n. 26 gennaio-aprile 2009, anno IX - Aut. Tribunale Bologna n. 7071 del 05/12/2000 - Sped. a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Poste Italiane Dir. Comm. Imprese E/R Spedizione riservata ai soli abbonati - non acquistabile in edicola - In caso di mancata consegna, restituire all’editore che si impegna a pagare la relativa tassa c/o CMP di Bologna - Contiene I.P.
LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata
MEDICO
L’AMBULATORIO
n u m e r o
v e n t i s e i
IL rimodellamento corporeO dei distretti inferiori Ripristino dei volumi del volto e biorivitalizzazione La multi microstimolazione alveolare
La protesi di spalla
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LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata
L’AMBULATORIO
MEDICO
Autorizzazione Tribunate di Bologna n. 7071 del 05/12/2000 Direttore responsabile: Marco Montanari Coordinamento scientifico: Bitelli Piera, Carrari Bruno Giacomo, Cavezzi Attilio, Ceccarelli Maurizio, De Padova Maria Pia, Di Donato Crescenzo, Frullini Alessandro, Fundarò Piero, Gennai Alessandro, Izzo Giuseppe Maria, Lucchini Giacomo, Motolese Pasquale, Paolini Franco, Pelliccia Roberto, Priori Maurizio, Rigo Clara, Russo Rosalba, Sangiorgi Cellini Giuseppe, Tessari Lorenzo, Tomasoni Andrea. Hanno collaborato: Alessandrini Giuseppe, Anderson Robert, Borsani Fabrizio, Citernesi Ugo, De Rosa Mario, Del Gaudio Vincenzo, Di Donato Crescenzo, Fabbri Massimiliano, Follador Enrico, Fumagalli Marco, Fundarò Salvatore Piero, Ghiara Sebastiano Giacomo, Lampignani Carlo, Lucchini Giacomo Alfredo, Maullu Giorgio, Miori Lucio, Narurkar Vic, Novelli Raoul, Palmieri Isabella Pia, Sangiorgi Cellini Giuseppe, Terrani Salvatore, Tretti Clementoni Matteo, Venturo Nicola, Veronesi Anna Maria, Zand Sarvenaz.
NUMERO 26 gennaio - APRILE 09 ANNO IX
SOMMARIO
ARTICOLI
PAGINA
Acido Ialuronico e Glicerolo: la biostimolazione potenziata
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Profusion Skin Therapy™
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Contrazione capsulare periprotesica
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Sistema Eporex K69 transdermico e nuovi gel a base di peptidi biomimetici
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La multi microstimolazione alveolare nel massaggio connettivale meccanizzato secondo la teoria del micro vacuolo
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Cavitazione e radiofrequenza: trattamenti in sinergia
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Segreteria di redazione: VALET S.r.l. Via dei Fornaciai 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.63.88.334 - Fax 051.32.68.40 - edizioni@valet.it - www.valet.it
Protocollo di ringiovanimento globale del volto
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La rigenerazione cellulare
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Immagine & comunicazione: Elisa Fantini - elisa@valet.it
Strategia combinata per il volto
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Rughe: un problema cosmetico, cosmeceutico o di Medicina Estetica?
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Il laser CO2 frazionale ultrapulsato negli esiti cicatriziali atrofici da acne
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Integratori alimentari, alimenti funzionali, endofarmaci
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Nuovo Dermablate Effect: la piattaforma che stavi aspettando
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Nasce tuttimedici.com
56
Il rimodellamento corporeo dei distretti inferiori e la riduzione delle circonferenze
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Ripristino dei volumi del volto e biorivitalizzazione con gel di agarosio
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Un’“idea” nuova per la pelle
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Carbossiterapia in Medicina Estetica
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La protesi di spalla
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Dietologia applicata al sovrappeso distrettuale in associazione ad altre metodiche terapeutiche locali
75
Postura e componenti dietetici
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Massaggio miofasciale e trattamento dei trigger points
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Strategie dietetico–comportamentali per rallentare l’invecchiamento
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Realizzazione grafica: Matteo Nuti - immagine@valet.it Stampa: BetaGraf Spa È vietata la riproduzione, totale o parziale di ogni contenuto di questa pubblicazione senza esplicita autorizzazione dell’editore. Tutti i punti di vista espressi in questo periodico sono quelli dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelli delle imprese alle quali appartengono, dell’editore e delle istituzioni. Nulla intende rappresentare un consiglio o una raccomandazione su cure e metodiche; l’editore non da garanzie sui protocolll terapeutici citati e non liconosce alcuna responsabilita su eventual! danneggiamenti causati da nozioni riportate sulla rivista. La rivista è spedita in abbonamento postale. I dati anagrafici dei soggetti interessati alia spedizione della presente rivista provengono da elenchi pubblici e vengono trattati in conformità a quanto previsto dal “Codice Privacy” (Digs. 196/2003). Le finalità del trattamento riguardano la spedizione in abbonamento postale della presente rivista, di altre pubblicazioni, invio di cataloghi ed eventuali altre comunicazioni inerenti le attività promosse dal titolare del trattamento. L’interessato può in qualsiasi momento richiedere informazione sul trattamento dei propri dati, ottenere modifiche od opporsi in tutto o in parte, facendone richiesta via fax, lettera o e-mail, al titolare del trattamento. II titolare del trattamento è VALET S.r.l. - Via dei Fomaciai, 29/b - 40129 Bologna (BO). Alla data della presente pubblicazione, il Responsabile del trattamento è il Sig. Daniele Morini. L’informativa integrale, completa di finalità, modalità del trattamento, diritti dell’interessato e soggetti a cui potrebbero essere comunicati i dati, è consultabile sul sito www.valet.it alla sezione Privacy.
Diffusione Nazionale: Medici specialisti in: anestesia e rianimazione, angiologia e flebologia, chirurgia generale, chirurgia plastica, dermatologia, dietologia, endocrinologia, fisiatria, malattie reumatiche, medicina sportiva e patologia vascolare, centri di medicina e chirurgia estetica, estetica medica, medici di base, studi privati di agopuntura e mesoterapia, infermieri professionali, ambulatori di chiroterapia, fisioterapia, fisiokinesiterapia e massaggi, poliambulatori, case di cura e cliniche private, direttori sanitari: A.S.L., ospedali, stabilimenti termali, associazioni e istituzioni sanitarie, istituti scientifici e di ricerca, docenti e corsisti Divisione Didattica VALET: C.P.M.A. e C.E.D.A.
Distribuzione: 140.000 copie
RUBRICHE
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Aspettando il XII Congresso SIES
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Mille (partecipanti) e non più mille: sono molti di più…
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L’AMBULA ’AMBULATORI ORIO
MEDICO
Medicina Estetica
di Carlo Lampignani Specialista in Idroclimatologia e Talassoterapia Medica Medico Estetico - Milano
Acido Ialuronico e Glicerolo: La biostimolazione potenziata
Due molecole naturalmente presenti nell’organismo umano che, in sinergia, aumentano, amplificano e prolungano i risultati estetici di ringiovanimento cutaneo
passato un anno da quando abÈ biamo preso in mano la prima siringa per la biostimolazione cutanea potenziata a base di acido ialuronico e glicerolo e, per coloro che sono interessati alle metodiche di ringiovanimento cutaneo, riportiamo con piacere le nostre esperienze personali e i risultati ottenibili con questa formulazione innovativa. I primi dati sulla performance e sulla sicurezza, già raccolti dalla società produttrice ANTEIS di Ginevra e pubblicati in articoli redatti dai colleghi francesi e svizzeri, fra cui il dottor Patrick Micheels e la dottoressa Anne Grand Vincent di Parigi, riportavano un’esperienza clinica superiore rispetto a tutte le altre formulazioni presenti sul mercato o utilizzate negli ultimi 10 anni (senza esclusione dei cocktail omeopatici o a base di vitamine, aminoacidi, ecc). Il principale vantaggio clinico riportato dai colleghi d’oltralpe veniva espresso nella capacità di dare un effetto di ringiovanimento cutaneo non solo apprezzabile clinicamente, ma anche fotografabile dopo appena 2 sessioni di trattamento (3 sessioni nel caso di cuti particolarmente compromesse). Inoltre, sulla base di circa due anni di esperienza, veniva sottolineato anche come il mantenimento dei risultati conseguiti richiedeva un numero di sedute decisamente inferiori e più distanziate rispetto a tutte le altre terapie conosciute. Abbiamo voluto verificare clinicamente se quanto detto e scritto va-
leva anche da noi. Ma, prima di entrare nel vivo della nostra esperienza personale, vorremmo sottolineare che la biostimolazione cutanea, a differenza di altre metodiche di ringiovanimento, utilizza acido ialuronico naturale infiltrato a livello dermico superficiale con specifiche tecniche iniettive e ha come obiettivo il mantenimento o il miglioramento dei seguenti parametri: idratazione, ela-
complementare ad altre metodiche di ringiovanimento (V. filler, peeling ecc.). Grazie alla ricerca della società svizzera Anteis, la formulazione composta da acido ialuronico e glicerolo di fatto esalta e prolunga i risultati estetici propri della biostimolazione, grazie alla sinergia che si crea fra questi due polimeri naturali e alle loro proprietà intrinseche.
Fig. 1 - Prima
Dopo 3 sessioni con MESOLIS+
sticità, tonicità, compattezza, luminosità, colorito e texture della cute. La biostimolazione con acido ialuronico naturale può entrare nel bagaglio professionale del medico a indirizzo estetico sia come terapia iniettiva di prevenzione all’invecchiamento tessutale (anti-aging therapy) sia come terapia restituiva nel caso di cuti danneggiate (skin rejuvenation therapy). Grazie a questa duplice indicazione, la biostimolazione cutanea può essere presa in considerazione come terapia a sé stante o come terapia
Poiché le proprietà dell’acido ialuronico naturale sono ormai ben note a tutti i professionisti del settore, desideriamo soffermarci soprattutto sul glicerolo che, come l’acido ialuronico, è un componente naturalmente presente nel nostro organismo ed è completamente biocompatibile e metabolizzabile. Si tratta di un polialcol endogeno, derivante principalmente dalla degradazione dei trigliceridi contenuti nello strato adiposo e nel sebo (secreto dalla ghiandole sebacee), che giunge agli strati superficiali della pelle attraverso la cir5
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MEDICO
Acido Ialuronico e Glicerolo: La biostimolazione potenziata
colazione sanguigna grazie alla presenza delle proteine AQ3 e, a livello dello strato corneo, svolge funzione di umettante naturale e rinforza la funzione barriera. Il glicerolo è una molecola molto piccola, con grande capacità igroscopica (ogni molecola lega 6 molecole d’acqua) e antisettica locale; oltre alla creazione di un mantello protettivo dovuto al network di molecole d’acqua che trattiene e che si posiziona intorno all’acido ialuronico, dà vita a una sinergia con quest’ultimo che viene definita “effetto velcro”, in quanto fra le molecole di glicerolo e il più noto polisaccaride si creano dei legami idrogeno deboli. Questi legami non modificano pertanto le proprietà intrinseche delle due molecole, ma le stabilizzano aumentando la loro permanenza nel derma e quindi potenziando l’efficacia clinica che si traduce in: a) Maggiore e più lunga durata dell’idratazione tessutale, in quanto questa sinergia permette di trattenere più a lungo l’acqua e ne rallenta il rilascio; b) Biostimolazione potenziata, in quanto la presenza di glicerolo rallenta la degradazione dell’acido ialuronico da parte dei radicali liberi permettendo un’azione di biostimolazione cutanea più efficace e che dura più a lungo nel tempo. Le tecniche di impianto
Come per tutti i biostimolanti a base di acido ialuronico, il materiale d’impianto deve essere iniettato a livello dermico in modo diffuso e superficiale su tutta l’area da trattare. I colleghi svizzeri utilizzano esclusivamente le tecniche a micropomfi o a “nappage”, mentre noi, in base alla nostra esperienza e alle zone da trattare, abbiamo adottato delle tecniche miste che rispondessero meglio alle esigenze dei nostri pazienti. Ricordiamo che la tecnica a micropomfi è particolarmente indicata come skin rejuvenation in soggetti con cuti disidratate o foto/crono-invecchiate e
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MEDICO
Fig. 2 - Prima
Dopo 3 sessioni con MESOLIS+
che presentano una cute normale o spessa. Questa tecnica deve essere ben calibrata, altrimenti può dar luogo alla visibilità per 2 o 3 giorni dei pomfi effettuati. Chi la sceglie deve informare il paziente della possibile visibilità, soprattutto se decide di trattare zone delicate come il collo, e completare sempre il trattamento con un massaggio dell’area trattata. Nel caso di cuti sottili, noi consigliamo due approcci diversi: il primo consiste nel rilasciare una quantità minore di prodotto per un numero maggiore di siti d’impianto; il secondo prevede di utilizzare a seconda dei distretti la tecnica lineare e/o lineare corta, oppure il micropomfo allungato, rimanendo sempre a livello del derma medio/ medio-superficiale, in modo che il prodotto si distribuisca “orizzontalmente” e non “verticalmente”. Se le infiltrazioni vengono eseguite correttamente, il paziente non dovrebbe visualizzare il materiale iniettato. La tecnica a “nappage”, molto amata dai nostri colleghi stranieri, consiste invece nell’inserimento dell’ago con un’angolazione dai 30° ai 45° e nel rilasciare molto velocemente piccolissime quantità di prodotto a livello molto superficiale (lo smusso dell’ago verso l’alto) e alla distanza di pochi millimetri l’uno dall’altro. Il vantaggio di questa tecnica consiste nel non lasciare praticamente alcun segno del trattamento e nel ridurre notevolmente il rischio di ecchimosi; questa tecnica è maggiormente
indicata nei pazienti con lievi segni del tempo e quindi da preferire nei protocolli di prevenzione. Naturalmente queste modalità iniettive possono essere utilizzate sullo stesso paziente, a seconda dell’area da trattare e durante la stessa sessione. Prendiamo per esempio il trattamento del collo: poiché normalmente la cute è particolarmente sottile, per ridurre al massimo il rischio di visibilità del trattamento si potrà procedere con tecniche miste: tecnica lineare per incanalare le rughe orizzontali del collo come se si volesse correggerle con un filler, nella zona sottomentoniera si utilizzerà una tecnica a micropomfi, mentre per il restante collo si potrà procedere con tecnica “nappage” (Fig. 1). Secondo la nostra esperienza, i risultati estetici e la sicurezza clinica possono essere giudicati ottimi e sovrapponibili a quelli già riportati dai nostri colleghi stranieri. Per concludere, tutti i pazienti sottoposti al trattamento hanno riportato un elevato grado di soddisfazione per la velocità con cui hanno potuto apprezzare gli effetti del trattamento e per il ridotto numero di sessioni iniettive. Sebbene non possiamo fare o promettere miracoli, crediamo che le foto dei risultati ottenuti (Fig. 2) dopo 2 o 3 sessioni di trattamento con Mesolis+ possano ben giustificare la nostra soddisfazione per questa nuova formulazione potenziata di █ biostimolazione.
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Medicina Estetica
di Vic Narurkar Direttore Medico – Professore Clinico Associato di Dermatologia, Università della California, Davis, Scuola di Medicina Robert Anderson PhD – Aesthera Corporation e Sarvenaz Zand Direttore Medico – Medico Interno, Dipartimento di Dermatologia, Università della California, Davis, Scuola di Medicina
rofusion Skin Therapy™ (IsoP laz Pro™, Aesthera Corp, Pleasanton, CA, Stati Uniti) unisce i benefici terapeutici dei trattamenti con laser o luce ad un nuovo metodo grazie al quale soluzioni medicali e cosmetici sono veicolati in modo più uniforme raggiungendo una maggiore profondità nello strato corneo. Profusion si basa su un processo in due fasi (Fig. 1) che prevede l’utilizzo di trattamenti fotopneumatici per svuotare in modo meccanico la ghiandola sebacea e curare la parte interessata con la luce, e l’utilizzo della Tip Profusion per veicolare sostanze terapeutiche in profondità.La Tip Profusion sfrutta la vacuum terapia per distendere e modificare temporaneamente l’epidermide creando degli
Profusion Skin Therapy™ Una nuova combinazione di luce e veicolazione transdermica per i trattamenti di acne e ringiovanimento cutaneo
spazi, passaggi tra le numerose cellule dello strato corneo ed avvicinando la ghiandola pilosebacea alla superficie cutanea. Nel corso di tale processo di distensione, le sostanze idrofile e idrofobe applicate sulla cute raggiungono, in gran parte la zona interessata, si ottiene così un aumento della profondità di penetrazione della sostanza e il miglioramento dell’uniformità di distribuzione della sostanza rispetto alla sola applicazione topica. Tale documento è stato redatto per analizzare l’aspetto scientifico che sta alla base di Profusion Skin Therapy™ e per approfondire i risultati di una sperimentazione clinica condotta su 10 pazienti con questo nuovo approccio per i trattamenti cutanei.
I fase: trattamento con luce
Introduzione
In genere, tre sono le vie disponibili per ottenere un’ottima veicolazione delle sostanze nell’epidermide. La via intercellulare: è un percorso tortuoso tra i vari livelli dello strato corneo. Lo strato più esterno dell’epidermide, spesso raffigurato come uno strato sottile di cellule disposte in modo simile ad un muro di mattoni con i lipidi che fungono da malta per gli spazi vuoti, forma una barriera efficace impedendo la penetrazione della maggior parte delle sostanze. I lipidi che occupano gli spazi tra le cellule corneificate piatte rappresentano una barriera efficace sia per le sostanze idrofile, sia per quelle idrofobe.
II fase: trattamento Profusion
Pulizia
Trattamento
Infusione
Penetrazione
L’azione Pneumatica consente di avvicinare la parte da trattare alla superficie della pelle svuotando in modo meccanico la ghiandola sebacea
Il fascio di luce emesso consente di curare più efficacemente acne, lesioni vascolari e lesioni pigmentate
Attraverso una punta che funge da applicatore, la sostanza viene rilasciata nello spazio intercellulare e nei pori dilatati
La sostanza penetra nella pelle. La pelle ritorna nella posizione normale
Fig. 1
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MEDICO
profusion Skin Therapy™
superficie cutanea. La diversità di pressione tra le parti esterna e interna della pelle spinge la ghiandola pilosebacea verso l’alto e capovolge l’infundibulo facendolo fuoriuscire dalla cute. Le sostanze applicate a questa struttura sollevata vengono condotte nella ghiandola pilosebacea quando il vacuum è rilasciato e la pelle ritorna in posizione normale.
La via transcellulare: prevede la penetrazione attraverso la parete cellulare e successivamente il passaggio da uno strato cellulare all’ altro verso un livello sempre più profondo dello strato corneo. Rappresenta la via utilizzata dalle sostanze idrofile che cercano di penetrare negli strati più profondi dell’epidermide. La via annessiale: è costituita dalla via pilosebacea e dalla via della ghiandola eccrina. Queste due vie rappresentano una percentuale minima della superficie totale della cute e non rivestono un ruolo importante nella veicolazione di sostanze nell’epidermide. Ciò nonostante, la via pilosebacea è essenziale per la penetrazione di antibiotici nella ghiandola sebacea, ovvero un’importante forma di difesa contro l’acne. Inoltre, è una via fondamentale per veicolare sostanze che influiscono sulla crescita e sulla qualità dei peli. Il metodo Profusion mira a migliorare le vie transcellulare e annessiale. L’utilizzo della vacuum terapia per distendere la pelle comporta la separazione dei livelli intercellulari dello strato corneo e, di conseguenza, l’apertura di passaggi verso i livelli più profondi di questo strato. Inoltre, le microlesioni spesso presenti sulla superficie dell’epidermide si allargano migliorando il passaggio transcellulare. Il metodo Profusion consente inoltre di migliorare la via annessiale avvicinando l’unità pilosebacea alla
1 Risultati di un progetto di ricerca scientifica in corso di svolgimento presso il Dipartimento di Ingegneria Biomedica, Università della California, Riverside
Prima
Dopo 4 trattamenti
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Sperimentazioni scientifiche con Profusion Skin Therapy™
Gli studi Profusion Skin Therapy™ condotti utilizzando pelle di maiale e microscopia fluorescente confermano il miglioramento di entrambe le vie: transcellulare e annessiale1. Tali studi hanno dimostrato che il metodo Profusion Skin Therapy™ garantisce una penetrazione maggiore, più profonda e più uniforme delle sostanze molecolari lipofobiche di varie dimensioni nello strato corneo rispetto alla tipica applicazione topica. Le dimensioni molecolari utilizzate in questo studio sono uguali a quelle adottate dalla maggior parte delle lozioni e delle creme disponibili in commercio. Se la sostanza viene fatta penetrare nei livelli più profondi della strato corneo, rimane attiva più a lungo nell’epidermide rispetto a un’applicazione topica più superficiale.
Prima Studio clinico
Per testare i risultati succitati delle sperimentazioni scientifiche è stato condotto uno studio clinico che ha coinvolto (10) dieci soggetti. Metodo
Sono stati reclutati 10 pazienti dell’ambulatorio dermatologico, 5 affetti da acne lieve-moderata e 5 che manifestavano i sintomi dell’invecchiamento e i danni causati dall’esposizione solare. Tutti i pazienti sono stati visitati dal medico curante per escludere la presenza di lesioni sospette, un eventuale stato di gravidanza e l’utilizzo di retinoidi topici, farmaci fotosensibilizzanti, Botox o filler. Durante lo studio e il periodo di follow up non sono stati permessi altri trattamenti con laser e luce, sostanze iniettabili o programmi di cura topica della pelle, ad eccezione di creme solari e idratanti. Sono stati eseguiti quattro trattamenti a intervalli di 2 settimane. Durante i trattamenti non sono stati utilizzati anestetici topici o di altro genere. Ogni trattamento è stato valutato e ne sono stati re-
mediante l’applicatore Profusion, in base alla procedura clinica, ogni paziente è stato sottoposto a quattro trattamenti ad intervalli di due settimane. Risultati
Paziente prima e dopo 3 trattamenti - Foto gentilmente concesse dal Prof. Luigi Rusciani
gistrati i risultati. Prima di avviare lo studio, sono state scattate delle fotografie cliniche standardizzate prima di ogni trattamento e 30 giorni dopo l’ultimo trattamento con una fotocamera. Dopo ciascun trattamento è stato richiesto ai pazienti e ad osservatori in cieco (personale clinico) di valutare il miglioramento. Le fotografie sono state esaminate da un osservatore indipendente affin- ché potesse valutare il miglioramento dell’acne, della discromia, della condizione vascolare, delle rughe e qualsiasi altro cambiamento positivo secondario delle condizioni della pelle, ad esempio l’aspetto, la distensione e la dimensione dei pori. Osservatori in cieco (personale clinico) hanno confrontato le fotografie antecedenti e successive al trattamento. Protocollo del trattamento: la prima fase del protocollo della sperimentazione clinica ha previsto una pulizia generale del viso. Successivamente, tutto il viso è stato trattato con Isolaz Pro™, un’apparecchiatura fotopneumatica
basata sulla vacuum terapia il cui obiettivo è la riduzione e/o l’estrazione di sebo. Questa fase è stata seguita da un protocollo standard di trattamenti fotopneumatici per l’acne o ringiovanimento cutaneo, in base alla condizione originale del paziente. Dopo l’ emissione della luce, la punta utilizzata per il trattamento è stata rimossa da Isolaz Pro™ e sostituita con una tip appropriata per la terapia Profusion Skin Therapy™. Questo applicatore unico, progettato per la veicolazione transdermica, è imbevuto di soluzione di acido salicilico (2%).Tutto il viso è stato trattato con l’applicatore e asciugato, dopo 2-5 minuti, con una garza sterile per rimuovere l’eventuale sostanza in eccesso. La Tip per la terapia Profusion Skin Therapy™ è stato rimossa e sostituita con una seconda tip Profusion imbevuta di un prodotto skin care disponibile in commercio, contenente fattori di crescita epidermico e del derma. Dopo aver trattato tutto il viso con il prodotto skin care
i dati fotografici sono stati analizzati da un valutatore in cieco. L’acne, l’eritema, la pigmentazione e le rughe presenti sui visi dei soggetti sono stati valutati in base a una scala da 1 a 4 (1 = minimo, 2 = lieve, 3 = moderato, 4 = grave). Dei 10 pazienti trattati, il 90% (9) è salito almeno di un gradino nella sopracitata scala e il 40% (4) almeno di due. È stata valutata anche la soddisfazione dei pazienti rispetto al trattamento: tutti e 10 si sono dichiarati soddisfatti della procedura e del risultato ottenuto. Conclusione
I risultati dimostrano che la terapia Profusion Skin Therapy™ offre ai pazienti tutti i comprovati vantaggi dei trattamenti basati sulla tecnologia fotopneumatica e quelli garantiti da un’ efficace veicolazione delle sostanze. La capacità di veicolare una buona quantità di principi attivi negli strati più profondi dello strato corneo ne consente una permanenza più duratura. Inoltre, la veicolazione di retinoidi topici e/o di antibiotici in profondità nella ghiandola sebacea potrebbe aumentare l’efficacia e la durata del trattamento contro l’acne e altre malattie della ghiandola se█ bacea. PER INFORMAZIONI:
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CONTRAZIONE CAPSULARE PERIPROTESICA
Medicina Estetica
di Vincenzo Del Gaudio Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva Professore a contratto Clinica chirurgica II Università di Firenze
Efficacia del trattamento per via orale del salicilato di silanolo
ome ben noto, le protesi mamC marie sono costituite da gel o liquidi di varia natura avvolti da un involucro di strati di silicone medical grade. Questo materiale, come sappiamo, è “biocompatibile” in senso assoluto, ma determina comunque una reazione da corpo estraneo all’interno dell’organismo anche se in genere in maniera molto blanda. In pratica avviene che l’involucro dell’impianto viene circondato da una pellicola fibrosa che si forma in pochi giorni tappezzando la tasca all’interno della quale è alloggiata la protesi. Dobbiamo dire che questa reazione fibrosa riveste un ruolo molto positivo nella mastoplastica additiva, sia perché impedisce alla protesi di muoversi, sia perché isola la protesi stessa dalle strutture anatomiche dell’ organismo. Inoltre rende più stabile nel tempo il risultato acquisito con l’intervento. Infatti, in caso di rottura dell’impianto sarebbe proprio grazie alla capsula che il gel di silicone fuoriuscito non invaderebbe l’organismo. Ancora: la completa adesione della capsula periprotesica ai tessuti circostanti limita in maniera sensibile la ptosi mammaria negli anni successivi all’intervento. Per esemplificare, funziona un pò come “reggiseno interno”. Purtroppo però a volte la reazione dell’organismo non è così favorevole: la capsula periprotesica che si forma tende a diventare più spessa
Prima
Dopo
e dura o addirittura a contrarsi sensibilmente (aumento dei mio-fibroblasti). Questo meccanismo indesiderato può portare la mammella a diventare dura, innaturale, a volte addirittura di forma profondamente anomala. La contrattura della capsula periprotesica è di gran lunga la complicazione più frequente nelle mastoplastiche additive sin dagli albori di questo intervento. Per studiare attentamente e quindi combattere questo fenomeno, Beker tentò una classificazione della complicanza pur non essendo facile stabilire e definire a parole una sensazione tattile e quindi la durezza della mammella. I grado Beker: protesi non palpabile e non visibile, quindi mammella perfettamente naturale. II grado Beker: mammelle normali all’ispezione, ma appena percettibile da mani esperte la presenza di un corpo estraneo, con consistenza mammaria un poco aumentata. Questa condizione è generalmente molto apprezzata dalle pazienti. III grado Beker: la protesi è chiaramente palpabile e visibile.
