I “giovani selvaggi” alla conquista del Catinaccio Cultura
Fresche bontà del maso
I “giovani selvaggi” alla conquista del Catinaccio Cultura
Fresche bontà del maso
qui da noi il cielo blu è una certezza. Come nella precedente stagione invernale, nella regione dolomitica Alpe di Siusi le giornate sono state una più bella dell’altra, anche perché ha regnato per mesi il bel tempo. Per fortuna, il candido manto nevoso nella nostra area sciistica si è mantenuto in buone condizioni fino a primavera, così da garantire lo svolgimento indisturbato degli sport invernali. Quest’anno, però, l’assenza di precipitazioni è stata preoccupante: per il bene della natura, ci auguriamo che le piogge nei mesi più caldi compensino le carenze invernali.
Come sempre, questo numero estivo è ricco di racconti e novità su Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Alpe di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio. Questa volta, la cover story verte esaustivamente sulla Cavalcata Oswald von Wolkenstein, uno straordinario spettacolo equestre che, da quattro decenni, entusiasma i concorrenti e i numerosi spettatori provenienti da vicino e da lontano.
Anche la cabinovia dell’Alpe di Siusi, entrata in funzione 20 anni fa, celebra un importante anniversario. Inizialmente accolta con qualche polemica, è diventata da tempo una componente indispensabile della nostra offerta di mobilità. Non mancano le storie di giovani scalatori alla conquista delle cime di Tires al Catinaccio. Sui tracciati del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio e dell’Alpe di Siusi volontari sono al lavoro per raccogliere i rifiuti abbandonati dagli escursionisti. Nel bellissimo borgo di Umes (Fiè allo Sciliar) il mondo sembra essersi fermato. Nelle botteghe dei masi si possono acquistare numerose prelibatezze, di cui vi illustriamo una piccola selezione. Ultimi, ma non meno importanti, vi presentiamo i nostri sportivi di successo, che hanno ottenuto incredibili risultati nella passata stagione invernale. Nel piccolo inserto allegato, invece, sono come sempre elencati i preziosi consigli per il tempo libero e lo shopping, insieme agli appuntamenti che impreziosiscono il vostro soggiorno nella regione dolomitica Alpe di Siusi.
È una gioia avervi qui! Vi auguriamo una piacevole lettura e un rigenerante relax.
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I 40 anni della Cavalcata Oswald von Wolkenstein
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La dinastia di cavalieri Gasslitter dell’Oberlanzinhof
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Quattro tornei: dati e fatti
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I 20 anni della funivia che ha sostituito le auto: anniversario di un evento controverso
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I raccoglitori di rifiuti nella regione dolomitica
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Associazione scalatori di Tires: fame di roccia
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Il team Alpe di Siusi: atleti di successo
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Umes: il piccolo villaggio ai piedi dello Sciliar
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Fresche bontà del maso
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Appuntamenti dell’estate 2023
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Anteprima dell’inverno 2023/24
Helmut MitterstielerPagina 50
Visto & sentito
Il percorso è straordinario, affermano i partecipanti alla Cavalcata Oswald von Wolkenstein. Ogni anno è un’esperienza indimenticabile per chi galoppa al cospetto di uno scenario spettacolare su sentieri solitari, attraverso prati e boschi, fino alle location dei quattro tornei: Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Laghetto di Fiè e Castel Prösels.
Il più maestoso spettacolo equestre dell’Alto Adige compie 40 anni: da quattro decenni, la Cavalcata di Oswald von Wolkenstein entusiasma un folto pubblico di appassionati da ogni dove.
LL’idea è nata durante una serata goliardica tra amici mentre, davanti a un bicchiere di vino al Hotel “Turm”, Hanspeter Demetz, Verena Pramstrahler e Heinz Tschugguel di Fiè allo Sciliar disquisivano su Dio e il mondo, convenendo che la vita tranquilla ai piedi dello Sciliar avesse bisogno di un bello scossone, con tanto di rulli di tamburi e fanfare. Ciò che i tre avevano in mente era uno spettacolo equestre: un evento con cavalieri in costumi tradizionali alle prese con gare emozionanti e un ampio pubblico di spettatori entusiasti. A fare da splendida cornice a festeggiamenti e torneo, della durata di alcuni giorni, non sarebbero state solo le graziose località e l’incantevole paesaggio, ma anche i castelli medievali e i siti storici ai piedi dello Sciliar. “L’aspetto entusiasmante dell’idea era quello di organizzare qualcosa che coinvolgesse tutti i paesi e collegasse Fiè allo Sciliar alle località vicine”, ricorda Verena Pramstrahler. Trovare un nome adatto all’evento fu un gioco da ragazzi: cosa c’era di più logico che dedicarlo al famoso cavaliere tardomedievale, nonché menestrello e poeta, Oswald von Wolkenstein? Dopo aver trascorso la sua infanzia a Castel Trostburg, nei pressi di Ponte Gardena, a partire dal 142021 visse per un certo periodo a Castelvecchio, vi-
cino a Siusi allo Sciliar, con la moglie Margherita di Schwangau e i loro sette figli. Oswald von Wolkenstein è tuttora considerato uno dei nobili più rilevanti dell’Alto Adige.
In quest’ottica, l’idea della Cavalcata di Oswald von Wolkenstein è stata una felice casualità. Tuttavia, prima di ottenere l’attuale successo, gli ideatori - e con loro un comitato organizzativo appositamente istituito - hanno dovuto lavorare sodo, definendo il perfetto percorso di gara, escogitando giochi originali e individuando i punti adatti ad accoglierli. Inoltre, era indispensabile assicurarsi i concorrenti per una competizione ancora sconosciuta e, infine, reclutare un esercito di volontari per garantire il perfetto svolgimento dell’evento.
Il 1983 diede il via alla prima edizione di questo spettacolo equestre. Con l’aiuto del 4° Corpo d’Armata, che aveva inviato un intero reggimento a sostegno della manifestazione, portando con sé camion, tende, servizi igienici e cucina da campo, oltre che una centrale radio, la prima Cavalcata di Oswald von Wolkenstein si svolse senza grossi intoppi, sorprendendo tutti per l’entusiasmo dei cavalieri e l’enorme folla di spettatori curiosi.
VENERDÌ, 2 GIUGNO
Dalle ore 16:00 Inizio della festa nel centro di Castelrotto con spillatura del fusto di birra, presentazione dell’ordine di partenza, musica dal vivo e DJ
SABATO, 3 GIUGNO
Dalle ore 10:00 Spuntino bavarese nella piazzetta storica di Castelrotto con intrattenimento musicale
ore 14:30 Grande sfilata con sbandieratori, bande musicali, le squadre partecipanti a cavallo, carrozze trainate da cavalli con ospiti d’onore, cavalieri e giocolieri, personaggi teatrali, costumi tradizionali e molti carri allegorici
DOMENICA, 4 GIUGNO
ore 7:00 - Partenza della 40a edizione della Cavalcata Oswald von Wolkenstein al castello medievale Castel Trostburg a Ponte Gardena
ore 9:30 - 1° torneo:
“Passaggio degli anelli” al Colle di Castelrotto
ore 11:00 - 2° torneo:
“Labirinto” al Matzlbödele a Siusi allo Sciliar ore 12:40 - 3° torneo:
“Galoppo con ostacoli” al Laghetto di Fiè ore 14:20 - 4° torneo:
“Slalom fra porte”
Heinz “Bummi” Tschugguel al Castel Prösels, segue la premiazione e grande festa
Il percorso e lo svolgimento pianificato si rivelarono adeguati sin dalla prima ora: anche oggi, infatti, dopo la colazione dei cavalieri, le squadre (di quattro elementi ciascuna) partono di prima mattina da Castel Trostburg, passando per Tagusa e Tesimo, fino ad arrivare a Castelrotto, dove sul “Colle”, un luogo di importanza storica, sono attesi dal primo torneo. Proseguendo verso Siusi allo Sciliar, raggiungono la seconda tappa, il Labirinto a Matzlbödele, dove la vista spazia fino all’antica dimora di Oswald von Wolkenstein – Castelvecchio - di cui purtroppo sono rimaste solo le rovine. La terza sfida attende cavalli e cavalieri al galoppo lungo un percorso a ostacoli allestito al Laghetto di Fiè, al cospetto del magnifico Sciliar. La quarta e ultima tappa prevede lo slalom a Castel Prösels, un tempo residenza dei Signori di Fiè, in cui i partecipanti devono destreggiarsi tra i pali, prima che l’emozionante giornata possa concludersi con una grande festa.
A ogni stazione, le squadre sono accolte da una folla acclamante, che segue ogni singola sfida trattenendo il fiato, segno di grande coinvolgimento. Va sottolineato che, ai fini del punteggio finale, contano solo i tempi delle quattro manche, mentre le distanze intermedie vengono di solito percorse a passo tranquillo dalle squadre, che si godono il verde paesaggio d’inizio estate. I 144 cavalieri ammessi si allenano duramente insieme ai loro cavalli per mesi, in trepidante attesa del grande giorno.
Chi ricorda gli esordi sa bene che la regione dello Sciliar non hai mai vantato una cultura equestre, tanto che, per molti, l’aspetto principale era il divertimento. Resta indimenticabile la “tendopoli” dei primi anni, che accoglieva le celebrazioni
prima e dopo i tornei. All’epoca, anche la stesura della classifica era a dir poco laboriosa. Le schede delle quattro tappe venivano, infatti, recapitate a Fiè allo Sciliar, dove i tempi erano calcolati a mano. “Alla fine i risultati venivano portati in auto a Castel Prösels e letti durante una cerimonia”, racconta Verena Pramstrahler. Nel corso dei decenni, gli organizzatori sono riusciti ad adattare l’evento alle moderne esigenze. Così, a pari passo con il perfezionamento dei tornei, è aumentato anche il numero di spettatori provenienti da vicino e da lontano. Grazie a una maggiore professionalità dei cavalieri, inoltre, è cresciuta anche l’ambizione sportiva. Alla fine, questa competizione si gioca sui centesimi di secondo e sul grande interrogativo: quale squadra conquisterà l’ambito trofeo di vincitrice assoluta?
Resta comunque immutato lo spirito della Cavalcata di Oswald von Wolkenstein, che riesce a coniugare storia, sport, tradizione, cultura e folklore in modo straordinario. Le celebrazioni con le attrazioni medievali iniziano già il venerdì nell’ambito di una grande festa, in cui è possibile degustare prelibatezze altoatesine, e che prosegue anche il sabato sera. Il giorno prima dello spettacolo equestre, che si svolge sempre di domenica a fine maggio/inizio giugno, le squadre di cavalieri in costume tradizionale con i loro destrieri e gli stemmi locali si presentano al pubblico in corteo - a rotazione a Castelrotto, Siusi allo Sciliar o Fiè allo Sciliar. Non mancano naturalmente le bande musicali, cavalli e carrozze con ospiti d’onore e artisti medievali con tanto di seguito. Immancabili i numerosi e colorati costumi tipici che contribuiscono a rendere straordinaria questa manifestazione. <
In memoria di Heinz “Bummi” Tschugguel (1948-2022)
Co-ideatore e presidente di lunga data della Cavalcata Oswald von Wolkenstein, largamente apprezzato e rispettato. Il cuore di Heinz “Bummi” Tschugguel ha cessato di battere il 22 marzo 2022. “È stata proprio questa cavalcata, di cui sei diventato il padre, a farci incontrare quasi 40 anni fa: senza il tuo impegno, il tuo entusiasmo, il tuo slancio e la tua perseveranza non sarebbe esistita”, scrive il collega Hanspeter Demetz nel suo necrologio. “Ti sei preoccupato del più piccolo dettaglio, hai pensato a tutto fino alla fine, hai investito tempo, passione e risorse. Il successo di questo evento appartiene a te”.
Il Comitato organizzativo della Cavalcata di Oswald von Wolkenstein, i numerosi cavalieri, la grande comunità equestre, gli allevatori e i tanti amici vicini e lontani ringraziano Heinz “Bummi” Tschugguel per la sua energia e ne onorano la memoria. Lo slalom di Castel Prösels è ora intitolato a lui.
ALPE: I 40 anni della Cavalcata Oswald von Wolkenstein sono un traguardo di tutto rispetto. Cosa ha reso questo evento un tale successo?
Klaus Marmsoler: La Cavalcata Oswald von Wolkenstein è unica nel suo genere, tanto quanto molti aspetti del torneo. Quest’evento è una meravigliosa interazione tra i cavalieri amatoriali altoatesini e i loro cavalli, il magnifico scenario, il pubblico entusiasta e un’organizzazione ben collaudata, che coinvolge la cultura popolare e la ristorazione locale.
