Inverno 2017/18
ALPE Alpe di Siusi Magazine
CASTELROTTO · SIUSI ALLO SCILIAR · FIÈ ALLO SCILIAR · ALPE DI SIUSI · TIRES AL CATINACCIO
Alpe di Siusi Snowpark Sport e stile di vita con potenziale di divertimento
Bisogna farsi coraggio Peter Fill, sciatore professionale di Castelrotto
Cavoli e rape Coltivare ortaggi a 1.200 m
L’Alto Adige cerca sciatori con gusto. L’Alto Adige cerca te.
In Alto Adige puoi risvegliare i tuoi sensi. Vieni a scoprire gli oltre 1.000 km di piste mozzafiato immerse nei magnifici paesaggi alpini, e dopo una lunga giornata, potrai rilassarti nei nostri alberghi a conduzione familiare, dove sapremo accoglierti con un’attenzione particolare e coccolarti con le squisite specialità del luogo. www.suedtirol.info/sciatoricongusto
Foto: SAM/Manuel Knottensteger
Editoriale & Sommario
Cari ospiti! Magie invernali e natalizie, cultura e specialità culinarie: dallo sci allo snowboard, dalle passeggiate con le ciaspole allo sci di fondo e non per ultimo fare parapendio invernale nelle Dolomiti e pattinare al Laghetto di Fiè, lasciarsi semplicemente coccolare – nell’area vacanze Alpe di Siusi la fantasia non ha limiti. Tutto è possibile e dimenticherete ben presto la quotidianità. Nelle pagine seguenti troverete vari suggerimenti che vi porteranno a sognare un po’.
con cui vengono ricompensati nell’Alpe di Siusi Snowpark.
località preferite dell’area vacanze Alpe di Siusi.
Per rifocillarsi al termine di un’emozionante giornata invernale sulle piste dell’Alpe di Siusi, niente è meglio dei crauti, tradizionale ricetta altoatesina per antonomasia. Da un vigoroso contorno a un dolce consiglio natalizio per i buongustai di ogni età: lasciarsi pervadere dall’irresistibile aroma delle Zimtblattln (sfoglie alla cannella).
Quest’edizione punta i riflettori sul simpatico Peter Fill, di Castelrotto, che racconta dei suoi successi di sciatore professionista, delle sensazioni alla linea di partenza e del suo ruolo di padre. La sua carriera ha avuto inizio nell’area sciistica Alpe di Siusi, dove numerosi atleti di sci di fondo e biathlon effettuano i loro allenamenti ad alta quota. Training impegnativi e tanta ambizione sono richiesti anche dallo slopestyle, disciplina sportiva estrema, i cui esperti non dimenticano mai il divertimento
Per poi proseguire con il resoconto di una magnifica giornata in una delle ultime scuole pluriclasse della provincia: le elementari di Sant’Osvaldo.
L’ALPE magazine vorrebbe anche farvi da guida, nel corso della vostra vacanza. Oltre a fornirvi informazioni importanti riguardo a servizi pubblici, vi dirà quali sono i ristoranti, le osterie e i punti di ritrovo migliori e le possibilità di shopping. Il magazine contiene inoltre un programma dettagliato delle numerose manifestazioni e degli eventi clou culturali e mondani. Perché non partecipare e godersi dei momenti piacevoli in compagnia?
La spiccata consapevolezza di questa regione turistica si palesa con il costume folcloristico di Castelrotto, quasi immutato da secoli. E l’affetto per l’Alto Adige contraddistingue anche Birgit Nössing, moderatrice appassionata di sport, che rivela i pro e i contro della professione dei suoi sogni, così come le sue
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Divertimento per bambini sull’Alpe di Siusi Pagina 6
Un salto nel sole della sera: Alpe di Siusi Snowpark Pagina 12
Campione di sci Peter Fill: Bisogna farsi coraggio Pagina 18
Intervista al medico dello sport Kai Schenk Pagina 24
Moderatrice Birgit Nössing Pagina 30
Christoph Gasser parla del costume folcloristico di Castelrotto Pagina 34
La scuola pluriclasse a Sant’Osvaldo
Vi auguriamo un meraviglioso, indimenticabile soggiorno, fatto di momenti piacevoli e di riposo.
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Eduard Tröbinger Scherlin Presidente per Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar, Alpe di Siusi e Tires al Catinaccio.
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Coltivare ortaggi a 1.200 m Pagina 42
Biscotti di Natale: “Zimtblattln” Highlights inverno 2017/18 Pagina 48
Anteprima estate 2018 Pagina 50
Visto & sentito
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Orientata ai bambini, emozionante e incantevole… … ecco l’Alpe di Siusi! In lontananza si sentono le allegre risate dei piccoli, che si divertono sul più vasto altipiano d’Europa, scendendo dalle piste con sci, snowboard e slittini oppure osando audaci trick nell’Alpe di Siusi Snowpark. Il candido paesaggio invernale e le Dolomiti innevate, che si stagliano all’orizzonte, creano lo scenario perfetto per un pupazzo o una battaglia a palle di neve. Infine, il momento clou per i piccoli ospiti del comprensorio: il Giro sciistico delle streghe con le sue incantevoli leggende rese speciali da divertimento e azione sull’Alpe di Siusi.
Testo: Denise Frötscher Foto: Helmuth Rier
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Un salto nel sole della sera Le acrobazie sulla neve, che sembrano uno spensierato gioco da ragazzi, sono in realtà il risultato di anni di costanti allenamenti. Lo sport e lo stile di vita dei freestyler, però, sono contraddistinti da un elevato potenziale di divertimento.
D Testo: Sabine Funk Foto: Helmuth Rier
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Durante la corsa con la Cabinovia Alpe di Siusi si scorgono in lontananza le onde pronunciate di un paesaggio modellato in maniera bizzarra, che non può essere opera della natura: l’Alpe di Siusi Snowpark, il cuore invernale dell’altipiano. Inaugurato nel 2001, questo impianto si è già aggiudicato numerosi premi e, nel 2017, la costosa struttura della seggiovia Laurin è stata dichiarata per la quarta volta consecutiva “Migliore snowpark d’Italia”, oltre a essere annoverata nella top 10 europea. A marzo 2018, questo parco
sarà il palcoscenico di due Coppe del Mondo di slopestyle, attirando i migliori freestyler internazionali. Inoltre, grazie a numerosi “shaper”, che lo tengono sempre in perfetta forma, è la sede ufficiale d’allenamento delle nazionali italiane di sci e snowboard freestyle.
Abbiamo un appuntamento con Filippo Kratter, allenatore del team di snowboard, che nel 2004 ha concluso la sua carriera da professionista e, dal 2014, assiste la nazionale italiana durante il
“Sunset shoot”. È quasi aprile e il sole primaverile, basso all’orizzonte, immerge lo snowpark in una luce dorata. Al termine della stagione, alcuni professionisti si riuniscono con i loro amici, scegliendo la magica luce e lo Sciliar ancora innevato come suggestivo sfondo di una sessione fotografica. Due shaper, abbronzati dal sole invernale e con variopinti occhiali da sole in legno con lenti specchiate, profilano accuratamente gli spigoli degli obstacle. La motoslitta è pronta e il gruppo di giovani, quasi tutti con la barba, sembra essere
di ottimo umore. Anziché tute aerodinamiche da gara, spiccano T-shirt con stampe variopinte, camicie a quadri e ampi pantaloni da sci. Salti, trick e manovre acrobatiche vengono praticati senza sosta, verificando immediatamente se sono rimasti impressi in una fotografia spettacolare. Presso il bar sottostante, invece, una birra o un “Monte” si contende un acquirente. Il pacato edonismo, peculiarità di questo sport, fa parte della moderna auto-esibizione di una
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I freestyler italiani, incluso Loris Framarin (il secondo da sinistra), perfezioneranno i loro trick sull’Alpe di Siusi anche nell’inverno 2017/18.
> 12 – 17 marzo 2018
FIS Coppa del Mondo Slopestyle Snowboard & Freeski
disciplina trendy ed estrema? “È una domanda interessante”, afferma Filippo Kratter. “Credo che il freestyle sia uno sport contraddistinto dal divertimento, se paragonato con altri da competizione. Si tratta, però, di un divertimento nato da ciò che si fa e non dalla mancanza di serietà o ambizione. La nostra stagione dura nove mesi e, in estate, i giovani sono impegnati con allenamenti altrettanto intensi per mantenersi
dedicarsi allo sport da competizione. “Questi pregiudizi forse valgono per i freestyler mediocri o amatoriali, ma non per chi gareggia ad alti livelli. Il fumo è out of limits e, naturalmente, bisogna curare la propria alimentazione. Non credo che siamo così rigorosi come gli atleti degli sport estremi di resistenza; talvolta, al termine di una competizione ci concediamo qualche festeggiamento, se il programma d’allenamento lo
A marzo, i migliori freestyler del mondo s’esibiscono in coreografie al limite del possibile su sci e snowboard. Le due Coppe del Mondo di Slopestyle hanno luogo presso l’Alpe di Siusi Snowpark. Lo slopestyle è la disciplina sportiva estrema più recente delle Olimpiadi, inserita a partire da Sotchi 2014 e contraddistinta da percorsi con salti e ostacoli. I sei membri della giuria valutano i trick in base a creatività, difficoltà ed esecuzione oppure stile, mentre per quanto riguarda i salti contano l’altezza, l’ampiezza e l’atterraggio.
PROGRAMMA Lun, 12 marzo 2018 Allenamento
Terminata la carriera da professionista, Filippo Kratter ha cominciato ad allenare la nazionale italiana.
