Estate 2016
ALPE Alpe di Siusi Magazine
CASTELROTTO · SIUSI ALLO SCILIAR · FIÈ ALLO SCILIAR · ALPE DI SIUSI · TIRES AL CATINACCIO
Peter Fill Casa, fonte d’energia
Vini pregiati Vini di carattere
Tradizione Sagra di San Vigilio
Alto Adige. È bello sentirsi arrivati.
Un viaggio in Alto Adige/Südtirol è sempre l’inizio di un’esperienza unica che ti offre emozioni autentiche. E la meravigliosa sensazione di essere nel posto giusto. www.suedtirol.info
Foto: TV Kastelruth/Helmuth Rier
Editoriale & Sommario
Cari ospiti!
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La Cena del montanaro a Tires al Catinaccio
Trascorrere l’estate nell’area vacanze Alpe di Siusi significa godere di belle e rilassanti vacanze a stretto contatto con una natura incontaminata, dove l’avventura fa da padrona. Fare escursioni o arrampicate, andare in mountain bike, cimentarsi nel parapendio, nell’equitazione o nel nuoto, gironzolare oppure oziare, qualsiasi cosa decidiate di fare, per tutta la vacanza dimenticherete la quotidianità.
vinicoltori dell’area di Fiè allo Sciliar con un obiettivo comune: produrre vini autentici. Sulle bontà del suo giardino fa affidamento anche la famiglia Lunger, che gestisce il Rifugio Monte Cavone, dove non è leggendaria solo la vista sul Catinaccio, ma anche l’omelette all’ortica. Il Maso Stangler, invece, è votato al principio della semplicità con la sua Buschenschank (osteria contadina) tra tradizione e modernità, che rompe gli schemi.
I riflettori di quest’edizione sono puntati su Peter Fill, vincitore a Kitzbühel e della Coppa del Mondo di discesa libera, che ci parla del suo allenamento quotidiano nell’area vacanze Alpe di Siusi e rivela la sua fonte d’energia. Dall’amore per lo sport a creazioni di puro stile: ecco il percorso dei fratelli Erlacher, che si sono fatti un nome a livello internazionale nel settore dell’abbigliamento per il golf e il tempo libero con il loro marchio “Chervò”.
ALPE vorrebbe anche essere un’utile guida per la vostra vacanza: oltre ad informazioni importanti sui servizi pubblici e dati interessanti, presenta molti consigli circa i migliori ristoranti, trattorie e punti d’incontro, così come numerose e allettanti possibilità per lo shopping nei paesi dell’altopiano e dintorni. Questo magazine contiene anche un programma dettagliato di eventi, appuntamenti culturali e ricreativi, da vivere in compagnia. Se deciderete di partecipare, l’album delle vostre vacanze sarà ricco di momenti felici e indelebili. Vi auguriamo di trascorrere un meraviglioso e indimenticabile soggiorno, all’insegna di benessere e relax.
Il sagrestano Max, poi, conosce leggende e miti tutt’intorno alla Chiesetta di San Vigilio e alla sua posizione insolita. La giornata della sagra, celebrata in grande, è una particolare occasione di festa per l’intero paese con messa solenne e processione, seguite da allegra musica bandistica e deliziosi Krapfen. L’Hugo, il drink estivo per eccellenza, non è il solo a offrire momenti di piacere: ci sono anche alcune nobili stille… “Vini di Fiè, vini di carattere” presenta sei
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Sagra di San Vigilio Pagina 8
Intervista con il sagrestano di San Vigilio, Max Plunger Pagina 12
Casa, fonte d’energia Pagina 16
Al Monte Cavone Pagina 22
Manfred e Peter Erlacher: Italian style e Siusi nel cuore Pagina 28
Vini di Fiè, vini di carattere Pagina 34
Hugo: un drink estivo Pagina 36
Aria di novità a Maso Stangler Pagina 42
I top 10 attività estive Pagina 44
Anteprima Estate ’16 Pagina 48
Anteprima inverno ’16/’17 Eduard Tröbinger Scherlin – Presidente
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Visto & sentito
per Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni Turistiche di Castelrotto, Siusi, Fiè allo Sciliar, Alpe di Siusi e Tires al Catinaccio.
Sommer Estate | ALPE 3
Quanto ben di Dio!
Testo: Katja Sanin Foto: SAM/Helmuth Rier
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Ecco ciò che, ogni anno a luglio, degustano 170 ospiti a Tires durante la Cena del montanaro (Berglertafel) sul Proa, un prato sopra Bagni di Lavina Bianca, dove viene imbandita una lunga ed elegante tavolata, cui si prende posto su un solo lato. Così, con lo sguardo rivolto al Catinaccio, gli ospiti non si godono solo le specialità gastronomiche, ma anche l’incantevole gioco di luci e colori delle cime rosseggianti al tramonto.
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Sagra di San Vigilio
Il festoso ingresso in chiesa viene accompagnato da preghiere e musica.
Nel letto di un ruscello in mezzo al bosco sorge la particolare chiesetta di San Vigilio, frazione del Comune di Castelrotto: un gioiello di stile.
L Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier
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“La vera sagra”, mi rivela Anton, agricoltore di Maso Simmele Müller, “è il 26 giugno, giorno di San Vigilio.” Ma questo ormai è il passato, quando le festività ecclesiastiche avevano la precedenza assoluta: i tempi, infatti, cambiano e con loro usanze ed abitudini. Occuparsi del fieno e dell’alpeggio per i contadini divenne più importante che celebrare la festa del patrono in una giornata lavorativa, così, il parroco decise di anticiparla alla seconda domenica dopo Pasqua, San Cassiano e San
Vigilio, patroni della diocesi, a ciascuno dei quali è stata consacrata una campana. Messa solenne e processione. La sagra viene festeggiata in grande: tutte e tre le campane suonano in contemporanea, quando una parte della banda musicale di Siusi allo Sciliar, composta prevalentemente da musicisti di San Vigilio (i cosiddetti Pfilgener Musikanten), accoglie a suon di musica baldanzosa i fedeli. Al seguito dei portatori »
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Il luogo di culto all’ombra dello Sciliar Max Plunger del Mulino Malenger è il sagrestano della particolare Chiesa di San Vigilio, di cui conosce ogni segreto.
Max, la chiesa consacrata a San Vigilio sorge in una località piuttosto insolita, quasi nascosta in un avvallamento boschivo del Rio Freddo. Sì, si ritiene che fosse un luogo di culto preistorico. Oggigiorno, vicino alla chiesa sgorga ancora una sorgente, che presumibilmente serviva per le abluzioni rituali, poiché poche centinaia di metri al di sopra, sul Rungger Egg, venne riportato alla luce un luogo sacrificale. La fonte viene utilizzata ancora oggi? No, perché non scorre acqua tutto l’anno: compare molto tempo dopo il disgelo, per lo più
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a fine giugno intorno al giorno di San Vigilio, per poi esaurirsi rapidamente. La chiesa sorge sulle propaggini di un’enorme frana. Qual è la sua origine? Si staccò dall’Alpe di Siusi. Secondo la datazione di un tronco d’albero rinvenuto potrebbe essersi verificata nella metà del 13° secolo. La Chiesa di San Vigilio fu menzionata per la prima volta in una lettera d’indulgenza del 1353. C’è da chiedersi, quindi, se resistette alla frana o se questa si verificò anteriormente. Cosa si sa della frana? La scienza non ne parla, viene
però narrata dalle leggende. Una, ad esempio, racconta che un tempo al posto di Siusi sorgesse una grande città, estesa fino al di sopra di San Valentino, e che nessuno aprì la porta ad un mendicante in cerca di riparo. Solo in una casa di agricoltori sopra questa frazione gli dettero un ramaiolo con dell’acqua che lui, adirato, gettò dalla finestra e all’istante la grande e fiera città venne inondata. La Chiesa di San Vigilio, però, sopravvisse? Secondo la leggenda, sì. Nella Chiesa di San Vigilio arrestò la furia di macerie e detriti con il suo bastone pastorale e le forze selvagge della natura gli
ubbidirono. L’edificio fu danneggiato, ma rimase in piedi e la ricostruzione avvenne poi nel 15° secolo. Sempre in questo luogo di culto mistico… Sì, questa località è realmente mistica: sorge, infatti, sulla linea dell’ombra dello Sciliar tra Punta Santner ed il Rungger Egg. Cosa s’intende con “ombra dello Sciliar”? È un fenomeno locale: quando il sole in inverno traccia un’orbita più bassa, scompare temporaneamente dietro il grande picco dello Sciliar, oggi chiamato Punta Santner, e l’area alle sue falde viene coperta da un’ombra
Max del Mulino Malenger è il sagrestano della Chiesa di San Vigilio, della quale conosce numerose leggende e miti.
profonda. La più ampia si forma il 21 dicembre, il giorno del solstizio d’inverno, quando il sole raggiunge l’altezza meridiana minima. Quando ha inizio questo fenomeno? Questo è il dettaglio più interessante: il 23 settembre, quando giorno e notte hanno la medesima durata, il sole sfiora per la prima volta Punta Santner, gettando una stretta striscia d’ombra che sembra tracciata con un righello, proprio sopra la cima del campanile della Chiesa di San Vigilio in direzione del Rungger Egg. Punta Santner crea l’ultima ombra il 21 marzo, la giornata che astronomicamente segna l’inizio della primavera.
della croce e dello stendardo della chiesa entrano le delegazioni degli Schützen (bersaglieri tirolesi) di Siusi e Castelrotto ed i Vigili del Fuoco di Siusi con i loro gonfaloni, seguiti dal coro della chiesa di Siusi e da numerosi credenti provenienti da ogni dove. Un gruppo di strumenti a fiato ed il coro contribuiscono alla gioia della messa solenne e della successiva processione, che attraversa prati e campi, per leggere ad alta voce i vangeli presso quattro altari situati vicino a Maso Kranebitt, Maso Kompedell, davanti al pilone votivo accanto all’Hotel Rungghof ed in chiesa; come ci tiene a precisare l’agricoltore-mugnaio del Simmele. Una chiesetta straordinaria. Nemmeno Anton sa spiegarsi la scelta di quest’insolita località »
Cosa si deduce da tutto ciò? Si capisce che le ubicazioni dei luoghi di culto non venivano scelte per casualità, bensì in seguito a precise osservazioni e che Punta Santner faceva da orologio già in tempi remoti. Ciò spiega anche perché la Chiesa di San Vigilio sorga in un’area così insolita. Assolutamente plausibile. Ci sono altre indicazioni di un culto rituale preistorico? Sì, c’è un volto scolpito in un angolo della chiesa, che rappresenta un salvan, un uomo selvatico. Questa raffigurazione è un simbolo difensivo contro gli spiriti e i demoni, che venivano ancora temuti in epoca pagana. È possibile visitare la chiesa? È aperta solo durante le funzioni religiose. Lo spazio interno, però, può essere facilmente ammirato da una finestra. Abbiamo recentemente abbattuto gli alberi intorno all’edificio e collocato un tracciato circolare. Il sentiero escursionistico nº 7, che parte da Siusi, passa davanti alla chiesa, dove vale la pena concedersi una sosta! L’intero paese partecipa alla sagra. Estate | ALPE 9
Il polittico del 1878, le raffinate porte e finestre a sesto acuto, i blasoni dei Signori di Wolkenstein e del tribunale del Renon ed il volto di un “uomo selvatico” scolpito artisticamente nell’angolo della parete sono autentiche opere d’arte. Sulla riva opposta del ruscello sorge il Mulino Malenger, risalente a 500 anni fa ed in funzione ancora oggi, il cui agricoltore custodisce la chiave della chiesetta, di cui fa il sagrestano.
nella valle del Rio Freddo coperta di boschi. Probabilmente era un luogo di culto, dove i primi abitanti effettuavano le loro abluzioni rituali, dal momento che davanti all’edificio sgorgava una fonte e poco più in alto gli archeologi hanno portato alla luce un’area sacrificale. La Chiesa di San Vigilio fu costruita nel 1353 e, secondo una leggenda, venne interamente distrutta da una frana. Poi, nel 15° secolo, la casa di Dio fu ristrutturata in eccellente stile tardogotico, grazie al suo generoso donatore. Nella chiesa vivono ancora antiche tradizioni.