IV grado Beker: le mammelle appaiono dure, fredde, deformi, a volte anche dolenti. Questa è la forma più grave. Sul ruolo rappresentato dai vari fattori ai quali è stata imputata una concausa scatenante del fenomeno si è molto dissertato da parte degli Autori nel corso degli anni. Sono stati presi in considerazione innanzitutto la qualità delle protesi o meglio del loro involucro esterno, in quanto è sicuro che la fuoriuscita di particelle di silicone determina una più intensa reazione fibrosa periprotesica. Dobbiamo dire che molto è stato fatto negli ultimi anni dalle case costruttrici per cercare di eliminare il problema. Infatti un involucro di buona qualità dovrebbe essere formato da diversi strati sovrapposti di silicone per impedire l’”essudazione”, ma senza andare a scapito della morbidezza delle protesi. Qualunque chirurgo plastico con esperienza sa bene quanto sia più agevole inserire protesi morbide rispetto a quelle dure. Ultimamente la maggior compatezza del gel di silicone ha contribuito alla riduzione del fenomeno.
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Altri meccanismi come microematomi, infezioni sub-cliniche (è necessaria la massima sterilità durante l’ impianto) e fumo, sono stati attentamente studiati e chiamati in causa nella genesi della contrattura. Negli Anni 80, l’ incidenza della contrattura era del 30-35%, ma nel corso degli anni tale percentuale si è sensibilmente ridotta, assestandosi sul 4-8%. Studiare e valutare queste statistiche appare particolarmente complicato, perché i vari Autori hanno inserito nello studio molte variabili diverse come il tipo di protesi, la comparsa a breve termine, la comparsa a lungo termine ecc. Riguardo alla nostra personale esperienza, ormai quasi venticinquennale, abbiamo un’incidenza di contrattura pericapsulare superiore al grado II di Beker di circa il 2%, valutato su una casistica di oltre 2.000 impianti considerati bilateralmente. IL PROTOCOLLO ADOTTATO
1. Uso di guanti chirurgici senza talco. 2. Cerchiamo di ridurre il più possibile lo sfregamento della protesi sulla pelle durante la fase di introduzione, con taglio sottomammario o periareolare. Raramente adottiamo l’inserimento per via ascellare. 3. Usiamo immergere l’impianto nel Betadine puro prima dell’ impianto. 4. Irroriamo la tasca sia sottoghiandolare sia sottomuscolare con una soluzione di Betadine diluito. 5. Attuiamo una emostasi molto scrupolosa, non inseriamo quasi mai drenaggi. 6. Usiamo da circa 15 anni protesi Poly Implant Prothéses (P.I.P.) testurizzate ora e, precedentemente, lisce. 7. Attuiamo una terapia post-chirur-
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gica con steroidi per via orale per circa 7 giorni dopo l’intervento e con Accoleit per 2-3 mesi. 8. Consigliamo un energico massaggio manuale mammario per 2-3 mesi. 9. Non abbiamo quasi mai usato le protesi al poliuretano, ma solo l’idrogel quando l’uso del silicone fu sospeso in Italia.
e dei proteoglicani a livello della matrice cellulare ossea e/o a livello del derma [Carlisle, 1981; Uthus et Seaborn, 1996; Refitt et al, 2003]) sia strutturale.Il silicio infatti è conosciuto per la sua capacità di legarsi alle macromolecole glicosaminoglicani (GAGs) e avrebbe un ruolo strutturale nella formazione di legami tra le fibre di collagene e i proteoglicani [Birchall & Espie, 1986]. Dunque il silicio riveste un ruolo meccanico sugli elementi fibrosi. Ed è proprio grazie a questo meccanismo che noi pensiamo che questo elemento possa avere un effetto curativo sulle contratture capsulari. In conclusione, vista la natura stessa della contrattura capsulare, del ruolo di riorganizzatore strutturale del silicio per gli elementi fibrosi e la buona disponibilità per via orale del salicilato di silanolo, noi stiamo valutando di utilizzare Conjonctyl® in quanto dispositivo medico, nell’indicazione: “Riassorbimento delle contratture capsulari tramite riorganizzazione fisica del tessuto connettivo cicatriziale che █ avvolge le protesi mammarie”.
CONCLUSIONI
Riteniamo che l’uso di protesi al poliuretano sia giustificato nelle mastoplastiche correttive dopo la rimozione della capsula periprotesica nei casi di recidiva anche plurima di retrazione capsulare. In questi casi attuiamo la capsulectomia quando possibile o la capsulectomia cambiando sede di alloggiamento dell’impianto. Stiamo inoltre valutando la possibilità di utilizzare il silicio organico (nome commerciale: Conjonctyl®) come elemento da sottoporre alle pazienti in caso di contratture capsulari in corso. Il test consiste nel verificare l’efficacia del trattamento per via orale del Salicilato di silanolo, sulle contratture capsulari apparse dopo l’impianto di protesi mammarie. Infatti è ormai appurato che il funzionamento del silicio nei tessuti connettivi assuma un ruolo sia metabolico (sintesi del collagene
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Medicina Estetica
di Salvatore Terrani Neurobiologo Ricercatore - Verona
Sistema Eporex K69 transdermico e nuovi gel a base di Peptidi Biomimetici
L’esperienza con una nuova generazione di principi attivi per il trattamento delle adiposità localizzate della PEFS e per la tonificazione e il ringiovanimento di viso e collo a Medicina Estetica oggi ricorre sempre più alla ricerca bioL tecnologica per la realizzazione di molecole la cui efficacia è scientificamente provata. I nuovi sistemi applicativi sono sempre più mirati verso le cellule bersaglio ed entrano a fondo nei meccanismi della biologia molecolare e nella trasmissione dei messaggi tra cellula e cellula, simulando l’azione delle sostanze naturali. Grande utilizzo hanno i Peptidi, nuove molecole sintetizzate costituite da corte catene aminoacidiche (fino a un max di 110). Questi Peptidi detti “Biomimetici” sono capaci di agire come sostituti dei Peptidi naturali nelle reazioni con recettori ed enzimi. Queste piccole porzioni proteiche a basso peso molecolare non riescono però a raggiungere la profondità della cute se non per mezzo di particolari onde elettriche che l’apparecchiatura EPOREX K69 dispositivo tecnologico di Isoforesi riesce a produrre.Esistono due diversi tipi di proteine, le proteine strutturali che rappresentano i materiali di costruzione della cellula, e le proteine enzimatiche che svolgono il ruolo di regolatori dei processi cellulari rendendo possibili reazioni chimiche. Per quanto diversi possano essere questi due tipi di proteine e le funzioni cui sono deputate, tutte
sono costituite dagli stessi elementi di base: gli amminoacidi. Nei viventi esistono venti amminoacidi differenti, tutti però dotati, alle estremità, di un sistema di ancoraggio chimico identico: un sito posteriore chimicamente acido e un sito anteriore chimicamente basico (amminico). Per unirsi tra loro gli amminoacidi fanno reagire il loro gruppo acido terminale con il gruppo amminico dell’amminoacido seguente. In questo modo si forma un legame solido e possono costituirsi lunghe catene (catene polipeptidiche). I Peptidi sintetizzati che sono stati veicolati con EPOREX K69 sono miscelati in gel cosmetici per essere elettroveicolati: l’apparecchiatura EPOREX K69 con un trattamento non traumatico consente la veicolazione transdermica di farmaci e di sostanze attive superando lo strato corneo della cute che normalmente è altamente impenetrabile. I principi così veicolati attivano rapidamente il metabolismo cellulare e l’elettroporazione dà un aumento importante all’assorbimento delle sostanze topiche applicate. Le onde elastopulsate consentono l’ingresso di molecole ionizzate che altrimenti non sarebbero in grado di attraversare la barriera epidermica. Si crea inoltre una “perturbazione” della membrana cellulare lipidica
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la quale si apre e forma dei canali acquosi (elettropori) che la rendono permeabile alle molecole idrofile. Il tempo di apertura degli elettropori dipende dalla lunghezza dell’impulso elettrico ricevuto dalla membrana cellulare. EPOREX K69 è caratterizzato da una speciale camera di ionizzazione brevettata presente nel manipolo che ionizza e rende attivo il trasporto dei principi attivi direttamente nel distretto extracellulare della zona interessata. Le variazioni osmotiche che avvengono permettono alle cellule bersaglio di captare e utilizzare le sostanze veicolate con una rapidissima attivazione del metabolismo delle cellule dato che i recettori avvertendo la carica elettrica sono più responsivi e l’accelerazione dei processi porta a una maggiore durata dell’azione farmacologia e una maggiore efficacia terapeutica, pur utilizzando piccole quantità di principio attivo. PRINCIPI ATTIVI
Per EPOREX K69 abbiamo utilizzato gel a base di Peptidi mirati a contrastare PEFS, Adiposità Localizzata, perdita di Tonicità e Aging. Ai Peptidi sono stati mescolati altri principi attivi ciascuno dei quali contribuisce all’efficacia complessiva del prodotto con un’azione sinergica. I componenti di questi Epogel K69 interagendo con le proteine fondamentali della pelle ne migliorano la struttura, la funzionalità e la compattezza, rallentando i fisiologici processi di invecchiamento cutaneo e sono in grado di ridurre le rughe
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di espressione mediate dalla contrazione muscolare. Questi Peptidi sintetici e gli antiossidanti presenti sviluppano un’azione simil-botulino e stimolano anche la produzione di collagene attraverso l’attivazione del TGF – Beta. Esso è particolarmente efficace contro le rughe di espressione per il blocco dell’attività neuromuscolare dei muscoli facciali dato che agisce a livello della membrana come antagonista reversibile a livello del recettore muscolare nicotinico dell’acetilcolina (nmAChR). Il peptide specifico si lega alla sottounità Y del mnAChR prevenendo il legame dell’acetilcolina con il recettore che così risulta rimanere chiuso. In questo stato di chiusura non avviene il passaggio degli ioni di sodio Na+ e i muscoli rimangono rilassati. Gli altri peptidi utilizzati migliorano inoltre la struttura funzionale del derma stimolando in modo efficace la sintesi d’integrina, lamininaV, collagene di tipo IV, VII e XVII. Il Peptide presente nella formulazione opera sul Fattore di Crescita Tissutale stimolando i fibroblasti a neo sintetizzare fibre di collagene. In vivo il TGF è attivato da una proteina multifunzionale chiamata Trombospondina che si lega alla molecola LAP. Il Peptide Biomimetico ha la capacità di legarsi in modo similare stimolando quindi la neosintesi di collagene. Gli altri principi attivi di origine vegetale presenti nella formulazione si attivano sinergicamente rendendo il prodotto altamente attivo. L’Uncaria Tomentosa appartenente alla famiglia delle Rubiaceae è ricca di alcaloidi del gruppo dell’oxindolo. Il Ptychopetalum Olacoides, è un’Olocaceae ed è ricco in particolare modo di numerosi acidi grassi liberi a lunga catena, oli esenziali, fitosteroli, cumarina ed ad un alcaloide denominato appunto “muirapuamina”. I principi attivi cosmetici di Epogel K69 veicolati in profondità con le correnti galvaniche elastopulsate di EPOREX K69 producono un effetto dermoplastico con effetto sulla to-
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nicità dei muscoli mimici del viso e del collo, con riduzione delle piccole rughe e migliore idratazione dei tessuti. È ormai accettato che uno dei principali meccanismi di invecchiamento cellulare e, di conseguenza, degli organismi sia determinato dal danno indotto dal cosiddetto stress ossidativo. Esso deriva dalla produzione di specie dell’ossigeno altamente reattive (ROS) che accompagna la produzione di energia (sotto forma di ATP) nei mitocondri.
Carnitina ed estratto di Tabebuia. La Carnitina carrier vettore facilita l’ingresso degli acidi grassi a lunga catena all’interno dei mitocondri dove vengono ossidati per produrre energia. LaTabebuia, della famiglia delle Bignoniacee, contiene quercidina, alcaloidi, coenzima Q, saponine, antochinoine, naftochinoni, carnasolo, indoli. Troviamo poi la Teofillina, l’estratto di radice di Pfaffia Paniculata ed Escina. La Teofillina potenzia il rilascio dei trigliceridi del sistema adiposo stimolando l’attività dell’AMPc inibendo la fosfodiesterasi. La Pfaffia Paniculata è una Amarantacea, detta Ginseng brasiliano, ricca di sali minerali Cobalto, Ferro, Zinco, Silicio con un’azione antinfiammatoria e biostimolante. L’Escina, saponina vasocostrittrice, ha la capacità di inibire l’attività degli enzimi lisosomiali e la permeabilità capillare e di aumentare il tono della muscolatura vasale. La sua azione sui “pori” della rete capillare arteriosa riduce l’essudazione e quindi l’edema. L’utilizzo delle micro correnti elastopulsate di EPOREX K69 ha permesso la veicolazione dei principi attivi dei Gel fino a 10 cm di profondità con una esaltazione dei risultati. In breve tempo si è avuto un netto miglioramento della sintomatologia tipica della PEFS, una diminuzione dello spessore del pannicolo adiposo localizzato e quindi delle circonferenze, e un migliora█ mento del tono dei tessuti.
IL DANNO INDOTTO
La produzione di ROS è inevitabile, e la sua quantità dipende da vari fattori, tra cui la velocità metabolica dell’organismo e l’efficienza di funzionamento dei mitocondri. Il danno indotto, che causa l’invecchiamento di un organismo, si esplica a vari livelli: sul DNA, sulle proteine, sui lipidi ed anche sulla regolazione genica. I gel anti aging sono arricchiti da sostanze anti ossidanti che agiscono in sinergia e potenziando i sistemi endogeni di difesa dall’ossidazione. Le UCPs costituiscono una famiglia di proteine impegnate nei mitocondri come trasportatori della membrana interna, e sono implicate nella regolazione della produzione di ROS. I gel formulati per il trattamento con EPOREX K69 delle Adiposità Localizzate e della PEFS utilizzano la termogenina decapeptide UCP che, attiva meccanismi di lipolisi maggiori di numero di quelli fisiologici della lipogenesi e consente la riduzione di volume degli adipociti maturi differenziati. Inoltre l’UCPpeptide impedisce il trasformazione del preadipocia ad adipocita al momento della differenziazione. Nel trattare l’Adiposità Localizzata con l’UCPpeptide sono state associate
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Medicina Estetica
LA MULTI MICROSTIMOLAZIONE ALVEOLARE NEL MASSAGGIO CONNETTIVALE MECCANIZZATO SECONDO LA TEORIA DEL MICRO VACUOLO
di Giorgio Maullu Specialista in Scienza dell’Alimentazione Master di Secondo Livello in Medicina e Chirurgia Estetica – Università di San Marino e Universtà La Sapienza di Roma
l massaggio connettivale in camIsempre po estetico e in campo medicale è stato considerato un caposaldo nel ventaglio dei trattamenti possibili. Per tale motivo ha subito un’attenzione sempre più importante dal “palper rouler” eseguito manualmente fino alla comparsa negli anni ‘80 di un’apparecchiatura elettromedicale che lo eseguiva attraverso due rulli motorizzati e una camera di aspirazione; era nato il massaggio connettivale meccanizzato. All’inizio del 2000, un chirurgo plastico francese, J.C. Guimberteau, affascinato dai movimenti della mano e ancora di più dalla capacità di adattamento della struttura cutanea in relazione al movimento, osserva con una speciale telecamera endoscopica il sistema connettivale durante una dissezione in vivo. Si apre un nuovo mondo. Infatti, la presenza delle fibre di collagene era già stata abbondantemente dimostrata negli interventi di dissezione, dove si repertava una serie di filamenti che, partendo dalla fascia fibrosa, avvolgeva tutta la struttura senza attribuire però nessuna funzione al di fuori di quella di far aderire il sottocute alla fascia muscolare in profondità. L’intuizione del prof. guimbertaeau: il tessuto è composto da miliardi di microvacuoli
Grazie allo scrupoloso studio del Professor Guimberteau, emerge uno straordinario aspetto che evidenzia come il sistema connettivo non solo connette tra loro le strutture, ma in
alcuni casi ne modula la risposta. Più precisamente il sistema connettivo si presenta come un sistema collagenico multi micro vacuolare d’assorbimento dinamico. Il connettivo vacuolare è un tessuto mobile, globale, ripartito; occupa tutti i piani e riveste i lobuli adiposi; si infiltra tra le fibre muscolari. È un sistema di scivolamento ottimale, senza scosse e senza sollecitazioni sui tessuti periferici; assicura la continuità della trama tissutale vivente, regola le forze fisiche intra corporee. La pressione intra micro vacuolare ne costituisce l’unità di base. La sua struttura collagenica è un sistema costituito da fibre, fibrille e sottofibrille, che si dividono, si stendono, si ritirano, resistono e scivolano le une sulle altre. Le tensioni e le pressioni vengono ripartite in tutti i sensi; la struttura fibrillare si inclina in 3D. Il tessuto è quindi costituito da miliardi di micro vacuoli, le cui dimensioni variano da alcuni micron ad alcune decine di micron, organizzati con disposizione caotica, di aspetto frammentario, apparentemente simili ma tutti unici. Il volume vacuolare costituito dagli incroci delle fibre è concepibile solo nelle tre dimensioni dello spazio. Il vacuolo è un volume con pareti, una forma, lati e un contenuto. Si tratta di un ambito fibrillare poliedrico con un gel all’interno costituito da sostanza fondamentale. Le fibre che costituiscono la struttura di ogni vacuolo sono in continuità le une con le altre e costituite essenzialmente di collagene di tipo 1 (70%), tipo 3 e 4, ma anche di elastina (circa 20%). È pure presente un’elevata percen-
La struttura del microvacuolo
tuale di lipidi (4%). Partono in tutte le direzioni senza alcuno schema prestabilito o in rapporto a una qualche logica. Si interconnettono, vibrando le une con le altre. Inoltre, la costituzione dei micro vacuoli spiegherebbe anche come può aversi un danno delle strutture portanti in caso di eccesso di liquidi, di traumi, di deplezione idrica, e come un problema di natura locale possa avere una ripercussione generale e viceversa. In questa concezione documentata “in vivo” si passa da un concetto di scivolamento (gli spazi lamellari dei tessuti) a un concetto di integrazione (unità tridimensionale del micro vacuolo). Inoltre altri studi in campo biochimico hanno portato alla scoperta di particolari strutture proteiche di membrana, chiamate integrine, in grado di svolgere compiti delicati nel movimento cellulare indotto, ossia hanno la funzione di meccanocettori. LA TECNOLOGIA ICOONE® E LA MULTI MICRO STIMOLAZIONE ALVEOLARE
Da tutta questa mole di scoperte, è stata concepita un’apparecchiatura elettromedicale: Icoone®, la quale,
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facendo tesoro delle precedenti esperienze e traducendo in pratica le intuizioni prima descritte, è in grado di stimolare in maniera pressoché perfetta e priva di effetti collaterali il tessuto connettivo secondo la teoria del micro vacuolo. Icoone® utilizza infatti una tecnologia avanzata chiamata Roboderm®. L’apparecchiatura è costituita da un corpo centrale a cui sono collegati tre manipoli, di cui uno principale chiamato Robosolo e due secondari e gemelli, chiamati Robotwins che permettono di effettuare il trattamento a due mani. Ogni manipolo è costituito da una camera centrale di aspirazione delimitata da due rulli motorizzati paralleli tra loro, che presentano nella loro superficie 156 fori, detti micro alveoli, nel Robosolo e 132 nei Robotwins. La presenza dei Micro Alveoli nei rulli, permette di effettuare la cosiddetta Multi Micro Stimolazione Alveolare, che consiste nell’aspirazione frazionata del tessuto. Ogni micro alveolo stimola in modo efficace ogni singolo micro vacuolo del tessuto. A seconda delle indicazioni terapeutiche, è possibile impostare l’aspirazione in 3 modalità: solo da micro alveoli dei rulli, solo dalla camera di aspirazione centrale del manipolo, sia dai micro alveoli dei rulli sia dalla camera centrale. 1180 MICRO stimolazioni per dm2
Con queste caratteristiche tecniche, la superficie di cute che viene a trovarsi tra i due rulli non viene mai trazionata e sollevata in pliche, ma stimolata in maniera puntiforme senza traumi 1.180 volte per decimetro quadrato. Questa caratteristica è stata determinante per eliminare la maggior parte degli effetti collaterali sul traumatismo vascolare indotto, che altre apparecchiature hanno presentato nella loro casistica. Uno stimolo erogato in tale maniera è capace di trasmettersi in profondità come la propagazione delle onde sonore, secondo il concetto della mi-
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crostimolazione alveolare o frattale. Questo stimolo meccanico, concordemente con la natura dell’effetto piezoelettrico che si genera per lo spostamento di cariche ioniche, sia nella matrice sia nelle membrane cellulari, e della risposta meccanica che deriva dallo stimolo delle integrine, favorirebbe il ripristino funzionale e il rinnovamento di tutta la struttura collagenica portante del tessuto connettivo sotto trattamento. Infatti, qualora la quantità di vitamina C biodisponibile sia presente nei valori normali, lo stimolo meccanico micro alveolare è in grado di aumentare il turn-over cellulare in senso ristrutturante. EFFETTI sul tessuto della tecnologia roboderm® di icoone®
La tecnica Roboderm di Icoone®, studiata e costruita al fine di esercitare la sua performance secondo la teoria del micro vacuolo, è in grado di dare uno stimolo adeguato e ripetitivo senza alcuna trazione delle strutture sottostanti, effetto negativo tipico delle metodiche precedenti, con il risultato di migliorare l’insieme della trabecolatura del micro vacuolo stesso. Questo modo di agire determina delle modificazioni importantissime anche nella matrice extra cellulare, stimolandola in maniera tale da mantenere la sua condizione di idratazione corretta. Infatti, se si ricorda che il collagene viene strutturato al di fuori della cellula e che l’ambiente idrico è mantenuto dai GAG e proteoglicani, si comprende come una corretta attivazione cellulare comporta un aumento della sintesi proteica finalizzata al mantenimento della condizione ottimale della matrice, con appunto la continua e aumentata produzione di tali sostanze. Si è visto come questa sia una condizione indispensabile che permette la complessa “comunicazione integrata” dei vari sistemi. Infatti, l’azione del trattamento che viene effettuato su tutto il corpo, determina una serie
di risposte. Lo stimolo dei recettori cutanei, attraverso le fibre neurosensoriali, trasmette il segnale che arriva alle corna posteriori del midollo spinale. Dalle corna posteriori il segnale percorre la via del sistema extrapiramidale che, connettendosi con il sistema neurovegetativo, viene tradotto a livello corticale, determinando a sua volta risposte sia locali, come il rilassamento di un viscere (lo stomaco o il colon), sia generali, come l’aumento della perfusione capillare sub cutanea per vasodilatazione indotta. La molteplicità di queste azioni, che agiscono sinergicamente tra loro, permette di stimolare in maniera trofica tutte le strutture interessate dal massaggio, mantenendo nei tessuti un aspetto giovane, elastico e compatto. L’azione diretta dei numerosi micro alveoli dei rulli sui micro vacuoli del tessuto permette inoltre di ottimizzare gli scambi metabolici, agendo in modo efficace anche sulle cellule adipose, anch’esse racchiuse in una struttura di collegamento micro vacuolare. Per tutti questi motivi (e per tanti altri che l’uso appropriato farà emergere) si può concludere che Icoone® è la risposta più completa alla domanda che il Sistema connettivo pone. La semplicità di applicazione dei protocolli di lavoro e la disponibilità di parametri preimpostati, ma comunque modificabili, rendono il Trattamento Icoone® “non operatore dipendente”, eliminando quindi la “non efficacia del trattamento” dovuta a errore umano. Inoltre, grazie al fatto che è l’unica apparecchiatura che permette di eseguire il massaggio con due manipoli in contemporanea, si può affermare che Icoone® racchiude in sé uno straordinario binomio di efficacia e piacevolezza del trattamento, riproducendo la dinamica del massaggio manuale con la massima efficacia e nel pieno rispetto del tes█ suto connettivo.