Quante persone sono necessarie per garantirne il perfetto svolgimento?
L’impegno è enorme. Mentre nei primi anni molto si basava sull’improvvisazione, ora ogni fase deve essere perfettamente sincronizzata con l’altra. Sono numerosi i volontari che vengono coinvolti ogni anno e portano a termine i loro compiti con grande senso di responsabilità, che si tratti di allestire le tribune, di usare il rastrello o la scopa, di cronometrare la partenza e l’arrivo, di parlare al microfono, arbitrare, svolgere il proprio servizio, come le forze dell’ordine o paramedici, lavorare alla cassa, ai fornelli o preparare cibo e bevande. Possiamo sempre contare sui nostri volontari: il loro impegno ha un valore inestimabile, nel vero senso della parola.
Dopo 40 anni, state pensando a un ulteriore sviluppo di questa manifestazione di successo?
L’entusiasmo ininterrotto delle squadre, le migliaia di spettatori a ogni edizione e il grande interesse mediatico sono una prova tangibile del successo di quest’evento. Attualmente non sentiamo il bisogno di cambiare nulla. Tuttavia, ci adattiamo costantemente ai crescenti standard di sicurezza. Vogliamo inoltre estendere l’uso dei moderni mezzi di comunicazione per condividere la gioia di questo momento con il maggior numero di persone possibile. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare il trio di ideatori, i miei predecessori in questa carica, gli sponsor - senza il cui sostegno l’evento non sarebbe possibile - e i membri del Comitato organizzativo degli ultimi 40 anni. Tutti hanno contribuito e continuano a contribuire a tale successo.
Non c’è Cavalcata di Oswald von Wolkenstein che si rispetti senza la famiglia Gasslitter dell’Oberlanzinhof. Ma chi si è presentato ai blocchi di partenza e per quante volte?
L a prima edizione del 1983 fu la più strana. “Eravamo partiti la mattina presto da Castel Trostburg senza avere la minima idea di cosa ci aspettasse”, raccontano i fratelli Gasslitter, ridendo della loro spensieratezza giovanile. E, a causa della mancanza di preparazione, si piazzarono solo penultimi. La vittoria però arrivò già l’anno successivo e, da quel momento, sono stati una spina nel fianco degli avversari.
Dopo tutti questi anni, Konrad, Georg, Toni, Reinhold e Andreas, i cinque fratelli dell’Oberlanzinhof a Telfen/Castelrotto, sono ancora della partita, seppur in formazioni diverse. In passato, partecipavano con grande entusiasmo anche le sorelle Isolde e Irmgard. Nel 1994 e nel 1995, la prima ricorda una squadra tutta al femminile: “Evi, Irmgard, la nostra amica Margit Senoner e io abbiamo corso in dirndl (costume tradizione, ndt), suscitando un grande scalpore”. Nel 1994, la compagine composta da Konrad, Georg, Reinhold e Andreas vinse tutti e
quattro i tornei: un risultato davvero sensazionale. Ma anche da solo, Georg ha fatto la storia, essendo l’unico cavaliere a non aver mai perso un appuntamento con la Cavalcata Oswald von Wolkenstein e ad avere vinto 9 volte con la squadra Telfen/Castelrotto.
Isolde racconta della particolare atmosfera e dell’emozione che si respira quando le squadre arrivano a Castelrotto di prima mattina per affrontare il torneo sul Colle. “Ciascuno
dei quattro tornei ha la sua particolarità e il suo fascino”, afferma Konrad che, facendo riferimento al nobile cavaliere Oswald von Wolkenstein, aggiunge con un sorriso: “Combattiamo per la gloria, l’onore e il denaro”. Nessuno dei cinque fratelli dell’Oberlanzinhof pensa al ritiro. “Seguiremo le orme di Oswald finché potremo”, sottolinea Konrad, il maggiore. Ma la concorrenza non dorme sugli allori. Anche i loro figli partecipano ormai da tempo, impegnandosi per ottenere punti preziosi e fare così onore alla dinastia Gasslitter.
1° torneo - ore 9:30
Partendo da Castel Trostburg a Ponte Gardena, le squadre raggiungono ancora fresche il Monte Calvario a Castelrotto. Il primo torneo - il Passaggio degli anelli - prevede che i concorrenti lancino il proprio stendardo attraverso tre anelli appesi a una certa distanza, per poi passarlo a un compagno di squadra.
2° torneo - ore 11:00
Dopo aver placato la sete di cavalli e cavalieri, si passa alla tappa successiva, in cui è richiesto il gioco di squadra. Cavalcando fianco a fianco, quattro concorrenti devono impugnare l’asta dello stendardo fino alla fortezza dove, individualmente e senza toccare le barriere, ciascuno di loro deve attraversare il labirinto. Quindi, come all’inizio, i quattro devono poi tornare al traguardo fianco a fianco.
3° torneo - ore 12:40
Il galoppo a ostacoli attende i cavalieri al laghetto, un tempo proprietà dei Signori di Fiè. Il compito di ogni cavaliere - tranne quello che porta lo stendardo - è raccogliere una palla rimanendo in sella, farla passare attraverso vari ostacoli e riconsegnarla. Dopo un ultimo ostacolo da superare in senso inverso, le squadre raggiungono il traguardo.
4° torneo - ore 14:20
Ormai stanchi, i cavalieri devono stringere i denti un’ultima volta. Questa tappa prevede uno slalom (andata e ritorno) tra i pali, percorso individualmente con lo stendardo in mano. Se uno di loro tocca un palo facendo suonare la campanella, vengono calcolati dei secondi di penalità. Vincitrice assoluta è la squadra che completa tutti i tornei nel minor tempo possibile.
#56 cavalieri, tra cui sei donne, erano ai blocchi di partenza della prima corsa 40 anni fa. Le 14 squadre, cautamente ambiziose, gareggiavano inizialmente per divertimento: la Cavalcata di Oswald von Wolkenstein non aveva ancora sviluppato tutto il suo potenziale. L’anno record ha visto l’iscrizione di 43 squadre per un totale di 172 concorrenti.
#1999 È l’anno in cui la gara a eliminazione ha celebrato la sua prima edizione. Essendo troppe le squadre a iscriversi alla cavalcata, si rese necessaria una preselezione per testarne le capacità. Era insolito che cavalieri e cavalli gareggiassero due volte, ma questo modello si affermò anche negli anni successivi.
#30.000 Lire Era la quota di iscrizione per cavallo e cavaliere nel primo anno, l’equivalente di circa 15 euro attuali. #3 sono stati i cambiamenti nel torneo di Siusi allo Sciliar. Il tiro con la balestra ha fatto il suo debutto alla prima edizione nel 1983. Considerato troppo pericoloso e non abbastanza emozionante, fu sostituito dalla giostra in cui i cavalieri, con un colpo di lancia ben assestato, dovevano far girare il “tiranno” intorno al suo asse. Ma poiché anch’essa era troppo rischiosa, fu rimpiazzata tre anni dopo dal Labirinto, ancora oggi in uso.
#800 erano gli uomini del Reggimento degli Alpini a cavallo (truppe di montagna dell’esercito italiano) incaricato dall’organizzazione della prima cavalcata. Con camion, tende, cucina da campo, servizi igienici e centrale radio, ha assicurato che tutto si svolgesse senza intoppi.
#22 chilometri è la lunghezza del tragitto da Castel Trostburg a Castelrotto, passando per Siusi allo Sciliar fino al Laghetto di Fiè e Castel Prösels, che richiede a cavalieri e cavalli di superare un dislivello di 460 metri.
#4:30.88 minutiè il miglior tempo rilevato finora. Questo record è stato stabilito dalla squadra del Renon nel 2017.
#33 su un totale di 156 vittorie di tappa in 39 edizioni sono state conquistate dalla squadra Castelrotto-Telfen. Tra queste, ha vinto ben 12 volte il Passaggio degli anelli sul “Colle”.
#0 Finora Georg Gasslitter di Castelrotto non si è perso neanche un torneo, tanto che gareggia dal 1983. Con un totale di 9 vittorie, detiene il record tra i concorrenti individuali.
#8 teste compongono ogni squadra. Tra loro tutto deve essere perfettamente armonizzato: la fiducia e il rispetto sono la base del successo, impazienza e nervosismo si trasmettono invece anche al cavallo.
#19 delle 36 squadre che hanno partecipato alla Cavalcata Oswald von Wolkenstein vantavano componenti femminili. Nel 2022, tra i 144 partecipanti si contavano 26 donne.
#500 sono i volontari impegnati ogni anno nella Cavalcata Oswald von Wolkenstein.
#7 trofei sono stati creati dallo scultore Josef Obkircher di Fiè allo Sciliar nel corso degli anni. Il trofeo dal design artistico viene “concesso in prestito” per un anno alla squadra vincitrice che, se dovesse vincere per tre volte, lo acquisisce per sempre.
Alexander Rier (su Terra), Martin Peterlunger (su Lady), Peter Hofer (su Amarillo) e David Tirler (su Thaila) - i componenti della squadra di Castelrotto Paese – si sono aggiudicati la 39ª edizione della Cavalcata Oswald von Wolkenstein 2022. Con un tempo di 4:47,65 minuti, hanno conquistato l’ambito trofeo. (nella foto con il presidente del comitato organizzativo, Klaus Marmsoler)
Il comitato organizzativo della Cavalcata Oswald von Wolkenstein ringrazia per il sostegno:
PROFITECHNIK
Il 15 agosto 2003 è entrata in funzione la Cabinovia Alpe di Siusi, la cui realizzazione è stata accompagnata da forti polemiche. Ma il progetto si è rivelato un successo: 1,5 milioni di passeggeri all’anno e la fine di lunghe code di auto e ingorghi sulla strada per l’Alpe di Siusi. Diamo un’occhiata al passato in occasione del 20° anniversario.
Chi desidera raggiungere l’Alpe di Siusi da Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar o Tires al Catinaccio, utilizza probabilmente la Cabinovia Alpe di Siusi, che collega in pochi minuti la località di Siusi (a circa 1.000 m s.l.m.) a Compaccio (1.857 m). Oggi è difficile immaginare che non molto tempo fa le cose erano diverse e che, a volte, il tragitto in auto o pullman da o verso il più esteso altipiano d’Europa poteva durare qualche ora.
Ma andiamo con ordine. A metà degli anni Trenta, l’Alpe di Siusi poteva essere raggiunta per la prima volta in funivia da Ortisei in Val Gardena: le due cabine in legno trasportavano un massimo di 16 passeggeri ciascuna fino a Mont Sëuc, che delimita l’Alpe di Siusi a nord, e ritorno.
Da allora, si sono sprecate idee, propositi e progetti per rendere l’altipiano ai piedi dello Sciliar accessibile con un impianto di risalita. Come si evince dal libro “Seiser Alm Bahn – Chronik einer bewegten Geschichte” (2015 – Cabinovia Alpe di Siusi – Cronaca di una storia movimentata, ndt), uno fra questi progetti riguardava una funivia sulla parte anteriore dell’alpe, che avrebbe dovuto condurre da Siusi allo Sciliar a Compaccio, ma con la stazione a valle in una posizione diversa da quella attuale.
Tuttavia, nessuno di questi progetti fu realizzato e solo a metà degli anni ‘80 si tornò a parlare di funivia. All’epoca, oltre a essere un’area sciistica ed escursionistica particolarmente apprezzata da
Ogni anno circa 1,5 milioni di passeggeri, di cui 570.000 in estate e 930.000 in inverno, utilizzano la Cabinovia Alpe di Siusi.
Testo: Simone Treibenreif Foto: Helmuth Rierospiti e residenti, l’Alpe di Siusi era già sottoposta a tutela paesaggistica, sebbene dovesse affrontare enormi problemi di traffico e di parcheggio, tanto da contare fino a 3.000 auto al giorno, quasi tutte disseminate sui prati. A quel punto, ripartì la ricerca di soluzioni per la salita e la discesa senz’auto.
Il Comune di Castelrotto, il cui territorio accoglie gran parte dell’Alpe di Siusi, aveva in mente due funivie: una dal paese passando per malga Marinzen fino alla Bullaccia, e un’altra da malga Frommer (poco lontano dalla stazione a valle dell’impianto Spitzbühl) fino a Compaccio. Purtroppo, anche questi piani finirono nel dimenticatoio, mentre i problemi di traffico sull’alpe si aggravavano sempre di più. Nel 1986 fu fondato il “Gruppo di lavoro per la realizzazione della cabinovia da Siusi all’Alpe di Siusi”, composto da otto persone coordinate da Alexander Egger, albergatore locale, con l’obiettivo di costruire un impianto da Siusi a Compaccio.
