3/2024
Rivista bimestrale di ANCE Brescia
ISSN 2612-5595 Poste Italiane S.p.A.Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia
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Presidente Ance Brescia editoriale / 1
Massimo Angelo Deldossi
Un piano strategico per progettare il futuro
Ringraziando le imprese per la rinnovata fiducia, come ho tenuto a evidenziare in sede assembleare, l’impegno dell’Associazione per il prossimo quadriennio (2024-2028) sarà teso a progettare il futuro di Ance Brescia definendo una proposta di servizi in grado di soddisfare al meglio le necessità delle sue imprese. Servizi che si articoleranno in un piano strategico il cui indirizzo è volto al bene e alla crescita degli associati per fornire al settore edile bresciano il supporto necessario ad affrontare le sfide che vedono le costruzioni protagoniste della lotta al cambiamento climatico, nonché traino della Qualità della vita e dello sviluppo economico del Paese. L’Associazione si muove all’interno di un ecosistema ricco e composito, nel quale risulta prioritario comprendere i bisogni delle realtà che ne fanno parte. Un network di attori, risorse, tecnologie e regolamentazioni che interagiscono per progettare, costruire, ristrutturare e gestire le infrastrutture e gli edifici. Il settore coinvolge molteplici attività e professioni, che interagiscono all’interno di un ambiente economico specifico contribuendo significativamente all’economia globale. Il concetto di ecosistema riflette così l’idea che la filiera del costruito sia un apparato dinamico in cui diversi elementi sono interconnessi e influenzano reciprocamente il funzionamento dell’intero organismo. Un organismo che, per funzionare al meglio, ha bisogno di essere compreso fino in fondo. Da qui il compito dell’Associazione di procedere con l’analisi della propria realtà interna e dell’ambiente che la circonda, identificando i destinatari del proprio operato. Perché non basta erogare servizi. Bisogna capire se questi supportano efficacemente bisogni e sviluppo delle imprese, oppure se sia necessario migliorarli o incrementarli. Un impegno che si affianca all’altra mission storica dell’associazione: l’attività di lobby. Questa permette di creare nuove occasioni di mercato per le imprese, rappresentando e promuovendo gli interessi del settore e degli associati. Una fra tutte, favorisce il confronto con i decisori politici e con chi progetta in prima linea il domani della nostra città. Con la neocostituita Fondazione Campus Edilizia Brescia vogliamo fare proprio questo, continuare il dialogo con le amministrazioni ed essere di supporto per lo sviluppo di opportunità di rigenerazione urbana. Senza dimenticare che la collaborazione con le istituzioni è tesa anche alla definizione di linee strategiche d’interesse per il settore, in modo da offrire occasioni di lavoro alle imprese del comparto. Alla Fondazione, così come ad altre iniziative che partono da Brescia — quali ad esempio Check, il Protocollo per la legalità, il Decalogo per la sicurezza nei cantieri e la rivista bimestrale “Costruire il futuro”, — il panorama associativo nazionale guarda con interesse e stima, a conferma del ruolo che la nostra territoriale, seconda per rilevanza in Italia, ricopre a vari livelli. Una posizione di prestigio che, sui fronti della legalità e della formazione, conta sul prezioso apporto degli enti bilaterali Cape ed Eseb. Il quadriennio che abbiamo davanti sarà determinante per consolidare e potenziare quanto fatto sino ad ora a livello associativo. È valorizzando le competenze, ascoltando i bisogni delle imprese e stringendo relazioni a vantaggio del settore che potremo delineare una strategia di crescita efficace. Azioni che includono, a monte, anche un essenziale aggiornamento di alcune materie, per poter offrire un servizio valido e di concreta utilità, capace di rispondere prontamente alle attuali necessità delle imprese. Da tale sforzo derivano le mission dell’Associazione, che non sono altro che una dichiarazione concisa e focalizzata che definisce lo scopo fondamentale, l’identità e il motivo per cui un’organizzazione esiste.
maggio/giugno/2024 1
Il capitale umano cuore della rivoluzione tecnologica
In un’epoca in cui intelligenza artificiale e digitalizzazione sono temi predominanti, parlare di capitale umano può sembrare un pensiero controcorrente. Quest’anno, però, Ance Brescia ha scelto di distinguersi dedicando la sua assemblea, che porta il titolo “Valore costruito. Edilizia, politica e capitale umano”, a un tema che riteniamo fondamentale. Siamo nel mezzo di una rivoluzione che sta rapidamente modificando il modo di operare e costruire, ma ciò che non cambierà mai è l’essenza del lavoro edile, che richiede mani, mente, professionalità, conoscenza e precisione. Corsi di formazione nelle competenze psicologiche, comportamentali e motivazionali, e la gestione digitale dei lavoratori anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale: è così che il settore dell’edilizia fa crescere le persone e valorizza il loro capitale umano. Il primo risultato? Cantieri più sicuri e lavoratori più consapevoli, non soltanto dal punto di vista tecnico, ma anche nella vita quotidiana. Comprendere le nuove sfide legate all’ambiente, alla tecnologia e ai valori sociali è diventato un compito quotidiano. Affrontare e vincere queste sfide richiede nuove figure professionali adeguatamente preparate. Oggi termini come Bim e Circular Economy sono diventati comuni, ma per renderli concreti è essenziale disporre di tecnici capaci di utilizzare questi strumenti. Sono note le difficoltà delle imprese nel reperire tecnici e operai specializzati e, in generale, personale con le competenze necessarie per sfruttare al meglio le nuove tecnologie digitali e supportare il processo di innovazione e crescita dell’economia sostenibile. Se ci focalizziamo sui giovani, le difficoltà sono ancora maggiori.
Il nostro ruolo, in qualità di Associazione, è fornire strumenti alle imprese e ai lavoratori affinché questo capitale umano possa crescere, svilupparsi, migliorare e integrarsi per generare e creare qualità e valore per i cittadini. Lo facciamo attraverso la scuola edile, le iniziative e le collaborazioni strette con le altre realtà del territorio e, non per ultimo, attraverso i nostri servizi. Alimentiamo così un processo in cui generiamo valore per riceverlo in maniera automatica e continua, come un flusso bidirezionale di conoscenza, competenze e capacità che avviene senza interruzioni, alimentando costantemente sia l’individuo che l’organizzazione.
Le persone sono l’anima della cultura aziendale e costituiscono un asset strategico indispensabile. L’uno è subordinato all’altro. In tale rapporto le tecnologie avanzate e le nuove metodologie organizzative sono strumenti potenti, ma che senza l’energia, la creatività e l’impegno delle persone, rimangono però solo meccanismi privi di vita. Per costruire un futuro solido e sostenibile, occorre quindi guardare innanzitutto alle persone, proponendo un modello di sviluppo che metta al centro il benessere umano.
Questo significa che è essenziale promuovere un miglioramento della qualità del lavoro e della vita nelle nostre città, ponendo al primo posto il valore della persona anche nell’ambito delle attività economiche e imprenditoriali. Le aziende non sono entità isolate; fanno parte di comunità più ampie e hanno la responsabilità di contribuire al loro sviluppo sostenibile. Questo implica non solo creare ricchezza economica, ma anche investire nella sfera sociale e culturale, generando un tipo diverso di ricchezza: una ricchezza che migliora la vita delle persone e la salute delle comunità.
Alessandro Scalvi
maggio/giugno/2024 3
Direttore Ance Brescia
editoriale / 2
sommario
maggio-giugno 2024
1 editoriale/1
La Brescia di domani è da costruire insieme di Massimo Angelo Deldossi
3 editoriale/2
Il capitale umano cuore della rivoluzione tecnologica di Alessandro Scalvi
10 siti iconici
Castel del Monte. L’immutabile fascino di un maniero unico
13 in primo piano
Assemblea Ance Brescia 2024
Valore costruito edilizia, politica e capitale umano
18 sostenibilità
Riconoscere gli impatti aziendali attraverso l’analisi di materialità
20 lavoro
L’accordo Ance e Confcooperative per ridurre e superare il disagio sociale
22 digitalizzazione & bim Tecnologie e cantiere edile: il quadro normativo
26 innovazione & tecnologie
La digitalizzazione dei processi di realizzazione dei lavori
28 storia per il domani
Povera Italia! Deforme
40 formazione
Dall’Its Academy I Cantieri dell’Arte
La testimonianza del presidente Marco Martini
44 economia
Luci e ombre accompagnano l’inizio del 2024
46 ambiente
End of waste e novità in materia ambientale
a cura della redazione
54 fondazione campus
Campus Edilizia Brescia: costituita la Fondazione Ets
56 innovazione
La robotica che rivoluziona il cantiere
58 eseb
Sicurezza nei lavori stradali Il decalogo Eseb-A2A online su Youtube
61 cape
Servizio civile e leva civica in Cape
62 ance giovani
I giovani costruttori di Ance Brescia promotori della rigenerazione
63 ance
Ance informa
Rivista bimestrale del Collegio
Costruttori Edili di Brescia e provincia
anno 6 - numero 3
Editore: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia
Direttore responsabile
Adriano Baffelli
Redazione e Direzione
ANCE Brescia - Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia
Comitato di redazione
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Roberto Facchetti, Emanuele Plona Fabio Rizzinelli, Francesca Scolari
Pubblicità: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia t. 030 392895 - f. 030 381798
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Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54
Prezzo copia singola: euro 1,60
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La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE BresciaCollegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.
e impaginazione
Rivista bimestrale di ANCE Brescia 3/2024 ISSN 2612-5595 Poste Italiane S.p.A. Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 46) art. comma LO Brescia maggio/giugno/2024 5
n.3
32-39 / focus Epbd: il nazionalequadro e i dati su Brescia e provincia
fotonotizia 48
di
incontri Emanuele Moraschini
Adriano Baffelli
Stampa: LITOS srl, Gianico (Bs)
Progetto grafico
Lungolago Iseo
LA RIQUALIFICAZIONE DEL LUNGOLAGO DI ISEO È TERMINATA. CON UNO SPETTACOLO PIROTECNICO E MUSICALE È STATA RICONSEGNATA A RESIDENTI E TURISTI LA RINNOVATA PASSEGGIATA. L’INTERVENTO, CHE HA RICHIESTO CIRCA TRE MILIONI DI EURO DI INVESTIMENTO, SI È SUDDIVISO IN TRE LOTTI DI LAVORO E HA REGALATO AL TRATTO DI LUNGOLAGO DA LARGO DANTE AL LIDO DEI PLATANI UN NUOVO VOLTO.
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In ricordo
Paola Esposito, coraggiosa guerriera che ha combattuto sino all’ultimo
di Adriano Baffelli
Anche nel tristissimo, grigio momento del terreno distacco, i colori che hanno accompagnato la breve ma intensa vita di Paola, hanno trionfato. La chiesa Natività della Beata Vergine di Urago Mella, orgoglioso borgo, già autonomo paese, e ora vivace quartiere della dinamica Brescia, è una miscela di emozioni, lacrime e sorrisi che si abbracciano. Il silenzio delle menti è avvolto dalla musica dei cuori e dal calore dell’amicizia e della condivisione che alla fine esplode in musica vera. Note che salutano, dicendo arrivederci e non addio, la giovane guerriera che ha combattuto senza cedere di un millimetro di fronte alla devastante malattia. Ci aveva illuso, quasi, che quel terribile drago lei lo avesse sconfitto, infilzandolo con la lancia del suo indomabile sorriso e con la ferrea volontà e dedizione per il proprio lavoro. A presidiare l’amministrazione dell’associazione, punto di riferimento da oltre 75 anni dei costruttori bresciani, è rimasta sino al 27 marzo.
Entrata in Ance Brescia il primo aprile del 2013, come ha ricordato il presidente Massimo Angelo Deldossi nei vari momenti associativi dell’ultimo periodo: Consiglio generale, Assemblea dei delegati territoriali e Assemblea generale, dapprima affiancò l’allora responsabile dell’ufficio che, alla maturazione del requisito pensionistico, avrebbe sostituito.
Paola Esposito si ammalò nel 2019 ma non ha mai mancato di garantire la sua presenza, anche nei momenti più difficili in cui le cure, a cui i sanitari la sottoponevano, facevano sentire tutti i loro effetti collaterali. Soprattutto quando pareva che il primo intervento e le terapie le avrebbero regalato ancora lunghi anni di vita e invece una ben più grave ricaduta l’avrebbe costretta a mesi durissimi. Nonostante ciò, è rimasta presente in ufficio sino al 27 marzo, esempio non comune di dignità nell’affrontare la malattia, prima di accettare con coraggio e serenità l’ultimo tratto del doloroso percorso terreno.
Un tragitto comunque illuminato dall’amore e dall’affettuosa assistenza di papà Giuseppe, di Luda, del compagno Simone, dei nonni Piero e Natalina e della zia Ornella, insieme ad amiche, amici, colleghi che l’hanno idealmente abbracciata.
Una persona ricca di umanità e capace, come ha testimoniato con efficacia don Gianluca Mangeri, cappellano della Poliambulanza, peraltro medico
oncologo, che ha concelebrato i funerali, infondendo fiducia, speranza alle persone che hanno riempito il cristiano tempio, di trovare nella riflessione e nella preghiera una grande serenità. Una persona amata e che ha amato all’insegna di quell’oro dell’umanità, “che emerge sempre anche dalla difficoltà e dalle prove più grandi”, come scrive proprio don Mangeri nel suo libro “L’oro delle cicatrici”.
Martedì 7 maggio, giorno delle esequie di Paola, un velo di profonda tristezza ha coperto Ance Brescia e tutte le persone e le realtà che hanno avuto modo di conoscere ed apprezzare Paola. Ma un altrettanto profondo sentimento di gratitudine verso di lei e di rafforzato legame tra i colleghi ha saputo dare un senso anche a questa dolorosa dipartita. Per i credenti è forte il conforto e la speranza nella vita ultraterrena. A tutti rimane, ne siamo certi, il ricordo di una persona solare, che sino all’ultimo ha onorato la sua esistenza.
All’uscita dalla cerimonia, nel momento del distacco anche fisico dei sui cari e degli amici, con il carro funebre che s’infila nell’ordinato reticolo del quartiere assunto a simbolo del tifo per le Rondinelle, nella mente s’affacciano le parole e la musica di Sangue impazzito dei Timoria: “…Corro via, ma non so se fuggire o rincorrere qualcosa, forse chi. Sono qui e dentro me, sangue impazzito, che mi spinge fino a voi…”.
D’un tratto capisco: la mente ha riconosciuto che questo sagrato, dopo una tribolata notte nell’alba di una domenica, ispirò al bravo Omar Pedrini il poetico brano. L’inconscio mio l’ha collegato alle cellule impazzite di Paola. “…Vi guardo da qui…”, continua la canzone, e istintivamente volgo lo sguardo al cielo dove dardeggiano nuvole multicolori per salutare la giovane coraggiosa guerriera, augurandole buon viaggio nell’infinito.
Negli ampi spazi del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, tra i più estesi a livello nazionale con una superficie di quasi 70mila ettari condivisi dalle province di Bari e di Barletta Andria Trani, all’insegna di due particolari aspetti: le praterie su substrato calcareo e i percorsi che richiamano le steppe coperte di graminacee, l’enigmatico e affascinante Castel del Monte arricchisce con la sua presenza colline e creste rocciose di grande suggestione.
La struttura architettonica voluta da Federico II è universalmente riconosciuta come un capolavoro d’architettura medievale, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e ricco di simboli e di misteri. Il castello è anche il monumento rappresentato sulle monete da un centesimo di euro.
Prima della denominazione con la quale oggi lo conosciamo era definito “Castello di Santa Maria del Monte”. Realizzata su una collina a poco più di 500 metri sul livello del mare, nel comune di Andria, la fortezza affonda le radici nel XIII secolo, ed è considerata dagli studiosi una struttura capace di riflettere la cultura umanistica e la vasta educazione del suo fondatore, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia tra il 1220 e il 1250.
Federico II di Svevia durante il suo regno fece costruire tanti castelli in gran parte dell’Italia meridionale, ma è in questo atipico castello, senza fossato né ponte levatoio, che si possono individuare alcuni aspetti chiave della figura del sovrano e delle sue passioni.
Il Parco dell’Alta Murgia conserva varie testimonianze storiche della dominazione normannosveva, peraltro presente in quasi tutti i centri storici dei tredici comuni del suo territorio.
Facile concordare sul fatto che la testimonianza in tal senso di maggior rilievo sia proprio Castel del Monte, con il suo alone di fascino e mistero. Sorto al-
Castel del Monte l’immutabile fascino di un
maniero unico
di Adriano Baffelli
maggio/giugno/2024
10
siti iconici
Nelle immagini diverse prospettive e scorci del castello di Andria, che ispirò il capolavoro letterario “Il Nome della Rosa” di Umberto Eco. Inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'Unesco, fu commissionato da Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia e costruito nel corso del XIII secolo
l’insegna di un combinato rigore geometrico e matematico, miscelando elementi stilistici diversi, romanico, gotico, classico, arricchendoli con raffinati fregi e mosaici di chiara matrice islamica, si ha la percezione che la scelta della posizione fosse ben studiata e tutt’altro che casuale. Si percepisce uno studio preliminare per ottenere effetti particolari dall’alternanza di luce e ombra, con cambiamenti ben percepi-
bili durante il variare delle stagioni. A colpire, fra il resto, è certamente la sua irrituale pianta ottagonale, accompagnata da otto torri, pure ottagonali, che ospita otto sale al pianterreno e altrettante otto al primo piano. Una presenza ricorrente, certo non casuale, del numero otto, sul quale a lungo hanno indagato gli studiosi, nella convinzione che si tratti di un luogo esoterico. Per accedere alla struttura si varca il portale d’ingresso, che nella sua composita struttura vede convivere l’arco in stile arabo con un timpano in stile greco-romano e bifore gotiche.
La luce che illumina il primo piano arriva da otto finestre monofore. Sempre otto sono le finestre del piano superiore, con la particolarità che una sola presenta tre aperture mentre le altre sette sono bifore.
