ALPE Estate 2010

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Estate 2010

ALPE Alpe di Siusi Magazin

CASTELROTTO · SIUSI ALLO SCILIAR · ALPE DI SIUSI · FIÈ ALLO SCILIAR

Paradiso fiorito L’Alpe di Siusi è in festa!

Una vista reale Il “Grand Tour” di Laranza

Max e il Mulino L’antico grano rivive

www.alpedisiusi.info



Editoriale & Sommario

Cari amici,

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Edelweiss e Genziana: Paradiso fiorito Alpe di Siusi Pagina 08

ALPE, la rivista dedicata a chi sceglie come meta delle proprie vacanze l’Alpe di Siusi, desidera qui rivolgere a tutti i graditi ospiti un cordiale saluto di benvenuto.

Vista reale: Il “Grand Tour” di Laranza

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Il mugnaio di San Vigilio: Macinare a Siusi

rascorrere l’estate all’Alpe di Siusi significa godere di belle e rilassanti vacanze a stretto contatto con una natura incontaminata, dove l’avventura fa da padrona. Fare escursioni o arrampicate, andare in mountain-bike, cimentarsi nel parapendio, nell’equitazione o nel nuoto, gironzolare oppure oziare; qualsiasi cosa decidiate di fare, per tutta la vacanza dimenticherete la quotidianità. Gli articoli delle prossime pagine saranno uno spunto per provare qualcosa di diverso dal solito: le emozioni indimenticabili sono garantite. Anche per questa edizione abbiamo raccolto per voi diversi temi interessanti sia per gli amanti del piacere che della cultura, per sportivi e per famiglie. Al centro di questa edizione vi è la fioritura all’Alpe di Siusi. Ne sentirete parlare e ne leggerete qui le peculiarità, ma dovrete viverla in prima persona. La storia movimentata del Maso “Wassererhof” la rivivrete nel racconto: “Le voci tra le mura”. Poi godetevi la splendida „Vedetta del Re - Panorama Mozzafiato“, immergetevi in un negozio d’antiquariato „Anno Domini“ nel mondo di una volta, oppure dilettatevi nel cucinare delle specialità della nostra

cucina tradizionale. Chi è Max Plunger? E chi è la nuova presidente della Cavalcata Oswald von Wolkenstein? Lo scoprirete sfogliando la nostra rivista. Grazie al Running Park, all’Giro d’Italia e alla Cavalcata Oswald von Wolkenstein anche gli amanti dello sport troveranno di che divertirsi e svagarsi.

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Vino, Speck e Jazz? Il “Wasserehof” a Fié Pagina 20

Anno Domini: Il tempo non conta Pagina 24

ALPE vorrebbe anche essere un’utile guida per la vostra vacanza: oltre ad informazioni importanti sui servizi pubblici e dati interessanti, presenta molti consigli circa i migliori ristoranti, trattorie e punti d’incontro, così come numerose e allettanti possibilità per lo shopping nei paesi dell’altopiano e dintorni. Questa rivista contiene anche un programma dettagliato di eventi, appuntamenti culturali e ricreativi, da vivere in compagnia. Se deciderete di partecipare, l’album delle vostre vacanze sarà ricco di momenti felici e indimenticabili. Vi auguriamo di trascorrere un meraviglioso e indimenticabile soggiorno, all’insegna di benessere e relax. .

I suonatori di corni alpini Pagina 28

Passeggiare e gustare: Cucinare al maso Patener Pagina 30

Ricetta: Canederli di ricotta Pagina 32

La Cavalcata di Oswald von Wolkenstein 2010 Pagina 34

Giro d’Italia: Amarcord Pagina 36

Running Park Alpe di Siusi Pagina 38

Anteprima estate ‘10 Pagina 40

Eduard Tröbinger Scherlin Presidente di Alpe di Siusi Marketing e gli Uffici Informazione di Castelrotto, di Siusi, dell’Alpe di Siusi e di Fiè allo Sciliar

Rassegne culinarie ‘10 Pagina 41

Anteprima inverno ‘10/11 Pagina 42

Visto & sentito

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Lila & Co.

nel paradiso fiorito

La straordinaria flora dell’Alpe di Siusi e del Parco naturale Sciliar-Catinaccio

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Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

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llo sciogliersi dell’ultima neve all’Alpe di Siusi, ha inizio la grande fioritura. Tra ciuffi d’erba ancora pallida, sbocciano i fiori primaverili: brillanti distese di crochi lilla e anemoni che, avvolti nei loro petali screziati di violetto e morbidi come la seta, si protendono verso il sole. In questo regno fiorito spuntano delicati bucaneve, primule e “berrette da prete” (pulsatilla vernalis) con i loro petali rosa. Non appena il sole comincia a splendere alto, gli anemoni sulfurei innalzano i loro steli per mostrarsi in tutto il loro splendore, tra l’azzurro delle genziane e il rosa delle dafne che emano il loro delizioso profumo. Nel frattempo, comincia a crescere rigogliosa

l’erba sui prati, costellati di orchidee selvatiche, garofani a pennacchio, prunelle (nigritella) con le loro incredibili sfumature di colore, arnica, genziane primaverili, primule dorate, mughetti, campanule, gigli selvatici, paradisia, lilioasfodelo, composite e labiate di svariate tonalità, botton d’oro e molti altri ancora… Un paradiso di fiori, un autentico tripudio di colori unico nel suo genere! Stelle alpine e veroniche. Nel frattempo, anche sui pendii rocciosi delle circostanti cime dolomitiche, le spermatofite si risvegliano a nuova vita, mentre le spalliere argentee di un metro quadrato della fragolaccia delle Dolomiti ornano splendidamente le rocce con il rosa delicato dei suoi fiori. »


Anche la sassifraga verde-azzurra, in compagnia di stelle alpine, genepì e veroniche, sfida il clima rigido dell’alta quota. Papaveri alpini, iberidella, silene e stellaria vivacizzano i brulli massi, mentre i pendii rocciosi sono ornati da gemme preziose come gli astri delle Alpi, il raponzolo chiomoso (erba strega) e la piccola e delicata aquilegia (aquilegia einseleana). Fino ad autunno inoltrato, gli spilli di dama, chiamati anche “Schlernhexen” (streghe dello Sciliar) a causa dei loro fiori rosa arruffati, rallegrano il passaggio degli escursionisti. Una simile lista di piante, per quanto ricca, non potrà mai trasmettere l’effetto del loro splendore: solo ammirandolo se ne percepisce l’immensità!

Giugno e luglio sono i mesi migliori per gli appassionati di fiori, che potranno godersi intensamente la ricchezza e la bellezza della flora dell’Alpe di Siusi. Tuttavia, anche nei mesi successivi un’escursione in questo meraviglioso mondo alpino dona emozioni indimenticabili. Condizioni ottimali. La straordinaria varietà della flora dello Sciliar, ormai certificata, è il risultato di numerosi fattori. Diversi tipi di roccia, sia d’origine vulcanica che sedimentaria, naturalmente determinano anche differenti specie di piante e fiori. Inoltre, grazie alla posizione alpina centrale, il clima è continentale con precipitazioni relativamente scarse, a ulteriore conferma che lo Sciliar »

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Diversità straordinaria: Alcune tipi di piante di millenaria memoria.

costituisce una zona botanica di confine unica. Infatti, qui numerose piante alpine mediterranee (orofite) raggiungono il loro limite settentrionale, le specie nordiche quello meridionale e, inoltre, tutt’intorno allo Sciliar crescono anche varietà tipiche delle Alpi orientali e occidentali. Anche il fatto che le maestose pareti di roccia dolomitica dello Sciliar abbiano superato le ondate dell’era glaciale, consentendo ad alcune specie di piante di sopravvivere a rigidi millenni sui soleggiati versanti meridionali, rende particolarmente fortunato questo “caso botanico”. Mille anni fa l’Alpe di Siusi era ancora ricoperta da fitti boschi, fino all’arrivo dei Bavari che, dopo aver incendiato questi ampi terreni da pascolo per renderli coltivabili, li sfruttarono per le loro mandrie di bovini. La molteplice composizione del terreno, la coltivazione estensiva, l’alternanza tra paludi ricoperte di strati d’argilla e aree di pietra calcarea aride e assolate e i ricchi corsi d’acqua nelle piccole valli hanno creato una molteplicità di nicchie ecologiche. Prati magri ricchi d’erbe aromatiche. La secolare coltivazione naturale degli alpeggi ha portato alla formazione dei caratteristici prati magri, regno ottimale per una flora alpina ricca d’erbe aromatiche. L’annuale taglio dell’erba in piena estate, fino a non molto tempo fa, faceva accorrere alle malghe gran parte della popolazione. Il fieno veniva conservato al riparo nei capanni e poi, in inverno, legato in grandi teli e portato a valle con le slitte. Gli agricoltori considerano il profumato fieno d’alpeggio ricco d’erbe aromatiche e fiori un’autentica medicina: un toccasana non solo per il bestiame durante i mesi di magra invernale, ma anche per le persone. Un tempo, giacendo nel fieno, grazie ai vapori eterici delle erbe aromatiche, si sudava, lenendo così i dolori reumatici, e, ancora oggi, i bagni di fieno con il fieno asciutto dell’Alpe di Siusi godono di grande popolarità, sia tra lresidenti che tra i turisti. Paradiso dei botanici. In breve tempo, questa varietà di fiori, erbe e arbusti destò l’interesse degli scienziati, rendendo famosa l’area dello Sciliar molto oltre i confini della Provincia: a partire dal

