ALPE
Alpe di Siusi Magazine
Molto più di uno stereotipo
Nuove tendenze per l’insegnamento degli sport invernali
Proprio come un tempo ...
In piazza a Compatsch
A caccia di piste da sci
Ritratto di Florian Schieder
Molto più di uno stereotipo
Nuove tendenze per l’insegnamento degli sport invernali
Proprio come un tempo ...
In piazza a Compatsch
A caccia di piste da sci
Ritratto di Florian Schieder
Quando vedi il Marchio Sostenibilità Alto Adige, riconosci destinazioni turistiche, strutture ricettive e ristorative che promuovono attivamente una vacanza più consapevole. Scoprile, impara a conoscerle e accompagna l’Alto Adige verso un futuro sostenibile suedtirol.info/vacanze-sostenibili
L’inverno vi dà il benvenuto e, anche quest’anno, ci auguriamo che la regione dolomitica Alpe di Siusi dia il meglio di sé con tanto sole, cielo sereno e scintillanti paesaggi innevati.
La redazione di ALPE, la nostra apprezzata rivista, ha fatto quattro chiacchiere con un’istruttrice e due istruttori di sci sulle ultime tendenze del settore, sui cambiamenti che hanno interessato la loro professione nel corso del tempo e sull’insegnamento degli sport sulla neve, che non sono stati risparmiati dalla carenza di personale qualificato. Sempre sull’Alpe di Siusi, i nostri collaboratori si sono cimentati in un viaggio nel passato sulla piazza di Compatsch, dove alcune botteghe sfidano le insidie della modernità. Un imprenditore si rammarica dei cambiamenti che hanno caratterizzato gli ultimi decenni, tanto che oggi le vacanze non si vivono più all’insegna di una pacata piacevolezza, ma sono gravate da stress e richieste prestazionali. L’alternativa a questa tendenza è l’arte di rallentare. In questo numero, vi invitiamo a godervi consapevolmente ogni istante, anziché partire ossessivamente alla scoperta dei dintorni.
Gli appassionati di sci probabilmente conoscono Florian Schieder, discesista e atleta di SuperG originario di Castelrotto, che ha raggiunto i vertici della classifica. Nel ritratto di ALPE, questo giovane parla dei successi e delle battute d’arresto, rivelandoci inoltre i suoi luoghi preferiti nella regione dolomitica Alpe di Siusi. Anche Lukas Burgauner, sempre di Castelrotto, protagonista della terza rubrica sull’architettura, ci illustra la sua passione per l’edilizia commerciale, presentandoci la ristrutturazione di un edificio storico di oltre cinque secoli.
Tre sequenze di scavi e i ritrovamenti sul Colle di San Pietro a Fiè allo Sciliar rivelano gli aspetti più emozionanti dell’archeologia: in questo tratto della Valle Isarco, infatti, non esistono siti analoghi del periodo retico. In questo numero, infine, vi presentiamo l’usanza cattolica delle Quarantore, le cui origini risalgono a centinaia di anni fa.
Lieti di darvi il benvenuto come nostri ospiti, vi auguriamo buona lettura e un periodo di profondo relax!
Helmut Mitterstieler
Presidente di Alpe di Siusi Marketing, anche a nome delle associazioni turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar, Alpe di Siusi e Tires al Catinaccio
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Bambini sulla neve
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Nuove tendenze per l’insegnamento degli sport invernali
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In piazza a Compatsch il tempo si è fermato
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Ritratto dello sciatore
Florian Schieder
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I luoghi preferiti di Florian
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L’arte di rallentare
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L’architetto Lukas Burgauner e il suo progetto Oberpray
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Archeologia: reperti retici al Colle di San Pietro
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Le Quarantore a Castelrotto
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Ricetta: torta di mele e noci
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Appuntamenti invernali
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Anteprima estate 2025
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Visto & sentito
Sulla neve, i bambini sperimentano un mondo di divertimento e gioia: la leggerezza del momento, mentre giocano nella natura e respirano la frizzante aria invernale, fa dimenticare il freddo. Il paesaggio si trasforma in un avventuroso parco giochi che offre infinite opportunità di scoperta e spensieratezza. Tutto ciò che conta è il “qui e ora”.
Una corsa veloce verso il punto migliore per uno scatto, lo sci fuoripista è un “fattore tempo” ormai molto diverso: un’istruttrice e due istruttori di sci ci illustrano le attuali tendenze e i mutamenti subiti dalla loro professione negli ultimi anni
Testo: Simone Treibenreif
Foto: Helmuth Rier
I maestri di sci sono visti da molti - ospiti e residenti - come stereotipi ambulanti sulle piste dell’Alto Adige, senza dubbio simpatici, ma comunque stereotipi: sempre di buon umore, pronti alla battuta, disponibili per una “sosta” e, di conseguenza, inclini alle bevute, al ballo e tendenzialmente civettuoli e abbronzati. Sebbene questa immagine, o addirittura aspettativa, sia rimasta immutata fino a oggi, a causa degli sviluppi tecnici che ha subito l’insegnamento, negli ultimi decenni sono cambiate molte cose per gli istruttori di sport sulla neve - come vengono chiamati oggi. Ma questi professionisti sono consapevoli anche di altre tendenze e “modelli ormai obsoleti”, che si tratti dei paesi di provenienza dei loro allievi o delle loro nuove esigenze.
I numerosi istruttori del Comprensorio sciistico Alpe di Siusi hanno molto da raccontare. ALPE ne ha incontrati tre per parlare delle competenze ne-
cessarie per questo lavoro, dei mutati metodi di insegnamento e dei nuovi trend.
Il diverso “fattore tempo”
Uno di loro è Patrick Fill. Per lui il cliché, che gli impone buon umore, socievolezza e, volendo, anche l’abbronzatura, rimane una buona base per svolgere con successo la sua professione, 30 anni fa – quando ha iniziato – come oggi. A parte questo, però, negli ultimi decenni molte cose sono cambiate.
Negli anni ‘90, il tempo aveva una valenza diversa. “Durante le lezioni era consuetudine fare una pausa in un rifugio, la sera si ricevevano numerosi inviti negli alloggi degli alunni o si accompagnava qualcuno in una slittata al chiaro di luna”, racconta Fill. “La gran parte dei miei clienti era costituita da
Sarah Mitterstieler (classe 1997) di Fiè allo Sciliar, proviene da una famiglia di maestri di sci. Lei stessa ha iniziato la sua formazione mentre frequentava ancora la scuola superiore per lo sport di Ortisei/Val Gardena; da quando si è diplomata nel 2016 lavora, in inverno, come istruttrice di sci a tempo pieno. “Devo ammettere che i primi anni sono stati duri: è faticoso indossare gli scarponi da sci tutti i giorni dalle 8.30 alle 17.00, per mesi e senza pause in alta stagione, in ogni condizione atmosferica, affrontando persone, lingue e richieste sempre diverse”, afferma Sarah. “Ora invece mi piace molto. Non riesco più a immaginarmi l’inverno senza il mio lavoro”.
adulti. Hotel e pensioni erano ancora semplici: non esistevano aree benessere, piscine coperte, saune o menù gourmet di 5 portate. Ecco perché, dopo la chiusura degli impianti, le persone s’intrattenevano a lungo in compagnia. Se capitava un flirt, finiva quando l’ospite se ne andava: non c’erano cellulari e scrivere lettere richiedeva troppo tempo”. Nel corso degli anni, tutto si è velocizzato e le lezioni di sci sono solo uno degli innumerevoli appuntamenti in programma per la giornata.
“Anche la metodologia di insegnamento è cambiata moltissimo: gli aspetti didattici e tecnici hanno assunto maggior rilievo”, afferma Fill. “Gli impianti di risalita, la preparazione delle piste, gli altri ausili tecnici - come i tapis roulant sui campi pratica per principianti - e i materiali si sono sviluppati rapidamente: oggi imparare a sciare è molto più facile. Una buona parte dei turisti noleggia tutta l’attrezzatura, in modo che sia sempre al top. L’accesso agli impianti è semplificato - non c’è paragone con il passato”.
Fill, che impartisce lezioni di gruppo e individuali a tutte le fasce d’età, ricorda bene l’arrivo sul mercato dei carving alla fine degli anni Novanta. “Ha rallentato un po’ il boom dello snowboard. Se all’epoca erano in voga le Raceboard, oggi chi fa snowboard si avvale dei Softboot, soprattutto negli snowpark”, spiega. Da qualche anno, sulle piste è riapparso un numero maggiore di snowboarder. “Questo è probabilmente dovuto al pubblico sempre più internazionale che frequenta l’Alpe di Siusi”, ipotizza Fill. Fino a qualche anno fa, le lingue principali usate durante le lezioni erano il tedesco e l’italiano. Ora abbiamo molti ospiti provenienti da altre nazioni, dalla Russia alla Cina, e persino dai Paesi arabi”. L’inglese sta diventando sempre più importante”.
Le lezioni di sci “e basta” sono sempre più rare
Anche i colleghi di Fill sottolineano questa crescente internazionalizzazione. Alex Schenk, che si occupa delle attività outdoor per un hotel, sottolinea che questa tendenza è dovuta alle varie coo-
Alex Schenk (classe 1986) di Castelrotto ha lavorato per la prima volta come maestro di sci a tempo pieno nell’inverno 2007/08. Fino al 2011, durante i mesi estivi, ha svolto la professione di disegnatore tecnico. In quell’anno, ha iniziato a elaborare un programma estivo per la scuola di sci con escursioni e tour in bicicletta sull’Alpe di Siusi, di cui si è occupato fino a quando ha iniziato a organizzare le attività outdoor estive per un hotel di 5 stelle, sempre sull’alpe. Dal 2021, si dedica a questo tutto l’anno. Essere un maestro di sci gli piaceva molto, dice Schenk, ma il suo lavoro attuale gli offre l’enorme vantaggio di “una settimana lavorativa di 5 giorni – non più 7 - che gli consente di conciliare famiglia e carriera”.
perazioni. “P.e., esiste l’Ikon Pass americano che, tra le destinazioni partner, vanta il Dolomiti Superski e, quindi, anche il Comprensorio sciistico Alpe di Siusi”, dichiara Schenk, aggiungendo: “Oltre a sciare su ottime piste, in quest’area si mangia molto bene… e la gente lo apprezza”.
Secondo lui, gli ospiti provenienti da molto lontano, ma anche gli altri, sono meno interessati alle semplici lezioni di sci. “Piuttosto, prediligono le escursioni giornaliere e l’assistenza a tutto tondo. Proprio quest’ultima dovrebbe essere considerata un investimento nel settore dei servizi e un modo per le aziende ricettive di differenziarsi dalla concorrenza”, spiega, sottolineando come proprio l’assistenza diventi sempre più importante a causa della ridotta durata dei soggiorni.
“Una delle sfide dell’insegnamento è non sapere cosa ci aspetta. Oggi, una app ci consente di conoscere lingua, età e livello degli iscritti.”
Secondo Schenk, un’altra tendenza è il crescente entusiasmo per lo sci fuoripista. “Sempre più appassionati di sport invernali, soprattutto locali, sono attratti dallo scialpinismo. Vogliono conquistare la montagna con le proprie forze e scendere nella neve fresca”, chiarisce il maestro, anch’egli appassionato di questa disciplina: “Il vero sci è quello fuoripista – sempre che le condizioni della neve e del meteo lo permettano. Inoltre, vanno adottate tutte le misure di sicurezza necessarie e sono indispensabili conoscenze tecniche adeguate”. Stando a Schenk, una delle ragioni di questo trend potrebbe essere l’affollamento delle piste negli ultimi anni, insieme alla scelta di un numero sempre maggiore di persone di dedicarsi a un esercizio fisico intenso all’aperto per bilanciare il lavoro sedentario.
