UNIDAD POR LA LIBERTAD Sottoscritto a Cuba accordo tra oppositori democratici al regime Castrista
QUEI RIVOLTOSI DI “NON MOLLARE” Non ci è concessa la libertà di stampa? Ce la prendiamo
Eutanasia clandestina:
continua la battaglia dell’Associazione Luca Coscioni nelle Regioni COPIA OMAGGIO
MANIFESTAZIONE DI ORGOGLIO LAICO
Speciale 8 aprile: Marcia di Pasqua
moratoria ONU esecuzioni capitali
UVISTRA DA 20 ANNI ROCK MEDITERRANEO
ANCHE LORO A ROMA IL 12 MAGGIO Inserto speciale
Giorgiana Masi L’altro 77
Quando il popolo è unito, la classe dirigente non c'è... come per il divorzio e per l'aborto Family Day del 12 maggio.
Quello delle coppie omosessuali appare il tema più scottante per la Chiesa cattolica
Laicità e Libertà. L’Intervento dell’On. Roberto Villetti per Abolire la Miseria della Calabria dumplife Flickr / Foto: Mihai Romanciuc
Mensile indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale
Maggio 2007 - ANNO I - n° 5
Speciale MUSICA
33° anniversario della vittoria sul divorzio. Il 12 e 13 Maggio a Roma, Piazza Navona, comizio e concerto. Mentre gli eredi degli sconfitti di allora celebranno il family day. Sarà occasione per ricordare anche GIORGIANA MASI
SOMMARIO Pag 3
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Laicità e Libertà. L’intervento dell’On. Villetti per Abolire La Miseria Quei Rivoltosi di “NON MOLLARE” Una manifestazione di ORGOGLIO LAICO. Per l’Unità della sinistra. Subito Congresso S.D.I. Possiamo dirci o no, ora, più felici? Marcia di Pasqua: “quando il popolo è unito la classe Dirigente è assente. Come per divorzio e aborto Nessuno Tocchi Caino News. Pena di morte. Parlamento Europeo, presidenza UE faccia immediata richiesta moratoria Moratoria esecuzioni capitali. Sosteniamo Pannella e i radicali Pena di morte. Sulla moratoria ci sono i numeri E’ la mente a muoversi EUTANASIA CLANDESTINA. Continua la battaglia dell’Associazione Luca Coscioni La Legge elettorale e il lungo naso di Pinocchio UVISTRA. Rock mediterraneo made in Calabria
ABOLIRE LA MISERIA DELLA CALABRIA mensile indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale ------------------------------------------------------------Direttore Responsabile: Filippo Curtosi Editore - Vice Direttore: Giuseppe Candido ------------------------------------------------------------------Redazione, amministrazione e impaginazione Via Crotone, 24 – 88050 Cropani (CZ) Tel/Fax. 0961 961036 – 0961/1916348 - 347 8253666 e.mail: giuseppecandido@interfree.it" sul blog: http://abolirelamiseriadellacalabria.blog.tiscali.it
Stampa: BRU.MAR - V.le dei Normanni, 23/q - CATANZARO - tel.0961.728005 - 320.0955809
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2 Unidad por la libertad.
NEWS FLASH
ABOLIRE LA MISERIA della calabria
Sottoscritto a Cuba accordo tra oppositori democratici al regime Castrista
18 aprile. I leaders radicali Pannella e Cappato salutano l'alleanza degli oppositori democratici: “Ora la UE deve aiutarli a informare i cubani" L'accordo "Unidad por la libertad" segna una nuova fase nell'opposizione al regime, non soltanto per i nomi dei firmatari, ma anche per i richiami espliciti al connotato "pacifico" della loro lotta e alla centralità dell'obiettivo della democrazia e dei diritti umani universalmente riconosciuti. Ora spetta a tutte le donne e uomini di buona volontà, in particolare ai responsabili istituzionali dell'Unione europea e dei suoi Governi, il compito di raccogliere il loro appello nel modo più concreto possibile: innanzitutto aiutandone la diffusione immediata con ogni mezzo, superando la censura del regime affinché l'evento "Unidad por la libertad" sia davvero conosciuto a tutto il popolo cubano. per saperne di più: www.radicalparty.org
Pannella in Calabia,
con Gennaro Migliore (RC), e la stampa quasi li ignora
28 aprile 2007. Mentre stiamo chiudendo il nostro mensile scopriamo che si è tenuta a Reggio Calabria, una Tavola rotonda cui hanno partecipato i deputati Gennaro Migliore di RC, l'On. Umberto Pirili, e Marco Panella parlamenare europeo. Lo abbiamo saputo proprio mentre era in corso perché avevamo telefonato a Roma per organizzare la giornata di orgoglio laico del 12 maggio. C’è stato un difetto d’informazione. Per fortuna che era presente Radio Radicale che non ha potuto trasmetterla in diretta ma abbiamo potuto riascoltare l'evento la mattina di sabato 28 alle ore 11.00. Soltanto Calabria Ora ne ha dato notizia. Il tema della tavola rotonda era importante: "Europa e Medio Oriente". A saperlo prima vi avremmo assistito volentieri anche se - a dire il vero - non stavamo neanche tanto in forza. Non abbiamo capito bene il luogo dove si è tenuta ma, per gli interessati, la discussione integrale è riascoltabile sul sito www.radioradicale.it/riascolta. Pannella ha parlato della pace in MO come obiettivo urgente e necessario ed ha rilanciato l'iniziativa prossima e urgente, dopo quella in corso sulla Moratoria delle esecuzioni capitali per la quale Pannella è dal 21 marzo in sciopero della fame, del "Grande SATYAGRAHA Mondiale per la Pace". Inoltre ha ricordato progetto di inserire Israele e la Turchia in Europa. C'è da notare che né nei giorni precedenti né stamane (28 aprile) i giornali calabresi hanno reso evidente un evento comunque importante. I Radicali e i loro temi, benché importanti ed urgenti (vedi eutanasia, Moratoria esecuzioni capitali, vedi - per la Calabria - costi della politica e riassetto idrogeologico) vengono quasi sempre, pressoché ignorati. Anche per questa miseria d'infortmazione ci siamo uniti all'azione nonviolenta dei radicali con l'autoriduzione dell'insulina per tre giorni, da ripetere nei fine settimana sino a quando non verrà presentata e verrà anche abbattuto questo muro di silenzio. E, per questo, nell'ottica radicale nonviolenta di "non mollare", anche per noi di Abolire la Miseria della Calabria il motto è: voi ci togliete libertà di stampa? E noi ce la riprendiamo. Giuseppe Candido
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ABOLIRE LA MISERIA della calabria
Family Day del 12 maggio. Le gerarchie ecclesiastiche vogliono esibire una vera e propria prova di forza. Per testimoniare ancora una volta il forte impegno per la libertà e la laicità, mai venuto meno nella nostra storia, i socialisti e i radicali con la Rosa nel Pugno si sono dati appuntamento proprio il 12 maggio a Roma in piazza Navona
Laicità e Libertà.
L’Intervento dell’On. Roberto Villetti per A.L.M.
LAICITA’ E LIBERTA’
Quello delle coppie omosessuali appare il tema più scottante per la Chiesa cattolica archia ecclesiastica è in grado di Con la manifestazione del Family vita e del costume. day, che si svolgerà a Roma il Enrico Boselli, nella sua relazione al mettere una camicia di forza ai diversi rapporti, è dimostrato dagli prossimo 12 maggio, le gerarchie recente Congresso nazionale dello ormai tanti cattolici praticanti e ecclesiastiche vogliono esibire una SDI a Fiuggi ha citato un passo di devoti divorziati, con convivenze di vera e propria prova di forza. Ai par- una interessante ricerca sulla fatto ed anche partner in coppie roci è arrivato un preciso ordine di “Famiglia del futuro”, realizzato da omosessuali. Negare questi nuovi mobilitazione. Perché sia chiaro un gruppo di studio denominato diritti civili emergenti l’oggetto della consignifica solo restrintesa, che non è la gere la libertà. difesa della Quello delle coppie famiglia in quanto omosessuali appare il tale, si precisato da tema più scottante per parte del Comitato la Chiesa cattolica. promotore che chi Dobbiamo però parteciperà chiederci: se si ha un esprimerà la sua figlio (o una figlia) contrarietà ai omosessuale, tutto ciò DICO, il disegno di può essere vissuto legge partorito non come un grave dalla collaboproblema solo se la razione tra la minsocietà considera istra Barbara questo orientamento Pollastrini e la minnormale e se anche in istra Rosy Bindi e FOTO: Mihai Romanciuc queste condizioni è varato dal Il Ministro Emma Bonino e l’On. Roberto Villetti Consiglio dei alla Marcia di Pasqua per la moratoria delle esecuzioni capitali possibile costruire un rapporto di coppia, Ministri con la sola invece di essere esposti al rischio di contrarietà di Clemente Mastella. Vision e presentato in un convegno essere confinati in un ghetto di Tutti sanno che i DICO rappresenalla Camera dei deputati ad aprile esclusione sociale. Il riconoscimendello scorso anno. In questo lavoro tano un compromesso a livelli minito delle coppie omosessuali non è mi, ben più arretrato dei PACS di indagine si osserva: “La famiglia un fattore di disordine morale, ma al introdotti in Francia. Nonostante si sta evolvendo, ne stanno mutancontrario di tenuta sociale. questo carattere assai limitato, i do le forme, anche in maniera radiContrastare questa offensiva inteDICO sono diventati per i vertici cale e drammatica, ma non sta gralista e oscurantista delle gerardella Chiesa cattolica una sorta di scomparendo. Non muore la chie ecclesiastiche è, quindi, un prodotto del diavolo da contrastare famiglia. Anzi, ne aumentano la in tutti i modi. popolarità e la domanda. Così come dovere politico per tutti coloro che vogliono difendere i diritti di libertà. Questa impostazione rivela, se ce aumenta il bisogno di stabilità, di E ciò è ancora più importante in un ne era bisogno, che la manifessicurezza, di identità che facciano momento in cui sta prendendo avvio tazione di piazza San Giovanni non da contrappeso ad una società la costruzione del partito democratiè rivolta a tutelare la famiglia ma sempre più veloce e sempre meno cerca d’impedire che altri, come col- governata. È viva, quindi, la famiglia co, basato su compromesso al ribasso tra DS e Margherita su questi oro che hanno convivenze di fatto o e, tuttavia, se ne moltiplicano le che fanno parte di coppie omosesforme e se ne diversificano i model- principi che dovrebbero essere non negoziabili, con la conseguenza di suali, possano avere alcune essenli. Le sue configurazioni diventano indebolire il tradizionale fronte laico. ziali tutele e diritti. E’, quindi, una numerose. Tanto numerose, in grande mobilitazione ‘contro’ i diritti realtà, quanti sono gli individui, anzi Per testimoniare ancora una volta il forte impegno per la libertà e la laicdi minoranze, piuttosto che ‘per’ le relazioni possibili tra di essi in ità, mai venuto meno nella nostra quelli di una maggioranza. In questo una società a rete”. storia, i socialisti e i radicali con la aspetto è evidente un carattere cen- Si tratta di prendere atto che non Rosa nel Pugno si sono dati appunsorio e repressivo: si vorrebbe bloc- esiste solo la famiglia tradizionale, tamento proprio il 12 maggio a care l’avanzata di un’Italia sempre ma un’insieme di relazioni che Roma in piazza Navona più moderna non solo nel campo rivendicano propri diritti, senza dello sviluppo economia e della intaccare o ridurre quelli di altre citRoberto Villetti tadine e di altri cittadini. Del resto la sicurezza sociale, ma anche in Capogruppo alla Camera dimostrazione, che neppure la gerquello dei diritti civili, degli stili di Rosa nel Pugno
ABOLIRE LA MISERIA della calabria
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L’acqua distillata è il laicismo, il credo socialista liberale. Il cantiere è la continuità Salveminiana”
QUEI RIVOLTOSI DI “NON MOLLARE”
SOCIALISMO LIBERALE....laico e radicale