1825 circa, infatti, numerosi botanici provenienti dall’Italia e dall’Europa centrale furono suoi assidui frequentatori. I risultati delle loro ricerche sono stati resi noti e discussi durante rinomati congressi e pubblicati su riviste specializzate, mantenendo vivo fino a oggi l’interesse degli esperti. Così, la regione dello Sciliar non solo è rimasta la principale meta d’escursioni accademiche, bensì negli anni passati è stata anche al centro di un importante progetto di ricerca. “Habitat Sciliar”. Nella cornice del progetto pluriennale “Habitat Sciliar”, esperti italiani e stranieri hanno catalogato la fauna e la flora in quattordici presidi all’interno del Parco naturale Sciliar-Catinaccio, con l’obiettivo di registrare l’attuale condizione della biodiversità. Un lavoro enorme, come si può facilmente immaginare, che ha meravigliosamente ricompensato i 60 ricercatori. Infatti, sullo Sciliar sono state accertate complessivamente 4.862 specie di animali e piante, di cui 794 varietà di spermatofite e pteridofite, così come 507 diversi muschi e licheni. I dati ottenuti sono stati confrontati con quelli storici, sorprendendo gli stessi scienziati, che non avrebbero mai immaginato una tale ricchezza di specie: un’autentica benedizione della natura! Nel regno vegetale hanno riscontrato alcune perdite, da ricondurre ai cambiamenti nell’agricoltura e forse anche a errori nelle precedenti classificazioni. D’altronde, gli scienziati hanno anche constatato l’insediamento d’“immigrati” provenienti da altre aree alpine, concludendo con un bilancio complessivamente positivo per la biodiversità dello Sciliar. Sulla base di questi dati sarà possibile migliorare la gestione del parco naturale: ad esempio, stabilendo provvedimenti concreti a tutela delle zone umide, come paludi alpine, corsi d’acqua e stagni, meglio di quanto non sia stato fatto prima dell’avvento dell’uomo. L’intenso impegno ha l’obiettivo di permettere anche alle future generazioni d’ammirare la varietà unica della flora sull’Alpe di Siusi. Rinunciando a ogni tipo di fertilizzante, gli agricoltori, che coltivano i loro alpeggi in modo estensivo, possono già fare ricorso ai cosiddetti premi ambientali. «


Vedetta del Re Escursione lungo il “Grande giro di Laranza”

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Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

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uando, nel 1867, entrò in funzione la Ferrovia del Brennero e, poco dopo, venne costruita una strada che dalla valle saliva verso Castelrotto e Siusi, un paesino alpino fino ad allora poco conosciuto, ebbe inizio una nuova era. I bolzanini benestanti, attratti dal clima e dalla bellezza del paesaggio, scelsero Siusi come dimora per la villeggiatura e, inoltre, vi sorsero alberghi di lusso, in cui persone agiate, provenienti da ogni dove in cerca di relax, trascorrevano i mesi estivi. Tra questi s’annoverano gli scrittori Ibsen, Björn e Björson, il pianista Friedmann, il Duca d’Aosta, lo scienziato Max Valier e il direttore d’orchestra Arturo Toscanini, oltre a nobili russi e, non da ultimo, Re Federico Augusto di Sassonia con la famiglia. Tra il 1904 e il 1932, il re, alpinista e appassionato della natura, soggiornò ripetutamente sulle Dolomiti, particolarmente attratto dalla località di Siusi, risiedendo presso il Maso Laranza, dependance dell’Hotel Salegg, da cui amava recarsi al belvedere sul margine occidentale del bosco di Laranza. Così, tra la popolazione si diffuse rapidamente il nome di “Vedetta del Re” (Königswarte). Panorama reale. Con il passare del tempo, il re cadde in oblio, ma non il nome “Vedetta del Re” che tutti credevano fosse dovuto al magnifico panorama “reale”, che si schiude da questo piccolo sperone roccioso. Infatti, lo sguardo può vagare lontano, oltrepassando la conca di Bolzano, fino a scorgere i ghiacciai delle Alpi Ötztaler, il gruppo dell’Ortles e le alte cime del massiccio dell’Adamello e, dall’altra parte, il Renon, dove, su

una calotta rocciosa la Chiesetta di Santa Verena troneggia sulla Valle Isarco. La Chiesetta di San Costantino, situata di fronte, all’altezza dello sguardo dei passanti, con i masi circostanti e le ripide pareti rocciose dello Sciliar sembrano così vicini da poterli sfiorare. Più in basso sorge il Maso Pflegerhof, famoso per la coltivazione biologica d’erbe aromatiche, nelle cui vicinanze, su uno sperone roccioso sopra la gola del Rio Weißgries, compai­ ono le rovine ricoperte d’edera di Castel Rovereto, un tempo dimora fortificata degli omonimi Signori e successivamente di quelli di Castelrotto. Il modo migliore per raggiungere la “Vedetta del Re” è un’escursione lungo il “Grande giro di Laranza”, un sentiero circolare che si sviluppa intorno a una calotta porfirica coperta di boschi, situata tra Siusi e Castelrotto. Si tratta di un percorso di circa due ore, spesso e volentieri scelto per il jogging, grazie alle sue scarse pendenze. La strada provinciale è la via più breve per raggiungere il bosco di Laranza, sia da Siusi che da Castelrotto, ma esistono percorsi più suggestivi. Da Siusi è possibile camminare fino alla Chiesetta di San Valentino e proseguire fino a Telfen, attraverso il cimitero della peste. Invece, partendo da Castelrotto, è necessario salire seguendo la marcatura numero 5, che svolta al di sotto dell’Hotel Schönblick e arriva a Telfen, che è anche possibile raggiungere in autobus. Al di sopra del vivaio, percorriamo una strada asfaltata che, oltrepassando un maneggio, giunge ai Masi Lanzin. Nei pressi di un crocefisso, raggiun- »


Magnifico: Il percorso tra Siusi e Castelrotto.

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Proposta di escursione Punto di partenza: Siusi, sentiero 7, passando dall’Hotel Genziana fino al maso Peterlunger. Poco prima del maso prendere il sentiero nr. 7 A. direzione „Plattenweg“. Grado di difficoltà: Facile, adatta ad ogni stagione dell’anno, anche per passeggini. Sentiero: 7-7A-7 Tempo di percorrenza: fino a San Osvaldo 2 ore Sosta: Albergo Tschötscherhof Maso Lafoglerhof Albergo S. Osvaldo

giamo il sentiero circolare (marcatura n° 5), che sale leggermente attraverso pendii coperti di bos­ chi, fino a raggiungere un bivio. Qui è possibile scegliere la variante più breve, il “Piccolo giro di Laranza”, che porta al “Sentiero dei Funghi” e, successivamente, attraversando il campo sportivo, riconduce a Telfen. Il “Sentiero dei Funghi” del bosco di Laranza è consigliato soprattutto alle famiglie, che possono incontrare sculture in legno, ad altezza d’uomo, ispirate alle diverse varietà di funghi che vi crescono, create da un artista locale. È impossibile non pensare alle foreste delle favole, dove tra le rocce e gli alberi, potrebbero improvvisamente comparire fate, gnomi e altri personaggi leggendari. Infine, sul punto più alto del dorso della montagna sorge una costruzione in legno con una piattaforma, che schiude un panorama meraviglioso sui dintorni.

Ritornando al “Grande giro di Laranza” (marcatura n° 5) raggiungiamo la Vedetta del Re, assicurata con una staccionata, dove ci accomodiamo su una panchina per goderci la magnifica vista e un po’ di riposo. L’ultimo tratto del sentiero escursionistico, in parte attraverso una giovane pineta e in parte su terreni rocciosi e assolati, sui quali in primavera l’erica cresce rigogliosa, termina in prati sconfinati. Seduti su una panchina sotto un ciliegio, ammiriamo nuovamente il fantastico panorama sullo Sciliar e su Spitzbühel e Bullaccia, vedette dell’Alpe di Siusi. Passando davanti al Maso Laranz, una magnifica tenuta ornata da merli, un ampio sentiero di ghiaia giunge a un bivio: a destra, si torna verso Siusi, a sinistra, una strada asfaltata riporta a Telfen e prosegue per Castelrotto. «

Da vedere: Mulino Malenger Chiesa San Viglio Castel Rovereto Maso Pflegerhof Il museo contadino presso il maso Tschötscher Chiesa di San Osvaldo Un bus di linea vi riporterà a Castelrotto e a Siusi.

Il Bosco di Laranza: Mondo magico per grandi e piccini.

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IDEA-ESCURSIONE IN ALTO ADIGE! Un mondo fantastico dell’arte scultorea in Val Gardena! Vieni e visita anche tu il più grande Mercatino Natalizio INDOOR delle Dolomiti!