Mar, 13 marzo 2018 Allenamento Mer, 14 marzo 2018 Qualificazione Gio, 15 marzo 2018 Qualificazione Ven, 16 marzo 2018 Corsa finale Sab, 17 marzo 2018 Corsa finale www.seiseralm.it/worldcup
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in forma. Qui, tutti danno il massimo 365 giorni all’anno. Secondo me, ci contraddistingue il fatto che non dimentichiamo mai completamente perché abbiamo cominciato e cioè perché il freestyle ci diverte moltissimo”, racconta Filippo. Il “Sunset shoot” è una specie di party conclusivo, un momento spensierato al termine di una lunga stagione. Numerosi sportivi sono amici del team e, durante questo pomeriggio, celebrano con i giovani professionisti la loro passione comune. Il solito cliché del freestyler, ovvero un tipo troppo easy, infastidisce un po’ alcuni professionisti. Loris Framarin, originario della Valle d’Aosta, è un giovane atleta che non ha tardato molto a
consente. La peculiarità migliore del freestyle, però, è la possibilità di esprimere noi stessi con i trick, che più ci stanno a cuore, conferendo al tutto uno stile personale. È questa l’immagine di libertà, che desidero trasmettere agli spettatori.” Lo scorso anno, Loris ha partecipato alla Coppa Europa, aggiudicandosi alcuni podi. Le sue ambizioni sono grandi: il suo obiettivo attuale è quello d’inserire nel suo repertorio alcuni trick che possano fargli ottenere punti per la Coppa del Mondo. Non a torto queste discipline, le ultime degli sport invernali a diventare olimpiche (solo nel 2014), appartengono agli sport estremi. Dietro sfuggenti anglicismi e criptici con-
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I trick dei freestyler richiedono numerose esercitazioni e un eccellente dominio del proprio corpo.
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cetti tecnici come kicker, jump, rail, grab, grind, flip, spin o backside 1440 triple cork si celano acrobazie da vertigini e un dominio mozzafiato del proprio corpo: abilità che sembrano un disinvolto gioco da ragazzi. L’ Alpe di Siusi Snowpark accoglie strutture di ogni grado di difficoltà, ma lo si può davvero consigliare a un intrepido amatoriale? Filippo Kratter è sicuro: “Il freestyle non è pericoloso, se lo si pratica con intelligenza. Si devono conoscere i propri limiti fisici e fare un passo alla volta, affiancati da un esperto che illustri le basi di questa disciplina. Per divertirsi, non è necessario fare salti di 20 m, né affrontare un handrail di 20 step: una piccola rotazione sul lato della slope è sufficiente per cominciare e sentirsi un vero professionista”, rivela Filippo. “Partite dal piccolo e date vita al vostro percorso: così, eviterete le lesioni e il divertimento non finirà mai!”, sottolinea il professionista. “Poi, senza volerlo, si diventa dipendenti”, conferma Loris Framarin. “Si tenta un salto un paio di volte e poi si progredisce costantemente, con il desiderio d’imparare sempre qualcosa di nuovo. Il segreto, per raggiungere i propri traguardi in questo sport un po’ pericoloso, è superarsi costantemente, rispettando il ritmo giusto.”
L’Alpe di Siusi Snowpark ammalia professionisti e neofiti con le sue perfette forme ricreate ogni giorno.
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L’Alpe di Siusi Snowpark sarà la seconda casa del team anche durante l’inverno 2017/18. Loris non sta più nella pelle: “È stato magnifico allenarsi qui durante le ultime due stagioni e la successiva mi riempie già di gioia. Ogni giorno, il parco è in perfetta forma, i salti sono alti ma facili da realizzare e il JIB park è semplicemente stupendo. Si tratta di un luogo particolarmente suggestivo, soprattutto grazie al panorama sullo Sciliar e sulle cime circostanti.” Una vista che ha affascinato anche Filippo. Durante la prossima stagione, oltre all’allenamento per la Coppa Europa e la Coppa del Mondo, si staglia all’orizzonte un altro grande traguardo: le Olimpiadi in Corea. Le qualificazioni terminano a gennaio e, fin’ ad allora, il team dovrà sottoporsi a un intenso training. La visita dello snowpark ammalia sempre i visitatori e gli acrobati più ambiziosi, non solo quando ospita la Coppa del Mondo. «
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Fin da giovani, Manuela e Peter affrontano insieme la vita, nel bene e nel male.
Bisogna farsi coraggio “È un’immensa fortuna avere l’intera pista tutta per sé.” Peter Fill, sciatore di calibro mondiale di Castelrotto, parla di coraggio, soddisfazione e delle sensazioni che lo pervadono dietro la linea di partenza.
I Il piccolo Leon “rapisce” il padre che, giunto a casa, può finalmente condividere momenti con lui, poiché durante la stagione di gara non gli rimane molto tempo per farlo. Anche Noah (di circa due anni più giovane) gioca in giardino, godendosi le attenzioni di Peter, mentre mamma Manuela prepara la cena nella cucina della loro villetta a S. Valentino. Questo è uno di quei momenti speciali, in cui Peter Fill sente di essere arrivato. Fin da piccolo, aveva un obiettivo chiaro: “Desideravo una famiglia e una casa.” E questo abitante di Castelrotto ha sempre dato la massima priorità al suo sogno. Il grande successo come sciatore si potrebbe definire un extra; benvenuto, certo, ma per cui ha lavorato duramente.
Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier
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Il giorno in cui Leon ha compiuto due anni, il 23 gennaio 2016, Peter Fill ha vinto la leggendaria discesa Hahnenkamm a Kitzbühel: un evento sorprendente anche per lui, che da anni era sempre tra i primi. Quelle immagini sono indimenticabili, poiché Peter è uno dei pochi sciatori in grado di dare libero sfogo alla sua gioia, lasciandovi partecipare il pubblico. Oltre a Dominik Paris della Val d’Ultimo e Christof Innerhofer della Val Pusteria,
con lui nel team, anche Peter è noto per rilasciare interviste televisive in dialetto altoatesino. “Parlo la mia lingua materna”, afferma, “che mi esce dal cuore.” Le emittenti e gli spettatori lo apprezzano. “L’Alto Adige, così, acquisisce simpatia, poiché è una regione turistica dall’immagine positiva”, ritiene Peter. Gli sportivi invernali altoatesini, ambasciatori locali senza pretese, riescono sempre a entusiasmare il pubblico per le loro performance e la loro terra. Al termine della stagione 2015/2016, Fill è stato il primo sciatore del team italiano a vincere la Coppa del Mondo di discesa libera. Nuovamente in perfetta forma, durante la finale ad Aspen della stagione successiva, questo cittadino di Castelrotto si è lasciato alle spalle il norvegese Kjetil Jansrud, aggiudicandosi la sfera di cristallo per la seconda volta consecutiva, dopo un’elettrizzante discesa libera. Nel 2017, Dominik Paris ha vinto la gara di Coppa del Mondo ad Aspen, mentre Peter Fill è arrivato secondo ed entrambi hanno gioito insieme per i loro successi. “È stato un momento magnifico”, ricorda Peter. “In ogni gara, si lotta gli uni contro gli altri, ma poi si festeggia insieme.” »
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mento estivo con i colleghi della squadra italiana di discesa e super G (“Aumenta la competitività.”), Peter si prepara da solo con i suoi allenatori. La star di Castelrotto rinuncia a un mental coach. “Come spesso accade nella vita, molte cose le devi scoprire da solo”, rivela. “S’impara a gestire le sconfitte e a rialzarsi con le vittorie. I successi possono venire da un giorno all’al- »
Peter Fill: in pista, un osso duro e, a casa, un amorevole padre di famiglia.
Foto: Pentaphoto/Alessandro Trovati
Sebbene, al traguardo, dia sempre la sensazione di vivere forti emozioni, Peter non perde facilmente la calma. “Può essere una caratteristica positiva, ma anche negativa”, afferma. “Spesso, sono troppo buono e forse eccessivamente disponibile.” Ciononostante, nel mondo dello sci segue il suo cammino con molta grinta e disciplina. Fatta eccezione per un mese di allena-
Peter Fill Nato il 12 novembre 1982 a Bressanone, è cresciuto a Castelrotto. Nel 2015, si è sposato con Manuela Pittschieler, da cui ha avuto due figli, Leon (3 anni) e Noah (1 anno), e con cui vive a S. Valentino/Castelrotto. Per anni, lo sciatore si è dedi-
cato al calcio e, nel tempo libero, ama giocare a golf. Fill è spesso ospite d’onore presso lo stadio della Juventus (Torino), la sua squadra del cuore. Nel suo medagliere spiccano 20 podi e 3 gare di
Coppa del Mondo, così come 2 medaglie ai Mondiali (2009, argento nel super G e, 2011, bronzo nella supercombinata). Durante le stagioni sciistiche 2015/2016 e 2016/2017, si è aggiudicato la Coppa del Mondo di discesa libera. I suoi principali
modelli sono Marc Girardelli e Lasse Kjus. Peter Fill, che parla tedesco, italiano e inglese, appartiene al gruppo sportivo dei Carabinieri ed è il cugino di Denise Karbon, ex sciatrice di Castelrotto di fama mondiale.
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Nel 2016 e 2017, Peter Fill, di Castelrotto, si è aggiudicato l’ambita sfera di cristallo, vincendo la Coppa del Mondo di discesa libera.
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tro, proprio come i fallimenti.” Nello sport tutto è più estremo, ma Peter ha sempre creduto in se stesso e la sua famiglia, primo fra tutti il padre Luis, lo supporta. “Mia moglie Manuela è al mio fianco e mi dà forza da quando ho 19 anni. Spesso, assiste anche alle competizioni”, racconta l’atleta. Sua madre Luzia, invece, non riesce a vedere la gara né a bordo pista, né in televisione, e non c’è da stupirsi, considerando che la velocità media di una discesa libera è di oltre 100 km/h. La mamma di Peter soffre ancora per la spettacolare caduta del gennaio 2013, quando questo ragazzo di 85 kg ha avuto un incidente sulla pista Streif a Kitzbühel nell’uscita del ripido pendio, sfrecciando a tutta velocità contro la sponda e rimbalzando indietro. Anche in quell’occasione, grazie al suo angelo custode, se l’è cavata solo con qualche contusione.
“Dev’essere presente in ogni gara, altrimenti è impossibile concentrarsi. È necessario imparare a gestire lo stress”, rivela la star dello sci. Come ci si sente alla linea di partenza? “Poter scendere mi dona sempre un’immensa gioia”, afferma Peter Fill. “Immagina di trovarti in cima alla pista, sapendo di averla tutta per te e potendo dimostrare di cosa sei capace. È un grande privilegio. Durante una gara sei estremamente focalizzato, pensi metro per metro e devi concentrarti completamente su te stesso. Solo quando raggiungi il traguardo, ti accorgi dell’esistenza di numerosi spettatori.”
