5/2024
CONCESSIONARIA ESCLUSIVA
Massimo Angelo Deldossi
Presidente Ance Brescia
La logica dei punti non sostituisce formazione e qualificazione
La sicurezza non può essere perseguita solo attraverso lo strumento normativo. Il settore è ora alle prese, nonostante le perplessità espresse dalla nostra Associazione, con l’entrata in vigore della cosiddetta “patente a crediti”, che dal 1° ottobre introduce un sistema a punti per imprese e lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili del nostro territorio. Uno strumento che si propone di migliorare la sicurezza e la qualità dei lavori, responsabilizzando imprese e professionisti attraverso l’assegnazione di crediti, decurtati in caso di violazioni accertate (proporzionalmente alla gravità delle stesse). Ma una logica a punti non basta. Il mancato entusiasmo da parte dell’Ance all’introduzione di una “patente” per la sicurezza risiede nel fatto che il documento rilasciato non incoraggia reali interventi migliorativi in tema di prevenzione dei rischi e degli infortuni sul lavoro. Inoltre, l’accertamento ispettivo da parte degli organi di vigilanza è successivo al rilascio della patente. Il numero di crediti viene conferito sulla base di una autodichiarata regolarità dell’impresa e non si lega a nessuno sforzo ulteriore, al di là dell’attestata conformità alla normativa obbligatoria che, da sola, permette di raggiungere il punteggio minimo per operare in cantiere. Un’occasione mancata, anche se l’idea di una patente a crediti non è nuova sui tavoli del Governo e delle organizzazioni sindacali di settore, per favorire un miglioramento continuo e sostanziale della sicurezza nei luoghi di lavoro. Non basta avere “le carte in regola”. La sicurezza richiede un investimento continuo in formazione e qualificazione, non si risolve mettendo nuove regole. Il nostro settore ne ha già tante, forse troppe.
La nostra Associazione ha apprezzato il dialogo continuo che il Governo ha aperto con le imprese sul tema della sicurezza sul lavoro, ma serve puntare su una vera ed efficace qualificazione delle aziende - qualsiasi siano le opere da eseguire e gli importi dei lavori - e sulla formazione obbligatoria e continua nel tempo di chiunque entri in un cantiere. Il confronto sulla sicurezza deve essere permanente in modo che tutti, dalle imprese ai sindacati, possano dare un contributo. Occorre promuovere e diffondere una cultura della prevenzione e della sicurezza che parta da una responsabilizzazione collettiva, sia della parte datoriale sia dei lavoratori. Il nostro sistema associativo non si oppone a misure più strette e a controlli più severi, ma a poco serve l’inasprimento del sistema sanzionatorio se non si intensificano i controlli preventivi e i sostegni a imprese e lavoratori nella qualificazione e nella formazione, favorendo, in questo contesto, ispezioni consulenziali per migliorare procedimenti e misure di sicurezza. A Brescia il nostro sistema bilaterale ha ad esempio promosso l’utilizzo del decalogo per la sicurezza nei cantieri edili, e successivamente la sua declinazione per i cantieri edili stradali, nei corsi di formazione e durante l’attività lavorativa.
Qualche accorgimento e alcune preziose misure precauzionali per fare la differenza in termini di sicurezza nei luoghi di lavoro. Ad aumentare le percentuali di rischio in cantiere concorrono anche i tempi sempre più serrati di esecuzione dei lavori, che portano al sovrapporsi di lavorazioni diverse, da svolgere con il fiato sul collo, e a un sovraffollamento del cantiere, in cui già normalmente si muovono figure di varia esperienza e provenienza professionale. Anche i lavoratori che fanno riferimento a un contratto nazionale diverso da quello del nostro settore dovrebbero infatti svolgere un minimo di formazione obbligatoria per lavorare in cantiere, luogo che presenta rischi specifici da prevenire attraverso il rispetto di misure di sicurezza ben precise.
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Alessandro Scalvi
Direttore Ance Brescia
Fare fronte comune per sciogliere i nodi burocratici
“Individualmente, siamo una goccia. Insieme, siamo un oceano”. Mi permetto di prendere in prestito le parole di uno scrittore del Sol Levante, Ryunosuke Satoro, per avanzare una riflessione sulle potenzialità che possono scaturire dalla coalizione di forze accomunate dalla volontà di raggiungere un obiettivo comune. Far sentire la propria voce, ancora più se amplificata da una moltitudine di parti che puntano verso un medesimo risultato, è ciò che si sta verificando in questi mesi con le lamentele delle imprese del settore green allo schema di decreto legislativo che disciplina i regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. In breve, il meglio conosciuto Testo unico Fer, dall’acronimo Fonti di Energia Rinnovabile. Il decreto, che si inserisce nell’ambito delle misure previste dal nuovo capitolo RepowerEU del Pnrr, mira a semplificare e a razionalizzare le procedure autorizzative per gli impianti di energia rinnovabile, in linea con gli obiettivi europei di transizione energetica. Sin dall’approvazione in via preliminare dal Consiglio dei ministri lo scorso agosto, ha però evidenziato numerose problematiche sia procedurali sia sostanziali, rivelando nodi anche sotto il profilo energetico, e lo stesso Consiglio di Stato ha evidenziato diverse criticità che potrebbero comprometterne l’efficacia e la conformità al quadro normativo di riferimento. A conferma di quanto lamentato dalle imprese del settore rinnovabili, sono troppi i vincoli per l’edilizia libera, la cui attività resta sottoposta alle disposizione legislative e regolamentari del 2001. E intanto sono passati più di vent’anni, arrivando a un Testo unico che si propone di snellire le procedure e sbloccare l’accelerazione degli investimenti in rinnovabili ma fallisce sia sul fronte della semplificazione sia nella razionalizzazione dei procedimenti autorizzativi, portando anche un notevole aggravio amministrativo per i Comuni.
Come Associazione dei costruttori, in coro con il comparto dell’energia e delle rinnovabili e le altre posizioni che ritengono che il Testo non intervenga efficacemente sulle semplificazioni, peggiorando, in alcuni casi, il contesto normativo, riteniamo che si possa fare fronte comune per alimentare il cambiamento. Seppur lentamente, qualcosa sul versante “burocrazia” si sta muovendo. Se da attori diversi e su diversi fronti iniziano a maturare posizioni coincidenti sulla necessità di semplificare normative e procedure, l’unione di forze potrà aiutare a raggiungere il risultato tanto auspicato, che tocca i più diversi settori della nostra economia e può consentirci di focalizzare sugli obiettivi, non più prorogabili o rallentabili dal freno della burocrazia, di digitalizzazione e sostenibilità. Forse qualcosa sta cambiando.
Porto all’attenzione del lettore un altro caso. Il Tribunale amministrativo della Campania a settembre, nell’esame di un appalto di servizi, si è pronunciato in merito alla necessità di evitare che nella lex specialis di gara, il complesso degli atti che la stazione appaltante predispone per una procedura d’appalto, siano inserite clausole “di stile”, ovvero clausole generiche che le parti solitamente riportano in un contratto in ossequio a prassi più linguistiche che chiarificatrici. Queste non avrebbero infatti contenuti prescrittivi e la loro indeterminatezza potrebbe generare confusione nei concorrenti alla gara d’appalto.
Un pronunciamento che invita a non utilizzare clausole poco chiare e astruse nella prescrizione o nel richiamo normativo, che nulla precisano o aggiungono nel regolamento di gara, ma, al contrario, possono indurre in errore i concorrenti o rendere equivoca la lex specialis.
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La logica dei punti non sostituisce formazione e qualificazione di Massimo Angelo Deldossi
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Fare fronte comune per sciogliere i nodi burocratici di Alessandro Scalvi
8 economia
Segnali contrastanti per l’economia
10 siti iconici
La Cittadella di Alessandria da perno della difesa sabauda a sede della Soprintendenza
13 in primo piano
In cantiere si accede con la patente a punti
18 sostenibilità
Criteri di sostenibilità sociale negli standard Gri e relativi Kpi
22 digitalizzazione & bim Il crescente valore delle attestazioni nell’era digitaley
26 innovazione & tecnologie
La digitalizzazione del cantiere e dell’organizzazione
28 storia per il domani
Cantiere ovvero «cavallo castrato»
45 servizi
Se.Va.T. a supporto delle PA per lo sviluppo economico-sociale
54 mobilità
Con il tram Brescia viaggia verso il futuro
Scenari regionali dell’edilizia LOMBARDIA
59 eseb
In Eseb arriva la stampante 3D architettonica
60 Ediltrophy 2024: Eseb vince la finale regionale
61 cape
Oltre 390mila euro erogati per prestazioni scolastiche
63 ance
Ance informa
Mariateresa Vivaldini di Adriano Baffelli
Rivista bimestrale del Collegio
Costruttori Edili di Brescia e provincia anno 6 - numero 5
Editore: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia
Direttore responsabile
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Progetto grafico e impaginazione
Restauro Biblioteca Queriniana
CON UNA DURATA LAVORI DI CIRCA 8 MESI E MEZZO E UNA
SPESA DI 390MILA EURO PRENDE IL VIA IL RECUPERO
CONSERVATIVO DELLA BIBLIOTECA QUERINIANA DI BRESCIA. LE OPERE IN CANTIERE RIGUARDANO IL RESTAURO DEI PORTONI
LIGNEI CHE AFFACCIANO SU VIA MAZZINI, IL RESTAURO
DEGLI AFFRESCHI A SOFFITTO E A PARETE DELLE SALE
DI LETTURA, CHE SI TROVANO AL PRIMO PIANO
DELLA BIBLIOTECA, DELLA BALAUSTRA DI PIETRA DELLO
SCALONE STORICO, CHE PORTA AL PRIMO PIANO, E DEI SOFFITTI IN LEGNO DELLE SALE STORICHE 4 E 5.
economia
A Brescia bene la natalità imprenditoriale, ma non mancano indicatori con il segno meno. Percentuali positive invece per il settore edile in investimenti e produzione
Segnali contrastanti per l’economia
Prove tecniche di resistenza in un contesto che rimane difficile e propone sempre nuove sfide. In questo scenario il comparto edile mostra però una crescita nei primi mesi del 2024, con un +7,3% da gennaio a giugno, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per quanto riguarda gli investimenti nel settore. Anche l’indice Istat relativo alla produzione nelle costruzioni (comprensivo della manutenzione ordinaria) a maggio 2024 registra un ulteriore aumento del +9,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, che porta il risultato complessivo dei primi cinque mesi a +8,4% nel confronto con lo stesso periodo del 2023. Su tale tendenza positiva continua ad incidere certamente l’avanzamento dei lavori previsti all’interno del Pnrr, peraltro confermata dall’ottima performance della spesa per investimenti effettuata dai comuni (+34,9% rispetto ai primi cinque mesi del 2023 secondo i dati Siope). A ciò si aggiungono anche gli interventi legati
al Giubileo 2025 e alle Olimpiadi invernali di Cortina. Dati più che confortanti, soprattutto se si considerano le premesse e le previsioni di inizio anno: molti analisti stimavano un sensibile calo già nel secondo semestre 2024. Gli stessi analisti propendono per un 2025 con il segno meno, rispetto ai volumi attuali. Potrebbe essere che il calo di fatturato si registri in effetti nel secondo semestre. Giusto essere prudenti e preparati all’evenienza ma al contempo lo scenario rimane moderatamente positivo. In generale il made in Brescia fa i conti con uno scenario condizionato da non poche nubi, puntando sull’esperienza e sulla forza accumulata nel tempo per non perdere terreno e ripartire. Iniziando da un sistema delle imprese che regge. Come emerge dall’indagine Movimprese sulla nati-mortalità delle aziende, nel secondo trimestre dell’anno nel Bresciano sono state registrate 1.711 nuove società, con una ripresa di 37 unità sullo stesso periodo del 2023. Sul fronte opposto le cessazioni hanno
raggiunto le 932 unità, segnando un decremento tendenziale (erano state 988). Il saldo è quindi positivo per 779 ditte, con un risultato superiore a quello dello stesso periodo dell’anno scorso (686). Complessivamente, ammontano a 116.959 le aziende iscritte al Registro delle imprese della Camera di commercio territoriale, con un tasso di crescita dello 0,66%, dato in linea con la media della regione Lombardia (0,69%). «Nonostante il periodo sia ancora caratterizzato da un complesso quadro geopolitico che non rende agevole gli scambi internazionali e da una politica monetaria europea orientata a un’intonazione restrittiva, la provincia di Brescia evidenzia il suo tratto caratteristico di vocazione all’imprenditorialità — commenta il presidente dell’ente camerale di Brescia, Roberto Saccone -. I dati sono positivi anche per quanto riguarda l’imprenditoria giovanile e quella femminile, mentre è insoddisfacente il dato sulle start-up innovative che sono ora 242, in lieve aumento rispetto a inizio anno (238), ma addirittura in calo rispetto alla punta toccata a settembre 2023 quando erano 260». Non mancano, comunque, indicatori ancora con il segno meno, anche se con qualche indicazione incoraggiante. Nel secondo trimestre di quest’anno, l’attività produttiva nel
PRIMO SEMESTRE 2024
INVESTIMENTI IN COSTRUZIONI
SECONDO TRIMESTRE 2024
settore manifatturiero bresciano ha evidenziato - considerato il raffronto con lo stesso periodo del 2023 - la quinta flessione consecutiva (-1,2% tendenziale), caratterizzandosi tuttavia per un ridimensionamento dell’intensità della caduta, dopo la fase più critica rilevata tra la fine dell’anno scorso e i primi mesi del 2024. A evidenziarlo è l’indagine
congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia sui dati relativi al periodo aprilegiugno 2024. Sempre nel periodo analizzato, la variazione rispetto a fine marzo mostra un +0,2%, sintesi tra le dinamiche moderatamente negative sperimentate nei comparti metalmeccanici e quelle più positive negli altri settori dell’industria locale. Le previsioni
per i prossimi mesi sono prevalentemente orientate per il mantenimento dei livelli produttivi riscontrati nel secondo trimestre dell’anno. Situazione sostanzialmente analoga sul fronte dell’export, come testimoniato dai dati Istat rielaborati dai Centri Studi di Confindustria Bs e Confapi Brescia. Nel 2° trimestre 2024 il valore delle esportazioni bresciane (pari a 5.334 milioni di euro) registra una nuova flessione nel confronto con l’analogo periodo dell’anno scorso (la quinta consecutiva): la variazione tendenziale delle vendite all’estero è pari a -1,2%, ma evidenzia un significativo rallentamento della discesa rispetto a quanto sperimentato nel recente passato. Quanto riscontrato a livello territoriale appare in controtendenza all’evoluzione rilevata in Lombardia (+0,1%) e in Italia (+0,5%). Nei primi sei mesi del 2024 l’ammontare complessivo dell’export del made in Brescia si attesta a 10.424 milioni di euro, in flessione del 4,9% sul primo semestre 2023 (il valore era di 10.963 milioni di euro): si tratta di un andamento più negativo rispetto a quanto emerso in Lombardia (-1,6%) e in Italia (-1,1%).