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Medicina Estetica
di Fabrizio Borsani Medico Chirurgo, Dermatologo Plastico, esperto in Medicina Estetica - Vanzago (Mi) di Raoul Novelli Chirurgo Estetico - Milano
no degli obiettivi più inseguiti U dalla ricerca medico-estetica è indubbiamente quello di trovare un modo veramente efficace per ridurre selettivamente le cellule adipose in eccesso nel sottocute, senza necessità di sottoporsi ad alcun tipo di intervento chirurgico. Le necessità, oggi, sono infatti quelle di garantire un risultato al paziente recandogli meno disturbo, dolore ed effetti collaterali possibili; non di meno, nella fattispecie, ottenere una riduzione delle adiposità localizzate senza creare una flaccidità dei tessuti, esteticamente poco accettabile. Dopo una buona esperienza nell’uso della cavitazione ultrasonica e poi della Radiofrequenza in modo indipendente, sono iniziati i trattamenti sinergici con le due metodiche. I risultati ottenuti riteniamo possano essere definiti entusiasmanti. ULTRASUONI A BASSA FREQUENZA
Compresi tra i 50 Hz e i 45.000 Hz, si diffondono sotto forma di onde di compressione e decompressione dal mezzo di trasmissione fino ai tessuti con direzione perpendicolare e tangenziale rispetto alla direzione delle onde di propagazione. Questo fenomeno provoca una graduale disgregazione delle cellule adipose e di conseguenza una riduzione del volume del tessuto adiposo.
CAVITAZIONE E RADIOFREQUENZA: TRATTAMENTi IN SINERGIA Brevi cenni su Cavitazione ultrasonica Cellulab Titanium e Radiofrequenza Intraderma MD; azione combinata delle due metodiche per un potenziamento e consolidamento del risultato
La cavitazione, tipica delle eliche dei motoscafi, avviene quando un liquido è sottoposto in modo adeguato a un ultrasuono ad alta frequenza. Si realizzano delle micro particelle che bombardano il tessuto che si trova interposto. Questa crea una serie di esplosioni e implosioni che attraversano le cellule adipose dei depositi localizzati, creandone una disgregazione. Il deposito adiposo diventa così man mano sempre più morbido e malleabile. Un appropriato massaggio, associato ad azioni drenanti, rimuove quindi le cellule “esplose” che verranno eliminate dai sistemi emuntori del nostro organismo. L’effetto della cavitazione è quindi quello di ridurre i tessuti. Questa azione però, associata a un drenaggio dei liquidi che imbibiscono la cellulite, riduce sì gli spazi ma non in modo coerente con l’elasticità della pelle che può quindi rimanere flaccida. Effetti della CAVITAZIONE CELLULAB TITANIUM sul GRASSO
Tramite il passaggio del manipolo sull’area da trattare, gli Ultrasuoni producono la “cavitazione” focalizzata, bersagliando il tessuto adiposo e determinando la rottura meccanica delle strutture cellulari ADIPOCITARIE, con rilascio nel liquido intracellulare dei trigliceridi in esse contenuti, che saranno eli-
La cavitazione
minati dal corpo attraverso un processo metabolico naturale (emuntori fisiologici e in parte utilizzati dal metabolismo energetico). La CAVITAZIONE è altamente selettiva verso il tessuto adiposo, e nessun altro organo o tessuto risulta alterato. INDICAZIONI e FREQUENZA
Trattamento delle adiposità localizzate, imperfezioni post-liposuzione, trattamenti pre-liposuzione, riassorbimento dei lipomi. Si è rivelata ottimale una seduta ogni 7 giorni per un totale di 6-8 sedute, con possibilità di ripetizione del ciclo, qualora necessario. ZONE TRATTABILI
Tutte le aree in cui ci sia adipe in eccesso, esclusi viso, collo e mammelle. PROTOCOLLI CONSIGLIATI
Si esegue un esame del paziente in ortostatismo, demarcando le aree da trattare con matita dermografica.Quindi si emettono gli ultrasuoni esterni con una speciale sonda, con una densità di potenza di 3W/cm2 in emissione continua, previa applicazione cutanea di gel. 25
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CAVITAZIONE E RADIOFREQUENZA: TRATTAMENTI IN SINERGIA
La sonda viene mossa con un lento movimento circolare sull’intera zona da trattare, per un massimo di 30 minuti totali. La sonda è realizzata in maniera tale da garantire un’eccellente dispersione termica senza pericolo di surriscaldamento dei trasduttori. Inoltre la sonda Cellulab Titanium risulta leggera e maneggevole, pertanto di comodo utilizzo anche per l’operatore che esegue più trattamenti nella medesima giornata. RADIOFREQUENZA INTRADERMA
La radiofrequenza è un principio che utilizza onde elettromagnetiche ad alta frequenza. Tali onde sono in grado di riattivare le risorse dell’organismo per ristabilire l’armonia. Esse scaldano uniformemente gli strati più profondi della pelle (derma) proteggendo contemporaneamente quelli più superficiali (epidermide). L’azione sul derma interessa le fibre di collagene, che sono elicoidali e, contraendosi, fanno ritrarre tutta la pelle nel suo insieme. In questo modo si riesce a ottenere un’azione sul collagene esattamente contraria a quella dell’invecchiamento. VANTAGGI
• Elimina il ristagno di liquidi nei capillari. • Libera il tessuto interstiziale dall’ingorgo edematoso. • Migliora le condizioni circolatorie e l’ossigenazione delle strutture anatomiche compromesse. • Aumenta la velocità del flusso sanguigno nel microcircolo. • Interrompe la reazione fibrotica del sottocute. La RF Intraderma ha quindi la capacità di compattare i tessuti permettendo di ridurre i volumi ma soprattutto di aumentare il tono aumentandone la compattezza. Partendo da questi presupposti e avendo da tempo utilizzato entrambe le metodiche separatamente, si è iniziato un protocollo in sinergia.
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Paziente dopo 5 sedute di Cavitazione Cellulab Titanium in associazione a 5 sedute di Radiofrequenza Intraderma TRATTAMENTO COMBINATO: CAVITAZIONE ULTRASONICA e RADIOFREQUENZA
Individuazione del paziente: 47 aa., 62 Kg, H. 1,63 cm. Seduta con Cavitazione Cellulab Titanium, potenza 70%, movimento rotatorio, agendo in plica. Tempo d’azione 15 minuti per parte. Alla paziente viene consigliato di assumere tisane drenanti ed effettuare un massaggio di almeno 15 minuti a due giorni dal trattamento. Dopo 3 giorni dal trattamento viene effettuata una seduta di Radiofrequenza Intraderma con manipolo monopolare, tempo di applicazione 30 minuti. In alternativa a gel conduttivo viene utilizzato un gel rassodante tono. L’Intraderma permette di veicolare anche sostanze topiche. In seguito verranno descritte altre esperienze con questo utilizzo. Questa alternanza di trattamento, una volta la settimana, viene portata avanti per 5 + 5 sedute più una doppia finale di radiofrequenza Intraderma. I risultati sono veramente confortanti ed evidenti. Le pazienti sono sottoposte a trattamenti in assoluto benessere e le applicazioni possono essere eseguite in qualsiasi momento della giornata interrompendo per circa 40 minuti l’attività lavorativa. Mai nessun riscontro di effetti indesiderati, se non un aumento
della diuresi nelle 10 ore successive al trattamento. Le riduzioni di circonferenza sono palesemente visibili dalla █ terza seduta in poi. BIBLIOGRAFIA: - Zelickson BD. “Histologiacal and Ultrastructural Evaluation of the Effects of a Radiofrequency-Based Nonablative Dermal Remodeling Device”. Archives of Dermatology Vol. 140, p 204-209; February 2004. - Alster T.A., Tanzi E. “Improvement of Neck and Cheek Laxity With a Non-Ablative Radiofrequency Device: A Lifting Experience”. Dermatol Surg Vol 30, p 503-507; April 2004. Book Chapters Barba Gomez, J.M.: Radiodermoplastia. In: Dermatologia Estetica (Silva, H.L.; Berber, I.R., Ruiz-Esparza, J.), Atheneu, Sao Paulo, pp. 721-731, 2004. 5. Fitzpatrick RE, Iyer S. “Collagen and Tissue Tightening: Paradigm for Treatment of the Cheeks and Neck Using Radiofrequency”.
PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE: Dr. Fabrizio Borsani Vanzago (Mi) - Tel: +39 338 93 54 446 Dr. Raoul Novelli Milano - Tel: +39 02 295 23 789
PER INFORMAZIONI TECNICO-COMMERCIALI:
Medical Service strumenti e logistica medica Via G. Verga, 4 - 20017 Rho (MI) Tel: +39 348 30 68 537 +39 340 96 90 043 rigo-medicalservice@libero.it rigo@medicalservice-italia.com
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CONGRESSO VALET
di Salvatore Piero Fundarò Specialista in Chirurgia Generale - Modena Docente C.P.M.A. - Bologna
ASPETTANDO IL XII CONGRESSO SIES
devo ammettere: questa volta Lil XIIononCongresso vedo proprio l’ora che si apra Internazionale SIES. Questa cosa, per quanto mi riguarda, è strana, in quanto provo una certa idiosincrasia per le manifestazioni congressuali che spesso trovo eccessivamente autocelebrative e finalizzate a se stesse. Nei confronti del congresso SIES 2009 nutro invece una particolare attesa sia perché sono certo che verranno confermati tutti gli aspetti positivi che negli anni l’hanno caratterizzato, sia perché nel 2009 ci saranno importanti novità. Non vedo l’ora perché questa Società, soprattutto nella figura del suo presidente, da anni sta portando avanti un discorso di rigore scientifico inerente i lavori presentati nell’ambito del suo congresso non sempre riscontrato in altre sedi. Ciò GLI OSPITI INTERNAZIONALI Aiach Gilbert (F) Dalle Claude (F) Di Blasi Saverio (VE) Lapidoth Moshe (IR) Mole Bernard (F) Paraskevas Antoine (GR) Pinta Gustavo Hector (AR)
Landau Marina (IL) Deprez Philippe (E) Kreyden Olivier (F) Braccini Frederic (F) Benslimane Fadh (MA) Raulo Yvon (F) Karimi Hamid (IR)
IL BOARD SCIENTIFICO Priori Maurizio Carrari Bruno Giacomo Cavallini Maurizio Ceccarelli Maurizio Crescenzo di Donato D’Angelo Domenico De Padova Maria Pia Fasola Elena Follador Enrico Fundarò Salvatore Piero Gallucci Marco Gennai Alessandro
Ingallina Fabio Izzo Giuseppe Maria Lerro Federica Marini Fabio Molinari Paola Motolese Pasquale Palmieri Isabella Pia Pelliccia Roberto Redaelli Alessio Rigo Clara Russo Paola Rosalba
non si limita semplicemente al pressante invito fatto dalla presidenza nei confronti dei relatori a non citare nomi commerciali nell’ambito delle presentazioni, ma anche all’attenta selezione del comitato scientifico dei lavori presentati. Quest’azione, perpetuata negli anni, ha fatto sì che in un congresso SIES una relazione eccessivamente “pubblicitaria” o poco scientifica venga notata come fuori luogo. Non vedo l’ora per le gradite conferme e per le interessanti novità che quest’anno sono in programma. Tra queste ultime, tengo a ricordare la sessione dedicata alla medicina antiaging che, coordinata dall’amico Cavallini, sarà sicuramente di stimolo per tutti ad approfondire questa disciplina che si sta imponendo. Altra
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MEDICO
ASPETTANDO IL XII CONGRESSO SIES
new entry è la sessione dedicata alla medicina e chirurgia estetica intima femminile, che ci consentirà di esplorare un nuovo settore già ampiamente diffuso all’estero e che comincia a suscitare interesse e richieste anche in Italia. Non vedo l’ora perché sono certo che anche quest’anno sarà confermato un programma congressuale che cerca, riuscendoci, di creare un costante dialogo fra le diverse discipline che concorrono alla ricerca del benessere e del miglioramento estetico: la medicina estetica, la chirurgia plastica-estetica, la laserterapia, la dietologia e nutriceutica, la cosmeceutica, l’angiologia, ecc. Come sottolineano gli ospiti stranieri, raramente all’estero troverebbero nello stesso congresso un cosi ampio spazio e risalto sessioni dedicate alla medicina estetica e alla chirurgia estetica. A volte ciò provoca vivaci scambi di opinione non sempre concordi tra loro e accesi confronti tra esponenti delle diverse discipline; il che conferma che questo congresso
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ha qualcosa di speciale: non vuole autocelebrare niente e nessuno, ma stimolare il dialogo e la condivisione di idee e conoscenze, per consentire a tutti i partecipanti un effettivo accrescimento professionale. Non vedo l’ora per i numerosi workshop a ingresso gratuito resi possibili dalla garbata ma concreta partecipazione delle principali ditte italiane e straniere del settore, che rendono possibile un importante aggiornamento scientifico e tecnologico. I workshop sono condotti da opinion leader con indiscussa esperienza nell’ambito dei prodotti presentati in modo da garantire a tutti i partecipanti un effettivo arricchimento professionale e non solo una mera informazione pubblicitaria.
Non vedo l’ora, infine, per la straordinaria organizzazione di Daniele Morini e del suo magnifico staff composto per lo più da stupende fanciulle (il che non guasta) che, pur essendo impeccabilmente puntuale, efficiente ed efficace, riesce sempre a condurre l’evento con incredibile cordialità e umanità. Ciò fa sì che il congresso SIES sia un posto dove ti senti sempre un gradito ospite e dove vai volentieri anche per incontrare nuovi e █ vecchi amici. LA SEGRETERIA CONGRESSUALE VALET srl Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.6388.334 - Fax 051.326.840 info@valet.it - www.valet.it
AZIENDE ESPOSITRICI DEL 12° SIES (aggiornato al 18/12/08) A.M.T. ADVANCED AKUA MED ALES GROUPE ITALIA ALLERGAN BIOFORMULA BONTEMPI CARBOSSITERAPIA ITALIANA CHEMIBIO COSMEDICAL C.P.M.A. DEKA M.E.L.A. DOC MEDICA ELSEVIER ITALIA EMMECI QUATTRO EUFOTON FASEL FENIX GENERAL PROJECT GENETHIA GENEX GROUP GIEFFE GOLDEN KEY
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Protocollo di Ringiovanimento Globale del Volto
Medicina Estetica
di Anna Maria Veronesi Medico Estetico Docente Master Medicina Estetica Università di Pavia
Lo sviluppo continuo di tecnologie in ambito medico ha messo a disposizione nuove metodiche atte a soddisfare l’esigenza dei pazienti che sempre più frequentemente si rivolgono al medico-estetico per avere e/o mantenere un aspetto giovanile e naturale; pertanto si comprende quanto possa essere importante, per l’individuo, risolvere o attenuare il “problema rughe”
e rughe possono essere descritL te come solchi lineari permanenti della pelle, di profondità variabile e che possono essere così classificate: rughe di espressione, pieghe da sonno, rughe gravitazionali, rughe attiniche. Per poter effettuare un trattamento correttivo adeguato per ogni singola ruga è fondamentale un’accurata valutazione dei fattori casuali sottostanti la sua formazione e che possono essere di tipo intrinseco o estrinseco. Sfruttando le potenzialità del Palomar Starlux 500 e della Radiofrequenza Monopolare thermacool di Thermage, unite all’utilizzo della luce al plasma dell’I Clear XL della Curelight, si è creato un protocollo di “RINGIOVANIMENTO GLOBALE DEL VOLTO” che include anche la somministrazione sia in forma iniettabile sia per os, di un pool di aminoacidi, ed eventualmente filler. Tale protocollo è riservato a quelle persone che desiderano un ringiovanimento con modalità non invasive, mediante l’eliminazione dei segni del tempo in rapporto al biotipo, fototipo e grado di aging e
fotoaging e che così si articola: PRIMA SETTIMANA: s’inizia con una serie di fotografie al paziente, utilizzando sia una macchina digitale per valutare a distanza di tempo i miglioramenti ottenuti a livello del collagene, sia un sistema digitale computerizzato Beau Visage dell’Astron Clinic, in grado di mostrare la distribuzione del sangue e della melanina al di sotto della cute. Sempre nella prima seduta s’inizia la prima biorivitalizzazione. SECONDA SETTIMANA: II biorivitalizzazione più una seduta di fotoringiovanimento col manipolo Lux G della Palomar. Si tratta di un manipolo che utilizza una luce pulsata che agisce a livello dell’epidermide sulle discromie cutanee (macchie, eritrosi, capillari, couperose e piccoli angiomi stellati). Al termine della seduta, il paziente viene sottoposto a terapia fotodinamica con luce al plasma IClear della Curelight per 20 minuti, in quanto la componente blu della luce ha un’azione antinfiammatoria e antiedemigena.
Palomar Lux 1540 - Prima
Dopo 3 settimane di trattamento
TERZA SETTIMANA: III biorivitalizzazione. QUINTA SETTIMANA: inizio terapia per os con aminoacidi. SESTA SETTIMANA: II seduta di fotoringiovanimento con Lux G che si differenzia dalle precedenti luci pulsate per la sua estrema selettività per il target della melanina e dell’emoglobina. NONA SETTIMANA: Prima seduta con il laser frazionato Lux 1540 della Palomar. La sorgente laser è un erbium glass che emette nel medio infrarosso (lunghezza d’onda 1540). Questo fascio di luce, grazie un sofisticato sistema di lenti, crea un array di micro fasci che arrivano sulla cute determinando molteplici micro danni termici canicolari per fototermolisi. I micro fasci, grazie alla notevole precisione della lente, colpiscono la cute in modo molto ordinato, creando aree con diametri di 100 micron di necrosi del tessuto invisibili a occhio nudo, alternate a zone di tessuto sano. Tale microfrazionamento del tessuto determina una contrazione del derma, che si ritira spontaneamente per cercare di colmare le zone di tessuto denaturato. Ne consegue un rimodellamento delle fibre collagene con aumento della loro forza tensile e una successiva fase proliferativa in cui vengono prodotti nuovi fibroblasti con conseguente neocollagenesi. Con il manipolo da 10mm di calibro si hanno ottimi risultati nel trattare le rughe periorali e periorbitali, le rughe 33
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del collo e gli esiti cicatriziali di acne e varicella; mentre col manipolo da 15mm si trattano brillantemente i melasmi. La metodica consiste in tre passaggi sulla superficie cutanea da trattare, in modo da rendere il più possibile omogenea la distribuzione dei microfori sottocutanei e stimolare una reazione intensa del derma. Il manipolo è costantemente a contatto della cute, garantendo in questo modo sempre la massima efficacia. Inoltre è raffreddato ad acqua e questo permette di lavorare sempre nella massima sicurezza. Alla fine della seduta la zona appare arrossata e leggermente edematosa, per cui il paziente viene sottoposto a 20 min di trattamento con terapia fotodinamica con Clear XL (PDT). DODICESIMA SETTIMANA: II seduta di Lux 1540 frazionato più 20min di PDT. QUINDICESIMA SETTIMANA: III seduta di Lux 1540 frazionato più 20min di PDT. SEDICESIMA SETIMANA: IV biorivitalizzazione più controllo con Beau Visage. DICIASETTESIMA SETTIMANA: V biorivitalizzazione. DICIOTTESIMA SETTIMANA: una seduta con Lux-IR Fractional Infrared. È una lampada la cui funzione è quella di denaturare il collagene tramite il calore erogato (55°C). Funziona a livello del derma e utilizza un sistema di raffreddamento a contatto mediante un particolare cristallo di zaffiro. Caratteristica di que-
Thermage - Prima
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Palomar Lux G - Prima
Dopo 2 mesi di trattamento
sto manipolo è quella di emettere una luce infrarossa frazionata, che garantisce una maggior quantità di energia nel derma e un minor rischio di effetti collaterali, come scottature. Questo sistema permette di avere una più rapida riparazione tissutale, poiché intorno a ciascuna area sulla quale è stato esercitato un insulto termico, vi è tessuto sano che accelera il processo riparatore, riducendo edemi e gonfiori. VENTIDUESIMA SETTIMANA: seduta di Thermage con le nuove punte STC che consentono di trattare i pazienti senza l’utilizzo di anestesia. Il sistema Thermacool di Thermage emette una radiofrequenza di tipo monopolare elettromagnetica a 6MHz, che attraversando i tessuti incontra una resistenza la quale converte l’energia elettromagnetica in energia termica. L’energia termica che si sviluppa, segue un gradiente termico inverso ed è tanto maggiore quanto più si scende in profondità negli strati del derma. Il meccanismo attraverso il quale l’effetto termico indotto dal Thermage esplica la sua azione è duplice: a) alla temperatura che si raggiunge nel derma profondo (59-63°C), il collagene si denatura e tale denaturazione si traduce in un suo riarrangiamento stechiometrico per rottura
dei legami intramolecolari. La molecola di collagene risulta così più corta e più spessa, determinando un aumento della consistenza del derma e un marcato effetto tensorio rilevabile all’esame obiettivo sia rispettivamente sia palpatoriamente, esame definito tightening o conturing. b) l’insulto termico che la R.F. esercita sui fibroblasti induce questi a incrementare la produzione di collagene di tipo I, il tutto rilevabile all’esame istologico. Mentre la denaturazione del collagene è un fenomeno piuttosto precoce, l’incremento secretorio si esplica in tempi più lunghi. Si deve valutare infatti l’effetto a sei mesi della seduta di Thermage. L’associazione delle diverse metodiche sembra permettere l’ottenimento di risultati potenziati, con sinergia d’azione. Le biostimolazioni iniziali stimolano un incremento di pro collagene, mentre i trattamenti con luce laser e luce pulsata, oltre a correggere le imperfezioni cutanee, concorrono a favorire una stimolazione fibroblastica mediante l’emissione di calore. Dal momento del trattamento d’infrarosso e thermage, ci saranno quindi condizioni migliori atte a favorirne un risultato rilevante, espresso in una contrazione e in un ricompattamento del collagene che il paziente potrà apprezzarne sia visivamente, per un avvenuto miglioramento del profilo mandibolare accompagnato da una distensione delle rughe, sia a livello tattile con un aumento della tonicità cutanea. È importante sottolineare che in circa cinque mesi e mezzo è possibile offrire un trattamento completo di ringiovanimento non chirurgico, sia curativo che correttivo del viso nel rispetto della compliance e socializ█ zazione del paziente.