Nell’autunno 1989, su iniziativa di tale gruppo, fu fondata la “Funivia Siusi-Alpe di Siusi SPA”. “Gli azionisti erano oltre 100, la maggior parte originari di Siusi. Il notaio dell’epoca ammise di non avere mai vissuto un’esperienza simile per la creazione di una SPA”, ricorda Alexander Egger, presidente fondatore e ancora oggi presidente del consiglio di amministrazione, il cui mandato si è interrotto solo tra il 2004 e il 2013, quando l’avv. Arno Kompatscher (attuale governatore dell’Alto Adige), originario di Fiè, assunse l’incarico di presidente e amministratore delegato dell’azienda. Grazie a varie misure e iniziative, Egger riuscì a far accettare la cabinovia alla popolazione locale.
Anche oggi, gli azionisti sono principalmente di Siusi allo Sciliar. “Gran parte delle azioni è detenuta da micro e piccoli azionisti; sono in pochi a possedere pacchetti più corposi che, tuttavia, costituiscono la maggioranza azionaria della società”, spiega Egger.
Ma prima di dare il via ai lavori di costruzione, dopo la fondazione della SPA è stato necessario superare ostacoli molto complessi, in parte di natura amministrativa e burocratica. Una delle sfide
maggiori è stata quella di garantire il consenso e l’accettazione del progetto da parte della popolazione. All’interno del Comune di Castelrotto, di cui Siusi allo Sciliar è una frazione, molti non erano d’accordo sul fatto che l’attrazione turistica Alpe di Siusi dovesse avere il suo punto d’accesso a Siusi, anziché a Castelrotto, il capoluogo. Inoltre, si temeva che la chiusura della strada al traffico individuale, associata ai lavori di costruzione, avrebbe causato una crisi economica nella zona, soprattutto in ambito turistico.
Un’altra sfida ha riguardato i finanziamenti. Complessivamente, nella costruzione dell’impianto sono stati investiti 27 milioni di euro, di cui 2,5 solo per la realizzazione dei parcheggi, della fermata dell’autobus e della strada di accesso alla stazione a valle. Circa cinque milioni di euro sono stati stanziati sotto forma di contributo dalla Provincia di Bolzano. “L’importo restante è stato finanziato dagli azionisti e con un prestito bancario di dieci milioni di euro”, spiega Egger.
La prima concessione edile è stata rilasciata dalla Provincia nel 1999, seguita da numerose impugnazioni, ricorsi e controversie. Ciononostante, i lavori di costruzione sono finalmente iniziati nel 2001, ma con vari intoppi, tanto da protrarsi fino al 2003.
Il risultato però è una cabinovia automatica bifune – all’epoca una novità sul mercato degli impianti di risalita - le cui cabine blu acceso possono accogliere 16 persone ciascuna e sono adatte al trasporto di sedie a rotelle, carrozzine e attrezzature sportive, come biciclette e slittini. Questa soluzione è stata scelta non solo per il dislivello (842 m), la capacità e la distanza da percorrere (oltre 4.100 m) insolitamente elevati, ma anche perché i sostegni necessari erano solo dieci.
Il 15 agosto 2003 la cabinovia ha effettuato la sua corsa inaugurale da Siusi allo Sciliar a Compaccio. Nello stesso giorno sono entrati in funzione anche i bus-navetta, ovvero i pullman per il collegamento della stazione a valle alle località dei dintorni, allo scopo di promuovere maggiormente l’idea di un’Alpe di Siusi senz’auto. “Il primo giorno abbiamo registrato oltre 1.000 passeggeri, numero
INAUGURAZIONE
15 agosto 2003
PASSEGGERI ALL’ANNO
1,5 milioni, di cui
570.000 in estate e 930.000 in inverno
PASSEGGERI NEI
GIORNI DI PUNTA in estate 4.000 in inverno 9.500
STAZIONE A VALLE 1.015 m
STAZIONE A MONTE 1.857 m
LUNGHEZZA
INCLINATA
4.127 m
DISLIVELLO 842 m
VELOCITÀ MASSIMA DI ESERCIZIO 6 m/sec
TEMPO DI
PERCORRENZA
14-18 min (in base alla velocità di esercizio)
CAPACITÀ MASSIMA
4.000 persone/ora
NUMERO DI CABINE 108
NUMERO DI SOSTEGNI 10
MASSIMA LUNGHEZZA DELLA CAMPATA 950 m
10/09/2023
Open Day
In occasione del 20° anniversario della Cabinovia Alpe di Siusi, viaggio gratuito all’Alpe di Siusi.
Nel 1723, Anton Schedler, un giovane medico e cerusico di Castelrotto, ottenne la concessione di costruire uno stabilimento termale ai piedi dello Sciliar, non lontano da Siusi, alimentata da due sorgenti d’acqua minerale, una ferrosa e l’altra solforosa, un tempo impiegate come rimedio per molte malattie, dai “disturbi delle donne” alla nevrastenia. Così, per accogliere gli ospiti delle terme, vennero costruiti un edificio con giardino e una cappella. Da allora, a Bad Ratzes sono accadute molte cose: passaggi di proprietà, sviluppo dell’attività turistica nel 19° secolo, soggiorni di personaggi famosi, chiusura delle terme a causa della Prima Guerra Mondiale, ecc. Oggi l’Hotel Bad Ratzes è gestito dalla famiglia Mutschlechner Scherer che, nel 2023, celebrerà il 300° anniversario di questo luogo con la recente pubblicazione della cronistoria e una serie di eventi.
(foto in alto): Incisione su rame raffigurante Bad Ratzes, stampata nel libretto dei bagni del 1831.
(al centro) Bad Ratzes alla fine del 19° secolo.
(in basso) Una cartolina raffigurante il Rio Freddo che costeggia Bad Ratzes (fine 19°, inizio 20° secolo).
che, dopo due settimane, era già passato a 10.000”, sottolinea Egger. “L’interesse era enorme”.
Durante il primo anno di attività, l’accesso all’Alpe di Siusi era ancora possibile con veicoli privati. “Fino all’ultimo non era certo se la strada sarebbe stata chiusa”, ricorda Egger, cosa che si realizzò nella stagione invernale 2003/2004. Da allora l’accesso con veicoli privati è ancora consentito a residenti, contadini, villeggianti e lavoratori sull’alpe, anche se con limitazioni di orario.
Nel frattempo, sono accadute molte cose: a fronte di un notevole sviluppo delle varie attività e della mancanza di spazi nei pressi della stazione a valle, passo dopo passo sono partiti alcuni progetti di ampliamento. “Nel 2013, è stato realizzato un parcheggio multipiano che ha incrementato il numero di posti auto”, afferma Egger. “Poco tempo dopo, è stata la volta della stazione a valle, trasformata dal punto di vista architettonico e funzionale in un moderno snodo con stazione ed edifici di servizio. “
Nel frattempo, la Cabinovia dell’Alpe di Siusi è diventata uno degli impianti di risalita altoatesini in grado di trasportare il maggior numero di passeggeri al giorno, grazie a una capacità insolitamente elevata di 4.000 persone all’ora. “Questo è necessario soprattutto nei giorni di maggior affollamento, soprattutto in inverno, a Natale o durante il Carnevale”, sottolinea Egger. “Anche perché, mentre le corse in salita al mattino sono distribuite su circa quattro ore, quelle in discesa sono concentrate in sole due ore”.
Complessivamente, ogni anno si registrano 1,5 milioni di passeggeri, di cui circa il 60% in inverno e il 40% in estate. Questa soluzione ha praticamente eliminato le lunghe code di auto e gli ingorghi sulla strada di accesso all’Alpe di Siusi - un grande sollievo per i visitatori e per l’ambiente.
E anche le polemiche sulla cabinovia si sono spente da tempo. “Da un lato”, ipotizza Egger, “perché la gente ha visto che l’idea funziona e, dall’altro, perché come azienda destiniamo parte dei profitti a progetti sociali a vantaggio delle comunità locali”. In quest’ottica, dunque, nulla può ostacolare le celebrazioni del ventesimo anniversario. <
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115,00 €
> accesso illimitato alla Cabinovia Alpe di Siusi e all’Alpe di Siusi Express (linea 10)
> utilizzo illimitato del bus navetta (linee 2, 3, 3A, 5, 13, 15) e dell’Almbus (linea 11)
> accesso illimitato alla telecabina Bullaccia, alle seggiovie Spitzbühl, Panorama, Florian (Alpe di Siusi) e Marinzen (Castelrotto)
> Supplemento per il cane: 14,00 € > Il trasporto della bicicletta ha un costo extra
Valido 7 giorni (dalla prima vidimazione)
> 3 volte sull’Alpe di Siusi e ritorno con un mezzo a scelta: Cabinovia Alpe di Siusi
OPPURE Alpe di Siusi Express (linea 10)
> utilizzo illimitato del bus navetta (linee 2, 3, 3A, 5, 13, 15) e dell’Almbus (linea 11)
> Supplemento per la bicicletta: 29,50 €
> Supplemento per il cane: 7,00 €
Valido 7 giorni (dalla prima vidimazione)
> accesso illimitato alla
Cabinovia Alpe di Siusi e all’Alpe di Siusi Express (linea 10)
> utilizzo illimitato del bus navetta (linee 2, 3, 3A, 5, 13, 15) e dell’Almbus (linea 11)
> Supplemento per la bicicletta: 38,00 €
> Supplemento per cani: 14,00 €
> La Combi Card e la Seiser Alm Card Gold, in vendita presso le biglietterie della Cabinovia Alpe di Siusi, le Associazioni Turistiche Fiè allo Sciliar e Siusi allo Sciliar e gli albergatori, non sono trasferibili.
withoutauto-mobil SeiserAlmCardGold
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Valido 14 giorni (dalla prima vidimazione)
> accesso illimitato alla
Cabinovia Alpe di Siusi e all’Alpe di Siusi Express (linea 10)
> utilizzo illimitato del bus navetta (linee 2, 3, 3A, 5, 13, 15) e dell’Almbus (linea 11)
> Supplemento per la bicicletta: 57,50 €
> Supplemento per cani: 28,00 €
> Corse gratuite per bambini (nati dopo il 21/05/2015) e portatori di handicap su sedia a rotelle. Metà prezzo per ragazzi (nati dopo il 21/05/2007).
> Il trasporto delle biciclette non è incluso nella Combi Card e nella Alpe di Siusi Card Gold.
*La carta cliente “Südtirol Alto Adige Guest Pass”, non acquistabile e rilasciata gratuitamente ad ogni ospite dal proprio affittacamere o albergatore della regione dolomitica Alpe di Siusi, prevede una riduzione del prezzo sulla Combi Card e sulla Seiser Alm Card Gold.
Funivia Siusi-Alpe di Siusi SpA
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Lungo i sentieri del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio e dell’Alpe di Siusi, i volontari si occupano della raccolta dei rifiuti abbandonati dagli escursionisti. Il responsabile Egon Trocker ci parla di un’iniziativa unica (ancora) nel suo genere, che sta suscitando molto scalpore.
LL’Alto Adige può essere orgoglioso dei suoi percorsi escursionistici con percorsi perfettamente preparati, segnaletica che porta fino alla meta chiaramente e in sicurezza, e livelli di difficoltà per tutti i gusti. Purtroppo, però la natura incontaminata, tanto anelata da ospiti e residenti, è solo un miraggio. Molti luoghi, infatti, sono deturpati da rifiuti, gettati deliberatamente o con noncuranza, che danneggiano il paesaggio e, soprattutto, l’ecosistema. Nella regione dolomitica Alpe di Siusi, i volontari si sono messi all’opera nei mesi più caldi, armati di pinze, guanti e sacchi della spazzatura, per ripulire i sentieri. Il loro “bottino” comprende fazzoletti di carta, mozziconi di sigaretta e sacchetti di
escrementi di cane, oltre che pannolini e assorbenti usati e, addirittura, suole di scarpe. Sulle orme di alcuni membri dell’AVS (associazione alpina sudtirolese, ndt), da anni impegnati in una simile raccolta lungo i sentieri di Tires al Catinaccio, Egon Trocker ha esteso l’iniziativa nel Parco Naturale Sciliar-Catinaccio e all’ Alpe di Siusi. Trocker è responsabile dell’area protetta del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio, della regione dolomitica Alpe di Siusi e della parte gardenese del Parco Naturale Puez-Odle.
Dopo la stagione iniziale, il bilancio di Trocker è decisamente positivo, grazie ai raccoglitori motivati, al sostegno attivo e all’apprezzamento generale. <
ALPE: Sig. Trocker, come è nata l’idea della raccolta dei rifiuti da parte di volontari?