Un sovrano illuminato
Federico II è considerato un sovrano illuminato, ricco di una solida educazione scientifica, umanistica, filosofica e matematica. Come scrive Paola Toia su The Wom Travel, “La perfezione delle sue forme rappresenta l’armonia e la fusione di elementi culturali che si rifanno a diverse epoche: la tradizione musulmana e il periodo greco-classico in primis. Anche per questo la base della fortezza è ottagonale: questa forma geometrica è infatti a metà tra il quadrato, simbolo della terra, e il cerchio che rappresenta l’infinità del cielo. La costruzione vorrebbe quindi segnare una sorta di passaggio tra l’una e l’altro. L’ampio cortile ottagonale all’interno della fortezza era in passato dominato da una fontana, anch’essa della stessa forma, che oggi non esiste più. Si tratta di un cortile abbastanza “scuro” in quanto per illuminarlo esistono solo tre ingressi laterali e tre grandi finestroni posti sulle mura esterne, costruite con pietra calcarea, marmo e breccia corallina”. In considerazione di molti particolari che caratterizzano la fortezza, ad esempio la disposizione delle scale a chiocciola interne tra i due piani della fortezza “disposte in senso antiorario, contrario alle regole di costruzione difensiva dell’epoca — come si legge sul sito web Italia.it — perché avrebbe costretto i soldati chiamati a difendere il castello a impugnare l’arma con la mano
sinistra. Questo particolare è uno dei tanti che ha spinto gli studiosi a escludere l’ipotesi che Castel del Monte sia mai stato utilizzato come struttura difensiva. Mancano le mura di cinta e il fossato, le feritoie sono troppo strette e l’intero edificio non si trova in una posizione strategica”. La formale perfezione dell’edificio Questa perfezione formale dell’edificio ha portato l’Unesco a considerarlo Patrimonio dell’Umanità nel 1996, e riconoscere in Federico II uno dei precursori dei moderni umanisti. La particolare forma di Castel del Monte si scorge in lontananza, ad esempio raggiungendolo da Andria. Ci si interroga in continuazione su quale fosse lo scopo della fortezza. A parere di alcuni studiosi impegnati nell’approfondimento del suo utilizzo ipotizzano si potesse trattare di un luogo, forse ascetico, deputato alla conoscenza. Per altri il suggestivo spazio sarebbe stato un centro dedicato alla cura del corpo, del benessere. Secondo una parte degli studiosi che se ne sono interessati essa era una sorta di tempio del sapere, altri ritengono invece che fosse un’antica spa, un centro in cui dedicarsi al benessere del corpo. Le certezze sono poche o nulle. Un’indeterminatezza che lo rende ancor più magico e attrattivo. Nonché ispiratore di ipotesi, ovvero che il maniero fosse la rappresentazione plastica della corona dello stresso Imperatore Federico II e di leggende: il castello quale elegante nascondiglio del Sacro Graal. La fortezza, storie e leggende a parte, merita una visita.
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I veri valori non sono cambiati. E mai cambieranno.
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in primo piano
VALORE COSTRUITO
EDILIZIA, POLITICA E CAPITALE UMANO
25 MAGGIO 2024
ASSEMBLEA ANCE BRESCIA
Il punto sui cinque anni trascorsi e gli impegni per il prossimo quadriennio. Sottolineati compiti e responsabilità di un settore che ha ricadute dirette sulla vita delle persone. Alle porte le sfide Epbd e Pnrr
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L’annuale appuntamento nella casa dei costruttori bresciani è stata l’occasione per ripercorrere gli ultimi anni guardando alle sfide che attendono il futuro del comparto edile. Sottolineato nell’intervento del presidente Massimo Angelo Deldossi il valore del costruito, da leggere non solo in termini economici, ma anche e soprattutto in senso ambientale e sociale. L’assemblea associativa 2024, intitolata “Valore costruito. Edilizia, politica e capitale umano”, ha voluto infatti essere un momento di celebrazione, ma anche di riflessione, sulla strada intrapresa dal settore e sul ruolo che lo stesso ricopre a livello nazionale e territoriale. Un ruolo che impegna l’edilizia a disegnare città più sostenibili e a misura d’uomo, che facciano fronte alle necessità di comunità che evolvono e implementano soluzioni tecnologiche e innovazioni che trasformano il modo di vivere e di fare impresa.
“Il nostro settore – ha ricordato nel discorso di apertura il presidente Massimo Angelo Deldossi - ha compiti e responsabilità che toccano da vicino la vita delle persone. Costruisce comunità disegnando spazi urbani e mettendo in collegamento fra loro i territori. Nobilita l’uomo offrendo opportunità di lavoro e modella il profilo delle città in cui vive. E ancora, muove un’intera filiera, stimolata dal continuo rinnovamento di approccio, tecniche e materiali costruttivi. Lavora al miglioramento della Qualità della vita e promuove contesti inclusivi e sostenibili. Ogni impresa partecipa a questo complesso quadro, dimostrando come costruire e rigenerare siano due azioni connesse e strettamente correlate al creare vita e valore umano. Per questi motivi si guarda al nostro settore per le grandi trasformazioni che interessano il Paese” .
Pnrr: serve correre insieme
Il momento associativo è stata l’occasione per passare in rassegna le ricadute della forte ondata di cambiamento che sta attraversando il settore, in primis con l’adozione di misure nazionali come il Pnrr e la prossima applicazione di direttive di stampo europeo come l’Epbd, che costituiscono un chiaro esempio di come l’edilizia giochi un ruolo in prima linea per progettare il futuro dell’Italia e rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. “Un ruolo ambizioso — sottolinea il leader dei costruttori bresciani nel suo discorso — in cui le imprese sono chiamate a correre a causa delle lungaggini burocratiche che ancora caratterizzano in Italia la realizzazione delle opere pubbliche. In tema di Pnrr, infatti, anche se il Governo è intervenuto per evitare il definanziamento di alcuni progetti usciti dal Piano, come gli investimenti medio-piccoli dei Comuni e quelli previsti nei Piani urbani integrati, per rispettare i ritardi delle fasi amministrative e autorizzative precantiere, sono proposti alle imprese cronoprogrammi di lavoro davvero serrati. Per non parlare dei progetti non ben definiti, perché realizzati in troppo poco tempo, con il rischio che domani l’edilizia sia additata come settore incapace di ‘lavorare seriamente’. Siamo
Nella fotografia sopra, il presidente del Collegio dei Garanti contabili, Giorgio Archetti, illustra il conto consuntivo 2023 e i conti preventivi 2024 e 2025. Sotto, un primo piano del presidente Deldossi durante l’intervento d’apertura
Nella pagina a fianco: vari momenti dell’Assemblea Ance Brescia 2024
disposti al rischio e stiamo correndo, ma altrettanto deve fare l’Italia. Il 78% dei fondi non è stato ancora speso e l’inefficienza burocratica è uno dei problemi più gravi. Eppure, sul tavolo ci sono interventi e risorse che possono essere determinanti per il territorio, anche in termini di riduzione del rischio idrogeologico e sismico”.
in primo piano 14 maggio/giugno/2024
Certificare il patrimonio edilizio in chiave Net Zero Carbon
In tema di riqualificazione energetica, il presidente Deldossi ha fatto il punto sulla recente approvazione in via definitiva della normativa Case green, che in provincia potrebbe interessare circa 120mila edifici residenziali ricadenti nelle classi energetiche più energivore. “Le scadenze fissate dalla direttiva guardano al raggiungimento di obiettivi di riduzione delle emissioni e dei consumi per step, al 2030 e al 2035, ma il nostro settore deve adoperarsi da subito per fornire soluzioni Net Zero. Questa è l’unica strada percorribile. La neutralità carbonica riguarderà sempre più, non solo il risultato, in termini di performance energetiche, delle opere realizzate, ma le aziende stesse. Non più solo l’attenzione alla riduzione dei consumi delle nostre case, ma anche al nostro intero processo produttivo. E per questo saremo classificati con rating Esg. Alle nostre imprese è richiesto di implementare un piano di azione aziendale per la riduzione di emissioni di carbonio, anche indirette, sensibilizzando l’intera filiera, a partire dal general contractor sino all’ultimo subappaltatore, passando da tutti i nostri fornitori di materiali finiti e semilavorati. Se il Paese riuscirà a definire traguardi intermedi e azioni strategiche chiare, oltre a incentivi fiscali adeguati, avendo l’obiettivo zero emissioni al 2050 con un costo che il Cresme stima tra i 260 e i 320 miliardi di euro, le imprese potranno programmare investimenti in grado di porre le costruzioni in testa al processo di innovazione e di riqualificazione del patrimonio immobiliare” .
Manodopera e innovazione guidano la crescita
L’assemblea, moderata dalla giornalista Giusi Legrenzi di Rtl 102.5, ha visto susseguirsi, oltre all’intervento del presidente Deldossi, le testimonianze dei presidenti degli enti bilaterali, Raffaele Collicelli (Cape) e Paolo Bettoni (Eseb) e del Gruppo Giovani di Ance Brescia, Santo Prandelli. Quest’ultimo ha sottolineato il momento cruciale che stanno vivendo le imprese del comparto. Una fase di transizione che vede i giovani poggiare sulle fondamenta poste dalla tradizione, ma con lo sguardo sempre puntato avanti, verso il futuro e l’innovazione. Uno sguardo in avanti che contraddistingue l’attività del Gruppo Giovani e le attività dallo stesso intraprese nel contesto associativo negli ambiti della formazione e dell’orientamento. “Come sappiamo, il settore edile soffre per la difficoltà di reperimento della manodopera. Per questo motivo — chiarisce il presidente dei Giovani di Ance Brescia - ci stiamo muovendo con le scuole e le università, al fine di creare un’offerta completa, rivolta a tutti i livelli di professionalità, che sia in grado di attrarre i ragazzi verso il nostro settore. Abbiamo anche avuto modo di partecipare e organizzare attività con i Gruppi Giovani di altre province e di altre associazioni imprenditoriali e professionali, in un’ottica di collaborazione sempre più stretta, fondamentale nel nostro settore”.
A rimarcare la necessità di manodopera, il presidente Paolo Bettoni, alla guida dell’Ente sistema edilizia Brescia: “Crescita economica, Superbonus e spinta del Pnrr hanno portato a un aumento importante degli investimenti nel settore edile, con un maggiore numero di progetti di costruzione residenziali, commerciali e infrastrutturali. Questa congiuntura ha generato un aumento considerevole delle richieste di manodopera e di tecnici da parte delle imprese. Ed è proprio per questo motivo che il lavoro dell’Ente è
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in primo piano
stato particolarmente intenso. Ci siamo impegnati a fornire servizi formativi di alta qualità con proposte innovative e prospettive di sviluppo per lavoratori e aziende. La sostenibilità ambientale è entrata prepotentemente in tutti gli aspetti delle attività industriali e il nostro settore è senza dubbio tra quelli più coinvolti, sia dal punto di vista del consumo di energia sia in quello speculare delle emissioni. Ovviamente ciò ha significato e significherà per il futuro un costante adeguamento del prodotto proposto, ma soprattutto un costante adeguamento tecnologico e di competenze delle nostre imprese che, se vorranno rimanere i general contractor della costruzione, dovranno essere in grado di sovrintendere e guidare tutti i processi, anche se non direttamente connessi allo stretto campo edilizio. Anche qui Eseb si è adoperato e si sta adoperando per contribuire in modo concreto allo sviluppo delle nostre imprese”. La crescita che sta interessando il comparto è stata confermata anche dal presidente di Cassa edile Brescia, Raffaele Collicelli, che ha riportato alcuni brevi dati all’attenzione dei partecipanti: “Si è passati da 2.700 imprese nel 2018 a 2.900 imprese nel 2019 e, ad oggi, per l’esercizio 2022-2023 se ne contano più di 3.500. Lo stesso fenomeno ha caratterizzato il numero degli operai: passati da 18.000 nel 2018 a 19.000 nel 2019, fino ai 27.000 dell’ultimo anno. Di conseguenza, la massa salari ha visto un incremento del volume che l’ha portata dai 159 milioni del 2018 ai 252 del 2023. Peraltro, gli indicatori risultano ancora positivi per il primo semestre dell’esercizio in corso. Tale trend, al netto delle ovvie contrazioni rispetto alla crescita degli anni scorsi legate alla conclusione del Superbonus, dimostra che l’edilizia bresciana non è affatto ‘dipendente’ esclusivamente dalle dinamiche delle incentivazioni pubbliche, e che ha una propria autonomia e autosufficienza dovute alla profonda storicità del settore in provincia e dalla solidità delle realtà imprenditoriali radicate sul territorio”. In
Presente all’Assemblea di Ance Brescia anche l’Assessore Michela Tiboni che ha portato il saluto del Comune di Brescia e ha consegnato, insieme al presidente Deldossi, i riconoscimenti alle imprese e agli imprenditori premiati dall’Associazione
questo contesto, in costante sinergia con Eseb, Cape restituisce al territorio servizi e attività a favore di welfare, concorrenza leale, sviluppo tecnologico e digitale. “I due enti hanno allineato diversi processi interni e hanno attivato un interscambio informativo per far percepire alle imprese, quando si rivolgono alle due strutture, di muoversi in un ambiente unico, comodo, facilmente fruibile e nel quale poter identificare i valori di legalità, sicurezza e qualità”.
Durante l’incontro assembleare sono state inoltre premiate le nuove imprese associate, quelle che si sono distinte per determinate performance economiche (grado d’indipendenza da terzi, Mol e Roi) e gli imprenditori senior dell’Associazione.
L’Associazione dei costruttori edili di Brescia e provincia ha premiato le nuove imprese associate, quelle che si sono distinte per le proprie performance economiche e gli imprenditori senior dell’Associazione
Premio nuove associate: Andaloni Costruzioni Srl | Bianchetti Srl | Bonzi Spa | Cattaneo Edilizia Srl Unipersonale | Costruzioni Edili Caldinelli di Caldinelli Alessandro | Costruzioni Edili di Geom. Leonardo Cittadini & C. Snc | Dabenini Costruzioni Sas | Edilferramenta di Mazzoldi Roberto Srl | Edilscavi Rovato | Gazzola Coperture Srl | Genesi Srl | Geom. Delbono Nicola | Gs Reti Srl | I.L.E.T.E. Srl | Impresa Edile Ca Edil di Ongari Ettore e C. Snc | Impresa Edile Martini Gianluigi Sas | Incom Srl | Janson Bridging Italia Srl a Socio Unico | M.P. Engineering Srl | Marella Srl | More Società Benefit R.L. | Mpr Costruzioni Srl | Nuovi Assetti Urbani Spa | P.M.G. Costruzioni Srl | Piemme Impianti Srl | Reccagni Costruzioni Srl | Salvetti Costruzioni Srl | San Giovanni Srl | Saramondi & C. Snc | Saviatesta Srl | Sj Costruzioni Srls | Sogem Srl | Spazio Srl | Tartaro & Forlani Srl | Tecnologie Moderne Srl | Transvecta Srl | Premio Senior: Ciglia Umberto (C.B.C. Scavi Srl) | Colosio Mario (Cogefi Srl) | Pellegrini Abbondio (Imeb Impresa Edile Bresciana Srl) | Stamera Cesare (Stamera Costruzioni Srl) | Premio Performance grado indipendenza da terzi: Maisetti F.Lli Di Maisetti Romano & C. Srl | Premio Performance Mol: Lanzetti Domenico Srl | Premio Performance Roi: Maggi F.Lli Srl
Rieletto presidente Massimo Angelo Deldossi
A chiudere la mattinata l’elezione del presidente e della lista collegata, dei componenti elettivi del Consiglio generale e dell’Assemblea dei Delegati territoriali.
Nel segno della continuità, è stato confermato alla guida dell’Associazione l’ingegner Deldossi, in carica dal 2019, oggi impegnato anche nel ruolo di vicepresidente di Ance nazionale con delega a Tecnologia e Innovazione, che ha presentato la coesa squadra che lo accompagnerà nel prossimo quadriennio (2024-2028), composta dai vicepresidenti Roberto Facchetti, Emanuele Plona e Fabio Rizzinelli, dal tesoriere Corrado Gatti, dai presidenti di Cassa edile, Raffaele Collicelli, e di Eseb, Paolo Bettoni, affiancato quest’ultimo dalla vicepresidente Cristina Giacomelli.
“L’Associazione – precisa Deldossi - si muove all’interno di un ecosistema ricco e composito, nel quale risulta prioritario comprendere i bisogni delle realtà che ne fanno parte. L’impegno associativo, che conta sul prezioso apporto degli enti bilaterali Cape ed Eseb, è rivolto innanzitutto alla definizione di una proposta di servizi in grado di soddisfare al meglio le necessità delle imprese, consolidando le proposte in un qualificato piano strategico, che non dimentica l’attività di lobbying, volta a rappresentare e promuovere gli interessi del settore e degli associati”
16 maggio/giugno/2024
La squadra al vertice dell’Associazione per il quadriennio 2024-28
Consiglio di Presidenza
Massimo Angelo Deldossi presidente Ance Brescia
Le persone sono l’anima della cultura aziendale e costituiscono un asset strategico sempre più indispensabile per introdurre nelle nostre imprese le innovazioni tecnologiche e organizzative che determineranno il domani del nostro settore. Guardiamo innanzitutto alle persone all’interno e al di fuori della nostra azienda, proponendo un modello di sviluppo che è alla base di un nuovo umanesimo.
Roberto Facchetti vicepresidente Ance Brescia
La formazione sulla digitalizzazione nel mercato dei lavori pubblici è prioritaria. Le scadenze previste dal legislatore non lasciano alternative: gli imprenditori devono avere, quantomeno, le chiavi di lettura che consentano loro di accogliere la sfida dell’entrata in vigore della metodologia Bim nelle gare pubbliche.
Emanuele Plona vicepresidente Ance Brescia
Negli ultimi anni ho avuto la possibilità di far parte del Consiglio di presidenza di questa associazione con l’incarico di vicepresidente di Eseb. Ora il mio ruolo sarà quello di valorizzare maggiormente il settore dei sottoservizi, affinché il lavoro svolto dalle nostre imprese venga sempre più riconosciuto dai committenti.
Fabio Rizzinelli vicepresidente Ance Brescia
Come componente della Segreteria ristretta della linea sindacale in Ance, darò voce alle esigenze delle imprese bresciane nel rinnovo del contratto di lavoro nazionale. Nei rapporti interni collaborerò con la Direzione per la riorganizzazione di uffici e personale, inserendo nuove figure professionali che possano dare risposta alle nuove tematiche con cui le imprese devono confrontarsi ogni giorno.
Corrado Gatti tesoriere Ance Brescia
Ritengo la delega al sindacale strategica e particolarmente delicata per il nostro settore: nei prossimi anni dovrem mo affrontare, fra le altre cose, la necessità di reperire manodopera specializzata per i nostri cantieri, rendendolo sempre più attrattivo.
Raffaele Collicelli presidente Cassa Edile
Concentreremo le risorse affinché la moderna tecnologia pos sa essere lo strumento per identificare le situazioni di ir regolarità presenti nei cantieri. Coinvolgeremo in modo sempre più diretto professionisti e committenti affinché nella scelta delle imprese e nella gestione dei cantieri si sviluppi la cultura del costruito di qualità.
Paolo Bettoni presidente Eseb
Oggi la sfida è formare tecnici specializzati. I ragazzi devono padroneggiare le nuove tecnologie - come per esempio stampanti 3D, laser scanner, droni, sistemi robotici, intelligenza artificiale e, non ultimo per importanza, tutto il pacchetto Bim - per rispondere alle esigenze dettate dal nuovo Codice dei Contratti pubblici e alla digitalizzazione delle commesse.
Cristina Giacomelli vicepresidente Eseb
Un obiettivo per i prossimi anni è rimettere a nuovo Eseb ottimizzando le risorse economiche a disposizione. Il no stro intento è riuscire a dare a chi fruirà della formazione e dell’attività didattica spazi adeguati, moderni, sicuri e soprattutto performanti dal punto di vista energetico, che permettano di insegnare tutte le moderne tecnologie.
Santo Prandelli
presidente Gruppo Giovani Ance Brescia
L’Associazione è una palestra di confronto e scambio di idee, dove poter dialogare con i colleghi e colla borare proponendo nuove iniziative da condivi dere e discutere. Questo confronto rappresenta la base per il processo di crescita dei giovani imprenditori.