Per Patrick Fill (classe 1971), la stagione invernale 1993/94 è stata la prima in cui ha lavorato a tempo pieno come maestro di sci. “Da allora”, racconta quest’uomo di Siusi, “sono ‘sceso in pista’ ogni giorno per tutto l’inverno con un’unica eccezione: a dicembre 1995 mi sono rotto una caviglia e mi sono ripreso solo a febbraio 1996”. Fill è socio della Scuola di sci Alpe di Siusi - la prima del comprensorio co-fondata dal padre nel 1957 - di cui è stato direttore dal 2004 al 2008. Anche il figlio maggiore Fabian è un istruttore di sci part-time. Da circa 10 anni, in estate, Fill è anche guida escursionistica.
“Uno sciatore completo è in grado di praticare freeride e freestyle, di saltare e di superare semplici trick nello snowpark”, prosegue Schenk. “Per me, è molto importante l’insegnamento ai piccoli, che seguo una volta alla settimana con un corso invernale organizzato dall’associazione sportiva”. È convinto, infatti, che bambini e ragazzi debbano apprendere le tecniche dello sci in modo ‘completo’ senza la pressione della competizione e “soprattutto divertendosi, perché così non abbandoneranno mai questo sport, che siano residenti o ospiti”.
Di seguito, quest’esperto di attività outdoor torna sul tema dell’internazionalizzazione dei turisti nelle Dolomiti, che colmerebbe il famoso “gap di gennaio”, tipico del periodo successivo alle vacanze di Natale e Capodanno. “Con le loro foto, influencer e comuni utenti dei social media mettono in luce le Dolomiti tutto l’anno, dando un contributo in tal senso”, sottolinea Schenk.
Spot fotografici e carenza di manodopera qualificata
Sono gli utenti dei social media a iscriversi ai corsi di Sarah Mitterstieler, giovane maestra di sci, per farsi accompagnare in un’ora nei più bei punti fotografici dell’Alpe di Siusi. “Ma in così poco tempo, se ne raggiunge uno, al massimo due”, dichiara lei sorridendo.
Oggi, le piattaforme online sono indispensabili per la promozione di una regione turistica, oltre che per il marketing dei singoli istruttori e delle scuole di sci. “Essendo particolarmente interessata ai social media, insieme ad alcuni colleghi, mi occupo dell’account Instagram della nostra scuola di sci che, da qualche tempo, conta il maggior numero di follower”, afferma felice Mitterstieler.
La digitalizzazione ha cambiato anche un altro aspetto. “Grazie a una app utilizzata dalla nostra scuola, ora possiamo conoscere con un certo anticipo lingua, età e livello degli iscritti”, spiega. “Queste informazioni sono preziose per la preparazione della lezione”.
L’inserimento sull’app di dati ancora più dettagliati e il loro inoltro ai maestri di sci, “sarebbero certamente auspicabili, ma richiederebbero molto tempo da dedicare alle mansioni d’ufficio. Pur-
“Gli impianti di risalita, la preparazione delle piste, altri ausili tecnici e i materiali si sono sviluppati rapidamente: oggi imparare a sciare è molto più facile.”
troppo, il personale scarseggia e sta diventando sempre più difficile trovare collaboratori stagionali in questa zona”, afferma Mitterstieler, che attualmente sta studiando per diventare direttrice di una scuola di sci. E anche gli istruttori diplomati sono sempre di meno, soprattutto quelli che svolgono questa professione come occupazione principale. “Sarebbe opportuno adattare il programma formativo”, prosegue. “P.e., mancano i maestri per i piccoli principianti sui campi pratica, un’attività che potrebbe essere interessante per gli studenti durante le vacanze. Per questo, si potrebbe prevedere un programma formativo separato”.
In Alto Adige, la formazione degli istruttori di sci è impegnativa, dura circa tre anni, occupa numerose giornate e prevede lezioni specialistiche su tecnica, metodologia, alpinismo, scienze sportive, cultura generale e teoria, per un costo di circa 10.000 euro.
Durante i mesi estivi, Sarah - recentemente laureata in economia - lavora per un consulente fiscale. “Non so se continuerò la carriera di istruttrice di sci fino alla pensione: dipende da vari fattori”, dichiara, pensando al futuro, “soprattutto, dalla mia crescita personale, ma anche dal cambiamento cli-
matico e dal periodo di innevamento più o meno lungo nei mesi invernali, nonostante l’impiego dei cannoni da neve”.
Alex Schenk è concorde, pur essendo convinto che le vacanze attive avranno un potenziale anche in futuro. “L’Alpe di Siusi e i suoi dintorni offrono le condizioni ideali”, sottolinea. “L’Alto Adige e le Dolomiti sono uniche ed esercitano una forte attrattiva sui visitatori internazionali. A ciò si aggiungono i punti di forza delle aziende, per lo più a conduzione familiare”. In altre regioni si parla di “industria del turismo”, una definizione che non viene mai messa in relazione con l’Alto Adige. “Sempre più turisti trascorrono le vacanze nella nostra regione”, afferma Schenk. “È importante assicurarne l’accettazione da parte dei residenti nello spirito di una cordiale ospitalità”.
E, alla domanda sul futuro della professione di maestro di sci, Patrick Fill diventa un po’ nostalgico: “Il momento della consegna della mia prima giacca – la mia uniforme, per così dire – è stato speciale. Ancora oggi la indosso con gioia e orgoglio. Non vorrei fare altro”. <
La professione di istruttore di sport sulla neve, come viene chiamata oggi, è cambiata negli ultimi decenni, in gran parte a causa degli sviluppi tecnici.
Compatsch è permeato dall’aura dei “bei tempi andati”. La piazza, infatti, accoglie ancora alcune antiche botteghe e il primo hotel a cinque stelle sull’Alpe di Siusi.
Passeggiando tra i negozi sulla piazza di Compatsch sembra di compiere un viaggio nel passato: insegne sbiadite e qualche volto familiare sfidano il tempo tra le attività commerciali che si sono gradualmente adattate alle esigenze del turismo alpino moderno.
Chi raggiunge l’altipiano con la Cabinovia Alpe di Siusi non può aggirare questo luogo, anche perché gran parte delle escursioni e dei tour giornalieri partono e arrivano proprio qui. E a causa dell’accesso limitato sulla strada dell’alpe, anche i veicoli sprovvisti di permesso speciale non possono oltrepassare questo punto.
Negli anni Sessanta - insieme ai primi impianti di risalita - è stata costruita una serie di imponenti edifici che riflettono lo spirito innovativo dell’epoca e hanno aperto le porte al turismo. I residenti ricordano ancora l’impresa romana Vanzo, incari-
cata della realizzazione dell’Eurotel Sciliar e di altri importanti progetti edili sull’altipiano. Nel 1967, proprio sulla piazza, è stato eretto un maestoso complesso alberghiero con appartamenti, garage e negozi al pianterreno. Qui, nel cuore dell’Alpe di Siusi, ha sempre regnato un gran fermento.
Professionale e personale. Tra i bar eleganti, le botteghe tradizionali resistono alle sferzate del tempo. Davanti al punto di noleggio Erica Sport incontriamo Adolf Nocker, mentre fuma con gusto il suo sigaro. “Sono stato attirato qui da una ragazza di nome Erika, dalla tranquillità di Castelrotto e dalla soleggiata e straordinaria Alpe di Siusi”, racconta Adolf, originario di Selva di Val Gardena. Essendo lui e questa fanciulla maestri di sci, fu naturale per loro aprire un negozio di articoli sportivi. Era l’estate del 1973 e, fino al 2001, Sport Erica vendeva anche “confezioni”, come venivano chiamati all’epoca i capi prodotti in serie. Divenuta poi sua
Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier
Adolf Nocker è parte integrante di Compatsch. Insieme alla moglie Erika, ha svolto un prezioso lavoro pionieristico e da oltre 50 anni è al servizio dei suoi clienti.
moglie, la signora ha sempre attribuito grande importanza a una selezione raffinata e chic. In inverno, Adolf noleggia ancora sci, snowboard e bob.
“I nostri clienti apprezzano molto il contatto personale e il nostro servizio caratterizzato da pacatezza: qui non c’è spazio per la frenesia”, spiega il carismatico imprenditore. Nel corso dei decenni sono nate anche diverse amicizie. Adolf ama ancora sciare.
“L’Alpe di Siusi è l’ideale per un tranquillo tour sugli sci”, afferma, “e il lavoro in negozio è molto vario”. Quest’ultraottantenne è grato di aver potuto salire sull’Alpe di Siusi ogni giorno negli ultimi 50 inverni:
“Sono una persona felice, vivo in una regione da favola e continuerò a lavorare finché potrò”.
Cartoline e palle di cristallo con la neve. Accanto, da Foto Trocker - di proprietà di Sebastian Trocker, fotografo noto per le sue incantevoli cartoline – c’è un viavai di turisti tutto il giorno. Qui si vendono soprattutto giornali e souvenir. Dalla scomparsa del marito, è Elisabeth a gestire questa bottega che
offre ogni genere di articolo, dalle palle di cristallo con la neve agli gnomi, fino alla crema solare, “insieme a tutto ciò che serve in vacanza o che si è dimenticato a casa”, come spiega Anita Gurschler, la commessa di Siusi che lavora qui da 14 anni, mentre la collega Martina Kantioler di Colma serve ospiti internazionali dal 1987. Purtroppo, la domanda di giornali e riviste è in forte calo, ma i piccoli souvenir sono sempre richiesti. “Ai nostri clienti piace portare con sé un ricordo del loro soggiorno o semplicemente fare un salto per scoprire qualche novità”, dichiara Anita. Le calamite sono le più vendute in assoluto, mentre i simpatici distintivi per i bastoncini da trekking sono la ricompensa - soprattutto per i bambini – alla fine di un’impegnativa escursione. Grazie alla posizione centrale, è anche un apprezzato infopoint, sebbene l’ufficio informazioni sia proprio di fronte. Ma Anita e Martina raccontano con entusiasmo di incontri emozionanti con avventori ed escursionisti, in particolare quando tra loro spuntava un volto famoso. Pur ap-
prezzando la piacevole atmosfera che si respira tra i commercianti di Compatsch, Elisabeth ritiene che ci siano ancora margini di miglioramento in termini di allestimento delle infrastrutture, così da renderle più accessibili ai visitatori.
Sette giorni su sette. I negozianti su questa piazza sono una comunità a sé stante. Anche nelle giornate più stressanti, trovano il tempo di chiacchierare davanti a un caffè o a un aperitivo: dopotutto, c’è sempre qualche notizia da condividere. Una delle personalità principali è Eugen Goller: purtroppo, i giorni della sua bottega alimentare sono contati. Preferisce non commentare o sbilanciarsi
sulla data della chiusura, esprimendo gioia e malinconia al contempo. “Una volta, la gente faceva vacanza. Oggi, invece, anche le giornate di riposo sono caratterizzate da stress e prestazioni”, si rammarica. “Sono cambiate molte cose”. A partire dal 1976, sia in estate che in inverno, Olga Tröbinger ha lavorato con grande dedizione ed entusiasmo dietro al bancone del negozio di Eugen e Oskar Goller. Ora che anche lei è andata in pensione, i proprietari hanno deciso di chiudere. “Avevamo tutto per le necessità dell’ultimo momento”, ha spiegato Olga alla redazione di ALPE poco prima del suo pensionamento. “E non mancavano neppure i generi alimentari e i prodotti da farmacia”.
Da Foto Trocker si può trovare ogni genere di articolo. Elisabeth Trocker, insieme a Martina Kantioler e Anita Gurschler - le sue fedeli collaboratrici - è felice quando c’è fermento.
Anche Hans Hofer (nella foto sopra) è uno dei pilastri di Compatsch: le sue attrezzature sportive sono molto richieste.
L’albergatore Walter Urthaler (nella foto con la moglie Nina e la figlia Barbara) è molto interessato a uno sviluppo positivo del turismo.
