ALPE Estate 2011

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Estate 2011

ALPE Alpe di Siusi Magazine

CASTELROTTO · SIUSI ALLO SCILIAR · ALPE DI SIUSI · FIÈ ALLO SCILIAR

Le pecore di Paul Passione irlandese

Più vicini a Dio La Sagra dello Sciliar

Nel Bosco delle Streghe Festa dei sensi

Vedute a 360° Mountain biker in tour

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Editoriale & Sommario

Cari amici

T

rascorrere l’estate nell’area vacanze Alpe di Siusi significa godere di belle e rilassanti vacanze a stretto contatto con una natura incontaminata, dove l’avventura la fa da padrona. Fare escursioni o arrampicare, andare in mountainbike, cimentarsi nel parapendio, nell’equitazione o nel nuoto, gironzolare oppure oziare; qualsiasi cosa decidiate di fare, per tutta la vacanza dimenticherete la quotidianità. Gli articoli nelle prossime pagine saranno uno spunto per provare qualcosa di diverso dal solito: le emozioni indimenticabili sono garantite. Anche questa edizione offre tematiche interessanti ed avvincenti per gli amanti del gusto, del piacere, della cultura, dello sport e per le famiglie. Al centro di quest’uscita vi è la Sagra di Rifugio Bolzano che ha un ché di leggendario. Questa festa amata da tutti è anticipata da un’ascesa sulla montagna- simbolo dell’Alto Adige. Vivete il sentiero a piedi nudi delle sorgenti delle streghe, fate una visita all’idillico paesino di Tagusa o provate il tour “Rifugio – Alpe di Tires”, ideale per chi ama la mountain bike. Gli amanti della cultura potranno scoprire alcune chicche sui costumi tradizionali leggendo l’articolo “Ragazze incoronate”, mentre il contributo “Escursioni con la strega Martha” parla di una notte fatata

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Più vicini a Dio: La Sagra dello Sciliar Pagina 10

passata tra le vie di Castelrotto. Sarà poi la stessa Strega Martha, in prima persona a parlare di sé. Chi è il contadino Wiedner e cosa combinano le sue pecore? Chi presiede il Golfclub Castelrotto- Alpe di Siusi? Nelle prossime pagine troverete tutto questo e molto di più. Immergetevi nella lettura. ALPE vorrebbe anche essere un’utile guida per la vostra vacanza: oltre ad informazioni importanti sui servizi pubblici e dati interessanti, presenta molti consigli circa i migliori ristoranti, trattorie e punti d’incontro, così come numerose e allettanti possibilità per lo shopping nei paesi dell’altopiano e dintorni. Questo magazine contiene anche un programma dettagliato di eventi, appuntamenti culturali e ricreativi, da vivere in compagnia. Se deciderete di partecipare, l’album delle vostre vacanze sarà ricco di momenti felici e indelebili. Vi auguriamo di trascorrere un meraviglioso e indimenticabile soggiorno, all’insegna di benessere e relax.

Eduard Tröbinger Scherlin - Presidente per Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Alpe di Siusi e Fiè allo Sciliar.

Pecore in libertà: Paul del maso Wiedner Pagina 14

La punta Santner: Un orologio preciso Pagina 16

Tagusa presso Castelrotto Immagini da cartolina Pagina 20

Mountain bike a 360° Il tour „Rifugio Alpe di Tires“ Pagina 24

Il bosco delle Streghe: Sorgente sulfurea a Saltria Pagina 26

Intervista con Martha, la strega “buona” Pagina 28

Il Maso Front a Aica di Fiè: Meta dei buongustai Pagina 32

Costume delle Vergini di Castelrotto Pagina 34

Una direttrice affascinante Portrait di Nina Urthaler Pagina 38

Anteprima estate ‘11 Pagina 40

Rassegne culinarie ‘11 Pagina 41

Anteprima inverno ’11/12 Pagina 42

Visto & sentito Estate | ALPE 3


Seguendo la croce: Processione sullo Sciliar.

Più vicini a Dio La famosissima Sagra dello Sciliar, festeggiata ad agosto, rappresenta una tradizione degli abitanti di Fiè, ormai apprezzata da numerosi ospiti, provenienti da ogni dove, nonché una lieta occasione per incontrare nuovi e vecchi amici. Ecco un’immagine suggestiva della sagra del 2010. Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

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lla vigilia della festa, il leggendario Rifugio Bolzano è pervaso da un’atmosfera di gioiosa attesa: mentre i proprietari Silvia e Harald Gasser s’occupano degli ultimi preparativi insieme al loro solerte team, gli ospiti sopraggiungono a poco a poco, esausti per l’ascensione, ma felici. Il tramonto affascina un gruppo di turisti giapponesi, desiderosi d’immortalare gli incantevoli ed emozionanti colori che avvolgono il Catinaccio. Anche il “parroco dello Sciliar” Josef Profanter è già arrivato e sta definendo gli ultimi dettagli per la Messa con il sagrestano Richard Mahlknecht, per poi concludere piacevolmente la serata con gli amici giunti dalla Val Pusteria, con una merenda e un buon bicchiere di vino. Nella grande sala da pranzo risuona un’invitante musica: numerosi strumenti cominciano ad accompagnare in tutta spontaneità fisarmonica e tromba, mentre l’atmosfera festosa fa scendere in pista gli appassionati di ballo, incitati dal coro dei restanti ospiti. Alle 22, il Rifugio Bolzano è già avvolto dal silenzio, sebbene in questa particolare occasione ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che si spengano tutte le luci. Coloro che riescono a riposare un paio d’ore, nonostante le basse temperature alpine e l’altitudine (2.400 m s.l.m.), possono ritenersi fortunati. A partire dalle 5.30, il Rifugio Bolzano è nuovamente in fermento: gli appassionati di montagna si mettono in cammino, impazienti di godersi un’alba indimenticabile, mentre in cucina sono già tutti all’opera. Durante la ricca colazione, gli ospiti possono ammirare un panorama a 360° su cime e picchi dolomitici, tra cui Catinaccio, Corno Bianco e Corno Nero. Klara, la moglie del sagrestano, sistema un’ultima volta il grembiule blu di Padre Sepp, prima che raggiunga la cappella. Ora, questa splendida domenica all’insegna della tradizionale Sagra dello Sciliar può finalmente avere inizio!

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Una montagna simbolo Lo Sciliar è la montagna simbolo dell’Alto Adige, che svetta su gran parte della regione, ed è contraddistinto da un inconfondibile profilo e da un’altitudine di 2.500 m, che lo rendono visibile da molto lontano. In quest’area, l’orogenesi delle famose Dolomiti risulta estremamente particolare: lo Sciliar è una barriera corallina pietrificata, formatasi dal connubio di banchi di coralli, che hanno dato vita alle rocce, e violente eruzioni vulcaniche, avvenute sotto la superficie dell’esteso mare primordiale. Ecco cos’ha portato a formazioni rocciose così contrastanti ed è proprio il ricco avvicendarsi di paesaggi differenti a costituire il fascino principale di questa cima. Sopra a Fiè, s’innalzano le pallide pareti di dolomia dello Sciliar, che da Siusi e Castelrotto spicca tra le Dolomiti occidentali come un duplice e imponente massiccio, composto da Punta Santner e Punta Euringer. Da secoli, lo Sciliar ammalia coloro che si trovano al suo cospetto, in ogni stagione e momento del giorno, avvolto dalle nubi o dalla nebbia, nel lucente splendore del sole o al crepuscolo.

Il Rifugio Bolzano Il Rifugio Bolzano vanta una grande tradizione all’interno del Club Alpino Italiano e, inoltre, da metà giugno a inizio ottobre, è il punto d’incontro di amanti della montagna, provenienti da tutto il mondo, che qui hanno a disposizione circa 100 posti letto. Se dal Rifugio Bolzano la croce di vetta è facilmente raggiungibile, in circa 20 minuti, quando il cielo è limpido, Cima Petz (2.563 m) schiude un panorama indimenticabile, che raggiunge il Gruppo Ortles-Cevedale, così come le più lontane vette dolomitiche di Pelmo e Civetta. Una particolare attenzione va rivolta anche alle incantevoli piante d’alta quota e artiche, che crescono sugli alpeggi dello Sciliar: armerie alpine (streghe dello Sciliar), primule, stelle alpine, papaveri alpini retici e numerose specie di genziane.

In onore di San Cassiano vengono suonate le campane che invitano alla preghiera.

Frattanto, a valle, un paio di abitanti di Fiè intraprendono la faticosa ascensione lungo il ripido Sentiero Prügelsteig, attraverso la Gola dello Sciliar, raccogliendosi in riflessione intorno ai crocifissi situati ai margini del sentiero e facendo il pieno d’energie presso Malga Sessel. Poco dopo, alla croce di vetta “Schrotten”, i fedeli si riuniscono intorno al “Movimento degli uomini cattolici,” per partecipare alla processione al seguito della croce, umilmente portata da Paul, di Maso Moar. Il gruppo in preghiera viene accolto dai rintocchi delle campane e dalla fresca brezza che aleggia sulla Cappella di San Cassiano: in questo meraviglioso anfiteatro naturale si riunisce una numerosa comunità, desiderosa di lodare e ringraziare il Signore. “Sullo Sciliar siamo un po’ più vicini a Dio e possiamo dimenticare le preoccupazioni quotidiane”, spiega Padre Josef Profanter, che ogni anno dal 1980 celebra la “Schlernkirchtig” (Sagra dello Sciliar) insieme agli abitanti di Fiè. Infine, il sottofondo musicale è a cura dei Völser Böhmische e dei loro amici della città gemellata di Friedberg, in Baviera, che, da decenni, partecipano sempre numerosi alla Sagra dello Sciliar. Il 13 agosto, la “Kaschestog” (Festa di San Cassiano) è dedicata alla commemorazione di San Cassiano, martire durante le persecuzioni dei cristiani (intorno al 304), a Imola. La cappella sullo Sciliar, la cui sagra annuale, da generazioni, viene festeggiata il sabato precedente a questa data, è consacrata al leggendario primo Vescovo di Sabiona, così come a San Cassiano e alla Madonna. Questa chiesetta venne costruita intorno al 1797 per volontà di Maria Kritzinger, di Maso Deimlhof, a Umes, in segno di gratitudine per la salvezza del bestiame dello Sciliar. Durante l’omelia, il “parroco dello Sciliar” dimostra il suo affetto per la montagna simbolo dell’Alto Adige, ricordando l’importanza dei suoi alpeggi, che da tempi im- »

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I sentieri dello Sciliar Numerosi sentieri, in parte risalenti a molti secoli fa, consentono di raggiungere lo Sciliar, partendo da Fiè, Siusi, Castelrotto e dall’Alpe di Siusi (Sentiero dei Turisti o Touristensteig). Inoltre, l’altipiano dello Sciliar è raggiungibile anche da Tires. (Nell’estate 2011, gran parte del sentiero che attraversa la Gola dello Sciliar, sul versante di Fiè, è stato chiuso per un capillare risanamento. Pertanto, vi preghiamo d’informarvi, prima di scegliere il vostro tour!) > Fiè di Sopra - Laghetto di Fiè Malga Tuff - Peter Frag - Malga Sessel - Rifugio Bolzano - Petz: lunga ascensione (circa 5 ore), che con 1.000 m di dislivello collega Fiè al punto più in quota dell’altipiano dello Sciliar. Livello di difficoltà: medio, ma la lunghezza rende il tour particolarmente faticoso. > Fiè - Umes - Malga Hofer Sentiero Schäufelesteig Rifugio Bolzano: il percorso lungo il sentiero Schäufelesteig è molto ripido e richiede esperienza e passo sicuro, soprattutto durante la discesa. Durata dell’escursione: circa 5 ore. Possibile discesa lungo il sentiero Knüppelsteig. Tour riservato ad alpinisti esperti!