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Riconoscere gli impatti aziendali attraverso l’analisi di materialità
dell’azienda o le cui azioni possono incidere sull’organizzazione.
L’analisi di materialità, nel percorso volto alla predisposizione del bilancio di sostenibilità, rappresenta lo step subito dopo.
Questa importante attività, che rappresenta una delle prime fasi da svolgere per la predisposizione del bilancio di sostenibilità, serve alle aziende al fine di concentrare i propri sforzi e le proprie risorse sui temi che hanno il maggiore impatto in ambito economico, sociale e ambientale
Nel contesto della rendicontazione di sostenibilità, un processo fondamentale è l’analisi di materialità, attraverso la quale, l’organizzazione potrà identificare, valutare e prioritizzare gli argomenti (temi materiali) più significativi e rilevanti per se stessa e per i suoi stakeholder e che danno luogo ad impatti — negativi o positivi— sulle persone e/o sull’ambiente. Questa importante attività, che rappresenta una delle prime fasi da svolgere per la predisposizione del bilancio di sostenibilità, serve alle aziende al fine di concentrare i propri sforzi e le proprie risorse sui temi che hanno il maggiore impatto in ambito economico, sociale e ambientale, consen-
tendo di migliorare la trasparenza, la responsabilità e la loro gestione. Altra funzione è quella dell’orientamento all’interno dei numerosi impegni e attività che potrebbero essere intrapresi da un’azienda, aiutando le imprese ad orientarsi e a concentrarsi solo verso attività che siano applicabili e coerenti con la propria strategia aziendale.
Prima di iniziare il processo di analisi di materialità, si deve procedere all’identificazione degli stakeholder dell’organizzazione i quali includono una vasta gamma di attori tra cui dipendenti, clienti, comunità locali, fornitori ecc.. ognuno dei quali può essere ragionevolmente influenzato in modo significativo dalle attività
L’analisi di materialità inizia con la raccolta di informazioni sia interne che esterne all’azienda, in modo da ottenere una panoramica completa e accurata delle attività e degli impatti che genera quest’ultima. Ad esempio, possono essere utilizzati analisi di settore, report aziendali, dati operativi, opinioni degli stakeholder e una lunga lista di elementi utili all’attività di rendicontazione.
Raccolte queste informazioni, si passa alla valutazione degli impatti delle attività dell’azienda. Gli impatti possono essere effettivi o potenziali, negativi o positivi, a breve o a lungo termine, intenzionali o non intenzionali , reversibili o irreversibili e, potrebbero riguardare i diversi ambiti della sostenibilità, tra cui gli aspetti economici, sociali e ambientali, oltre a poter manifestarsi sia direttamente che indirettamente lungo l’intera catena del valore. La valutazione considera la gravità degli impatti negativi e la rilevanza di quelli positivi.
Una volta valutati gli impatti, si classificano in base alla loro gravità/rilevanza, sia per l’azienda che per gli stakeholders: quelli più significativi verranno identificati come temi materiali e comporteranno una particolare attenzione e azione da parte dell’azienda. La classificazione dei temi materiali può essere determinata attraverso l’analisi comparati-
18 maggio/giugno/2024
sostenibilità
GRI 3: Temi materiali 2021
Ance Brescia ha lanciato il servizio rivolto alle imprese associate per affiancarle nella stesura del proprio bilancio di sostenibilità. L’iniziativa è stata accolta con interesse da alcuni associati, i quali hanno dato inizio al percorso di raccolta dati e di realizzazione del documento. Fra queste abbiamo raccolto la testimonianza rilasciata da Emanuele Plona, amministratore delegato di Italimpresa srl.
Perché avete scelto di intraprendere il percorso di sostenibilità?
Perché crediamo fermamente che sia un valore aggiunto per la nostra società e per la sua crescita. Riteniamo che investire nella sostenibilità non solo ci renda più resilienti agli shock ambientali ed economici, ma ci dia anche un vantaggio competitivo nel mercato globale sempre più sensibile alla questione ambientale, permettendoci di costruire relazioni più solide con i nostri clienti.
Quali sono stati gli ostacoli più difficili da superare?
Non abbiamo incontrato ostacoli sostanziali nel nostro percorso verso la sostenibilità, poiché già da tempo avevamo intrapreso un percorso significativo per ottenere varie certificazioni. Questo ci ha fornito una solida base di dati e conoscenze che ci hanno facilitato il processo di adozione di pratiche sostenibili. Grazie alla nostra esperienza pregressa nel perseguire certificazioni di qualità e sostenibilità, eravamo ben posizionati per affrontare le sfide associate all’integrazione di nuove iniziative sostenibili.
Il percorso ha previsto l’impiego di una sola figura all’interno dell’impresa oppure di più persone? A chi è stato affidato l’incarico?
All’interno della struttura abbiamo coinvolto più figure
già preparate. In particolare, gli addetti all’area amministrativa che si occupano delle certificazioni e della contabilità aziendale.
Ritenete che il tempo impiegato per l’attività possa rappresentare un guadagno per il futuro dell’impresa? In cosa credete che possa avvantaggiarla?
Credo che le risorse impiegate per l’attività portino vari benefici valorizzando la nostra immagine agli occhi dei committenti e allo stesso tempo siano stimolo di miglioramento.
Quali fra le informazioni acquisite nel processo vi hanno colpito maggiormente?
Siamo rimasti positivamente sorpresi dai risultati rilevati durante il nostro percorso verso la sostenibilità. L’analisi delle pratiche e prestazioni hanno riportato una serie di impatti positivi che non solo hanno confermato la validità del nostro impegno, ma hanno anche superato le nostre aspettative. Scoprire il valore tangibile che abbiamo potuto generare attraverso le nostre iniziative sostenibili è stato gratificante.
Avete già realizzato il bilancio del 2022. Quali reazioni avete potuto raccogliere da parte dei vostri stakeholder in seguito all’attività di rendicontazione svolta? Quali aspetti desiderate migliorare in vista della prossima rendicontazione?
Le reazioni raccolte dai nostri stakeholder sono state positive. Inoltre, si sono dimostrate un ottimo spunto di riflessione per migliorare in futuro. Infatti, abbiamo già individuato due aspetti che ci impegneremo a rafforzare in vista della prossima rendicontazione: la produzione di energia e la riduzione delle emissioni delle nostre attrezzature.
va degli impatti, il coinvolgimento degli stakeholder e altri criteri specifici del settore. Quando si decide di sviluppare una analisi di materialità, un’organizzazione definisce le priorità di rendicontazione degli argomenti che riflettono i suoi impatti più significativi. Tra i tanti temi che si possono analizzare, ad esempio, ci sono: l’anti-corruzione, la salute e la sicurezza sul lavoro oppure ancora i consumi energetici e le emissioni in atmosfera. Tuttavia, un tema non deve essere necessariamente riferito ad un unico impatto (economico, ambientale o sociale), ma può riguardare più impatti anche di aree diverse. Per esempio, un’organizzazione può identificare “Acqua ed effluenti” come un tema rilevante, considerando gli impatti del consumo d’acqua sugli ecosistemi, quindi tema ambientale, inoltre riguarda anche l’accesso delle comunità locali all’acqua, pertanto è un riferimento ad un tema sociale. Anche gli standard Gri raggruppano gli impatti in temi, come ad esempio “acqua ed effluenti”, per consentire un rendiconto uniforme degli impatti correlati a un determinato tema. Il processo di determinazione dei temi materiali si basa sull’identificazione e sulla valutazione continua degli impatti prodotti dall’organizzazione. L’analisi di materialità si rivela essere uno strumento prezioso per le organizzazioni, nel processo di identificazione, valutazione, gestione e comunicazione delle questioni importanti per la sostenibilità e per la responsabilità d’impresa. Attraverso un’analisi sistematica, le aziende sono in grado di definire le risorse e le azioni da svolgere per mitigare gli impatti più rilevanti. Tuttavia, è importante sottolineare che l’analisi di materialità non è fine a sé stessa, ma piuttosto è un punto di partenza per l’integrazione della sostenibilità nei processi decisionali aziendali e per il miglioramento continuo delle performance sociali, ambientali ed economiche. La sua efficacia dipende dall’attenzione costante alla dinamicità del contesto e al coinvolgimento attivo degli stakeholder, al fine di garantire una gestione responsabile e orientata alle attività e strategie aziendali di lungo termini.
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lavoro
L’accordo Ance e Confcooperative per ridurre e superare il disagio sociale
Presentato il “Progetto bandiera” per la formazione e l’inserimento lavorativo dei migranti nel mondo delle costruzioni
L’edilizia e il settore delle cooperative bresciane uniscono le forze per promuovere l’inclusione sociale e alla creazione di opportunità professionali per tutti. Nell’individuazione di tali obiettivi comuni viene siglato l’accordo fra Ance Brescia e Confcooperative Brescia, attraverso il sostegno di Eseb, volto a realizzare iniziative a supporto delle persone per le quali risulta particolarmente delicato il collocamento nel mondo del lavoro. Una sinergia che ha dato vita al “Progetto bandiera” rivolto alla formazione e all’inserimento di persone migranti nel settore edile. “La collaborazione siglata rappresenta un valore
Il “Progetto bandiera”
l “Progetto bandiera” ha la finalità di definire un modello di percorso formativo volto all’assunzione lavorativa e all’inserimento sociale di un target specifico di persone, individuate mediante il coinvolgimento delle cooperative aderenti e con il supporto di Ance Brescia ed Eseb. È prevista l’erogazione di un corso di 100 ore curato dalla Scuola edile per la formazione dei profili di “Muratore manovale” per trasmettere nozioni utili in materia di: sicurezza, esecuzione dei lavori edili, materiali e loro utilizzo. Il corso sarà svolto in presenza attraverso
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per la comunità, attraverso un servizio che si pone come strumento utile al sistema cooperativo per un più efficace conseguimento della mission sociale e, al contempo, un’opportunità per il settore edile. Un modo per rafforzare la filiera, colmando criticità a noi note e avendo la possibilità di intercettare i cambiamenti demografici e sociali ai quali il nostro territorio è soggetto.
Il lavoro è il primo tassello per costruire coscienza d’inclusione e d’appartenenza a un luogo e per adempiere a tale incarico ci affidiamo a Eseb e alla sua già comprovata esperienza nella formazione di lavoratori preparati ed efficienti” dichiara Fa-
lezioni in aula e in laboratorio, prevedendo inoltre lezioni di insegnamento e potenziamento della lingua italiana propedeutici all’accesso. In seguito, i partecipanti saranno indirizzati verso le imprese interessate ad accoglierli, prevendendo prima un tirocinio di orientamento della durata di sei mesi, con la corresponsione di un’indennità di frequenza, per permettere all’impresa di verificare la capacità del tirocinante e per permettere allo stesso tirocinante di familiarizzare con l’ambiente. Al termine del tirocinio l’impresa
edile potrà proporre al soggetto un contratto di assunzione. Sono inoltre previste formule di agevolazione per le imprese che decidono di aderire al progetto. Con l’intento di rafforzare l’inserimento sociale complessivo, accanto all’attività lavorativa verrà messa a disposizione del lavoratore una sistemazione abitativa autonoma o in formula di cohousing, prevedendo forme di accompagnamento e di garanzia per i proprietari degli immobili. Il progetto si inserisce nel quadro di un protocollo d’intesa sul tema delle politiche del lavoro condiviso fra Ance Brescia e Confcooperative Brescia. Nell’accordo oltre allo
bio Rizzinelli, vicepresidente di Ance Brescia con delega alle relazioni industriali.
“Infatti, questa attività integra il lavoro di formazione e il servizio già svolto dall’intero sistema edile negli anni verso l’inclusione dei soggetti più svantaggiati.
Un esempio lo sono i corsi finalizzati all’inserimento lavorativo tramite tirocinio di richiedenti e titolari di protezione internazionale, inoccupati o disoccupati, partiti in Eseb nel 2022 e realizzati in collaborazione con Regione Lombardia, ai quali hanno partecipato a oggi ben settanta stranieri di cui quindici collocati e quattro ancora impegnati nel tirocinio, per un totale di circa ventisei imprese coinvolte nel progetto “aggiunge Paolo Bettoni, componente del Consiglio di presidenza di Ance Brescia con delega alla formazione.
Per Marco Menni, presidente di Confcooperative Brescia, “l’impegno delle associazioni di categoria imprenditoriali che si mettono in collegamento per realizzare iniziative comuni di re-
sponsabilità sociale, coordinandosi con le istituzioni pubbliche, costituisce un valore aggiunto a beneficio delle persone e delle imprese associate che sono attive sul territorio bresciano. Quindi significa guardare le persone migranti come importanti risorse che dobbiamo insieme apprezzare e valorizzare anche per il bene del futuro del nostro paese.
Proprio per questo riteniamo che questo percorso possa essere d’interesse non solo a livello locale, ma che costituisca un esempio di buone prassi nel campo dei modelli di inclusione lavorativa e sociale delle persone migranti e richiedenti asilo potenzialmente replicabile, grazie al network delle nostre associazioni, in altri contesti territoriali”.
Nelle fotografie la firma dell'Accordo nella sede della Prefettura. Nella prima immagine, da sinistra: il componente del Consiglio di Presidenza Ance Brescia con delega alla Formazione Paolo Bettoni, il Vicepresidente Ance Brescia con delega alle Relazioni industriali Fabio Rizzinelli, la Prefetta di Brescia Maria Rosaria Laganà, il Presidente di Confcooperative Brescia Pietro Menni e il Consigliere del Settore Federsolidarietà Brescia Fausto Conter. Nell'immagine sotto, a sinistra, anche il Presidente di Federsolidarietà Brescia Alberto Festa
svolgimento del “Progetto bandiera” sono previste attività rivolte alla formazione e al collocamento di ragazzi adolescenti segnalati dalle cooperative e al reinserimento nel contesto sociale di detenuti o persone che abbiano scontato pene detentive, inserendole in un percorso di qualificazione e aggiornamento professionale erogato da Eseb. Nel frattempo, i costruttori edili bresciani si impegnano attraverso i propri canali a sensibilizzare le imprese associate per fornire supporto tecnico su interventi edilizi su immobili delle cooperative, con possibilità di gestire iniziative di edilizia popolare.
Il valore del percorso è confermato da Fausto Conter, consigliere del Settore Federsolidarietà di Confcooperative Brescia, in prima fila nel lavoro nei Centri di accoglienza Straordinaria gestiti dalle cooperative sociali, per il quale “l’iniziativa assume valore per la volontà dei protagonisti di porre al centro del reciproco impegno le persone che hanno vissuto la difficile esperienza delle rotte migratorie, spesso accompagnata da drammatici carichi di sofferenza individuali. Questo è stato possibile attraverso la progettazione di percorsi di accompagnamento che, accanto all’assistenza linguistica, psicologica e legale fornita dai Cas, aggiungono la formazione, il lavoro e il sostegno abitativo per favorire l’inclusione sociale all’interno delle nostre comunità”.
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digitalizzazione & bim
Tecnologie e cantiere edile: il quadro normativo
a cura dell’Avv. Chiara Micera © riproduzione riservata
L’art. 5 del Gdpr, cioè il Regolamento europeo sulla privacy, recepito in Italia, chiarisce che per ogni trattamento dei dati è necessario avere una base giuridica valida, in assenza della quale ogni trattamento è illegittimo. Tale principio solleva diverse questioni e tra esse portiamo preliminarmente all’attenzione la questione di fondo: se è giuridicamente corretto “alimentare” gli algoritmi mediante l’acquisizione dei dati presenti “on line”, immessi in rete con uno scopo diverso (si pensi alla Pa che pubblica graduatorie di concorsi pubblici, per finalità di ricerca, o anche di contenuti di natura creativa) rispetto a quello di sviluppare le attività imprenditoriale di privati.
Sul punto attendiamo il pronunciamento della giustizia statunitense per vertenza sul tema della violazione del diritto d’autore e per la concorrenza sleale promossa dalla testata giornalistica del NY Times contro OpenAi per avere “alimentato” il sistema di Ai con gli articoli on line, per poi produrre contenuti immessi in rete, di fatto, concorrenziali rispetto al giornale stesso, e comunque al mondo, un tempo avremmo detto, della “carta stampata”.
La seconda questione è che quando l’algoritmo è “addestrato”, cioè l’Ai generativa, si pone il tema delle “allucinazioni”, cioè riprodurre contenuti non veri, ma verosimili, perché non sono progettati per questo, quindi c’è un tema di affidabilità delle informazioni. Se l’utente non è adeguatamente consapevole di tale circostanza, o in alternativa, se nonostante ciò intende utilizzare detti contenuti, in quanto facilitatore di processi decisionali, ottimizzante dei costi (e quindi ritorna il tema del profitto), ne discende che un’intera catena di valore sarà vulnerabile,
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Avvocata Chiara Micera
Studio legale Micera
Le criticità dell’applicazione dell’Ai sono concorrenti con le potenzialità e gli impatti favorevoli dell’utilizzo, e il Legislatore si trova a fare i conti con un elemento dirimente per la gestione del fenomeno: i tempi dell’evoluzione tecnologica sono di gran lunga più veloci rispetto a quelli della normazione di un processo, che solitamente si basa sull’osservazione dello stesso
con comprensibili conseguenze (basti pensare al tema della sicurezza sul lavoro citato poc’anzi). A ciò aggiungasi il tema dei cosiddetti “rigurgiti”, fenomeno per il quale il meccanismo di Ai sottoposto a uno stress per l’inoltro di prompt (la sollecitazione per ottenere una risposta dall’Ai), può immettere dati in suo possesso che ha raccolto on line, in contesti in cui non possono essere condivisi (ad esempio un ambiente di condivisione dei dati, o Acdat, nell’ambito della quale si attua la gestione informativa digitale), con probabile violazione della privacy, perché nel caso di specie, mancherebbe completamente il fondamento della base giuridica per il trattamento del dato.
Le criticità dell’applicazione dell’Ai sono concorrenti con le potenzialità e gli impatti favorevoli dell’utilizzo, e il Legislatore si trova a fare i conti con un elemento dirimente per la gestione del fenomeno: i tempi dell’evoluzione tecnologica sono di gran lunga più veloci rispetto a quelli della normazione di un processo, che solitamente si basa sull’osservazione dello stesso.
Che cosa fare quindi medio tempore per mitigare gli effetti negativi?
I tentativi che stiamo osservando hanno un comune denominatore: affidarsi ai principi generali. Ora sappiamo che il legislatore deve poter valutare e bilanciare, esprimendo prevalenza dei diritti secondo un gradiente. Il dibattito culturale in corso, come è noto, ha spesso invocato l’etica, quale “regolatore” primario dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale; trattasi di un richiamo ai principi fondanti del diritto, ove i nostri “padri” del diritto romano, esprimono il presidio con il broccardo boni mores.
Ma la questione parrebbe più complessa, atteso che il fenomeno della digitalizzazione è ontologicamente transnazio-
nale, intercettando sensibilità di culture giuridiche molto diverse, sebbene la condizione di oligopolio dei detentori di queste tecnologie la riconduca, in realtà, a poche aeree del mondo, non solo geografiche, ma anche culturali.