“Non ci è concessa la libertà di stampa ? Ce la prendiamo”. Da ottant’anni, questo giornale e questo monito sono leggenda. Marco Pannella ha dato un giudizio assolutamente positivo del congresso dello Sdi . Si vuole fare l’Unità socialista che non è riuscita prima. “Sembra che le cose vanno benissimo dice Pannella rispetto ad un offensiva vetero clericale”. La Rosa nel Pugno vive nello spirito. Pannella ha una storia socialista . Il segretario dei giovani socialisti, quarta componente della Rosa dice: “il progetto laico, liberale, radicale e socialista non muore. Vogliamo un cantiere più grosso. Volevamo farlo prima e non ci siamo riusciti, adesso dicono si può fare”. Noi vi applaudiamo continua Pannella. Questa sera è una sera di festa perché c’è un canto nel congresso dello Sdi della laicità come alternativa ad un sistema politico italiano che possiamo definire come una cosa traditrice e bastarda. Ringraziamo Enrico conclude Pannella, perché l’Unità socialista è un percorso non craxiano ma che si richiama a Zapatero, Blair e Loris Fortuna. L’acqua distillata è il laicismo, il credo socialista liberale.Il cantiere è la continuità Salveminiana” . Cosa significa ciò. Per comprendere questo passaggio bisogna andare indietro nel tempo. Anno 1925: La pattuglia dei “salveminiani” che comprende Ernesto Rossi, i fratelli Rosselli, Carlo e Nello, Traquandi, da vita ad un giornale: “Non Mollare”. Il titolo del giornale lo trova Nello Rosselli che, racconterà Salvemini, ha la meglio su chi propone “Il Crepuscolo”. Ernesto Rossi di cui quest’anno si celebrano i 110 anni dalla nascita, studioso di economia e insegnante nelle scuole statali, mutilato dalla grande guerra, si professa subito “liberista”; i fratelli Rosselli, ebrei,di famiglia ricca; Tramandi di professione faceva il ferroviere. Si trattava di distinti borghesi dalle radici culturali “risorgimentali” che avevano
partecipato al conflitto della grande guerra del 15-18. Erano rivoltosi perché si mettevano contro il fascismo che aveva soppresso la libertà di stampa. “Volete che sparisca la stampa clandestina”? era la parola d’ordine che questo giornale fiorentino diffondeva. “Rispettate la libertà di stampa”. “Non ci è concessa la libertà di stampa? Ce la prendiamo”. Da ottant’anni, questo giornale e questo monito sono leggenda. Qualunque semplificazione sta stretta, anche se, come ogni storia complessa come quella di cui “Non Mollare”si fece strada per 22 numeri clandestinamente (usciva quando poteva). Ernesto Rossi aveva il compito di far recapitare il foglio clandestino a gente che si chiamava Camillo Berneri, Umberto Zanotti Bianco attraverso il ferroviere Tramandi. Il bersaglio preferito era Vittorio Emanuele III, colluso con Mussolini. La tiratura era di trecentomila copie. Un giornale irriverente, di forte denuncia che veniva definito “Bollettino d’informazione durante il regimee fascista”. Simbolo autentico di resistenza al fascismo. Ernesto Rossi divenne cosi nemico giurato di Mussolini e dovette riparare in Francia in seguito al tradimento di un tipografo, Gaetano Salvemini venne arrestato a Roma prima di andare in esilio per oltre venti anni. I fascisti volevano ammazzare i fratelli Rosselli ma non li trovarono. Li avrebbero trovati dodici anni dopo. Il “ Socialismo liberale” di Rosselli. Scriveva Aldo Garosci nel 1967: “L’anno 1937 si apriva sullo scenario europeo di una guerra civile che, a cinque mesi dal suo inizio, di giorno in giorno appariva come il dissidio tra due civiltà: la guerra di Spagna. In molti tra gli esuli antifascisti italiani, avevano fatto la loro scelta di campo, e tutto nell’an-
imo e nella volontà di Carlo Rosselli lo disponeva all’intervento in questa guerra”. Settant’anni fa venivano uccisi in Francia i due fratelli antifascisti, socialisti e liberali da tempo sotto stretta sorveglianza. “Il maggior pericolo viene da Rosselli e, a mio modo di vedere, è assolutamente necessario sopprimerlo” cosi si esprimeva nel 1934 il capo della polizia politica che viene riportato nel volume di Mimmoo Franzinelli: “ Il delitto Rosselli. 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidi politico”. Attraverso di esso, scrive lo storico Lucio Villari” l’autore ricostruisce la preparazione in
Carlo Rosselli, Erenesto Rossi e Nello Rosselli Italia e l’esecuzione per mano francese dell’assassinio dei fratelli Rosselli. Nella prima metà del volume si seguono le trame italiane e le complicità francesi della rete dentro la quale cadrà Carlo Rosselli. “Tenga presente scriveva Michelangelo Di Stefano numero due del capo della polizia Arturo Bocchini- che il movimento più importante, più pericoloso, più attivo è, per ora Giustizia e Libertà. Ho dovuto persuadermi che il Rosselli è, senza dubbio, l’uomo più pericoloso di tutto il fuorisciutismo (nel lingiaggio fascista si preferiva qualificare con un termine dispregiativo “fuorusciti” gli esuli antifascisti). Egli è un “piccolo Lenin, figlio di papà” ma crede sul serio al suo ruolo rivoluzionario ed è totalmente sprovvis-
5 to di quel minimum di misticismo che spinge il rivoluzionario idealista a non imbruttire mai la propria opera. Per Rosselli tutti i mezzi sono buoni”. I servizi segreti, scrive ancora Villari,” sapevano anche che la posizione di Rosselli era critica nei confronti dell’antifascismo all’estero e delle sue varie componenti: socialiste, comuniste, liberali, repubblicane, anarchiche, cattoliche. Gli informatori sapevano che la lotta al fascismo condotta da Rosselli, voleva essere, rispetto a queste componenti, più profonda, più incisiva, più strategica. In una lettera, intercettata, di Rosselli al repubblicano Fernando Schiavetti era detto: “Non occorre che spieghi a te che la nostra concezione non ha nulla a che fare con il vecchio massimalismo. Siamo pronti alla lotta concreta e a tutte le concessioni tattiche, purchè resti energicamente perseguito il fine”. La guerra di Spagna, conclude lo storico” metteva alla prova queste idee. Per il regime fascista occorreva dunque agire al più presto. Chi sapeva, se non le spie e gli intercettatori italiani del fatto che Carlo Rosselli, tornato dalla Spagna con una grave flebite alla gamba doveva curarsi ai primi di Giugno presso le terme di Bagnoles-del’Orme in Normandia? Chi altri l’avrebbe potuto chiedere ai “cagoulards” di portare a termine l’eliminazione di Rosselli se non i massimi vertici del fascismo internazionale? Dopo la morte di Rosselli,un altro grande antifascista italiano assunse compiti impegnativi di carattere politico e organizzativo nell’ambito di “ Giustizia e Libertà”: Bruno Trentin, padre dell’ex segretario generale della Cgil. Scrive Hans Werner Tobler:” Dall’esame del contributo teorico- sociale del Trentin negli anni trenta, visto come una delle componenti del quadro politico di “ Giustizia e Libertà”, proprio in confronto alle concezioni politiche di Carlo Rosselli, emerge la vasta gamma di opinioni che caratterizzava questo movimento. Per quanto, nel loro tentativo di definire una propria posizione politica, sia Trentin sia Rosselli partano dalla polemica con il marxismo e col socialismo e tendono ad una nuova concezione della società, determinata anche in forma decisiva dall’esperienza del fascismo, e per quanto riconoscano entrambi la realizzazione sociale dei postulati liberali di autonomia come un’esigenza centrale, differiscono poi nel loro orientamento
ABOLIRE LA MISERIA della calabria politico. Le idee di Rosselli che, data la sua leaderschip nell’ambito di “ Giustizia e Libertà”, vanno intese anche come espressione fondamentale dell’orientamento di questo movimento, vennero elaborate soprattutto in “ Socialismo liberale” apparso nel 1930. Per Rosselli che aveva fatto
addirittura la paralizza. Marxismo e socialismo non gli appaiono pertanto identici, ma anzi il marxismo può rivelarsi un impedimento per il socialismo. Bisogna dunque- secondo Rosselli- liberare il socialismo dalla sua incrostazione dogmatica- marxista. La critica del marxismo di Rosselli non è tanto una critica del marxismo genuino quale risulta dalle opere di Marx ed Engels, quanto piuttosto una polemica con la concezione del socialismo e della sua realizzazione adottata dai marxisti italiani. Socialismo non significa più per Rosselli essenzialmente una struttura socialista di produzione. Il socialismo si rivela nel concetto di Rosselli piuttosto un ideale:” Il socialismo non è né la socializzazione, né il proletariato al potere, e Il nuero 7 di “NON MOLLARE” neppure l’uguaglianza il giornale clandestino antifascista materiale(…) Il socialismo, più che uno stato esteriore parte del partito socialista di Matteotti, da raggiungere, è per l’individuo, la Socialismo liberale aveva il significato realizzazione di un programma di di un distacco dal socialismo italiano vita…Rosselli arriva alla sintesi di tradizionale e soprattutto dal rifiuto socialismo e liberalismo nel sua della sua base marxista. Nella prassi Socialismo liberale interpretando il politica, Socialismo liberale significanuovo socialismo come l’autentico va una svolta in direzione della pratiproseguimento del liberalismo idealca politica della socialdemocrazia ista ch’egli contrappone al liberalismo europea occidentale e soprattutto borghese del suo tempo, ridotto a libinglese. Socialismo liberale va inteeralismo economico. Per” Socialismo so come critica fondamentale del liberale” intende quindi “ una teoria marxismo. “ Oggi sono in causa” politica che, partendo dal postulato scrive Rosselli nella prefazione, “ le della libertà dello spirito umano, afferbasi fondamentali della dottrina e non ma la libertà suo fine supremo, suo più soltanto della sua applicazione mezzo supremo, regola suprema pratica. E’ la filosofia, è la morale, è della convivenza umana”. In definitiva la stessa concezione della politica la concezione di Rosselli di un socialmarxista che non basta più a soddisismo liberale corrisponde ad una farci e ci spinge verso altre sponde, politica di integrazione dell’individuo verso orizzonti più vasti”. Influenzato nello stato di tipo democratico occidall’interpretazione di don Benedetto dentale, basata sui principi del liberalCroce del marxismo, Rosselli respismo politico. La libertà personale delinge soprattutto la base materialista e l’individuo deve essere integrata da l’interpretazione deterministica del una politica di giustizia sociale fino processo di sviluppo storico del marxalla compenetrazione dei postulati di ismo. Rosselli critica con Croce” l’associalismo e liberalismo, “ giustizia” e surdo relativismo morale professato “ libertà”. Quello di cui oggi l’Italia ha dai socialisti”, sente nel marxismo la bisogno. mancanza delle” integrazioni etiche e Per ritornare al congresso dello Sdi sentimentali”, lo trova privo di” giudizi possiamo dire che è rinato il Psi ed è morali, entusiasmo e fede”. Rosselli nelle cose che Marco Pannella avrà interpreta il marxismo in quanto deter- una delle prime tessere, quella che minismo dogmaticamente cristallizzaBettino Craxi ha sempre rifiutato. to, non come una teoria che riesca a Il 12 maggio a Piazza Navona c’è una ispirare l’attività politica pratica, ma festa:” Rosa nel Pugno Pride”. Roma che, al contrario, in determinate cirè aperta ai nuovi Garibaldi, ai nuovi costanze storiche( come al tempo laici, liberali, socialisti e radicali. Filippo Curtosii della presa del potere del fascismo)
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33° anniversario della vittoria sul divorzio. Il 12 e 13 Maggio a Roma, Piazza Navona, comizio e concerto. Mentre gli eredi degli sconfitti di allora celebranno il family day
UNA MANIFESTAZIONE DI ORGOGLIO LAICO. Per l’unità della sinistra. Subito!
