ALPE Inverno 2013/2014

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Inverno 2013/14

ALPE Alpe di Siusi Magazine

CASTELROTTO · SIUSI ALLO SCILIAR · FIÈ ALLO SCILIAR · ALPE DI SIUSI

Sci di fondo Paesaggi invernali

Snowpark Shaper al lavoro

Piacere Il Gin delle Dolomiti


Qualità Alto Adige. Di padre in figlio.

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Foto: SAM/Helmuth Rier

Editoriale & Sommario

Cari ospiti!

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agie invernali e natalizie, cultura e specialità culinarie: dallo sci allo snowboard, dalle passeggiate con le ciaspole allo sci di fondo e non per ultimo fare parapendio invernale nelle Dolomiti e pattinare al Laghetto di Fiè, lasciarsi semplicemente coccolare – nell’area vacanze Alpe di Siusi la fantasia non ha limiti. Tutto è possibile e dimenticherete ben presto la quotidianità… Nelle pagine seguenti troverete vari suggerimenti che vi porteranno a sognare un pò. Anche questo numero offre di nuovo molti temi interessanti per tutti coloro che vogliono conoscere meglio l’area vacanze Alpe di Siusi, la sua gastronomia, le sue tradizioni, le sue offerte sportive. Al centro si trova l’Alpe di Siusi come luogo ideale per lo sci di fondo. Non solo gli appassionati sono attratti da questo paradiso, ma anche diverse squadre nazionali di sci nordico lo usano per la loro preparazione alle gare. Il campione norvegese di sci di fondo, Petter Northug, in un’intervista con ALPE, ci racconta le sue giornate d’allenamento sull’altipiano più grande d’Europa. Di sport parla anche l’articolo sulla Sellaronda, il tour giornaliero per sciatori e snowboarder. I due shaper dello snowpark Alpe di Siusi raccontano invece il loro senso per la neve e gli ostacoli: ogni giorno Manuel Mair e Johannes Gögele riportano lo snowpark in perfetta forma.

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Alpe di Siusi: paradiso dello sci di fondo Pagina 8

Fascino e brividi: selvagge maschere diaboliche riempiranno le vie del paese per la sfilata dei Krampus a Castelrotto. A chi invece preferisce esperienze più romantiche, offriamo i giri notturni in carrozza con la luna piena. Venite a conoscere con noi l’ambasciatore del piacere Otto Geisel, a “sentire” il vino in una degustazione alla cieca, a conoscere le particolarità dello Gin delle Dolomiti di Florian Rabanser. Non per ultimo, ALPE magazine vorrebbe anche farvi da guida, nel corso della vostra vacanza. Oltre a fornirvi informazioni importanti riguardo a servizi pubblici, vi dirà quali sono i ristoranti, le osterie e i punti di ritrovo migliori e le possibilità di shopping. Il magazine contiene inoltre un programma dettagliato delle numerose manifestazioni e degli eventi clou culturali e mondani. Perché non prendervi parte e godersi dei momenti piacevoli in compagnia? Vi auguriamo un meraviglioso, indimenticabile soggiorno, fatto di momenti piacevoli e di riposo.

Intervista con il campione del fondo Petter Northug Pagina 10

La corsa dei Krampus a Castelrotto Pagina 14

Quattro passi dolomitici con gli sci: la Sellaronda Pagina 19

Il mito delle Dolomiti: Patrimonio dell’Umanità Pagina 20

Gli artisti nell’Alpe di Siusi Snowpark Pagina 24

Romanticismo alpino per due Pagina 28

Otto Geisel: ritratto di un appassionato dell’Alto Adige Pagina 32

Sentire il vino: degustazione cieca Pagina 33

La torta di grano saraceno Pagina 34

Premiato Gin delle Dolomiti Pagina 38

Anteprima inverno ’13/14 Pagina 40

Anteprima estate ’14 Pagina 42

Visto & sentito

Eduard Tröbinger Scherlin Presidente per Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar e Alpe di Siusi.

Inverno Winter | ALPE 3


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Alpe di Siusi: paradiso dello sci di fondo Con 80 chilometri di piste per tecnica classica e pattinato, l’Alpe di Siusi è l’Eldorado dei fondisti. Molte squadre nazionali vengono qui per il loro allenamento in quota. E il grande evento è l’“Alto Adige Moonlight Classic Alpe di Siusi “ che si tiene in una notte di plenilunio.

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ubert Rier, secondo il suo tesserino insegnante di sci di fondo, è irremovibilmente convinto: “L’Alpe di Siusi è il più bel territorio per lo sci di fondo di tutte le Alpi.” Dove altro, aggiunge, si può trovare ad un’altitudine di 1800 m sul livello del mare una rete così ampia di piste, ovvero letteralmente 80 chilometri, lungo i quali non solo poter goder del sole (molto spesso) e dei meravigliosi paesaggi (quasi sempre), ma dove poter scoprire anche un territorio enorme che con i suoi 56 chilometri quadrati è considerato l’altipiano più grande d’Europa.

zione concreta: perché da molti anni la squadra nazionale norvegese di sci di fondo maschile e femminile viene a trascorrere il ritiro di allenamento proprio sull’Alpe di Siusi, sia in estate che in inverno. “L’allenamento in quota” – così lo chiamano gli atleti – è indispensabile per l’arricchimento naturale dei globuli rossi e, in conseguenza, per il generale approvvigionamento di ossigeno ai muscoli. L’altitudine media di 1800 m sarebbe quindi ideale, dicono gli esperti sportivi. Su questi soggiorni di allenamento i media norvegesi hanno già riportato regolarmente delle notizie e le belle immagini dell’Alpe di Siusi hanno animato anche i compatrioti a fare come i loro idoli.

Come un’enorme arena sciistica, l’altipiano è adagiato nel mezzo di una corona di monti coperti di neve: il Sassolungo e il Sassopiatto, le cime di Fassa, i Denti di Terrarossa e l’inconfondibile profilo dello Sciliar con le cime del Santner e dell’Euringer. Il parco naturale dello Sciliar-Catinaccio è parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO delle Dolomiti, per le sue conformazioni bizzarre, uniche al mondo. La pressoché infinita vastità dell’altipiano ricoperto dalla neve, in cui sbucano piccole isole di bosco e graziose baite di legno, ci apre il cuore e improvvisamente ci si sente liberi dalla quotidianità e si inspira la limpida aria d’altura che subito ci apre i polmoni.

Prima di importanti competizioni, però, anche altre squadre di punta scelgono l’Alpe di Siusi come luogo di preparazione tecnica. Vengono dalla Russia, dalla Finlandia, dalla Svezia, dalla Cechia, dalla Germania e ovviamente dall’Italia, per rigenerare le energie sull’Alpe. Può quindi capitare spesso, mentre percorri tranquillamente la pista, che improvvisamente alcune figure ti scivolino a fianco. Mentre le osservi sbalordito comprendi la differenza fra sport amatoriale e professionale.

Allenamento in quota. Lo sci di fondo è stato inventato originariamente in Scandinavia dove ancora oggi viene praticato come sport popolare. E pensate un po’ dove vanno molti scandinavi a fare le ferie con gli sci di fondo? Esatto, sull’Alpe di Siusi. La cosa ovviamente ha anche una motivaSci da fondo sull’altipiano più grande d’Europa: spazi infiniti davanti alla scenografia unica delle Dolomiti.

In ogni caso l’Alpe di Siusi è stata diverse volte tea­ tro di gare mondiali di sci di fondo. È successo negli anni Ottanta, quando le gare furono organizzate nella parte più interna dell’Alpe, a Saltria, un territorio che si trova un po’ più in basso rispetto ai 1800 m di altitudine, come prescrivono le regole della FIS. Per l’organizzazione dei giochi servì una preparazione accuratissima, ricorda Hubert Rier, che allora era direttore di pista; ma l’intera popolazione contribuì, gli atleti dei quattro angoli della »

Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

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L’élite mondiale del fondo si prepara sull’Alpe di Siusi per le grandi competizioni.

Terra diedero il loro meglio sulla pista e alla fine si festeggiarono la vittoria e la conclusione tutti insieme e in amicizia.

Moonlight Classic. Da alcuni anni c’è un nuovo evento legato al fondo che ha conquistato una certa notorietà anche oltre i confini dell’Alto Adige. Si tratta di un concorso davvero particolare, perché la maratona di sci Alto Adige Moonlight Classic Alpe di Siusi si tiene in una notte di luna piena in gennaio o febbraio su una pista illuminata dalle fiaccole. Gli sportivi amatoriali e gli atleti hanno la possibilità di scegliere tra due percorsi; uno di oltre 30 chilometri e uno meno impegnativo di 15 chilometri. Gli spettatori seguono trepidanti la partenza della massa degli sportivi, tutti dotati di lampada frontale, fino a che questi non scompaiono come lucciole nel buio dell’Alpe di Siusi. Nel frattempo il pubblico può ripararsi dal freddo in un tendone riscaldato, fino a che gli atleti non ricompaiono all’orizzonte, e li si accoglie con un caloroso applauso alla linea del traguardo. Anche Hubert stesso partecipa a questa maratona con il suo stile diagonale classico, e per una gara così straordinaria serve anche una straordinaria preparazione. Hubert si allena con un amico fino a tarda notte, concedendosi solo di godere di tanto in tanto del meraviglioso mondo alpino sotto il limpido cielo stellato. Quando ne parla gli brillano gli occhi: “Sono esperienze sempre uniche.” Ma sicuramente non per tutti. La maggior parte dei fondisti ama di più starsene sui propri sci sotto i caldi raggi di una giornata di sole. E per chi ricerca il piacere sulla neve ci sono milioni varianti: fare solo un giro di ricognizione di un giorno, o scegliere il grado di difficoltà della

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pista, se blu, rossa o nera, e attraversare splendidi paesaggi o fare sosta in uno dei molti rifugi lungo la pista, dove ci si può anche trovare con altri sciatori o con amici che preferiscono camminare. Per il divertimento sulla pista c’è l’imbarazzo della scelta, anche solo per il fatto che ogni giorno prima dell’alba i macchinari di manutenzione delle piste si occupano di garantire un tracciato senza imperfezioni: le piste hanno due o quattro tracce e sono anche battute per lo skating. Per questa cura viene richiesto un piccolo contributo nella forma di un pedaggio di 5 Euro.