Dopo 8 mesi di trattamento
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MeTODICHE ANTIAGING
di Sebastiano Giacomo Ghiara Biologo molecolare Responsabile ricerca e sviluppo One Engineering Italia
La rigenerazione cellulare Nascono in Italia i primi Centri di rigenerazione Cellulare Neolab con l’obiettivo di contrastare gli esiti dell’invecchiamento, cioè, di riportare ai normali range fisiologici il metabolismo cellulare che, con il passare degli anni, rallenta fino a bloccarsi
’invecchiamento è quel processo L biologico inevitabile che avviene in tutti gli organismi pluricellulari a partire dalla nascita e prevede che le cellule perdano la capacità di moltiplicarsi (mitosi) nel tempo, con conseguente rallentamento della fisiologica biosintesi proteica. Dopo i 25 anni, il ricambio cellulare - che in un individuo giovane è di 28 giorni - comincia a rallentare. Occorre cioè più tempo per spazzare via il tappeto di cellule morte e rinnovare, per esempio, gli strati superficiali dell’epidermide. Inoltre, diminuisce la coesione tra le cellule, rallenta la produzione di sebo e la pelle acquista un aspetto asfittico a causa della perdita d’acqua nelle singole cellule. Intorno ai 30 anni inizia una lenta, graduale e sempre crescente diminuzione delle fibre di collagene ed elastina nella matrice del derma. Iniziano anche alterazioni della microcircolazione che comportano la cattiva ossigenazione degli strati cutanei, rendendo la pelle secca, sottile, opaca e priva d’elasticità. Nel tessuto muscolare diminuisce la capacità di contrazione tipica della giovinezza e, inoltre, la muscolatura che circonda i vasi sanguigni si assottiglia riducendo l’elasticità dei vasi e comportando una diminuzione della profusione sanguigna soprattutto a livello periferico.Anche il sistema linfodrenante diminuisce la propria efficienza, generando ritenzione idrica, condizione fisiologica tipica del processo dell’invec-
Fig. 1: Le principali proteine mitocondriali della catena di trasporto degli elettroni (il complesso IV è il CITOCROMO C OSSIDASI, una delle più importanti proteine coinvolta nel metabolismo cellulare)
chiamento. Gli studi effettuati sulle membrane cellulari hanno appurato che queste si comportano come radioricevitori, ovvero captano frequenze comprese tra i 25 Hz e i 900 Mhz in rapporto alla loro collocazione nell’organismo, modulando una risposta cellulare adeguata allo stimolo ricevuto (ad esempio, se la membrana cellulare dei melanociti capta una radiazione elettromagnetica nello spettro dell’ultravioletto, modula una risposta tale da aumentare la biosintesi di melanina e la nostra pelle si abbronza). La cellula e il mitocondrio
La cellula è la più piccola struttura
fondamentale di tutti gli organismi viventi. L’uomo è formato da circa 100 mila miliardi di cellule. Essa può essere definita un’entità chiusa, autosufficiente, in grado di assumere nutrienti, di convertirli in energia, di svolgere funzioni specializzate e, se necessario, di riprodursi. I mitocondri sono gli organelli addetti alla respirazione cellulare costituiti da sacchette contenenti enzimi respiratori. Possono essere considerati le centrali energetiche della cellula e sono presenti in tutte le cellule eucariote (circa 2.000 per cellula). La più importante funzione del
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La rigenerazione cellulare
mitocondrio consiste nel convertire energia dai substrati organici per produrre ATP (Adenosintrifosfato). C6H12O6 + 6O 2 ͢ 6CO2 + 6H2O + circa 36 molecole di ATP. Le funzioni mitocondriali prevedono: l’apoptosi (morte cellulare programmata), la regolazione del ciclo cellulare, la regolazione dello stato redox della cellula e la produzione di calore. Grazie all’uso delle più moderne tecnologie, dopo anni di studi e ricerche sulla rigenerazione cellulare, siamo riusciti a individuare e a realizzare un progetto basato sull’emissione di particolari “treni d’onda” che riattivano le normali funzioni metaboliche cellulari.Tali emissioni, impercettibili, agiscono su alcuni recettori proteici delle cellule per effetto piezoelettrico rifornendole di energia, eliminando le disfunzioni tipiche del processo dell’invecchiamento e ripristinando il fisiologico metabolismo cellulare. Il Progetto
Avendo definito i concetti fondamentali di “invecchiamento” e “cellula”, possiamo ora spiegare più facilmente che cosa è il Centro di Rigenerazione Cellulare Neolab e come agisce per contrastare l’invecchiamento. Il successo del progetto Neolab sta nel contrastare gli effetti dell’invecchiamento partendo dalle sue cause anziché intervenire sugli effetti. Esso prevede un utilizzo sinergico di vari strumenti capaci di generare un effetto “a cascata” sul complesso biochimico cellulare. Adottando una metodica unica, riesce a fornire energia al nostro organismo in maniera non invasiva, stimolando importanti proteine recettori coinvolte nel metabolismo cellulare e ripristinandone i parametri fisiologici venuti a mancare con l’avanzare dell’età. Fin dalle prime applicazioni, si noterà un senso di benessere e
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Fig. 2 - Globuli rossi aggregati a causa dell’abbassamento del PH ematico. Trasporto di ossigeno limitato
una diminuzione degli effetti dello scorrere del tempo su tutto l’organismo. Il progetto Neolab permette di indurre, in tutte le cellule del tessuto connettivo, una stimolazione tale da aumentarne la sintesi proteica, i fattori di crescita, la produzione di ATP e ripristinare il potenziale bioelettrico della membrana plasmatica. L’azione sinergica degli strumenti che caratterizzano il progetto Neolab ha lo scopo di offrire nuove possibilità terapeutiche nel trattamento degli esiti dell’invecchiamento cutaneo e nel ripristino del calibro dei vasi sanguigni e linfatici permettendo, al tempo stesso, una costante valutazione dello stato di nutrizione e idratazione del soggetto nonché il monitoraggio della composizione corporea. Grazie alla stimolazione a determinate lunghezze d’onda, si ha l’induzione di una serie di segnali
intracellulari che provocano precise risposte. Si stimolano i principali recettori cellulari coinvolti nel metabolismo cellulare come, ad esempio, la super regolazione del Citocromo C-Ossidasi. Inoltre, l’aumento dell’ossigenazione tissutale da parte degli eritrociti incrementa non solo il metabolismo cellulare, ma anche il trasporto ematico, soprattutto a livello periferico, poiché si agisce sulla tonaca muscolare dei vasi sanguigni consentendo di trattare molte patologie di natura circolatoria. I principali effetti generati dai centri di rigenerazione cellulare sono: • aumento del metabolismo loca le e fosfolipidico; • aumento della velocità di cica trizzazione delle ferite cutanee e della qualità dei tessuti riparati; • aumento di produzione di ATP; • effetto anti-infiammatorio e antiedematoso a largo spettro; • la riduzione delle infiammazioni e la stasi dei fluidi; • stimola la granulocitosi nelle ferite; • aumenta l’attività dei macrofagi generando una stimolazione sul sistema immunitario, produzione di collagene, elastina e █ proteoglicani.
PER INFORMAZIONI:
Fig. 3 - Globuli rossi liberi di circolare nel flusso sanguigno
One Engineering Italia S.r.l. Via Topazio, 7/a - 58100 Grosseto (IT) +39 0564 450082 info@ onengineering.com www.onengineering.com
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Medicina Estetica
di Lucio Miori Specialista in Dermatologia e Venereologia - Pavia Giuseppe Alessandrini Specialista in Dermatologia e Venereologia - Lecce e Mario De Rosa Ordinario di Biochimica Seconda Università di Napoli
Strategia combinata per il volto Peeling e biostimolazione con acido ialuronico. Valutazione strumentale
e indicazioni maggiormente acL creditate negli ultimi anni per contrastare il processo di invecchiamento cutaneo hanno sempre posto l’attenzione su piani differenti, in superficie e in profondità, nel tentativo di conferire una maggiore plasticità alla cute. Tra le varie proposte, i trattamenti di peeling e biostimolazione sono in grado di sviluppare una sinergia di azione e di rispettare l’effetto della duplice azione: a livello epidermico, con ripercussioni sul derma, e a livello dermico, con ripercussioni sull’epidermide. La tecnica del peeling, le cui origini sono antichissime, è stata rivisitata e rivalutata più volte nel corso degli anni, ma si è sempre sentita la necessità di poter lavorare più in profondità, seppur con estrema sicurezza e socializzazione. L’avvento di nuovi peeling, grazie all’impiego della nanotecnologia, ha permesso di sviluppare protocolli terapeutici più mirati, precisi ed efficaci. Tuttavia, pur potendo esercitare un’azione più energica rispetto al convenzionale, lo stimolo del nanopeeling sull’impalcatura di sostegno dell’epidermide non è sufficiente a fronteggiare da solo lo stato di avanzamento del processo di invecchiamento cutaneo. Risulta quindi inevitabile accoppiare tecniche differenti, per azioni che si sviluppino su piani differenti. Per un’azione più profonda, l’acido ialuronico è la sostanza oggi più usata in medicina estetica per i trattamenti di biorivitalizzazione cutanea. È un polisaccaride formato da
Fig. 1
una sequenza regolare di migliaia di molecole di acido glucuronico e acetil-glucosammina ed è uno dei costituenti essenziali della matrice extracellulare, il microambiente in cui le cellule dei nostri tessuti si formano, si spostano e comunicano. Il contenuto totale di acido ialuronico in un individuo adulto è di circa 15g, metà del quale nelle pelle (7,5g). In particolare nella zona viso-collo, area prevalentemente interessata dai trattamenti di biostimolazione, sono presenti circa 800mg di acido ialuronico. Per i suoi ruoli funzionali si comporta come l’araba fenice, che brucia e risorge dalle sue ceneri. Nella pelle, infatti, in circa 36 ore la metà di questo polisaccaride è tagliata in pezzi di piccole dimensioni da enzimi degradativi, detti ialuronidasi, e una pari quantità è risintetizzata dalle cellule presenti nei
tessuti, in parte riutilizzando gli stessi frammenti prodotti dalle ialuronidasi. Il delicato equilibrio tra questi due opposti processi condiziona in maniera critica la funzionalità delle cellule e lo stato di benessere dei tessuti e dell’organismo. In realtà la degradazione dell’acido ialuronico non è solo legata all’azione fisiologica delle ialuronidasi, ma anche ad altri fattori, come processi infiammatori, xenobioti, radiazioni UV e altre condizioni ambientali di stress. Se i processi degradativi prevalgono, si determina una carenza di acido ialuronico, con decadimento del tono della pelle e, nei casi più severi, inestetismi e invecchiamento cutaneo. Il razionale di utilizzo di acido ialuronico iniettabile deve essere quindi quello di ricreare il più velocemente possibile le condizioni fisiologiche di una cute giovane: attivando in modo omogeneo e naturale il lavoro svolto dai fibroblasti; stimolando e mantenendo nel tempo una corretta neosintesi di collagene. In questo modo si garantisce il sostegno ideale all’epidermide soprastante, le cui caratteristiche tissutali possono essere controllate e modificate dall’impiego dei soft peeling. MATERIALI E METODI
Sono stati sviluppati 3 studi in contemporanea di valutazione strumentale: 1. solo trattamento peeling; 2. solo trattamento di biostimolazione con acido ialuronico; 3. trattamento combinato di peeling e biostimolazione.
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STRATEGIA combinata per il volto
Ogni studio ha raccolto i dati di un gruppo di 10 pazienti e per ogni gruppo si è provveduto ad analizzare i seguenti parametri, a tempo 0 e dopo 2 mesi di trattamento: • idratazione; • lassità; • TEWL (Trans Epidermal Water Loss). Per la rilevazione dei parametri si è utilizzato il sistema DermaLab della Cortex Technology (Fig.1), mediante sonde di lettura esterne applicate alla cute nelle aree sottoposte al trattamento, prima e dopo 2 mesi dallo stesso. La misurazione per ogni parametro è sempre stata rilevata nello stesso punto, a 3 cm dall’angolo esterno della rima buccale, lungo una retta ideale tracciata dall’angolo stesso al trago. Per quanto concerne il peeling, tutti i pazienti sono stati trattati con una preparazione nanotecnologica a base di acido glicolico al 50% e acido citrico al 30% (SkinProject NanoPeel Face-Body) per un totale di 4 sedute a distanza di 15 giorni l’una dall’altra. Lo stesso protocollo è stato mantenuto anche per il gruppo che ha effettuato il trattamento combinato (peeling + biostimolazione), nei quali dopo il peeling è stato effettuato un trattamento di biostimolazione con acido ialuronico biotecnologico a elevato peso molecolare (ca. 1.200.000 Dalton), alla concentrazione di 1,6%, contenuto in siringa sterile monouso preriempita di 2 ml di soluzione, fornita con 2 aghi (30G). L’impianto dell’acido ialuronico avveniva creando un effetto “cuscinetto” che perdurava al massimo alcune ore per poi diffondersi omogeneamente nel derma. Si è cercato di essere il più superficiale possibile nell’impianto, per limitare la comparsa di ecchimosi. L’ultimo gruppo ovviamente è stato sottoposto al solo trattamento di biostimolazione secondo il protocollo sopra descritto. Tutti i pazienti non hanno praticato trattamenti concomitanti e sono stati
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invitati a non modificare le normali abitudini di detersione e idratazione della cute del viso. Sono stati inoltre invitati ad applicare immediatamente dopo il trattamento e a casa un gel no-water (CombHyal®), fornito con la fiala di biostimolazione, per il controllo della degradazione dell’acido ialuronico.
Graf. 1 - Idratazione
RISULTATI
I risultati ottenuti sono riportati in • Grafico 1 IDRATAZIONE • Grafico 2 LASSITÀ • Grafico 3 TEWL CONCLUSIONI
I risultati prodotti evidenziano la validità del trattamento combinato. Se si considerano separatamente i differenti gruppi, possiamo affermare che tutti i trattamenti valutati dimostrano una reale capacità di contrastare il processo di invecchiamento, garantendo o ripristinando un fisiologico mantenimento del bilancio idrico cutaneo, del tono e della compattezza del tessuto trattato. Un dato interessante deriva dalla lettura del grafico relativo all’idratazione (Graf.1), nel quale osserviamo un notevole incremento della stessa con la tecnica combinata. Si può a questo punto ipotizzare un ruolo di stimolo esercitato dal peeling (effetto booster) sull’acido ialuronico microiniettato oppure un’ottimizzazione della fase di normale idratazione domiciliare esercitata dalla combinazione dei due trattamenti. Per quanto concerne la lassità e la TEWL (Graf. 2 e 3), accanto all’atteso miglioramento dei 2 parametri con la tecnica di biostimolazione a base di acido ialuronico a elevato peso molecolare e in quantità adeguata (2 ml), in grado di consolidare il piano dermico a livello della matrice extracellulare e di garantire una migliore riserva d’acqua, sorprende il dato relativo al solo peeling. In entrambe le valutazioni, l’utilizzo dell’acido glicolico svolge una documentata azione migliorativa sul tono
Graf. 2 - Lassità
Graf. 3 - TEWL
e sull’idratazione cutanea. In definitiva, i dati prodotti dimostrano ulteriormente la validità del trattamento peeling e di biostimolazione con acido ialuronico. La possibilità di utilizzarli in sinergia d’azione costituisce un protocollo strategico nelle indicazioni terapeutiche del █ trattamento del viso. PER INFORMAZIONI:
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Medicina Estetica
di Ugo Citernesi Responsabile scientifico: I.R.A. Istituto Ricerche Applicate
e rughe nella persona sono il L segno evidente del passar del tempo e ne raccontano la storia. Naturale il desiderio di ostacolarle, cercando sempre di ridurne l’evidenza e la loro formazione. Con la cosmesi si è affrontata finora la problematica: principi attivi e creme hanno sempre fatto la parte del leone. Tuttavia il progresso scientifico e la tecnologia hanno continuamente cercato, sviluppando nuovi principi attivi e sistemi di veicolazione trasdermica, di proporre novità maggiormente efficaci. La risoluzione definitiva non esiste; esiste invece la possibilità di diminuirne la profondità, ostacolarne il progredire e soprattutto prevenirle efficacemente ritardandone la comparsa nel tempo. I radicali liberi e il sole rappresentano le cause che maggiormente contribuiscono a un aspetto rugoso del viso, evidenziandone la profondità e peggiorando l’estetica della persona. I radicali liberi, oltre che dal normale metabolismo cellulare, derivano da diversi fattori, quali l’alimentazione, i metalli pesanti, lo stress, il fumo, l’eccesso di alcol, di droghe e l’esposizione alle radiazioni ultraviolette, in particolare la radiazione UVA. Quindi un corretto stile di vita è fondamentale per ritardare l’insorgenza di rughe. Di giorno bisogna proteggersi sempre dalle radiazioni solari, anche con il cielo nuvoloso. È risaputo, infatti, che i raggi UVA penetrano più profondamente nello strato cutaneo ed essendo in grado di superare la barriera nuvolosa, arrivano a noi anche con il cielo coperto. Per
RUGHE: UN PROBLEMA COSMETICO, COSMECEUTICO O DI MEDICINA ESTETICA? ottenere una protezione efficace il prodotto deve essere senza metalli pesanti: non ci deve essere il nickel, ma neanche il titanio biossido perché quest’ultimo libera radicali ossidrilici alla presenza di radiazione ultravioletta. PREVENZIONE NECESSARIA
Tutto ciò rappresenta una sana prevenzione, ma con il passare del tempo le rughe si formano ugualmente… La prevenzione, certamente, è efficace e necessaria, ma occorre comunque la cura. Attualmente la ricerca scientifica ha fatto notevoli progressi, in campo cosmetico e farmaceutico. Le ultime novità consistono nell’uso di prodotti biotecnologici veicolati con sistemi innovativi di rilascio controllato, che permettono di modulare l’assorbimento e la biodisponibilità degli attivi stessi. Tutte queste tecnologie si possono utilizzare proficuamente sia in un prodotto cosmetico, come una crema, un gel o un siero, sia in un prodotto più farmacologico, come l’utilizzo di un filler di acido jaluronico o di un rivitalizzante. I.R.A. (Istituto Ricerche Applicate) studia da sempre nei propri laboratori nuovi sistemi di veicolazione transdermica, come complessi con fosfolipidi, inclusione in ciclodestrine, nanostrutture stabili e capaci di veicolare attivi in profondità, composti fullerenici, matrici polimeriche cross-linked con rilascio graduale di attivi e fattori di crescita. Sono proprio questi ultimi che attualmente rappresenteranno la
novità e aprono nuovi scenari nel settore cosmeceutico e in quello farmaceutico, non solo per la bellezza ma anche nella cura di patologie più complesse come tumori ed altre malattie. Cosi l’estetica si fa grande e le differenze fra cosmesi e farmaceutica tendono sempre più ad assottigliarsi. La cosmetica, infatti, supera la barriera di una semplice vanità per diventare una scienza dedicata al benessere a tutti gli effetti, un processo di crescita culturale di cui il principale protagonista non è soltanto la donna, ma la società nel suo insieme. Da qui la necessità di trovare nuovi prodotti sicuri ed efficaci, capaci cioè di mantenere le aspettative senza causare effetti collaterali indesiderati. Così è fondamentale l’uso di cosmetici auto conservati, cioè senza conservanti “classici” che sono fra i primi a essere assorbiti dalla pelle. Nei solari, inoltre, bisogna limitare al massimo il titanio biossido perché sotto l’effetto delle radiazioni produce radicali liberi che foto ossidano a loro volta gli altri componenti del solare e gli altri filtri solari presenti. Tornando però alle novità prossime future, I.R.A. Istituto Ricerche
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Applicate ha messo a punto nei propri laboratori una linea di solari, chiamata BIOSOLAR® e attualmente commercializzata da Bioformula srl, senza conservanti, senza biossido di titanio e con i filtri solari incapsulati in nanostrutture capaci di impedire l’assorbimento cutaneo dei filtri solari sulla pelle e contemporaneamente di aumentare la fotostabilità, garantendo così un’ottima efficacia protettiva, sul range dell’UVA e su quello UVB. Inoltre è stato messo a punto un trattamento composto di tre prodotti: un concentrato di vitamine da usarsi al mattino, un’emulsione protettiva con SPF 10 per il giorno e, infine, un trattamento per la sera a base di fattori di crescita epiteliale (EGF) di origine biotecnologica, complessati con fosfolipidi (liposystem complex) in grado di rimettere in moto, stimolando l’epitelio sottostante, la produzione di nuovo collagene e acido ialuronico endogeno. Il tutto senza conservanti, senza essenze profumate, senza allergeni e nel pieno rispetto della salvaguardia della sicurezza dell’utilizzatore finale. Anche questo prodotto, BIORIGENERIS®, sarà commercializzato dalla società Bioformula e rappresenta un trattamento sicuramente più evoluto, perché unisce innovazione e scienza applicata. I fattori di crescita sono stati ammessi per uso cosmetico, oltre che farmaceutico; sono proteine stabili in particolari condizioni e la loro complessazione con fosfolipidi li rende particolarmente biodisponibili ed efficaci. I fosfolipidi, infatti, superano la barriera formata dai cheratinociti senza rompersi, come i normali liposomi viceversa fanno, e trascinando il principio attivo loro complessato, riescono a veicolarlo all’interno di strutture cellulari sottostanti, quali fibroblasti. La presenza all’interno del lume cellulare dell’EGF, fa sì che le cellule riattivino il loro metabolismo sintetizzando nuove proteine collaginiche e nuovo acido
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jaluronico. Non sarà vinta la guerra contro le rughe, ma una battaglia importante sicuramente sì! CHE COSA CI RISERVA IL FUTURO
La prossima battaglia da vincere sarà il rilascio di fattori di crescita in materiali polimerici cross-linked. Sono allo studio, infatti, sistemi di acido jaluronico ricombinante da Bacillus subtilis senza la pericolosità e la tossicità tipica dei vecchi sistemi di cross-linked con BDDE, che si accumula dopo la degradazione e l’assorbimento dell’acido ialuronico. Nuovi agenti crosslinkanti, non tossici e soprattutto utilizzando metodiche prive di solventi organici, difficilmente rimovibili in toto e quindi potenzialmente pericolosi. Il processo di cross-linkaggio produce una reticolazione molecolare che rende il polimero maggiormente stabile, per l’aumentato peso molecolare ma soprattutto per il passaggio da molecola lineare a molecola tridimensionale,
dove sono ridotti i siti di attacco da parte di enzimi idrolitici prodotti dal metabolismo endogeno cellulare. All’interno del reticolo e in fase di costruzione si possono introdurre varie tipologie di molecole stimolanti, quali EGF, vitamine, amino acidi, minerali ecc. La modularità del rilascio e quindi lo stimolo indotto sulle cellule dipenderà in gran parte dalla tipologia molecolare, ma soprattutto dal fattore o indice di cross-linkaggio. In altre parole, più strette saranno le reticolazioni ottenute, più tempo occorrerà per un loro rilascio. La miscela di più prodotti diversamente cross-linkati assicurerà un rilascio graduale e permanente nel tempo del principio attivo o attivi contenuti. È evidente che non si parla più di cosmesi, anche se sicuramente vi saranno grandi ricadute, basterà dare spazio alla fantasia e verificare sempre la scientificità e la sicurezza. I.R.A. Istituto Ricerche Applicate █ è, da sempre, tutto questo!