LAICITA’
Pannella: sarà occasione per ricordare anche l’omicidio di Giorgiana Masi uccisa il 12 maggio del 77 Per il prossimo 12 maggio, in occasione del 33° anniversario della vittoria dei NO al referendum del 1974 che consentì di respingere la richiesta di abrogazione della legge Fortuna – Basilini istitutiva del divorzio, la Rosa nel Pugno, lo SDI e il Partito Radicale stanno organizzando – a Roma in Piazza Navona, una manifestazione non soltanto celebrativa per ricordare quella grande vittoria di laicità ma per cercare di ridare corpo e unità alle battaglie della sinistra moderna. Come riporta un comunicato – a firma congiunta di Enrico Boselli e Marco Pannella - pubblicato a pagamento sulle pagine del riformista di qualche giorno fa, il comizio e il concerto si terranno a Piazza Navona. Non è una manifestazione di partito perché aperta a tutte le forze politiche e sociali. Ma non è neanche una manifestazione anticlericale. La battaglia sul divorzio nel 74 e poi quella dell’aborto nel 76-77 non le ricordiamo direttamente ma sappiamo che furono vinte, allora, grazie ad uno schieramento trasversale che vide coinvolti molti partiti che misero assieme le forze per ottenere quelle conquiste di modernità. Oggi, la possibilità di divorziare o quella di interrompere una gravidanza per salvaguardare la salute della donna ci sembrano dei diritti scontati. Ma non è così. Furono conquiste di civiltà ottenute grazie a quella Unità della sinistra che oggi sembra mancare. Diverso infatti è il passato più recente che ricordiamo direttamente. La vittoria del fronte dell’astensione sul referendum che ha tentato di abrogare la Legge 40 che, rimasta in vigore, vieta moderne tecniche di fecondazione assistita e la ricerca sulle cellule staminali embrionali soprannumerarie. L’Associazione Luca Coscioni per
la libertà di ricerca scientifica, che di recente ha sostenuto la battaglia di Piergiorgio Welby per la richiesta di una indagine sull’eutanasia clandestina (boicottata dai politici che avevano fatto raccogliere le firme persino nelle proprie sezioni di partito) e sulla richiesta, dello stesso Welby, di vedere interrotto l’accanimento terapeutico che lo manteneva in vita artificialmente, per il 12 maggio ha organizzato anche un convegno sul tema “il mito della famiglia tradizionale: la rivoluzione dell’amore civile” al quale prenderà parte, tra gli altri, anche il conduttore televisivo Alessandro Cecchi Paone da tempo impegnato per il riconoscimento dei diritti alle coppie conviventi omosessuali. Il Convegno consentirà la discussione e la riflessione su i temi della
famiglia che a Piazza San Giovanni vedrà invece radunati, per il Family Day, gli eredi politici della parte sconfitta del 1974. Si. Siamo gli amici e i compagni di Luca Coscioni e di Piergiorgio Welby che la politica tutta cerca di confinare al silenzio e che il nascituro partito democratico neanche considera. Siamo quelli della libertà di ricerca, dell’eutanasia, dell’aborto e del divorzio che qualcuno paragona al diavolo. Oggi però, parlare di difesa della famiglia tradizionale accostando l’omosessualità a forme di devianza come la pedofilia è, ad essere generosi, quantomeno infelice. Per fortuna viviamo in Europa e attorno a noi la realtà è differente. Non c’è bisogno di essere omosessuali per sentirsi indignati, civicamente offesi, dalle affermazioni e dalle posizioni delle gerarchie vaticane e di una parte della politica a queste genuflessa. Certo nessuno vuole togliere
loro il diritto di parola. Ma i continui moniti ai politici fatti sulle reti rai e con i soldi del canone e dell’8 per 1000 sono e restano ingerenze nella vita politica di questo Paese che il vaticano mai si sognerebbe di attuare così palesemente in nessun altro Paese europeo. Personalmente anch’io sarò a Roma il 12 e il 13 maggio a Piazza Navona. Con la mia compagna che senza divorzio dal suo primo amore ora non potrebbe essere tale. E aderiremo alla manifestazione con il nostro mensile “Abolire la Miseria della Calabria” cercando di divulgare il più possibile la notizia che dai giornali e dalle televisioni viene ignorata. Mi auguro di trovare quei politici che dicono di avere a cuore la questione della laicità. A sentire i dirigenti dei DS al loro quarto congresso recentemente conclusosi, il tema della laicità dello stato rimane un tema importante anche se si sono detti equidistanti dalle due manifestazioni. Mentre Marco Pannella e altri compagni radicali sono in sciopero della fame ad oltranza per sostenere il Governo italiano nel presentare subito, all’Assemblea Generale dell’ONU ancora in corso, una risoluzione per la Moratoria delle esecuzioni capitali, si sta cercando di organizzare la manifestazione per celebrare il 33° anniversario della vittoria sul divorzio. Per organizzarla è però necessario che stampa e televisione lo dicano, e almeno diano la notizia di una manifestazione alternativa al family day di Ruini. E’ necessario far sapere che, il 12 e il 13 maggio, mentre a Piazza San Giovanni si ritroverà la politica erede di quella sconfitta, poco distante a Piazza Navona si celebrerà quella vittoria di civiltà e laicità cercando di ricostituire un fronte comune e l’unità della sinistra moderna. Subito. Giuseppe Candido
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ABOLIRE LA MISERIA della calabria
Congresso SDI. Puoi/possiamo o no, ora, dirci più felici ?
La città degli uomini. Il libro
del Presidente della Camera
Marco Pannella ha inviato questa terza email ai compagni radicali e della Rosa nel Pugno Carissime compagne, carissimi compagni, quasi due anni fa sembrò a tutti che la sventura, la catastrofe avessero travolto, abbattuto il mondo laico e civile del nostro paese: il referendum sulla legge 40 aveva clamorosamente vendicato l'Italia battuta, annientata quella vincente fino ad allora, con divorzio, aborto e tante altre battaglie civili. Avevamo, avevo previsto quell'esito, quella disavventura: avevamo di già convocato e tenemmo una 'Assemblea dei 1000' per il ... giugno 2005, appena cinque giorni dopo il funereo annuncio. Quattro settimane dopo potemmo annunciare con i compagni dello Sdi l'imminente nascita della Rosa nel Pugno. Otto settimane dopo vennero i 31 punti di Fiuggi. A settembre, da Giuliano Ferrara con Enrico Boselli annunciammo che per noi, laici socialisti liberali radicali, il Concordato era da superarsi, superato. Da allora, fino e oltre Natale (con la sua Marcia straordinaria), l'iniziativa laica e di reazione anticlericale al trionfalismo dei "trionfatori dell'astensione" sostanzialmente tacque e subì. La Rosa nel Pugno giunse alle elezioni con uno straordinario prestigio, salutato come l'unico nuovo evento della politica italiana. I voti arrivarono: quasi un milione, pochi solo per chi si era montata la testa, dimentichi che dieci mesi prima tutti erano convinti che l'Italia di Loris Fortuna, di Zapatero e di Blair, fosse tutt'al più un miraggio, illusorie fiammelle emesse dalla sua sepoltura. Stasera, con la fine del congresso straordinario dello SDI, la lunga ondata dell’annuncio della riscossa civile e laica alla sconfitta del referndum, ha salutato il suo travolgente arrivo. Quale che sia stata la decisione di Boselli di ritenere chiuso il “cantiere della RnP" per un altro più "Vasto", l’Italia (In primis quella di Radio radicale) ha assistito alla maggiore e più corale manifestazione - proseguita per tre giorni - di volontà, di determinazione, di forza laica, laica liberale socialista radicale, da
anni a questa parte. Non solamente i compagni socialisti, ma anche quelli della sinistra DS, con gli interventi di Fabio Mussi e di Gavino Angius,e con i boati di assenso e di gioia dei quasi mille congressisti, hanno costituito un vero e proprio "PRIDE" LAICO. Felicitazioni sincere e commosse al compagno Enrico Boselli e a tutti i suoi: se l’Unità Socialista continua a realizzarsi all’ombra felice del socialismo vincente di Loris Fortuna e del liberalismo di Antonio Basilini, abbiamo da salutare anche questa Fiuggi come una tappa importante del manifestarsi di una grande sinistra radicale e liberale, che con noi - potrà contagiare la sinistra e la “politica” del nostro Paese. La prima manifestazione di questa forza è già stata convocata, in pieno congresso dello SDI, da Emma Bonino: Il 12 e Il 13 maggio prossimi, a Roma, probabilmente a Piazza Navona, per celebrare felici e fiduciosi la prima grande celebrazione della 33ma ricorrenza della vittoria sul divorzio, e nache in memoria di Giorgiana Masi, assassinata per averne voluto con noi celebrare il 3° anniversario. E’ il PRIDE, l’orgoglio civile e laico della Rosa nel Pugno e di tutti coloro che, anche non votandola, hanno sorriso e sono stati coinvolti dal suo evento - avvento. Abbiamo pochissimo tempo. Auto-organizziamoci, da tutta Italia e da tutta Roma, da subito, da ora rispondendo a questa e-mail. Domani daremo altre indicazioni organizzative. Carissime/i contemporaneamente passerò/passeremo per sostenere la Moratoria Universale sulla pena di morte, al necessario SCIOPERO DELLA FAME AD OLTRANZA. Ma questa è... un'altra storia. Radicale, davvero radicale, da te, da me, da noi tutte e tutti. Ne sono, spero ne sei, ne siamo tutti consapevoli e felici. LA NOSTRA FAME E SETE DI LIBERTA', DI GIUSTIZIA, DI PACE, COMINCIANO PIU' CHIARAMENTE A TROVARE ALIMENTO, FORZA. Un abbraccio. Marco (Pannella)
Le parole radicali di Fausto Bertinotti
(pubblicato su www.radioradicale.it) Michele Lembo-11 Aprile 2007
sinistra radicale
www.rosanelpugno.it
Roma, 15 aprile 2007
Da qualche tempo giornali e televisioni hanno adottato l'uso di appellare la sinistra comunista con il termine “radicale”. Fausto Bertinotti, leader del Partito della Rifondazione Comunista ed oggi Presidente della Camera dei Deputati, spiega nel corso della presentazione del suo ultimo libro dal titolo “La città degli uomini” il significato e le motivazioni di questo fenomeno dal suo punto di vista. Paolo Mieli: In sala c’è Marco Pannella. Lo saluto, gli faccio gli auguri per il suo sciopero della fame, ed anche per l’iniziativa che ad esso si accompagna. Vista l’esaltazione del rinnovamento di molti momenti della vita civile degli anni Sessanta e Settanta che hanno visto Pannella e i suoi come protagonisti, come mai non vi siete mai fusi? Come mai non avete mai provato a fondervi? Bertinotti: Perché noi abbiamo rubato da Marco Pannella invece che fonderci. L’esempio simbolicamente significativo di questo è la testata del nostro giornale, il loro naturalmente. Si chiama Liberazione, ed è dovuto alla magnanimità e generosità di Marco Pannella. Il titolo apparteneva al Partito Radicale, e il Partito Radicale concesse l’uso diciamo così al Partito della Rifondazione Comunista. Abbiamo imparato da lì, e da lì siamo andati avanti a rubargli sempre qualche cosa: la nonviolenza, le pratiche… continueremo a rubare. Mieli: La nonviolenza è stato forse il furto più clamoroso e benvenuto. Pannella: (fuori microfono) erano e sono doni. Non millantare una capacità di furto che non hai.. Bertinotti: grazie, grazie.
