Nathalie Rapti Gomez

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Anno 06 AGOSTO/SETTEMBRE2012 COPIA GRATUITA

NATHALIE RAPTI GOMEZ Chi mi porta al cinema?

Musica Umberto Tozzi

Ecologia

Solar Floating Island

Food

I 250 anni del sandwich

SPECIALI CULTURA - LOMELLINA


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SOMMARIO 4

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Pensieri incontinenti Cronache dal parco

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Cover story: Nathalie Rapti Gomez La figlia dell’Equatore

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Attualità: Po in Lombardia Facciamo provincia?

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Ecologia: Solar Floating Island L’isola che non c’è

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Speciale Cultura L’autunno caldo

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Musica: Umberto Tozzi Anche il silenzio è rock

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Food: i 250 anni del sandwich Storie d’armi e panini imbottiti

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Speciale Lomellina Mortara Garlasco Gambolò

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Anno 06 Agosto/Settembre 2012 Mensile a diffusione gratuita Autorizzazione Tribunale di Pavia n. 675 del 18/03/2007

Sport: Red Bull Cliff Diving Word Series Un tuffo dove l’acqua è più blu

LA FRECCIA DI VOGHERA È uno dei pochi piaceri lasciati dalla canicola estiva, assistere agli sforzi degli atleti impegnati alle Olimpiadi di Londra, e scoprire che uno di loro è anche un po’ uno di noi. Parliamo di Mauro Nespoli, arciere e fresca (al momento in cui scriviamo) medaglia d’oro nella gara a squadre di tiro con l’arco. Una notizia che nasconde un piacere doppio, perché ogni quattro anni scopriamo nomi di sportivi che dedicano tempo, anima e corpo a discipline poco seguite, pagate molto ma molto meno di altre, al contrario considerate più telegeniche e redditizie. Per questo ci uniamo con grande piacere alla valanga di complimenti che hanno raggiunto Mauro, per le mattine in cui si è alzato e qualcuno gli ha detto ma che ci vai a fare, fuori fa freddo, per le volte in cui ha capito di aver scelto uno sport che è bello da vedere ogni quattro anni e dopo non lo ricorda più nessuno, perché magari anche lui, un po’ prima di partire per Londra, ha fatto i calcoli dell’Imu, come tutti noi, e per quell’infinito e curioso percorso chiamato destino, che un giorno sceglie per te la strada da seguire e da lì in poi fa di tutto perché l’imbuto della tua esistenza arrivi esattamente a Londra, di fronte ad un bersaglio da colpire con le frecce facendo più centri degli avversari. I nostri complimenti a Mauro Nespoli sono da dividere con tutti coloro che ancora macchieranno di Tricolore le medaglie londinesi, in particolare quelli come lui, che non fanno notizia, non rischi mai di vederli sulle pagine di gossip e sanno perfettamente che se tutto va bene avranno uno stipendio, ma nessun ingaggio faraonico paragonabile agli dei della pedata che riempiono le domeniche italiane. Grazie Mauro, l’Italia che ci piace è fatta esattamente di gente come te: zitti, tosti, inarrestabili e con un’ottima mira.

Cinema: Giffoni Film Festival La meglio gioventù DIRETTORE RESPONSABILE Germano Longo

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Pensieri incontinenti

CRONACHE DAL PARCO SURREALE VIAGGIO IN UN’AERA VERDE CITTADINA FRA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE, UMANITÀ VARIA, PROBLEMI DI CONVIVENZA E VIABILITÀ MODIFICATA di Luca Klobas