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>U mes - Rifugio Monte Cavone Croda del Maglio - Sella Monte Cavaccio - Rifugio Bolzano: il percorso richiede passo sicuro ed è riservato a coloro che non soffrono di vertigini. Ascensione faticosa e in parte difficile. Durata dell’escursione: circa 5 ore. >A ica di Fiè (Schönblick) sentiero nº 7 al di sotto di Croda del Maglio - Peter Frag Malga Sessel - Rifugio Bolzano: percorso impegnativo, che richiede passo sicuro. Durata dell’escursione: circa 3 ore.

> Siusi - Bad Ratzes Malga Prossliner - Malga Saltner - Rifugio Bolzano: percorso faticoso e talvolta difficile. Durata dell’escursione: circa 4,5 ore. > Siusi - Malghetta Sciliar - Rifugio Bolzano. Ritorno attraverso Malga Saltner e Malga Prossliner: percorso impegnativo e piuttosto ripido. Durata dell’escursione: circa 4,5 ore. > Compaccio - Panorama Forcella dei Denti di Terrarossa Rifugio Alpe di Tires - Cima di Terrarossa - Rifugio Bolzano: meraviglioso sentiero panoramico molto impegnativo. Durata dell’escursione: circa 4 ore.

> Compaccio (o stazione a monte dello Spitzbühel) - Malga Saltner Rifugio Bolzano (il cosiddetto Sentiero dei Turisti). Durata dell’escursione: circa 3 ore. Dislivello: 600 m. Discesa verso Fiè: Malga Sessel - romantica e incontaminata Gola dello Sciliar - Malga Tuff - Laghetto di Fiè. Durata dell’escursione: circa 3 ore. Dislivello: 1.420 m. > Lavina Bianca - Orsara Valle di Ciamin - Aichnerstall San Cassiano - Rifugio Bolzano: percorso difficile, che richiede passo sicuro. Durata dell’escursione: circa 3 ore.


Il Rifugio Bolzano a 2.457 metri s.l.m. offre una meravigliosa veduta sulle Dolomiti (sopra) e del Catinaccio, la montagna di Re Laurino (sotto).

memori vengono utilizzati dagli agricoltori di Fiè come pascoli. Josef Profanter, dall’altare accuratamente decorato con fiori d’alpeggio e candele, parla anche degli antichi luoghi di culto, risalenti al periodo precristiano: sullo Sciliar, infatti, venivano offerti sacrifici a Dio. Oggi, il parroco accoglie le preghiere di agricoltori e pastori e invoca la protezione degli animali al pascolo, che partecipano facendo risuonare i loro campanacci. Nel contempo, vengono menzionati alcuni particolari anniversari, considerati un dono di Dio e fonte di gioia: i 35 anni della famiglia Gasser al Rifugio Bolzano, i 125 anni del rifugio stesso e i 25 anni di Richard Mahlknecht, in veste di sagrestano durante la Sagra dello Sciliar. Al termine della messa, il parroco dedica un piccolo pensiero al cordiale team del Rifugio Bolzano, che tra pochi minuti sarà molto indaffarato, poiché sta per concludersi la parte religiosa della sagra. Dopo 10 minuti d’ascensione, l’allegra compagnia raggiunge il Rifugio Bolzano, dove la attendono i tipici krapfen preparati in occasione della sagra e ogni sorta di specialità locali. Davanti e all’interno dell’edificio si festeggia, mangia, beve e suona, all’insegna del divertimento. Mentre sedie e panche sono affollate, davanti alla cucina si riunisce un ampio gruppo d’ospiti, per brindare insieme ad Harald e alla sua raggiante Silvia. “Grazie alla vivace partecipazione di molti abitanti di Fiè e di amici fedeli, provenienti da vicino e lontano, riusciamo sempre a organizzare una meravigliosa festa”, sorride Silvia. “Questo è possibile solo grazie alle numerose persone che stanno al nostro fianco, contribuendo all’impeccabile riuscita di questa giornata.” E poi, quando il sole risplende sul Rifugio Bolzano, proprio come oggi, possiamo vivere davvero un “momento perfetto”! Lentamente, gli escursionisti cominciano a dirigersi verso casa: talvolta, la discesa pomeridiana può richiedere più tempo del necessario, poiché in questa particolare occasione è doveroso concedersi ancora una sosta presso i rifugi e le malghe che sorgono lungo il sentiero, per degustare krapfen, vino e grappa. Dopotutto, la sagra si festeggia solo una volta all’anno e una cosa è certa: numerosi ospiti vi prenderanno nuovamente parte! «

Preghiera per la custodia di natura, persone e animali.


Pecore in libertà

Le avventure di Maso Wiedner: Paul e il suo gregge

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aul non ha bisogno di chiamare le sue pecore: per vederle avvicinarsi lentamente, belando da ogni dove, è sufficiente che faccia dondolare un secchio pieno di sale. “Non è sempre così”, spiega l’agricoltore di Maso Wiedner, cui appartiene il pascolo vicino alla malga, “ma con l’arrivo del maltempo e dopo le nevicate in montagna, le pecore preferiscono pascolare quaggiù.” In questa zona alle falde delle bizzarre formazioni dei Denti di Terrarossa, dove s’estendono i prati rocciosi del dolce paesaggio collinare dell’Alpe di Siusi, che raggiungono i ripidi pendii del massiccio dello Sciliar, una recinzione e il letto di un ruscello, ricoperto di detriti, separano il pascolo degli ovini da quello dei bovini.

Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

Alla ricerca delle pecore. Ogni sera, dopo il lavoro a Maso Wiedner, Paul sale sul suo fuoristrada per raggiungere l’Alpe e badare al bestiame: cavalli, mucche, vitelli e 40 pecore, che spesso gli riservano la spiacevole sorpresa di “sparire” dalla sua vista e non riesce a scorgerne nessuna, nemmeno con il cannocchiale. “Così, devo andare a cercarle sui pendii dello Sciliar o ovunque possano essere andate”, racconta. Con il bel tempo, infatti, le pecore si dirigono sempre in quota, guidate dai capogregge, che solitamente sono le “più sagge” e pertanto provviste di campanacci, così che Paul possa sentirle da lontano. Spesso d’estate, a tarda ora, deve salire sullo Sciliar o scendere fino all’omonima Malghetta per andare a recuperare il suo piccolo gregge, normalmente in buona salute, poiché in caso di temporale o di freddo improvviso è solito radunarsi al riparo. Raramente, gli animali vengono colpiti dai fulmini, essendo abili scalatori. Talvolta, però, capita che una pecora si ferisca a una zampa: Paul la deve quindi bloccare con una fasciatura, così da consentirle di “continuare a camminare”, dice laconico. Quando un animale s’ammala di polmonite, invece, rimane nella stalla, dove Paul se ne prende cura fino alla sua completa guarigione.

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Diritti di pascolo. Le pecore pascolano sui prati comunali insieme al bestiame da latte (di agricoltori autorizzati) e, se oggi questo non rappresenta più un problema, alcuni decenni fa era completamente diverso. Non appena una pecora oltrepassava il confine del pascolo comunale, infatti, il Saltner (il custode dei vigneti) lo comunicava tempestivamente e così Paul andava subito a riprenderla. Quando le pecore si smarrivano sui pascoli dello Sciliar, invece, gli agricoltori di Tires le conducevano a valle e lui doveva andare a liberarle. Ora, dimenticate queste diatribe, i pascoli sono finalmente a disposizione di tutti gli animali e le guardie forestali si dimostrano perfino riconoscenti con le sue pecore che, mangiando la lunga erba che cresce sui ripidi pendii, contribuiscono a ridurre il rischio di slavine. Paul, con i suoi 60 anni, è ancora snello, agile e in forma: sembra proprio che prendersi cura del gregge sia un toccasana, anche se, come proprietario di un grande maso, non avrebbe bisogno di quest’ulteriore impegno. “Ah”, sospira, “il mio segreto è l’amore per le pecore: ne avevo alcune già da ragazzo.” Pecore alpine tirolesi. Solo le pecore alpine tirolesi accendono la passione di Paul per l’allevamento: una razza resistente, adatta ai pendii rocciosi in quota e contraddistinta da passo sicuro e notevole altezza, nonché facilmente riconoscibile grazie al muso arcuato, la cosiddetta canna nasale, al manto bianco e ondulato, alle orecchie penzolanti e agli zoccoli duri. Inoltre, del suo gregge fanno parte alcune pecore alpine di colore marrone-nero e un’alpina della Val di Funes, chiamata anche pecora con gli occhiali, per via delle macchie scure intorno agli occhi. “L’allevamento d’ovini è nuovamente in crescita: i consorzi d’allevatori organizzano esposizioni e premiano i capi più belli, destando in ognuno il desiderio d’eccellere”, racconta Paul. Le “soffici” pecore che si stringono intorno a Paul, tra cui alcune femmine che stanno allattando i loro »


„Il mio segreto è l’amore per le pecore“: Il suo gregge in estate lo mantiene fresco e giovane.

Pecore di montagna autentiche.