Il negozio era aperto sette giorni su sette, dalle 9 alle 18, tra Natale e Pasqua e da metà maggio a fine ottobre. Tuttavia, era difficile far quadrare i conti con la sola vendita di pane e latte, poiché anche sull’alpe la concorrenza dei supermercati di Castelrotto e Siusi aveva iniziato a farsi sentire. Olga si rammarica che oggi i turisti siano meno inclini ai festeggiamenti.
Al contrario, sono sempre più sportivi. All’età di 17 anni Hans Hofer ha iniziato come apprendista della leggendaria Lisl Trocker. Anche lui parte integrante della piazza di Compatsch, non molto tempo fa ha colto l’occasione di rilevare Sport Trocker, l’ultimo della fila, e aprire il suo negozio di articoli sportivi - ora denominato Sport Hansla cui attività principale è il noleggio e la vendita di attrezzature sportive, tra cui e-bike e mountain-bike (accessori compresi), che negli ultimi anni hanno registrato un boom. Oggi, il figlio Samuel lo affianca con entusiasmo e competenza.
Preferibilmente “senza auto”. Un vero veterano dell’Alpe di Siusi lo si può incontrare all’Hotel Urthaler, sempre a Compatsch. L’abile albergatore Walter Urthaler, classe 1938, nato e
cresciuto qui, è il testimone vivente della storia del turismo di quest’area. Ex maestro di sci e laureato in economia, ci racconta degli anni ‘70, quando le lezioni di sci erano incluse nel prezzo della camera. E poiché gli istruttori erano sempre troppo pochi sull’Alpe di Siusi, sempre più popolare tra gli sciatori, ne formò oltre 320 in sei mesi. Nei decenni successivi, la diffusione delle discipline invernali fu inarrestabile, dando un forte slancio allo splendido altipiano. Grazie alla sua posizione centrale a Compatsch, oltre ad aver beneficiato delle restrizioni di transito in vigore dal 2003, quest’albergo - costruito nel 1937 con il nome di Hotel Bellavista - è sempre stato una meta molto apprezzata da ospiti vicini e lontani. “Da quando l’accesso è stato riservato principalmente a contadini, turisti e personale alberghiero, sull’Alpe di Siusi la qualità della vita è migliorata moltissimo”, afferma felice Walter. Se potesse esprimere un desiderio, sarebbe quello di far sparire tutte le auto e di costruire parcheggi sotterranei a Compatsch per il traffico automobilistico essenziale. Suo figlio Thomas, architetto, ha già elaborato un sofisticato progetto, che tuttavia deve ancora superare gli ostacoli burocratici. Rimangono comunque indi-
menticati - in senso negativo - i tempi in cui una valanga di vetture invadeva ogni giorno l’Alpe di Siusi e Compatsch.
Oltre all’Hotel Urthaler, insieme alla moglie Nina e ai figli Barbara e Robert, Walter gestisce anche l’Hotel Plaza e il Kneissl Bar (Bar d&b), auspicando però una crescita controllata del numero di ospiti e visitatori. “L’Alpe di Siusi è sicuramente uno dei luoghi più belli al mondo”, dichiara entusiasta questo pioniere. “Sono felice e molto grato di essere nato qui e di avervi vissuto”. Puntando su un futuro dagli sviluppi positivi, non sorprende che con il suo hotel - il primo interamente in legno - abbia
stabilito nuovi standard. Completamente ristrutturato, dal 2002 è stato anche il primo a 5 stelle sull’alpe.
Pur non essendo un esempio di architettura armoniosa, la piazza di Compatsch, con i suoi negozi ed esercizi ricettivi – nonché la vicina chiesa di San Francesco, inaugurata nel 2009, e la moderna caserma dei vigili del fuoco - è comunque il cuore pulsante dell’Alpe di Siusi. Dall’apertura dell’omonima cabinovia nel 2003, l’affollamento si è concentrato nelle stazioni a valle e a monte: in un certo senso, è un bene per lo sviluppo di questo luogo con il suo panorama mozzafiato. <
I giorni del negozio di alimentari di Eugen Goller sono purtroppo contati: il suo pensionamento e quello di Olga Tröbinger, la sua dipendente, segnano la fine di un’epoca.
Florian Schieder di Castelrotto ha vinto due volte consecutive il “Camoscio d’argento” sulla famigerata pista Streif a Kitzbühel e ha messo con questo a segno un grande risultato.
Testo: Rosa Maria Erlacher
Foto: Helmuth Rier, Pentaphoto
Presente da molto tempo nel circuito sciistico come discesista e atleta di Super-G Florian Schieder - nato nel 1995 e cresciuto al maso Prossliner Hof sotto Castelrotto - ha scoperto la sua passione per lo sci sin da piccolo. Pur non eccellendo da bambino e adolescente, i maestri di sci del suo club hanno notato il suo talento e il suo impareggiabile coraggio nel lanciarsi sui pendii più ripidi. In seguito, presso il Centro di allenamento del altipiano dello Sciliar, oggi conosciuto come Seiser Alm Ski Team, il giovane atleta ha trovato il sostegno necessario per passare al professionismo. Già a 17 anni ha debuttato in Coppa Europa in tutte le discipline sciistiche, dallo slalom al gigante fino alla discesa
libera. Al contempo, Florian ha concluso un’ottima formazione come artigiano. E come il padre Karl, uno dei fondatori dei Kastelruther Spatzen, è stato attratto dalla banda musicale locale, dove si è dilettato a suonare il trombone e di cui, da anni, è membro del consiglio direttivo, nei limiti concessi dalla sua carriera professionale.
Battute d’arresto e molta pazienza. Florian Schieder gareggia in Coppa del Mondo dal 2017. È incredibile come questo ragazzo sia riuscito a farsi strada, conquistandosi un posto tra i migliori: un percorso tutt’altro che facile e più volte ostacolato da infortuni. Nell’autunno del 2021, infatti, è stato
Florian Schieder, atleta di Castelrotto, ha lo sci nel sangue e si lancia impavido dai pendii più ripidi.
operato al ginocchio sinistro e, a gennaio 2024, a quello destro. Naturalmente, ciò ha comportato brusche interruzioni della sua carriera, cancellazioni di allenamenti e lunghe riabilitazioni. Ma Florian è un ragazzo solare: non si è mai scoraggiato e, dopo i due podi conquistati a Kitzbühel, ha capito di avere la forza e il talento per competere ai vertici della classifica. “Dopo episodi del genere ci vuole molta pazienza per rimettersi in carreggiata, ma io sono un combattente”, ha affermato nella primavera di quest’anno, mentre era impegnato nella preparazione dell’allenamento estivo. Durante la lunga fase di fisioterapia, le sue migliori amiche sono state la mountain-bike e la bici da corsa, con cui percorreva lunghe distanze per ridare alle ginocchia forza e flessibilità. “Spero già di essere pronto per l’America del Sud”, ha sottolineato fiducioso. Purtroppo, ha dovuto rinunciare alle escursioni in montagna, una delle sue passioni, perché il ginocchio destro non è ancora in grado di far fronte allo sforzo.
Combattente per natura. A Florian piace lavorare al maso che, in futuro, immagina di rilevare. Negli ultimi anni di intensa attività sciistica si è dato da fare a malga Prossliner sull’Alpe di Siusi soprattutto in estate. I due “Camosci d’argento” conquistati sulla Streif occupano un posto d’onore nella sua abitazione, recentemente realizzata nella proprietà di famiglia. Dopotutto, la sua è stata un’impresa di tutto rispetto! La pista di Kitzbühel, infatti, è considerata dagli esperti una delle più difficili al mondo, se non la più difficile in assoluto. E così, nella stagione agonistica 2022/23, da sciatore relativamente sconosciuto, si è presentato con il pettorale n° 43 (!), piazzandosi con grande spavalderia al secondo posto e conquistando l’argento! Quest’incredibile successo l’ha catapultato in cima alla classifica mondiale, facendo esultare la nazionale italiana e impazzire il fan club, con tanto di celebrazione da parte della stampa italiana e internazionale. “Le sincere congratulazioni dei miei compagni di gara mi hanno fatto particolarmente piacere”, ha raccontato il ragazzo di Castelrotto, “e hanno dissipato ogni dubbio su me stesso dopo le numerose battute d’arresto”.
Oltre ad accrescere la sua fama di atleta, questo risultato gli ha garantito i primi numeri nella classifica dei pettorali. Alla discesa di Wengen a gennaio
2024, una settimana prima di Kitzbühel, ha mancato per un soffio il podio, piazzandosi al quarto posto, perché accusava forti dolori al ginocchio destro. Ma mancava ancora una gara, quella sulla Streif, in cui voleva assolutamente cimentarsi di nuovo. Con l’aiuto del fisioterapista, è riuscito a tenere sotto controllo il dolore e ad arrivare alla partenza. Poi la tensione è salita…
La Streif, il suo portafortuna. Pur non vantando la stessa struttura fisica di alcuni colleghi, Florian Schieder è dotato di grande coraggio e temerarietà. Per un po’, è riuscito a tenere a bada Marco Odermatt, superstar e doppio vincitore di Wengen, sognando la vittoria. Tuttavia, quando il francese Cyprien Sarrazin ha tagliato il traguardo con un vantaggio di 5 centesimi, ha dovuto rassegnarsi alla sconfitta. Solo 0,05 secondi - un soffio - ma Florian era comunque raggiante: il 2° posto, proprio come l’anno precedente, è un ottimo piazzamento, oltre che un degno motivo per festeggiare in tutta l’Alto Adige. Dopo essere passato da un’intervista all’altra, si è ritirato per seguire le cure con il fisioterapista e riapparire il giorno seguente al cancelletto della discesa classica sull’Hahnenkamm, dove ha conquistato il 15° posto. Dopo il weekend a Kitzbühel, si è sottoposto a una visita di controllo in cui è stata decretata la necessità di un’operazione. Ciononostante, ha partecipato a un’altra discesa libera a Kvitfjell (Norvegia), ottenendo uno sconfortante risultato - 55° posto – che lo ha spinto a interrompere la stagione sciistica. “Tornerò in forma per la prossima stagione”, ha dichiarato convinto.
Tanti auguri di pronta guarigione e in bocca al lupo, Florian!
N.B. Questo ragazzo di Castelrotto, “specialista” della Streif, è tornato ad allenarsi con la nazionale italiana, portando con orgoglio il logo “Seiser Alm” sul casco. Ci tiene a sottolinearlo: non vede l’ora di affrontare le sfide della stagione agonistica 2024/25! <
Nel 2023 e nel 2024, Florian Schieder è salito sul secondo gradino del podio nella leggendaria discesa libera Streif di Kitzbühel: che enorme soddisfazione!
Il Colle/Monte Calvario a Castelrotto
Questa collinetta nel centro di Castelrotto è per Florian un luogo energetico. Se, in origine, era la fortificazione dell’ insediamento di “Castellum Ruptum” (castello rotto), oggi per gli abitanti ha assunto un significato religioso, quasi mistico. Inoltre, la vista da qui è semplicemente magnifica.
La Veduta del Re a Laranza
Per Florian il bosco di Laranza tra Castelrotto e Siusi allo Sciliar - dove fa jogging e ricarica le batterie nelle giornate più stressanti - è un’oasi di pace. L’incantevole e panoramica Veduta del Re, che prende il nome da Federico Augusto III di Sassonia, è il clou di questo circuito podistico-escursionistico.
Malga Marinzen a Castelrotto
Sebbene sia servita da un impianto di risalita, in estate Florian preferisce raggiungere questa malga in mountain-bike. Da ragazzo, invece, proprio qui ha mosso i primi passi sugli sci. Di questo idilliaco luogo a 1.500 m s.l.m. apprezza particolarmente il pittoresco laghetto con i pesci e la baita rustica dello zio, che visita spesso.