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In migliaia a Roma per la moratoria delle esecuzioni capitali
Marcia di Pasqua: "Quando il popolo è unito, la classe dirigente non c'è... come per il divorzio e per l'aborto".
Moratoria ONU escuzioni capitali
"il governo faccia la sua parte". "Qui c'è l'Italia reale, il popolo. Ora sta a loro far vedere se sono capaci di portare su questa iniziativa anche l'Italia ufficiale" Roma, 8 aprile 2007 • note di agenzia lette a Radio Radicale Durante la marcia per la moratoria delle esecuzioni capitali, Marco Pannella critica l'assenza degli esponenti politici di maggioranza e opposizione che pure avevano aderito all'iniziativa. L'auspicio di Panella è comunque che "il governo faccia la sua parte" portando ufficialmente all'Onu la risoluzione per bandire le esecuzioni capitali: "Qui c'è l'Italia reale, il popolo. Ora sta a loro far vedere se sono capaci di portare su questa iniziativa anche l'Italia ufficiale". Hanno risposto partecipando in alcune migliaia alla marcia di Pasqua per la moratoria Onu delle esecuzioni capitali, organizzata da Nessuno tocchi Caino, Partito
fare cenno al tema della moratoria, come invece aveva auspicato il ministro Emma Bonino, rappresentante del Governo insieme ai sottosegretari Paolo Cento e Bobo Craxi. Adesione e partecipazione per il sindaco di Roma Walter Veltroni. La marcia, rallegrata da palloncini bianchi su cui era disegnata una colomba, molte bandiere di organizzazione dei radicali e di partiti come
FOTO: Mihai Romanciuc
F. Cossiga, A. Sofri, U. Khenbiev
anche molti politici ed esponenti delle istituzioni. Fra questi il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ("Sono contro la pena di morte per motivi religiosi"), il sindaco di Roma, Walter Veltroni ("Rifiuto l'idea che uno Stato si vendichi e tolga la vita ai cittadini che amministra"), e, tra i promotori della marcia, il leader radicale Marco Pannella ("Il Governo sia all'altezza degli impegni e delle attese"). Insieme a lui, il ministro Emma Bonino, che ha chiesto al Papa di "usare la sua influenza per salvare migliaia di vite vittime di omicidi di Stato". Alla marcia della Pasqua, che ha fatto registrare l'adesione del Governo, a partire dal premier Romano Prodi, hanno partecipato, tra gli altri, anche il governatore della Puglia, Niki Vendola, esponenti della politica come il capogruppo del Prc al Senato, Giovanni Russo Spena e Daniele Capezzone, ma anche Adriano Sofri, che si è trattenuto alcuni minuti con Cossiga, al quale ha chiesto un incontro. Anche i Sindaci di Sellia Marina, Botricello e Cropani della provincia di Catanzaro hanno aderito
FOTO: Mihai Romanciuc
8. aprile 2007 / Marcia di Pasqua Radicale Nonviolento Transnazionale, Comunità di Sant'Egidio, Radicali Italiani, con il patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma e dell' Anci. La marcia, partita dalla piazza del Campidoglio, si è conclusa, dopo aver percorso le strade del centro storico di Roma, in piazza San Pietro nel momento in cui Papa Benedetto XVI, impartiva la benedizione Urbi et Orbi senza peraltro
quello dell'Italia dei valori e di Rifondazione comunista, ha chiesto al Governo italiano di presentare una risoluzione all'Assemblea generale dell'Onu per chiedere la moratoria universale delle esecuzioni capitali. Fra i tanti cittadini che hanno marciato per portare al Papa la richiesta di usare la sua autorevolezza verso i potenti della terra per chiedere l'abolizione della pena di morte,
MARCIA DI PASQUA PER LA MORATORIA DELLE ESECUZIONI CAPITALI. Dopo averli interpellati telefonicamente sia Giovanni Puccio(DS), sindaco di Botricello, sia Giuseppe Amelio (AN), sindaco di Sellia Marina e sia Antonello Grano, sindaco di Cropani, tutti e tre comuni della costa ionica catanzarese, hanno deciso di aderire alliniziativa del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito e dell’associazione Nessuno Tocchi Caino. Giuseppe Candido
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Pannella: grande rilancio di una nuova iniziativa nonviolenta: sciopero della fame e mobilitazione “AD OLTRANZA”
MORATORIA ONU....... SCIOPERO DELLA FAME. AD OLTRANZA
Nessuno Tocchi Caino News: PENA MORTE. P.E.,PRESIDENZA UE FACCIA IMMEDIATA RICHIESTA MORATORIA 26 aprile 2007: la presidenza tedesca dell'Unione europea e' stata nuovamente invitata dal Parlamento dell'Ue a presentare con urgenza, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso, una risoluzione per una moratoria universale sulla pena di morte. La richiesta e' contenuta in un testo votato oggi, a larga maggioranza, dall'assemblea di Strasburgo, che aveva approvato un appello analogo il primo febbraio scorso, cui il governo di Berlino non ha ancora dato seguito. Intervenendo in aula, il ministro tedesco Guenter Gloser ha confermato che la presidenza Ue presentera' in maggio una sua relazione ed ha ribadito che l'obbiettivo e' quello di ottenere il sostegno di tutti i paesi dell'Ue alla proposta di moratoria avanzata dall'Italia. In un testo di 50 righe, presentato da tutti i gruppi tranne quelli dell'estrema destra e degli euroscettici, i parlamentari europei indicano la moratoria quale 'un passo strategico verso l'abolizione della pena capitale in tutti i paesi' e ricordano che la dichiarazione sulla pena di morte presentata dall'Ue All'assemblea generale dell'Onu nel dicembre 2006 'raccoglie ormai 88 firme di stati appartenenti a tutti i gruppi geografici'. Il Parlamento europeo rivolge, quindi, 'un nuovo appello agli stati membri affinche' ottengano il sostegno di paesi terzi a favore della dichiarazione' ed incoraggiano l'Ue a cogliere tutte le opportunita' esistenti ed 'a presentare immediatamente, con la cosponsoriz-
zazione di paesi di altri continenti, una risoluzione per una moratoria universale' all' attuale Assemblea generale delle Nazioni Unite. L'assemblea di Strasburgo annuncia inoltre la partecipazione alla campagna mondiale contro la pena capitale, anche tramite le sue delegazioni interparlamentari ed invita tutte le istituzioni dell'Ue ed il Consiglio d'Europa a proclamare, a partire dal 2007, il 10
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ottobre quale Giornata europea contro la pena di morte. In occasione del dibattito svoltosi in aula e'stato ricordato che i paesi che mantengono la pena di morte sono 54. Altri 37, pur prevedendola ancora nel loro ordinamento, da almeno dieci anni non eseguono questo tipo di sentenza e cinque hanno introdotto una moratoria. A seguito del voto dell'assemblea di Strasburgo, gli europarlamentari radicali Marco Pannella e marco Cappato hanno dichiarato: "il Parlamento
europeo è tornato a chiedere - all'unanimità e con le parole più chiare IMMEDIATAMENTE la presentazione all'Assemblea generale delle nazioni Unite in corso di una risoluzione per la moratoria sulle esecuzioni capitali. Lo abbiamo chiesto ai Governi degli Stati membri e all'Unione Europea, proponendo di attivarsi anche per la co-sponsorizzazione da Paesi di diverse aree geografiche. A fronte di questa richiesta chiara, ancora nel dibattito di ieri il Consiglio ha continuato a difendere quella strada del rinvio, sempre lastricata di buonissime intenzioni e di cauta dissennatezza, che da 14 anni ha dilapidato una vittoria storica sulla cultura e pratica della morte, della guerra e della violenza. Come abbiamo ampiamente documentato, la Presidenza tedesca sta oggi attuando una strategia sconfitta in partenza, grazie alla quale tutt'oggi non esiste nemmeno un testo di risoluzione sulla quale raccogliere consensi all'ONU, mentre si continua a NON raccogliere firme su una dichiarazione di nessun valore e si spediscono questionari insensati per conoscere posizioni già note da anni. Non possiamo che augurarci che l'impotenza dei potenti europei, dei responsabili governativi e delle loro burocrazie, possa farsi forza di questo secondo voto del Parlamento europeo." Per saperne di piu' : www.nessunotocchicaino.it
Moratoria esecuzioni capitali. Sosteniamo Pannella e i radicali Essere contrari alla pena di morte è, per noi italiani una cosa così ovvia e scontata che forse a volte rischia di diventare retorico colui che si batte per ottenerla, subito, durante l’assemblea generale dell’ONU in corso. L’associazione Nessuno Tocchi Caino e il Partito Radicale si battono per questo sin dal 1993. Come si legge nella sintesi del dossier sulla pena di morte dell’associazione nessuno Tocchi Caino: “La moratoria si è rivelata essere una via ragionevolmente pragmatica ed efficace contro la pena di morte. In questi 14 anni, 45 paesi hanno deciso di non praticare più la pena di morte e moratorie (spesso seguite da abolizioni) ovunque nel mondo hanno potuto salvare dal patibolo migliaia di persone. Sin dal 1994 e a più riprese nel corso di questi anni e
mesi, l’Unione europea e il Governo italiano hanno di fatto dissipato la forte probabilità di un pronunciamento dell'Assemblea generale dell’Onu a favore di una moratoria universale delle
esecuzioni capitali in vista dell’abolizione della pena di morte. Nel 1994, ad esempio, tale proposta italiana fu battuta perché mancarono i voti di alcuni Governi europei. Nel 1999, poi, come precisamente testimoniato e ribadito di recente dall'allora ambasciatore italiano al Palazzo di Vetro, Francesco Paolo Fulci, venne da Bruxelles l'ordine di ritirare la risoluzione già depositata perchè non vi sarebbe stata la certezza assoluta di avere una forte maggioranza. Nel 2003, il precedente governo dovette affrontare durissime polemiche anche in sede di Parlamento europeo e di parlamento italiano per non aver ottemperato all'impegno e al mandato di depositare all’Assemblea generale dell’Onu, finalmente, la risoluzione a favore della >>>> SEGUE
