ALPE Inverno 2016/2017

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Inverno 2016/17

ALPE Alpe di Siusi Magazine

CASTELROTTO · SIUSI ALLO SCILIAR · FIÈ ALLO SCILIAR · ALPE DI SIUSI · TIRES AL CATINACCIO

Scialpinismo La carezza del vento alpino sulla neve

Soccorso alpino I signori del cielo

Il Colle Un luogo mistico di Castelrotto


Alto Adige. È bello sentirsi arrivati.

Un viaggio in Alto Adige/Südtirol è sempre l’inizio di un’esperienza unica che ti offre emozioni autentiche. E la meravigliosa sensazione di essere nel posto giusto. www.suedtirol.info


Foto: Helmuth Rier

Editoriale & Sommario

Cari ospiti! ALPE, il magazine degli ospiti, desidera darvi il benve­ nuto nella nostra terra. Magie invernali e natalizie, cultura e specialità culi­ narie: dallo sci allo snowboard, dalle passeggiate con le ciaspole allo sci di fondo e non per ultimo fare pa­ rapendio invernale nelle Dolomiti e pattinare al La­ ghetto di Fiè, lasciarsi semplicemente coccolare – nell’area vacanze Alpe di Siusi la fantasia non ha limiti. Tutto è possibile e dimenticherete ben presto la quo­ tidianità… Nelle pagine seguenti troverete vari sugge­ rimenti che vi porteranno a sognare un pò. Al centro di quest’edizione spiccano i tre fratelli Ko­ stner, appassionati soccorritori alpini, ogni giorno in servizio per l’Aiut Alpin Dolomites. Dal cielo raggiun­ giamo le piste da sci con il Tour delle streghe sull’Alpe di Siusi e, se al termine di quest’itinerario sciistico av­ vertite un leggero languorino, non lasciatevi scappare un tradizionale Scheiterhaufen (dolce tipico). Un altro consiglio per buongustai è il Mulino Furscher a Siusi, dove ci si sente ospiti da amici. Cedete al richiamo della soffice neve durante un tour di scialpinismo sugli Orli di Fassa. Chi, invece, pre­ ferisce dedicarsi a salti spettacolari, è il benvenuto nell’Alpe di Siusi Snowpark.

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Peter Fill, vincitore a Kitzbühel e della Coppa del Mondo in discesa Cipriano, uno dei soggetti più fotografati della Val di Tires, e accompagnateci sul Colle di Castelrotto, una particolare oasi di raccoglimento e relax.

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Bellezza mozzafiato: sci­ alpinismo sugli Orli di Fassa Pagina 10

Last but not least, nella “Venezia delle Alpi” Arno Kom­ patscher, presidente della Giunta provinciale, rivela le prospettive dell’Alto Adige in qualità di regione turi­ stica. L’ALPE magazine vorrebbe anche farvi da guida, nel corso della vostra vacanza. Oltre a fornirvi informa­ zioni importanti riguardo a servizi pubblici, vi dirà quali sono i ristoranti, le osterie e i punti di ritrovo mi­ gliori e le possibilità di shopping. Il magazine contiene inoltre un programma dettagliato delle numerose ma­ nifestazioni e degli eventi clou culturali e mondani. Perché non prendervi parte e godersi dei momenti piacevoli in compagnia? Vi auguriamo un meraviglioso, indimenticabile sog­ giorno, fatto di momenti piacevoli e di riposo.

I signori del cielo: soccorso alpino Aiut Alpin Pagina 18

Alpe di Siusi Snowpark Pagina 20

I ritrovi delle streghe: giro sciistico Pagina 24

Intervista al presidente della giunta provinciale Pagina 30

Il Colle: un luogo mistico di Castelrotto Pagina 34

Scheiterhaufen (rogo): una ricetta con cui deliziarsi Pagina 36

Ospiti da amici: il Mulino Furscher Pagina 46

Anteprima inverno 2016/17 Eduard Tröbinger Scherlin Presidente per Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar, Alpe di Siusi e Tires al Catinaccio.

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Anteprima estate 2017 Pagina 50

Visto & sentito

Rivivete il Giro d’Italia, ammirate la Chiesetta di San

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Peter Fill Nella stagione di Coppa del Mondo 2015/16 Peter Fill ha coronato la sua car­ riera, vincendo sulla leggendaria Streif di Kitzbühel e aggiu­ dicandosi la piccola sfera di cristallo nella discesa. Lo sciatore di Castelrotto è il primo italiano della storia a vincere la Coppa del Mondo in questa di­ sciplina. Peter Fill, cresciuto sulle piste del suo paese natale e dell’Alpe di Siusi, ha indossato per la prima volta gli sci all’età di 3 anni e, a marzo 2002, ha celebrato il suo de­ butto in Coppa del Mondo. Cominciando in forma e con slancio la stagione 2016/17, coltiva il suo prossimo grande sogno: vincere sulla Lauberhorn di Wengen.

Testo: Michaela Baur Foto: Helmuth Rier

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La carezza del vento alpino sulla neve Scialpinismo sugli Orli di Fassa

D Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

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Dall’Alpe di Siusi gli amanti dello scialpinismo possono scoprire due stelle: il Giro dell’Anter­ moia e il Sassopiatto, ma solo in presenza di con­ dizioni ottimali, ovvero quando la neve è in buono stato, il pericolo di valanghe è ridotto e le previ­ sioni meteorologiche sono favorevoli. Il classico tour dell’Antermoia, che si snoda tutt’intorno al Catinaccio d’Antermoia facente parte dell’omo­ nimo gruppo nel cuore delle Dolomiti e fa ritorno all’Alpe di Siusi, richiede tempo (minimo sei ore) e

energie, oltre a essere tecnicamente impegnativo. Quello sul Sassopiatto, invece, è più breve, ma è anch’esso adatto solo agli scialpinisti esperti: il di­ slivello di circa 1.260 m presuppone resistenza e buone condizioni fisiche, la discesa una certa espe­ rienza nella neve profonda. Gli appassionati dello sport freeride apprezzano entrambe le varianti anche in virtù dell’accesso piuttosto facile a Saltria, direttamente sotto il Sas­ sopiatto e raggiungibile in tutta comodità.


Da qui, dunque, partiamo per il nostro tour, non particolarmente lungo, né troppo impegnativo. Dalla cabinovia Alpe di Siusi, è possibile percor­ rere le piste da sci o prendere l’autobus di linea con corse regolari. Per godersi quest’itinerario, il sole non è fondamentale, ma una cosa dev’essere chiara: prestate attenzione al pericolo di valanghe, poiché un simile “tour per buongustai” può diven­ tare rischioso! Già in fase d’ascensione, infatti, è necessario attraversare alcuni ripidi pendii e la di­

scesa diretta dagli Orli di Fassa nell’ondulata conca dell’Alpe di Siusi non ammette una condizione in­ stabile del manto nevoso. Fuori pista. Potremmo dire che il gruppo di amici, composto da esperti alpinisti, intraprende questo tour sugli Orli di Fassa come riscaldamento per la nuova stagione dello scialpinismo, conoscendo la montagna e la neve e evitando di correre rischi. La loro meta sono gli “Orli di Fassa”, che collegano il »

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Mozzafiato: la fresca neve dei soffici pendii dolomitici ammalia gli scialpinisti.

Sassopiatto e i Denti di Terrarossa, una stretta fa­ scia di cresta, che a sud scende in direzione della Val di Fassa e a nord sull’Alpe di Siusi. Dal momento che l’impianto è già in funzione, il gruppo raggiunge con la seggiovia Florian la Baita Williams, dove si allaccia gli sci e scende fino al di sopra del Rifugio Zallinger (2.037 m). Qui ha inizio il tour vero e proprio: le pelli di foca vengono accu­ ratamente applicate sotto gli sci, i leggeri scarponi per lo scialpinismo agganciati agli attacchi e via! Gli amici salgono nella neve a ritmo cadenzato, come fanno da secoli gli scandinavi, “inventori” dello sci, in base a quanto lascia supporre lo “Sci di Hoting” (lungo 110 cm e largo 10 cm), risalente a 4.500 anni fa e trovato in una palude presso Hoting, appunto, in Svezia. In Norvegia, invece, un’incisione rupestre di 4.000 anni fa mostra uno sciatore con lunghe aste ai piedi: il materiale, quindi, è enormemente miglio­ rato, ma la tecnica è rimasta pressoché invariata. Gli zaini sono stracolmi, poiché contengono tutto ciò che potrebbe servire per mantenere il corpo caldo; gli amici indossano solo abbigliamento fun­ zionale. Il calore viene dall’interno, il battito car­ diaco aumenta e tutto il corpo respira. “Adoro l’attività fisica lontano dalla frenesia e dalla confu­ sione, attraverso paesaggi incontaminati, concen­ trandomi completamente su me stesso e sui miei sensi”, rivela Florian. Ora, salendo ai piedi della gigante placca rocciosa del Sassopiatto, il gruppo traccia uno stretto binario nella neve, che scric­ chiola sotto la pressione degli sci, mentre i loro oc­ chi si abituano alla luce diffusa al di sopra del limite del bosco. Lo sguardo abbraccia cime dolomitiche vicine e lontane, l’imponente Marmolada, le rupi e i picchi del Gruppo del Catinaccio, il Latemar e il Massiccio del Sella.

