimoniano come la nostra sanità sia tenuta in piedi dal valore e dall’alta professionalità dei lavoratori», la conclusione della Cgil. In merito al calo del personale replica Domenico Mantoan, direttore generale di Sanità e Sociale per il Veneto: «Riguarda in particolare amministrativi e tecnici, più interessati alla razionalizzazione perseguita in questi anni. Il personale adibito a compiti assistenziali tra il 2014 e il 2017 è invece cresciuto di 341 unità, in termini di tempi pieni equivalenti. A fronte di un calo di 124 infermieri, si registra un

48

anni: è la media d’età dei dipendenti del comparto regionale

9 VE

aumento di 465 Oss. Ancora troppo poco rispetto a quanto avremmo voluto, ma nel 2018 era in vigore il tetto di spesa per il personale del 2004 meno l’1,4%». Quanto agli stipendi, precisa il dg: «Da tempo sappiamo che i nostri professionisti non percepiscono retribuzioni adeguate. Escluse le Province autonome di Trento e Bolzano, le prime quattro regioni per compensi medi sono tutte in piano di rientro ed erogano Livelli di assistenza ampiamente inferiori ai nostri. L’attuale sistema è molto penalizzante per chi lavora in Veneto e la Cgil dimentica che il recente contratto nazionale, da lei firmato, non prevede strumenti atti a valorizzare i professionisti delle Regioni virtuose. Né per perequare trattamenti così palesemente differenziati. La possibilità di incentivare i nostri operatori — chiude Mantoan — è uno dei punti principali della proposta di autonomia presentata dalla Regione e su cui la Cgil ha dimostrato scarsa sensibilità, se non aperta ostilità». M.N.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il bambino abbandonato a Rosolina

Neonatologia Le infermiere mostrano i regali arrivati per Giorgio (Biasioli)

Tute, berretti, calzini e biglietti «Qualsiasi cosa per Giorgio» ROSOLINA (ROVIGO) Tute da

neonato. Bavaglini, berretti, mutandine, calzini. Tutto già ordinato in pacchi dalle infermiere del reparto di Pediatria dell’ospedale «Santa Maria della misericordia» di Rovigo e pronto per essere consegnato a chi si occuperà di Giorgio, il neonato abbandonato mercoledì mattina lungo il muro di cinta del cimitero di Rosolina la cui storia ha fatto scattare una gara di solidarietà a livello nazionale. Da quando è stata resa nota la notizia dell’abbandono del neonato fino a ieri, al reparto di Pediatria dell’ospedale di Rovigo sono arrivate in modo assolutamente spontaneo numerose donazioni di abiti per il bimbo ribattezzato Giorgio dal nome dell’infermiera del Suem-118, Giorgia Cavallaro, che per prima l’ha stretto tra le braccia mercoledì mattina. Un tipo di solidarietà estremamente concreta, senza fronzoli. C’è chi ha lasciato il suo numero di telefono, chiedendo di essere ricontattato «se servisse qualcos’altro per il bimbo». Al posto di lettere o messaggi strappalacrime, o magari giocattolini, ci sono abiti. Tutine per coprire il neonato coi tipici colori da maschietto, di varie taglie cosicché possano tornare buoni magari anche tra un

anno o due. Ancora: berrettini azzurri, calzetti, mutande anche in questo caso di varia misura, una nutrita serie di colorati bavaglini per quando mangia. Il tutto già suddiviso, per tipo di indumento e per taglia, in pacchi che occupano entrambi i piani di un carrello da ospedale. Intanto, la vicenda del neonato abbandonato lungo il muro di cinta del cimitero di Rosolina continua a far parlare. Il Governatore Luca Zaia cita l’equipaggio del Suem-118 composto da Anna Tarabini e Marco Marangon oltre che da Giorgia Cavallaro. «Li abbraccio e li ringrazio di cuore a nome di tutti i veneti». Anche il deputato bellunese M5S Federico D’Incà ringrazia l’equipaggio del Suem è aggiunge: «Come ha sottolineato la ministra Grillo, ogni donna che si trova nel nostro Paese può partorire in ospedale in totale anonimato e sicurezza anche non volesse riconoscere il bambino». La leader nazionale di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni scrive così di Giorgio: «Abbiamo tutti lo stesso nome e mi sento anch’io un po’ legata a questa storia meravigliosa: un miracolo che ci ricorda quanto la vita sia straordinaria e degna di essere difesa sempre». Antonio Andreotti © RIPRODUZIONE RISERVATA


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REGIONE

DOMENICA 28 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

Le nuove politiche di sostegno de veccHi (caF cisl)

«C’è il rischio di non aiutare le famiglie più povere»

Per aiutare i centri per ll’impiego nel Reddito di cittadinanza arriveranno 145 navigator in Veneto

«Reddito di cittadinanza due mesi per il via libera» È il tempo di cui avrà bisogno il ministero per esaminare i dati dei destinatari In Veneto le domande sono 33 mila. Previsti 145 navigator e nuove assunzioni Nicola Brillo VENEZIA. Si è esaurita l’onda delle domande per il Reddito di cittadinanza provenienti dal Veneto, destinazione Inps. Allo scorso 6 aprile erano 27mila, al 26 aprile sono salite a circa 33mila. L’invio della domanda è il primo passo per accedere alle politiche di sostegno al reddito decise dal governo Conte. L’Inps ha già cominciato a vagliare le richieste e a rispondere alle domande con l’invito, per chi ne ha i requisiti, di recarsi in un ufficio postale per ricevere la Carta del Reddito di cittadinanza. Poi sarà la volta dei patti: in base ai requisiti si verrà convocati dai Centri per l’impiego per sottoscrivere un Patto per il Lavoro o dai Comuni per sottoscrivere un Patto per l’Inclusione socia-

le. Sulla parte relativa al Patto del Lavoro e ruolo dei navigator per accompagnare i disoccupati al lavoro trova delle critiche. «Ci vogliono anni di competenze per costruire un’organizzazione che possa dare sostegno all’occupazione, fare questo con un decreto e 3. 000 navigator non ci sembra la soluzione – commenta Raffaele Consiglio, segretario provinciale di Vicenza della Cisl –. La Regione Veneto da tempo disegna politiche attive con bandi e società già presenti sul territorio, secondo noi questa è la strada da seguire». Il ruolo dei navigator non è poi ben chiaro. «Non abbiamo ancora capito cosa farà il navigator, se sarà un vigile che controlla che il disoccupato accetti i lavori cui è stato chiamato – prosegue Consiglio – questa non è fare politica attiva. Politica attiva è vedere cosa man-

ca in Italia, e creare formazione e opportunità per rientrare, non è obbligare a fare domanda». VENETO LAVORO

Intanto la macchina organizzativa ministeriale prosegue, con l’arrivo dei navigator sono previste anche nuove assunzioni per i centri per l’impiego in Veneto, da tempo in sofferenza di organico. «Stiamo definendo assieme al ministero e all’Anpal le procedure con cui ci verranno forniti i dati dei destinatari, assistiti sulla parte sociale o sul lavoro – spiega Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro –. Il ministero ci dovrebbe consegnare le applicazioni entro un paio di mesi. Invitiamo quanti hanno ricevuto la Carta per Rdc di non recarsi autonomamente presso i centri dell’impiego, ma di attendere una no-

l’aggressione venerdì sera

Bassano, sputi contro l’auto dell’assessore Donazzan BASSANO. Aggressione all’assessore regionale Elena Donazzan. Sputi contro la sua auto. È accaduto venerdì sera, quando l’assessore regionale all’istruzione si trovava in centro a Bassano per partecipare a una serata sull’asparago al museo civico con altri amministratori locali. la sua auto. Verso le 23. 30, Donazzan ha fatto ritorno alla sua auto, parcheggiata nei pressi di via Museo, assieme al vicesindaco di Rossano Davi-

de Berton. Qui, fuori da una sede comunale che ospita associazioni, ha incontrato alcuni giovani, che ha definito come «ancora esaltati dalle manifestazioni di ieri (si riferisce al 25 aprile, ndr)». «Sono andata a riprendere l’auto – racconta l’assessore – e ho notato un gruppetto di persone che non mi guardava benissimo. Pace: mica posso piacere a tutti». Donazzan è salita in macchina con il vicesidnaco

e ha messo in moto. È stato in quel momento che uno dei giovani ha camminato «ostentatamente» verso la sua auto. «Cercava di rendermi difficile l’uscita – prosegue-. Allo stesso tempo, una ragazza mi ha sputato sulla carrozzeria. Un evidente segno di disprezzo, volgare arroganza, odio verso di me». Donazzan ha fermato l’auto e ha chiesto ragione del gesto. «Mi sono presentata e ho chiesto a quella ragazza come

TIZIANO BARONE, DIRETTORE DI VENETO LAVORO ALLE PRESE CON IL REDDITO DI CITTADINANZA

I sindacati sono dubbiosi sulla figura dell’assistenza tecnica. Barone: «Attendete la nostra chiamata» si chiamava – riferisce – ottenendo in risposta soltanto silenzio. Anzi, il suo amichetto mi ha intimato di andarmene e mi ha detto che loro avrebbero negato visto che erano in tanti. Eccoli qua i democratici, tolleranti e probabilmente antifascisti. Tacciono sul loro nome di fronte alla responsabilità dei propri gesti, si spalleggiano forti del branco». L’assessore però non ha alcuna intenzione di lasciar correre. Per questo ieri mattina si è recata alla sede di via Museo, per farsi dare il nome di quella ragazza «piercing al naso e capello rossiccio lungo, che non ha avuto il coraggio, dopo il suo elegante gesto, di dire il suo nome». Ieri il ritrovo delle associazioni era chiuso. Ma Donazzan non si ferma: «Trattan-

stra chiamata». A rimanere valide sono tutte le politiche attive messe in campo dalla Regione Veneto con l’Assegno per il lavoro e Garanzia giovani per finanziare la formazione di disoccupati di tutte le età. NAVIGATOR

Intanto sono iniziate le selezioni per diventare Navigator. Tra i 2. 980 da assumere in tutta Italia, in Veneto c’è posto per 145. È la figura centrale dell’assistenza tecnica ai Centri per l’Impiego, per supportarne i servizi e per integrarsi nel nuovo contesto caratterizzato dall’introduzione del reddito di cittadinanza. L’incarico di collaborazione avrà durata fino al 30 aprile 2021 e un compenso lordo annuo pari a euro 27. 338, 76, oltre a 300 euro lordi mensili a titolo di rimborso forfettario delle spese per l’espletamento dell’incarico, quali viaggi, vitto e alloggio. Le domande a livello nazionale hanno superato quota 20mila. Per diventare navigator è necessario aver conseguito una laurea magistrale (oppure vecchio ordinamento) in uno dei seguenti indirizzi: economia, giurisprudenza, scienze politiche, sociologia, psicologia, scienze della formazione. Scadenza bando 8 maggio. – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Elena Donazzan

dosi di una sede di proprietà del Comune, concessa a delle precise associazioni, con dei responsabili come si conviene nella pubblica amministrazione, chiederò a un consigliere

VENEZIA. «L’obiettivo del Reddito di Cittadinanza è quello di combattere la povertà assoluta, ma così come è scritta la norma, lo strumento risulta spuntato, lascia fuori moltissime famiglie che sono già in povertà e favorisce quelle con meno figli». Lorenzo De Vecchi è responsabile veneto dei Caf della Cisl, che in questi due mesi ha inviato all’Inps 10 mila domande, altri 2.500 appuntamenti sono in programma nella prossime settimane. «In questi giorni viaggiamo ad un quinto della domande rispetto a marzo: la spinta si è esaurita il mese scorso», aggiunge. Tra le varie critiche che muove allo strumento approvato dalla maggioranza giallo verde due spiccano. «La presenza di disabili in casa non viene correttamente tutelata dalla norma, anche dopo il correttivo introdotto durante la conversione in legge: il problema non è stato risolto e la misura non risulta sufficiente – commenta De Vecchi –. A questo si aggiunge l’indice di equivalenza familiare, che sfavorisce i nuclei numerosi». A rimanere fuori sono le famiglie numerose, in particolare di immigrati non residenti da almeno 10 anni. «Questo limite temporale taglia enormemente il numero di famiglie che si trovano in povertà e andrebbero aiutate – dice De Vecchi -. Questo lo vediamo confrontando le domande per Reddito di Inclusione, la misura nazionale di contrasto alla povertà: molti di quelli che lo percepivano, ora non possono accedere al Reddito di cittadinanza». A rivolgersi agli sportelli della Cisl sono per la maggioranza ultracinquantenni, espulsi dal mercato, che magari hanno vissuto tutta la loro vita ai margini, nel precariato. — Ni.Br.

comunale di formalizzare una interrogazione al sindaco per sapere chi ha l’utilizzo di quegli spazi e chi fosse presente». In serata la replica dei giovani del laboratorio “Rec” , che organizza la mostra sulla Resistenza al centro Carotti. «Probabilmente a digiuno di polemiche, la nostra assessora all’Istruzione ha deciso di capitalizzare i nostri sguardi torvi dopo il suo passaggio davanti alla nostra sede – scrivono –. Mentre tornavamo alle nostre macchine abbiamo notato il suo veicolo. Nessuno ha impedito il transito. L’assessore è scesa intimando a una nostra amica e compagna di fornirle il nome, causa un fantomatico sputo che era in realtà rivolto all’asfalto e dovuto al raffreddore della ragazza». —


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Corriere del Veneto Domenica 28 Aprile 2019

TV

Belluno

NUMERI UTILI ComuneBelluno sportellodelcittadino VigiliUrbani

belluno@corriereveneto.it

0437913222 0437913520

Municipio 0437913111 0437216111 OspedaleBelluno 0437645111 OspedaleAgordo OspedaleP.diCadore 04353411

OspedaleCortina EnelBelluno Acqued.(BIM) Gas(BIM)

0436883111 0437214111 800757678 800757677

Acqued.Feltre Alcolistianonimi Emergenzainfanzia

0439885344 0437941578 114

«Mario si batteva per il bene della montagna»