Egon Trocker: In veste di responsabile di aree protette, coordino dodici operatori forestali stagionali che si occupano della manutenzione dei sentieri nei mesi estivi. Durante lo svolgimento delle loro attività, si
sono trovati spesso a dover raccogliere anche i rifiuti. Una situazione, questa, tutt’altro che ideale, visto che tali addetti devono portarsi dietro i loro attrezzi e non hanno tempo per altre mansioni. Qualche anno fa, seguendo l’esempio di Tires al Catinaccio, per la raccolta dei rifiuti in tutta l’area ho provato a reclutare i
pensionati. Con il tempo, però, ad eccezione di Tires, il progetto ha perso il suo smalto. Nel 2021, mi sono finalmente imposto di riprovarci, ma stavolta con il sostegno dell’Associazione Turistica Siusi allo Sciliar. Siamo tornati a contattare attivamente i pensionati e abbiamo avuto successo: dieci di loro si sono
“Non tutti lo sanno”
Alla ricerca dei rifiuti: il fatto che i sentieri e i percorsi nella regione dolomitica Alpe di Siusi siano puliti non è scontato, ma è anche merito dell’impegno di molti pensionati.
fatti avanti per l’estate 2022. Quest’iniziativa si è svolta meglio delle precedenti?
Sì, il nostro gruppo è piuttosto impegnato. La mia idea prevedeva una raccolta settimanale o almeno bimestrale. Ormai sono allenati (ride).
Quanti chilometri percorrono i volontari?
L’area battuta abbraccia il Parco Naturale Sciliar-Catinaccio e la regione dolomitica protetta Alpe di Siusi, con quasi 400 chilometri di sentieri.
Cosa trovate disseminato in giro?
Molte carte di caramelle e mozziconi di sigarette. A differenza del passato, bottiglie di plastica e lattine sono più rare. Tuttavia, il 95% è costituito da fazzoletti di carta, di cui a sua volta il 95% è utilizzato per la “toilette” e compare un po’ ovunque, soprattutto lungo i sentieri più frequentati, come quelli sulla Bullaccia o a Saltria, dove sarebbe quasi necessario passare tutti i giorni. Se, come in passato, nessuno pulisce, la situazione diventa insostenibile. L’estate scorsa, invece, non si vedeva quasi nessun fazzoletto, e quei pochi che c’erano, sparivano in un giorno o due al massimo.
Verrebbe da dire che i fazzoletti di carta non inquinano. È così?
No, non è così, e il problema rimane. Non si possono installare toilette nella natura; nessuno le userebbe. Se poi nelle vicinanze non c’è un rifugio, è difficile trattenere i propri bisogni. E non ci si può nemmeno arrabbiare per i fazzoletti. Certo, sarebbe ideale se le persone portassero nello zaino la carta igienica, che si decompone molto più rapida-
In cammino con pinze e sacchi: fazzoletti di carta ed escrementi di cane costituiscono gran parte del “bottino”.
mente e sparisce con la prima pioggia; per contro i fazzoletti impiegano dai tre ai quattro anni. Purtroppo, però sono in pochi a pensare a questa soluzione. L’altro grande problema sono i sacchetti per gli escrementi dei cani.
Anche questi vengono lasciati in giro?
Si trovano soprattutto nei bassipiani, intorno al Laghetto di Fiè, sull’Alpe di Siusi, mentre sono più rari ad alta quota. Gran parte dei proprietari di cani porta con sé i sacchetti con cui ne raccoglie le deiezioni: ma questo non serve a niente se poi li abbandonano in natura, talvolta appoggiandoli sulle panchine o appendendoli ai rami degli alberi. Queste persone danno per scontato che qualcuno pulirà dopo di loro: ma è un’assurdità! Se qui da noi la natura viene curata regolarmente, in altre zone non è così.
Sa dirci quanti rifiuti sono stati raccolti la scorsa estate?
Posso fare solo una stima, basata sui rapporti dei volontari che, avendo istituito un gruppo su WhatsApp, si tengono informati sui reciproci spostamenti: da maggio a metà novembre, ne è uscito mediamente uno al giorno. Si calcola che sia stata raccolta una settantina di sacchi da circa 30 litri ciascuno, una quantità davvero considerevole.
Che fine fanno poi i rifiuti?
Se sono in zona, i volontari li possono consegnare in due depositi, a Fiè allo Sciliar e a Castelrotto: ma anche questo rappresenta spesso un inconveniente. In alternativa, sono autorizzati a lasciarli presso i rifugi che costeggiano, facilitandone così la rimozione.
Sono poi i vari gestori a provvedere al loro smaltimento.
Chi sostiene l’iniziativa e i volontari?
All’inizio ero quasi imbarazzato a chiedere alle persone di raccogliere i rifiuti nel tempo libero, anche perché in cambio non potevo offrire più di un “grazie”. Così mi sono rivolto all’Associazione Turistica Siusi allo Sciliar ed è nata l’idea di coinvolgere anche le altre associazioni della regione. La proposta, discussa internamente, è sfociata nel sostegno di quest’iniziativa. Ora, ogni anno, una delle associazioni turistiche - Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Alpe di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio - finanzia dei buoni spesa per questi volontari, onorando così il loro prezioso lavoro. Inoltre, la cabinovia Alpe di Siusi mette a disposizione un abbonamento per la stagione estiva, mentre i rifugi sui vari percorsi servono loro cibi e bevande.
Come si relazionano gli escursionisti con i volontari per la raccolta dei rifiuti?
Molti non conoscono quest’iniziativa, né l’impegno che c’è dietro; altri non si accorgono della pulizia, perché la danno per scontata: ne prendono consapevolezza solo quando incontrano per caso i volontari. I turisti, in particolare, non si aspettano che qualcuno se ne occupi volontariamente e pensano che gli addetti siano pagati, rimanendo sorpresi quando scoprono che non è così. Inoltre, si stupiscono che qualcuno sia disposto a raccogliere i rifiuti altrui. Per for-
tuna, non mancano ringraziamenti ed elogi. Personalmente, mi fa piacere che molti residenti apprezzino gli sforzi dei volontari.
Ritiene che quest’iniziativa contribuisca a sensibilizzare l’opinione pubblica?
Certamente. Sono convinto che vedere i volontari raccogliere i rifiuti possa stimolare una maggiore consapevolezza, soprattutto tra quelli che hanno appena gettato via qualcosa, dando il via a una riflessione e a un cambiamento di atteggiamento. Anche questo è uno degli obiettivi.
Esistono iniziative analoghe anche in altre parti dell’Alto Adige?
Per quanto ne so, siamo gli unici. Da decenni, vengono istituite giornate per la raccolta dei rifiuti in molti luoghi: lo facciamo anche qui, solitamente in primavera, nei paesi e nelle varie località. È molto positivo e le quantità sono enormi. In passato, abbondava la spazzatura “vecchia”, oggi invece si tratta di rifiuti piuttosto recenti. Ripulire l’ambiente un giorno all’anno è meglio di niente, ma ovviamente non risolve il problema.
I cestini lungo i sentieri non sarebbero una soluzione?
No. È esattamente ciò a cui abbiamo pensato 15 o 20 anni fa, collocando ovunque dei bidoni in legno. Il fatto è che, da un lato, non siamo in grado
di svuotarli regolarmente e, dall’altro, abbiamo registrato una maggiore produzione di rifiuti, gettati anche in modo sconsiderato. La presenza dei bidoni viene, infatti, interpretata come “qualcuno pulirà” : così vengono riempiti all’inverosimile, soprattutto in alta stagione.
I volontari saranno all’opera anche quest’estate?
La stagione precedente ha funzionato molto meglio di quanto mi aspettassi. Finché avremo persone così motivate e laboriose, continueremo su questa strada. Possiamo sicuramente contare sul sostegno di coloro che ci hanno aiutato finora: e questo è già un grande risultato.
“Tschamintaler”
è il nome dell’associazione di scalatori di Tires al Catinaccio, “giovani selvaggi”
che amano la libertà e vanno letteralmente per la loro strada aprendo nuove vie.
LLa piccola località alpina di Tires al Catinaccio, nel cuore delle Dolomiti, vanta una lunga tradizione in termini di alpinismo, oltre che una propria associazione di scalatori. L’origine della “Tschamintaler” (quelli della Val Ciamin, ndt) risale al 1888 e il suo scopo è promuovere l’alpinismo, soprattutto quello agonistico, nell’ambito dell’Alpenverein (club alpino) e dei suoi statuti. Nel 2021, a soli 23 anni, Simon Raffeiner ne è stato eletto presidente e, insieme a tre amici scalatori - Elias Resch, Hannes Antholzer e Thomas Ladstätter -, è tra i più giovani membri di questa associazione che, dal 2023 per la prima volta nella storia, conta tra le sue file anche una donna, Hanna Raffeiner. Composta da alpinisti di comprovata esperienza, quest’unione vanta attualmente 23 membri. Per l’ammissione è necessaria la maggior età e la presentazione dei seguenti requisiti: 20 scalate almeno del 6° grado, di cui 5 a Tires; 5 arrampicate sportive almeno del 7° grado, sempre a Tires; 5 arrampicate su ghiaccio WI4 e 10 tour di scialpinismo con il superamento di almeno 1.200 metri di dislivello.
Grazie alle sue numerosissime vie per l’arrampicata, Tires al Catinaccio si è guadagnato la fama di paradiso assoluto dell’alpinismo. Nessun altro luogo dell’Alto Adige vanta una rete così varia, tanto da annoverare una lunga tradizione in quest’ambito. Un tempo gli alpinisti internazionali arrivavano a Prato Isarco in treno per raggiungere a piedi e poi scalare le pareti rocciose del Catinaccio. Questo massiccio montuoso tra la Val di Tires e la Val di Fassa è considerato da sempre la mecca degli scalatori. La cima più alta, il Catinaccio d’Antermoia a 3.004 m s.l.m., è stata conquistata per la prima volta da due inglesi nel 1873. La vetta principale,
tuttavia, è Cima Catinaccio, un po’ più bassa (2.981 m s.l.m.). Altre destinazioni molto popolari sono le Torri del Vajolet, la Croda di Re Laurino, Cima Sforcella, Roda di Vaèl, Roda del Diavolo, Punta Masarè e la Torre Finestra, che attirano alpinisti da tutto il mondo.
Queste pareti rocciose e la Val Ciamin possono essere descritte come il “salotto” di quest’associazione di Tires. I “giovani selvaggi”, come vengono affettuosamente chiamati i quattro amici dai più anziani abitanti della Val Ciamin, scorrazzano per cime e pareti rocciose weekend dopo weekend. Soprattutto in estate i quattro alpinisti frequentano molto spesso il loro “salotto”, come i loro colleghi più attivi. Infatti, lì hanno già aperto numerose vie.
“L’aspetto affascinante dell’arrampicata è superarsi mentalmente e fisicamente, passare del tempo insieme e divertirsi, godersi la sensazione di libertà e acquisire l’immortalità con le prime ascensioni”, concordano i quattro. La “fame di roccia” traspare dai loro occhi. Le scalate sono una vera e propria passione: l’apertura di una via richiede molta fatica, affermano. “Per prima cosa si devono sistemare gli ancoraggi, poi vanno pulite le prese
“A volte per un singolo tiro di corda sono necessarie diverse ore o addirittura una giornata”L’associazione scalatori di Tires al Catinaccio conta sui giovani talenti.
(eliminando quelle allentate) e segnate con il magnesio, prima di tentare una nuova via alternandosi in testa alla cordata”, spiega Simon. Non è raro che, durante una prima ascensione, gli scalatori trascorrano giorni o fine settimana interi su una parete. I loro progetti, come li chiamano i quattro amici, durano spesso mesi o addirittura anni. “A volte per un singolo tiro di corda sono necessarie diverse ore o addirittura una giornata”, racconta Thomas. Ma è bello conquistare l’immortalità per aver aperto una nuova via, concordano i quattro “Tschamintaler”. I membri attivi dell’associazione conoscono il Catinaccio e la Val Ciamin come le loro tasche e, per individuare nuovi itinerari, tengono d’occhio le pareti rocciose in estate e in inverno; p.e., Elias, Hannes, Simon e Thomas stanno valutando un percorso sulla Sattelspitze e non vedono l’ora di iniziare con l’arrivo dell’estate.
L’arrampicata alpina in estate, e quella sportiva e su ghiaccio in inverno, sono all’ordine del giorno per questi ragazzi che trascorrono i fine settimana e persino le vacanze, allenandosi quasi ogni giorno. Tutti hanno in casa un “beastmaker”, una sorta di trave in legno massiccio, sviluppata appositamente per potenziare la presa delle dita. Sebbene abbiano la fortuna di disporre di un’ampia scelta di percorsi praticamente a portata di mano, insieme ai più attivi tra gli “Tschamintaler”, sono spesso attratti dalle regioni limitrofe più meridionali, soprattutto in inverno; una o due volte all’anno, per soddisfare la loro fame di roccia, si spingono anche oltre.