Malga Prossliner sull’Alpe di Siusi
Rier
Foto: Helmuth
In estate, Florian ama percorrere da Castelrotto a Siusi e da lì sul sentiero geologico all’Alpe di Siusi per arrivare a Malga Prossliner, dove aiuta la famiglia nella fienagione e nei pressi della quale suo zio gestisce un rifugio. Da lì, inoltre, può salire agevolmente sullo Sciliar: un vero piacere, soprattutto all’alba.
Carta vantaggi per chi ama escursioni, slittate, ciaspolate e per sci di fondo. YourName&Surname.Cardnottrasferable.
Combi Card 3 in 7* 70,00 Euro
Durante 7 giorni (dalla 1a vidimazione)
> 3 corse sull’Alpe di Siusi e ritorno con un mezzo a scelta: Cabinovia Alpe di Siusi OPPURE Alpe di Siusi Express (linea 10)
> utilizzo illimitato del bus navetta (linee 1, 2, 3, 3A, 5, 15)
e dell’Almbus (linea 11)
> Supplemento per il cane: 9,00 €
Combi Card 7* 90,00 Euro
Valido 7 giorni consecutivi (dalla 1a vidimazione)
> utilizzo illimitato della Cabinovia Alpe di Siusi e dell’Alpe di Siusi Express (linea 10)
> utilizzo illimitato del bus navetta (linee 1, 2, 3, 3A, 5, 15)
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> Supplemento per il cane: 21,00 €
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Valido 14 giorni consecutivi (dalla 1a vidimazione)
> utilizzo illimitato della Cabinovia Alpe di Siusi
e dell’Alpe di Siusi Express (linea 10)
> utilizzo illimitato del bus navetta (linee 1, 2, 3, 3A, 5, 15)
e dell’Almbus (linea 11)
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> per 3 giorni utilizzo illimitato della Cabinovia Alpe di Siusi
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> utilizzo illimitato del bus navetta (linee 1, 2, 3, 3A, 5, 15) e dell’Almbus (linea 11)
Nordic Pass 7* 113,00 Euro
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> accesso illimitato alle piste da fondo dell’area Alpe di Siusi / Val Gardena, alla Cabinovia Alpe di Siusi e all’Alpe di Siusi Express (linea 10)
> utilizzo illimitato del bus navetta (linee 1, 2, 3, 3A, 5, 15) e dell’Almbus (linea 11)
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> accesso illimitato alle piste da fondo dell’area Alpe di Siusi / Val Gardena, alla Cabinovia Alpe di Siusi e all’Alpe di Siusi Express (linea 10)
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*La carta cliente “Südtirol Alto Adige Guest Pass”, non acquistabile e rilasciata gratuitamente ad ogni ospite dal proprio affittacamere o albergatore della regione dolomitica Alpe di Siusi, prevede una riduzione del prezzo sulla Combi Card e sul Nordic Pass.
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Godersi consapevolmente ogni istante anziché partire ossessivamente alla scoperta dei dintorni: poter fare ciò che si desidera è diventato un vero lusso.
Invece di tenerci sempre più impegnati, le moderne tecnologie dovrebbero semplificarci la vita e aiutarci a risparmiare tempo. A lungo andare, il ritmo frenetico è fonte di stress. Sui cellulari, abbiamo sempre tutto a portata di mano, rendendo complessa la separazione tra vita privata e professionale. Ciò vale per i tradizionali (nati tra il 1922 e il 1955) e i Baby Boomer (1956-1965), nonché per le generazioni X (1966-1980), Y (1981-1995) e Z (19962009). La Generazione Alpha (nati dopo il 2010) sta addirittura crescendo insieme alle nuove tecnologie, tanto che si possono già osservare bambini in carrozzina mentre guardano filmati sullo smartphone dei genitori, così da passare il tempo durante una passeggiata o un’escursione. Il mondo “esterno” appare come dissolto…
che perché vogliamo catturare e condividere con il mondo i momenti più belli! In questo, la generazione Z è piuttosto estrema. Guardando i giovani mettersi in posa per presentarsi sui social media, si ha la sensazione che non percepiscano l’ambiente circostante perché troppo presi da se stessi.
Testo: Katja Sanin
Foto: Helmuth Rier
Essere sempre disponibili e online comporta l’impossibilità di staccare la spina e rilassarsi: al lavoro e a casa, abbiamo sempre il cellulare in mano, an-
Per questo è ancora più piacevole incontrare gruppi di ragazzi che prendono parte a escursioni in montagna o tour di sci alpinismo, senza cellulare, magari impegnati in una conversazione con gli amici o semplicemente con lo sguardo rivolto verso la vetta. La regione dolomitica Alpe di Siusi è costellata di rifugi tranquilli, perfetti per chi desidera allontanarsi dalla consueta frenesia. E ogni luogo è speciale. Per chi apprezza mondanità e vivacità, Castelrotto è il posto giusto, Siusi e Fiè allo Sciliar, invece, hanno un carattere più tranquillo, mentre Tires al Catinaccio è consigliato agli amanti della natura: un piccolo villaggio alpino senza rumorosi pub, ristoranti alla moda e sfarzose vetrine, ideale per rallentare, lontano dalle tentazioni e dalla quotidianità. La sera, infatti, uscendo dall’albergo, non si percepisce altro che il suono della natura.
Gli straordinari paesaggi invernali della regione dolomitica Alpe di Siusi invitano a rilassarsi e a lasciarsi ammaliare: la quiete è fonte di pace.
Che si tratti di un soggiorno in un hotel benessere, una pensioncina a conduzione familiare, un maso, un appartamento o uno chalet a nostro utilizzo esclusivo, ripristinare la pace interiore dipende solo da noi e richiede un’armonizzazione psicofisica. Tuttavia, sono poche le persone che hanno imparato a prestare attenzione ai segnali del proprio corpo o a dire di no; gran parte di esse si lascia guidare dalle influenze esterne, faticando a recuperare la calma anche in vacanza.
Vita frenetica e stress sono fenomeni comuni nella nostra società: troppo spesso il nostro stile di vita non cambia neppure durante le ferie, anche perché… c’è così tanto da vedere! Al contrario, la regola dovrebbe essere quella di godersi consapevolmente ogni istante, piuttosto che partire ossessivamente alla scoperta dei dintorni: perché non assaporare – anche con gli occhi – una pietanza magnificamente servita a cena, lasciandosi deliziare dal suo aroma speziato, anziché posizionare il piatto in modo da poter scattare e postare la foto perfetta? Tutti abbiamo assistito a scene del genere e, sicuramente, ci siamo sorpresi a replicarle.
Come in tutti gli ambiti della vita, l’aspetto fondamentale è il giusto equilibrio: le persone stressate hanno spesso bisogno di qualche giorno prima di ambientarsi, rilassarsi, partire alla scoperta del paesaggio innevato o semplicemente liberare le mente. Trascorrere qualche minuto in un luogo tranquillo, chiudere gli occhi e lasciar fluttuare i pensieri senza ponderarli, allevia le tensioni e alleggerisce la pressione. Poter fare ciò che si desidera senza essere obbligati è un vero lusso, la quintessenza di un soggiorno riposante. Scoprite l’arte del rallentamento nella regione dolomitica Alpe di Siusi: sugli sci, durante una slittata o un’escursione sulla neve, nell’area wellness o nel modo che preferite. <
Dal 2009 sono Patrimonio Mondiale UNESCO, per l’alpinista estremo altoatesino Reinhold Messner sono “le montagne più belle del mondo” e per molti sono il sinonimo per eccellenza della vacanza invernale: l’ineguagliabile bellezza delle Dolomiti colpisce tutti.
Una barriera corallina pietrificata che si eleva verso il cielo definisce l’impareggiabile mondo alpino delle Dolomiti. Grazie alla loro bellezza monumentale e al loro significato geologico e geomorfologico, i cosiddetti “Monti Pallidi” nel 2009 sono stati inclusi dall’UNESCO nel Patrimonio Mondiale. Suddivise in nove aree, di cui fa parte anche il Parco Naturale dello Sciliar-Catinaccio, le
Dolomiti sono considerate ufficialmente uno dei più bei paesaggi naturali del mondo.
Parco naturale Sciliar-Catinaccio. Il parco naturale più antico dell’Alto Adige è stato istituito nel 1974. L’area protetta, grande 7.291 ettari, si estende nella parte occidentale delle Dolomiti altoatesine. Lo Sciliar è un imponente massiccio dolomitico,
che, con le sue torri Santner e Euringer, rappresenta una delle immagini simboliche dell’Alto Adige. Anche il Catinaccio, con le sue innumerevoli cime, è conosciuto molto oltre i confini della regione. Una delle sue numerose vette, il Catinaccio d’Antermoia, raggiunge i 3.002 metri. Fanno parte del parco naturale anche i boschi di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires, oltre alla Val Ciamin. «
Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO
1 Pelmo, Croda da Lago
2 Marmolada
3 Pale di San Martino, San Lucano Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine
4 Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave
5 Dolomiti Settentrionali
6 Puez-Odle
7 Sciliar-Catinaccio, Latemar
8 Rio delle Foglie
9 Dolomiti di Brenta
Parti dell’edificio rurale del maso Oberpray, che è stato recentemente ristrutturato e ora viene utilizzato come abitazione, hanno più di 500 anni.
La regione dolomitica Alpe di Siusi ha dato i natali a una serie di architetti che, come Lukas Burgauner, s’impongono con edifici e prospettive particolari. Nella terza parte della serie ALPE dedicata all’architettura, questo professionista presenta un progetto legato al suo paese d’origine, ossia la ristrutturazione di un edificio storico di oltre 500 anni.
Il 1488 è l’anno in cui furono abbattuti gli alberi usati come travi portanti del fabbricato rurale recentemente ristrutturato, facente parte del Maso Oberpray, adiacente al cimitero in centro a Castelrotto. Questa data è emersa nel corso di una ricerca sull’immobile e di un’analisi dendrocronologica del legno. “Si tratta di mettere a confronto gli anelli di crescita annuali prelevati con un carotaggio con quelli memorizzati in una banca dati. Se si verifica una corrispondenza, gli scienziati possono determinare con precisione l’età o il momento in cui l’albero è stato abbattuto”, spiega Lukas Burgauner, che in qualità di architetto ha supervisionato progettazione e realizzazione.
Un principio nella tutela delle Belle Arti impone di rendere distinguibili gli elementi sostituiti da quelli nuovi.
Diverse condizioni e fasi di ristrutturazione
Il Maso Oberpray è costituito da un edificio residenziale con timpano merlato, portone a sesto acuto in pietra, bovindi quadrati sulla facciata e due fabbricati agricoli; l’Oberpray è sotto tutela dal 1950, il vicino Unterpray dal 1980. Le strutture residenziali e agricole di questo complesso presentano diversi stati di manutenzione e svariati proprietari. “L’edificio abitativo dell’Oberpray, p.e., è stato ristrutturato circa 20 anni fa, mentre uno di quelli rurali, confinanti sul lato nord, era inutilizzato e note-
Intere sezioni murarie dell’edificio ristrutturato sono state vetrate – in questo modo, l’ex fienile è rimasto percepibile come edificio rurale nonostante il suo utilizzo come abitazione.
volmente compromesso dalle intemperie”, afferma Burgauner.
Dopo il suo uso originario, il fabbricato rurale da sottoporre a ristrutturazione era servito anche per altri scopi, quali stalla e deposito di mangimi. P.e., Gottfried Karbon, noto ‘preparatore di sci’, vi aveva insediato la sua prima officina”, racconta Burgauner. “A causa della precedente legge provinciale sulla pianificazione territoriale - la cosiddetta ‘Stadlgesetz’ (legge del fienile) - si è presentata l’opportunità urbanistica di trasformare gli edifici agricoli inutilizzati nell’ambito di insediamenti in abitazioni convenzionate, ossia destinate esclusivamente ai residenti in provincia”.