“Una competizione è 50% testa e 50% preparazione atletica”, spiega lo sciatore. Entrambe devono essere comprese nel pacchetto. “Ma poi, lassù, è la testa a fare la differenza, poiché tutti gli atleti sono perfettamente allenati. Inoltre, sebbene non sia tutto, è importante anche la fortuna: il numero di partenza, la salute e le condizioni meteorologiche, così come gli sci giusti, l’assenza di errori, ecc.”, è convinto Peter. Fortunatamente (nel peggiore dei casi, sfortunatamente) entra in gioco anche l’emozione.
Infine, oltre a numerose e allettanti discese di Coppa del Mondo, Peter Fill ha ancora un traguardo particolarmente importante da raggiungere: i Giochi olimpici invernali 2018 di Pyeongchang, in Corea del Sud. L’oro alle Olimpiadi avrebbe la medesima importanza di una sfera di cristallo e coronerebbe la sua straordinaria carriera. “Per due anni sono stato il migliore discesista e avrei meritato una medaglia”, afferma l’atleta di Castelrotto, in via del tutto eccezionale con meno modestia del solito. «
Di quanto coraggio si ha bisogno, per affrontare ad alta velocità una pista da discesa? “Sembra che ne serva molto”, spiega Peter. “Ma lo faccio da tutta la vita. Su certe piste è necessario farsi coraggio, ma se si sa ciò che si vuole e si ha un obiettivo, non tarda ad arrivare; diventa più difficile, quando si è abbattuti.” Il coraggio di Peter sembra avere ricevuto un impulso con la nascita dei suoi due figli. “A dire il vero, non volevo avere figli, finché avessi partecipato alle gare”, chiarisce. “Temevo che la responsabilità mi frenasse, ma è stato proprio il contrario”, racconta il giovane padre di famiglia. “Forse la soddisfazione mi mette le ali.” Tecnicamente è sempre stato rapido, ma da quando si è sposato lo è diventato di più anche nei tratti meno ripidi. “La situazione familiare mi ha reso più felice, consentendomi di raggiungere maggiori successi”, rivela Peter. “Ma basta bruciarsi una volta per non giocare più con il fuoco.” Per quanto tempo ancora parteciperà alla Coppa del Mondo di sci è un interrogativo che sembra preoccupare più i mass media che Peter. “Ho 35 anni e mi sento in perfetta forma”, sottolinea. “Non penso ancora di ritirarmi. Se lasci spazio a certe riflessioni, la tua dedizione ne risente.”
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L’americana Jessie Diggins, 6ª nella Coppa del Mondo generale 2016/17, durante l’interval training sull’Alpe di Siusi.
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Lo sport professionistico è ormai impensabile senza gli allenamenti ad alta quota.
Miti e verità dell’allenamento ad alta quota Numerosi atleti di spicco si allenano ad alta quota sull’Alpe di Siusi, il più vasto altipiano d’Europa. Kai Schenk, medico dello sport, illustra gli aspetti fisiologici e i limiti di questo metodo.
I In estate e inverno, sull’Alpe di Siusi, gli appassionati di escursioni e sci di fondo vengono sempre circondati da gruppi di persone dinamiche con variopinte tute da gara e un ritmo quasi irreale. I dubbi sulla propria preparazione fisica sono inopportuni, poiché molto probabilmente si tratta dei migliori sciatori di fondo della scena internazionale. Infatti, un programma di allenamento delle rose nazionali del fondo e del biathlon, che non includa numerose settimane di training ad alta quota, sembra ormai impensabile. Alcune star, invece, si allenano in camere ipossiche o simulando altitudini che raggiungono i 2.800 m;
metodi che in alcuni paesi oltrepassano la sottile linea del doping tecnico. Chi desidera trarre legalmente vantaggio dalla migliore tollerabilità allo sforzo, derivata dalle sessioni di allenamento a un’altitudine compresa tra 1.800 e 2.500 m, sceglie ad esempio l’Alpe di Siusi. Più volte all’anno, l’altipiano ospita i fondisti norvegesi e svedesi, così come il team americano che, a febbraio, “si rigenera” sempre dopo gli strapazzi del Tour de Ski e si prepara per le successive sfide su questi assolati tracciati. ALPE ha parlato di miti e certezze con il dott. Kai Schenk, medico dello sport presso la Dolomiti Sportclinic.
ALPE: L’allenamento ad alta quota è una scelta astuta, ma i suoi effetti sono dimostrati dalla medicina sportiva oppure solo un mito? Dott. Kai Schenk: Nel mondo dello sport esistono numerosi miti, nella metodica d’allenamento modelli nuovi o migliorati, l’alimentazione sportiva spesso presenta strane microsostanze nutritive, senza contare i più disparati trattamenti nella “zona grigia” della legalità. Raramente sono disponibili le relative analisi scientifiche, spesso manca una dimostrazione dell’efficacia. L’allenamento a »
Intervista: Sabine Funk Foto: Helmuth Rier
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I soliti sospetti: durante la stagione invernale, la crème de la crème della scena internazionale dello sci di fondo trae vantaggio dalle condizioni ottimali e dal panorama dolomitico.
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medie altitudini (tra 1.800 e 2.500 m s.l.m.) viene annoverato tra gli stimoli scientificamente provati (in maniera più frequente e dettagliata) per incrementare le prestazioni fisiche nello sport di resistenza. Per
influenzano il risultato e rendono difficile o addirittura impossibile un confronto tra gli studi. Una cosa, però, rimane indiscussa: il soggiorno e l’allenamento a medie altitudini costituiscono uno stimolo parti-
Come si svolge un training camp ad alta quota? A seconda della scelta dell’alti tudine per le sessioni di allenamento e le pause di rigenerazione si distingue tra live & train high, live high & train low o
numerosi motivi i risultati degli studi, tutt’altro che univoci, spesso sono perfino contraddittori. La durata del soggiorno, l’altitudine, l’intensità dell’alle namento, le caratteristiche dei partecipanti allo studio relative a preacclimatamento, livello di prestazione e disciplina sportiva praticata, il concetto del training camp e, infine, i parametri di misurazione analizzati, il cui cambiamento dovrebbe marcare il miglioramento della prestazione fisica, sono i fattori che
colare, percepibile e misurabile, che influenza vari sistemi dell’organismo come quello cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio e metabolico. Quando ci rechiamo in montagna e saliamo lentamente su una cima, notiamo che la respirazione si fa più rapida e la frequenza cardiaca aumenta. Nonostante il ritmo costante, rispetto ad altitudini inferiori, lo sforzo è maggiore e controllare il livello di affaticamento sempre più difficile.
viceversa. La durata del soggiorno, la capacità di adattamento e di rigenerazione degli atleti, così come l’effetto desiderato, determinano il concetto dell’allenamento ad alta quota. Quale meccanismo si cela dietro gli effetti che ci si aspetta da un allenamento ad alta quota? L’aria a medie altitudini è più rarefatta e ciò significa che la sua pressione diminuisce all’aumentare dell’altezza e, con essa,
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Anche in estate, gli atleti di numerose nazioni leader nello sci di fondo realizzano impegnativi allenamenti sull’altipiano.
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anche la quantità di ossigeno che respiriamo. A riposo, spesso, ciò non si nota, ma sotto sforzo è un dato misurabile ed evidente: all’inizio di un soggiorno in quota, ad esempio, è percettibilmente più faticoso compiere una corsa con le medesime prestazioni che registriamo in pianura e inizialmente il livello massimo della nostra performance è limitato. Nel corso del soggiorno, si verificano processi di adattamento, ovvero di accli-
matamento, e il rendimento aumenta.
accertabili nemmeno dopo numerose settimane.
In cosa consiste l’acclimatamento e quali processi avvengono nell’organismo? A questo proposito è necessario differenziare: lunghi soggiorni e allenamenti ad alta quota secondo il concetto live high & train low migliorano il trasporto dell’ossigeno grazie all’incremento della formazione di globuli rossi. La variante live low & train high, invece, prevede un miglioramento del metabolismo energetico e delle performance muscolari. Per fare un esempio più chiaro, la prima opzione incrementa le prestazioni del motore tramite un consumo di benzina più elevato, la seconda grazie all’ottimizzazione dei consumi.
L’allenamento ad alta quota è adatto solo ai professionisti o anche agli sportivi amatoriali più ambiziosi? È necessario chiarire una cosa: è possibile allenarsi ad alta quota durante un soggiorno in montagna o simulando l’altitudine con strumenti tecnologici, ovvero le cosiddette tende ipossiche o le camere ipobariche. In Italia, nell’ambito dello sport da competizione questo metodo è una chiara infrazione della legge, che lo considera doping tecnico, poiché l’esposizione all’altitudine incrementa potenzialmente la quantità dei globuli rossi in circolazione.
A partire da quale altitudine e durata del soggiorno e dell’allenamento risulta efficace un training ad alta quota? Quanto dura il suo effetto? Un’altitudine compresa tra 1.800 e 2.500 m s.l.m. sembra garantire gli stimoli desiderati, senza influire negativamente sul recupero fisico durante le fasi di relax e la notte. A seconda della predisposizione individuale, i soggiorni oltre i 2.500 m possono provocare disturbi del sonno, cefalee e altri sintomi del mal di montagna. Ma è impossibile dare un consiglio generale sulla durata dell’allenamento ad alta quota. Mentre i resoconti delle esperienze degli sportivi documentano effetti percepiti già dopo una settimana, cambiamenti misurabili, che permangono dopo il ritorno a valle, spesso non sono chiaramente
È possibile indicare i rischi generali di cui essere consapevoli? Essere in buona salute è il presupposto fondamentale per allenarsi a medie altitudini. Ad alta quota, malattie degli organi respiratori, del sistema cardiocircolatorio o problemi metabolici possono causare serie complicazioni sotto sforzo. Fondamentalmente, consiglio di evitare il fai-da-te e di programmare l’allenamento in quota insieme al proprio medico di fiducia, per evitare spiacevoli infortuni e non compromettere l’effetto desiderato. Consiglio a tutte le persone dinamiche di abbinare la loro vacanza in montagna a un allenamento personalizzato nella natura e ai vantaggi della nostra eccellente regione: un training camp deluxe, che garantisce un incremento del benessere e, nella migliore delle ipotesi, anche della performance. «
Foto: SAM/Manfred Kostner
L’affascinante mondo delle Dolomiti.