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Sagra secolare. Accompagnati dalla banda, dopo la messa solenne gli astanti si recano al vicino Maso Örtl, dove ha inizio la parte mondana della festa con allegra musica, vivaci chiacchiere, bevande e specialità gastronomiche, tra cui spiccano gli immancabili Krapfen preparati appositamente per l’occasione. “Noi Pfilgener teniamo in grande considerazione la nostra chiesa”, mi rivela l’agricoltrice. Qui, spesso vengono celebrate messe, anche di suffragio, e nozze, così come il Rorate durante l’Avvento, reso particolarmente suggestivo dal coro e da un gruppo di strumenti a fiato. Circa vent’anni fa fu costruito, deumidificato ed imbiancato il nuovo tetto della chiesetta in scandole in larice. «
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Il 2016 è stato un anno grandioso per Peter Fill che a casa sua riconquista la forma fisica.
Casa, fonte d’energia Quest’anno, Peter Fill non si è aggiudicato solo la Streif di Kitzbühel, la gara di sci più difficile del mondo, ma anche la vittoria generale nella Coppa del Mondo di discesa libera. A casa trova la tranquillità e l’energia psichica per le sue straordinarie prestazioni, allenandosi tra le sue amate montagne.
Peter Fill con i due trofei più ambiti dello sci: la sfera di cristallo ed il camoscio di Kitzbühel.
N Non ha molto tempo da trascorrere a casa e, quindi, lo vive ancora più intensamente. Nel 1999, Peter Fill, non ancora 18enne, vinse l’oro in tutte e quattro le discipline dei Campionati Italiani Juniores. Poi nel 2002, debuttò nella World Cup, cominciando a girare il mondo. Due anni fa, dopo la nascita del figlio Leon, si sposò e costruì una casa nel suo paese nativo. Infine, visse la stagione migliore
della sua vita. Conquistò sempre ottimi posti, fino a domare la leggendaria Streif, la selvaggia pista dell’Hahnenkamm che mandò fuori gara gli altri principali favoriti, lasciando Peter Fill in testa dopo una discesa spericolata verso la vittoria. Un trionfo straordinario, che l’atleta superò a marzo, essendo il primo italiano ad aggiudicarsi la piccola sfera di cristallo della Coppa del Mondo di discesa libera. »
Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier
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I consigli di Peter Fill Mountain-bike
Bici da corsa
Corsa
Escursioni
Baita Laurin: Castelrotto > Tiosels > Passo Pinei > Bulla > Monte Piz > Panorama > Baita Laurin > Spitzbühl > San Valentino > Castelrotto
San Valentino > Castelrotto > Passo Pinei > Roncadizza > Ponte Gardena > Chiusa > Val Gardena > Passo Pinei > Castelrotto > San Valentino
Tour di Laranza: Telfen > Bosco di Laranza > Veduta del re > Telfen
Tour sullo Sciliar: Compaccio > Panorama > Forcella dei Denti di Terrarossa > Alpe di Tires > Sciliar > Monte Petz > Sentiero dei turisti > Malga Saltner Tschapit > Compaccio
Strada del latte: Compaccio > Panorama > Baita Rosa Alpina > Rifugio Molignon > Saltria > Baita Rauch > Hotel Ritsch > Malga Gostner > Compaccio
Trail del Laghetto di Fiè: stazione a valle della Cabinovia Alpe di Siusi > prato Tschurtsch > Laghetto di Fiè > stazione a valle della Cabinovia Alpe di Siusi Mezza Maratona Alpe di Siusi: Compaccio > Hotel Icaro > stazione a monte della funivia Ortisei > Hotel Ritsch > Baita Rauch > Baita Rosa Alpina > Panorama > Baita Laurin > Compaccio
Nuova dimora. Ho appuntamento con Peter a casa sua. È appena tornato dalla Corea del Sud ed è ancora sotto l’effetto del jet lag, ma irradia autentica gioia, quella di trovarsi a casa con la sua piccola famiglia. Mi mostra il magnifico panorama sulle cime dolomitiche, lo Sciliar con le guglie rocciose di Punta Santner e Punta Euringer, dietro i
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coni innevati dei Denti di Terrarossa con lo Spitz bühl, il margine più esterno dell’Alpe di Siusi, alle loro falde. “Quando non sono fuori casa per gare o allenamenti con il team, svolgo qui il mio programma quotidiano di fitness”, mi spiega Peter, aprendomi
Per questo sciatore di successo la natura è fonte della sua forza psico-fisica.
le porte della sua attrezzatissima palestra con “macchine per il potenziamento” d’ogni tipo, con cui dà inizio a tutte le sue giornate sotto la guida di un personal trainer. Allenamento quotidiano. È nella natura che fa il pieno di pace interiore, calma imperturbabile, forza psichica, riflessi e resistenza, in un paesaggio che sembra creato appositamente per mettere intensamente alla prova i propri limiti. L’Alpe di Siusi, che s’estende ad un’altitudine compresa tra 1.800 e 2.300 m, è perfetta per i training ad alta quota: ecco perché in inverno vi si recano i team di sci di fondo di tutto il mondo, mentre in estate i maratoneti internazionali apprezzano i 180 km di tracciati per la corsa suddivisi in 20 trail di differenti lunghezze e gradi di difficoltà dell’altipiano più ampio d’Europa e dintorni. “Adoro avere questo Running Park praticamente
davanti alla porta”, rivela Peter. Così, si gode il tempo in compagnia della famiglia, per poi partire direttamente da casa per un tour in bicicletta in Val Gardena e Valle Isarco su strette strade dei passi e secondarie (un saliscendi che fa sudare anche i migliori atleti). Oppure corre attraverso i prati su cui aleggia l’aroma del fieno, fino al vicino Bosco
di Laranza e fa il giro della collina all’ombra di alti pini, utilizzando questo sentiero irregolare per migliorare coordinazione ed equilibrio. Piacere e relax. Dal punto di vista sportivo questo 33enne è molto eclettico: tra i suoi hobby figurano calcio, golf, moto, escursionismo ed arrampicata. “Divertendomi con gli amici a calcio o giocando a golf con mio padre posso semplicemente staccare la spina”, racconta Peter. Lo swing affianca spesso il suo allenamento quotidiano, grazie alla presenza del Golfclub San Vigilio a 18 buche al di sotto di Siusi. Tuttavia Peter irradia il massimo dell’entusiasmo, parlando di arrampicate ed escursioni. Ha conquistato tutte le vie ferrate e le arrampicate classiche dei dintorni: Punta Santner, la cresta di Monte Castello, la ferrata del Sasso Piatto e Passo Santner. Inoltre, nelle belle giornate estive ama partire
da casa avvolto dall’oscurità del mattino, per poi ammirare i primi raggi del sole presso la Croce di vetta sullo Sciliar. “Escursioni ed arrampicate coniugano piacere e relax”, racconta con passione. Così, libera la mente, assapora la quiete del mondo alpino, le sfide e la forza della natura, facendo il pieno d’energia psico-fisica. «
Peter Fill e la cugina Denise Karbon si aggiudicano la Coppa del Mondo: lei per lo slalom gigante nel 2007/08, lui per la discesa libera nel 2015/16.
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Al Monte Cavone
Josef e Bernadette Lunger si dedicano con anima e corpo agli escursionisti alpini che sono sempre lieti di concedersi una sosta qui.
Il Rifugio Monte Cavone tra Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio viene gestito dalla terza generazione della famiglia Lunger che se ne occupa da oltre sessant’anni. La magnifica cima panoramica di Monte Cavone è una delle numerose località leggendarie dell’area vacanze Alpe di Siusi, nonché una meta ideale per una gita giornaliera.
