William Blake - Poesie Scelte

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William Blake poesie scelte galex


Copyright © Federico Galeotti 2019 Tutti i diritti riservati © Reflusso - Amianto Comics Prima edizione ottobre 2019 Le traduzioni de La tigre, Il giglio, Il giardino dell’amore, L’astrazione umana, Un albero avvelenato, La mosca, Non cercare mai di dire al tuo amore..., Notte e La risposta della terra sono tratte, per gentile concessione dall’editore Newton Compton Editori srl, dal volume Blake - poesie, trad. di G.Conserva, © 1976, 2012 Newton Compton Editori srl. Stampa: Press Up - RM ISBN : 9788894254969


Ai romantici...



“Amor non cerca di compiacer se stesso NĂŠ per se stesso ha cura Ma per un altro ogni favor rassegna E il cielo erige in un oscuro inferno.â€?

William Blake


INDICE 7

La tigre

cercare mai di 25 La mosca 17 Non dire al tuo amore...

albero 33 Un avvelenato

57 Notte

41 L’astrazione umana

risposta 49 La della terra

69 Il giardino dell’amore 75 Il giglio


la tigre



Tigre, Tigre, che bruci luminosa nelle foreste della notte,

quale immortale mano o occhio ha potuto foggiare la tua orribile simmetria?


In quali distanti profondità o cieli è bruciato il fuoco dei tuoi occhi?


Su quali ali ha osato levarsi? Quale mano osò afferrare il fuoco?


E quale braccio, e quale arte, potè piegare i nervi del tuo cuore?

E quando il tuo cuore prese a battere, quale mano atroce? e quali atroci piedi?


Quale il martello? quale la catena, in quale fornace era il tuo cervello?

quale l’incudine? quale atroce stretta osò prendere in mano i suoi mortali terrori?


Quando le stelle buttarono giĂš le loro lance e bagnarono con le loro lacrime il cielo,

sorrise lui a vedere il proprio lavoro? Colui che fece l’Agnello ti ha fatto?


Tigre, Tigre, che bruci luminosa nelle foreste della notte,


quale immortale mano o occhio ha osato foggiare la tua orribile simmetria?


Non cercare mai di dire al tuo amore...



Non cercare mai di dire al tuo amore amore che mai non si può dire:


perchĂŠ il vento gentile si muove silenzioso, invisibile.


Ho detto il mio amore, ho detto il mio amore, le ho detto tutto il mio cuore;


tremante, gelido, in terribili paure ah, se ne va via.


Non appena se ne fu andata da me uno straniero passò per caso;


silenzioso, invisibile oh, non ci fu rifiuto.


La mosca



Piccola Mosca, il tuo gioco d’estate

la mia mano senza pensiero ha spazzato via.


Non sono io una mosca come te?


E tu non sei un uomo come me?


Perché io ballo e bevo e canto,

finché qualche cieca mano spazzerà via la mia ala.


Se il pensiero è vita e forza e respiro,

e la mancanza di pensiero è morte,


allora sono io una mosca felice

se io sono vivo o se io muoio.


Un albero avvelenato



Ero adirato col mio amico, dissi la mia ira, la mia ira finĂŹ;


ero adirato col mio nemico, non la dissi, la mia ira crebbe.

E l’ho bagnata di timore, notte e mattino con le mie lacrime,


e le ho dato il sole di sorrisi e dolci ingannevoli astuzie.

Ed è cresciuta sia di giorno che di notte, finchÊ ha portato una mela luminosa;


ed il mio nemico la vide risplendere, e seppe che era mia.


E penetrò nel mio giardino quando la notte aveva velato il cielo;


nella mattina lieto vedo il mio nemico steso morto sotto l’albero.


L'astrazione umana



Non ci sarebbe piĂš la PietĂ se non rendessimo Povero qualcuno;

e la Compassione non potrebbe piĂš esserci fossero tutti felici come noi.


Ed il mutuo timore porta pace, finchĂŠ gli egoistici amori crescono:

allora la CrudeltĂ intreccia una trappola e dispone le sue esche con cura.


Si siede con sacri terrori e bagna il terreno di lacrime:

allora l’Umiltà mette radici sotto il suo piede.


Presto si spiega la cupa ombra del Mistero sulla sua testa,

ed il Verme e la Mosca si nutrono del Mistero.