Il mito delle Dolomiti Dal 2009 sono Patrimonio Mondiale UNESCO, per l’alpinista estremo altoatesino Reinhold Messner sono “le montagne più belle del mondo” e per molti sono il sinonimo per eccellenza della vacanza invernale: l’ineguagliabile bellezza delle Dolomiti colpisce tutti. Una barriera corallina pietrificata che si eleva verso il cielo definisce l’impareggiabile mondo alpino delle Dolomiti. Grazie alla loro bellezza monumentale e al loro significato geologico e geomorfologico, i cosiddetti “monti pallidi” nel 2009 sono stati inclusi dall’UNESCO nel Patrimonio Mondiale. Suddivise in nove aree, di cui fa parte anche il Parco Naturale dello Sciliar-Catinaccio, le
torri Santner e Euringer, rappresenta una delle immagini simboliche dell’Alto Adige. Anche il massiccio del Catinaccio, con le sue innumerevoli cime, è conosciuto molto oltre i confini della regione. Una delle tante vette del massiccio, il Catinaccio d’Antermoia, raggiunge i 3.002 metri. Fanno parte del parco naturale anche i boschi di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires, oltre alla Val Ciamin. «
Dolomiti sono considerate ufficialmente uno dei più bei paesaggi naturali del mondo. Parco naturale Sciliar-Catinaccio. Il parco naturale più antico dell’Alto Adige è stato istituito nel 1974. L’area protetta, grande 7.291 ettari, si trova nella parte occidentale delle Dolomiti altoatesine. Lo Sciliar è un imponente massiccio dolomitico, che, con le sue
Bruneck Brunico
Südtirol Brixen Bressanone
Meran Merano
Pelmo, Croda da Lago
2 Marmolada
St. Ulrich
Kastelruth Ortisei Castelrotto Seis am Schlern Seiser Alm Siusi allo Sciliar Alpe di Siusi Völs am Schlern
6
Auronzo Corvara
Cortina d’Ampezzo
Fiè allo Sciliar
Bozen Bolzano
Tiers/Tires
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Canazei
2
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Alleghe
Pieve di Cadore
1
Agordo
3
Longarone
Cimolais
Pordenone
Madonna di Campiglio Fiera di Primiero
9 Trento
Belluno
Udine
Belluno Feltre
Trentino
Ampezzo
4
Zoldo
Cavalese
3 Pale di San Martino, San Lucano Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine 4 Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave
St. Vigil S. Vigilio
5
Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO 1
Lienz Toblach Dobbiaco
Pordenone
5 Dolomiti Settentrionali 6 Puez-Odle 7 Sciliar-Catinaccio, Latemar 8 Rio delle Foglie 9 Dolomiti di Brenta
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Birgit Nössing si è fatta un nome come moderatrice sportiva, ma il suo amore per la montagna non è solo professionale.
“ Devono piacerti le luci della ribalta…” A febbraio 2018, quando Eurosport Deutschland trasmetterà la cronaca dei Giochi olimpici invernali di Pyeongchang, la moderatrice Birgit Nössing entrerà nelle case di milioni di persone con le ultime notizie sportive. Competente ed eloquente, questa cittadina di Fiè ha fatto carriera in un mondo difficile, conquistando il lavoro dei suoi sogni.
F Fin da bambina, a San Costantino presso Fiè, Birgit Nössing sedeva incantata per ore davanti alla televisione e non si perdeva nemmeno un grande evento sportivo. Inoltre, era una sciatrice particolarmente dotata. “Provengo da una famiglia appassionata di sport”, racconta la giornalista. I genitori, soprattutto il padre Hans, hanno fatto in modo che Birgit e la sorella Silvia (maggiore di quattro anni) cominciassero presto a sciare e partecipare alle competizioni. “Era la cosa più scontata e celava una grande ambizione”, afferma. “Sciare solo per il gusto di farlo, non porta quasi a niente. Ci si deve mettere alla prova: ecco il motto della mia famiglia.”
Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier
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Così, Birgit ha cominciato fin da subito a relazionarsi con la concorrenza. Ricorda che durante le gare di sci era “estremamente agitata ed emotiva”. In seguito, ha riconosciuto che la pressione la opprimeva. “Ma ho imparato ad avere a che fare con le emozioni e il nervosismo. In uno sport individuale conti solo su te stesso, devi farcela da solo e funzionare perfettamente. Alla fine, è stata una lezione di vita utile.” Uno strappo al legamento crociato all’età di 16 anni ha posto un’improvvisa fine alla sua carriera sci-
istica. Dopo la guarigione, non ha potuto fare altro che constatare di avere perso il treno. “Gli altri erano migliori e avevano più talento”, afferma a posteriori. “Ho coltivato rapidamente nuovi interessi, scoprendo che mi affascinavano anche altre cose.” Dopo l’esame di maturità, Birgit Nössing desiderava lasciare Fiè, tranquillo paese alpino, per conquistare il mondo, continuando gli studi a Monaco. In seguito ad alcuni tirocini presso il quotidiano altoatesino “Dolomiten” e “Welt am Sonntag” (alta tiratura) di Berlino (“Lì ho scoperto le difficoltà, ma alla fine tutto il mondo è paese.”), nel 2006 ha avuto inizio la sua carriera di giornalista televisiva presso N24 (emittente di notiziari berlinese), dove nel 2008 ha realizzato un servizio sull’elezione del presidente degli Stati Uniti da Washington D.C. e, due anni dopo, sui Giochi olimpici invernali di Vancouver. La prima comparsa di quest’affascinante giornalista come moderatrice è avvenuta ad agosto 2010 con ProSieben Newstime. Fino al 2017, ha presentato le notizie di Sky Sport News HD, lasciandolo poi per Eurosport, con il rammarico del suo considerevole Sky fan club.
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Questa campionessa altoatesina della competizione di sci sull’Alpe di Siusi (1997), sportiva e di buon umore, è anche simpatica e sempre preparatissima davanti alla telecamera di Eurosport.
Alla fine degli anni ‘80, la piccola Birgit che sedeva nella Stube di Fiè non poteva nemmeno immaginare di stare davanti a una telecamera. “C’erano alcune emittenti, dove secondo me trovavano un impiego solo pochi eletti. Inoltre, un’altoatesina come me doveva superare lo scoglio linguistico. Non è così facile pulire il dialetto, lasciando emergere solo un tedesco puro.” Ma al microfono, la giornalista televisiva è riuscita rapidamente a passare dall’altoatesino alla lingua ufficiale senza alcun problema. “Durante una diretta è peggio cadere dalla pedana che farsi scappare una parola in dialetto”, ride Birgit. E poi il teleprompter si blocca regolarmente. “Purtroppo, in televisione non si possono evitare i guasti tecnici, ma offrono sempre l’occasione di farne qualcosa di divertente.” Da tempo l’emozione di Birgit ha ceduto il passo alla routine: “Con la pratica si acquisisce bravura.” Ciononostante, è necessaria una costante evoluzione. La tecnica delle interviste cambia sempre e tramite la progressiva digitalizzazione anche la preparazione mediale. Birgit Nössing, giornalista, redattrice e moderatrice, prepara personalmente le sue interviste. Il suo passato da sportiva la rende appassionata. “Forse riesco a immedesimarmi meglio in un atleta, ma poi devo sempre ammettere che non è possibile, poiché al termine di una gara o una partita spesso si trovano in una condizione emotiva estrema”, spiega. “E allora tenti di porre una domanda relativamente normale e ti sbranano viva. Sono momenti difficili.”
Nel lavoro la curiosità è tutto. “La curiosità è l’aspetto più importante della vita e, nel contempo, una soluzione efficace contro la paura”, rivela Birgit. Quando la giornalista deve intervistare una persona difficile e critica, ricorda a se stessa di porsi in un rapporto alla pari, “Vuoi conoscere il perché”. E spesso funziona. Inoltre, grazie al suo sfaccettato background spicca nelle sue discipline preferite: sci, sport invernali, tennis e calcio. Birgit fa suo il compito di separare le emozioni dalla noia e l’importante dall’irrilevante. “Nomi e numeri non sono sempre il dettaglio più interessante”, afferma. “Alle persone desidero raccontare delle storie.”
Birgit è annoverata tra i personaggi positivi e spiritosi dei giorni nostri. Alla domanda, cosa la fa particolarmente arrabbiare, fa seguito una risposta un po’ scarna: “Un caffè imbevibile.” E poi le viene in mente che non gradisce nemmeno i cambiamenti dell’ultimo momento o, ancora peggio, quando le informazioni, richieste tempestivamente, arrivano poco prima della trasmissione. “D’altra parte, però, adoro l’adrenalina”, aggiunge. Durante una diretta, l’intero team deve dare il massimo. Tuttavia, la moderatrice accetta con tranquillità un mondo di apparenze. “Ti prepari duramente per un’intervista e poi tutti parlano del tuo vestito o dell’acconciatura.” È proprio così e quest’elegante signora risponde ai complimenti con un sorriso, senza infastidirsi. La telecamera si nutre anche di esibizionismo. “Devono piacerti le luci della ribalta: guardatemi, sono qui. Inoltre, non è sufficiente amare la propria professione: si deve trasmettere questa gioia al pubblico, poiché si nota immediatamente quando qualcuno non è suo agio.” Birgit è in grado di sfruttare positivamente la sua posizione di donna. “Noi giornaliste abbiamo un grande vantaggio: per noi è più facile ottenere una risposta durante un’intervista con un uomo”, afferma. E spesso risultano essere le più interessanti. “Sono le armi femminili.” Con i suoi 35 anni sente di vivere il momento d’oro della sua carriera. “Si ha l’energia necessaria e ci si è già rotti qualche osso, diventando un po’ più cauti. A 20 anni, era più difficile trovare la propria strada.” Il 23 settembre 2017, Birgit Nössing si è sposata. “L’amore a prima vista esiste ancora”, ha scritto la rivista tedesca “Bunte”. La bella moderatrice televisiva e Timo Petersen, collega di Sky maggiore di dieci anni, si sono innamorati sul posto di lavoro. Le nozze da sogno sono state celebrate a Castel Presule di Fiè allo Sciliar, comune di origine della sposa, al cospetto di 85 ospiti provenienti da Berlino, Amburgo, Londra e Madrid. Timo Petersen, giornalista sportivo di Amburgo, vanta una carriera simile a quella di Birgit. “Parliamo molto di lavoro. Così, è più facile comprendersi e coniugare la sfida professionale con
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Foto:Dennis Heck
A settembre 2017, Birgit Nössing e Timo Petersen hanno pronunciato il fatidico “sì” a Fiè, festeggiando a Castel Prösels con famiglia e amici.