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Testo: Katja Sanin Foto: Helmuth Rier
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Tra un paesaggio e le persone, che da esso discendono, esiste un legame segreto, da cui sono nate leggende che i popoli raccontano da sempre. Nessuno sa a quale periodo risalgano ed è affascinante come il demone della natura o la sensazione di esserne in balia di vita, nella fantasia umana, a esseri amichevoli e disponibili oppure malvagi come streghe, fate cattive delle montagne, mostri o nani. Le leggende di Monte Cavone narrano anche di un “buon vecchio” il quale, in primavera, ricordava a gran voce agli agricoltori che era giunto il momento di coltivare i campi. In questo personaggio
leggendario si potrebbe scorgere ancora l’ombra di una benevola divinità maschile precristiana, un dio della fertilità, a cui le popolazioni agricole rivolgevano preghiere e sacrifici. Chi lo sa se fu proprio il “buon vecchio” a sussurrare a Josef Lunger di coltivare un orto di insalata ed erbe aromatiche a 1.737 m d’altitudine… Josef e sua moglie Bernadette gestiscono il rifugio con i figli Michael e Georg, proprio come Josef fece con i genitori (Michael e Josefa) per molti anni. Talvolta, durante l’estate tre generazioni lavoravano sotto lo stesso tetto, ma nell’autunno 2015 Prentner Michl (così veniva »
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L’ascensione al Rifugio Monte Cavone viene ricompensata con numerose specialità gastronomiche fresche, preparate con amore
chiamato il padre di Josef) morì e sua moglie, detta Seffa, negli ultimi anni rimase a valle con lui, affidando lo scettro della cucina del Rifugio Monte Cavone alla nuora Bernadette. Ora, si sta lentamente avviando il passaggio alla terza generazione. Storia familiare e non solo. Cima Völsegg sopra Monte Cavone era considerata una “montagna sacra”, nonché luogo di sacrifici, sebbene ciò non sia ancora stato confermato. Günther Niederwanger, archeologo specializzato nel Mesolitico (dal 9600 fino al 4500 a.C. circa) in Alto Adige, vi scoprì alcuni reperti; i più importanti venuti alla luce durante gli scavi negli anni ‘80 furono la punta di una freccia ed alcuni cocci decorati. Quando le greggi venivano condotte quassù all’inizio dell’estate ed in occasione della transumanza in autunno, nell’Età della Pietra i pastori sacrificavano presumibilmente una parte degli animali (pecore o capre), così come cereali, prodotti agricoli e frutta ad una divinità. Questa cima è sempre stata un amato pascolo. “Ora non più, ma in passato, a maggio, su Monte Cavone pascolavano circa 250 pecore e già intorno al 1900 sorgeva un bivacco per boscaioli e pastori”, racconta Josefa Lunger. Nel frattempo le famiglie di Tires al Catinaccio vivevano nel rifugio, fino a quando all’inizio degli anni ‘50 in seguito ad uno scambio con il Comune di Tires per un alpeggio a maso Messnerjoch divenne proprietà della famiglia Lunger. Il rifugio
fu inaugurato da Michl e Josefa nell’estate 1955. Durante i primi tre anni, l’occorrente veniva portato sulle spalle, poi con l’aiuto di un mulo ed a Pasqua 1965 Michael Lunger e la moglie salirono per la prima volta con un fuoristrada Haflinger dell’azienda Steyr-Puch. Per scelta, le cinque camere sono allestite ancora oggi in modo sobrio con candele e catini, come in passato, anziché con lampadine e rubinetti. “L’acqua potabile arrivò al Rifugio Monte Cavone il 17 luglio 1970”, precisa Josefa Lunger. Con il fiorire del turismo negli anni ‘70 nacque l’idea di costruire una seggiovia da Bagni di Lavina Bianca alla cima, ma il Prentner Michl si pronunciò contrario. A posteriori questa fu una fortuna, poiché, a parte i padroni di casa, possiamo raggiungere Monte Cavone solo su un sentiero pedonale, scoprendo così un’oasi idilliaca circondata da boschi di larici, dove godersi il panorama sul Catinaccio e liberare l’anima. In armonia con Madre Natura. Al Rifugio Monte Cavone sembra che il tempo si sia fermato. Qui, tutto ha un effetto rilassante ed un’atmosfera rurale: l’edificio è molto modesto, le ordinazioni vengono annotate su un bloc-notes e preparate su una cucina a legna; la specialità della casa è l’omelette all’ortica. Josef e Bernadette vivono ancora oggi come in passato, quando i cacciatori si aggiravano per i boschi insieme a chi raccoglieva funghi, legna e bacche; nel pomeriggio, infatti, dopo aver »
Sentieri escursionistici su Monte Cavone Dai Bagni di Lavina Bianca al Rifugio Monte Cavone e Cima Völsegg Dai Bagni di Lavina Bianca percorrere il sentiero n. 4A fino al laghetto Wuhnleger e, quindi, al rifugio Monte Cavone, da cui il sentiero n. 9 conduce alla Cima Völsegg. Tempo di percorrenza: ca. 1,5 ore Grado di difficoltà: facile Dal Laghetto di Fiè al Rifugio Monte Cavone Dal Laghetto di Fiè imboccare il sentiero n. 1 in direzione delle Malghe Tuff e Hofer. Dopo proseguire sul n. 7 e 7B fino al Rifugio Monte Cavone. Tempo di percorrenza: ca. 3,5 ore Grado di difficoltà: medio Tour al Monte Cavone con partenza al Ristorante Schönblick Dal Ristorante Schönblick rendere il sentiero n. 6 fino a Völsegg e quindi proseguire sul n. 4B fino al laghetto Wuhnleger, da cui sul sentiero n. 4 e 4A si raggiunge il Rifugio Monte Cavone. Il ritorno si snoda sui sentieri n. 4 e 7A fino al Ristorante Schönblick. Tempo di percorrenza: ca. 3 ore Grado di difficoltà: media
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Omelette all’ortica, la specialità della casa.
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esaudito i desideri degli ospiti giornalieri, a Bernadette piace andare a cercare erbe selvatiche e frutti di bosco con il marito. In cucina lei e suo figlio Michl impiegano i doni offerti dalla natura e dal loro orto di aromatiche ed ortaggi, per preparare ogni giorno deliziose ricette. Alla sera, al Rifugio Monte Cavone si accomodano tutti insieme in cucina, per dividere i frutti raccolti, lavarli e trasformarli in marmellate, e pulire funghi, ortiche e farinelli buon-enrico per l’indomani. I compiti dei singoli membri della famiglia sono ben ripartiti:
(salamini affumicati), salmistrati e affumicati dalla famiglia Lunger durante il periodo natalizio.
Bernadette “comanda” in cucina e Josef nell’orto, mentre Michael è responsabile dei dessert e Georg e sua moglie Barbara di accogliere gli ospiti. “Il Rifugio Monte Cavone è aperto da Pasqua a Ognissanti, ma lavoriamo tutto l’anno”, racconta Josef, mostrandomi i minuscoli semi di rapanello, che in autunno ricava da una pianta sfiorita, fa essiccare e seleziona con la moglie nelle serate invernali, per poi piantarli nuovamente nell’orto di Monte Cavone in primavera accanto a insalate, crescione, rucola, acetosa, rape rosse, carote, porri, sedano, bietole, erba cipollina e prezzemolo. L’orto dietro il rifugio è un’autentica delizia per gli occhi, nonché motivo d’orgoglio per Josef che ogni mattina lo irriga per due ore, dopo aver munto le mucche nella stalla, poiché anche burro e ricotta vengono fatti in casa, così come Speck e Kaminwurzen
Gli alpinisti più infaticabili dal rifugio possono proseguire l’ascensione (circa 20 minuti) sul sentiero diretto alla vicina Cima Völsegg (1.834 m) costituita da due grandi speroni rocciosi, da cui si gode un magnifico panorama sconfinato su Brenta, ghiacciaio dell’Adamello, Massiccio dell’Ortles, Alpi Venoste, Alpi Breonie Occidentali, Catinaccio, Latemar, Corno Nero e Corno Bianco. La croce di vetta venne rimossa nell’autunno 1996 dai volontari delle sezioni del Club Alpino di Tires e Aica di Fiè e fu preparato lo scavo per la base. Nella primavera 1997, 15 persone portarono 1.200 kg di calcestruzzo preconfezionato, 200 l d’acqua e putrelle in ferro dal Rifugio Monte Cavone alla Cima Völsegg, dove venne eretta la nuova croce di vetta in larice, donata dal Comune di Tires, che purtroppo fu distrutta poco tempo dopo da un fulmine e sostituita nel 2003. «
Consigli per le escursioni. Monte Cavone è raggiungibile sia dal versante di Fiè, sia da quello di Tires: dal Laghetto di Fiè, dopo 3,5 ore di cammino passando per Malga Tuff e Malga Hofer sotto la Croda del Maglio sul sentiero 7 e 7B; da Bagni di Lavina Bianca attraverso il Wuhnleger in 1,5 ora. Nel piccolo laghetto presso il Wuhnleger si riflettono le cime del Catinaccio e le Torri del Vajolet; qui, è possibile scegliere tra la strada forestale leggermente più ripida ed il comodo sentiero pedonale che è un po’ più lungo, ma paesaggisticamente più incantevole, poiché ricco di panche per rilassarsi ammirando la vista mozzafiato sul mondo alpino circostante e sulla Valle di Tires. Partendo dal Ristorante Schönblick una magnifica escursione circolare di circa 3 ore sale a Monte Cavone, passando per Völsegg e Wuhnleger. Il tour più impegnativo (5,5 ore di salita e 1 ora di discesa), invece, è l’attraversamento della cresta della Croda del Maglio. Partendo dal parcheggio a Bagni di Lavina Bianca presso Tires, si sale attraverso la ripida Gola dell’Orsara fino alla Sella del Cavaccio (2.070 m) sul sentiero nº 2. Da qui è necessario procedere con passo sicuro e non soffrire di vertigini. Si segue la marcatura nº 9 in direzione di Croda del Maglio–Monte Cavone. Il variegato sentiero panoramico, assicurato con le funi, raggiunge il Rifugio Monte Cavone in parte al di sopra ed in parte davanti o dietro la Cima di Mezzodì, Monte Nicola e Croda del Maglio.
Foto: SAM/Laurin Moser
L’affascinante mondo delle Dolomiti seduce soprattutto per le bizzarre formazioni di roccia e l’inconfondibile colorazione.
Il mito delle Dolomiti Dal 2009 sono Patrimonio dell’Umanità secondo l’UNESCO, per l’alpinista estremo altoatesino Reinhold Messner sono “le montagne più belle del mondo” e per molti sono il sinonimo per eccellenza della vacanza estiva: l’ineguagliabile bellezza delle Dolomiti colpisce tutti. Una barriera corallina pietrificata che si eleva verso il cielo definisce l’impareggiabile mondo alpino delle Dolomiti. Grazie alla loro bellezza monumentale e al loro significato geologico e geomorfologico, i cosiddetti “monti pallidi” nel 2009 sono stati inclusi dall’UNESCO nel Patrimonio dell’Umanità. Suddivise in nove aree, di cui fa parte anche il Parco Naturale dello Sciliar-Catinac-
sue torri Santner e Euringer, rappresenta una delle immagini simboliche dell’Alto Adige. Anche il massiccio del Catinaccio, con le sue innumerevoli cime, è conosciuto molto oltre i confini della regione. Una delle tante vette del massiccio, il Catinaccio d’Antermoia, raggiunge i 3.002 metri. Fanno parte del parco naturale anche i boschi di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires, oltre alla Val Ciamin. «
cio, le Dolomiti sono considerate ufficialmente uno dei più bei paesaggi naturali del mondo. Parco naturale Sciliar-Catinaccio. Il parco naturale più antico dell’Alto Adige è stato istituito nel 1974. L’area protetta, grande 7.291 ettari, si trova nella parte occidentale delle Dolomiti altoatesine. Lo Sciliar è un imponente massiccio dolomitico, che, con le
Bruneck Brunico
Südtirol Brixen Bressanone
Meran Merano
Pelmo, Croda da Lago
2 Marmolada
St. Ulrich
Kastelruth Ortisei Castelrotto Seis am Schlern Seiser Alm Siusi allo Sciliar Alpe di Siusi Völs am Schlern
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Auronzo Corvara
Cortina d’Ampezzo
Fiè allo Sciliar
Bozen Bolzano
Tiers/Tires
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Canazei
2
8
Alleghe
Pieve di Cadore
1
Agordo
3
Longarone
Cimolais
Pordenone
Madonna di Campiglio Fiera di Primiero
9 Trento
Belluno
Udine
Belluno Feltre
Trentino
Ampezzo
4
Zoldo
Cavalese
3 Pale di San Martino, San Lucano Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine 4 Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave
St. Vigil S. Vigilio
5
Dolomiti Patrimonio dell’Umanità UNESCO 1
Lienz Toblach Dobbiaco
Pordenone
5 Dolomiti Settentrionali 6 Puez-Odle 7 Sciliar-Catinaccio, Latemar 8 Rio delle Foglie 9 Dolomiti di Brenta
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Fratelli “divergenti”: Manfred (a destra) e Peter (a sinistra nella foto) Erlacher.