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Orli di Fassa. Dopo il Rifugio Sasso Piatto, gli scialpinisti attraversano il Giogo di Fassa, dove soffia il famigerato “vento della Val di Fassa”, che accarezza gli orli. Famigerato, poiché, quando cala verso nord, annuncia il maltempo; ma quassù il vento soffia sempre, come dimostrano le impo­ nenti dune di neve, gli strapiombi e la scintillante neve ghiacciata. Quando si attraversano i pendii della solitaria Val Duron al di sotto della cresta e poi si sale al punto più elevato, il Palàcia (2.351 m), è fondamentale puntellarsi bene sugli spigoli dello sci. Ora, lo sguardo spazia sull’intera Alpe di Siusi, il più vasto altipiano d’Europa, con il magni­ fico paesaggio delle Alpi a fare da sfondo. In un’ora e mezza gli amici hanno raggiunto la loro meta. Ora, indossano frettolosamente abiti caldi, ripongono le pelli di foca nello zaino, chiudono le fibbie degli scarponi, legano stretti gli attacchi de­ gli sci, s’assicurano che zaino e occhiali siano ben saldi, afferrano decisi i bastoncini e si tuffano con slancio nella neve soffice come una nuvola. “Que­ sto lasciarsi cadere, questa libertà di muoversi fuo­ ripista è una vera goduria,” Florian dà voce al suo entusiasmo. Ciascuno traccia le sue scie, con ritmo e distanza regolari, danzando sulla neve profonda e incontaminata. Le loro orme s’intrecciano come un disegno fatto a maglia fino a Malga Tschafler, dove gli amici si concedono un’altra sosta: è il mo­ mento di una pausa per buongustai e dagli zaini estraggono bevande, salumi, formaggio e pane. Poi, ammirano le tracce della loro discesa. Ebbene sì, sono in perfetta forma e quel ricamo ne è la prova: la stagione dello scialpinismo può comin­ ciare! Infine, percorrono in un battibaleno la discesa nel bosco fino al primo ristoro. «


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I signori del cielo Raffael Kostner, soccorritore alpino per passione, ha già prestato servizio su tutte le cime e le pareti altoatesine, così come Marcus e Gabriel, suoi fratelli ed esperti piloti. Insieme lavorano presso l’“Aiut Alpin Dolomites” e non solo…

O Organizzare un appuntamento fotografico con i tre fratelli è tutt’altro che semplice: hanno troppe urgenze per una simile sciocchezza. Raffael, Mar­ cus e Gabriel Kostner hanno cose più importanti da fare e, come se l’avessero presagito, la radio an­ nuncia già un nuovo intervento: un anziano turi­ sta è scivolato sulla roccia bagnata della via ferrata Passo Santner, cadendo per qualche metro. Raffael e Marcus balzano sull’elicottero rosso fiammeg­ giante, per effettuare l’intervento con gli uomini del Soccorso Alpino di Tires, e anche Paolo, ane­ stesista di Milano, nonché uno dei 28 medici del servizio aereo dell’“Aiut Alpin Dolomites”, si lancia sotto le pale rotanti dell’H135 T3. Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

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Nella base dell’“Aiut Alpin Dolomites” a Pontives, all’imbocco della Val Gardena, regna tutto il giorno

un vivace andirivieni. Qui, oltre all’elicottero per le emergenze stazionano anche quelli della Elikos Srl; le due attività, infatti, hanno qualcosa in comune e non si tratta solo della logistica. Marcus e Gabriel Kostner sono piloti, che effettuano regolari inter­ venti di soccorso per l’“Aiut Alpin Dolomites” e, nel 1998, hanno fondato Elikos Srl, azienda di ser­ vizi aerei con elicotteri. Ora, con Manuel e Daniel, nipoti e parte del team, offrono un’ampia gamma di servizi che spazia dal rifornimento di generi ali­ mentari per i rifugi, ai tour sulle Dolomiti, pas­ sando per le riprese aeree dei filmati pubblicitari. La passione per il volo scorre nelle vene dei tre fra­ telli Kostner. Il nonno, il leggendario Leo Demetz, non era solo ingegnere e costruttore di funivie, ma si guadagnò rispetto e riconoscimento in qua­ »


Questione di vita o di morte: soccorritori alpini in azione

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Pronti per il prossimo intervento

lità di primo pilota dell’intera Val Gardena. Il figlio, uno zio dei Kostner, fu pilota nella Seconda Guerra Mondiale. E ora sono alcuni cugini della terza e quarta generazione a sfrecciare nei cieli. Raffael, il maggiore dei fratelli Kostner (a maso Stlejuc-Hof di Ortisei erano ben otto) sembra essere un’ecce­ zione: non è mai stato interessato al brevetto di volo; lui è un esperto verricellista. Sull’“Aiut Alpin Dolomites” si potrebbe scrivere un libro. Raffael Kostner ne era e è la forza trainante. In qualità di appassionato soccorritore alpino comprese presto che un salvataggio d’emergenza in montagna spesso poteva essere efficiente solo se effettuato per via aerea. Ripensando ai primi interventi in elicottero negli anni Ottanta del se­ colo scorso Raffael rivela: “Era un mezzo miracolo!” Così, ebbe inizio la terza fase del recupero di fe­ riti o deceduti in montagna. Dagli albori dell’alpi­ nismo come movimento di massa nel 19° secolo, i soccorsi venivano effettuati a piedi, fino all’im­ piego degli elicotteri militari. Raffael Kostner, di­ rettore del Soccorso Alpino Val Gardena, i famosi “Catores”, viaggiava molto, convincendosi che an­ che l’Alto Adige avesse bisogno di un servizio ae­ reo professionale. Così, negli anni Settanta, tentò di avviare una collaborazione con le forze armate per il salvataggio in elicottero dei feriti nelle aree alpine. “Nel 1985, sullo Spallone del Sassolungo ab­ biamo recuperato dall’aria la prima salma con un elicottero civile”, ricorda. Raffael cominciò, poi, un’opera di convincimento soprattutto tra i poli­ tici di Bolzano e, nel 1986, venne impiegato il primo elicottero del Servizio di soccorso provinciale della Croce Bianca. Il Bergrettungsdienst (BRD – soccorso alpino) e il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) del Club Alpino Italiano, però, credevano che per il salvataggio in montagna fossero neces­ sari elicotteri molto agili e persone appositamente istruite. L’esperienza dimostrava che solo con un bacino d’intervento più ampio e con l’unione delle squadre di soccorso delle valli vicine fosse possi­ bile effettuare interventi specializzati e efficaci con gli elicotteri. Per muoversi in sicurezza tra le torri rocciose e le pareti delle Dolomiti, era deci­

La sede di Elikos è pervasa dalla passione per il volo.

siva anche la scelta di una flotta aerea adeguata. Dopo numerose consulenze con i responsabili dei soccorsi alpini delle valli ladine, nel 1990 venne fir­ mato l’atto costitutivo dell’“Union Aiut Alpin Do­ lomites” e Raffael Kostner nominato direttore tec­ nico. Ogni intervento è un lavoro di squadra. Raffael, che durante la stagione estiva e invernale aveva istituito nella Baita Sanon, gestita con la famiglia sull’Alpe di Siusi, il centralino per le chiamate d’e­ mergenza, aveva allestito una base per elicotteri già nel 1987. Questa posizione era particolarmente vantaggiosa per gli interventi nelle Dolomiti. Inol­ tre, Raffael attrezzò la base al meglio e con l’a­ iuto del dott. Michele Nardin mise a disposizione un presidio medico, un locale per gli strumenti di soccorso e un impianto per il rifornimento di car­ burante. La squadra consumava i pasti nella baita di Raffael, che spesso fungeva anche da alloggio. Tramite la fondazione del “soccorso alpino delle Dolomiti”, nel 1990 l’attività di Kostner ottenne un carattere ufficiale e venne legittimata soprat­ tutto grazie agli incarichi di nove squadre di soc­ corso alpino. Oggigiorno, l’“Aiut Alpin Dolomites” conta 17 team, forti sponsor e circa 3.000 membri che la supportano. La chiamata avviene tramite la centrale provinciale d’emergenza dell’Alto Adige, che coordina gli interventi del soccorso aereo con i suoi elicotteri Pelikan 1 e Pelikan 2, così come con quello dell’“Aiut Alpin Dolomites”. A bordo dell’elicottero dell’“Aiut Alpin Dolomites”, che è in servizio complessivamente nove mesi »

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Elicottero e team partono più volte al giorno per soccorrere persone in montagna.

all’anno circa (durata delle stagioni alpine), ci sono sempre un pilota, un verricellista, un medico, un soccorritore aereo esperto messo a disposizione dalle varie squadre e, spesso, in inverno anche una guida con un cane da valanga. “Ciascuno deve dare il meglio di sé quand’è il suo turno”, spiega Raffael. “Un intervento è un lavoro di squadra. E la deci­ sione giusta va sempre presa rapidamente.” È in­ dispensabile il “crew member management”, può solo confermare Moritz Peristi, al fianco di Raffael fin dall’inizio. Il 12% degli interventi vengono effet­ tuati con verricello o corda fissa, poiché l’elicottero

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non può atterrare: è necessario l’impegno di tutti e c’è sempre un certo rischio. Il soccorso alpino deve procedere in presenza di qualsiasi condizione me­ teorologica, anche di vento. “Il mio stimolo è sempre stato la passione per il soccorso alpino”, racconta Raffael, “così come la necessità di migliorare il servizio.” È una grande soddisfazione prestare aiuto in montagna e salvare chi si trova in pericolo. “La cosa più triste è recu­ perare la salma di un collega o dover comunicare ai genitori il decesso di un figlio.”


“Tutti noi prestiamo servizio per l’Aiut Alpin Dolo­ mites su base volontaria”, sottolinea Raffael. Da 30 anni è impegnato ogni domenica, mentre la moglie Magdalena, e ora anche i figli, si prendono cura dei numerosi ospiti della Baita Sanon. Un tempo, tra un intervento e l’altro, Raffael riusciva a dare il suo contributo, ma da quando nel 2003 la base dell’eli­ cottero dell’“Aiut Alpin Dolomites” è stata trasfe­ rita a Pontives presso Ortisei, in Val Gardena, in una sede all’avanguardia, Raffael trascorre poco tempo nella sua baita sull’Alpe di Siusi. Dal rac­ conto traspare un po’ di malinconia, ma lui è un vero professionista, molto esigente con se stesso e i suoi collaboratori. La base con la centrale degli in­ terventi, l’hangar, le sale per gli uffici e le squadre, gli appartamenti per il medico e il pilota, così come la piattaforma d’atterraggio sul tetto per le emer­ genze notturne, soddisfa le esigenze moderne e le direttive delle autorità. Il prossimo obiettivo di Raffael è il prolungamento delle ore di volo in inverno. “Rispetto alla Svizzera siamo indietro di 20 anni”, rivela. Fosse per lui, dal Natale 2016 dovrebbero essere possibili anche in­

terventi serali con strumenti per la visione not­ turna; la base a Pontives con la piattaforma sul tetto è pronta. Inoltre, Raffael vorrebbe investire maggiormente nella formazione e istruire giovani volontari per il lavoro futuro. Per il soccorso alpino l’esperienza del pilota è de­ cisiva e inizialmente non è stato facile trovare il personale adatto per gli interventi dell’“Aiut Al­ pin”. Marcus e Gabriel, fratelli minori di Raffael e amanti del deltaplano, vennero rapidamente con­ tagiati dalla sua nuova passione per l’elicottero. Marcus, che tutti chiamano Marco, ha posto fine alla professione di meccanico, per portare a ter­ mine la formazione come pilota e volare per tre anni in Sardegna e Campania durante gli interventi antincendio. Inoltre, ha raccolto importanti espe­ rienze anche nei voli per il trasporto carichi in Val d’Aosta, prima che nel 1992 l’“Aiut Alpin Dolomi­ tes” gli offrisse il lavoro dei suoi sogni. Gabriel, scultore diplomato, ha preso il brevetto tramite uno speciale progetto UE. Dal 1988 oppure 1989, Marcus e Gabriel hanno effettuato circa 9.000 ore di volo ciascuno. »