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quella privata”, rivela la giornalista sportiva. Suo marito è anche il suo migliore critico? “Oh, Timo sa che odio le critiche”, sorride Birgit. “Ma a chi piacciono veramente? Mi vedo con occhio estremamente severo e forse, talvolta, lo sono perfino troppo con me stessa. Ma Timo sa comunicarmi la sua opinione in maniera molto ragionevole.”
atesina.” Se, davvero, quelli nati sotto il segno del leone tendono a mettersi un po’ in mostra, lei tenta di farlo con un particolare fascino. Secondo Birgit i più esuberanti non vengono apprezzati molto nemmeno nel mondo della televisione e lei, comunque, preferisce stringere amicizia con i più pacati.
Una moderatrice, che deve sottoporsi quasi quotidianamente allo sguardo critico di milioni di persone, viene affiancata da un mass media coach. “Non è piacevole analizzare la propria comparsa in scena, poiché si ripetono i medesimi errori. Talvolta, si ha uno sguardo troppo severo e, altre, troppo amichevole”, spiega l’intelligente altoatesina. “Ma è l’unico modo per migliorare.” Ciononostante, non desidera pensarci troppo, per non diventare insicura e affettata. Sa che la sua naturalezza buca lo schermo e non vuole imporre la sua presenza al pubblico. “Trovo tremende le persone pedanti, che in televisione danno sui nervi”, rivela Birgit. “Spesso, all’inizio della mia carriera, la timidezza era un problema che dovevo riuscire a controllare. Il carattere un po’ riservato e una certa modestia sono sicuramente frutto del mio background familiare e hanno a che fare con la mentalità alto-
Sempre più spesso, la moderatrice di Eurosport viene riconosciuta per strada. Sebbene talvolta non possa sottrarsi a un debutto in società sul tappeto rosso, per lei è importantissima la sfera privata. Quindi, Birgit Nössing utilizza i social media con accortezza, pubblicando su Facebook, Instagram e Twitter solo messaggi selezionati. “Numerose delle mie colleghe esagerano e alcune hanno anche fatto brutte esperienze”, rivela Birgit. “Penso molto fino a dove voglio spingermi.”
“Tutto scorre” è il leitmotiv di Birgit. “Niente rimane invariato. Spesso, nella vita si deve cambiare e, talvolta, anche reinventarsi. Può andare tutto storto perfino in situazioni per cui si è perfettamente preparati. È già accaduto”, spiega la moderatrice, che è pronta e consapevole del fatto che nel suo settore la flessibilità è essenziale. «
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i t i r e f e r p i h g o u Il g n i s s ö N t i g r i B i d 1 Spitzbühl all’Alpe di Siusi - dove ho imparato a sciare 2 Laghetto Huber a Fiè allo Sciliar - non esiste una località più romantica 3 Castel Prösels - lo scenario delle mie nozze 4 Chiesetta di San Costantino - grazie alla vista mozzafiato sullo Sciliar
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Christoph Gasser, storico artistico di Siusi allo Sciliar, è considerato un eccellente conoscitore dei costumi folcloristici.
Il costume folcloristico di Castelrotto A Castelrotto, grazie a una spiccata consapevolezza della tradizione, si è sviluppato un forte senso comune per il costume folcloristico. Secondo Christoph Gasser, storico culturale, anche le generazioni future lo manterranno in vita.
L L’Heimatpflegeverein Schlern (associazione per la cura dell’area dello Sciliar, ndt.) ha pubblicato un’ampia testimonianza sui costumi folcloristici femminili e maschili di Castelrotto. Christoph Gasser, storico culturale, archivista e direttore del Museo Civico di Chiusa, è l’autore dei due volumi di “Tracht in Kastelruth Ursprünge, Entwicklung und Vielfalt” (Il costume folcloristico di Castelrotto – origine, evoluzione e varietà, ndt.), dettagliata opera di consultazione attualmente disponibile solo in tedesco. Gasser, che è cresciuto e vive a Siusi allo Sciliar, è considerato un notevole esperto in materia. “In qualità di pluriennale membro dell’Arbeitsgemeinschaft Lebendige Tracht (gruppo di lavoro per un costume folcloristico vivo, ndt.), interno all’associazione Heimatpflegeverband Südtirol, Gasser ha
racchiuso in quest’opera la sua grande esperienza”: così, Christine Rabanser Rier, presidentessa dell’Heimatpflegeverein Schlern, mette in luce le competenze dell’autore. ALPE intervista lo storico culturale sull’origine, sull’evoluzione e sul futuro del costume folcloristico di Castelrotto. ALPE: Dott. Gasser, i Suoi due volumi illustrati descrivono molto dettagliatamente le peculiarità del costume folcloristico di Castelrotto. A quale scopo? Christoph Gasser: L’Heimatpflegeverein Schlern mi ha incaricato di redigere un’accurata testimonianza sui costumi folcloristici locali di ieri e oggi. Finora le tradizionali forme di trasmissione da una generazione all’altra sono
state sufficienti a conservare il costume folcloristico come parte della quotidianità. Questo libro vuole contribuire al suo futuro. Cosa differenzia il costume folcloristico in esame dagli altri? Le particolarità dell’abito di Castelrotto sono la sua “attualità” e il fascino dettato dalle sue sfaccettature e dal suo significato. Il processo storico della sua evoluzione è magnifico, poiché i primi modelli non sono stati eliminati o sostituiti dai successivi, come altrove, bensì (salvo rare ecce»
Intervista: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier
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Con una spiccata consapevolezza per le tradizioni, i cittadini di Castelrotto mantengono in vita la loro antica usanza. In occasione del “matrimonio contadino di Castelrotto” (foto sotto) è possibile ammirarne gli abiti folcloristici.
zioni) vengono ancora indossati in particolari occasioni quali processioni e festività importanti. Che differenza c’è tra l’abito folcloristico e gli altri costumi? I primi presentano radici tradizionali e un’impronta regionale, risultato di una lunga evoluzione. Quello di Castelrotto risale al 17° secolo, quando comparvero i capi d’abbigliamento specifici di un
Un’opera di consultazione in due volumi documenta la nascita e l’evoluzione del costume folcloristico di Castelrotto.
Ne esistono anche di più recenti? A partire dagli anni ‘30 del 1800, hanno fatto la loro comparsa i “Loden” (Langbäurischen) per gli
influssi innovativi, affinché i costumi vengano considerati un bene culturale vivente. Nel 19° secolo, sono stati inseriti nuovi elementi quali un mantello nuziale lungo per lo sposo e le “Schmelmbn” (ariste della stipa pennata essiccate). Nel 20° secolo, invece, è stato creato un costume femminile per i giorni lavorativi. Qual è l’origine dei numerosi elementi stilistici del costume folcloristico di Castelrotto? Esistono occasioni religiose e mondane, che richiedono una celebrazione appropriata e dignitosa. Processioni, nozze, battesimi, prime comunioni o funerali esigono un abbigliamento da festa. Nel corso dell’evoluzione dei costumi folcloristici è diventato importante anche mostrare il proprio stato civile e il ruolo svolto durante l’evento (le bande musicali e gli Schützen indossano un costume distintivo). Nella quotidianità, invece, si privilegiano la praticità, tessuti più semplici e forme più comode.
ceto, ad esempio le confraternite o le associazioni di Schützen (tiratori, ndt.). Nel 18° secolo, in seguito al crescente benessere, le peculiarità di determinati stili si sono progressivamente diffuse tra ampi strati della popolazione. Il costume folcloristico è diventato una veste quotidiana oppure riservata alle feste della popolazione rurale non nobile. Quando è nato il costume folcloristico di Castelrotto? Secondo alcuni documenti, nel 1822, gli “Schützen stanziali e le bande musicali” di Castelrotto, così come un corteo nuziale locale composto da 13 persone, vennero incaricati di ricevere l’imperatore
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austriaco e lo zar di Russia, in visita a Bolzano. Due anni dopo, sempre a Bolzano, all’arciduca Francesco Carlo venne “presentato” un corteo nuziale di Castelrotto.
uomini e i Tücheltrachten (abiti corredati da un piccolo foulard, ndt.) per le signore, differentemente abbinati ai costumi sto rici. Inizialmente, la popolazione rurale doveva accontentarsi dei materiali che produceva, come iuta, lino e loden. Successivamente, fu in grado di permettersi tessuti più costosi quali seta e broccato, che fino a quel momento erano appannaggio esclusivo dei ceti ricchi. L’abito di Castelrotto, quindi, è particolarmente vivo… Ciò è dovuto anche alla particolare dinamicità della nostra regione, culla di abiti folcloristici, sempre pronta ad accogliere
Secondo Lei, il costume folcloristico di Castelrotto ha futuro? Mi sembra che qui, grazie a una spiccata consapevolezza delle tradizioni, si sia sviluppato un senso comune per l’abito folcloristico così forte che anche le generazioni future lo manterranno in vita. In paese verrà allestito un museo dei costumi folcloristici con un laboratorio che realizzerà capi nuovi e offrirà le adeguate cure a quelli antichi. Inoltre, le agricoltrici di Castelrotto organizzano regolarmente eventi volti alla sua tutela e alla maniera corretta di indossarlo, che registrano una buona affluenza. «
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Tre alunni della scuola pluriclasse di Sant’Osvaldo trascorrono l’intervallo all’aperto.
Una scuola idilliaca Alle elementari di Sant’Osvaldo il tempo scorre diversamente. In una delle ultime scuole pluriclasse della Provincia, dove cinque classi sono in realtà una sola, prende vita un armonioso ma anche singolare connubio d’idillio rurale e metodi pedagogici riformisti.