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Con Max al mulino Malenger Nelle vicinanze della leggendaria Chiesa di San Vigilio, Max Plunger, agricoltore del Maso Malenger, gestisce un antico mulino sul Rio Freddo, coltivando la sua passione per le antiche varietà di cereali.

» Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier

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ax Plunger è un uomo tranquillo e riservato, ma quando si tratta del suo mulino storico e della coltivazione di antichi cereali originali, è capace di raccontare per ore e ore, dando voce alla sua passione. Da anni, s’occupa delle conseguenze della coltivazione di cereali geneticamente modificati, richiamando l’attenzione sulla questione; per lui è inconcepibile che un agricoltore scelga chicchi che germogliano una volta sola. Max coltiva i cereali che gli sono stati tramandati dal padre: segale e frumento di Otterbach e nessuna va-

rietà ibrida incrociata, bensì prodotti originali. “Il raccolto non è abbondante, tuttavia i chicchi sono molto resistenti alle malattie e, inoltre, vengono tollerati meglio dalle persone che soffrono di allergie che, avendolo scoperto, fanno costantemente richiesta della mia farina”, ha riferito Max, orgoglioso, poiché questa per lui è la conferma di essere sulla strada giusta. Una perla storico-culturale. Max ha ereditato il mulino e l’amore per la coltivazione dei cereali dal padre, da cui ha anche imparato come ge- »


L’antica ruota del mulino al Rio Freddo funziona ancora.

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Dove il tempo pare essersi fermato: Il mulino Malenger macina da ben 500 anni.


Mugnaio per passione: Max Plunger conosce bene il suo mestiere.

stirlo e come macinarli. Questa perla storico-culturale di San Vigilio, al di sotto di Siusi allo Sciliar, ha bisog­no di cure costanti e, per fortuna, Max può contare sull’aiuto delle tre figlie e del genero: Martina, Sieglinde, Manuela e Raimund. Oggi, nel maso vengono coltivati solo cereali per uso personale, ma per Max l’importante è conservare le varietà antiche, che non devono assolutamente andare perdute, poiché lui diffida delle tecniche genetiche. “È impossibile sapere dove porteranno le varietà geneticamente modificate”, ha riferito l’agricoltore, colto e ben informato. Max sa tutto del suo mulino, conosce ogni ingranaggio e capisce già dai suoni che lo circondano, se è tutto a posto. Quando ha tempo, rivela agli escursionisti di passaggio i segreti dell’arte dei mugnai e della cerealicoltura. Al Maso Malenger, segale, frumento, farro, orzo e grano saraceno vengono ancora coltivati in piccoli campi su cui, in piena estate, è possibile vedere gli “sgranatori” delle spighe. Tutto ciò è interessante soprattutto perché, in quest’area, i campi di cereali sono sempre più rari e, oggigiorno, poche persone conoscono ancora la differenza tra segale e frumento, orzo e grano saraceno, che per Max non hanno segreti. Davanti al mulino, ha sistemato diverse spighe di grano e ha esposto i cereali dentro piccoli vasetti disposti su un banco, così le persone possono vedere, forse per la prima volta, com’è fatto un chicco di farro, come funziona un mulino e farsi un’idea di come veniva prodotta, in passato, la farina per il pane.

L’antica arte dei mugnai. L’interno del mulino con le ruote dentate in legno, i perni e le macine è un pezzo da collezione che testimonia l’antica arte dei mugnai. Certi giorni Max mette in funzione il mulino per mostrare ai passanti interessati come funziona il complicato meccanismo e come viene macinata la farina. L’antico mulino viene azionato con l’acqua del Rio Freddo, che scorre sulla ruota in larice, attraverso un canale in legno immerso nel ruscello. Nel fienile sopra al maso, è posizionata anche una ruota idraulica che aziona la trebbiatrice, in cui si divide il grano dalla pula: la paglia viene utilizzata come foraggio per gli animali, mentre il grano trasformato in farina. Max ha collezionato anche antichi documenti sul mulino, certificati del Museo di Innsbruck, che attestano che il Mulino Malenger è in funzione dal 1525, mentre il maso annesso compare già in alcuni incartamenti del 1448. In passato, lungo il Rio Freddo sorgevano 15 mulini, di cui oggi è in funzione solo il Malenger, ma neanche mezzo secolo fa, queste strutture e la cerealicoltura avevano ancora grande importanza nella vita agricola quotidiana nell’area dello Sciliar. I cereali venivano coltivati soprattutto per uso personale e i mugnai li hanno sempre macinati anche per i masi dei dintorni, in cui, almeno quattro volte all’anno, veniva cotto il pane, per cui gli agricoltori seminavano segale, frumento e talvolta anche farro. Senza dimenticare il grano saraceno, che in realtà non è un cereale, bensì un poligonaceo, utilizzato per la “purea di grano saraceno”. «

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L’autunno dai colori intensi e dai dolci frutti.

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Le voci tra le mura Nel “Maso sull’acqua” s’avventurarono due fratelli alla ricerca di novità e nel mentre trasformarono un maso in decadimento in un meraviglioso e accogliente luogo d’incontro per buongustai.

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ndreas mi ha mostrato un album di fotografie che ripercorrono il restauro del Maso Wasserer: è incredibile cosa siano riusciti a creare lui e il gemello Christoph! Nel 1996, il padre aveva acquistato la tenuta a Novale di Fiè, ormai chiusa da tempo: un “Grompl”, si direbbe in dialetto altoatesino, con vigneti e prati abbandonati su irti pendii e un piccolo podere, composto da tre edifici decadenti. Tuttavia, bisogna riconoscere che Novale di Fiè, il ripido versante meridionale che s’estende dalla Valle Isarco fino all’Altipiano alle falde dello Sciliar, occupa una posizione estremamente assolata e i terreni ricompensano la dura fatica degli agricoltori con saporiti frutti: succose mele alpine, pesche, albicocche, dolci prugne, frutti di bosco e, naturalmente, grappoli d’uva, che qui godono delle condizioni ideali per la maturazione. Agriturismo. Per Christoph, agricoltore diplomato, che finora s’era occupato dell’azienda vitivinicola dei genitori, nei pressi di Bolzano, rilevare il maso rappresentava un’enorme sfida, ma anche l’occasione d’intraprendere una nuova avventura. Insieme al fratello, un ragioniere appassionato di cucina, che da tempo desiderava dedicarsi alla sua creatività, ha dato vita all’idea di aprire un agriturismo, in tedesco “Buschenschank”. Per coloro che non sanno di cosa si tratta, il nome deriva da “Buschen” (mazzo), solitamente un ramo di pino, che gli agricoltori erano soliti appendere sulla porta di casa quando, al termine del periodo

della raccolta, desideravano offrire i prodotti conservati in cantina e in dispensa. Ancora oggi, in Alto Adige, si trovano numerose osterie contadine, che aprono le loro Stube, principalmente in autunno, nel periodo del “Törggelen”, e in primavera, offrendo oltre all’ottimo vino di produzione propria anche prelibate ricette tradizionali, create con prodotti coltivati personalmente. Sei secoli di tradizione. L’idea era ottima, ma i muri fatiscenti ne facevano un’autentica impresa. Demolire interamente l’edificio e ricostruirlo era la soluzione più facile, ma per i caparbi fratelli era fuori discussione e i muri secolari con i loro archi gotici in arenaria e le imponenti volte lo confermavano. L’“Hof am Wasser” (Maso sull’acqua), per la precisione sul fiume Isarco, viene menzionato nella Cronaca di Fiè già nel 1366, come dimora dei Signori del Liechtenstein: una storia di almeno sei secoli, che ha lasciato numerose e suggestive tracce. I fratelli, incoraggiati da un’amica architetto, hanno elaborato insieme un progetto straordinario, mantenendo inalterati il carattere e la struttura dell’antico edificio e creando un perfetto connubio con il design del 21º secolo. »

Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

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Il “Törggelen“ all’Alpe di Siusi e dintorni Una particolare tradizione altoatesina In autunno si effettuano escursioni immerse nella natura per raggiungere i “Buschenschänken“ (masi e trattorie contadini), nelle quali nelle antiche “Stuben“, davanti a castagne arrostite, al mosto dolce, allo speck, ai salamini affumicati, allo “Schüttelbrot” e ad altri piatti tradizionali della cucina contadina, ci si siede piacevolmente in compagnia. Il periodo del “Törggelen” inizia a metà ottobre, dopo la pigiatura dei grappoli d’uva per ottenerne il succo, per terminare a fine novembre. Tipici masi “Buschenschänke” della regione all’indirizzo www.alpedisiusi.info.