Le guide e i portali per la pianificazione di tour o vacanze all’insegna dell’alpinismo abbondano. Uno dei più conosciuti a livello internazionale è www.8a. nu dell’azienda altoatesina Vertikal Life che, nel
2017, ha rilevato il sito fondato nel 1999 dall’alpinista svedese Jens Larson per dare vita – insieme a lui nelle vesti di caporedattore - a un portale di scalatori per scalatori. Qui vengono pubblicate tutte le novità sul settore ed è disponibile un’area di login in cui si possono inserire i tour sotto forma di diario, insieme a commenti.
Digitando la chiave di ricerca Tires, le vie che appaiono su questo portale sono 169: niente male per un paesino di montagna! Tuttavia, questa località lontana dai fenomeni di massa rimarrà probabilmente una destinazione per alpinisti amatoriali. La gran parte degli scalatori, infatti, preferisce destinazioni con palestre di roccia raggiungibili in tempi brevi. Se volete arrampicare a Tires, invece, dovete mettere in conto una camminata di almeno trenta minuti, che comunque vale la pena!
ALPE è stata sull’Hopfnwandl con i quattro “Tschamintaler”: l’atmosfera che si respira lassù è davvero unica! Arrivati al parcheggio di Lavina Bianca, il punto d’incontro concordato, i ragazzi hanno controllato rapidamente di avere tutto il necessario, mentre ognuno si caricava sulla schiena il proprio zaino. Poco dopo il gruppo è partito a passo spedito, chiacchierando. Dopo una salita relativamente ripida di venti minuti, che i quattro amici hanno superato come se fosse una passeggiata, siamo arrivati alla palestra di roccia Hopfnwandl, già avvolta nella luce del sole.
Elias, Hannes, Simon e Thomas si sono subito messi all’opera, sistemandosi dapprima ai piedi della parete con i loro zaini per rifocillarsi con una barretta di muesli, un pezzo di pane o uno yogurt. Quindi hanno indossato pantaloni e scarpette da arrampi-
L’arrampicata richiede una forma fisica più che perfetta: il free climbing è una sfida davvero impegnativa.
cata e, a torso nudo, hanno iniziato ad arrampicarsi, godendosi il calore del sole.
Con forza, agilità e concentrazione, Elias e Simon hanno imboccato la via 7a “Nepper Schlepper”, mentre Hannes e Thomas hanno optato per la 6c “Tingl Tangl Bob”, giusto per riscaldarsi. L’Hopfnwandl conta circa 70 vie con gradi di difficoltà dal 6a al 7c+ e nomi, uno più altisonante dell’altro, conferiti da chi le ha aperte, tra cui Knottenhippy, Außendienstführe (servizio sul campo, ndt) o King Laurin, solo per citarne alcuni. Insomma, non c’è limite alla fantasia!
L’arrampicata è un mix di trazioni, puntelli, appoggi, torsioni e oscillazioni, che richiede una forma fisica eccellente e che, come si può facilmente notare da mani, braccia e gambe muscolose, ai quattro non manca. Il free climbing vanta diversi stili, che delineano le condizioni con cui si affronta una via. I “Redpoint”, “Flash” e “On Sight” sono adottati e riconosciuti a livello internazionale. “On Sight” è la disciplina per eccellenza che comporta la scalata di una via sconosciuta al primo tentativo e senza aiuti. Il “Flash” prevede invece la conquista di una via al primo tentativo, disponendo però delle relative informazioni. Per “Redpoint” si intende qualsiasi ascensione libera dal secondo tentativo in poi, anche in cordata, senza carico sulla catena di sicurezza e senza l’inserimento di ancoraggi intermedi.
Il maggiore grado di difficoltà mai affrontato al mondo è il 9c della via Silence in Norvegia, superato dallo scalatore professionista ceco Adam Ondra. Quello di Tires è l’8c. Dei quattro “Tschamintaler”, Simon ha superato l’8c+, mentre Elias, Hannes e Thomas l’8a+. Ma c’è ancora margine di miglioramento - hanno affermato - svelandoci che Simon stava per scalare una via 9a.
Quando i ragazzi non sono impegnati sull’Hopfnwandl, si siedono su una panchina di legno godendosi la compagnia, la pace e la tranquillità. Lasciano vagare lo sguardo e, di tanto in tanto, avvistano un’aquila che volteggia maestosa sulla Val Ciamin. <
Sustainability and a mindful approach to our natural landscape are very important to us. The Dolomites region Seiser Alm is part of the Schlern-Rosengarten nature park. It is a protected area and a part of the Dolomites UNESCO World Heritage. The project aims to raise awareness of environmentally friendly conduct among visitors, locals and tourism professionals. It seeks to encourage everyone to act respectfully and responsibly in the mountains as well as in everyday life. Its key topics are potable water and waste prevention.
Pure. Natural. Fresh. Precious.
Did you know… ... that tap water in our Dolomites region is drinkable and of a high quality? Water, including our drinking water, is a rare and precious commodity. Marked refill spots in the Dolomites region Seiser Alm are available for visitors to refill their own water bottles. A careful and respectful use prevent unnecessary wastage.
Less is more.
Our mountain scenery is a delicate ecosystem. It is extremely important not to leave any rubbish behind: the climate conditions at this altitude slow down decomposition processes. Some waste, such as plastic, does not degrade at all. The best kind of waste is waste that is not produced in the first place.
You can find all project information and measures at: www.seiseralm.it/respectthemountain
SANDRA ROBATSCHER, la slittinista su pista artificiale di Tires al Catinaccio, è tornata dai Campionati europei di Sigulda (Lettonia) con un bronzo nella staffetta a squadre.
Lo scorso inverno, vari atleti della regione dolomitica Alpe di Siusi hanno celebrato grandi successi. La redazione di ALPE si congratula con loro!
Andrea Vötter, Raphael Mahlknecht, Patrick Pigneter, Florian Schieder e Sandra Robatscher fanno parte del #TeamSeiserAlm, che riunisce giovani e ambiziosi atleti, residenti nella regione dolomitica Alpe di Siusi e sostenuti dalle associazioni turistiche locali, dagli operatori degli impianti di risalita e da Alpe di Siusi Marketing.
PATRICK PIGNETER – classe 1987
e originario di Fiè allo Sciliar - è da molti anni uno dei migliori slittinisti al mondo su pista naturale. La scorsa stagione ha vinto la sua 49a Coppa del Mondo in monoposto. Inoltre, Pigneter e il suo compagno Florian Clara hanno conquistato il secondo posto ai Campionati del Mondo di Nova Ponente, nella vicina Val d’Ega. I due si sono piazzati al secondo posto nella classifica generale della Coppa del Mondo di doppio 2022/2023.
Per la slittinista su pista ANDREA VÖTTER di Fiè allo Sciliar, la scorsa stagione ha fatto da sfondo a grandi risultati: ai Campionati europei di Sigulda, in Lettonia, la 28enne si è aggiudicata la medaglia d’oro nel doppio femminile con la compagna Marion Oberhofer. Ai Campionati del Mondo di Oberhof (Germania), il duo ha poi vinto due medaglie di bronzo, una nel doppio sprint e una nel doppio femminile. Inoltre, grazie a una stagione eccezionale con undici piazzamenti nella top 3, Vötter/ Oberhofer si sono assicurate la vittoria assoluta in Coppa del Mondo, sempre nel doppio femminile, tenutosi per la prima volta nel 2022/23.
L’atleta di Castelrotto, FLORIAN SCHIEDER, classe 1995, ha fatto scalpore con il secondo posto nella discesa classica di Coppa del Mondo sulla Streif di Kitzbühel, ad oggi il suo miglior risultato.
Anche lo snowboarder AARON MARCH, che vive a Fiè allo Sciliar, si è assicurato un podio in un evento importante: ai Campionati del Mondo di Bakuriani, in Georgia, il 37enne ha vinto il suo primo oro con Nadya Ochner nello slalom parallelo a squadre. Inoltre, nell’ultima stagione di Coppa del Mondo si è classificato terzo nello slalom gigante parallelo di Cortina. (Purtroppo nella foto manca Aaron)
MAHLKNECHT, telemarker di Fiè allo Sciliar, è entrato nella storia: primo atleta italiano, il 21enne ha conquistato il terzo posto in Coppa del Mondo nello sprint parallelo di Aal (Norvegia).
Nella frazione di Umes è la tranquillità a farla da padrona: questa piccola località ai piedi del maestoso Sciliar gode i vantaggi di una posizione appartata.
C“Chi nasce a Umes, resta per sempre legato alla sua terra”, afferma Richard Mahlknecht, parlando con entusiasmo del suo villaggio natale. Questo paesino accoglie una chiesetta, una locanda, una stazione dei pompieri, una segheria, una ventina di masi e alcune abitazioni. Le 30 stalle sono la testimonianza che qui, un tempo, le aziende agricole erano molte di più. Tuttavia, Umes non sta assistendo al classico fenomeno migratorio, sottolinea Richard. Infatti, sono sempre di più i bambini che, al mattino, salgono sullo scuolabus: una prova che l’ottima qualità della vita in questo piccolo angolo di mondo attrae anche le giovani famiglie. Purtroppo, la scuola elementare aperta nel 1963 ha dovuto essere chiusa nel 1997, perché si contava un solo alunno in prima.
Considerata un agglomerato di edifici rurali, questa piccola frazione di Fiè allo Sciliar adagiata su un crinale ai piedi del massiccio dello Sciliar, tra il Rio di Fiè e il Rio Sciliar, conta attualmente 235 abitanti. Ma quando Richard ricorda la devastante frana che distrusse la chiesa di San Martino nel 1585, questo spettacolo con vista sulle ripide pareti rocciose rivela anche un che di minaccioso. Le tempeste degli ultimi anni, infatti, hanno spesso trasformato il solitamente pacato Rio Sciliar in un fiume selvaggio, tanto che sul volto di questo pompiere si legge una certa preoccupazione.
Richard Mahlknecht è stato un membro attivo dei vigili del fuoco volontari di Umes per 51 anni, dieci dei quali nelle vesti di comandante. Nel 1907, Fiè
e la sua frazione sembravano talmente lontani da considerare assolutamente necessaria l’istituzione di un proprio corpo per garantirne l’indipendenza in caso di emergenze. L’intervento della squadra, attualmente composta da 29 uomini e una donna, infatti, è necessario anche oltre il centro abitato, visto che il bacino d’utenza si estende fino alla sommità dello Sciliar (2.563 m) con il suo ampio altopiano, compreso il Rifugio Bolzano.
Il corpo dei vigili del fuoco è l’unica associazione del paese: oltre a proteggere la popolazione, svolge un’importante funzione sociale. La sua sede, inaugurata nel 2013, accoglie infatti eventi di ogni tipo, dalle riunioni dei membri dell’acquedotto cooperativo ai matrimoni, fino agli incontri che favoriscono la coesione della comunità paesana.
La chiesa di Umes, menzionata per la prima volta nel 1326, è dedicata a San Martino. Richard, che a Fiè svolge diversi servizi per la comunità, ricorda la festa patronale dell’11 novembre. Della prima chiesa, vicino a Maso Tschurer, distrutta da una frana e ricostruita nel sito attuale intorno al 1610, è rimasto solo il portale a sesto acuto con cornice in arenaria, datato 1504. In occasione del Santissimo Nome di Maria, il 12 settembre, Umes celebra una sagra divertente e vivace. Per il resto dell’anno, invece, le giornate intorno a questa graziosa chiesetta nel cuore del paese scorrono tranquille.
Umes è il punto di partenza ideale per escursioni alla malga Hofer Alpl, a Baita Sessel, sulle cime di Sciliar, Croda del Maglio, Monte Cavone, ai Laghetti di Fiè e Tires al Catinaccio... Vacanzieri e turisti estivi, che alloggiano nella locanda “Kircher” o in uno dei masi, apprezzano questo aspetto tanto quanto i residenti. Luisa Hofer Trocker, moglie del proprietario del Moarhof, è entusiasta non solo delle numerose e bellissime escursioni e passeggiate, ma anche dei luoghi incantevoli che si schiudono davanti alla porta di casa, come il “Kirchplatzl”. Gli “Umser Felder” sono i suggestivi prati da
Luisa Hofer Trocker, contadina del Moarhof, è entusiasta del paesaggio naturale di Umes e dintorni.
cui si gode una splendida vista su Fiè e le cime circostanti, mentre il “Tritsch” con i suoi alpeggi, il lago artificiale e il bosco tutt’intorno non è piacevole solo dal punto di vista panoramico. Luisa, infatti, associa questo luogo a ricordi d’infanzia, come la partita domenicale al Gioco dell’Oca. “A Umes non si è mai soli”, afferma. “Ci sono sempre persone che si prendono cura l’una dell’altra”. Inol-
tre, è felice che questa località si sia recentemente rianimata. Luisa e il marito Paul Trocker, nonni orgogliosi di quattro nipoti, guardano al futuro con ottimismo: ricordando fin troppo bene la loro misera infanzia, apprezzano la vita in questo luogo benedetto da Dio.