La sfida consisteva nel fatto che “l’edificio era protetto dalle Belle Arti e, di conseguenza, andava conservato o riqualificato in conformità con i criteri di tutela dei beni culturali”, continua Burgauner. L’idea della trasformazione era già stata approvata dalla Soprintendenza. Tuttavia, la parte esistente della muratura intonacata, originariamente utilizzata per le stalle e su cui poggia la struttura in legno della mangiatoia, doveva essere conservata nell’aspetto e nella costruzione originale. Solo gli elementi deteriorati potevano essere sostituiti con legno nuovo. Per preservarne il più
Lukas Burgauner (classe 1974) è cresciuto a Castelrotto. Dopo gli studi di architettura a Innsbruck e Siviglia, circa 20 anni fa ha aperto uno studio a Bolzano, dove attualmente impiega tre persone, che si occupano di progettazioni e realizzazioni in ambito edile.
Quest’architetto di Castelrotto si è fatto un nome in Alto Adige e non solo, soprattutto grazie a progetti rappresentativi di sedi aziendali e nell’ambito della mobilità, tra cui l’ampliamento della sede centrale e del magazzino a scaffalatura verticale di Rothoblaas a Cortaccia, della stazione a valle della Cabinovia Alpe di Siusi, nonché del relativo parcheggio e dell’adiacente sede di Silbernagl/SiMobil, azienda di trasporti.
“Circa l’80% del mio lavoro è incentrato nel settore industriale, commerciale e della mobilità”, afferma Burgauner. “Il resto si divide tra edilizia abitativa, hotel e allestimento di spazi aperti”. Per saperne di più su questi temi e sulle ragioni che hanno portato questo cinquantenne a specializzarsi in tali campi, si veda pag. 34.
Il 1488 è l’anno in cui furono abbattuti
gli
alberi usati
come travi portanti nel fabbricato rurale recentemente ristrutturato, facente parte del Maso Oberpray, in centro a Castelrotto.
possibile l’estetica, anziché installare finestre convenzionali nel fienile originale (deposito mangimi), sono state rimosse intere sezioni murarie che, successivamente, sono state vetrate.
Realizzazione del progetto in due fasi principali
I lavori sono stati suddivisi in due fasi principali: la ristrutturazione del patrimonio edile e il successivo ampliamento interno. “Il primo passo è stato quello di mettere in asciutto e ricostruire la muratura storica, integrando una nuova scala in calce-
LA FUNZIONE PRIMA DELLA
FORMA - PERCHÉ L’EDILIZIA COMMERCIALE ENTUSIASMA
LUKAS BURGAUNER
„È stato un caso che i miei primi incarichi si siano incentrati sull’edilizia commerciale, consentendo di specializzarmi e affermarmi rapidamente in quest’ambito. Si tratta di progetti orientati alla funzionalità, che viene prima del design: è questo l’elemento interessante e, nel contempo, la vera sfida! Prima di dedicarsi all’aspetto architettonico è necessario conoscere l’azienda e i suoi processi: i miei interventi sono spesso finalizzati alla loro ottimizzazione e razionalizzazione e, per questo, attribuisco grande valore all’efficienza delle procedure. A tal fine, in fase di sviluppo, solitamente coinvolgo svariati esperti.
Il fattore più appassionante risiede la creazione di luoghi di lavoro piacevoli, dove attività e funzionalità devono essere comunicate verso l’esterno da un’architettura gradevole e percettibile. Naturalmente ogni progetto edile –soprattutto nella fase di scelta dei materiali – dipende dal contesto, dal luogo e dal committente per cui è pensato.
Inoltre, l’edilizia commerciale consente un certo grado di “progressismo”, dato che solitamente si concentra al di fuori dei centri storici, dove l’azienda desidera mettersi in evidenza con un’immagine moderna e all’avanguardia.
Tuttavia, mi piacciono anche i progetti al di fuori di quest’ambito. Ogni commissione è una sfida, a prescindere dalla funzione e dalle dimensioni, si tratti di un luogo di lavoro o un’abitazione, di nuova costruzione o di una ristrutturazione. Io e i miei collaboratori ci appassioniamo ogni volta: è proprio questo a rendere il nostro lavoro così entusiasmante e vario”.
struzzo gettata in opera, che collega all’ingresso le tre unità abitative. Così è stato realizzato un elemento strutturale completamente nuovo proprio nel punto in cui le parti in legno avevano subito i danni maggiori. Inoltre, a pianterreno sono stati costruiti un garage e i locali di servizio”, spiega Burgauner. La parte fatiscente e deteriorata, invece, andava raddrizzata e ricostruita in modo fedele all’originale con legno nuovo.
Tutte le decisioni prese durante la riqualificazione sono state concordate con la Soprintendenza nel corso di vari sopralluoghi. “In vari punti, le condizioni della struttura lignea erano estremamente precarie, tanto da non essere più possibile la sua preservazione dal punto di vista strutturale. Si sono quindi resi necessari la sostituzione e il ripristino di molti elementi non con legno antico, ma nuovo, così da distinguere chiaramente le sezioni più datate da quelle recenti”, riferisce Burgauner. “Un principio nella tutela delle Belle Arti impone
Il maso Oberpray a Castelrotto, sotto tutela dei beni culturali, con l’edificio recentemente ristrutturato.
di rendere riconoscibili gli elementi vecchi da quelli nuovi”. Il ripido tetto a capanna è stato ricoperto con scandole di larice locale.
La seconda fase ha riguardato gli interni, comprensivi di domotica. “Questi interventi sono stati eseguiti a secco. Solo dove era indispensabile il livellamento del pavimento e la realizzazione del massetto riscaldato è stata usata una miscela di sabbia e cemento”, spiega Burgauner”.
Nel frattempo, il progetto è stato portato a termine. Sebbene l’esterno dell’ex Maso Oberpray abbia – almeno in parte - un aspetto moderno,
gli oltre 500 anni di storia rimangono evidenti ovvero, come afferma Burgauner: “Il complesso sotto tutela Oberpray con i fabbricati circostanti è un testimone del passato di Castelrotto, che ripercorre la storia fino agli albori del suo insediamento. La sua struttura storica è stata dunque preservata per il futuro”.
“Pur richiedendo molto tempo, grazie alla combinazione di vecchio e nuovo, la ristrutturazione di edifici antichi per me è molto emozionante”, conclude aggiungendo: “Risiedere in un contesto storico è ben diverso che vivere in un’abitazione moderna: lo so per esperienza personale”. <
Qui potete leggere la prima parte (ALPE Inverno 2023/24) e la seconda parte (ALPE Estate 2024) della serie ALPE dedicata all’architettura.
Fiè allo Sciliar era abitato già oltre 3000 anni fa.
Sul Colle di San Pietro (conosciuto anche come Peterbühl), infatti, gli archeologi hanno più volte riportato alla luce interessanti reperti.
Il Colle di San Pietro è un luogo magico sia di sera, quando il sole radente lo avvolge in un’atmosfera surreale e dorata, sia in presenza di condizioni meteo variabili, quando emerge da un mare di nebbia come un’isola incantata. La collina fatata dall’atmosfera tranquilla nel cuore del paese è un’attrazione naturale, tanto che la piccola panchina di fronte alla cappella offre forse la vista più bella su Fiè e lo Sciliar, che svetta alle sue spalle.
Testo: Sabine Funk
Foto: Helmuth Rier
Non è necessaria una particolare sensibilità per percepire l’energia di questo luogo, nucleo storico
di questa località. A chi lascia scorrere lo sguardo con attenzione sul terreno leggermente terrazzato dalle forme insolite, il Colle di San Pietro rivela molto della sua lunga e movimentata storia. Sebbene il termine “crateri di bombe” sia rimasto nell’idioma locale per indicare i suoi avvallamenti e le sue depressioni, i testimoni del passato e i loro successori conoscono la verità sugli eventi: nonostante anche il comune (o la linea ferroviaria che percorre la vallata) sia stato bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale, queste cavità nel terreno sono, in realtà, le vestigia di antiche abita-
Colle di San Pietro, primavera 2023: l’attenzione si concentra sulle strutture rimaste intatte durante gli scavi precedenti.
zioni, dato che il Colle di San Pietro era un insediamento già oltre 3000 anni fa. I risultati di tre sequenze di scavi archeologici dimostrano che, nella media e tarda età del bronzo, ovvero tra il 1500 e il 1000 a.C. circa, qui viveva una comunità facente parte dei Reti, il gruppo etnico che popolava la regione alpina centrale prima della sua romanizzazione nel 1° secolo a.C.
Nel 1939 Antonie Psenner, maestra di scuola elementare, rinvenne sul Colle di San Pietro una figura femminile in lamina di bronzo martellata, alta pochi centimetri. Questo e altri reperti diedero il via ai primi scavi esplorativi nel 1954 sotto la direzione del carismatico archeologo Giovanni Battista Frescura, che proseguirono nel 1956 e nel 1959. I primi sopralluoghi di scienziati stranieri sono impressi nella memoria collettiva della popolazione: molti anziani, che all’epoca frequentavano le elementari, ricordano di essere andati in gita al “Pichl” - come viene chiamato in dialetto il Colle di San Pietro – per osservare dei veri archeologi al lavoro. Frescura non lasciò solo vividi ricordi, bensì anche
tre diari meticolosamente redatti e dall’inestimabile importanza, soprattutto perché gran parte dei reperti, custoditi nel 1954 ma andati perduti in circostanze misteriose, sono documentati solo dai suoi schizzi e appunti.
Un’interessante nota a margine riguarda anche la dimensione politico-ideologica assunta dall’autorizzazione del costoso intervento: l’attesa testimonianza delle radici retiche della popolazione locale aveva anche lo scopo di sostenere la narrativa secondo la quale i “primi abitanti” dell’Alto Adige avevano radici retoromanze e quindi appartenevano all’area culturale italiana.
A Frescura, archeologo a tutti gli effetti, queste motivazioni tattiche non interessavano. Scoprì invece i muri di fondazione di sei case retiche sul versante sud-occidentale del Colle di San Pietro, la cui struttura è caratterizzata da un interno incassato, una sorta di cantina scavata nel suolo, la cui pianta è ancora oggi chiaramente visibile, sebbene gran parte dell’edificio sovrastante fosse in legno.
Anche i nuovi scavi al Colle di San Pietro riportano alla luce numerosi reperti, tra cui manufatti e resti di edifici, documentati meticolosamente nei diari di Nicola Degasperi, che ha rilevato il sito con precisione e metodi moderni, prima che venisse ricoperto con terra e mattonelle di erba.
Gli scavi degli anni Cinquanta delinearono già un quadro molto chiaro di una comunità di diverse famiglie, che presumibilmente allevavano bestiame e coltivavano cereali in piccole abitazioni. La vista aperta sull’area circostante e sulla Valle Isarco fu sicuramente decisiva per la scelta della posizione. Oltre a manufatti di uso quotidiano, utensili e armi, lo scavo ha restituito anche alcuni reperti spettacolari: il più famoso è la spilla a mezzaluna con volto umano; dal 2024, l’originale è esposto nel Museo Parrocchiale di Fiè. A ottobre del 1959, tuttavia, i lavori s’interruppero bruscamente e le risorse vennero deviate a Sanzeno in Val di Non, il cui Museo Retico è testimonianza degli spettacolari risultati degli scavi. Non è un caso che gli archeologi facciano riferimento alla cultura di Fritzens-Sanzeno per descrivere le tribù retiche della tarda età del bronzo e del ferro.
30 anni dopo, la costruzione del nuovo cimitero rivolto a est ai piedi di Colle di San Pietro rese necessario uno scavo d’emergenza, che non ha rivelato solo un ricco bottino - il fianco orientale fungeva apparentemente da “discarica” per lo smaltimento di ossa animali e vasellame rotto - ma anche resti di mura della tarda età del ferro. Fu addirittura rinvenuta un’abitazione retica con cantina e un sofi-
sticato canale di scolo. Tuttavia, trattandosi di uno scavo di emergenza, non fu possibile procedere con uno studio più approfondito dell’intera area.