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elle grandi città industriali ci sono delle categorie deboli che necessitano di assistenza, in genere si tratta di coloro che hanno bisogno di aiuto perché da soli non ce la fanno: ad esempio i bambini, gli anziani e i cani. Si tratta però di tre categorie che in realtà rappresentano anche i nemici numero uno degli automobilisti: i bambini ti rigano la macchina, i cani ti pisciano sulle ruote e gli anziani fanno gli ausiliari del traffico. Così l’automobilista in cerca di vendetta ogni volta che incrocia un esemplare cerca di spaventarlo o peggio ancora di metterlo sotto, e per questo vanno protetti e tutelati. Senza contare una serie di problemi connessi: se l’anziano finisce sotto una mac-


china il traffico si paralizza (e molto spesso si paralizza anche l’anziano), questione che immediatamente si ribalta sulla viabilità di una città iperproduttiva come Milano, dove bloccare il traffico per un’ora significa fare un danno di milioni di euro, che ovviamente il pensionato non può ripagare (specie se sopravvive con la minima), e tantomeno può farlo il bambino, (perfino se rompe il porcellino e dà fondo alla paghetta), anche se va detto: certi bambini oggi sono messi molto meglio dei pensionati. Quindi, per evitare questi e altri disagi ai cittadini, il comune ha reinventato i parchi, aree verdi in cui si concentra la maggioranza di anziani, bambini e cani. Ma può sempre capitare l’imponderabile, ad esempio che ogni tanto dai parchi qualche cane fugga, ritrovandosi in mezzo alla strada. Di getto il bambino gli corre dietro per prenderlo e il nonno, che cercava di fermare entrambi, è alla fine colui che paga per tutti finendo sotto la macchina. Per evitare il problema, di recente il comune ha deciso di recintare le aree verdi, e per evitare contaminazioni le ha divise con appositi cancelli, in qualche caso elettrificati. Ai bambini, l’assessorato ha giustamente assegnato la zona dotata di altalene e giostrine, agli anziani quella con le bocce, ai cani quella con la maggior concentrazione di erba e alberi. Peccato a volte i parchi siano talmente piccoli che non c’è più un filo d’erba... ma per questo, per fortuna di tutti esistono gli spacciatori, che l’erba se la portano da casa. Quest’ultima categoria, gli spacciatori, sono diventati una specie aggiunta dei parchi, per di più non prevista dai piani regolatori. Si tratta di personaggi che in genere preferiscono sostare nelle zone delle panchine, per dare un minimo di accoglienza e comodità

al cliente che aspetta. Le varie categorie difficilmente lasciano il proprio recinto per entrare in contatto tra di loro, anche perché se i bambini passano nella zona dei cani mettono a repentaglio la loro incolumità, e non tanto perché si tratti di animali aggressivi, quanto per la notevole quantità di escrementi disposti a macchia di leopardo e difficili da individuare: finirci col piedino sopra spesso comporta uno scivolone e soprattutto una “smerdata” da manuale. A loro volta, gli anziani non hanno bisogno di entrare nel recinto dei cani per sporcarsi con gli escrementi, perché alcuni non riescono a tornare a casa in tempo e la materia prima preferiscono farla in loco. E per finire, se invece ad entrare nella zona dei cani sono gli spacciatori è solo per un semplice e unico motivo: hanno nascosto le dosi dietro qualche cespuglio. Decisamente più rara è l’eventualità che i cani finiscano nella zona degli spacciatori, ma quando succede tutto diventa molto divertente perché sono quelli dell’antidroga, allora si crea un via vai di cani che corrono,

spacciatori che scappano, vecchi che bestemmiano e bambini che applaudono. L’altro giorno, in una grande parco di Milano, è successa una cosa strana: sono arrivate quattro auto della Finanza a sirene spiegate, e in un attimo il parco era circondato. Ai pensionati hanno requisito le pensioni e li hanno rimandati a lavorare, ai bambini hanno controllato gomme, luci e clacson dei tricicli, mentre agli spacciatori hanno chiesto soltanto le ricevute fiscali. Nient’altro da aggiungere: sono proprio tempi di crisi.