Non a caso la legislazione internazionale registra la pubblicazione nel marzo 2023 da parte del Nist (National Institute of Standards and Tecnology — Agenzia del Governo degli Stati Uniti), un documento denominato “Ai Risk Management Framework” e il 30 ottobre 2023, il Presidente Biden ha emanato l’Executive Order on Safe, Secure, and Trustworthy Artificial Intelligence. Inoltre, lo scorso 18 dicembre 2023 la Iso (International Organization for Standardization) ha emanato la Ios/Iec 42001 — Information Technology — Artificial Intelligence — Management System. Tali strumenti cogenti o volontari hanno un obiettivo: fornire strategie e misure per supportare lo sfruttamento dell’Ai ai fini di ricerca, servizi alla persona e profitto, gestendo i rischi associati con l’obiettivo di garantire sicurezza e diritti fondamentali.
In previsione dovrà essere pubblicata la Iso 42005 “Information technology — Artificial Intelligence — Ai system impact assessment”, lo scopo è proteggere, nel corso di tutto “il ciclo di vita” di un sistema di intelligenza artificiale, aspetti quali: sicurezza, tutela, equità, trasparenza, qualità dei dati e qualità dei sistemi, al fine di creare un sistema di gestione dell’intelligenza artificiale (Aims).
Lo standard è stato redatto in maniera da facilitare l’integrazione con altri sistemi di gestione, il primo rappresentato da Iso/Iec 27001:2022 “Sistemi di gestione per la sicurezza delle informazioni”, nonché la Iso/Iec 27701 del 2019 “Privacy Information Management”, nonche la Iso 9001 del 2015
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Pompiano (Bs) tel. 030.9465203 www.deldossi-group.it www.steeldel.it
Forma e qualità alla carpenteria metallica
“Sistema della qualità”, ed altri ancora.
Il criterio con il quale si è approcciato il tema è il risk management: bisognerà individuare il livello di utilizzo dell’Ai nei diversi ambiti, e per ciascuno di essi, approntare misure di mitigazione del rischio, giungendo sino alla proibizione dell’utilizzo in alcuni casi, particolarmente sensibili (si pensi ad esempio all’industria bellica).
In Europa invece di recente è stato approvato un Regolamento denominato Ai Act, che dovrà completare il proprio iter circa entro due anni per l’entrata in vigore.
Trattasi di un più strutturato strumento legislativo, ispirato ai medesimi criteri del Gdpr in tema di privacy: la cosiddetta “accountability” e l’utilizzo dell’Ai cosiddetto “by default e by design”; in buona sostanza porre in capo ai soggetti la responsabilità non solo meramente giuridica, ma anche una dimensione amministrativa ed etica che promuove un decisionismo responsabile ispirato alla trasparenza.
In sintesi: il documento mette al centro la tutela dei diritti e
la libertà dell’individuo e obbliga le aziende che sviluppano Ai a dimostrare che i loro prodotti non li violino e che sin dalla loro progettazione sono state poste in essere misure idonee in tale senso.
Si rende quindi necessaria una fase preliminare d’identificazione dei rischi noti, possibili e prevedibili con conseguenze sulla salute, sulla sicurezza e sui diritti fondamentali per la redazione di una valutazione d’impatto e per la conseguente redazione di stringenti protocolli per l’integrazione responsabile di sistemi e di un piano di mitigazione. Analogamente a quanto prevede l’art.35 del Gdpr e cioè la necessità in capo al Titolare del trattamento, quando lo stesso può presentare un rischio elevato per i diritti e le libertà individuali.
Gli ambiti esaminati sono molteplici, ma il Legislatore europeo si è molto soffermato sulle limitazioni ai sistemi di identificazione biometrica e l’obbligo di trasparenza per i sistemi tecnologici.
Tali documenti elaborati a livello internazionale, allo stato, sono sprovvisti di cogenza normativa, come dicevo, rappre-
Gli ambiti esaminati sono molteplici, ma il Legislatore europeo si è molto soffermato sulle limitazioni ai sistemi di identificazione biometrica e l’obbligo di trasparenza per i sistemi tecnologici
sentando meramente linee d’indirizzo ad esecuzione volontaria, nell’attesa che siano emanate dai rispettivi Stati o Organismi deputati. Sul punto, dobbiamo segnalare che, nel nostro ordinamento, lo scorso 23 aprile, il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge sull’intelligenza artificiale, che ora dovrà essere sottoposto al vaglio del Parlamento. Nel frattempo, per gestire questa vacatio legis, si è proposto alle società produttrici di Ai di redigere un documento negoziale, un Codice di Condotta,
in cui le stesse si “autoregolino” per lo sviluppo e la diffusione di detta tecnologia. Il tentativo è di evitare che le industry utilizzino il mercato come laboratorio, per la messa a punto via via dei loro prodotti, in una logica di profitto, ma senza la vigenza di un sistema di prevenzione prima e di sanzione poi, delle conseguenze dell’utilizzo.
I documenti “d’ispirazione” dovrebbero essere per l’appunto le fonti normative sopracitate, ed attraverso la redazione del Codice di Condotta, di fatto si chiede una preattuazione di detti principi su base volontaria. Concludendo possiamo evidenziare che il quadro regolatorio attuale ha correttamente posto l’attenzione sulla tutela dei diritti fondamentali, cercando di disciplinare il contemperamento dei diritti, ma esprime senza alcun dubbio, l’intento di non ostacolare lo sviluppo della tecnologia, anzi di favorirlo, attraverso l’introduzione di regole chiare e trasparenti. Perché il brocardo latino recita: “In claris non fit interpretatio”. Allora benvenuta Ai, anche in cantiere.
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innovazione & tecnologie
La deidigitalizzazione processi di realizzazione dei lavori
Angelo Luigi Camillo Ciribini
Università degli Studi di Brescia
L’avvicinarsi della scadenza dell’obbligo, parziale, per le stazioni appaltanti e per gli enti concedenti, ma indirettamente anche per le imprese di costruzioni appaltatrici e subappaltatrici, relativo alla Gestione informativa digitale all’interno del Codice dei Contratti pubblici, del D. Lgs. 36/2023, coincide con una maggiore diffusione della modellazione informativa e, più in generale, della gestione informativa digitale, nella fase produttiva, vale a dire di realizzazione dei lavori.
Ciò, per l’impresa di costruzioni, comporta una serie di temi da affrontare, che così si possono riassumere:
z il coordinamento e la federazione dei modelli informativi lungo la catena di fornitura per la progettazione costruttiva come riflesso dei rapporti negoziali sul versante dell’offerta privata; z l’estensione delle soluzioni e, dunque, delle fonti informative digitali nella fab-
brica, nel trasporto e nel cantiere, ben oltre la modellazione informativa; z la configurazione del sistema informativo sia tra la sede dell’impresa di costruzioni e il cantiere sia tra l’impresa contraente principale o impresa affidataria e la propria catena di fornitura.
Di conseguenza, per l’impresa di costruzioni si tratta di tenere in conto alcuni elementi fondamentali: z si rende auspicabile definire modalità e tempistiche idonee per introdurre nell’impresa un sistema di gestione dei processi digitalizzati; z è opportuno comprendere in che termini una acquisizione forzatamente puntuale dei dispositivi tecnologici si possa iscrivere entro una strategia complessiva di medio termine che miri a instaurare soluzioni di Business Intelligence e di Predictive Analytics; z è necessario realizzare in che misura gli obblighi legislativi e le richieste contrat-
tuali implichino l’introduzione di profili professionali specializzati ed eventualmente certificati (Cde Manager, Bim Manager, Bim Coordinator, Bim Specialist);
z occorre contemperare un approccio che tenga in equilibrio i processi di internalizzazione della modellazione informativa e della gestione informativa digitale e la politica di esternalizzazione della produzione informativa; z bisogna decidere in che misura e in che tempi promuovere la digitalizzazione della propria catena di fornitura, eventualmente intervenendo sull’elenco dei fornitori e dei sub appaltatori.
Alla luce delle precedenti considerazioni, all’impresa di costruzioni si para innanzi la prospettiva di separare i due ambiti della digitalizzazione: quello introduttivo che, per forza di cose, non può che passare attraverso la modellazione informativa (il Building Information Mode-
26 maggio/giugno/2024
I processi di Change Management richiedano un lavoro di preparazione che possa dare frutti in un terreno precedentemente coltivato, tanto più che le innovazioni tecnologiche, di processo e di prodotto, si situano entro un contesto sociotecnico complesso
ling); quello strutturale, che riguarda l’universo, in ampliamento, delle innovazioni digitali che, tuttavia, seppure individuate singolarmente, richiedono una contestualizzazione sistemica per generare efficaci ritorni sugli investimenti. In ogni caso, il primo fattore da appuntare riguarda una sorta di precondizione per l’implementazione di processi di trasformazione digitale: vale a dire, la presenza di un sistema di controllo di gestione, ancor più che di un sistema di gestione integrato relativo a qualità, ambiente, salute e sicurezza, in addizione alle prassi di Construction & Risk Management
È chiaro, infatti, che i processi di Change Management richiedano un lavoro di preparazione che possa dare frutti in un terreno precedentemente coltivato, tanto più che le innovazioni tecnologiche, di processo e di prodotto, si situano entro un contesto sociotecnico complesso.
In secondo luogo, i metodi e gli strumenti della modellazione informativa ineriscono,
di primo acchito, alla introduzione o al potenziamento di una struttura tecnica aziendale legata alla progettazione e alla programmazione, mentre i successivi dispositivi digitali (dall’Internet of Things all’Augmented Reality, solo per accennarne un paio) trasferiscono la transizione digitale all’indirizzo di un piano, per così, dire maggiormente produttivistico, forse più familiare all’attitudine e all’apparato mentale dell’impresa di costruzioni. Sotto questo profilo, per l’impresa di costruzioni questa distinzione tra una componente maggiormente rivolta al lavoro intellettuale e un’altra orientata di più al lavoro manuale (o sostitutivo dello stesso) si associa a un altro distinguo che riguarda la digitalizzazione del cantiere e quella dell’organizzazione, per come essa si possa presentare, e che sarà approfondito nelle pagine del prossimo numero di “Costruire il futuro”.
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storia per il domani
28 maggio/giugno/2024
APovera Italia! deforme
di Franco Robecchi, ingegnere e autore
nche chi non è digiuno di preparazione tecnico-scientifica stenta a capire come sia avvenuto, nell’antichità, che si sia riusciti a stendere mappe di grandi territori con forme non distantissime dalla realtà. Questo perché, contrariamente alle piccole aree, i grandi territori non hanno una forma planimetrica direttamente visibile. Ciò sarebbe stato fattibile solo con l’osservazione dall’alto, cosa possibile con la messa a punto delle mongolfiere, però avvenuta nel Settecento. Era quindi difficilissimo collegare le visioni a terra degli andamenti macroscopici delle coste, del corso dei fiumi, delle posizioni reciproche di paesi e città. La percezione degli orientamenti, delle distanze, delle collocazioni avveniva senza la possibilità di basarsi su misure, né lineari né angolari. Se io sono a Brescia è difficile collocare su una mappa la posizione, rispetto a Brescia, ad esempio di Piacenza. Posso sapere, per esperienza diretta di cammino, che Piacenza è a sud di Brescia, ma se sia a sudest o sud-ovest e quanto sia distante è molto difficile capirlo e segnarlo inoltre su una carta, dove il disegno non ammette incertezze. La matita segna un punto e non può segnarne due o tre per ammettere il dubbio. Questo problema, se resta grave anche su piccoli territori, si moltiplica per i grandi e i grandissimi spazi, come quelli che comporta il tentativo del tracciamento di un profilo planimetrico dell’Italia intera. Il grande territorio comporta la somma degli errori parziali, conducendo a una conformazione generale, finale, che può risultare clamorosamente errata. Per noi, abituati da molti decenni a vedere la forma geografica reale dell’Italia, i grossolani esempi della cartografia antica fanno sorridere. Ma ci sorprende comunque la relativa approssimazione, non così peregrina come ci si potrebbe aspettare. Se fossimo noi a tracciare i contorni, con la povertà di mezzi che caratterizzava i nostri antenati, forse disegneremmo l’Italia con la forma della Groenlandia.
La forma generale della penisola italiana, forse la più iconica nell’intero panorama mondiale, è così tipica che qualunque deformazione risalta ai nostri occhi. Sfogliando la cartografia antica, che non risale oltre il Quattrocento, osserviamo disegni che sono sorprendenti per la loro goffaggine. Rimanendo anche nel medio raggio geografico, vediamo mappe del Bresciano, anche di illustri cartografi, sino al XVII secolo, nelle quali Brescia, pur essendo a ovest di Desenzano, cosa non difficile da valutare, risulta però a sud della città gardesana. Per l’intera Italia i problemi si complicavano.
Gran parte dei dati generali erano legati alle osservazioni marinare lungo le coste. Furono proprio i naviganti a stendere le prime mappe sui profili generali, tracciando quelle carte che si chiamano portolani. Si trattava di mappe che descrivevano l’andamento delle coste le cui osservazione e annotazione erano certamente più facili rispetto ai territori interni. Le mappe indicavano puntigliosamente tutti i centri abitati che si allineavano lungo le rive perché erano di grande utilità per i naviganti. Anche le forme complessive delle terre emerse ne rimanevano in qualche modo definite, sia pure, anche in questo caso, con anomalie talvolta sorprendenti. In molte mappe lo stivale italiano talora si rattrappisce e altre volte si attorciglia. Ancora in carte geografiche ottocentesche si assiste a strafalcioni geografici che stupiscono. Abbiamo un caso, che qui si pubblica, di una carta d’Italia stesa in Ame-
Carta geografica francese con l’Italia al centro, del XVI secolo. La splendida estetica non è paragonabile all’inesattezza della raffigurazione dello stivale. Sostanzialmente esatto, pecca però di sproporzioni nelle forme generali
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storia per il domani 30 maggio/giugno/2024
rica. Le grandi isole sarda e siciliana sono appese e ruotate in una posizione vistosamente non realistica. La realizzazione del disegno si può spiegare con la lontananza dell’Italia dalle conoscenze dell’ambiente americano, che si basava, forse, su dati orecchiati, come si usava per territori relativamente “esotici”, come poteva essere l’Italia per gli statunitensi. Come si vede, ad esempio, il Lago di Garda è ruotato in senso orario verso est e Brescia e Bergamo si trovano su una sorte di allineamento nord-sud. Il risultato è anche nel fatto che Venezia e Trieste si trovano molto a sud di Brescia e Milano è molto a nord. Anche lo stivale è molto più allineato lungo un meridiano. In linguaggio corrente diremmo che l’Italia è posta molto verticalmente rispetto al vero anda-
Nella pagina a fianco:
Carta geografica dell’Italia stampata negli Stati Uniti a metà Ottocento. Le anomalie nelle forme e nelle collocazioni sono vistose
Dall’alto in basso, da sinistra a destra:
Carta geografica dell’Italia del 1482. L’inclinazione della penisola la porta a una disposizione distesa in senso quasi est-ovest
Un’Italia, del primo Cinquecento, posta verticalmente nel foglio con le grandi isole che si arrampicano in rotazione sul lato sinistro
Ancora una vistosa rotazione oraria del tacco (Salento) dello stivale in una mappa del 1480 Un’elegante delineazione cartografica (portolano) dell’Italia in una carta del XVI secolo, che riporta anche vistose raffigurazioni di Venezia e Milano. Si nota una lussuosa rosa dei venti
Una tozza raffigurazione dell’Italia in un portolano francese del primo Cinquecento
mento obliquo, che è in senso nordovest/sud-est. Sicilia, Sardegna e Corsica si inseguono lungo un arco di circonferenza che porta Cagliari quasi alla stessa latitudine di Roma. Peraltro anche Brescia è quasi alla stessa latitudine di Genova e L’Aquila è alla stessa latitudine di Roma. Verona e Vicenza sono molto a sud di Brescia.
Tra le deformazioni invece più antiche vediamo un’Italia che, contrariamente alla carta sopra citata, è quasi estesa in senso est-ovest, diremmo, in linguaggio scorretto, stesa orizzontalmente, con il risultato che Roma è quasi sul medesimo meridiano sul quale si trova Ancona. In quella mappa la penisola italiana ha una brusca piegature oraria nella zona meridionale con il Salento che si colloca in senso
nord-sud, così come l’accennato andamento dell’intera Sicilia. La torsione del piede italiano appare anche in altra mappa del 1480, con il risultato che Lecce è sullo stesso asse meridiano di Bari. Una carta geografica francese, del primo Cinquecento, presenta un’Italia rozzamente delineata, ma dotata di rapporti abbastanza corretti con le proprie grandi isole. Altra mappa, del 1520, è un chiaro portolano, ma riporta anche due vistose raffigurazioni di Venezia e Milano. Lo stivale è raffigurato con sostanziale correttezza. Ancora francese è altra carta portolano, dalla splendida grafica, che comprende anche la raffigurazione di belle navi. Però Cagliari è alla stessa latitudine di Messina.
In un altro portolano l’Italia è stesa in verticale e verticale è anche la Sicilia. Solo lo sviluppo delle tecniche di rilevazione scientifica del territorio, con strumenti ottici topografici e metodi matematici, nella seconda metà dell’Ottocento, avrebbe consentito di raggiungere risultati di molto maggiore precisione. L’aerofotogrammetria avrebbe reso infallibile il disegno cartografico. Tuttavia è sempre una sorprendente conferma vedere che, effettivamente, la forma dell’Italia che era stata prefigurata con i rilievi a terra corrisponde alla realtà, una realtà che solo le vedute satellitari ci hanno confermato. Bisogna ammettere che anche la definitiva e inoppugnabile conferma che la Terra è sferica è arrivata solo con le foto spaziali come quella della navetta Apollo 17 del 1972.
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Epbd: il quadro nazionale e i dati su Brescia e provincia
32 maggio/giugno/2024
Pubblicata in Gazzetta Ufficiale europea la Direttiva “Case green” per la decarbonizzazione del patrimonio edilizio. Proposte in sintesi, in questo approfondimento, le ricadute a livello nazionale e bresciano. Nella nostra provincia potrebbero essere interessati da interventi di riqualificazione energetica circa 120mila edifici residenziali
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Parte la sfida
La Direttiva è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale europea, ora deve essere recepita dai singoli Stati
focus
dati
Brescia
34 maggio/giugno/2024
Epbd: il quadro nazionale e i
su
e provincia
Potrebbero essere interessati circa 120mila edifici residenziali bresciani. A livello nazionale circa un milione di edifici da ristrutturare entro il 2030 e altri 400mila dal 2030 al 2035
L’Epbd (Energy Performance of Building Directive), meglio nota come direttiva “Case Green” è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, diventando così legge a livello europeo. Una svolta significativa per le politiche energetiche comunitarie e dei singoli stati, che mira a ridurre i consumi di energia e le relative emissioni di CO2 del parco immobiliare dei 27 Stati membri per raggiungere l’obiettivo della totale decarbonizzazione entro il 2050. I numeri europei rivelano che il 75% degli edifici dell’UE è tuttora inefficiente sul piano energetico. La direttiva punta a ristrutturare in sei anni 35 milioni di unità immobiliari, tenendo conto che gli edifici sono responsabili del 40% del consumo finale di energia nell’Unione europea e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra associate all’energia.