Ad altri 30 anni di distanza, l’Ufficio Beni archeologici ha avviato e finanziato una nuova serie di scavi sul Colle di San Pietro. Nei mesi di marzo e aprile 2023, l’archeologo Nicola Degasperi e un’équipe di quattro persone della Cora Società Archeologica hanno trascorso quattro settimane a Fiè allo Sciliar per effettuare tre scandagli di aree selezionate sulla base di evidenti cedimenti del terreno. L’obiettivo era quello di riportare alla luce, con l’ausilio di metodi moderni, le strutture rimaste intatte negli anni Cinquanta e Novanta. Inoltre, l’analisi accurata degli strati sedimentari doveva consentire una datazione più precisa dei resti murari già scoperti in passato. Ancora una volta, nel centro del paese si sono potute rivivere da vicino le emozioni dell’archeologia! Gli scienziati trentini stavano dissotterrando le strutture sui versanti nord-occidentali e meridionali della collina, tagliando il manto erboso a forma di mattonella e mettendolo da parte prima di scavare la sostanza vera e propria. Il suolo rivelava nuovamente affascinanti fondamenta di antichi edifici. Degasperi si è imbattuto in altre due abitazioni in stile retico, documentando dettaglia-
tamente metodologia, risultati e manufatti rinvenuti, attualmente sottoposti a un’ulteriore classificazione scientifica presso l’Ufficio Beni archeologici.
E non è mancato neppure il colpo di scena: a conclusione degli scavi esplorativi, tutto è stato ricoperto di un vello e di terra. Prima si scava, poi si ricopre? In realtà, si tratta di una procedura usata per proteggere dagli agenti atmosferici le antiche mura: a distanza
di un anno, le mattonelle d’erba reintegrate sono già saldamente al loro posto e non c’è più traccia del lavoro degli archeologi. Quanto tempo passerà fino al prossimo scavo? Esperti come Degasperi sospettano che la gran parte dei reperti si celi sotto la cappella di San Pietro, probabile sede di un luogo sacro già in epoca precristiana. Anche quest’idea cela la magia che il Colle di San Pietro possa continuare a custodire innumerevoli segreti. <
ELMAR PERKMANN DI FIÈ SOTTO L’INCANTESIMO DEL COLLE DI SAN PIETRO
Molti residenti ricordano ancora gli archeologi al lavoro sul Colle di San Pietro negli anni Cinquanta. Tra questi si conta Elmar Perkmann che, in seguito, divenne insegnante di storia e rimase ammaliato da questo luogo per il resto della vita. Egli ricorda la sua emozione e quella dei suoi compagni, tutti attratti dal “Pichl”, dove potevano osservare il cordiale signor Frescura al lavoro. In vari volumi e pubblicazioni, Perkmann ha raccolto i risultati delle sue decennali ricerche sulla storia del Colle di San Pietro.
E ne sottolinea oggettivamente la rilevanza scientifica. “In questa sezione della Valle Isarco non esistono scavi paragonabili risalenti al periodo retico. Tre sequenze insolite dimostrano l’importanza archeologica del Colle di San Pietro. La spilla a mezzaluna con protome umana dell’8° secolo a.C., fonte di informazioni sulle credenze dei Reti nell’ultima età del bronzo, continua a suscitare scalpore tra gli esperti. E anche il sistema di scolo è una scoperta d’importanza sovraregionale”.
Il patrimonio di conoscenze di Perkmann e i suoi appunti sono serviti anche come base per le targhe metalliche, recentemente affisse sul Colle di San Pietro, che offrono un quadro completo dell’insediamento e della storia degli scavi, aiutando a collocare i resti visibili di muri e formazioni.
Se, durante il Carnevale, fuori dalla chiesa parrocchiale di Castelrotto regna un gran trambusto, al suo interno i fedeli si riuniscono in preghiera per le Quarantore. Ma qual è il significato di questa usanza cattolica, approdata in questo luogo secoli fa, e com’è sopravvissuta fino ad oggi?
Ogni anno, durante il Carnevale, i fedeli si riuniscono nella chiesa parrocchiale di Castelrotto per le Quarantore o “S’Gebet”, come è chiamata qui questa pratica devozionale o veglia della durata di alcuni giorni con alcune interruzioni. Dopo aver preso il via la domenica con la Santa Messa delle 10, prosegue per l’intero lunedì fino alle 9 del martedì, e si conclude con l’esposizione del Santissimo Sacramento - nel cosiddetto “ostensorio”, un prezioso arredo liturgico – con la sua adorazione fino alle ore 15, con un momento di raccoglimento e la benedizione solenne. “Durante l’ultima ora - quella del martedì, dalle 15 alle 16 - i membri del consiglio parrocchiale e comunale sono incaricati di recitare la Liturgia delle Ore”, spiega Julius Profanter, membro di lunga data del consiglio parrocchiale ed egli stesso guida alla preghiera. “In passato, i posti in quest’ora erano molto ambiti, tanto da essere considerati un vero e proprio onore. Oggi la situazione è cambiata, ce n’è sempre qualcuno di disponibile per chi desidera partecipare”.
A Castelrotto, quest’antica usanza cattolica non è più la stessa: la preghiera, infatti, non dura più quaranta ore distribuite su quattro giorni, bensì venti suddivise in tre giornate. Inoltre, da alcuni decenni possono partecipare anche le signore. “Con il tempo, nei consigli hanno iniziato a essere presenti anche le donne”, ricorda Fabian Tirler, cancelliere e funzionario della diocesi di Bolzano-Bressanone, originario di Castelrotto. Inizialmente, questo cambiamento ha dato adito a qualche polemica. Poi
però alcune donne hanno iniziato a guidare la preghiera in altre ore, magari perché in famiglia non c’erano figli maschi, ma solo femmine.
E se un tempo questa funzione era appannaggio solo di contadini e importanti artigiani, negli anni sempre più famiglie hanno rinunciato a questa opportunità, lasciando il posto ad altri. Oggi la targa davanti alla chiesa, che elenca tutte le veglie, comprende anche i nomi di aziende ricettive e privati, compreso quello di Julius Profanter. Cresciuto in un maso, già da bambino prendeva parte alle Quarantore con il padre, una delle guide alla preghiera. Oggi è proprietario di un ufficio tecnico a Castelrotto e la “sua ora” è di lunedì.
“S’Gebet”, così è chiamata a Castelrotto questa pratica devozionale o veglia della durata di alcuni giorni con alcune interruzioni.”
“Era consuetudine che alcuni membri della famiglia accompagnassero il contadino in chiesa durante questo rito”, ricorda Profanter, aggiungendo che all’epoca, durante il Carnevale, il lavoro nei masi era meno impegnativo, dando così la possibilità di dedicarsi al “s’Gebet”. “Oggi le condizioni di vita e le esigenze sono mutate e il tempo scarseggia”.
Testo: Simone Treibenreif Foto: Helmuth Rier
Negli ultimi decenni, a Castelrotto sono cambiate molte cose riguardo all’antica usanza cattolica delle Quarantore: p.e., ora anche le donne possono guidare la preghiera.
Alla Liturgia delle Ore partecipano i fedeli del territorio, appartenente un tempo alla parrocchia di Castelrotto che, oltre all’omonimo paese, comprendeva tutte le frazioni, tra cui Siusi allo Sciliar e San Vigilio. “Queste ultime sono state elevate a parrocchia separata nel 1974”, prosegue Profanter. In seguito, si è tentato di introdurre le Quarantore anche a Siusi, ma non ha funzionato. Al contrario: dal 1992, anche Castelrotto fa da sfondo a un’unica preghiera all’anno. Ciò ha richiesto la riorganizzazione di alcuni aspetti di quest’usanza come p.e., l’aumento a dodici delle sei guide alla preghiera.
Fino ad allora, la veglia non si svolgeva solo durante il Carnevale, ma anche nel corso dell’anno p.e. la domenica, il lunedì e il martedì di Pentecoste. Quando questa giornata perse lo status di giorno festivo, la domenica del Sacro Cuore divenne il terzo giorno di preghiera.
Per spiegare questa pratica, la parrocchia di Castelrotto ha scritto sul suo profilo Facebook: “Tradizionalmente recitiamo le Quarantore durante il Carnevale, prima di iniziare la preparazione alla Pasqua. Questo rito ci ricorda che Gesù ha vissuto nel deserto quaranta giorni prima della sua apparizione pubblica, ricercando proprio nella preghiera ciò che Dio voleva dalla sua vita, tentando così d’imboccare nuove strade”. Altrove, invece, si narra che il quaranta è una cifra simbolica riferita alle ore trascorse da Gesù nel sepolcro dalla crocifissione alla risurrezione. Questa veglia, infatti, non si svolge solo a Castelrotto. “Veniva seguita anche in gran parte delle parrocchie, soprattutto in occasione del Carnevale, ma anche in altri momenti. Le diverse date erano dovute a motivi pratici”, spiega il teologo Fabian Tirler. In molti luoghi, tuttavia, ha dovuto essere parzialmente o completamente abbandonata perché non c’era più un numero sufficiente di fedeli disposti a partecipare o in grado di farlo.
Questa usanza, che ha avuto origine a Milano presumibilmente nel 1527, inizialmente si svolgeva
“In passato, i posti in quest’ora erano molto ambiti, tanto da essere considerati un vero e proprio onore. Oggi la situazione è cambiata.”
durante le festività. Quindi, grazie a Cappuccini e Gesuiti, si diffuse in tutta Europa, intesa come un elemento della Controriforma per scongiurare l’influenza del protestantesimo sui fedeli.
“A Castelrotto è stata probabilmente introdotta nel 1742, almeno quella del Carnevale”, afferma Tirler, che ha rinvenuto questa data in diverse fonti della letteratura specializzata. “L’istituzione delle Quarantore potrebbe essere legata alle missioni dei Gesuiti che, stando alle cronache parrocchiali, a Castelrotto ebbero luogo nel 1721, 1732, 1736, 1747, 1759 e 1772”. Questa ipotesi è supportata da un dettagliato articolo di Josef Andreas Jungmann, gesuita e liturgista altoatesino, in cui fa riferimento al fatto che proprio i Gesuiti trasformarono la veglia del Carnevale in un rito di espiazione. Sempre secondo le cronache parrocchiali, la veglia di Pentecoste fu istituita nel 1866, come ci rivela Tirler.
“Il denaro raccolto grazie agli oboli veniva prestato in cambio di interessi. I fondi ricavati erano utilizzati per coprire le spese legate all’evento, dal pagamento di decano, prevosto e sacrestano all’illuminazione della chiesa, fino alla costruzione del baldacchino”, conclude Tirler. “Oggi le spese sono saldate tramite fattura emessa alla parrocchia”.
Pur essendo cambiate nel tempo e adattate alle nuove circostanze, le Quarantore rimangono una pratica religiosa, tramandata a Castelrotto per tre secoli. Sarà da vedere se sopravviverà anche per i prossimi tre. <
Questa torta meravigliosamente soffice al profumo di mele e cannella è davvero facile da preparare: è proprio quello che ci vuole per immergersi nell’atmosfera natalizia o godersi le fredde giornate invernali, sorseggiando una tazza di tè accompagnata da una fetta di dolce. Gli ingredienti possono variare a piacere: al posto della cannella le spezie per il pan di zenzero le conferiscono un sapore delizioso, mentre le noci possono essere sostituite da mandorle o nocciole tritate o macinate, che le danno un tocco di croccantezza in più.
INGREDIENTI
220 g di burro
150 g di zucchero
3 uova
1 lievito in polvere
2 cucchiai di cannella
160 g di farina
120 g di noci
4 mele grandi
Succo di limone
Zucchero a velo
Sbucciare le mele, tagliarle a cubetti e cospargerle con il succo di mezzo limone. Lavorare il burro a temperatura ambiente con lo zucchero fino a renderlo spumoso. Versarvi gradualmente le uova.