Tre fratelli, un team: Gabriel, Raffael e Marcus (da sx.) Kostner

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Se per il soccorritore e verricellista Raffael “vo­ lare è... un grande aiuto per il soccorso alpino”, Marcus rivela che “volare è... il lavoro dei miei so­ gni”, mentre Gabriel spiega, “volare è... assoluta­ mente magnifico e farlo sulle Dolomiti è la cosa più bella del mondo.” E i fratelli ne hanno molte

marchi di auto, così come produttori di cioccolato o articoli tecnici. I signori del cielo hanno anche già ospitato alcune star quali Michael Schumacher, il principe Alberto di Monaco, Bernie Ecclestone e molti altri ancora, come mostra l’immensa galleria fotografica nell’hangar. Marcus ha anche lavorato

occasioni. Con il loro servizio di elicotteri “Elikos” svolgono importanti compiti. Spesso sono in ser­ vizio per la Protezione Civile Alto Adige e ven­ gono anche incaricati di interventi antincendio, di far saltare una valanga o della costruzione di condutture elettriche. Attività importanti sono anche la manutenzione dei sentieri, i montaggi di precisione, i trasporti per il risanamento o la rico­ struzione dei rifugi. Grazie ai numerosi trasferi­ menti di carichi, Marcus e Gabriel sono abituati a lavorare con corde lunghe e ciò gioca a loro favore quando devono localizzare con precisione un fe­ rito tra le rocce.

come stuntman per Terence Hill nell’amata serie televisiva “Un passo dal cielo”, “anche se per puro caso”, sorride.

Aiut Alpin Dolomites: rapidità e professionalità

Quando “Elikos” viene impiegata per gli spot pub­ blicitari, l’elicottero solleva un vortice d’aria mon­ dana. Inoltre, Marcus, Gabriel e i loro due piloti e nipoti Manuel e Daniel sono a disposizione anche per effettuare riprese aeree mozzafiato nelle Do­ lomiti. Tra le loro referenze fanno capolino grandi

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A ottobre 2015, quando Raffael Kostner è stato no­ minato “Ufficiale dell’Ordine al Merito della Re­ pubblica Italiana” dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel Palazzo del Quirinale a Roma per il suo contributo al soccorso alpino volontario, per lui è stato un momento memorabile. “È una delle figure più note e stimate del soccorso alpino a livello internazionale”, fu una delle motivazioni. “La dedizione e l’altruismo di Kostner nel soccor­ rere persone in montagna sono note a tutti gli al­ pinisti italiani e stranieri”, fa seguito. Raffael ha ac­ cettato con piacere questo grande onore, a nome di tutti coloro che ogni giorno sono impegnati in montagna, della sua famiglia che l’ha sempre so­ stenuto e dei fratelli Marcus e Gabriel. “Ogni inter­ vento è un lavoro di squadra.”«


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La Combi Card e il Nordic Pass non sono trasferibili e sono acquistabili presso le biglietterie della Cabinovia Alpe di Siusi, presso gli Uffici Informazioni Fiè e Siusi, presso Alpin Sports Company a Castelrotto e presso gli albergatori. Bambini (nati dopo il 26/11/2008) e portatori di handicap su sedie a rotelle gratis. Juniores (nati dopo il 26/11/2000) a metà prezzo. *Con la Mobilcard “Area vacanze Alpe di Siusi Live”, che non è acquistabile e viene rilasciato all’ospite dall’affittacamere o dall’albergatore partecipante all’offerta di mobilità, è previsto una riduzione del prezzo sul Nordic Pass.

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Alpe di Siusi Snowpark

L’Alpe di Siusi Snowpark, il migliore d’Italia e teatro di competizioni internazionali, ammalia con ostacoli in legno e rail, kicker e box perfettamente preparati. Con i suoi 1.500 m di lunghezza e 70 ostacoli d’ogni grado di difficoltà è anche il più grande d’Italia. Dopo essere stato sede delle gare di Coppa Europa FIS di slopestyle, snowboard e freeski nel 2016, a fine gennaio 2017 accoglie la prima edizione in Alto Adige della Coppa del Mondo, che vede misurarsi sull’Alpe di Siusi i migliori atleti di slopestyle, snowboard e freeski del mondo.

Testo: F-Tech Foto: F-Tech

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I ritrovi delle streghe Il tour circolare delle streghe è un’affascinante occasione per scoprire sugli sci il più vasto altipiano d’Europa.

L Le streghe sono le protagoniste principali delle leggende popolari alle falde dello Sciliar. A fare da sfondo a queste saghe, nate nel corso del tempo e tramandate oralmente, erano essenzialmente av­ venimenti insoliti, terribili nubifragi, frane, malattie e epidemie, che gli uomini dell’epoca, non essendo in grado di trovare una spiegazione, attribuivano ai demoni, al diavolo o a altre figure relazionate a questi e in possesso di poteri magici. Nel tardo Me­ dioevo ciò dette origine a terribili persecuzioni di presunti stregoni e streghe. Migliaia di persone in tutt’Europa, prevalentemente donne, vennero con­ dannate al rogo e anche nella nostra area la caccia alle streghe fu portata all’eccesso. Oggigiorno, si differenzia tra storia e leggende, curate in quanto importante componente della cultura popolare. Le streghe dello Sciliar sono relegate al regno dei miti, dove queste burlesche figure femminili continuano a vivere, cavalcando la loro scopa nelle notti di luna piena per incontrarsi in determinate località misti­ che e dare prova dei loro poteri. Sette di questi ri­ trovi, contraddistinti da simboli, sorgono sull’Alpe di Siusi e gli appassionati di sci e snowboard pos­ sono scoprirli insieme all’intero altipiano durante un tour circolare. Il tour delle streghe. Fondamentalmente è pos­ sibile accedere a quest’itinerario di scialpinismo, fonte di divertimento per grandi e piccini, da ogni

pista e con impianti di risalita sicuri per i bambini. Al cospetto di uno sfaccettato scenario alpino e co­ stantemente circondati dalle famose Dolomiti (di­ chiarate dall’UNESCO patrimonio dell’umanità), si possono percorrere oltre 60 km di meravigliose pi­ ste. Diamo inizio al tour presso la stazione a monte della cabinovia Alpe di Siusi, da cui scendiamo alla seggiovia Spitzbühl. L’omonima cima dev’es­ sere stata il ritrovo preferito delle nostre streghe, dove festeggiavano di notte, per poi nascondersi di giorno sull’antistante Sciliar. Da qui si prosegue fino alla pista Laurin. Nel cuore dell’altipiano, un po’ separato dal classico mondo dello sci, s’estende l’Alpe di Siusi Snowpark, uno dei più grandi e incan­ tevoli d’Europa, annoverato nella sua Top 10, gra­ zie a una professionale proline e a numerosi kicker, box e rail; sulla Family Fun Line osano mettere alla prova le loro abilità perfino i più giovani. Il successivo ritrovo delle streghe sorge sul Pano­ rama, dove possiamo ammirare la vista sul Gruppo del Sella, su Sassolungo, Sassopiatto, Denti di Ter­ rarossa, Catinaccio d’Antermoia e Sciliar. Ci muo­ viamo verso le montagne… La Punta d’Oro è un al­ tro luogo di riunione di streghe e stregoni: qui, a 2.220 m, spesso il clima è rigido e ventoso, simile a quello d’alta quota, che ne fa il posto ideale per »

Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

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una “speedtrap”, una stretta traccia in di­ scesa lunga 200 m e con un dislivello di circa 75 m, su cui sono già state raggiunte velo­ cità record come sulla leggendaria Streif a Kitz­bühel. Dopo una lunga discesa raggiun­ giamo la stazione a monte della telecabina Florian, un altro ritrovo amato dalle streghe dello Sciliar. Il versante gardenese. La meta seguente è sul lato dell’Alpe di Siusi, cui fa da sfondo la Val Gardena. Secondo la leggenda, nelle notti di luna piena le streghe s’incontrano tutt’oggi sul Monte Piz. Esplorando il ver­ sante assolato dell’Alpe di Siusi, dopo al­ cune corse sugli impianti di risalita (Sanon, Leo Demetz e Mezdì) e qualche discesa, ar­ riviamo alla sesta base delle streghe, nella valle della seggiovia Mezdì. Raggiunta la cima, lo sguardo spazia sulle conche e sulle colline innevate dell’Alpe di Siusi, abbrac­ ciando quest’ampio e ondulato altipiano nel cuore delle Dolomiti, fino allo spigo­ loso massiccio di Sassolungo e Sassopiatto. Ora che abbiamo raggiunto il margine più esterno dell’Alpe di Siusi, ci dirigiamo all’ul­ timo ritrovo delle streghe, “chiudendo il cer­ chio” del tour. Nell’immaginazione popo­ lare, l’altura a forma di cupola sul margine nord-occidentale dell’altipiano è predesti­ nata a diventare il ritrovo delle streghe e, quindi, dobbiamo fare dietro front e proce­ dere in direzione di Compatsch. Magnifiche discese ci facilitano il ritorno e, arrivati sulla Bullaccia, comprendiamo rapidamente per­ ché le “cerchie magiche” l’avessero scelta come “location per i loro sabba”. La vista a 360° dalla piattaforma panoramica “Engel­ rast” è semplicemente straordinaria con il suo ininterrotto susseguirsi di Dolomiti, Alpi della Zillertal, Breonie occidentali e Ve­ noste fino all’Ortles e all’Adamello!

Le sculture delle streghe di Hubert Kostner, famoso artista di Castelrotto, indicano il cammino.

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Attenzione però, che la sera s’avvicina … È giunto il momento di fare ritorno al punto di partenza. Organizzate questo tour con pru­ denza, considerando le pause per i pasti e le soste, oppure suddividetelo in due itinerari giornalieri! «


Foto: SAM/Helmuth Rier

L’affascinante mondo delle Dolomiti.

Il mito delle Dolomiti Dal 2009 sono Patrimonio dell’Umanità secondo l’UNESCO, per l’alpinista estremo altoatesino Reinhold Messner sono “le montagne più belle del mondo” e per molti sono il sinonimo per eccellenza della vacanza invernale: l’ineguagliabile bellezza delle Dolomiti colpisce tutti.