Italian style e Siusi nel cuore “Chic-tech” è la parola magica che indica uno stile comodo, sportivo ed elegante. Con il marchio “Chervò” Manfred e Peter Erlacher, fratelli di Siusi, si sono fatti un nome nel settore internazionale dell’abbigliamento per il golf ed il tempo libero.
M Manfred e Peter Erlacher sono così diversi come solo due fratelli potrebbero essere: mentre Manfred sarebbe un perfetto marinaio, Peter è più adatto alla gestione di un podere inglese. Nella vita reale il capitano ed il lord sono un manager ed un designer con una passione comune: il golf. Questi fratelli “divergenti” hanno trovato un’autentica vocazione nella loro azienda “Chervò Golf & Sportswear”, facendosi strada con caparbietà tra i grandi del settore.
Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier
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In passato i genitori gestivano un salone da parrucchiere a Siusi allo Sciliar, motivando i due figli ad uscire dalla regione. Manfred, nato nel 1947, studia economia a Firenze, mentre Peter, cinque anni più giovane, si diploma all’istituto superiore di educazione fisica a Roma. Dopo l’università, il primo gestisce con un partner uno stabilimento di calcestruzzo e ghiaia, il secondo, invece, diventa famoso nelle gare di sci e come allenatore della nazionale italiana. Nel 1980, inizia ad importare in Italia articoli sportivi dall’America e dalla Svizzera, facendo così il primo passo in un settore complesso, seguito dal fratello, poiché il creativo ha bisogno di un buon manager al suo fianco. Nel 1982, il voler-fare-da-sé, caratteristica che accomuna i fratelli, porta alla produzione di calze con il marchio “Le Double”, subito dopo di abbigliamento outdoor e, infine, da sci con il nome “Caribou”. L’abbigliamento sportivo disegnato da Peter rivoluziona il business, poiché è in grado di coniugare
eccellenti prestazioni tecniche con uno stile disinvolto, che si differenzia dai marchi tradizionali. Improvvisamente sulle piste da sci cominciano a volteggiare design esclusivi e nuovi tagli très chic e very fashionable. Da Caribou a Chervò. Quando gli Erlacher scoprono che “Caribou” (renna) è un marchio già registrato in America, lo cambiano in “Chervò” (che ricorda “cervo”). Dopo una collaborazione pluriennale con Ellesse, produttore di articoli sportivi di Perugia, all’inizio degli anni 1990 gli Erlacher passano dall’abbigliamento per lo sci a quello per golf e tempo libero, trovando così la loro vera strada. Gli Erlacher sono in grado di mettere in discussione il dresscode dominante dell’epoca anche nel mondo del golf, ammaliando con una linea di capi che coniuga il moderno stile italiano con materiali innovativi. “Chervò ha sviluppato numerosi tessuti innovativi, protetti dal nostro marchio aziendale, sottolineando differenti caratteristiche ed aree d’applicazione”, racconta Peter Erlacher. “Chervò-Tex” è un logo che garantisce l’impiego di materiali adatti a qualsiasi condizione climatica. “Per offrire benessere ed un comfort ottimale, da sempre facciamo affidamento sulla ricerca nel settore di tessuti e materiali, che sopportano le condizioni climatiche più dure e vengono testati sul campo da professionisti del golf e con analisi di laboratorio”, rivela »
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Il cuore di Chervò, produttore di abbigliamento per il golf e il tempo libero famoso in tutto il mondo, batte presso la sua sede a Costermano, sul Lago di Garda.
Manfred. Peter, la mente creativa dell’azienda, non è solo responsabile del design innovativo, ma s’impegna con particolare acribia anche nella scelta dei materiali adeguati. Manfred definisce il successo di “Chervò” come “una meta importante, raggiunta grazie alla passione per il lavoro ed a una costante ricerca tecnologica, che ha portato alla produzione di capi d’abbigliamento dall’inconfondibile stile chic-tech, che diventano i protagonisti principali sui campi da golf di tutto il mondo.” Davanti all’area aziendale di due ettari, a Costermano, spicca una vistosa ed enorme palla da golf: l’indirizzo per eccellenza dei golfisti. Chervò Golf & Sportswear sorge operativamente nell’hinterland del Lago di Garda, 25 km a nord-ovest di Verona ed a circa un’ora e mezza in auto da Bolzano. “Qui, abbiamo trovato le condizioni ottimali per la nostra azienda”, spiega Manfred. La sede fiscale dell’azienda ed il cuore dei fratelli, però, sono a Siusi allo Sciliar e, così, da numerosi anni fanno i pendolari tra le loro abitazioni sul Lago di Garda e nelle Dolomiti, vivendo in due mondi differenti. A Siusi questi due appassionati di sci si godono soprattutto le piste dell’Alpe di Siusi, così come le montagne e l’impegnativo campo da golf alle falde dello Sciliar, in estate. Sul Lago di Garda, invece, sono il clima mite, il fascino mediterraneo e, non ultimo, la loro azienda, a farli sentire a casa. La sede aziendale accoglie gli uffici dei fratelli, alle due estremità dell’edificio amministrativo. “Così possiamo sbollire a distanza”, scherza Manfred. I loro compiti sono nettamente distinti, ma tutte le decisioni importanti vengono prese insieme ed anche in accordo con i collaboratori principali. Manfred sta facendo il suo giro mattutino, per assicurarsi che nei singoli reparti sia tutto a posto, mentre Peter è nella sezione grafica tra casse di tessuti e fantasie. Peter, il visionario. Rivela che talvolta le sue antenne sono eccessivamente ricettive. “Prendere troppo presto alcune decisioni non è sempre positivo”, rivela. E tra i due fratelli possono scoppiare scintille. Manfred si occupa dei profitti. Di lui Peter dice che ha una corazza dura, ma un cuore tenero. Tuttavia, alla fine, è sua la responsabilità del successo finanziario. Peter sottolinea che, con il passare degli anni, ideare sempre qualcosa di nuovo diventa una grande sfida, che richiede anche
coraggio. “Numerosi principi minano la mia creatività”, spiega Peter. “È necessario mettere costantemente in discussione ciò che è già stato fatto, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.” L’estro serve a rendere la vita variopinta e solare. Ma si dovrebbe conoscere bene la materia ed avere il coraggio necessario per applicare esperienza e know-how specifico. “Il nostro obiettivo principale è quello di trovare il denominatore comune della funzione sportiva delle collezioni Chervò e della tendenza al passo con i tempi, per poter vestire i golfisti in maniera funzionale e chic”, riferisce Peter. “Naturalmente siamo anche esposti alle fluttuazioni della moda ed ai trend. Non vogliamo nuotare controcorrente, poiché anticipare i tempi cela in sé il pericolo di non venire compresi. È importante conservare la propria impronta, affinché l’utente finale riconosca il carattere del nostro prodotto, che differenzia Chervò dagli altri marchi.” Manfred afferma di non essersi mai pentito di essere entrato nel settore della moda. “Non nego che sia stressante, poiché si lavora sempre a quattro collezioni contemporaneamente, ma credo che mantenga giovani.” Chervò ha sette punti vendita, un flagship store ed un outlet nell’edificio aziendale a Costermano; in questi nove negozi lavorano 17 collaboratori, »
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MANFRED ERLACHER
PETER ERLACHER
rivela in un Word-rap che cosa signiica per lui ...
rivela in un Word-rap che cosa signiica per lui ...
Lago di Garda ... Relax, eccellente gastronomia e golf. Siusi allo Sciliar ... Pace, un’area magnifica e di nuovo golf. Montagne ... La mia nostalgia. Mare ... Libertà, immersioni. Golf ... Bell’attività, sport incantevole, il mio lavoro. Made in Italy ... Creatività, eccellente design, qualità ...
Progresso ... Per me significa perseverare costantemente, per non rimanere fermi nel presente.
Lago di Garda ... Area mozzafiato.
Progresso ... Indispensabile.
Siusi allo Sciliar ... Casa.
Profitto ... Ricompensa materiale.
Profitto ... Garantisce la sopravvivenza di un’azienda.
Montagne ... Affascinanti.
Sport ... Sfida.
Mare ... Spazio infinito.
Motivazione ... Non dovrebbe mai mancare.
Sport ... Dovrebbe essere un’attività praticata da tutti, purché in misura ragionevole. Motivazione ... Importante, poiché è il motore. Terra nativa ... Il porto di ogni persona.
Trend ... Non bisogna sempre corrergli dietro ...
Neve ... Qualcosa di straordinario. Quando nevica, il mio cuore gioisce.
Green ... Sul campo da golf è l’area dove si dovrebbe fare l’ultimo tiro prima di una buca.
Sciliar ... Il mio idolo, che vedo ogni giorno davanti alla porta di casa a Siusi. Fascino.
Rischio ... Un imprenditore dovrebbe assumerselo, ma solo dopo valutazioni concrete.
Alpe di Siusi ... Dove ho imparato a sciare e dove, in estate ed inverno, trascorro gran parte del mio tempo libero.
Jet set ... Persone che credono di essere importanti (di cui io non faccio parte). Modelle/i ... Una componente importante che rappresenta la moda in maniera interessante. Un lavoro faticoso.
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Fortuna ... Salute, famiglia e il mio lavoro che amo.
Golf ... Gioco e divertimento. Made in Italy ... Creatività. Trend ... Fugacità. Green ... Dove si gioca la partita. Rischio ... Mozzafiato. Jet set ... Cliché. Modelle/i.. Fragilità.
Terra nativa ... Nido. Neve ... Un elemento, a cui non desidero rinunciare. Sciliar ... Visto da Siusi, per me, ha sempre rappresentato i miei genitori: Punta Santner e Mull. Alpe di Siusi ... Sci e relax. Fortuna ... Benvenuta.