Il centro per lo sci di fondo. Ai fondisti dell’Alpe sono riservate altre offerte per massimizzare il loro comfort. Accanto alla stazione a monte si trova un centro per lo sci di fondo in cui è possibile noleggiare tutto quello che può servire per affrontare lo sport in salute. C’è un servizio per lo sci molto competente, un deposito e docce calde, in modo che i fondisti non debbano ritornare a valle con un carico troppo pesante. Dalla stazione a monte una pista conduce direttamente al crocevia del Ritsch, che ai principianti consigliamo di raggiungere con lo shuttle. Due scuole di sci sono pronte a dare consigli sull’arte del fondo o per migliorare lo stile della corsa. “Per godersi davvero lo sci di fondo servono minimi ma indispensabili fondamentali” sottolinea Hubert, questa volta nel pieno del suo ruolo di insegnante. Chi li possiede, secondo Hubert, può fare al proprio corpo solo del bene. Perché nello sci di fondo tutto è in movimento, compreso lo spirito, e oltre a questo il 90% della muscolatura corporea. E le giunture vengono risparmiate: “In nessun altro sport puoi allenare resistenza, coordinazione, motilità e forza in modo così ottimale e così privo di rischi”. Sembra tutto così convincente che mi chiedo perché sto ancora esitando. Forse per via del ricordo della difficile operazione di ceratura degli sci di fondo nella mia infanzia? “Una volta!” ci rassicura Hubert. “Oggi per i principianti l’ideale sono gli sci a scaglie e chi invece vuole l’ebbrezza della velocità trova in ogni momento il sostegno di qualcuno al centro per lo sci di fondo”. Quindi il mio obiettivo è stato definito: questo inverno voglio trovarmi sulle stesse piste in cui si allenano Petter Northug e Marit Bjørgen. « Anche i fondisti norvegesi trovano sull’Alpe di Siusi condizioni ottimali per la loro preparazione.

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“Allenamento e relax perfetti” Lo scorso inverno ALPE ha incontrato sull’Alpe di Siusi il norvegese Petter Northug, uno degli atleti di fondo di maggior successo in questi anni, dove si stava preparando ai Campionati del Mondo di Sci Nordico 2013 in Val di Fiemme.

mezza il pomeriggio e una volta alla settimana pesi, altrimenti solo massaggi e fisioterapia.

Petter Northug apprezza il sole, l’aria buona e il magnifico paesaggio.

Ciao Petter, come stai? Petter Northug: Bene grazie, mi sono appena fatto fare un massaggio. Ti senti preparato per i Campionati del Mondo di Sci Nordico 2013 in Val di Fiemme? Sì, perfettamente. Sono stato qui sull’Alpe di Siusi già tre settimane fa. Sono tornato in Norvegia per i campionati nazionali, e poi sono andato direttamente a Sotchi per la gara di Coppa del Mondo che vale come test di pista per le Olimpiadi del 2014. Da otto giorni sono di nuovo qui sull’Alpe di Siusi e sì, ho un’ottima sensazione.

Intervista: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

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Come si svolgono i tuoi allenamenti qui sull’Alpe di Siusi? Qui facciamo solamente un leggero allenamento in quota, che ha lo scopo di migliorare le nostre prestazioni: due ore di allenamento in pista al mattino, una e

Al momento ci sono anche altre squadre nazionali che si stanno allenando qui sull’Alpe di Siusi, ad esempio l’Italia e la Germania. Ci si incontra durante gli allenamenti? Certamente, anche se la rete di piste dell’Alpe di Siusi è davvero immensa. Ma ci alleniamo tutti più o meno negli stessi orari, quindi è quasi inevitabile che si incontrino in pista gli stessi atleti contro cui si finirà per gareggiare ai Mondiali. Ho incrociato gli italiani e gli svedesi. Si stanno allenando tutti per i Campionati del Mondo. Tu ti alleni in molti luoghi diversi nel mondo, ma torni spesso sull’Alpe di Siusi. Come mai? In inverno l’Alpe di Siusi è ideale per i nostri allenamenti: le piste sono splendidamente curate, abbiamo tantissime possibilità per fare allenamento. In estate invece è perfetto per gli skiroll. L’Alpe di Siusi è un luogo meraviglioso e tranquillo, in cui semplicemente mi trovo bene. E in quanto norvegese, mi godo anche un po’ di sole. L’altitudine dell’Alpe di Siusi è positiva per l’allenamento? L’altitudine che varia tra i 1.800 e i 2.000 metri sul livello del mare è ideale per l’allenamento e anche per il relax. Se dopo tre settimane di allenamento in quota devo disputare una gara sul livello del

mare, ho dei risultati davvero eccezionali sulle mie prestazioni. Per noi fondisti è estremamente importante trascorrere sufficiente tempo in quota. I fondisti norvegesi vengono spesso sull’Alpe di Siusi anche in estate. Come vi allenate in estate? Anche l’allenamento estivo sull’Alpe di Siusi è molto bello. Possiamo correre tra queste meravigliose montagne dolomitiche, andiamo sugli skiroll dalla valle fino all’altipiano. Ce li godiamo proprio questi giorni di allenamento: il sole, l’aria buona e gli splendidi paesaggi. E comunque ogni tanto vengo anche privatamente sull’Alpe di Siusi, per rilassarmi. Hai 27 anni e l’anno scorso hai ottenuto grandi vittorie. I prossimi obiettivi? Innanzitutto vorrei arrivare piuttosto avanti in Val di Fiemme, e poi ai giochi olimpici di Sotchi nel 2014 vorrei superare il mio risultato di Vancouver ed infine nel 2015 voglio dare il meglio ai Campionati Mondiali di Falun in Svezia. Più avanti non mi va di guardare, al momento. E quali atleti bisogna tenere particolarmente sott’occhio? Dario Cologna dalla Svizzera, lo svedese Marcus Hellner, Alexander Legkow dalla Russia e altri hanno buone chance di finire sul podio, e poi ancora tutta una serie di giovani da Russia, Svezia e Norvegia. Devo fare attenzione – I have to be careful! «


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Creature selvagge Attorno al 5 dicembre per i vicoli di molti paesi dell’Alto Adige si aggirano delle figure spaventose che si annunciano con molto frastuono. Oltre 800 di queste creature selvagge si sono iscritte presso l’Associazione “Kastelruther Tuifl” per la seconda corsa dei Krampus in programma il 7 dicembre a Castelrotto.

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ià da bambini i membri dell’associazione attendevano esaltati il giorno del Krampus e più tardi da adolescenti partecipavano all’intera parata. In estate appena le prime pecore dei masi nei pressi del paese venivano tosate, i ragazzini andavano a pregare i contadini di donare loro la lana. Era assolutamente vietato lavarla e pulirla, perché un vero Krampus non deve sapere di “pulito”. “Già diversi mesi prima di dicembre con alcuni amici mi mettevo a lavorare al costume. Il primo anno ho comprato un sacco pieno di materiale adesivo e ho provato ad incollare la lana su una vecchia tuta da lavoro di papà. Non ha funzionato molto bene, ma col tempo ci siamo ingegnati sempre di più. Abbiamo iniziato a cucire la lana in piccole ciocche o ci siamo procurati intere pelli. La preparazione per il giorno del Krampus è sempre stata bella quanto il giorno stesso” racconta Arnold Trocker, Presidente dell’Associazione “Kastelruther Tuifl”.

Il giorno del Krampus. Il pomeriggio del 5 dicemTesto: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier

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bre era finalmente giunta l’ora. Sulla piazza del paese di Castelrotto i bambini già pregustavano la

visita di San Nicolò, quando sullo sfondo si cominciavano a sentire i Krampus in avvicinamento. Già nei giorni precedenti i giovani del paese si erano messi d’accordo per affrontare uniti i diavoli selvaggi: insieme ci si diverte il doppio e si sente la metà della paura. Davanti al portone della chiesa o anche ad alcuni dei negozi in piazza, alcuni impavidi si facevano coraggio e tentavano di affrontare le creature selvatiche. E poi si arrivava al punto in cui si poteva solo correre, finché reggevano le gambe. Se il coraggioso non era abbastanza veloce, si recitava ancora in fretta e furia un padre nostro in ginocchio. Ci furono anche tempi, e i più anziani dell’associazione ancora se lo ricordano con un brivido, in cui a qualche Krampus la frusta sfuggiva un po’ troppo di mano, e si finiva per arrivare a casa con qualche leggera ferita. Per alcuni anni in paese si videro sempre meno diavoli, ma il Presidente Trocker continuò a recarsi in visita alle gare di Krampus in Austria e in Svizzera, perché a lui queste scorrerie selvagge, le maschere artisticamente intagliate, gli spaventosi costumi di Krampus e diavoli, lo affascinano ancora. Nel giro » Esseri diabolici tra le viuzze del paese di Castelrotto.


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Circa 800 demoni dell’oscurità approfittano della giornata del Krampus per svolgere la loro terrificante sfilata.

degli amici venne fuori l’idea di ridare slancio a questa vecchia tradizione di Castelrotto e di creare l’Associazione “Kastelruther Tuifl”. Ad oggi conta 27 membri ed in tempi di emancipazione fra questi si trovano anche tre donne. Una cosa un tempo impensabile! Solo gli uomini potevano vestirsi da Krampus. Le donne potevano partecipare a quelle scorrerie selvagge solo come spettatrici, sempre che osassero mettere il piede fuori di casa. L’antropologia descrive questa antica tradizione come un rituale di fertilità: le toccate con la frusta stanno a simboleggiare il risveglio degli spiriti vitali. Nascosti dietro le maschere, gli uomini cercano di impressionare le donne, senza essere riconosciuti. E quindi in questa giornata particolare si ha anche il coraggio di lasciarsi andare a qualche timido sentimento. Il rumore dei campanacci o lo scalpitio dei piedi è anche un segnale di imposizione, che intende scacciare gli spiriti cattivi delle scure notti d’inverno.