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ABOLIRE LA MISERIA della calabria >>>> continua da pagina 9 moratoria. Nel luglio 2006, la Camera dei deputati aveva ribadito con fermezza e all'unanimità il mandato al governo di presentare all’Onu, sin dall'inizio dell'Assemblea generale del 2006 tuttora in corso, la risoluzione pro moratoria. Nell’ottobre scorso, di fronte all’inerzia del Governo, la Camera dei deputati – in grave polemica con il governo che aveva definito “stimoli” o “appelli” i puntuali e stringenti atti di indirizzo del parlamento - ha approvato, di nuovo all’unanimità, una risoluzione che chiedeva al governo di “dare tempestiva e piena attuazione” alla mozione di luglio. Il Governo ha invece scelto di limitarsi ad una iniziativa politica e non istituzionale con la sottoscrizione da parte di 85 membri dell'Assemblea generale dell'Onu, il 19 dicembre 2006, di una mera dichiarazione di intenti contro la pena di morte senza nessun valore formale e impegno preciso. Il 27 dicembre 2006, Marco Pannella inizia uno sciopero della fame e della sete per sostenere la proposta “Nessuno tocchi Saddam” e, dopo l'esecuzione di Saddam Hussein, lo sciopero della fame e della sete di Pannella è rilanciato e convertito sull’obiettivo più generale della moratoria universale delle esecuzioni capitali. Si chiede al Governo italiano di assumere un impegno formale e concreto a presentare una risoluzione all'Assemblea Generale dell'ONU in corso. Il 2 gennaio 2007, in relazione alla iniziativa di Pannella, Palazzo Chigi rende noto che “Il Presidente del Consiglio e il Governo si impegnano ad avviare le procedure formali perché questa Assemblea Generale delle Nazioni Unite metta all'ordine del giorno la questione della moratoria universale sulla pena di morte.” Il 6 Gennaio 2007, in un incontro a Palazzo Chigi con il Vice Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, la delegazione del Partito radicale guidata da Marco Pannella presenta al Governo un Memorandum sui passi formali e politici da compiere: riapertura del punto 67 dell’agenda dell’Assemblea Generale in corso per la presentazione di una Risoluzione; preparazione da parte del Governo di una bozza di Risoluzione con un chiaro dispositivo sulla moratoria; inizio della raccolta firme sul testo di risoluzione. Il 1° febbraio, con un voto quasi unanime, il Parlamento europeo “sostiene fermamente l'iniziativa della Camera dei deputati e del governo italiani, sostenuta dal Consiglio e dalla Commissione UE nonché dal Consiglio d'Europa; invita la Presidenza UE ad adottare con urgenza un'opportuna azione per garantire che tale risoluzione sia presentata in tempi brevi all'Assemblea generale ONU in corso.” Molte volte si è stati vicini a questo obiettivo senza mai raggiungerlo. L’iniziative più recenti dopo l’appello “Nessuno tocchi Saddam” è la marcia di Pasqua tenuta a Roma lo scorso 8 aprile e lo sciopero
della fame che, dal 21 marzo, Marco Pannella; questa forma di lotta nonviolenta il 16 aprile ha preso forma, assieme ad altri quattro compagni radicali (Sergio D’Elia, deputato della RNP e segretario dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, Walter Vecellio, Guido Biancardi e Claudia Sterzi) di sciopero della fame AD OLTRANZA. Il motivo è sostenere il governo italiano affinché faccia la sua parte portando ufficialmente all'Onu la risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali. Alla marcia di Pasqua organizzata dal Partito Radicale, dall’Associazione Nessuno Tocchi Caino e dalla Comunità di Sant’Egidio aveva avuto il patrocinio del Comune di Roma e, a dimostrare la con divisibilità dell’iniziativa se ce ne fosse bisogno, è il fatto che con tre semplici telefonate siamo riusciti a far subito aderire simbolicamente, ma ufficialmente, i sindaci di Sellia Marina, Cropani e Botricello. In piazza a Roma hanno partecipato alcune migliaia di persone e a noi è dispiaciuto non esserci personalmente. Qualche giorno fa, dalle colonne del L’Unità, Marco Pannella lancia un appello: “non fermiamoci ora”. Pannella ha spiegato come i mandati del Parlamento Italiano e gli stessi impegni assunti dal Governo “non menzionano minimamente la condizione di consenso dell’Unione Europea, bensì la formula in “consultazione” con i paesi europei” Pannella si trova a sostenere quello che il Governo italiano ha dichiarato di volere e a cui lo vincola un mandato del Parlamento votato all’unanimità trasversalmente ai due schieramenti. Per questo Pannella – ormai a un mese di sciopero della fame – con la sua iniziativa ad oltranza ha inteso chiamare a mobilitazione tutti. Donne e Uomini di buona volontà che considerino improcrastinabile e non più rinviabile alla prossima assemblea la presentazione di una risoluzione sulla moratoria delle esecuzioni capitali. Ad oggi, infatti, il Governo italiano non ha ancora depositato la risoluzione della moratoria nonostante l’adesione alla Marcia. Tutto ciò lascia stupiti e anche le dichiarazioni di Fassino a riguardo la moratoria dal palco del congresso dei DS sembrano deboli e volte a non depositare subito la risoluzione. Per questo ho risposto alla richiesta di aiuto decidendo di aderire a sostegno dell’iniziativa con una forma di lotta alternativa, che già Luca Coscioni adottò per le sue battaglie di libertà e di diritto: quella dell’auto riduzione dei farmaci. Dell’insulina - nel mio specifico caso - di cui necessito in quanto diabetico. Dalla mezzanotte di giovedì 19 aprile sino alla mezzanotte di domenica 22. Lunedì 23 aaprile D’Alema ha dichiarato, dopo essere stato a Bruxelles, che l’Italia attenderà l’UE. Io ho deciso che ripeterò, ad oltrnza l’interruzione dell’insulina per tre giorni sino a quando si riuscirà a presentare la risoluzione all’ONU. Giuseppe Candido
10 Pena di morte: sulla moratoria ci sono i numeri 27 aprile 2007 • nota dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino Sono quattordici anni che monitoriamo la situazione della pena di morte nel mondo, che dal 1997 documentiamo anche nel Rapporto annuale di Nessuno tocchi Caino. Dal 1999, mettiamo a disposizione del Governo italiano e dell'Unione europea le nostre previsioni di voto all'Assemblea generale Onu su una risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali. La battaglia poteva essere vinta già nel 1999, quando la risoluzione fu prima presentata e poi ritirata perché, come ha ricordato anche di recente Francesco Paolo Fulci, all'epoca ambasciatore italiano all'Onu, "giunse da Bruxelles l'ordine di sospendere qualsiasi iniziativa". Oggi, la situazione è ancora più favorevole e ci assumiamo la responsabilità di prevedere che la risoluzione otterrebbe in Assemblea Generale una maggioranza certa e, ne siamo convinti, anche assoluta. Sui 192 membri dell'Onu, dai 101 ai 107 paesi voteranno a favore, una maggioranza che non potrà mai essere intaccata dai contrari (dai 61 ai 68), tenuto conto anche dei non pochi paesi che si asterranno (dai 17 ai 23) e dei paesi indecisi (7). Questa nostra certezza è fondata, non su opinioni, ma su tre dati di fatto incontestabili. Primo: dal 1997 al 2005, per nove anni consecutivi, la risoluzione pro moratoria è sempre stata approvata dalla Commissione Onu per i Diritti Umani con una larga maggioranza. Nel corso di questi nove anni, i 100 paesi che a rotazione hanno composto la Commissione si sono pronunciati nel modo seguente: 52 hanno votato a favore della moratoria, 28 hanno votato contro, 22 si sono astenuti. Dei restanti 92 paesi Onu non membri della Commissione, 45 hanno comunque sponsorizzato la risoluzione. Secondo: ad oggi, 89 paesi hanno già firmato la Dichiarazione contro la pena di morte, tra cui 3 paesi (Guatemala, Ruanda e Kirghizistan) che a Ginevra non avevano né sponsorizzato né votato a favore. Terzo: la situazione giuridica della pena di morte nel mondo oggi vede
11 141 paesi che l'hanno abolita per sempre o sono sotto moratorie legali o di fatto, mentre sono solo 51 gli Stati-boia. Nel 1994, quando la risoluzione fu battuta per 8 voti, i paesi esecuzionisti erano 97. Quella "sconfitta" non è stata quindi la fine del mondo, ma l'inizio della fine dello Stato-Caino in altri 46 paesi! Quella della moratoria è, quindi, una battaglia vinta in partenza che si può perdere solo se si decide di non combatterla. Per aiutare il governo italiano a farlo, dando seguito alle decisioni dei parlamenti italiano ed europeo oltre che agli impegni che il governo stesso ha preso davanti all'opinione pubblica italiana e mondiale, con Marco Pannella e altri 6 esponenti radicali siamo in sciopero della fame ad oltranza da dodici giorni. Sostieni la campagna per la moratoria universale delle esecuzioni capitali di Nessuno tocchi Caino, devolvendo il 5x1000 della tua dichiarazione dei redditi. Come sai, questo è un momento cruciale della campagna per la moratoria universale. Grazie all'iniziativa nonviolenta di Marco Pannella e di molti radicali siamo sul punto di ottenere una nuova conquista umana e civile per l'umanità intera. Per sostene N.T.C. con il 5 X 1000 basta firmare il primo riquadro (Sostegno al volontariato…). e trascrivere il codice fiscale 96267720587 come nell'esempio sotto indicato.