È “È davvero questa la scuola elementare?”, mi chiedo, entrando nel piccolo e curato edificio di fronte ai Vigili del Fuoco. Le finestre sono decorate da disegni variopinti e aleggia una pacifica atmosfera di quiete che sembra pervadere tutto a Sant’Osvaldo, piccolo borgo di Castelrotto. Le porte al piano terra sono aperte. In una grande aula quattro bambini si stanno esercitando nella lettura, senza farsi distrarre troppo dall’annuncio della mia visita. Nella piccola biblioteca una ragazzina con le trecce legge un libro con la sovracoperta decorata da alcuni pony. Al piano superiore, due bambini cercano di decifrare i compiti di italiano. Due ragazzini più grandi sono impegnati in un dialogo. Una ragazzina è a casa, malata, racconta la giovane insegnante. Ecco gli alunni della scuola elementare di Sant’Osvaldo: dieci in tutto. Questa, infatti, è una delle ultime scuole altoatesine con una sola classe, che fino agli anni ‘60 erano alla base del sistema educativo nelle aree rurali, non solo nell’arco alpino.
Testo: Sabine Funk Foto: Helmuth Rier
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Oggi, queste microrealtà sono notevolmente a rischio. A confronto con una scuola “classica”, la spesa personale per ogni alunno è elevata, così come l’impegno per le docenti, spiega Johanna Pattis, insegnante di sostegno e matematica. In una scuola pluriclasse, spesso, il materiale per le
lezioni e l’insegnamento dev’essere preparato solo per uno o due allievi ed è previsto un maestro per un massimo di dieci bambini, che insegna tutte le materie eccetto religione e italiano. Attualmente, dal punto di vista del personale, la scuola elementare è ben attrezzata anche perché, due dei dieci alunni sono affetti da sindrome di Down. Osservando queste due vivaci e allegre ragazzine, si »
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Oggi, le miniscuole sono una componente dell’infrastruttura sociale delle aree rurali, che merita di essere tutelata.
capisce subito che quest’atmosfera tranquilla e intima è ideale per la loro integrazione e il loro supporto. Grazie alla loro presenza sono state messe a disposizione un’insegnante e una collaboratrice di sostegno, a tutto vantaggio della scuola. La comunità di Sant’Osvaldo è unita nella difesa delle “sue” elementari e i genitori si sono ripetutamente recati all’intendenza scolastica della Provincia per perorarne la salvaguardia. La scuola è un elemento importante per la qualità della vita di questa frazione piuttosto isolata: alla festa di Natale, ad esempio, non partecipano solo i genitori degli alunni, ma quasi il paese al completo, perché tutti avvertono una forte identificazione. Anche la politica sembra avere compreso che la miniscuola merita d’essere tutelata e all’amministrazione altoatesina sta particolarmente a cuore la conservazione del fascino e della dignità di vivere in un’area rurale tramite la creazione di infrastrutture, che non significa solo la costruzione di strade e gallerie, ma anche il mantenimento di istituzioni importanti per la società. Nel corso dei decenni, nelle scuole pluriclasse le lezioni sono cambiate e imporre impegno e disciplina ai piccoli ed educati alunni di Sant’Osvaldo sembra del tutto superfluo. Tali istituti hanno sempre avuto una propria dinamica, poiché qui i meccanismi, conosciuti in seguito alla riforma pedagogica, sono efficaci da sé. I giovani alunni prendono come punto di riferimento i più grandi, mentre i processi d’apprendimento sono aperti e basati sull’interazione. Talvolta si ricorre anche a materiali del metodo Montessori, in quanto adatti a un lavoro trasversale alle età. Questa forma scolastica presenta vantaggi e svantaggi, come rivela Johanna Pattis. Al termine dei cinque anni, numerosi bambini frequentano poi la scuola media di Castelrotto, sentendosi intimoriti in classi di circa 20 alunni. Spesso, però, dimostrano maggiore maturità nelle loro competenze sociali. In un’epoca, in cui i mass-media traboccano di orribili storie sulla gestione scolastica, l’idillio di Sant’Osvaldo sembra irreale. Il suo futuro è incerto, ma a numerosi bambini non si può auspicare altro che un esordio del loro percorso formativo ed esistenziale tranquillo come questo. «
Museo della Scuola di Tagusa Visitando un’altra piccola scuola, l’ex elementare nell’isolato borgo di Tagusa, ci s’immerge in un’atmosfera piuttosto melanconica e toccante. L’ambiente luminoso, in cui nell’immediato dopoguerra risuonavano le voci di circa 45 bambini, accoglie ora un piccolo museo. Davanti ad antichi banchi, abachi e cartine ingiallite non sono solo i visitatori più anziani a ricordare i loro anni di scuola, grazie alla presenza di Paula Malfertheiner, custode della scuola fino alla sua chiusura nel 1993, che oggi, abitando al piano superiore, rappresenta il fil rouge che riporta al passato. Per lei è un piacere raccontare i suoi vivi ricordi e la storia dei pezzi esposti, lasciando trapelare la sua gioia in occasione delle gite delle classi scolastiche. Visita possibile da Pasqua a Ognissanti. Facili e pittoreschi sentieri conducono da Castelrotto a Tagusa in meno di due ore; l’ottimo collegamento con l’autobus di linea rende consigliabile l’uso dei mezzi pubblici locali.
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I cavoli maturano dopo circa 4 mesi.
Margit Untertrifaller nel suo orto alle falde del Catinaccio.
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Cavoli e rape Coltivare ortaggi a 1.200 m s.l.m. è un’autentica sfida, poiché la stagione è breve e le calde giornate di sole sono poche. Qui, la verdura invernale viene raccolta prima che le temperature scendano verso lo zero, mentre l’autunno è la stagione dei crauti.
N Nelle regioni alpine, il cavolo bianco viene seminato a fine maggio e per crescere ha bisogno di circa 110 giorni. “Tutti gli ortaggi, che si sviluppano in superficie, vengono piantati con la luna crescente, mentre quelli che crescono sottoterra con la luna calante”, spiega Margit, agricoltrice di Tires al Catinaccio, la cui attività nella natura segue il calendario lunare. Le rape, che nel suo giardino crescono vicino ai cavoli, sono un’antica varietà che coltiva, lasciando fiorire alcune piante in autunno. Poi, prima che si schiudano le capsule con i semi, li raccoglie e fa essiccare, per piantarli entro il 24 agosto dell’anno successivo. Margit rinuncia interamente ai fitofarmaci e concima con un liquido vegetale ricavato dall’ortica e dalla consolida maggiore. Per tutelare la bellezza di rape e cavoli, li copre con una rete anti-insetti, di cui blocca i bordi. Contro il freddo primaverile di queste al-
titudini, invece, protegge le sue aiuole con un apposito vello. Crauti, cavoli rapa, crauti al vino, cavolo rosso: sebbene esistano numerose varietà e le più disparate modalità di preparazione, da secoli la produzione viene effettuata in maniera molto simile. I crauti erano conosciuti già da Greci e Romani, oltre a essere particolarmente apprezzati in Asia e tra i navigatori, nonché un’importante fonte di vitamina C.
Tipici dell’Alto Adige e molto amati, nel periodo del Törggelen, come contorno dello Schlachtplatte (piatto misto di carni e insaccati) sono i crauti, prodotti con cavolo bianco o quello a punta. Dopo avere tagliato a metà le teste, i torsoli vengono rimossi e tagliati a fette. I crauti affettati vengono successivamente disposti a strati in una pentola »
Testo: Katja Sanin Foto: Helmuth Rier
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A sinistra, una rapa e i crauti che se ne ricavano; a destra, una testa di cavolo con cui vengono prodotti i tipici crauti.
di terraglia (un tempo venivano utilizzate anche le botti in legno). Ogni piano viene insaporito con sale e cumino, amalgamato e pressato, per aprire le cellule e lasciare fuoriuscire il succo, senza mescolare i singoli strati. Infine, i crauti vanno coperti con tre-cinque centimetri del loro succo, nuovamente pressati e caricati con lastre in terraglia, prima di collocare il coperchio sulla pentola. Tra questi due elementi è presente una scanalatura,
tamina C, acido lattico e fermenti lattici vivi. “Chi non apprezza il succo puro o lo considera troppo aspro, può mescolarlo con un po’ di succo di mela”, racconta l’agricoltrice Margit, sorseggiandone un bicchiere.
in cui viene versata dell’acqua calda, che consente una chiusura ermetica. Il processo di fermentazione, avviato dai fermenti lattici che aderiscono al cavolo, dura da quattro a sei settimane. Più lunga è la fermentazione, più acidi risulteranno i crauti.
tamente lavate e pulite) vengono tagliate in due fasi: prima a fette e poi alla julienne. Sia il cavolo rapa, sia i crauti, sono ricchi di vitamine A, B e C: per conservarle, è importante acquistarli freschi e non pastorizzati, così come farli cuocere delicatamente. I crauti, che vengono fatti stufare per circa 30 minuti con un po’ di condimento e brodo, si affinano con sale, pepe e spezie tipiche, quali alloro e bacche di ginepro. «
I crauti e il loro succo sono particolarmente benefici, favoriscono la digestione e depurano l’organismo, oltre a contenere un’elevata quantità di vi-
Il cavolo rapa, leggermente meno conosciuto e dal sapore più intenso, viene prodotto nel medesimo modo, con la differenza che le rape (accura-
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Biscotti di Natale L’aroma della cannella e dei chiodi di garofano ricorda deliziosi biscotti assaporati in piacevole compagnia e mani fredde riscaldate intorno a una tazza di vin brulé. A Natale regnano i dolci piaceri gastronomici, le cui spezie ammaliano i sensi e incrementano il benessere. La cannella e i chiodi di garofano stimolano la digestione, riscaldano l’organismo e infondono il buon umore.
ZIMTBLATTLN (Sfoglie alla Cannella) Ingredienti
Preparazione
250 g di zucchero 250 g di farina 200 g di burro 1 uovo 1 pizzico di chiodi di garofano in polvere 1 cucchiaino di cannella
Amalgamare tutti gli ingredienti e lasciare riposare la pasta in frigorifero per un’ora. Poi, spianarla fino a ottenere uno strato sottile e formare dei biscotti. Infornare a 180° per ca. 9 minuti. Rimuovere attentamente i biscotti dalla piastra del forno e lasciarli raffreddare. Fornita da Günther Schlemmer.