In questo quadro ancora contrastato si inserisce il mercato del lavoro provinciale a sua volta alle prese con le consuete sfide. Come emerso dal re-
cente bollettino del Sistema Informativo Excelsior (realizzato da Unioncamere e dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali), rielaborato dalla Camera di commercio di Brescia, sono 32.930 le entrate previste per il trimestre agosto-ottobre 2024 dalle aziende private bresciane, con una variazione negativa di 3.900 unità nel confronto con il pari periodo dell’anno scorso: di queste, 13.520 sono state prospettate nell’industria (9.000 nell’industria manifatturiera e nelle «public utilities» e 4.510 nelle costruzioni) e 19.420 nei servizi: quasi 11mila sono state previste dalle realtà dei servizi alle imprese e alle persone, 4.860 per alloggio, ristorazione e servizi turistici e 3.850 nel commercio. Ma resta il problema della difficile reperibilità del personale, che interessa oltre la metà delle aziende (il 53,6%). Se la questione è meno pesante per impiegati, professioni commerciali e nei servizi (39,5%) e per le professioni non qualificate (colpisce comunque quasi la metà delle aziende), i problemi maggiori si presentano per le professioni con elevata specializzazione: ingegneri e tecnici in campo ingegneristico sono introvabili per quasi nove aziende su dieci (rispettivamente l’85% e l’86%), mentre fabbri e saldatori sono di difficile reperibilità per otto realtà su dieci.
siti iconici
La Cittadella di Alessandria da perno della difesa sabauda a sede della Soprintendenza
di Adriano Baffelli
La Cittadella: all’udire tali parole subito s’affacciano alla memoria lo sceneggiato televisivo con Alberto Lupo, realizzato dalla trasposizione del romanzo omonimo di Cronin e la fortezza di Alessandria. Ovviamente in questo spazio il riferimento è alla seconda, un’imponente fortificazione del 1700 la cui nascita è legata alla stipula del Trattato della Lega di Alleanza, del 1703, allorquando era in corso di svolgimento la guerra di Successione di Spagna, tra l’Imperatore d’Austria e il Duca di Savoia Vittorio Amedeo II. Al nobile sabaudo furono cedute le province di Alessandria e di Valenza e le terre situate tra il Po e il Tanaro, in segno di riconoscimento e di concreto compenso per essersi schierato al fianco dell’Impero Asburgico. Pochi anni dopo, correva il 1707, Alessandria sarebbe stata annessa con i crismi dell’ufficialità ai territori dei Savoia che senza tergiversare si preoccuparono di realizzare una struttura fortificata per garantire alla città e al territorio maggiore sicurezza e capacità di resistere ad eventuali attacchi nemici. Non casualmente la scelta del progettista cadde su un militare: l’ingegnere Ignazio
Bertola. La realizzazione della Cittadella alessandrina non era un intervento a sé stante, si collocava piuttosto di un ben più ampio progetto difensivo dei confini dello Stato con capitale Torino. Un articolato programma di difesa imperniato su più presidi e solidi sbarramenti, sia in montagna sia in pianura. In Valle d’Aosta fu eretto il possente Forte di Bard, con l’obiettivo di controllare i passi del Piccolo e Gran San Bernardo, della Brunetta nell’area di Susa e di Fenestrelle in Val Chisone. Elementi nuovi che si affiancavano ai precedenti e consolidati fortilizi, quali le fortezze di Cuneo e Saorgio e, lungo la valle del Tanaro, il Forte di Ceva. Nella volontà dei Savoia la Cittadella era destinata ad assumere il ruolo di guida, il perno principale dell’intero sistema difensivo piemontese. Come si legge sulla pubblicazione del Comune di Alessandria: “Dopo la sconfitta delle truppe piemontesi nella prima Campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte (1796), la Cittadella e la città di Alessandria passarono sotto il dominio francese. Tre anni dopo le forze austro-russe costrinsero i francesi a deporre le armi.
Ma già il 14 giugno 1800, a seguito della battaglia di Marengo, i francesi si impossessarono nuovamente della fortezza e della città. Napoleone decretò, a questo punto, la demolizione di tutte le fortezze che costituivano l’apparato difensivo del Piemonte, a parte il Forte di Fenestrelle, la Cittadella di Torino e la Cittadella di Alessandria. Anzi, quest’ultima, nelle intenzioni del condottiero, era destinata a divenire la maggiore opera difensiva francese nella pianura padana e un essenziale centro logistico essenziale per le operazioni militari in Italia”. Alessandria assumeva così il ruolo di un grande campo trincerato, appoggiato alla Cittadella esistente e ad un’altra fortezza che si inten-
nnn
La Cittadella di Alessandria è uno dei più grandiosi monumenti europei nell'ambito della fortificazione permanente del XVIII secolo. Acquisita dall’Agenzia del Demanio nel 2007 dopo la dismissione da parte del Ministero della Difesa, la Cittadella è stata consegnata nel 2016 alla Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
deva costruire sulle rive della Bormida. Progetto quest’ultimo che non fu mai realizzato. Con il crollo dell’Impero francese, Alessandria fu reintegrata nello stato Sabaudo. La Cittadella fu ancora teatro della storia in occasione dei moti insurrezionali del 1821: i soldati della guarnigione piemontese insorsero e si impossessarono della fortezza, dichiarando fedeltà al Re Vittorio Emanuele I, pretendendo tuttavia la proclamazione della Costituzione Spagnola. Carlo Alberto, erede al trono, dapprima offrì il suo appoggio per poi, in seguito, ritirarlo. Fu allora che i costituzionalisti innalzarono sulla Cittadella il tricolore carbonaro, proclamando la Costituzione Spagnola e dichiarando guerra all’Austria.
L’evoluzione della
struttura
Alla fine della prima metà del Settecento all’interno della Cittadella non esistevano ancora edifici di servizio, anzi perdurava la presenza delle strutture del quartiere Borgoglio, in attesa di essere demolite. La quasi totalità delle case fu abbattuta solo quando tutti gli abitanti furono evacuati e si procedette a corrispondere loro gli indennizzi stabiliti per gli espropri. “Nel 1749, sull’area lasciata libera – leggiamo sempre sui testi pubblicati dal Comune di Alessandria –si intraprese la costruzione del primo quartiere militare, dedicato a San Tommaso, adiacente all’omonimo bastione. Della progettazione degli edifici si occupò ancora una volta Ignazio Bertola. Nella seconda metà del XVIII secolo a Bertola successe l’ingegnere Pinto di Barri, che, in collaborazione con l’architetto Giovanni Battista Borra, progettò il complesso dei quartieri militari. Gli edifici furono realizzati con volte a prova di bomba e murature in mattoni pieni, e completati da coperture a padiglione con coppi in laterizio italico: del progetto facevano parte il Palazzo del Governatore, caserme, rimesse, polveriere, magazzini, un ospedale con infermeria, laboratori, un padiglione degli ufficiali”. Gli edifici furono collocati in modo che al loro interno si delineasse un rettangolo da destinare all’immensa Piazza d’Armi. Tra il 1855 e il 1857 vennero erette nuove opere difensive: i forti Bormida,
Acqui e della Ferrovia. Alessandria divenne un campo trincerato per il controllo del sistema fluviale Tanaro-Bormida. Nel corso della Seconda Guerra di Indipendenza contro l’Austria, la Cittadella e il campo trincerato di Alessandria rappresentarono ancora una volta il fulcro del sistema difensivo e il centro logistico dell’armata francese di Napoleone III, accorsa in aiuto del Piemonte attaccato dall’Austria. Con la proclamazione del Regno d’Italia, divenendo la Città sede di un Comando d’Armata, le funzioni della Cittadella si ridussero a quelle di caserma di presidio di diversi reggimenti, tra i quali il 37° Reggimento Fanteria della Divisione Ravenna, che vi fu di stanza, a più riprese, sino alla Seconda guerra mondiale. Dal 1943 al 1945 la Cittadella fu occupata dai Tedeschi mentre negli anni ‘50 fu sede del 52° Reggimento Artiglieria pesante campale. Acquisita dall’Agenzia del Demanio nel 2007 dopo la dismissione da parte del ministero della Difesa, la Cittadella è stata consegnata nel 2016 alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Alessandria Asti e Cuneo, ministero per i Beni e le attività culturali e per il Turismo. A partire da marzo 2018 la Soprintendenza ha collocato la propria sede all’interno dell’ex Caserma Pasubio, impegnandosi, congiuntamente al Segretariato regionale del Piemonte e grazie ai contributi ministeriali nel quadro del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020, al progetto di recupero del compendio militare.
In cantiere si accede con la patente a punti
Dal 1° ottobre è entrata in vigore la patente a crediti per l’accesso nei cantieri temporanei e mobili. Tutte le imprese del comparto italiano delle costruzioni, i lavoratori autonomi e le imprese artigiane fornitrici di manufatti o lavorazioni per l’edilizia — elettricisti, serramentisti e posatori di infissi, imbianchini, carpentieri e così via — dovranno essersi muniti di questo nuovo strumento, che attesta di essere in regola con i requisiti richiesti dall’Ispettorato nazionale del lavoro: z iscrizione in Camera di Commercio; z adempimento, da parte dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti, dei lavoratori autonomi e dei prestatori di lavoro, degli obblighi formativi previsti dal D.lgs. n. 81/2008;
z possesso del documento unico di regolarità contributiva in corso di validità; z possesso del documento di valutazione dei rischi; z possesso della certificazione di regolarità fiscale; z avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione.
Anche le imprese e i lavoratori autonomi stabiliti in uno Stato membro dell’Unione europea diverso dall’Italia o in uno Stato extra Ue sono tenute al possesso della patente. Restano esclusi i soggetti che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale, quali figure professionali come ingegneri, architetti e geometri, e le imprese in possesso dell’attestazione di qualificazione Soa, in clas-
sifica pari o superiore alla III, a prescindere, in assenza di diverse indicazioni, dalla categoria di appartenenza.
L’Ispettorato nazionale del Lavoro consente fino alla fine di ottobre di autocertificare/autodichiarare il possesso dei requisiti richiesti per l’ottenimento della patente per mezzo Pec all’Inl, un’alternativa temporanea all’inserimento della domanda nel portale dell’Ispettorato (servizi.ispettorato.gov.it). Questo per permettere una fase di rodaggio ed evitare un sovraffollamento di domande sul Portale dei Servizi online dell’Inl. Entro il primo novembre chi non avrà presentato tutti i documenti e le certificazioni richiesti e
non risulterà iscritto nel portale nazionale non potrà continuare a lavorare “fisicamente” nei cantieri temporali o mobili, intesi come “qualunque luogo in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile”.
Il portale, in relazione a ciascuna categoria di richiedente e in considerazione della particolarità delle casistiche, consentirà di indicare anche la “non obbligatorietà” o “l’esenzione giustificata da un determinato requisito”. Non tutti i requisiti infatti sono richiesti a tutte le categorie di soggetti interessati: a dover presentare l’iscrizione in Camera di Commercio sono sia le imprese sia i lavoratori autonomi, così co-
me l’assolvimento degli obblighi formativi in caso di utilizzo di attrezzature per cui sia richiesta specifica formazione; mentre il possesso del Dvr e la designazione del Rspp competono solo alle aziende. Una volta presentata la domanda sul portale dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, da parte del legale rappresentante dell’impresa o dal lavoratore autonomo anche per il tramite di un soggetto delegato, le aziende e i lavoratori autonomi (incluse in questa casistica anche le imprese individuali senza dipendenti), devono informare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale
entro cinque giorni dal deposito.
Una volta ottenuta la patente, che sarà rilasciata dall’Ispettorato in formato elettronico attraverso Spid personale o Cie, la stessa potrà essere revocata in caso di dichiarazioni non veritiere in merito a uno o più requisiti accertati in via definitiva in sede di controllo successivo a rilascio. Il possesso dei requisiti deve risultare al momento della presentazione della domanda: il venir meno di uno o più requisiti in un momento successivo non potrà incidere sull’utilizzabilità della patente, ferme restando le altre conseguenze di tipo sanzionatorio. La verifica dei requisiti sarà a campione e po-
nnn
Dal 1° ottobre 2024 imprese e lavoratori autonomi impegnati in cantieri temporanei e mobili devono dotarsi di una patente a crediti (o a punti) per la sicurezza. A prevederlo è il nuovo art. 27 del Testo unico della Sicurezza, come modificato dall’art. 29, comma 19 del Dl 19/2024 (“Decreto Pnrr 4“)
trà avvenire sia d’ufficio, sia in occasione di accessi ispettivi dell’Inl o di altri organi di vigilanza. L’adozione del provvedimento amministrativo di revoca non potrà prescindere da un confronto con l’impresa o il lavoratore autonomo e da una valutazione in ordine alla gravità dei fatti. Decorso un anno dalla revoca, l’impresa o il lavoratore autonomo possono richiedere il rilascio di una nuova patente. La sua sospensione fino a 12 mesi può verificarsi anche, in via cautelare, quando in cantiere si incorre in infortuni da cui deriva la morte del lavoratore o un’inabilità permanente, assoluta o parziale. In questi casi avverso il provvedimento di sospensione è ammesso ricorso entro trenta giorni dalla notifica del provvedimento alla Direzione interregionale del lavoro territorialmente competente.
Attribuzione, decurtazione e recupero dei crediti
I punti si possono guadagnare così come perdere.
Il punteggio della patente subisce le decurtazioni correlate alle risultanze dei provvedimenti definitivi emanati nei confronti dei datori di lavoro
La patente rilasciata partirà da una dotazione iniziale di 30 crediti incrementabili fino alla soglia massima di 100 punti. La richiesta di attribuzione di ulteriori crediti sarà possibile dal 1° gennaio 2025, ad esito delle integrazioni della piattaforma informatica da parte dell’Inl. I crediti aggiuntivi saranno attribuiti con decorrenza retroattiva per i soggetti che alla presentazione della domanda risultano essere già in possesso dei relativi requisiti. Se questi vengono conseguiti dopo la data di deposito della domanda, i crediti ulteriori saranno attribuiti mediante aggiornamento del punteggio della patente. Tali crediti possono derivare:
z in ragione della storicità dell’azienda: possono essere attribuiti fino a 10 crediti in base alla data di iscrizione del soggetto richiedente alla Camera di Commercio;
z oppure per la mancanza di provvedimenti di decurtazione del punteggio: la patente è incrementata di un credito per ciascun biennio successivo al rilascio della stessa, sino ad un massimo di 20 crediti;
z in relazione ad attività, investimenti o formazione in tema di salute e sicurezza sul lavoro: fino a 30 crediti;
z oppure sulla base di altre attività, investimenti o formazione: fino a 10 crediti.
In caso di requisiti costituiti da certificazioni con valenza periodica, l’eventuale perdita degli stessi determina la sottrazione dei relativi crediti.
I punti si possono guadagnare così come perdere. Il punteggio della patente subisce le decurtazioni correlate alle risultanze dei provvedimenti definitivi emanati nei confronti dei datori di lavoro, dirigenti e preposti delle imprese o dei lavoratori autonomi specificati nell’allegato I-bis annesso al D. Lgs. 81/2008. Dalla omessa elaborazione del documento di valutazione dei rischi, meno cinque
punti, alla mancata predisposizione di protezioni verso il vuoto, meno tre punti, fino all’infortunio mortale di lavoratore dipendente dell'impresa, occorso a seguito di violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, meno 20 punti.
Se nell’ambito del medesimo accertamento ispettivo sono contestate più inadempienze tra quelle indicate, i crediti sono decurtati in misura non eccedente il doppio di quella
Normativa di riferimento
Decreto-Legge 2 marzo 2024, n. 19 convertito, con modificazioni, dalla Legge 29 aprile 2024, n. 56
Decreto Legislativo n. 81/2008
Decreto Ministeriale 1 8 settembre 2024, n. 132
Circolare Inl n. 4 del 23 settembre 2024
I provvedimenti sanzionatori sono comunicati entro 30 giorni dall’amministrazione che li ha emanati all’Inl e devono riguardare condotte illecite verificatesi a partire dal 1° ottobre di quest’anno
prevista per la violazione più grave. I provvedimenti sanzionatori sono comunicati entro 30 giorni dall’amministrazione che li ha emanati all’Inl e devono riguardare condotte illecite verificatesi a partire dal 1° ottobre di quest’anno, a prescindere dal fatto che al soggetto interessato sia già stata rilasciata la patente. Sono da ritenersi immutabili le sentenze passate in giudicato e le ordinanze-ingiunzione divenute definitive. Imprese e lavoratori autonomi devono prestare però attenzione a non scendere al di sotto dei 15 crediti. In questo caso non sarà possibile continuare ad operare in cantiere, salvo il completamento delle attività oggetto di appalto o subappalto in corso di esecuzione, quando i lavori eseguiti siano superiori al 30% del valore del contratto.
Qualora l’impresa o il lavoratore autonomo operi in cantiere senza la patente o con una patente che non sia dotata di almeno 15 crediti riceverà una sanzione amministrativa pari al 10% del valore dei lavori affidati nello specifico cantiere e, comunque, non inferiore a euro 6mila, nonché l’esclusione dalla partecipazione ai lavori pubblici per un periodo di sei mesi.
Inps
e Ispettorato del lavoro per il recupero dei crediti
Il recupero è subordinato alla valutazione di una commissione
Il recupero dei crediti è subordinato alla valutazione di una commissione territoriale composta dai rappresentanti dell’Ispettorato nazionale del lavoro e dell’Inps. Sarà tenuto conto dell’adempimento dell’obbligo formativo in relazione ai corsi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, da parte dei soggetti responsabili di almeno una delle violazioni che hanno determinato la decurtazione dei punti, nonché dei lavoratori occupati nel cantiere o nei cantieri interessati. In sede di valutazione sarà presa in considerazione anche l’eventuale realizzazione di uno o più investimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro in base all’elenco di attività che consentono l’attribuzione di crediti ulteriori (come previsto dal Dm 18 settembre 2024, n. 132). Tra questi, ad esempio, il conseguimento di certificazione di un Sgsl (Sistema di gestione della sicurezza sul lavoro) conforme alla Uni En Iso 45001 o asseverazione del Mog da parte di un organismo paritetico iscritto al repertorio nazionale.
La sostenibilità sociale è una componente fondamentale del percorso verso uno sviluppo sostenibile ed equo. Gli Standard Gri, come già evidenziato nelle pubblicazioni dei mesi precedenti, rappresentano un quadro di riferimento cruciale per le aziende che intendono rendicontare i propri impatti sociali in maniera trasparente e sistematica. Questi standard coprono una vasta gamma di aspetti, dalla gestione delle risorse umane alla protezione dei diritti umani, fino al coinvolgimento delle comunità locali.