Quando il Diavolo soffia nell'orecchio
È la mente a muoversi
RELIGIONI
La cosa che non tollero è il vittimismo della Chiesa Cattolica che ricorda i suoi martiri ma non chi ha martirizzato per secoli. Molte volte, affinché il mio pensiero resti libero, non mi resta che ascoltare musica, così che esso possa volteggiare. Forse un tempo sarei stato bruciato sul rogo come eretico. Forse in una mia vita precedente lo sono stato davvero. Chissà. La cosa infatti che non tollero è il vittimismo ed il dogmatismo della Chiesa Cattolica che ricorda i suoi martiri ma non chi ha martirizzato, per secoli e secoli come erboriste, Catari, Templari, ecc. (ne ha milioni sulla coscienza! Altro che nazisti!). Preferisco non
ABOLIRE LA MISERIA della calabria parlarne, perché non mi piace parlare del falso e il Cattolicesimo è basato sulle fandonie. Sarà stato questo che mi ha spinto a scrivere. Avrò continuato perché sono stato attratto dalla mitologia greca, dai miti germanici e da quelli celti, dove la Natura e i suoi Dei hanno priorità assieme a tutte le creature del bosco, dei laghi, dei fiumi, del mare e del cielo, dove la quotidianità non è il Male e non è peccato far l'amore senza esser sposati o senza figliare. Non credo nel Male e non credo nel Diavolo tentatore, perché Dio è al di sopra del Bene e del Male e questi sono a loro volta al di sopra della conoscenza umana. Non parlo di Lucifero o di Satana, ma preferisco Pan e Sataniel (quando il diavolo era ancora un angelo e forse lo è ancora, al servizio di Dio). Sono leggende, solo leggende. Ad esempio: lo Spirito Santo rappresenta il femminile e si chiama Sophia (si può assimilare al mito della Dea Madre), che ha generato il Demiurgo Yavhé (il creatore del mondo, simile a Phanes ed a Pan); Yavhè è quindi un dio minore, il creatore della Terra, il principe della Terra, governatore della materia e della carnalità, secondo gli gnostici, cattivo e crudele, Satana in persona; Gesù è considerato la reincarnazione di Seth, il terzo figlio di Adamo ed Eva, che non è morto sulla croce, ma la cui anima è andata via poco prima che Jeshua di Nazareth spirasse; Giuda, come del resto dice anche il Vangelo di Luca, ha consegnato e non tradito, affinché le scritture si avverassero, ciò che era stato scritto doveva essere fatto; Giuda, dimostra di essere un illuminato, e non un traditore, consegnando Jeshua, non è da escludere che Dio abbia mandato più volte i propri figli, messaggeri e profeti per salvare gli uomini, come ad esempio Jeshua, Budda, Mani, Zoroastro, ecc.; Jeshua di Nazareth era probabilmente un Rabbino ebreo della setta degli Esseni (battezzati per immersione totale e votati alla castità) e con ogni probabilità era vegetariano, come comanda la Bibbia a tutti gli uomini; Jeshua sicuramente aveva fratelli e sorelle vere, quindi cade il discorso della verginità mariana tipica del IV secolo d.C.; l'immacolata concezione sembra più appartenere al mito gnostico di Sophia, lo Spirito Santo, che procreò il Demiurgo, in assenza dell'Adamo celeste; sembra che molti sacramenti cattolici provengano da riti mitrici (vale a dire da una religione simile a quella cristiana, il mitrismo, dei seguaci del dio Mitra, che considera la venuta di un Salvatore); non è da escludere Dio non ha creato il Male e non ha creato nemmeno il Bene, ma che tale distinzione sia nata con noi e che il Male sia dentro di noi già dalla nascita, come un virus o come un gene, pronto a manifestarsi, come la scintilla Divina è in ognuno di noi (ed in ogni creatura vivente); proprio in base a questo punto è immorale nutrirsi di carne; del resto nemmeno Pan (nel Medioevo è
divenuto un'effige del diavolo) si nutriva di carne, essendo le creature del bosco sue simili (si ricordi che Pan era molto simile ad una capra); erano i Gesuiti (Compagnia di Gesù) i più crudeli, i sanguinari dalla morale “il fine giustifica il mezzo”, infatti di “selvaggi” ne hanno uccisi a milioni, bastava salvare loro l'anima; non è da escludere che facendoci troppe domande, ci allontaniamo inesorabilmente da Dio e dalla compassione universale. Scrivendo il mio primo libro, non ho fatto altro che avvicinarmi e perdermi continuamente. Ecco cos'è “Demoni e loro poesie”. Forse una inesorabile e meravigliosa perdita di tempo della mia anima. Sono riuscito a far pubblicare questa mia prima opera da Libroitaliano Worl S.r.l di Ragusa www.libroitaliano.it È stata una ricerca continua ed una provocazione, ne è venuta fuori una raccolta un po' strana ed originale. Per concludere, trascrivo la prefazione (Maestro Zen Seung Sahn) del libro “I Maestri della Foresta” di Achaan Chah, edito da Ubaldini Editore (Roma). (...). Il nostro mondo sta attraversando un periodo molto interessante. In Occidente si studiano yoga, karate, meditazione: discipline dell'Oriente. In Oriente si studiano scienza, economia, arte e filosofia occidentali: discipline dell'Occidente. È un'epoca nella quale Ying e Yang cambiano con grande rapidità. Perciò rimanere fermi su una idea, cosa che è proprio dell'Oriente, cosa dell'Occidente, come stanno le cose, come dovrebbero essere; mantenere una qualsiasi idea o opinione comporta un problema: non potete essere in contatto con il mondo. Se invece lasciate perdere tutto, le idee, le opinioni, la verità è proprio sotto i vostri occhi: il cielo è azzurro, l'albero è verde, lo zucchero è dolce, il sale è salato. Il cane abbaia, bau! Bau! Il gallo canta chicchirichì! Allora, quando avete fame, mangiate e basta, quando siete stanchi, dormite e basta. Si avvicina qualcuno che ha fame, potete dargli da mangiare. Si avvicina qualcuno che ha sete, potete dargli da bere. Tutto qui! È abbastanza! Questo è il Buddhismo, non c'è altro. Achaan Chah dice:”la gente è come i bufali: se non li si lega per tutte e quattro le zampe, non si può dar loro nessun medicinale... Allo stesso modo, la maggior parte di noi deve essere completamente bloccata nella sofferenza prima di mollare la presa e di abbandonare le illusioni, se possiamo divincolarci un po', non cediamo. Pochi sono in grado di comprendere il Dharma ascoltando l'esposizione e il commento di un insegnante. Per la maggior parte di noi, invece, è la vita che deve farci da maestra, fino alla fine” ... “Nel Koan Zen della bandiera al vento, due persone guardano una bandiera: l'una dice che è il vento a muoversi, l'altra che è la bandiera. Possono stare a discutere senza fine, armarsi di bastoni e darsele, e tutto questo senza approdare a nulla, perché è la mente a muoversi”. Giuseppe Fontana
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L’esito di questo appello, che di fatto è stato ignorato dalle istituzioni, dà la misura di come anche la sinistra continui a evitare di confrontarsi
Eutanasia clandestina: continua la battaglia dell’Associazione Luca Coscioni
Associazione Lucva Coscioni
Siano le Regioni a realizzare l’indagine conoscitiva sull’eutanasia clandestina. Accolta la proposta dalla Regione Toscana Il tentativo ancora in corso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica di incardinare un’indagine conoscitiva sul fenomeno dell’eutanasia clandestina nel nostro Paese permette di fare alcune considerazioni sulla base dei primi riscontri ottenuti. L’iniziativa è partita al Congresso di Orvieto del dicembre 2005 e ha conosciuto momenti di forte mobilitazione con un appello indirizzato al Parlamento italiano lo scorso autunno al quale hanno aderito più di ventimila persone, prima fra tutte Piergiorgio Welby. L’esito di questo appello, che di fatto è stato ignorato dalle istituzioni, dà la misura di come anche la sinistra continui a evitare di confrontarsi con il problema dell’eutanasia, trasformando quello che dovrebbe essere un diritto in un privilegio di classe, riservato a chi ha risorse economiche e di conoscenza tali da essere libero di decidere sul proprio fine vita, in Italia o all’estero. Molti sanno cosa avviene in situazioni drammatiche nelle corsie degli ospedali e fra le mura domestiche. Molti sanno che nella clandestinità le decisioni di fine vita vengono prese dai medici e dai familiari, più che dai malati. Molti sanno che ci sono persone che vorrebbero porre fine alla propria vita, ma sono completamente disarmate, costrette, se hanno fortuna, ad affidarsi alla pietà di un medico, di un familiare, di un amico. Molti sanno, ma è un sapere clandestino; se ne parla nei corridoi degli ospedali, degli hospice, delle case di cura, lo confidano in via riservata medici o infermieri, se ne discute in cucina davanti a un tazza di caffé, mentre qualcuno rantola nella camera accanto.”So che è un segreto, perché lo sento sussurrare dappertutto”, scriveva Congreve. Cosa fare perché questo segreto drammaticamente vissuto nella solitudine e nella clandestinità diventi consapevolezza pubblica? Restiamo convinti che sia necessaria una indagine conoscitiva, promossa da istituzioni autorevoli, al fine di offrire un contributo di chiarezza alla discussione sulle decisioni di fine vita e di dare la possibilità ai cittadini, qualunque sia la loro posizione, di attingere a dati scientifici attendibili, aggiornati e rilevati su scala nazionale. L’Associazione Luca Coscioni è ora impegnata a chiedere che siano le Regioni a realizzare l’indagine conoscitiva sull’eutanasia clandestina. In queste settimane, grazie all’impegno dei militanti delle Cellule Coscioni, la richiesta di indagine conoscitiva è stata o sarà
sottoposta all’attenzione degli assessori regionali alla Sanità. L’idea è che indagini conoscitive siano realizzate nel maggior numero possibile di Regioni, in modo che i risultati, presi nel loro complesso, abbiano una valenza nazionale. A tal fine è importante che il lavoro scientifico e la rilevazione dei dati statistici sia coordinato da un’unica struttura in modo da ottenere dati omogenei e confrontabili. Il 12 aprile scorso Mina Welby, Antonio Bacchi, Giulia Simi e Andrea Francioni hanno avuto un primo incontro all’Assessorato alla Sanità della Toscana. La proposta di indagine conoscitiva è stata accolta con grande interesse ed è stato molto apprezzato il fatto che l’Associazione Luca Coscioni, nel farsi promotrice della richiesta, abbia chiarito che la realizzazione dell’indagine resta affidata alla responsabilità delle singole Regioni, e questo per evitare strumentalizzazioni politiche. Per quanto riguarda la Toscana, la procedura dovrebbe prevedere la consultazione in via preliminare della Commissione regionale di Bioetica, dell’Agenzia regionale di Sanità e dell’Ordine dei Medici al fine di acquisire elementi sulle modalità di realizzazione dell’indagine. Un altro passaggio importante è previsto il 4 maggio, quando Mina Welby, Tommaso Ciacca e Giulia Simi incontreranno l’assessore alla Sanità dell’Umbria, Maurizio Rosi. In questo caso la richiesta di indagine conoscitiva è stata sottoscritta anche dai dottori Fabio Conforti, responsabile delle cure palliative dell’ASL 3, e Paolo Catanzaro, presidente della sezione umbra della Società italiana di psiconcologia (SIPO). Altri contatti sono in via di definizione attraverso le Cellule Coscioni di Calabria, Basilicata, Campania, Liguria, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Trentino Alto-Adige. Restano ancora molti ostacoli da superare, di natura politica e culturale. Temiamo che la situazione a livello regionale non sia molto diversa da quella nazionale, e che anche sulle amministrazioni regionali di sinistra incomba la volontà di compromesso sui temi laici che sembra animare il costituendo Partito Democratico. Per altro verso, una parte consistente della classe medica continua a coltivare il pregiudizio verso l’uso della parola eutanasia, un pregiudizio che nasconde la volontà di non conoscere, la tolleranza dell’illegalità percepita come rimedio a un fenomeno con il quale non si vuole fare i conti. Non sarà facile, ma crediamo che, se una o due Regioni troveranno il cor-
aggio di prendere l’iniziativa, ci sarà la possibilità concreta di allargare il fronte della battaglia. Andiamo avanti nella convinzione che la durata è la forma delle cose. Giulia Simi – Andrea Francioni
Nuvoli chiede l'eutanasia: "Voglio morire senza soffrire"
«Non ho mai cambiato idea e voglio morire senza soffrire, addormentato». Lo ha detto l’ex arbitro di Alghero, affetto da 6 anni dalla sclerosi laterale amiotrofica Giovanni Nuvoli, in una conferenza stampa che lui stesso ha convocato nella sua casa ad Alghero. E su quando deciderà di staccare la spina del ventilatore artificiale che lo tiene in vita, Nuvoli, sempre comunicando attraverso il sintetizzatore locale, ha detto: «appena si decidono i medici».