La scomparsa del «sindaco dei due Papi» e i messaggi commossi: «Non ti dimenticheremo» LORENZAGO Sono tanti e carichi di affetto i messaggi pubblicati sulla pagina Facebook di Mario Tremonti. Il sindaco di Lorenzago di Cadore, morto nella notte tra giovedì e venerdì all’ospedale di Agordo, era amato da tutti: lo dimostrano le parole affettuose di primi cittadini, amici, parenti e conoscenti. «Ciao zio Beppino ha scritto una delle nipoti Noi ti chiamavamo così. Ci hai amato subito in modo genuino. Le tue canzoni hanno segnato i nostri ricordi. Non dimenticheremo mai quando,

in attesa del tuo primo figlio, cantavamo insieme le canzoni di bennato». Tremonti aveva appena compiuto 64 anni e tra poche settimane avrebbe terminato il suo quinto mandato. «Mario era un amico, una persona che conoscevo da oltre 40 anni - ha ricordato ieri il presidente dell’Associazione bellunesi nel mondo (Abm) Oscar De Bona -. Abbiamo condiviso molte battaglie. Quelle politiche, certo, ma anche quelle per dare un futuro migliore alla nostra terra. Il sindaco di

De Bona Condivise tante lotte per dare un futuro migliore al Bellunese

Domani l’addio Il sindaco Mario Tremonti aveva 64 anni

Lorenzago di Cadore era una persona buona, gentile, sempre disponibile e, anche in questi ultimi anni, è stato vicino alla nostra associazione. Un abbraccio ai figli Martina e Francesco, alla moglie Danila e a tutti i familiari. Non ti dimenticheremo mai». Nel 2018 l’Abm aveva collaborato con il Comune di Lorenzago per la stesura di un libro fotografico dedicato al soggiorno di Giovanni Paolo II in terra Cadorina. Fu proprio Tremonti, definito anche il sindaco dei due papi, ad accogliere Papa

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Wojtyla nel 1987. Vent’anni dopo, nel 2007, gli sembrò di vivere un déjà-vu quando anche Benedetto XV decise di trascorrere le vacanze estive a Lorenzago. Singolare, poi, la sua presunta parentela con l’ex ministro Giulio Tremonti, il cui padre era originario di Lorenzago, e su cui una volta scherzò dicendo: «Di Tremonti ci sono diversi casati, circa 60. È un cognome molto diffuso qui come “Rossi” in Italia. Giulio è stato anche mio consigliere comunale, ci conosciamo da quando eravamo piccoli». Il funerale si terrà domani alle 14.30 nella parrocchia del paese. La camera ardente sarà aperta in Municipio oggi, dalle 16 alle 21, e domani, dalle 9 alle 14.30. Davide Piol © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Ridateci la chirurgia 24 ore»: via al ricorso

Scure sugli ospedali, i comitati di Agordo e Cadore si rivolgono al Tar. «Dalla Regione mazzata al territorio» «Visto che la Regione nelle schede ospedaliere non rispetta il nostro diritto alla salute, non ci resterà che fare ricorso al Tar, e in caso anche al Consiglio di Stato». Non intendono arrendersi, i comitati per la salute di Agordo e Cadore. La V Commissione Sanità del consiglio regionale, a meno di improbabili ripensamenti nell’ultima seduta in programma martedì, non accoglierà le loro richieste. Nelle prossime schede ospedaliere, quindi, niente ripristino della chirurgia 24 ore e nei weekend nell’ospedale di Pieve di Cadore, niente autoambulanze con medico a bordo in Agordino. Chi accusi malori improvvisi, emorragie, infarti dovrà essere trasportato a Belluno per ricevere le cure immediate: «In questo modo non viene garantita agli abitanti della montagna la “Golden hour” spiega il coordinatore dei comitati, l’ex consigliere regionale Guido Trento - ovvero il periodo di tempo che permette di salvare una vita. E non lo diciamo noi, abbiamo dalla nostra parte i dati della Polstrada». E a chi invoca l’elicottero (che - garantisce la Regione presto tornerà a volare di notte), la risposta di Trento è lapidaria: «L’elisoccorso è un servizio integrativo, non può essere sostitutivo delle ambulanze, perché spesso non può alzarsi in volo a causa delle

BELLUNO

In riorganizzazione L’ospedale di Pieve di Cadore: i comitati lo difendono

IN BREVE

Padrin dal Papa «Il Bus de la Lum «Venga a visitare non è una foiba la nostra terra» E va valorizzata» BELLUNO Presidenti delle Province italiane in visita a Papa Francesco. «Stringergli la mano è stata una delle più grandi emozioni della mia vita. Ho rinnovato l’invito a visitare la nostra terra in cui si sono consumate diverse tragedie e dove le persone hanno sempre avuto la forza di rialzarsi» ha commentato Padrin dopo l’incontro nella Sala Clementina del Vaticano.

TAMBRE Continua a far parlare

il «Bus de la Lum», la voragine carsica in Cansiglio. «Non è corretto definirlo una foiba - dicono Mountain Wilderness ed Ecoistituto Veneto -. La presenza di Mattarella chiesta da Zaia sarebbe la situazione ideale per ricordarne l’alto valore storico e naturalistico. Il governatore però doti il luogo di servizi igienici».

condizioni meteo». Quella dell’associazione dei comitati per la salute è una lotta - dicono - per la sopravvivenza della montagna: «I dati dimostrano - spiega Trento - come negli ultimi dieci anni lo spopolamento delle aree marginali sia accelerato. La Provincia di Belluno ha un tasso di mortalità del 12,6 per mille, contro una media regionale del 9,8. In Cadore e Agordino ci sono tre anziani ogni giovane. Per mantenere le persone nel territorio bisogna implementare i servizi, invece da quando al governo regionale c’è Zaia qui si è solo tagliato. Con il risultato che la sanità veneta è scesa dal primo al sesto posto in Italia». Delusi dalla politica («Anche quella locale, in Valbelluna non capiscono i nostri problemi») i comitati hanno deciso di intraprendere la via della legge: «Ricorreremo al Tar, in caso anche al Consiglio di Stato - spiegano perché è l’unica via per vedere garantiti i nostri diritti, sanciti in Costituzione e dalla legge 833 che istituì il Servizio sanitario nazionale. Ci sono tre sentenze del consiglio di Stato a nostro favore, che hanno fatto riaprire i Pronto soccorso negli ospedali di Bracciano, Velletri e Trebisacce». Per raccogliere i fondi necessari al ricorso è stato attivato un conto corrente dedicato. Moreno Gioli © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’intervento da 400 mila euro

Lamon, parte il recupero del presidio sanitario: vince una società di Aosta

Ospedale di Lamon, ad una società di Aosta il progetto per la ristrutturazione. Sono pronti ad iniziare i lavori di riorganizzazione della struttura riabilitativa. Nei giorni scorsi si è conclusa la procedura per l’affidamento dell’incarico di progettazione, direzione lavori e coordinamento della sicurezza per la ristrutturazione. Ad aggiudicarsi il bando, per 397 mila euro, è stata una rete di imprese con a capo la società Mythos con sede ad Aosta, di cui fanno parte anche lo studio Andreatta & Partners di Asolo, lo studio Bortot & C. di Santa Giustina, l’architetto Pollazon di Belluno, l’ingegner Albano Reolon di Belluno, il geologo Luca Salti di Belluno, l’architetto Mauro Stiz di Santa Giustina, Tecnicaer Engineering di Aosta e l’ingegner Antonio Tenani, anch’egli di Belluno. Il disciplinare d’incarico verrà firmato a fine maggio, dopo la verifica dei requisiti. Dalla firma la rete di imprese avrà 120 giorni di tempo per presentare il progetto definitivo, che dovrà essere approvato LAMON

I cantanti in campo con Ruggeri, Meta e Briga

Svelate le prime presenze al match del 18 maggio. Che raccoglierà fondi per le vittime di Vaia

Cantautori affermati come Enrico Ruggeri ma anche nuove leve del panorama musicale italiano come Biondo e Moreno. Svelati i primi nomi dei cantanti che sabato 18 maggio affronteranno a Belluno la Nazionale italiana dei sindaci e quella delle Poste Italiane. La partita, che si svolgerà alle 15.30 allo stadio comunale, è stata organizzata dal comitato «Gocce di sole» onlus con lo scopo di aiutare, attraverso il fondo «Welfare e identità territoriale» costituito da Palazzo Piloni, le popolazioni colpite dall’alluvione

BELLUNO

Vaia nell’ottobre scorso. A rivelare i primi nomi dei cantanti è stato il direttore tecnico Marco Masini. Si parte con il capitano Enrico Ruggeri, colonna portante della musica italiana e della Nazionale italiana cantanti; si prosegue con Paolo Vallesi, reduce dalla recente vittoria al programma di Rai 1 «Ora o mai più», ed Ermal Meta, il giovane autore e cantautore di origini albanesi che negli ultimi anni è diventato uno dei grandi nomi della canzone contemporanea; e infine tre cantanti usciti dal programma «Amici» di Maria De Filippi, e cioè Briga,

Schierata La Nazionale italiana cantanti, che darà spettacolo a Belluno

che ha partecipato all’ultimo Festival di Sanremo insieme a Patty Pravo, Moreno, il rapper vincitore del talent di Canale 5 nel 2013 e Biondo, anche lui ex Amici, primo a portare in Italia la «contemporary Rnb». La Nazionale cantanti ha giocato negli stadi di tutto il mondo sfidando magistrati, politici, giornalisti, preti. Il 18 maggio troveranno in campo l’agguerrita squadra dei sindaci e quella nata poche settimane fa delle Poste Italiane che, guidata dal mister Angelo Di Livio, è composta da 30 dipendenti già tesserati a livello dilettantistico. Il loro

dall’Usl. A quel punto, dopo 40 giorni dovrà essere pronto il progetto esecutivo e potrà partire la procedura per l’aggiudicazione dei lavori. Il cronoprogramma prevede il completamento dell’intervento entro fine 2023. Intanto il Lions club di Feltre ha donato all’ospedale «Santa Maria del Prato» una macchina per la cura delle lesioni cu-

Il regalo per Feltre Il Lions ha donato al nosocomio uno strumento per la cura delle lesioni cutanee tanee, che andrà a migliorare la dotazione dell’ambulatorio seguito dalla dottoressa Jolanda Restelli e nel quale vengono effettuati circa 2000 accessi all’anno. La macchina, ad ultrasuoni, permette di diminuire il dolore del paziente e accelerare i processi riparativi. M. G. © RIPRODUZIONE RISERVATA

obiettivo è di valorizzare lo sport come veicolo di integrazione e coesione tra colleghi, per favorire lo spirito di squadra diffondendo un messaggio di partecipazione e di leale competizione. Attraverso le attività della Nazionale di calcio, inoltre, Poste Italiane moltiplica le occasioni per mettere in campo iniziative di solidarietà e di vicinanza ai territori. L’evento sarà infatti un’occasione non solo per ripensare a quanto accaduto al territorio nell’ottobre scorso, ma anche per ripartire più forti di prima sostenendo le famiglie in difficoltà. I biglietti sono già in vendita sul sito internet di «Ciao Tickets» con prezzi che oscillano dai 10 ai 15 euro. L’ingresso per i bambini fino a 10 anni sarà gratuito. D. P. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Attualità

Domenica 28 Aprile 2019 www.gazzettino.it

I tavoli da picnic sotto la croce della foiba Belluno, il degrado del Bus de la Lum dopo la denuncia di Zaia `Il governatore: «Un percorso di pacificazione per dare dignità I rifiuti gettati nella cavità da turisti irrispettosi e poco informati a tutti i morti». Il sindaco di Caneva, Gava: pronti a collaborare `

LA POLEMICA

La scheda dal nostro inviato

TAMBRE (BELLUNO) Un tavolo da picnic posto a pochi metri dalla croce che si erige ai bordi della foiba del Bus de la Lum, diventa suo malgrado il simbolo del generalizzato mancato rispetto per il luoghi sacri della storia. L’area è diventata meta consolidata di turisti con pranzo al sacco, da consumare con vista sull’inghiottitoio carsico in fondo al quale la Resistenza avrebbe gettato soldati tedeschi, militanti della Repubblica di Salò e anche civili. La mancanza di rispetto, o forse solo di conoscenza delle proprie radici, è venuta a galla qualche anno fa quando, un gruppo di speleologi sceso nella foiba portò in superficie residui di allegre scampagnate: bottiglie, lattine, borse di nylon, cartacce. Dal palco del 25 aprile, giorno della Liberazione dal nazifascismo, Luca Zaia, governatore del Veneto, ha voluto dire basta ad un consumo frivolo di un’area che merita rispetto, lanciando l’idea di renderla monumentale. Non incolpa i cittadini, ma cita la teoria criminologica delle “finestre rotte”, ovvero del degrado che chiama degrado. Ecco perché è necessario intervenire. «Sia ben chiaro - spiega il governatore allontanando subito possibili declinazioni nostalgiche - che non sarà un amarcord. L’idea è di creare un percorso di pacificazione della storia dentro alla quale dare la stessa dignità a tutti i morti. Penso ad un percorso che vada dal Bus de la Lum al Monumento dei partigiani e dal Monumento ai partigiani al Bus de la Lum. Un progetto che rimetta insieme la storia e diventi un luogo di conoscenza e riflessione anche per le scuole e per le famiglie. I visitatori potrebbero essere accompagnati da una guida, ovviamente capace di raccontare gli eventi senza retaggi tra resistenza e contro-resistenza. Come Regione siamo pronti ad investire in questo progetto, anche se il Bus de la Lum si trova in Comune di

Bus de la Lum (Buco della Luce) è un inghiottitoio carsico profondo 180 metri nella Foresta del Cansiglio in comune di Caneva (Pn).

del tutto sbagliata. Al Bus de la Lum, ieri, tra uno sparuto gruppo di turisti, c’era Giuseppe Rampazzo, di Padova, armato di macchina fotografica: «È la prima volta che vengo qui. Ho scelto il Cansiglio incuriosito dalla presenza dei lupi. Non sapevo nulla di questa foiba, ho visto il cartello e sono salito. Sono rimasto un po’ deluso perché non si vede molto». Informato del fatto che molti fanno il picnic sul tavolino a ridosso della foiba, Rampazzo è chiaro: «Beh, io di certo non lo farei, mi fermerei più a valle. Ma è chiaro che se metti un tavolino con le sedie in molti si sentiranno autorizzati ad usarlo». Nel frattempo, al parcheggio, prima della salita per la foiba, qualcuno ha scelto di improvvisare uno spuntino.

