Abolire la miseria della Calabria e il 150° dell'Italia Unita

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Nel 150° dell’Italia Unita

Nel 150° dell’Italia Unita

Un numero speciale

Un numero unico

solo 1,00 Copia Omaggio Ma un contributo libero è gradito

Con il contributo della

Periodico nonviolento di Storia, Arte, Cultura e Politica laica liberale calabrese

Con il contributo della

Mag g io - D ice mbre 2010 - Anno I V - N. 5, 6, 7, 8, 9, 1, 11 e 12

Presagi e moniti di Benedetto Musolino

All’interno

E’ ben giusto che chi gode i maggiori privilegi, sia sottomesso ai maggiori sacrifici

INSERTO SPECIALE LA STAMPA NEL CENTENARIO

Servono luci radicali, libertarie e democratiche nel grigio dell’attuale situazione culturale italiana

DA MORELLI E AMMIRA’ A BERLUSCONI

Le celebrazioni dell’Unità d’Italia di cui tanto si parla, spesso a sproposito e senza cognizione di causa, hanno riportato all’attualità la storia del nostro Risorgimento: una sorta di “revival” della questione meridionale che paradossalmente diventa per la Lega & C questione settentrionale che oggi va tanto di moda e che quasi sempre finisce per diventare una occasione per gettare fango sui “terroni” tra una polenta imboccata al “senatur” ed una “pajata” in salsa romanesca: tragicomico.

di Maria Elisabetta Curtosi >> Pag 4

I campioni di italianità, forgiati nel collegio S. Adriano, non restarono in Calabria a contenere i loro ideali

GLI ITALO ALBANESI NEL PROCESSO DELL’ITALIA UNITA ---

La fucina di diavoli ---

Un contributo pieno di motivi e di orgoglio per la progenie di tanti eroi

di Salvatore Colace & Nicola Basilio Barbieri >> a Pag. 5 e 6

Giuseppe Mazzini, precursore del nuovo diritto pubblico europeo

L'apostolo che ci ha mostrato il cammino verso un nuovo mondo

di F.C. & G.C. >> a Pag. 8 ISSN 2037-394X

Un calabrese dalla “costante fede italiana” che “amava aguzzare l’occhio nell’avvenire della Patria”

Una riforma radicale: L'imposta progressiva per combattere la lussuria irrompente del capitale di Giuseppe Candido e Filippo Curtosi uando la politica, anche quella calabrese, sembra perdere il suo senso d'Unità pensando a secessioni e partiti “meridionali” per competere con la La Lega del Nord, forse non è davvero tempo sprecato guardarci indietro, non Speciale 150° per commemorare, ma dell’Italia Unita per trarre, dai migliori, l’esempio. In una piazza di Pizzo di Calabria, la bella epigrafe dettata da Ferdinando Martini fa ammenda dell’aspro giudizio di taluni contemporanei, e dice in sintesi della vita e delle gesta di Benedetto Musolino (Pizzo, 18081885), patriota e politico Senatore del Regno d’Italia nella XIII legislatura. A ricordarlo era Alfredo Gigliotti, direttore di una vecchia rivista di “Rassegna Calabrese”. Un mensile di vita, cultura, informazioni che, nel numero unico di novembre e dicembre del 1961, in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, ne ripercorreva la vita e le gesta per consentire ai posteri di “correggere le sentenze ingiuste”. Perché, scriveva il Gigliotti, “E' ben vero che i posteri sono quasi fatti apposta per correggere le sentenze ingiuste dei predecessori”. La famiglia Musolino occupa uno dei cospicui posti della storia del Risorgimento: lo zio e il Padre di Benedetto erano stati patrioti del novantanove ed avevano dovuto