Come già visto per la sostenibilità ambientale, attraverso gli standard Gri, sono forniti alle aziende linee guida dettagliate per la rendicontazione della sostenibilità, favorendo la trasparenza e la comparabilità delle performance sociali.
Uno degli standard principali relativi alla sostenibilità sociale è il Gri 401: Occupazione. Questo standard copre aspetti come le pratiche di assunzione, il turnover dei dipendenti e la stabilità dell’occupazione. I Kpi (Key Performance Indicators) associati includono indicatori come il tasso di turnover del personale, il numero di nuove assunzioni e le iniziative per garantire l’equità retributiva e la parità di trattamento tra i dipendenti. Attraverso il monitoraggio di questi Kpi, le aziende possono valutare la loro capacità di attrarre e mantenere talenti, ga-
Criteri di sostenibilità sociale
negli standard Gri e relativi Kpi
Come già visto per la sostenibilità ambientale, attraverso gli standard Gri, sono forniti alle aziende linee guida dettagliate per la rendicontazione della sostenibilità, favorendo la trasparenza e la comparabilità delle performance sociali.
rantendo al contempo condizioni di lavoro stabili e giuste. Un altro standard rilevante è il Gri 402: Relazioni Industriali, che si focalizza sulla gestione delle relazioni tra l’azienda e i lavoratori, in particolare in relazione alle condizioni di contrattazione collettiva e alla comunicazione con i dipendenti. I Kpi includono il numero di controversie sindacali e il tempo medio necessario per risolverle, nonché le politiche aziendali adottate per facilitare il dialogo tra la direzione e i lavoratori. Questi indicatori sono essenziali per valutare la qualità del clima aziendale e la capacità dell’azienda di mantenere rapporti armoniosi con i propri dipendenti.
Il Gri 403: Salute e Sicurezza sul Lavoro è particolarmente importante, poiché riguarda la protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori. I Kpi relativi al Gri 403 misurano il numero di infortuni sul lavoro, il tasso di incidenti, i giorni persi a causa di infortuni, e
l’efficacia delle iniziative di prevenzione e formazione sulla sicurezza. Questo standard richiede alle aziende di creare ambienti di lavoro sicuri, minimizzando i rischi di incidenti e promuovendo il benessere fisico e mentale dei dipendenti.
Il Gri 404: Formazione e Istruzione riguarda lo sviluppo delle competenze e la formazione continua dei dipendenti. Questo standard include Kpi come il numero di ore di formazione per dipendente, il tasso di partecipazione a programmi di sviluppo professionale e l’impatto della formazione sulla crescita delle competenze. Investire nella formazione è fondamentale non solo per migliorare la competitività aziendale, ma anche per aumentare la soddisfazione e la motivazione dei dipendenti.
Il Gri 405: Diversità e Pari Opportunità si concentra sulla promozione della diversità e sull’assicurare pari opportunità a tutti i dipendenti. I Kpi
sostenibilità
relativi al Gri 405 includono la composizione demografica della forza lavoro, la rappresentanza di genere nei ruoli di leadership, e le misure adottate per promuovere l’inclusione e prevenire la discriminazione. Questo standard è essenziale per creare un ambiente di lavoro equo e inclusivo, che valorizzi le diversità e garantisca a tutti i dipendenti le stesse opportunità di crescita.
Il Gri 406: Non Discriminazione affronta direttamente le problematiche legate alla discriminazione sul posto di lavoro. I Kpi per questo standard includono il numero di casi di discriminazione segnalati e risolti, nonché le misure preventive adottate dall’azienda per evitare la discriminazione basata su razza, genere, orientamento sessuale, disabilità o altri fattori. Questo standard richiede alle aziende di adottare politiche forti e chiare contro ogni forma di discriminazione, promuovendo un ambiente di lavoro rispettoso e inclusivo.
Infine, ci sono Gri 412: Valutazione dei Diritti Umani, Gri 413: Comunità Locali e Gri 414: Valutazione Sociale dei Fornitori per promuovere la responsabilità sociale delle aziende. Il Gri 412 richiede alle aziende di monitorare e rispettare i diritti umani nelle loro operazioni, con indicatori chiave di prestazione (Kpi) che includono il numero di valutazioni effettuate e le azioni correttive adottate in caso di violazioni.
La rilevanza di questa valutazione è ulteriormente rafforzata dalla nuova direttiva Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive), recepita
Anche l’impresa Mazza Srl ha iniziato il percorso promosso da Ance Brescia per la raccolta dei dati da elaborare per la realizzazione del bilancio di sostenibilità. Di seguito intervistiamo l’Ad Giovanni Mazza per approfondire la sua esperienza.
Perché avete scelto di intraprendere il percorso di sostenibilità?
Mazza srl ha deciso d’intraprendere il percorso di sostenibilità avendo sentito l’esigenza di sostenere l’evoluzione e i cambiamenti globali. I mutamenti ambientali, culturali e finanziari degli ultimi anni hanno impattato su tutta la collettività e noi come azienda ci sentiamo pienamente coinvolti. Non vogliamo essere spettatori, abbiamo deciso di scegliere di costruire il nostro futuro contribuendo attivamente alla transazione sostenibile lavorando sul nostro modello di business.
Avete appena presentato il vostro primo bilancio di sostenibilità, quali sono state le reazioni che avete ricevuto da parte dei diversi stakeholders e gli ostacoli più difficili che avete affrontato?
Nel processo di stesura del primo bilancio di sostenibilità, Mazza srl ha coinvolto attivamente tutti gli stakeholder per affrontare in modo coerente l’analisi di materialità e comprendere meglio le loro esigenze, aspettative e criticità. Inizialmente, molti stakeholder avevano poca o nessuna familiarità con il concetto di bilancio di sostenibilità, tuttavia, ha permesso di creare una base comune di comprensione e formulare obiettivi realistici e attuabili. Non è stato facile
nella Gu del 10/09/2024. Questa direttiva introduce obblighi di rendicontazione più stringenti, imponendo di fornire informazioni dettagliate non solo sugli impatti ambientali, ma anche su quelli sociali, con particolare attenzione ai diritti umani. Le aziende saranno quindi obbligate a implementare processi di due diligence, volti a identificare,
per tutti accettare questo cambiamento, spesso visto come un carico aggiuntivo di lavoro, ma attraverso piccoli passi e un coinvolgimento graduale, la maggior parte degli stakeholder è stata integrata nel processo. Questo ha permesso di raccogliere dati, misurarli e lavorare con nuovi strumenti, generando un impatto positivo e, in alcuni casi, stimolando nuove idee e innovazioni.
A posteriori, quanto tempo e persone avete dedicato allo sviluppo del bilancio di sostenibilità?
Abbiamo trascorso quasi un anno di tempo per comporre il nostro primo bilancio. Metter per iscritto ciò che si fa, misurare e oggettivare ogni azione o intervento non è semplice. Certo è che a lettura ultimata, ci siamo resi conto di quanto tempo, energia e coinvolgimento tutta l’azienda abbia riversato nel progetto. Il supporto di professionisti che indicavano la strada da percorrere è stato fondamentale.
Altrettanto utile è stato l’inserimento in azienda di attività, strumenti e procedure già l’anno precedente a quello considerato nella rendicontazione. Questo ha permesso di aver dati e situazioni concrete da cui partire e termini di paragone misurabili.
Ritenete che il tempo impiegato per l’attività possa rappresentare un guadagno per il futuro dell’impresa?
In cosa credete che possa avvantaggiarla?
Il presupposto di una sana transazione verso il modello di business sostenibile è senza dubbio crederci evidenziando questa cultura con azioni e negli scopi. Non basta riportare dati o raccontare
prevenire e mitigare le violazioni dei diritti umani nelle loro operazioni e catene di fornitura, mentre il Gri fornisce un quadro di riferimento per la valutazione e rendicontazione dei diritti umani, la Csrd impone che tale rendicontazione sia resa pubblica e trasparente, garantendo che le imprese operino con responsabilità e nel rispetto degli standard internazionali in materia di diritti umani. Il Gri 413 si concentra sull’impatto delle attività aziendali sulle comunità locali, misurando il coinvolgimento delle comunità e gli effetti sociali derivanti dalle attività aziendali. Il Gri 414 impone alle aziende di monitorare le pratiche dei fornitori, assicurando che rispettino gli standard sociali ri-
chiesti, con Kpi che valutano la percentuale di fornitori monitorati e le misure correttive adottate.
In sintesi, gli Standard Gri forniscono un quadro completo e dettagliato per la rendicontazione della sostenibilità sociale, coprendo una vasta gamma di temi che vanno dalle condizioni di lavoro alla protezione dei diritti umani, fino
all’impatto delle attività aziendali sulle comunità locali. Attraverso l’uso dei Kpi associati a ciascuno di questi standard, le aziende possono monitorare la loro performance sociale, identificare aree di miglioramento e comunicare in modo trasparente i loro progressi agli stakeholder, contribuendo così a costruire un futuro più sostenibile e inclusivo.
attività svolte, serve coerenza e condivisione aziendale. Il bilancio di sostenibilità è come un diario, un racconto di cosa la nostra azienda ha fatto nel 2023 e di dove vuole andare nel 2024. Va quindi vissuto come il viaggio che ci rappresenta nei valori e nella professionalità.
Abbiamo l’obiettivo di migliorarci, ma tutti i miglioramenti passano da fasi di cambiamenti, prove, momenti più complicati, successi e soprattutto dal lavoro di tutti.
Quanto di ciò che avete fatto in azienda di vostra spontanea volontà vi è tornato utile per lo sviluppo del bilancio di sostenibilità?
Dai primi mesi del 2022 erano state intraprese in azienda attività rivolte all’ottimizzazione dell’ambiente lavorativo, al rafforzamento del lavoro in team, alla professionalizzazione delle figure presenti. Azioni che nel tempo hanno avuto un’evoluzione portando al graduale aumento del grado di soddisfazione e di performance. I corsi di formazione professionale, personale e legati al tema della sicurezza hanno visto un incremento graduale nel corso del 2022 e nel 2023, così pure le attività svolte a favore del territorio e rivolte al coinvolgimento delle famiglie dei collaboratori. Nuove tecnologie e ottimizzazioni delle procedure hanno reso i processi operativi più performanti agevolando le fasi di lavori sia delle persone che operano in cantiere come dei professionisti/e che si adoperano negli uffici.. Rispetto dell’uomo, dell’ambiente e salvaguardia del benessere economico distribuito sono i temi che quotidianamente vengono valutati per le iniziative in corso e le progettualità in fase di studio.
digitalizzazione & bim
La Patente a crediti e le prossime implicazioni digitali approfondite dall’avvocata
Chiara Micera
Nell’ambito dell’utile servizio attivato da Ance Brescia per le imprese associate su Legal Bim e digitalizzazione per favorire la transizione digitale, tema di rilevante attualità, al quale è bene le imprese, indipendentemente dalle loro dimensioni, guardino con attenzione e soprattutto agiscano tempestivamente, continuano sulle pagine della nostra rivista gli approfondimenti dell’avvocata Chiara Micera. La professionista, fondatrice dell’omonimo studio legale con sedi a Bologna, Brescia e Roma, e consulente esperta di Legal Bim e diritto delle nuove tecnologie, supporta i funzionari dell’Associazione di via Foscolo nella definizione della specifica attività promossa a supporto delle imprese. Supporto prezioso che l’avvocata Micera declina anche i n questa rubrica di “Costruire il futuro”. Da direttore responsabile della testata ritengo si tratti di un’utile bussola per orientarci in un cammino tutt’altro che semplice, confortati da indicazioni puntali da parte di chi a livello nazionale può vantare oggettive competenze professionali e specialistici approfondimenti, frutto di costante impegno e continua ricerca. L’analisi sulla recente novità rappresentata dalla Patente a crediti fa presagire i passaggi collaterali futuri, quali ad esempio: la blockchain, le nuove tecnologie di notarizzazione dei processi per la produzione delle attestazioni, o i quali l’utilizzo dei registri distribuiti. Buona lettura!
(Adriano Baffelli)
Il crescente valore delle attestazioni nell’era digitale
a cura dell’Avv. Chiara Micera © riproduzione riservata
entrata in vigore della patente a crediti per l’edilizia del 1° ottobre 2025, in forza del recente Decreto del Ministero del Lavoro n.132 del 2024, in attuazione dell’art. 29 del c.d. Decreto Pnrr, il n. 19 del 2 marzo 2024, riafferma il crescente valore della necessità di certificare il possesso di requisiti per la partecipazione ad un processo inserito nel nostro sistema giuridico ed economico.
Il provvedimento è stato emanato per implementare la sicurezza sul lavoro, ed è modulato come il precedente provvedimento datato 2003, della patente a punti per la sicurezza stradale, di cui all’art. 126 bis del Codice della Strada. Il provvedimento prevede l’obbligatorietà per le imprese e per i lavoratori autonomi di richiedere all’Ispettorato nazionale del lavoro, il rilascio della patente digitale per poter operare nei cantieri temporanei o mobili, sia italiani che esteri. Può essere richiesta dalle imprese italiane e da quelle stabilite in uno Stato Ue, mentre per quelle attive al di fuori dello spazio europeo, è necessaria l’autocertificazione del possesso di documenti equivalenti riconosciuti dalla legge italiana. In sintesi, trattasi di un sistema di qualificazione, che prevede un punteggio iniziale di trenta crediti, che possono essere incrementati sino a cento, o decurtati non oltre un minimo di quindici crediti. Sono esonerati dall’obbligo i fornitori di materiali e chi svolge prestazioni di natura intellettuale. Bisognerà allegare alla domanda, tra l’altro, l’iscrizione alla Camera di Commercio, nonché il Documento unico di regolarità contributiva (Durc), il Documento valutazione rischi (Dvr), nonché il Documento unico di regolarità fiscale (Durf), nonché la designazione del Responsabile del servizio di prevenzione e protezione, nei casi previsti dalla normativa vigente.
Una volta ottenuta la patente, la stessa ha una validità continuativa, ma i punti possono essere decurtati in caso di violazione delle normative sulla sicurezza, o incrementati se vi sono stati investi-
menti in sicurezza, adempimenti formativi e certificazioni volontarie. Le informazioni contenute nella patente sono conservate per la sua validità e per un periodo di cinque anni, in caso di sospensione o decurtazioni.
Il decreto prevede la punibilità dell’impresa qualora si verifichino incidenti mortali o che causino lesioni permanenti, ed in tale ipotesi, l’Ispettorato nazionale del lavoro potrà adottare un provvedimento cautelare di sospensione della patente sino a 12 mesi. Se venisse ravvisata una ipotesi di colpa grave, la sospensione sarà obbligatoria, fatta salva l’applicabilità di altre norme (Decreto Sicurezza e Codice Penale), e diversa valutazione adeguatamente motivata dell’Ispettorato.
In osservanza al principio della trasparenza, contemperato dal rispetto per la protezione dei dati, sarà possibile per un determinato gruppo di soggetti, poter verificare i requisiti dell’impresa, certificati dalla patente a crediti.
Essi sono:
z enti pubblici e le autorità di controllo: Inail, Inl, Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza; z committenti e stazioni appaltanti: per la verifica dei requisiti prima dell’affidamento di un contratto; z imprese e lavoratori autonomi titolari della patente: essi possono accedere al portale per verificare il proprio punteggio, per promuovere istanze di recupero dei crediti sospesi o decurtati ed altro; z organizzazioni sindacali ed associazioni di categoria.
E qui si centra il tema della pubblica fede, la possibilità di creare un sistema organico di strumenti per garantire l’affidabilità di un operatore economico, con un obiettivo di corto raggio, come l’affidamento di un contratto, ad un ulteriore di ben più ampio respiro, che è il complessivo buon andamento dei rapporti commerciali a beneficio di tutto il sistema. Il Legislatore ha fatto e fa ricorso ad una serie di strumenti, quali i visti di conformità, le asseverazioni, le autocertificazioni e quelle
certificazioni invece, rilasciate da enti terzi, ma rispetto alla patente a crediti, ha assunto espresso rilievo il valore delle attestazioni rilasciate dalle Soa, organismi disciplinati dall’art. 100, comma 4 del nuovo Codice dei contratti pubblici, il D. Lgs.36/2023.
Infatti, come chiarito anche nella Circolare dell’Ispettorato nazionale del lavoro e delle politiche sociali n.132 pubblicata sul sito dell’Ispettorato del lavoro in data 24 settembre 2024, a migliore chiarimento sull’applicazione della normativa de quo che ha modificato l’art.27 del D. Lgs.81/2008 (Testo unico sulla sicurezza), costituisce criterio di attribuzione di ulteriori crediti per il titolare di patente, l’essere in possesso della certificazione Soa di classifica I e II.