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Paul del Maso Wiedner: La sua passione per le pecore è da sempre.

agnellini, offrono un’idilliaca immagine di pace, improvvisamente interrotta da un forte rumore straziante e sordo: bumm, bumm… Due maschi si stanno “prendendo a testate” con violenza, per poi voltarsi di nuovo rappacificati. Si è trattato solo di un’inoffensiva schermaglia, mi rivela Paul per placare il mio spavento, tuttavia, spesso accade che i maschi si feriscano al ventre e un simile incidente può provocare la lacerazione della milza. Volpi, aquile e marmotte. È più facile sopportare una tale perdita, di quelle provocate dall’astuzia delle volpi, “il più acerrimo nemico delle pecore”, come le definisce Paul, poiché gli hanno già sottratto numerosi agnelli, senza considerare quelli caduti vittima delle aquile che nidificano sulle pareti dello Sciliar. Una volta, ha assistito all’attacco di un’aquila che, dopo aver spinto uno dei suoi agnelli fino al precipizio, l’ha afferrato con i suoi affilati artigli e portato via con sé. Con il passare degli anni, Paul è diventato più scaltro: “Le aquile preferiscono le marmotte, così, quando queste vanno in letargo, per le mie pecore arriva il momento di tornare a valle”, spiega. Nel suo maso, possono continuare a pascolare fino alla caduta della prima neve, per poi trascor-

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rere l’inverno nella stalla o in un recinto all’aperto. Prima, però, devono lasciarsi tosare: Paul taglia personalmente il loro manto arruffato, più per motivi igienici, che per denaro. “Oggi, nessuno è più interessato all’acquisto della lana e devo smaltirla, a pagamento, presso il centro di riciclaggio!”, borbotta. Carne genuina. Le aste organizzate a Bolzano, invece, sono un’occasione di guadagno, soprattutto quando vi partecipano i commercianti italiani, che sanno apprezzare la genuinità della carne delle pecore cresciute in alpeggio. Se la richiesta d’agnelli aumenta nel periodo di Natale e Pasqua, a casa di Paul, invece, il menù prevede sempre la carne ovina, così come le salsicce fatte da lui. “Sono squisite…”, rivela con l’acquolina in bocca. In primavera, le pecore pascolano intorno al maso, finché Paul non le porta a Ratzes, un’alta valle dietro a Siusi, dove le lascia in libertà. Lentamente, al ritmo della vegetazione che si risveglia e placa il loro appetito, pascolano dirette in quota, sempre sotto lo stretto controllo di Paul, finché all’inizio di giugno raggiungono l’Alpe di Siusi, dirigendosi con sicurezza a Maso Wiedner, dove sanno che lui le aspetta con il loro squisito sale. «


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Gioco di luce e d’ombra sulla punta Santner.

Punta Santner: una meridiana naturale L’aguzza Punta Santner, che svetta sulla località di Siusi, è uno dei simboli dell’Alto Adige. Per molti secoli, questo picco dello Sciliar, ben visibile in lontananza, è stato un importante e preciso orologio.

I dintorni di Siusi custodiscono numerosi luoghi di culto risalenti all’Età del Bronzo e del Ferro, facilmente individuabili grazie al profilo dell’ombra di Punta Santner, che si riflette sulla circostante area relativamente pianeggiante: una posizione molto vantaggiosa per una zona alpina. Nei mesi invernali, questo fenomeno è ben visibile dalle Rovine di Castelvecchio e di Castel Salego. Già l’esperto di folclore Karl Felix Wolff menzionò in un saggio sulle leggende dello Sciliar l’esistenza di un’ “ombra in movimento”, individuando per la prima volta una connessione diretta con il percorso dell’ombra di Punta Santner. Le ombre in trasformazione rispondono a un’antichissima legge d’azione e reazione, un gioco reciproco di luce e buio, che aveva senso e importanza solo per coloro che vivevano vicino al Bosco di Hauenstein, la “zona d’ombra” di Punta Santner. Il percorso del sole sopra a Punta Santner rappresenta uno “strumento” per calcolare il tempo anche per gli abitanti di San Valentino, Gschlier, Ronco e Siusi, che sorgono su un pendio assolato. I masi illuminati dal sole sopra a Siusi conoscono l’importanza della posizione di quest’astro, che risulta particolarmente evidente a Maso Ausserlanziner Hof, a Telfen, poiché sorge vicino alla linea

d’ombra del solstizio d’inverno. Nel suo percorso quotidiano, il sole tramonta su Punta Santner, attraversandola, per poi risplendere nuovamente alto nel cielo durante i giorni successivi, con l’inizio del nuovo anno solare. In queste giornate intorno al 22 dicembre, le più brevi dell’anno, l’ombra di Punta Santner raggiunge, per due o tre giorni, il tavolo della Stube di Maso Ausserlanziner Hof, annunciando così l’imminente arrivo del capodanno.

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er calcolare il trascorrere del tempo, gli uomini dell’Età del Bronzo impiegavano imponenti menhir, la cui ombra consentiva d’individuare con precisione giorno e ora. Gli Antichi Egizi, invece, consacravano obelischi al Dio del Sole: come non pensare, ad esempio, all’affascinante opera d’arte che svetta in Piazza San Pietro, a Roma?! Nelle regioni dell’arco alpino, le montagne non sono utili solo per dispensare ombra, bensì spesso venivano anche impiegate per misurare il tempo: alcune famose cime, infatti, hanno nomi come Punta di Mezzodì, Cima Dodici, Cima Undici o Cima Una.

Il medesimo fenomeno si verifica anche a Maso Formsun e a Maso Marmsolerhof, che sorgono nella cosiddetta Val di Mezdì, la cui conca artificiale presenta un perfetto allineamento nord-sud. Il giorno del solstizio d’inverno, alle ore 12 (vera ora locale), si vede il sole passare su Punta Santner (non a caso, i nomi di entrambi i masi contengono le sillabe “SUN” e “SOL”.) Anche la sporgenza rocciosa presso l’antico luogo sacro di San Vigilio è un punto d’osservazione astronomica di primo livello. Il 21 marzo e il 21 settembre, nelle vicinanze della chiesa del paese, è possibile osservare l’equinozio (dal latino “notte uguale ‘al giorno’”) di primavera e autunno, a seconda che il sole sorga o tramonti su Punta Santner: un evento che segna l’arrivo di un’importante giornata pagana. San Vigilio è strettamente collegato al Rungger Egg, un luogo energetico e di culto dell’Età del Ferro, che l’ombra di Punta Santner sfiora il giorno del solstizio d’inverno, a mezzogiorno. Sul nostro calendario solare manca solo l’indicazione del solstizio d’estate, che è possibile osservare all’alba del 21 giugno, sulle Rovine di Castelvecchio e di Castel Salego, e risulta particolarmente suggestivo anche da Laranza e San Valentino. I boschi e le colline intorno a Siusi custodiscono innumerevoli luoghi energetici e di culto, che meritano d’essere scoperti e soprattutto tutelati. «

Testo e foto: Michael Trocker

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Der Herbst lockt mit satten Farben und süßen Früchten.

Tagusa, una delle dodici frazioni del Comune di Castelrotto, è un piccolo paese agricolo, meta o punto di partenza d’indimenticabili escursioni. Questa località, immersa tra i prati, offre ai suoi ospiti un idilliaco e tranquillo rifugio, lontano dal mondo: un paesaggio antropizzato, proprio come quelli ritratti dalle fotografie del passato.

IMMAGINI DA CARTOLINA » L’

Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier

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espressione “in capo al mondo” è il primo pensiero di tutti coloro che raggiungono il borgo di Tagusa, che sorge a 900 m s.l.m., immerso tra prati e boschi, su un altipiano che domina la sottostante Valle Isarco. Il paesaggio è caratterizzato da alcuni masi, sparsi qua e là, e dal piccolo centro del paese. Inoltre, sul limitare di Tagusa sorge la chiesa romanica di Santa Maddalena, nelle cui immediate vicinanze è possibile ammirare l’antica canonica, contraddistinta da una magnifica porta intagliata nel legno, in stile classico.

Di fronte a quest’edificio sorge il Museo della scuola, l’unica attrazione ufficiale di Tagusa, frequentata, fino al 1993, dai bambini del paese e dei dintorni. Tutte e cinque le classi erano collocate insieme in un’unica aula dell’edificio che, oggi, rappresenta un pezzo di storia altoatesina. L’anziana bidella Paula Malfertheiner è la vera anima del museo, presso cui ha frequentato la scuola, nonché una collezionista di libri, quaderni e materiale didattico storico, che finalmente è lieta di mostrare ai visitatori, offrendo loro un’immagine dei tempi passati. I banchi


di scuola, proprio come allora, sono perfettamente allineati e carichi di quaderni, lavagnette e libri antichi, che diffondono nell’aria quell’inconfondibile profumo di carta, inchiostro e gesso. Grazie a quest’atmosfera i visitatori possono facilmente immaginare la vita quotidiana di 46 bambini, la maggior parte dei quali ha frequentato questa scuola negli anni cinquanta del 20° secolo. “In estate, numerose famiglie in visita con i loro figli ammirano con interesse ogni singolo dettaglio, per poi pormi numerose domande, desiderosi di sapere come si

svolgevano le lezioni con tutti i bambini riuniti in un’unica aula”, rivela Paula. Inoltre, le piace raccontare aneddoti dei suoi anni di scuola a Tagusa o dei diversi docenti, che talvolta vi arrivavano a piedi, anche da molto lontano. Quando il tempo è bello, Paula dispone tavoli e panche in giardino, per consentire alle famiglie d’intrattenersi all’aperto con i loro cesti da pic-nic. Tranquillità a 360°. Sono anni ormai che a Tagusa non c’è più nemmeno un albergo: al centro »

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A Tagusa sembra che il tempo si sia fermato.

Escursioni consigliate Da Castelrotto a Tagusa: dalla piazza centrale di Castelrotto, percorrete via Bühl (sentiero nº 10), oltrepassando la Residenza Unterpray e il suo meraviglioso giardino coltivato, fino a raggiungere il rio Föstl. Da qui, proseguite fino a Elendmüller (nº 2) e, percorrendo il Katzenleiter (nº 2), un sentiero leggermente ripido, chiamato anche “scala dei gatti”, raggiungerete la palude Radlmoos, per poi seguire l’ombreggiato sentiero nel bosco in direzione di Tagusa. Durata dell’escursione: 1,5 ore Da Castelrotto a Tagusa, lungo il rio Brembach: partendo da via Bühl, nel centro del paese, seguite il sentiero nº 10 fino al rio Föstlbach, procedendo poi in direzione di San Michele (nº 10). Quest’antico sentiero lastricato, immerso tra i boschi, vi consente d’ammirare un tipico steccato altoatesino in legno con rami intrecciati, incantevoli e antichi muri a secco e la Residenza Lafay, prima di terminare presso il Bremicher Platzl, da cui procederete verso destra, oltrepassando l’antico Maso Lafogler. Nei pressi del Ristoro Sabina, seguite il sentiero nº 2 A fino a Maso Tamines, per poi raggiungere Tagusa lungo un ombreggiato percorso nel bosco. Durata dell’escursione: 2 ore Escursione a Castel Forte: una meravigliosa fortezza altoatesina, che offre numerose visi­te guidate al giorno. Per raggiungere Castel Forte da Castelrotto, avete due possibilità: la strada secondaria, che dopo Ponte Gardena scende in Valle Isarco e poco al di sotto di Castelrotto devia in direzione di Tagusa. Dopo l’Albergo Lieg, il sentiero escursionistico (nº 1 e successivamente nº 2) svolta in direzione di Castel Forte. Poco prima di Tagusa, presso la croce “Steffener Kreuz”, il sentiero escursionistico nº 2 raggiunge Castel Forte. Da qui potrete successivamente dirigervi a Ponte Gardena e fare ritorno nell’area dello Sciliar con l’autobus di linea. Durata dell’escursione: 1,5 ore (circa 3 ore, partendo da Castelrotto). Museo della scuola: lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 10 alle 16, fino al 1 novembre. Castel Forte: aperto fino a fine ottobre, con la possibilità di partecipare a numerose visite guidate giornaliere. Per maggiori informazioni, telefonate allo 0471 654 401. Possibilità di sosta: Albergo Lieg Ristoro Sabine Maso Tomines (Presso le Associazioni Turistiche, troverete le informazioni circa gli orari d’apertura delle possibilità di sosta indicate e le corse del busnavetta.)