I due appassionati di golf fanno sempre ritorno a casa, a Siusi allo Sciliar.
mentre nella sede 35 persone. Due volte all’anno nell’ampio showroom vengono presentate le nuove collezioni a circa 80 distributori provenienti da tutto il mondo (Cina, Giappone, Corea, Hong Kong, Canada e Stati Uniti d’America, così come Russia e Sudafrica). Quando i modelli sfilano sul green dello showroom, i rivenditori seduti sulle sedie bianche da regista scelgono la moda che dominerà sul campo da golf e nel tempo libero nella prossima stagione. A livello internazionale Chervò è rappresentata in oltre 30 Paesi ed è una presenza fissa nella società golfista. Amministrazione, design e distribuzione avvengono presso la sede aziendale sul Lago di Garda, mentre la produzione ha luogo in Italia, Portogallo, Tunisia, Romania, Bulgaria e Moldavia. “Ci sono 65 milioni di golfisti in tutto il mondo”, spiega Manfred, “di cui 25-27 milioni in America. In Europa questo magnifico sport è praticato da 4,5 milioni di persone, prevalentemente nelle roccaforti di Inghilterra, Scozia, Irlanda e Svezia.” Secondo Manfred il golf è uno sport, non un gioco; per lui non c’è ombra di dubbio. Peter, invece, sostiene che sia gioco e sport nel contempo e che sia proprio questa la maggiore bellezza di quest’attività ricreativa. Sul campo da golf o nella clubhouse si potrebbe discutere all’infinito di questo differente punto di vista… Peter e Manfred praticano il golf dalla fine degli anni 1980. Manfred dice di aver cominciato troppo tardi per giocare davvero bene, ma è impossibile immaginare i campi di questo mondo senza i fratelli Erlacher. Spesso Manfred e Peter si trovano sulla riva meridionale del Lago di Garda, poiché sono soci, anche se con quote minime, del San Vigilio Chervò Hotel Spa & Resort, inaugurato nel 2011 a Pozzolengo: più che altro, le loro idee ed esperienze sono state scelte per il concetto ed è stato impiegato il nome “Chervò” famoso nel mondo del golf, per un vantaggio reciproco. L’elegante struttura dell’hotel con un campo da golf a 36 buche sorge tra colline moreniche ed è annoverata tra le più esclusive del Lago di Garda. Manfred è il presidente del Golf Club e, così, questo convinto abitante di Siusi potrebbe dimostrare di essere “arrivato” anche nella sua seconda terra. «
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Cinque viticoltori ed un obiettivo: produrre vini autentici.
Vini di Fiè, vini di carattere Dalle cime alpine ai vigneti
N Negli ultimi anni, il Comune alpino di Fiè allo Sciliar con i suoi 35 ettari di vigneti è divenuto un piccolo ma raffinato centro vitivinicolo. Markus Prackwieser di Maso Gump, Otmar Mair di Maso Besserer, Christoph e Andreas Mock di Maso Wasserer, Stefan Pramstrahler di Maso Grottner e Patrick Planer di Maso Prackfoler sono cinque ambiziosi viticoltori che fanno parlare di sé oltre i confini comunali. Già da qualche anno, alcuni di loro imbottigliano personalmente i vini prodotti, affermandosi sul mercato, e recentemente a questi cinque si è unito Florian Unterthiner di Maso Ebner a Campodazzo, sull’altro versante della valle dell’Isarco.
In Valle Isarco, a soli 315 m d’altitudine, si trova il punto più basso del Comune di Fiè, che giunge fino alla cima dello Sciliar, a 2.563 m. La viticoltura, che vanta una lunga tradizione, viene praticata sui pendii fino alla vallata, a Novale di Presule, Novale di Fiè e Passo, ad un’altitudine compresa tra 300 e 650 m. Qui, sorgono i masi vitivinicoli di Fiè, immersi in vigneti in parte ripidi, dove secondo natura predominano i vini bianchi con circa l’80% della superficie coltivata, ripartita come segue: Sauvignon (8 ettari), Pinot Bianco (6,5 ettari), Müller Thurgau (4 ettari), Kerner (3,7 ettari) e Gewürztraminer (2,6 ettari), così come Chardonnay e Silvaner con »
Testo: Herbert Taschler Foto: Helmuth Rier
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1 ettaro ciascuno. Tra le varietà di rossi assumono un ruolo importante il Pinot Nero con circa 4 ettari e la Schiava con 2 ettari.
MASO GUMP DI MARKUS PRACKWIESER Markus Prackwieser di Maso Gump è il produttore di vini più famoso di Fiè. La sua tenuta sorge a Novale di Presule, sui ripidi pendii all’ingresso della Valle Isarco, ad un’altitudine compresa tra 350 e
550 m. Su 5 ettari di vigneti con una pendenza dal 50 al 70% Markus coltiva Pinot Bianco e Nero, Sauvignon, Gewürztraminer e Schiava. Questo giovane viticoltore, che ha rilevato il maso dal padre nel 2000, da allora torchia personalmente la sua uva. Oggi, i vini del Maso Gump affascinano a livello nazionale ed internazionale; sono soprattutto quelli della linea Praesulis, il cui nome deriva dal vicino Castel Presule, a godere di grande fama. Markus Prackwieser si è sempre posto l’obiettivo di “produrre vini di carattere, con cui posso identificarmi al 100%”. Questo viticoltore di successo s’impegna quotidianamente a mantenere l’equilibrio tra tradizione ed innovazione, per offrire ai clienti “vini emozionanti che rivelano dettagli sui dintorni e sul loro creatore”.
LA VARIEGATA OFFERTA DEL MASO BESSERER Dal 1998, Otmar e Rosmarie Mair producono i loro vini insieme ai figli Philipp e Hannes al Maso Besserer, nelle immediate vicinanze del Maso Gump. Dai modesti esordi è nata un’azienda che ora conta 40.000 bottiglie all’anno. Su 4 ettari di
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ripidi pendii la famiglia Mair si dedica a produrre vini naturali e di qualità su un terreno molto difficile. Lo speciale microclima e la natura del suolo di questi vigneti offrono le condizioni migliori per vini di carattere: tutto il giorno, infatti, sono sotto l’influsso del clima mediterraneo del bacino della conca bolzanina, mentre di notte vengono rinfrescati dal vento della Valle Isarco. L’ampia gamma di vitigni offre Pinot Bianco, Sylvaner, Kerner, Sauvignon, Gewürztraminer, Moscato giallo e Chardonnay, ma anche Schiava e Zweigelt.
NUOVA VITA AL MASO WASSERER Il Maso Wasserer di Novale di Fiè, risalente al 1366, ha alle spalle una storia movimentata. Nel 1996 venne acquistato dalla famiglia Mock di Maso Mumelter a Coste presso Bolzano e i gemelli Andreas e Christoph ristrutturarono con passione ed impegno le antiche rovine, trasformandole in un’invitante tenuta vitivinicola e Buschenschank (osteria contadina). Andreas è il cuoco, Christoph è l’agricoltore e il cantiniere del maso, il cui obiettivo è “torchiare vini complessi ed aggraziati”, che si rispecchia anche nel design e nell’allestimento
della tenuta. A questo proposito è essenziale la «W», che contraddistingue in maniera sostenibile il marchio: «W» come Wasserer, come vino (Wein) di carattere, come meravigliosa (wunderbar) gastronomia e non da ultimo come benessere (Wohlfühlen). Dal 2013 al Maso Wasserer vengono vendemmiati Sauvignon e St. Magdalener coltivati a Costa.
Orgogliosi dei loro vini: (da sinistra) Markus Prackwieser (Maso Gump), Otmar e Rosmarie Mair (Maso Besserer), Christoph Mock (Maso Wasserer), Katharina Pramstrahler (Maso Grottner), Patrick Planer (Maso Prackfol) e Florian Unterthiner (Maso Ebner).
TENUTA GROTTNER CON CUCINA PREMIATA Anche la tenuta vitivinicola Grottner, che sorge leggermente più in quota, risale al 13° secolo. Stefan Pramstrahler, albergatore di Fiè e cuoco premiato da Gault Millau del Romantik Hotel Turm, ha acquistato il maso qualche anno fa, trasformandolo in un gioiello storico. Le antiche volte della cantina custodiscono ancora vecchie botti, testimoni di tempi andati. Da allora Stefan Pramstrahler è annoverato tra i viticoltori di Fiè e nei nuovi vigneti del Maso Grottner coltiva con grande successo vini con esotici nomi latini provenienti dal mondo degli uccelli: Sauvignon Bubo, Gewürztraminer Tetrix, Pinot Bianco Pica o Pinot Nero Corax. La famiglia Pramstrahler coniuga alla »
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Sui fertili pendii estesi fino alla Valle Isarco maturano eccellenti vini.
Panoramica sui produttori di vino di Fiè Tenuta Besserer Otmar Mair Novale di Presule, 10 Tel. 0471 601 011 www.bessererhof.it Tenuta Ebner Florian Unterthiner Campodazzo, 18 Tel. 0471 353 386 www.weingutebner.it Tenuta Grottner Stefan Pramstrahler Piazza Chiesa, 9 Tel. 0471 725 014 www.hotelturm.it Tenuta Gump Markus Prackwieser Novale di Presule, 8 Tel. 0471 601 190 www.gumphof.it Tenuta Prackfol Patrick Planer Aica di Sotto, 10 Tel. 0471 601 532 www.prackfolerhof.it Tenuta Wasserer Christoph Mock Novale di Fiè, 21 Tel. 0471 724 114 www.wassererhof.com
perfezione gli 800 anni di tradizione del Maso Grottner con un design moderno ed innovative tecniche in cantina.
TENUTA PRACKFOL ED I VINI DI COLTIVAZIONE PROPRIA Il Maso Prackfoler di Patrick Planer sorge ad Aica di Fiè, sul versante assolato della Valle di Tires, in una posizione mite dal punto di vista climatico, a 600 m d’altitudine, dove vengono coltivati frutta e vitigni. Notevoli escursioni termiche, così come i terreni morenici sopra lo zoccolo vulcanico di porfido quarzifero bolzanino, creano le condizioni ideali per una viticoltura di qualità, come quella che da generazioni viene praticata al Maso Prackfol. Le aree coltivate di Leita e Rachtl s’estendono su ripidi pendii esposti a sud-ovest, che godono dell’influsso dei venti caldi del bacino della conca bolzanina. Su tre ettari del maso maturano Sauvignon, Schiava e Pinot Nero. Dal 2013 Patrick Planer imbottiglia ufficialmente i suoi vini con l’etichetta “Vinicoltore Prackfol”, acquistabili nel negozio agricolo del maso insieme a marmellate fatte in casa, sciroppo di sambuco e lampone, cuscini alle erbe aromatiche e sacchettini di lavanda.
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TENUTA E AGRITURISMO MASO EBNER Maso Ebner sorge ad un’altitudine di 500 m, su un assolato sperone roccioso con vista sul massiccio dello Sciliar e su Fiè, alle falde dell’Altipiano del Renon. Florian e Brigitte Unterthiner gestiscono con molto impegno la tenuta vitivinicola e la tradizionale Buschenschank, deliziando gli ospiti con vini di carattere di produzione propria e con una raffinata gastronomia contadina. Sui caldi pendii meridionali d’origine vulcanica maturano i vini rossi (Pinot Nero, Schiava e Zweigelt), mentre nelle posizioni ventilate a sud-est le varietà di bianchi (Grüner Veltliner, Gewürztraminer, Pinot Bianco e Sauvignon) su complessivamente 4,5 ettari ed in parte su pergole di 40 anni. Le 20.000 bottiglie prodotte annualmente al Maso Ebner dal 2013 affascinano senza eccezione alcuna con una pienezza ed una persistenza autoctone, un carattere intensamente minerale, eleganza ed invitante freschezza. “Sostenibilità, qualità ed autenticità le sentiamo, le viviamo e siamo lieti di trasmetterle ai nostri ospiti”, gioisce Florian Unterthiner. «
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Hugo Un drink estivo 15 cl di prosecco 2 cl di sciroppo di citronella o sambuco Uno spruzzo d’acqua minerale Foglioline di menta Mescolare accuratamente tutti gli ingredienti in un calice con due/tre cubetti di ghiaccio.