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“Abbiamo sistemato di persona ciò che eravamo in grado di fare, riportando alla luce i muri in pietra, raschiando la fuliggine dalle traverse e abbattendo, nelle notti di luna crescente, gli alberi del bosco intorno al maso per ricavare il legno per pavimenti e orditure”, ha raccontato Andreas. Due anni di duro lavoro per realizzare un accurato restauro! Un risultato ammirevole. Secondo Andreas “i muri hanno un’anima” e i mobili in legno naturale, nella loro semplicità minimalista, ricordano il parco stile di vita contadino del passato. L’antica struttura è ancora visibile: sembrerebbe poco accogliente? No, anzi, le Stube sono pervase da una piacevole atmosfera, grazie all’avvolgente luce emanata dalle lampade in vetro di Murano che illuminano gli ospiti riuniti intorno alle tavole imbandite. Finalmente Andreas è nel suo regno: la modernissima cucina, in cui prepara specialità altoatesine, rese ancora più deliziose da leggere note mediterranee. Ogni variante di canederli, dolci o salati, squisita pasta ripiena, leggeri gnocchi, tenero

agnello dell’Alpe di Siusi e Schlachtplatte (piatto misto di carne e insaccati) o, come dessert, kra­ pfen alla marmellata e strudel di mele. Naturalmente, per completare l’opera, è possibile degustare vino di produzione propria o succo di mele fatto in casa. Un paradiso fruttato è diventato l’odierno podere, un tempo in decadenza, con i suoi nuovi vigneti, dove crescono Sauvignon bianco, Müller Thurgau e Zweigelt, e ampi frutteti e campi, su cui vengono coltivate patate e verdura. Peccato solo che l’area di servizio autostradale sottostante rovini il panorama! “Mio fratello Christoph s’occupa dell’agricoltura, mentre io sono responsabile soprattutto dell’albergo: naturalmente ci aiutiamo a vicenda”, ha rivelato Andreas. Entrambi vivono al Maso Was­ serer, in due appartamenti sopra l’agriturismo. Talvolta, passa a trovarli anche Hannes, un altro dei fratelli Mock, che fa il musicista jazz: il suo consiglio è fondamentale per organizzare i concerti mensili. Da sempre, agriturismo e musica sono indissolubilmente uniti, anche se al Maso Wasserer le melodie hanno un suono diverso, una nota di modernità, perfetto per quest’osteria contadina. «


Semplice, con stile: il Maso Wassererhof cerca il naturale.

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L’incantesimo del tempo Walter Grüner e Petra Gögele sono alla costante ricerca di artigianato artistico e antichità, fedeli alla tradizione locale. La loro passione è rivolta soprattutto agli oggetti originali dell’arco alpino, in vendita nel negozio “Anno Domini”.

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Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

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l particolare profumo che aleggia in “Anno Domini” ricorda la tipica atmosfera delle chiese, pervasa dall’aura di antichi masi. I visitatori, al loro ingresso, restano ammaliati da innumerevoli oggetti d’ogni dimensione: un’antica macchina da cucire, una Madonna con Bambino intagliata a mano, lampadari e lampade d’incredibili forme e colori appesi al soffitto in legno e quadri e angeli rubicondi che si susseguono accuratamente alle pareti. Inoltre, accanto a colorati armadi rustici, sedie in pelle rossa attorniano un tavolo antico e, mentre una radio dell’inizio del secolo scorso trasmette musica moderna, nel retro uno splendido armadio da sacrestia attende un acquirente appassionato. Benvenuti nel regno di Walter Grüner e Petra Gögele! La coppia condivide l’intensa passione per le antichità e l’artigianato artistico e trascorre la maggior parte del proprio tempo a restaurare mobili e oggetti per poi venderli. “Il Signore ci ha donato il tempo affinché traessimo il meglio dalle nostre capacità”, ha affermato Walter, senza dover scomodare grandi filosofi. Dal 2000, Walter e Petra gestiscono un negozio d’antichità sul limitare di Fiè allo Sciliar, l’unico dei dintorni. La grande crisi economica è passata quasi senza lasciare traccia, “poiché abbiamo costantemente cercato di rimanere fedeli alla tradizione”, hanno precisato entrambi. “Autoctono”, per loro, indica prezzi vantaggiosi e un impegno incondizionato per il negozio, solita-

mente sette giorni alla settimana e spesso anche durante la notte. Walter e Petra concentrano la loro attenzione su qualità e originalità e, con un pizzico d’orgoglio, raccontano che ognuno degli innumerevoli pezzi del negozio è passato per le loro mani. Le antiche lampade, opera di un minuzioso lavoro, ad esempio, vengono smontate, riparate, pulite e rimontate. Coloro che all’“Anno Domini” acquistano un armadio rustico di 300 anni fa, hanno la certezza che verrà consegnato come nuovo e senza tarli. “Ridiamo vita all’antichità”, ha spiegato Walter Grüner, antiquario che, dopo essersi diplomato alla scuola alberghiera, ha lavorato nel settore gastronomico per 25 anni. Tuttavia, un bel giorno, il suo spiccato interesse per l’arte ha preso il sopravvento e, così, con un socio ha dato una svolta alla sua vita cominciando a progettare e realizzare Stube e mobili in legno antico. Walter Grüner ha poi realizzato il suo sogno, aprendo un negozio d’antichità, a cui si dedica da anni, con al suo fianco Petra Gögele, la migliore socia che potesse desiderare. Un appassionato d’arte non si stanca mai d’ammirare il fascino emanato dagli oggetti d’uso comune “riportati in vita”. Ogni esemplare esposto ha una storia, che Walter e Petra adorano raccontare a chiunque dimostri interesse. “Non sappiamo tutto, ma di tutto un po’”, ha rivelato Walter che, »


Anno Domini: Non una collezione, ma un’unica opera d’arte.

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Walter Grüner e Petra Gögele condividono passione e l’intuito.

in genere, in negozio tiene solo gli oggetti di cui conosce qualche aneddoto. Il commerciante definisce questa filosofia come una “certa serietà”: acquisto e vendita d’oggetti artistici e antichi sono una pura questione di fiducia e l’onestà è fondamentale. Ecco perché nel negozio di Grüner non si trovano né argento, né gioielli, che lui ritiene “troppo pericolosi”. L’antiquario definisce la sua offerta “sincera”: propone oggetti regionali e rustici dell’arco alpino, provenienti da Alto Adige, Tirolo, Baviera e Austria. L’assortimento non è vincolato a un’epoca precisa, ma i mobili rustici regionali sono la maggioranza, con cui singoli oggetti in stile Biedermeier e Jugendstil creano un

meraviglioso contrasto. In ogni caso, Walter Grüner con il proprio nome garantisce per la qualità e l’origine autoctona. I clienti di “Anno Domini” provengono prevalentemente dall’Alto Adige e dal resto d’Italia, ma anche da Germania, Svizzera e Olanda. Cosa ci fa un armadio altoatesino rustico a Roma? “Crea un connubio perfetto con un arredamento moderno”, ha riferito Walter Grüner, così come un antico tavolo rustico potrebbe “avviare una relazione affiatata” con sedie in pelle di design. Anche un’antica cassapanca con un divano moderno o un antico candelabro con un salotto minimalista potrebbero dare vita a magnifici contrasti. Walter Grüner e Petra Gögele consegnano sempre personalmente i loro mobili

antichi, per esempio a Roma, Milano e Amburgo, cogliendo l’occasione per visitare la loro nuova dimora. I clienti apprezzano il rapporto diretto, che per la coppia di Fiè non è solo un’ottima occasione per approfondire piacevoli contatti, bensì anche per scoprire gli antiquari e i mercati della città. Walter Grüner è felice e soddisfatto della notorietà raggiunta, in costante crescita: sia privati che antiquari, che hanno smesso d’esercitare, gli propongono l’acquisto di mobili e oggetti artistici antichi. “Ecco come nasce un bel mix d’oggetti.”, ha rivelato. Questo non facilita l’uscita senz’acquisti dal salone espositivo di “Anno Domini”. “Già, spesso

coloro che cercano una lampada, comprano un tavolo e chi magari desiderava un armadio ben preciso, s’innamora di quattro sedie”, ha rivelato Walter, sorridendo. Questo è uno dei momenti che rendono unico e soddisfacente il suo lavoro.

Ogni oggetto e ogni opera d’arte ha una sua storia.

È inutile cercare Walter Grüner e Petra Gögele su internet. Coloro che desiderano una foto di una determinata opera d’arte, devono avere un po’ di pazienza e attendere che Walter Grüner la spedisca per posta, dopo averla scattata con la sua vecchia macchina fotografica. “Calma e lunga attesa sono necessarie”, ha rivelato Walter Grüner. Già, se si pensa a quanti secoli sono racchiusi in “Anno Domini”, il tempo diventa un aspetto del tutto secondario. «

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Urban e il corno delle Alpi Suoni maestosi aleggiano per le dolci colline dell’Alpe di Siusi, indugiano sulle pareti rocciose circostanti e s’adagiano su prati e boschi come un velo magico.