Marco Cappato: "Rispettare volontà Nuvoli, contro torturatori, aguzzini e violentatori del suo corpo"
Giovanni Nuvoli ha parlato. Si è espresso "parlando con gli occhi" grazie a quel sistema informatico che, come radicali dell'Associazione Coscioni, chiediamo da anni sia messo a disposizione di tutte le persone in quelle condizioni. È, senza dubbio, anche grazie a Nuvoli, dopo Luca Coscioni e Piergiorgio Welby, se il Ministro Livia Turco si è impegnato a investire 10 milioni di euro per ridare la facoltà di parola a chi l'ha perduta. Giovanni Nuvoli ha detto ciò che aveva da dire. Abbiamo fatto il possibile per aiutare affinché la condizione nella quale era stato recluso per un anno - in terapia intensiva, con un'ora di visite al giorno e senza computer - fosse urgentemente superata. Ora però Nuvoli, da casa sua e con la sua "voce", ha confermato che vuole sospendere il trattamento che lo mantiene in vita, e che vuole farlo senza soffrire. È un suo diritto, garantito dalla Costituzione. Vorremmo davvero che non si aprisse ora il festival di chi, in nome della "Vita", vorrà che la vita di Nuvoli, il suo corpo ridotto a uno scheletro, continuino ad essere torturati per mesi. Purtroppo quel festival di aguzzini e violentatori del corpo e della persona Giovanni Nuvoli si scateneranno ancora una volta, scandalizzandosi a reti unificate contro "l'accanimento mediatico" radicale, o altre idiozie di questo tipo. Per quanto mi riguarda - anche a nome dell'Associazione Luca Coscioni, il Partito radicale e gli altri soggetti radicali - posso solo confermare l'impegno ad aiutare Giovanni Nuvoli e ad esigere che lo Stato italiano lo rispetti come soggetto titolare di diritti, impedendo che sia invece trattato come oggetto e vittima di deliri ideologici.
MARCO PANNELLA e Marco Cappato sul voto del Parlamento europeo sulla moratoria ONU
GRAZIE AL PARLAMENTO EUROPEO, CONTRO LA STRATEGIA DEL RINVIO Strasburgo, 26 aprile 2007 Il Parlamento europeo è tornato a chiedere - all'unanimità e con le parole più chiare IMMEDIATAMENTE la presentazione all'Assemblea generale delle nazioni Unite in corso di una risoluzione per la moratoria sulle esecuzioni capitali. Lo abbiamo chiesto ai Governi degli Stati membri e all'Unione Europea, proponendo di attivarsi anche per la cosponsorizzazione da Paesi di diverse aree geografiche. A fronte di questa richiesta chiara, ancora nel dibattito di ieri il Consiglio ha continuato a difendere quella strada del rinvio, sempre lastricata di buonissime intenzioni e di cauta dissennatezza, che da 14 anni ha dilapidato una vittoria storica sulla cultura e pratica della morte, della guerra e della violenza. Come abbiamo ampiamente documentato, la Presidenza tedesca sta oggi attuando una strategia sconfitta in partenza, grazie alla quale tutt'oggi non esiste nemmeno un testo di risoluzione sulla quale raccogliere consensi all'ONU, mentre si continua a NON raccogliere firme su una dichiarazione di nessun valore e si spediscono questionari insensati per conoscere posizioni già note da anni. Non possiamo che augurarci che l'impotenza dei potenti europei, dei responsabili governativi e delle loro burocrazie, possa farsi forza di questo secondo voto del Parlamento europeo.
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Partita la raccolta di firme per il referendum sulla legge elettorale è scontro di tutti contro tutti
LA LEGGE ELETTORALE E IL LUNGO NASO DI PINOCCHIO Il carrozzone del comitato promotore del referendum sulla legge elettorale è appena partito e le polemiche già infuriano: i nomi dei primi firmatari raccontano una trasversalità di intese tra notabili della politica, Prodi tende la mano a Bossi, Berlusconi mugugna, Mastella secondo costume minaccia l’uscita dal governo, Bertinotti parla di “cattivo servizio alla democrazia” che deve vivere, invece, “sulle istituzioni e su quegli strumenti di partecipazione democratica che sono i partiti”. Parisi, addirittura, si dichiara addolorato e affranto: come può il Presidente della Camera sovieticamente condannare un fondamento dell’Italia democratica e repubblicana? I quesiti in campo sono tre: i primi due intendono assegnare il premio di maggioranza alle liste più votate alla Camera e al Senato, il terzo propone l’abrogazione della candidature multiple, vergognoso passaporto per l’elezione di gregari e sudditi senza autonomia di pensiero. Le intenzioni parrebbero nobili: l’attuale sistema attribuisce il premio di maggioranza alla singola lista o alla coalizione di liste che ottiene il maggior numero di voti, favorendo l’aggregazione di numerosi partiti all’interno delle due grandi coalizioni e la conseguente frammentazione politica. Impedendo il IL GIORNALSMO PARTECIPATIVO
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www.fainotizia.radioradicale.it
Rado Radicale in calabria Catanzaro: 97.8 - 101.0 Cosenza: 104.5 Crotone: 92.9 Reggio Cal.: 96.1 Vibo Valentia: 101.0 - 107.3 Gioia tauro: 88.5 Decollatura: 103.7
collegamento tra liste si arriverebbe, invece, ad attribuire il famigerato premio alla lista più votata e, nello stesso tempo, si otterrebbero due benefici: da un lato si innalzerebbe la soglia di sbarramento -che sarebbe del 4% alla Camera e dell’8% al Senato- dall’altro si garantirebbero rappresentanze adeguate alle liste minori che abbiano superato il detto sbarramento. Niente più lacerazioni, sostengono i promotori dei referendum, niente minacce di scissioni, non più trattative estenuanti tra partiti, non lotte intestine, fine dello schizofrenico balletto tra “identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione”. La quiete dopo le tempeste. Gli è che, però, una simile soluzione porterebbe alla formazione di una sola lista con un unico simbolo e un solo nome e tale prospettiva, per dircela con franchezza, non marcia solo in direzione del bipartitismo ma mira a ridimensionare o eliminare quei piccoli partiti che, in qualche modo, sono avvertiti come spina nel fianco dei voraci pesci grossi. Pinocchio la fa da padrone: in questo gran parlare di democrazia ognuno fa in realtà i conti con le proprie forze, chi per soverchiare e chi per sopravvivere. Come interpretare le parole estreme di Bertinotti? Il referendum non è un attentato alla democrazia, semmai è espressione di democrazia. Paradossalmente, però, rappresenta una minaccia se chiama gli italiani ad esprimersi con promesse imbonitrici di pace e governabilità. Navigare nel mare magnum dell’informe bipartitismo, che obbliga ad omologazioni ed identità forzate, non credo piaccia molto a chi, vivaddio, per quanto sfilacciata, una propria identità la mantiene. Quel locus horribilis che è il costituendo Pd non è altro che il risultato di un calcolato accentramento di potere, in nome del quale si sono barattati identità e pensiero. A semplificare il tribolato panorama politico italiano basterebbe l’adozione del modello tedesco: ma piace ai don Rodrigo dell’Italia di oggi che qualcuno la pensi diversamente da loro? O, più semplicemente, che qualcuno pensi? A mio avviso, il referendum dice di no. E dice, nel caso ce ne fosse bisogno, che le difese immunitarie della democrazia si sono ulteriormente abbassate. Giovanna Canigiula
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Musiche ricche di sound e testi su immigrazione, droga, guerra. Acikof, un amico albanese, che ha ispirato Francesca Salerno a scrivere sul problema immigrazione
Uvistra. Rock mediterraneo made in Calabria. Anche loro a Roma il 12 maggio per la manifestazione dell’Orgoglio laico
Il bassista Mimmo Crudo suona anche con “ il Parto delle Nuvole Pesanti ”: Acikof un bel punto di vista e un modo per dire che non va bene come la stiamo vivendo.
UVISTRA Rock Mediterraneo e IMMIGRAZIONE
Uvistra è una formazione musicale calabrese (di Catanzaro per la precisione) che ha iniziato a suonare negli anni ottanta (86) alle feste di piazza e in locali pubblici; il loro genere è (come lo definisce lo steso Mimmo Crudo bassista anche del gruppo Il Parto delle Nuvole Pesanti) un Rock mediterraneo piacev-
ole da ascoltare e ricco di sound. Durante il periodo “universitario” sono sati conosciuti anche nei locali fiorentini come il Tenax. Oggi, dopo tanti anni di inattività come Uvistra, la band si è riunita ed ha tenuto un concerto al “Lido del Capitano” al quale abbiamo assistito divertendoci e ascoltando bella musica di un gruppo locals che, secondo il nostro modesto parere, andrebbe valorizzato. La formazione è di classico stampo rock: Saverio Cefaly (batteria), Carlo Cefaly (chitarra e voce), entrambi nipoti del famoso pittore di Caraffa di Catanzaro Andrea Cefaly, Francesco Salerno, detto Checco (Chitarra), Mimmo Crudo (basso) che come già detto suona pure per il più noto gruppo “Il Parto delle Nuvole Pesanti” e Francesca Salerno, voce solista del gruppo. I loro testi – scritti principalmente da Francesca ma con il più recente contributo anche di Mimmo Crudo -parlano di immigrazione, di droga come problema sociale ma anche di vicende tratte dal vissuto personale dell’autrice e del gruppo in genere; le musiche sono frutto del lavoro di Carlo Cefaly di Mimmo Crudo e di Francesco Salerno. Prima di salire sul palco (si fa per dire per che il palco non c’era) i ragazzi hanno risposto a qualche domanda in esclusiva per Abolire La Miseria della Calabria (anche qui si fa per dire perché mi pare non ci fosse altra stampa presente).
Carlo Cefaly, nipote del pittore
catanzarese di cui quest’anno si celebra il centenario della morte, è il primo che ha risposto alle nostre domande.