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Medicina Estetica
di Matteo Tretti Clementoni Istituto Dermatologico Europeo - Milano
’uso delle tecnologie laser per il L trattamento delle cicatrici atrofiche post-acneiche ha vissuto nel tempo tre svolte epocali. La prima è l’avvento dei sistemi laser ablativi a CO2, a Er-YAG e al loro uso combinato (1-7). L’alta incidenza di effetti collaterali e il lungo downtime che queste tecnologie comportavano hanno spinto, però, i ricercatori verso la seconda e la terza svolta epocale. Nella seconda (8-10) si è assistito a una modificazione delle lunghezze d’onda selezionate. Utilizzando lunghezze d’onda inferiori ai 2000 μm, ma sempre selettive per il target “acqua”, si era pensato di poter determinare il rimodellamento della matrice connettivale del derma cicatriziale riducendo, al contempo, i rischi e il tempo di guarigione. Il tessuto cicatriziale denaturato veniva sostituito da nuovo collagene senza danneggiare la superficie. I risultati alterni e l’elevato numero di sedute necessarie al trattamento hanno però guidato medici e pazienti verso la terza svolta epocale. Iniziando nel 2003 (11) ma, con applicazioni cliniche a partire solo dal 2006 (12), si è assistito all’avvento dei laser frazionali. La riduzione degli effetti collaterali e del downtime è ottenuto, in questi casi, non modificando le lunghezze d’onda selezionate, bensì modificando il modo con il quale l’energia viene somministrata. I laser frazionali cedono energia ai tessuti in modo “frazionato”, lascian-
Il laser CO2 frazionale ultrapulsato negli esiti cicatriziali atrofici da acne do tra uno shot e i seguenti ponti di cute sana dai quali possono partire i processi di guarigione (13, 14). La ferma convinzione che il calore possa determinare ri-arrangiamenti dermici importanti ha però portato l’Autore verso la scelta di un laser frazionale a CO2 ultrapulsato. Infatti, mantenendo un’emissione frazionata (e quindi mantenendo rapidi tempi di recupero), questo tipo di laser conserva una durata di impulso compresa tra 750 e 2000 sec. In tale modo si riesce ad asportare tessuto, determinarne shrinkage mantenendosi sempre al di sotto della soglia di durata di impulso che determinerebbe, in altro modo, carbonizzazione dei tessuti. Scopo di questo lavoro è descrivere l’utilizzo di questo tipo di laser nel trattamento delle cicatrici atrofiche da acne. L’apparecchiatura
Il laser Ultrapulse Encore (Lumenis Ltd, Santa Clara, CA, USA) è un laser ultrapulsato a CO2. L’eccitazione del tubo a CO2 è ottenuta mediante radiofrequenza e questo garantisce una costante e precisa generazione dell’energia. Al braccio rigido contenente gli specchi per la trasmissione dell’energia possono essere applicati 2 manipoli differenti. Il primo è chiamato CPG (Computer Pattern Generator) ed emette minishots delle dimensioni di 1300 m. Variando la fluence si può modificare la profondità dell’ablazione che, nei
Fig. 1 - Una cicatrice a box car, se illuminata da una luce a 45°, risulta molto evidente poiché si genera un’ombra (A). Il trattamento laser abbatte la spalla della cicatrice (B) in modo che l’ombra generata sia nettamente inferiore (C)
Fig. 2 - Con il primo passaggio (A) si stimola la produzione di collagene e si determina contrazione del fondo della cicatrice, con il secondo passaggio (B) si abbattono le spalle delle cicatrici, mentre con il terzo (C) si regolarizza il risultato precedentemente ottenuto
trattamenti frazionali, è di circa 200 m. Modificando la densità dei mini shots si può modificare la quantità di tessuto trattato (e quindi la quantità del tessuto cutaneo lasciato indenne, da cui partono i fenomeni di guarigione). Nei trattamenti frazionali abituali si utilizza una densità che comporti un’ablazione frazionata della superficie e, al contempo, determini un riscaldamento uniforme e omogeneo del derma. In questo modo, rubando la definizione a David Goldberg, si può eseguire un trattamento definito quasi-fractional. L’emissione degli shots avviene in modalità random. Ciò permette il raffreddamento di ogni singolo minishot prima che ne venga posizionato un secondo nelle immediate vicinanze. Tale modalità ha permesso un’ulteriore riduzione dei tempi di guarigione evitando il fenomeno di eccesso di calore (over-heating) che veniva, altrimenti, a manifestarsi con le vecchie metodologie. Il secondo manipolo è chiamato “microablation” ed emette micro-shots del diametro di 120 m. La fluence routinariamente utilizzata permette
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di raggiungere una profondità di variabile dai 450 m ai 700 m. Questo manipolo permette inoltre di emettere automaticamente più micro-shots nello stesso punto (pulse-stacking). Tale caratteristica è estremamente utile nel trattamento degli esiti di acne poiché, pur determinando una ablazione molto modesta (120 m), permette la liberazione in profondità di grosse quantità di calore stimolando, quindi, la produzione di nuovo collagene. La selezione del paziente
Sono candidati al trattamento con laser CO2 frazionale ultrapulsato tutti quei pazienti con cicatrici atrofiche di tipo box-car (superficiali o profonde) o rolling (15) classificati sino a 4B secondo la classificazione qualitativa di Goodman e Baron (16). I pazienti con esiti cicatriziali gravi otterranno buoni risultati da questo trattamento solo se ripeteranno la procedura almeno sei mesi dopo la prima seduta di trattamento o assoceranno pratiche chirurgiche quali subcision, estrazione a telescopio delle cicatrici o loro asportazione a losanga. I pazienti affetti da esiti cicatriziali a punteruolo di ghiaccio (ice-pick) non sono candidati ideali, ma beneficeranno piuttosto di trattamenti chirurgici o chimici (CROSS technique) (17). Il candidato a un trattamento laser per cicatrici postacneiche deve presentare un quadro cutaneo con malattia acneica spenta da almeno un anno; deve aver sospeso l’assunzione di isotretinoina orale almeno un anno prima del trattamento; non deve aver presentato infezioni cutanee da Herpes virus nei sei mesi precedenti il trattamento (in caso di infezione pregressa è necessario l’utilizzo di una terapia profilattica con antivirali); non deve presentare o essere stato affetto da malattie sistemiche gravi con spiccato coinvolgimento cutaneo (endocarditi batteriche, malattie del collagene quali per esempio il lupus e la sclerodermia, disordini immunologici
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quali per esempio la vitiligine, HIV); non deve in alcun modo presentare una anamnesi positiva per cicatrizzazione cheloidea o ipertrofica; non deve essersi sottoposto a impianto di fillers non riassorbibili. Il paziente di fototipo elevato è esposto a un rischio di iperpigmentazioni post trattamento nettamente superiore rispetto al paziente di fototipo basso e deve quindi essere reso edotto con dovizia di particolari dei rischi a cui si espone. La maggiore difficoltà nel selezionare i pazienti da sottoporre a trattamenti laser riguarda però la valutazione della compliance del paziente e soprattutto delle sue aspettative. Bisogna capire se il paziente si atterrà scrupolosamente alle indicazioni fornitegli dopo il trattamento, ma soprattutto comprendere quanto il paziente si aspetta dal trattamento. Quasi sempre le aspettative sono estremamente elevate e i risultati valutati sempre peggiori rispetto a quanto fatto dall’operatore. Appare opportuno, quindi, utilizzare termini quali “miglioramento” e “cicatrici ancora visibili” piuttosto che “soluzione” e “scomparsa delle cicatrici”.
della cicatrice stessa. Dopo l’applicazione in occlusione per un’ora di una crema anestetica il paziente è avviato al vero e proprio trattamento. Le fasi dell’intervento sono descritte nella (Fig. 2) e prevedono un iniziale trattamento con il manipolo detto microablation solo sul fondo delle cicatrici e con una dimensione di spot molto piccola. Le fluence utilizzate variano dai 12,5 mJ ai 17,5 mJ, l’apparecchiatura è impostata in modalità pulse-stacking e la densità dei micro-shots non supera mai il 20% della superficie. In tale modo si ottiene una minima ablazione del fondo delle cicatrici, una netta contrazione dello stesso e una grande liberazione di calore che produrrà nei mesi successivi la produzione di collagene che porterà verso la superficie il fondo delle medesime. Il secondo passaggio è eseguito utilizzando il manipolo definito CPG sulle spalle delle cicatrici. Utilizzando questo manipolo con una modalità prevalentemente ablativa (si utilizzano fluences variabili da 30mJ a 50mJ e frequenze variabili da 350 Hz a 500Hz e si rimane comunque sempre al di sopra della soglia critica dei 5J/cm2) e inclinandolo a 45° rispetto alla spalla della cicatrice, infatti, si può scolpire la cicatrice stessa arrotondandola. Lo scopo di usare parametri “prevalentemente ablativi” è quello di asportare tessuto in eccesso fornendo la minor quantità possibile di calore. Si abbassa la spalla della cicatrice senza che da essa in futuro si produca nuovo collagene. Ciò determina, a guarigione avvenuta, la generazione di un’ombra di minore entità, poiché si è ridotto l’angolo della cicatrice. Il trattamento è quindi concluso con un terzo passaggio sull’intera area da trattare che si esegue utilizzan-
Il trattamento
La cute dei pazienti affetti da cicatrici da acne può, per analogia, essere assimilata a una distesa di colline e valli di altezza e profondità differente. Il trattamento ideale di questa situazione dovrebbe quindi comportare l’abbassamento delle colline e l’innalzamento e il restringimento delle valli. Il problema estetico maggiore che si osserva nei pazienti affetti da cicatrici post-acneiche si evidenzia quando il soggetto è colpito da una luce incidente a 45° (Fig. 1). In questo caso, all’interno della cicatrice atrofica si genera un’ombra che determina una maggiore visibilità
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do il manipolo CPG in modo che determini una ablazione superficiale frazionata e un riscaldamento omogeneo dell’area di Grenz nel derma superficiale (100-125 mJ di fluence, 125Hz di frequenza, CPG 1-6-3). Scopo di quest’ultimo passaggio è fornire un aspetto uniforme all’intera area trattata. Nell’immediato posttrattamento, sul volto dei pazienti sono applicate garze bagnate con soluzione fisiologica fredda allo scopo di ridurre la sensazione di calore che, comunque, non dura mai più di 25 minuti. Nelle aree trattate con il manipolo microablation si può osservare un modestissimo sanguinamento puntiforme che si arresta spontaneamente in pochissimi minuti.
intervallo di tempo che si può affermare che l’intero processo di neocollagenogenesi è terminato. È infine obbligatorio seguire scrupolosamente i pazienti nei giorni successivi al trattamento, non solo per controllarne l’evoluzione ma, soprattutto, per monitorarne un’eventuale infezione. Se delle recrudescenze herpetiche si è già detto, bisogna qui sottolineare che quasi tutti i pazienti con esiti atrofici da acne presentano una cute a tendenza acneica. In questi pazienti l’incidenza di ripresa di malattia acneica dopo il trattamento è maggiore e quindi una terapia con tetracicline orali deve essere presa in considerazione ogni qual volta si assista a questo fenomeno.
Le procedure post-trattamento
Conclusioni
Sulla cute del paziente viene applicata, alla sospensione dell’utilizzo delle garze bagnate, vaselina. Questa manovra dovrà essere ripetuta dal paziente molte volte al giorno nel periodo successivo all’intervento. L’applicazione di questo unguento ha lo scopo di facilitare il distacco delle fini crosticine che si andranno a formare nelle ore e nei giorni successivi al trattamento. Il paziente viene istruito a non rimuovere meccanicamente le crosticine ma, a partire dalla sera successiva al trattamento, potrà lavarsi con detergenti delicati.Alla completa caduta delle crosticine (che avviene in cinquesette giorni) si osserverà un eritema diffuso che apparirà più intenso sul fondo delle cicatrici. L’eritema deve essere scrupolosamente protetto dai raggi UV mediante l’utilizzo di creme solari a protezione massima. L’eritema ha una durata media di due settimane e tende a risolversi gradualmente. Si dovrà però aspettare almeno sei mesi prima di poter osservare il risultato finale (Fig. 3 e 4), in quanto è solo dopo questo
I risultati forniti dall’utilizzo del laser CO2 frazionato ultrapulsato nel trattamento delle cicatrici acneiche a tipo box-car o rolling sono molto buoni. La suddivisione in passaggi differenti del trattamento permette di plasmare lo stesso su ogni singolo paziente e ogni singola cicatrice. Aggressività maggiore o minore dipenderà quindi da tipo, sede e caratteristica di ogni singola cicatrice. Questo nuovo tipo di metodica non ha la velleità di sostituirsi alle tradizionali metodiche di skin resurfacing, ma permette buoni risultati offrendo ai pazienti un rapido ritorno alla vita █ sociale. BIBLIOGRAFIA: 1. Garrett AB, Dufresne RG Jr, Ratz JL, Berlin AJ. Carbon dioxide laser treatment of pitted acne scarring.J Dermatol Surg Oncol. 1990 Aug;16(8):737-40. 2. Alster T.S. Resurfacing of atrophic facial acne scars with a high energy, pulsed carbon dioxide laser. Dermatol Surg 1996; 22: 151154. 3. Weinstein C. Carbon dioxide laser resurfacing. Long-term follow-up in 2123 patients. Clin Plast Surg. 1998 Jan;25(1):109-30. Review. 4. Kye YC. Resurfacing of pitted facial scars with a pulsed Er:YAG laser. Dermatol Surg.
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Medicina Estetica
di Isabella Pia Palmieri Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Docente C.P.M.A. - Bologna
INTEGRATORI ALIMENTARI, ALIMENTI FUNZIONALI, ENDOFARMACI Attività vantata,validità e sicurezza
ei paesi tecnologicamente avanzati cresce la domanda di partiN colari prodotti che non sono farmaci, ma che vengono reclamizzati come utili per alleviare determinati sintomi e soprattutto per mantenere un buono stato di salute secondo una politica della prevenzione che mira a correggere tutti i fattori di rischio o di danno anticipando potenziali carenze in periodi particolari della vita con integrazioni mirate. Questi prodotti prendono i nomi più vari : nutriceutici, integratori dietetici, integratori alimentari, alimenti funzionali Gli Integratori paiono essere una categoria di prodotti naturali /artificiali non esattamente definibile e la cui utilità agli effetti della salute sembra essere largamente presunta. I prep , , p parati di sintesi,infatti,spesso non
si dimostrano altrettanto attivi delle molecole presenti naturalmente nei cibi. Evidenze cliniche,comunque, sono emerse per fitoestrogeni, antiossidanti e fermenti lattici. Tra gli ingredienti dei nutriceutici figurano molto spesso anche sostanze attive farmaceutiche contenute in quantita’inferiore alle dosi raccomandate per ottenere un effetto terapeutico. Non sembra comunque comprovata l’esistenza di una correlazione tra tali dosi ed effetto salutistico e tra tali dosi e l’assenza di un effetto farmacologico. Formalmente non sono farmaci ma nella realta’ vengono impiegati per scopi profilattici e curativi e tale fenomeno può essere interpretato quale ricerca di un nuovo approccio terapeutico sostitutivo p della medicina “ufficiale” La prescricorso teorico pratico
INTEGRATORI ALIMENTARI, ALIMENTI FUNZIONALI ED ENDOFARMACI Programma didattico • Integratori alimentari NOVITÀ • Basi scientifiche • Normative • Vitamine e antiossidanti: razionale, indicazioni , posologia • Fermenti lattici: razionale, differenze, indicazioni, posologia • Sostanze dimagranti: razionale differenze, indicazioni, posologia • Piante officinali:razionale,interazioni,indicazioni • Fitoestrogeni: razionale, indicazioni, posologia • Discussione • Compilazione questionari e consegna attestati DOCENTE: Dr.ssa Isabella Pia Palmieri DATE DEL CORSO: 21/03/2009 ECM: in fase di accreditamento PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: SEGRETERIA E SEDE: C.P.M.A. VALET Divisione Didattica - Bologna L’AMBULATORIO L’AMBULATORI TO ORIO M MEDICO Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
zione di Nutraceutici efficaci può costituire uno stimolo per il paziente e migliorare ulteriormente le abitudini e i comportamenti. Ma la somministrazione non corretta di tali sostanze può anche creare fenomeni di interazione farmacologia. Diverse erbe medicinali ed alimenti sono infatti in grado di agire come induttori o inibitori enzimatici sovraccaricando si il sistema del CYP450 che la glicoproteina P. E solo una piccola parte delle 248000 specie di piante esistenti al mondo è stata studiata. Questo ECM nasce dall’esigenza di rendere meno nebuloso quest’universo di prodotti che già muovono circa 250 miliardi di dollari, quasi un terzo del mercato farmaceutico globale. Il bisogno di una fonte di formazione obiettiva su questo controverso e confuso campo, appare quanto mai indispensabile. Sebbene molti integratori siano molto conosciuti ed esaurientemente documentati, rivendicazioni di efficacia per molti altri rimangono altamente speculative. Indagare e conoscere gli effetti vantati e la validità di tali sostanze rappresenta l’unico modo per garantire la sicurezza prescrittiva degli Integratori Nutrizionali. Da qui l’esigenza di analizzare le diverse tipologie di formulazioni avendo come obbiettivo formativo una conoscenza approfondita per una scelta sempre ragionata e basata su dati scientifici che evidenzi le possibili caratteristiche terapeutiche e i pos█ sibili effetti collaterali.
Medicina Estetica
Ricerca e sviluppo Asclepion Laser Technology
l Dermablate Effect di Asclepion Laser Technology si presenta Icome la piattaforma più versatile e innovativa mai realizzata prima d’ora. Sviluppato sui risultati di una analisi di mercato, che prende in considerazione quelli che sono i trattamenti più richiesti in medicina estetica, Dermablate Effect copre il 95% di questi, ponendosi al top come range di applicazioni. Estremamente pratico e intuitivo, Dermablate è dotato di un display 12” touch screen, con il quale si possono richiamare e variare tutti i trattamenti pre-impostati, oppure richiamare la gallery fotografica e i video dei trattamenti. Il sistema è costituito da un laser Er:YAG (2940nm) con manipolo chirurgico e frazionato e aspiratore di fumi integrato. Sulla tecnologia frazionata Er:YAG, Asclepion vanta numerosi studi clinici che ne dimostrano i vantaggi. Il Prof. Daniel Cassuto, Chirurgo plastico a Milano, grazie alla sua esperienza con il laser Dermablate Er:YAG ha dimostrato come l’utilizzo del manipolo microspot frazionato possa indurre sia ablazione che coagulazione, al contrario del trattamento “Fraxel” tradizionale con laser Er:Glass che induce solo coagulazione. Quindi con il Dermablate si può osservare un end point clinico a differenza dell’Er:Glass, agevolando l’intervento dello specialista e avendo maggiore sicurezza nel raggiungimento dei risultati.
Nuovo DERMABLATE EFFECT: la piattaforma che stavi aspettando Si possono trattare il fotoinvecchiamento cutaneo (rughe, texture, tonicità), le cicatrici (da acne e non) e si possono eliminare le discromie cutanee, migliorando la texture della pelle in particolare nei pazienti che hanno subito un grave fotodanneggiamento. In generale, gli effetti collaterali sono pochissimi e la loro durata varia con l’intensità dell’intervento. Subito dopo il trattamento la paziente ha un eritema che dura 24 ore circa, seguito da micro-croste che durano qualche giorno e poi scompaiano da sè. L’aspetto è simile ad una scottatura solare di 1°grado. Normalmente il Prof. Cassuto permette alle pazienti di usare il trucco dopo 24 ore dal trattamento. La procedura, a bassa intensità, sembra ideale come trattamento per il week-end: facendo il tratta-
mento il venerdì le pazienti possono tornare al lavoro il lunedì, o al massimo il martedì. La flessibilità proposta dalle nuove piattaforme Asclepion permette ai medici un’amplissima gamma di trattamenti per la propria clientela. Insieme alla tecnologia laser, è infatti possibile scegliere fino a tre diversi moduli: Radiofrequenza (per la tonificazione della pelle del viso - skin tightening - e la riduzione delle rughe), Acoustic Waves (per il trattamento della cellulite e il rimodellamento del corpo) Luce pulsata (per l’epilazione, i trattamenti vascolari e il ringiovanimento della pelle). Asclepion, introducendo la Mashup Solution, propone varie opzioni di acquisto: dalla piattaforma completa di tutti i moduli al solo laser con la possibilità di ag-
Trattamento frazionato singolo, dopo 3 giorni e dopo 7 giorni Courtesy Dr. Feller-Heppt, University Hospital, Mannheim, Germany
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Nuovo DERMABLATE EFFECT: la piattaforma che stavi aspettando
giungere i moduli successivamente nel tempo. Asclepion ha studiato anche il modo per rispondere alle esigenze stagionali dell’attività medica ed estetica. Con il concetto di Flexibility 4 Seasons l’obiettivo è offrire al cliente la maggior varietà di trattamenti possibili da effettuare durante tutto l’anno, anche in estate. La Radiofrequenza Asclepion dispone di 2 manipoli per il viso ed 1 per il corpo. Il sistema di vacuum aspira la pelle tra gli elettrodi, raffreddando contemporaneamente l’epidermide ed evitando così possibili effetti collaterali. Ognuno di questi manipoli lavora a frequenze diverse per controllare la profondità di penetrazione e consentire, così, la neocollagenesi causata dal riscaldamento del derma. Il Vacuum (11 livelli) si può regolare in modo singolo, pulsato o massaggio e la vibrazione creata porta alla proliferazione del collagene grazie all’attivazione dei fibroblasti. Le Acoustic Waves sono la novità per il trattamento della cellulite dal grado I al grado III. La loro efficacia è stata dimostrata da uno studio recente del Dr. Giovanni Giovannini medico chirurgo di Lugo (RA). In questo studio sono state trattati 200
pazienti di cui 190 donne e 10 uomini. Gli uomini con adiposità localizzata all’addome sono stati trattati solo con Acoustic Waves. Il 70% delle pazienti, in presenza di adiposità localizzata e cellulite “dura”, è stato trattato con Acoustic Waves; il restante 30%, affetto da rilassamento cutaneo e cellulite “molle” è stato trattato con Acoustic Waves e Radiofrequenza Asclepion. Tutti i pazienti sono stati sottoposti al tempo 0 a ecografia con sonda 7,5 Mhz utile per lo studio del tessuto connettivo e muscolare, fotografati in posizione antero-posteriore e latero laterale e misurati con centimetro mediante punti di riferimento fissi. Sono stati eseguiti, in media, 6 – 8 trattamenti bisettimanali nelle regioni: addominale, fianco e trocantere. Alla fine dei trattamenti è stata eseguita ecografia di controllo che ha evidenziato una media di diminuzione di spessore di 8 – 13 mm con evidente e sorprendente diminuzione dell’edema e ancor più una notevole riorganizzazione dei tralci connettivali; indice questo di tessuto… “più” sano! Alla misura delle circonferenze effettuata con il centimetro, si evidenzia una notevole diminuzione
Prima e dopo trattamento con Acoustic Waves - Courtesy of Storz Medical GA
nei casi di adiposità localizzata; inferiore nella zona trocanterica dove è di norma presente panniculopatia edemato-fibro-sclerotica che presenta però una notevole riorganizzazione tessutale dimostrata ecograficamente. Dallo studio si può, inoltre, evincere che il trattamento con Acoustic Waves agisce soprattutto sul tessuto adiposo e quindi sull’adipocita, mentre un notevole stimolo sul fibroblasto e quindi sulle strutture connettivali collageniche lo si ottiene con Radiofrequenza ideale nella cellulite molle e nel rilassamento anche post-gravidico. Asclepion Pulsed Light
Asclepion ora offre anche un sistema di luce pulsata rivoluzionario per trattamenti versatili, sicuri, rapidi ed efficaci. La radiazione della lampada che emette la luce pulsata intensa può essere adattata ai bisogni dell’applicazione. I 4 filtri Plug & Play limitano o incrementano l’assorbimento della luce dalla melanina, l’emoglobina e l’acqua in base al trattamento richiesto. Questo consente di scegliere tra vari trattamenti quali: epilazione, ringiovanimento, lesioni vascolari, lesioni pigmentate e acne. Anche su questo manipolo il raffreddamento è integrato ed ha un doppio circuito che consente di raffreddare la cute e la lampada in █ maniera indipendente. PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE: Dr. Daniel Cassuto Dr. Giovanni Giovannini
PER INFORMAZIONI: Asclepion Laser Technologies ogies asclepionlaser@yahoo.itt
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INTERNET
tuttimedici.com
Nasce tuttimedici.com Un modo nuovo per ampliare i propri orizzonti professionali