»

Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

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U

n simile incantesimo è opera dei suonatori del corno delle Alpi che, con i loro antichi e suggestivi strumenti, producono questi suoni meravigliosamente dolci e avvolgenti e tuttavia così solenni. Quattro uomini soffiano vigorosamente dentro tubi di legno saldamente appoggiati al suolo, la cui lunghezza è pari a due di loro. Non si tratta di musicisti “importati”, come si potrebbe supporre, poiché notoriamente il corno delle Alpi è annoverato tra i simboli nazionali svizzeri: questi artisti del suono sono autentici altoatesini e, per la precisione, cittadini del Comune di Castel­rotto, come dimostra il loro “grembiule blu”, un capo d’abbigliamento tipico degli agricoltori locali. Solo gli imponenti tubi conici di legno, piegati nella parte inferiore, provengono dalla Svizzera, così come il primo, che Urban ordinò trent’anni fa da un costruttore elvetico. Urban è il capostipite e fondatore del gruppo “Alphornbläser Seiser Alm” (I suonatori del corno alpino dell’Alpe di Siusi), con cui s’è esibito in concerti in giro per il mondo: sebbene abbia varcato da tempo la soglia dei settant’anni, il suo amore per questo strumento è rimasto invariato. “Ebbe inizio tutto nel 1980, quando un turista svizzero venne a Castelrotto con il suo corno delle Alpi, dando un saggio della propria bravura”, ha ricordato. Lo strumento affascinò Urban a tal punto che volle assolutamente averne uno e, naturalmente, imparare a suonarlo. Il suo coinvolgente entusiasmo riuscì a persuadere gli amici appassionati di musica a intraprendere questa nuova avventura, così il quartetto incaricò immediatamente un costruttore svizzero di realizzare quattro corni delle Alpi. “In quanto suonatori di corno nella banda musicale, la

tecnica per suonare questo strumento non ci era del tutto nuova”, spiega. “Grazie al nostro entusiasmo è stato possibile, in un lasso di tempo relativamente breve, disporre di un repertorio davvero ampio”, ha proseguito Urban. Le congratulazioni sono d’obbligo, poiché si dice che il corno delle Alpi, proprio a causa della sua sconvolgente semplicità, sia uno degli strumenti più difficili da suonare! Il lungo tubo di legno, infatti, non dispone di fori, valvole o pistoni e solo l’elaborata tecnica di respirazione consente di produrre le note desiderate: sedici suoni naturali, che tuttavia presentano un’ampia gamma. Sedici suoni naturali. “Grazie alla pressione del diaframma, l’aria respirata viene soffiata all’interno dello strumento”, ha spiegato Urban. Le labbra, vibrando, lasciano fluire il fiato che entra in oscillazione e questa si trasmette all’aria che rimane all’interno del corno delle Alpi. “Lasciando vibrare lentamente le labbra, si generano onde lunghe, che producono una nota profonda”, ha rivelato Urban. Se invece le labbra vibrano rapidamente, si generano note alte, mentre la forma conica a imbuto del corno funge da amplificatore acustico. Dopo i primi successi nell’area dello Sciliar, il gruppo ha partecipato agli incontri di suonatori in Svizzera, dove ha stretto importanti contatti e amicizie. Già nel 1985, i suonatori provenienti da tutt’Europa s’incontravano sull’Alpe di Siusi per partecipare a competizioni amichevoli, immersi nel suo meraviglioso paesaggio. Da allora, il “Festival Internazionale dei suonatori di corno alpino”, organizzato ogni cinque anni, con la relativa Messa »


Artisti del Suono: Suonarlo non è semplice.

Estate | ALPE 25


e la tradizionale festa sulla Bullaccia è annoverato tra gli eventi estivi più attesi dell’Alpe.

smontati, le tre parti vengono riposte una dentro l’altra e sistemate in una custodia protettiva.

È soprattutto il piacere per la musica a unire Urban Rier, Anton Fill, Martin Silbernagl e Peter Sattler, il gruppo odierno, ma anche un’intensa amicizia e un rapporto affiatato, possibile solo dopo anni trascorsi insieme. A partire dalla sua fondazione, trent’anni fa, il gruppo di suonatori del corno delle Alpi “Seiser Alm”, che tra l’altro fu il primo in Alto Adige, ebbe un incredibile successo. Oltre alle grandi apparizioni in Germania, Svizzera, Italia e Austria, è stata perfino organizzata appositamente per loro una tournée in Giappone! Tuttavia, il momento clou è stato indubbiamente l’invito dei Berliner Philharmoniker (Filarmonica di Berlino) alla festa di Natale nella capitale tedesca. “Per noi è stato un riconoscimento eccezionale”, ha ribadito Urban, “abbiamo suonato davanti a un pubblico selezionato di musicisti e persone appartenenti al mondo pubblico, che ci hanno onorato con un fragoroso applauso.”

Un tempo, era impossibile spostarsi con i corni, lunghi da tre a quattro metri, realizzati in un pezzo unico, dividendo longitudinalmente a metà un tronco d’albero curvo, le cui parti venivano ras­ chiate e svuotate e, successivamente, richiuse con resina o cera d’api e legate insieme con rami, filo o corda. Oggi, invece, i costruttori di corni utilizzano frese e pregiate colle e uniscono le parti con boccole d’ottone. Inoltre, i “moderni” corni delle Alpi dispongono di bocchini in legno: Urban ha fatto notare la differenza, poiché “in passato, nello strumento veniva solo intagliato un incavo” ed è facile immaginare quanto fosse scomodo!

Tournée. Immaginate quattro uomini maturi che si presentano in scena con il costume tipico di Castelrotto, riempiono la grande sala da concerto con le avvolgenti note naturali del corno delle Alpi e il Maestro Abbado che applaude estasiato… A posteriori, il quartetto ha ammesso che sono stati momenti divertenti, di piacevole confusione, anche se talvolta stressanti. Per fortuna, oggigiorno, i corni delle Alpi sono facili da trasportare: una volta

L’Alpe di Siusi è la località preferita dai quattro per suonare, poiché ha l’effetto di un’enorme arena all’aria aperta e conferisce alle note pienezza e potenza, che nessuna sala concertistica potrebbe donare. Urban ha ricordato che, in origine, il corno delle Alpi venne ideato per l’utilizzo in natura, poiché il suo suono è in grado di raggiungere grandi distanze e, infatti, veniva impiegato dai pastori come strumento di richiamo per il gregge o come mezzo di comunicazione tra un alpeggio e l’altro. Il suono tranquillo, profondo e avvolgente, con le note naturali che si diffondono in un paesaggio mozzafiato, ha anche effetto meditativo e rilassante, in grado d’avvicinare ai misteri della natura e scaldare il cuore d’ogni ascoltatore. «

I “Suonatori di corni alpini Alpe di Siusi” conferiscono ai loro strumenti dei suoni “naturali”.

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l desiderio di ricette altoatesine tradizionali e una semplice alimentazione autoctona a base d’ingredienti freschi e regionali riscuotono un crescente successo”, ha rivelato Maria Anna Plunger del Maso Patener, a San Valentino. Questa convinzione ha suggerito alla zelante agricoltrice l’idea d’organizzare lezioni di cucina per gli ospiti e, così, insieme all’amica e collega, Paula Prossliner del Maso Zemmer, ha frequentato un corso di formazione come responsabile di cultura alimentare contadina. Nel nuovo edificio vicino all’antico maso, sono state create una cucina funzionale e una Stube, in cui vengono degustate le prelibatezze preparate in piacevole compagnia durante i “Corsi di cucina al maso”.

Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier

Escursioni e piaceri gastronomici. Il progetto ha avuto inizio nell’estate 2009, in collaborazione con l’Associazione Turistica di Castelrotto. I corsi di cucina variano a seconda della stagione: il piacere delle erbe aromatiche in piena estate, canederli e strudel in autunno, biscotti di Natale e il famoso Bauernzelten (Zelten del contadino, un dolce a base di frutta secca e canditi) a dicembre e le ricette di Quaresima nel periodo di Pasqua. Si tratta d’una autentica immersione nella cucina contadina altoatesina, che attende ogni buongustaio al termine di un’escursione tra paesaggio e cultura. Una guida escursionistica accompagna il gruppo di ospiti, che partono dalla piazza del paese di Castelrotto, al Maso Patener di San Valentino. Lungo Via Marinzen, oltrepassando le immagini sacre del pilone votivo presso il Maso Wegmacher e seguendo il sentiero n° 6, raggiungono il piccolo spiazzo “Scherer Platzl”. Poi, lungo il sentiero n° 7 in direzione sud, oltrepassano un’antica croce

della peste, fino a raggiungere la Chiesetta di San Valentino, già menzionata nel 13° secolo, nonché una delle più amate attrazioni dei dintorni, in posizione esposta di fronte all’imponente scenario di Sciliar e Santner. Misteriose leggende aleggiano sulla sua posizione, mentre affreschi risalenti al 15° secolo ne ornano la facciata meridionale e San Cristoforo, patrono dei pellegrini, affascina i passanti, così come l’Adorazione dei Re Magi. La cucina del Maso Patener. Dopo una breve sosta, solo un paio di minuti separano gli escursionisti affamati dal Maso Patener, dove li attendono la padrona di casa, Maria Anna, e Paula Prossliner. Le sagge agricoltrici svelano i segreti dei canederli agli ospiti che, con il loro quaderno di ricette, dovranno prepararne sette varietà: con speck, spinaci, formaggio, fegato, pressati e dolci con quark e prugne. In cucina è tutto pronto e gli ingredienti sono allineati con cura. I partecipanti devono solo tritare la cipolla, pelare le patate, pesare il pane, mescolare e impastare, mentre Maria Anna e Paula restano in disparte, rispondendo alle domande, dando consigli e osservando la preparazione con occhio esperto. Dopo tre quarti d’ora avvolti dal profumo di soffritto, speck, patate lesse e pangrattato con zucchero e cannella, i canederli allo speck vengono serviti nella Stube, seguiti dalle altre portate. Ogni ricetta viene degustata da tutti i partecipanti che si scambiano opinioni, arricchite dalle spiegazioni e dai preziosi consigli di Maria Anna e Paula. Il proverbio “Troppi cuochi guastano la cucina” non s’addice al corso gastronomico del Maso Patener: i canederli sono tutti squisiti e i partecipanti si sono divertiti a scoprire i segreti dell’arte culinaria. «


Maria Anna Plunger e Paula Prossliner coinvolgono l’ospite con una cucina tradizionale e contadina.