La corsa dei Krampus a Castelrotto. Per ricordare la giornata dei Krampus, i membri dell’associazione hanno deciso nel dicembre 2011 di organizzare una corsa-parata dei Krampus. Ci si è assicurato il sostegno dei commercianti e di molte altre associazioni, come anche dell’amministrazione comunale. Dall’Alto Adige, da Austria e Svizzera e dalla Germania sono arrivati a Castelrotto 34 gruppi di Krampus. Le creature hanno cominciato a girare per il paese con i loro schiamazzi e ogni singolo gruppo si è presentato al pubblico con uno show ricco di sorprese: una spaventosa parata contro i demoni dell’oscurità. Per quest’anno gli organizzatori contano di ospitare oltre 800 Krampus che attraverseranno Castelrotto su un tratto di strada di 900 metri in un’ora e mezza, passeranno davanti al mercatino di Natale e alle bancarelle delle varie associazioni. Quasi come in una sfilata di moda, anche quest’anno i diversi gruppi si mostreranno in tutto il loro splendore. Le maschere sono diverse nei materiali e nell’espressione. Ci sono anche varianti estremamente creative nei costumi: dal pelo di capra al pelo di yak, si trova di tutto. Ma una cosa ce l’hanno tutti in comune: scatenare la paura con smorfie spaventose, con le lunghe corna, le fruste e le catene e i gesti minacciosi. «

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Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

l famoso architetto Le Corbusier ha definito le Dolomiti “la più bella architettura del mondo” ed in effetti questo paesaggio montano, nato nel corso di milioni di anni da una barriera corallina, è così unico che l’UNESCO ha deciso di dichiararlo Patrimonio dell’Umanità. Nel paesaggio roccioso dei cosiddetti “Monti Pallidi” ogni cima sembra avere una forma più bizzarra delle altre, e tuttavia tra tutte il massiccio del Sella sembra troneggiare come una

Lo spettacolare tour di una giornata per sciatori e snowboarder circonda il massiccio del Sella nel cuore delle Dolomiti, si snoda attraverso quattro passi e collega le quattro valli ladine Gardena, Alta Badia, Arabba e Fassa.

maestosa eccezione: una sorta di fortezza di pietra, quasi tondeggiante e con pareti che cadono verticalmente tutto attorno, coronata da un mastio roccioso alto 3.152 metri e chiamato “Piz Boè”. Attorno a questo massiccio dalla forma di una sella, negli ultimi anni è andata costituendosi una giostra di impianti sciistici, da fare invidia al resto del mondo. Il giro del Sella (in ladino Sellaronda) attrae ogni anno appassionati sciatori da tutto il

Sellaro Il panorama mozzafiato della Sellaronda aspetta Testo: Maria di Erlacher sciatoriRosa sull’Alpe Siusi. Foto: Helmuth Rier

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mondo. Ad attrarli non è solamente la sfida sportiva, con 26 chilometri di piste facili e di media difficoltà che possono essere affrontate da qualunque sciatore di media preparazione in discreta condizione fisica.

Impressioni. Sono piuttosto gli incredibili panorami ad incantare i sensi di chi viene quassù. È così che a poca distanza dal nostro naso troviamo ripidi speroni rocciosi appena spolverati di bianchi cri-

stalli di neve, e torrioni naturali che si stagliano nel cielo prevalentemente azzurro, possiamo lasciarci cullare dalla seggiovia sopra giardini incantati in cui pini di montagna dal verde intenso fanno capolino tra rocce frastagliate e ad ogni pausa possiamo goderci grandiosi panorami montani invernali. Una serrata rete di moderni impianti di risalita e di piste perfettamente curate attraversa i quattro passi, il Gardena, il Sella, il Pordoi e il Campolongo riportando poi al punto di partenza. »

onda

Sellaronda in senso orario: (ARANCIONE) 
> da Selva di Gardena al Passo Gardena > da Corvara a Campolongo
 > da Arabba al Passo Pordoi
 > da Pian Frataces al Passo del Sella > dal Passo del Sella a Selva di Gardena

Sellaronda in senso antiorario: (VERDE)
 > da Selva di Gardena al Passo del Sella 
> da Pian Frataces al Passo Pordoi
 > da Arabba al Passo di Campolongo 
> da Corvara al Passo Gardena > dal Passo Gardena a Selva di Gardena

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Il tour tocca tre province italiane, Alto Adige, Trentino e Belluno e ciascuna cerca di sedurre sciatori e snowboarder con le specialità regionali delle innumerevoli malghe. Se si desidera affrontare il Sellaronda senza fretta, è meglio essere al punto di partenza prima delle 10 di mattina, ci spiega Toni, uno sciatore pazzo, che ha ormai abusato del suo abbonamento stagionale al Dolomiti Superski e il giro del Sellaronda se lo fa anche due volte al giorno. Il biglietto giornaliero si può comprare alla biglietteria degli impianti di risalita. E anche se il tour è ben segnalato, è comunque più sicuro portare con sé una guida sciistica, consiglia Toni, soprattutto se si fa il Sellaronda per la prima volta. Anche perché la guida prevede un programma di 5-6 ore e sa consigliare l’organizzazione di tappe e soste alle malge, in modo da non perdere l’ultimo accesso agli impianti per tornare indietro. Perché il Sellaronda viene chiuso senza eccezioni alle 17. “Mi è già capitato più volte di dover tornare in Val Gardena col taxi, perché avevo sottovalutato lo charme di certe malghe”, ridacchia Toni.

La partenza per il Sellaronda. Dall’Alpe di Siusi è possibile accedere senza problemi al Sellaronda con gli sci o con lo shuttle fino a Saltria e da lì con un altro autobus che passa ogni mezz’ora, fino a

Monte Pana. “Da Monte Pana al Mont de Sèura, dopo una discesa con gli sci, si sale con la seggiovia Tramanses in direzione Ciampinoi, si scende poi verso Plan de Gralba e si risale sul Piz Seteur, e – voilà – siamo già nel cuore del comprensorio sciistico del Sella” ci racconta Toni, indicando la sua via preferita.

Sciatori preparati con una buona condizione riescono a fare il giro del Sella in una giornata.

Visto che il tempo è un fattore importante e bisogna calcolare anche la via del ritorno, la maggior parte degli sciatori preferisce partire da Selva di Gardena, nella Val Gardena superiore. Da qui poi si può scegliere. Chi vuole percorrere il Sellaronda in senso orario (contrassegnato in arancione) può partire con la nuova cabinovia di Dantercepies fino al Passo Gardena. Chi invece preferisce la via in senso antiorario (contrassegnata in verde) sale con la funivia fino al Ciampinoi. Entrambe le varianti hanno i loro pregi: il tour arancione è forse un po’ più impegnativo e sale più in altezza rispetto a quello verde, che però ha più piste e conduce spesso attraverso fitti boschi innevati. Sono circa un milione gli sportivi invernali che ogni anno si recano nelle quattro valli del Sellaronda: Gardena, Alta Badia, Arabba, Fassa. “Così tanti?” si stupisce Toni, perché anche se in alcuni »

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26 chilometri di piste di ogni tipo e bellissimi ristori e rifugi fanno del Sellaronda un’esperienza indimenticabile.

giorni gli ospiti si ammassano agli impianti di risalita, sui pendii non si percepisce mai tutta questa presenza. In questo territorio così ampio gli sciatori si disperdono dopo pochissimo tempo. Se comunque qualcuno dovesse considerarlo ugualmente troppo, si può tranquillamente ampliare il Sellaronda a piacere e prendere uno dei tanti impianti secondari per una piccola deviazione.

Piccola fuga. La mattina Toni ama molto concedersi una piccola fuga da Colfosco alla Valle Stella Alpina. Le discese di questa alta valle laterale sono completamente al sole la mattina, mentre gli altri pendii ancora tremano al freddo della notte precedente. “E nei rifugi ci si può scaldare come si vuole” sorride sornione l’intenditore. Un altro consiglio: se il tempo lo consente, da Arabba si può puntare verso la Marmolada, scendere alla Malga Ciapela e salire poi con la funivia fino al punto più alto del ghiacciaio. Toni schiocca le labbra: “Questa discesa lunga e veloce è una tale esperienza che dopo continui a sognartela.” Ci crediamo. Nel mio caso si tratterebbe sicuramente di un incubo. Del tutto ignara, una volta

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avevo seguito Toni dal Rifugio Boè con la seggiovia fino ai 2.550 metri del Vallon per fare la leggendaria pista nera del Vallon. Una vista fantastica, pensavo ancora entusiasta, e poi ho dovuto scendere per forza… ero un unico fascio di nervi dalla testa ai piedi! Queste discese, come anche le piste da Coppa del Mondo del Gran Risa in Val Badia o la pista del Ciampinoi in Val Gardena, possono godersele solo gli sciatori più esperti. A me, dopo l’esperienza del Vallon, basta il giro classico attorno al massiccio del Sella, in cui non ci sono né piste a gobbe né discese particolarmente ripide. Piste blu e rosse, a volte persino parallele, conducono attraverso le valli. E non mi strapazzano neanche al punto da aver un irrefrenabile bisogno di qualcosa che mi calmi i nervi su al Rifugio Boè. Anche se di fatto, quello che Toni mi mette sotto il naso, dopo una frenata a gomito, nella calda stube del rifugio, è un vero e proprio elisir! “Heiße Oma”, lo chiamano, la “calda nonnetta” fatta di latte caldo e liquore all’uovo e fa veri miracoli: mi si sono sciolti i muscoli delle gambe e dopo sono rientrata a valle, leggera come Denise Karbon. «


Foto: SMG/Clemens Zahn

L’affascinante mondo delle Dolomiti seduce soprattutto per le bizzarre formazioni di roccia e l’inconfondibile colorazione.