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Escursioni Culinarie del paese spicca solo una grande e antica fontana, accanto alla quale sorge la caserma dei Vigili del Fuoco, immancabile persino nel più piccolo borgo altoatesino e che qui, lontano da Castelrotto, trasmette agli abitanti una sensazione di sicurezza. Le galline girano libere per il paese, sotto lo sguardo vigile di un fiero gallo, mentre i numerosi gatti sembrano appartenere semplicemente a tutti gli abitanti. In questa tranquilla località nessun rumore disturba la contemplazione della vita, lontana dalla frenesia del mondo. Le persone sono cortesi, ma riservate: vivono in “santa pace”, trasmettendo la sensazione di non voler fare cambio con nessuno. I pochi turisti che alloggiano nei

masi, grazie alla formula “Vacanze in agriturismo”, sembrano proprio alla ricerca di quest’idillio: un tranquillo rifugio, tipico dei film nostalgici o delle cartoline. Cercatori di funghi. Talvolta, sul finire dell’estate, fa irruzione a Tagusa una “folla” di cercatori di funghi, che si nascondono nel bosco al di sopra del paese, per sottrarsi allo sguardo severo delle guardie forestali e dedicarsi alla loro passione. “Andare a funghi” crea una sorta di dipendenza, ridestando nell’uomo l’antico istinto di cercare sostentamento tra le ricchezze della natura: sembra l’unica spiegazione per quest’assalto! «

Festa dei sensi all’Alpe di Siusi e dintorni La primavera e l’autunno invitano, grazie alla loro gamma infinita di colori e ai piaceri della tavola – erbe, canederli e strudel, per non dimenticare le castagne a fare delle escursioni culinarie. Potete scegliere, la gamma è ampia; va dall’escursione e sosta presso un’osteria locale con merenda tirolese ad un’escursione con corso di cucina. Una vera festa dei sensi.

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Mountain Ai piedi degli spettacolari Denti di Terrarossa.

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L’ascesa impegnativa viene premiata da splendide vedute.

A

partire dall’estate 2011 l’area vacanze Alpe di Siusi si presenta assieme all’area vacanze Val Gardena come paradiso per gli amanti della mountain bike circondato dal meraviglioso panorama delle Dolomiti. Una nuova brochure offre 33 proposte di tour per mountain bike sopra e attorno al più

grande altipiano d’Europa. La brochure, gratuita, contenente la mappa dei tour, i Roadbook e una descrizione dettagliata dei percorsi può essere ritirata presso gli uffici informazioni e locali. Inoltre, sempre presso gli uffici informazione è possibile acquistare una pratica e maneggevole guida – corredata di cartina topografica di tutti e 33 i tour.

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bike a 360° Ecco il nostro tour del momento „Rifugio Alpe di Tires“ Uno dei tour più belli, che offre tutto e molto di più agli appassionati della mountain bike. Una lunga e varia ascesa di quasi 2.000 metri di dislivello, che offre un’ascesa impegnativa anche per i più esperti e ampie possibilità di ristoro in alcune delle malghe più belle della regione. L’obiettivo è il Rifugio Alpe di Tires, uno dei rifugi posizionati più in alto e raggiungibile in mountain bike che si trova ai piedi degli spettacolari Denti di Terrrarossa. E una discesa impegnativa dal punto di vista tecnico, che soprattutto nella seconda parte vi attende con alcuni tratti ardui, adatti a gli amanti della tecnica di guida. Un tour da sogno per coloro che sono molto preparati sia fisicamente, che da un punto di vista tecnico! Partendo dall’Associazione turistica di Siusi e percorrendo i primi chilometri che portano all’infopoint di San Valentino e alla strada panoramica che porta alla località Wasserebene, questi primi chilometri possono essere utilizzati come riscaldamento. Poi vi è l’ascesa impegnativa che porta a Schafstall: A 200 m di dislivello più in alto la strada

da Marinzen a Gstatsch è super scorrevole. Di qui si parte con un tratto di allenamento. Per i prossimi 250 metri di dislivello si pedala sulla strada dell’Alpe di Siusi, chiusa al traffico, dalle ore 9, fino al parcheggio. Non vi è qui un altro ragionevole tracciato. Dal parcheggio Spitzbühel il tour diventa nuovamente più ripido; con una media di 15% di dislivello vi è una stretta strada asfaltata che porta alla stazione a monte della seggiovia Spitzbühel. La baita omonima troneggia come un falco sulla valle. Dalla terrazza la punta Santner, che rappresenta il finale dello Sciliar su nord – ovest appare tanto vicina come se si potesse toccare con un dito. A partire da Spitzbühel inizia la maratona panoramica e di baite, malghe e rifugi all’Alpe di Siusi. Sulla strada che porta davanti alla Baita Laurin, all’Alpenhotel Panorama, Baita Rosa Alpina, Rifugio Molignon e la Chiesetta del Dialer l’Alpe di Siusi e le vette che la circondano non finiscono di stupire: Sasso Lungo, Sasso Piatto, Marmolada, Gruppo del Sella, Sas Rigais, Le Odle, i Denti di »

Testo e foto: Gunnar Diepenbruck

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Ulteriori tour Marinzen Tour di media difficoltà con panorama magnifico. Percorso totale: 18,98 km Dislivello: 227 m (in salita) 1.070 m (in discesa) Durata: 2 ore circa Sciliar e Croda del Maglio Tour magnifico da un punto di vista paesaggistico e alquanto impegnativo: Percorso totale 31,15 km Dislivello: 1.416 m Durata: 3 ore circa

Terrarossa, lo Sciliar e la Punta Santner. Quando fa bello lo sguardo vola ancora oltre, ad esempio fino alle Alpi dello Zillertal e dello Stubai in Austria e fino all’Ortles. 300 metri di dislivello restano ancora tra la Chiesetta del Dialer fino al Rifugio Alpe di Tires. L’ascesa è alquanto ripida. Alcuni lunghi tratti presentano una pendenza pari al 20% e questo in un momento in cui il biker ha già fatto moltissimi metri di dislivello. Ma anche se è necessario sostare un po’ il Rifugio Alpe di Tires, val la pena di una visita. Questo

Poco al di sotto di Compaccio, all’altezza dell’albergo Zorzi vi è un sentiero che porta in direzione del parcheggio Spitzbühel. Dopo la Malga Jaggl, questo sentiero si trasforma in puro divertimento per i biker, che li porta direttamente al parcheggio di Spitzbühel. E qui sono nuovamente gli esperti della tecnica di guida a “farla da padrone”. Lo single track in direzione di Gstatsch è stretto e impervio e in parte un antico sentiero per i carri. In caso di pioggia o se bagnato questo tratto è molto scivoloso.

Avventure che portano al meraviglioso paradiso.

Baita Laurin Tour intenso con splendida vista sulle Dolomiti. Percorso totale: 30,24 km Dislivello: 1.232 m Durata: 3 ore circa Denti di Terrarossa Tour difficile con panorami inebrianti. Percorso totale: 39,80 km Dislivello: 1.728 Durata: 4 ore circa Dolomite Wild WoMen Trek Avventura in mountain bike alquanto impegnativa per esperti. Percorso totale: 218,77 km Dislivello: 7.797 m Tempo di percorrenza: Tour di cinque giorni Maggiori informazioni: www.alpedisiusi.info www.mtb-dolomites.com

rifugio isolato e spettacolare ai piedi dei Denti di Terrarossa offre un magnifico panorama ad esempio verso il vicino Catinaccio. L’oste e la moglie sono persone di cuore e il cibo ottimo. E’ talmente bello lassù che invoglia anche a fermarsi di notte. E perché no? Sulla strada di ritorno su magnifici sentieri si scende in direzione Giogo Molignon; quando fa bello si po’ vedere fino alla Marmolada. Dalla Chiesetta Dialer vi è un sentiero panoramico che porta al Zallinger. Su sterrato e più avanti su una stretta strada asfaltata si arriva a Saltria, dove comincia l’ultima ascesa di questo tour: Su strada asfaltata si passa davanti all’amena Baita Rauch fino a Compaccio.

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Da Gstatsch il divertimento continua, un sentiero stretto e isolato giunge fino ai Bagni di Razzes. È solo all’altezza del torrente Frommer che si ricomincia, su strada sterrata nuovamente a respirare aria di “civiltà”. Al di sotto delle Rovine di Castelvecchio inizia un trail molto fluido, che termina presso il parcheggio della Cabinovia Alpe di Siusi. Di qui in pochi minuti si giunge nuovamente al punto di partenza ovvero presso l’Associazione turistica di Siusi. « Breve informazione Percorso totale: 46,58 km Dislivello: 2.139 m Durata: 5 ore circa


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Il Vostro nuovo supermercato Coop nel cuore di Castelrotto vi offre un‘ ampia offerta di prodotti di prima qualità. Unico nel suo genere è l’assortimento di delizie culinarie di contadini del luogo, di produzione biologica e del commercio equo e solidale. Al banco vendita ci sono Heinz, il mastro macellaio della conosciutissima Macelleria Silbernagl che vi offrirà dello speck tipico del luogo e la signora Helga, cuore ed anima del panificio-pasticceria Burgauner lo correderà col pane adatto lo “Schüttelbrot”. VeniteCi a trovare.

