ITALIA REALE -
Periodico del movimento politico Italia Reale - Stella e Corona
-
(Anno XLIX - N. 01)
Gennaio - Febbraio 2015
Carabinieri: duecento anni di fedeltà Breve ricordo dei Carabinieri lungo due secoli di Storia
pagina 5 L'opinione del Direttore
di Domenico Giglio È diffic ile racchiudere in breve spazio vicende di due secoli, in iziate il 13 lug lio 1814, quando Vittorio Emanuele I, Re di Sardegna, tornato a Torino, Capitale del Regno, dopo il trasferimento a Cag liari, per la lunga occupazione napoleonica del Piemonte, istituì in tale data, con Regie Patenti, un nuovo Corpo Militare, avente nome «Corpo dei Carab in ieri Reali», e per scopo «…la conservazione della pubblica e privata sicurezza… e protezione e difesa dei buoni e fedeli Sudditi nostri…». E nel Regno di Sardegna quindi n acquero e si svilupparono i Carabin ieri, dai primi 803 componenti il Corpo agli oltre 112.000 odierni, consolidando le loro strutture per adempiere alle loro funzioni ne l Regno d’Italia, nel 1861 ed infine, nel 1946, nella repubblica, sempre con lealtà e fedeltà, avendo come fine il rispetto e la d ifesa delle Istituzion i Statali dell’Italia Un ita, e bene hanno fatto le Poste italiane, a ricordarne l’ann iversario con l’emissioni di quattro francobolli, uniti in un elegante foglietto, che riproduce un’opera pittorica di Giovann i Brunori, realizzata nel 1872, dal titolo «Carab inieri a cavallo». Anche i temi scelti per i francobolli sono particolarmente significativi, rappresentando il primo la statua bronzea di un Carab iniere, opera dello scu ltore Edoardo Rubino, iniziativa che ebbe il patrocinio della Reg ina Margherita, e fu inaugurata a Torino, il 22 ottobre 1933, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. Il secondo francobollo riproduce la facciata di un palazzo del settecento piemontese, opera del Vittone, caserma successivamente intitolata al Cap itano dei Carabin ieri Chiaffredo Bergia, mancato a 52 anni nel 1892, che da semplice carabin iere, arrivò al grado di cap itano per le sue azioni contro i briganti negli ann i 1862 e seguenti, per le quali ebbe una Medaglia d’Oro e numerose altre decorazion i e promozion i, tanto da essere il militare più decorato al valore. Vi è nel terzo il «Logo del bicentenario» e nel quarto francobollo, l’immag ine realistica e fascinosa di «Carabin ieri nella tormenta», gruppo bronzeo dello scultore Antonio Berti, realizzato nel 1973.
Sommario Il mondo sta cambiando... Politica interna - pagina 4
Il Re e l'Articolo 18 di Maurizio Caterino Società e cultura - pagina 8
La buffonata dell'Islam moderato della Redazione Ambiente e salute - pagina 10
Modificazione controllata del clima della Redazione Storia e tradizioni - pagina 12
Però non possiamo, anzi dobbiamo ricordare qualche data e qualche episodio di questa lunga e gloriosa storia, ricca di eroismi e di caduti nell’adempimento del proprio dovere, cominciando dalla prima Medaglia d‘Oro al Valor Militare, decorazione istituita dal Re Carlo Alberto, con Regio Viglietto del 26 marzo 1833, concessa alla memoria del carabiniere reale Giovan Battista Scapaccino, che rientrando a cavallo alla sua caserma di Les Echelles, in Savo ia, la sera del 3 febbraio 1834, che era stata occupata da una banda di fuoriusciti rivoltosi, impostogli di gridare «Viva la repubblica», gridò alto e forte «Viva il Re», e fu così freddato da numerose fucilate, per poi ricordare la giornata del 30 aprile 1848, durante la prima guerra d’Indipendenza, quando a Pastrengo, tre squadroni a cavallo di Carabinieri, a conferma che gli stessi non erano solo una forza territoriale, ma un vero corpo combattente, poi divenuto nel 1861 «Arma», visto in pericolo il Re Carlo Alberto, che era, come sempre, in prima linea contro gli austriaci, a rischio di essere ucciso o preso prigioniero, effettuarono, comandati dal maggiore Negri di Sanfront, ...continua a pagina 3
Grande Guerra: la favola del tradimento della Redazione
Islam: la crescita del fondamentalismo in Inghilterra Il fallimento di anni di politica multiculturale è ormai sotto gli occhi di tutti di Lupo Glori (Corrispondenza Romana) «Un giorno milioni d i uomini dell’emisfero meridionale andranno nell’emisfero settentrionale. E non ci andranno come amici. Perché ci andranno per conquistarlo. E lo conquisteranno con i loro figli. I ventri delle nostre donne ci daranno la vittoria». Le parole del leader algerino Houari Boumedienne, pronunciate all’ONU nel 1974, sembrano divenire drammaticamente sempre più attuali.