n un mondo che grazie a Internet Iprofessioni non è mai stato così grande, tutte le sono chiamate a rimanere al passo con i tempi. La chiamano “globalizzazione”; per chi ne sa cogliere lo spirito, si traduce in un ampliamento delle proprie prospettive. È mutata la comunicazione, e i primi a comprenderlo sono stati proprio i mass media, che di comunicazione vivono: non esiste quotidiano o emittente televisiva che negli ultimi anni non abbia affiancato al mezzo tradizionale un cosiddetto “new media”, ovvero un’edizione telematica su Internet. E se i giganti della comunicazione hanno compiuto questo passo, i professionisti della Medicina e della Chirurgia non potevano fare altrimenti. In quest’ottica, siamo lieti di annunciare la nascita di tuttimedici.com, un modernissimo portale web dedicato a Medici, Odontoiatri e Psicologi che si propone quale momento di incontro professionale e offre a tutti gli utenti la possibilità di conoscere e quindi eventualmente entrare in contatto con il medico capace di risolvere i propri problemi. Il portale è stato progettato e realizzato attenendosi
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scrupolosamente alle leggi vigenti e all’uopo sono stati interpellati anche diversi Ordini professionali per ottenere pareri e opinioni che hanno guidato il lavoro dello staff tecnico. Tuttimedici.com permette infatti la costruzione del profilo professionale del medico comprendente i suoi titoli accademici, le specializzazioni, i titoli di carriera, l’eventuale pratica delle medicine non convenzionali e anche gli interessi professionali, oltre che il percorso degli studi di approfondimento post laurea. Tuttimedici.com insomma, pur viaggiando in “rete” è una comunità tutt’altro che “virtuale”: all’interno delle nostre pagine, Medici, Odontoiatri, Psicologi e potenziali pazienti hanno la concreta possibilità di incontrarsi, organizzare al meglio il proprio lavoro e scambiarsi – ciascuno nel proprio ambito e a seconda delle proprie competenze o esigenze – opinioni. Un modo nuovo per valorizzare una professione in continua evoluzione, uno strumento comunicazionale in più per chi intende allargare il proprio orizzonte al di là delle pareti del suo ambulatorio. Qui sta il concetto innovativo del nostro sito: una vetrina, dedicata alle varie specialità della Medicina, accessibile a chi sta cercando la strada migliore per risolvere i propri problemi. Perché se da un lato tuttimedici.com diventerà una sorta di “Google” dei professionisti, dall’altro saranno moltissime le persone che si collegheranno con il portale per leggere le news – sempre aggiornate – o per partecipare ai forum che verranno organizzati. Of-
ferta e domanda viaggeranno a braccetto, dando a tutti il miglior risultato possibile. Ancora una volta, quindi, la Medicina si dimostra al passo con i tempi: tuttimedici.com è uno strumento creato per permettere a Medici, Odontoiatri e Psicologi di non percorrere da soli il cammino verso il futuro. Collegatevi con tuttimedici. com e scoprirete com’è facile e appagante cavalcare la “globalizzazio█ ne”… PER INFORMAZIONI:
www.tuttimedici.com info@tuttimedici.com Tel: 346.2352055
Medicina Estetica
di Marco Fumagalli Specialista in Dermatologia, Venereologia, Allergologia e Immunologia Clinica. Centro di Dermatologia Integrata e Medicina Preventiva - Milano
Il rimodellamento corporeo dei distretti inferiori e la riduzione delle circonferenze
Potenzialità del trattamento con uno strumento non invasivo: Velashape
no strumento non ablativo e U non chirurgico denominato Velashape sembra rappresentare un utile presidio per il rimodellamento corporeo dei distretti inferiori del corpo. Velashape è una piattaforma che ha ricevuto l’approvazione dall’ente statunitense Food and Drug Administration come strumento funzionale alla riduzione temporanea della circonferenza delle cosce e della cellulite. Lo strumento emette corrente a radiofrequenza in modalità bipolare e una luce a infrarossi. L’azione sinergica di RF e IR è amplificata dalla pressione negativa (Vacuum) e dalla manipolazione meccanica esercitata sul tegumento. La corrente RF può esprimere una potenza elettrica fino a 50W, la potenza espressa dalla lampada a infrarossi è nettamente inferiore e può giungere fino a 20 Watt. Lo spettro di luce infrarossa non coerente, emesso, va dai 700 ai 2000 nm. L’azione combinata di radiofrequenza e luce infrarossa condiziona un aumento di temperatura a livello tissutale; l’insulto termico cagionato favorisce una risposta biologica dei tessuti sia a livello dermico, sia a carico del tessuto sottocutaneo. La contrazione del collagene e il suo successivo stimolo da parte dei fibroblasti non rappresenta l’unica espressione del danno controllato. L’aumentata perfusione ematica a livello tissutale favorisce la dissociazione dell’ossigeno dall’ossiemoglobina. L’aumentato metabolismo delle cellule adipose indotto dallo
Prima
Dopo 4 trattamenti
stimolo termico condiziona fenomeni lipolitici con diminuzione volumetrica dell’ipoderma. L’effetto meccanico mediato dalla pressione negativa del vacuum e dalla manipolazione favorisce il drenaggio linfatico e venoso e determina la distensione dei setti. Alcuni studi dimostrano l’efficacia della piattaforma Vela; la riduzione degli inestetismi della cosiddetta “cellulite”, quali l’aspetto a “buccia di arancia”, l’aumento del tono cutaneo e della texture, la diminuzione delle circonferenze a livello addominale, dei glutei e a livello delle cosce, rappresentano parametri obiettivi osservabili clinicamente. Alcune pubblicazioni confermano i benefici di tale proposta non chirurgica (bibliografia in fondo). Alcuni studi multicentrici, hanno dimostrato una riduzione media delle circonferenze di almeno 2,5 centimetri, nella maggior parte dei casi trattati. Il trattamento con sistema
misto Velashape è indicato anche nel rimodellamento post-liposuzione e nel periodo susseguente alla gravidanza. Uno studio condotto da M. Winter, M.D. (Laguna Hills, CA – USA) ha dimostrato che venti pazienti di sesso femminile hanno beneficiato di tale trattamento. Le zone anatomiche valutate erano rappresentate dall’addome dai glutei e dalle cosce. Dopo 5 applicazioni, la diminuzione media delle circonferenze era di 5,93 cm ± 0,79 cm. I risultati più significativi erano osservabili a livello dell’addome, con riduzione media delle circonferenze superiore ai sette centimetri. Durante il periodo di trattamento le pazienti non hanno modificato il regime dietetico, come d’altro canto non si è osservato nelle partecipanti allo studio un cambiamento nell’esercizio fisico. Nessuna riduzione significativa del peso corporeo è stata osservata alla fine dello studio
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Il rimodellamento corporeo dei distretti inferiori e la riduzione delle circonferenze
(167,9 lb vs 167.7 lb), ovvero dopo le cinque sedute a cadenza settimanale. Comunicazioni scientifiche di illustri autori (M.Trelles 2007, EADV Vienna, F. de Angelis 2008 Agorà Milano) confermano i risultati confortanti precedentemente descritti e sottolineano l’eccezionalità degli effetti collaterali significativi posttrattamento. L’eritema osservato ha il carattere della transitorietà, come d’altro canto è transeunte l’edema. Il tempo di osservazione di questi fenomeni è di poche ore. Sono descritti, estremamente rari, fenomeni eritemato-vescicolari, per probabile mal posizione degli applicatori o per eccessiva fluenza espressa. Hanno il carattere dell’eccezionalità anche le soffusioni emorragiche condizionate dalla pressione negativa e dalla manipolazione meccanica, in soggetti predisposti. Nella mia, seppur limitata, esperienza, con tale apparecchio non ho mai osservato questi fenomeni. La maggior parte dei pazienti trova il trattamento confortevole, di norma è assente l’esperienza dolorosa, è invece avvertibile una lieve sensazione di calore. La selezione del paziente rappresenta un momento importante del consulto. I migliori risultati si ottengono, secondo alcuni autori, nei pazienti con BMI (indice di massa corporea) inferiore al 30% e con livelli 1 e 2 di cellulite secondo la scala di classificazione di Nurnberger e Muller. Livelli superiori nella scala possono Prima
Paziente prima e dopo 4 trattamenti - Foto gentilmente concessa dal Dr. Boey - Canada
condizionare risultati inferiori alle aspettative e giustificano altri approcci quali la liposuzione. Il trattamento prevede tempi di circa 20-30 minuti per distretto corporeo (glutei, addome, cosce). Punti critici come l’interno cosce o il ginocchio possono essere trattati con buoni risultati estetici. Anche le superfici mediali delle braccia possono essere trattate con risultati molto confortanti. Come già sottolineato, il ciclo di trattamento consigliato con Velashape prevede 4-5 sedute a cadenza settimanale. Successivamente sono previsti trattamenti di mantenimento da effettuare ogni 30-60 giorni. Presso il nostro ambulatorio sono state trattate, finora, circa trenta pazienti di sesso femminile di età compresa tra i 26 e i 53 anni. Solo cinque pazienti maschi hanno beneficiato di tale trattamento. Non ho osservato in alcun paziente effetti collaterali significativi. Il down-time, Dopo 4 trattamenti
come osservato da altri autori, è di breve durata. I risultati ottenuti dopo 4 sedute sono molto incoraggianti, soprattutto a livello dell’addome e dei fianchi. La documentazione fotografica prima e post-trattamento conferma la bontà dei risultati ottenuti. Il sistema misto Velashape è dotato di due differenti applicatori: V-Smooth/Body per il trattamento di ampie aree e V-Contour per il trattamento di aree più ridotte e/o punti critici come interno braccia, interno █ cosce, ginocchia. BIBLIOGRAFIA: T.Alster et al. Cellulite treatment using a novel combination radiofrequency, infrared light, and mechanical tissue manipulation device. J Cosmet Laser Ther. 2005 Jun;7(2):81-5. 7 :81-85. Romero C. et al : Effects of cellulite treatment with RF, IR light, mechanical massage and suction treating one buttock with the contralateral as a control. J Cosmet Laser Ther. 2008 Nov 6:1-9. Wantiphakdeedecha R et al. Treatment of cellulite with a bipolar radiofrequency, infrared heat, and pulsatile suction device: a pilot study. J Cosmet Dermatol. 2006 Dec;5(4):284-8. Nurnberger F. MullerG. So-called cellulite: an invented disease. J Dermat Surg Onc1978;4(3).221-229
PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE: Dr. Marco Fumagalli info@dermatologiaintegrata.it
PER INFORMAZIONI: 800 812017 www.smei.it
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strumenti e prodotti per il medico Via Marzabotto, 78 - 40050 - Funo di Argelato (BO) • Tel: 051.66.47.284 • Fax: 051.66.47.236 www.seltecmedical.it • info@seltecmedical.it
Medicina Estetica
di Nicola Venturo Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia e Venereologia - Bologna
’agarosio è un polisaccaride L estratto da alghe marine contenente residui di D e L-Galattoso, è quindi un semplice zucchero, sicuro e completamente riassorbibile. È sicuro perché già noto per la sua biocompatibilità; veniva infatti già utilizzato in medicina in diversi campi di applicazione clinica e pre clinica per test di biocompatibilità, citotossicità, genotossicità, mutagenesi, sensibilizzazione, come substrato per sistemi a cessione controllata di sostanze farmacologiche e in bioingegneria come supporto per la crescita di tessuti nelle tre dimensioni. Come spesso accade in medicina, prodotti o farmaci già adoperati in alcuni settori vengono “scoperti “ efficaci o utili anche in altri. Così, dovendo individuare un prodotto sicuro e maneggevole da utilizzare in medicina estetica per la correzione di rughe, difetti cutani e come volumizzante, la ricerca si è rivolta all’utilizzo dell’agarosio. In presenza di acqua i circa 30 tipi diversi di agarosio formano degli idrocolloidi di resistenza varia. È stato scelto il tipo più adatto per caratteristiche di resistenza e viscosità, in modo da ottenere un buon prodotto, plastico e di lunga durata d’impianto, ma che fosse abbastanza fluido da poter essere facilmente iniettabile anche utilizzando aghi molto sottili. L’impianto risulta inoltre di particolare durata in quanto, a differenza di altri sistemi filler, nel caso dell’agarosio è assente nel sito di iniezione l’enzima specifico
RIPRISTINO DEI VOLUMI DEL VOLTO E BIORIVITALIZZAZIONE CON GEL DI AGAROSIO di degradazione della molecola, che viene invece affidata alla galattosidasi, presente nelle cellule del sistema reticolo-endoteliale. DUE GRANDI NOVITÀ
Ormai l’uso dell’agarosio per la correzione di rughe e solchi cutanei ha già qualche anno di consuetudine, mentre piuttosto nuove sono due preparazioni da utilizzare rispettivamente per gli aumenti volumetrici del volto e per la biorivitalizzazione. Nel primo caso si tratta di un gel di agarosio al 3% (easy-agarose VL) estrudibile anche da aghi 27G, nel secondo di un gel di agarosio allo 0,1% nel quale sono disperse molecole di poli LLysina, di un tetrapeptide composto da Arg-Gly-Phe-Phe e da una tripletta aminoacidica di Arg-GlyAsp (easy-agarose RE). È appunto l’uso di questi nuovi prodotti che è stato illustrato nel corso del SIES Day del 29 novembre 2008 nella sezione Video-Live-Demonstration. Ri-volumizzare zone del volto che avessero perso turgore e consistenza (l’area zigomatica, per esempio) era obiettivo raggiungibile fino a qualche anno fa solo con la chirurgia (esempio: lipofilling) o con l’uso di protesi. In tempi recenti si è cercato di semplificare tali tecniche proponendo l’uso di sostanze filler come volumizzanti, con ciò rendendo la pratica più ambulatoriale che chirurgica. La necessità di intervenire nei piani profondi della cute e del sottocute e le caratteristiche di viscosità e coesione dei prodotti
Fig. 1
utilizzabili rendevano però ancora necessari l’anestesia loco-regionale, l’uso di cannule di iniezione e
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RIPRISTINO DEI VOLUMI DEL VOLTO E BIORIVITALIZZAZIONE CON GEL DI AGAROSIO
la preparazione quanto meno di un piccolo campo chirurgico sterile. La possibilità di evitare molte difficoltà utilizzando semplicemente siringhe preriempite ed aghi da 27G rappresenta quindi un deciso superamento di tali limitazioni, equiparando di fatto le tecniche di volumizzazione del volto alle comuni pratiche con filler. Appare quindi evidente come il gel di agarosio a più alta concentrazione (3%) si inserisca bene nello strumentario utile per raggiungere comodamente tale scopo. È sufficiente far precedere, al momento delle iniezioni, un’applicazione di crema anestetica per 30 minuti circa (eventualmente in occlusione per aumentarne penetrazione ed efficacia) per rendere possibile la pratica in qualunque studio medico mediamente attrezzato. Dopo un attento studio-valutazione del paziente in ortostatismo, onde evi-
Fig. 2
denziare meglio le aree di difetto in cui intervenire, al caso servendosi di illuminazione con luce radente, avendone contrassegnato i contorni con matita dermografica e avendo effettuato una accurata disinfezione cutanea, si procede all’impianto del prodotto con tecnica lineare retraente, posizionandolo nel derma profondo/sottocutaneo, fino a correzione plastica del difetto (Fig. 1). Segue un massaggio modellatore piuttosto energico che ha lo scopo di evitare accumuli e ottenere una omogenea dispersione del gel. UN PRODOTTO CHE “PERDONA”
La facile iniettabilità del prodotto, la sua “plasmabilità” e la buona dispersione ottenibile, perdonano anche piccoli errori, possibili nel caso di operatori poco esperti. Inoltre, in considerazione di queste stesse caratteristiche, sono trattabili, con eccellente riuscita estetica, oltre alle regioni zigomatiche, anche zone come i solchi nasogenieni e le pliche sottocommisurali, convenzionalmente trattati utilizzando prodotti diversi rispetto a quelli utilizzati per le prime. Si consiglia comunque una seduta di controllo a distanza di 2 settimane per ottimizzare le correzioni e bilanciare le simmetrie. L’altro nuovo prodotto per la biorivitalizzazione, easy-agarose RE, si discosta leggermente da CORSO TEORICO-PRATICO
easy-agarose®: AGGIORNAMENTI SU FILLER E BIORIVITALIZZANTE A BASE DI GEL DI AGAROSIO DATA E SEDE CORSO 09 febbraio 2009 - Roma
DOCENTE Dr. Nicola Venturo
ORARIO 14:30 - 18:00
PARTECIPANTI Il corso è riservato ad un massimo di 30 partecipanti
PER LE ISCRIZIONI CONTATTATE: www.easyagarose.it - info@easyagarose.it Tel: 333 8316659
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quelli finora conosciuti, in virtù del suo particolare meccanismo d’azione. Nella composizione il gel di agarosio allo 0,1% dà soltanto un blando riempimento ma ha la ben più importante funzione di veicolare e rendere possibile il lento rilascio degli attivi, che hanno come bersaglio di efficacia soprattutto la matrice extracellulare. La matrice extracellulare ha un’importanza fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi tissutale ed è in grado di influenzare anche, con meccanismi extracellulari, l’attività delle cellule. I processi di invecchiamento cutaneo portano all’impoverimento della matrice e questo condiziona negativamente la vita, il metabolismo e la replicazione delle cellule che in essa sono immerse. È documentata l’importanza della tripletta aminoacidica Arg-Gly-Asp che favorisce la produzione endogena di fibronectina, una glicoproteina legante del citoscheletro, della poli L-Lysina che agisce come uno “scaffold” con proprietà stimolanti sulle strutture fondamentali di sostegno, in particolare dell’endotelio, e con una marcata capacità di legare molecole d’acqua, e del tetrapeptide Arg-Gly-Phe-Phe che favorisce i processi riparativi e la biosintesi della matrice fondamentale. Fra le tecniche a cui è possibile far ricorso nel praticare la biorivitalizzazione (T.lineare retrograda, T. dello scollamento, T. a micropomfi) è stata mostrata nella Live-Session quella denominata “picotage”. Il picotage, letteralmente dal francese “punzecchiamento”, consiste nel praticare con un ago cortissimo dei microinoculi di prodotto direttamente alla profondità desiderata del derma, con ciò ottenendo il minimo della dispersione inutile di prodotto nel sottocutaneo e il massimo dell’efficacia. Interessante è il modo in cui è possibile ottenere la lunghezza desiderata dell’ago; semplicemente “decapitando” il
SUCCESSO IMMEDIATO
Fig. 3
Fig. 4
cappuccetto copri-ago in corrispondenza di un segno di riferimento marcato in precedenza con la matita; così la parte mancante del cappuccetto scoprirà solo la porzione di ago della lunghezza che si vorrà utilizzare caso per caso (Fig. 2). Si potrà prevedere di utilizzare 2mm. di un ago 30G, per esempio per la rivitalizzazione della cute delle guance, mentre si potrà utilizzare una lunghezza di ago di 1-1,5mm. per operare sulla cute del collo, es-
sendo quindi sicuri di procurare il minor traumatismo possibile. La siringa va tenuta perpendicolare al piano cutaneo e agendo in sincronismo con il dito sul pistone vanno dispersi gli inoculi nel derma ciascuno a una distanza di circa 1mm. dall’altro (Fig. 3). Si procede interessando man mano intere zone anatomiche estetico-funzionali, individuando per ciascun emivolto aree grosso modo triangolari di cute da consolidare (Fig. 4).
Successivamente viene posto sulla cute trattata un impacco di soluzione fisiologica per qualche minuto. Il vantaggio di questa metodica è che la ripresa delle attività “sociali” per il paziente può essere pressoché immediata, dal momento che residua nelle zone trattate solo un modesto rossore per la durata di circa 24 ore Il protocollo consigliato prevede di effettuare 4 sedute di trattamento piuttosto ravvicinate, a distanza l’una dall’altra di circa 1 settimana, per poi progressivamente distanziarle (15, 20, 30 gg) e attestarsi a 1 seduta/mese di mantenimento. █ PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE: Dr. Nicola Venturo dermonike@virgilio.it
PER INFORMAZIONI: www.easyagarose.it
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VALET C.P.M.A.
di Marco Montanari
egli ultimi anni, la popolarità della medicina estetica ha subito una rapida crescita in tutto il mondo. Tale fenomeno è il risultato di due componenti determinanti quali il netto salto in avanti dei livelli di efficacia delle più moderne pratiche e la forte domanda imposta da criteri sociali in cui l’aspetto fisico è divenuto preponderante rispetto agli altri valori. Il nuovo scenario che ne deriva è, a parere di chi scrive, veramente variopinto. Fenomeni negativi e positivi si intrecciano ineluttabilmente in un mare magnum di interessi: i colleghi americani, che fino a pochi anni fa della medicina estetica non concepivano neanche l’esistenza, iniziano a “colonizzare il territorio”, secondo loro abituali prerogative comportamentali, diventando punto di riferimento, anche con merito, soprattutto nel campo dei laser e della tossina botulinica. In un mondo che cambia pelle alla velocità della luce, dove le mode si susseguono senza sosta e apparentemente senza logica, ciascuno di noi ha bisogno di punti fermi. I professionisti della Medicina e Chirurgia Estetica, a questo proposito, sanno di poter contare sulla Scuola bolognese. Il successo dei corsi C.P.M.A. (Centro Postuniversitario Medicina Ambulatoriale), dopo più di trent’anni di attività, è sotto gli occhi di tutti e il grado di soddisfazione dei partecipanti è elevatissimo. Lo testimonia il numero sempre crescente di Corsi organizzati (nell’anno appena trascorso sono stati un centinaio) e di medici partecipanti (sempre nel 2008, sono stati ben più dei… Mille garibaldini passati alla storia). Ma se i numeri non mentono, il maggior motivo
Mille (partecipanti) e non piu’ mille: sono molti di piu’…
N
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di soddisfazione per i responsabili di C.P.M.A. viene dal gradimento dimostrato dagli stessi medici. Chi non conosce la Scuola e si iscrive a un corso, tanto per rendersi conto della serietà della struttura, successivamente frequenta anche gli altri corsi, diventando un fedelissimo della didattica C.P.M.A. (e stiamo parlando di una percentuale superiore al 92%!).
IL QUESTIONARIO DELLA VERITA’ Ancora: al termine delle lezioni, i medici sono chiamati a compilare un questionario di valutazione, utile agli organizzatori per affinare costantemente la didattica. Bene, i parteci-
LA RI DEL E M U N I
A..
SCUOL
orsisti
2380 c quenta più corsi ttere in fre r me il 92% di pote rese dichiara he app % ic 5 n 9 c il n le te
iu pratica siglio d su con e v ri c is si il 48% iscritto tto oddisfa collega anti è s ip c e rt dei pa il 91%
panti “soddisfatti” rappresentano il 91% e quelli sicuri di poter mettere subito in pratica le tecniche imparate il 95%. Ma il dato che conforta maggiormente C.P.M.A. è quello in risposta alla domanda “Come ha saputo dei nostri servizi?”: in questo caso, molti hanno conosciuto C.P.M.A. attraverso una ricerca su Internet o grazie agli articoli pubblicati su “L’Ambulatorio Medico”, ma ben il 48% decide di partecipare ai corsi perché segue il consiglio di un collega che lo ha fatto prima di lui. Quindi il gradimento è tale che si trasforma in proselitismo: sono gli stessi allievi il miglior veicolo promozionale dei corsi C.P.M.A. e, al tempo stesso, la garanzia per i nuovi iscritti che nelle sale di Via dei Fornaciai a Bologna si fa didattica in modo serio e concreto. Lo scopo di questi corsi, infatti, è portare i partecipanti a conoscere in tempi brevi i meccanismi d’azione, le potenzialità e l’applicazione delle tecniche. Stessimo parlando di informatica, definiremmo questi corsi “plug and play”, ovvero immediatamente
E’ possibile iscriversi al singolo corso monotematico o al modulo tematico completo
di quest’anno. Ricordate: “Provare per credere”, nel nostro caso, non è un semplice slogan pubblicitario. A proposito: voi avete provato?
utilizzabili senza ulteriori passaggi. Tradotto in termini medici, una volta abbandonata l’aula e fatto rientro in ambulatorio, i medici – come abbiamo visto, per loro stessa ammissione – sono subito in grado di applicare al paziente le tecniche apprese. Fin dal 1995, proseguendo sulla strada di specializzazione già imboccata, la Scuola bolognese ha instaurato uno stretto e proficuo rapporto di collaborazione con il dottor Maurizio Priori, presidente della SIES (Società Italiana di Medicina e Chirurgia Estetica): ancora oggi, è proprio questa società a curare l’attività scientifica e didattica della Scuola, oltre a occuparsi dell’attività
congressuale, lasciando alla VALET – depositaria del marchio C.P.M.A. – i compiti organizzativi e gestionali.