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A piedi nudi nel bosco delle streghe L’Alpe di Siusi e “l’avventuroso sentiero delle sorgenti delle streghe”

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Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

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uesto è un bosco davvero particolare”, rivela con voce appassionata Hans Mitterrutzner, che la scorsa estate ha realizzato un suggestivo sentiero, unico nel suo genere, attraverso il “Bosch Curasoa”, al di sopra dell’Albergo Rifugio Tirler di Saltria. L’intero percorso invita a camminare a piedi nudi, diverte grandi e piccini alla ricerca di tracce misteriose e attira l’attenzione sulla natura circostante, offrendo la possibilità di vivere esperienze indimenticabili, così come di rifugiarsi in idilliache oasi, lontane dal frastuono del mondo. Questo sentiero circolare lungo due chilometri, che inizia

e termina presso l’Albergo Rifugio Tirler e verrà ultimato quest’estate, è facile da percorrere, in parte anche con le carrozzine. Bosch Curasoa è un’espressone ladina che significa “bosco guaritore”: questo nome è dovuto a una sorgente sulfurea che sgorga nel mezzo della radura, cui da tempi immemori la popolazione locale attribuisce il potere di favorire la digestione, curare la pelle e rinforzare le articolazioni. Così, sono nate le mitiche leggende delle streghe che abitavano il “Bosch Curasoa”, dotate d’energie positive con cui erano liete di curare le malattie di persone e animali, ponendo un’unica condizione: nessuno avrebbe osato accedere al loro bosco e disturbarle. Purtroppo, la curiosità umana prevalse, allontanandole dalla loro dimora e meritando la vendetta: le streghe trasformarono, così, in sulfurea l’acqua delle sorgenti. Secondo Hans, queste sorgenti sulfuree sono proprio una delle particolarità del bosco, la cui armonia pervade la natura incontaminata, dove regnano tutti gli elementi, aleggiando su alberi avvolti da licheni, rocce ricoperte di muschio, radure assolate, un gorgogliante ruscello di montagna e sull’incomparabile ricchezza di flora e fauna. “E non da ultimo, la giovane strega Curandina, l’unica rimasta nel bosco, che in compagnia del suo saggio gufo indica il cammino agli escursionisti”, aggiunge Hans, destando una gran curiosità. Avventura sensoriale. “In numerose occasioni, ho notato che gli escursionisti non osservano il meraviglioso paesaggio che li circonda”, racconta Hannes Rabanser, il giovane gestore dell’Albergo Rifugio Tirler. Cresciuto in Val Gardena, Hannes è sempre stato un appassionato della natura e della sua energia primordiale: boschi, prati, ruscelli e rocce erano per lui un av- »


Una vera e propria festa dei sensi.

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Una strega?! Niente paura! Martha ama i bambini e la natura, sa fare incantesimi, trasformarsi in uno scoiattolo ed è amica di Harry Potter. Ma cos’è che proprio non piace alla strega di Castelrotto? ALPE. Sei una strega buona o cattiva? Strega Martha: Ho un cuore buono, ma a causa della mia natura, talvolta posso sembrare una strega cattiva. Dal profondo della mia anima desidero sempre il meglio per ognuno: non dovete avere paura di me! Abiti nel bosco? Non vivo proprio nel bosco e, sebbene sia il mio regno, vi trascorro solo il tempo libero, inoltrandomi nel cuore della natura, per respirare aria pura e parlare con gli alberi, gli uccelli e tutti gli animali, che incontro. Uno dei miei poteri magici consiste nel poter avvertire la bellezza del bosco ed è così incantevole… Hai tanti amici? Tutti i bambini sono miei amici, così come le persone altruiste e sempre alla ricerca

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di qualcosa. Sole, luna, stelle, nuvole, pioggia, neve, ghiaccio, brina, cielo, montagne, ruscelli, piante e animali sono miei amici, proprio come tutte le bellezze della natura. Solchi i cieli con la tua scopa? Ho più di una scopa su cui poter volare, ma solitamente le uso solo per le pulizie in casa. Volare richiede un’abilità particolare e spesso può risultare pericoloso. Sai fare incantesimi? Sì, ma le mie pozioni magiche non sono in vendita e non posso nemmeno utilizzarle a mio personale vantaggio, poiché altrimenti perderei ogni potere. Così, con la mia magia cerco solo di cambiare il mondo in cui vivo. Come si diventa una strega?

Streghe si nasce: è un “dono” ereditario. Esistono diverse streghe, a seconda dell’istinto che prevale in loro e che le guida. A tutte coloro che desiderano diventare streghe posso rivelare l’aspetto essenziale di questa vita: ascoltare sempre la propria voce interiore, fidandosi delle proprie sensazioni. Conosci Harry Potter? Naturalmente, e mi piace molto. Conosco ogni strega e mago, grandi e piccoli che siano. Sei in grado di trasformarti? Talvolta mi trasformo in uno scoiattolo, salto di ramo in ramo e gioco con i miei amici-scoiattoli sugli alberi: è divertente! Oppure mi trasformo in un’aquila per osservare il mondo dall’alto o in un istrice, così posso rizzare gli

aculei e proseguire coraggiosamente lungo la mia strada. Cosa ti rende triste? Le guerre e le persone che non riescono a capirsi, preferendo affrontarsi con le armi. Inoltre, sto male quando vedo qualcuno che viene deriso e soffro ancor di più di fronte alle persone che pretendono un’offerta o un aiuto dal prossimo, poiché secondo me la libertà è un valore essenziale. Cosa ti spaventa? Molte cose, ma non mi lascio mai vincere dalla paura. Qual è la tua fiaba preferita? Le favole che preferisco sono “La principessa sul pisello” e le storie di “La streghetta Zilly”.

Intervista: Elisabeth Augustin


La Strega Martha, racconta storie meravigliose.

venturoso parco giochi, che ha avuto la fortuna d’esplorare con ognuno dei suoi sensi, scoprendone l’immenso fascino. Ancora oggi, queste sensazioni sono vive nella sua memoria: ascoltare, odorare, assaporare, sfiorare, avvertire la vera essenza della natura e provare l’emozione di camminare a piedi nudi, lasciandosi pervadere dalla fresca energia sprigionata dal soffice terreno umido del bosco. Così, Hannes ebbe l’idea di creare “l’avventuroso sentiero delle sorgenti delle streghe” e la fortuna d’incontrare Hans Mitterrutzner, il partner ideale per la realizzazione del suo progetto.

Hans trascorre l’estate nel suo rifugio sull’Alpe ed è molto legato alla natura, oltre a possedere un gran talento artistico e creativo, con cui trasforma le condizioni ottimali offerte dal paesaggio in divertenti attrazioni. “Io collaboro con la natura, conferendole una maggiore forza scenica, così che tutti possano concentrarsi sulle sue bellezze, che scatenano nei bambini l’istinto esplorativo”, spiega. Il progetto sembra perfetto: “È incredibile, ma sono proprio i mezzi più semplici a entusiasmare grandi e piccini”, rivela Hans, felice del successo della sua opera. «

Nel Bosco delle Streghe: Avventura allo stato puro.

Escursioni con la strega Martha Martha affascina grandi e piccini con leggende, segreti della cucina delle streghe ed escursioni alla scoperta di luoghi magici. Inoltre, il suo programma estivo per le famiglie prevede un’escursione notturna “da brivido” a Castelrotto. Appuntamento con la strega Martha L’appuntamento per l’escursione notturna sul Colle è nella piazza centrale di Castelrotto dove, all’imbrunire, genitori e figli attendono emozionati la vera protagonista della loro serata speciale: quando arriva Martha? Eccola, finalmente, con il suo vestito nero da strega, un grembiule blu, un foulard rosso intorno al collo, uno zaino pieno di segreti e… un sorriso allegro, di cui nessun bambino può avere paura! Grandi e piccini, equipaggiati con una torcia elettrica, seguono la lanterna della strega Martha lungo una ripida strada in direzione del Colle di Castelrotto: la maggior parte delle persone non è abituata a camminare al buio e il bosco è davvero avvolto da un’oscurità spettrale, in cui risuonano voci misteriose… Così, alla scoperta dei suoni della natura e tenendo per mano i propri genitori, i bambini possono controllare da vicino la strega: non si sa mai… La festa delle streghe Il Colle schiude un meraviglioso panorama sullo Sciliar, da sempre la località preferita dalle streghe, avvolta dal mistero d’innumerevoli leggende sulle loro feste scatenate, che Martha conosce alla perfezione. Grandi e piccini ascoltano, come stregati, desiderando scoprire tutti i segreti di scope ed erbe officinali. La magia dell’Alpe di Siusi La strega Martha trascorre una “settimana in famiglia” alla scoperta dell’Alpe di Siusi, famosa per le sue località magiche, alla ricerca delle tracce delle streghe presso le omonime Panche, così come a Castel Presule. Dopo aver raccolto misteriose erbe aromatiche, i bambini potranno “trasformarle”, nella cucina dell’agricoltrice Marianna, ascoltando Martha che rivela le sue segretissime ricette. Attenti, però, non dovranno mai essere svelate! Testo: Barbara Pichler

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Maso Front

La „Stube“ e le mura raccontano di tempi lontani.

Sulle pendici di Aica di Fiè sorge il più grande maso storico dell’Alto Adige, costruito con blocchi di pietra: la meta ideale di tutti i buongustai e gli amanti della natura.

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Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

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li agricoltori s’accomodano nella loro Stube, vicino al crocifisso dove, nei decenni passati, hanno condiviso gioie e dolori con la loro numerosa famiglia. Johann Kompatscher e la moglie Elisabeth trasmettono una sensazione di tranquillità e soddisfazione: nonostante la grande fatica e i numerosi sacrifici, che comporta la vita in un maso di montagna, hanno conservato la freschezza tipica della gioventù. Il loro sguardo attento, che nel corso dell’intervista s’abbassa umilmente sugli antichi tavoli della Stube, testimonia la loro onestà e curiosità, espresse con parole appropriate, ma mai calcolate. Il destino, talvolta, non s’è dimostrato benevolo con Johann ed Elisabeth: solo cinque dei nove figli nati a Maso Front sono ancora in vita e, così, la famiglia, messa alla prova dal dolore, ha sempre cercato e trovato sostegno nella fede, poiché “È tutto ciò che può darci forza per superare le avversità”, spiega l’agricoltrice. Nonostante tutto, Johann ed Elisabeth non cambierebbero la loro vita con niente e nessuno. “Questo è tutto il nostro mondo”, afferma Johann. “Lavoriamo insieme al maso da tutta la vita e siamo felici.” Oggi, Maso Front possiede sette ettari di terreno coltivato e circa altri sei di bosco: Aica di Fiè è costellata dai suoi campi e occuparsene richiede molto tempo. La famiglia Kompatscher “convive” con dieci mucche, otto capi giovani, un paio di maiali e, naturalmente, allegre galline. I campi offrono patate, cavoli bianchi e rossi, così come ortaggi d’ogni genere, mentre lungo i ripidi pendii, un tempo, crescevano le viti. Un vitigno ricco d’uva e un tipico falcetto per la potatura contraddistinguono, infatti, lo stemma di famiglia, posto all’ingresso, attestando con tutta probabilità che il Front fu una grande tenuta vitivinicola. “Ma in tempi di bisogno, fu necessario incrementare la coltivazione dei cereali”, racconta l’anziano agricoltore, “e così, i vitigni vennero sostituiti da grano e frumento.”