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Canederli al quark Ingredienti

Preparazione

5 panini raffermi 125 gr di burro 4 uova 200 gr di quark 1/8 l di panna acida 100 gr di farina 120 gr di pangrattato e 120 gr di burro

Eliminare la crosta dei panini e tagliarli a dadini. Montare a neve burro e uova, aggiungere il quark, panna acida e la farina setacciata, mescolare il composto ai dadini, formare i canederli e farli bollire per circa 15 minuti in acqua salata. Arrostire il pangrattato nel burro fuso e passarvi i canederli scolati, cospargerli con lo zucchero e servirli con la composta di prugne. (Fonte: La cucina in Alto Adige, Annaliese Kompatscher) Il consiglio di Maria Anna Plunger: aggiungere un pizzico di zucchero vanigliato al composto di quark. I canederli possono anche essere serviti solo con la composta di prugne, senza il pangrattato.

Escursioni Culinarie Festa dei sensi all’Alpe di Siusi e dintorni La primavera e l’autunno invitano, grazie alla loro gamma infinita di colori e ai piaceri della tavola – erbe, canederli e strudel, per non dimenticare le castagne a fare delle escursioni culinarie. Potete scegliere, la gamma è ampia; va dall’escursione e sosta presso un’osteria locale con merenda tirolese ad un’escursione con corso di cucina. Una vera festa dei sensi.


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L’ep oca dei cavalieri Il 29 e 30 maggio, cavalli e cavalieri si sfidano per conquistare gli ambiti stendardi della Cavalcata di Oswald von Wolkenstein, annuale appuntamento del calendario dell’Alpe di Siusi.

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Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

L

a Cavalcata di Oswald von Wolkenstein è l’unico evento che unisce armoniosamente storia, sport, cultura e folclore. Dal 1983, anno della prima edizione di questa competizione cavalleresca, migliaia di spettatori provenienti da ogni dove accorrono ai piedi dello Sciliar. La Cavalcata di Oswald von Wolkenstein si svolge in due giorni. Di sabato, le 36 squadre con il costume tradizionale fanno ingresso cavalcando nel paese di Castelrotto (Siusi o Fiè, a turno) e si riuniscono per il sorteggio dell’ordine di partenza. I signori del castello, vestiti con abiti medievali, illustrano i singoli tornei e, successivamente, i patroni inaugurano solennemente la Cavalcata. Di domenica, le squadre a cavallo mettono alla prova velocità e destrezza nei quattro tornei disputati al Colle di Castelrotto, al di sotto di Castel Hauenstein, a Siusi, al Laghetto di Fiè e a Castel Presule. Le doti essenziali che permettono ai team, composti da quattro cavalieri (uomini o donne), d’affrontare la cavalcata

sono spirito di squadra, coraggio e amore per i cavalli. Infine, la premiazione a Castel Presule costituisce il momento culminante dell’evento: solo successivamente, possono avere inizio i festeggiamenti, nel tipico stile del “vecchio” Wolkenstein! Chi era Oswald von Wolkenstein, cui è dedicato lo spettacolo cavalleresco? È stato sicuramente il più famoso cittadino dell’area dello Sciliar: cavaliere, bardo, proprietario di un castello e giramondo, la cui fama ha oltrepassato la sua epoca. Oswald von Wolkenstein nacque probabilmente nel 1376 o 1377, figlio d’una stimata famiglia benestante, proprietaria di Castel Forte che troneggia sulla Strada del Brennero, in Valle Isarco, simbolo visibile del suo potere. Dopo che il fratello maggiore ereditò ingenti proprietà di famiglia, a Oswald rimasero solo le sue nobili origini e scelse di vivere un’esistenza movimentata, che non fu solo fonte di celebrità, bensì lo fece anche passare alla storia come esperto soldato tirolese e sovversivo. «

Gudrun Panitz, presidente del Comitato della Cavalcata di Oswald von Wolkenstein, racconta ad ALPE, cosa rende così speciale quest’evento. Come ha trascorso il primo anno in qualità di direttrice organizzativa? Gudrun Panitz: Ho ricoperto un ruolo importante, svolgendo un compito molto faticoso, all’insegna di grandi res­ ponsabilità e sfide che, grazie ai miei esperti collaboratori, è stato molto istruttivo.

Secondo Lei, qual è la sfida più ardua? Conferire nuovo brio alla Cavalcata di Oswald von Wolkenstein, preservando la tradizione e mantenendola sempre attraente. Cavalli impavidi, cavalieri entusiasti in costume tradizionale, avvincenti tornei e uno scenario

meraviglioso: qual è il segreto della Cavalcata di Oswald von Wolkenstein? È come il giorno di Natale: l’albero addobbato, il presepio, i canti natalizi… una festa ricorrente, ma sempre affascinante! Nel lontano 1983, in occasione della prima Cavalcata, nessuno avrebbe potuto im-


Per cavallo e cavaliere una sfida emozionante fino all’ultimo secondo.

maginare il successo di questo spettacolo cavalleresco, diventato tradizione. Cos’ha in serbo il futuro? La tradizione è anche un vincolo, infatti, la Cavalcata deve mantenersi inalterata per le future generazioni di cavalieri. Nuove generazioni osano sfidare le “vecchie” squadre affiatate?

Il fatto che numerose squadre partecipino da molti anni, una perfino già da 27, depone a favore dell’evento. Tuttavia, ci sono anche squadre di giovani provenienti, ad esempio, dalla Val Sarentino e dall’area dello Sciliar, che partecipano con lo stesso entusiasmo di quelle “vecchie” e, spesso, sono composte dai figli dei veterani!

Ogni anno, la Cavalcata affascina 20.000 spettatori: com’è possibile organizzare con tale perfezione un evento di questa portata? Il segreto del successo è un gruppo esperto che lavora insieme da anni e può contare sulla collaborazione di circa 500 volontari di diverse associazioni.

Da anni, la Gara dell’Hahnenkamm di Kitzbühel, evento sportivo di spicco, è partner della Cavalcata di Oswald von Wolkenstein. Un interessante scambio d’esperienze … Si tratta di due grandi classici: Kitzbühel per lo sci e noi nell’equitazione. È un onore essere partner della leggendaria Gara dell’Hahnenkamm, famosa in tutto il mondo. Estate | ALPE 33


GIRO D’ITA Esattamente 100 anni dalla prima manifestazione, il 13 maggio 2009 gli atleti del leggendario „Giro d’Italia“ hanno trasformato l’Alpe di Siusi in

Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

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una roccaforte per gli amanti della bici. La 5° tappa del “Giro” ha portato gli atleti da San Martino di Castrozza in Trentino a percorrere delle

impegnative strade di montagna fino all’Alpe di Siusi, a 1820 m. s.l.m. (immagine grande in basso). Moltissimi i fan accorsi all’evento che, stupiti dalla ve-


ALIA 2009 locità e dalla tranquillità dei corridori, li hanno accolti con grandi applausi. La tappa è stata vinta, dal trionfatore del Giro Denis Mentschow (vestito di

blu e arancione, immagine a sinistra). Il Russo è riuscito a lasciar dietro di sé, durante questa tappa molto temuta, il texano Lance Armstrong (3. immagine

da sinistra) di 3 minuti. Armstrong ha dimostrato grande spirito di gara e ha partecipato e festeggiato assieme al pubblico il vincitore.

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Il Running Park Alpe di Siusi offre ad amatori e professionisti le condizioni ottimali per l’allenamento lungo 150 km suddivisi in 19 percorsi. A partire dall’estate 2010, questo regno idilliaco sarà fonte di fantastiche avventure! ALPE ha intervistato Hubert Unterweger, direttore di Alpe di Siusi Marketing.

Il fascino della corsa »

Intervista: Michaela Baur Foto: Helmuth Rier

Una guida gratuita contenente l’ABC della corsa, diario d’allenamento, consigli per i principianti e cartina del Running Park Alpe di Siusi è a disposizione di tutti coloro che desiderano fare jogging all’Alpe di Siusi.

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ALPE: Perché creare un parco per il jogging, considerando che è possibile praticarlo ovunque? Hubert Unterweger: Il progetto è dedicato ai turisti che non conoscono l’area vacanza dell’Alpe di Siusi: sarebbe bello se potessero scoprire i nostri allettanti percorsi, godendosi la straordinaria esperienza del jogging.

gnali e realizzare cartine e tavole panoramiche per l’orientamento. Alcuni percorsi sono perfino stati dedicati agli atleti keniani.