Unire la farina, il lievito e la cannella e incorporarli al composto di uova. Aggiungere le mele e qualche noce tritata.
Versare l’impasto in una tortiera con cerniera del diametro di 24 cm. Cuocere nel forno statico a 190°C per 50-60 min.
Noi tutti amiamo sentieri invernali soleggiati, le piste da sci perfettamente preparate, fantastiche piste da sci di fondo, divertenti discese in slittino, idilliache ciaspolate, il divertimento sul ghiaccio o romantiche gite in slitta trainata da cavalli in un ambiente da sogno.
La regione dolomitica Alpe di Siusi, con Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Alpe di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio, offre le condizioni ideali per attività rilassanti e molto varie in un paesaggio naturale mozzafiato.
Aiutateci a preservare la regione dolomitica Alpe di Siusi come habitat attraente per tutti! Prestate attenzione a un comportamento rispettoso e aiutateci a preservare il nostro paesaggio naturale unico. Il vostro sostegno è importante!
Il nostro paesaggio montano è un habitat sensibile. È quindi fondamentale non abbandonare i rifiuti. Questo vale anche per i sacchetti con gli escrementi dei cani. Il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto.
L’inverno è una stagione molto complicata per gli animali selvatici in cui devono risparmiare le loro risorse. Attingono alle loro riserve di grasso, accumulano scorte di cibo, riducono le loro attività o vanno in letargo. Tuttavia, se vengono spaventati e stressati, possono anche morire per sfinimento. Ecco perché anche i cani devono essere tenuti al guinzaglio.
Sicuri e responsabili – più divertimento
Per assicurarsi che ogni escursione diventi un‘esperienza invernale indimenticabile, è fondamentale pianificare con attenzione, viaggiare in modo sostenibile, essere equipaggiati adeguatamente ed evitare punti pericolosi. Per preservare il nostro paesaggio naturale unico è importante rispettare i sentieri segnalati. È vietato fare passeggiate sulle piste da sci di fondo.
Altri consigli per rendere la vostra vacanza indimenticabile in modo sostenibile: www.seiseralm.it/sustainable
Dicembre 2024
MAGIA NATALIZIA NELLA REGIONE DOLOMITICA
ALPE DI SIUSI
L’aroma di pan di zenzero, cannella e vin brulè segna il ritorno dell’Avvento alle falde dello Sciliar, durante il quale un’atmosfera particolarmente intima aleggia sulla regione dolomitica Alpe di Siusi con i suoi piccoli ma raffinati mercatini di Natale. I produttori locali offrono artigianato artistico e articoli regionali, accompagnati da tipici canti e note natalizie e dalle specialità gastronomiche, che invitano a trascorrere qualche momento in compagnia.
Natale in montagna a Castelrotto
> 6–8 dicembre 2024
> 13–15 dicembre 2024
> 13/14 dicembre 2024: concerto di Natale dei Kastelruther Spatzen
> 20–22 dicembre 2024
> 24 dicembre 2024
> 26–29 dicembre 2024
Mercatino di Fiè
“Aspettando il Natale”
> 7/8 dicembre 2024
> 14/15 dicembre 2024
> 21/22 dicembre 2024
> 28 dicembre 2024
> 4 gennaio 2025
Inverno “Bergler” -
Mercatino di Natale a Tires al Catinaccio
> 8 dicembre 2024
> 21 dicembre 2024
> 28 dicembre 2024
Seis on Ice Pattinaggio con programma di intrattenimento natalizio variegato per grandi e piccini.
> dal 30 novembre 2024 al 11 gennaio 2025
Inverno 2024/25
Anche in inverno hanno luogo le visite guidate di Castel Prösels e, combinate con una suggestiva escursione, sono un’interessante alternativa allo sci. Dal 9 gennaio al 13 marzo 2025, ogni giovedì alle ore 15:00, il maniero si desta dal torpore invernale per dare il benvenuto ai suoi ospiti. Durante un tour guidato della durata di un’ora, i visitatori possono scoprire preziosi dettagli sulla sua storia e sui suoi antichi abitanti, oltre che ammirare tre esposizioni artistiche e una ricca collezione d’armi. Giovedì, Il 27/12/2024, 02/01/2025 e 06/03/2025 alle 15:00 si svolgeranno le “Giornate gastro-culturali invernali”, che riservano agli ospiti la possibilità di degustare gratuitamente (al termine della visita guidata) alcune tipiche specialità locali offerte dai produttori stessi presso gli stand nel cortile. www.schloss-proesels.it
Per le visite guidate invernali è necessaria l’iscrizione via mail all’indirizzo info@schloss-proesels.it entro le 12 del giorno dell’evento.
Inverno 2024/25
EVENTI OLTRE
LE PISTE
Alla scoperta della natura con tutti i sensi: Castelrotto organizza escursioni sotto la luna piena all’insegna delle leggende intorno allo Sciliar e una visita al caseificio con degustazione.
A Siusi allo Sciliar è possibile scoprire la magia del crepuscolo, i segreti di un piatto tradizionale e della preparazione del pane tipico.
A Fiè allo Sciliar, invece, i buongustai possono partecipare a una sublime esperienza eno-gastronomica con il nome “In vino veritas” e a visite guidate nel Castel Prösels dedicate al gusto, alla storia e alla cultura.
A Tires si scopre l’incontaminato paesaggio della Val Ciamin con le ciaspole, per poi godersi una zuppa riscaldante e suggestive melodie di fisarmonica in una baita.
Le escursioni sotto la luna piena attraverso l’Alpe di Siusi innevata conducono a un rifugio dove i partecipanti sono attesi da una cena tradizionale. Vengono offerti anche corsi di cucina per “Kaiserschmarrn” e canederli in una malga. www.seiseralm.it/winteradventure
Inverno 2024/25
CENTRO VISITE DEL PARCO NATURALE SCILIAR-CATINACCIO
Mentre fuori la natura sta riposando, il Centro visite a Siusi allo Sciliar offre una panoramica della ricca flora e fauna del Parco naturale Sciliar-Catinaccio. Quest’inverno è particolarmente dedicato al mondo perduto del supervulcano, che 280 milioni di anni fa, dominava il centro della attuale regione Trentino-Alto Adige. Il centro visite è accessibile gratuitamente duranti gli orari di apertura. parchi-naturali.provincia.bz.it
Inverno 2024/25
DOLOMITI RANGER NEL PARCO NATURALE SCILIAR-CATINACCIO
Alla scoperta del mondo invernale di animali e streghe con tutta la famiglia! In compagnia di un ranger, le famiglie partiranno alla ricerca delle tracce di animali e, guidate da un esperto, scopriranno come la fauna si prepara all’inverno, ai vari fenomeni che lo caratterizzano e al freddo. Inoltre, esamineranno le caratteristiche della neve, avventurandosi nel bosco fino al Sasso delle Streghe dove la Strega Martha ci racconterà loro leggende e aneddoti sulle fattucchiere a maghi. www.seiseralm.it/dolomiti-ranger
DATE
> Giovedì, 26 dicembre 2024
> Giovedì, 2 gennaio 2025
> Mercoledì, 5 febbraio 2025
> Mercoledì, 5 marzo 2025
19 gennaio 2025
IL MATRIMONIO CONTADINO A CASTELROTTO
Lo spettacolo in costume più affascinante dell’Alto Adige: si tratta della ricostruzione storica di un matrimonio contadino, così come lo si celebrava un tempo ai piedi dello Sciliar. Clou dello spettacolo è il corteo nuziale che, in costume tipico su slitte splendidamente addobbate e trainate dai cavalli, parte da S. Valentino per raggiungere il centro a Castelrotto, coinvolgendo i visitatori in un viaggio nel 19° secolo.
13 febbraio 2025
ALTO ADIGE
MOONLIGHT CLASSIC ALPE DI SIUSI
Anche nel 2025, la Moonlight Classic offre a numerosi atleti e appassionati dello sci di fondo la possibilità di trascorrere momenti fantastici e di cimentarsi a livello internazionale in una competizione notturna, illuminata dalla luce delle fiaccole e al cospetto dello scenario mozzafiato del più vasto altipiano d’Europa. I tracciati ad anello di 30 e 15 km, con partenza e arrivo a Compatsch, devono essere percorsi esclusivamente in stile classico. Questo spettacolare evento prende il via alle ore 20:00. Prenotazione obbligatoria su www.moonlightclassic.info
Febbraio 2025
TRADIZIONALE GARA DI SKIJÖRING ALL‘ALPE DI SIUSI
Un’affascinante combinazione di sci e cavalli! Nello skijoring, gli sciatori sono trainati da cavalli su un percorso preparato e si cimentano in gare emozionanti. Un’esperienza spettacolare per i partecipanti e gli spettatori.
Marzo / aprile 2025
EARLY BIRD SKIING CON COLAZIONE
Divertimento all’alba sugli sci con colazione sull’Alpe di Siusi. Una volta alla settimana, un impianto di risalita a turno apre già alle ore 7:00 del mattino, consentendo di provare un’esperienza davvero unica: lasciare le prime tracce sulle piste appena battute e godersi la suggestiva atmosfera mattutina sull’altipiano più vasto d’Europa, accompagnati da esperti maestri di sci e dai loro preziosi consigli. Alle ore 9:00 è prevista una sosta al rifugio con ricca e deliziosa colazione a base di specialità altoatesine.
DATE
> Mercoledì, 5 marzo 2025
> Mercoledì, 12 marzo 2025
> Mercoledì, 19 marzo 2025
> Mercoledì, 26 marzo 2025
> Mercoledì, 2 aprile 2025
17° SWING ON SNOW WINTER MUSIC FESTIVAL
Sullo sfondo dello spettacolare paesaggio della regione dolomitica Alpe di Siusi, va in scena lo Swing on Snow, il travolgente evento che invita sciatori, snowboarder e amanti delle cime innevate a destreggiarsi tra la neve a ritmo di brani folk, rock ed eclettiche sperimentazioni musicali. Ritmi travolgenti e toccanti pervaderanno sin dal mattino la stazione a monte della cabinovia e le piste dell’Alpe di Siusi, per poi spostarsi nei rifugi e nei ristoranti per il pranzo. La sera, i locali di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio accoglieranno invece i “concerti after-hour”. www.swingonsnow.com
DATE
> 13–15 marzo 2025
> 19–21 marzo 2025
29 marzo 2025
GARA ALL’INSEGNA DI DIVERTIMENTO E NOSTALGIA
Mettetevi in viaggio con noi per rivivere gli emozionanti tempi passati dell’area sciistica Alpe di Siusi! Prima della gara, ci sarà una piccola sfilata in cui numerosi gruppi nostalgici dell’arco alpino presenteranno il loro abbigliamento e le loro attrezzature sciistiche sulla pista Panorama.