In Italia la maggior parte degli edifici esistenti è inefficiente sotto il profilo energetico e l’applicazione della direttiva comporterà una ristrutturazione su vasta scala. Ad oggi la nazione è in piena traiettoria, dato che il 110% ha permesso di ristrutturare ben
460mila edifici in tre anni, dal 2020 fino al 2023. Il Superbonus nel corso del 2021, con l’entrata a regime, ha portato nella provincia di Brescia rilevanti investimenti, pari a 1,8 miliardi di euro a valori correnti, un valore che raggiunge l’82% degli investimenti complessivi in manutenzione straordinaria del patrimonio abitativo provinciale. Nel 2022 viene raggiunto il livello record di 2,6 miliardi, quasi l’83% del rinnovo abitativo, una percentuale che si mantiene al di sopra della media nazionale (dati Cresme per Campus Edilizia Brescia - Studio “Next Vision Brescia”).
Ora occorre intervenire su circa un milione di edifici in più entro il 2030 e circa altri 400mila dal 2030 al 2035, per una stima complessiva di circa
200 miliardi di investimenti fino al 2035. Due, infatti, le tranche iniziali di questo percorso: una prima riduzione del 16% del consumo medio di energia primaria dell’intero parco immobiliare deve avvenire entro il 2030, percentuale che sale al 20/22% entro il 2035. Inoltre, si deve provvedere affinché almeno il 55% del calo del consumo medio di energia primaria sia conseguito mediante la ristrutturazione del 43% degli edifici residenziali con le prestazioni peggiori. Rimane in capo ai singoli stati membri definire con quali modalità raggiungere gli obiettivi. In Italia, mantenendo lo stesso ritmo di ristrutturazioni portate avanti con il Superbonus e l’Ecobonus negli ultimi anni, sia in termini di numero sia come profondità degli interventi, sarà possibile raggiungere l’obiettivo stabilito dall’Europa (secondo le stime e proiezioni Ance a partire dai dati Enea), intervenendo sugli
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focus Epbd: il quadro nazionale e i dati su Brescia e provincia
edifici più energivori (classi G e F). Diverse le scadenze per gli immobili non residenziali: dovrà essere ristrutturato il 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Per il futuro però si guarda a consumi ‘Net Zero’, dove ogni emissione di gas serra deve essere eliminata. Dal 2028 i nuovi edifici di proprietà di enti pubblici dovranno essere a emissioni zero, mentre dal 2030 seguiranno tutti gli edifici privati di nuova costruzione.
I dati bresciani
PLa normativa, rispetto alle considerazioni precedentemente diffuse sul provvedimento, pone come elemento centrale il consumo medio di energia primaria e non più il numero effettivo di edifici da rinnovare. Il focus è riservato agli immobili meno performanti, quindi gli interventi di riqualificazione saranno più mirati e potranno abbattere i consumi energetici in modo più selettivo ed efficace. Il contributo dell’edilizia in questo senso è prioritario. L’impatto sempre più evidente dell’emergenza climatica impone una transizione radicale per contenere l’aumento della temperatura entro 1,5° C. La sfida principale per l’attuazione di questa direttiva sarà legata alla disponibilità di finanziamenti adeguati e di manodopera qualificata. Come sottolinea Ance, è essenziale stabilire regole chiare che garantiscano un intervento efficace e sostenibile a medio e lungo termine: questo permetterà di creare un mercato equilibrato caratterizzato da alta qualificazione e sicurezza per imprese, lavoratori e cittadini.
er quanto concerne la nostra provincia, secondo la rielaborazione di Ance Brescia dei dati Istat (2011), ipotizzando di rinnovare il 43% degli edifici a peggior prestazione gli immobili interessati potrebbero essere circa 50mila, vale a dire il 23% del patrimonio residenziale bresciano. Gli interventi più urgenti sono la riqualificazione delle case di classe E, F, G, ossia le categorie energetiche peggiori, che a Brescia rappresentano più di 120mila immobili, cioè poco più del 50% del totale degli edifici residenziali. Le stesse categorie a livello nazionale pesano quasi il 68% del totale degli edifici residenziali, il 57% a livello regionale. Facendo un calcolo sulla base degli investimenti medi su un singolo edificio comunicato dall’ultimo rapporto sul Superbonus di Enea, se si dovesse intervenire sugli edifici rientranti nelle classi energetiche peggiori (circa 50mila come sopra indicato), il costo totale degli interventi per il rinnovamento nella provincia bresciana potrebbe ammontare sino a 12 miliardi di euro, cifra che contempla gli interventi su tutte le tipologie d’immobile, dal singolo appartamento al condominio da decine o centinaia di vani.
Cifre consistenti alle quali vanno a sommarsi anche gli edifici non residenziali. Basandosi sempre sui dati dell’Enea che indicano un risparmio di energia primaria non rinnovabile superiore ai 9.000 GWh/anno grazie al Superbonus al dicembre 2022, se si dovesse intervenire a Brescia sul 43% degli edifici si potrebbe raggiungere un risparmio potenziale di circa 1.000 GWh/anno. Obiettivi ambiziosi ma che l’Italia potrebbe centrare, infatti, calcolando i dati Enea del Superbonus, in Lombardia si è intervenuti sul 7,3% degli edifici. Mantenendo un trend simile, a livello nazionale da qui sino al 2030 si potrebbe ottenere un calo dei consumi del 16%.
36 maggio/giugno/2024
Case green scadenze
31 dicembre 2024 1 gennaio 2025 31 dicembre 2025 31 dicembre 2026
Entro il 31 dicembre 2024 gli edifici non residenziali devono avere sistemi di automazione e controllo per gli impianti di riscaldamento, condizionamento e a ventilazione con potenza nominale utile superiore a 290 kW
Stop dal 1° gennaio 2025 agli incentivi fiscali per l’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili
Entro il 31 dicembre 2025 gli Stati membri dell’UE dovranno presentare il piano nazionale di ristrutturazione degli edifici
Entro il 31 dicembre 2026 devono essere installati impianti solari su tutti gli edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250mq
1 gennaio 2027 1 gennaio 2028 31 dicembre 2029 1 gennaio 2030
Entro il 31 dicembre 2027, devono essere installati impianti solari su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con superficie superiore a 2000 mq e su quelli con superfice superiore a 500 mq sottoposti a ristrutturazione
A partire dal 1° gennaio 2028, i nuovi edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero.
Scatta l’obbligo del calcolo del GWP durante il ciclo di vita degli edifici di nuova costruzione con una superficie superiore a 1.000 mq
Entro il 31 dicembre 2029, dovranno essere installati impianti solari su tutti i nuovi edifici residenziali e tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti
A partire dal 1° gennaio 2030 gli edifici di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero
31 dicembre 2030 1 gennaio 2033 31 dicembre 2035 1 gennaio 2040
I consumi medi degli edifici residenziali e non residenziale dovranno diminuire del 16% rispetto al 2020
I consumi medi degli edifici non residenziali dovranno diminuire del 26% rispetto al 2020
Entro il 31 dicembre 2035 il consumo medio di energia primaria dell'intero parco immobiliare residenziale deve diminuire del 20-22% rispetto al 2020
Stop installazione caldaie a gas
LE PRINCIPALI TAPPE
focus Epbd: il quadro nazionale e i dati su Brescia e provincia 38 maggio/giugno/2024
Il punto con i dati Siape
1 gennaio 2027
Entro il 1º gennaio 2027, l’Italia deve darsi una tabella di marcia per introdurre valori limite del GWP totale cumulativo per gli edifici di nuova costruzione
31 dicembre 2030
Entro il 31 dicembre 2030 dovranno essere installati impianti solari su tutti gli edifici pubblici con una superficie superiore a 250 mq
Decarbonizzazione del parco immobiliare europeo
Dai dati Siape (Sistema informativo sugli Attestati di prestazione energetica) aggiornati al 20 maggio 2024, dei più di 168mila Attestati di prestazione energetica registrati (87,4% per il residenziale e il 12,6 per il non residenziale), oltre il 38% degli edifici certificati rientra nelle classi più energivore (F e G), mentre le classi A (dalla A1 alla A4) comprendono quasi il 21% degli immobili soggetti ad Ape. A livello nazionale, come riportato nel Rapporto annuale sull’Efficienza energetica 2023 redatto da Enea: “Gli immobili certificati sulla piattaforma mostrano un buon miglioramento delle prestazioni energetiche tra il 2021 e il 2022, con l’incremento di circa il 4,5% dei casi ricadenti nelle classi energetiche comprese tra A4 e B (15,4%); le classi energetiche peggiori (F e G) scendono al 51,3%, mentre quelle intermedie (da C a E)
rimangono stabili. Tuttavia, tale miglioramento delle prestazioni energetiche è piuttosto disuniforme nel momento in cui si analizzano le singole destinazioni d’uso: migliorano gli immobili residenziali, gli uffici, le attività sanitarie e le attività sportive; negli altri casi troviamo, invece, una situazione piuttosto stabile rispetto al 2021, ad esclusione delle attività scolastiche e quelle industriali dove la percentuale di classi energetiche F e G cresce di circa il 2,5%”.
Fonte: Siape (al 20 maggio 2024)
È essenziale stabilire regole chiare che garantiscano un intervento efficace e sostenibile a medio e lungo termine: questo permetterà di creare un mercato equilibrato caratterizzato da alta qualificazione e sicurezza per imprese, lavoratori e cittadini.
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2050
formazione
Its I Cantieri dell’Arte è l’Istituto di formazione tecnica superiore che in Lombardia offre corsi di formazione terziaria professionalizzante per giovani interessati a lavorare nel settore dell’edilizia, dell’arte e della cultura. Una realtà di sistema che vede coinvolto tutto il mondo dell’edilizia lombarda: partecipano alla Fondazione le Ance territoriali con Ance Lombardia e il sistema paritetico formativo edile. La missione di Its Academy I Cantieri dell’Arte è quella di fornire agli studenti diplomati una formazione di alta qualità; gli studenti acquisiscono le competenze e le conoscenze necessarie per diventare figure professionali qualificate e competenti in un settore in continua espansione attraverso piani annuali e biennali che prevedono percorsi altamente specializzati e una forte interazione con il mondo del lavoro. Nel mese di novembre 2023 sono stati avviati quattro corsi e più precisamente: a Milano, Digital Construction Manager in Historical Buildings presso Esem - Cpt; a Bergamo, Digital Construction Manager nella Scuola Edile Bergamo; a Brescia, Digital Construction Manager e Bim Manager, entrambi presso Eseb — Ente sistema edilizia Brescia.
Per conoscere le motivazioni che hanno portato alla nascita degli Its e in particolare della dinamica realtà lombarda, e per meglio comprendere il ruolo della formazione tecnica superiore e avere una visione approfondita delle professioni più innovative ricercate dall’edilizia, ci confrontiamo con Marco Martini, presidente di Its Academy I Cantieri dell’Arte.
Presidente Martini, ci illustra a grandi linee quando e come nascono gli Its in Italia?
Grazie anzitutto per l’opportunità di raccontare la realtà Its. I Cantieri dell’Arte nasco-
Dall’Its Academy I Cantieri
dell’Arte una risposta efficace alle nuove sfide in ambito ambientale, tecnologico e sociale
La
testimonianza del presidente Marco Martini
La missione di Its Academy I Cantieri dell’Arte è quella di fornire agli studenti diplomati una formazione di alta qualità
di Adriano Baffelli
40 maggio/giugno/2024
Marco Martini è il presidente di Its Academy I Cantieri dell’Arte, realtà che nasce per offrire agli studenti una formazione di alta qualità. Ragazzi e ragazze acquisiscono conoscenze e competenze professionali, improntate alle nuove tecnologie, in linea con le richieste del mondo del lavoro
no nel 2007 dalla lungimiranza di Ance Brescia e Assimpredil-Ance Milano, Lodi, Monza e Brianza che comprendono la necessità di formare nuove figure professionali per un Nuovo che avanza; causa Pandemia il progetto rallenta ma a partire dal 2021 riprende vigore e determinazione. Nel dicembre 2023 la Fondazione allarga la sua compagine a tutte le Ance territoriali e alle loro Scuole Edili; il progetto Its diventa un programma regionale.
E in tale contesto quali sono le motivazioni e l’iter della nascita dell’Its Cantieri dell’Arte?
Le motivazioni che portano alla nascita sono la comprensione che nuovi temi, nuove sfide (ambiente, tecnologia, valori sociali) sono ormai realtà quotidiana e solo con nuove figure adeguatamente preparate si potranno affrontare e vincere. Oggi termini quali Bim e Circular Economy sono normalità ma per renderli concreti bisogna disporre di nuovi tecnici che sappiano “maneggiare” questi programmi, queste tecnologie.
Sulla base della sua esperienza alla guida di un Its, quale ruolo svolge la formazione tecnica superiore?
La scuola preparatoria (Cat, Licei) offrono un’ottima preparazione teorica, forniscono gli strumenti teorici del sapere, ma offrono limitate opportunità di verificare sul campo, nella quotidianità di queste nozioni. Il biennio post-diploma Its che alterna lezioni teoriche, tenute da docenti universitari, da tecnici d’impresa, da professionisti, ma di taglio pratico ad un tirocinio di lunga durata in Impresa, permette al giovane di verificare sul campo ciò che apprende. Si ha quindi apprendimento specialistico ma anche apprendimento della vita di impresa
Dottor Martini, lei che ha vissuto esperienze manageriali
internazionali, quali differenze ravvisa tra la formazione professionale e tecnica superiore all’estero, in particolare nel mondo anglosassone e in quello tedesco, e quella di casa nostra?
Negli altri paesi il percorso scolastico tecnico non è una diminutio professionale ma bensì una realtà consolidata e apprezzata dalle famiglie, dagli studenti, dalle imprese; noi lo stiamo scoprendo adesso, quindi dobbiamo tutti impegnarci per ridurre questo gap.
Quali sono le professioni più innovative ricercate dall’edilizia?
Tutte le figure professionali che sappiano gestire i più evoluti programmi di progettazio-
ne e gestione del cantiere (vedasi Bim) sia nelle componenti progettuali ma e specie nella gestione quotidiana e amministrativa. Le figure che conoscano l’implementazione pratica delle normative e le tecnologie per adempire alla transizione ecologica, al risparmio energetico e recupero e riqualificazione del patrimonio edi-
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Sostenibilità “senza pensieri”
Open Network, tramite il dipartimento Sostenibilità, diretto dalla Dott.ssa Beatrice Scappini (professionista con oltre un decennio di esperienza in consulenza, insegnamento e ricerca in ambito universitario sul tema) fornisce servizi all'avanguardia nel settore dell'ESG –Environmental, Social, and Governance –, sempre più cruciale per il tessuto imprenditoriale contemporaneo.
Open Network, in un'epoca in cui la consapevolezza ambientale e l'etica aziendale giocano un ruolo sempre più rilevante nelle strategie di business, si propone di offrire un supporto completo e specializzato alle aziende che ambiscono a integrare principi di sostenibilità nelle loro operazioni.
Rilevante in questo contesto è il supporto che Open Network offre
anche al settore edile e delle costruzioni.
In questo ambito, l'adozione di principi di sostenibilità assume un ruolo importante: ancora oggi, il settore è fortemente legato all'utilizzo di materiali “estrattivi vergini” e poco orientato alla circolarità.
Grazie alla convenzione stipulata con Ance Brescia, Open Network rivolge a tutti gli associati servizi su misura orientati all’adozione dei criteri Esg, riservando condizioni di particolare favore.
L’obbiettivo è quello di guidare le imprese edili verso pratiche più sostenibili, ponendo le basi per una business continuity che tenga conto dell'importanza di un impiego responsabile delle risorse e della minimizzazione dell'impatto ambientale. La consulenza prevede innanzitutto l'implementazione di strategie di sostenibilità mirate, che permettano
alle imprese di allinearsi con gli standard ESG globali. Questo non solo migliora l'immagine aziendale e rafforza la fiducia degli stakeholder, ma apre anche la strada a nuove opportunità di mercato e a una maggiore resilienza operativa.
Inoltre, Open Network risolverà per il cliente il problema della complessità normativa e della rendicontazione in ambito ESG.
Molte aziende si trovano infatti alle prese con la sfida di interpretare e applicare le normative sul tema, che sono effettivamente molto articolate e in continuo aggiornamento.
Chi fosse interessato, può fin da ora contattare Open Network s.r.l. ai seguenti recapiti: info@opennetworksrl.it tel. 030 6480473
42 maggio/giugno/2024
Dott.ssa Beatrice Scappini
lizio esistente. Ma non dimenticherei il costante impegno ad infondere “cultura della sicurezza” formando persone più consapevoli e quindi luoghi di lavoro più sicuri.
Presidente Martini, come riuscite a raggiungere i giovani e le famiglie con la vostra specifica offerta formativa?
Abbiamo creato un Team Orientamento che si confronta con le scuole superiori e con i professori per poi organizzare giornate di presentazione dei ns. corsi; organizziamo Open Day dove oltre agli studenti invitiamo i genitori per spiegare quale futuro potranno avere i loro figli. C’è un dato molto rilevante: più del 90% degli studenti alla fine del biennio Its ha trovato un lavoro. Vorrei anche evidenziare che il mondo delle costruzione può offrire tantissime opportunità di lavoro anche alla componente femminile. Quando pensiamo all’edilizia noi vediamo il cantiere, ma questo è solo una parte del luogo di lavoro, prima, durante, dopo la vita di cantiere ci sono tantissime attività necessarie e di altissima qualità e professionalità che non richiedono un “Genius” , ma solo competenza e passione.
Che cosa appassiona di più i ragazzi tra le materie e i corsi che proponete?
La filiera dell’edilizia è così ampia e variegata che siamo in grado di soddisfare “quasi tutti” i sogni; chi ama stare all’aperto segue e coordina la vita di cantiere, chi preferisce l’ufficio può spaziare dalla progettazione alla contabilità di cantiere, agli acquisti e preventivi. Abbiamo risposte per ogni desiderio. In ogni caso la tecnologia è sempre un fattore importante e nell’edilizia si sta affermando sempre di più (si pensi all’uso dei droni) e avere “giovani digitali” consentirà al settore di crescere ed evolvere più rapidamente.
Cantieri dell’Arte nascono nel 2007 dalla lungimiranza di Ance Brescia e Assimpredil-Ance Milano, Lodi, Monza e Brianza che comprendono la necessità di formare nuove figure professionali per un Nuovo che avanza; causa Pandemia il progetto rallenta ma a partire dal 2021 riprende vigore e determinazione
Nota differenze d’approccio di famiglie e studenti nei diversi territori lombardi dove operate?
Sì, ci sono differenze legate all’evoluzione del territorio, dove prevalgono i servizi (Milano) rispetto alla produzione, ma anche valori comuni, serietà di dove si lavorerà, possibilità di assunzione, stipendio. Noi come Its (sostenuto dal mondo imprenditoriale) siamo in grado di dare risposte convincenti e di qualità.