U

na barriera corallina pietrificata che si eleva verso il cielo definisce l’impareggiabile mondo alpino delle Dolomiti. Grazie alla loro bellezza monumentale e al loro significato geologico e geomorfologico, i cosiddetti “monti pallidi” nel 2009 sono stati inclusi dall’UNESCO nel Patrimonio Mondiale. Suddivise in nove aree, di cui fa parte anche il Parco Naturale dello Sciliar-Catinaccio, le Dolomiti sono considerate ufficialmente uno dei più bei paesaggi naturali del mondo.

Parco naturale Sciliar-Catinaccio. Il parco naturale più antico dell’Alto Adige è stato istituito nel 1974. L’area protetta, grande 7.291 ettari, si trova nella parte occidentale delle Dolomiti altoatesine. Lo Sciliar è un imponente massiccio dolomitico, che, con le sue torri Santner e Euringer, rappresenta una delle immagini simboliche dell’Alto Adige. Anche il massiccio del Catinaccio, con le sue innumerevoli cime, è conosciuto molto oltre i confini della regione. Una delle tante vette del massiccio, il Catinaccio d’Antermoia, raggiunge i 3.002 metri. Fanno parte del parco naturale anche i boschi di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires, oltre alla Val Ciamin. «

Bruneck Brunico

Südtirol

Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO 1

5 St. Ulrich

Tiers/Tires

7

Auronzo Corvara

Canazei

2

8

Cortina d’Ampezzo

Alleghe

Pieve di Cadore

1

Agordo

3

Longarone

Cimolais

Pordenone

Madonna di Campiglio Fiera di Primiero

9 Trento

Belluno

Udine

Belluno Feltre

Trentino

Ampezzo

4

Zoldo

Cavalese

5 Dolomiti Settentrionali 6 Puez-Odle

6

Fiè allo Sciliar

Bozen Bolzano

2 Marmolada

4 Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave

St. Vigil S. Vigilio

Kastelruth Ortisei Castelrotto Seis am Schlern Seiser Alm Siusi allo Sciliar Alpe di Siusi Völs am Schlern

Pelmo, Croda da Lago

3 Pale di San Martino, San Lucano Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine

Brixen Bressanone

Meran Merano

Lienz Toblach Dobbiaco

Pordenone

7 Sciliar-Catinaccio, Latemar 8 Rio delle Foglie 9 Dolomiti di Brenta

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Un presidente della Giunta provinciale differente: i graf­ fiti di Nini Complojer a Siusi

La Venezia delle Alpi Arno Kompatscher, presidente della Giunta provinciale, ritiene che l’Alto Adige goda di prospettive complessivamente buone come regione turistica, “poiché, oltre a un magnifico paesaggio e a un ottimo clima, offriamo anche servizi eccezionali.”

Per la guida della loro regione gli altoatesini puntano sulla continuità. Il leggendario Sil­ vius Magnago occupò i ver­ tici della politica a Bolzano per 29 anni, il suo successore Luis Durnwalder per 25 anni. Nel 2013, fu eletto presidente della Giunta provinciale Arno Kompatscher, originario di Fiè allo Sciliar (classe 1971), laureato in legge, padre di sette figli, sindaco del suo comune natio dal 2005 al 2013, oltre che presidente del consiglio d’amministrazione e amministratore della Cabi­ novia Siusi-Alpe di Siusi Spa, dal 2003 al 2014. In questo ruolo anche egli si è battuto a favore delle odierne limita­ zioni del traffico sull’alti­ piano, sebbene si rammarichi per la realizzazione incom­ pleta dei progetti originali, convinto che sull’Alpe di Siusi il traffico privato dovrebbe essere ulteriormente ridotto nell’interesse degli ospiti e del turismo. Solo così, avrebbe origine un’area dav­ vero unica.

ALPE: Le Alpi attraggono sempre milioni di turisti. Cosa differenzia l’Alto Adige e soprattutto l’Alpe di Siusi dalle altre regioni? Arno Kompatscher: Un sugge­ stivo mondo alpino, dove si può praticare qualsiasi attività, dalla semplice escursione fino al tour a alta quota e all’arrampicata, una ricca offerta di sport inver­ nali e eccellenti infrastrutture turistiche è la combinazione che rende particolare l’Alto Adige. Sull’Alpe di Siusi, inoltre, i morbidi paesaggi con prati e colline, dietro cui svettano le impervie rocce dolomitiche, creano un magnifico spettacolo della natura, mentre paesi e borghi offrono un attraente connubio di tradizione e spirito contemporaneo.

paesaggio antropizzato, altri­ menti sarebbe ricoperta di vegetazione come altre aree a quest’altitudine. Ma ecco la nota dolente: quale attività eco­ nomica è necessaria al fine di

Questa magnifica area viene salvaguardata con grande cura: la considera più un paesaggio naturale o antro­ pizzato? Da questa valuta­ zione emergono vantaggi differenti? L’Alpe di Siusi è innanzitutto un

Il turismo soft, che è stato a lungo oggetto di conver­ sazione, è ancora attuale in questo contesto? Il concetto di turismo soft è stato sviluppato circa 30 anni fa e, ora, anche gli ideatori stessi ne prendono criticamente le

“L’Alpe di Siusi è innanzitutto un paesaggio antropizzato.” Presidente Arno Kompatscher

conservare la naturalità, senza danneggiare il capitale dell’eco­ nomia turistica della nostra regione, dandoci per così dire la zappa sui piedi?

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Intervista: Sabine Funk Foto: Helmuth Rier

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Intimo legame: Arno Kompatscher, presidente della Giunta provinciale dell’Alto Adige, a casa a Fiè allo Sciliar

distanze. Oggi, si preferisce parlare di “sostenibilità”. La sostenibilità è valutabile solo a posteriori. Lei ha accompagnato lo sviluppo del turismo sull’altipiano con diverse funzioni e è stato uno dei grandi promotori della costruzione della funivia, oltre che fautore della notevole riduzione del traffico. Le sue visioni di 10 o 15 anni fa si sono concretizzate? È stato dimostrato che una

“Numerosi altoatesini sono profondamente radicati nella loro terra e nelle loro tradizioni.” Presidente Arno Kompatscher

limitazione del traffico sull’Alpe di Siusi non influisce negativa­ mente sul turismo, al contrario, l’Alpe e le aree circostanti sono diventati ancora più affasci­ nanti: è ormai un dato di fatto. Dal mio punto di vista si dovrebbe applicare tale con­ cetto in maniera ancora più coerente, riducendo ulterior­ mente il traffico privato. Volendo dare voce alle ambi­ zioni, si potrebbe fare dell’alti­ piano la “Venezia delle Alpi”: il difficile accesso a questa città lagunare la rende, infatti, parti­ colarmente interessante. Anche gli ospiti dell’Alpe di Siusi accetterebbero determinate limitazioni, se però poi le pro­ messe venissero mantenute.

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Ma, alla fine, il concetto ha ottenuto il successo auspicato? Sì, soprattutto perché è aumen­ tato il consenso della popola­ zione locale. Non ho mai dubitato del fatto che, se gli abitanti s’identificano con il nuovo concetto di circolazione, lo fanno anche gli ospiti. Il timore di perdite massicce a causa delle limitazioni del traf­ fico, espresso dalle aziende alberghiere sull’Alpe di Siusi, è stato fugato, facendo scaturire un atteggiamento opposto. Ora, non dobbiamo abbando­ nare l’entusiasmo, altrimenti rischiamo di deludere gli ospiti. Come valuta le future prospettive turistiche dell’Alto Adige? Sono convinto che l’Alto Adige abbia complessivamente buone prospettive poiché, oltre a un magnifico paesaggio e a un ottimo clima, offriamo anche servizi straordinari, tra cui l’eccellente gastronomia e gli alberghi a gestione fami­ liare, così come infrastrutture e mezzi pubblici. In futuro, sempre meno ospiti raggiun­ geranno l’Alto Adige con mezzi propri; ciò vale soprattutto per l’area vacanze Alpe di Siusi. Qui, i soggiorni senz’auto potrebbero diventare un “mar­ chio di fabbrica” e la garanzia di un’esperienza esclusiva, intesa non come elitaria ma come particolare. La fede in uno sviluppo economico illimitato sta vacillando. Il settore turistico può e deve continuare a crescere sempre? Rischio di sembrare scontato,

ma abbiamo bisogno di una buona affluenza durante tutto l’anno e di offerte adeguate. Ciò richiede un certo coraggio nella strutturazione dei prezzi. A causa della posizione geogra­ fica, siamo costretti a sostenere un determinato carico di costi, che non deve essere compen­ sato con scelte quantitative, ma con servizi di livello eccellente. E non mi riferisco solo agli hotel, ma anche a tutto il resto. Secondo Lei cosa cercano gli ospiti? Sempre maggiori comfort? Il turista è alla ricerca di qual­ cosa di particolare. In vacanza vuole sempre avere la sensa­ zione di aver fatto la scelta giusta, di godersi qualcosa di unico. Ciò ha a che vedere anche con il comfort, conside­ rato però un logico compo­ nente dell’offerta, non un parametro di scelta. L’aspetto fondamentale è la peculiarità e, a tale proposito, l’autenticità delle aziende svolge un ruolo decisivo. Forse, invece di una terapia ayurvedica, risultereb­ bero più convincenti le pro­ poste tipiche della regione, come i bagni di fieno e i mas­ saggi al pino mugo. Lo stesso principio vale anche per l’archi­ tettura. L’autenticità autoctona non dovrebbe diventare kitsch, bensì essere in armonia con il paesaggio, incarnare una sensi­ bile evoluzione delle tradizioni. Il termine “autenticità” viene spesso impiegato nel destination marketing. Se dovessero sparire i contadini con la barba e il grembiule blu, avrebbe inizio il folclore? Tutto ciò che è artificioso è

»


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poco credibile. Questi conta­ dini esistono ancora, solo che oggigiorno portano l’orec­ chino, i capelli lunghi o esibi­ scono tatuaggi. Credo che numerosi altoatesini siano pro­ fondamente radicati nella loro terra e nelle loro tradizioni, vivendo in maniera autentica. Non indossano l’abito folclori­ stico solo per farsi vedere dagli ospiti, ma lo fanno con convin­ zione e autenticità. Gli altoate­ sini sono una razza particolare:

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hanno solo bisogno di essere sé stessi. Premesse le aspettative degli ospiti, è possibile, nelle vesti di regione turistica, vantarne anche nei loro confronti, ad esempio, in fatto di ecologia? È possibile, ma è necessario arricchire tali aspettative di significato. Ritengo che un’area turistica possa esigere qualcosa dagli ospiti, qualora le pretese siano circostanziate. Solo così la

gente collabora, rendendo ancora più attraente la regione. Un semplice esempio è l’acqua del rubinetto, che spesso da noi ha la qualità di quella minerale, controllata quotidianamente. Se la offro in una brocca ele­ gante con le relative spiega­ zioni, acquisisce un significato, dà un valore aggiunto alla loca­ lità turistica e la rinuncia alle bottiglie di plastica non viene percepita come una conces­ sione.