IL SACERDOTE

Nella Seconda Guerra i partigiani operanti in Cansiglio gettarono nel Bus soldati tedeschi e della Rsi, e anche civili italiani.

IL LUOGO Il tavolo per i picnic davanti alla croce del Bus de la lum, la foiba sull’altopiano del Cansiglio

IL TENTATIVO FALLITO DEL VECCHIO PARROCO DI CELEBRARE LE VITTIME DELLE DUE PARTI: IL LUOGO DIVENUTO META DI RADUNI FASCISTI

Caneva, nel Pordenonese. Si tratta comunque di un lembo di terra incuneato nel Veneto». Zaia include la foiba nel patrimonio quasi genetico dei veneti: «Da bambino - afferma - chi di noi non è stato portato dai genitori fin lassù?». Ma non scorda nemmeno che dei 54mila partigiani morti ben 6600 erano in Veneto, con il Cansiglio tra le aree più calde della guerra di Liberazione. Sull’altro versante, quello del Friuli Venezia Giulia, il sindaco di Caneva, Andrea Gava, si dice pronto a collaborare: «Ho già parlato con Zaia - spiega l’amministratore, rendendosi subito disponibile anche a rimuovere il

tavolino - e nei prossimi giorni ci vederemo per avviare un’idea di progettazione. La Regione Veneto si è detta pronta a finanziare l’intervento. Condivido in pieno l’idea, anche nell’ottica di riappacificazione. Credo che questo 25 aprile sia stato davvero uno dei peggiori. La storia non va certo cancellata, ma non si può continuare ad usarla per fare politica. È tempo di guardare oltre. Resto comunque dell’avviso che quel posto sia frequentato soprattutto per le bellezze naturalistiche e molto meno per l’aspetto storico».

IN GITA La sensazione di Gava non è

Il Bus de la Lum è oggi monumento nazionale. Si trova poco distante dal Pian Cansiglio, sul lato Est della grande conca.

A riappacificare gli animi sul Cansiglio, dove la Resistenza fu molto attiva, ci aveva provato anche don Corinno Mares, parroco di Tambre, scomparso nel 2006. Fu sua l’idea di far erigere quella croce alta tre metri e mezzo, del peso di oltre due quintali. Era il 29 agosto del 1987 quando fu impartita al benedizione a quel calvario in ferro, celebrando la prima messa in memoria degli infoibati. L’idea di don Corinno, non certo collocabile tra i nostalgici della Rsi, era quella di farne un luogo di preghiera dove «ascoltare il silenzio dei morti». Per il pievano le vittime dei partigiani meritavano lo stesso rispetto di quelle dei nazi-fascisti. L’intento ecumenico di mettere tutti i morti sulla stesso piano fallì qualche anno dopo. Nel 1992 don Corinno si arrese, perché l’annuale appuntamento al Bus de la Lum assunse tutti i connotati di un raduno fascista, con tanto di inni e saluto romano, fomentando ancora di più gli animi nelle associazioni partigiane. Quello che doveva essere un gesto di fede e pietà, finì nel tritacarne di uno scontro politico che il tempo sembra alimentare anziché sedare. Lauredana Marsiglia © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’addio a Eleonora: ha lottato fino all’ultimo contro il male LA TRAGEDIA

Bologna

VENEZIA «Le persone ti affidavano la giornata più importante della loro vita. Ti chiedevano di realizzare sogni che sarebbero durati per sempre. I tuoi sogni invece erano come le stelle, alti e irraggiungibili, ma non per te. Ci mancherai in tutti i modi in cui una persona può mancare». A scrivere, uno dei tanti clienti, rimasto anonimo. A leggere, un’assistente di Venice First, la società fondata da Eleonora Rioda, imprenditrice di 37 anni, wedding planner dei vip (era stata lei a organizzare a Venezia il matrimonio multimilionario della figlia di un magnate indiano e le nozze del calciatore Alvaro Morata con la modella mestrina Alice Campello) e che la domenica di Pasqua si è tolta la vita nella sua casa alla Giudecca. Scrivendo i perché del gesto in un foglietto in cui confessava di aver lottato fino allo stremo contro una brutta malattia. Parole, le sue ultime, lascia-

Rovinò la ex con l’acido L’Appello: niente sconti BOLOGNA Nessuna attenuante per Edson Tavares, 31 anni, immigrato da Capo Verde, l’ex fidanzato che rovinò con l’acido il volto di Gessica Notaro, la bellissima showgirl riminese e finalista a Miss Italia . La Corte d’Appello di Bologna ha condannato l’imputato a 15 anni, cinque mesi e 20 giorni di carcere, negandogli le attenuanti perché «nessuna frustrazione amorosa, per quanto dolorosa, può attenuare la gravità della sua condotta, la sua meditata, ferma volontà di punire per sempre la vittima privandola non solo della sua speciale bellezza, ma della sua stessa identità, così da cancellarla agli occhi di chiunque, non potendola possedere egli stesso».

te alla sua famiglia. La stessa che ieri, nel giorno del funerale di Eleonora, per bocca del monsignor Oliviero Barbaro - rettore della chiesa di San Michele in Isola - ha chiesto di essere lasciata sola nel momento della sepoltura della giovane imprenditrice.

IN DUECENTO E così è stato. Le duecento persone arrivate nella chiesa del cimitero di Venezia per salutare Eleonora, tra l’Hallelujah di Cohen e la poesia “La morte non è nulla”, se ne sono andate subito dopo il funerale. Erano gli amici di sempre e i colleghi. A renderle omaggio però le corone e i cusci-

AMICI E AUTORITÀ VENEZIANE AI FUNERALI DELL’ORGANIZZATRICE DI MATRIMONI VIP CHE SI È UCCISA

IN CHIESA Eleonora Rioda e la cerimonia nella chiesa di San Michele in isola, il cimitero di Venezia

ni di rose bianche, rosa e rosse anche i nomi importanti di Venezia: l’hotel Danieli, il Gritti Palace, il Cipriani, il Mariott. «Eleonora è stata una donna eccezionale, un’anima delicata ma determinata e coraggiosa - l’ha descritta in una lettera una sua amica e collega - Un’imprenditrice straordinaria e pure umile. La storia di Eleonora continua nella memoria di tutti noi». In chiesa anche la presidente del Consiglio Comunale di Venezia, Ermelinda Damiano, in rappresentanza dell’amministrazio-

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ne. «La morte, di per sé, è un momento assurdo ma quando colpisce così d’improvviso in una giovanissima età, lo è ancora di più ha detto monsignor Barbaro nell’omelia - Vorrei che in questi momenti accettassimo la fatica di credere. Consegno questo alla famiglia di Eleonora: non abbiate paura di scalare la scala difficile della fede». «Era orgogliosa della sua creatura, Venice First, sapeva con grande armonia entrare in sintonia con tutti - ha scritto in una lettera un cliente anonimo Ho imparato ad apprezzare la sua

etica, la sua educazione e in ultima istanza a scoprire quanto profondo fosse il rispetto tributato dai suoi numerosi clienti, molti dei quali sono divenuti veri e propri amici. Una donna forte che ha saputo nascondere, quasi a volerlo proteggere, un animo profondamente gentile e discreto». Eredità che adesso Venice First porterà avanti «con lo stesso impeto, entusiasmo e intensità che hanno caratterizzato Eleonora». Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

Domenica 28 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Medici emigranti, record dal Veneto Metà%dei camici bianchi che in Europa lasciano il proprio `L’Anaao: «All’estero stipendi e condizioni di lavoro migliori Paese è italiana. E dalla regione se ne vanno in 80 ogni anno In Italia tasse al 45% nel pubblico, flat tax al 15% nel privato» `

I NUMERI PADOVA La proposta è di quelle da urlo: dai 14 ai 20 mila euro al mese, casa, scuola per la prole, assistenza sanitaria, autista e interprete. È l’offerta d’oro che in questi giorni gli Emirati Arabi hanno avanzato ad alcuni specialisti in servizio nell’Azienda ospedaliera di Padova, ma la fame di camici bianchi italiani si fa sentire soprattutto in Gran Bretagna, Svizzera, Germania, Francia, Belgio, Olanda. Ospedali esteri che non stanno a guardare, e lanciano e rilanciano proposte a tutto spiano. La ricerca avviene attraverso Linkedin o società di cacciatori di teste. E a quanto pare l’età non conta: nel giro di poche settimane una nefrologa padovana ha ricevuto un’offerta di lavoro dalla Francia, un altro specialista di 55 anni un caloroso invito dalla Svizzera, un collega dal Sudtirol. La valigia di cartone è un ricordo da film, ma si continua ad emigrare: non ne sono immuni i medici italiani, che tra i camici bianchi europei rappresentano il 52% di quelli che espatriano. E la regione con il maggior numero di medici che si trasferiscono altrove è il Veneto, con 80 professionisti sui 1.500 che vanno via ogni anno.

PARADOSSO «La situazione italiana è paradossale: da una parte alcune regioni decidono di assumere neolaureati, medici in pensione o specialisti dalla Romania (l’Ulss della Marca, ndr) perché nelle corsie c’è carenza di medici. Dall’altra ci sono 10mila medici specializzati in attesa di chiamata - commenta il segretario nazionale del sindacato Anaao Assomed (medici dirigenti), Carlo Palermo - e altri 6 mila che stanno frequentando l’ultimo anno di specializzazione ma nessuno li assume per via del blocco del turn over». I motivi che inducono tanti camici bianchi a lasciare l’Italia? «All’estero trovano un accesso

I PROFESSIONISTI RICEVONO OFFERTE DA URLO: 20MILA AL MESE PIÙ CASA E AUTISTA NEGLI EMIRATI ARABI

più meritocratico alla professione, prospettive di carriera migliori e retribuzioni molto più alte», elenca Adriano Benazzato, segretario Anaao in Veneto. E non solo: «Qui in Italia ci sono condizioni di lavoro disastrose, turni massacranti e rischio collegato - aggiunge Palermo - mettiamoci pure il fatto che lavorare nel privato è decisamente più allettante: un medico che fa intramoenia nel pubblico viene tassato al 45%, chi invece lavora nel privato grazie alla flat tax verserà il 15%».

Medici con la valigia Italiani 52%

Tedeschi 19%

La polemica Veneto 80 su 1.500 71.000 in Italia

Rapporto stipendio annuo

LE RICHIESTE MAGGIORI IN EUROPA Gran Olanda Bretagna Belgio Germania Svizzera Francia

SIRENE Tuttavia c’è anche chi non ci sta, e nonostante le sirene più che attrattive, sceglie di restare: è il caso di Andrea Rossi, 41 anni, geriatra presso l’Azienda ospedaliera universitaria di Verona: «Mi ha contattato un’agenzia di cacciatori di teste offrendomi un posto di consulente medico al Queen Elizabeth Hospital di Norfolk. L’offerta era di 150 mila sterline l’anno lorde, pari a 170 mila euro. In Italia ne guadagniamo 71 mila. Se mi avessero trovato prima, quando ero precario e lavoravo pagato a ore, con un compenso di 10 euro lordi all’ora, avrei detto certamente di sì. Adesso ho un contratto a tempo indeterminato, faccio ricerca e ho tre figli piccoli». La situazione è diventata paradossale: «I colleghi si laureano in Italia con una spesa per lo Stato di 150.000 euro ciascuno e se si specializzano i costi per lo Stato aumentano, arrivano a 250.0000/280.000 euro per ciascun medico specializzato. E poi - chiosa Benazzato vanno a lavorare all’estero». Pessimista Giampiero Avruscio, presidente Anpo, Associazione primari ospedalieri di Padova: «Se la politica continua a non rendersi conto che è inutile abolire il numero chiuso se non si valorizzano i medici ospedalieri, che sono quelli che sopportano il grosso dello sforzo nel servizio sanitario, sapremo chi è stato l’assassino del nostro futuro». Laconico Mario Plebani, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia di Padova: «Gli stipendi sono sicuramente più attrattivi nel privato e all’estero. Solo in provincia di Bolzano, un collega prende il doppio di noi. Con l’autonomia ci potrebbe essere un’autonomia anche nel livello salariale dei medici». Federica Cappellato © RIPRODUZIONE RISERVATA

170.000 in Inghilterra

La Regione: stipendi bassi in Veneto? Colpa del contratto nazionale firmato anche da Cgil

FONTE PIÙ UTILIZZATA `VENEZIA

Linkedin Perché trasferirsi meritocrazia prospettive di carriera migliori retribuzioni molto più alte Fonte: Commissione Ue

Il colloquio Il dottor Bruno Riga

«Rifiutai le offerte inglesi Oggi non so se lo rifarei...» ella mia carriera ho ricevuto una ventina di proposte dall’Inghilterra, in particolare dall’area londinese, anche da enti diversi che si rifacevano vivi a distanza di tempo. Un paio di volte ci sono andato fisicamente ma chiedevano contratti lunghi, io avrei preferito un periodo di prova, avevo famiglia, figli». Volevano tutto, subito e mettevano sul piatto stipendi da capogiro. Ma il dottor Bruno Riga, laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli, specializzatosi a Padova in Radiologia, ha detto no. Pur a malincuore. Per anni ha lavorato nell’allora Ulss 21 della città del Santo, quando la sanità patavina era ancora unificata sotto un unico ente. «Ho prestato servizio all’ospedale Sant’Antonio, in Policlinico, al Geriatrico: quello che face-

«N

vo mi piaceva molto ma le ore settimanali erano troppe, i riconoscimenti pochi e un bel giorno mi sono stancato di fare l’ospedaliero. Quindici anni fa da Londra mi proposero 120mila euro più vitto e alloggio, loro valutano l’esperienza maturata: io facevo e faccio tutt’ora senologia diagnostica e loro avevano bisogno di queste figure professionali. Ma non sono stato chiamato solo dall’Inghilterra. Da Lugano mi avevano proposto la direzione del locale Centro di Senologia, ma anche in quell’occa-

«IN CARRIERA HO RICEVUTO UNA VENTINA DI PROPOSTE DA LONDRA» Bruno Riga Radiologo

sione ho declinato l’invito: avevo appena aperto un’attività in Calabria, dove adesso lavoro. Dalla Svizzera mi davano dieci giorni di tempo, mi sarebbe piaciuto molto, ma non me la sono sentita». Il fenomeno di ricercare i bravi medici italiani è quindi datato. «Dalla mia esperienza, sì. Due anni fa ho detto basta a queste chiamate, ho scritto di non contattarmi più, ho 62 anni... Ho la mia attività privata, tra Vibo Valentia e Catanzaro. A Padova torno spesso, ho ancora la residenza, là sono nati i miei figli, ma la mia vita da medico era da cani, perché con quello stipendio non potevo vivere. Ho prestato servizio in tutte le strutture ospedaliere della città, ma se mi chiede se tornerei a fare quello che facevo prima? Beh, no. Davvero no, grazie». F.Capp.