Ed a riprova della credibilità dell’impresa munita di attestazione Soa, il Legislatore ha previsto l’esclusione dell’ambito applicativo della patente a crediti, le imprese in possesso dell’attestazione di qualifica Soa, in classifica pari o superiore a III, a prescindere, in assenza di diverse indicazioni, della categoria di appartenenza. La circostanza porta a diverse riflessioni: la prima attiene alle iniziative poste in essere dallo Stato per la piena affermazione di uno dei principi fondanti del nuovo Codice, portato nell’art. 5, titolato “Principi di buona fede e tutela dell’affidamento”.
Al primo comma esso recita: “Nella procedura di gara le stazioni appaltanti, gli enti concedenti e gli operatori economici si comportano reciprocamente nel rispetto dei principi di buona fede e tutela dell’affidamento”.
Affinché si possa creare la reciproca fiducia, il precedente articolo 2 che ne istituisce il principio, prevede che al Pubblica amministrazione pur favorendo e valorizzando l’iniziativa e l’autonomia decisionale dei funzionari pubblici,
prevede la responsabilità degli stessi, per colpa grave, ma al comma 4, contempera prevedendo che “Per promuovere la fiducia nell’azione legittima, trasparente e corretta dell’amministrazione, le stazioni appaltanti e gli enti concedenti adottano azioni per la copertura assicurativa dei rischi per il personale, nonché per riqualificare le stazioni appaltanti e per rafforzare e dare valore alle capacità professionali dei dipendenti, compresi i piani di formazione di cui all’art.15, comma 7.”
In sintesi, prevede sia una guarentigia in favore dei propri dipendenti, quale la copertura assicurativa, e ciò allo scopo di non limitarne l’azione, spostando il rischio su un soggetto privato, la Compagnia garante per la responsabilità civile, in base ad un rapporto contrattuale di tipo privatistico.
La gestione di quell’ obiettivo dello Stato avviene su un piano pubblico-privato.
La seconda riflessione è che tale dinamica trova la migliore espressione proprio nella funzione delle Soa, e degli Enti di certificazione in senso lato. Quanto alle prime, esse sono Organismi di attestazione (Soa) di diritto privato, appositamente autorizzati dall’Autorità, che svolgono però funzioni pubblicistiche, e le attestazioni prodotte hanno natura di atto pubblico facente fede fino a querela di falso, come chiaramente espresso dall’Organismo di controllo a cui sono sottoposte, l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, nel “Manuale sull’attività di qualificazione” dell’ottobre 2014, nonché ribadito dalla giurisprudenza: ex multis Consiglio di Stato, sez. IV, 4 luglio 2012, n.3905, conforme sez. V, 19 aprile 2011 n.2401. Quanto ai secondi, sono anch’essi di natura privatistica, sebbene operanti solo a fronte di un procedimento gestito da Accredia, un’associazione riconosciuta senza scopo di lucro, designata dal Go-
verno italiano, in applicazione del Regolamento europeo n. 765/2008, e che opera sotto la vigilanza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il tema quindi degli strumenti per attestare le qualità di un operatore economico sono sottese all’intero impianto del nuovo Codice dei contratti pubblici, e lo ritroviamo come chiara espressione nell’art.109, titolato “Reputazione dell’impresa”, mediante l’istituzione presso l’Anac, che ne cura la gestione di un sistema digitale di monitoraggio delle prestazioni, quale elemento del fascicolo virtuale degli operatori che raccoglie le informazioni sulle imprese e che è collegata in rete a tutte le pubbliche amministrazioni. Piattaforma nell’ambito della quale confluiranno altresì le attestazioni Soa, in un complessivo eco-sistema, in cui non sono saranno resi disponibili i requisiti, ma altresì le performance dell’impresa nell’esecuzione pregressa degli affidamenti aggiudicati. Questo impianto introdotto nell’ultimo Codice, permette di comprendere che lo sviluppo delle garanzie introdotte da un soggetto terzo avranno ulteriore e maggiore rilievo nell’ambito della concorrenza, perché consentiranno rapidi processi, mediante l’acquisizione di dati già precedentemente validati, ma altresì di districarsi tra le nuove esigenze richieste dalla transizione digitale, attestando la validità dei percorsi di formazione riconosciuti a livello nazionale ed internazionale, quali standards generalmente applicati. Interessante poi sarà l’adozione delle nuove tecnologie di notarizzazione dei processi per la produzione delle attestazioni, quali l’utilizzo dei registri distribuiti, tra cui la più nota è la blockchain, o della formazione e conservazione dei documenti, secondo i principi fissati dal Codice dell’amministrazione digitale.
innovazione & tecnologie
1° Gennaio 2025: suona la Campana Digitale per il Direttore Tecnico di Cantiere?
Angelo Luigi Camillo Ciribini
Università degli Studi di Brescia
Se non interverranno modifiche sostanziali al testo attualmente vigente del D.Lgs. 36/2023, del Codice dei Contratti Pubblici, una parte delle stazioni appaltanti e degli enti concedenti italiani, specialmente quelli che abbiano ottenuto le qualificazioni ai livelli maggiori, dovranno obbligatoriamente confrontarsi con i vincoli e con le prescrizioni previste in materia di Gestione Informativa Digitale, tra cui il reclutamento dei profili professionali del Coordinatore dei Flussi Informativi presso l’Unità di Supporto al Responsabile Unico del Progetto e presso l’Ufficio di Direzione dei Lavori. Nel momento in cui, perciò, la Gestione del Dato e dell’Informazione entrano prepotentemente in cantiere, come dovrà attrezzarsi il Direttore Tecnico di Cantiere per fare letteralmente fronte a questa eventualità? È, dunque, chiaro che l’impresa di costruzioni, oltre a disporre di Gestori dell’Ambiente di Condivisione dei Dati e di Gestori dei Flussi Informativi (CDE Manager e BIM Manager), debba, per prima cosa, avere a disposizione Coordinatori dei Flussi Informativi (BIM Coordinator, anche se la dizione qui appare limitativa) da allocare presso la Direzione Tecnica di Cantiere. Prescindendo da evoluzioni future relative all’affrancamento del dato dal documento (si immagini che cosa possa, ad esempio, divenire un giornale dei lavori, indipendentemente dalla controparte contrattuale che effettivamente lo gestisca, qualora si trasformi il documento in una base dati semantica connessa ad altre piattaforme digitali, esterne e interne al cantiere e ai suoi attori), è palese che la gestione dei modelli informativi a varie dimensioni, così come il sistema di registrazione dei controlli contabili e qualitativi (in contraddittorio tra le parti in causa?), richiederà una azione di presidio e di confronto intensa.
L’impresa appaltatrice, in particolare, poiché per il concessionario il tema si declina diversamente, specie se di sola esecuzione, dovrà, infatti, ricevere i modelli informativi attinenti al progetto esecutivo, valutarne i contenuti (benché lo abbia, ovviamente, già fatto in sede di offerta e di contratto) e decidere se proseguirne linearmente l’iter evolutivo oppure se riconfigurarli, se non
Prescindendo da evoluzioni future relative all’affrancamento del dato dal documento è palese che la gestione dei modelli informativi a varie dimensioni, così come il sistema di registrazione dei controlli contabili e qualitativi (in contraddittorio tra le parti in causa?), richiederà una azione di presidio e di confronto intensa
riprodurli (nel senso di redigerne di nuovi) interamente.
Ciò è dovuto essenzialmente al fatto che le logiche di configurazione dei modelli informativi, disciplinari e aggregati, messi a punto nella fase precedente della progettazione riflettono le logiche delle compagini dei progettisti, non necessariamente in sintonia con quelle dei costruttori, specie in assenza dell’appalto integrato, laddove, pertanto, l’impresa appaltatrice non abbia avuto alcun ruolo ideativo.
Ammesso che questa situazione di conflittualità non si dia, e che, quindi, non abbia motivo di essere un confronto tra la Direzione dei Lavori e la Direzione Tecnica di Cantiere, coi rispettivi Coordinatori dei Flussi Informativi, resta la necessità per quest’ultima di garantire una evoluzione senza soluzioni di continuità della modellazione informativa in termini di progettazione costruttiva, per quanto essa sia tendenzialmente ufficiosa.
In questa occasione, il Coordinatore dei Flussi Informativi presso la Direzione Tecnica di Cantiere dovrà governare le transazioni, non solo informative e decisionali, all’interno della catena di fornitura, cosicché l’esito della conseguente modellazione informativa debba rispecchiare i rapporti di forza ed essere approvato dalla Direzione dei Lavori. Appare, poi, evidente come la modellazione informativa, anche col contributo dell’impresa
appaltatrice debba sfociare nel complesso dei modelli informativi che riguardino il cosiddetto As Built e preludano alla gestione patrimoniale del bene oggetto dell’intervento.
A questo proposito, per l’impresa appaltatrice si tratta anche di selezionare possibilmente almeno un primo livello di fornitura e di sub appalto che presenti adeguati livelli di maturità digitale, cosa assai impegnativa, pure per evitare una gravosa presa in carico dei doveri a capo di tali soggetti. Oltre alla modellazione informativa tradizionale, la quarta e la quinta dimensione impattano ulteriormente in termini di Project Monitoring & Control, senza contare gli aspetti relativi alla sostenibilità del cantiere (digitalizzato).
Tutto ciò detto, resta, anche in relazione al 4D BIM e al 5D BIM, il tema cruciale degli accertamenti di conformità legati al controllo della qualità in accettazione e in produzione, ai controlli in materia di salute e di sicurezza e alla contabilizzazione dei lavori, sia per quanto inerisce alle rilevazioni in contraddittorio con la Direzione dei Lavori sia per quanto inerisce alla gestione dello Stato Interno di Avanzamento dei Lavori: senza contare il sistema di rilevazione presso i fornitori manifatturieri dell’indotto e presso la distribuzione commerciale.
Se, però, ci si spinge oltre la modellazione informativa, anche comprendendovi, ad esempio tutte le soluzioni di Digital Surveying legate al controllo sull’avanzamento dei lavori e le soluzioni di Immersive Reality e di Augmented Reality, è giocoforza guardare alla interoperabilità tra l’Ambiente di Condivisione dei Dati, entro cui contrattualmente l’impresa appaltatrice dovrà muoversi e il proprio Enterprise Resource Planning, nonché con le varie piattaforme digitali a cui l’impresa appaltatrice dovrà rivolgersi nel caso della sensorizzazione degli apprestamenti e dei macchinari in termini di Internet of Things
Si pensi, inoltre, al ruolo che i data set generati in cantiere potranno avere, per alcuni indicatori, per la ESG Compliance. E altre soluzioni tecnologiche digitali si prospettano all’orizzonte e dovranno essere ricomprese in un ecosistema digitale olistico.
Una volta intuito che cosa possa implicare l’introduzione della Gestione Informativa Digitale in senso lato, occorre, da ultimo, iniziare a riflettere sia sul ruolo dell’impresa appaltatrice nei confronti della Commissione di Collaudo Tecnico-Amministrativo, tanto più se attiva in corso d’opera sia sul tema del rapporto col Collegio Consultivo Tecnico e sulle modalità di gestione delle riserve e del contenzioso in sede arbitrale o giurisdizionale.
A seguito di queste brevi note, è urgente e, sopra a tutto, opportuno che i titolari e i dirigenti delle imprese di costruzioni, specialmente di quelle che opereranno in qualità di impresa appaltatrice e di impresa, si pongano rapidamente la questione relativa all’acculturamento digitale dell’organizzazione e al reclutamento dei profili professionali idonei per sostenere e per coadiuvare la Direzione Tecnica di Cantiere. Da ultimo, si rammenti che, con ogni probabilità, la completa digitalizzazione della commessa e del cantiere influirà sulla mitigazione del rischio e, tra le altre cose, sul Credit Scoring e sulla valutazione del merito creditizio da parte del sistema finanziario.
Per non dire dei riflessi sul mondo assicurativo.
La campana è già suonata, non solo per il Direttore Tecnico di Cantiere.
Cantiere ovvero «cavallo castrato»
di Franco Robecchi ingegnere e autore
ra i molti termini linguistici che fanno parte del mondo delle costruzioni vi è una parola centrale che è “cantiere”. È un vocabolo che a noi suona molto chiaro. Di uso comune, si riferisce al luogo attrezzato che è predisposto per opere edili. Con la precisazione di “cantiere navale” si intende il grande scenario che viene allestito per la costruzione di navi. Per la verità anche la parola arsenale, che oggi si intende specificamente riferita al cantiere navale, andrebbe specificata con un aggettivo, perché, a rigore di significato, l’arsenale, tout-court, o meglio ancora “arsenale militare”, indica il luogo dove si costruiscono, si riparano, o sono solo immagazzinate, armi militari. Infatti, anche a Brescia, che non è città di mare, anticamente esisteva un arsenale. In origine era lungo l’attuale via Moretto e poi fu trasferito poco a nord del quartiere San Bartolomeo.
Appunto lì ancora esiste una via, perpendicolare alle vie Mainetti e Manestro, che si chiama via dell’Arsenale. Arsenale era anche il nome, in Gardone Valtrompia, della fab-
brica nazionale d’armi, poi denominata, dal 1859 “Fabbrica d’armi”.
Tuttavia l’arsenale ha origine come luogo di produzione e riparazione di navi: dal veneziano arzanà, che, a sua volta, deriva dall’arabo dar- as -
sinà, casa di lavoro, officina. Di lì deriva anche la parola darsena.
Reso omaggio alla capacità di inclusione degli antichi veneziani, che adottavano, per una loro attività fondamentale, una parola dei loro nemici ara-
bi, torniamo al cantiere. Aggiungiamo qui che la parola cantiere, come arsenale, ha tutta una serie di derivati più o meno metaforici. Si dice: “Ho in cantiere un progetto per la mia attività”, “hanno messo in cantiere un figlio”,
“ha preso tutto il suo arsenale e si è trasferito”, ecc. Sono derivate anche le forme “cantierare”, mettere in cantiere, progettare e organizzare una realizzazione, “cantieramento”, apprestare una realizzazione, “cantierizzare”, che vor-
rebbe dire occupare con cantieri.
Ma andiamo alla ricerca delle origini. La parola cantiere deriva, chi lo direbbe, dall’antico greco kanthélios che significava, nientemeno, che grosso asino da soma. Sorpresa! I passaggi logici dell’evoluzione del significato sono i seguenti. Dobbiamo attraversare il latino nel quale esisteva la parola canthélio, poi diventato cantherius e infine, nel latino tardo, cantarium. Ma ancora quella parola significava qualcosa di vicino all’asino: cavallo castrato, che era molto più docile e propenso al lavoro. Certo stupisce che noi oggi, dicendo “vado al cantiere”, intendiamo dire che andiamo dal cavallo castrato.
Tuttavia ricordiamo che, anche nell’edilizia, ma non solo, esiste un termine che suona cavalletto e tutti sappiamo a che cosa si riferisca. Anche grazie alle 4 gambe, la piccola struttura evoca la capacità del cavallo di sopportare pesi, così come l’asino. Il cavalletto è diventato, appunto, quella semplice intelaiatura, che poggia sul terreno, sulla quale possiamo appoggiare altri oggetti: da tavole a travi in lavorazione, ma anche tele in fase di pittura d’artista: pittura da cavalletto. Ricordiamo che esistono anche i cosiddetti cavalli di Frisia
Sono semplici strutture in legno con forma a “x”, fra loro collegati da un tronco, adatti a costituire un ostacolo difensivo opposto ad antiche cariche di cavalieri, resi più offensivi da rivestimenti con chiodi e fili spinati. Il nome deriva dalla Frisia, come per mucca frisona, regione dell’Olanda, dove furono per la prima volta usati, alla fine del Cinquecento, per frenare gli attacchi della cavalleria spagnola. Una forma più moderna è costituita da tre segmenti di profilati d’acciaio incrociati, adatti a ostacolare l’avanzata di carri armati.
Il cavalletto, quindi, ha dei derivati che un poco richiamano la funzione originaria. È appunto a quella stessa funzione, cioè di sopportare carichi che gli vengano sovrapposti, che anche la parola indicante il cavallo castrato ha mantenuto in modeste strutture in legno, capaci di reggere opere in costruzione o riparazione, come le navi di un arsenale. Anticamente, soprattutto a Venezia, si diceva che “una nave era sui cantieri” per dire che era in fase di costruzione o di riassetto, appoggiata a telai in legno di supporto. Si trattava di qualcosa di paragonabile ai ponteggi dell’edilizia. Dall’oggetto la parola passò a indicare il luogo dove l’oggetto si trovava, con un salto non raro nella storia delle lingue, che resta tuttavia poco spiegabile. Quanti oggetti vi saranno stati in un arsenale che avrebbero potuto definire l’intero luogo? Invece proprio i cantieri esorbitarono dal loro limitato significato per indicare l’intero spazio attrezzato per i lavori navali. Il termine cantiere finì per indicare quindi il luogo dove si trovavano queste strutture di sostegno. Tuttavia l’incubazio-
nnn
In alto: Veduta di un cantiere edile, con massicce impalcature di legno, opera del grande pittore pugliese Giuseppe De Nittis, scomparso a solo 38 anni
Sotto: Un cantiere edile in una densa veduta ravvicinata del 1915
nnn
Nella pagina precedente: Cantiere di dimensioni urbanistiche in un dipinto di inizio Novecento
ne fu lunga perché la parola stessa assunse il significato attuale solo nel corso del recente Ottocento, diciamo 150 anni fa. È quindi relativamente moderna. Altrettanto vale per il passaggio di significato ambientale: dal cantiere navale al cantiere edile. Tant’è che, inizialmente la parola cantiere, senza specificazioni, continuò a significare solo il cantiere navale. Inoltre per qualche secolo il cantiere era sinonimo di legno lungo, trave, puntello, sostegno, come persistenza del più antico significato.