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COVER STORY Nathalie Rapti Gomez

DELL’EQUATORE COLOMBIANA DI NASCITA MA SOPRATTUTTO PROPRIETARIA DI DUE OCCHI VERDI ABITUATI A GUARDARE IL SUO LAVORO DI ATTRICE PER QUEL CHE è: UNA PASSIONE, UN PIACERE, UN SOGNO CHE OGNI GIORNO DIVENTA REALTA di Daniela Capone

C

lasse 1984, piena di fascino e talento: Nathalie Rapti Gomez è sicuramente un volto della televisione e del cinema italiano di cui sentiremo parlare a lungo. I più la ricorderanno in una celebre pubblicità in cui una ragazza, di fronte al fidanzato, si toglie le lenti a contatto e le imbottiture dal reggiseno. Lui sembra perplesso, ma ritrova il sorriso strappandosi il parrucchino dalla testa. Proprio quella ragazza era Nathalie, e basta una pubblicità per aprirle le porte dello spettacolo che conta. Colombiana di nascita, Nathalie si trasferisce inizialmente a Palermo per poi spostarsi in Grecia, paese del padre, fino alla fine degli studi superiori. Decisa ad intraprendere le orme paterne si sposta a Londra, dove si iscrive alla facoltà di Farmacia, ma abbandona tutto per seguire una grande passione che continua a chiedere spazio nella sua vita: la recitazione. La scelta, piano piano, risulterà azzeccata: dopo aver girato diverse pubblicità, l’attrice colombiana inizia ad apparire in numerose fiction televisive: R.I.S. 5, La provinciale, Medicina generale, Una madre, Sotto il cielo di Roma, Le due facce dell’amore e Sangue caldo sono solo alcuni esempi dei lavori che l’hanno vista impegnata sul piccolo schermo. Ma un talento come il suo non può evitare il cinema: nel 2005 è nel cast de L’abbuffata di Mimmo Calopresti, due anni dopo in Ultimi della classe, di Luca Biglione, nel 2010 in Christopher Roth, di Max Sender e lo scorso anno in L’Estate sta finendo di Stefano Tummolin.

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Photo by: Eolo Perfidio

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COVER STORY Nathalie Rapti Gomez FARMACISTA MANCATA Appassionata di scienza e spazio, Nathalie ha studiato farmacia per seguire le orme paterne, ma il richiamo dell’arte è stato più forte.

Photo by: Jusmine Bertusi

Hai la voce e l’espressione di chi è entusiasta: raccontaci a cosa stai lavorando attualmente. La prossima stagione mi vedrete in una nuova fiction televisiva girata per Canale 5 che per adesso ha un titolo provvisorio, Baciamo le mani, in cui recito al fianco di Sabrina Ferilli, Virna Lisi e Francesco Testi. Vesto i panni di una donna italoamericana che ha problemi ad avere figli e per dimenticare i propri dolori finisce preda dell’alcolismo. È un personaggio ricco di sfaccettature, un po’

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borderline, che sono stata felice di interpretare poiché mi ha dato la possibilità di lavorare molto sul carattere. Calarsi in un ruolo così forte è stata un’esperienza interessante. Hai appena finito anche di girare un film molto importante: Romeo and Juliet Sì, è vero. Romeo and Juliet è un film di produzione angloamericana nel quale ricopro il ruolo di Rosaline, un personaggio inedito. Il film, diretto da Carlo Carlei, ha un cast davvero fantasti-

co: Hailee Steinfeld (attrice nominata agli Oscar), Ed Worwick e Laura Morante. È stata un’esperienza straordinaria, perché oltre che recitare in un’opera shakespeariana, ho avuto un ruolo che non è mai apparso nell’opera originale come nelle altre versioni cinematografiche. Rosaline è un antico amore di Romeo, che gli fa battere il cuore ancor prima di Giulietta. Il film arriverà nelle sale italiane nei primi mesi del 2013. Tra i numerosi attori con cui hai lavorato, c’è qualcuno

che più di altri ha saputo insegnarti qualcosa? Sicuramente sì, ma sarebbe impossibile e ingiusto fare dei nomi poiché ho avuto la fortuna di poter lavorare sempre con grandi professionisti, italiani e stranieri. Proprio parlando di colleghi, con chi hai trovato fosse particolarmente piacevole lavorare? Ovviamente con moltissima gente, ma se proprio devo citare qualcuno dico Virna Lisi. È una gran donna ed