I professionisti della sanità veneta sono tra i meno pagati d’Italia, pur garantendo un servizio di altissima qualità, in situazione di cronica carenza di personale alla quale i recenti posti messi a concorso non sono una risposta adeguata. Lo sostiene Daniele Giordano, Segretario Generale Fp Cgil, analizzando i dati dal conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato sulla sanità veneta. La retribuzione lorda media, secondo il sindacato, è la voce più sorprendente in negativo rispetto al dato medio nazionale. Il Veneto, rileva Giordano, è la quart’ultima regione ordinaria nella classifica delle retribuzioni medie: 28.941 euro, quasi 1.300 euro in meno della media nazionale. Il personale scende da 48.970 a 47.981 addetti: sono state perse 799 unità tra il 2014 e il 2017. La Direzione Sanità della Regione Veneto precisa però che il calo di personale «riguarda il personale amministrativo e tecnico, quello adibito a compiti assistenziali tra il 2014 e il 2017 è stato incrementato di 341 unità». Troppo poco «ma ancora nel 2018 era vigente il limite di spesa ancorato al 2004, che non prevedeva deroghe neppure per le Regioni virtuose come il Veneto». «L’attuale sistema è estremamente penalizzante per chi lavora in Veneto ma anche il recente contratto nazionale, sottoscritto dalla stessa Cgil, non ha previsto strumenti per valorizzare i professionisti che operano in Regioni virtuose».

Colli del Cartizze spazzati dalla grandine: raccolto a rischio I DANNI TREVISO Sui tralci il 50% delle gemme è spezzato. Per fortuna in un’area ristretta, ma quei dieci minuti di grandine che venerdì sera si sono abbattuti sulle colline Docg nella Cru del prosecco venerdì sera lasceranno il segno. San Giovanni, Follo, Colbertaldo, Guia, Miane e Follina ma anche Refrontolo e Pieve di Soligo: le zone della futura (si auspica) buffer zone Unesco, i terreni più solivi e pregiati sono stati interessati dalla tempesta di grandine nel momento che precede la fioritura. Non è il periodo in cui le piante sono più delicate, ma la virulenza della tempestata va calcolata. «La zona sud del Cartizze ha

avuto danni - dichiara Innocente Nardi, presidente del consorzio Docg - la durata della grandinata può aver compromesso le viti». Ieri lungo le rive della vendemmia eroica gli agricoltori provavano a stimare i danni dell’ultima ondata di maltempo: caduto uno strato di ghiaccio di 15 centimetri sui pregiati vigneti del Prosecco. Ma rispetto alla sera di venerdì il Consorzio di tutela del prosecco Superiore è più ottimista. Non così Coldiretti. «La tempesta di grandine - spiegano in una nota - ha colpito in particolar modo l’area dei vigneti di Prosecco dei comuni collinari di Refrontolo, San Pietro di Feletto, Pieve di Soligo e parte di Valdobbiadene. I tecnici sono al lavoro per una prima stima, difficile da rilevare a causa delle zo-

ne segnate dal maltempo a macchia di leopardo. Le colline della Docg sono state le più toccate dalla furia del maltempo. Danneggiati anche vitigni autoctoni come la Bianchetta nell’asolano che sta riscoprendo un rinnovato interesse tra i giovani produttori». L’auspicio dei tecnici è in una ripresa vegetativa delle gemme “dormienti ” poiché la vite è una pianta preparata e fa sem-

TEMPESTA Una vigna di prosecco imbiancata dalla grandine

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COLPITI IN PARTICOLARE REFRONTOLO, PIEVE DI SOLIGO, SAN PIETRO DI FELETTO E PARTE DI VALDOBBIADENE: 15 CENTIMETRI DI GHIACCIO

pre il possibile per fruttificare. «Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi». Anche gli emissari della Regione sono andati in sopralluogo per valutare i danni, mentre è già stato firmato il decreto per lo stato di emergenza. Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

Domenica 28 Aprile 2019 Corriere del Veneto

Le elezioni in Veneto

Listechiuse,menocandidati Vademecum elettorale

Quando si vota Si vota dalle 7 alle 23 del 26 maggio. Per poter votare l’elettore deve recarsi nella sezione in cui è registrato (indicata sulla tessera elettorale) con un documento di riconoscimento e la tessera elettorale. Il ballottaggio è previsto: per i Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, in caso di parità tra due candidati sindaco; per i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, nel caso in cui nessun candidato sindaco abbia ottenuto la maggioranza assoluta (50% + 1) dei voti validi.

Come si vota nei piccoli Comuni Nei Comuni sotto i 5.000 abitanti, l’elettore può esprimere un voto per un candidato sindaco, tracciando un segno sul relativo contrassegno, e un voto di preferenza per un candidato consigliere compreso nella lista, scrivendone il cognome nell’apposita riga. Nei comuni tra 5.000 e 15.000 abitanti l’elettore può esprimere un voto per un candidato sindaco e fino a due voti di preferenza per i candidati consiglieri, purché siano di genere diverso.

Chiusa e depositata l’ultima lista, la campagna per le amministrative 2019 entra nel vivo. Ma il rituale elettorale, in verità, appare sempre più esangue. Pochi candidati sindaco, ancor meno aspiranti consiglieri, liste messe in piedi con fatica, stanchezza e disincanto nel popolo sovrano per cui la politica è ormai diventata (se va bene) solo l’impiccio del giorno del voto. L’impegno civile viene dirottato altrove (verso l’associazionismo, soprattutto, dalla polisportiva alla pro-loco, dal consiglio pastorale a quello d’istituto) come conferma amara Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano, nel Veneziano, e presidente di Anci Veneto, l’associazione dei Comuni: «Chi vive la realtà degli enti locali non si stupisce affatto di questa china triste e pericolosa. E andrà sempre peggio». Il motivo? «Inspiegabilmente, tutte le ultime norme licenziate dal governo sembrano pensate per rendere più complicato l’impegno amministrativo, per disincentivare la partecipazione alla vita pubblica. Pensiamo ad esempio allo “Spazzacorrotti”, che impedisce al politico durante il suo VENEZIA

Stipendibassi,troppe responsabilità,niente soldiincassa:pochi incorsaperfareisindaci

mandato e poi nei dieci anni successivi di fare attività sociale e volontariato. Ma perché?». Poi c’è l’aumento esponenziale delle responsabilità personali, penali ed erariali, per cui c’è chi per una firma in calce alla delibera sbagliata s’è visto rovinata la vita. Un tema, quest’ultimo, che si ricollega direttamente agli stipendi per cui, «specie nei Comuni più

321 Comuni al voto

Un solo capoluogo, Rovigo, mentre sono 20 i Comuni sopra i 15 mila abitanti. Alle urne anche il Comune più piccolo del Veneto, Laghi, che ha 123 abitanti

piccoli - spiega Pavanello - è difficile mandare avanti una famiglia col solo stipendio da sindaco. Che però è spesso un incarico totalizzante, che mal si concilia con la carriera professionale, specie in ambito privato». Dunque uno dovrebbe rinunciare al suo lavoro per fare il sindaco, magari a 900 euro al mese e pure col rischio di finire alla sbarra? No grazie. «E c’è un quarto aspetto da sottolineare: a causa dei tagli imposti dal governo centrale, l’autonomia dei Comuni è ormai inesistente, mancano i soldi per fare tutto. Altro che la pari dignità imposta dalla Costituzione». Risultato: a fare politica rischiano di rimanere soltanto gli idealisti («O gli incoscienti - sorride Pavanello -

che non hanno ben capito cosa li aspetta»); i pensionati, che hanno chiuso la carriera e possono dedicarsi alla comunità; i ricchi, che riescono a sopravvivere anche passando tutta la giornata in municipio; quelli che non hanno ancora trovato la loro strada nel lavoro e dunque cercano fortuna in una candidatura. «Uno scenario che fa riflettere - chiude Pavanello - specie se si pensa che tutte le rivelazioni indicano negli amministratori locali le figure istituzionali con il più alto tasso di fiducia dei cittadini». Tant’è, nonostante l’orizzonte grigio, domenica 26 maggio, nello stesso giorno in cui si voterà per le Europee, in Veneto andranno a rinnovo 321 Comuni su 563; a parte Rovigo non ci sono capoluoghi ma la tornata è comunque importante visto che riguarda 1.948.598 persone, il 40% della popolazione del Veneto. Siamo la terza Regione per numero di Comuni al voto, dopo Lombardia (995) e Piemonte (829). Rovigo, come si diceva, è l’unico capoluogo coinvolto; i Comuni sopra i 15 mila abitanti e dunque a rischio ballottaggio (sarà domenica 9 giu-

gno) sono 20: Cadoneghe, Monselice, Rubano e Selvazzano Dentro nel Padovano, Mogliano Veneto, Paese, Preganziol e Vittorio Veneto nel Trevigiano, Noale, Scorzè e Spinea nel Veneziano, Legnago, Negrar di Valpolicella, Pescantina e San Bonifacio nel Veronese, Arzignano, Bassano del Grappa, Montecchio Maggiore, Schio e Valdagno nel Vicentino. Ci sono anche il Comune più piccolo del Veneto, Laghi (123 abitanti, nel Vicentino), e cinque Comuni di nuova istituzione ossia Borgo Valbelluna (Belluno), Colceresa, Lusiana Conco e Valbrenta (Vicenza), Pieve del Grappa (Treviso), chiamati ad eleggere il loro sindaco per la prima volta. A Rovigo, dopo la caduta del sindaco Massimo Bergamin,

● La parola

SPAZZACORROTTI La nuova legge approvata dal governo Lega-M5s impedisce (di fatto) a chi ha ricoperto un incarico elettivo di fare per 10 anni vita associativa. Secondo l’Anci è l’esempio delle tante norme che minano la partecipazione alla vita pubblica negli enti locali

Come si vota nei grandi Comuni Nei Comuni con più di 15.000 abitanti, l’elettore può esprimere: un voto per una delle liste, tracciando un segno sul relativo contrassegno: il voto è valido anche per il sindaco collegato; un voto per un candidato sindaco, tracciando un segno sul relativo rettangolo; un voto per un candidato sindaco e per una lista ad esso collegata, tracciando un segno su entrambi; un voto per un candidato sindaco e per una lista ad esso non collegata (voto disgiunto). Anche in questo caso è possibile la doppia preferenza di genere

L’election day con le Europee Sempre domenica 26 maggio, dalle 7 alle 23, si voterà per le elezioni Europee. Agli elettori dei Comuni coinvolti nella tornata amministrativa verranno dunque consegnate due schede distinte. Lo scrutinio delle elezioni comunali, dovendo seguire quello delle Europee, inizierà il lunedì successivo (27 maggio) alle 14.