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Ora esistono anche località “normali” lontane dalle aree naturali protette. Quanto è colpito l’Alto Adige dalla temuta urbanizzazione del fondovalle e dallo spopola­ mento delle aree più in quota dell’arco alpino? L’urbanizzazione è un trend mondiale, strettamente legato allo sviluppo dell’intera società. L’Alto Adige è un caso un po’ atipico, anche grazie alla politica lungimirante del

mio predecessore Luis Dur­ nwalder, che ha sempre pro­ mosso la creazione delle condizioni necessarie per una buona qualità della vita anche in periferia, iniziando dalle strade che collegano i masi più remoti, motivo per cui sono ancora numerosi. Lo stesso vale per i diffusissimi centri culturali in periferia e la promozione delle attività associative nelle zone rurali. Tutto questo rende affasci­

nante la vita in campagna e in montagna, evitando l’emigra­ zione. Ma anche il turismo è un fattore trainante in tal senso e va assicurato a lungo termine: ecco perché non può avvenire né a spese del pae­ saggio, né della popolazione locale. Gli abitanti devono potervi partecipare, non solo per i posti di lavoro, ma anche per le offerte culturali e ricre­ ative, che senza il turismo non esisterebbero.

Consigli e località preferite: 1 Tour della Bullaccia (in inverno) 2 Schnaggen (in estate): “perché lì non c’è niente” 3 Il sentiero dei masi di Aica di Fiè (in autunno) 4 Laghetto di Fiè (tutto l’anno)

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Il Colle In paese, distogliendo lo sguardo dall’imponente campanile, si scorge da lontano un cocuzzolo porfirico, il Colle (Kofel, in tedesco) per gli abitanti di Castelrotto. Sede di un insediamento, rocca di rifugio, altura di un castello medievale o luogo di raccoglimento e relax, il Colle di Castelrotto è un luogo davvero particolare, da sempre.

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Un luogo mistico nel centro di Castelrotto

C Castellum ruptum. Capita che gli ospiti chiedano delle rovine della fortezza, il “castello distrutto” cui Castelrotto deve il suo nome e che un tempo sorgeva sul Colle, la collina porfirica dietro al Mu­ nicipio, che non è solo un’interessante meraviglia della natura, ma vanta anche una particolare im­ portanza storica dovuta alla sua posizione. Qui, abitanti e ospiti trovano un’oasi di pace e medi­ tazione, in inverno su invitanti panche al sole, in estate all’ombra di grandi e antiche latifoglie. Il punto più elevato del Colle, Infong per chi vive a Castelrotto, è circondato da un muro che lo rende l’oasi ideale per i giochi dei bambini e le tranquille passeggiate dei nonni, nonché la tra­

dizionale sede del primo torneo della Cavalcata Oswald von Wolkenstein e, da due anni, anche del festoso Banchetto Krausen, un evento gastrono­ mico all’aperto. Monte Calvario. Il giusto varco nell’edificio del Municipio porta sul Colle, acquistato da Georg von Kraus nel 17° secolo, per crearvi un calvario. All’epoca, il cammino era fiancheggiato da sei cap­ pelle e dal gruppo della crocifissione; dalle rovine del battifredo medievale sorse una cappella dop­ pia. Il gruppo con i discepoli e Cristo sul monte degli ulivi venne aggiunto solo nel 1908; le sta­ tue vennero intagliate secondo i disegni di Eduard »

Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier

Mossi dalla fede sul Monte Calvario

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Burgauner, pittore locale, che si occupò dell’in­ stallazione. Inoltre, nel medesimo anno Burgau­ ner trasformò la Cappella dello Spirito Santo, nel punto più elevato del Colle, in una fontana per il giubileo dell’Imperatore Francesco Giuseppe. Le cappelle presentano scene della Passione di Cri­ sto con statue in legno: il congedo dalla madre, il monte degli ulivi, la flagellazione, l’incoronazione con le spine, Gesù che porta la croce, il gruppo della crocifissione, la cappella del sepolcro e quella doppia di Sant’Antonio e San Gaetano. Durante l’anno, ogni cappella viene curata dagli abitanti di Castelrotto. “Il compito, o forse è me­ glio dire l’onore, di verificare che sia tutto a po­ sto e di decorare le cappelle durante la settimana santa dipende dal luogo in cui vivono in paese. Le famiglie, a cui il Comune ha affidato quest’inca­ rico, abitano nei dintorni del Colle”, rivela Franz Wendt, responsabile della cappella del sepolcro. In occasione della settimana santa, sul Colle fer­ vono i preparativi: s’intrecciano ghirlande con i rami degli abeti rossi, si va in cantina a prendere i calici rotondi per riempirli con acqua variopinta (grazie ai colori delle uova di Pasqua) e non solo. “In passato, non era così semplice trovare le lan­ terne giuste per le ghirlande tra le tre croci, non essendoci la grande scelta di oggi”, racconta Hans Peter Trocker. Da numerosi anni, la sua famiglia s’occupa del gruppo della crocifissione e da bam­ bino assisteva sempre il padre. Othmar Burgauner, invece, ricorda di aver ador­ nato con la madre la cappella della flagellazione, di cui da anni è il responsabile, ora aiutato già dal figlio. Questo compito viene “ereditato” anche all’interno della famiglia Silbernagl, che da gene­ razioni ha cura della prima cappella, dove Gesù si congeda dalla madre. “Mena, la nostra dome­ stica, era solita occuparsi di quest’incarico. Io ero la sua assistente”, racconta Martha Silbernagl. Ora, s’impegna a mettere in pratica tutto ciò che ha imparato da Mena: i fiori d’erica vengono collo­ cati intorno alle statue e le candele accese dietro alle sfere con l’acqua colorata, che immergono la cappella in una luce calda, creando un’atmosfera gioiosa.

Processione. Giovedì e venerdì santo ha luogo la processione sul Colle, nelle cui cappelle i re­ sponsabili hanno già acceso le candele. In quella di Sant’Antonio, nella torre, è già illuminato anche l’altare, le panche sono state sistemate in modo da lasciare spazio al coro e Paula Nössing attende i credenti. «

Tradizione vissuta: la sacralità del Colle per gli abitanti di Castelrotto

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Scheiterhaufen (rogo) È un peccato buttare il pane bianco raffermo e, così, scaltre cuoche lo utilizzano per creare un dolce che, in passato, era un’amata pietanza per le cene in famiglia.

Ingredienti per 4 persone

Preparazione

5 pagnotte rafferme 700 g di mele acidule 70 g di mandorle grattugiate 50 g di uva passa 6 cucchiai di zucchero ½ l di latte 3 uova Cannella e scorza di limone grattugiata 1 presa di sale e burro

Tagliare a fettine sottili le pagnotte (o il pane bianco), sbucciare le mele, eliminare il torsolo e tagliarle finemente. In uno stampo im­ burrato disporre uno strato di fette di pane e poi una parte delle mele e dell’uvetta. Cospargere con un po’ di zucchero e mandorle e insaporire con cannella e scorza di limone. Infine, creare altri strati (l’ultimo dev’essere di pane), fino a esaurire gli ingredienti. Sbattere bene latte, uova, una presa di sale e il restante zucchero (ca. 3 cuc­ chiai), versare il composto nella teglia, cospargere con dei fiocchetti di burro e infornare per circa ¾ d’ora a temperatura moderata. Ricetta estratta dal libro “La cucina nelle Dolomiti” di Anneliese Kompatscher.

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Foto: Helmuth Rier

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“Locale, unico, autentico ...” Il Vostro nuovo supermercato Coop nel cuore di Castelrotto Vi offre un‘ ampia offerta di prodotti di prima qualità. Unico nel suo genere è l’assortimento di delizie culinarie di contadini del luogo, di produzione biologica e del commercio equo e solidale. Al banco vendita ci sono Heinz, il mastro macellaio della conosciutissima Macelleria Silbernagl che vi offrirà dello speck tipico del luogo e la signora Helga, cuore ed anima del Panificio-Pasticceria Burgauner lo correderà col pane adatto lo “Schüttelbrot”. VeniteCi a trovare.

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Idillio invernale della Valle di Tires

La Chiesetta di San Cipriano Secondo la tradizione orale la Chiesetta di San Cipriano, uno dei soggetti più fotografati della Valle di Tires, doveva anticamente essere la parrocchia, quando la maggior parte degli edifici sorgeva ancora nell’area posteriore del paese.

N Nella frazione di San Cipriano, Hintertal (in fondo alla valle) per gli abitanti locali, la stretta Valle di Tires si apre in prati e boschi. In passato, in que­ sto luogo sorgevano molte più case di oggi, poi le frane e la peste del 17° secolo ne hanno spo­ polato alcune parti. A Tires al Catinaccio la morte nera deve aver imperversato intensamente e, nel 1635, su un pascolo al di sopra dell’odierno centro del paese venne costruita un’altra chiesetta con­ sacrata a San Sebastiano e San Rocco, protettori contro la peste. Secondo una leggenda, con il suo carro trainato dai buoi un agricoltore vi portava e seppelliva le vittime, ripetendo, a ogni carico: “Hü, es Roatn, mit die Toatn!” (forza bestie, tra­ scinate i morti). Originariamente, anche la parroc­ chia di Tires (la Chiesa di San Giorgio), edificata nel 13° secolo in stile romanico con archi a tutto sesto e un’abside semicircolare come la Chiesetta di San Cipriano, era molto più piccola di oggi. La ristrutturazione barocca della parrocchia di Tires avvenne nel 1767 e ora è rimasta solo la parte in­ feriore del campanile con finestre romaniche a tutto sesto.

Testo: Katja Sanin Foto: Helmuth Rier

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La Chiesetta di San Cipriano con il Catinaccio sullo sfondo, invece, ha conservato il suo stile roma­ nico e sorge nel centro dell’Hintertal che era e è una porta affacciata su boschi e alpeggi, oltre che sul Passo Nigra, collegamento con la Val di Fassa.