Ecco allora che il capocantiere potrebbe essere chiamato capo-puntello o addirittura capo del somaro o capo del cavallo castrato. Sono gli scherzi del linguaggio, che nella sua evoluzione incontra svolte imprevedibili e talora anche surreali. Basta una variazione, per errore, della pronuncia che la parola imbocca vie del tutto bizzarre e lontane dal significato originario. Chi lo direbbe che baleno (esempio: in un baleno andò e ritornò da casa), che significa anche lampo, deriva dal guizzo del delfino o dall’apparire e sparire subitanei della balena? Il mondo delle costruzioni ha alle spalle migliaia di anni di esistenza e quindi anche di nomenclatura attinente.
Le parole sono scivolate fondendosi ad altre, estinguendosi o nascendo all’improvviso, non raramente con contaminazioni fra lingue straniere. Il nome della putrella deriva dal francese poutrelle, trave, e il nome dialettale bresciano, stoc, che indica un bastone, un pezzo di legno, deriva dal tedesco stock che indica proprio il bastone.
L’analisi dei termini linguistici in uso nel mondo delle costruzioni, comprendendo anche la vasta terminologia dialettale, sarebbe molto interessante, ma gli spazi di una rivista non consentono tale studio, che meriterebbe un intero libro.
Scenari regionali dell’edilizia: Lombardia
Dall’analisi del Centro Studi Ance delle dinamiche macroeconomiche e settoriali nazionali e regionali, un approfondimento sull’andamento delle costruzioni in Lombardia, con particolare riferimento ai temi che toccano demografia, imprese, credito, mercato immobiliare e lavori pubblici
focus scenari regionali dell’edilizia: Lombardia
Pil, investimenti, occupazione In Lombardia numeri in crescita
La Lombardia chiude il 2023 con un aumento del Pil del +1,1% rispetto al 2022, una variazione positiva superiore al dato di media nazionale, che si attesta di poco sotto l’1% (+0,9%). Nel 2024, registrerà un ulteriore aumento del +1% su base annua, contro il +0,7% atteso per l’Italia. Dati positivi riportati nella sintesi del Centro
Studi Ance che, per il quarto anno consecutivo, insieme a un report sugli “Scenari regionali dell’edilizia 2024”, ha pubblicato venti fascicoli, uno per ciascuna regione italiana, per comprendere le tendenze in atto nel settore anche nei singoli territori, così come a livello nazionale. I dati e le previsioni riferite al contesto economico e all’andamento delle
costruzioni sono stati sviluppati in collaborazione con Prometeia e l’edizione 2024, oltre a toccare i temi che riferiscono a demografia, imprese, credito, mercato immobiliare e lavori pubblici, è stata arricchita da una lettura dei dati sul patrimonio immobiliare, anche alla luce della recente direttiva “Green”, che impone la riduzione totale dei consumi per gli edifici residenziali e non abitativi esistenti entro il 2050.
La crescita nella regione in termini di Pil è attribuibile in particolar modo agli investimenti, in aumento del +5,1% nel 2023 in confronto al 2022, e anche al discreto andamento
dei consumi, che risultano ancora in salita del +1,5% nonostante abbiano subito un rallentamento a partire dalla primavera. Di contro, le esportazioni hanno evidenziato una prima lieve diminuzione del1,3% su base annua.
A fare la propria parte nell’andamento positivo registrato a livello regionale, il settore delle costruzioni lombardo che rappresenta, in termini di investimenti, l’8,5% del Pil regionale ed in termini di occupazione il 20% degli addetti nell’industria e il 6,2% dei lavoratori operanti nell’insieme dei settori di attività economica (per l’Italia, rispettivamente, il 24,4% e il
6,5%). Il 2023 ha confermato il percorso di crescita iniziato nel 2016, che ha subito flessioni solo in corrispondenza dell’anno 2020, segnato dall’emergenza pandemica da Covid-19. L’Ance sulla base degli scenari regionali elaborati da Prometeia, stima per la Lombardia un aumento degli investimenti in costruzioni nel 2023 del +5,7% rispetto all’anno precedente. Questo risultato, a riprova della straordinaria espansione nel biennio 2021-2022, ha permesso di recuperare il gap produttivo dovuto alla lunga crisi che aveva portato ad una perdita per le costruzioni pari al38,4%. Tuttavia, viene stimato per il 2024, un calo dei livelli produttivi del -7,2% in termini reali su base annua. Il settore delle costruzioni in Lombardia, parallelamente a quanto osservato a livello nazionale, risentirà del mancato apporto espansivo della manutenzione straordinaria, a causa del venir meno della cessione del credito e dello sconto in fattura. Tale ridimensionamento sarà solo in parte compensato dall’espansione del comparto delle opere pubbliche sostenuto dal Pnrr che vedrà nell’anno in corso e fino al 2026 la piena realizzazione degli investimenti.
focus scenari regionali dell’edilizia: Lombardia
Imprese nel settore delle costruzioni COMPOSIZIONE
La provincia di Brescia segue Milano e Bergamo, rispettivamente prima e seconda, per numero di imprese edili
L’offerta produttiva settoriale si concentra infatti per circa il 28% in territorio meneghino, nel quale risultano 27.500 imprese attive; seguono, a distanza, Bergamo e Brescia con quote, rispettivamente, del 14,6% e del 13,6%. A livello regionale il settore delle costruzioni conta nel 2021 (ultimo dato Istat disponibile), circa 100mila imprese, ovvero il 19% del
dato complessivo nazionale (520.212 imprese). Il settore si presenta molto frammentato, con circa due terzi delle imprese costituite da realtà con un addetto e un altro 29,8% da quelle con 2-9 addetti (per l’Italia, rispettivamente, il 62% e il 33,3%). Tale struttura produttiva incide sulla dimensione media che in Lombardia si attesta a 2,9 addetti per impresa (2,8 per l’Italia). Anche i volumi di affari si attestano su livelli contenuti, con il 68,8% di imprese di costruzioni che dichiara un fatturato inferiore ai 200mila euro e quasi il 15% compreso tra i 200mila e i 500mila euro (nel complesso, l’84% dell’offerta produttiva settoriale nella regione ha un giro di affari sotto i 500mila euro). Guardando all’attività esercitata in via prevalente dalle imprese di costruzioni nella regione, emerge una preponderanza di quelle che si occupano di lavori di costruzione specializzati, pari a quasi l’80% (contro una media per l’Italia del
focus scenari regionali dell’edilizia: Lombardia
Imprese nel settore delle costruzioni per provincia
VARESE
2,2
5.829 2,5 SONDRIO 1.860 3,0
27.550 3,7 BERGAMO 14.218 3,1 BRESCIA 13.288 3,1 PAVIA 4.843 2,3
3.050 2,4
76,7%); segue il comparto della costruzione di edifici con il 19,9%, mentre il comparto dell’ingegneria civile incide per lo 0,7%).
L’analisi delle dinamiche economico-finanziarie, effettuata su un campione di circa seimila bilanci di imprese Ance con forma giuridica di società di capitali nel periodo 20132022 e suddivisa per macroarea territoriale (Nord Ovest, Nord Est, Centro e Mezzogiorno), rivela che nel 2022 la maggiore concentrazione di imprese associate (il 33%) si trova nel Nord Ovest. Queste si distinguono per classi di fatturato, che risultano essere pienamente in linea con la distribuzione per classi di fatturato a livello nazionale: il 15% è al di sotto dei 500 mila euro, il 13% tra i 500 mila e il
milione di euro, il 18% tra 1 e 2 milioni di euro, il 26% tra i 2 e i 5 milioni di euro, il 21% tra i 5 e i 20 milioni di euro, il 5% tra i 20 e i 60 milioni di euro e, infine, si attestano sull’1% sia quelle tra i 60 milioni e i 120 milioni di euro di fatturato sia le imprese al disopra dei 120 milioni di euro. Sul fronte dell’occupazione, secondo i dati elaborati dalla Cnce sulle Casse edili, nel 2023 il settore delle costruzioni in Lombardia registra un aumento del +5% nel numero delle ore lavorate e del +7,5% per quello dei lavoratori iscritti. Tale incremento avviene dopo un 2022 con tassi di crescita ampiamente al di sopra del 10% per entrambi (+14,6% per le ore lavorate e +16,2% per i lavoratori iscritti rispetto al 2021).
Credito, stock edilizio e mercato immobiliare residenziale
Ance elabora i dati di Banca d’Italia per tracciare l’andamento dei finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni nel nostro Paese. Nel 2023 le erogazioni hanno continuato a diminuire con un calo del -25,4% rispetto all’anno precedente. Anche in Lombardia prosegue la netta contrazione, con un -23,8% nel 2023 rispetto al 2022. La diminuzione dei mutui per l’acquisto di case ha riguardato tutte le province lombarde. Maggiormente colpite sono state Cremona (35,7%), Varese (-23,7), Sondrio (-19,9), Lecco (-19,7), Brescia (-18,8%), seguite da Pavia (-11,3%), Mantova (8,9%), Milano (-5,9%), Monza-Brianza (-4,5%), Bergamo (-3,5%). In forte controtendenza la provincia di Lodi (9,8%). Per il comparto non residenziale regionale si conferma invece la tendenza in corso con una leggera variazione positiva del +1,8% nel 2023 rispetto al 2022. Solo le province di Mantova (-38,7%), Milano (-16,6%) e Lecco (-5%) hanno registrato una diminuzione di tali finanzia-
menti, mentre, nel resto del territorio regionale le erogazioni sono aumentate, seppur con intensità differenti.
Lo scorso anno il mercato immobiliare residenziale in Lombardia ha segnato un calo del -10,4% nel primo trimestre, su base annua, e, rispetto allo stesso periodo del 2022, del14,3% nel secondo trimestre
e del -9,3% nel terzo trimestre e una variazione negativa del -1,6% per l’ultimo trimestre. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, con un numero di 150.630 compravendite effettuate nell’anno, il 2023 segnala un calo complessivo del -8,9% rispetto al 2022. Tale tendenza è riscontrabile in tutte le province lombarde.
di
Dati provvisor
Sostenibilità “senza pensieri”
Open Network, tramite il dipartimento Sostenibilità, diretto dalla Dott.ssa Beatrice Scappini (professionista con oltre un decennio di esperienza in consulenza, insegnamento e ricerca in ambito universitario sul tema) fornisce servizi all'avanguardia nel settore dell'ESG –Environmental, Social, and Governance –, sempre più cruciale per il tessuto imprenditoriale contemporaneo.
Open Network, in un'epoca in cui la consapevolezza ambientale e l'etica aziendale giocano un ruolo sempre più rilevante nelle strategie di business, si propone di offrire un supporto completo e specializzato alle aziende che ambiscono a integrare principi di sostenibilità nelle loro operazioni.
Rilevante in questo contesto è il supporto che Open Network offre
anche al settore edile e delle costruzioni.
In questo ambito, l'adozione di principi di sostenibilità assume un ruolo importante: ancora oggi, il settore è fortemente legato all'utilizzo di materiali “estrattivi vergini” e poco orientato alla circolarità.
Grazie alla convenzione stipulata con Ance Brescia, Open Network rivolge a tutti gli associati servizi su misura orientati all’adozione dei criteri Esg, riservando condizioni di particolare favore.
L’obbiettivo è quello di guidare le imprese edili verso pratiche più sostenibili, ponendo le basi per una business continuity che tenga conto dell'importanza di un impiego responsabile delle risorse e della minimizzazione dell'impatto ambientale. La consulenza prevede innanzitutto l'implementazione di strategie di sostenibilità mirate, che permettano
alle imprese di allinearsi con gli standard ESG globali. Questo non solo migliora l'immagine aziendale e rafforza la fiducia degli stakeholder, ma apre anche la strada a nuove opportunità di mercato e a una maggiore resilienza operativa.
Inoltre, Open Network risolverà per il cliente il problema della complessità normativa e della rendicontazione in ambito ESG.
Molte aziende si trovano infatti alle prese con la sfida di interpretare e applicare le normative sul tema, che sono effettivamente molto articolate e in continuo aggiornamento.
Chi fosse interessato, può fin da ora contattare Open Network s.r.l. ai seguenti recapiti: info@opennetworksrl.it tel. 030 6480473
focus scenari regionali dell’edilizia: Lombardia
Compravendite di unità immobiliari ad uso abitativo in Lombardia
L’incerto e mutevole quadro politico economico, oltre ai tassi di interesse che rimangono al di sopra delle attese, influenzano le dinamiche del mercato immobiliare residenziale anche per il 2024. Nonostante ciò, la domanda abitativa rimane alta. Le famiglie sono sempre più alla ricerca di un’abitazione che coniughi le proprie necessità di spazi adeguati con la vivibilità del quartiere e dei servizi che esso è in grado di offrire. Secondo i dati del Censimento delle abitazioni 2011, lo stock edilizio ita-
liano è costituito da circa 13,7 milioni di edifici, dei quali l’88,9% ad uso abitativo e l’11,1% riferito al comparto non residenziale. Per il settore residenziale, lo stock abitativo nazionale è di ben 12,2 milioni di edifici (per 31,2 milioni di abitazioni), di cui quasi il 75% è stato costruito prima dell’emanazione delle norme antisismiche (1974) e sull’efficienza energetica (1976), nonché dei relativi decreti attuativi. Alla luce degli importanti risultati ottenuti dal Superbonus e dagli altri bonus ordinari, grazie
anche alla possibilità della cessione del credito o dello sconto in fattura, nel triennio 2021-2023 è stato avviato un primo e diffuso programma di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano.
A livello regionale, la quota di edifici interessata da lavori di miglioramento della prestazione energetica, al 31 marzo 2024, si attesta a 7,3%: valore al di sopra della media nazionale (5,8%) che la colloca tra le regioni più virtuose nell’utilizzo dell’agevolazione
focus scenari regionali dell’edilizia: Lombardia
Pnrr e lavori pubblici
Trainata dal Pnrr e dalla chiusura, a fine dello scorso anno, della programmazione 20142020 dei fondi strutturali europei, nel corso del 2023 il comparto delle opere pubbliche in Lombardia ha vissuto una fase di crescita. I comuni sono stati responsabili di gran parte della spesa per investimenti locali, contribuendo a far registrare un aumento del +32,5% rispetto all’anno precedente. In merito alla spesa relativa ad investimenti infra-
strutturali, i risultati evidenziano, sull’intero anno, un aumento del +25,9% rispetto all’anno precedente, pari a maggiori investimenti per opere pubbliche per circa 439,8 milioni di euro. Il primo trimestre dell’anno in corso segna un ulteriore aumento del +9,1%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Sulla base degli open data Regis, aggiornati a dicembre 2023, con la revisione del Pnrr, 8.446 progetti (Cup) localizzati in Lombardia, per un valore di 998,9 milioni di euro, risultano usciti dal perimetro del Piano per essere finanziati con fondi diversi e realizzati senza gli stringenti vincoli temporali richiesti dall’Europa. I progetti esclusi riguardano il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali delle comunità nelle aree interne, la realizzazione di interventi comunali per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica.
PNRR: lo stato di avanzamento dei lavori INCIDENZA %
I progetti usciti dal Pnrr in Lombardia rischiano di aumentare a 1.430,6 milioni , considerando le linee di investimento parzialmente definanziate che si stima possano riguardare ulteriori 431,7 milioni di investimenti regionali. Si tratta principalmente di progetti di rigenerazione urbana, lo sviluppo di ciclovie turistiche, la realizzazione di asili nido e scuole dell’infanzia, i piani urbani integrati e interventi del settore sanitario. Analizzando i dati sui cantieri raccolti attraverso la banca dati Cnce_EdilConnect, l’Ance evidenzia che in Lombardia risultano aperti o conclusi cantieri, finanziati in tutto o in parte dal Piano, per il 35% delle gare pubblicate a partire dal 1° novembre 2021 e fino a marzo 2024.