Come può un rinfrescante cocktail estivo avere un nome così all’antica? Fu un puro caso, che non ne arrestò il grande successo! Oltre dieci anni fa Roland Gruber, barkeeper altoatesino, creò un nuovo drink leggero pensato per le signore, sebbene la sua fama oltrepassi ormai i confini del regno femminile. Il frizzante Hugo è un cocktail leggermente alcolico a base di prosecco, sciroppo di citronella o fiori di sambuco, acqua minerale e menta in foglie.
Testo: Barbara Pichler-Rier Foto: Helmuth Rier
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Montagna e maso: un connubio mozzafiato.
Aria di novità a Maso Stangler Una Buschenschank (osteria contadina) rispecchia la tradizione agricola dei dintorni, ma se il suo giovane agricoltore non corrispondesse esattamente all’immagine dell’altoatesino tipico? A Maso Stangler, a San Costantino presso Fiè allo Sciliar, il passaggio dalla villeggiatura all’agricoltura si verifica con un processo organico che lascia ampio spazio ad esperimenti e nuove idee. La meta del viaggio è ancora tutta da decidere!
D Testo: Sabine Funk Foto: Helmuth Rier
Dalla sua inaugurazione come Buschenschank, Maso Stangler gode di grande popolarità presso ospiti ed abitanti locali, soprattutto per l’organizzazione di pranzi nuziali, compleanni e ricorrenze particolari. Questo maso di San Costantino affascina con la sua posizione idilliaca alle falde dello Sciliar, il design semplice dell’imponente fienile
trasformato in osteria e la gastronomia dall’eclettica ispirazione non troppo convenzionale. Gastronomia e cultura. Un percorso tortuoso ha condotto Heinrich Mayer Kaibitsch, chiamato Heiner, e la sua giovane famiglia, recentemente allietata dalla nascita dalla seconda figlia, là dove »
»
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Heiner e Clara Kaibitsch hanno scelto la semplicità della montagna.
trascorse praticamente metà della sua infanzia e gioventù. Maso Stangler, infatti, è proprietà della famiglia da oltre 100 anni, che si occupava quasi in esclusiva della sua coltivazione, dividendosi tra Bolzano e San Costantino. Da adolescente il giovane contadino non desiderava dedicarsi al settore agricolo, ma durante la facoltà di pubblicistica e storia a Vienna scoprì la cucina, cominciando ad interessarsi alla sua dimensione storico-sociale. Prima di terminare gli studi, Heiner frequentò un corso di un anno a Parma, partecipando ad un master in food culture presso l’Università di Scienze Gastronomiche dedicata allo slow food, dove esplorò la ricezione culturale del patrimonio culinario, ma anche la produzione di generi alimentari locali di qualità. Quest’esperienza molto intensa e concentrata contraddistingue anche l’odierno orientamento di Maso Stangler. Tuttavia i tempi non erano ancora maturi… Solo dopo che Heiner e sua moglie Clara, originaria di Vienna, visitarono diverse località in Europa, Stati Uniti ed Africa, giunse il momento d’insediarsi nel piccolo e pittoresco podere di San Costantino. La produzione e la lavorazione diretta dei generi alimentari nella forma flessibile della Buschenschank dimostrò rapidamente di essere la soluzione migliore. La trasformazione del fienile venne progettata da un amico architetto che realizzò personalmente il risanamento ecologico dell’edificio, con isolamento in paglia. Così, nacque una sala luminosa e spaziosa per l’osteria e gli eventi con una cucina altrettanto ampia. Nell’estate 2012 ebbero luogo i primi ricevimenti per i matrimoni e la Buschenschank entrò in funzione affiancata da un programma culturale divenuto sempre più regolare, di cui fanno parte anche i soggiorni estivi di artisti contemporanei che poi espongono le loro opere nel maso. Prodotti regionali, ma anche di qualità coltivati allo Stangler, con un tocco fusion ne contraddistinguono la gastronomia, senza limitarsi ai principi dello slow food. Heiner non desidera orientarsi in maniera eccessivamente dogmatica e conservativa alla tutela della tradizione gastronomica, poiché si tratta di un valore che dovrebbe essere goduto con attenzione: chi decide, infatti, quando un’usanza è degna di essere conservata, chi traccia i confini? A Maso Stangler Heiner non persegue una filosofia missionaria, poiché ama soprattutto la molteplicità fatta di attività agricola e culinaria,
Al Maso Stangler regna il principio dello slow food.
dedicandosi in contemporanea al proprio contributo a livello contenutistico. Inoltre, lo affascina la possibilità di colmare il vuoto tra luogo di lavoro e di residenza, aperto dal consumismo moderno. Soprattutto, però, desidera dimostrare che “con un maso si può fare qualsiasi cosa”. Naturalmente l’obiettivo di Heiner è quello di aumentare la produzione di generi alimentari, per cucinare, così, con i doni della sua terra mettendo in secondo piano la presentazione di menù con canederli o curry thailandese, poiché secondo lui è il contenuto e non la cornice a definire tradizione e valori locali. Originalità anziché apparenza. Quale tradizione? Cos’è autentico? Talvolta ciò che appare »
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di seconda mano: è a questo connubio che l’osteria deve il suo design interno quasi urbano ed eclettico con poltrone stile anni ’50 provenienti dall’Hotel Città di Bolzano (così come il bancone) affiancate da scaffali in MDF con elementi grafici, tavoli realizzati su misura dai falegnami con il legno del maso e sedie impilabili minimaliste dal discreto design retrò.
Il Maso Stangler rompe gli schemi e affascina con la sua posizione idilliaca.
tradizionale è solo una facciata. Maso Stangler prende le distanze dalla tendenza attuale di reinterpretare in chiave moderna gli elementi stilistici alpini. La ristrutturazione del fienile era finalizzata alla creazione di un ambiente contemporaneo, rinunciando però a dettagli tipici quali tende a quadretti o il classico arredamento contadino delle Stuben ed a prodotti commerciali più comuni come gli arredi per il settore gastronomico o i gazebo per gli eventi. Tutti gli accessori ed i mobili sono stati progettati e costruiti da artigiani locali o acquistati
Allo Stangler non va ancora tutto liscio come l’olio e, quindi, c’è ancora spazio per idee creative ed interpretazioni differenti. Ecco come da una costruzione in legno di due piani su ruote e dall’aspetto moderno è nato un albergo per i soggiorni degli artisti, che può anche essere trasformato nel palcoscenico di un concerto. In realtà questa casetta era stata creata per essere un ovile mobile, ma le pecore non ne volevano sapere! Heiner Kaibitsch non è il tipo che programma meticolosamente ogni singolo dettaglio e questa potrebbe essere una grande fortuna. “Se avessi fatto calcoli e ricerche accurati, forse non avrei realizzato niente di tutto ciò.” “La provincia non è un luogo, bensì una condizione”. La stella della gastronomia dello Stangler è il ribes nero, che veniva già coltivato nel maso dalla nonna di Heiner e di cui ora crescono 6.000 piante. L’attività poi s’estende in ogni direzione, dall’allevamento degli ovini agli esperimenti con prodotti agricoli inusuali per la zona quali carciofi o piante acquatiche commestibili. Dall’inizio dell’estate all’autunno, durante i fine settimana hanno luogo soprattutto feste familiari ed eventi; gli orari d’apertura devono sempre essere verificati sulla pagina Facebook o sul sito internet. Il programma culturale, ancora in fase di sviluppo, presenta un appuntamento fisso: l’apericinema tutti i giovedì d’estate e, inoltre, a giugno ha nuovamente luogo un piccolo festival di musica funk, in occasione del quale si esibiranno soprattutto DJ e band. Maso Stangler sembra essere ancora un esperimento con un finale piacevolmente aperto che impedisce di raccontare una storia di successo fatta e finita. Tuttavia, la curiosità non manca! Heiner, Clara e le loro due figlie non diventeranno tanto facilmente una famiglia di agricoltori tipicamente provinciale, ma dopotutto quale utilità hanno tali categorie? Nella Stube, ricamata a punto croce su lino, è incorniciata la risposta: “La provincia non è un luogo, bensì una condizione.” «
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Foto: Brimi, Helmuth Rier
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I 10 luoghi da visitare nell’area vacanze Alpe di Siusi ... Centro storico di Castelrotto Il simbolo di Castelrotto è il campanile barocco ben visibile in lontananza, affiancato da un’imponente chiesa in stile neoclassico, un municipio interessante dal punto di vista architettonico, edifici con dipinti sulle facciate ed una storica collina porfirica, il Colle. Chi desidera ammirare Castelrotto dall’alto, può salire i 298 gradini del campanile di 82 m, per godersi il meraviglioso panorama sul paese ed i dintorni.
Marinzen L’Alpe di Marinzen, che si estende a circa 1.500 m d’altitudine, è un’amata meta escursionistica estiva. Oltrepassando la stazione a valle dello lift Marinzen, il sentiero sale attraverso i prati e successivamente il bosco verso l’omonima alpe, che si può anche raggiungere in pochi minuti con la seggiovia. Una volta arrivati, vi attendono uno zoo per i più piccoli con animali da accarezzare, un avventuroso parco giochi ed un laghetto per la pesca. Durata dell’escursione: 2 ore circa.
Centro visite del Parco Naturale a Tires All’imbocco della Val Ciamin, all’interno dell’antica segheria Steger (una segheria veneziana nuovamente funzionante), sorge il centro visite del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio con informazioni sull’area protetta, la sua geologia, flora e fauna. La segheria e l’abitazione del segantino, testimoni della tradizione artigiana e della cultura alpina, sono state conservate. Il centro visite è aperto dal 7 giugno al 15 ottobre, da martedì a sabato, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18. Nei mesi di luglio e agosto è aperto anche la domenica. Ogni mercoledì alle ore 11, 15 e 16.30, viene attivata l’antica segheria veneziana.
Sentiero Oswald von Wolkenstein e Rovine di Castelvecchio Oswald von Wolkenstein risiedeva a Castelvecchio, al di sopra di Siusi allo Sciliar. Lungo il Sentiero Oswald von Wolkenstein, gli escursionisti scoprono come il poeta e cavaliere viveva con la sua gente nel lontano 15° secolo. Quest’emozionante percorso oltrepassa le Rovine di Castel Salego e di Castelvecchio, raccontando aneddoti sul galateo a tavola e sugli strilloni dell’epoca di cavalieri e damigelle. Il facile sentiero tematico segue un piacevole percorso didattico-escursionistico, apprezzato non solo dai bambini. Durata dell’escursione: 2 ore circa.