Il mito delle Dolomiti Dal 2009 sono Patrimonio dell’Umanità secondo l’UNESCO, per l’alpinista estremo altoatesino Reinhold Messner sono “le montagne più belle del mondo” e per molti sono il sinonimo per eccellenza della vacanza invernale: l’ineguagliabile bellezza delle Dolomiti colpisce tutti. Una barriera corallina pietrificata che si eleva verso il cielo definisce l’impareggiabile mondo alpino delle Dolomiti. Grazie alla loro bellezza monumentale e al loro significato geologico e geomorfologico, i cosiddetti “monti pallidi” nel 2009 sono stati inclusi dall’UNESCO nel Patrimonio dell’Umanità. Suddivise in nove aree, di cui fa parte anche il Parco Naturale dello Sciliar-Catinac-

sue torri Santner e Euringer, rappresenta una delle immagini simboliche dell’Alto Adige. Anche il massiccio del Catinaccio, con le sue innumerevoli cime, è conosciuto molto oltre i confini della regione. Una delle tante vette del massiccio, il Catinaccio d’Antermoia, raggiunge i 3.002 metri. Fanno parte del parco naturale anche i boschi di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires, oltre alla Val Ciamin. «

cio, le Dolomiti sono considerate ufficialmente uno dei più bei paesaggi naturali del mondo. Parco naturale Sciliar-Catinaccio. Il parco naturale più antico dell’Alto Adige è stato istituito nel 1974. L’area protetta, grande 7.291 ettari, si trova nella parte occidentale delle Dolomiti altoatesine. Lo Sciliar è un imponente massiccio dolomitico, che, con le

Bruneck Brunico

Südtirol Brixen Bressanone

Meran Merano

2 Marmolada

St. Ulrich

Kastelruth Ortisei Castelrotto Seis am Schlern Seiser Alm Siusi allo Sciliar Alpe di Siusi Völs am Schlern

6

Auronzo Corvara

Cortina d’Ampezzo

Fiè allo Sciliar

Bozen Bolzano

Tiers/Tires

7

Canazei

2

8

Alleghe

Pieve di Cadore

1

Agordo

3

Longarone

Cimolais

Pordenone

Madonna di Campiglio Fiera di Primiero

9 Trento

Belluno

Udine

Belluno Feltre

Trentino

Ampezzo

4

Zoldo

Cavalese

3 Pale di San Martino, San Lucano Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine 4 Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave

St. Vigil S. Vigilio

5

Dolomiti Patrimonio dell’Umanità UNESCO 1 Pelmo, Croda da Lago

Lienz Toblach Dobbiaco

Pordenone

5 Dolomiti Settentrionali 6 Puez-Odle 7 Sciliar-Catinaccio, Latemar 8 Rio delle Foglie 9 Dolomiti di Brenta

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Gli artisti dello Snowpark Manuel e Johannes rimettono in forma tutti i giorni l’Alpe di Siusi Snowpark. Sono loro gli “shaper” del parco. Sugli oltre 50 ostacoli, freeskier e snowboarder trovano pane per i loro denti.

O Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier

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gni mattina alle 8 Manuel Mair e Johannes Gögele vanno al lavoro con la cabinovia dell’Alpe di Siusi. Già dal loro abbigliamento (pantaloni ampi ed extra lunghi, capelli lunghi sotto il berretto di lana) si può capire che questi due non sono i soliti turisti dello sci. I due giovani sono gli “shaper”, ovvero i designer dello Snowpark. “Lavoriamo dove

altri fanno vacanza, e dove anche noi in inverno passiamo il nostro tempo libero” raccontano i due ragazzi. Quando Manuel e Johannes arrivano sulla pista Laurin la mattina, ad attenderli trovano Richard Neulichedl, attivo già da ore con il gatto delle nevi. A quest’ora ha già disposto grossi ammassi di neve »


Manuel Mair (nella foto) e Johannes Gรถgele disegnano e preparano gli ostacoli dello snowpark.

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Lo snowpark è opera di Manuel e Johannes che ogni mattina lo preparano personalmente.

e preparato il parco per il tocco finale dei due shaper. La creazione dei singoli ostacoli avviene completamente a mano. Come strumenti i due ragazzi utilizzano ad esempio un utensile detto shapetool. “Vogliamo offrire ogni mattina un parco perfettamente disegnato” racconta Manuel mentre osserva con sguardo critico la superficie di salto del grande kicker. “Perfettamente” significa: nel caso ci sia molta neve fresca, liberare i rail fissi, ovvero le strutture in metallo su cui scivolare, i box e le woodline (ostacoli in legno). Anche le trincee vengono sistemate più volte nel corso della giornata, la pista per il salto e l’atterraggio deve essere bella liscia e non devono essere presenti asperità. Nel corso del week-end, anche in presenza di molti sciatori, gli shaper controllano costantemente ostacoli, rail e box. “C’è sempre qualcosa da fare, tutto il giorno, soprattutto se nevica, o in primavera, quando la neve si ammorbidisce troppo in fretta” spiega Johannes Gögele. Ha studiato a Bolzano design industriale ed è impiegato nella ditta che Matthias Rabanser, operatore dell’impianto di risalita, ha incaricato della costruzione del parco. Johannes quindi è impegnato tutto l’anno con la pianificazione dello

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Snowpark. L’Alpe di Siusi Snowpark viene progettato in estate con l’aiuto di fotografie e con misurazioni molto precise delle linee di altitudine del terreno al computer. Con la prima neve viene poi disegnato dagli shaper direttamente sulla pista.

Nella parte superiore dello Snowpark ci sono la Easy e la Medium Line per i principianti e i progrediti. Anche i bambini qui osano i loro primi salti. Nella parte inferiore, più ripida, si trova la Pro Line, con i tre grandi kicker per freeskier e snowboarder più esperti. Quest’anno verrà costruita una Family Line, in modo che i principianti non finiscano sempre per perdersi nei grandi trampolini di salto. Da lì le famiglie e i maestri di sci con i loro gruppi potranno osservare i professionisti senza finire sulla loro traiettoria. “In questo lavoro posso essere creativo, uno Snowpark è quasi un’opera d’arte e posso stare tutto il giorno all’aria aperta nella natura” racconta Johannes entusiasta del proprio lavoro. Quando chiediamo loro cosa amino di più del loro lavoro, entrambi gli shaper rispondono all’unisono: “Possiamo fare nell’ambito del lavoro quello che amiamo di più. I salti e i rail devono essere testati, in modo che possano essere rego-


late le altezze o anche l’angolo di salto dei trampolini.” Prendono anche ispirazione da altri freestyler e snowboarder del parco, che spesso sono veri e propri professionisti. La squadra nazionale italiana si è già allenata su questa pista e nel 2011 erano presenti nel parco per una settimana anche professionisti norvegesi. Ma anche la scena locale offre numerosi snowboarder e freeskier di ottimo livello, che si ammassano ormai da anni sulla pista Laurin. Al centro della pista, fino a due anni fa c’era una collinetta naturale, detta “panettone”. È qui che i primi snowboarder e freeskier hanno fatto i primi esperimenti e da questa scena è nata poi l’associazione di freestyler Panettone Bros. “È cominciato tutto con quella collina, però purtroppo è stata rimossa due anni fa per motivi di sicurezza” si rammarica Matthias Rabanser.

L’Alpe di Siusi Snowpark esiste ormai da quasi 15 anni e da tre anni alla squadra si è aggiunto an-

che Manuel Mair. Di professione fa il lattoniere, ma in inverno Manuel è dipendente degli impianti di Rabanser e responsabile dello Snowpark della pista Laurin. Non esiste una scuola di formazione per shaper: la miglior qualifica per il lavoro allo Snowpark secondo Manuel è il personale entusiasmo per il freestyle. “Se uno non ha mai fatto shredding (scendere la pista e saltare gli ostacoli) in un parco non può neanche pensare di fare lo shaper degli ostacoli”. Uno shaper deve avere anche un certo senso per la neve e una buona manualità.

Eventi Snowpark Alpe di Siusi

Il pomeriggio, quando la maggior parte del lavoro è fatta, i due ragazzi si concedono una pausa sulla terrazza della malga accanto al grande kicker. Questa è l’area chilling per i ragazzi del Panettone Bros. È qui che la scena locale si ritrova per discussioni tecniche o semplicemente per rilassarsi. Ed è qui che vengono organizzate le manifestazioni e gli eventi del parco. «

5 aprile 2014 Matschweekend

21 dicembre 2013 Alpe di Siusi Snowpark Opening 1 febbraio 2014 Raiffeisen Ski King 1 marzo 2014 Alpe di Siusi Snowboard Event

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Romanticismo alpino per due La luna è appena sorta sopra il Gruppo del Sella e prosegue il suo cammino carezzando il Sassolungo e il Sassopiatto. L’Alpe coperta di neve appare da lontano completamente illuminata, mentre il suono dei pattini della slitta sulla neve si confonde con il respiro dei due cavalli avelignesi: Pia ha cinque anni ed aiuta la madre Fanny a trainare la slitta con i due innamorati avvolti nelle coperte, attraverso il paesaggio mozzafiato.

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Un giro in carrozza rivela il lato romantico dell’Alpe di Siusi.