6 maggio - 27 giugno 2025 ALPE DI SIUSI BALANCE
Quando la natura si ridesta, aumenta la voglia di attività all’aperto che spinge molte persone ad immergersi nell’aria primaverile. Con le esperienze „Balance” potrete fare il pieno di energia in mezzo alla natura. Un’escursione mattutina al Rifugio Monte Cavone, una visita guidata a una fattoria, yoga sul Colle a Castelrotto, la produzione di cosmetici naturali o l’intreccio del salice... Le esperienze Balance offrono movimento, benessere e relax per il corpo e la mente. www.seiseralm.it/balance
1 - 15 giugno 2025
FESTIVAL DEL GUSTO DOLOMITES
Per tutti gli appassionati della cucina altoatesina aspetta un‘esperienza di gusto con piatti creati d’ ingredienti 100% dalla regione dolomitica Alpe di Siusi. L‘attenzione è rivolta ai piatti con ingredienti che, a parte zucchero, sale, pepe e olio, provengono dalla regione dolomitica Alpe di Siusi. I buongustai possono scoprire l‘ampia scelta di specialità locali in ristoranti selezionati. Sarà l’evento “Bergler Harass - il picnic gourmet ai piedi del Catinaccio” a dare il via il 2 giugno 2025 al Festival del Gusto Dolomites. Il 7 giugno si terrà a Fié allo Sciliar la “Völser Dorfkuchl (street food) - Una delizia culinaria!”, un appuntamento imperdibile per tutti gli epicurei e i buongustai. www.seiseralm.it/settimaneculinarie
Dal 1 maggio al 31 ottobre Castel Prösels, il più importante maniero del Tirolo risalente all’epoca di Massimiliano, è aperto alle visite guidate, che fanno luce sulla sua storia e su quella dei signori di Fiè, strettamente intrecciate l’una all’altra. Gli speciali tour per bambini accompagnati dalla Strega Martha consentono loro d’immergersi nel mondo delle leggende e di apprendere nozioni interessanti sull’arte curativa del passato; quelli in compagnia di Friedrich von Hauenstein, invece, aprono le porte al mondo di cavalieri, scudieri e nobildonne. Concerti, letture e proiezioni serali di film completano il programma culturale. Castel Prösels accoglie inoltre le prime “Outdoor Escape Room” dell’Alto Adige. Bambini (a partire da 9 anni) accompagnati da genitori, giovani e adulti in gruppi di massimo cinque persone possono mettere alla prova fiuto, creatività, spirito di squadra, doti logico-matematiche ma, soprattutto, capacità di apprendimento e divertimento. E mentre i più piccini si divertono nel nuovo parco giochi, i genitori possono dedicarsi ai piaceri del palato nel giardino del castello. www.schloss-proesels.it
13 – 15 giugno 2025
42a CAVALCATA OSWALD VON WOLKENSTEIN
Un tuffo nell’atmosfera cavalleresca, tra stendardi e vessilli, lance puntate al vento e indomiti cavalieri pronti a sfidarsi in prove rocambolesche in sella ai loro destrieri. La Cavalcata Oswald von Wolkenstein è un mix di tradizione medievale, folclore e sport equestre, dedicata al celebre cantore e poeta del 14-15° secolo, in un percorso a tappe che ripercorre la sua vita leggendaria negli scenari incantati della regione dolomitica Alpe di Siusi. Il 13, 14 e 15 giugno 2025 la grande manifestazione torna tra le Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO), ai piedi dello Sciliar. A sfidarsi tra le incitazioni della folla, 36 squadre di cavalieri in abiti tradizionali che si destreggeranno in 4 tornei. La presentazione delle squadre e la grande festa si terranno nella località di Fiè allo Sciliar. www.ovwritt.com
20/21 giugno 2025
OPEN AIR DEI KASTELRUTHER SPATZEN
Migliaia di fans sono attesi a Siusi allo Sciliar per applaudire i “Kastelruther Spatzen”, pronti a esibirsi su un palcoscenico a cielo aperto, con hit che vanno dal 1993 al 2025. Come ogni anno, parteciperanno all’evento anche gruppi musicali provenienti da vicino e da lontano.
23 giugno – 8 settembre 2025
SUMMER CLASSICS DI SIUSI ALLO SCILIAR
Agli appassionati di musica classica, Siusi allo Sciliar propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti: artisti italiani con esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. I concerti hanno luogo il lunedì alle ore 21:00.
DATE
> 23 e 30 giugno 2025
> 7 e 14 luglio 2025
> 18 e 25 agosto 2025
> 1 e 8 settembre 2025
Luglio / agosto 2025
NOTTI DELLE STREGHE
A SIUSI E CASTELROTTO
Vivete serate magiche nei centri dei paesi di Castelrotto e Siusi allo Sciliar, perché le “Notti delle Streghe” offrono davvero tanto! Diversi gruppi musicali dal vivo creano una grande atmosfera, mentre gruppi folcloristici danno prova della loro abilità. Per i più piccoli c‘è una varietà di intrattenimenti per bambini e, come momento clou, il ballo delle streghe sulla piazza del paese.
DATE
> Mercoledì, 9 luglio 2025, Siusi
> Martedì, 15 luglio 2025, Castelrotto
> Mercoledì, 23 luglio 2025, Siusi
> Martedì, 29 luglio 2025, Castelrotto
> Mercoledì, 6 agosto 2025, Siusi
> Martedì, 12 agosto 2025, Castelrotto
> Lunedì, 18 agosto 2025, Castelrotto
Estate 2025
EVENTI GASTRONOMICI
ALL’APERTO
Due straordinari appuntamenti open air dedicati ai buongustai, che rendono ancora più emozionante l’estate intorno al Catinaccio: il primo evento, previsto per il 2 giugno, sarà il “Bergler Harass” (picnic alpino) a Tires al Catinaccio, seguito dalla “Cena del Montanaro” il 17 luglio 2025, nota per la magnifica vista sul leggendario Catinaccio e per le sue raffinate specialità.
30 giugno – 29 agosto 2025
ESTATE IN FAMIGLIA
In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso magico per i bambini. In occasione del “Dolomiti Ranger” grandi e piccoli detective partono alla scoperta del Parco naturale Sciliar-Catinaccio, delle specie notturne e del mondo delle api, esplorando la foresta con tutti i loro sensi durante un mattino avventuroso. Chi invece preferisce conoscere da vicino la vita di un maso può partecipare al programma “Un universo in fattoria”, che consentirà di ammirare cavalli e pecore e di vedere come la farina viene trasformata in pane e il latte in formaggio. Le famiglie possono immergersi nel passato al museo della scuola di Tagusa.
6 luglio 2025
12a MEZZA MARATONA ALPE DI SIUSI
Sono 21 i km della Mezza Maratona Alpe di Siusi, l’avvincente gara di corsa ad alta quota, che vede un massimo di 700 atleti e appassionati correre sui saliscendi dolomitici. Si tratta della dodicesima edizione di un’entusiasmante sfida che, negli anni precedenti, ha attirato nella regione dolomitica Alpe di Siusi numerosi maratoneti e sportivi. In uno scenario davvero unico, il percorso si inerpica su un dislivello di 601 m, costeggiando Sciliar, Sassolungo, Sassopiatto e i Denti di Terra Rossa, fino al punto più alto, Punta d’Oro, a 2.050 m di altitudine. running.seiseralm.it
12 luglio 2025
8a SKY MARATHON CATINACCIO-SCILIAR
Tires al Catinaccio, incastonata nel magnifico scenario delle Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO), fa da sfondo alla Sky Marathon Catinaccio-Sciliar, una maratona alpina di 45 km con un dislivello di circa 3.000 m. Il percorso con partenza da Tires si snoda intorno al Catinaccio e, costeggiando lo Sciliar e Monte Cavone, fa ritorno al centro del paese. Il punto più in quota è Passo Principe, a 2.630 m di altitudine. www.skymarathontiers.it
Autunno 2025 TRANSUMANZE
Alla fine della stagione estiva si festeggia il ritorno a valle del bestiame, rallegrato da schioccatori di frusta, musica dal vivo e piatti tipici. La transumanza dall’Alpe di Siusi si terrà il 4 ottobre, quelle di Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio il 5 ottobre 2025.
1 settembre - 31 ottobre 2025
PIACERI AUTUNNALI IN MONTAGNA
L’autunno dorato nella regione dolomitica Alpe di Siusi ha in serbo un’atmosfera davvero particolare all’insegna dei tour guidati e della gastronomia nella natura. “Piaceri autunnali in montagna” offre un connubio di esperienze outdoor, magnifici paesaggi e momenti dedicati alle delizie del palato. Ci sono escursioni all‘alba sulle cime più belle della nostra regione dolomitica con colazione nei rifugi. Escursioni guidate, eventi tradizionali e un tour di piacere in e-MTB, oltre a corsi di cucina e visite guidate ai produttori locali completano il programma. www.seiseralm.it/autunnomontano
8 settembre 2025
TRADIZIONALE
MERCATO ANNUALE
Il 8 settembre a Compatsch sull’Alpe di Siusi viene organizzato il mercato tradizionale, allietato da musica dal vivo e vari stand che propongono i loro prodotti e diverse specialità gastronomiche.
1 – 31 ottobre 2025
48a DISPENSA DI FIÈ A OTTOBRE
Da 48 anni, la Dispensa di Fiè è l’evento gastronomico autunnale per eccellenza nella regione dolomitica Alpe di Siusi. Ristoratori e albergatori di Fiè allo Sciliar invitano buongustai e appassionati di specialità tipiche a partecipare all’ottobre gastronomico. Questi artisti dei fornelli creano con raffinatezza pietanze originali al motto “Antiche ricette reinterpretate e servite con amore”. www.voelserkuchlkastl.com
10 - 12 ottobre 2025
FESTA DEI
KASTELRUTHER SPATZEN
La tradizione ha un nome: “Kastelruther Spatzen”. Un’occasione per festeggiare alla grande, fra migliaia di fan radunati sotto il grande tendone di Castelrotto, immersi nello scenario delle Dolomiti. Un’emozione davvero senza eguali.
Il Parco Naturale Sciliar-Catinaccio compie 50 anni. Dei sette parchi naturali dell’Alto Adige, questo è il più antico: in occasione di una conferenza presso il Centro visite del parco naturale a Siusi allo Sciliar, ne è stata ripercorsa la storia. La decisione, 50 anni fa, di destinare quest’area a riserva protetta è stata lungimirante e coraggiosa. Lo scetticismo iniziale dei contadini ha lasciato il posto alla consapevolezza circa l’importanza di questo straordinario ambiente naturale e antropizzato. Dalla sua istituzione nel 1974, questo parco non solo ha preservato la biodiversità, ma ha anche offerto a innumerevoli visitatori la possibilità di sperimentare la bellezza e la quiete della natura. La sfida attuale consiste nell’individuare un equilibrio tra la sua protezione e il suo sfruttamento.
Anche nella stagione invernale 2024/25, numerosi atleti e atlete – tra cui Peter Fill e Florian Schieder (sci), Raphael Mahlknecht (telemark), Aaron March e Tommy Rabanser (snowboard), Felix Fulterer (snowboard freestyle) e Samuel Pattis (ski freestyle), il Seiser Alm Ski Team, Andrea Vötter, Sandra Robatscher e Leon Haselrieder (slittino su pista artificiale), Patrick Pigneter e Tobias Paur (slittino su pista naturale) - gareggeranno per il #TeamSeiserAlm. Se alcuni di loro vantano già un curriculum di tutto rispetto, altri - pur essendo ancora molto giovani – hanno davanti a sé un futuro promettente. Anche quest’anno, la regione dolomitica Alpe di Siusi continua a sostenere i suoi ragazzi e ragazze, augurando loro grandi successi e soddisfazioni.
Il parapendista Tobias Grossrubatscher, in arte Tobifly, ha alle spalle una stagione 2024 più che positiva, essendosi aggiudicato la Dolomiti Superfly - una spettacolare gara hike and fly sulle Dolomiti - e il Red Bull Dolomitenmann a squadre, in occasione del quale si è piazzato al 3° posto come pilota di parapendio. Quest’ultima competizione è considerata la più dura al mondo, quasi un ufficioso campionato mondiale di sport estremi, in cui team di quattro persone si sfidano in altrettante discipline: la corsa in montagna, il parapendio, la mountain-bike e il kayak. Il 31enne di Castelrotto si sta ora preparando per la Red Bull X-Alps, una gara impegnativa e avventurosa che prevede l’attraversamento delle Alpi in quindici giorni. Congratulazioni a Tobifly per questi grandi risultati e in bocca al lupo per le sfide future!
Oltre 3.700 vini, 180 gin e 1.200 altri spiriti, insieme a bevande analcoliche, e una selezione di raffinate specialitá gastronomiche.
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