Ora, Markus, giovane agricoltore ed esperto carpentiere, ha scoperto la sua passione per il vino, traendo così vantaggio dalle ottimali condizioni climatiche degli 800 m s.l.m. a cui sorge il maso, per coltivare nuovamente i vitigni, rendendo felice il padre con il suo entusiasmo e la sua ambizione. Nella cantina, Markus custodisce l’antica trebbiatrice, che ormai non viene più utilizzata, e i suoi vini: Zweigelt, Sylvaner e Pinot Nero. Un tempo, qui era collocato anche il torchio, sostituito ormai da anni da attrezzature più moderne. Il locale, che i viticoltori chiamano “Torggl”, è reso particolarmente suggestivo dalla sua volta ad arco a sesto acuto di oltre 5 m d’altezza, simile a quella di una cattedrale. “Probabilmente, nell’antichità, questo era un tribunale”, racconta Johann. “Invece, presso la famiglia Federer, i nostri vicini, si trovava il carcere”, aggiunge Elisabeth con tono misterioso, ricordando le manette. Si suppone che esistesse una relazione tra il Front e Castel Presule, che nel 16° secolo era la sede del capo del governo tirolese, ma finora non è stata trovata alcuna prova. Il Maso Front sorge tranquillo lungo un assolato pendio meridionale, ad Aica di Fiè, immerso in un suggestivo paesaggio di mezza montagna. Qui è possibile percorrere il Sentiero dei Masi “Oachner Höfeweg”, realizzato pochi anni fa, che offre agli escursionisti la possibilità di scoprire l’interessante paesaggio antropizzato, suggestivo in ogni stagione. Il maso, pregno di storia e menzionato per la prima volta in un documento del 1379, ha superato quasi indenne il trascorrere dei secoli: si tratta del più grande dell’Alto Adige conservatosi finora, costruito con blocchi di pietra. L’imponente facciata, larga 22 m, è visibile in lontananza, mentre le piccole finestre incorniciate e gli archi in pietra arenaria, che durante la bella stagione sono adornati da gerani bianchi e rossi, creano una suggestiva atmosfera mediterranea. Al primo piano, si trovano le camere da letto; a piano terra, invece, la Stube, la cucina e un ampio appartamento che »


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Il Maso Front è stato nominato per la prima volta nel 1379.

la famiglia Kompatscher affitta, soprattutto, agli ospiti che desiderano trascorrere un’autentica vacanza in un maso altoatesino, all’insegna di tranquillità, tradizione e natura. Quando la luce autunnale avvolge con la sua intensità le chiare pietre di Maso Front, i suoi abitanti si stringono sulla panca accanto alla stufa, immersi nell’accogliente atmosfera della grande Stube. Il Törggelen, un’antica tradizione altoatesina, invita a intraprendere un’escursione al cospetto della natura dorata che risplende sotto il limpido cielo, per poi concedersi una sosta presso

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uno dei masi lungo il sentiero. Tempo fa, in autunno, anche gli agricoltori si spostavano di maso in maso per degustare il vino novello, accompagnato da caldarroste e da sostanziose prelibatezze della cucina casalinga. Il verbo “törggelen” non ha niente a che fare con “torkeln” (torchiare), anche se dopo una piacevole degustazione a qualcuno potrebbe girare un po’ la testa; deriva bensì dal latino “torculum” (torchio per l’uva). Da oltre 40 anni, Maso Front è caratterizzato anche da un “Buschenschank” (osteria contadina), inizialmente frequentata da persone provenienti da Fiè e Bolzano, desiderose di degustare pane e speck.


Johann, del Maso Fronthof nella cantina dello Speck.

“Successivamente, hanno avuto inizio le feste di compleanno”, ricorda l’anziano contadino Johann Kompatscher. “La tradizione del Törggelen è particolarmente apprezzata e, da metà settembre a metà dicembre, attira ospiti da ogni dove.” La maggior parte dei cibi offerti nella cantina vengono coltivati e preparati in casa: se desiderate recarvi al Front per il Törggelen, potrete degustare deliziosi Schlutzkrapfen (ravioli di ricotta e spinaci), canederli, crauti, salsicce della casa, i dolci krapfen di Fiè e altre prelibatezze locali. In autunno, Elisabeth e la nuora sono molto impegnate in cucina, mentre figli e sorelle danno una mano a servire gli ospiti.

Il giovane agricoltore Markus, invece, offre il vino dei suoi vitigni e, dopo le caldarroste, un’immancabile grappa fatta in casa! In primavera e autunno, la cantina è un’importante attività secondaria per la famiglia e, inoltre, sarebbe un peccato privare i buongustai di questo splendido maso con la sua accogliente Stube e le prelibatezze che contraddistinguono la sua cucina e cantina. «

La famiglia Kompatscher vizia gli ospiti con delicatezze fatte in casa.

Il “Törggelen“ all’Alpe di Siusi e dintorni Una particolare tradizione altoatesina. In autunno si effettuano escursioni immerse nella natura per raggiungere le “Buschenschänken“ (masi e trattorie contadini), nelle quali nelle antiche “Stuben“, davanti a castagne arrostite, al mosto dolce, allo speck, ai salamini affumicati, allo “Schüttelbrot” e ad altri piatti tradizionali della cucina contadina, ci si siede piacevolmente in compagnia. Il periodo del “Törggelen” inizia a metà ottobre, dopo la pigiatura dei grappoli d’uva per ottenerne il succo, per terminare a fine novembre.

Altri agriturismi troverete sul sito www.alpedisiusi.info

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Ragazze incoronate Costume folcloristico tra storia e modernitĂ .

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Costume tipico: dalle vergini all’Immacolata. Il famoso esperto di storia naturale e locale Hans Fink rivela che, originariamente, questo particolare costume folcloristico veniva indossato anche come abito da sposa, su cui brillava una variopinta “corona” simile alle storiche cuffie nuziali, tipiche di altre regioni. Successivamente, venne scelto per festeggiare le nozze contadine celebrate in inverno, stagione in cui si poteva disporre del tempo necessario per occuparsi dei lunghi preparativi. Da quel momento, la sposa che sceglie il costume tradizionale festeggia il giorno delle nozze indossando un caldo abito scuro, su cui risaltano un grembiule nero di seta moiré e un cappello verde a tesa larga, intorno al quale viene intrecciato un rametto di mirto. Le ragazze indossano il tipico abito, simbolo di verginità, quasi esclusivamente in occasione delle processioni religiose, nelle vesti di portatrici della statua dell’Immacolata o al loro seguito. Pertanto, con il passare del tempo, è stato attribuito un nuovo nome a questa meravigliosa veste, ora universalmente conosciuta come costume tipico dell’Immacolata. Simbolo d’agiatezza. “I costumi folcloristici”, racconta Fink, “si sono evoluti costantemente con il passare dei secoli.” A partire dal tardo Medioevo, la popolazione rurale, che un tempo indossava solo semplici tessuti fatti in casa, come Loden marroni e lino grigiastro, cominciò a emulare nobili e cittadini. I Krausen, ad esempio, una benestante famiglia nobile ungherese che risiedé a Castelrotto dal 1556 con la sua sfarzosa corte, offrì preziosi modelli da imitare. Naturalmente, non tutti potevano permettersi di seguire la moda. “Dopotutto, la scelta tra l’acquiBelle ragazze di Castelrotto in costume delle Vergini durante la processione.

sto di un abito costoso e uno più semplice era anche una questione di denaro e d’orgoglio, simbolo d’appartenenza a un determinato ceto sociale”, rivela Hans Fink, spiegando la molteplicità dei costumi folcloristici. Gli agricoltori più benestanti non badavano a spese per l’acquisto della seta più esclusiva, lino e lana raffinati, pizzi veneziani, cinture di cuoio riccamente ricamate, così come gioielli d’oro e d’argento, ostentando il loro benessere e consentendo anche a mogli e figli d’indossare splendide vesti nelle solenni giornate di festa.

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ell’antichità, il tradizionale costume folcloristico consentiva di distinguere tra loro i differenti ceti sociali e, inoltre, cambiava a seconda d’età e stato civile, presentando così una molteplicità di varianti, numerose delle quali si sono conservate fino a oggi nei paesi alle falde dello Sciliar: una dozzina per gli uomini e altrettante per le donne. L’abito delle nubili, ad esempio, è ricchissimo di dettagli e, seppur sfarzoso, nel suo complesso risulta armonioso e contraddistinto da un immacolato colore bianco, da secoli simbolo di purezza e verginità.

Pizzo e broccato. Una lunga gonna nera e una camicetta bianca di lino con maniche corte a sbuffo, inamidate e ornate sul bordo da un ampio pizzo increspato, costituiscono l’essenza dell’abito dell’Immacolata. A questi indumenti vanno aggiunti un ampio colletto bianco di pizzo (separato e indossato sopra al bustino), su cui spiccano le iniziali ricamate della ragazza, e, sotto, un corsetto di broccato rosso, decorato con nastri verdi di velluto e con un inserto di seta rossa di broccato, allacciato sul davanti con 20 ganci d’argento e un passamano d’oro. A completare lo splendore, una lunga collana d’argento, che adorna il petto. Le braccia sono coperte dai “Tatzlen” (guanti di cotone senza dita) bianchi all’uncinetto, che un tempo servivano a nascondere l’abbronzatura, tipica di coloro che lavoravano nei campi, nonché segno di distinzione da nobili e cittadini. Infine, un grembiule di tessuto bianco con variopinti nastri di seta e calze rosse di lana, indossate con un paio di scarpe nere con il tacco basso e ornate da nastri di seta verde. Il dettaglio che attira maggiormente l’attenzione è indubbiamente il diadema che adorna il capo: una “corona” cilindrica, fatta di lustrini brillanti e variopinti, fissata sulla nuca con nastri rossi di seta, al di sotto delle trecce.

Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

Costume tradizionale per le feste estive. Il tessuto leggero di questo prezioso abito storico consentiva alle ragazze d’indossarlo solo durante la stagione calda, senza doversi riparare dal freddo, coprendolo con indumenti poco raffinati. Ancora oggi, l’abito segue il corso delle stagioni, infatti, le processioni per la festa del Sacro Cuore di Gesù, le sagre, il Corpus Domini e il ringraziamento per il raccolto hanno luogo esclusivamente durante l’estate. «

Estate | ALPE 33


Nina Urthaler, nuova presidente del Golfclub Castelrotto-Alpe di Siusi

Una direttrice affascinante »

Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

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u un evento completamente inaspettato!”, ricorda l’esperta albergatrice, riferendosi al giorno in cui i soci del Golfclub Castelrotto-Alpe di Siusi l’hanno eletta membro dell’organo direttivo: una vera sorpresa per una giocatrice che non ama mettersi in mostra. “A dire la verità, sono stata tra i primi ad allenarmi sul nuovo driving range, ma dopo l’esame per l’abilitazione ai tornei non ho più fatto grandi progressi”, racconta. Tuttavia, non per mancanza di motivazione: “Sono sempre stata affascinata da questo gioco e in Rudi Knapp ho trovato un maestro eccellente.” Inoltre, Nina ha avuto il sostegno della famiglia e, nel frattempo, anche i suoi tre figli hanno cominciato a giocare a golf. “Naturalmente mi hanno superato in fretta”, sorride. Non c’è da meravigliarsi, a causa di un infortunio ha dovuto interrompere ripetutamente gli allenamenti, senza considerare che la direzione dell’hotel a 5 stelle all’Alpe di Siusi non le consentiva di dedicare molto tempo alla preparazione. Nuova sfida. Solo Christine Leitner-Novakovic poteva ricevere un maggior numero di voti: nativa di Castelrotto ed eletta, in Germania, “Donna manager dell’anno” nel 2003, era la vice dell’ex presidente Kurt Obkircher, che aveva lasciato la carica, pregustandosi un posto in seconda fila dopo la costruzione del campo e la fondazione del club. Christine Leitner-Novakovic, però, ha preferito rinunciare alla presidenza, poiché attualmente vive in Svizzera. “Così, improvvisamente, mi sono ritro-

vata a svolgere un’attività per me nuova”, dichiara Nina Urthaler, che ha sapientemente scelto come sua vice la donna più votata. A Nina sta a cuore l’armoniosa collaborazione con i proprietari della struttura. “Il campo da golf è stato costruito da una società privata, un’impresa al cui cospetto ci si dovrebbe inchinare”, sottolinea. In Alto Adige, i campi da golf non ricevono contributi pubblici e costruire questa struttura su pendii alpini non ha richiesto solo molto denaro, bensì anche tecnologie all’avanguardia e un notevole dispendio di tempo. Tutto ciò ha reso ancor più emozionante l’inaugurazione della regolare attività di gioco, nel 2007, quando i soci del nuovo golf club hanno trovato a loro disposizione, oltre a uno spettacolare impianto a 18 buche, complesso dal punto di vista tecnico e in una meravigliosa posizione panoramica, anche un perfetto campo pratica e una delle migliori scuole di golf. Offerte del club. “Naturalmente, l’evoluzione di un nuovo golf club richiede tempo, ma nel complesso ci riteniamo sulla buona strada, anche se potremmo ulteriormente migliorare alcune offerte”, puntualizza Nina. Tra gli indispensabili aiuti ricevuti, sottolinea la collaborazione del professionista di golf Rudi Knapp, che fin dall’inizio ha creduto con passione nel progetto a sostegno dei giovani: i numerosi corsi per bambini e ragazzi offerti a prezzi vantaggiosi, così come i programmi d’allenamento contribuiscono a far sì che il team


del Golfclub Castelrotto-Alpe di Siusi, piuttosto ampio, riscuota attualmente il maggior numero di successi in tutto l’Alto Adige. “Il fatto che la migliore nuova leva altoatesina, Aron Zemmer, recentemente passato ai professionisti con handicap +2, provenga dalle nostre fila, ci rende molto orgogliosi”, rivela la presidente. E con la medesima soddisfazione racconta della squadra femminile che, anno dopo anno, incrementa i suoi successi, e della compagine maschile, altrettanto in grado d’affermarsi con ottimi risultati. Vita al club. “Posso anche non essere una brava giocatrice di golf, ma di management ne so qualcosa”, dichiara Nina che, insieme al comitato direttivo, ha delineato un programma per i prossimi tre anni, volto a intensificare le attività del club: le idee per organizzare piacevoli eventi dedicati ai circa 160 soci e ai giocatori sul green fee non le mancano di certo! Tra ospiti e soci riscuotono particolare successo, ad esempio, i tornei della Weekly Cup, validi per l’handicap e disputati ogni domenica, con allettanti premi in palio. Altre imperdibili gare, che portano a chiare lettere la sua firma, sono il “Torneo della presidente”, in cui si presenta come perfetto e affascinante anfitrione, così come il torneo “Dolomite Classic Cup” dei 26 hotel partner, diventato un evento sportivo e gastronomico di primo livello. Anche in inverno, gli appassionati di golf vedono esauditi tutti i loro desideri, ad esempio in occasione del torneo internazionale di golf dell’Alpe di Siusi: un divertente evento, cui quest’anno hanno partecipato ben 60 giocatori, tra cui un cospicuo numero di turisti, che su sci e snowboard si spostavano di buca in buca, muniti di sole tre mazze, per poi celebrare la premiazione con un’indimenticabile festa all’interno di un tendone. Soci del club. “Incrementare il numero dei soci sarebbe stimolante”, aggiunge sospirando Nina Urthaler verso la fine dell’intervista, concludendo che purtroppo non è un’impresa facile, poiché i golfisti altoatesini hanno semplicemente l’imbarazzo della scelta, tra una dozzina di golf club. “Certo, solo tre dispongono di un campo a 18 buche e il nostro è anche annoverato tra i più belli del Nord Italia”, ne decanta i pregi. Gli hotel partner propongono agli ospiti vantaggiosi pacchetti per una vacanza all’insegna di questo sport, mentre il golf club ha sempre in serbo allettanti offerte per potenziali soci di uno o più club. Non sarebbe stupendo trascorrere un’assolata giornata estiva, giocando a golf a circa 1000 m.sl.m., accarezzate da una piacevole brezza alpina ...? « La presidente del Golf Club Nina Urthaler.

Estate | ALPE 35


Sbrisolona di grano saraceno Quest’antica e semplice ricetta è tipica dei masi dell’area dello Sciliar, dove veniva preparata più volte alla settimana, poiché il grano saraceno, coltivato nella maggior parte di essi, era un importante alimento di base. Tutti gli ingredienti necessari crescevano nel maso o nelle sue immediate vicinanze, offrendo così dolci per la colazione o per accompagnare un bicchiere di latte caldo a cena. Le mele, conservate in cantina durante l’inverno, provenivano dagli agricoltori locali, mentre le donne s’occupavano della preparazione della composta di prugne e della prelibata marmellata di mirtilli rossi, raccolti nei boschi circostanti.

Ingredienti 250 g di farina di grano saraceno a grana grossa ½ litro di latte 2 uova Burro 1 presa di sale Zucchero per la decorazione finale Mele Marmellata di mirtilli rossi o composta di prugne, a piacere

Preparazione Dopo aver mescolato farina di grano saraceno e latte, lasciate riposare il composto per almeno un’ora, aggiungendo poi uova e sale. In una padella poco profonda riscaldate il burro, versate l’impasto (2 cm di spessore) e, dopo averlo cotto su entrambi i lati, sminuzzatelo e bucherellatelo, sempre continuando a mescolare, finché non otterrete dei bocconcini ben cotti. Questo dolce di grano saraceno è particolarmente squisito con le mele, tagliate a pezzetti e mescolate all’impasto iniziale. A cottura ultimata, cospargetelo con lo zucchero e servitelo caldo, accompagnato da marmellata di mirtilli rossi o composta di prugne.

36 ALPE | Estate


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Anteprima estate ’11

> 3 - 5 giugno 2011

> 10/11 giugno 2011

> 2 - 23 luglio 2011

> 6 - 26. luglio 2011

29a Cavalcata Oswald von Wolkenstein

Grande Open Air dei Kastelruther Spatzen

L’allenamento in quota dei maratoneti keniani

Schlern International Music Festival

Nessun altro evento riesce a fondere così sapientemente storia, sport, tradizione, cultura e folclore come la celebre cavalcata intitolata ad Oswald von Wolkenstein. Il tradizionale spettacolo equestre è celebrato ogni anno sullo sfondo di un paesaggio unico e di fronte ad un pubblico in visibilio. Il torneo storico ha inizio al Castel Forte a Ponte Gardena: vessilli al vento, i cavalieri passano di torneo in torneo mettendo alla prova le loro doti di velocità, abilità e governo del cavallo. Spirito di squadra, coraggio e amore per l’animale: questi i requisiti fondamentali chiesti ad una squadra che voglia aggiudicarsi il prestigioso concorso. Al termine delle sfide, la solenne premiazione a Castel Presule fra la pompa e lo sfarzo tipici del grande poeta e cantore lirico. La presentazione delle squadre partecipanti e la grande festa si terranno nella località di Siusi allo Sciliar. Castel Tirolo dedica alla vita e all’opera del cavaliere, bardo e avventuriero Oswald von Wolkenstein dal 9 luglio al 27 novembre 2011 un’esposizione dal titolo “Oswald von Wolkenstein: Vita – opera”.

L’open air dei Kastelruther Spatzen giunge nel 2011 alla sua quindicesima edizione. Migliaia di fans attesi a Castelrotto per applaudire i beniamini, pronti ad esibirsi sullo sfondo di uno spettacolo musicale senza eguali.

Dal 2 al 23 luglio, i maratoneti keniani ritorneranno ad allenarsi per tre settimane sull’altipiano più grande d’Europa. L’altitudine ideale dai 1.800 ai 2.300 m porta gli atleti d’élite per la quinta volta consecutiva all’Alpe di Siusi. Con due sessioni di allenamento al giorno si preparano per i prossimi appuntamenti podistici. Buone notizie per gli appassionati della corsa: il 17 luglio torna l’Alpe di Siusi Running. Tutti coloro che vogliono correre fianco a fianco con le star del Kenya non possono perdere l’appuntamento. Turisti e abitanti altoatesini, professionisti e semplici praticanti avranno l’opportunità di misurarsi, su un percorso di 12,7 km, con i migliori maratoneti.

Per settimane si spargeranno nell’aria di Fiè e dintorni note e melodie classiche, da Anton Bruckner a Zemlinsky. Giovani talenti dagli USA, dal Giappone e dalla Corea, tentano l’ascesa all’Olimpo della musica classica regalando ogni giorno indimenticabili concerti in chiese e cappelle all’ombra dello Sciliar.

www.ovwritt.com

38 ALPE | Estate

> 2 luglio - 3 settembre 2011

Estate: Tutti in famiglia! All’arrivo dell’estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso per bambini: piccoli e grandi si avviano alla ricerca delle tracce di streghe e stregoni. E per chi preferisce assaporare la vita nei masi e scoprire l’Alpe di Siusi in sella ad un cavallo potrà vivere a stretto contatto con la natura.

www.schlernmusicfestival.eu


> Luglio/agosto 2011

> Estate 2011

> 16 luglio - 20 agosto 2011

> 7 - 9 ottobre 2011

Summer Classics a Siusi allo Sciliar

Estate a Castel Presule

Grande Mercato Contadino

Festa dei Kastelruther Spatzen

Agli appassionati di musica classica, Siusi propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti. Artisti italiani con alle spalle esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. Con il suo alto livello, la “Summer Classics” è da tempo parte integrante del programma culturale estivo proposto, ai piedi dello Sciliar, ad un pubblico estasiato di residenti e villeggianti.

L’estate a Castel Presule riserva anche per il 2011 serate superbe e matinés d’incanto. Il prezioso repertorio degli artisti, musicisti e cantanti, spazia dalle morbide sonorità della musica classica alla genuinità della musica popolare fino alle eleganti note del jazz. E per chi non assiste ai concert, l’opportunità di esplorare le antiche mura è comunque offerta dalle visite guidate, organizzate durante l’intera stagione più calda.