42 ALPE | Inverno
Foto: Helmuth Rier
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“Locale, unico, autentico ...” Il Vostro nuovo supermercato Coop nel cuore di Castelrotto Vi offre un‘ ampia offerta di prodotti di prima qualità. Unico nel suo genere è l’assortimento di delizie culinarie di contadini del luogo, di produzione biologica e del commercio equo e solidale. Al banco vendita ci sono Heinz, il mastro macellaio della conosciutissima Macelleria Silbernagl che vi offrirà dello speck tipico del luogo e la signora Helga, cuore ed anima del Panificio-Pasticceria Burgauner lo correderà col pane adatto lo “Schüttelbrot”. VeniteCi a trovare.
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Foto: SAM/Helmuth Rier
Foto: SAM/Laurin Moser
Foto: SAM/Helmuth Rier
Anteprima inverno 2017/18
> 6 dicembre 2017 – 8 aprile 2018
> Dicembre 2017
> 9 dicembre 2017
> 20 gennaio 2018
Sciare con gusto in Alto Adige
Natale in montagna a Castelrotto
Sfilata di Krampus a Castelrotto
La “Berglertafel” invernale a Tires al Catinaccio
Emozioni sciistiche sull’Alpe di Siusi per trascorrere raffinati momenti sulla neve. Gli amanti dell’inverno volteggiano sulle assolate piste del più vasto altipiano d’Europa e si concedono una sosta presso un rifugio, assaporando eccellenti specialità gastronomiche. Svariate degustazioni, particolari pietanze ed eventi per buongustai fanno di ogni vacanza sugli sci un’esperienza indimenticabile, mostrando il lato più delizioso e dinamico dell’Alpe di Siusi.
L’aroma di panpepato, cannella e vin brulé che aleggia nell’aria segna il ritorno dell’Avvento alle falde dello Sciliar. Il Mercatino di Natale di Castelrotto offre artigianato tradizionale e dolci tipici, invitando a trascorrere piacevoli momenti in compagnia con una tazza di vin brulé sulle note del Natale. Il 15 e il 16 dicembre l’appuntamento è anche con i „Kastelruther Spatzen“, e le loro note musicali: l’ideale per favorire l’atmosfera di raccoglimento che precede il Natale.
> 9 dicembre 2017
Appuntamenti 2 - 3 dicembre 2017 8 – 10 dicembre 2017 15 – 17 dicembre 2017 22 – 24 dicembre 2017 26 – 28 dicembre 2017
Chi sono i Krampus e cosa fanno a Castelrotto? Nelle zone di lingua tedesca, i Krampus sono dei diavoli travestiti che accompagnano San Nicolò, nella tradizionale sfilata lungo le strade del paese. Ma mentre San Nicolò regala doni ai bambini bravi, il Krampus, con i suoi campanacci e la sua maschera incute timore in grandi e piccini. In data 9 dicembre 2017, gruppi di Krampus provenienti da Italia, Germania e Austria si incontreranno a Castelrotto e muniti di abiti e maschere artigianali si presenteranno al pubblico.
Nel 2018, la leggendaria Berglertafel (cena del montanaro) di Tires al Catinaccio ha luogo per la prima volta anche in inverno. Dopo una passeggiata con le ciaspole, immersa nel tradizionale paesaggio invernale incontaminato, che offre a principianti ed esperti la possibilità di esplorare le Dolomiti e, nel contempo, scoprire quali ciaspole soddisfano al meglio le loro esigenze, ci si può scambiare opinioni durante il flying buffet, assaporando una zuppa calda o un vin brulé. Come per la Berglertafel estiva, anche il flying buffet dell’edizione invernale offre ai partecipanti specialità tradizionali reinterpretate: un’autentica gioia per il palato e per gli occhi, grazie al panorama sul rosseggiante Catinaccio al tramonto, per concludere la giornata in bellezza.
Festival invernale per bambini con la Strega Nix L’avvio della stagione invernale 2017/18 sarà davvero folgorante, perché per la terza volta l’Alpe di Siusi ospiterà il festival invernale per bambini, invitati dalla strega Nix, che provvederà a trasformali in maghi e fattucchiere. Vi aspetterà una giornata piena di intrattenimento, giochi e puro divertimento invernale! Non mancheranno, inoltre, le opportunità per imparare a sciare o migliorare la tecnica. La strega Nix vi svelerà anche interessanti trucchi per la sicurezza sulla neve.
44 ALPE | Inverno
WELLNESS E SALUTE ALL'INSEGNA DELLA NATURA I contadini del passato conoscevano bene gli effetti del fieno delle Dolomiti. Ricco di fiori ed erbe aromatiche, il fieno emana il profumo inebriante dell’erba appena tagliata in piena fioritura. Propriamente impiegato, il fieno di montagna naturale svolge un‘azione salutare a tre livelli: detossificazione, rilassamento e fortificazione. I bagni di fieno originali di Fiè® coniugano la tradizione al progresso. Provate l’avvolgente sensazione e gli effetti benefici di un bagno di fieno e completate il trattamento tutto corpo con i prodotti della linea "trehs® Fieno Alpino" a base di estratti di fieno di montagna proveniente dai prati dell’Alpe di Siusi. Prenotate il Vostro bagno di fieno sotto il 0471 725020. Il reparto dei bagni è aperto da lunedì a sabato dalle ore 7.00 alle 12.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00. Chiuso la domenica. Bagni, massaggi e trattamenti estetici possono essere prenotati anche da ospiti esterni.
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Foto: SAM/Helmuth Rier
Foto: F-Tech
Foto: IDM/Helmuth Rier
Anteprima inverno 2017/18
> 21 gennaio 2018
> 31 gennaio 2018
> 11 marzo 2018
> 18 – 25 marzo 2018
Il matrimonio contadino di Castelrotto
Alto Adige Moonlight Classic Alpe di Siusi
Dolovino on Snow all’Alpe di Siusi
Swing on Snow Winter Music Festival
Lo spettacolo in costume più affascinante dell’Alto Adige. Si tratta della ricostruzione storica di un matrimonio contadino, così come si celebrava un tempo ai piedi dello Sciliar. Il matrimonio contadino ha inizio a S. Valentino, luogo dal quale il corteo nuziale ci si incammina con la slitta trainata dai cavalli splendidamente addobbata – nella più precisa osservanza dell’ordine da sempre seguito – e attraversa campi innevati per giungere fino a Castelrotto.
Nel 2018, la Moonlight Classic offre nuovamente a numerosi atleti e fan la possibilità di trascorrere momenti sensazionali con una competizione notturna internazionale di sci di fondo alla luce delle fiaccole e al cospetto dello scenario invernale mozzafiato del più vasto altipiano d’Europa. I percorsi circolari di 30 e 15 km di lunghezza, con partenza e arrivo a Compatsch, prevedono esclusivamente lo stile classico. Questo spettacolare evento prende il via alle ore 20, ma l’area della partenza-traguardo è già gremita di spettatori prima dell’inizio della gara, quando suonatori del corno delle Alpi e schioccatori di frusta creano una suggestiva atmosfera. www.moonlightclassic.info
Dolovino on Snow invita a un tour di-vino attraverso l’Alpe di Siusi al motto “Eccellenti vini altoatesini ai piedi delle Dolomiti”. L’Alto Adige, infatti, non è solo un paradiso per gli amanti di sci ed escursioni, ma anche un’area vitivinicola nota in tutto il mondo. Presso numerosi punti di ristoro i buongustai possono degustare nobili stille altoatesine, mentre nei rifugi dell’altipiano potranno lasciarsi ammaliare dalle specialità gastronomiche.
Dal 18 al 25 marzo 2018 va in scena sullo sfondo dei più spettacolari paesaggi dell’area vacanze Alpe di Siusi Swing on Snow, la travolgente manifestazione che invita sciatori, boardisti e amanti delle cime innevate a destreggiarsi tra la neve a ritmo di pezzi folk, brani rock e le più eclettiche sperimentazioni musicali. Per 8 giorni, gruppi provenienti dall’intero arco alpino si alternano in concerti dirompenti tra le location più suggestive dell’altipiano più grande d’Europa, dando vita a concerti open air per la gioia dei visitatori. Ritmi travolgenti e toccanti pervaderanno al mattino le piste dell’Alpe per poi spostarsi nei rifugi e ristoranti a pranzo. A partire dalle ore 21, nei locali di Castelrotto, Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio saranno in programma “concerti after-hour”. www.swingonsnow.com
> 28 gennaio 2018
Torneo invernale di Golf all’Alpe di Siusi Un campo da golf total white, dove ci si può sfidare non passando tra una buca all’altra sul classico tappeto verde, ma muovendosi con destrezza su sci e snowboard. È il campo speciale che per un giorno attira tutti gli amanti della pallina bianca tra le Dolomiti per partecipare al Torneo invernale di Golf all’Alpe di Siusi. Professionisti di questo elegante sport si destreggiano su bianchissimi fairways innevati, godendo del panorama ad alta quota offerto dalle vette dello Sciliar e del Catinaccio. Si gioca su 9 buche che hanno una lunghezza tra i 61 e i 150 m.
46 ALPE | Inverno
> 12 – 17 marzo 2018
FIS Coppa del Mondo Slopestyle Snowboard & Freeski A marzo, i migliori freestyler del mondo s’esibiscono in coreografie al limite del possibile su sci e snowboard. Le due Coppe del Mondo di Slopestyle hanno luogo presso l’Alpe di Siusi Snowpark. Lo slopestyle è la disciplina sportiva estrema più recente delle Olimpiadi, inserita a partire da Sotchi 2014 e contraddistinta da percorsi con salti e ostacoli. I sei membri della giuria valutano i trick in base a creatività, difficoltà ed esecuzione oppure stile, mentre per quanto riguarda i salti contano l’altezza, l’ampiezza e l’atterraggio.
© www.MARKENFEE.com
PS: la foto sullo sfondo ritrae la nostra terrazza nel 1966 :)
Ma qui il tempo si è fermato? O SIAMO GIÀ OLTRE?
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Cucina di rifugio tradizionale e sontuosa terrazza soleggiata con spettacolare vista panoramica – Alpe di Siusi, 2.054 m
COME CI ARRIVO?