Per l’anno in corso, oltre che dal Pnrr, il comparto delle opere pubbliche in Lombardia sarà sostenuto anche dagli investimenti legati all’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali 2026 Milano-Cortina, che per circa 1,3 miliardi di euro coinvolgono il territorio regionale
• Linee vita
• Sistemi anticaduta
• Parapetti
• Scale
• Passerelle
• Griglie anticaduta per lucernari
servizi
Rispondere in modo adeguato alle esigenze del territorio
Se.Va.T. a supporto delle PA per lo sviluppo economico-sociale
Servizi, progettazione e gestioni associate: le attività che la Società consortile porta avanti puntando a crescita, digitalizzazione e rigenerazione urbana
al 2018 nel territorio della Valle Trompia opera Se.Va.T. - Servizi Valle Trompia Scrl, una società a capitale interamente pubblico, partecipata da Comunità Montana di Valle Trompia e da altri 17 enti locali della provincia, che soddisfa operativamente le richieste dei vari Comuni aderenti, affiancandoli nell’erogazione di servizi, nell’attività di progettazione e sviluppo del territorio e nelle gestioni associate. Dalla sua nascita, il valore delle postazioni attive è passato dai 114mila euro iniziali agli oltre tre milioni di euro del 2023, incrementando i propri addetti da 10 a 43 unità. Gli utili di bilancio del 2023 hanno consentito alla società di varare un aumento di capitale sociale che è passato da 10mila a 50mila euro: una patrimonializzazione interamente sopportata da Se.Va.T. senza necessità di contribuzione da parte dei soci. La società è in pochi anni cresciuta esponenzialmente, valicando i confini della Valle Trompia e raggiungendo un volume d’affari di oltre nove milioni di euro. Oggi offre servizi a oltre 60 comuni, anche al di fuori della provincia di Brescia.
Quattro le principali aree di attività: i servizi che fanno fronte alle necessità temporanee di personale da parte dei Comuni soci; il supporto tecnico-operativo alle dieci Gestioni Associate di Comunità Montana, che consente di estendere servizi a più di una sessantina
di realtà comunali in tutta la provincia bresciana; lo sviluppo di progettazioni territoriali e il supporto alla partecipazione di bandi per attrarre finanziamenti sui territori aderenti e infine la realizzazione di opere pubbliche in regime di Committenza ausiliare integrale, che permette di gestire internamente tutte le procedure che compongono il complesso e tormentato iter necessario per passare dal progetto iniziale alla realizzazione di un’opera.
“Il nostro obiettivo — chiarisce il presidente della società consortile Andrea Crescini — è quello di portare risultati concreti navigando nel mare spesso insidioso della burocrazia, aiutando le pubbliche amministrazioni più in difficoltà ad efficientare i processi, eliminare le diseconomie e ottimizzare i tempi. In questo percorso — precisa — facciamo molta attenzione alla conformità con le norme, ad elevare i livelli di qualità e a privilegiare le soluzioni innovative: per questo sviluppiamo partnership con le istituzioni, le associazioni di categoria e le società partecipate come la nostra con le quali condividiamo obiettivi comuni. Positivo e fruttuoso, ad esempio, è lo scambio già intrapreso con Brescia Infrastrutture su temi del vendor rating, dell’e-procurement e della certificazione Uni En Iso 9001:2015”. Promuovendo aggregazione, specializzazione ed efficacia nella gestione dei lavori e dei servizi erogati, Se.Va.T. ha registrato oltre 50 progettazioni e cantieri di opera pubblica seguiti direttamente dalla società.
Tra gli impegni più recenti: il conseguimento del finanziamento da 17 milioni per il Patto territoriale del Monte Maniva all’interno del quale Se.Va.T. ha curato direttamente la progettazione e direzione dei lavori sia degli impianti di risalita e innevamento del Maniva, già conclusi, sia della nuova pista ciclabile Collio-Memmo, attualmente in cantiere; la riqualificazione energetica e funzionale della palestra comunale di Polaveno e del Palazzetto “Sirio Esti” di Ospitaletto, per 1.041.000 euro e la realizzazione della nuova sede di Acque Bresciane e Asvt a Gardone Valle Trompia per 965mila euro. Inoltre, Se.Va.T. si è occupata della riqualificazione del comparto di piazza Unità d’Italia a Sulzano, con la ristrutturazione di un edificio da destinare a edilizia residenziale pubblica, della realizzazione di un parcheggio interrato e del rinnovo della piazza soprastante, per un importo complessivo di euro 7.472.650; e del prossimo avvio della messa in sicurezza della viabilità che dal comune di Bagolino porta al Passo Maniva, in collaborazione con le due Comunità di Valle Trompia e Sabbia e il Comune di Bagolino per un valore di circa quattro milioni di euro.
Di particolare prestigio è l’incarico che riguarda l’adeguamento sismico della Camera di Commercio di Brescia, che prevede un investimento complessivo intorno ai quattro milioni di euro. Grazie a un rilievo laser-scan di tutto l’immobile, che consentirà anche una futura gestione Bim dell’intero complesso, la modellazione strutturale più avanzata ha consentito di sviluppare una soluzione progettuale che permetterà l’elevazione di cinque classi nella normativa antisismica dell’edificio, a tutela dei lavoratori e di tutto il pubblico che frequenta l’immobile. “Nell’ambito di questo intervento — segnala Crescini — dimostrandosi attento all’ambiente e sensibile ai temi della sostenibilità, il committente ha scelto di avviare con il nostro supporto un percorso progettuale ed esecutivo per giungere alla certificazione Leed dell’intero involucro, rilasciata dal più importante sistema statunitense di classificazione dell’efficienza energetica e dell’impronta ecologica degli edifici, che consentirà alla sede di via Einaudi di figurare come primo edificio pubblico della città di Brescia a ottenere la Leadership in Energy and Environmental Design Certification”. Se.Va.T. offre inoltre servizi in forma digitale. Nei processi di acquisto di beni e servizi, ad esempio, affianca le PA attraverso il portale di eProcure-
ment Traspare, che gestisce l’accreditamento online dei fornitori e delle procedure di approvvigionamento elettronico. Gestisce infine iniziative a carattere commerciale per la promozione delle realtà locali e dei loro progetti virtuosi, al fine di valorizzare il territorio degli enti aderenti e supporta tecnicamente le candidature dei comuni a bandi di finanziamento e strategie di sviluppo territoriale, predisponendo progetti, animazione, reti di partenariato, tavoli di governance e rendicontazione per la successiva attuazione. Di recente ha supportato le candidature dei comuni di Pezzaze, Lodrino e Polaveno al “Bando pubblico per il finanziamento dei progetti per il piano nazionale per la riqualificazione dei Piccoli Comuni”, risultate le uniche premiate in tutta la provincia di Brescia con un finanziamento complessivo di 2,1 milioni di euro. Sul finire dell’estate, un altro esempio che attesta i positivi effetti dell’operare quotidiano di Se.Va.T. sul territorio, è il sostegno e il coordinamento della società al primo Valle Trompia Bike Festival, finalizzato a promuovere la rete ciclabile che si snoda attraverso le strade e i sentieri della Valle Trompia e che ha visto lungo tutta la valle una numerosa partecipazione di amanti della montagna e della bicicletta.
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Mariateresa Vivaldini
IL PARLAMENTO EUROPEO, DEFINITO ANCHE EUROPARLAMENTO, MENO COMUNEMENTE EUROCAMERA, È UN’ISTITUZIONE DI TIPO PARLAMENTARE CHE RAPPRESENTA I POPOLI DELL’UNIONE EUROPEA ED È L’UNICA ISTITUZIONE DEL VECCHIO CONTINENTE A ESSERE ELETTA DIRETTAMENTE DAI CITTADINI DELL’UNIONE. LA COMMISSIONE EUROPEA HA L’INIZIATIVA LEGISLATIVA E CON IL PARLAMENTO EUROPEO ESERCITA LA FUNZIONE LEGISLATIVA DELLA UE. TUTTAVIA, SECONDO IL TRATTATO DI MAASTRICHT RAFFORZATO DAL TRATTATO DI LISBONA, IL PARLAMENTO EUROPEO HA UN DIRITTO DI INIZIATIVA LEGISLATIVA CHE GLI CONSENTE DI CHIEDERE ALLA COMMISSIONE DI PRESENTARE UNA PROPOSTA LEGISLATIVA. DAL 1979 VIENE ELETTO DIRETTAMENTE OGNI CINQUE ANNI A SUFFRAGIO UNIVERSALE; PER LUNGO TEMPO L’AFFLUENZA ALLE URNE È DIMINUITA A OGNI ELEZIONE, SCENDENDO NEL 2014 AL 42,54%. NEL GIUGNO 2024 I VOTANTI SONO STATI IL 51,05%, DOPO CHE NEL 2019, PER LA PRIMA VOLTA DOPO 20 ANNI, LA PARTECIPAZIONE FU DI POCO SUPERIORE AL 50%.
Conosciamo l’europarlamentare Mariateresa Vivaldini
La filiera delle costruzioni va sostenuta: crea lavoro e sviluppo
di Adriano Baffelli
Gli europarlamentari dividono il loro impegno politico — oltre che sui rispettivi territori di provenienza e quelli assai più ampi del collegio elettorale — tra Strasburgo, in Francia, dove si celebrano le sessioni plenarie, e la sede di Bruxelles in Belgio, che ospita le riunioni delle Commissioni. Raramente raggiungono il Lussemburgo, dove si trova la struttura del Segretariato generale del Parlamento continentale. Il palazzo vetrato del Parlamento dell’alsaziana Strasburgo, perfetto mix tra culture e architetture teutoniche e francofone, pare ergersi a moderno contraltare rispetto al cuore antico cittadino, impreziosito da gradevoli case a graticcio e da una splendida cattedrale gotica. La maggior parte delle istituzioni europee a Bruxelles sono racchiuse nel Quartiere europeo. Epicentro della politica continentale è Palazzo “Berlaymont” sede della Commissione Europea. Ed è a Bruxelles che è ora di casa, alternandosi con Pavone del Mella, l’europarlamentare bresciana.
Onorevole Vivaldini, quanto porta a Bruxelles e Strasburgo della sua esperienza amministrativa a Pavone Mella e in Provincia di Brescia?
È stata proprio l’esperienza che ho maturato in questi lunghi anni a fianco dei miei concittadini uno dei motori che mi ha spinto a candidarmi alle europee. Da sindaco e da assessore e consigliere provinciale, conosco bene i problemi delle famiglie, delle imprese, dei giovani, degli anziani e del-
le fasce più deboli. Voglio essere utile in Europa proprio a partire da un territorio che conosco, quella provincia di Brescia così ricca di imprese dinamiche e di realtà associative, con una grande storia e una grande capacità di mettere in comune bisogni e opportunità. Penso anche che questa legislatura europea debba affrontare questioni decisive, come quelle della politica estera e della difesa comune. E anche che sia necessaria una revisione con criteri non ideologici di un “green deal” insostenibile. Sono in Europa con lo stesso slancio ideale e lo stesso realismo con cui faccio il sindaco.
Seconda bresciana più votata alle elezioni europee, con quasi 19mila voti, se lo aspettava? Ho lavorato molto in oltre vent’anni di esperienza politica e amministrativa. Ho avuto modo di confrontarmi con i bisogni delle persone, delle famiglie, dei lavoratori. È stata una campagna elettorale molto intensa, fatta di incontri e confronti su tutto il territorio lombardo e non solo. Mesi di lavoro che mi hanno portato a conoscere sempre meglio e approfondire i bisogni della gente e delle imprese. Si, avevo una buona aspettativa, anche se l’esito non è mai scontato.
Quando e perché, da centrista, ha deciso di scegliere Fratelli d’Italia?
Fratelli d’Italia ha raccolto consensi ampi fino a portare
Giorgia Meloni alla presidenza del Consiglio. La scommessa, raccolta in particolare dalle regioni del Nord, è quella di costruire un partito conservatore capace di affrontare le sfide del presente valorizzando ciò che nella tradizione vi è di buono e valido. Lì ho trovato spazio, con molti amici, per contribuire con la nostra esperienza politica amministrativa e di governo a dare sostanza al progetto. L’elezione al Parlamento europeo riconosce e dà un forte strumento a questo lavoro, nel quale sono impegnata ogni giorno.
Scommetto che non verrà meno, nonostante gli impegni europei, il suo ruolo di sindaco, al terzo mandato, di Pavone Mella…
Amo il mio paese. Non potrei mai venire meno ai miei doveri di prima cittadina. Siamo una comunità forte e unita e al terzo mandato posso dire con orgoglio di essere parte di una grande famiglia, sempre al lavoro per migliorare la qualità della vita delle nostre famiglie e delle nostre attività. Certo l’Europa, come è giusto che sia, impegna molto, ma ho la fortuna di avere una fantastica squadra che mi supporta. Inoltre, l’amore e la passione per la politica mi danno la forza di continuare a dare il massimo ogni giorno.
Lei che conosce la rilevanza della filiera del costruito bresciana, che cosa ha in animo di fare per il settore dalla stanza dei bottoni continentale?
Amo il mio paese. Non potrei mai venire meno ai miei doveri di prima cittadina. Siamo una comunità forte e unita e al terzo mandato posso dire con orgoglio di essere parte di una grande famiglia, sempre al lavoro per migliorare la qualità della vita delle nostre famiglie e delle nostre attività
Credo che uno dei principali obiettivi sia la riduzione della burocrazia. Su questo fronte occorre un cambiamento radicale nelle politiche dell’Unione, che tenga conto delle diverse esigenze e sensibilità dei territori, che riduca l’asfissiante pressione burocratica tale da indurre talvolta le imprese a rinunciare a fondi e autorizzazioni e, soprattutto, che persegua obiettivi utili e sostenibili per cittadini e imprese. Un percorso in tale direzione è già iniziato. L’UE si sta adoperando per rendere i processi amministrativi più
accessibili, più rapidi e meno onerosi. Occorre una grande attenzione perché la digitalizzazione non sia un solo cambiamento dello strumento, ma anche un’effettiva riduzione delle incombenze e degli obblighi burocratici. Un altro tema importante è quello della sostenibilità: la legislatura europea 2019-2024 è stata contrassegnata da alcune priorità e strategie sbagliate. Sinistre e verdi hanno avuto un ruolo determinante che ha prodotto l’imposizione dell’agenda verde e progressista, frutto di demagogia o ideologia, più che
Inizia la sua carriera politica nel 2004 a Pavone del Mella dove oggi ricopre la carica di sindaco da tre mandati. Ha ricoperto vari incarichi nella Provincia di Brescia, incluso quello di assessore ai Lavori pubblici, diventando la prima donna a rivestire tale ruolo, e alla Pubblica istruzione. Nel 2014 viene eletta consigliere della Provincia di Brescia, venendo sempre riconfermata nelle successive elezioni provinciali. Le sono state affidate le deleghe all’ambiente, all’energia, alle attività estrattive e alla programmazione europea.
Nel 2022 Vivaldini è stata nominata membro del Consiglio di amministrazione di Acque Bresciane. Nel 2024 è candidata alle elezioni europee nella lista di Fratelli d’Italia, e risulta eletta con 18.787 preferenze. Al Parlamento europeo è componente delle Commissioni Itre (Industria, Ricerca, Energia), Empl (Occupazione e Affari sociali) e componente sostituto in quella per il Mercato interno e la Protezione dei consumatori, Imco.
di una concreta capacità di coniugare lo sviluppo con il rispetto delle persone e dell’ambiente. L’obiettivo di adeguamento delle prestazioni energetiche degli edifici è importante e va perseguito ma serve gradualità e soprattutto serve un adeguato supporto economico anche da parte dell’Unione, per rendere possibili a tutti gli interventi edilizi necessari. E la filiera delle costruzioni, una delle più lunghe e articolate del panorama europeo, va sostenuta perché, oltre a creare lavoro e sviluppo, serve per adeguare e rinnovare l’enorme patrimonio edilizio del nostro paese. L’Europa deve poi contribuire in modo più deciso alla realizzazione delle vie di trasporto collegate ai grandi corridoi europei, sostenendo anche l’adeguamento delle reti locali di collegamento e l’intermodalità. Sono al lavoro, all’interno del gruppo FdI-Ecr, su queste sfide.
Data la sua esperienza amministrativa e la sua conoscenza del territorio provinciale e della città, su quale aspetto ritiene sia prioritario intervenire per rendere il territorio bresciano più “europeo”?
In primo luogo, serve un’Europa consapevole e rispettosa delle nostre eccellenze. Il comparto edilizio bresciano si distingue per la sua qualità e diversificazione, rappresentando un settore di grande rilievo per l’economia. Brescia vanta una tradizione consolidata nella costruzione e ristrutturazione, caratterizzata da un’alta qualità dei materiali e delle tecniche costruttive.