“Quando sono venuto per la prima volta a Umes, circa 40 anni fa, ho capito subito che era qui che volevo vivere, all’ombra dello Sciliar, della Croda del Maglio e di Monte Cavone”, racconta entusiasta Arnold Tribus, editore della Neue Südtiroler Tageszeitung. “Da allora vivo a Birkenwiesl tutto l’anno, sebbene sia ancora percepito come un ospite estivo, un ‘fastidioso cittadino’. Se non si è nati ad Umes, non si diventa ‘Umser’”. Per lui questa è “una piccola oasi incontaminata dal fascino straordinario e inconfondibile”. La si ama per le sue innumerevoli peculiarità, la chiesetta e la graziosa locanda Kircher, che un tempo sfamava i fedeli dopo la messa, oggi non più celebrata. “Amo la stabilità rurale, le ricche decorazioni floreali, le sfumature nella Stube, l’onestà e la modestia”. Non c’è nulla da aggiungere, direi. <
“A Umes non si è mai soli”, ci sono sempre persone che si prendono cura l’una dell’altra”.
Sostenibilità, regionalità, freschezza e naturalezza: sono molte le ragioni per preferire gli alimenti prodotti localmente, tanto che il km zero è considerato il “nuovo biologico”. Una tendenza molto gradita che risponde agli obiettivi di una nuova generazione di agricoltori dalle idee innovative.
Il panorama alpino intorno allo Sciliar e sull’Alpe di Siusi è davvero mozzafiato. Tuttavia, il paesaggio deve il suo fascino al contrasto tra questo scenario suggestivo e i pittoreschi masi che costellano le località e il territorio: decorazioni floreali, giardini naturali e bestiame al pascolo rendono l’idillio perfetto. È facile dimenticare quanto sia stato difficile, in un passato non troppo lontano, guadagnarsi da vivere in un contesto come questo e quali siano le sfide che i pendii scoscesi riservano ancora oggi ai contadini.
Per garantire il futuro dei piccoli masi e, forse, per poter vivere esclusivamente di agricoltura, le giovani generazioni stanno percorrendo nuove vie, tra cui la lavorazione e la vendita diretta di prodotti regionali, naturali e di elevata qualità che, negli ultimi anni, hanno assunto un grande rilievo. Anche la trasformazione sociale e la tendenza verso uno stile di vita più sostenibile e sano giocano un ruolo importante. Il desiderio di prodotti regionali sta crescendo tra i consumatori locali e gli ospiti, e con esso la disponibilità a pagare di più per alimenti dal valore aggiunto.
I contadini che trasformano il frutto del loro lavoro in marmellate, sciroppi, speck o formaggio e commercializzano in loco i loro prodotti, come uova, mele o latte, sono chiamati rivenditori diretti. Walter Rier dell’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi spiega che ne esistono due tipologie. “Gli specialisti che si concentrano su un prodotto specifico, puntando a produrne maggiori quantità da vendere direttamente nel maso, ai negozi al dettaglio e alla ristorazione, e quelli che offrono un assortimento più ampio direttamente al consumatore finale e che si possono incontrare anche nei piccoli mercati contadini locali”.
In linea generale, il livello e la qualità di questi prodotti sono migliorati in modo tangibile. “Ciò è dovuto alle giovani generazioni che stanno rilevando i masi, attingendo a nuove conoscenze e a una maggiore consapevolezza. Ma anche a livello legislativo sono state introdotte agevolazioni che rendono più interessante l’avvio di un’attività commerciale come questa”, chiarisce Rier. Anche l’“Accademia per la vendita diretta”, un corso proposto dall’Unione Agricoltori alle aziende che de-
Con le giovani generazioni, nuove idee si fanno strada in molte aziende agricole: la famiglia Gostner (sopra) al maso Huberhof; Heiner Kaibitsch (sotto) al maso Stanglerhof.
siderano imboccare questa strada, è stato rielaborato e comprende circa 200 ore di formazione, così da preparare i partecipanti in modo esaustivo su norme igieniche, di confezionamento ed etichettatura, nonché sugli aspetti economici e il marketing. Nell’ambito del marchio di qualità “Gallo Rosso”, assegnato dall’Unione Agricoltori a molti masi, vengono effettuati controlli periodici su origine, lavorazione e qualità dei prodotti. “Proprio quest’ultima deve essere elevata per fidelizzare il consumatore e giustificare i prezzi più alti”, afferma Rier.
Molti masi, soprattutto quelli lungo i sentieri escursionistici, offrono la possibilità di acquistare i loro prodotti direttamente in loco, anche quando in casa non c’è nessuno, come accade al Furscher di Siusi allo Sciliar, sulla strada per S. Osvaldo. Questo è il regno di Elias Profanter, un giovane contadino che, con passione, energia e spirito pionieristico, sta dando una svolta alle attività nel suo antico e imponente maso. A causa della morte prematura del padre, Elias si è dedicato all’agricoltura sin da piccolo, assumendosi le proprie responsabilità già in tenera età, senza mai perdere interesse e curiosità. Grazie a una mentalità cosmopolita e un’attenzione alle problematiche ambientali, Elias sta introducendo importanti innovazioni, p.e. la certificazione Bioland del suo maso, ottenuta nel 2007. Di fronte al fienile sorge il piccolo negozio, più simile a un gazebo di legno, dove dapprima vendeva soprattutto le uova delle numerose galline della madre. Ben presto, ha aggiunto patate, succo di mela e ortaggi di stagione, p.e. pomodori. Come racconta Elias, il successo di questa forma di vendita - che prevede l’acquisto self-service, lasciando il denaro in una cassetta blindata – ha sorpreso anche lui. Tuttavia, la richiesta è un po’ calata. Questo giovane dalla folta barba nera ritiene che la disponibilità a pagare prezzi più alti per prodotti di qualità migliore sia legata molto alla sensibilizzazione. Così ha deciso di puntare su diversi canali distributivi. Nel 2010, inoltre, è passato dall’allevamento di mucche e bovini a quello di pecore Dorper - un in-
crocio tra la Dorset Horn e la Blackhead Persiandi cui vanta ben 130 capi, che se la “spassano” nello spazioso ovile. Le femmine riproduttrici di questa razza particolare con il corpo bianco e la testa nera sono molto richieste; la carne d’agnello viene poi venduta soprattutto ai riforniti supermercati di Bolzano. Nelle aree urbane, l’apprezzamento per i prodotti agricoli di elevata qualità è maggiore, così come la disponibilità a pagare il giusto prezzo. Nel prossimo futuro, Elias Profanter avvierà un progetto più ampio di coltivazione biologica di zucche Hokkaido. Ma al Maso Furscher sono tante le cose che bollono in pentola…
La qualità e la genuinità dei prodotti contadini sono un importante fattore di immagine, soprattutto per la ristorazione, e di conseguenza un valore aggiunto per la destinazione turistica. L’Alto Adige è apprezzato per l’eccellente cucina, l’autenticità e l’alta qualità dei suoi alimenti. Alcuni masi sfruttano l’opportunità di trasformare i prodotti direttamente nella propria azienda, per poi venderli in loco o nella bottega nel maso. L’idea di Benjamin Gostner, proprietario dell’Huberhof nel centro di Fiè allo Sciliar, è quella di offrire alimenti naturali locali direttamente dalla cucina di una rustica osteria contadina, così da stuzzicare immediatamente l’appetito e stimolare l’acquisto di gustose specialità. Un negozio ben assortito esiste già da tempo. Tuttavia, questo giovane e simpatico contadino ha tutte le intenzioni di tradurre quest’idea in una professione vera e propria e di ampliarla ulteriormente. La cella frigorifera in un edificio adiacente è liberamente accessibile e contiene grandi casse di patate e vari tipi di mele, la cui coltivazione 25 anni fa era un must assoluto. Ma al Huberhof, una classica azienda a conduzione familiare in cui i genitori e i tre figli sono impegnati in diversi settori, accade molto di più. Alla frutticoltura si affianca anche l’allevamento di bestiame, mentre gli appartamenti offrono ai turisti l’opportunità di trascorrere una vacanza al maso. E oltre all’omonima “malga bio” sull’Alpe di Siusi, di proprietà della famiglia,
È stato pubblicato l’opuscolo “Buon pranzo! Specialità dei contadini e dei produttori di Fiè”, disponibile presso le Associazioni Turistiche.
Il logo “Prodotti di Fiè” vuole aiutare i consumatori a riconoscere le specialità regionali e sensibilizzarli sui cicli economici locali quale importante tema del futuro.
Anche a Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliare e Tires al Catinaccio vale la pena cercare nelle locande e nei negozi al dettaglio la ricca offerta di alimenti di produzione locale, di frutta e verdura di stagione, cui spesso sono dedicati scaffali ed espositori separati!
gli Huber invitano a gustare le specialità tradizionali in una suggestiva osteria direttamente a Fiè. La gran parte degli ingredienti impiegati nella malga e nel maso proviene da coltivazioni proprie. In quanto membro di Biosüdtirol, il Huberhof è anche certificato Bioland. La visita dell’antica tenuta conduce attraverso ampi locali per la lavorazione della frutta e dei latticini, fino all’affumicatoio per lo speck prodotto con le cosce dei maiali del maso. Come si può vedere, la lavorazione e la trasformazione dei prodotti offre ai contadini l’opportunità di incrementare il valore aggiunto dell’azienda, anche se comporta molte sfide e un grande impegno. Ma Benjamin Gostner ha le idee molto chiare: “Vorrei che in futuro qualcuno fosse quasi sempre presente nel negozio; clienti e ospiti hanno molte domande. La comunicazione è molto importante per far comprendere la filosofia che perseguiamo qui al maso con i nostri prodotti”.
Anche Heiner Kaibitsch del Maso Stanglerhof punta su una combinazione di prodotti propri e gastronomia, così da distinguersi dalle osterie della regione dolomitica Alpe di Siusi. Questo maso è noto soprattutto per il suo periodico programma culturale, quasi avanguardista e lontano dal mainstream popolare. Da anni, il giovedì sera, il fienile, trasformato in mescita, fa da sfondo a eventi che spaziano dai concerti jazz, crossover o di musica classica fino ai documentari. Queste serate sono accompagnate da un menu a buffet di alcune portate ispirato allo slow food e alla cucina mediterranea e internazionale. In quanto “agriturismo”, per questo tipo di ristorazione, l’uso di ingredienti di coltivazione propria e regionale è tanto mirato quanto obbligatorio. La linea di prodotti offerti per la vendita diretta è stata finora dominata dallo sciroppo di frutta, in particolare di ribes nero, che qui è ampiamente coltivato. In linea con il concetto artistico e un po’ alternativo dell’osteria, la viticoltura è diventata un nuovo importante pilastro. I vitigni, però, difficilmente prospererebbero intorno al maso Stanglerhof, situato a S. Costantino. Per questo, quattro anni fa, Heiner Kaibitsch ha rilevato un vigneto di proprietà della famiglia a Settequerce, nei pressi di Terlano, dove coltiva principalmente Cabernet e Merlot, in collaborazione con i viticoltori vicini. Così ora ha la possibilità di offrire il proprio vino e venderlo nel piccolo negozio del maso, una curiosa tiny house, nel corso degli anni
utilizzata anche come ovile e poi come locanda per gli artisti e ora frequentata soprattutto dagli ospiti che vengono ad assistere a qualche evento. Per Heiner, quindi, l’elegante casetta di legno, ora trasformata in negozio, ha più che altro la funzione di piccola sala di degustazione, dove i clienti possono farsi un’idea dell’assortimento dei prodotti e assaggiarli. Il suo obiettivo è quello di sviluppare una linea adatta al suo profilo. Nel caso del maso Stanglerhof, ciò si traduce nella coltivazione in diverse “zone climatiche”, dai vigneti al maso alpino.