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Foto: SMIF/Fotolia
Foto: SAM/Helmuth Rier
Foto: OvW-Ritt/Helmuth Rier
Anteprima estate 2018
> 30 aprile – 27 giugno 2018
> 25 - 27 maggio 2018
> Luglio – settembre 2018
> Luglio 2018
Alto Adige Balance ai piedi dell’Alpe di Siusi
Cavalcata Oswald von Wolkenstein
Summer Classics di Siusi allo Sciliar
Semper Music International Festival
Alto Adige Balance è un’offerta primaverile dedicata a chi desidera prendersi cura di sé attraverso esperienze guidate nella natura. Gli eventi relativi a salute, equilibrio, alimentazione sana, allenamento e equipaggiamento corretto, infatti, sono ideali per dare inizio alla nuova stagione escursionistica e podistica:
Un tuffo nell’atmosfera cavalleresca, tra stendardi e vessilli, aste puntate al vento e indomiti cavalieri pronti a sfidarsi in groppa ai loro destrieri in prove rocambolesche. È un mix coinvolgente di tradizione medievale, folclore e sport equestre la Cavalcata Oswald von Wolkenstein, dedicata al celebre cantore e poeta del XIV-XV secolo, in un percorso a tappe che ripercorre la sua vita leggendaria negli scenari incantati dell’area vacanze Alpe di Siusi. Tra le Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO), dal 25 al 27 maggio 2018, torna la grande manifestazione ai piedi dello Sciliar. A sfidarsi tra le incitazioni della folla, 36 squadre di cavalieri in abiti tradizionali che si destreggeranno in 4 tornei ai limiti del possibile. La presentazione delle squadre partecipanti e la grande festa si terranno nella località di Fiè allo Sciliar. www.ovwritt.com
Agli appassionati di musica classica, Siusi propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti. Artisti italiani con alle spalle esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. Con il suo alto livello, la “Summer Classics” è da tempo parte integrante del programma culturale estivo proposto, ai piedi dello Sciliar, a un pubblico estasiato di residenti e villeggianti.
Il Semper Music International Festival offre l’insolita possibilità di ascoltare concerti di musicisti di fama mondiale nell’area vacanze Alpe di Siusi. Il programma del festival prevede anche quest’anno, oltre al concorso internazionale, corsi di approfondimento e workshop, circa 35 concerti pomeridiani e serali, a cui parteciperanno riconosciuti professori di musica e giovani artisti provenienti dall’America del Nord e del Sud, dall’Asia e dall’Europa. Tutti i concerti, i corsi e i workshop sono aperti gratuitamente al pubblico. Solo i concerti delle grandi star sono a pagamento. www.schlernmusicfestival.eu
• Analisi ortopedica del piede e consigli dell’attrezzatura giusta • Nature Response®: respirare e ricaricare le batterie con l’energia primaverile • Camminata e corsa al mattino con colazione all’alba immersi nella natura • I Cinque Tibetani®: riequilibrare e riattivare il corpo al mattino • Una corsa o camminata nel bosco: un pieno di energia • La palestra come natura comanda: attività fisica per giovani e meno giovani • Viaggio alla scoperta delle erbe aromatiche: dal campo alla cucina www.seiseralm.it/balance
48 ALPE | Inverno
> Maggio – luglio 2018
Escursioni per gli amanti dei fiori Nel territorio dello Sciliar nel corso dell’anno si possono trovare oltre 790 piante da fiore e felci dai più diversi aspetti e di diversa provenienza. Sui prati delle malghe, sui pascoli e sui ghiaioni spuntano tipici fiori alpini e molte altre rarità botaniche. Nel corso dell’anno l’Ufficio Parchi Naturali organizza in collaborazione con le associazioni turistiche dei comuni del Parco Naturale circa 20 escursioni guidate con l’esperto escursionista e naturalista Riccardo Insam.
> Luglio – agosto 2018
Silenzi d’Alpe Quest’incontro culturale immerso in magici paesaggi e incantevoli scenari circondati dalle cime dolomitiche offre la possibilità di ascoltare la voce della quiete e seguire le orme della natura, delle tradizioni e dei racconti che aleggiano sull’Alpe di Siusi. Il programma di Silenzi d’Alpe prevede escursioni, concerti e conferenze. www.silenzidalpe.it
Foto: Helmuth Rier
Foto: SAM/Helmuth Rier
Foto: SAM/Armin Indio Mayr
> 1 luglio 2018
> Estate 2018
> Luglio – agosto 2018
> 1 – 31 ottobre 2018
Mezza Maratona Alpe di Siusi
Eventi gastronomici all’aperto
Estate in famiglia
Dispensa di Fiè
Sono 21,0975 i km della Mezza Maratona Alpe di Siusi, l’avvincente gara di corsa ad alta quota, che vede un massimo di 700 atleti e appassionati correre sui saliscendi dolomitici l’1 luglio 2018. Si tratta della sesta edizione di una entusiasmante sfida che negli anni precedenti ha visto tanti maratoneti e amanti dello sport raggiungere l’area vacanze Alpe di Siusi, per vivere l’adrenalina della competizione. Lo scenario è davvero unico, inoltre il percorso si inerpica su un dislivello di 601 metri, raggiungendo i 2.200 metri nel suo punto più alto. running.seiseralm.it
Tre straordinari appuntamenti open air dedicati ai buongustai, che rendono ancora più emozionante l’estate tutt’intorno all’Alpe di Siusi, vengono inaugurati dalla Berglertafel (cena del montanaro) a Tires al Catinaccio, che ha tradizionalmente luogo il terzo giovedì di luglio. È nota per la magnifica vista sul leggendario Catinaccio, così come per le sue raffinate specialità. A fine luglio, Castelrotto invita a una cena pregna di storia: a fare da sfondo all’evento, il Colle di Castelrotto, il Monte Calvario. A concludere gli eventi gastronomici all’aperto, la Tabbla Toò sull’altipiano con un menù eccezionale, accompagnato dal panorama a 360° sui dintorni e preparato con cucine in legno.
In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso magico per i bambini: in occasione del Dolomiti Ranger grandi e piccoli detective scoprono lo spazio vitale degli animali nel bosco e attorno l‘acqua, osservano gli animali notturni, costruiscono un hotel per insetti e si immergono nel biotopo acquatico. Assieme alla Strega Martha, grandi e piccini vanno sulle tracce di streghe e stregoni. Si può scegliere tra una passeggiata notturna tra fate e folletti assieme alla Strega Martha, creare delle streghette d’erbe oppure ricercare magici simboli; lo spasso e il mistero sono garantiti. Coloro che invece preferiscono esplorare la vita di un maso lo possono fare con il programma “Un universo in fattoria”. Oltre vedere da vicino i cavalli, le famiglie scopriranno anche come il grano viene trasformato in farina, la farina in pane e il latte in formaggio.
Da 41 anni, la Dispensa di Fiè è l’evento gastronomico autunnale per eccellenza nell’area vacanze Alpe di Siusi. I ristoratori e gli albergatori di Fiè allo Sciliar invitano all’ottobre gastronomico, realizzando i desideri d’ogni buongustaio e amante delle specialità autoctone. Questi artisti dei fornelli creano con raffinatezza pietanze originali, al motto “Antiche ricette reinterpretate e servite con amore”. www.voelserkuchlkastl.com
> 7 luglio 2017
Sky Marathon Catinaccio-Sciliar A Tires al Catinaccio, immersa nel magnifico scenario delle Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO) ha luogo una maratona alpina con una lunghezza di 45 km e un dislivello di circa 3.000 m: la Sky Marathon Catinaccio-Sciliar. Questa sfida montana parte da Tires, gira intorno al massiccio del Catinaccio e, attraversando Sciliar e Monte Cavone, fa ritorno alla linea di partenza. Il punto più in quota della maratona attende gli atleti a Passo Principe, a 2.630 m d’altitudine. www.skymarathontiers.it
> 12 – 14 ottobre 2018
Festa dei Kastelruther Spatzen a Castelrotto La tradizione ha un nome. 34 anni di “Festa dei Kastelruther Spatzen”: l’occasione per festeggiare è ancora più grande, fra migliaia di fan radunati sotto il grande tendone di Castelrotto. Un’emozione davvero senza eguali.
Inverno | ALPE 49
Foto: Fabian Dalpiaz
Visto & sentito
Una nuova stella nel cielo della fotografia. La foto “Milkyway above Alpe di Siusi” mostra il paesaggio innevato dell’altipiano sovrastato da un cielo notturno costellato di stelle scintillanti. “Immortalo attimi che spesso passano inosservati”, rivela Fabian Dalpiaz, quindicenne di Castelrotto, a proposito della magnifica foto con cui a settembre si è aggiudicato il terzo posto del concorso della BBC “Insight Astronomy Photographer of the Year 2017” a Londra.
Foto: Rafael Krötz für „Süddeutsche Zeitung Magazin“
Il reportage fotografico “Aus dem Vollen schöpfen” (ingegno fecondo, ndt) della rivista SZ-Magazin dimostra come le vasche da bagno di design siano un’autentica attrazione anche nei masi dell’area vacanze Alpe di Siusi, dove diventano mangiatoie e abbeveratoi per cavalli, pecore, maiali & Co. Così, nasce un insolito connubio di design, straordinarie location e pro tagonisti bestiali!
Foto: Helmuth Rier
Vasche da bagno di design in uno scenario insolito Divertimento noir per gli sciatori esperti Le assolate piste da sci perfettamente preparate dell’Alpe di Siusi sono fonte di divertimento per l’intera famiglia. A partire da quest’inverno, il comprensorio sciistico accoglie anche una spettacolare pista da sci, adatta solo a chi ha i nervi saldi. La nuova e avventurosa “Race” sulla Bullaccia vanta un dislivello di 304 metri, una lunghezza di 1.337 metri e una pendenza massima del 58%, che ne fanno una pista nera riservata agli esperti.
COLOFONE. ALPE: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. Editore: Alpe di Siusi Marketing, 39050 Fiè allo Sciliar, Via del Paese, 15, Tel. 0471 709 600, Fax 0471 704 199, info@alpedisiusi.info, www.alpedisiusi.info. Direttore responsabile: Elisabeth Augustin. Redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Sabine Funk, Barbara Pichler Rier, Katja Sanin, Michaela Baur, Denise Frötscher, Romina Glira, Daniela Kremer; Traduzioni: Studio Bonetti & Peroni. Pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. Impaginazione: Komma Graphik. Stampa: Litopa, Verona.
50 ALPE | Inverno
UN Par adiso ter r estr e „Sorgenti delle streghe“
Il percor so d’avventur a per tutta la famiglia … e dopo accomodar si in una delle rusticali stuben nella Baita Tirler
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