Fino alla catastrofica piena del 1882 lungo il rio Bria, da San Cipriano fino a Prato all’Isarco, dove sfocia nell’omonimo fiume, esistevano circa 46 aziende, tra cui mulini, segherie e fucine alimen­ tati dall’acqua del ruscello. A Tires, all’ingresso del paese, sorge un vecchio mulino a acqua, restau­ rato e funzionante, che ricorda questo periodo e i mestieri artigiani del passato. Inoltre, nel centro visite del parco naturale, nell’Hintertal, è possibile visitare un’antica segheria veneziana nuovamente in funzione. Questo tipo di segheria in legno, adi­ bita al taglio di tavole con un’unica lama verticale, fu inventata da Leonardo da Vinci nel 16° secolo, insieme a commercianti di legname veneziani. Prima dell’impiego di questa “tecnologia”, le assi venivano tagliate con la sola forza delle braccia. L’allerta meteorologica del “Toro di Cipro”. L’interno della Chiesetta di San Cipriano, intera­ mente saccheggiata durante un’audace irruzione nel 1964, può essere visitato solo previa richiesta alla sagrestana. Gli abitanti di Tires vi celebrano spesso i battesimi. Qui, le messe vengono te­ nute solo in occasione della processione a San Ci­ priano e della sagra dell’Hintertal in onore di San Cipriano e Santa Giustina, il 26 settembre. La fa­ miglia che vive nelle immediate vicinanze della chiesetta svolge il ruolo di sagrestana già per la terza generazione. »


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La chiesetta in stile romanico seduce con la sua semplicità.

La grande campana della torre, chiamata an­ che “Toro di Cipro”, dev’essere stata trovata sotto le macerie dietro al ponticello Ciamin. Un tempo, la Chiesa di San Cipriano sorgeva dietro al rio Ciamin, in quello che all’epoca era il centro, prima che una parte del paese e la chiesa sull’altro lato del rio venissero di­ strutti da uno smottamento. Nel tardo Me­ dioevo, la chiesa venne costruita dove sorge oggi e sull’altra riva del rio Ciamin dovevano esserci ancora parecchie case, poiché in occa­ sione della processione del Corpus Domini 24 coppie di ancelle attraversavano il ponticello Ciamin fino a San Cipriano. La chiesa venne edificata in stile tardo-roma­ nico del 13° secolo con volte a botte, abside coperto da una volta e campanile basso. Nel 1583, venne ristrutturata a opera dei baroni di Fiè-Colonna, che fecero sostituire il soffitto in legno da uno a volta e ingrandire le finestre. Inoltre, venne realizzato l’altare, prezioso dal punto di vista storico-artistico, nella cui parte centrale figurano i due santi protettori della piccola chiesa. Altrettanto pregiato è il taber­ nacolo con Gesù sanguinante. Il muro meridionale esterno è impreziosito da un affresco del 17° secolo, che immortala il miracoloso salvataggio del prato Platzliner: San Cipriano e Santa Giustina distendono i loro mantelli sull’alpeggio per proteggere le greggi al pascolo, mentre da un cielo coperto di nubi nere Dio scaglia fulmini sulla valle. Da generazioni a Tires si tramanda la credenza che, suonando tempestivamente il “Toro di Cipro”, sia possibile scacciare un temporale in arrivo. Dal momento che le campane di una chiesa sono consacrate, il loro rintocco potrebbe allontanare il maltempo e il sagre­ stano doveva suonarle non appena scorgesse un fronte nuvoloso o temporalesco. Alcuni abitanti, giovani e meno giovani, ci credono ancora oggi e, così, anche quest’estate la sa­ grestana ha suonato il “Toro di Cipro” quando, a metà luglio, la pioggia minacciava di rovi­ nare la Cena del montanaro 2016 (lo straordi­ nario evento all’aperto a “Proa” con vista sul Catinaccio). A parte qualche goccia di benve­ nuto, organizzatori e ospiti sono fortunata­ mente rimasti all’asciutto, vedendo il tempo­ rale allontanarsi. «

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Un cuore e un’anima sola: Inga e Hannes Malfertheiner, coppia di gastronomi

Ospiti da amici Il piccolo ristorante di Hannes e Inga Malfertheiner è un trionfo di varietà che sostituisce la routine con la creatività. Da tempo ormai, il Mulino Furscher di Siusi allo Sciliar è uno degli indirizzi preferiti dai buongustai.

P Protetto da un imponente salice piangente e im­ merso tra prati verdi, al di sotto di Siusi sorge un piccolo mulino, idilliaco come un sogno. Il rio Freddo gorgoglia placidamente al suo fianco, mentre l’erba che abbraccia il laghetto dei pesci danza lieve nella fresca aria mattutina con il sole che si fa strada dietro Punta Santner nello scintil­ lante cielo blu. In questo meraviglioso regno Inga e Hannes Malfertheiner sembrano aver trovato la loro autentica dimora. E è in questo mulino per i cereali del 19° secolo, che dall’estate 2014 la cop­ pia di gastronomi accoglie gli ospiti. Dopo anni particolarmente impegnativi di “haute cuisine”, con il Mulino Furscher Inga e Hannes fanno rotta verso un’irrinunciabile pacatezza.

scettico i siti internet di viaggi come TripAdvisor o le guide gourmet. “Le nostre stelle sono gli ospiti. Uno di loro, che fa ritorno per l’ennesima volta, è una prova più significativa della visita di un cri­ tico gastronomico una volta all’anno”, è convinto Hannes. Ora, non accetterebbe più una stella. “Il lavoro in cucina è hardcore. Desidero offrire una certa qualità. Questa è e rimane una professione dura”, sottolinea. “Il nostro principale obiettivo è la fidelizzazione degli ospiti”, aggiunge Inga. Per dieci anni, la coppia ha gestito il Ristorante Sas­ segg a Siusi, ammaliando una rispettabile clien­ tela, anche senza stelle, e numerosi ospiti affezio­ nati sono rimasti al suo fianco, accompagnandola in questo nuovo cammino.

Hannes non ne fa mistero: per anni ha nutrito l’am­ bizione di ottenere un riconoscimento ufficiale per la sua cucina. “Un tempo, una stella avrebbe coronato i miei sforzi”, rivela, “ma sono rinsavito.” Oggi, questo talentuoso cuoco guarda con occhio

Ospiti da amici. Al Mulino Furscher, che fino a pochi anni fa veniva gestito dal proprietario Toni Schgaguler e dalla sua famiglia, per Hannes e Inga Malfertheiner è cominciata una nuova era. In que­ sto particolare ambiente, la coppia, che lavora in­ »

Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

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Mulino Furscher Il mulino per i cereali, tutt’oggi funzionante, risale a 150-200 anni fa. Edificato sul rio Freddo, in passato era principalmente la macina del Maso Furscher, utilizzata anche dagli agricoltori dei dintorni. Nel 1931, il mulino venne ristrutturato da Anton Schgaguler, zio di Toni Schgaguler (agricoltore e attuale proprietario), rimanendo in funzione fino alla metà del 1960. Dopo 35 anni di silenzio, nel 2003 Hildegard e Toni Schgaguler decisero di risanarlo e sostituire la turbina con una ruota idraulica in legno, riportandolo al passato.

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La fonte d’acqua, che ora alimenta anche il vicino laghetto dei pesci, è rimasta invariata. Ogni due settimane si macina prevalentemente il grano coltivato al Maso Zu Plun di San Valentino, al di sopra di Siusi, la cui farina viene poi trasformata dal forno locale Oberprantacher in delizioso pane. Il ristorante accoglie gli ospiti nel mulino stesso con piccoli tavoli disposti su tre livelli intorno alla macina, tra antiche mura che creano un’atmosfera particolarmente suggestiva.


L’idilliaco Mulino Furscher affascina soprattutto i buongustai.

sieme dal 1995 quando si è conosciuta a Zurigo, mette in pratica una nuova filosofia: il cuoco e la ristoratrice, infatti, gestiscono l’azienda da soli (lui in cucina, lei in sala). “Ogni giornata, è una grande sfida”, concordano entrambi. “Ma è stata una deci­ sione consapevole.” Ora, si sentono liberi di fare ciò che per loro è importante e nella maniera in cui lo considerano giusto. Nella piccola cucina e nello spazio ristretto del mulino non ci sarebbe comun­ que spazio per altri collaboratori. I sei tavoli, disposti su due piani e mezzo vicino alla ruota, possono accogliere al massimo 25-30 persone. In estate, gli ospiti vengono deliziati pre­ valentemente sulla nuova terrazza davanti all’e­ dificio. L’interno del mulino, decorato con gusto dall’abile Inga e impreziosito dai fiori del giar­ dino, affascina con la sua semplicità e molto le­ gno. “Il nostro menù è volutamente contenuto”,

spiega Hannes Malfertheiner, “e cambia ogni 1014 giorni.” L’offerta prevede sei pietanze accompa­ gnate da prodotti di stagione. “Mi lascio ispirare”, rivela il cuoco che definisce la sua cucina medi­ terraneo-alpina e senza vincoli. Hannes adora i grandi contrasti e le sorprese. “Preparo molto pesce”, ammette. Inoltre, per lui è importante il contatto diretto con gli agricoltori: se possibile, agnelli, capretti, vitelli e manzi provengono dai masi di Siusi e dintorni, mentre ortaggi, insalata, erbe aromatiche e fiori di zucca vengono coltivati nel giardino di mamma Gretl. I tanto amati sci­ roppi di ribes, menta, limone e zenzero li prepara Hannes in persona e anche il pane è fatto in casa, così come le confetture. Il cuoco ama creare all’in­ segna della varietà. “Ho bisogno di questo sti­ molo.” Numerosi clienti vorrebbero fare ritorno e non dover degustare sempre le medesime pie­ tanze, spiega. “Alcuni ospiti, però, restano delusi, »

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Intramontabile: l’interno dell’antico mulino

non trovando sul menù il piatto degustato la volta precedente”, aggiunge Inga (origi­ naria dello Schleswig-Holstein) con la sua particolare sfumatura linguistica, un mix di tedesco e dialetto altoatesino. Tutta­ via, spesso basta poco per ammaliarli con nuove ricette. La carta vini, anch’essa contenuta, è parti­ colarmente sfaccettata. “Abbiamo comin­ ciato con 3 bianchi e 3 rossi, ora sono arri­ vati entrambi a 30”, sorride Inga, esperta di nobili stille. “Quando un vino si sposa con le nostre pietanze, desideriamo po­ terlo offrire.” In sala, ma anche in cu­ cina, ha fatto suo il motto “semplicità e bontà”. Il Mulino Furscher non ha bisogno di fronzoli. Chi ha conosciuto Inga al Ri­ storante Sassegg, nota immediatamente che quest’antica macina le ha donato le radici che forse sognava da molto tempo. Qui, le giornate lavorative sono lunghe e numerosi ospiti domandano come rie­ scano a cavarsela solo in due, racconta Inga. Lunedì e martedì, il Mulino Furscher è chiuso e la coppia ne approfitta per in­ traprendere lunghe escursioni nel bo­ sco e “liberare la mente”. Il ristorante è aperto solo alla sera (eccetto la domenica e durante sei settimane a luglio e agosto, quando alle falde dello Sciliar è alta sta­ gione). A giugno e novembre, Hannes e Inga si godono un paio di settimane di va­ canza, scegliendo spesso mete lontane, in cui vivere nuove esperienze e scoprire tante novità. La maggior parte degli ospiti sono abi­ tanti locali, che conoscono e apprezzano l’arte culinaria di Hannes da tempo. Tro­ vare casualmente lo stretto sentiero di­ retto a quest’angolo di paradiso è quasi impossibile. I padroni di casa consigliano di prenotare tempestivamente un tavolo, dal momento che numerosi clienti sono sempre lieti di fare ritorno al Mulino Fur­ scher. «

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HOTEL VILLA MADONNA

ristorante

... e Buon Appetito!