● L’editoriale

Ma il 26 maggio si vota anche per il sogno europeo non per le liti tra Lega e M5s

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SEGUE DALLA PRIMA

a reale questione, invero, dovrebbe essere incentrata sul cercare di proporre agli elettori offerte politiche che rispecchino il senso di un voto europeo con temi e strategie prettamente europee. Sgomberato il campo dell’uscita dalla Comunitá prospettiva che ormai nessuno sembra seguire, a differenza di un anno fa - ci

si dovrebbe attendere approfondimenti in merito alla tutela degli interessi nazionali e regionali in seno alle Istituzioni comunitarie, un’idea di appartenenza che vada oltre i momenti di incredibile sbigottimento davanti ad una Notre-Dame in fiamme (guarda caso proprio quelle radici cristiane cosí imprudentemente avversate un decennio fa dal dibattito costituente Europeo), proposte relative alla

gestione dei rapporti con l’Inghilterra, le cui lente scelte non sono comprensibili alla maggioranza degli elettori; senza dimenticare il delicato tema legato al mondo dell’agricoltura, caro al nostro territorio e sempre piú di competenza transnazionale. Il tempo delle Istituzioni é diverso da quello degli uomini e l’esperienza politica europea ha radici ramificate, che riguardano i modelli di organizzazione che l’hanno sviluppata e i paradigmi giuridici che la presuppongo. Nessuno cinquant’anni or sono avrebbe ipotizzato un’Europa senza confini, senza la cortina di ferro e con una moneta unica. Cambiare marcia ora non é

facile, ma é certamente necessario davanti ad un’economia globale e con spazi e distanze ormai rese nulle da internet. L’auspicio é che questo mese offra proposte e dibattiti che siano incentrati su scala europea, non pensando unicamente al significato interno dell’esito elettorale, ma puntando a candidati ed a idee che sappiamo sintetizzare e rappresentare la logica interna nel contesto europeo. Appare necessaria una rappresentatività forte e coesa che sappia tutelare gli interessi nazionali senza

sottomettersi a quelle maglie burocratiche e procedurali che ora stanno svilendo il senso di un’Europa che guarda al futuro preferendo l’omogenizzazione alla sintesi delle varie identità. Nei secoli molti e in svariate occasioni si é provato a creare uno spazio politico Europeo: dalla Roma imperiale a Carlo Magno fino a Napoleone. La Storia é fatta di piccoli passi, alle volte inconsapevoli. Questo potrebbe essere uno di quelli. Davide Rossi

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PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Domenica 28 Aprile 2019

3 VE

I Comuni al voto il 26 maggio sparito dalla scena da due mesi, sono in corsa la responsabile locale della protezione civile Monica Gambardella per il centrodestra, il professore universitario Edoardo Gaffeo per il centrosinistra, la commercialista indipendente Silvia Menon, il vigile del fuoco pentastellato Mattia Maniezzo, quindi i civici Gianni Saccardin ed Ezio Conchi e Marco Venuto di CasaPound. Chiunque vinca, si spera abbia maggior fortuna dei predecessori: prima di Bergamin, infatti, anche Bruno Piva, eletto sempre per i colori del centrodestra, era caduto anzitempo. A Bassano del Grappa, l’altro grande Comune al voto, il sindaco uscente Riccardo Poletto, pur potendolo fare, non si ripresenta (per «scelta personale») ma guida comunque la lista civica che nell’ambito della coalizione di centrosinistra sostiene Angelo Vernillo, assessore uscente. Il centrodestra candida l’avvocato leghista Elena Pavan (se eletta sarà il primo sindaco donna nella storia della città) mentre il Movimento Cinque Stelle lancia nell’agone il pensionato Bruno Trevisan. A riprova di quanto spiegava Pavanello di Anci, colpisce che in un Comune di 43 mila abitanti, «il capoluogo della Pedemontana», si presentino soltanto in tre (erano 7 nel 2014). Sul piano politico, detto che le amministrative fanno sempre storia a sé, sarà interessante verificare se la Lega rispetterà i pronostici della vigilia, che la vede dominante anche grazie all’effetto trascinamento garantito dall’election day con le Europee: «Sono molto soddisfatto delle liste - commenta il segretario Toni Da Re - anche a Rovigo, dove dopo la caduta di Bergamin certo non era facile, abbiamo fatto un bel lavoro. Di sicuro l’abbinamento con le Eueopee, capolista Salvini, ci darà una mano, un po’ come accadde per il Pd con Renzi nel 2014». In linea di massima, a livello locale torna la vecchia coalizione di centrodestra con Forza Italia e Fratelli d’Italia ma in molti Comuni, per le note ragioni identitarie, il Carroccio preferisce ballare da solo. I dem provano a reggere l’onda d’urto, se necessario anche rinunciando al simbolo, sfibrato e in qualche caso addirittura controproducente, in molti Comuni: «Ormai è una prassi consolidata quella di presentare il simbolo solo nei Comuni sopra i 15 mila abitanti - spiega il segretario Alessandro Bisato - questo un po’ perché le civiche meglio si adattano alle piccole realtà e un po’ perché vogliamo allargare il nostro elettorato e dialogare con tutte le realtà antisovraniste, strategia che si è deciso di perseguire anche alle Europee». I Cinque Stelle, come al solito, hanno faticato anche solo a presentarsi ai blocchi di partenza. C’è una lista M5s solo in 17 municipi su 321: «Ci stiamo dando da fare per far ripartire la cittadinanza attiva - commenta il consigliere regionale Jacopo Berti - ma certo c’è molta disaffezione, la politica viene percepita come sempre più lontana». Piccola curiosità in riva al lago di Garda: a Castelnuovo i Cinque Stelle corrono insieme alla Lega, riuniti in una civica; a Peschiera, invece, la civica è stata fatta insieme al Pd. Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA

BELLUNO

VICENZA Agugliaro Albettone Alonte Altavilla Vicentina Altissimo Arcugnano Arsiero Arzignano Asiago Asigliano Veneto Bassano del Grappa Breganze Bressanvido Caltrano Calvene Camisano Vicentino Campiglia dei Berici Carrè Cartigliano Cassola Castegnero Chiuppano Colceresa Cornedo Vicentino Creazzo Dueville Fara Vicentino Foza Gallio Gambugliano Grisignano di Zocco Grumolo delle Abbadesse Isola Vicentina Laghi Lastebasse Longare Lugo di Vicenza Lusiana Conco Monte di Malo Montebello Vicentino Montecchio Maggiore Montecchio Precalcino

TREVISO Limana Livinallongo del Col di Lana Longarone Lorenzago di Cadore Lozzo di Cadore Ospitale di Cadore Pedavena Perarolo di Cadore Ponte nelle Alpi Quero Vas Rocca Pietore

Agordo Alleghe Arsiè Borgo Valbelluna Calalzo di Cadore Chies d'Alpago Cibiana di Cadore Comelico Superiore Danta di Cadore Domegge di Cadore La Valle Agordina

Montegaldella Monticello Conte Otto Montorso Vicentino Mussolente Nogarole Vicentino Nove Noventa Vicentina Pedemonte Pianezze Piovene Rocchette Pojana Maggiore Pove del Grappa Pozzoleone Roana Salcedo San Pietro Mussolino San Vito di Leguzzano Santorso Sarcedo Schiavon Schio Solagna Sossano Sovizzo Tezze sul Brenta Tonezza del Cimone Torrebelvicino Torri di Quartesolo Trissino Valbrenta Valdagno Valdastico Valli del Pasubio Velo d'Astico Villaga Zanè Zovencedo Zugliano

NELLA CARTINA I COMUNI SOPRA I 15MILA ABITANTI Bassano del Grappa

Schio

Vittorio Veneto

Valdagno

Arzignano San Bonifacio

Noale

Cadoneghe Rubano

VERONA Nogarole Rocca Oppeano Pescantina Peschiera del Garda Pressana Roncà Roveredo di Guà Salizzole San Bonifacio San Pietro in Cariano San Zeno di Montagna Sanguinetto Sant'Ambrogio di Valpolicella Sant'Anna d'Alfaedo Selva di Progno Sommacampagna Sorgà Terrazzo Torri del Benaco Valeggio sul Mincio Velo Veronese Veronella Vestenanova Zimella

Preganziol

Scorzè

Montecchio Maggiore

Negrar di Valpolicella

Altivole Asolo Caerano di San Marco Carbonera Casier Cavaso del Tomba Chiarano Cimadolmo Cison di Valmarino Codognè Colle Umberto Cornuda Crocetta del Montello Farra di Soligo Follina Fonte Fregona Gaiarine Giavera del Montello Gorgo al Monticano Loria Mansuè Maser Maserada sul Piave Meduna di Livenza Miane Mogliano Veneto Monastier di Treviso

Morgano Ormelle Orsago Paese Pederobba Pieve del Grappa Pieve di Soligo Ponte di Piave Ponzano Veneto Povegliano Preganziol Quinto di Treviso Refrontolo Revine Lago Riese Pio X Roncade Salgareda San Fior San Pietro di Feletto San Polo di Piave San Vendemiano San Zenone degli Ezzelini Sarmede Sernaglia della Battaglia Valdobbiadene Vazzola Vittorio Veneto Zero Branco

PADOVA Paese

Pescantina

Angiari Bardolino Boschi Sant'Anna Bosco Chiesanuova Brentino Belluno Brenzone sul Garda Caprino Veronese Castelnuovo del Garda Cavaion Veronese Concamarise Costermano sul Garda Dolcè Erbè Erbezzo Ferrara di Monte Baldo Fumane Lavagno Legnago Malcesine Marano di Valpolicella Mezzane di Sotto Montecchia di Crosara Monteforte d'Alpone Mozzecane Negrar di Valpolicella

San Nicolò di Comelico San Pietro di Cadore San Tomaso Agordino Santa Giustina Santo Stefano di Cadore Sedico Seren del Grappa Taibon Agordino Vallada Agordina Voltago Agordino

Mogliano Veneto Spinea

Selvazzano Dentro

Legnago

LEGENDA Prov. Belluno Prov. Padova Prov. Rovigo Prov. Treviso Prov. Venezia Prov. Verona Prov. Vicenza

Monselice Rovigo

ROVIGO Ariano nel Polesine Arquà Polesine Bagnolo di Po Bergantino Bosaro Calto Canda Castelguglielmo Castelmassa Castelnovo Bariano Ceneselli

Corbola Costa di Rovigo Crespino Fiesso Umbertiano Frassinelle Polesine Gaiba Gavello Guarda Veneta Lendinara Loreo Melara

Occhiobello Papozze Pettorazza Grimani Pincara Polesella Pontecchio Polesine Rovigo Salara San Bellino Villanova del Ghebbo Villanova Marchesana

Agna Anguillara Veneta Arquà Petrarca Arre Bagnoli di Sopra Baone Barbona Battaglia Terme Borgoricco Brugine Cadoneghe Campo San Martino Campodoro Camposampiero Candiana Carceri Carmignano di Brenta Casale di Scodosia Cervarese Santa Croce Cinto Euganeo Correzzola Curtarolo Fontaniva Galliera Veneta Legnaro Limena Masi Massanzago

Monselice Piacenza d'Adige Piazzola sul Brenta Polverara Ponso Ponte San Nicolò Pontelongo Rubano Saccolongo San Giorgio delle Pertiche San Giorgio in Bosco San Martino di Lupari San Pietro in Gu San Pietro Viminario Sant'Elena Santa Giustina in Colle Selvazzano Dentro Stanghella Terrassa Padovana Tombolo Trebaseleghe Tribano Urbana Vighizzolo d'Este Villa del Conte Villa Estense Villafranca Padovana Vo'

VENEZIA Annone Veneto Camponogara Ceggia Cinto Caomaggiore Cona Concordia Sagittaria Fossalta di Piave Fossalta di Portogruaro Gruaro Meolo

Noale Scorzè Spinea Stra Teglio Veneto

L’Ego - Hub

VERSO LE URNE

Cognomi pesanti, parentele, dinastie se il municipio è un affare di famiglia Viaggio tra i volti più o meno noti: in lizza Bernini, Boffo, Giordani, Cacco Di padre in figlio. Le chiavi di lettura di questa tornata di amministrative sono molteplici. Quella che colpisce di più, però, resta proprio il passaggio di testimone, la passione politica che scorre come un fiume carsico per riaffiorare. Ad Asolo, ad esempio, uno dei tre candidati in corsa per un posto da sindaco c’è anche Edoardo Bernini, uno studio da notaio e, ovviamente, un cognome pesante, ereditato dal padre Carlo. Spostandoci ad altre latitudini, in Polesine, però, ci si imbatte in Andrea Prandini, sindaco uscente dopo tre mandati a Salara ma in tasca una laurea da farmacista, mestiere che tornerà ad esercitare in paese facendo a cambio col padre Maurizio, neo pensionato e in corsa per succedere al figlio. Ma torniamo per un momento nella Marca. Difficile non notare la candidatura a Fonte dell’ex direttore di Avvenire, Dino Boffo, al centro dello scandalo passato agli annali come «la macchina del fango» legata a «Il Giornale». A VENEZIA

Cognomi Dall’alto Edoardo Bernini candidato ad Asolo (Tv) e Sandro Giordani, cugino di Sergio, sindaco di Padova, che corre a Monselice (Pd)

Camponogara, nel Veneziano, spicca il nome di Stefano Cacco che corre per il centrodestra, è il fratello di Manuela Cacco, coinvolta nel caso di Isabella Noventa. Nel Vicentino spicca la candidatura del funzionario della Polizia Stradale, Franco Bertagnoli, che si è messo in aspettativa dopo 40 anni di servizio per correre a Tonezza del Cimone. Fra i comuni più grossi, ad Arzignano si registra la candidatura di Daniele Beschin, volto noto di Forza Nuova, in lista con la Lega. Riflettori puntati, poi, su Bassano dove, dovesse vincere il candidato della Lega, Elena Pavan, arriverebbe la prima sindaca donna. A proposito di curiosità: il 26 maggio 2019 sarebbe stata la scadenza naturale del mandato di Massimo Bitonci come sinda-

Parlamentari Sono tre i parlamentari che puntano alla fascia tricolore: Stefani, Zuliani e Valbusa

co di Padova. Restano numerosi i bitonciani: a Villafranca la Lega candida Fausto Dorio ex presidente del Map, il mercato ortofrutticolo. Grande attesa per la sfida su Cadoneghe «la Stalingrado padovana», da 30 anni al centro sinistra che stavolta, frammentato, rischia di cambiare di segno con Marco Schiesaro sostenuto da tutto il centrodestra. Non mancano i parlamentari: il leghista Alberto Stefani (che lavora nello studio legale del senatore Andrea Ostellari) si candida nel suo paese, Borgoricco. Parentele importanti a Trebaseleghe dove il centrodestra candida Antonella Zoggia moglie dell’ex sindaco di FI Roberto Tosetto, dg dell’interporto di Padova e braccio destro del sindaco del capoluogo, Sergio Giordani. A Monselice, invece, il Giordani giusto è cugino di Sergio e si chiama Sandro, sostenuto dal Pd, è uno dei massimi dirigenti Despar. Non mancano i casi highlander come a Campodoro dove Massimo Ramina è in sella da 15 anni, eletto per la prima volta nel 2004,