PROVARE PER CREDERE Ovviamente i percorsi formativi e di approfondimento sono in larga parte accreditati dal Ministero della Salute per il programma di Educazione Continua in Medicina (E.C.M.) e vengono tenuti presso la sede della VALET a Bologna, che dispone di saloni e aule didattiche dotate di mezzi audiovisivi e apparecchiature multimediali, speciali attrezzature e ampi spazi per le esercitazioni pratiche e si è dotata di un nuovissimo poliambulatorio, inaugurato all’inizio
LA SCUOLA DI MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA SI COMPONE DEI SEGUENTI MODULI TEMATICI: • Modulo VISO base • Modulo VISO avanzato • Modulo CORPO base • Modulo CORPO avanzato • Modulo FLEBOLOGIA • Perf. TERAPIA ANTALGICA • Modulo TECNICHE LASER • ECOGRAFIA • Modulo ANTIAGING (NEW)
PER INFORMAZIONI C.P.M.A. VALET srl Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.6388.334 - Fax 051.326.840 info@valet.it - www.valet.it
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Un’“idea” nuova per la pelle
Medicina Estetica
Ricerca e sviluppo Phitogen Holding
La ricerca italiana sull’acido Ialuronico raggiunge il primato nel campo dell’estetica professionale. Qualità, efficacia, sostenibilità: i tre punti fermi di un progetto per la salute e la bellezza della pelle
a stagione fredda è il periodo L dell’anno durante il quale il nostro organismo è più facilmente esposto a una serie di patologie e disagi fisiologici. Fra le tante occasioni che rappresentano spesso un’emergenza tendiamo a trascurare frequenti situazioni di disagio relative a quel distretto corporeo che svolge la fondamentale azione di filtro e barriera nei confronti del mondo esterno: la pelle. Più che mai, proprio d’inverno è opportuno prendersi cura della pelle e tenere d’occhio eventuali cambiamenti del suo stato: spesso giudichiamo lo star bene di una persona dal semplice impatto visivo. Un colpo d’occhio è capace di suggerire segni di invecchiamento, un colorito non sano, un apparente stato di stress. La pelle è capace di comunicare freschezza e giovinezza, così come invecchiamento e malessere. La dermocosmetica professionale e la medicina estetica negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante nella ricerca. Importanti istituti e note aziende farmaceutiche investono risorse sempre più ampie in divisioni orientate alla ricerca nel settore della bellezza, con crescente consapevolezza dello stretto legame fisiologico che lega la salute del corpo al suo apparire. Così, parlare di benessere della pelle non è più soltanto argomento tipicamente merceologico, ma richiede approccio e metodo scientifico responsabilmente orientati. Si assiste sempre con maggior fre-
quenza alla “migrazione” di esperienze prettamente mediche verso un’applicazione più diffusa e quotidiana; principi attivi e sostanze studiate per la chirurgia o per settori altamente specialistici della medicina diventano d’interesse anche per la cosmetica, con una felice riconversione della conoscenza verso un impiego che possa avere ricadute benefiche anche nell’attività quotidiana. acido ialuronico: I SUCCESSI
Parlando di fisiologia della pelle, un caso emblematico è il successo di una sostanza tra le più affascinanti tra quelle proposte dalla ricerca negli ultimi anni: l’acido Ialuronico. L’acido Ialuronico è presente in alte concentrazioni ovunque si verifichino movimento, differenziazione e proliferazione cellulare. È uno dei maggiori costituenti della matrice extracellulare: insieme ad altri glicosaminoglicani e proteine, esercita un ruolo fondamentale nel costruire l’architettura tissutale, fornendo l’ambiente ideale per un’ordinata deposizione del collagene. Quando si verifica una qualsiasi lesione, esso si lega alla fibrina e forma una matrice di supporto che facilita l’afflusso di fibroblasti e cellule endoteliali. La sua altissima igroscopicità controlla l’idratazione tissutale durante il processo infiammatorio conseguente alla lesione, favorendo la proliferazione e la migrazione delle cellule. Con il procedere della migrazione cellulare nel sito della ferita, tale
L’acido Ialuronico è alla base di diverse soluzioni medico-chirurgiche relative a interventi sul derma. Un brevetto italiano (HYAFF® di Fidia) ne consente ad esempio l’impiego in forma di film per medicazioni su ustioni e ferite. HYAFF® è capace di agire in modo biointerattivo con il letto della ferita, accelerando il rinnovamento epiteliale
struttura lentamente si degrada, lasciando posto a collagene e glucosaminoglicani solforati. Oltre a un ruolo strutturale, l’acido Ialuronico svolge un’importante funzione biologica interagendo con specifici recettori, così modulando le proprietà fisico-chimiche dell’ambiente della lesione. Ciò consente migrazione, proliferazione, attivazione e mobilità di vari tipi cellulari (cheratinociti, fibroblasti, ecc.), nonché il controllo della fase infiammatoria della lesione
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e dell’effetto neoangiogenetico. L’acido ialuronico ha quindi un ruolo multidimensionale che interviene nei processi di infiammazione, formazione del tessuto di granulazione, riepitelizzazione, rimodellamento. Lo studio su questa sostanza vanta un primato tutto italiano grazie al lavoro di Fidia, azienda leader a livello mondiale per produzione e studio di risorse relative all’acido Ialuronico. I presidi medico-chirurgici basati sull’acido Ialuronico realizzati da Fidia trovano impiego in tutta una serie di circostanze nelle quali sia necessario coadiuvare l’organismo nel ricostruire il derma danneggiato: ferite chirurgiche e non, ustioni, danni di diversa natura al tessuto cutaneo. Che cosa ha a che fare un segmento così specialistico con la vita di tutti i giorni? Un progetto che utilizzasse il know-how relativo a tale sostanza trasportandolo nel campo del benessere della pelle (dermocosmetica e medicina estetica) ha rappresentato la felice intuizione di Regenyal Laboratories, un’azienda italiana appena nata, che unisce in sinergia l’esperienza di Fidia e di Phitogen Holding, marchio leader
Altro possibile impiego dell’acido Ialuronico è la viscosupplementazione, cioè l’infiltrazione nella sede articolare di acido ialuronico esogeno, in caso di danni dovuti a fenomeni osteoartrosici. L’acido ialuronico è responsabile delle proprietà viscoelastiche del liquido sinoviale
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nel settore della dermoestetica professionale. Far diventare l’acido Ialuronico protagonista di una serie di soluzioni strutturate per la cura della pelle, sfruttarne le potenzialità fisiologiche per vantaggi accessibili anche nella quotidianità è stata una scommessa che sembra avere tutte le caratteristiche per essere vincente. Già da diversi anni Phitogen Holding e Fidia lavorano insieme su protocolli di biorivitalizzazione cutanea con un approccio attento alla fisiologia complessiva del paziente, investendo sulla convinzione di una fondata supremazia dell’acido Ialuronico come sostanza irrinunciabile per qualsiasi azione destinata alla cute. RISULTATI CONCRETI
Gli studi che dimostrano il ruolo attivo dell’acido Ialuronico in ogni risposta a stati lesivi del derma sono stati la base per la formulazione di un approccio utile anche nella cura quotidiana della pelle: se è vero che in stato di alterazione la risposta in termini di produzione locale di acido Ialuronico aumenta, ciò depone a favore di un ruolo fondamentale di questa sostanza nella “costruzione” e nel mantenimento dei tessuti relativi. Non solo in termini della ben nota capacità di idratare i tessuti che caratterizza l’acido Ialuronico, ma proprio per il ruolo attivo dal punto di vista strutturale e biologico che esso svolge. Trasporre questi concetti al mondo della dermoestetica professoniale ha portato questo gruppo italiano alla realizzazione di un set di prodotti e di metodiche che approcciano i problemi del degrado della cute con azioni capaci di rispondere alle più diverse esigenze, sempre tenendo conto, per scelta etica e professionale, della sostenibilità degli interventi, in termini di rispetto bio-morfo-fisiologico, di comfort e di economicità per il paziente. Prodotti per uso topico a base di acido
L’acido Ialuronico viene efficacemente impiegato in medicina estetica nelle tecniche di bio-rivitalizzazione cutanea e per la realizzazione di dermal fillers e dermocosmetici di alto profilo
Ialuronico destinati a viso e corpo sono un valido presidio sia per il mantenimento di uno status ideale della pelle, sia per la preparazione a un intervento correttivo o per il post-intervento. Usarli quotidianamente non è make-up, ma modalità capace di incidere con efficacia sui processi dell’attività epiteliale. Altra evidenza: l’acido ialuronico entra a far parte nella categoria degli iniettivi con un ruolo da protagonista, nel quadro di un’azione di bio-rivitalizzazione del derma che ripristini le condizioni ideali per un corretto ciclo fisiologico del tessuto cutaneo. Diventa ancora protagonista l’acido Ialuronico nel dermal filling, dove siano richieste azioni di correzione dei volumi: per la sua totale biocompatibilità è tutt’ora la miglior sostanza impiegabile. Il futuro di questo principio non è certo quello di una moda passeggera; fa piacere, in un campo nel quale spesso il nostro Paese soffre di colonizzazione culturale ed economica, assistere al consolidarsi di un primato italiano. L’italianità di un importante progetto in estetica professionale basato sull’acido Ialuronico è un vanto per la nostra ricerca: non a caso il primo nato in casa Regenyal è un dermal filler di alto profilo, il cui nome è Regenyal Idea. Le buone idee camminano con le proprie gambe, e a lungo: un augurio che ci sentia█ mo di fare.
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Carbossiterapia in Medicina Estetica
Medicina Estetica
di Crescenzo Di Donato Specialista in Dermatologia e Venereologia Direttore C.P.M.A. - Bologna
Utilizzo dell’anidride carbonica come coadiuvante e complemento nella terapia antiaging del volto e décolleté
o iniziato a utilizzare questa H metodica da circa due anni con risultati appaganti, tanto da giustifi-
inoltre il meccanismo ionico diretto con aumento della concetrazione degli ioni calcio ++ intracellulare per aumento della pressione del CO2 con effetto sulla potenzialità contrattile della muscolatura dei capillari periferici.
care l’impegno nella realizzazione di protocolli di lavoro sui diversi distretti corporei. Le possibilità di utilizzo dell’anidride carbonica sono molte, sia singolarmente sia in associazione con altre metodiche. Per cominciare, accenniamo velocemente un po’ di storia…
INDICAZIONI
CENNI STORICI
L’impiego di anidride carbonica a scopo terapeutico nasce in Francia negli Anni 30, sfruttata in ambito termale nella balneoterapia presso la stazione termale Royat, specializzata nel trattamento terapeutico delle arteriopatie periferiche organiche e funzionali e loro sequele. Si sfrutta l’azione vasodilatatrice dell’anidride carbonica contenuta nelle acque di tale stazione, con relativo aumento della vascolarizzazione per l’apertura di nuovi letti capillari. Negli Anni 80 viene coniato il termine carbossiterapia dal dottor Parassoni, che progetta un’apparecchiatura in grado di erogare anidride carbonica pura riproducendo le condizioni delle terme di Royat. Negli Anni 90 viene inaugurata la stazione termale di Robbi (TN) grazie alla collaborazione con il professor E. Bellotti e il professor N. De Bernardi, con la possibilità di eseguire sedute con anidride carbonica sotto forma di bagni, docce, docce logo regionali riproducendo il medesimo termalismo di Royat.
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Nel 1995 nasce la prima apparecchiatura per uso sottocutaneo dell’anidride carbonica, che trova indicazioni oltre che nelle arteriopatie periferiche anche nella panniculopatia edematofibrosclerotica (PEFS) e nella terapia antiaging al volto, collo e decollètè.
Arteriopatie periferiche organiche o funzionali e loro sequele (arteriosclerotiche, Rajnaud, Acrocianosi etc..). Panniculopatia edemofibrosclerotica (PEFS) (Effetto lipolitico ed attivazione ricettoriale legato alla iperdistensione dei tessuti cutanei). Terapie antiaging al volto, collo e decollètè.
FARMACODINAMICA
Alla vasodilatazione arteriolare si associa l’effetto lipolitico fisiologico attraverso il potenziamento dell’effetto Bohr e l’attivazione recettoriale della lipolisi. L’effetto Bohr si traduce in una iperossidazione tissutale con miglioramento delle funzioni metaboliche distrettuali in quanto aumentando la concetrazione di CO2 periferica si riduce l’affinità dell’ossigeno per l’emoglobina. L’attivazione ricettoriale è legata all’iperdistensione dei tessuti sottocutanei che porta all’attivazione di esterocettori specifici con attivazione sulle proteinchinasi e con stimolazione sulle lipasi intradipocitarie. Da valutare
METODICA ANTIAGING AL VOLTO E Décolleté
Previa disinfezione della cute utilizzando aghi a calibro molto sottile (30G) si procede inserendo l’ago alla profondità di circa due millimetri a livello intradermico; viene quindi insufflata l’anidride carbonica per al-
cuni secondi, creando un enfisema superficiale che viene riassorbito in pochi minuti. Si procede tunnellizzando ogni singola ruga e trattando ogni unità estetica (volto collo décolleté). Si può ulteriormente incentivare l’attività cellulare dei fribroblasti utilizzando aminoacidi e biorivitalizzanti in associazione a impianto con filler e utilizzo delle apparecchiature a radiofrequenza, consentendo una migliore attivazione dei fibroblasti con conseguente miglioramento nella sintesi di collagene ed elastina Per eseguire una seduta occorrono circa dieci minuti per ogni unità esteti-
cata principalmente per ridisegnare l’ovale del volto ed eliminare le borse sotto gli occhi, le zampe di gallina, le rughe glabellari. Il trattamento è molto ben tollerato e non richiede alcuna anestesia. CONCLUSIONI
L’utilizzo dell’anidride carbonica in associazione ad altre metodiche o singolarmente permette di ottenere ottimi risultati con costi contenuti per il paziente, estendendo ad una fascia maggiore di utenti il piacere di avvici█ narsi alla medicina estetica.
INDICAZIONI • Arteriopatie periferiche organiche o funzionali e loro sequele (arteriosclerotiche, raynaud-acrocianosi, ecc..) • Panniculopatia edemofibrosclerotica (PEFS) (Effetto lipolitico ed attivazione recettoriale legato alla iperdistensione dei tessuti cutanei) • Terapie antiaging al volto, collo e décolleté
ca, da ripetere a frequenza quattordicinale per quattro cinque sedute. I risultati appaiono evidenti già dopo la seconda seduta e permangono per alcuni mesi dopo la quinta seduta.Il grado di soddisfazione dei pazienti li porta a richiedere, a distanza di alcuni mesi, nuove sedute per mantenere p è indii risultati ottenuti. Tale terapia
BIBLIOGRAFIA: - Boucomont: influence des cures de royat sur les troubles circulatoires periferiques: maladie de Raynaud, acrocyanose- Journees natlonales du thermalisme e du climatisme- 114 annee n2 2 trimestre 1977. - Ambrosi: mesure de la Tpo2 ed inhalation d’oxygene chez les arteriopathes en cure a Royat- presse thermale e climatiques, 1992, 129, n2. - Ambrosi: la cure thermale de Royat, criteres d’efficacite1- presse p thermale e t climati-
corso teorico pratico LA CARBOSSITERAPIA IN MEDICINA ESTETICA Programma didattco Generalità (cenni storici ed evoluzione negli anni) Cenni di anatomia del sistema vascolare Farmacocinetica Introduzione alla metodica: - Antiaging del volto, collo, decollètè - Trattamento della PEFS SESSIONE PRATICA e/o video del Docente su pazienti
NOVITÀ
DOCENTE: Dr. Crescenzo Di Donato DATA: 07/03/2009 DURATA: 1 stage di 8 ore ECM: evento in fase di accreditamento RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.P.M.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
ques 114 annee, n. 2 2 trim. 1977. - Charrier: La cure de Royat et sa Place dans Ie traitement de I’arterite demembres inferieursrevue de med. de Tours 1975 T 9 N 3. - Fabry: variations du perimetre de marche et de index pression avant et apres epreuve de marche, mesurees a un an d’intervalle chez 140 arteriopathes traites a Rouyat. cahiers d’arteriologie de Royat 1985, 12 - Romeuf J. B. :vingt annees de pratiques des injections sous cutanees de gas thermaux de Royat- 1953 - cahier d’arteriologie- societè medicale de Royat- 1984 Ńcahiers d’arteriologie de Royat- vingt ans de recerche a Royat 19721991- SocieteIMedicale de Royat - Belotti E. , De Benardi M. :utilizzazione della C02 termale nella PEFS. Riv. La Medicina Estetica n. 1/2, 192. Editrice Salus Internazionale, Roma. - Curri S. B. , AlbergatiF. , Parassoni L. :atti del XVII congresso nazionale della societa* italiana per lo studio della microclrcolazione e del V congresso nazionale del gruppo italiano di studio sul laser doppler - Cum S. B. - Sostanze Favorenti 11 microcircolo negli inestetismi della panniculopatia edematofibrosderotica. Riv. La Medicina Estetica anno 20 N. lgennaio/marzo 1996. Editrice Salus Internazionale. Roma. - Varlaro V. , Parassoni L, BartoIetti C. A.:(atti congressuali)La carbossiterapia nella pefs e nell’adiposita’localizzata. Riv. La Medicina Estetica, Anno 19 numero 1 Gennaio/marzo 1995. EditriceSalusInternazlonale. Roma. - Parassoni L., Varlaro V.:(atti congressuali)La carbossiterapia metodica terapeutica in evoluzione. Riv. la medicina Estetica. Anno 20. nl gennaio/marzo 1996. Editrice Salus Internazionale Roma. - Albergati F. Parassoni L, Lattarulo P, Varlaro V, Curri S. B. :(atti congressuali) Carbossiterapia e vasomotion:comparazione tra immagini videocapiliaroscopiche e referti laser doppler flow dopo somministrazlone di anidride carbonica - Riv. la medicina Estetlca, Anno 21. nl gennaio/marzo 1997. Editrice Salus Internazionale Roma. - Parassoni L. , Albergati F. , Var!aro V. , Curru¤ S. B. - (atti congressuali ) La carbossiterapia in tema di meccanismi d’azione- Riv. la medicina Estetica/Anno 21. nl gennaio/marzo 1997. Editrice Salus Internazionaie Roma. - E. Badolati e coli, :(atti congressua!J)Carbossiterapia vs ozonoterapia nel trattamento della pefs- Riv. la medicina Estetica, Anno 21. nl gehnaio/marzo 1 997. Editrice Salus Internazionale
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La PROTESI DI SPALLA
Riabilitazione
di Pietro Bungaro Medico Chirurgo Specialista in Ortopedia - Chirurgia spalla gomito e Piera Bitelli Medico Chirurgo Specialista in Fisiatria - Docente C.E.D.A. - Bologna
Indicazioni, tecnica chirurgica, aspetti riabilitativi
a protesi dell’articolazione scaL polo-omerale rappresenta sicuramente uno dei capitoli più innovativi e affascinanti della sostituzione protesica . Negli ultimi quindici anni si è infatti assistito ad una radicale evoluzione dei modelli protesici a seguito di un’interpretazione della fisiopatologia articolare più aderente ai nuovi concetti biomeccanici affermatisi. Storicamente i primi modelli protesici impiantati in campo oncologico furono modelli vincolati con risultati insoddisfacenti in alta percentuale di casi. Successivamente per merito di Neer fu introdotto un modello protesico nato per le fratture a 4 frammenti e successivamente adattato alle patologie degenerative e artritiche. La protesi di Neer si ispirava sotto il profilo biomeccanico ai modelli protesici dell’anca e per lunghi anni rappresentò quasi universalmente il modello protesico di riferimento. E solo a partire dai primi anni 80 che cominciò a svilupparsi l’idea che la protesi di rivestimento potesse rappresentare un’alternativa ai modelli convenzionali nelle artropatie della spalla, soprattutto dei pazienti più giovani. Nel 1985 Paul Grammont sviluppò il suo modello protesico di protesi inversa, destinato a rivoluzionare il trattamento delle artropatie della spalla associate a lesioni irreparabili della cuffia dei rotatori. Con il netto miglioramento dei risultati della sostituzione protesica si è assistito, nell’ultimo decennio, ad un significativo incremento numerico di protesi impiantate, con sempre crescenti interessi di aziende nello
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Fig. 1: ??????????????????????? Fig. 1 - Grave artropatia scapolo-omerale con riassorbimento completo della testa dell’omero e rottura massiva della cuffia dei rotatori in paziente affetta da artrite reumatoide sottoposta a lunghi periodi di terapia cortisonica
sviluppo di modelli caratterizzati da grande modularità e versatilità con sempre minore sacrificio osseo. Le indicazioni alla sostituzione protesica della scapolo-omerale, sono principalmente rappresentate dalle artropatie degenerative primarie o secondarie ad esiti traumatici, dall’artrite reumatoide, dalla necrosi avascolare e dall’artropatia secondaria a lesioni irreparabili della cuffia dei rotatori. Può inoltre trovare indicazione nella patologia traumatica acuta (fratture a 3-4 frammenti sec. Neer). Indipendentemente dalla patologa primaria oggi si dà molta importanza, al quadro radiografico o più in generale dell’imaging, per distinguere le forme concentriche dalle eccentriche. La distinzione si fonda sostanzialmente sulla posizione della testa omerale che nella forma concentrica è conservata preservando un centro di rotazione
normale. Nelle forme eccentriche, al contrario, il centro di rotazione è alterato potendosi presentare, appunto eccentricamente posizionato verso l’alto o in altre direzione (sublussazione statica); questa condizione è tipicamente presente nelle artropatie secondaria a rottura irreparabile della cuffia dei rotatori, ma nono solo. La distinzione è tutt’altro che accademica, in quanto è dalla condizione di concentricità o eccentricità che nasce l’indicazione ad eseguire una protesi anatomica (di rivestimento o tradizionale) o una protesi inversa. Altro fattore dell’imaging estremamente importante per determinare il modello protesico è la versione della glena. È stato ampiamente dimostrato come la versione della glena possa influenzare in maniera significativa il risulato finale. Da questa considerazione nasce la necessità, in pre-
senza di una versione alterata, di protesizzare anche la glena al fine di ripristinare rapporti gleno-omerali corretti. Negli ultimi anni nella sostituzione protesica omerale si stanno sempre più affermando le protesi di rivestimento per alcuni indubbi vantaggi: la minore perdita ossea, la fissazione biologica (protesi non cementate), il maggiore rispetto dell’anatomia distrettuale trattandosi di un rivestimento in situ. È un principio ormai affermato che il “bone stock” debba essere preservato quando possibile. L’esperienza dei decenni scorsi con le revisioni protesiche dell’anca del ginocchio confermano la necessità di ricorrere a modelli protesici meno invasivi per le possibili future necessità di revisione protesica. Evitare la cementazione è un altro dei principi basilari per cercare di essere il più possibile conservativi. La protesi di rivestimento rispetto alla protesi con stelo presenta degli indubbi vantaggi sotto il profilo della geometria articolare e dell’ anatomia. Se utilizziamo una protesi con stelo dobbiamo tener presente la necessità di uno strumentario che ci consenta di calcolare angolo di versione, inclinazione o offset per non incorrere in grossolani errori di posizionamento. La protesi di rivestimento è invece una protesi in situ che ricalca l’anatomia distrettuale. L’offset si genera automaticamente e l’angolo di varo è determinato dal collo anatomico originario. Oggi è possibile addirittura eseguire la protesi inversa con una componente omerale di rivestimento nel rispetto del principio della minima perdita ossea possibile. La tecnica chirurgica prevede un approccio delto-pettorale o anterosuperiore transdeltoideo. Si preferisce ricorrere al delto-pettorale quando eseguiamo la protesi di rivestimento o la protesi anatomica. L’approccio transdeltoideo è invece proferibile in presenza di un’artro-
Fig. 2 - Protesi inversa TESS con stelo non cementato a causa della grave perdita ossea in regione metafisaria. Controllo radiografico a 8 mesi dall’intervento con buon recupero e assenza di dolore
patia con rottura massiva e irreparabile della cuffia, perché l’assenza della cuffia facilita l’accesso chirurgico e la visualizzazione della glena. Le manovre chirurgiche per la preparazione della glena all’impianto protesico sono facilitate da una visualizzazione più diretta che l’accesso trans deltoideo assicurano. Dopo l’intervento il paziente viene posizionato in un tutore di immobilizzazione che verrà mantenuto a permanenza per 3 settimane durante le quali potrà eseguire cauti esercizi di mobilizzazione passiva. Il trattamento riabilitativo dopo intervento di protesi di spalla
Di fronte ad un paziente che ha subito un intervento di protesizzazione di spalla dobbiamo porci i seguenti obiettivi: 1. Alleviare il dolore 2. Raggiungere un equilibrio tra mobilità e stabilità 3. Recuperare una funzione della spalla accettabile 4. Migliorare la qualità della vita riducendo il grado di disabilità. Durante l’iter riabilitativo bisogna quindi cercare il miglior recupero possibile nei movimenti di elevazione, intra ed extrarotazione, per permettere al paziente di svolgere
le attività del quotidiano ( lavarsi, pettinarsi, vestirsi ecc..). Molti fattori incidono nel recupero: le condizioni generali e le motivazioni del paziente, il tipo di impianto protesico e il suo corretto inserimento. È necessaria una mobilizzazione passiva immediata, con cautela in extrarotazione ed attiva immediata se la cuffia è irreparabile oppure dopo 20 giorni se è stata suturata. È sempre necessario rendere edotto il paziente sul fatto che l’impianto protesico non porti ad un recupero completo e che non vi sia mai un ripristino fisiologico della biomeccanica della spalla. Nella prima fase (prime 2 settimane) l’obiettivo principale è la guarigione dei tessuti ed il controllo del dolore e della infiammazione utilizzando FANS , crioterapia, fisioterapia antalgica. Subito dopo la seconda fase si propone il recupero dell’articolarità con mobilizzazione precoce passiva o autoassistita. L’elevazione può arrivare fino a 90°, l’abduzione fino a 60° . Si utilizzano esercizi attivi isometrici sottomassimali ed a carico naturale. Dalla terza settimana in poi si iniziano gli esercizi di controllo propriocettivi, isometrici massimali, con resistenza elastica, isotonici
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corso teorico pratico
leggeri. È bene non sollecitare eccessivamente il sottoscapolare (spesso sottoposto ad allungamento tendineo in fase di innesto della protesi), facendo attenzione agli esercizi di allungamento in intrarotazione. Importante il recupero del ritmo scapolo-omerale. A seconda del tipo di protesi applicata dobbiamo utilizzare diverse strategie nell’iter riabilitativo e porci obiettivi di tipo diverso. Nelle protesi anatomiche con glena, non fissare la scapola durante la mobilizzazione per non rischiare di mobilizzare la glena che comunque, negli anni, tende a scollarsi. Nelle protesi inverse sono proibiti gli esercizi pendolari ed è importante per stabilizzare la spalla, mancando la cuffia, rinforzando il deltoide anteriore. Infine nelle protesi di rivestimento l’obiettivo è un recupero ottimale sia dell’articolari█ tà che della forza.
METODICHE DI ANALISI E TRATTAMENTO DELLA SPALLA Programma didattico › Prima giornata • anatomia e fisiologia articolare della spalla • patologia traumatica della spalla • fratture, lussazioni, lesioni della cuffia dei rotatori: clinica, diagnosi, trattamento riabilitativo • patologia degenerativa della spalla • artrosi, gleno-omerale e acromion-claveare: clinica, diagnosi e trattamento riabilitativo › Seconda giornata • esercitazioni pratiche: principali patologie della spalla e loro trattamento manuale • test finale DOCENTI:
Dr.ssa Piera Bitelli Sig. Antonio Dall’Olmo DATE DEL CORSO: 04-05/04/2009 DURATA: 1 stage di 12 oe RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.E.D.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
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Medicina Estetica
di Enrico Follador Specialista in Chirurgia Ambulatoriale e Flebologia - Pescara Docente C.P.M.A. - VALET Bologna
a necessità di fornire al paziente dello studio di medicina e chirurL gia estetica un approccio ed un servizio terapeutico globale per i problemi correlati al sovrappeso distrettuale o regionale corporeo, impone, negli anni in cui anche le terapie mediche e chirurgiche locali per la correzione del bodycontour stanno raggiungendo una certa maturità ed efficacia, una formazione del medico sul trattamento nutrizionale degli inestetismi legati all’eccesso di grasso sottocutaneo anche complicati dalle alterazioni vascolari e microvascolari degli eccessi stessi (Adiposità localizzate, PEFS e lipodistrofie ) e che si manifestano con dismorfometrie ad impatto psicologico importante. Questo è il motivo che ispira la scuola di Bologna C.P.M.A. nell’organizzazione di un corso specifico di formazione (accreditato ECM ) dal titolo: MANAGEMENT NUTRIZIONALE DEL PAZIENTE IN SOVRAPPESO DISTRETTUALE (A.L. e PEFS ) IN ASSOCIAZIONE A TERAPIE DEL BODY-CONTOUR. Desideriamo con questo corso di formazione specifica il raggiungimento, da parte del medico discente, dell’ottimizzazione del risultato terapeutico nella riduzione del volume e del miglioramento della forma corporea desiderata dal paziente che viene sottoposto a terapie distrettuali per migliorare il profilo corporeo. I corsi di Intradermoterpia distrettuale estetica e di Liporiduzione non chirurgica mediante soluzioni adipocitolitiche, oltrechè i corsi di chirurgia estetica per le adiposità localizzate,
Dietologia applicata al sovrappeso distrettuale in associazione ad altre metodiche terapeutiche localI già accreditati ECM e presenti nel programma della C.P.M.A, forniscono senz’altro la conoscenza teorico-pratica nell’ affrontare le problematiche legate al sovrappeso distrettuale come adiposità localizzate e PEFS oltrechè di quelle legate alle ipotonie muscolocutanee di addome e arti inferiori. Ma è imprescindibile da un buon risultato terapeutico ed estetico l’approccio ed il trattamento alimentare di questi stessi pazienti. Infatti nella maggior parte dei casi, le terapie distrettuali riescono sì ad operare una riduzione dei volumi delle masse adipose sottocutanee in senso adipocitolico e lipoclasico, con o senza estrazione del grasso stesso, ma non creano, o creano solo in parte, uno stimolo metabolico e soprattutto catabolico del tessuto adiposo: viene convogliata infatti nel circolo ematico una quota di grassi molto spesso non suscettibile di una sua utilizzazione come substrato energetico metabolizzabile e forse per alcune situazioni cliniche anche pericolosa (diabete e iperlipemie ), ma che, soprattutto quando l’alimentazione del paziente è una malnutrizione proteica o una ipernutrizione glucido- lipidica abituale sottende ad una transitorietà ed incompletezza del risultato. Da una parte per la caduta del tono muscolare che aumenta senza una adeguata attività fisica ed un nobile apporto proteico, dall’altra per la inevitabile ri-liposintesi distrettuale costituzionale, contemporanea alla eventuale lipolisi operata dalle terapie locali.