La “Veduta del re” Il panorama che si ammira dalla Veduta del re, un belvedere affacciato sulla Valle Isarco e sull’Altipiano del Renon, era apprezzato già da Federico Augusto III re di Sassonia. Durante le sue visite intorno al 1900, quest’illustre ospite amante delle Dolomiti soggiornò spesso a Siusi allo Sciliar, partendo poi alla volta del bosco di Laranza, il cui belvedere divenne per la popolazione locale la “Veduta del re“, che di reale schiude anche il panorama. Durata dell’escursione “Grande giro di Laranza”: 2 ore e ½ circa.
42 ALPE | Estate
Sciliar e Monte Pez Cima simbolo dell’Alto Adige, massiccio altoatesino delle streghe, barriera corallina pietrificata: lo Sciliar ha numerosi nomi ed il suo rilievo più elevato è Monte Pez (2.563 m). In tutte le stagioni ed in ogni momento del giorno, avvolto dalle nubi o dalla nebbia, nella scintillante luce del sole o al crepuscolo, lo Sciliar affascina l’uomo da millenni. Numerosi sentieri, alcuni secolari, si snodano fino alla cima, partendo da Fiè allo Sciliar, Siusi, Tires al Catinaccio, Castelrotto o dall’Alpe di Siusi (Sentiero dei turisti).
Castel Prösels Chi era Leonardo di Fiè? Quando ebbe luogo l’ultimo processo ad una “strega” a Castel Prösels? Durante una visita guidata attraverso quest’imponente maniero, gli amanti della cultura conosceranno tutte le risposte, ammaliati dalla collezione di armi nella sala dei pilastri e dalla cappella di Sant’Anna. Le visite di Castel Prösels hanno luogo dal 1° maggio al 31 ottobre 2016. Inoltre, tutti i martedì di agosto, il programma “Viaggio nel passato” attende le famiglie.
Val Ciamin L’escursione in Val Ciamin, una vallata romantica e selvaggia tra lo Sciliar ed il Catinaccio, ha inizio al di sopra di San Cipriano e, attraversando i prati Doss e la sorgente Schwarzer Lettn, raggiunge i prati Erster Leger, da dove si prosegue verso le sorgenti del Ciamin: nell’arco di pochi metri il letto secco del rio si trasforma in un vivace ruscello alpino. Meta dell’escursione è il Rechter Leger, un meraviglioso belvedere con area di sosta e panorama sulle Torri del Principe e le Cime del Ciamin.
Laghetto di Fiè Un tuffo a 1.056 m d’altitudine: il Laghetto di Fiè, il più incantevole lago balneabile dell’Alto Adige, è stato ripetutamente premiato da Legambiente per l’ottima qualità delle sue acque. Con una temperatura di circa 22 °C è l’ideale per rinfrescarsi e, inoltre, la breve escursione intorno a questo bacino è adatta anche alle famiglie con bambini piccoli e carrozzine, anziani e disabili.
Giro del Bullaccia con le Panche delle streghe e il belvedere Engelrast Il Bullaccia non accoglie solo i belvedere più affascinanti con una vista a 360°, ma anche alcuni luoghi energetici. Il tour del Bullaccia conduce alla piattaforma panoramica Engelrast e da lì, passando per la croce Filln, alle Panche delle streghe, per poi proseguire fino alla croce Goller. Consiglio: concedetevi una sosta sulle Panche delle streghe, proprio come facevano le Streghe dello Sciliar. Durata dell’escursione: 3 ore circa.
Estate | ALPE 43
Foto: Oswald-von-Wolkenstein-Ritt/Helmuth Rier
Anteprima estate ’16
> 3 maggio - 12 luglio 2016
> 10 - 12 giugno 2016
> Giugno e luglio 2016
> 1 luglio 2016
Escursioni per gli amanti dei fiori
Cavalcata Oswald von Wolkenstein
Eventi gastronomici all’aperto
Nel territorio dello Sciliar nel corso dell’anno si possono trovare oltre 790 piante da fiore e felci dai più diversi aspetti e di diversa provenienza. Sui prati delle malghe, sui pascoli e sui ghiaioni spuntano tipici fiori alpini e molte altre rarità botaniche. Nel corso dell’anno l’Ufficio Parchi Naturali organizza in collaborazione con le associazioni turistiche dei comuni del Parco Naturale circa 30 escursioni guidate con l’esperto escursionista e naturalista Riccardo Insam.
Un tuffo nell’atmosfera cavalleresca, tra stendardi e vessilli, aste puntate al vento ed indomiti cavalieri pronti a sfidarsi in groppa ai loro destrieri in prove rocambolesche. È un mix coinvolgente di tradizione medievale, folclore e sport equestre la Cavalcata Oswald von Wolkenstein, dedicata al celebre cantore e poeta del XIV-XV secolo, in un percorso a tappe che ripercorre la sua vita leggendaria negli scenari incantati dell’area vacanze Alpe di Siusi. Tra le Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO), dal 10 al 12 giugno 2016, torna la grande manifestazione ai piedi dello Sciliar. A sfidarsi tra le incitazioni della folla, 36 squadre di cavalieri in abiti tradizionali che si destreggeranno in 4 tornei ai limiti del possibile.
Tre straordinari appuntamenti open air dedicati ai buongustai, che rendono ancora più emozionante l’estate tutt’intorno all’Alpe di Siusi, vengono inaugurati dalla Tabbla Toò sull’altipiano con un menù di otto portate, accompagnato dal panorama a 360° sui dintorni e preparato con cucine in legno. Per la magnifica vista sul leggendario Catinaccio, così come per le sue raffinate specialità, è nota anche la Berglertafel (cena del montanaro) a Tires al Catinaccio, che ha tradizionalmente luogo il terzo giovedì di luglio. A concludere gli eventi gastronomici all’aperto, il Banchetto Krausen a Castelrotto con il Monte Calvario a fare da scenario storico alla cena.
Jazzfestival Alto Adige: Max Andrzejewski‘s Hütte & Chor
> 22 maggio 2016
Giro d’Italia: Cronoscalata Castelrotto / Alpe di Siusi 10,8 km, 784 m di dislivello e una pendenza che raggiunge l’11%: il 22 maggio ha luogo la 15ª tappa del Giro d’Italia da Castelrotto all’Alpe di Siusi. Questa cronoscalata è una competizione individuale organizzata nella cornice del Giro, che vede misurarsi i migliori atleti di tutto il mondo al cospetto delle Dolomiti. Questa cronoscalata è considerata particolarmente impegnativa, nonché decisiva per la conquista della Maglia Rosa.
44 ALPE | Estate
La presentazione delle squadre partecipanti e la grande festa si terranno nella località di Castelrotto. www.ovwritt.com
Tabbla Toò – 19 giugno 2016 Berglertafel – 21 luglio 2016 Banchetto Krausen – 29 luglio 2016
“Nuove sonorità, guardando al futuro”, questo è il nuovo motto del Jazzfestival Alto Adige, che quest’anno si fermerà il venerdì, 1 luglio 2016, sul Laghetto di Fiè! Tanto movimento attorno – e dentro – il Laghetto di Fiè, dove si esibiranno la “Max Andrzejewskis Hütte”, alcuni artisti ospiti ed un coro misto. La serata si aprirà con i musicisti che arriveranno dal lago a bordo di barche: un preludio che ricorda la celebre esecuzione della “Wassermusik” di Georg Friedrich Händel del 17 luglio 1717, quando l’orchestra suonò sul Tamigi a bordo di barche che seguivano l’imbarcazione reale. A Fiè l’atmosfera forse non sarà così sfarzosa, ma la musica sarà senz’altro di alto lignaggio. Al coro che accompagnerà Andrzejewski saranno aggiunti sei cantanti altoatesini scelti al termine di un workshop. Il concerto “vero” comunque avrà luogo alle 21 sulle rive del piccolo specchio lacustre. www.suedtiroljazzfestival.com
Foto: SAM/Helmuth Rier
> 3 luglio 2016
> 4 luglio - 1 settembre 2016
> 6 - 25 luglio 2016
11 luglio - 22 agosto 2016
Mezza Maratona Alpe di Siusi
Estate in famiglia all’Alpe di Siusi
Semper Music International Festival
Summer Classics di Siusi allo Sciliar
Sono 21,0975 i km della Mezza Maratona Alpe di Siusi, l’avvincente gara di corsa ad alta quota, che vede un massimo di 700 atleti ed appassionati correre sui saliscendi dolomitici il 3 luglio 2016. Si tratta della quarta edizione di una entusiasmante sfida che negli anni precedenti ha visto tanti maratoneti ed amanti dello sport raggiungere l’area vacanze Alpe di Siusi, per vivere l’adrenalina della competizione. Lo scenario è davvero unico, inoltre il percorso si inerpica su un dislivello di 601 metri, raggiungendo i 2.200 metri nel suo punto più alto. running.seiseralm.it
In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso magico per i bambini: in occasione del Dolomiti Ranger grandi e piccoli detective scoprono lo spazio vitale degli animali nel bosco ed attorno all‘acqua, osservano gli animali notturni, seguono le tracce di numerosi abitanti del bosco e si immergono nel biotopo acquatico.
Il Semper Music International Festival offre l’insolita possibilità di ascoltare concerti di musicisti di fama mondiale nel territorio dell’Alpe di Siusi.
Agli appassionati di musica classica, Siusi propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti. Artisti italiani con alle spalle esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. Con il suo alto livello, la “Summer Classics” è da tempo parte integrante del programma culturale estivo proposto, ai piedi dello Sciliar, ad un pubblico estasiato di residenti e villeggianti.
Assieme alla Strega Martha, grandi e piccini vanno sulle tracce di streghe e stregoni. Si può scegliere tra una passeggiata notturna tra fate e folletti assieme alla Strega Martha, creare delle streghette d’erbe oppure ricercare magici simboli; lo spasso ed il mistero sono garantiti. Coloro che invece preferiscono esplorare la vita di un maso lo possono fare con il programma “Un universo in fattoria”. Oltre vedere da vicino mucche e cavalli le famiglie scopriranno anche come il grano viene trasformato in farina e la farina in pane.