U

n’immagine simile ricorda il famoso film di Roman Polanski “Per favore, non mordermi sul collo!” e non è un caso, visto che tutte le scene della slitta, insieme ad altre, furono girate proprio qui, sull’Alpe di Siusi. Ma niente paura: anche con la luna piena non apparirà alcun castello pieno di vampiri e il cocchiere non è un vecchio, gobbo cacciatore di lupi. “Lingua romanza” è il concetto linguistico con cui si circoscrivono le scritture popolari dei paesi di lingua neolatina, cui viene contrapposta la “lingua latina”, ovvero il latino, la lingua alta dei letterati. Attraverso numerosi sviluppi storici, dalla “lingua romanza” si arrivò a definire il “romanzo”, da qui si passò all’idea di “romanzesco” e poi di “romantico”

ed infine da questo concetto Friedrich Schlegel trasse la definizione di un’epoca culturale, il Romanticismo. E la relazione sentimentale divenne una “romanticheria”. Tutto ruota attorno all’idea centrale di anelito verso l’amore e l’infinito. E in questo la luna svolge un ruolo fondamentale. “Era come se il cielo ad un tratto, avesse baciato silenziosamente la terra”, inizia così la poesia “Notte di luna” (“Mondnacht”) di Joseph von Eichendorff. E i nostri innamorati nella notte bianca si stringono sotto le coperte. L’aria profuma di neve e come polvere di stelle i cristalli schizzano sotto gli zoccoli dei cavalli. I due vengono dalla città e a malapena conoscono le costellazioni che li sovrastano. Da qualche parte dovrebbe esserci Venere, il pianeta più brillante, che porta il nome della dea dell’amore. Entrambi gli innamorati non sanno ca- »

Testo: André Bechtold Foto: Helmuth Rier

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Romantica Alpe > 11/01 - 10/04/2014

Passeggiata in carrozza di notte Avvolti in morbide coperte, e riscaldati da una calda tazza di vin brulè, una slitta trainata da cavalli vi condurrà in una romantica passeggiata attraverso il paesaggio innevato dell’Alpe di Siusi fino alla Malga Gostner dove vi attende una serata indimenticabile.

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Foto: SMG

Foto: SMG/Frieder Blickle

Foto: SMG/Alessandro Trovati

Di giorno scorrazzare sugli ampi e ben curati pendii dell’Alpe di Siusi, o rilassarsi con un bagno di fieno, ed alla sera scivolare con una slitta trainata da cavalli sul tappeto innevato del più grande altipiano d’Europa. Indulgere ai piaceri del palato con un cena romantica dal sapore alpino e godere del silenzio dell’Alpe durante una passeggiata notturna alla luce delle fiaccole. Il nostro pacchetto-piacere offre tutto quello che l’Alpe di Siusi ha in serbo per chi ama trattarsi bene. www.alpedisiusi.info/offerte

Cena per due

Bagno di fieno

Franz Mulser, chef e oste della malga Gostner, vi vizierà con le prelibatezze della sua cucina alpina. Al ritorno la strada sarà illuminata dalle fiaccole.

Avvolti nel fieno, basta abbandonarsi ai profumi dei fiori di montagna, sentire il calore del fieno, godere della tranquillità e del relax e rigenerare lo spirito.

pacitarsi di tanta felicità. Ma cosa penserà il cocchiere? Non starà congelando? E anche i cavalli avranno freddo. Veloci come sono arrivati, questi pensieri subito spariscono: i Denti di Terrarossa si ergono come coralli a sud dell’Alpe di Siusi, mentre il loro viaggio prosegue in tutta tranquillità. Il panorama invernale sembra un immenso cinema naturale. Ci si può baciare a queste temperature? I due ci provano, ma anche se la slitta sembra scivolare morbidamente i suoi movimenti non sembrano assecondare il romanticismo di un bacio. Si stringono quindi guancia a guancia e sospirano silenziosamente, mentre il vento sembra sussurrare i versi della poesia di Achim von Arnim “Cavalcata al chiaro di luna”. « Un cuore non lontano dall’altro Sotto le stelle luminose, E l’occhio sfiorato dalla rugiada Volge ad amate lontananze; Sotto lo scalpitio degli zoccoli risuona il mondo E i cieli tacciono, Tra loro, mia compagna, Apparirà la luna. Oggi si mostra nel suo ardore rosso, Al limitare dell’orizzonte Come se con sangue caldo Planasse sulla terra. Ed ora fugge timidamente verso l’alto Risplende nella sua luce pura Ed anch’io m’intimidisco Al suo cospetto.


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Nel Giardino dell’Eden

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Maso Pflegerhof - il primo maso di erbe dell’Alto Adige.

Il maso Pflegerhof è il primo e più vasto maso di erbe dell’Alto Adige. È dal 1982 che in azienda si coltivano varie erbe e spezie secondo il metodo biologico aggiungendo tanto amore, gioia e competenza contadina. Oggi si trovano tanti prodotti come tisane, spezie, cuscini alle erbe, sciroppi e altri prodotti per il benessere nel punto vendita al maso. Inoltre si trovano oltre 500 diverse piante per il

giardino e una grande varietà di semenze. La nostra filosofia è: dal seme al prodotto finale. Il punto vendita è aperto anche nei mesi invernali, da lunedì a sabato dalle ore 10 alle ore 17. Ogni giovedì c‘è la degustazione dei prodotti. Da dicembre a marzo offriamo un programma interessante per tutti. Per esempio per bambini creare delle streghe profumate o pre-

parare delle prelibatezze a base di erbe. Qualche mercoledì c’è anche la famosa strega Martha che racconta le favole e che gioca con i bambini. Gli adulti invece imparano la preparazione di un’unguento ricco a base di erbe e ricevono informazioni utili per la coltivazione delle erbe proprie. Martha, Cornelia e collaboratori aspettano la Vostra visita. te Direttamen n ile co raggiungib 7 pullman 17

Erbe bio dell’Alto Adige Famiglia Mulser · S. Osvaldo, 24 · 39040 Siusi allo Sciliar / Castelrotto Tel. 0471 706 771 · info@pflegerhof.com · www.pflegerhof.com Orario d’apertura del negozio del maso Settembre - marzo: da lunedì a sabato dalle ore 10 alle ore 17 orario continuato Aprile - agosto: da lunedì a sabato dalle ore 10 alle ore 18 orario continuato


Otto Geisel: “L’Alto Adige può essere orgoglioso del suo autentico senso per la qualità.”

L’ambasciatore del piacere La qualità e la sostenibilità sono i suoi principi fondamentali, il suo impegno è votato ad una nuova cultura del cibo. Il famoso esperto enogastronomico Otto Geisel attesta che la gastronomia sudtirolese può contare su una tradizione culinaria forte, su vini eccellenti e su molta consapevolezza.

Q

uando Otto Geisel parla della sua seconda patria, scivola facilmente nell’innamoramento. Il suo pensiero cerca costantemente di mantenersi in equilibrio fra un entusiasmo plateale per lo stile di vita altoatesino e un punto di vista specialistico su cucina e vini. Con un buon bicchiere di vino in un ambiente accogliente si può stare ad ascoltare questo consulente gastronomico e giornalista residente a Monaco per ore: ci racconta così del valore fondamentale della semplicità, descrive il piacere nelle sue infinite sfaccettature e promuove una nuova cultura alimentare. Le sue osservazioni filosofiche ed esistenziali richiedono tutta la nostra attenzione. Cuoco diplomato, proviene da una grande famiglia di gastronomi e per 25 anni era un albergatore e cuoco indipendente ed affermato a Bad Mergentheim in Germania. Oggi lavora come consulente ed esperto in ambito enogastronomico. Otto Geisel considera la sua casa per le vacanze a Fiè allo Sciliar un rifugio dove poter lavorare indisturbato. Se ai tempi dell’infanzia di Geisel il viaggio da Monaco a Bolzano era un piccolo giro del mondo, lungo la vecchia strada statale e con molti problemi alla frontiera, oggi è poco più che un salto fuori dalla porta di casa, che Geisel riesce a inserire nella sua fitta agenda ogni due settimane circa, sia in estate che in inverno. Il suo amore per la terra dove i genitori lo portavano in vacanza è rimasto inalterato dagli anni Sessanta, la sua tesi di diploma è dedicata all’Alto Adige e all’Autonomia altoatesina. Oggi il gastronomo 53enne si meraviglia di come questa terra si sia sviluppata e sia evoluta negli ultimi quattro decenni.

Un segno distintivo. “In Alto Adige c’è sem-

Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

28 ALPE | Inverno

pre stato un senso spontaneo per la qualità” dice Otto Geisel “Anche quando era ancora una terra povera.” Si ricorda dei tempi in cui si cuoceva il pane solo una volta alla settimana: l’offerta non era

molto ampia, ma quello che c’era era buonissimo. “E questo fortunatamente è rimasto inalterato”, aggiunge. “La gastronomia sudtirolese è rimasta, nel complesso, molto fedele a se stessa, con piccole deviazioni. In altri luoghi si cerca molto più alacremente di assorbire i trend internazionali e di integrarli nel proprio repertorio. Ci sono trend assurdi, benché ormai si sia capito che i trend in sé non portano a niente. Della cucina sudtirolese Otto Geisel apprezza moltissimo, oltre alla sua coerenza, anche il suo segno distintivo, con influenze riconoscibilissime dalla cucina austriaca e dalla tradizione mediterranea. “Si può dare una collocazione geografica a ogni sapore” spiega, per cui il “graukas” (il formaggio grigio) ad esempio, è una tradizione che qui vive e si accresce costantemente. “La cucina altoatesina più consapevole comprende formaggio grigio, speck e pere secche (kloazen). Questi sapori unici risvegliano emozioni che non si possono scordare facilmente.” Che un tempo le pere secche fossero lo zucchero della povera gente non toglie nulla al fatto che ormai siano una parte imprescindibile della cucina casareccia e nell’area vacanze Alpe di Siusi vengono usate anche come ripieno dei famosi krapfen, o nel tradizionale pane alla frutta, o nel panforte di Natale.