La presenza di numerose aziende specializzate, che spa-
ziano dall’edilizia residenziale a quella commerciale e industriale, contribuisce alla dinamicità del settore. La qualità del comparto edilizio bresciano è quindi un punto di forza che riflette competenza e innovazione. Quindi iniziamo a ragionare sui fatti, sulle strategie concrete, affinché ogni territorio sia valorizzato, accompagnato, sostenuto, in base alle sue specificità. La libera circolazione delle persone e delle merci in Europa ha fat-
Sinistre e verdi hanno avuto un ruolo determinante che ha prodotto l’imposizione dell’agenda verde e progressista, frutto di demagogia o ideologia, più che di una concreta capacità di coniugare lo sviluppo con il rispetto delle persone e dell’ambiente. L’obiettivo di adeguamento delle prestazioni energetiche degli edifici è importante e va perseguito, ma serve gradualità
to crescere l’economia dei paesi che formano l’Unione e, per comprendere le ragioni della convenienza di essere europei, basta osservare che la Lombardia, con la provincia di Brescia, esporta nel continente il meglio della propria produzione. Ma, di fronte alle nuove sfide, l’Europa deve sostenere le proprie imprese: vanno aiutate mantenendo le grandi conquiste della tutela del lavoro e della libertà d’impresa e riducendo burocrazia e regole troppo vincolanti e ideologiche. Ricerca, innovazione, creatività, manifattura, valorizzazione del nostro patrimonio culturale e ambientale e della produzione alimentare tipica, così come il tessuto commerciale delle nostre città, vanno aiutati, sostenuti e sviluppati. Abbiamo un destino comune: serve quindi una grande, rinnovata collaborazione. Da parlamentare europeo è questa la mia priorità e sono a disposizione delle associazioni di categoria per ascoltarle, comprendere meglio la natura dei problemi e cercare insieme nuove ed efficaci soluzioni. Brescia ha bisogno dell’Europa e l’Europa
Brescia, dalla seconda metà degli anni Novanta e per circa venti anni è stata all’avanguardia nella costruzione e nella messa in sicurezza delle strade. La rete delle provinciali, la Corda Molle, la Brebemi e le strade delle valli, anche con la faticosa esperienza della Valtrompia, a cui ho dato un significativo contributo, oggi mettono a disposizione dei bresciani una rete efficiente
ha bisogno delle nostre eccellenze.
Siamo sicuri che le infrastrutture pubbliche della nostra città e soprattutto della provincia, siano adeguate?
Brescia, dalla seconda metà degli anni Novanta e per circa venti anni è stata all’avanguardia nella costruzione e nella messa in sicurezza delle strade. La rete delle provinciali, la Corda Molle, la Brebemi e le strade delle valli, anche con la faticosa esperienza della Valtrompia, a cui ho dato un significativo contributo, oggi mettono a disposizione dei bresciani una rete efficiente. Anche i lavori della Tav procedono con regolarità, con importanti novità come la stazione del Garda.
Tuttavia, vi sono questioni irrisolte come quella della Gardesana e del futuro dell’aeroporto di Montichiari che vanno affrontate. A questo si aggiungono altre necessità, come ad esempio l’adeguamento della bretella e del nodo stradale di Brescia Est, la quarta corsia sulla A4 e l’utilizzo della linea ferroviaria storica come sistema metropolitano. Insomma, c’è ancora del lavoro da fare. Servono visione del futuro, una chiara programmazione, impegno e sinergie da parte di tutti, istituzioni e associazioni. Io intendo continuare, nel nuovo ruolo, il lavoro che ho fatto negli anni scorsi.
Pensa sia possibile intercettare risorse europee per sostenere azioni che avvicinino i ra-
gazzi alla formazione e alle molte opportunità occupazionali offerte dall’edilizia?
Va riaffermato in primo luogo il principio di sussidiarietà, scritto da più di venti anni nella nostra Costituzione: vanno sostenute in primo luogo le iniziative in cui la società, le aggregazioni sociali e le imprese promuovono iniziative per rispondere ai bisogni, a cominciare da quello educativo e formativo. Brescia e Ance in particolare sono di esempio,
con strutture formative consolidate, come Eseb, con la promozione di Its, che si stanno dimostrando sempre più utili e con la collaborazione con gli istituti tecnici. Le istituzioni, compresa l’Europa, da qui devono partire: sostenere con una normativa semplice e aperta e con risorse adeguate chi introduce iniziative buone come quelle che ho citato. L’Unione Europea offre diverse opportunità di finanziamento per progetti educativi
e professionali, e molte di queste risorse sono accessibili anche a livello locale: penso al Fondo Sociale Europeo, al progetto “Formazione e Lavoro per i Giovani: Edilizia”, che mira a preparare i giovani per il mercato del lavoro edile attraverso programmi di formazione professionale specifici. La Provincia di Brescia e la Regione Lombardia hanno spesso programmi e bandi che si allineano con le priorità europee. Ad esempio, i programmi “Europa per i Cittadini” e “Erasmus+ per la formazione professionale” possono essere utilizzati per finanziare percorsi di formazione e apprendistato che avvicinano i giovani alle opportunità lavorative nel settore dell’edilizia. Sono a fianco delle imprese bresciane e mi impegno perché questi strumenti siano sempre più semplici ed efficaci.
C’è speranza che le Province tornino all’assetto istituzionale precedente alla riforma Delrio, incompiuta e oggettivamente inadeguata?
Guardando la Provincia di Brescia, una regione nella regione, sono convinta anch’io che questi Enti debbano uscire dal limbo nella quale la legge 56 li ha costretti, tenendo conto del fatto che alle funzioni devono corrispondere risorse commisurate e che abbiamo la necessità di avere una struttura politico/amministrativa adeguata al compito al quale sono chiamati: garantire servizi essenziali ai cittadini in settori fondamentali
come le strade, le scuole, l’ambiente. La spesa corrente delle Province è fatta dal personale, dal riscaldamento degli
La Provincia di Brescia è una realtà geograficamente complessa e articolata, al cui interno sono molteplici le esigenze dei territori: montagne, laghi, pianure, cinquemila chilometri quadrati in cui vivono più di un milione di abitanti
trasferito allo Stato. Ma il Governo sta lavorando a una riforma che tiene conto del ruolo insostituibile che le Province svolgono per i territori che governano. Credo che lasciare ai territori le proprie risorse sarebbe già un passo avanti fondamentale. Le Province sono e si sono dimostrate, anche quando si era deciso di abolirle, il punto di riferimento dei
edifici scolastici e dalla manutenzione di strade e scuole e quindi togliere fondi alle Province è insostenibile, considerato che a oggi circa il 50% delle entrate proprie viene
Comuni in tutti quei servizi che non possono essere gestiti a livello comunale. Questo è un momento particolare, dove la politica deve dare il meglio di sé e dove, di fronte alle evidenti dif-
ficoltà emerse dal 2014 a oggi, si sono aperti spazi di pensiero e di progettazione sui quali il Governo sta lavorando. Mi permetto di ricordare che la Provincia di Brescia è una realtà geograficamente complessa e articolata, al cui interno sono molteplici le esigenze dei territori: montagne, laghi, pianure, cinquemila chilometri quadrati in cui vivono più di un milione di abitanti. Nonostante le difficoltà economiche, posso dire con orgoglio che l’ente che ho avuto l’onore di rappresentare per lunghi anni sia come consigliere che, come assessore, si è dimostrato un’eccellenza sotto diversi punti di vista, dalle strade alle scuole e ai servizi di area vasta, dalla centrale unica di committenza alla stazione di progettazione e di servizi pubblici ai comuni, raggiungendo ottimi livelli che potrebbero davvero diventare un modello e un
punto di riferimento. In conclusione: ai ruoli e ai servizi essenziali svolti dalla Provincia devono corrispondere risorse adeguate e una adeguata e autorevole rappresentanza politica che si può ottenere solo tornando all’elezione diretta delle Province.
Quando l’onorevole Vivaldini stacca la spina, cosa piace davvero fare a Mariateresa? Amo molto la mia famiglia. Ho una sorella che mi ha regalato due nipoti stupendi. Ho la fortuna di avere ancora due genitori che adoro. Mi piace trascorrere il tempo con loro e con le mie amicizie più sincere. Amo la musica, suonare il pianoforte, fare passeggiate e la buona lettura. C’è però da dire che un sindaco non stacca mai la spina e quindi sono felice di dedicare molto del mio tempo alla mia comunità, in special modo alle fasce più deboli.
Con il tram Brescia viaggia verso il futuro
L’avvio dei lavori per la linea T2 in partenza a fine 2025. Taglio del nastro previsto per la primavera 2030
Inizia il conto alla rovescia per l’avvio, fra un anno, dei lavori che porteranno alla realizzazione del tram cittadino. Dopo la delibera del Consiglio comunale a giugno, a cui ha fatto seguito il bando di gara di Brescia Mobilità, si è dato il via libera al progetto della linea T2 Pendolina-Fiera, già predisposto per supportare la futura realizzazione della linea T3 (Violino-Sant’Eufemia). Un sistema tranviario che, guardando a esperienze italiane ed europee di città come Bologna, Bordeaux e Graz, cambia il volto della città attraverso il potenziamento del trasporto pubblico locale e “si appresta ad essere la più grande opera pubblica cittadina dei prossimi anni” afferma l’ingegner Alessandro Marini, presidente di Brescia Mobilità. Con la nuova linea tranviaria Brescia sarà,
insieme a Milano, Torino e Napoli, tra le città italiane che possono vantare un sistema di trasporto pubblico articolato nei tre asset fondamentali del Tpl — metro, tram, bus — con l’intento di incentivare sempre di più la mobilità sostenibile a vantaggio del benessere dei cittadini, della qualità della vita, e della tutela dell’ambiente. “L’infrastruttura — prosegue Marini — consentirà un salto di qualità nell’offerta del trasporto pubblico bresciano in termini di regolarità, velocità e frequenza di servizio, a beneficio delle principali zone della città ad oggi non servite dalla metropolitana, in grado di migliorare la capacità di interscambio con il traffico proveniente dall’esterno, e di incrementare notevolmente il numero di passeggeri trasportati — con un aumento pari al +47,4%
nnn
Con
un salto di qualità nell’offerta del trasporto pubblico bresciano
— e di ridurre il traffico veicolare privato del 5%. Si stima una riduzione di 1,25 milioni di ore in meno spese nel traffico ogni anno, con conseguenti ed evidenti benefici per la salute pubblica, per la vivibilità della città e per l’ambiente”.
La nuova linea tranviaria viaggia sul successo della metropolitana inaugurata nel 2013, con l’obiettivo di incrementare il numero di passeggeri che si affidano al Tpl, collegando altri quartieri della città
per intercettare un maggior numero di utenti che dalla provincia si spostano verso Brescia.
Si stima che, dopo tre anni di esercizio, saranno quasi 12 milioni e mezzo i passeggeri annuali del tram, ai quali si aggiungeranno i 38 milioni di passeggeri sugli autobus urbani e gli oltre 35 milioni e mezzo della metropolitana, per un totale che sfiorerà gli 86 milioni di passeggeri l’anno (rispetto ai 58 milioni del 2019). Ma l’opera, che nella migliore delle ipotesi si prevede essere operativa dall’aprile 2030, veicola anche la riqualificazione del tessuto urbano promuovendo una trasformazione che mette al centro persone e ambiente. “Realizzare la nuova linea tranviaria comporta un’opera di riqualificazione delle strade, con più verde e spazio per la mobilità dolce” prosegue il leader di Brescia Mobilità. “Si stimano 20mila mq di nuovi spazi pedonali e ciclabili, più di 300 nuove alberature e una riduzione del 10% delle emissioni inquinanti dal traffico urbano. Sono tutti numeri e dati importanti, che vanno nella direzione di una città più sostenibile, ma anche più bella e facile da vivere, e dunque più attrattiva. L’impegno della nostra società è massimo, come sempre, per realizzare l’opera al meglio e nei tempi previsti e garantire il raggiungimento di questi ambiziosi obiettivi”.
Un traguardo che coronerà la fine di un percorso iniziato a fine 2021, quando il Ministero delle Infrastrutture e della Mo-
Il
progetto della
linea T3 Violino Sant’Eufemia
Il progetto della linea T2 Pendolina-Fiera è già predisposto per supportare la futura realizzazione della linea T3 (Violino-Sant’Eufemia), prevista nel Pums a completamento della rete tramviaria cittadina e per la quale il Comune intende concorrere al prossimo avviso ministeriale per il trasporto rapido di massa. L’opera – per la quale sono al vaglio più alternative progettuali che dovranno essere presentate al Comune – prevede di aggiungere due estensioni al tracciato della T2. Una prima estensione è collocata nella tratta Ovest, da via Colombo/via Caduti del Lavoro fino a Villaggio Violino passando per via Valcamonica, con possibile variante di tracciato al capolinea di Mandolossa, dove potrebbe essere realizzato un parcheggio di interscambio. La seconda si trova invece nella tratta Est, da via Solferino verso viale Piave e viale della Bornata, con prolungamento sino a Sant’Eufemia.
bilità Sostenibile ha indicato, come primo in graduatoria nell’elenco dei progetti finanziati, il piano di realizzazione della linea tram T2, con un finanziamento di oltre 359 milioni a cui se ne sono poi aggiunti ulteriori 63 fino a superare la cifra di 422 milioni, che permette di coprire quasi il 100% delle spese previste. La nuova linea tranviaria sarà ad alimentazione elettrica e permetterà di coprire le zone ovest della città oggi non servite dalla metro, andando ad intercettare in zona Fiera il traffico automobilistico proveniente da ovest.
Rispetto al progetto originario, raccolte le osservazioni avanzate da parte dei cittadini, è stata presentata una nuova variante del tracciato che prevede il ripristino dell’asse via Risorgimento—via Collebeato, riqualificando un’area dismessa di settemila metri quadrati per realizzare il deposito, accanto al quale verrà collocato un nuovo parcheggio e una fermata.
Ora il tram non correrà più lungo le vie Tiboni ed Interna, ma passerà in via Risorgimento fino alla rotatoria all’angolo con via Collebeato, dove svolterà a sinistra per terminare in via Collebeato, sede del capolinea che originariamente avrebbe dovuto essere in via del Molino. Dalla Pendolina si arriverà fino alla Fiera di Brescia e viceversa, seguendo un percorso lungo 11,3 km con 22 fermate complessive che transiterà da via Volturno, piazzale Cesare Battisti, via Mazzini, viale della Stazione, via Corsica e via Orzinuovi. Risulterà inoltre strategico l’interscambio con la metropolitana, in particolare in Stazione Fs, dove la fermata del tram sarà collocata tra il parcheggio, l’autostazione dei bus, la stazione ferroviaria e la metro.
Sono previsti 18 convogli, di massimo 35 metri di lunghezza, con una capienza di circa 220 passeggeri e una velocità commerciale di circa 18 km/ora con frequen-
nnn
La nuova linea tranviaria sarà ad alimentazione elettrica e permetterà di coprire le zone ovest della città oggi non servite dalla metro
ze, nelle ore di punta, di sei minuti. Tutte le fermate saranno facilmente riconoscibili, e avranno banchina rialzata allo stesso livello di altezza del tram per favorire l’incarrozzamento a raso, fruibile anche da utenti con disabilità motoria. Oltre il 70% del tracciato sarà in sede propria, garantendo così tempi celeri e regolari al servizio, oltre ad alta frequenza di passaggi. I treni saranno alimentati ad energia elettrica, mediante la classica catenaria nelle tratte periferiche e mediante batterie a bordo nelle tratte più centrali, andando così a ridurre l’impatto visivo e ambientale.
Scuola edile bresciana
Poggia il tuo domani su solide fondamenta con una formazione professionale di alto livello per i futuri professionisti delle Costruzioni.
In Eseb arriva la stampante 3D architettonica
Its
Academy Cantieri dell’Arte
presentano
panorama
Ue l’Ente sistema edilizia Brescia
l’innovativa “Crane Wasp”, una novità assoluta nel
europeo della formazione di settore
n’opportunità per gli studenti di cimentarsi con ricerca e sviluppo sostenibile. Un unicum italiano ed europeo nel settore edile. Alla Scuola edile è arrivata una novità di rilievo per uno dei poli formativi d’eccellenza della nostra provincia. La Fondazione Its Academy “Cantieri dell’Arte”, che ha sede all’interno dell’Ente sistema edilizia Brescia, ente bilaterale del Sistema Ance Brescia e socio fondatore dell’Its in questione, ha recentemente acquisito un modello di Crane Wasp, la stampante 3D architettonica per il settore edile, diventando così il primo istituto di formazione italiano ed europeo a disporre di una tecnologia di stampa 3D per l’edilizia su ampia scala nei propri laboratori. “L’utilizzo di questa tecnologia — spiega con orgoglio Marco
Martini, presidente dei Cantieri dell’Arte — è integrato nei corsi di formazione e ricerca offerti dalla Fondazione. Gli studenti hanno l’opportunità di imparare il funzionamento della macchina e di utilizzarla per lo sviluppo di progetti di ricerca e applicazioni concrete e sostenibili nel settore delle costruzioni”. Progettata e costruita interamente in Italia, Crane Wasp consiste nel primo sistema di stampa 3D architettonico in grado di stampare materiali naturali reperiti a chilometro zero e scarti della filiera agricola, oltre che a materiali edilizi standardizzati. La sua struttura modulare e scalabile le permette di adattarsi con facilità anche a spazi ridotti, dandole modo di essere utilizzata anche in laboratori ed ambienti al chiuso. Con oltre dieci anni di esperienza alle spalle, Crane
Wasp si è affermata come prodotto di riferimento nel campo della stampa 3D per l’edilizia, diventando così la prima stampante 3D architettonica italiana commercializzata a livello mondiale. “L’adozione di questa tecnologia da parte di Eseb ed Its Academy Cantieri dell’Arte — commenta soddisfatto Paolo Bettoni presidente dell’Eseb — rappresenta una tappa significativa per il panorama edile italiano. Tecnologie e conoscenze che un tempo erano riservate a un ristretto numero di specialisti nella stampa 3D diventano ora strumenti concreti nel settore edilizio”. Grazie ai corsi di formazione, queste tecnologie si diffondono e pongono le basi per un futuro in cui la stampa 3D diventerà uno strumento di lavoro quotidiano anche nel campo delle costruzioni.