E porta il frutto dell’Inganno, rosso e dolce da mangiare,

ed il Corvo il suo nido ha fatto nell’ombra piÚ spessa.


Gli Dei della terra e del mare hanno cercato per tutta la Natura quest’Albero,

ma tutta la loro ricerca è stata in vano; ne cresce uno nel Cervello Umano.


La risposta della terra



La Terra sollevò il capo dall’oscurità cupa e minacciosa.


La sua luce scomparve: atroce terrore! E i suoi capelli coperti di disperazione grigia.


<<In prigionia su una sponda d’acqua, la Stellata Gelosia guarda la mia tana fredda e squallida;

piangente, sento il padre degli uomini antichi.


Egoista padre degli uomini, crudele, gelosa, egoista paura:

può la gioia, incatenata nella notte, generare le vergini di gioventÚ e mattino?


Nasconde la sua gioia la primavera quando germogli e fiori crescono?

Semina di notte il seminatore? O l’aratore ara al buio?


Rompi questa pesante catena che mi raggela attorno le ossa.

Egoista! stupido! bando eterno! che l’Amore libero con un legame ha stretto.>>


Notte



Il sole sta scendendo a ovest risplende la stella della sera, gli uccelli sono zitti nel loro nido ed io devo cercare il mio,


la luna, come un fiore nell’alto pergolato del cielo, con silenziosa gioia siede e sorride alla notte.


Arrivederci veri campi e boschetti felici dove greggi hanno avuto gioia; dove agnelli hanno brucato, silenziosi si muovono i piedi di luminosi angeli;

non visti riversano grazie e gioia senza fine su ogni germoglio e fiore e ogni petto che dorme.


Guardano in ogni nido senza pensiero dove gli uccelli sono coperti caldi, visitano caverne di ogni bestia per proteggerli tutti dal male;


se vedono che qualcuno piange che avrebbe dovuto dormire, versano sonno sul suo capo e si siedono accanto al suo letto.


Quando lupi e tigri ululano per preda con pietĂ stanno e piangono, cercando di allontanare la loro sete e tenerli lontani dalle pecore;


ma se terribili si scagliano, gli angeli attenti ricevono ogni mite spirito, gli danno in ereditĂ nuovi mondi.


E lÏ i rossi occhi del leone piangeranno lacrime d’oro, e compassionando le indifese grida e passando attorno al gregge dirà :

<<L’ira, per la sua mitezza, e per la sua salute, la malattia sono respinte dal nostro giorno immortale.


E ora al tuo fianco, belante agnello, posso stendermi e dormire, o pensare a lui che portò il tuo nome, pascolarti dietro e piangere;


perché, lavata nel fiume di vita, per sempre la mia splendente criniera brillerà come l’oro mentre io custodirò il gregge>>


Il giardino dell'amore



Sono andato al Giardino dell’Amore, e ho visto quello che non avevo visto mai: una Cappella era costruita lÏ in mezzo, dove io giocavo sul prato.


E le porte di questa Cappella erano chiuse, e <<Tu no devi>> scritto sulla porta; cosÏ mi volsi verso il Giardino dell’Amore che tanti dolci fiori portava;


e vidi che era pieno di tombe, e pietre tombali dove dovevano essere i fiori;


e Preti in nere vesti andavano attorno, e circondavano con rovi le mie gioie & piaceri.


Il giglio



La Rosa modesta mette fuori una spina, l’umile Pecora un minaccioso corno,


mentre il bianco Giglio si beerà nell’Amore, e né una spina né una minaccia macchieranno la sua viva bellezza.



Reflusso è un’iniziativa editoriale dell’Associazione Culturale Amianto Comics. Questo spazio ospiterà storie e progetti dall’impronta personale, realizzate in piena libertà creativa dagli autori del collettivo. www.reflussofumetti.wordpress.com www.amiantocomics.com

Galex - Federico Galeotti Nato nel 1989, ha da sempre la passione per il fumetto e la pittura. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti e la Scuola Internazionale di Comics, scrive e disegna per Amianto Comics (co-fondatore). Ha collaborato con Novel comix, Ronin, Gonzo Editore e due riviste estere: U-Comix (Germania) e Seriemix (Svezia). Di ultima realizzazione, tre Graphic Poetry: “I Fiori Del Male: Tedio”, di Charles Baudelaire, “Il Corvo e altre poesie” di E.A.Poe e “William Blake - poesie scelte” di W.Blake.

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