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Foto: Moonlight/Armin Indio Mayr

Foto: Helmuth Rier

Foto: Helmuth Rier

Anteprima inverno 16/17

> Dicembre 2016

> 9 dicembre 2016 – 2 aprile 2017

> 15 gennaio 2017

> 10 febbraio 2017

Natale in montagna a Castelrotto

Sciare con gusto all’Alpe di Siusi

Il matrimonio contadino di Castelrotto

Alto Adige Moonlight Classic Alpe di Siusi

L’aroma di panpepato, cannella e vin brulé che aleggia nell’aria segna il ritorno dell’Avvento alle falde dello Sciliar. Il Mercatino di Natale di Castelrotto offre artigianato tradi­ zionale e dolci tipici, invitando a tra­ scorrere piacevoli momenti in com­ pagnia con una tazza di vin brulé sulle note del Natale. Il 9 e il 10 dicembre l’appuntamento è anche con i „Kastelruther Spat­ zen“, e le loro note musicali: l’ideale per favorire l’atmosfera di raccogli­ mento che precede il Natale.

Ski Experience sull’Alpe di Siusi per assaporare il più raffinato pia­ cere sugli sci. Durante una sciata mattutina con colazione in malga è possibile godersi la quiete e la par­ ticolare atmosfera creata dalla luce delle Dolomiti. In occasione della Febbre del Fondo dell’Alpe di Siusi gli appassionati di questo sport s’immergono nel candido paesaggio invernale mentre, durante un tour all’insegna del vino, gli intenditori possono degustare le più pregiate nobili stille dell’Alto Adige. Infine, una cena a lume di candela a base di specialità gastronomiche in un tradizionale rifugio rende perfetto l’inverno. Allettanti offerte fanno di ogni settimana bianca un’espe­ rienza indimenticabile, presentando il lato dinamico e gastronomico dell’Alpe di Siusi.

Lo spettacolo in costume più affa­ scinante dell’Alto Adige. Si tratta della ricostruzione storica di un matrimonio contadino, così come si celebrava un tempo ai piedi dello Sciliar. Il matrimonio contadino ha inizio a S. Valentino, luogo dal quale il corteo nuziale ci si incam­ mina con la slitta trainata dai cavalli splendidamente addobbata – nella più precisa osservanza dell’ordine da sempre seguito – e attraversa campi innevati per giungere fino a Castelrotto.

Nel 2017, la Moonlight Classic offre nuovamente a numerosi atleti e fan la possibilità di trascorrere momenti sensazionali con una com­ petizione notturna internazionale di sci di fondo alla luce delle fiaccole e al cospetto dello scenario invernale mozzafiato del più vasto altipiano d’Europa. I percorsi circolari di 30 e 15 km di lunghezza, con partenza e arrivo a Compatsch, prevedono esclusivamente lo stile classico. Questo spettacolare evento prende il via alle 20, ma l’area della parten­ za-traguardo è già gremita di spet­ tatori prima dell’inizio della gara, quando suonatori del corno delle Alpi e schioccatori di frusta creano una suggestiva atmosfera. www.moonlightclassic.info

Appuntamenti 8 – 11 dicembre 2016 16 – 18 dicembre 2016 23/24/26 dicembre 2016

> 10 dicembre 2016

Festival invernale per bambini con la Strega Nix L’avvio della stagione invernale 2016/17 sarà davvero folgorante, perché per la seconda volta l’Alpe di Siusi ospiterà il festival invernale per bambini, invitati dalla strega Nix, che provvederà a trasformali in maghi e fattucchiere. Vi aspetterà una giornata piena di intratteni­ mento, giochi e puro divertimento invernale! Sarà presente anche Peter Fill, star dello sci, che firmerà autografi e risponderà alle domande dei piccoli fan, lieto di posare per una foto insieme a loro.

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> 23 – 28 gennaio 2017

FIS Coppa del Mondo Slopestyle Snowboard & Freeski A fine gennaio, i migliori freestyler del mondo s’esibiscono in coreo­ grafie al limite del possibile su sci e snowboard. Le due Coppe del Mondo di Slopestyle, valide come qualificazione per le Olimpiadi 2018, hanno luogo presso l’Alpe di Siusi Snowpark. Lo slopestyle è la disciplina sportiva estrema più recente delle Olim­ piadi, inserita a partire da Sotchi 2014 e contraddistinta da percorsi con salti e ostacoli. I sei membri della giuria valutano i trick in base a creatività, difficoltà ed esecuzione oppure stile, mentre per quanto riguarda i salti contano l’altezza, l’ampiezza e l’atterraggio.

> 12 febbraio 2017

Torneo invernale di Golf all’Alpe di Siusi Un campo da golf total white, dove ci si può sfidare non passando tra una buca all’altra sul classico tap­ peto verde, ma muovendosi con destrezza su sci e snowboard. È il campo speciale che per un giorno attira tutti gli amanti della pallina bianca tra le Dolomiti per parte­ cipare al Torneo invernale di Golf all’Alpe di Siusi. Professionisti di questo elegante sport si destreg­ giano su bianchissimi fairways inne­ vati, godendo del panorama ad alta quota offerto dalle vette dello Sci­ liar e del Catinaccio. Si gioca su 9 buche che hanno una lunghezza tra i 61 e i 150 m.


Foto: SAM/Helmuth Rier

Foto: SAM/Helmuth Rier

Foto: IDM/Helmuth Rier

> 21 febbraio – 3 marzo 2017

> 12 marzo 2017

> 19 – 26 marzo 2017

> 26 marzo 2017

Avventure innevate in famiglia

Dolovino on Snow all’Alpe di Siusi

Swing on Snow Inverno Music Festival

Festival invernale per bambini con la Strega Nix

Come si costruisce un igloo? Cosa fanno gli agricoltori in inverno? Come sopravvivono gli animali nella neve? Le “Avventure innevate in famiglia” offrono a grandi e piccini queste e numerose altre risposte. Durante l’“igloo experience” i pic­ coli avventurieri possono immer­ gersi per qualche ora nel mondo dei popoli nordici, scoprendo i facili trucchi con cui sopravvivono nella natura. Alla ricerca delle tracce in Val Ciamin, i giovani naturali­ sti esplorano il bosco invernale, seguendo le orme di lepri, volpi e caprioli. “Cosa fanno gli agricol­ tori in inverno?”, invece, è il motto del terzo programma di avventure in famiglia. Nel centro visite del parco naturale, i bambini ammirano un’antica segheria veneziana in fun­ zione, apprendono come vengono intagliate le scandole e interessanti dettagli sull’apicoltura.

Dolovino on Snow invita a un tour di-vino attraverso l’Alpe di Siusi al motto “Eccellenti vini altoatesini ai piedi delle Dolomiti”. L’Alto Adige, infatti, non è solo un paradiso per gli amanti di sci e escursioni, ma anche un’area vitivinicola nota in tutto il mondo. Presso numerosi punti di ristoro i buongustai pos­ sono degustare nobili stille altoate­ sine, mentre nei rifugi dell’altipiano potranno lasciarsi ammaliare dalle specialità gastronomiche.

Dal 19 al 26 marzo 2017 va in scena sullo sfondo dei più spettacolari paesaggi dell’area vacanze Alpe di Siusi Swing on Snow, la travolgente manifestazione che invita sciatori, boardisti e amanti delle cime inne­ vate a destreggiarsi tra la neve a ritmo di pezzi folk, brani rock e le più eclettiche sperimentazioni musicali. Per 8 giorni, gruppi pro­ venienti dall’intero arco alpino si alternano in concerti dirompenti tra le location più suggestive dell’alti­ piano più grande d’Europa, dando vita a concerti open air per la gioia dei visitatori. Ritmi travolgenti e toccanti perva­ deranno al mattino le piste dell’Alpe per poi spostarsi nei rifugi e risto­ ranti a pranzo. A partire dalle ore 21, nei locali di Castelrotto, Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio saranno in programma “concerti after-hour”. www.swingonsnow.com

Alla fine della stagione invernale, l’Alpe di Siusi ospiterà il festival invernale per bambini, invitati dalla strega Nix, che provvederà a trasformali in maghi e fattucchiere. Il festival alla stazione a valle dell’ impianto Sanon sarà sicuramente divertente all’insegna dei giochi, con angolo del fai-da-te, caccia al tesoro, fantastica musica e numero­ se sorprese che faranno brillare gli occhi dei piccoli. Non mancheranno, inoltre, le opportunità per imparare a sciare o migliorare la tecnica. La strega Nix vi svelerà anche interessanti trucchi per la sicurezza sulla neve.

> 18 marzo 2017

Berglertafel invernale a Tires al Catinaccio Nel 2017, la leggendaria Bergler­ tafel (cena del montanaro) di Tires al Catinaccio ha luogo per la prima volta anche in inverno. Dopo una passeggiata con le ciaspole, immersa nel tradizionale paesaggio invernale incontaminato, che offre a principianti e esperti la possibilità di esplorare le Dolomiti e, nel con­ tempo, scoprire quali ciaspole sod­ disfano al meglio le loro esigenze, ci si può scambiare opinioni durante il flying buffet, assaporando una zuppa calda o un vin brulé. Come per la Berglertafel estiva, anche il flying buffet dell’edizione invernale offre ai partecipanti specialità tradi­ zionali reinterpretate: un’autentica gioia per il palato e per gli occhi, grazie al panorama sul rosseggiante Catinaccio al tramonto, per conclu­ dere la giornata in bellezza.