Cognomi/2 Dall’alto, Dino Boffo, già direttore di Avvenire, candidato a Fonte (TV) e Stefano Cacco, corre a Camponogara (Ve)

succedendo tra l’altro ad Aldo Toffan, il quale pure aveva indossato per tre legislature la fascia tricolore. Più a sud, nel Rodigino, la minuscola Calto, 819 abitanti e 746 votanti, riesce a presentare ben quattro liste. Attesa, poi, nel capoluogo commissariato dopo la caduta di Massimo Bergamin e in lista, nonostante i niet, ci sarà anche chi l’ha affossato. A Verona l’ex presidente della provincia Antonio Pastorello si candida per la sesta volta a Roveredo di Guà senza sfidanti mentre il figlio Cristiano corre a Caprino Veronese. Due i parlamentari in corsa da sindaco, entrambi leghisti: Cristiano Zuliani a Concamarise e la deputata (e neo mamma) Vania Valbusa a Valeggio sul Mincio. Nel Bellunese, infine, il caso più curioso è quello di Borgo Valbelluna nato quest’anno dalla fusione di Mel, Lentiai e Trichiana: sindaci e assessori uscenti dei tre comuni originari si sono mescolati e accordati in un tutti contro tutti da manuale. Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA


VII

Provincia

«ABBIAMO VOLUTO DARE VOCE ALLA GENTE: LA NOSTRA SANITÀ DEVE MANTENERE LE SUE ECCELLENZE E I PRIMARIATI» Domenica 28 Aprile 2019 www.gazzettino.it

rovigo@gazzettino.it

Diretta social per salvare l’ospedale In tanti ieri hanno firmato e fatto dichiarazioni spontanee `Il sindaco Barbierato ha scritto anche al Governatore Zaia per dare sostegno alle istituzioni impegnate contro i tagli «perché conosce da vicino le problematiche del territorio» `

ADRIA Centinaia di testimonianze video e firme presentate ieri mattina in piazza Groto dall’amministrazione comunale durante la diretta Facebok promossa da Palazzo Tassoni contro i tagli alla sanità che andranno a penalizzare l’ospedale se saranno approvate le attuali bozze delle schede ospedaliere. L’amministrazione Barbierato aveva promosso questa diretta, aperta e rivolta a tutti i cittadini che, previo consenso firmato per la privacy e obbligo di usare un linguaggio consono, hanno potuto lasciare una testimonianza o lanciare un appello diretto ai vertici politici regionali per salvaguardare il nosocomio cittadino. Persone di tutti i colori politici, molti i dipendenti della ex Ulss 19, si sono intervallati davanti all’obiettivo dalle 9 alle 12 per farsi portavoce di un messaggio e di una difesa a spada tratta dell’ospedale. «L’evento - ha spiegato Barbierato ai presenti - vuole dare voce a voi cittadini, anche a coloro che non hanno potuto partecipare fisicamente alle manifestazioni a Venezia». Secondo le ultime indiscrezioni che giungono dalla sede della Regione, l’ospedale di Adria, nella nuova bozza, manterrebbe le apicalità di Chirurgia Generale e di Urologia mentre rimarrebbero in vigore i tagli che riguardano Pediatria con una riduzione di posti letto da 24 a 8. Una situazione che, in breve tempo, potrebbe portare alla paventata chiusura del

SAN MARTINO DI V. DOMANI SERA CONSIGLIO (M.Sca.) Domani sera è convocato il consiglio comunale alle 20.30. Tra i temi in discussione, l’approvazione del rendiconto di gestione dell’anno 2018 e la determina che riserverà il 10% degli alloggi residenziali per emergenza abitativa in base alla legge regionale 39 del 2017.

ADRIA IN MOSTRA LE OPERE DI HINTALAN E RUBBINI (G.Fra.) Alla Fondazione Franceschetti-Di Cola in esposizione le opere pittoriche di Carmen Hintalan di Adria e Stefania Rubbini di Ferrara. Numeroso il pubblico intervenuto al taglio del nastro di questa apprezzabile iniziativa coordinata dal segretario delle Fondazione Lucia Tiozzo e dal pittore e fotografo Toni Gnan. Nicola Berti del Circolo Orfeo ha ringraziato i responsabili della Franceschetti-Di Cola e degli IN DIRETTA SU FACEBOOK Il gazebo per le riprese delle dichiarazioni spontanee dei tanti cittadini che vogliono salvare il loro ospedale

punto nascite, nonostante il caso del piccolo Giorgio, il neonato abbandonato a Rosolina, che dovrebbe far riflettere sull’importanza del reparto per tutto il territorio del Delta. Al momento ad Adria è stata tolta anche la qualifica di ospedale “spoke” e le apicalità di Otorino e Psichiatria compensati da 25 posti letto di riabilitazione generale. A rischio ci sarebbe anche il servizio di oncologia per carenza di medici, secondo la denun-

cia di Cgil Rovigo. Per quanto riguarda Pediatria il sindaco è stato chiaro: «Se si vuole veramente dare un futuro al nostro punto nascite dovranno essere reinserite nelle schede ospedaliere l’apicalità con il primariato di pediatria che al momento non esiste. Dovranno inoltre essere aumentati i posti letto sia per quanto riguarda la pediatria che per il reparto nascite. Il rischio è di trovarsi senza posti letto, senza primariato e di ave-

re praticamente un contenitore vuoto. Allo stato attuale il reparto e il punto nascite risulterebbe a rischio per mancanza di posti letto o di personale. Adria inoltre se vuole avere un futuro dovrebbe rimanere spoke per la specificità del territorio come il tasso di anzianità, la mancanza di densità abitativa, la carenza di strade e di trasporto pubblico. Se tolgono il diritto alla salute ai cittadini, condannano questa Provincia a un fu-

turo peggiore di quello odierno - ha concluso il sindaco che gioca la carta Zaia per tentare l’ultima difesa dell’ospedale di Adria -. Come sindaco mi rivolgo al governatore del Veneto in un momento particolarmente delicato per la nostra città e per i servizi socio-sanitari che Adria offre all’intero territorio. Sappiamo che Zaia conosce bene le caratteristiche e le specificità del Delta e del Polesine». Guido Fraccon

enti che hanno sponsorizzato l’evento. «Le due pittrici - ha spiegato Berti - mostrano mondi differenti e forse contrastanti: uno astratto quello di Rubbini, fantasioso e solo in parte astratto quello di Hintalan».

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Bassano 39

IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 28 Aprile 2019

MALTEMPO. Dopola grandinata dell’altro pomeriggiosi temonoripercussioni ancheper ulivie ciliegi. Verifiche diAvepa

Pedemontana,dannialmais CerantolaePalù(Coldiretti): «Ilgranoturcoeraappena germogliato.Salvigli asparagi Purtroppo questa è la primavera» Pochi minuti ed il sole apparso da poco si è tramutato in forti raffiche di vento ed in una grandinata di dimensioni ridotte, ma rapidissima. È accaduto l’altro pomeriggio e ha colpito una vasta area del Vicentino, ma in particolare la Pedemontana, abituata purtroppo a eventi di questa natura. «Da una prima stima – commentano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù – i danni più ingenti sembrerebbero riguardare il mais, appena germogliato, mentre gli asparagi sono quasi sicuramente salvi, in quanto la copertura, sebbene scoperta dal vento ha protetto il prezioso turione bassanese. Dovremo attendere i prossimi giorni, invece, per poterci esprimere relativamente alla situazione di ulivi e ciliegi, anche se non sono da escludere danni a queste colture». La grandinata, in pochi minuti, ha ricoperto campi e strade, stratificandosi sul suolo quasi come un manto di neve decisamente fuori stagione. «In questo tempo non possiamo che riconoscere la primavera – concludono Cerantola e Palù – e lo diciamo a malincuore, ma eventi di

questo tipo non hanno nulla di straordinario. Fanno parte di quello che dovrebbe essere il normale ciclo delle stagioni. Certo non ci fa piacere lavorare mesi per poi vedere compromesse le nostre produzioni, ma siamo abituati a questo che è il rischio quotidiano del nostro mestiere». Coldiretti ricorda, come sempre in queste occasioni, che il meccanismo assicurativo è l’unico che può tutelare chi produce, anche se si tratta, evidentemente, soltanto di un sollievo rispetto al danno complessivamente patito, ma per chi produce va tenuto in debito conto. Già da ieri mattina, si legge in un Comununicato della Regione, i funzionari di Avepa (l’Agenzia Veneta per i Pagamenti in Agricoltura), insieme al direttore Fabrizio Stella, sono nelle aree della Pedemontana veneta colpite dal maltempo, per una prima verifica dei danni che le coltivazioni e il settore agricolo hanno subito soprattutto a causa delle forti grandinate abbattutesi in diverse province venete. La Regione, frattanto, ha istruito il decreto per la dichiarazione dello stato di emergenza per i danni subiti da opere pubbliche, firmato dal presidente Zaia. •

Tutta la tua vita è stata per noi esempio di onestà, laboriosità e amore. Hai sempre avuto un sorriso e una parola per tutti. Assistito dai suoi cari, serenamente è mancato

È mancato all'affetto dei suoi cari il

Brevi

Stradecoperte digrandine nel Bassanesee intuttala Pedemontana

TEZZE

Asorpresa simboloLega allalista diPellanda Ilsimbolo ufficialedellaLega passaal candidato sindaco LuigiPellanda.È questala sceltadeldirettivonazionale delCarroccio,cui era stata delegatala decisionesull'uso delsimboloo sullecandidature, dopocheil commissario provincialeGermano Racchella nonerariuscito a trovareuna lineaunitariatra la maggioranzadellasezione

locale,cheaveva votatocome candidatasindaco l'assessore MariscaScapin,el'alafedele all'uscenteValerioLago, che avevadesignato l'attuale vice LuigiPellanda.«Non hogestito questaquestione,ma ho rispettatole decisioni prese asuo tempo– intervieneil candidato Pellanda–Mi sentoquindi di ringraziarei verticidel movimento perla fiducia accordata». «Èunavergogna -interviene Scapin-.Il segretarioDa Re ha tenutonascosto sino all’ultimo la suadecisione chevacontro il novantaper centodegli iscritti dellasezionediTezzedellaLega. Nonci hannemmeno avvisato.A quantosoharicevuto pressionida ambientidel Carrocciodel Bassanesema siamonoi la vera Legaa Tezze. Mivien dasorridere alpensiero cheRacchella asserissedinon saperenulla». E.R.

ROMANO ANGOLIRUSTICI RINVIOA MERCOLEDÌ La 29a edizione degli “Angoli rustici”, prevista per oggi nell’ambito delle manifestazioni del Palio di Romano, promosso dall’associazione culturale Seriola, a causa delle condizioni meteo previste per la giornata odierna, è stata spostata a mercoledì primomaggio, sempre conil medesimo orario, dalle 9 alle 19. La quarantanovesima edizione del Palio delle contrade si svolgerà domenica 5 maggio.

ANNIVERSARIO 28/04/1934 Ciao Romano

26/03/2012

ROMANO BAGGIO

Continui a vivere nel nostro cuore. Cartigliano, 28 aprile 2019

dott. FRANCO MANNUCCI MARCO BAÙ di anni 86

Lo annunciano con profondo dolore la moglie CATERINA, i figli LORENA, SILVANA e CIRILLO, il genero GIAMBATTISTA, la nuora ROSANGELA, i nipoti MATTIA, ANDREA, GIULIA, ALESSIA, OMAR e GIORGIA, i fratelli, la sorella, il cognato, le cognate, i nipoti, i parenti e i tanti cari amici. I funerali avranno luogo lunedì 29 aprile alle ore 15.30 nella chiesa di S. Antonio Abate di Marostica, giungendo dall'abitazione in via B. Garzadore, 24. Dopo le esequie, il caro MARCO proseguirà per la cremazione. La veglia di preghiera sarà domenica 28 aprile alle ore 20.00 nella chiesa di S. Antonio Abate. Non fiori. Eventuali offerte vanno devolute alla Città della Speranza. Banca Popolare dell'Alto Adige Iban: IT92G0585660480177570174961 Si ringraziano fin d'ora quanti parteciperanno al lutto della famiglia. Un ringraziamento particolare alla Dott.ssa CRISTINA ZANATTA, al Dott. ENRICO CANEVA e al personale dell'A.D.I., alla Dott.ssa ELENA PASQUIN ed al volontario IVO dell'Associazione Oncologica Onlus del S. Bassiano. Marostica, 28 aprile 2019 SERVIZI FUNEBRI GENERALI O.F. CASAGRANDE MAROSTICA Tel. 0424.75802

di anni 94

Lo ricordano i figli ALESSANDRO con LUISA, ANNAPAOLA con FABIO, ALESSANDRA con GIANVITTORIO e i nipoti tutti. Il funerale avrà luogo martedì 30 aprile alle ore 15.00 nella chiesa parrocchiale di San Leopoldo, Cà Baroncello, proveniente dall'ospedale di Bassano. Dopo le esequie il caro FRANCO riposerà nel cimitero di S. Croce. La famiglia ringrazia quanti ne onoreranno il ricordo. Bassano del Grappa, 28 aprile 2019 O.F. MORO BASSANO DEL GRAPPA Tel. 0424.522547

A BASSANO LE NECROLOGIE SI RICEVONO

dal lunedì al venerdì ore 9,00 - 13,00 allo sportello PUBLIADIGE Largo Corona d’Italia, 3

Tel. 0424 528750 Fax 0424 529637


REGIONE

DOMENICA 28 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

Indagine Cgil sui 48 mila lavoratori extramedici. Critiche alla Regione, che ribatte: avete firmato un contratto capestro

Sanità, nella classifica delle retribuzioni il personale veneto si scopre cenerentola Filippo Tosatto VENEZIA. Non solo medici malpagati e in fuga dagli ospedali: nella sanità veneta il piatto piange anche per infermieri, tecnici, amministrativi, ausiliari. La platea dei 48 mila lavoratori che concorre all’erogazione del servizio di assistenza e cura si scopre cenerentola sul versante retributivo. Nel 2017 (ultimo raffronto disponibile) la media degli stipendi ha corrisposto a 28.941 euro, quasi 1300 in meno rispetto al dato nazionale (30.239), fanalino di coda nel Nord del Paese. La circostanza emerge da un’indagine della Cgil-Funzione pubblica, che ha setacciato il conto annuale della Ragioneria dello Stato valutando numero di addetti, trattamento economico, età. «In estrema sintesi», commenta il segretario di categoria Daniele Giordano «emerge che, senza tener conto delle regioni a statuto speciale, i professionisti della sanità veneta sono tra i meno pagati d’Italia, pur garantendo prestazioni di altissima qualità a fronte della cronica carenza di personale: oltre