Regionalità, sostenibilità e autenticità sono oggi, secondo Otto Geisel, i grandi trend della gastronomia e del turismo. E proprio per questo la cucina altoatesina, con la sua semplicità, può conquistarsi del terreno. “Gli altoatesini non cercano il successo a tutti i costi, ma sanno dove porre dei limiti.” L’esperto non ha molta considerazione per i prodotti da importazione cosiddetti di lusso. Dal suo punto di vista i canederli pressati su insalata di crauti sono una vera specialità, mentre non lo è una variazione di praline di paté di fois grasse o l’astice o il caviale. “In altri paesi l’alta cucina si definisce attraverso l’accostamento di prodotti di lusso. Per fortuna questo non è mai stato il caso dell’Alto »


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L’emozione dell’autenticità, la nostalgia del vero.

Adige” sottolinea Geisel. Qui i contadini e gli albergatori si chiedono “Cosa cresce davanti alla porta di casa? Come posso nobilitare questo prodotto?” Una pietanza è davvero buona quando i prodotti che vengono utilizzati crescono il più vicino possibile alla pentola in cui vengono cucinati. “Il rapporto con il territorio è fondamentale” spiega quest’uomo dai sensi affinatissimi “Lo spirito del luogo diventa sapore, se si mantiene la naturalezza degli ingredienti”.

Nel piccolo sta il buono. Il discorso si fa

Otto Geisel Il gastronomo Otto Geisel di Bad Mergentheim, ha gestito dal 2006 al 2009 il movimento Slow Food Germania. In questo periodo il numero dei suoi membri è salito da 6.500 a 9.500. Su sua iniziativa è stato creato il “Mercato del buon gusto” a Stoccarda, ispirato al “Salone del Gusto” di Torino. “Slow Food” per Geisel è soprattutto una disposizione dello spirito. Otto Geisel svolge un ruolo preminente, come esperto di vini, nella redazione della guida GaultMillau. Come riconosciuto esperto nella valutazione di vini in Germania, viene spesso consultato per expertise e certificazioni. Dal 2010 Geisel si dedica totalmente alla sua attività di consulente, pubblicista ed esperto di vini. Il suo impegno per la qualità e la sostenibilità si rispecchia in innumerevoli attività volontarie, come ad esempio la sua partecipazione come membro onorario della Slow Food o nella Grand Jury Européen.

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politico quando Geisel spezza una lancia a favore dell’agricoltura su piccola scala. Secondo lui, è questa a dover essere sostenuta. “Nei contesti industriali diventa necessario standardizzare i prodotti”, spiega. Oltre alla perdita in termini culturali, questo porta ad una perdita anche in termini di indotto, che per le regioni è estremamente importante. Per l’esperto gastronomo è fondamentale che in una regione montana come l’Alto Adige il buono si generi nel piccolo. “I numerosi piccoli contadini si impegnano direttamente per far funzionare le cose. Il valore della piccola agricoltura deve essere nuovamente riconosciuto” Geisel ne è convinto e insiste: “Il consumatore deve essere pronto a pagare il giusto prezzo per un buon prodotto”. “Quando si parla di buon cibo si viene subito confinati in un contesto elitario” si rammarica Otto Geisel. Tuttavia la qualità dell’alimentazione non dovrebbe essere ridotta a questioni di prezzo. Si tratta soprattutto del piacere del cibo. “Questo tema non ha bisogno di alcuna spiegazione” dice il gastronomo “Non è questione di istruire i propri ospiti. Il cibo ha a che fare con l’estetica, con il rispetto, con l’amore”. Il trend generale di ritorno alla naturalezza, ad una certa semplicità e ad una certa coerenza comporta l’assunzione di responsabilità: verso la natura, il creato, il futuro. “La naturalità è una logica che decidiamo di sostenere nel momento in cui scegliamo di puntare a prodotti stagionali, al gusto” Geisel ne è convinto. Godere di un determinato sapore ha a che fare con la

sensorialità ed è un dono della natura. “Il gusto è un segnale di ciò che ci fa bene e di ciò che ci fa male” ed è drammatico vedere a quanti sapori cattivi vengano abituati i bambini di oggi. I temi della cucina popolare sono per il gourmet, nonché direttore dell’Istituto per la Cultura Alimentare di Monaco di Baviera, molto più entusiasmanti della cucina di lusso. “Ciò che è originario è anche persistente, è un’emozione che cataloghiamo subito come positiva e che a breve distanza di tempo ci ingenera una certa nostalgia. La cucina altoatesina ha in questo senso argomenti molto forti” spiega Otto Geisel “Lo schüttelbrot di Fiè allo Schiliar, la cui bontà non è mai decantata abbastanza, i formaggi freschi di malga, le salsicce affumicate kaminwurzen e un bicchiere di Gewürztraminer sono una combinazione straordinaria.“

Dedito alla qualità. Otto Geisel assegna una pagella del tutto positiva all’Alto Adige, patria del piacere. Profetizza un futuro di successo non solo per lo speck originale, ma anche per la cultura dei formaggi che qui è particolarmente interessante. Il miglior ambasciatore della consapevolezza della qualità che domina in Alto Adige è tuttavia la cultura enologica altoatesina. “La superficie vinicola relativamente piccola non offre molte alternative se non quella di puntare alla qualità” sostiene l’esperto. “Non c’è nessun’altra regione del mondo che lo abbia compreso bene come l’Alto Adige. La viticoltura altoatesina ha raggiunto negli ultimi due decenni risultati straordinari”. Grazie ai pionieri degli anni Ottanta, come Franz Haas o Alois Lageder, si è messa in moto una trasformazione positiva inarrestabile. Con i suoi vini corposi ed eleganti l’Alto Adige può vantare un’offerta fuori dal comune. Ogni uva rispecchia la propria origine, “racconta” del terreno con calce e silicati in cui è cresciuta, delle molte ore di sole o delle fresche nottate che le hanno dato un particolare aroma, e si esprime infine con raffinatezza e chiarezza – anche nel dialogo con Otto Geisel. «


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Sentire il vino Chiunque abbia voglia di mettere i propri sensi alla prova, in modo del tutto particolare, è benvenuto al “Sensorium” sulla piazza della chiesa di Fiè. Nel corso di un seminario enologico e di analisi sensoriale in completa oscurità, la vista sarà inibita in modo da aumentare la capacità degli altri sensi: udito, olfatto, gusto e tatto. “Provare i vini in completa oscurità è un’esperienza straordinaria” conferma anche l’esperto Otto Geisel. “Ed anche per gli intenditori è tutt’altro che semplice in questo modo distinguere un rosso da un bianco.“ Nel “Blindprobe Sensorium”, vengono offerti seminari alla cieca per principianti, per amatori e per esperti. Per gruppi da sei a dieci persone si dà la possibilità di prenotare i seminari su appuntamento. L’esperienza al buio è strutturata in modo che i partecipanti possano sentirsi rilassati e a proprio agio, in compagnia di un esperto in materia, ovvero una persona non vedente. Sostenuti dall’oscurità e da un sommelier esperto, i visitatori potranno scoprire il proprio senso dell’olfatto e del gusto e quindi i fondamenti della degustazione di vini. Lo scopo di questo seminario è di fornire agli ospiti gli strumenti per poter descrivere e distinguere i diversi vini e acquisire quindi una certa consapevolezza nella propria percezione del gusto dei prodotti enologici. Ulteriori informazioni si trovano su internet: www.blindprobe.com

Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

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Foto: Helmuth Rier

Torta di grano saraceno, detto anche polenta nera In Alto Adige il grano saraceno viene in realtà chiamato polenta nera. Entrambe le definizioni sono comunque un po’ fuorvianti perché nel caso di “grano saraceno” di fatto non si tratta di grano e nel caso di “polenta nera” di fatto non si tratta neppure di mais. Il grano saraceno è invece una poligonacea. Poiché i suoi frutti sono privi di glutine, svolge un ruolo fondamentale nell’alimentazione dei celiaci. La polenta nera è una base molto amata in Alto Adige per i dolci. Ingredienti 250 g di burro lasciato ammorbidire 250 g di zucchero 6 uova 250 g di farina di grano saraceno 250 g di mandorle tritate 1 bustina di zucchero vanigliato

Preparazione Ridurre a crema il burro insieme a 150 g di zucchero e ai tuorli delle uova. Aggiungere la farina, le mandorle e lo zucchero vanigliato e mescolare a fondo. Montare gli albumi a neve non troppo ferma, aggiungere lo zucchero rimanente e continuare a montare fino a che un taglio di coltello nella neve resti visibile. Aggiungere gli albumi all’impasto mescolando delicatamente dal basso verso l’alto; versare il composto in una forma apribile precedentemente imburrata e cuocere a media temperatura per circa un’ora (controllare la cottura con uno stuzzicadenti). Lasciare raffreddare la torta, poi tagliarla orizzontalmente (il modo migliore è circondare il bordo della torta con un filo, incrociarlo e tirare i due capi con forza, fino a che la torta risulterà tagliata in due). Riempire con marmellata di mirtilli rossi e cospargere con zucchero a velo. Servire con panna montata. Ricetta: Anneliese Kompatscher, Libro di ricette altoatesine Inverno | ALPE 33


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Il Gin delle Dolomiti affascina gli esperti.

L’alchimista Uno dei migliori Dry Gins del mondo viene prodotto da Florian Rabanser al maso Plunhof a Siusi. Cos’avrà mai di tanto speciale? Semplice: il “DolGin” distilla solo bacche, spezie ed erbe che crescono nelle Dolomiti. E la miscela sembra funzionare: il gin delle Dolomiti è stato premiato persino nella roccaforte del gin, a Londra.