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emigrare a causa della persecuzione delle bande del Cardinale Ruffo; lo zio Domenico e il figlio primogenito Saverio, erano stati poi uccisi durante la reazione del ’48; una sorella del giovane Benedetto fu madre di Giovanni Nicotera. Ma tutte le virtù familiari e patriottiche sembrarono riassumersi in Benedetto Musolino, nato l’8 febbraio 1809. Giovanissimo, visitò l’Impero Ottomano ; studente a Napoli fondò, con Luigi Settembrini una sua “Giovine Italia”, una setta nota col nome di della “Figlioli Giovine Italia”, men fortunata di quella del Mazzini; cospiratore soffrì il carcere, combattente all’Angitola, nel ’49 promosso Colonnello di Stato Maggiore, ritornò dall’esilio di Francia per raggiungere Garibaldi in Sicilia. Fu quindi capo dell’insurrezione calabrese del 1860 e “deputato garibaldino al parlamento fino alla XIII Legislatura, ove portò alta e generosa l’affermazione della sua costante fede italiana”. L’8 maggio del 1839 venne arrestato e assieme a lui presero la via del carcere anche il fratello Pasquale, Saverio Bianchi, Raffaele Anastasio e Luigi Settembrini. Liberato tre anni più tardi gli venne imposto di raggiungere il proprio... >> Pag 7

TRA RIFLESSIONE STORICA E NUOVE RAGIONI DI IMPEGNO CONDIVISO “Fu nell'800 il formarsi dell'Italia come Stato unitario”

Riproporre le acquisizioni della nostra cultura storica, relative a quel che hanno rappresentato il Risorgimento e la sua conclusione nella storia d'Italia e d'Europa

di Giorgio Napolitano ubblichiamo il testo dell’intervento del Presidente Napolitano: "Verso il 150° dell'Italia Unita: tra riflessione storica e nuove ragioni di impegno condiviso", gentilemte concessoci con nota ufficiale (Prot. SGPR 11/06/2010 0062663 P) a firma del Segretario Generale del Presidente della Repubblica, Pasquale Cascella che ci ha “Rappresentato i sensi del Presidente Giorgio Napolitano per l’iniziativa di dedicare un numero del periodico “Abolire la miseria della Calabria” al tema del Mezzogiorno nel centocinquantenario dell’Unità d’’Italia”. Rngraziando con cuore il Presidente Giorgio Napolitano e il Segretario Generale Cascella, a nome di tutta la redazione porgiamo il nostro saluto augurale per un Buon 2011 al Garante della Costituzione che dà ascolto ai giovani.

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*** Roma, Accademia dei Lincei, 12/02/2010 Presidente Ciampi, Autorità, Signore e Signori, ringrazio vivamente il Presidente Maffei per le sue cortesi parole di saluto. E ringrazio con lui e con il Vice Presidente Professor Quadrio Curzio, voi tutti, signori Soci dell'Accademia, per il privilegio e per l'occasione che mi avete offerto invitandomi a presentare in questa sede così rappresentativa e autorevole, le convinzioni che mi guidano in vista di un evento di straordinario rilievo istituzionale. La convinzione, in primo luogo, che la cultura italiana, in tutte le sue espressioni, sia chiamata a dare un contributo essenziale alle celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità. Parlo innanzitutto, naturalmente,

della cultura storica, il cui ricco patrimonio di studi sul Risorgimento e sul processo unitario merita di essere richiamato all'attenzione generale e riproposto nel modo più incisivo dinanzi al grave deficit di conoscenze storiche diffuse di cui soffrono intere generazioni di italiani. La riflessione storica, ed egualmente l'indagine sulle vicende politico-istituzionali ed economico-sociali, debbono peraltro abbracciare l'evoluzione dell'Italia unita nei periodi successivi alla fondazione del nostro Stato nazionale, fino a consentire un bilancio persuasivo da far valere nel tempo presente. Perché in effetti con l'avvicinarsi del centocinquantenario si vedono emergere, tra loro strettamente connessi, giudizi sommari e pregiudizi volgari sul quel che fu nell'800 il formarsi dell'Italia come Stato unitario, e >> Pag 2, 3 e 4


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