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con le risorse aggiuntive previste dal contratto e dalla normativa nazionale, incrementando così le retribuzioni. Ha scelto di non farlo per fare cassa sul personale della sanità» . A stretto giro, la replica del direttore dell’Area sanità e sociale del Veneto: a fronte di un calo di addetti amministrativi e tecnici, osserva Domenico Mantoan «il personale adibito a compiti assistenziali nel periodo 2014-2017 si è incrementato di 341; se l’organico infermieristico, che comprende però anche i generici ad esaurimento, scende di 124 dipendenti, gli operatori sociosanitari crescono di 465 unità. Ancora troppo poco rispetto a quanto avremmo voluto, ma per tutto il 2018 era vigente il limite di spesa ancorato al 2004 (-1,4%), che non prevedeva deroghe nemmeno per regioni virtuose qual è la nostra». LA REPLICA DI MANTOAN

700 unità perse nel triennio 2014-2017, alle quali i recenti posti messi a concorso offrono una risposta inadeguata». QUEI 1300 EURO IN MENO

Nel dettaglio, il sindacato osserva che i meno penalizzati nei confronti dei rispettivi colleghi sono gli amministrativi percepiscono 515 euro in me-

no - mentre i lavoratori con funzioni rabilitative scontano -963 euro e quelli con ruolo tecnico (ausiliari, autisti, operatori socio-sanitari) ne guadagnano mille in meno all’anno. Netta anche la differenza stipendiale per il personale di vigilanza ed ispezione (-2000), tecnico sanitario (-1800) e infermieristico (-1210). Non solo

quattrini; la Cgil punta il dito sulla riduzione progressiva di addetti - «Perse 799 unità tra il 2014 e il 2017, è come se fosse stato chiuso un ospedale di medie dimensioni» - con il picco negativo nell’Ulss Serenissima (-271 lavoratori), seguita dalla Scaligera (-170) e da Belluno (-149). Un trend preoccupante che si riflette sulla cresci-

tà dell’età media: 48,24 anni, pur lievemente inferiore a quella nazionale (50,15). L’AFFONDO DI GIORDANO

Ma su chi grava la responsabilà di questa disparità salariale? Giordano critica l’amministrazione di Luca Zaia: «La Regione, negli anni passati, avrebbe potuto intervenire

LA SERENISSIMA E LE CITTÀ VENETE Padova - Treviso - Belluno - Vicenza - Verona

A cura di Ernesto Brunetta e con i contributi di Alessandra Artale, Maria Beatrice Autizi, Roberto Robazza, Toni Sirena, Lorenzo Somma, Alberto Toso Fei, Pietro Zanatta

È la storia della gloriosa città, la Serenissima, che per i commerci e per la cultura fu per secoli il più importante degli Stati italiani e uno dei più importanti d’Europa.

€ 9,80 no e con il Montello.

oltre al prezzo del quotidiano

«Quanto alle retribuzioni, è noto da tempo che i nostri professionisti non hanno un trattamento adeguate, specie se rapportate a quelle di altre regioni, e il recente contratto nazionale che la Cgil ha sottoscritto non prevede strumenti per valorizzare i professionisti che operano nelle regioni virtuose né per perequare trattamenti così palesemente differenziati»; al contrario «tale possibilità incentivante è uno dei punti principali della proposta di autonomia differenziata presentata dalla Regione, sulla quale il sindacato in parola ha dimostrato scarsa sensibilità se non aperta ostilità». —


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Nordest

VERONA, SI PAGHERÀ PER VEDERE GIULIETTA Un progetto da 5 milioni di euro: così diventerà un museo la casa di Giulietta. Ingresso a pagamento anche nel cortile (finora gratuito) dove si trova la statua Domenica 28 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Scatta la corsa al voto in 321 Comuni Depositate le liste per le elezioni del 26 maggio. Nei centri `Il Movimento 5 stelle darà l’assalto solo a 19 municipi maggiori, da Rovigo a Vittorio Veneto, coalizioni unite In sette paesi del Bellunese presente un unico candidato `

LA POLITICA VENEZIA La sfida è iniziata. Terminata ieri a mezzogiorno la presentazione delle liste, ora per 321 Comuni del Veneto (il 57% del totale) inizia la campagna elettorale verso il voto del 26 maggio. Il turno di ballottaggio, previsto per il 9 giugno, interessa potenzialmente 21 Comuni, quelli con popolazione superiore ai 15mila abitanti (nel padovano Cadoneghe, Monselice, Rubano, Selvazzano Dentro; nel Polesine Rovigo; nel trevigiano Mogliano Veneto, Paese, Preganziol, Vittorio Veneto; nel veneziano Noale, Scorzè, Spinea; nel veronese Legnago, Negrar, Pescantina, San Bonifacio; nel vicentino Arzignano, Bassano del Grappa, Montecchio Maggiore,Schio, Valdagno). Per cinque Comuni veneti, quelli istituiti nel 2019, si tratterà delle prime elezioni: Borgo Valbelluna (Belluno); Colceresa, Lusiana Conco e Valbrenta (Vicenza), Pieve del Grappa (Treviso). In questa tornata c’è un solo capoluogo di provincia, Rovigo. Ma ci sono anche Comuni, 7 nella sola provincia di Belluno, dove l’unica sfida sarà con il quorum: essendoci un unico candidato sindaco, per validare le votazioni bisognerà che il 50 per cento più uno degli elettori si rechi alle urne.

parte favorito grazie all’onda lunga del governo nazionale e ai sondaggi che premiano la Lega di Matteo Salvini, ma che in città rischia di scontare il fatto di non essere riuscito a portare a termine le ultime due giunte - si presenta con Monica Gambardella, mentre il centrosinistra ci prova con il professore ordinario di Economia Edoardo Gaffeo. Rovigo è anche uno dei pochi Comuni - 19 su 321 visto che agli iniziali 17 si sono aggiunti Montecchio

Maggiore e Trebaseleghe - in cui c’è un candidato sindaco del Movimento 5 stelle, Mattia Maniezzo. Riflettori puntati anche su Bassano del Grappa, che in questa tornata elettorale rappresenta il secondo Comune più popoloso. Il sindaco uscente Riccardo Poletto, pur essendo al primo mandato, non si ricandida e il centrosinistra si affida così all’assessore uscente Angelo Vernillo, mentre il centrodestra ci prova con la leghi-

sta Elena Pavan.

I numeri

IN BILICO Nel trevigiano l’attenzione è su Vittorio Veneto, un Comune emblematico sotto diversi aspetti. È qui che a suo tempo si sperimentò per la prima volta a livello nazionale il “compromesso storico” con una giunta Dc-Pci. Ma è anche un Comune dove si vince per una manciata di voti. Dopo 15 anni a guida Lega, prima con Giancarlo Scottà che governò per

I Comuni del Veneto, su un totale di 563, che il 26 maggio andranno al voto.

21 I Comuni chiamati a rinnovare il sindaco con popolazione superiore ai 15mila abitanti e dove potenzialmente ci sarà il ballottaggio.

1 Un unico capoluogo di provincia interessato da questa tornata elettorale: Rovigo, che va al voto anticipato dopo il commissariamento.

5 I Comuni istituiti nel 2019 in cui si voterà per la prima volta: Borgo Valbelluna (in provincia di Belluno), Colceresa, Lusiana Conco e Valbrenta (Vicenza), Pieve del Grappa (Treviso).

LE SFIDE Dopo la caduta anticipata della giunta di Massimo Bergamin, a Rovigo le coalizioni hanno evitato di frantumarsi. Il centrodestra - che anche qui

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CAMPAGNA ELETTORALE Depositate le liste per il voto amministrativo del 26 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il lampadario conteso arriva in Regione Marcato: «Se c’è reato si va in procura» LA POLEMICA VENEZIA Rischia di avere uno strascico politico in Regione Veneto il caso del lampadario che il sindaco di San Giorgio in Bosco (Padova) ha fatto togliere dal suo ufficio e che ha visto sette consiglieri comunali, di maggioranza e minoranza, presentare un’interrogazione chiedendo se se l’è portato a casa perché gli appartiene o se invece è del Comune. In pratica, gli è stato chiesto se l’ha rubato. E siccome tra i sette interroganti c’è Fabio Miotti, candidato sindaco ma soprattutto collaboratore dell’assessore regionale Elena

BUFERA NEL PADOVANO COINVOLTO ASSISTENTE DELLA DONAZZAN L’ASSESSORE LEGHISTA: «ELENA, CONDIVIDI QUESTO MODO DI FARE POLITICA?»

Donazzan, ecco che la Lega si è fatta sentire, nientemeno che con l’assessore e dirigente federale Roberto Marcato. «Voglio sapere se Donazzan, che fa parte della nostra maggioranza in Regione, condivide questo modo di fare campagna elettorale – ha detto Marcato - E la stessa domanda la rivolgo al presidente della Provincia di Padova Fabio Bui che ricopre una carica anche grazie alla Lega e che a San Giorgio delle Pertiche sostiene Miotti».

L’ACCUSA Il ragionamento di Marcato è il seguente: «Se Miotti & C. sono a conoscenza di una notizia di reato, vadano in Procura e facciano denuncia. Ma instillare nella gente il sospetto che il sindaco abbia fatto un furto - cosa falsa perché quel lampadario è suo e comunque neanche se l’è portato a casa, è in un magazzino del Comune - non va bene. In politica, e ancora di più in campagna elettorale, il confronto deve essere sui temi, c’è un bon

Bassano del Grappa

Ragazza sputa sull’auto dell’assessore VENEZIA Hanno aspettato che entrasse nella sua auto, uno del gruppo le si è parato davanti, obbligandola ad andare praticamente a passo d’uomo, finché una ragazza si è avvicinata alla portiera e le ha sputato contro. «Sono uscita dall’auto, mi sono presentata e ho chiesta alla ragazza chi fosse e perché mi aveva sputato. E quella mi ha detto: “perché, non posso sputare?”». Protagonista l’assessore regionale Elena Donazzan, ex esponente di Forza Italia che da poco ha fondato il movimento ”Amo il Veneto”. L’episodio è accaduto venerdì sera a Bassano davanti ai locali in uso ad alcune associazioni e ieri la stessa Donazzan è tornata sul posto e ha

due mandati e poi con l’attuale segretario veneto del carroccio Toni Da Re, nel 2014 vinse il centrosinistra per circa 350 voti con Roberto Tonon. Il quale, pur al primo mandato, ha deciso di non ricandidarsi. E così il Pd, in una città di vecchi (Vittorio Veneto è seconda solo a Venezia per popolazione anziana), ha schierato il giovane Marco Dus che, avendo 35 anni può definirsi un “nativo democratico”, né ex Margherita nè ex Ds. Il centrodestra, invece, prova a riprendersi il municipio con il leghista Toni Miatto e la novità della coalizione è che per la prima volta c’è anche Fratelli d’Italia. Nel veneziano la sfida più accesa a Spinea dove, dopo due consiliature a guida centrosinistra con Silvano Checchin, il Pd schiera l’assessore uscente Emanuele Ditati mentre il centrodestra ci prova con Martina Vesnaver. Singolare il caso del M5s: i due consiglieri uscenti Massimo De Pieri e Stefania Mazzotta un mese fa sono passati al gruppo misto e adesso sono in corsa con la lista Progetto Spinea che candida a sindaco lo stesso De Pieri. Il M5s si è così affidato a Lorenzi Agim Danaj, di origini albanesi. Quanto al M5s, appena 19 le liste presentate su 321 Comuni. A San Bonifacio, nel Veronese, ci prova Ilenia Menin, che oltre ai temi consueti - Tav, Pfas propone per la città «decoro e civile convivenza». Alda Vanzan

fotografato le insegne delle associazioni che utilizzano le sale del Comune: oltre a quella di Anpana (Associazione protezione animali), molte insegne sono coperte da adesivi come “Antifaschistische Aktion”, Antifascista PcLavoratori, La Yarda, Più treni meno Tav Rifondazione. «Chiederò a un consigliere comunale - ha detto Donazzan di fare una interrogazione al sindaco per sapere chi ha l’utilizzo di quegli spazi e chi fosse presente in sede». Il sindaco Riccardo Poletto: «Condanno ogni aggressione anche solo verbale o di intimidazione e mi spiace per quel che è accaduto a Elena Donazzan». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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ASSESSORE Roberto Marcato, dirigente federale della Lega

ton che vieta i colpi sotto la cintura. Non si può infettare la campagna elettorale dando del ladro a un esponente politico, a meno che uno non abbia le prove e allora va in Procura». Di qui la domanda a Donazzan: «Voglio sapere se la mia collega di giunta condivide questo metodo». Sottinteso: se lo condivide, lei come Bui in Provincia, politicamente sulla questione non si sorvolerà.