Qual è il coinvolgimento e il ruolo delle imprese edili rispetto all’attività del vostro Its?
Come detto in apertura, oltre ai Soci istituzionali (Comune, Università,) i Soci fondatori e finanziatori sono le imprese edili che attraverso le Ance territoriali e Ance Lombardia sostengono le attività della Fondazione; le imprese sono parte attiva di questo progetto perché finanziano, sono luoghi dove si svolge lo stage formativo, e assumono i giovani. Le imprese sono il motore dell’Its.
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economia Luci e ombre accompagnano l’inizio del 2024
Il sistema produttivo bresciano è impegnato da tempo a fronteggiare le sfide imposte, quasi incessantemente, dal contesto internazionale
Nel primo trimestre 2024 la produzione dell’industria manifatturiera territoriale ha registrato una variazione positiva rispetto a fine 2023 pari a +2,2% (congiunturale), mentre l’evoluzione nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso (tendenziale) ha mostrato ancora un segno negativo (-2,3%), di entità analoga a quella sperimentata tra ottobre e dicembre scorsi. Dal quadro delineato dall’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia emerge che, a seguito di quanto evidenziato, il tasso acquisito - ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse modifiche fino alla fine dell’esercizio - è di poco positivo (+0,5%), nonostante la componente negativa ereditata dal 2023 (pari a -1,6%). Le previsioni per i prossimi mesi sono moderatamente positive, con un saldo netto in attivo (+17%) tra indicazioni ottimistiche e pessimistiche espres-
se dalle aziende, nonostante la maggioranza assoluta del campione (57%) di imprese analizzato sia orientata per il sostanziale mantenimento dei livelli produttivi rilevati nel primo trimestre dell’anno. Fra gli elementi di potenziale positività figurano la ripresa della locomotiva tedesca (la cui crescita è comunque attesa stabilizzarsi su ritmi tutt’altro che esaltanti), le basse quotazioni degli input energetici, la stabilizzazione dell’inflazione. Fra i fattori di rischio, vanno invece ricordati la debole fase del manifatturiero globale, l’inasprimento delle tensioni geopolitiche in atto, i possibili effetti negativi sul commercio mondiale derivanti da eventuali nuove strozzature nei trasporti internazionali. Lo scenario trova una sorta di riscontro anche nell’andamento della Cassa integrazione, come risulta dai dati aggiornati a fine marzo. Nel terzo mese dell’anno in corso le ore autorizzate dall’Inps alle aziende della provincia sono
primo trimestre 2024 produzione dell’industria manifatturiera territoriale rispetto a fine 2023
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state pari a 1,525 milioni, in calo del 34,1% su febbraio e del 24,1% tendenziale. Si tratta quasi interamente di Cassa ordinaria (1,403 milioni di ore), mentre la Straordinaria si ferma a 122 mila ore, dopo aver superato il milione il mese precedente. La frenata si registra anche a livello nazionale: l’ente previdenziale ha autorizzato in totale 39,9 milioni di ore a marzo, con una flessione del 14,1% a livello congiunturale e dell’8% su 2023. Considerato l’intero primo trimestre, nel Bresciano risultato concessi 5,1 milioni di ore, contro i 5,2 milioni di ore del corrispondente periodo del 2023. Numeri che, come sempre, vanno verificati alla luce dell’effettivo utilizzato dell’ammortizzatore sociale (il cosiddetto tiraggio) da parte delle imprese.
Il periodo gennaio-marzo 2024 mette in luce anche il segno positivo (pur mode-
ni?», firmata dal Centro Studi di Confindustria Brescia con l’area Education e Capitale Umano, che ha coinvolto un panel significativo di aziende. Nel dettaglio, tra le aziende che nel 2023 hanno cercato personale alle dipendenze (l’88% del campione), ben il 90% ha dichiarato di aver riscontrato problematiche nel reperimento di forza lavoro.
L’analisi per settore e classe dimensionale dei rispondenti conferma poi la forte trasversalità di tale situazione, che accomuna, pur con qualche distinguo, l’intera manifattura bresciana. Il mismatch è particolarmente evidente per gli artigiani e operai specializzati (per cui il 92% delle aziende che nel 2023 ha ricercato tale figura ha denunciato tensioni nella soddisfazione delle richieste), per le professioni tecniche (89%), per i conduttori di impianti e conducenti di veicoli (88%) e
sto) sul fronte delle aziende in provincia di Brescia: come emerge dai dati aggiornati di Movimprese - l’analisi statistica trimestrale condotta da InfoCamere, per conto di Unioncamere - a fronte di 2.483 nuove società iscritte nel registro tenuto dall’ente camerale e 2.458 cancellazioni, il saldo è in attivo di 25 unità, mentre il totale delle realtà registrate si attesta a 117.237 unità. L’andamento territoriale va in controtendenza con quello nazionale: tra gennaio e marzo il bilancio tra aperture e chiusure di attività economiche in Italia registra un saldo negativo per 10.951 unità, un valore più elevato nel confronto con lo stesso trimestre degli ultimi tre anni ma ancora ben al di sotto della media dell’ultimo decennio (-14mila imprese).
A questi segnali, nell’insieme incoraggianti, si contrappongono quelli legati alle sfide che da tempo impegnato anche il territorio. Sul fronte del lavoro, dopo aver archiviato un 2023 in ripresa per numero di occupati (dipendenti e autonomi) e un tasso di disoccupazione ai minimi, nel Bresciano non mancano i problemi: iniziando dal fatto che 9 aziende manifatturiere su 10 faticano a trovare le figure professionali che cercano. Lo ribadisce l’indagine «Mismatch e Made in Brescia — Un ostacolo oggi, un problema doma-
per le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (82%), in un contesto in cui nessun grande gruppo professionale considerato si caratterizza per una quota di aziende in difficoltà al di sotto del 50%.
Il recupero registrato dal Bresciano nell’ultimo anno in tema di occupazione complessiva lascia spazio, comunque, a un altro aspetto: il dato finale è ancora sotto i livelli pre-Covid, come si evince dalla classifica stilata dalla Cgia di Mestre mettendo a confronto i dati sul mondo del lavoro degli anni 2019, 2022 e 2023 per tutti i territori italiani: ne risulta che la provincia è ottantesima in classifica per quanto riguarda la variazione percentuale tra l’anno precedente alla pandemia e il 2023, con un calo dello 0,7%, ed è tra le 31 che vedono gli occupati scendere nel confronto tra 2019 e 2023, anche se la peggiore è Fermo, che chiude con un -7,9%.
Guardando invece al rapporto tra l’anno scorso e il 2022, Brescia archivia un +1,2% di occupati e resta la quinta provincia italiana per numero di lavoratori totali dopo Roma, Milano, Torino e Napoli. In termini regionali, la Lombardia chiude il rapporto 2019/23 a +1,1%, con una media italiana del +2%, piazzandosi al 14esimo posto nazionale.
Il recupero registrato dal Bresciano nell’ultimo anno in tema di occupazione complessiva lascia spazio, comunque, a un altro aspetto: il dato finale è ancora sotto i livelli pre-Covid
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ambiente
Il Decreto sulla cessazione della qualifica di rifiuto è dietro l'angolo. Si propone una sintesi delle principali novità in materia di End of Waste, passando in rassegna i contenuti della nuova disciplina. Il percorso è delineato e molte istanze avanzate da Ance sono state accolte. Ora il settore delle costruzioni è pronto a fare la sua parte.
End of waste e novità in materia ambientale
Sono state recepite molte delle istanze manifestate nei mesi scorsi dall’Associazione nazionale dei costruttori
Si avvicina alla firma il Decreto sulla cessazione di qualifica di rifiuto per gli inerti, meglio noto come End of waste, che disciplina la gestione e il recupero dei rifiuti derivanti da costruzione e demolizione, al fine di poterli reintrodurre sul mercato anche ampliandone gli ambiti di reimpiego. A dichiararlo è stata la viceministro dell’ambiente, Vannia Gava, in occasione dell’incontro organizzato dall’Ance lo scorso 21 marzo dal titolo “Le novità in materia ambientale. Dalla nuova disciplina per i materiali da scavo al regolamento End of Waste per i rifiuti da costruzione e demolizione”.
Un’occasione di confronto che si è svolto alla presenza di figure di rilievo come: l’ingegner
Laura D’Aprile, responsabile del Dipartimento sullo sviluppo sostenibile del Mase (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica), l’avvocato Daniele Carissimi, componente della Commissione interministeriale per la revisione della normativa ambientale e il dottor Fabrizio Penna, capo Dipartimento unità di missione Pnrr del Mase.
Ad accogliere i rappresentanti istituzionali, il vicepresidente per il Centro studi, Piero Petrucco e la vicepresidente per la Transizione ecologica, Silvia Ricci che ha dichiarato in apertura “Al viceministro va il merito di aver saputo costruire, in questi anni, un rapporto di collaborazione e fiducia tra istituzioni ed operatori, di cui, come associazione di catego-
ria, sentivamo da tempo il bisogno, segno di un importante cambio di passo, grazie al quale sono stati introdotti importanti miglioramenti e semplificazioni normative in materia ambientale”.
A conferma della proficua collaborazione instauratasi, la viceministro ha spiegato che “Il lavoro portato avanti sul decreto End of Waste inerti è il frutto di questo lavoro incredibile a più mani, condotto ascoltando gli stakeholders e monitorandone gli effetti sul campo per rimuovere le criticità”, e ha annunciato che il Ministero è pronto alla firma sul , un documento che “porta con sé grandissimi miglioramenti, semplifica e allarga le maglie del riutilizzo, riducendo la discarica e promuovendo il recupero di materiale e l’economia circolare”. Infatti, la bozza del regolamento notificato lo scorso 14 dicembre 2023 dalla Commissione europea, che andrà a sostituirsi a quello precedente (Dm 152/2022), correggerà le criticità del primo Decreto End of Waste ampliando il novero delle applicazioni cui i materiali possono essere destinati, richiedendo requisiti più o meno stringenti a seconda della finalità.
I contenuti della nuova disciplina
La cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste) è il processo attraverso il quale un rifiuto cessa di essere tale per mezzo di procedure di recupero e acquisisce invece lo status di prodotto
Nel merito dei contenuti sono state recepite molte delle istanze manifestate nei mesi scorsi dall’Ance nazionale che includono: l’ampliamento dell’ambito di applicazione attraverso l’estensione anche ai rifiuti abbandonati, la previsione di nuovi e più favorevoli limiti qualitativi di concentrazione degli inquinanti, differenziati in funzione dei diversi utilizzi, e l’introduzione di importanti semplificazioni procedurali. Il regolamento prevede anche una nuova fase
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transitoria per cui, dalla sua entrata in vigore, gli operatori del settore avranno a disposizione centottanta giorni di tempo per adeguare le eventuali autorizzazioni esistenti alle nuove regole. Per evitare eventuali problemi con le autorizzazioni in fase di rinnovo al momento dell’entrata in vigore del decreto, è stata istituita una specifica disciplina, come indicato nell’articolo 8. Viene, infatti, stabilito chiaramente che fino al completamento di questa fase transito-
ria, i produttori di aggregato recuperato possono continuare le loro attività “in conformità ai titoli oggetto di rinnovo”. Infine, il provvedimento riporta che, entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore, il Ministero dell’Ambiente valuti l’opportunità di istituire un Osservatorio per il monitoraggio dell’applicazione della disciplina piuttosto che la necessità di procedere ad un suo aggiornamento, in relazione ad eventuali criticità applicative emerse.
Rifiuti da spazzamento stradale
Novità in arrivo anche per i rifiuti da spazzamento stradale che hanno l’obiettivo, come commentato dal viceministro all’ambiente Vannia Gava, di “massimizzare il recupero di materiale inerte da spazzamento e promuoverne il riutilizzo, riducendo il conferimento in discarica “. Gli inerti recuperati potranno essere destinati alla realizzazione di sottofondi stradali e ferroviari, all’impiego in miscele bituminose, al confezionamento di malte e calcestruzzi, nonché alla realizzazione di riempimenti e colmate. Lo schema di Regolamento, composto da otto articoli e tre allegati tecnici, stabilisce i criteri per il recupero dei rifiuti da spazzamento stradale inerte non pericolosi. Questi criteri definiscono il flusso di rifiuti interessato, i requisiti per la cessazione della qualifica di rifiuto, gli utilizzi consentiti e gli obblighi documentali. Inoltre, il Regolamento prevede un’attività di monitoraggio a partire dall’entrata in vigore del provvedimento. Questo monitoraggio sarà finalizzato a verificare l’effettiva applicazione dei criteri e dei parametri stabiliti per il recupero di questa tipologia di rifiuti, assicurando la loro corretta gestione e riducendo l’impatto ambientale.
End of waste la nascita della disciplina
La disciplina dell’End of Waste è emersa come parte integrante delle politiche ambientali volte a promuovere l’economia circolare e a ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti.
Il concetto di End of Waste è stato introdotto inizialmente a livello europeo con la Direttiva 2008/98/CE sulle scorie e i rifiuti. Questa direttiva ha stabilito i principi e gli obiettivi della politica europea dei rifiuti, sottolineando la necessità di promuovere il riciclo e il riutilizzo dei materiali. Successivamente, la Direttiva 2008/98/CE è stata recepita dalle legislazioni nazionali dei vari Stati membri dell’Unione Europea, dando vita a una serie di normative nazionali specifiche sull’End of Waste.
In Italia il concetto di End of Waste è stato introdotto con il Decreto legislativo 152/2006 (Testo unico ambientale) e successivamente sviluppato con il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 120/2017. Questi provvedimenti normativi hanno definito le condizioni e i requisiti che devono essere soddisfatti affinché un materiale da rifiuto possa essere considerato come cessato di essere un rifiuto e possa essere utilizzato senza restrizioni come materia prima. Negli ultimi anni, sono state apportate diverse modifiche e aggiornamenti alle normative sull’End of Waste per migliorarne l’efficacia e favorire una maggiore circolarità dell’economia. Questo processo di evoluzione normativa è stato caratterizzato da un dialogo continuo tra autorità pubbliche, industria, e altre parti interessate al fine di garantire un equilibrio tra la tutela dell’ambiente e la promozione dell’attività economica.
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Emanuele Moraschini
LE PROVINCE NON AVREBBERO DOVUTO PIÙ ESISTERE, SULLA SCORTA DI UNA VISIONE CHE LE CONSIDERAVA SUPERATE, COSTOSE, FINANCO INUTILI, CHE HA CARATTERIZZATO UNA CERTA FASE DELLA POLITICA NAZIONALE. UNA FASE APPARENTEMENTE RIFORMATRICE, IN REALTÀ TRASFORMATASI IN UN GIOCO A SOTTRARRE E A CANCELLARE SENZA POCO O NULLA COSTRUIRE. IL RISULTATO È STATA UNA LEGGE PASTICCIATA E SENZA GRANDE COSTRUTTO CHE NON HA ELIMINATO L’ENTE TERRITORIALE MA NE HA IN PARTE MODIFICATO LE FUNZIONI. AL CONTEMPO HA RESO INCERTE LE RISORSE E CAMBIATO LE MODALITÀ DELL’ELEZIONE DEGLI ORGANI DI GOVERNO: DAL VOTO POPOLARE SI È PASSATI A UN’ELEZIONE DI SECONDO GRADO. DA PIÙ PARTI S’INVOCA UNA RIMODULAZIONE DELLA NORMATIVA, DIFFICILE CAPIRE SE IN TEMPI ACCETTABILI SI TORNERÀ ALL’ELEZIONE DIRETTA DEI VERTICI E ALL’INDICAZIONE DELLA GIUNTA ANZICHÉ DEI CONSIGLIERI DELEGATI. LA CONSAPEVOLEZZA CHE SOVENTE IL PROVVISORIO DURA ANNI, SE NON DECENNI NON FA BEN SPERARE.
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Conosciamo il presidente della Provincia di Brescia
Un ente che merita rispetto al quale vanno restituiti dignità, ruolo e risorse
di Adriano Baffelli
Non pare vero di attraversare la bellezza raccolta di Piazza Paolo VI senza dover fare lo slalom tra una distesa di sagome d’acciaio. Eppure, sino a pochi anni fa, tanto che il ricordo è ancora vivido, questa piazza — già denominata Piazza Duomo — era un ampio parcheggio a cielo aperto e le auto transitavano senza soluzione di continuità.
Un prima e un poi condivisi con altre splendide italiche piazze, come Piazza Vittorio a Torino, osservata dalla Mole Antonelliana che torreggia a breve distanza. Sulla piazza s’affaccia anche la solida e aristocratica sagoma del Broletto, sorto, insieme alla torre del Pègol all’incirca mille anni or sono. Tra il 1223 e il 1226 viene realizzato il palazzo Novum Majus, ampliato nel 1232 con l’aggiunta di palazzo Novum Minus. Il complesso oggi ospita la Provincia di Brescia e la Prefettura. Tra queste storiche mura incontriamo il presidente Emanuele Moraschini.
Presidente Moraschini, da poco più di un anno è al vertice della Provincia di Brescia. Qual è il bilancio della prima fase a Palazzo Broletto?
È un impegno e un onore porter rappresentare un territorio così vasto non solo da un punto di vista geografico. Insieme ai sedici consiglieri che mi affiancano, la Provincia è il primo punto di riferimento di 205 comuni e in questo anno abbiamo continuato, nonostante le difficoltà economiche imposte dalla Legge Delrio a garantire sicurezza, soprattutto per quanto riguarda strade e scuole, e servizi essenziali, con una particolare attenzione alle istanze che giungono da un territorio complesso, per lo più montano.
C’è un obiettivo, tra quelli raggiunti, che più di altri considera significativo?
Credo che il risultato più significativo sia stato quello di riuscire, con i consiglieri, a por-
FOTOLIVE La Provincia è il primo punto di riferimento di 205 comuni e in questo anno abbiamo continuato, nonostante le difficoltà economiche a garantire sicurezza
tare avanti politiche concrete, che andassero oltre le appartenenze politiche, ma che si concentrassero sui bisogni delle collettività, attraverso l’ascolto e la presenza. Non era scontato che le larghe intese, con le quali sono stato eletto, portassero a una condivisione positiva di obiettivi. Colgo quindi l’occasione per ringraziare tutti i Consiglieri che con dedizione e spirito di servizio, lontani da ogni ideologia, lavorano quotidianamente per il futuro della Provincia. Mentre c’è un risultato che non è riuscito a conseguire e perché?
Stiamo lavorando a molti progetti. I nostri settori hanno fatto un lavoro incredibile per intercettare milioni di fondi di Pnrr con i quali stiamo lavorando nella riqualificazione di strade e scuole. Sicuramente non riusciamo a fare quanto vorremmo per questo stallo politico che lascia le Province del limbo da dieci anni. Svuotati di risorse e di competenze, è difficile gestire un territorio come il nostro, che è fatto di quasi 2.000 Km di strade, 470 tra ponti e viadotti, 200 edifici scolastici che accolgono ogni giorno oltre 50mila studenti. Ci occupiamo dell’Ambiente, per quanto riguarda valutazioni, ma non programmazione. Siamo attivi sulle Politiche del Lavoro con i nostri Centri per l’Impiego. Quello che manca a una provincia che è più grande di sei regioni italiane sono le risorse per fare sempre meglio.