D. Gli Uvistra è un gruppo formatosi a Catanzaro nell’86 e trasferitosi – per gli studi universitari – a Firenze e Bologna; il gruppo dopo la sua prima fase ha visto un periodo di inattività mentre di recente, si è ricostituito. Quale è il motivo della ricostituzione? R. No, non è stata una vera e propria ricostituzione. Noi, in realtà, non abbiamo mai smesso di suonare. Siamo stati per 10 anni a Firenze. Il
fatto che Mimmo (Crudo ndr) viva a Bologna ha consentito, quando noi eravamo a Firenze, una certa assiduità ne lavorare e spesso suonavamo in locali come il Tenax. Poi, Saverio è stato il primo di noi a tornare in Calabria; io sono tornato subito dopo e, a distanza di qualche anno è tornato pure Francesco (Salerno ndr) dopo essersi laureato in Scienze Veterinarie. In tempi diversi siamo tornati tutti “alla base” (Francesca era già a Riace) e alla fine mancava solo Mimmo. Ci eravamo ritrovati quasi tutti - dopo venti anni – qui al punto di partenza dove avevamo cominciato a suonare. Perché noi avevamo iniziato a suonare nell’86 prima di andare a Firenze. Poi siamo partiti quasi contemporaneamente per l’Università e abbiamo suonato là. Poi in tempi diversi siamo ritornati tutti alla base meno Mimmo. Per questo io la vedo un po’ difficile. Perché Mimmo – Continua Carlo – ha fatto una scelta totale per la musica. Lui vive di questo, a differenza di noi che lo facciamo per divertimento, e da dieci anni suona
Carlo Cefaly, Mimmo Crudo e Francesca Salerno ormai con “il Parto” (Parto delle Nuvole Pesanti ndr) che è il gruppo calabrese ormai più famoso e conosciuto a livello nazionale. D. Quali brani avete scelto per stasera? R. Stasera suoneremo quasi tutti lavori nuovi fatti in questo ultimo anno. Canzoni nuove del nuovo corso. Di quando abbiamo avuto l’idea di riprendere a suonare nuovamente assieme tutti e cinque gli originari componenti. Io e mio fratello (Saverio ndr) non abbiamo mai smesso di suonare anche con altri elementi; Francesco (Salerno ndr) ogni tanto passava da noi alla sala prove a casa e abbiamo ricominciato a suonicchiare con lui. Poi l’anno scorso è venuto in Calabria Mimmo per le feste di natale (2005/6) e gli è venuto in mente di organizzare una festa per i nostri venti anni. D. Avete celebrato venti anni di storia nel 2006? Auguri R. Si, con interruzioni anche lunghe. Francesca per circa sette anni non ha più cantato, con nessuno. Con la scusa dei venti anni abbiamo
ricominciato a suonare. Poi Mimmo si è coinvolto e praticamente è lui che ha dato il “la”. D. E’ ritornato alle origini? Dobbiamo intervistare anche Mimmo allora? R. Si, si lui è il vero artefice della riunione. D. Questo ci fa piacere. Siamo contenti che vi siate riuniti e ci farebbe piacere avervi, come Associazione Coscioni, ospiti di qualche manifestazione che organizzeremo questa estate. Credi che sia possibile organizzarla? R. Si. Non credo dovrebbero esserci problemi. D. Per tornare ai testi e alle canzoni di questa sera. Di cosa vi occupate nelle vostre canzoni? R. Allora i testi. La maggior parte li scrive Francesca (la cantante del gruppo). Alcune canzoni invece le ha scritte Mimmo. Erano testi suoi, ci sono piaciuti, e abbiamo deciso di utilizzarli. Per quanto riguarda i contenuti, un pezzo si chiama Acikof; è il nome di un ragazzo albanese, un amico di Francesca, e che le ha dato l’idea di scrivere questo testo sull’immigrazione in Italia, di quello che loro si aspettano e credono di trovare arrivando nel nostro Paese perché lo vedono in televisione. D. Non proprio canzonette? No, no. Infatti ti ho detto che non siamo un gruppo che scrive le canzoni d’amore. Gli argomenti sono variegati come lo è quello che ti capita nella vita. Non siamo monotematici anche se capisco che questa può essere una scelta quella di seguire un genere preciso e una linea. Sono scelte di ogni singolo artista. Devo dire che sono argomenti e cose abbastanza comuni ma credo che sia giusto che te ne parlino gli altri. Mimmo e Francesca che li hanno scritti. D. Grazie Carlo. L’intervista prosegue con Mimmo Crudo, il bassista impegnato anche con il gruppo de “il Parto delle Nuvole Pesanti” D. Ciao Mimmo, innanzitutto grazie
Saverio Cefaly e Francesco Salerno
15 di voler anche tu rispondere a qualche domanda per il nostro piccolo mensile. Già ci ha detto qualche cosa Carlo sul fatto che sei anche tu l’artefice di questa riunione del vecchio gruppo Uvistra. So che i pezzi li avete scritti tu e Francesca quindi, quello che vorremmo sapere è questo: di cosa parlano i vostri testi e a chi si rivolgono? R. I testi, bisogna dire, che li scrive quasi tutti Francesca, la voce del gruppo e quindi è giusto che te ne parli lei. Io li considero bellissimi. Io negli ultimi tempi ho cominciato a scrivere e a rispolverare qualche testo che avevo scritto anni addietro. D. Musicalmente cosa esprimete? R.Noi abbiamo fatto sempre un tipo di rock che mi piace definire “rock mediterraneo”. E’ chiaro che venti anni fa eravamo condizionati dalla new wave, dal dark e dal rock in senso lato. Oggi abbiamo raggiunto una maturazione diversa, facciamo altre cose e abbiamo aggiunto quello che ci sembra essere la nostra dimensione attuale cercando di capire se può essere fresca o meno. Forse continuiamo ad essere un gruppo di rock mediterraneo; comunque i testi hanno una vena critica. Cerchiamo di mantenere un punto critico attraverso una sorta di angoscia cosmica che abbiamo dentro. In tempi recenti ancora di più. Non è per fare la retorica con il pezzo sulla guerra, sulla fame nel mondo o sui milioni di bambini che muoiono ogni giorno. Queste le cose che traspaiono da quello che scriviamo. D. Quindi impegnati su queste temi? R. Si, noi ci impegniamo intellettualmente nel senso che nessuno di noi fa volontariato, siamo sensibili e vogliamo dare la nostra voce a quello che crediamo sia giusto fare critica. Se uno scrive spontaneamente parlando solo di amore e di bacetti va bene, se uno scrive parlando di cose ironiche va bene uguale. Francesca canta anche dell’amore ma a modo suo, con le venature degli amore anche strani e tragici, ma parla anche dell’immigrazione. C’è un pezzo che si chiama Acikof che è un bel punto di vista e un modo per dire che non va bene come la stiamo vivendo. Però non è politico-sociologico, è molto spontaneo quello che facciamo. Non siamo dei militanti però al contempo vogliamo poter dire che noi abbiamo un esempio, di noi stessi almeno. E a noi piace poter dire questo. D. quindi Acikof di cui anche Carlo ci accennava parla di immigrazione ispirato a Francesca da un suo amico. R. Si. D.Questa è una cosa molto importante che credo vi faccia onore. In Calabria e nelle grandi città, oggi, viviamo il problema dell’immigrazione in maniera esasperata e disperante a volte. Ti ringrazio e ti chiedo allora di darmi questo testo perché se ne avremo la possibilità vorrei pubblicarlo sul nostro mensile, se non dispiace. Prima di iniziare a suonare riusciamo a parlare anche con Saverio Cefaly. Il batterista del gruppo che risponde a qualche domanda – toccata e fuga.
Saverio Cefaly
D. Saverio, di cosa vi occupate nelle vostre canzoni?
ABOLIRE LA MISERIA della calabria R. Problemi sociali principalmente. Abbiamo “Acikof” che parla di immigrazione, “qui apartheid ovunque” è invece un vecchio brano che si occupava di emarginazione e segregazione razziale. Un altro brano che faremo è “tunnel” che è invece un pezzo nuovo che parla di droga e prostituzione. D. Parla di droga? In che senso? Quale posizione avete sulla droga. Una posizione proibizionista o antiproibizionista? R. La nostra è una posizione sicuramente antiproibizionista, ma che considera la droga comunque sia un danno alla salute sia a livello sociale. Anche perché le politiche proibizioniste finora adottate non hanno portato i risultati attesi – la riduzione del danno da consumo – anzi i consumi sono aumentati e con essi anche i relativi danni sociali. Credo che bisognerebbe dare libertà ai cittadini ma contemporaneamente fare una forte campagna d’informazione per prevenire sui danni che le droghe – legali o illegali che siano – provocano. D. Quali altri pezzi in scaletta stasera? R. “Strani fratelli”, “Tunnel” ma anche un pezzo “le cose che mi restano”, che è un pezzo de “Il Parto delle Nuvole Pesanti” scritto da Mimmo e che a noi piace. Lo suoniamo proprio perché è Mimmo ad esserne l’autore principale. Ora però scappo che dobbiamo iniziare a suonare. Dopo un’ora e mezza abbondante di pezzi nuovi , bellissimi, del loro nuovo album………. a concerto terminato (in realtà poi c’è stato un lunghissimo bis di pezzi che già conoscevamo come “Vento d’Arabia” e “Salvami”) facciamo qualche ulteriore domanda a Francesca Salerno, sorella del chitarrista omonimo nonché voce solista del grupo.
Francesca Salerno
D. Mi hanno detto che per parlare dell’impegno testuale degli Uvistra è doveroso parlare con te in quanto sei tu a scriverli in modo prevalente. La domanda allora è: a cosa puntate? Qual è il messaggio che proviene dalle vostre canzoni? R. Noi non puntiamo. Con le mie canzoni cerco solo di scrivere delle cose che possano interessare e arrivare alle persone. Parlano di quello che viviamo e spesso mi vengono al momento: immigrazione, insegnanti e insegnamenti, ma anche di amore. Il pezzo “salvami” parla di questa strana opulenza che ci rende piatti. D. Questa specie di oscurantismo diceva qualcuno? Noi viviamo secondo te – oggi – una sorta di oscurantismo? R. Si. Si tratta secondo me di un oscurantismo causato principalmente dal benessere. Sicuramente viviamo in una società in cui non abbiamo più bisogno di lottare molto. D. Però – in un certo senso - è vero il contrario? Noi viviamo in una società in cui mancano diritti sociali come lavoro e salute? R. Si, sulla carta è così però la realtà è un po’ diversa. Penso che esistano ancora le gerarchie, credo che esista ancora il razzismo e credo che rimangano ancora grandi differenze. D. Mi hanno già accennato del pezzo “Acikof” che tratta di immigrazione
prendendo spunto da un tuo amico che vive in Italia: Acikof. R. Diciamo che è un immigrato qualsiasi. Un immigrato che viene qui comunque con il desiderio di fare bene la sua vita. Di farla al meglio. E noi dobbiamo fare i conti e loro devono fare i conti con noi. D. E’ vero. Lo ha detto anche il Presidente Napoletano. L’integrazione è anche per la scuola uno dei principali obiettivi. Anche per voi quindi l’integrazione degli immigrati è un tema principale? R. Anche. D. Quali sono gli altri temi? R. I temi sono quelli della vita di tutti i giorni. Io scrivo le canzoni così come mi vengono. D. Io ho sentito che parlate anche di religiosità e di vita gestita dall’alto. Vero? R. Certamente noi non ci rendiamo conto che esistono influenze che viviamo in maniera passiva. I testi parlano anche di questo. Cercano un riscatto per una informazione più decente. D. Davvero? In realtà anche Abolire la Miseria della Calabria, il nostro giornalino, nasce con l’ardita volontà di eliminare la striscia di miseria dell’informazione e non solo. Cosa pensi di questo progetto forse un po’ presuntuoso? R. Fosse che fosse la volta buona! Giuseppe Candido
Acikof Uvistra - Francesca Salerno
il Testo che tratta d’immigrazione Le spiagge che si vedono lontano/ appese nella luce, nella luce di un lampione / sono il sorriso antico, di un uomo generoso / troverò pane, troverò amici, troverò riposo / non sembra vero invece, ci sono, son sbarcato / sono lavoro e adesso, mi metto sul mercato / non ho il permesso, ma sono forte e ho fiato / è un segno del destino, se non sono annegato / non ho il permesso, ma sono forte e ho fiato / è un segno del destino, se non sono annegato. / Serena e magica, la mia prima visione, del mondo ricco, dell’unica occasione / a gran fatica e solo, mi sono sistemato / senza finestre vivo, in uno scantinato / non ho il permesso, ma sono forte e ho fiato / io costo poco, l’orario è illimitato / non ho il permesso, ma sono forte e ho fiato / io costo poco, l’orario è illimitato / Lavoro nero c’è, per uno disperato, che spera di riuscire d’esser fortunato / volevo una casetta, modesta e luminosa / volevo viver bene accanto alla mia sposa. Quanti anni passeranno ancora mi domando / muoio di nostalgia, se penso a casa mia / altri ce l’hanno fatta, e ce la faccio anch’io / ho attraversato il mare, ed il futuro è mio. Non ho il permesso, ma sono forte e ho fiati / se tu mi prendi infrangi, la legge dello stato / non ho il permesso, ma sono forte e ho fiato /vorrei poterti dare, senza essere sfruttato / non ho il permesso, ma sono forte e ho fiato
Tel. 0961.962317
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