LA REPLICA Secca la replica di Donazzan: «Ma io cosa c’entro? Non capi-

sco dove voglia parare la Lega: vuole impedire a Miotti di fare politica e di candidarsi? Vuole che Miotti perda il lavoro da me in Regione? Miotti, che è un mio collaboratore e si occupa di stampa, è un uomo libero che fa politica e non la fa su mandato. Miotti e altri consiglieri comunali hanno presentato un’interrogazione che è lo strumento corretto all’interno di una istituzione. La cosa preoccupante, semmai, è che la Lega mi coinvolga». Sulla vicenda è nuovamente intervenuto Miotti: «La nostra richiesta arriva dopo la segnalazione di alcuni cittadini e la conferma di alcuni collaboratori comunali: il lampadario, rimosso una decina di giorni fa da Villa Bembo, pare sia stato trasportato in un primo momento a Sant’Anna Morosina, per poi ritornare nel corso dell’ultima settimana in magazzino comunale». Quindi la promessa: «Sarò ben lieto di donare un nuovo lampadario di pari bellezza alla nostra comunità in caso di vittoria. E questo lampadario sarà il lampadario di tutti». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


SpecialeElezioni Domenica 28, Aprile 2019

Candidature “solitarie” in gara contro il quorum in otto comuni

Le curiosità Record di liste a Calto e Papozze Ad Ariano l’Amministrazione non si presenta neppure alle urne

A pagina X

Alle pagine XII e XIII

Sette sfidanti in corsa per Rovigo

Al voto in anticipo

Oltre cinquecento persone tra aspiranti sindaci e candidati al parlamentino di Palazzo Nodari distribuiti in 17 liste: in gioco il voto di poco più di 40mila elettori `

CAPOLUOGO ALLE URNE ROVIGO Sette come le virtù teologali, sette come i vizi capitali, sette come le vite dei gatti e sette come le proverbiali camicie che si sudano quando ci si impegna al massimo. Tanti sono i candidati in corsa per la poltrona più alta di Palazzo Nodari, con una platea di 17 liste a sostenerli, a loro volta composte da un totale di 494 candidati. Considerando che alle Politiche dello scorso anno gli aventi diritto al voto erano 40.341, si tratta di un candidato ogni 81 potenziali elettori. Potenziali, perché considerando un’affluenza pari a quella delle ultime elezioni per la Camera, il 75,66%, la platea si riduce a 30.521 elettori e quindi i votanti per singolo candidato scendono a 61.

I sette pronti a darsi battaglia per indossare la fascia tricolore sono cinque uomini e due donne. Due hanno già corso come candidato sindaco: Gianni Antonio Saccardin, ex assessore ai Lavori pubblici della Giunta Bergamin, alla sua terza volta con la lista Presenza Cristiana, mentre Silvia Menon, consigliera di opposizione uscente, si era già candidata con la lista civica che portava il suo nome nel 2015, raccogliendo ben 3.702 voti, pari al 15,1%. Questa volta si presenta con tre liste civiche. Quattro anni fa aveva superato perfino ai

I PRECEDENTI Nel recente passato i candidati erano stati molto più numerosi. Nel 2015, quando vinse Massimo Bergamin, gli aspiranti erano 10, supportati da 19 liste, già meno rispetto al 2011, quando nelle elezioni poi vinte da Bruno Piva gli sfidanti erano stati 11 con 26 liste a supportarli. Bisogna tornare al 2006, quando vinse Fausto Merchiori, per ritrovare il numero sette, però con 19 liste. Paolo Avezzù, che al tempo era sindaco uscente e perse il ballottaggio per una manciata di voti, è in corsa come consigliere comunale. Fra i sette candidati sindaco di quest’anno, ce n’è uno che allora era candidato consigliere: Marco Venuto, che nel 2012 era nelle fila di An e che ora corre come candidato sindaco per CasaPound, il movimento di estrema destra.

I CANDIDATI

A CONTENDERSI LE PREFERENZE SARÀ UNA PERSONA OGNI 81 RESIDENTI: QUATTRO ANNI FA 19 LISTE IN GARA

DECADUTO Massimo Bergamin

voti di lista raccolti dalla Lega, 3.440, e più che doppiato quelli di Forza Italia, 1.206, a un passo da Paolo Avezzù che allora, candidato sindaco con Obiettivo Rovigo, Lista Tosi e Area Popolare, aveva raccolto 3.929 voti, terzo alle spalle della coalizione che sosteneva Bergamin, 4.810 voti totali, e di quella a sostegno di Nadia Romeo che aveva raccolto 6.167 voti.

IL CENTROSINISTRA Proprio l’ex capogruppo del Pd Romeo ha scelto di non riproporre la propria candidatura a sindaco, a favore di quella di Edoardo Gaffeo, professore universitario di Economia politica, attorno al quale si è ricompattato il centrosinistra in un rinno-

vato spirito “ulivista”. Oltre al Pd, che ha il consigliere regionale Graziano Azzalin come capolista, a sostenere la candidatura del “professore” ci sono, infatti, la Lista Civica “Con Edoardo Gaffeo – Perché Cresca Felice”, nonché la lista “Forum dei Cittadini - Coalizione Civica per Rovigo”, nata dall’esperienza del “cantiere programmatico” organizzato dell’ex presidente della Provincia Federico Saccardin, che ha raccolto esponenti dei vari partiti e movimenti della galassia di centrosinistra.

UN ANNO DI ANTICIPO Il Comune di Rovigo va alle urne con un anno di anticipo dopo la caduta di Bergamin

Ecco chi punta a diventare primo cittadino di Rovigo

IL CENTRODESTRA Se al centrosinistra è riuscita fin da subito la costruzione della coalizione, qualche problema in più lo ha indubbiamente avuto il centrodestra, che si è poi ricompattato attorno alla candidatura Monica Gambardella, dipendente della Regione distaccata alla Provincia come dirigente della Protezione civile, dopo un lungo tira e molla in particolare fra il commissario della Lega e assessore regionale Cristiano Corazzari e il commissario di Forza Italia e parlamentare Piergiorgio Cortelazzo in un gioco di veti incrociati. Poi l’accordo che ha portato a ben sei le liste della coalizione. A sostenere la Gambardella ci sono, oltre alla Lega e a Forza Italia, la civica “Monica Gambardella”, Obiettivo Rovigo, Fratelli d’Italia e la lista Forza Rovigo capeggiata dall’ex assessore regionale Renzo Marangon. A rompere l’unità del centrodestra, oltre a Presenza cristiana, anche la corsa autonoma dell’ex vicesindaco Ezio Conchi, sostenuto da ben due liste, Cambia Rovigo e Rovigo Futura. A chiudere il quadro, il Movimento 5 stelle, che ha il vigile del fuoco Mattia Maniezzo come candidato sindaco. Francesco Campi

CENTROSINISTRA COMPATTO INTORNO A GAFFEO; GLI AVVERSARI DI CENTRODESTRA CON GAMBARDELLA HANNO RIUNITO LEGA E FI

MONICA GAMBARDELLA Funzionario regionale, 51 anni, architetto

SILVIA MENON Commercialista, 40 anni, sposata, madre di due figli

EZIO CONCHI Avvocato, 61 anni, ex vicesindaco con Bergamin

GIANNI SACCARDIN Ex insegnante, 71 anni, assessore uscente

MATTIA MANIEZZO Vigile del Fuoco, 51 anni, all’esordio in politica

EDOARDO GAFFEO Docente universitario, 52 anni, due figli

I nomi dei candidati sul web

Tutte le liste sul sito del Gazzettino

MARCO VENUTO Operaio, 43 anni, esordiente sulla scena politica

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Carta e web. Il Gazzettino in occasione delle elezioni amministrative del 26 maggio, sfrutterà l’integrazione tra i due canali per offrire ai lettori tutti gli elementi necessari per arrivare informati all’appuntamento con le urne. Per questo potrete trovare sul nostro sito

(www.gazzettino.it), in una sezione dedicata (Speciale elezioni), tutte le liste con i candidati sindaci e i candidati consiglieri comunali dei 33 comuni polesani chiamati alle urne. La sezione è divisa per province e ogni provincia contiene i Comuni che vanno al voto con le rispettive liste.


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CONEGLIANESE

DOMENICA 28 APRILE 2019 LA TRIBUNA

La grandine record

Vigneti a Miane ieri mattina, coperti dalla grandine (foto di Giorgio Padoin). A destra, grappoli danneggiati dopo la grandinata (foto di Luca Ferraro)

Tempesta sui vigneti devastato il Cartizze Per la Regione è stato di emergenza Zaia firma il decreto per risarcire i coltivatori danneggiati Il Consorzio: «Stagione all’inizio, c’è tempo per recuperare» VALDOBBIADENE. Mai visto niente di simile: dieci, quindici centimetri di chicchi - alcuni con il diametro di una pallina da ping pong - accumulati lungo le strade e ai piedi dei filari. Mezz’ora di tormenta che in altre stagioni avrebbe spazzato via la produzione, stavolta con i grappoli in fase di prefioritura i danni sono stati limitati, ma ci sono. Zaia ha firmato il decreto per lo stato di emergenza, il Consorzio del Prosecco Conegliano-Val-

dobbiadene invierà i suoi tecnici domani e martedì per una conta puntuale dei danni. Farla oggi servirebbe a poco: si va dal 30 al 50 per cento nelle zone più martoriate (la collina del Cartizze), ma la stagione consente ancora un recupero. L’EMERGENZA

«Dalle prime ore di sabato mattina gli uomini di Avepa (Agenzia Veneta per i Pagamenti in Agricoltura), insieme al direttore Fabrizio Stel-

la, sono nelle aree della Pedemontana veneta colpite venerdì dal maltempo» annunciava ieri mattina la Regione, «per una prima verifica dei danni che le coltivazioni e il settore agricolo hanno subito soprattutto a causa delle forti grandinate abbattutesi in diverse province». Zaia ha quindi firmato lo stato di emergenza: «Nello stesso tempo, gli uffici regionali hanno istruito il decreto per la dichiarazione dello stato di emergenza

per i danni subiti da opere pubbliche del territorio: è il numero 61 del 27 aprile 2019, subito firmato dal presidente della Regione del Veneto». LA MAPPA

Ha grandinato in tutta la fascia pedemontana. L’area più colpita però è il cuore del Prosecco Conegliano Valdobbiadene, i cosiddetti “cru”, in particolare la collina del Cartizze. La bufera è arrivata da Ovest, ha colpito per prime Vidor e Colbertaldo, quindi la parte più bassa del Cartizze, Sovrapiana e Follo, poi si è spostata su Santo Stefano, Guia e Miane, per scaricarsi su Campea e Follina. A nulla sono serviti i cannoni antigrandine attivati per tempo ma impotenti davanti al muro di pioggia e di grandine che ha investito mezza provincia. Ieri mattina in diverse aree della denominazione rimanevano al suolo alcuni centimetri di chicchi ghiacciati, dando l’impressione di una nevicata fuori stagione. Colpita - sembra in modo meno intenso - anche l’area dell’Asolo Docg, risparmiate invece le pianure del Prosecco Doc, sferzate da pioggia e vento ma senza danni evidenti. Ieri mattina si è già vi-

ciFre e dAti

50-100% La percentuale di grappoli danneggiati, secondo le prime stime, nelle aree più colpite dalla bufera di venerdì sera. Secondo il Consorzio tuttavia i grappoli rimasti si riprenderanno, mentre sarebbero marciti in una fase più avanzata della maturazione

8.088 Gli ettari di superficie produttiva del Conegliano Valdobbiadene Docg. La grandine ha colpito soprattutto Vidor, Colbertaldo, Santo Stefano, Guia, Miane, Campea e Follina, oltre alla collina del Cartizze, tutte zone all’interno della denominazione

6.245 Il totale degli addetti nelle imprese viticole, vinificatrici e spumantistiche della denominazione. Nel 2017 (ultimi dati disponibili) gli enologi erano 288, i giovani 908 con una quota femminile del 41 per cento

coldiretti

Flagellati anche i frutteti Ad Asolo colpita la Bianchetta Gli agricoltori sono al lavoro per quantificare i danni «Una tempesta epocale dopo mesi di siccità in diverse province» VALDOBBIADENE. I tecnici di

Coldiretti sono al lavoro da ieri mattina per capire le conseguenze dell’ondata di maltempo non solo sui vigneti, ma anche su frutteti e altre colture. «L’epicentro della

grandine è stato tra il ponte di Vidor e Follina, e in quella zona abbiamo quasi esclusivamente vigneti» commenta Giorgio Polegato, presidente Coldiretti Treviso, «anche nell’Asolano ha fatto qualcosa, lì ci sono più frutteti tra cui diversi ciliegi, ma ci vorranno alcuni giorni per capire l’impatto. La grandine colpisce a macchia di leopardo, i nostri tecnici sono al lavoro». Secondo le stime di Coldiretti nazio-

nale, nel primo trimestre dell’anno sono cadute un terzo di precipitazioni in meno rispetto alla media storica. Una lunga fase di siccità che ha colpito anche la Marca, prima di rompersi nelle piogge diffuse degli ultimi giorni e nel maltempo di venerdì sera (uno scenario purtroppo sempre più frequente). «Una tempesta di grandine è caduta sulla Pedemontana veneta e - sottolinea la Coldiretti nazionale -

La grandine in centro a Follina venerdì sera

sto qualche agricoltore intervenire con un trattamento: i tecnici consigliano sali di rame e zolfo per “cicatrizzare” i grappoli colpiti e prevenire l’insorgenza di malattie come la peronospora. IL CONSORZIO

«Servono ancora due giorni per avere una fotografia esatta dei danni» commenta Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene, «devo dire che sabato mattina il paesaggio faceva meno impressione di venerdì sera. Siamo in fase di prefioritura e questo ha scongiurato danni significativi. Bisogna capire, tuttavia, se il diradamento dei grappoli pregiudicherà e quanto la produzione. Sicuramente alcuni grappoli sono caduti, ma quelli che sono rimasti cresceranno senza alcun problema. Sarebbe stato peggio fra due o tre mesi. Ora i grappoli colpiti avranno conseguenze qualitative, mentre in una fase di maturazione più avanzata la “cicatrice” sul chicco sarebbe rimasta, sviluppando marciume. Insomma, tutto sommato poteva andare peggio». — Andrea De Polo BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ha colpito in particolar modo l’area dei vigneti di Prosecco dei comuni collinari di Refrontolo, San Pietro di Feletto, Pieve di Soligo. I tecnici di Coldiretti sono al lavoro per una prima stima difficile da rilevare a causa delle zone segnate dal maltempo a macchia di leopardo. Nei Comuni della Doc non si riscontrano ad esempio segnalazioni particolari. Le colline della Docg sono state le più toccate dalla furia del maltempo che ha interessato le province di Treviso, Vicenza fino al confine veronese. Danneggiati anche vitigni autoctoni come la Bianchetta nell’Asolano, che sta riscoprendo un rinnovato interesse tra i giovani produttori». — A.D.P.


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