A quali corridori è dedicato il parco? Il parco è rivolto a tutti i corridori, dai più allenati agli amatori, che possono scegliere tra percorsi lunghi e corti, facili o impegnativi. Il grado di difficoltà dei sentieri viene indicato dai colori blu, rosso e nero, come per le piste da sci.

Cosa differenzia questo parco per il jogging dagli altri? La differenza principale consiste nella posizione in quota: otto dei percorsi proposti si trovano a un’altitudine compresa tra 1800 e 2200 metri e i restanti undici tra 900 e 1100 metri s.l.m. Il Running Park Alpe di Siusi è il primo in Italia, per genere e dimensioni, e offre circa 150 km di sentieri.

Com’è nata quest’idea? Dopo i primi soggiorni dei maratoneti keniani nel 2007, all’insegna dell’allenamento, abbiamo pensato di proporre l’Alpe di Siusi come Mecca della corsa anche per i podisti amatoriali. Dovevamo unicamente misurare i sentieri già esistenti, dotarli di se-

I percorsi testati sono riservati al jogging? No, si tratta di sentieri già esistenti, dedicati a corridori ed escursionisti.

È possibile abbinare diversi percorsi? Certo, molti dei sentieri dell’Alpe di Siusi sono adiacenti e possono essere collegati tra loro; l’importante è essere sufficientemente allenati.

Su che tipo di terreno si corre? I percorsi si sviluppano attraverso vaste aree, prevalentemente su ghiaia o prati; solo alcuni brevi tratti sono su fondo asfaltato. Qual è il Suo percorso preferito? Il giro della Bullaccia, intitolato al maratoneta Viktor Röthlin, è molto suggestivo. Ha inizio con una ripida salita di un chilometro e, giunti in quota, si corre poi su terreni leggermente collinari, godendosi un meraviglioso panorama sulle valli dolomitiche circostanti. Su un terreno morbido, oltrepassando l’“Engelsrast” (una piattaforma panoramica) e le “Hexenbänke” (Panche delle streghe) si fa il giro della Bullaccia per fare ritorno al punto di partenza. Coloro che desiderano accorciare il percorso, possono girare intorno alla ripida salita e arrivare in quota con la seggiovia Bullaccia.


I Maratoneti keniani apprezzano le condizioni ottimali all’Alpe di Siusi.

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Anteprima estate ’10

> 28 al 30 maggio 2010

> 11/12 giugno 2010

> 19 giugno al 11 settembre 2010

> 3 al 24 luglio 2010

28 Cavalcata di Oswald von Wolkenstein

Grande Open Air dei Kastelruther Spatzen

Estate: Tutti in famiglia!

L’allenamento in quota dei maratoneti keniani

Nessun altro evento riesce a fondere così sapientemente storia, sport, tradizione, cultura e folclore come la celebre cavalcata intitolata ad Oswald von Wolkenstein. Il tradizionale spettacolo equestre è celebrato ogni anno sullo sfondo di un paesaggio unico e di fronte ad un pubblico in visibilio. Il torneo storico ha inizio al Castel Forte a Ponte Gardena: vessilli al vento, i cavalieri passano di torneo in torneo mettendo alla prova le loro doti di velocità, abilità e governo del cavallo. Spirito di squadra, coraggio e amore per l’animale: questi i requisiti fondamentali chiesti ad una squadra che voglia aggiudicarsi il prestigioso concorso. Al termine delle sfide, la solenne premiazione a Castel Presule fra la pompa e lo sfarzo tipici del grande poeta e cantore lirico. La presentazione delle squadre partecipanti e la grande festa si terranno nella località di Fiè allo Sciliar.

L’open air dei Kastelruther Spatzen giunge nel 2010 alla sua quattordicesima edizione. Migliaia di fans attesi a Castelrotto per applaudire i beniamini, pronti ad esibirsi sullo sfondo di uno spettacolo musicale senza eguali.

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www.ovwritt.com

38 ALPE | Estate

In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un vero e proprio paradiso per i bambini. Dal 19 giugno fino al 3 luglio all’Alpe di Siusi e dintorni, ruota tutto attorno al cavalcare, escursioni, arrampicate e cucinare. Estate: Tutti in famiglia!, offre a tutti grandi e piccini divertimento e svago. A luglio e agosto sono le streghe e la magia a farla da padrone: passeggiate notturne tra i boschi con la strega Martha, preparazione di specialità magiche oppure la ricerca di simboli segreti. E l’estate terminerà sotto l’egida dell’avventura. Dal 28 agosto al 11 settembre si potrà arrampicare, colorare e passeggiare. Perché non provare?

Dal 3 al 24 luglio, i maratoneti keniani ritorneranno ad allenarsi per tre settimane sull’altipiano più grande d’Europa. L’altitudine ideale dai 1.800 ai 2.300 m porta gli atleti d’élite per la quarta volta consecutiva all’Alpe di Siusi. Con due sessioni di allenamento al giorno si preparano per i prossimi appuntamenti podistici. Tra di loro vi sono le stelle della maratona James Kwambai e Martin Lel. Oltre ai 30 campioni keniani atlete della squadra cinese di maratona prenderanno parte allo stage di allenamento estivo. Buone notizie per gli appassionati della corsa: il 18 luglio torna l’Alpe di Siusi Running. Tutti coloro che vogliono correre fianco a fianco con le star del Kenya non possono perdere l’appuntamento. Turisti e abitanti altoatesini, professionisti e semplici praticanti avranno l’opportunità di misurarsi, su un percorso di 12,7 km, con i migliori maratoneti.


> 12 luglio al 16 agosto 2010

> Estate 2010

> 29 agosto 2010

> 8 al 10 ottobre 2010

Summer Classics di Siusi allo Sciliar

Estate a Castel Presule

Festival internazionale di suonatori di corni alpini

Grande festa dei Kastelruther Spatzen

Konnichiwa, Gruezi, Bonjour, Hallo e Grüß Gott. Più internazionali di cosi… In data 29. agosto 2010, 120 suonatori di corni alpini s’incontrano al festival pensato appositamente per loro. Ogni cinque anni l’Alpe di Siusi li invita tutti a festeggiare. Al Bullaccia, non vi sono unicamente rappresentanti di nazioni, in cui questo tipo di musica fa parte della tradizione, tra le quali l’Austria, la Svizzera e la Germania, ma anche degli ensemble dalla Francia e addirittura dal Giappone ne entrano a far parte. Un suono di libertà e fratellanza risuonerà alle 6 del mattino in quel dell’Alpe di Siusi, a Castelrotto, a Siusi e a Fiè. Alle 11, tutti i partecipanti e gli amanti di questo tipo di musica s’incontreranno al Bullaccia, per una santa messa.

Festa dei Kastelruther Spatzen La tradizione ha un nome. 26 anni di “Festa dei Kastelruther Spatzen”: l’occasione per festeggiare è ancora più grande, fra migliaia di fans radunati sotto il grande tendone di Castelrotto. Un’emozione davvero senza eguali.

Agli appassionati di musica classica, Siusi propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti. Artisti italiani con alle spalle esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. Con il suo alto livello, la “Summer Classics” è da tempo parte integrante del programma culturale estivo proposto, ai piedi dello Sciliar, ad un pubblico estasiato di residenti e villeggianti.

L’estate a Castel Presule riserva anche per il 2010 serate superbe e matinées d’incanto. Il prezioso repertorio degli artisti, musicisti e cantanti, spazia dalle morbide sonorità della musica popolare fino alle eleganti note del jazz. E per chi non assiste ai concerti, l’opportunità di esplorare le antiche mura è comunque offerta dalle visite guidate, organizzate durante l’intera stagione calda. Clou delle performances classiche è la Festa della Musica da Camera. www.schloss-proesels.it

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Rassegne culinarie ’10

> 13 al 27 giugno 2010

> 29 agosto al 12 settembre 2010

> 23 settembre al 3 ottobre 2010

> 1 al 31 ottobre 2010

Cucina naturale di Fiè

Settimane dello Strudel

Canederli & Canederli

33a Dispensa di Fiè

Da anni, ormai, i cuochi di Fiè scelgono il mese di giugno per annunciare l’estate a suon di piatti leggeri e appetitosi. All’arrivo della bella stagione, con le primizie dolci e succose a far capolino negli orti, la voglia di piatti naturali e genuini prende il sopravvento. Il giugno gastronomico di Fiè affascina per la naturalezza delle sue pietanze, create con delicatezza e servite con amore. Un’occasione da non perdere per tutti coloro che amano una cucina buona e sana.

Lo strudel, dal ripieno dolce o salato, si annovera fra i piaceri gastronomici più irresistibili della cucina altoatesina. Ma c’è strudel e strudel: a seconda della zona e delle tradizioni familiari, pasta e ripieno sono ogni volta diversi. Ogni artista ha i suoi ingredienti preferiti, una certa lavorazione della pasta e un tocco personale. E per scoprire le mille delicate sfumature diverse, niente di meglio delle due settimane dedicate in settembre a questa gradita specialità, quando strudel di mele, strudel ai funghi & Co. faranno da padroni sui tavoli di ristoranti e caffè. Festa dello Strudel 10.09.2010 a Siusi.