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Foto: Moonlight/Armin Indio Mayr

Foto: IDM/Helmuth Rier

Foto: Moonlight/Armin Indio Mayr

Anteprima estate 2017

> 1 maggio – 28 giugno 2017

> 9 - 11 giugno 2017

> 2 luglio 2017

> 8 luglio 2017

Alto Adige Balance

Cavalcata Oswald von Wolkenstein

Mezza Maratona Alpe di Siusi

Sky Marathon Catinaccio-Sciliar

Un tuffo nell’atmosfera cavalleresca, tra stendardi e vessilli, aste puntate al vento e indomiti cavalieri pronti a sfidarsi in groppa ai loro destrieri in prove rocambolesche. È un mix coin­ volgente di tradizione medievale, folclore e sport equestre la Cavalcata Oswald von Wolkenstein, dedicata al celebre cantore e poeta del XIV-XV secolo, in un percorso a tappe che ripercorre la sua vita leggenda­ ria negli scenari incantati dell’area vacanze Alpe di Siusi. Tra le Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO), dal 9 all’11 giugno 2017, torna la grande manifestazione ai piedi dello Sciliar. A sfidarsi tra le incitazioni della folla, 36 squadre di cavalieri in abiti tradi­ zionali che si destreggeranno in 4 tornei ai limiti del possibile. La presentazione delle squadre par­ tecipanti e la grande festa si ter­ ranno nella località di Siusi. www.ovwritt.com

Sono 21,0975 i km della Mezza Maratona Alpe di Siusi, l’avvincente gara di corsa ad alta quota, che vede un massimo di 700 atleti ed appassionati correre sui saliscendi dolomitici il 2 luglio 2017. Si tratta della quinta edizione di una entu­ siasmante sfida che negli anni pre­ cedenti ha visto tanti maratoneti e amanti dello sport raggiungere l’a­ rea vacanze Alpe di Siusi, per vivere l’adrenalina della competizione. Lo scenario è davvero unico, inoltre il percorso si inerpica su un dislivello di 601 metri, raggiungendo i 2.200 metri nel suo punto più alto. running.seiseralm.it

A Tires al Catinaccio, immersa nel magnifico scenario delle Dolomiti, dichiarate dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, ha luogo una mara­ tona alpina con una lunghezza di 45 km e un dislivello di circa 3.000 m: la Sky Marathon Catinaccio-Sci­ liar. Questa sfida montana parte da Tires, gira intorno al massiccio del Catinaccio e, attraversando Sciliar e Monte Cavone, fa ritorno alla linea di partenza. Il punto più in quota della maratona attende gli atleti a Passo Principe, a 2.630 m d’altitudine. www.skymarathontiers.it

Quando la natura si ridesta, aumenta la voglia di dinamicità all’aperto, che spinge molte persone ad immergersi nell’aria primaverile. “Una primavera attiva e sana” è il motto di Alto Adige Balance: i più variegati eventi e workshop relativi a salute, equilibrio, alimentazione sana, allenamento corretto per la corsa ed equipaggiamento, infatti, sono ideali per dare inizio alla nuova stagione podistica ed escur­ sionistica. > Maggio – luglio 2017

Escursioni per gli amanti dei fiori Nel territorio dello Sciliar nel corso dell’anno si possono trovare oltre 790 piante da fiore e felci dai più diversi aspetti e di diversa prove­ nienza. Sui prati delle malghe, sui pascoli e sui ghiaioni spuntano tipici fiori alpini e molte altre rarità bota­ niche. Nel corso dell’anno l’Ufficio Parchi Naturali organizza in collabo­ razione con le associazioni turisti­ che dei comuni del Parco Naturale circa 30 escursioni guidate con l’e­ sperto escursionista e naturalista Riccardo Insam.

48 ALPE | Inverno

> Luglio – agosto 2017

Summer Classics di Siusi allo Sciliar Agli appassionati di musica classica, Siusi propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti. Arti­ sti italiani con alle spalle esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. Con il suo alto livello, la “Summer Clas­ sics” è da tempo parte integrante del programma culturale estivo pro­ posto, ai piedi dello Sciliar, ad un pubblico estasiato di residenti e villeggianti.


Foto: Kuchlkastl/Anneliese Kompatscher

Foto: SIMF/Fotolia

Foto: IDM/Helmuth Rier

> 20 luglio 2017

> Luglio – settembre 2017

> Luglio 2017

>1 – 31 ottobre 2017

Berglertafel

Estate in famiglia

40° Dispensa di Fiè

La Cena del montanaro (Berglerta­ fel) offre un menù per buongustai di cinque portate con tipiche ricette di Tires e vista panoramica al cospetto dello scenario leggendario di Proa, un alpeggio affacciato sul Catinac­ cio. Non esistono altri belvedere a Tires al Catinaccio, da cui ammi­ rare meglio il regno di Re Laurino e il noto fenomeno dell’enrosadira, accompagnato da favolose specialità gastronomiche. La tavolata di oltre 100 m accoglie 160 buongustai, che potranno godersi il menù e il pano­ rama sul Catinaccio.

In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso magico per i bambini: in occasione del Dolomiti Ranger grandi e piccoli detective scoprono lo spazio vitale degli animali nel bosco e attorno l‘acqua, osservano gli animali notturni, costruiscono un hotel per insetti e si immergono nel biotopo acquatico. Assieme alla strega Martha, grandi e piccini vanno sulle tracce di stre­ ghe e stregoni. Si può scegliere tra una passeggiata notturna tra fate e folletti assieme alla strega Mar­ tha, creare delle streghette d’erbe oppure ricercare magici simboli; lo spasso e il mistero sono garantiti. Coloro che invece preferiscono esplorare la vita di un maso lo pos­ sono fare con il programma “Un universo in fattoria”. Oltre vedere da vicino mucche e cavalli le fami­ glie scopriranno anche come il grano viene trasformato in farina e la farina in pane.

Semper Music International Festival

> Luglio – agosto 2017

Silenzi d‘Alpe Quest’incontro culturale immerso in magici paesaggi e incantevoli sce­ nari circondati dalle cime dolomiti­ che offre la possibilità di ascoltare la voce della quiete e seguire le orme della natura, delle tradizioni e dei racconti che aleggiano sull’Alpe di Siusi. Il programma di Silenzi d’Alpe prevede escursioni, concerti e con­ ferenze. www.silenzidalpe.it

Il Semper Music International Festival offre l’insolita possibilità di ascoltare concerti di musicisti di fama mondiale nell’area vacanze Alpe di Siusi. Il programma del festi­ val prevede anche quest’anno, oltre al concorso internazionale, corsi di approfondimento e workshop, circa 35 concerti pomeridiani e serali, a cui parteciperanno riconosciuti pro­ fessori di musica e giovani artisti provenienti dall’America del Nord e del Sud, dall’Asia e dall’Europa. Tutti i concerti, i corsi e i workshop sono aperti gratuitamente. www.schlernmusicfestival.eu

Da 40 anni, la Dispensa di Fiè è l’evento gastronomico autunnale per eccellenza nell’area vacanze Alpe di Siusi. I ristoratori e gli alber­ gatori di Fiè allo Sciliar invitano all’”ottobre gastronomico”, realiz­ zando i desideri d’ogni buongustaio e amante delle specialità autoc­ tone. Questi artisti dei fornelli cre­ ano con raffinatezza pietanze origi­ nali, al motto “Antiche ricette rein­ terpretate e servite con amore”. www.voelserkuchlkastl.com > 6 – 8 ottobre 2017

Festa dei Kastelruther Spatzen La tradizione ha un nome. 33 anni di “Festa dei Kastelruther Spatzen”: l’occasione per festeggiare è ancora più grande, fra migliaia di fan radu­ nati sotto il grande tendone di Castelrotto. Un’emozione davvero senza eguali.

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Foto: SAM/Helmuth Rier

Visto & sentito

Giro d’Italia. Il 22 maggio 2016 l’Alpe di Siusi si è trasformata nella roccaforte dei ciclisti e dei loro fan con 25.000 spettatori che fiancheggiavano i 10,8 km del percorso, acclamando le loro star. La 15ª tappa del Giro d’Italia ha sfidato i partecipanti di questa leggendaria competizione con un’emozionante ascensione cronometrata da Castelrotto a Compatsch, vinta dal giovane russo Alexander Foliforov, mentre Vincenzo Nibali, vincitore del giro, si è aggiudicato il 25° posto.

Foto: SAM

Summer Festival a Castel Prösels Ad agosto, mistico flamenco, travolgente jazz e blues da gospel riecheggiavano tra le mura storiche di Castel Prösels. In occasione del primo Summer Festival, il duo spagnolo di chitarre Cafe del Mundo, la vocalist Stefanie Boltz & Band e non da ultimo il gruppo Quadro Nuevo hanno ammaliato gli spettatori. Il viaggio musicale continua il prossimo anno, alla scoperta di mondi mistici che risvegliano la gioia di vivere della Dolce Vita.

Durante un’escursione al Wuhnleger e un picnic, Reinhold Messner ha raccontato le sue esperienze sulle cime di tutto il mondo, il lungometraggio-documentario “Still Alive?” e la morte dell’impossibile. Ai partecipanti del tour, che ha luogo una volta all’anno a Tires al Catinaccio, l’alpinista estremo ha rivelato come immergersi completamente in ciò che si fa, così da rendere superflua la domanda “perché”. COLOFONE. ALPE: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. Editore: Alpe di Siusi Marketing, 39050 Fiè allo Sciliar, Via del Paese, 15, Tel. 0471 709 600, Fax 0471 704 199, info@alpedisiusi.info, www.seiseralm.it. Direttore responsabile: Elisabeth Augustin Redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Sabine Funk, Barbara Pichler Rier, Katja Sanin, Michaela Baur, Daniela Kremer, Romina Glira e F-Tech; Traduzioni: Studio Bonetti & Peroni. Pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. Impaginazione: Komma Graphik. Stampa: Litopat.

50 ALPE | Inverno

Foto: Castel Prösels/Mike Meyer

In cammino con Reinhold Messner


UN Par adiso ter r estr e „Sorgenti delle streghe“

Il percor so d’avventur a per tutta la famiglia … e dopo accomodar si in una delle rusticali stuben nella Baita Tirler

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