L’elenco dei produttori e commercianti diretti della regione dolomitica Alpe di Siusi potrebbe continuare a lungo, dalla bottega contadina dell’eccellente caseificio zu Fall di Castelrotto alla rivendita di frutta del maso Partschillerhof, dalla produzione di speck dello Stampferhof ad Aica di Fiè a viticoltori apicoltori, frutticoltori. Le specialità contadine sono la migliore antitesi ai prodotti industriali di massa e agli svantaggi che notoriamente portano con sé. Ma sono anche un invito a contribuire alla sussistenza di molte piccole realtà che producono alimenti naturali e di elevata qualità, a beneficio di tutti, non ultimo dell’ambiente. <
Dal 2009 sono Patrimonio Mondiale UNESCO, per l’alpinista estremo altoatesino Reinhold Messner sono “le montagne più belle del mondo” e per molti sinonimo per eccellenza della vacanza estiva: l’ineguagliabile bellezza delle Dolomiti colpisce tutti.
Una barriera corallina pietrificata che si eleva verso il cielo definisce l’impareggiabile mondo alpino delle Dolomiti. Grazie alla loro bellezza monumentale e al loro significato geologico e geomorfologico, i cosiddetti “Monti Pallidi” nel 2009 sono stati inclusi dall’UNESCO nel Patrimonio Mondiale. Suddivise in nove aree, di cui fa parte anche il Parco Naturale dello Sciliar-Catinaccio, le Do-
lomiti sono considerate ufficialmente uno dei più bei paesaggi naturali del mondo.
Parco naturale Sciliar-Catinaccio. Il parco naturale più antico dell’Alto Adige è stato istituito nel 1974. L’area protetta, grande 7.291 ettari, si trova nella parte occidentale delle Dolomiti altoatesine. Lo Sciliar è un imponente massiccio dolomitico, che, con
le sue torri Santner e Euringer, rappresenta una delle immagini simboliche dell’Alto Adige. Anche il Catinaccio, con le sue innumerevoli cime, è conosciuto oltre i confini della regione. Una delle sue numerose vette, il Catinaccio d’Antermoia, raggiunge i 3.002 metri. Fanno parte del parco naturale anche i boschi di Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio, oltre alla Val Ciamin.
Gli ortaggi in vendita nei mercati contadini arrivano freschi direttamente dai masi: zucchine croccanti, pomodori maturi, fagioli, salutari broccoli, erbe profumate e persino carote variopinte. Non ci sono limiti alla sana varietà e all’abbondanza dell’estate. Lo strudel di verdure è un’ottima alternativa in un delizioso menù estivo.
PASTA PER LO STRUDEL
180 g di farina
180 g di burro
180 g di ricotta (o quark)
Un pizzico di sale
Lavorare la farina, il burro, la ricotta e il sale fino a ottenere un impasto omogeneo. Lasciare riposare in frigorifero per circa 1 ora.
(La ricetta dell’impasto è tratta dal ricettario: “Cucinare nelle Dolomiti”, edizioni Athesia).
RIPIENO DI VERDURE
Tagliare a pezzetti varie verdure e soffriggerle con cipolla e porro finemente tritati. Insaporire con pepe, sale ed erbe fresche dell’orto. In base ai gusti, aggiungere peperoncino, scorza di limone o zenzero. Lasciarle raffreddare, mentre la pasta dello strudel riposa in frigorifero. Stendere la pasta su un piano infarinato e disporla su una teglia da forno. Farcire al centro con le verdure e chiudere la pasta formando uno strudel.
Temperatura di cottura: 180°
Tempo di cottura: 30 min.
9 maggio – 1 luglio 2023
ALPE DI SIUSI BALANCE
Quando la natura si ridesta, aumenta la voglia di attività all’aperto che spinge molte persone ad immergersi nell’aria primaverile. Con le esperienze „Balance” potrete fare il pieno di energia in mezzo alla natura. Un’escursione mattutina al Rifugio Monte Cavone, un bagno nel bosco, un‘allenamento mentale a contatto con la natura, la preparazione di un rimedio naturale per la farmacia domestica o una colazione al Laghetto di Fiè...
Le esperienze Balance offrono movimento, benessere e relax per il corpo e la mente. www.seiseralm.it/balance
2 – 18 giugno 2023
FESTIVAL DEL GUSTO DOLOMITES
Gli appassionati di cucina altoatesina sono attesi dalla terza edizione del “Festival del gusto Dolomites”: in queste due settimane la regione dolomitica Alpe di Siusi si presenterà dal punto di vista gastronomico, durante il quale presso gli hotel e i ristoranti aderenti all’iniziativa sarà possibile gustare un’ampia scelta di piatti locali. Sarà l’evento “Bergler Harass - il picnic gourmet ai piedi del Catinaccio” a dare il via il 2 giugno 2023 al Festival del Gusto Dolomites. Il 10.06.2023 dalle ore 18:00 si terrà a Fié allo Sciliar la “Völser Dorfkuchl - Una delizia culinaria!”, un appuntamento imperdibile per tutti gli epicurei e i buongustai. www.seiseralm.it/settimaneculinarie
Dal 1° maggio al 31 ottobre Castel Prösels, il più importante maniero del Tirolo risalente all’epoca di Massimiliano, è aperto alle visite guidate, che fanno luce sulla sua storia e su quella dei signori di Fiè, strettamente intrecciate l’una all’altra. Gli speciali tour per bambini accompagnati dalla Strega Martha consentono loro d’immergersi nel mondo delle leggende e di apprendere nozioni interessanti sull’arte curativa del passato; quelli in compagnia di Friedrich von Hauenstein, invece, aprono le porte al mondo di cavalieri, scudieri e nobildonne. Concerti, letture e proiezioni serali di film completano il programma culturale. Castel Prösels accoglie inoltre la prima “Escape Room” dell’Alto Adige. Bambini (a partire da 9 anni) accompagnati da genitori, giovani e adulti in gruppi di massimo cinque persone possono mettere alla prova fiuto, creatività, spirito di squadra, doti logico-matematiche ma, soprattutto, capacità di apprendimento e divertimento. E mentre i più piccini si divertono nel nuovo parco giochi, i genitori possono dedicarsi ai piaceri del palato nel giardino del castello. www.schloss-proesels.it
2,
40A CAVALCATA OSWALD
VON WOLKENSTEIN
Un tuffo nell’atmosfera cavalleresca, tra stendardi e vessilli, lance puntate al vento e indomiti cavalieri pronti a sfidarsi in prove rocambolesche in sella ai loro destrieri. La Cavalcata Oswald von Wolkenstein è un mix di tradizione medievale, folclore e sport equestre, dedicata al celebre cantore e poeta del 14-15° secolo, in un percorso a tappe che ripercorre la sua vita leggendaria negli scenari incantati della regione dolomitica Alpe di Siusi. Il 2, 3 e 4 giugno 2023 la grande manifestazione torna tra le Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO), ai piedi dello Sciliar. A sfidarsi tra le incitazioni della folla, 36 squadre di cavalieri in abiti tradizionali che si destreggeranno in 4 tornei. La presentazione delle squadre e la grande festa si terranno nella località di Castelrotto. www.ovwritt.com
16/17 giugno 2023
OPEN AIR DEI KASTELRUTHER SPATZEN
Migliaia di fans sono attesi a Siusi allo Sciliar per applaudire i “Kastelruther Spatzen”, pronti a esibirsi su un palcoscenico a cielo aperto, con hit che vanno dal 1993 al 2021. Come ogni anno, parteciperanno all’evento anche gruppi musicali provenienti da vicino e da lontano.
Estate 2023
CENTRO VISITE
PARCO NATURALE SCILIAR-CATINACCIO
Il programma estivo per adulti e bambini del Centro visite del Parco naturale Sciliar-Catinaccio è vario e avvincente, sia nei suoi locali che all’interno del parco, con la natura a fare da protagonista. I ranger accompagneranno le famiglie nel corso di emozionanti escursioni alla scoperta della natura e di interessanti serate informative, che vertono, tra le varie cose, sull’affascinante mondo delle farfalle, dei funghi e della geologia alpina. I bambini dai 6 ai 12 anni sono attesi nel laboratorio creativo Daksy – un’occasione per esplorare, giocare, fare bricolage e imparare a conoscere, passo dopo passo, la natura che li circonda. parchi-naturali.provincia.bz.it
26 giugno – 11 settembre 2023
SUMMER CLASSICS
DI SIUSI ALLO SCILIAR
Agli appassionati di musica classica, Siusi allo Sciliar propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti: artisti italiani con esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. I concerti hanno luogo il lunedì alle ore 21:00.
DATE
> 26 giugno 2023
> 3, 10 e 17 luglio 2023
> 21 e 28 agosto 2023
> 4 e 11 settembre 2023
Foto: SAM/Werner Dejori Foto: OvW-Ritt/Indio MayrESTATE IN FAMIGLIA
In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso magico per i bambini. In occasione del “Dolomiti Ranger” grandi e piccoli detective partono alla scoperta dell’habitat degli animali che vivono nel bosco e nell’acqua, delle specie notturne e del mondo delle api, esplorando la foresta con tutti i loro sensi durante un mattino avventuroso. Chi invece preferisce conoscere da vicino la vita di un maso può partecipare al programma “Un universo in fattoria”, che consentirà di ammirare cavalli e pecore e di vedere come la farina viene trasformata in pane e il latte in formaggio. La Strega Martha guiderà infine una magica passeggiata notturna a Castelrotto.
Estate 2023
EVENTI GASTRONOMICI ALL’APERTO
Due straordinari appuntamenti open air dedicati ai buongustai, che rendono ancora più emozionante l’estate intorno al Catinaccio: il primo evento, previsto per il 2 giugno, sarà il Bergler Harass a Tires al Catinaccio, seguito dalla “Cena del Montanaro” il 20 luglio 2023, nota per la magnifica vista sul leggendario Catinaccio e per le sue raffinate specialità. Uno straordinario evento culinario si terrà, inoltre, il 23 giugno 2023: Tabbla Toò organizzato dai “jungen Alpler” (giovani dell’Alpe) - un evento culinario unico nel suo genere. Cena all’aperto presso la malga Tschötsch con concerto dal vivo del cantante Max von Milland. Prevendita online all’indirizzo www.seiseralm.it/eventi o presso l’Associazione Turistica. In caso di previsioni di maltempo l’evento sarà anticipato a giovedì 22/06/23.
2 luglio 2023
10a MEZZA MARATONA ALPE DI SIUSI
Sono 21 i km della Mezza Maratona Alpe di Siusi, l’avvincente gara di corsa ad alta quota, che vede un massimo di 700 atleti e appassionati correre sui saliscendi dolomitici. Si tratta della decima edizione di un’entusiasmante sfida che, negli anni precedenti, ha attirato nella regione dolomitica Alpe di Siusi numerosi maratoneti e sportivi. In uno scenario davvero unico, il percorso si inerpica su un dislivello di 601 m, costeggiando Sciliar, Sassolungo, Sassopiatto e i Denti di Terra Rossa, fino al punto più alto, Punta d’Oro, a 2.050 m di altitudine. running.seiseralm.it
8 luglio 2023
6a SKY MARATHON CATINACCIO-SCILIAR
Tires al Catinaccio, incastonata nel magnifico scenario delle Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO), fa da sfondo alla Sky Marathon Catinaccio-Sciliar, una maratona alpina di 45 km con un dislivello di circa 3.000 m. Il percorso con partenza da Tires si snoda intorno al Catinaccio e, costeggiando lo Sciliar e Monte Cavone, fa ritorno al centro del paese. Il punto più in quota è Passo Principe, a 2.630 m di altitudine. www.skymarathontiers.it
8 settembre 2023
TRADIZIONALE MERCATO ANNUALE
L‘8 settembre a Compaccio sull’Alpe di Siusi viene organizzato il mercato tradizionale, allietato da musica dal vivo e vari stand che propongono i loro prodotti e diverse specialità gastronomiche.
Autunno 2023
TRANSUMANZE 2023
Alla fine della stagione estiva si festeggia il ritorno a valle del bestiame, rallegrato da schioccatori di frusta, musica dal vivo e piatti tipici. La transumanza dall’Alpe di Siusi si terrà il 30 settembre, quelle di Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio il 1° di ottobre 2023.
6 – 8 ottobre 2023
FESTA DEI
KASTELRUTHER SPATZEN
La tradizione ha un nome: “Kastelruther Spatzen”. Un’occasione per festeggiare alla grande, fra migliaia di fan radunati sotto il grande tendone di Castelrotto, immersi nello scenario delle Dolomiti. Un’emozione davvero senza eguali.