F

lorian Rabanser è un albergatore. Ma il suo vero pallino è la produzione di distillati. E non stiamo parlando delle distillerie casalinghe e non esattamente legali, tanto amate in Alto Adige, bensì di una produzione legale e di altissimo livello. La sua passione è iniziata con l’acquisto di un piccolo maso del XIV secolo, edificio tutelato che Florian ha saputo trasformare in un complesso agricolo modello. All’inizio vi teneva un allevamento di cavalli, prima di incontrare alcuni amici che nelle loro distillerie artigianali agricole producevano distillati di ottima qualità. E a questo punto è stato vinto dalla propria ambizione: si è informato presso esperti di tutta Europa sulle conoscenze e competenze necessarie per mettere in piedi la propria distilleria. Nei locali della sua cantina ora si trovano gli alambicchi in rame cesellato, tutti di prima qualità, come sottolinea Florian, compresi tutti gli utensili, gli apparecchi per la macerazione e ovviamente ogni genere di calderoni e botti di forme e dimensioni diverse, per poter sperimentare e poi conservare e

affinare. E lui sperimenta in tutte le direzioni: con grande destrezza artigianale e con passione tras­ forma la vinaccia delle migliori cantine del circondario in grappe finemente aromatiche, la frutta e le bacche ben maturate al sole dell’Alto Adige in nobili distillati di frutta. Ha tentato persino la difficile affinatura dell’aceto di vino in aceto balsamico, con successo. L’ambizione di Florian viene costantemente ricompensata: l’alta qualità dei suoi prodotti è stata riconosciuta da numerose manifestazioni specialistiche, tra cui la Destillata di Vienna e Salisburgo o l’Alambicco d’Oro in Italia.

Il gin delle Dolomiti. Un riconoscimento del tutto insperato è stato invece raggiunto lo scorso anno con la sua più recente creazione, il “DolGin”. Gli inglesi sono rimasti di stucco quando la giuria dell’International Wine & Spirit Competition (IWSC) ha dichiarato, dopo una degustazione alla cieca di centinaia di gin dai più diversi paesi del mondo, che il miglior gin proviene dall’Alto Adige. “La medaglia d’oro non venne assegnata e il mio gin raggiunse il punteggio massimo nella categoria argento”, precisa Florian. »

Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

Inverno | ALPE 35


D’altra parte aveva investito tutto se stesso in questa impresa: “Per due anni mi sono scervellato per trovare la giusta mistura” ci spiega. Abitualmente nella produzione di gin si utilizzano, oltre alle bacche di ginepro obbligatorie, erbe secche provenienti da tutto il mondo, che conferiscono al prodotto il giusto aroma e la giusta rotondità, a seconda della mistura. Florian ha però voluto tentare una nuova via: ha deciso di prendere in considerazione solo le erbe aromatiche che crescono nelle Dolomiti. La scelta è vastissima: come capire quali potessero essere le materie prime della flora d’alta montagna che sapessero conferire al suo gin il giusto aroma, il raffinato

La passione di Florian Rabanser è la distillazione di grappe di alta qualità.

equilibrio fra la tipica asprezza e l’amarezza di base, nonché la morbida persistenza, che contraddistinguono un buon gin? Alla fine si è deciso per 24 ingredienti aromatici, i cosiddetti “botanicals”, distillati in delicata armonia con alcool di provenienza cereale, fra i quali ad esempio radice di genziana, achillea di montagna, radici di angelica, anice selvatica e cumino, crespino e fiori di sambuco, rosa canina per un controbilanciamento leggermente dolciastro e come unica eccezione alla regola: buccia di limone essiccata, che ormai è diventata insostituibile, come spiega Florian, e che proviene dal non troppo lontano Lago di Garda.

Ricetta autentica. Il giusto sostegno nei suoi complicati esperimenti, Florian l’ha trovato in un amico farmacista. Alcune erbe rilasciano le loro componenti aromatiche solo in un bagno d’acqua, altre donano le loro essenze

36 ALPE | Inverno

soltanto all’alcool, per alcune la macerazione funziona solo all’ombra, per altre serve invece il sole. Serve moltissima conoscenza antica, di quella che un tempo era patrimonio di ogni contadino che produceva in casa il suo amaro o il suo distillato d’erbe, sempre e solo a scopi terapeutici. “Di fatto molte erbe d’alta montagna hanno virtù mediche estremamente complesse, meglio avere al proprio fianco un vero esperto” ci racconta Florian. A seconda delle varietà botaniche, servono dalle due alle tre settimane perché gli elementi aromatici delle erbe e delle spezie essiccate possano essere estratti in alcool o in acqua, che peraltro deve essere assolutamente priva

di minerali e proviene, purissima, da una fonte in Val Senales. Infine, le erbe macerate vengono inserite negli alambicchi e distillate a basse temperature per conservarne l’aroma. Complessi sistemi di filtraggio assicurano la chiarezza e la purezza del distillato al 45 % vol.

Un giudizio positivo. Il Gin delle Dolomiti di Florian è già diventato una star. L’aspetto moderno della bottiglia trasparente e arrotondata, con l’etichetta color genziana, rispecchia l’autenticità del prodotto. Una recensione positiva si trova nella guida vini del “Gambero Rosso”, mentre il prodotto in sé si può trovare nella lista di alcuni dei bar più prestigiosi di Roma, Vienna e Monaco. E per una volta non trova conferma l’antico detto secondo cui “nessuno è profeta in patria”, perché anche in Alto Adige il gin dai geni dolomitici ha ormai conquistato moltissimi estimatori. «


Prod otti fresc hi d

KOMMA Graphik · Foto: Helmuth Rier

ai nos tri cont adini del lu ogo

Il Vostro nuovo supermercato Coop nel cuore di Castelrotto Vi offre un‘ ampia offerta di prodotti di prima qualità. Unico nel suo genere è l’assortimento di delizie culinarie di contadini del luogo, di produzione biologica e del commercio equo e solidale. Al banco vendita ci sono Heinz, il mastro macellaio della conosciutissima Macelleria Silbernagl che vi offrirà dello speck tipico del luogo e la signora Helga, cuore ed anima del Panificio-Pasticceria Burgauner lo correderà col pane adatto lo “Schüttelbrot”. VeniteCi a trovare. Alimentari - Macelleria - Panificio - Pasticceria - Ferramenta - Giardinaggio - Articoli per l’agricoltura

Burgauner PANIFICIO · PASTICCERIA

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MARKT

Famiglia Cooperativa di Castelrotto Via Panider, 24 · Tel. 0471 706 330 · www.konsummarkt.com Orari d’apertura: Da lunedì a sabato dalle 07.30 alle 12.30, dalle 15.00 alle 19.00 (chiuso sabato pomeriggio fuori stagione)


Foto: Armin „Indio“ Mayr

Anteprima inverno ’13/14

> Dicembre 2013

> 7 dicembre 2013

> 8 dicembre 2013

> 3 - 5 gennaio 2014

Natale a Castelrotto

Krampus a Castelrotto

High Speed Race

Per l’ottava volta gli abitanti di Castelrotto rivelano i segreti delle loro antiche usanze natalizie. Le contadine di Castelrotto allietano poi gli ospiti del Mercatino a suon di biscotti di panpepato, dolci natalizi, panforte e krapfen.

Chi sono i Krampus e cosa fanno a Castelrotto? Nelle zone di lingua tedesca, i Krampus sono dei diavoli travestiti che accompagnano San Nicolò, nella tradizionale sfilata lungo le strade del paese. Ma mentre San Nicolò regala doni ai bambini buoni, il Krampus, con i suoi campanacci e la sua maschera incute timore in grandi e piccini. In data 7 dicembre 2013 gruppi di Krampus provenienti da Italia, Germania e Austria si incontreranno a Castelrotto e muniti di abiti e maschere artigianali si presenteranno al pubblico presente.

Si inizia alla grande con l’High Speed Race, emozionante gara ad alta velocità sugli sci. L’High Speed Race non si presenterà come una semplice gara di alta velocità, ma come un gioco di squadra. Ciascun team – composto da 4 persone, di cui almeno una donna – sfiderà i grandi campioni sulla pista Punta d’Oro. Ai vincitori andrà un trofeo veramente speciale.

Gara notturna di Coppa del Mondo per slittino

Il 13 e il 14 dicembre l’appuntamento è anche con i “Kastelruther Spatzen”, e le loro note musicali: l’ideale per favorire l’atmosfera di raccoglimento che precede il Natale. Appuntamenti 6 - 8 dicembre 2013 13 - 15 dicembre 2013 20 - 22 dicembre 2013 27 - 29 dicembre 2013 www.kastelruther-weihnacht.com

38 ALPE | Inverno

Dal 3 al 5 gennaio i fan dello slittino trovano pane per i loro denti: slittinisti su pista naturale provenienti da 18 nazioni si incontrano sull’Alpe di Siusi per una gara notturna in parallelo, alla luce dei riflettori. In questa stagione per la prima volta verrà organizzata sull’altipiano più vasto d’Europa una gara mondiale di slittino. Una pista realizzata all’occorrenza, lunga 350 metri, ospiterà il meglio dell’élite mondiale dello slittino su pista naturale, sia singolo che in doppio.


Foto: Helmuth Rier

> 12 gennaio 2014

> 16 gennaio 2014

> 19 gennaio 2014

> 2 - 9 marzo 2014

Matrimonio contadino di Castelrotto

Alto Adige Moonlight Classic Alpe di Siusi

Torneo invernale di golf all’Alpe di Siusi

Swing on Snow Winter Music Festival

Lo spettacolo in costume più affascinante dell’Alto Adige. Si tratta della ricostruzione storica di un matrimonio contadino, così come si celebrava un tempo ai piedi dello Sciliar. Il matrimonio contadino ha inizio a S. Valentino, luogo dal quale il corteo nuziale ci si incammina con la slitta trainata dai cavalli splendidamente addobbata – nella più precisa osservanza dell’ordine da sempre seguito – e attraversa campi innevati per giungere fino a Castelrotto.

Che stupore, per la luna, quando farà capolino da dietro le Dolomiti… Al suo sorgere sarà infatti al via una maratona di fondo quanto mai insolita nel suo genere. L’appuntamento per le centinaia di fondisti partecipanti è a Compaccio. Armati di sci e torcia, eccoli scivolare silenziosamente nella notte, fra il candore del paesaggio invernale, lungo i 15 o 30 km del tracciato che li ricondurrà al punto di partenza. L’evento si prospetta unico ed emozionante anche per i tanti spettatori della “Moonlight Classic” dell’Alpe di Siusi.