Senza tralasciare il problema importante del sovrappeso legato a situazioni fi siologiche come menopausa e climaterio o parafisiologiche come il periodo gravidico e il post-partum. In questi momenti della vita infatti è soprattutto il paziente di sesso femminile a vedere modificato il proprio profilo corporeo e molto spesso giunge alla nostra osservazione chiedendo una “remise en forme” generale che come ben si comprende non può prescindere dallo correzione dello stile di vita nell’ottica della medicina estetica e del benessere, e quindi dell’approccio alimentare e nutrizionale, terapie locali a parte. L’obiettivo che si pone il corso pertanto è quello di indirizzare e formare il medico discente a valutare da un punto di vista clinico, ematochimico e strumentale gli eccessi di grasso corporeo viscerali e sottocutanei localizzati, la loro ripercussione sull’armonia del
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profilo corporeo onde operare uno screening diagnostico ed un conseguente iter nutrizionale e terapeutico locale che tengano conto in toto o in parte dell’utilità della correzione alimentare. L’altro obiettivo è quello di inserire questa correzione alimentare nel contesto delle terapie distrettuali per ottimizzare l’effetto lipolitico e vasculotropo delle stesse, e per la salvaguardia delle strutture nobili come apparato scheletrico e muscolare. Il corso stesso non ha l’intento di sovrapporsi ai Corsi della Scuola di Bologna già in essere per lo studio ed il management dell’obesità generalizzata, affrontata da un punto di vista endocrinologico e obesiologico puro, che indirizzano il medico al trattamento dietologico per patologia. Il corso è articolato in 2 giornate: nella prima verrà svolto il programma nutrizionale con i fondamentali diagnostici e terapeutici alimentari degli eccessi di grasso e liquidi interstiziali, nella seconda verranno analizzate in dettaglio le terapie mediche locali iniettive e non, con una parte pratica per ogni terapia che richieda una ma█ nualità
corso teorico pratico
MANAGEMENT NUTRIZIONALE DEL PAZIENTE MANA IN SOVRAPPESO IN ASSOCIAZIONE BODY-CONTOUR Obiettivi del corso Gli obiettivi del corso in oggetto sono quelli di formare il discente medico, che opera nel campo della medicina estetica finalizzata al miglioramento della forma e del profilo corporeo alterati da sovrappeso distrettuale (Adiposità localizzate) e microvasculopatie lipodistrofiche (PEFS), ad affrontare anche da un punto di vista nutrizionale questi problemi. Essi spesso si risolvono solo in parte con terapie mediche e chirurgiche locali, mancando la possibilità in dette terapie di favorire l’eliminazione del grasso mobilizzato come substrato energetico e quindi di garantire risultati a lungo termine. L’approccio terapeutico nutrizionale al sovrappeso distrettuale, inteso come modifica dello stile di vita e modello alimentare, si pone inoltre come presidio terapeutico utile alla prevenzione di malnutrizione proteica e ipernutrizione glucido-lipidica che producono rispettivamente depauperamenti muscolari, osteoscheletrici e aumenti dei volumi adiposi sottocutanei recidivanti nel tempo sulla base della tipologia costituzionale ginoide od androide individuale. Il corso è articolato in uno stage di 12 ore di lezione.
DOCENTE: Dr. Enrico Follador DATE DEL CORSO: 27-28/03/2009 DURATA: 1 stage di 16 ore ECM: in fase di accreditamento RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.P.M.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
advanced seminar in antiaging g medicine and stress management nt t
Paris 7th - 8th february 2009 GLOBAL OVERVIEW on AGING
PREVENTION & LONGEVITY
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• Physiological overview • Biomarkers • Respiration, Heart Rate Variability, EEG, T°, GSR... • Practical advices and simple exercises to manage stress • Respiratory pace, Stretching exercises, Reframing, Meta-Cognition, Strategies...
Dr. Claude Dalle (Fr) contact@drclaudedalle.com
Dr. Jules Gauthier (Ca)
+331 45 72 16 48 Tel: L’AMBULATORIO L’AMBULATORIO
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Fax: +33 1 40 55 99 31
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Medicina ANTALGICA
di Giacomo Alfredo Lucchini Medico Chirurgo, Riflessologo Docente C.P.M.A. - VALET Bologna
ell’organismo umano alcune N vitamine rivestono grande importanza, in particolare la vitamina B12, o cianocobalamina, per la presenza dell’oligoelemento cobalto nella sua struttura. La vitamina B12 consente la trasformazione della omocisteina in metionina e ciò è indispensabile per il corretto funzionamento dei sistemi neuromuscolare e cardiovascolare e per la formazione fisiologica del materiale genetico. Dalla conversione della omocisteina in metionina deriva un elemento in grado di prevenire la formazione dei radicali liberi, molecole nocive per la cellula che, in condizioni fisiologiche, vengono neutralizzate dai sistemi enzimatici. Se i livelli ematici di omocisteina si mantengono elevati si produce un danno con ridotto potenziale antipiastrinico e vasodilatatore. La mucosa gastica secerne il fattore intrinseco di Castle (glicoproteina) che è fondamentale per l’utilizzazione della vitamina B12. RUOLO CENTRALE DELLO STOMACO PER LO STATO DI SALUTE
Lo stomaco ha quindi un ruolo importantissimo per lo stato di salute poiché, se la funzione della mucosa gastrica è alterata, esso può essere porta d’ingresso di patologie neuromuscolari, muscolari, neurologiche, cardiovascolari e neoplastiche. Oltre alla vitamina B12 alcune altre vitamine sono importantissime per la salute dell’organismo come la vitamina B9 (acido folico), la vitamina A e la vitamina E. Perché la
Postura e componenti dietetici vitamina A e gli acidi grassi polinsaturi (retinoidi) possano svolgere la propria funzione è fondamentale la presenza della vitamina E. MUCOSA INTESTINALE COME ECOSISTEMA
Occorre anche ricordare l’importanza della mucosa intestinale in quanto ecosistema costituito da mucosa stessa, sistema neuroormonale, sistema linfatico (rappresentato dalle placche di Payer), flora batterica intestinale, che ha numerose funzioni vitali, tra cui la produzione della vitamina B12. Il ciclo dell’omocisteina è importante anche per le funzioni del sistema nervoso. L’enzima metionina sintetasi catalizza la conversione dell’omocisteina in metionina e ciò rende possibile il funzionamento dei sistemi neurovegetativo, cardiovascolare, neuromuscolare e del sistema che presiede alla produzione del materiale genetico. Fondamentale è l’integrità dello stomaco: sappiamo infatti che la vitamina B12 viene utilizzata solo in presenza del fattore intrinseco di Castle, glicoproteina prodotta dalla mucosa gastrica. FORMAZIONE E COSTITUZIONE DELLA GUAINA MIELINICA
A partenza dalla metionina si ha la formazione della colina che, combinandosi con un digliceride, determina la produzione della fosfatidilcolina, importante nella costituzione della guaina mielinica. Proprio in carenza di vitamina B12 si riduce la formazione della fosfatidilcolina e dei folati, causa della comparsa
di sindromi dolorose e patologie del sistema nervoso. RUOLO CENTRALE DELLA OMOCISTEINA
Un’alterazione del ciclo dell’omocisteina può essere alla base di patologie neurovascolari, muscolari, neurologiche, cardiovascolari e neoplastiche, perché l’omocisteina interviene nella formazione dei neurotrasmettitori del sistema neurovegetativo, nella formazione dei fattori vasoattivi endoteliali, della guaina mielinica e anche nella formazione del D.N.A. COSTITUENTI ALIMENTARI: PERCENTUALI CONSIGLIABILI
Pare quindi consigliabile che l’alimentazione umana preveda un consumo del 60-70% di cereali, del 20-25% di lipidi soprattutto insaturi,
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POSTURA E COMPONENTI DIETETICI
del 10-15% di proteine (5% di origine animale e 5% di origine vegetale), un apporto corretto di vitamine, minerali ed acqua. Nei cereali è contenuta un’elevata quantità di acido folico (circa il 60%). Si comprende quindi l’importanza del ciclo dei folati, della vitamina B9 e della vitamina B12. È facile comprendere l’importanza dell’integrità della mucosa gastrica sul sistema simpatico e parasimpatico, sul sistema vascolare, sul sistema nervoso, sul metabolismo della creatina e sulla produzione del materiale genetico. Alla sofferenza della mucosa gastrica possono conseguire manifestazioni cliniche a carico del sistema neurovegetativo (stipsi), del sistema cardiovascolare (sensazione di freddo o di caldo alle estremità), del sistema neuromuscolare (dolori), del ciclo cellulare (polipi, papillomi) per il collegamento mucosa gastrica-ciclo dell’omocistei-
Gastrite atrofica reattiva in paziente sofferente di ricorrenti dorso-lombalgie e poliartralgie
na. L’importanza poi dell’acido folico nell’interferire nella genesi di numerose malattie è ampiamente documentata. FUNZIONE METABOLICA
Lo stomaco svolge una doppia funzione: digestiva e metabolica. La funzione metabolica è all’origine della produzione del fattore intrinseco di Castle. I disturbi della funzione metabolica sono all’origine di sintomi diretti come dispepsia, gastralgia, pirosi, digestione lenta, aerofagia, nausea
e vomito e sintomi indiretti come difficoltato transito esofageo, reflusso esofageo, meteorismo. APPORTO DI LIQUIDI E ALIMENTI E EQUILIBRIO DEL SISTEMA POSTURALE
In conclusione è quindi fondamentale l’equilibrio dei componenti dietetici per l’integrità della mucosa gastrica e quindi della sua funzione metabolica, responsabile dell’equilibrio del sistema neuromuscolare, garanzia della migliore armonia del █ sistema posturale.
corso teorico pratico RIFLESSOLOGIA POSTURALE E RIFLESSOTERAPIA Obiettivo del corso Le tecniche riflessoterapiche sono esemplarmente pluridisciplinari: mobilizzazioni riflessogene vertebrali e articolari, agopunture di sintesi funzionale, mesoterapia mirata (chimiopuntura), kinesiologia (diagnostica, riflessogena, bioenergetica). Contestualmente, vengono fornite nozioni sull’uso di sostanze terapeutiche (naturali e/o farmacologiche) in mesoterapia mirata e di punti importanti di meridiani di agopuntura e bioenergetica. Il corso è riservato a: Massofisioterapisti, fisioterapisti, medici, operatori shiatsu, omeopati, naturopati, chiropratici e osteopati DOCENTE: DATE DEL CORSO:
Dr. G. A. Lucchini 09-10/05/09 23-24/05/09 12-13-14/06/09 DURATA: 2 stages di 12 + 1 stage di 20 ore ECM: per fisioterapisti 39 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.P.M.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
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MASSAGGIO
di Massimiliano Fabbri Docente Scuola di Tecniche del Massaggio C.E.D.A. - VALET Bologna
ORIGINI
Uno dei principali campi d’azione del massaggio è di certo quello sportivo. Sin dall’antichità queste metodiche venivano utilizzate come preparazione e recupero degli atleti, ricercando, in tal modo, una miglior qualità dell’atto sportivo, una riduzione degli infortuni ed un recupero repentino dall’affaticamento. Nell’ultimo secolo, in occidente, grazie allo sviluppo scientifico ed alle maggiori conoscenze in ambito anatomico, fisiologico e patologico, il massaggio sportivo si è specializzato ulteriormente, dando vita a tecniche specifiche, in grado di condizionare lo stato delle varie strutture corporee. Massaggio e sport
Le tecniche che devono essere presenti nel bagaglio formativo di un massaggiatore sportivo sono: • Linfodrenaggio manuale Stimolando il riassorbimento dei liquidi interstiziali e la loro evacuazione è fondamentale nel trattamento degli edemi, dei gonfiori e delle stasi linfatiche, nonché ideale quale trattamento di recupero post-traumatico, post-operatorio; • Massaggio connettivale In grado di riequilibrare le funzioni vegetative e, per mezzo di manualità specifiche, riassorbire edemi, produrre un’azione antalgica, condizionare il tono muscolare… • Taping neuro-muscolare e bendaggio funzionale Utili nelle instabilità articolari, recupero post-traumatico, algie mio-articolari, edemi… • Massaggio mio-fasciale e tratta-
MASSAGGIO MIOFASCIALE E TRATTAMENTO DEI TRIGGER POINTS mento dei trigger point Hanno il compito di condizionare il tono muscolare, eliminando tensioni e contratture presenti nei tessuti dell’apparato locomotore. Trattamento mio-fasciale
Tecnica integrata, mirata al condizionamento del tono e dell’elasticità mio-articolare. La sinergia tra mobilizzazioni articolari, stretching passivo e massaggio mio-fasciale consente al terapista di intervenire sulle varie problematiche che colpiscono i clienti. Per mezzo di manovre di trazione e scollamento trasversale, che producono stimoli propriocettivi, il
massaggio mio-fasciale è in grado di creare una risposta somatica, tale da ripristinare un adeguato tono nel muscolo e nella fascia stimolati. È uno dei massaggi muscolari più utilizzati e rinomati, offrendo risultati decisamente vantaggiosi, rispetto alle metodiche tradizionali di massaggio. Le mobilizzazioni articolari, abbinate allo stretching passivo, sono ideali nel recupero della corretta articolarità, riducendo le limitazioni funzionali per mezzo di manovre di allungamento muscolare e di decoartazione, da non confondersi con le più note manipolazioni articolari, riservate a Medici e Chiropratici. corso teorico pratico
Trattamento Miofasciale e Massaggio Neuromuscolare Obiettivo del corso Il trattamento miofasciale ed il massaggio neuromuscolare sono metodiche elettive nel trattamento delle sofferenze muscolari. Queste tecniche agiscono per effetto delle loro specifiche manualità sullo stato dei trigger points, delle contratture e gli esiti di stiramenti, sugli strappi muscolari, sul dolore riflesso e sul riequilibrio posturale.
DOCENTI:
Sig. Andrea Tomasoni Sig. Massimiliano Fabbri
DATE DEL CORSO:
27-28-29/03/09 17-18-19/04/09 09-10/05/09 DURATA: 2 stages di 20 + 1 stage di 12 ore RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.P.M.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
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MASSAGGIO MIOFASCIALE E TRATTAMENTO DEI TRIGGER POINTS
Trattamento dei trigger point
Metodica specifica ed elettiva per la risoluzione di micro-contratture riscontrabili all’interno di una fibra muscolare. Tali contratture producono dolori e parestesie, solitamente, in aree distali rispetto alla zona in cui insorgono, dando vita ad una sintomatologia spesso attribuita ad altre patologie. Cefalee, dolori articolari, dolori “sciatalgici”, formicolii irradiati, sintomi vegetativi conducono il medico esperto alla ricerca di trigger point nei muscoli a monte del sintomo; l’eliminazione di queste contratture produce un’immediata sensazione di benessere, annullando istantaneamente il sintomo riferito. Indicazioni
Le principali indicazioni all’utilizzo di queste metodiche sono problematiche mio-fasciali, retrazioni muscolari, contratture, presenza di trigger point,
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recupero funzionale post-traumatico e post-operatorio, alterazioni posturali, limitazioni funzionali articolari, recupero dopo attività sportiva. Conclusione
La costante ricerca di prestazioni sempre migliori, in ambito sportivo, ha stimolato l’evoluzione delle tecniche manuali applicate alle problematiche che affliggono chi svolge tali attività. La vasta scelta di metodiche concede oggi agli operatori del settore varie possibilità d’intervento. Se fino a pochi decenni fa, il massaggio sportivo era ritenuto un’attività secondaria o inutile, oggi, grazie all’avvento di nuove metodiche, quali il massaggio mio-fasciale ed il trattamento dei trigger point, ha acquisito un’importanza fondamentale, all’interno della preparazione dell’atleta. Ritengo quindi che la formazione del massaggiatore sportivo debba prevedere l’acquisizione di queste tec-
niche, per mezzo delle quali otterrà certamente ottime soddisfazioni professionali, avendo la possibilità d’intervenire con successo nella maggior parte delle problematiche che █ affliggono gli sportivi.
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DIETOTERAPIA
di Giuseppe Sangiorgi Cellini Nutrizionista Specialista in Scienza dell’Alimentazione, Biochimica e Chimica Clinica
STRATEGIE DIETETICO– COMPORTAMENTALI PER RALLENTARE L’INVECCHIAMENTO
L’invecchiamento, processo biologico involutivo multifattoriale irreversibile, interessa tutti gli organismi viventi e si estrinseca, col passare del tempo, con intensità variabile da individuo a individuo e nello stesso individuo da organo a organo. La sua irreversibilità non può essere modifi dificata, tuttavia si può ò rallentarne l’evoluzione l evoluzione adottando uno stile di vita adeguato gua ato alle a necessità nece ne cess ssitità à fisiologiche della persona per e sona
’alimentazione, l’attività fisica L ed il rilassamento, inteso come tecnica psicologica per ridurre lo stress, sono, in vario modo e con differente significatività, delle strategie comportamentali che, agendo sugli assi ormonali, sulle catene respiratorie mitocondriali presenti in ogni cellula e sul metabolismo corporeo in generale, possono avere notevoli ripercussioni positive. Ripercussioni valutabili mediante la quantificazione dei marker biologici dell’invecchiamento cioè di quegli indici che universalmente variano con l’età. Tra di essi ricordiamo: l’aumento della resistenza all’insulina, della pressione sistolica, della formazione di radicali liberi, della percentuale di massa grassa; la diminuzione della tolleranza al glucosio, della resistenza aerobica, della capacità immunitaria,della massa e forza muscolari e così via. Tutti marker che sono profondamente influenzati dal tasso di insulina nel sangue. Per questa ragione il controllo della insulinemia basale rappresenta l’elemento centrale di qualsiasi strategia. Ma cerchiamo di vedere come l’alimentazione può interferire in riferimento ai tempi di approvigionamento e sotto il profilo quali- quantitativo sul precoce invecchiamento dell’individuo. Come già si è detto in un precedente articolo “LA RESTRIZIONE ENERGETICA
IN ALIMENTAZIONE” mangiare oltre il fabbisogno è dannoso in quanto si incrementano massa adiposa ed i tassi glicemico, insulinemico e cortisolemico. L’introito energetico va perciò sempre adeguato al fabbisogno individuale. Inoltre sapendo che l’estrazione di energia dagli alimenti è responsabile di circa l’ 80% dei radicali liberi presenti nel corpo (percentuale che si incrementa con l’invecchiamento) più si mangia più ci si invecchia. L’aspetto innovativo del comportamento alimentare come si è detto in un precedente articolo “L’IMPORTANZA FISIOLOGICA DELL’EQUA DISTRIBUZIONE DEI PASTI NELLA GIORNATA” è però rappresentato dal consumare pasti piccoli e frequenti distribuiti nella giornata ogni 4-6 ore, corretti sotto il profilo ormonale cioè equilibrati, anche se ridotti, nella percentuale energetica apportata dagli alimenti proteici, lipidici e glucidici. Con questa strategia le oscillazioni gluco-insulinemiche si riducono notevolmente. Ma perché è così importante mantenere l’insulinemia basale entro i limiti del range fisiologico (6-26 microU/ml). Vediamo, ad esempio, come una iperinsulinemia permanente diminuisce la resistenza aerobica dell’individuo, la forza e la sua massa muscolare, accelerando il processo di invec-
Molecola di insulina
chiamento. La resistenza aerobica dipende da vari fattori fra i quali assumono notevole importanza il diametro bronchiale, dei capillari polmonari e la capacità dei globuli rossi di deformarsi quando attraversano i capillari, soprattutto quelli più piccoli. Questi fattori sono condizionati dal tasso insulinemico in quanto l’insulina in eccesso scompensando gli assi ormonali degli eicosanoidi buoni/eicosanoidi cattivi, a favore di quest’ultimi, provoca broncocostrizione, vasocostrizione e ridotta capacità di deformazione dei globuli. L’ossigeno incontra perciò maggiore difficoltà a raggiungere le cellule dei vari tessuti, compresi quelli muscolari, si incrementa la produzione di acido lattico e di conseguenza 81
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STRATEGIE DIETETICO–COMPORTAMENTALI PER RALLENTARE L’INVECCHIAMENTO
l’individuo si affatica sempre di più nei movimenti sentendosi stanco. Anche la perdita di massa e forza muscolari che fisiologicamente si manifestano con l’incrementarsi dell’età (a 65 anni sono diminuite del 25-30%) aumenta per la ridotta secrezione dell’ormone dell’accrescimento e del testosterone dovuta all’iperinsulinemia. Oltre ad un decadimento fisiologico delle varie funzioni dovute all’età si assiste quindi ad un ulteriore decadimento prodotto dallo squilibrio ormonale. E non solo questi, ma tanti altri scompensi metabolico-funzionali, che omettiamo per ragioni di spazio, si devono all’eccesso di insulina. Ma vediamo ora perché l’attività fisica aerobica a carattere distensivo, praticata con sistematicità, rallenta l’invecchiamento. Secondo ricerche effettuate nell’Università di Harvard è sufficiente il consumo settimanale di circa 2000 Kcal, camminando
senza fermarsi (circa 300 Kcal al giorno pari a 1 ora - 1 ora e 30 min. di attività) per avere dei vantaggi metabolici inimmaginabili. Un’attività di questo tipo permette infatti di ridurre la glicemia, l’insulinemia e la cortisolemia senza incrementare lo stress ossidativo. Si pensi ad esempio che durante una attività di tipo aerobico, cioè moderata, i muscoli attingono dal sangue, per necessità contrattili, circa 30 volte di più di glucosio di quando sono a riposo. Deve essere chiaro però che per incrementare la massa e la forza muscolare bisogna fare dell’attività fisica anaerobica cioè intensa che purtroppo ha lo svantaggio di accelerare il processo di invecchiamento. Dovendo poi quantificare l’azione della attività fisica e della correttezza alimentare sulla intensità di secrezione insulinica possiamo dire che mentre la prima la riduce del 20% circa, la seconda dell’80%.
corso teorico pratico DIETOTERAPIA DELL’OBESITÀ Obiettivo del corso Far acquisire ai corsisti le conoscenze teorico-applicative di base per formulare diete personalizzate nei confronti di pazienti in eccesso ponderale. DATE CORSO:
18-19/04/09 23-24/05/09 DURATA: 2 stages di 12 ore DOCENTE: Dr. Giuseppe Sangiorgi Cellini SEGRETERIA E SEDE: C.P.M.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
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Infine rivolgiamo la nostra attenzione al rilassamento, pratica che ci permette di estraniarsi dalla vita convulsa di ogni giorno e di non rimanere in uno stato continuo di stress. Il rilassamento va effettuato per circa 20-30 minuti al giorno in un luogo tranquillo, silenzioso, seduti, con gli occhi chiusi, ripetendo una parola o una breve frase, cercando cioè di mantenere la mente sgombra da impegni e sollecitazioni varie. Questo stato di armonia e di appropriazione spirito-corporale di se stessi riduce lo stress e pertanto diminuisce la stimolazione esogena che i vari eventi della vita esercitano sull’ipotalamo. Così scarsamente stimolato esso rallenta la secrezione di corticotropin releasing factor e l’ipofisi essendo meno sollecitata, quella dell’ormone adrenocorticotropo (ACTH) con riduzione della secrezione di cortisolo da parte della corteccia surrenalica. Ora, sapendo che il cortisolo riduce la sintesi di tutti gli ormoni eicosanoidi, anche di quelli buoni, diminuirne la sintesi è vantaggioso ai fini dell’invecchiamento. Possiamo quindi affermare che uno stile di vita corretto, cioè equilibrato sotto vari profili (nutrizionale, cinetico, ansiogeno) sembra essenziale per rallentare questo ir█ reversibile processo.
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