1 – 31 ottobre 2023
46a DISPENSA DI FIÈ
A OTTOBRE
Da 46 anni, la Dispensa di Fiè è l’evento gastronomico autunnale per eccellenza nella regione dolomitica Alpe di Siusi. Ristoratori e albergatori di Fiè allo Sciliar invitano buongustai e appassionati di specialità tipiche a partecipare all’ottobre gastronomico. Questi artisti dei fornelli creano con raffinatezza pietanze originali al motto “Antiche ricette reinterpretate e servite con amore”. www.voelserkuchlkastl.com
4 settembre – 3 novembre 2023
PIACERI AUTUNNALI IN MONTAGNA
L’autunno dorato nella regione dolomitica Alpe di Siusi ha in serbo un’atmosfera davvero particolare all’insegna dei tour guidati e della gastronomia nella natura. “Piaceri autunnali in montagna” offre un connubio di esperienze outdoor, magnifici paesaggi e momenti dedicati alle delizie del palato. Ne sono un esempio le escursioni guidate all’alba con prima colazione in rifugio, corsi di cucina e i tour gastronomici con degustazioni o all’insegna del “Törggelen”. www.seiseralm.it/autunnomontano
Foto: SAM/Patrick Schwienbacher Foto: SAM/Helmuth RierDicembre 2023
MAGIA NATALIZIA NELLA REGIONE DOLOMITICA
ALPE DI SIUSI
L’aroma di pan di zenzero, cannella e vin brulè segna il ritorno dell’Avvento alle falde dello Sciliar, durante il quale un’atmosfera particolarmente intima aleggia sulla regione dolomitica Alpe di Siusi con i suoi piccoli ma raffinati Mercatini di Natale a Castelrotto, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio. I produttori locali offrono artigianato artistico e articoli regionali, accompagnati da tipici canti e note natalizie e dalle specialità gastronomiche, che invitano a trascorrere qualche momento in compagnia.
Natale in montagna
a Castelrotto
> 2/3 dicembre 2023
> 8/9/10 dicembre 2023
> 8/9 dicembre Concerto
Natalizio dei Kastelruther Spatzen
> 9 dicembre Corsa dei “Krampus”
> 15/16/17 dicembre 2023
> 22/23/24 dicembre 2023
> 26 dicembre 2023
Mercatino di Fiè
“Aspettando il Natale”
> 08-10 dicembre 2023
> 16-17 dicembre 2023
> 23 dicembre 2023
> 29-31 dicembre 2023
> 4 gennaio2024
> 6-7 gennaio 2024
“Bergler”, Avvento
a Tires al Catinaccio
> 8 dicembre 2023
> 23 dicembre 2023
Inverno 2023/24
INVERNO A
CASTEL PRÖSELS
Anche in inverno hanno luogo le visite guidate di Castel Prösels e, combinate con una suggestiva escursione, sono un’interessante alternativa allo sci. Dal 11 gennaio al 28 marzo 2024, ogni giovedì alle ore 15:00, il maniero si desta dal torpore invernale per dare il benvenuto ai suoi ospiti. Durante un tour guidato della durata di un’ora, i visitatori possono scoprire preziosi dettagli sulla sua storia e sui suoi antichi abitanti, oltre che ammirare tre esposizioni artistiche e una ricca collezione d’armi. Giovedì, 28/12/23, 04/01/24 e 15/02/24 alle 15 si svolgeranno le “Giornate gastro-culturali invernali”, che riservano agli ospiti la possibilità di degustare gratuitamente (al termine della visita guidata) alcune tipiche specialità locali offerte dai produttori stessi presso gli stand nel cortile. Per le visite guidate invernali è necessaria l’iscrizione via mail all’indirizzo info@schloss-proesels. it entro le 12 del giorno dell’evento. www.schloss-proesels.it
Alla scoperta della natura con tutti i sensi: mentre Castelrotto organizza corsi di cucina, a Siusi allo Sciliar è possibile scoprire la magia del crepuscolo, i segreti di un piatto tradizionale e della preparazione del pane tipico. A Fiè allo Sciliar, invece, i buongustai possono partecipare a una degustazione di vini e assaporare qualche specialità gastronomica. Il Natale è sinonimo di raccoglimento e pace, che ci consentono di contemplare l’incontaminato paesaggio invernale di Tires al Catinaccio e della caratteristica Val Ciamin. La sera è possibile prendere parte alla fiaccolata con cena, mentre le escursioni sotto la luna piena attraverso l’Alpe di Siusi innevata conducono a un rifugio dove i partecipanti sono attesi da una cena tradizionale. Escursioni invernali, ciaspolate, delizie culinarie ed eventi serali: queste avventure guidate consentono di vivere una vacanza invernale nelle Dolomiti con tutti i sensi. www.seiseralm.it/winteradventure
Inverno 2023/24
CENTRO VISITE DEL PARCO NATURALE SCILIAR-CATINACCIO
Mentre fuori la natura sta riposando, il Centro visite a Siusi allo Sciliar offre una panoramica della ricca flora e fauna del Parco naturale Sciliar-Catinaccio: quest’inverno è particolarmente dedicato agli anfibi dell’Alto Adige. Una mostra temporanea illustra il loro stile di vita e ci fa conoscere rospi, rane, ululoni, salamandre e tritoni. Il Centro visite è accessibile gratuitamente durante gli orari di apertura anche per visite guidate. parchi-naturali.provincia.bz.it
ORARI PER LE VISITE GUIDATE
> 28 dicembre 2022, ore 16:00
> 4 gennaio 2023, ore 16:00
> 22 febbraio 2023, ore 16:00
Foto: SAM/Alex Moling Foto: Schloss Prösels/Helmuth Rier09/10 dicembre 2023
WEEKEND DI PROVA PER IL TELEMARK SULL’ALPE DI SIUSI
A partire dalle 9, presso la stazione a monte della Cabinovia Alpe di Siusi, avrete la possibilità di provare questo sport originale: eccellenti professionisti del telemark provenienti da tutto il mondo sveleranno trucchi e consigli.
Inverno 2023/24
DOLOMITI RANGER
NEL PARCO NATURALE SCILIAR-CATINACCIO
Alla scoperta del mondo invernale di animali e streghe con tutta la famiglia! In compagnia di un ranger, le famiglie partiranno alla ricerca delle tracce di animali e, guidate da un esperto, scopriranno come la fauna si prepara all’inverno, ai vari fenomeni che lo caratterizzano e al freddo. Inoltre, esamineranno le caratteristiche della neve, avventurandosi nel bosco fino alla casa della Strega Martha che racconterà loro leggende e aneddoti sulle fattucchiere a maghi. www.seiseralm.it/dolomiti-ranger
14 gennaio 2024
IL MATRIMONIO CONTADINO A CASTELROTTO
Lo spettacolo in costume più affascinante dell’Alto Adige: si tratta della ricostruzione storica di un matrimonio contadino, così come lo si celebrava un tempo ai piedi dello Sciliar. Clou dello spettacolo è il corteo nuziale che, in costume tipico su slitte splendidamente addobbate e trainate dai cavalli, parte da S. Valentino per raggiungere il centro a Castelrotto, coinvolgendo i visitatori in un viaggio nel 19° secolo.
25 gennaio 2024
ALTO ADIGE
MOONLIGHT CLASSIC ALPE DI SIUSI
Anche nel 2024, la Moonlight Classic offre a numerosi atleti e appassionati dello sci di fondo la possibilità di trascorrere momenti fantastici e di cimentarsi a livello internazionale in una competizione notturna, illuminata dalla luce delle fiaccole e al cospetto dello scenario mozzafiato del più vasto altipiano d’Europa. I tracciati ad anello di 30 e 15 km, con partenza e arrivo a Compaccio, devono essere percorsi esclusivamente in stile classico. Questo spettacolare evento prende il via alle ore 20:00. Prenotazione obbligatoria su www.moonlightclassic.info
Febbraio 2024
Partite insieme a noi per rivivere l’emozionante passato dell’area sciistica Alpe di Siusi! Sulla pista Panorama, numerosi gruppi nostalgici provenienti dall’intero arco alpino presenteranno il loro abbigliamento e le attrezzature sciistiche delle varie epoche, dando vita a uno spettacolo straordinario, realizzato in collaborazione con Otto Mauroner, professionista nel settore. Durante la pausa pranzo è prevista una sosta nei rifugi dei dintorni, seguita da una premiazione.
Marzo 2023
EARLY BIRD SKIING CON COLAZIONE
Divertimento all’alba sugli sci con colazione sull’Alpe di Siusi. A marzo, una volta alla settimana, un impianto di risalita a turno apre già alle ore 7:00 del mattino, consentendo di provare un’esperienza davvero unica: lasciare le prime tracce sulle piste appena battute e godersi la suggestiva atmosfera mattutina sull’altipiano più vasto d’Europa, accompagnati da esperti maestri di sci e dai loro preziosi consigli. Alle ore 9:00 è prevista una sosta al rifugio con ricca e deliziosa colazione a base di specialità altoatesine.
13–17 marzo 2024
16° SWING ON SNOW
WINTER MUSIC FESTIVAL
Dal 13 al al 17 marzo 2024, sullo sfondo dello spettacolare paesaggio della regione dolomitica Alpe di Siusi, va in scena lo Swing on Snow, il travolgente evento che invita sciatori, snowboarder e amanti delle cime innevate a destreggiarsi tra la neve a ritmo di brani folk, rock ed eclettiche sperimentazioni musicali. Per 5 giorni, gruppi provenienti dall’intero arco alpino si alternano in concerti dirompenti tra le location più suggestive dell’altipiano più grande d’Europa, dando vita a concerti open air per la gioia dei visitatori. Ritmi travolgenti e toccanti pervaderanno sin dal mattino la stazione a valle della cabinovia e le piste dell’Alpe di Siusi, per poi spostarsi nei rifugi e nei ristoranti per il pranzo. La sera, i locali di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio accoglieranno invece i “concerti after-hour”.
www.swingonsnow.com
“Kastelruther Spatzen”, da 40 anni sul palcoscenico. Nel 2023, i “Kastelruther Spatzen” festeggiano il loro 40° anniversario. Il gruppo ha calcato le scene della musica folk germanofona, grazie a canzoni come “Tränen passen nicht zu dir” (Le lacrime non ti si addicono, ndt), con cui hanno vinto il Gran Prix della musica folk nel 1990, o “Ich schwör” (Lo giuro, ndt). Il primo disco d’oro acquistò, tuttavia, con “Das Mädchen mit den erloschenen Augen” (La ragazza con gli occhi spenti, ndt). A questo ne seguirono numerosi altri - d’oro e di platino - e milioni di copie vendute, più di quanto non abbiano fatto in Germania superstar mondiali del calibro di Madonna o Michael Jackson. In occasione dell’anniversario è previsto un tour, ma non mancheranno neppure gli eventi nella loro terra: il 16 e 17 giugno i “Spatzen” saranno protagonisti dell’Open Air a Siusi allo Sciliar e, dal 6 all’8 ottobre, della grande festa a Castelrotto.
Circa 30 anni fa, Florian Rabanser acquistò il tradizionale maso Zu Plun a S. Valentino, una frazione di Castelrotto, dove aprì una piccola distilleria che, nel frattempo, con liquori e acquaviti di frutta - dal gin al rum fino alla grappa - si è fatta un nome ben oltre i confini della regione dolomitica Alpe di Siusi. Il WineHunter ha nominato Florian Rabanser Master Distiller 2022, mentre il gin “Zu Plun Blue Tea” si è aggiudicato il WineHunter Gold Award 2022. Nel 2021, il “Zu Plun Yellow Gin” è stato premiato con il The WineHunter Platinum Award; nello stesso anno, l’azienda è stata finalista ai Winning Idea Mountain Awards nella categoria enogastronomica, ottenendo nel Falstaff Spirits Special 95 punti per il “Salz Gin Limited Edition”, 94 per il “Grenoir Pomegranade Gin” e 93 ciascuno per “Dol Gin Dolomites”, “Dolomites Plum Fine Old Distillate” e “Dolomites Traminer Fine Old Distillate”.
L’idea del primo libro illustrato è nata per caso. Un caro amico ha mostrato a Marc Goller la sua collezione di vecchie foto raffiguranti l’area intorno allo Sciliar, ossia la regione dolomitica Alpe di Siusi, dando così inizio a un’impegnativa caccia al tesoro. Dallo straordinario materiale raccolto da Marc Goller nei due anni successivi, è nato il volume illustrato “Domols Dahoam” (La mia terra di un tempo, ndt), contenente materiale, immagini, mappe e illustrazioni inedite. Sulla scorta del grande interesse suscitato, Marc Goller sta ora lavorando a una seconda pubblicazione. Turisti e residenti sono invitati a rovistare tra i loro preziosi cimeli e a inviargli materiale interessante o immagini in forma cartacea digitale a marcgoller91@gmail.com oppure Tel. +39 333 582 68 09
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Redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Sabine Funk, Annemarie Obexer, Barbara Pichler, Katja Sanin, Simone Treibenreif; Traduzioni: Bonetti & Peroni. Pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. Foto: Helmuth Rier. Impaginazione: Komma Graphik. Stampa: Litopat.
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