Il programma del festival prevede anche quest’anno, oltre al concorso internazionale, corsi di approfondimento e workshop, circa 35 concerti pomeridiani e serali, a cui parteciperanno riconosciuti professori di musica e giovani artisti provenienti dall’America del Nord e del Sud, dall’Asia e dall’Europa. Tutti i concerti, i corsi e i workshop sono aperti gratuitamente al pubblico. Solo i concerti delle grandi star sono a pagamento. Le note degli straordinari Liana Isakadze, Mikhail Voskresensky ed Alexander Rudin saranno fonte di un eccellente piacere musicale. www.schlernmusicfestival.eu
13 luglio - 10 agosto 2016
Silenzi d‘Alpe Quest’incontro culturale immerso in magici paesaggi e incantevoli scenari circondati dalle cime dolomitiche offre la possibilità di ascoltare la voce della quiete e seguire le orme della natura, delle tradizioni e dei racconti che aleggiano sull’Alpe di Siusi. Il programma di Silenzi d’Alpe prevede escursioni, concerti e conferenze. www.silenzidalpe.it
Estate | ALPE 45
Foto: Helmuth Rier
Anteprima estate ’16
24 luglio 2016
5 - 7 agosto 2016
1 - 31 ottobre 2016
7 - 9 ottobre 2016
Bolzano Danza: Voluminosité
Summer Festival a Castel Prösels
39° Dispensa di Fiè
Festa dei Kastelruther Spatzen
Il passo tra scalare vette e danzare in aria creando volteggi mozzafiato è breve. Lo sa bene Fabrice Guillot, un passato da alpinista e un presente da coreografo, scenografo ed ideatore di sorprendenti spettacoli aerei. È con la sua compagnia Retouramont che prendono vita le sue creazioni capaci di sfidare il limite e la gravità. Come Voluminosité, spettacolo ospitato nell’ambito di Bolzano Danza nell’area vacanze Alpe di Siusi in cui due danzatrici aeree di formazione circense danzano sospese su una grande scultura antropomorfa posta al centro del cerchio degli spettatori. www.tanzbozen.it
Nel 2016, nella suggestiva atmosfera pregna di storia di Castel Prösels si terrà il primo fine settimana del festival con le allstar GLM. Quattro concerti e tre entusiasmanti formazioni offrono una magnifica panoramica di musica internazionale, compreso un po’ di vibrante jazz. Sul palco si esibiscono Cafe del Mundo (stelle del flamenco), Stefanie Boltz (cantante d’eccezione) & Band, così come i musicisti di Quadro Nuevo. schloss-proesels.seiseralm.it Settembre - ottobre 2016
WW – settimane escursionistiche nel paese delle meraviglie WW è “sinonimo” di settimane escursionistiche ed un’area magnifica, così come risveglio, indicazioni e parole scelte. I tour in compagnia di artisti europei contemporanei sono immersi nella natura dell’area vacanze Alpe di Siusi. In occasione di questi cinque itinerari nelle località di Castelrotto, Siusi, Fiè allo Sciliar, Tires al Catinaccio e sull’Alpe di Siusi, i partecipanti ammirano l’arte contemporanea e libere performance minimaliste. L’escursione guidata sull’altipiano ha luogo nella cornice del festival Transart.
46 ALPE | Estate
Uno spunto per i buongustai e gli amanti della cucina locale: la Dispensa di Fiè allo Sciliar. Dal 1978 i ristoratori della località invitano a partecipare all’Ottobre gastronomico, pronti a sorprendere ancora una volta con la rivisitazione di piatti tradizionali. Piatti creati con amore e serviti con altrettanta passione. Piatti originali eppure antichi. L’ottobre culinario di Fiè: un’occasione da non lasciarsi sfuggire. www.voelserkuchlkastl.com
La tradizione ha un nome. 32 anni di “Festa dei Kastelruther Spatzen”: l’occasione per festeggiare è ancora più grande, fra migliaia di fan radunati sotto il grande tendone di Castelrotto. Un’emozione davvero senza eguali.
Komma Graphik Komma - Foto: Graphik Helmuth - Foto: RierHelmuth Rier
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Comodamente e in modo conveniente nel paradiso escursionistico con la Combi Card oppure la Seiser Alm Card Gold
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Anteprima inverno ’16/’17
Dicembre 2016
Dicembre 2016
10 febbraio 2017
Febbraio e marzo 2017
Natale a Castelrotto
Festival invernale per bambini con la Strega Nix
Alto Adige Moonlight Classic Alpe di Siusi
Winter Survival Camp all’Alpe di Siusi
Gli abitanti di Castelrotto rivelano i segreti delle loro antiche usanze natalizie. Le contadine di Castelrotto allietano poi gli ospiti del Mercatino a suon di biscotti di panpepato, dolci natalizi, panforte e Krapfen. Il 9 e il 10 dicembre l’appuntamento è anche con i „Kastelruther Spatzen“, e le loro note musicali: l’ideale per favorire l’atmosfera di raccoglimento che precede il Natale.
L’avvio della stagione invernale 2016/17 sarà davvero folgorante, perché per la seconda volta l’Alpe di Siusi ospiterà il festival invernale per bambini, invitati dalla strega Nix, che provvederà a trasformali in maghi e fattucchiere. Vi aspetterà una giornata piena di intrattenimento, giochi e puro divertimento invernale!
Che stupore, per la luna, quando farà capolino da dietro le Dolomiti… Al suo sorgere sarà infatti al via una maratona di fondo quanto mai insolita nel suo genere. L’appuntamento per le centinaia di fondisti partecipanti è a Compatsch. Armati di sci e torcia, eccoli scivolare silenziosamente nella notte, fra il candore del paesaggio invernale, lungo i 15 o 30 km del tracciato che li ricondurrà al punto di partenza. L’evento si prospetta unico ed emozionante anche per i tanti spettatori della „Moonlight Classic“ dell’Alpe di Siusi. www.moonlightclassic.info
Come si costruisce un igloo? Come fanno gli animali a sopravvivere nella neve? E come dovremmo comportarci in caso di rischio valanghe? Il “survival camp” consente a piccoli e grandi artisti della sopravvivenza di approfondire queste tematiche, mentre scopriremo insieme il bosco e gli animali che popolano l’Alpe di Siusi in inverno. Poi, con apparecchi ARVA e cani da valanga cercheremo un oggetto sepolto in profondità sotto la neve. Non appena conosceremo i trucchi per far fronte alle emergenze nella natura incontaminata, saremo pronti per l’inverno!
Appuntamenti 3–4 dicembre 2016 8–11 dicembre 2016 16–18 dicembre 2016 23–25 dicembre 2016
48 ALPE | Estate
15 gennaio 2017
Il matrimonio contadino di Castelrotto Lo spettacolo in costume più affascinante dell’Alto Adige. Si tratta della ricostruzione storica di un matrimonio contadino, così come si celebrava un tempo ai piedi dello Sciliar. Il matrimonio contadino ha inizio a S. Valentino, luogo dal quale il corteo nuziale ci si incammina con la slitta trainata dai cavalli splendidamente addobbata – nella più precisa osservanza dell’ordine da sempre seguito – ed attraversa campi innevati per giungere fino a Castelrotto.
Foto: Helmuth Rier
12 febbraio 2017
Marzo 2017
19 - 26 marzo 2017
Marzo 2017
Torneo invernale di golf all’Alpe di Siusi
Dolovino on Snow all’Alpe di Siusi
Swing on Snow Winter Music Festival
Festival invernale per bambini con la Strega Nix
Giocare a golf sulla neve e rallegrarsi di un panorama mozzafiato: in data 12 febbraio, tutti gli appassionati di golf potranno provare l’ebbrezza di questo evento speciale. Si gioca su 9 buche che hanno una lunghezza tra i 61 e i 150 m. Con gli sci o lo snowboard o si va di buca in buca. I fairways sono bianchi invece che verdi, i green white e le palline da golf si differenziano dalla bianca neve grazie ai loro colori scintillanti.
Dolovino on Snow invita ad un tour di-vino attraverso l’Alpe di Siusi al motto “Eccellenti vini altoatesini ai piedi delle Dolomiti”. L’Alto Adige, infatti, non è solo un paradiso per gli amanti di sci ed escursioni, ma anche un’area vitivinicola nota in tutto il mondo. Presso numerosi punti di ristoro i buongustai possono degustare nobili stille altoatesine, mentre nei rifugi dell’altipiano potranno lasciarsi ammaliare dalle specialità gastronomiche.
Dal 19 al 26 marzo 2017 va in scena sullo sfondo dei più spettacolari paesaggi dell’area vacanze Alpe di Siusi Swing on Snow, la travolgente manifestazione che invita sciatori, boardisti ed amanti delle cime innevate a destreggiarsi tra la neve a ritmo di pezzi folk, brani rock e le più eclettiche sperimentazioni musicali. Per 8 giorni, gruppi provenienti dall’intero arco alpino si alternano in concerti dirompenti tra le location più suggestive dell’altipiano più grande d’Europa, dando vita a concerti open air per la gioia dei visitatori.
Alla fine della stagione invernale, l’Alpe di Siusi ospiterà il festival invernale per bambini, invitati dalla strega Nix, che provvederà a trasformali in maghi e fattucchiere. Il festival sarà sicuramente divertente all’insegna dei giochi, con angolo del fai-da-te, caccia al tesoro, fantastica musica e numerose sorprese che faranno brillare gli occhi dei piccoli. Non mancheranno, inoltre, le opportunità per imparare a sciare o migliorare la tecnica. La strega Nix vi svelerà anche interessanti trucchi per la sicurezza sulla neve.
Ritmi travolgenti e toccanti pervaderanno al mattino le piste dell’Alpe per poi spostarsi nei rifugi e ristoranti a pranzo. A partire dalle ore 21, nei locali di Castelrotto, Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio saranno in programma “concerti after-hour”. www.swingonsnow.com
Estate | ALPE 49
Visto & sentito
Campo per allenamenti rosso-blu. A luglio 2015, la squadra di calcio Bologna FC si è allenata per la prima volta a Castelrotto. Il programma dei rosso-blu prevedeva sessioni quotidiane nel Centro sportivo Laranza, corse al Laghetto di Fiè e numerose partite amichevoli. Nel 2016, la squadra fa ritorno a Castelrotto, per prepararsi per la nuova stagione in Serie A.
Acqua e neve L’Alpe di Siusi è nota come paradiso degli allenamenti in quota, scelto non solo da podisti e maratoneti, ma anche dal team della nazionale svedese di canoa, che quest’inverno si è recato sul più grande altipiano d’Europa, subendo il fascino della regione e dei suoi abitanti: “Il paesaggio indescrivibilmente bello, le montagne e la cordialità delle persone fanno dei nostri allenamenti un piacere unico”, ha riferito entusiasta Cecilia Lilja.
Cavalcata Oswald e Super G Verena Gasslitter, giovane sciatrice di Castelrotto, non è solo un asso dello sci, ma anche a cavallo: nel 2015 si è aggiudicata la vittoria della Cavalcata Oswald von Wolkenstein con il team Castelrotto Telfen. Nella Coppa Europa ha coronato la stagione di sci vincendo la classifica del Super G e nella stagione invernale 2016/17 debutterà in Coppa del Mondo.
COLOFONE. ALPE: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. Editore: Alpe di Siusi Marketing, 39050 Fiè allo Sciliar, Via del Paese, 15, Tel. 0471 709 600, Fax 0471 704 199, info@alpedisiusi.info, www.alpedisiusi.info. Redazione: Elisabeth Augustin (Caporedattore), Rosa Maria Erlacher, Sabine Funk, Barbara Pichler Rier, Katja Sanin, Herbert Taschler, Michaela Baur, Daniela Kremer e Romina Glira; Traduzioni: Studio Bonetti & Peroni. Pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. Impaginazione: Komma Graphik. Stampa: Litopat.
50 ALPE | Estate
UN Par adiso ter r estr e „Sorgenti delle streghe“
Il percor so d’avventur a per tutta la famiglia … e dopo accomodar si in una delle rusticali stuben nella Baita Tirler
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Castelrotto - Ortisei
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