All’insegna del „fresco e naturale“ 18 coltivatori diretti espongono i propri prodotti contadini al grande mercato contadino in data 16 luglio 2011 e sabato 20 agosto 2011, sul piazzale della Chiesa a Fiè allo Sciliar. I nostri contadini offrono solo prodotti di qualità: frutta e verdura fresca, erbe e spezie, crauti, uova di allevamento all’aperto, formaggio, pane, carne, miele succhi e sciroppi, gustose confetture e creme spalmabili, vino, prodotti artigianali e molto altro ancora. A Fiè allo Sciliar crescono baciate dal sole e in un habitat naturale, prelibatezze di ogni tipo, che vengono vendute dagli appassionati agricoltori direttamente dal maso o anche al mercato.

La tradizione ha un nome. 27 anni di “Festa dei Kastelruther Spatzen”: l’occasione per festeggiare è ancora più grande, fra migliaia di fans radunati sotto il grande tendone di Castelrotto. Un’emozione davvero senza eguali.

www.schloss-proesels.it

Estate | ALPE 39


Rassegne culinarie ’11

> 12 - 26 giugno 2011

> 30 giugno - 10 luglio 2011

> 22 settembre - 3 ottobre 2011

> 1 - 31 ottobre 2011

Cucina naturale a Fiè

Incanto d’erbe

Canederli & Canederli

34a Dispensa di Fiè

Da anni, ormai, i cuochi di Fiè scelgono il mese di giugno per annunciare l’estate a suon di piatti leggeri e appetitosi. All’arrivo della bella stagione, con le primizie dolci e succose a far capolino negli orti, la voglia di piatti naturali e genuini prende il sopravvento. Il giugno gastronomico di Fiè affascina per la naturalezza delle sue pietanze, create con delicatezza e servite con amore. Un’occasione da non perdere per tutti coloro che amano una cucina buona e sana.

La settimana di specialità culinarie propone piatti a base di ingredienti selezionati, arricchiti dal profumo e dal sapore di erbe e ortaggi selvatici. Cucinare con erbe e ortaggi selvatici, è esclusivo perché possono essere raccolti nella natura incontaminata, sono ingredienti sani e dal sapore intenso. La settimana gastronomica “Incanto d’erbe” offre delle specialità fantasiose grazie a ingredienti speciali provenienti dall’orto e invoglia a provarle tutte. Una vera festa dei sensi.

Le settimane delle specialità dedicate da Castelrotto ai canederli sono un grande omaggio tributato al piatto più tipicamente altoatesino, e il riconoscimento, per la prima volta, del ruolo che merita. E sui menù dei ristoranti aderenti all’iniziativa sarà tutto un fiorire di canederli, di tutti colori e in tutte le „salse“. Solo la forma sarà immutata per offrire un gusto immancabilmente a tutto tondo.

Uno spunto per i buongustai e gli amanti della cucina locale: la Dispensa di Fiè allo Sciliar. Dal 1978 i ristoratori della località invitano a pratecipare all’Ottobre gastonomico, pronti a sorprendere ancora una volta con la rivisitazione di piatti tradizionali. Piatti creati con amore e serviti con altrettanta passione. Piatti originali eppure antichi. L’ottobre culinario di Fiè: un’occasione da non lasciarsi sfuggire. www.voelserkuchlkastl.com

> 28 agosto - 11 settembre 2011

Settimane dello Strudel Lo Strudel - dolce o salato, si annovera tra i fiori all‘occhiello della cucina tradizionale altoatesina. Quale migliore occasione, quindi, per provarlo in tutte le sue varianti di gusto e forma, delle due settimane dello Strudel in programma per il mese di settembre? L’evento clou sarà la Festa dello Strudel, in data 9 settembre a Siusi allo Sciliar. Lo Strudel in realtà è una prelibatezza senza stagione, ma l‘autunno, con l‘abbondanza di mele, frutti di bosco, verdure ed erbe, sembra offrire gli ingredienti più sani e naturali per valorizzare al meglio questa gustosa specialità. www.strudelfest.com

40 ALPE | Estate


SMG © Alessandro Trovati

Anteprima inverno ’11/12

> Dicembre 2011

> 10 dicembre 2011

> 22 - 29 gennaio 2012

Natale a Castelrotto

Krampuslauf a Castelrotto

Swing on Snow

Per la sesta volta gli abitanti di Castelrotto rivelano i segreti delle loro antiche usanze natalizie. Le contadine di Castelrotto allietano poi gli ospiti del Mercatino a suon di biscotti di panpepato, dolci natalizi, panforte e krapfen. Il 16 e il 17 dicembre l’appuntamento è anche con i „Kastelruther Spatzen“, e le loro note musicali: l’ideale per favorire l’atmosfera di raccoglimento che precede il Natale.

Chi sono i Krampus e cosa fanno a Castelrotto? Nelle zone di lingua tedesca, i Krampus sono dei diavoli travestiti che accompagnano San Nicolò, nella tradizionale sfilata lungo le strade del paese. Ma mentre San Nicolò regala doni ai bambini buoni, il Krampus, con i suoi campanacci e la sua maschera incute timore in grandi e piccini. In data 10 Dicembre 2011 gruppi di Krampus provenienti da Italia, Germania e Austria si incontreranno a Castelrotto e muniti di abiti e maschere artigianali si presenteranno al pubblico presente.

Swing all’Alpe di Siusi! Sullo sfondo dorato delle sue distese di neve baciate dal sole, le note musicali di diverse band allieteranno per una settimana le imprese di sciatori e boardisti fondendosi con la dolcezza del paesaggio. Ritmi travolgenti e toccanti pervaderanno al mattino le piste dell’Alpe per poi spostarsi nei rifugi e ristoranti a pranzo. A partire dalle ore 21, nei locali di Castelrotto, Siusi e Fiè saranno in programma „concerti after-hour“.

Appuntamenti > 3. - 4. dicembre 2011 > 8. - 11. dicembre 2011 > 16. - 18. dicembre 2011 > 27. - 29. dicembre 2011

> 7 Febbraio 2012

www.kastelruther-weihnacht.com

> Inverno 2011/12

> 12 - 22 Januar 2012

Fantasmi d’inverno a Castel Presule

Antiche ricette dei banchetti nuziali Dal 12 al 22 gennaio 2011, in alcuni ristoranti di Castelrotto sarà possibile rivivere l’atmosfera e il gusto dei banchetti nuziali tradizionali, attraverso una carrellata di cibi prelibati proprio come si usava in occasione dei matrimoni contadini. Tra le varie specialità indichiamo: sella di camoscio marinato, pasta contadina con ragù di selvaggina, frattaglie di vitello con canederli, nodino di cervo alle erbe, formaggio grigio con cipolla, pane dolce nuziale e “krapfen” al papavero.

www.swingonsnow.com

Maestoso e ben conservato, il castello troneggia nel borgo di Presule, presso Fiè allo Sciliar, richiamando visitatori anche nella stagione più fredda. Dopo un salto agli eleganti arsenali, ai saloni principeschi e alle ripidissime scale a chiocciola, la visita guidata si conclude nel salone dei cavalieri fra note musicali e specialità gastronomiche altoatesine. www.schloss-proesels.it

Alto Adige Moonlight Classic Alpe di Siusi Che stupore, per la luna, quando farà capolino da dietro le Dolomiti… Al suo sorgere sarà infatti al via una maratona di fondo quanto mai insolita nel suo genere. L’appuntamento per le centinaia di fondisti partecipanti è a Compaccio. Armati di sci e torcia, eccoli scivolare silenziosamente nella notte, fra il candore del paesaggio invernale, lungo i 20 o 36 km del tracciato che li ricondurrà al punto di partenza. L’evento si prospetta unico ed emozionante anche per i tanti spettatori della „Moonlight Classic“ dell’Alpe di Siusi. www.moonlightclassic.info

E inoltre ... > Dicembre 2011 Alpe di Siusi Winter Opening > 25 dicembre 2011 King Laurin Snowpark Opening > 1 gennaio 2012 Fan & Fun con Denise Karbon e Peter Fill > 15 gennaio 2012 BTF Slopestyletour King Laurin Snowpark > 22 gennaio 2012 Torneo invernale di golf all’Alpe di Siusi Giocare a golf sulla neve immersi in un panorama mozzafiato. Per gli amanti del golf il 22 gennaio si svolge il torneo invernale dell’Alpe di Siusi. > 17/18 febbraio 2012 Subject Schlern 10 Snowboardcontest > 10 marzo 2012 Red Bull Jib Ski Kings Freeski Jibbing Contest > Marzo 2012 La gara „Il Nastro Azzurro dell’Alpe di Siusi“ > 25 marzo 2012 Raiffeisen Ski King Freeski Railcontest

Estate | ALPE 41


SAM © Laurin Moser

Visto & sentito

L’Alpe di Siusi è uno dei comprensori sciistici ideale per le famiglie. L’Alpe di Siusi, viene annoverata dalla

Photo: SAM © Andrea Zecchini

ADAC Ski-Guide, come una delle tre aree vacanza in tutto l’arco alpino, ideali per le famiglie. Grandi e piccini amano le innumerevoli attività del tempo libero, le ampie piste e l’offerta variegata. E non bisogna dimenticare che gli impianti di risalita moderni sono dotati di un sistema di sicurezza per i bambini certificato.

Kristian Ghedina allo Highspeed Race Kristian Ghedina, sfidante di questa gara ad alta velocità, 13 volte vincitore della Coppa del Mondo, questa volta è stato battuto da 9 sciatori che sono giunti al traguardo dello „Speed Track“ prima di lui, arrivato decimo con una velocità pari a 108,47 km/h.

Photo: SAM © Andrea Zecchini

Michelle Hunziker festeggia il Capodanno all’Alpe di Siusi. La famosa presentatrice ha passato alcuni giorni sulle soleggiate piste da sci dell’Alpe di Siusi, per ritemprare anima e spirito. E sicuramente l’anno è iniziato bene per la simpatica Michelle (nella foto con il suo maestro di sci Hubert ed il coordinatore Scuola di Sci Helmut).

Mediaglia di bronzo per Peter Fill „Ho cercato di dare il massimo“, ha detto l’atleta di Castelrotto. Il ventottenne ha vinto la medaglia di bronzo della combinata durante il Campionato del Mondo di Sci a Garmisch-Partenkirchen. Questa è la seconda medaglia vinta da Peter Fill ai Campionati del Mondo di Sci, dopo quella di argento durante la Coppa del Mondo di Sci in Val d’Isère.

COLOFONE. ALPE: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. Editore: Alpe di Siusi Marketing. Direttore Responsabile: Hubert Unterweger. Redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Barbara Pichler-Rier, Michaela Baur. Traduzioni: Bonetti & Peroni, Daniela Perucatti. Impaginazione: Komma Graphik. Pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. Stampa: Litopat, Verona. Tiratura: 50.000 copie

42 ALPE | Estate


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