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Classe 1975, Emanuele Moraschini nasce e vive in Valle Camonica. Diplomato al Liceo Scientifico Camillo Golgi di Breno, promotore finanziario, ha conseguito il Master in Financial Planning presso l’Università degli studi di Siena - Facoltà di Economia
“R.M. Goodwin” . Emanuele Moraschini è sindaco di Esine dal 2016 e Presidente del Distretto di Vallecamonica dal 2017. Il 29 gennaio 2023 è stato eletto presidente della Provincia di Brescia
Le nostre strade sono sicure. Sono monitorate costantemente. Siamo stati primi in Italia ad aver stipulato con l’Università un progetto di analisi strutturale dei nostri manufatti e dove necessario siamo intervenuti e stiamo intervenendo
Il nostro territorio provinciale è esteso. Un aspetto che si lega ai molti chilometri di strade che sono a carico della Provincia. Le risorse disponibili sono sufficienti per garantire le necessarie manutenzioni periodiche?
Riusciamo a garantire sia le manutenzioni ordinarie sia quelle straordinarie, che, in questo periodo di cambiamenti climatici si fanno sentire sempre più spesso. Come dicevo, il territorio bresciano è per lo più montano e quindi più soggetto a frane e smottamenti. Abbiamo lavorato, per esempio, in modo intenso e investendo molte risorse per l’apertura della strada della Forra, il cui versante, dopo poco è nuovamente crollato. Sono situazioni complesse, nelle quali bisogna sempre mettere al centro la sicurezza delle persone.
Le risorse sono connesse anche alla sicurezza. In particolare, dopo i numerosi interventi di verifica ed eventuale riqualificazione di ponti e infrastrutture, le strade della nostra provincia sono sicure?
Le nostre strade sono sicure. Sono monitorate costante-
mente. Siamo stati primi in Italia ad aver stipulato con l’Università un progetto di analisi strutturale dei nostri manufatti e dove necessario siamo intervenuti e stiamo intervenendo.
Come dicevo, è impossibile prevedere frane o smottamenti, ma possiamo dire con certezza che i nostri settori lavorano al meglio per garantire la sicurezza di chi transita sulle nostre strade.
Conosciamo la sua attenzione al tema dell’ipotesi realizzazione quarta corsia sull’A4 (del tema scriviamo diffusamente in un altro articolo della rivista). Quali saranno le ricadute su territorio e sulla viabilità locale?
Le ricadute sul territorio credo saranno positive come tutte le opere che vanno a migliorare la nostra viabilità. Stiamo attendendo da tempo anche il raccordo della Valle Trompia. Favorire la viabilità significa favorire l’economia, connettere i territori e quindi portare sviluppo e crescita, decongestionando il traffico con nuove soluzioni.
Presidente, in tema di infrastrutture e viabilità la Corda
incontri 50 maggio/giugno/2024
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Molle può giocare un ruolo di particolare rilevanza nel contesto della viabilità, quindi della qualità della vita, del nostro territorio.
Quando i lavori saranno completamente terminati e davvero non diventerà un’arteria a pedaggio?
A tal proposito abbiamo organizzato diversi tavoli di confronto e ci siamo confrontati con il Governo. Sarebbe auspicabile che chi utilizza la corde molle per recarsi quotidianamente al lavoro, i residenti dei comuni limitrofi, per intenderci, di prima e seconda fascia, non debbano pagare un pedaggio, che invece potrebbe essere applicato per chi utilizza la corda molle come vero e proprio raccordo autostradale. Ovviamente il privato che ha portato avanti i lavori necessita di recuperare le risorse investite e quindi il dialogo resta aperto e la Provincia continuerà a portare avanti le istanze che giungono dai territori.
Scuole e fondi Pnrr: la situazione in provincia di Brescia è positiva? Ci indica i numeri e gli aspetti principali, anche con aspetti di particolare ri-
lievo, degli interventi terminati e in corso?
Siamo riusciti ad intercettare molti fondi e grazie al lavoro del Settore e alle competenze del Consigliere Filippo Ferrari la Provincia sta intervenendo ed è intervenuta in ampliamenti, lavori antisismici, bioedilizia, nuove palestre. Insomma, un grande lavoro e una grande progettualità che sta migliorando la qualità della vita di chi vive la scuola, a partire dai nostri ragazzi. Facendo tesoro anche della sua esperienza di sindaco, qual è l’obiettivo principale che si prefigge di raggiungere durante il suo mandato a favore della collettività bresciana?
Riuscire a ridare dignità alla Provincia, negli ultimi anni percepita come un Ente da abolire. Mi piacerebbe che la collettività fosse del tutto consapevole, attraverso le azioni concrete che porteremo avanti, che le Province sono davvero il primo punto di riferimento per i comuni, per la collettività e che grazie ad esse si possono realizzare progetti sovracomunali di grande valore. La Provincia, inoltre, attraverso la centrale unica di
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Riuscire a ridare dignità alla Provincia, negli ultimi anni percepita come un ente da abolire. Mi piacerebbe che la collettività fosse del tutto consapevole, attraverso le azioni concrete che porteremo avanti, che le Province sono davvero il primo punto di riferimento per i comuni, per la collettività e che grazie ad esse si possono realizzare progetti sovracomunali di grande valore
committenza, è in grado si snellire la burocrazia e di gestire le gare per conto dei comuni. Ecco, credo sia questo quello che vorrei emergesse alla fine del mio mandato: una Provincia protagonista sul territorio e per il territorio.
Ritiene che l’Hub della conoscenza possa essere uno strumento utile per la crescita della Bassa Bresciana, ad esempio attraverso il dialogo tra giovani studenti e imprese?
Lo ritengo fondamentale. Il dialogo tra i giovani e le imprese credo sia la strada vincente per connettere al meglio la domanda con l’offerta. L’Hub della conoscenza è un progetto innovativo, che ha tutta la mia stima. La Bassa è un territorio ricco di imprenditori. A livello istituzionale manca una connessione, penso ad esempio alle comunità mon-
tane in altre zone; manca quell’organo intermedio che possa unire i comuni e renderli più forti. Progetti come questo diventano dunque ancora più preziosi per tutto il territorio. Fare rete penso sempre sia la strada migliore per crescere e raggiungere obiettivi comuni.
Come si ricarica nei suoi momenti liberi quando può abbandonare ruoli e responsabilità, sia pure per breve parentesi?
Essendo papà di un bimbo di circa due anni, diciamo che le poche energie che mi rimangono dopo una giornata in Provincia le dedico molto volentieri ai miei affetti. In generale amo molto la natura, la corsa, ma anche fare passeggiate all’aria aperta e visitare, quando possibile, i nostri laghi, i nostri borghi di montagna, ricchi di storia, di cultura e di tradizioni.
incontri 52 maggio/giugno/2024
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fondazione campus edilizia
Campus Edilizia Brescia: costituita la Fondazione Ets
Tra i soci fondatori Ance, Comune e Confindustria
La sinergia tra i vari qualificati partner privati e pubblici contribuirà ad offrire strumenti agli addetti ai lavori e alla collettività a supporto di una Brescia proiettata al 2050
Ènata la Fondazione Campus Edilizia Brescia Ets. Firmato l’atto costitutivo dell’ente del terzo settore che consolida le azioni e gli obiettivi portati avanti nei primi sette anni di attività dal progetto Campus Edilizia Brescia (www.campusediliziabrescia.it) dando struttura a una visione più ampia e diffusa di città e provincia sostenibili e promuovendo interventi di rigenerazione tesi a migliorare la qualità della vita e dell’abitare grazie alla sinergia di qualificati partner privati e pubblici. Nella sede del notaio Chiara Mistretta a Brescia, erano presenti i soci fondatori: Ance Brescia, Comune di Brescia, Confindustria Brescia, rispettivamente nelle persone di Fabio Rizzinelli, Michela Tiboni e Filippo Schittone, insieme agli imprenditori Paolo Bettoni, Raffaele Collicelli, Massimo Angelo Deldossi e Franco Gussalli Beretta.
Eletto presidente l’ingegner Massimo Angelo Deldossi, oggi alla guida dei costruttori bresciani e vicepresidente di Ance nazionale con delega a Tecnologia e Innovazione. Con lui, nominato l’Organo di controllo nella persona del dottor Severino Gritti, presidente dell’Odcec di Brescia e il direttore, individuato nella figura di Ugo Pagani, già City manager di A2A. Realtà senza scopo di lucro, come da indicazione statutaria, la Fondazione per-
segue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, di ricerca scientifica di particolare interesse collettivo, di promozione dello sviluppo economico e umano della collettività, coordinamento e sviluppo di attività di ricerca e divulgazione relative all’edilizia e alla trasformazione del territorio. Si propone inoltre lo svolgimento continuato di attività formative e culturali nonché di interventi, servizi e pratiche innovative per la salvaguardia e il miglioramento delle condizioni dell’ambiente, l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali e per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio urbano.
La sinergia tra i vari qualificati partner privati e pubblici contribuirà ad offrire strumenti agli addetti ai lavori e alla collettività a supporto di una Brescia proiettata al 2050. Anno in cui l’Europa prevede il raggiungimento di un’economia climaticamente neutra per tutti gli Stati membri. Brescia in termini di azioni a tutela di ambiente, energia e clima vuole essere protagonista nel panorama nazionale ed europeo. Uno dei focus sarà quindi rivolto alla concreta declinazione del concetto di consumo di suolo zero, e all’obiettivo di recuperare grandi porzioni industriali dismesse, di costruire case e uffici a consumo energetico quasi o totalmente nullo.
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Massimo Angelo Deldossi
presidente Ance Brescia e Fondazione Campus Edilizia Brescia Ets
“Con lo sviluppo e la programmazione di interventi attuabili nel concreto, partendo dall’esame di cosa è stato e di dove si vuole andare, lavoreremo per fornire strumenti utili a indirizzare le scelte politiche verso strategie efficaci e obiettivi lungimiranti, ma raggiungibili, che perseguono, attraverso un impegno diffuso, finalità di utilità sociale volte al miglioramento del benessere dei cittadini”
Fabio Rizzinelli
vicepresidente Ance Brescia
“Con la costituzione della Fondazione Ets Campus Edilizia Brescia conta sul coinvolgimento di diversi attori del territorio per rispondere alla necessità di promuovere lo sviluppo economico e sociale partendo dalla valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica. Dall’analisi dei dati e dello stato dell’arte e dalla valutazione delle oggettive esigenze dell’ambiente costruito, la Fondazione elaborerà percorsi di crescita e di trasformazione del territorio, lasciando a chi ne ha la responsabilità il compito di guidare la rigenerazione urbana”
Michela Tiboni
assessore all’Urbanistica e alla Pianificazione per lo Sviluppo Sostenibile del Comune di Brescia
“Brescia ha enormi potenzialità di crescita, che passano attraverso la possibilità di rigenerazione e cura dell’ambiente e del costruito. E la visione strategica contenuta nel Pgt, che ha puntato alla costruzione di una cintura verde attorno alla città riducendo il consumo di suolo e favorendo la rigenerazione urbana, ha bisogno di un confronto con chi può e vuole fare. Fondazione Campus può essere uno strumento utile di dialogo e confronto sui bisogni della città, un dialogo che coinvolga una parte fondamentale della società civile e la nostra comunità si dimostrerà ancora una volta all’avanguardia (come nella migliore tradizione di buon governo di questa città) nel promuovere e valorizzare la partecipazione attiva e costruttiva di tutti i soggetti pubblici e privati interessati ad essere coinvolti nelle complesse sfide dello sviluppo sostenibile”
Franco Gussalli Beretta presidente di Confindustria Brescia
“La rigenerazione e il recupero degli spazi dismessi sono aspetti su cui la nostra Associazione si sta spendendo sempre più in prima linea. In questi anni abbiamo avuto più volte modo di dimostrarlo, sia sul territorio provinciale – ad esempio con l’organizzazione della nostra Assemblea Generale nell’area ex Ala di Pisogne nel 2021 – sia nel contesto urbano. In questo senso, abbiamo da subito sostenuto la nascita di Campus Edilizia, e ora quella dell’omonima Fondazione. Siamo infatti convinti che, solo attraverso una sinergia sempre più stretta tra pubblico e privato, sia possibile tracciare le migliori rotte progettuali per la nostra città. La neonata Fondazione dovrà quindi diventare una sede idonea per plasmare la città di domani, affinché diventi sempre più moderna e attuale. Una città attrattiva per i giovani, in grado di formare le nuove generazioni di talenti che costituiranno il tessuto economico del futuro”
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La robotica che rivoluziona il cantiere
ollevano carichi, costruiscono muri, montano e assemblano oggetti, alcuni hanno sembianze umane, altri invece al posto degli arti hanno braccia meccaniche e un’intelligenza digitalizzata, in grado di eseguire comandi o ridurre lo sforzo fisico del lavoratore semplificando i processi. Sono i robot dell’edilizia, frutto di un’evoluzione inarrestabile che in futuro troverà sempre più spazio nei cantieri. Adoperati per svolgere mansioni ripetitive o pericolose, possono essere sfruttati in contesti ad alto rischio per i lavoratori, a beneficio della produttività e della sicurezza. Tuttavia, ci vorrà ancora tempo prima di poter sostituire completamente i collaboratori umani, a causa sia della complessità tecnologica dei robot umanoidi, che dell’ambiente mutevole e articolato di un cantiere. La disciplina negli ultimi periodi ha fatto progressi, presentando al mercato prodotti rivoluzionari che hanno aperto nel settore edile incredibili opportunità.
Tipologie di robot in edilizia
Un robot può essere autonomo o semi-autonomo. A seconda delle sue capacità e funzionalità può agire o muoversi in autonomia ed essere dotato di un sistema di controllo interno, oppure può essere comandato da un essere umano o macchina da remoto. I robot più diffusi nel settore sono gli antropomorfi, utilizzati anche in ambito industriale, che riprendono i movimenti umani e dotati in genere da una o più braccia meccaniche. In edilizia si differenziano in base alle lavorazioni per i quali vengono impiegati: dai costruttori, ai demolitori, sino ai trasportatori o modellatori di materiali, per la sicurezza o per la pulizia.
Hadrian X
Impilare mille mattoni in un’ora con estrema precisione, in sicurezza e senza alcuna maggio/giugno/2024
fatica. Non è più fantascienza, ma realtà. A renderla possibile è stata l’azienda australiana Fastbrick Robotics che ha sviluppato Hadrian X, il robot muratore progettato per l’automazione del processo di costruzione di pareti in mattoni. Hadrian X è in grado di posizionare i mattoni in modo rapido e preciso, riducendo notevolmente i tempi di costruzione e i costi associati. Utilizzando un sistema avanzato di visione artificiale e algoritmi di controllo che si basano sull’acquisizione delle informazioni dal software Cad e dal modello 3d, il robot può analizzare il layout della struttura e posizionare i mattoni con precisione millimetrica, adattandosi alle variazioni del terreno e agli ostacoli sul percorso. È facile immaginare ad una futura integrazione con il Bim (Building Information Modeling), che potrebbe migliorare ulteriormente le sue capacità
innovazione
Da Hadrian X a Spot: come cambia il metodo di lavoro grazie all’evoluzione tecnologica
adattandosi alle esigenze specifiche del progetto edilizio.
Secondo quanto dichiarato dalla società lavorando senza sosta, HadrianX sarebbe in grado di costruire in soli due giorni una casa completa di 180 mq, con tre camere e due bagni. Una tecnologia considerata fra le innovazioni più promettenti nel settore edile, ma che non è ancora disponibile in commercio.
Una casa per spot È invece sul mercato e disponibile all’acquisto Spot, il celebre robottino della Boston Dynamics, che ha trovato una dimora presso l’Its Academy “Cantieri dell’arte” di Brescia. La nuova sistemazione fa parte di un progetto finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) destinato agli l’Its, che consente l’acquisto di strumentazioni per il potenziamento dei laboratori 4.0. L’Its Academy “Cantieri dell’arte”
ha beneficiato di questi fondi per l’acquisto di diverse attrezzature destinate alla formazione dei giovani. Tra queste, spicca proprio Spot, il celebre robot quadrupede prodotto da Boston Dynamics, famoso per la sua versatilità e agilità. Spot è in grado di muoversi agilmente sia negli ambienti interni che esterni, gestendo dislivelli, aperture di porte e scale. Comandato a distanza, può esplorare edifici abbandonati o pericolosi, garantendo una perlustrazione sicura ed efficiente. Infatti, va dove non potrebbe andare l’uomo, evitando e prevenendo le situazioni di pericolo. Spot è un robot modulare e può preve-
dere l’aggiunta di vari apparati e sensori in base al compito da svolgere o alla situazione. Il modello acquistato dall’Its verrà integrato nei prossimi mesi da un laser scanner della Trimble, messo a punto sempre dalla Boston Dynamics, in grado di scansionare e restituire le nuvole di punti in 3d e immagini panoramiche. Questo per permettere la mappatura del percorso di scansione da remoto utilizzando disegni esistenti o modelli Bim dell’edificio, anche nel caso di spazi grandi e complessi. La scelta di acquisire Spot è motivata dalla volontà di fornire agli studenti strumenti all’avanguardia per comprendere e affrontare le sfide di un settore in rapida trasformazione. L’intelligenza artificiale e la digitalizzazione stanno, infatti, rivoluzionando il settore delle costruzioni, e Spot rappresenta un’opportunità unica per i giovani di apprendere e
I robot più diffusi nel settore sono gli antropomorfi, utilizzati anche in ambito industriale, che riprendono i movimenti umani e dotati in genere da una o più braccia
familiarizzare con queste tecnologie. “Abbiamo pensato di acquisire Spot come anche gli strumenti elettronici per attirare i ragazzi e potenziare l’apprendimento vero l’innovazione. È importante poter toccare con mano e iniziare ad approcciarsi agli strumenti innovativi che presto saranno un equipaggiamento basilare di ogni cantiere” ha dichiarato Aldo Palladini già direttore dell’Its Academy “Cantieri dell’arte”. La condivisione di Spot con le altre scuole della Lombardia, facenti parte del circuito degli istituti professionali della fondazione, dimostra l’importanza di diffondere l’accesso a strumenti innovativi per i giovani studenti di tutto il territorio regionale. Il robottino sarà ospitato prevalentemente a Brescia, ma sarà disponibile per la formazione e per le esercitazioni in tutte le altre sedi lombarde a partire da quelle di Milano e Bergamo.