Formazione post-diploma sui temi dell’edilizia
Fondazione Its Academy “I Cantieri dell’Arte”, realtà di riferimento in Lombardia per la formazione post-diploma sui temi dell’edilizia, dell’energia e della sostenibilità, è attiva a Brescia, Bergamo e Milano con percorsi biennali rivolti ai ragazzi in possesso della licenza quinquennale di istruzione secondaria di secondo grado. In forza della partnership con le associazioni dei costruttori e le scuole edili territoriali, propone corsi di alta formazione per entrare nel mondo del lavoro come tecnici specializzati nel settore dell’edilizia 4.0, in grado di portare da subito innovazione e valore alle aziende e rendere il comparto delle costruzioni più competitivo e strategico. La rilevante novità tecnica e didattica contribuisce a rafforzare la qualificata offerta formativa di Its e Scuola edile, guardati con crescente interesse da parte delle imprese, consapevoli dell’efficace percorso formativo rappresentato dai corsi in Digital Construction Manager, che forma tecnici di cantiere esperti in digitalizzazione e innovazioni di processo; in Bim Construction Manager, che prepara tecnici specializzati nel Building Information Modeling e appalti. Gli studenti imparano a utilizzare le tecnologie innovative più impiegate nel settore edile (visori, laser scanner, droni) e a gestire il processo edilizio attraverso software avanzati con la metodologia Bim. Apprendono a coordinare le commesse dal punto di vista economico e manageriale e a individuare i rischi presenti sul cantiere per operare in sicurezza. Gli iscritti hanno inoltre a disposizione ampi spazi per la formazione in outdoor e indoor, che riflettono un approccio learning by doing.
Ediltrophy 2024: Eseb vince la finale regionale
I ragazzi della Scuola edile portano l’ente bresciano a salire sul gradino più alto del podio per il terzo anno consecutivo
Si è svolta quest’anno a Bergamo la selezione regionale dell’Ediltrophy, gara di arte muraria nata nel 2008 e organizzata da Formedil (Ente unico formazione e sicurezza) in collaborazione con Saie, la fiera delle costruzioni, e Iiple, Istituto professionale edile di Bologna. L’iniziativa, che sposa la volontà delle parti sociali dell’edilizia di promuovere la formazione, il lavoro regolare e la sicurezza in edilizia, ha visto gli studenti delle scuole edili riunirsi per le preselezioni regionali o interregionali prima della finalissima nazionale in programma a Bologna in occasione della giornata conclusiva del Saie.
Gli allievi degli istituti lombardi iscritti al triennio del corso per Operatore edile si sono ritrovati alla Scuola edile di Bergamo (l’ente di formazione gestito da Ance Bergamo e da Feneal/Uil, Filca/Cisl e Fillea/Cgil Bergamo) per gareggiare a coppie e cimentarsi nella realizzazione - “a regola d’arte” e nel minor tempo possibile - di una panchina/fioriera in muratura con alcuni elementi in calcestruzzo.
A trionfare la Scuola Edile di Brescia con gli alunni Christopher Beltrami e Manuel Lazzaroni, accompagnati dall’istruttore Gianni Battaglioni e dal coordinatore generale Davide Diotti. Per il terzo anno consecutivo Eseb si attesta così campione per la Lombardia qualificandosi per la finale di Bologna, dove sfiderà tutti i vincitori delle selezioni avvenute nelle altre regioni.
Apprendistato di alta formazione Richiesta di interesse da parte delle imprese associate Ance Brescia
Le imprese che intendono avvalersi di questa opportunità possono manifestare il loro interesse compilando il seguente modulo.
Ance Brescia, in collaborazione con Eseb e con la Fondazione Its Academy “I Cantieri dell’Arte”, propone, anche per l’annualità 2024-2025, un’iniziativa che si prefigge l’obiettivo di far fronte ai concreti fabbisogni formativi e occupazionali delle imprese edili bresciane. Entro la fine del mese di ottobre, saranno attivati in Eseb, due corsi volti alla formazione di tecnici altamente specializzati in Digital Construction Manager in Historical Buildings (Tecnici di cantiere specializzati sul patrimonio esistente) e Sustainability Construction Manager (Tecnici di cantiere specializzati sulla sostenibilità). Si tratta di percorsi di Istruzione tecnica superiore nel corso dei quali sarà possibile, per le imprese, attivare un apprendistato di alta formazione. Tale forma contrattuale consente al datore di lavoro, in una visione di medio-lungo periodo, di valutare nuove risorse e di essere coinvolto nella definizione del percorso formativo per garantirsi alte professionalità, con competenze specialistiche mirate all’innovazione e alla crescita della qualità del proprio ciclo produttivo. Ai giovani, per contro, permette di accedere a un contratto di lavoro subordinato, con benefici e tutele assicurative/previdenziali e la possibilità di conseguire un titolo di istruzione tecnica superiore con lo sviluppo di competenze coerenti con l’indirizzo di studi.
Per supportare la scelta dell’impresa, il Servizio sindacale di Ance Brescia ha realizzato una sintetica Guida che descrive le caratteristiche del rapporto di apprendistato e, specificamente, i vantaggi economici, retributivi e contributivi, che accompagnano tale particolare tipologia contrattuale.
Rimborsi per spese didattiche, assegni studio per gli studenti delle scuole medie e degli istituti superiori oltre che per gli iscritti alle diverse facoltà universitarie. Cassa edile eroga ogni anno contributi economici a sostegno della formazione dei figli a carico dei lavoratori iscritti in Cape promuovendo un sistema edile attento al welfare e al benessere degli operatori del settore attraverso prestazioni a sostegno del lavoratore e della sua famiglia. Nel 2023 la Cassa edile di Brescia ha erogato sussidi scolastici per oltre 390mila euro credendo fortemente nel ruolo che la formazione gioca non solo per il comparto ma per la crescita umana e professionale delle future generazioni. La richiesta di sussidio per l’anno scolastico o accademico 2024-2025 è da presentare entro e non oltre il 31 dicembre 2024. Le domande devono pervenire a Cape su apposito modulo disponibile sul sito internet della Cassa Edile a partire dal mese di ottobre. L’importo erogato è al netto di eventuali contributi economici erogati per la medesima finalità da parte di pubbliche amministrazioni o di soggetti privati.
Per lo studente che frequenta la scuola media, il sussidio concesso raggiunge un massimo
Oltre 390mila euro erogati per scolasticheprestazioni
Attiva la campagna per raccogliere le istanze di sussidio per l’anno scolastico o accademico 2024-2025
A dicembre la fornitura di abbigliamento per il 2024
Più di 10mila i lavoratori che lo scorso anno hanno ricevuto il vestiario dall’ente
annuo di 150 euro, che sale a 300 euro per gli alunni delle scuole superiori (statali, regionali, paritarie, scuola edile compresa) fino a 774,69 per ogni figlio (o equiparato) fiscalmente a carico che frequenti l’università (statale o privata) o un istituto parauniversitario. Le ultime due tipologie di sussidio sono estese anche al lavoratore studente e al coniuge fiscalmente a carico. Per presentare istanza è sufficiente aver compilato l’apposita domanda e allegare il certificato di iscrizione e frequenza
per l’anno in corso rilasciato dalla scuola oppure stampato online dal sito della scuola o dal registro elettronico. Per gli assegni studio universitari, dal secondo anno accademico è necessario presentare anche il piano degli studi dell’anno precedente previsto dalla facoltà universitaria e la documentazione attestante gli esami sostenuti o fotocopia del libretto universitario. Inoltre, gli studenti devono aver superato con esito favorevole almeno il 60% degli esami inclusi nel piano degli studi previsto dalla facoltà per l’anno accademico precedente. Il sussidio non potrà essere concesso agli studenti fuori corso, eccetto per casi eccezionali. Per maggiori informazioni e per tutte le istruzioni operative: www.cassaedilebrescia.it
Fine anno è anche la data di scadenza per la consegna alle imprese da parte della Cassa edile del vestiario e delle scarpe antinfortunistiche previste dalla fornitura annuale effettuata una volta all’anno dall’ente, che non sostituisce i doveri in capo alle singole aziende in tema di dotazione dei dispositivi di protezione individuale ai lavoratori. Le varie tipologie del materiale offerto sono riportate nel dépliant pubblicato ogni anno sul sito della Cassa edile che, quest’anno consegnerà anche i calendari 2025 pensati in due tipologie distinte: una per i lavoratori e una per le imprese, con news dedicate all’attività imprenditoriale edile e alle adempienze Cape. Nel 2023 la Cassa ha fornito abbigliamento per lo svolgimento in sicurezza dei lavori di cantiere a 10.221 lavoratori di 2.405 imprese e come lo scorso anno, anche per il 2024, prevede di includere nella fornitura un omaggio brandizzato Cape. L’ente punta al costante miglioramento della qualità dei prodotti forniti nel pieno rispetto della normativa per la prevenzione dei rischi e, insieme alla Commissione Sas Paritetica, si impegna per un rendere sempre più performante il servizio reso.
UN SUPPORTO PER I LAVORATORI
E LE IMPRESE EDILI INNOVAZIONE
E WELFARE
ance brescia
Dai notiziari mensili di settembre e ottobre 2024, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di lavori pubblici, tributi, economia e ambiente. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it
LAVORI PUBBLICI
SettembreAffidamenti diretti e parere Anac.
Obbligatoria l’indicazione del costo della manodopera
Il Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ribadisce che l’indicazione dei costi della manodopera (e degli oneri della sicurezza) sono obbligatori anche negli affidamenti diretti (ex art. 50, comma 1 lett. b) del D. Lgs. 36 /2023. Pertanto, l’operatore economico che non
dichiara tali importi nel proprio preventivo è soggetto a esclusione automatica dalla procedura. Gli uffici di Ance Brescia sono a disposizione per eventuali chiarimenti.
SettembreVerifica dell’anomalia dell’offerta. Il concorrente può giustificare il proprio ribasso facendo riferimento ai preventivi
Il Consiglio di Stato, in merito alla procedura di verifica dell’anomalia
dell’offerta, ha affermato che il concorrente può giustificare il ribasso proposto facendo riferimento ai preventivi. La richiesta di dimostrazione esclusivamente mediante fatture quietanzate è lesiva della parità di trattamento degli operatori economici. Per maggiori informazioni visitare il sito www.ancebrescia.it
TRIBUTI
SettembreUnioncamere. Osservatorio sulla crisi di impresa
Si segnala che Unioncamere ha pubblicato il primo Osservatorio sulla crisi di impresa. Il documento offre una mappatura completa degli strumenti di regolazione della crisi, fotografando l’evoluzione del loro utilizzo da parte delle imprese nel periodo 2021 — 1° semestre 2024, così consentendo anche di ripercorre il “passaggio”
dagli istituti regolati dalla legge fallimentare a quelli disciplinati dal Codice della Crisi, entrato definitivamente in vigore nel 2022. Non solo. L’Osservatorio è arricchito anche da una fotografia degli operatori economici coinvolti, fornendo un’analisi dei dati riguardanti le principali caratteristiche delle imprese che hanno fatto ricorso ai diversi procedimenti.
SettembreSuperbonus. La “commistione” beneficiariimprese cessionarie non preclude la cessione del credito
La Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado di Roma afferma che la commistione di soggetti all’interno delle compagini sociali del cedente e del cessionario non preclude la possibilità di procedere con la cessio-
ance brescia
ne del credito d’imposta. Con la sentenza n. 7482 del 6 giugno 2024 ha accolto il ricorso di un contribuente avverso dei provvedimenti di annullamento di comunicazioni di cessione del credito emessi dall’Agenzia delle Entrate. Per maggiori informazioni: www. ancebrescia.it
Settembre - Bonus Transizione 5.0. Emanata la circolare operativa
La circolare operativa diffusa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy fornisce gli attesi chiarimenti tecnici su specifici aspetti utili ai fini della corretta applicazione della disciplina del credito d’imposta Transizione 5.0. Il credito d’imposta è stato introdotto per favorire la trasformazione digitale ed energetica delle aziende ed è destinato alle imprese che, dal 1° gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2025, effettuano nuovi investimenti nell’ambito di progetti di innovazione che comportano una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva non inferiore al 3%, o in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.
ECONOMIA
Settembre — Nuova Sabatini capitalizzazione
Dal 1° ottobre sarà possibile presentare domanda di accesso al contributo della “Nuova Sabatini Capitalizzazione”, l’intervento in favore delle Pmi, costituite in forma societaria, impegnate in processi di capitalizzazione, che realizzano un programma di investimento. Possono presentare domanda di agevolazione le micro, piccole e medie imprese di tutti i settori produttivi. Il contributo è rapportato agli interessi cal-
colati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di 5 anni e di importo uguale all’investimento a un tasso annuo del 5% per le micro e piccole imprese e del 3,575% per le medie imprese. Le domande devono essere compilate in via esclusivamente telematica attraverso la procedura disponibile nella piattaforma dedicata.
Settembre - Bandi e finanza agevolata. Opportunità per le imprese
Ance Brescia segnala bandi e finanziamenti agevolati d’interesse per le imprese: z transizione digitale delle imprese lombarde: per sostenere l’accelerazione della trasformazione digitale, migliorare la produttività, sviluppare la competitività internazionale e promuovere una maggiore maturità digitale.
z fiere internazionali in Lombardia: per interventi volti a creare occasioni di incontro tra imprenditori italiani ed esteri, con l’obiettivo di attrarre investimenti e promuovere accordi commerciali. Questi interventi sono sostenuti attraverso un’agevolazione a fondo perduto, destinata alle imprese che partecipano a fiere internazionali in Lombardia.
z collabora&innova: la misura finanzia progetti complessi di Ricerca industriale e Sviluppo sperimentale, promuovendo la collaborazione tra Pmi, grandi imprese e organismi di ricerca. L’obiettivo è sostenere grandi investimenti strategici per favorire lo sviluppo di innovazioni di prodotto o di processo. z linea sviluppo aziendale: disponibili ancora fondi per gli investimenti legati a piani di sviluppo aziendale finalizzati all’ammodernamento e ampliamento produttivo, per diversificare la produzione o le attività.
z transizione 5.0: con un finanziamento di 6,3 miliardi di euro, questo piano punta a ridurre i consumi energetici e a migliorare la competitività dell’industria nazionale attraverso l’adozione di tecnologie e pratiche sostenibili. Chi volesse maggiori informazioni può contattare il ragioniere Enrico Massardi all’indirizzo e-mail enrico.massardi@ancebrescia.it
SettembreInnovazione ed efficientamento energetico. Contributi a fondo perduto
A breve sarà disponibile un contributo a fondo perduto fi-
no al 50% per agevolare l’innovazione delle imprese e favorire l’efficientamento energetico delle aziende lombarde. L’agevolazione “Investimenti Linea Microimprese” prevede fino a 50.000 € per l’acquisto di macchinari, attrezzature, impianti per energie rinnovabili, software e altro. La misura è destinata alle microimprese con sede operativa in Lombardia da almeno 12 mesi, iscritte e attive nel Registro delle Imprese e con almeno due bilanci approvati.
AMBIENTE
Settembre - End of Waste. Nuove norme per il recupero di rifiuti inerti
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto End of Waste, che stabilisce le condizioni per la cessazione della qualifica di rifiuto per gli inerti provenienti da attività di costruzione, demolizione e altre fonti di origine minerale. Il provvedimento, cruciale per il settore delle costruzioni e la tutela ambientale, ha rilevanza nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità. Il nuovo decreto sostituisce il precedente Dm 152/2022, risolvendo molte delle criticità che ne limitavano l’efficacia, come auspicato da Ance e altri stakeholder.
In particolare, il regolamento introduce un ampliamento dell’ambito di applicazione (includendo anche i rifiuti abbandonati); nuovi limiti qualitativi più favorevoli per la concentrazione degli inquinanti, differenziati in base ai diversi utilizzi e semplificazioni procedurali. Sul sito Ance Brescia il decreto integrale.