Le settimane delle specialità dedicate da Castelrotto ai canederli sono un grande omaggio tributato al piatto più tipicamente altoatesino, e il riconoscimento, per la prima volta, del ruolo che merita. E sui menù dei ristoranti aderenti all’iniziativa sarà tutto un fiorire di canederli, di tutti colori e in tutte le „salse“. Solo la forma sarà immutata per offrire un gusto immancabilmente a tutto tondo. A preannunciare il grande festival, la Festa dei canederli, organizzata in agosto sulla piazza principale di Castelrotto.

Uno spunto per i buongustai e gli amanti della cucina locale: la Dispensa di Fiè allo Sciliar. Dal 1978 i ristoratori della località invitano a partecipare all’Ottobre gastonomico, pronti a sorprendere ancora una volta con la rivisitazione di piatti tradizionali. Piatti creati con amore e serviti con altrettanta passione. Piatti originali eppure antichi. L’ottobre culinario di Fiè: un’occasione da non lasciarsi sfuggire. www.dispensadifie.info

www.festadellostrudel.com

> 1 al 11 luglio 2010

Incanto d’erbe La settimana di specialità culinarie propone piatti a base di ingredienti selezionati, arricchiti dal profumo e dal sapore di erbe e ortaggi selvatici. Cucinare con erbe e ortaggi selvatici, è esclusivo perché possono essere raccolti nella natura incontaminata, sono ingredienti sani e dal sapore intenso. La settimana gastronomica “Incanto d’erbe” offre delle specialità fantasiose grazie a ingredienti speciali provenienti dall’orto e invoglia a provarle tutte. Una vera festa dei sensi.

40 ALPE | Estate


Anteprima inverno ’10/11

> Dicembre 2010

> 16 gennaio 2011

> 19 gennaio 2011

E inoltre

Natale a Castelrotto

Antiche ricette dei banchetti nuziali

Alto Adige Moonlight Classic Alpe di Siusi

> 12 dicembre 2010 Alpe di Siusi Winter Opening

Dal 13 al 23 gennaio 2010, in alcuni ristoranti di Castelrotto sarà possibile rivivere l’atmosfera e il gusto dei banchetti nuziali tradizionali, attraverso una carrellata di cibi prelibati proprio come si usava in occasione dei matrimoni contadini. Tra le varie specialità indichiamo: sella di camoscio marinato, pasta contadina con ragù di selvaggina, frattaglie di vitello con canederli, nodino di cervo alle erbe, formaggio grigio con cipolla, pane dolce nuziale e “krapfen” al papavero.

Che stupore, per la luna, quando farà capolino da dietro le Dolomiti… Al suo sorgere sarà infatti al via una maratona di fondo quanto mai insolita nel suo genere. L’appuntamento per le centinaia di fondisti partecipanti è a Compaccio. Armati di sci e torcia, eccoli scivolare silenziosamente nella notte, fra il candore del paesaggio invernale, lungo i 20 o 36 chilometri del tracciato che li ricondurrà al punto di partenza. L’evento si prospetta unico ed emozionante anche per i tanti spettatori della „Moonlight Classic“ dell’Alpe di Siusi.

> Inverno 2010/2011

www.moonlightclassic.info

Fantasmi d’inverno a Castel Presule

> 23 al 30 gennaio 2011

Per la quinta volta gli abitanti di Castelrotto rivelano i segreti delle loro antiche usanze natalizie. Le contadine di Castelrotto allietano poi gli ospiti del Mercatino a suon di biscotti di panpepato, dolci natalizi, panforte e krapfen. Il secondo fine settimana l’appuntamento è anche con i „Kastelruther Spatzen“, e le loro note musicali: l’ideale per favorire l’atmosfera di raccoglimento che precede il Natale. Appuntamenti > 4 al 8 dicembre 2010 > 10 al 12 dicembre 2010 > 18 al 19 dicembre 2010 www.mercatino-castelrotto.com > 13 al 23 gennaio 2011

Il matrimonio contadino di Castelrotto Lo spettacolo in costume più affascinante dell’Alto Adige. Si tratta della ricostruzione storica di un matrimonio contadino, così come si celebrava un tempo ai piedi dello Sciliar. Il matrimonio contadino ha inizio a S. Valentino, luogo dal quale il corteo nuziale ci si incammina con la slitta trainata dai cavalli splendidamente addobbata – nella più precisa osservanza dell’ordine da sempre seguito – e attraversa campi innevati per giungere fino a Castelrotto.

Maestoso e ben conservato, il castello troneggia nel borgo di Presule, presso Fiè allo Sciliar, richiamando visitatori anche nella stagione più fredda. Dopo un salto agli eleganti arsenali, ai saloni principeschi e alle ripidissime scale a chiocciola, la visita guidata si conclude nel salone dei cavalieri fra note musicali e specialità gastronomiche altoatesine. www.schloss-proesels.it

swing on snow Dolomite Music Festival Swing all’Alpe di Siusi! Sullo sfondo dorato delle sue distese di neve baciate dal sole, le note musicali di diverse band allieteranno per una settimana le imprese di sciatori e boardisti fondendosi con la dolcezza del paesaggio. Ritmi travolgenti e toccanti pervaderanno al mattino le piste dell’Alpe per poi spostarsi nei rifugi e ristoranti a pranzo. A partire dalle ore 21, nei locali di Castelrotto, Siusi e Fiè saranno in programma „concerti after-hour“. www.swingonsnow.com

> 18 dicembre 2010 King Laurin Snowpark Opening > 1 gennaio 2011 Fan & Fun con gli star dello sci alpino Denise Karbon e Peter Fill > 15/16 gennaio 2011 Freeski Contest King Laurin Snowpark > 23 gennaio 2011 Alpe di Siusi Torneo di golf invernale > 12/13 febbraio 2011 Subject Schlern 9 Snowboardcontest > Marzo 2011 La gara „Il Nastro Azzurro dell’Alpe di Siusi“ > 19 Marzo 2011 10-Spots Mission King Laurin Snowpark

Estate | ALPE 41


Foto: Markus Kompatscher

Visto & sentito

I Global Kryner vs. The Rounder Girls a Swing on Snow. Gospel e Soul con un tocco alpino incontrano la coolness urbana- il mix ideale

Golf nella neve

Helga Rauch è la più veloce. In occasione della Maratona di Lucerna, l’ostessa della Malga Rauch è arrivata prima al traguardo con un tempo pari a 2:56:56 ed è riuscita ad aggiudicarsi così il podio davanti a 358 ardue concorrenti. “Dalla partenza al traguardo un’esperienza indescrivibile” ha affermato la vincitrice, al termine della gara.

Foto: Hotel Steger-Dellai

Foto: Swiss Image/Andy Mettler

I golfisti non amano il divertimento? Tutt’altro. La presidente del Golfclub Castelrotto/ Alpe di Siusi, Nina Urthaler, il giorno 17 gennaio 2010 ha organizzato il secondo torneo internazionale di golf all’Alpe di Siusi. 36 giocatori, in team da due si sono contesi l’ambito trofeo. E di certo non è mancata la sfida, ma nemmeno il divertimento grazie a sci, slitta e tre mazze nello cercare di colpire la buca grazie alle palline colorate. Il gioco ha avuto il suo culmine al Putting Green davanti all’Hotel Plaza. Il torneo verrà ripetuto il prossimo inverno e a tutti gli amanti del golf viene dato calorosamente il benvenuto.

Foto: Alpe di Siusi Marketing © Laurin Moser

per due gruppi famosi. Con classici quali “Realing in the years” e pop folcloristico con canzoni quali “Schnucki, ach Schnucki”e “Hamma net” i Global Kryner vs. The Rounder Girls hanno dimostrato essere il clou della manifestazione Swing on Snow 2010. A – 10° il loro show è stato trasferito nel tendone, dove il trio di voci potenti e i cinque uomini „Alpini“ hanno riscaldato il cuore del pubblico con i loro strumenti.

Alpe di Siusi premiata ADAC premia le migliori aree sciistiche 2010: 3° posto per l’Alpe di Siusi. Ottimo divertimento sugli sci a costo contenuto. Questo è ciò che offre l’area sciistica Val Gardena/Alpe di Siusi e si assesta così al terzo posto nella categoria “Ski­ pass­Index Italien”. L’Alpe di Siusi convince, con i suoi 60 chilometri di piste per principianti, progrediti e professionisti.

L’Alpe di Siusi è il camp di allenamento dei grandi: Le star olimpioniche dalla Norvegia, dal 1990 si allenano sul più ampio altipiano d’Europa. Due volte all’anno - in agosto e a gennaio- il team di fondisti dalla Norvegia si trova all’Alpe di Siusi, per prepararsi alle grandi sfide. I successi alle Olimpiadi lo hanno dimostrato - Marit Bjørgen è divenuta la regina delle fondiste grazie a tre ori, un argento e un bronzo, il suo connazionale Petter Northug ha portato a casa tre medaglie.

COLOFONE. ALPE: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. Editore: Alpe di Siusi Marketing. Direttore Responsabile: Hubert Unterweger. Redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Barbara Pichler-Rier, Michaela Baur. Traduzioni: Bonetti & Peroni. Impaginazione: Komma Graphik. Pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. Stampa: Litopat, Verona. Tiratura: 50.000 copie

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