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L’impegno congiunto siglato dalle due realtà è stato formalizzato due anni fa con il coinvolgimento di Eseb nel progetto di induction (ovvero di inserimento di nuove risorse) dei cantieri di A2A Ciclo Idrico che include lezioni negli spazi dell’ente e iniziative on the job rivolte nello specifico alle ditte appaltatrici che operano nei cantieri A2A Ciclo idrico a Brescia e in provincia. Ora quell’esperienza si arricchisce di un nuovo strumento: mutuando il decalogo promosso dall’Ente sistema edilizia Brescia con Cassa edile Brescia per ridurre i possibili rischi connessi all’attività di cantiere, A2A Ciclo Idrico ed Eseb hanno confezionato dieci nuovi video che illustrano in pochi minuti i comportamenti corretti da seguire durante lo svolgimento di lavori stradali. Un progetto che non riguarda solo i lavoratori di A2A Ciclo Idrico, ma coinvolge l’intera filiera, vale a dire a tutto il personale, tecnico e operativo, delle aziende affidatarie ed esecutrici (appaltatori e subappaltatori). Un’iniziativa che si rende disponibile gratuitamente a tutte le imprese e supporta le attività di informazione e formazione, creando una guida di semplice fruizione, consultabile sempre e ovunque, per fissare regole comuni utili alla gestione dei rischi più critici. “Il decalogo è uno strumento di rapida consultazione che, attraverso dieci brevi video esplicativi caricati sul nostro canale YouTube, sarà di supporto sia durante i corsi di formazione in Eseb sia durante le quotidiane attività lavorative nei cantieri stradali”, afferma il geometra Paolo Bettoni, presidente dell’Ente sistema edilizia Brescia. “Come per l’analoga iniziativa promossa lo scorso anno, riferita ai rischi generici legati allo svolgimento di lavori edili, anche il nuovo decalogo sarà tradotto in
Sicurezza nei lavori stradali Il Eseb-A2Adecalogoonline su Youtube
In occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, Ente sistema edilizia Brescia e A2A Ciclo Idrico hanno presentato il decalogo per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali nei cantieri stradali. Un’iniziativa che rinnova l’efficace collaborazione avviata nel 2022 con il “Patto per la Salute e la Sicurezza dei lavoratori”, per promuovere la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro partendo da un’adeguata formazione e da un corretto addestramento di tutto il personale.
Nella foto a sinistra il presidente di Eseb Paolo Bettoni e l’ad di A2A Ciclo idrico Tullio Montagnoli. Presenti alla conferenza stampa di presentazione del progetto anche i vicepresidenti di Eseb Emanuele Plona e Fabio Mascia e il direttore dell'Ente Antonio Crescini. Nelle immagini sopra un'anteprima del decalogo e alcuni momenti dell’incontro con la stampa
Le fotografie che corredano l’articolo sono di Fotolive
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più lingue — oltre all’italiano sarà disponibile in albanese, arabo, francese, inglese, rumeno — per rendere accessibili e comprensibili alla maggior parte degli operatori impegnati in cantieri stradali le pratiche corrette da seguire per lavorare in sicurezza”, precisa il vicepresidente Eseb di rappresentanza sindacale Fabio Mascia.
Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, il vicepresidente Mascia ha inoltre specificato che dei circa 17mila operatori iscritti in Cassa edile, più della metà risulta di provenienza straniera. Il decalogo, tradotto in sei lingue, consentirà di rivolgersi nella lingua natia al 95% dei lavoratori.
“Creare le condizioni per cui i lavoratori possano tornare ogni sera a casa nelle medesime condizioni di salute con cui l’hanno lasciata al mattino per recarsi al lavoro è un obbligo morale di tutti coloro che partecipano alla filiera delle costruzioni e una Life Company come A2A non può prescindere dal porre la massima attenzione al tema della salute e sicurezza nei cantieri — spiega l’ad di A2A Ciclo Idrico Tullio Montagnoli —. Non basta parlare, bisogna agire; serve un vero cambiamento culturale sul tema. Per questo abbiamo voluto rilanciare il progetto di collaborazione avviato con Eseb nel 2022: vogliamo mantenere alta l’attenzione sulla sicurezza sul lavoro non
solo dei nostri lavoratori, ma anche di quelli dei nostri appaltatori”.
Il decalogo per la sicurezza nei cantieri stradali prende in esame i rischi legati alle attività di cantieramento e di scavo, alle operazioni svolte in spazi confinati, all’interferenza degli operatori con macchine e attrezzature stradali o con i mezzi in movimento e alla movimentazione manuale dei carichi. Fornisce inoltre indicazioni per il corretto utilizzo di attrezzature di sollevamento e degli impianti elettrici temporanei, per la protezione delle aperture e l’organizzazione dell’emergenza.
Tutti gli approfondimenti sono organizzati in playlist dedicate e caricate sul canale YouTube di Eseb. I lavoratori di A2A Ciclo idrico potranno accedere in qualsiasi momento alle video pillole grazie alla semplice scansione da smartphone di QrCode riportanti su appositi pannelli collocati nelle aree di accesso ai cantieri.
Progetto induction: i risultati del monitoraggio dei cantieri
L’iniziativa di induction ha portato a termine per il 2022 e il 2023 l’osservazione, con il supporto dei tecnici di Eseb, rispettivamente di 71 e di 65 cantieri di A2A Ciclo Idrico per individuare eventuali criticità in termini di sicurezza. Il primo anno, il 93% degli stessi ha registrato fattori discutibili maggiori, scesi al 51% nel 2023. Di tutte le 18 imprese appaltatrici osservate (che hanno coinvolto più di 300 maestranze ogni anno tra lavoratori, tecnici e preposti d’azienda), si sono registrati considerevoli miglioramenti dei livelli di sicurezza.
La terza campagna di monitoraggio on the job prevista nel 2024 riguarderà circa 200 cantieri, incrementando dunque il numero di osservati per una più diffusa e capillare attività di prevenzione dai rischi connessi all’esecuzione di opere stradali.
Per l’anno in corso, il progetto propone una nuova reportistica, chiamata “patente a colori della sicurezza”, per fornire a ciascun appaltatore un’analisi completa delle osservazioni di cantiere, restituendo i dati aggregati per tre macrocategorie: risultanze delle osservazioni, eventuali spunti di miglioramento e «classificazione» delle osservazioni di cantiere attraverso quattro colori (verde-giallo-arancionerosso).
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Acquisto di abbigliamento da lavoro e dpi
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Servizio civile e leva civica in Cape
L’ente pronto ad accogliere i ragazzi che vogliono inserirsi nel mondo del lavoro
Igiovani dai 18 ai 28 anni trovano nel Servizio civile universale, così come nella Leva civica, un’opportunità di crescita personale e professionale. La Cassa edile di Brescia offre ai ragazzi e alle ragazze interessati la possibilità di approcciarsi al mondo del lavoro e di conoscere il settore delle costruzioni mettendo a disposizione i propri spazi e la propria squadra di professionisti per accogliere progetti di Servizio civile universale, della durata di un anno, e di Leva civica, che vanno dai sei ai dodici mesi.
Oggi Cape figura infatti fra gli oltre 350 enti associati ad Associazione Mosaico, realtà bergamasca di promozione sociale, fondata nel marzo 2020, che si occupa dello sviluppo e della gestione del Servizio civile universale e della Leva civica lombarda, curando le procedure per la candidatura ai bandi regionali di Leva civica cofinanziata e le attività di reclutamento - ricevendo le domande e facendo il primo colloquio di selezione - e di formazione dei ragazzi che desiderano vivere questa esperienza.
La Cassa edile ha soddisfatto dunque tutti i requisiti per
ospitare percorsi in grado di coniugare la partecipazione attiva dei giovani a opportunità di crescita formativa e occupazionale, oltre che umana, offrendo all’operatore volontario di Servizio civile o di Leva civica spazi adeguati e la disponibilità di figure preparate. Un dipendente dell’ente, infatti, in qualità di operatore locale di progetto (Olp), seguirà il ragazzo o la ragazza dalle 10 alle 20 ore settimanali e parteciperà a corsi preparatori per attuare al meglio l’incarico assegnato.
Dal canto loro, gli operatori volontari, oltre a partecipare alla formazione generale e specifica che fornisce gli strumenti utili ad affrontare le attività previste dall’ente ospitante, guardano al proprio futuro professionale acquisendo competenze trasversali spendibili nel mondo del lavoro, imparando a stare in team e ad operare in ambienti complessi. Inoltre, il 15% dei posti resi disponibili dai concorsi pubblici è riservato a coloro che hanno concluso positivamente il periodo di Servizio civile. Entrando a far parte della rete di enti ospitanti del progetto di Leva civica lombarda volontaria e Servizio Civile universale, Cape vuole contribuire ad avvicinare i giovani al settore dell’edilizia attraverso esperienze di cittadinanza attiva, fornendo conoscenze e competenze utili al futuro lavorativo di ciascun ragazzo.
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Rigenerazione urbana, recupero dei rifiuti e l’opportunità di diventare i primi attori responsabili del cambiamento lavorando nel settore dell’edilizia. Sono stati alcuni degli argomenti presentati dal Gruppo Giovani di Ance Brescia invitati a partecipare all’incontro organizzato da Camera di commercio dal titolo “Tutelare la terra, creare bellezza” . Appuntamento che fa parte della rassegna “Fare bene, fare sostenibile”, nata con lo scopo di trattare i temi vicini alla sensibilità degli studenti offrendo nello stesso tempo esempi concreti, storie e testimonianze su come si traduca in azioni concrete la sostenibilità a tutto tondo. Concetto che è possibile attribuire alla definizione di “economia circolare” e che anche nel mondo delle costruzioni può prendere forma.
I giovani costruttori di Ance Brescia promotori
della rigenerazione
Invitata dalla Camera di commercio, la delegazione degli imprenditori junior ha esposto agli studenti le buone prassi di un’edilizia responsabile e attenta
Èproprio attraverso le testimonianze riportate dal presidente del Gruppo Giovani di Ance Brescia Santo Prandelli e uno dei giovani imprenditori, Marcello Vezzola, supportati dai funzionari dell’Associazione Angelo Grazioli, Andrea Piccinali e Sara Zoni, che gli studenti in sala hanno appreso come il settore edile sia sempre più attento alle tematiche inerenti alla sostenibilità e impegnato nella promozione e messa in pratica di soluzioni green che impattino sempre di meno con l’ambiente circostante. “Fa piacere vedere così tanti giovani e spero che possano portare con sé ciò che presente-
remo oggi per applicarlo nel futuro” ha dichiarato Prandelli in apertura del convegno, esponendo alcuni esempi di interventi di recupero, grazie ai quali aree abbandonate e dismesse sono risorte dalle ceneri della demolizione in una nuova veste, diventando luoghi di valore e arricchimento per la comunità. Due progetti che hanno dimostrato anche come gli stessi materiali di scarto prodotti durante la demolizione di un edificio o le sue fasi di lavorazione, sono diventati poi preziose risorse attraverso il proprio recupero. Argomento proposto durante il congresso anche da Andrea Piccinali di Ance Brescia che
ha riportato i numeri dei rifiuti prodotti nell’edilizia e i vantaggi che è possibile trarre. “Rappresentano un’opportunità perché i tassi di recupero sono buoni, con compatibilità tecniche e ambientali ottime. Occorre solamente riuscire a convincere l’utilizzatore finale e non lasciarli accumulati negli impianti, perché poi sono difficili da recuperare, però noi siamo fiduciosi” ha dichiarato Piccinali, lasciando la parola a Marcello Vezzola, della Vezzola spa, che ha dimostrato nel concreto come avviene il riutilizzo gli aggregati riciclati e l’iter per trasformare il materiale da scarto a nuova risorsa.
Nel processo di rigenerazione è importante però che ci sia collaborazione fra tutti gli attori coinvolti, sia pubblici che privati, per superare insieme le difficoltà che spesso si possono incontrare. Non è un’attività, come si potrebbe dire alla maniera anglosassone, “one way“, ma richiede impegno e seguire determinate normative e obblighi non sempre facilitanti. “Negli ultimi anni la mentalità delle persone e delle imprese è cambiata. Il mondo è cambiato. Se una volta si era legati a dinamiche esclusivamente economiche, oggi, invece, sono l’ambiente, la sostenibilità e la rigenerazione a tracciare il percorso da intraprendere nel futuro. Non si può più costruire su lotti liberi o su terreni nuovi, ma bisogna pensare di agire su edifici esistenti o terreni già abitati, demolendo gli edifici vecchi e obsoleti e costruendo qualcosa di nuovo sotto l’ottica del recupero di suolo. Rigenerazione urbana non vuol dire solo costruire o demolire, ma è anche un’attività che implica un rapporto sociale con il territorio. Quindi, è necessario creare un legame con le persone che ci abitano e con il paese stesso” ha dichiarato in conclusione l’ingegner Angelo Grazioli.
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gruppo
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Dai notiziari mensili di maggio e giugno 2024, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di lavori pubblici, tributi e ambiente. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it
TRIBUTI
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Transizione 4.0. Modelli di comunicazione compensazione crediti d’imposta È possibile presentare in via telematica nella sezione dedicata del sito istituzionale del Gestore dei servizi
energetici (www.gse.it) i Modelli di comunicazione preventiva e successiva all’investimento, per effettuare la compensazione dei crediti d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi, in chiave “transizione 4.0”, compresi quelli maturati e non ancora usufruiti relativi al 2023.
maggio Cessioni al Comune di opere di urbanizzazione. Non rilevano ai fini Iva L’Agenzia delle Entrate, con la Risposta n. 92 del 16 aprile 2024, afferma che non è da considerarsi rilevante ai fini dell’imposta sul
valore aggiunto la cessione nei confronti dei Comuni di aree o di opere di urbanizzazione, qualora la stessa sia effettuata a scomputo di contributi di urbanizzazione o in esecuzione di convenzioni di lottizzazione. Per maggiori informazioni: www.ancebrescia.it
TRASPORTI
maggio Mezzi d’opera. Indennizzo usura strade: nuove modalità di pagamento
Il versamento dell’indennizzo per usura delle strade dovuto per la circolazione dei mezzi d’opera può essere effettuato sul conto corrente postale intestato alla Tesoreria Provinciale dello Stato di Viterbo (sino al 1°
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2024 AL N. 1/2024 DEL NOTIZIARIO DEL COLLEGIO COSTRUTTORI Registrazione del Tribunale di Brescia Direttore responsabile: (Conv. L. 27/02/2004 46)
ance brescia
luglio 2024) oppure tramite bonifico bancario. Nei prossimi mesi saranno attivati ulteriori canali di pagamento, come PagoPa e Lottomatica. Nulla cambia relativamente alla determinazione dell’importo dell’indennizzo. Si ricorda che quest’ultimo può non essere corrisposto per tutto il periodo in cui i veicoli circolino solo in strade private come le aree di cantiere oppure restino fermi per mancata attività. Resta in ogni caso dovuto il pagamento della tassa di possesso.
maggio
Revisione macchine operatrici. Proroga del termine di scadenza
È stato rivisto il calendario dei tempi per sottoporre a revisione i veicoli già in circolazione in funzione dell’anno di immatricolazione. Sul sito di Ance Brescia è disponibile un riepilogo delle scadenze. Si ricorda che non sono soggette a immatricolazione e quindi per la loro circolazione è richiesto solo un certificato di idoneità tecnica: le macchine operatrici semoventi con un asse; le macchine operatrici trainate; i rimorchi agricoli con massa complessiva a pieno carico inferiore a 1,5 tonnellate.
Ogni macchina operatrice deve, in ogni caso, essere corredata da un libretto di uso e manutenzione, dalla dichiarazione di conformità con la quale il costruttore garantisce la rispondenza della macchina ai requisiti di sicurezza e da una scheda tecnica sottoscritta dal costruttore.
ECONOMIA
maggio - Bandi europei Life 2024
La Commissione europea ha pubblicato i nuovi bandi Life 2024, il programma europeo di finanziamento per progetti innovativi ad alto impatto sull’ambiente, l’economia circolare, la biodiversità, la transizione energetica e il clima. La dotazione finanziaria ammonta a 571 milioni di euro, ripartiti tra i vari settori e sottoprogrammi che ne definiscono la struttura. Il termine ultimo entro il quale presentare le proposte di progetto è il 19 settembre 2024 per il settore
Ambiente e il sottoprogramma
“Transizione all’energia pulita” e il 17 settembre 2024 per i progetti del sottoprogramma
“Mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici”. Scopri di più sul sito dell’Associazione.
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Contributo a fondo perduto per l’acquisto di veicoli poco inquinanti
Regione Lombardia ha previsto un bando per il rinnovo del parco veicoli delle Pmi lombarde operanti in tutti i settori. L’intervento è finalizzato alla sostituzione di veicoli inquinanti con veicoli a basso impatto emissivo, sia con motore elettrico che endotermico, destinati al trasporto di merci (da N1 a N3) e di persone (da M1 a M3). La sostituzione sarà possibile a fronte della radiazione per demolizione di un veicolo alimentato a benzina e/o a gas fino a Euro 2/II incluso, o diesel fino a Euro 5/V incluso. L’agevolazione consiste in un contributo a
fondo perduto del valore massimo di 30.000 euro. Per le condizioni di accesso ai contributi e per avere maggiori informazioni sulle spese ammissibili: www.ancebrescia.it
LAVORI PUBBLICI
maggio - Contratti pubblici. Saldo fatture: illegittimo il bando con termine di pagamento a 120 giorni
Anac ha precisato che la disciplina di gara — nel caso in cui contenga una clausola di pagamento delle fatture a 120 giorni — può essere eterointegrata dalla normativa di riferimento, processo attraverso cui il riferimento ai “centoventi giorni” di pagamento deve essere inteso quale “trenta giorni” ai sensi dell’articolo 113-bis del d.lgs. n. 50/2016. Tale eterointegrazione deve ritenersi applicabile anche al contratto, la cui clausola sulle tempistiche di pagamento, che ne costituisce elemento essenziale, non può essere apposta in violazione di una norma imperativa. Pertanto, ricorda Anac, le stazioni appaltanti non possono modificare i termini di pagamento delle fatture fissate in trenta giorni nei contratti di appalto in quanto l’autonomia dell’ente non può permettere di discostarsi dalle disposizioni normative vigenti.
maggio - Beneficio dell’incremento del quinto. La clausola in contrasto con il diritto europeo
Sul sito dell’Associazione è pubblicata l’analisi della Direzione Legislazione Opere pubbliche di Ance in merito ai chiarimenti forniti dal
Consiglio di Stato in ordine all’operatività del beneficio del cosiddetto “incremento del quinto” relativamente ai raggruppamenti temporanei di imprese a seguito della decisione della Corte di giustizia del 28 aprile 2022, con riguardo sia alla disciplina previgente, sia a quella contenuta nel nuovo Codice dei contratti pubblici. La sentenza si sofferma inoltre sulla sorte dei provvedimenti amministrativi nazionali contrari al diritto europeo. Gli uffici di Ance Brescia sono a disposizione per eventuali chiarimenti.
SINDACALE
maggio - Evr. Secondo parametro aziendale: comunicazione ad Ance Brescia, modulistica e chiarimenti applicativi
Come previsto dal Ccpl 30 novembre 2022, le imprese che non dovessero aver perfezionato il secondo parametro ai fini Evr (Elemento variabile della retribuzione) devono inviare ad Ance una specifica dichiarazione possibilmente entro il 31 maggio, o comunque non oltre luglio o agosto, prima del pagamento, che deve avvenire entro settembre. Sul sito Ance Brescia è possibile scaricare il modulo utile per agevolare l’adempimento da parte delle imprese, insieme a una breve nota esplicativa.
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