Giocare a golf sulla neve e rallegrarsi di un panorama mozzafiato: in data 19 gennaio, tutti gli appassionati di golf potranno provare l’ebbrezza di questo evento speciale. Si gioca su 9 buche che hanno una lunghezza tra i 61 e i 1150 m. Con gli sci, snowboard o slitta si va di buca in buca. I fairways sono bianchi invece che verdi, i green white e le palline da golf si differenziano dalla bianca neve grazie ai loro colori scintillanti.

Swing all’Alpe di Siusi! Sullo sfondo dorato delle sue distese di neve baciate dal sole, le note musicali di diverse band allieteranno per una settimana le imprese di sciatori e boardisti fondendosi con la dolcezza del paesaggio. Ritmi travolgenti e toccanti pervaderanno al mattino le piste dell’Alpe per poi spostarsi nei rifugi e ristoranti a pranzo. A partire dalle ore 21, nei locali di Castelrotto, Siusi e Fiè allo Sciliar saranno in programma “concerti after-hour”. www.swingonsnow.com

www.moonlightclassic.info

Inverno | ALPE 39


Foto: SAM/Helmuth Rier

Anteprima estate ’14

> 30 maggio - 1 giugno 2014

> Luglio 2014

> Luglio 2014

> Estate 2014

32 Cavalcata Oswald von Wolkenstein

Mese del Running e della Mezza Maratona

Schlern International Music Festival

Tutti in famiglia!

Nessun altro evento riesce a fondere così sapientemente storia, sport, tradizione, cultura e folclore come la celebre cavalcata intitolata ad Oswald von Wolkenstein. Il tradizionale spettacolo equestre è celebrato ogni anno sullo sfondo di un paesaggio unico e di fronte ad un pubblico in visibilio. Il torneo storico ha inizio al Castel Forte a Ponte Gardena: vessilli al vento, i cavalieri passano di torneo in torneo mettendo alla prova le loro doti di velocità, abilità e governo del cavallo. Spirito di squadra, coraggio e amore per l’animale: questi i requisiti fondamentali chiesti ad una squadra che voglia aggiudicarsi il prestigioso concorso. Al termine delle sfide, la solenne premiazione a Castel Prösels fra la pompa e lo sfarzo tipici del grande poeta e cantore lirico. La presentazione delle squadre partecipanti e la grande festa si terranno nella località di Siusi.

Con la 2a Mezza Maratona Alpe di Siusi in data 6 luglio, l’allenamento dei maratoneti keniani e la Running Shoe Experience, il mese di luglio è all’insegna del running. La mezza maratona all’Alpe di Siusi, l’altipiano più vasto d’Europa, è non solo una gara affascinante per il panorama mozzafiato delle Dolomiti, ma è anche una sfida particolare per i suoi 600 m di dislivello.

Come le precedenti, anche la dodicesima edizione dello Schlern International Music Festival offre l’insolita possibilità di ascoltare concerti di musicisti di fama mondiale nel territorio dell’Alpe di Siusi.

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www.ovwritt.com

40 ALPE | Inverno

Per la terza volta consecutiva, quest’anno saranno presentati al pubblico i nuovi modelli delle collezioni di scarpe da running dell’anno 2015. Per tutti coloro che vogliono testarli lungo i tracciati del Running Park Alpe di Siusi, l’appuntamento è per il 27 e il 28 luglio con Alpe di Siusi Running Shoe Experience. Dal 29 giugno al 13 luglio 2014, i migliori maratoneti keniani ritorneranno ad allenarsi sull’altipiano più grande d’Europa dove si prepareranno per i prossimi appuntamenti podistici. Il 6 luglio saranno i maratoneti keniani stessi a correre fianco a fianco con i partecipanti della mezza maratona all’Alpe di Siusi. Un appuntamento da non perdere per tutti gli appassionati della corsa!

Il programma del festival prevede anche quest’anno, oltre al concorso internazionale, corsi di approfondimento e workshop, circa 30 concerti pomeridiani e serali, a cui parteciperanno riconosciuti professori di musica e giovani artisti provenienti dall’America del Nord e del Sud, dall’Asia e dall’Europa. Tutti i concerti, i corsi e i workshop sono aperti gratuitamente al pubblico. Solo i concerti delle grandi star sono a pagamento. www.schlernmusicfestival.eu

In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso magico per i bambini: uno straordinario programma di esplorazioni della natura e spedizioni sul campo accompagna bambini e adulti lungo un viaggio all’insegna della scoperta di un ambiente naturale unico, la regione dell’Alpe di Siusi. Assieme alla strega Martha, grandi e piccini vanno sulle tracce di streghe e stregoni. Si può scegliere tra una passeggiata notturna tra fate e folletti assieme alla strega Martha, creare delle streghette d’erbe oppure ricercare magici simboli; lo spasso e il mistero sono garantiti. Coloro che invece preferiscono esplorare la vita di un maso lo possono fare con il programma “Un universo in fattoria”. Oltre vedere da vicino mucche e cavalli le famiglie scopriranno anche come il grano viene trasformato in farina e la farina in pane. www.alpedisiusi.info


Foto: La Dispensa di Fiè / Anneliese Kompatscher

> Estate 2014

> Luglio/agosto 2014

> 1 - 31 ottobre 2014

> 10 - 12 ottobre 2014

Escursioni per gli amanti dei fiori

Summer Classics a Siusi allo Sciliar

37 Dispensa di Fiè

30a Festa dei Kastelruther Spatzen

Nel territorio dello Sciliar nel corso dell’anno si possono trovare oltre 790 piante da fiore e felci dai più diversi aspetti e di diversa provenienza. Sui prati delle malghe, sui pascoli e sui ghiaioni spuntano tipici fiori alpini e molte altre rarità botaniche. Nel corso dell’anno l’Ufficio Parchi Naturali organizza in collaborazione con le associazioni turistiche dei comuni del Parco Naturale circa 30 escursioni guidate con l’esperto escursionista e naturalista Riccardo Insam.

Agli appassionati di musica classica, Siusi propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti. Artisti italiani con alle spalle esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. Con il suo alto livello, la “Summer Classics” è da tempo parte integrante del programma culturale estivo proposto, ai piedi dello Sciliar, ad un pubblico estasiato di residenti e villeggianti.

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Uno spunto per i buongustai e gli amanti della cucina locale: la Dispensa di Fiè allo Sciliar. Dal 1978 i ristoratori della località invitano a partecipare all’Ottobre gastronomico, pronti a sorprendere ancora una volta con la rivisitazione di piatti tradizionali. Piatti creati con amore e serviti con altrettanta passione. Piatti originali eppure antichi. L’ottobre culinario di Fiè: un’occasione da non lasciarsi sfuggire.

La tradizione ha un nome. 30 anni di “Festa dei Kastelruther Spatzen”: l’occasione per festeggiare è ancora più grande, fra migliaia di fan radunati sotto il grande tendone di Castelrotto. Un’emozione davvero senza eguali.

www.voelserkuchlkastl.com

www.alpedisiusi.info

Inverno | ALPE 41


Foto: Se Og Hør / Anders Martinsen

Visto & sentito

Petter Northug conquista l’Italia. Che sia una star della pista di fondo, che vada alla conquista dell’Italia con mantello di pelliccia di lupo e bandiera norvegese, o che faccia il signore del Castel Prösels, Petter Northug fa sempre la sua bella figura. A febbraio, il magazine norvegese Se Og Hør ha rappresentato il fondista superstar prima dei Mondiali della Val di Fiemme come il conquistatore d’Italia. A Presule Northug ha posato come mondano principe del castello durante una cena in stile medievale nella sala del caminetto.

Foto-shooting per Campagnolo sull’Alpe di Siusi

I consigli tecnici del campione olimpico

Foto: Helmuth Rier

Moltissimi appassionati di corsa hanno potuto approfittare in luglio dei consigli per principianti, progrediti ed esperti che ha elargito Stefano Baldini. Il maratoneta campione dei giochi olimpici di Atene 2004 ha regalato al pubblico anche qualche aneddoto sulla propria carriera.

COLOFONE. ALPE: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. Editore: Alpe di Siusi Marketing, Via del Paese, 15, 39050 Fiè allo Sciliar, Tel. 0471 709 600, Fax 0471 704 199, info@alpedisiusi.info, www.alpedisiusi.info. Caporedattore: Alex Andreis. Redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Barbara Pichler, Michaela Baur, André Bechtold, Daniela Kremer. Pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. Traduzioni: Perkmann Translations. Impaginazione: Komma Graphik. Stampa: Litopat, Verona. Tiratura: 50.000 copie

Inverno | ALPE 42

Il brand di abbigliamento sportivo CMP ha fatto un salto nell’area vacanze Alpe di Siusi per una tre giorni di foto-shooting. I modelli, principalmente del posto, hanno saputo ben valorizzare i capi per trekking, bicicletta, streetware e fitness posando davanti al Sassolungo, al Sassopiatto e allo Sciliar. Le immagini saranno pubblicate nel catalogo primavera/estate 2014.


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il maggior rivenditore di vini dello Sciliar

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Lavorare per il futuro.

L’Alto Adige deve una grossa parte del suo attuale successo all’impegno degli agricoltori. E il successo di oggi è il capitale del futuro. Raiffeisen si sente responsabile dell’ambiente in cui viviamo e intende sia preservare la tradizione che garantire il futuro. Le nostre filiali: Castelrotto

Siusi

Alpe di Siusi

Tel. 0471 711 711 E-Mail: castelrotto@raiffeisen.it

Tel. 0471 711 700 E-Mail: siusi@raiffeisen.it

Tel. 0471 727 944 E-Mail: cra.castelrotto@raiffeisen.it

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