una straordinaria attrice, ancora bellissima, molto professionale ed affascinante. Mi ha colpito molto guardandola sul set. Se Nathalie non fosse un’attrice, oggi cosa sarebbe? Un’astronauta. Sono sempre stata affascinata da questa professione e comunque da tutto ciò che è scientifico. Mi attrae lo studio dell’essere umano e la combinazione fra medicina tradizionale e alternativa. Probabilmente se non fossi diventata un’attrice ora starei a Londra, è lì che ho iniziato l’università e quasi certamente dopo la laurea avrei cercato un’occupazione in Inghilterra. C’è qualche regista da cui ti piacerebbe essere diretta?

Photo by: Jusmine Bertusi

Sono diversi i professionisti che stimo, ma avrei piacere di lavorare con Ozpetek, Sorrentino, David Lynch e con un giovane regista che mi piace molto: Nicolas Winding Refn. Cinema, teatro e televisione, fai una tua classifica. Al primo posto il cinema. Trovo sia davvero affascinante poter comunicare anche solo con uno sguardo o un dettaglio. Amo il cinema. Al secondo posto la televisione, per-

ché nonostante la gente si lamenti, è certamente il mezzo più veloce per arrivare a milioni di persone. E per quanto ci si possa lamentare di chi lavora nelle fiction, vi assicuro che è un’esperienza molto difficile. Al terzo posto il teatro, in fondo è la base del cinema e della televisione, e recitare su un palco è un’emozione davvero unica: l’impatto con il pubblico è immediato, ma anche difficile, perché sapere di non poter sbagliare è un’angoscia perenne. Per finire un regalo: puoi scegliere di parlare di qualcosa che ti sta a cuore. In realtà vorrei che si parlasse dei problemi che ha oggi l’Italia, il paese che mi ha adottata. Sono certa che per la maggior parte della gente questo è un periodo molto difficile, ma mi piacerebbe che la crisi servisse anche come stimolo a guardare le cose da un punto di vista diverso. È necessario che gli italiani tirino fuori la fiducia nelle loro infinite possibilità. Per sopravvivere bisogna piegarsi, se necessario chiedere aiuto ed essere un po’ più umili, ottimisti, collaborativi e solidali. Forse sbaglio, ma ho imparato sulla pelle che scoraggiarsi non serve a nulla, è più utile rimboccarsi le maniche e cambiare sguardo: il mondo appare subito diverso.

(Si ringrazia per la collaborazione l’Agenzia Manzo-Piccirillo)

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ATTUALITÀ

Po in Lombardia

C’è una proposta che circola in questi giorni sul nostro territorio: creare una provincia inedita grande a sufficienza, con un nome comune che non obblighi a nessuno A rinunciare alla propria identità

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una scure annunciata, quella che si sta abbattendo sulle Province italiane, da tempo messe in discussione ed oggi diventate una delle vittime eccellenti della “Spending Review”, la revisione della spesa voluta dal Governo Monti. La questione è di strettissima attualità: drastica riduzione delle province italiane, portandole dalle attuali 107 ad appena 43, con una road map fatta di matrimoni combinati per raggiungere parametri precisi che non concedono molti lanci di fantasia: almeno 350 mila abitanti e 2.500 km quadrati di superficie. Dati sufficienti per dare vita ad una sorta di “mercatino” dell’accorpamento, con corteggiamenti e soluzioni che al momento sembrano avere un unico denominatore comune: lasciare tutti scontenti, da una parte per il ri-

schio tangibile di dover rinunciare ad una carica che fino a qualche tempo fa rappresentava un gradino importante nella scalata politica, ma soprattutto rinunciare alla propria identità territoriale, spesso conquistata in tanti anni di fatiche e investimenti. Il dibattito non lascia immune nemmeno le quattro province del sud della Lombardia, dove centri in qualche modo vicini come Lodi, Piacenza, Cremona e Mantova continuano a interrogarsi sulla strada migliore da percorrere, se affidarsi a Pavia, una delle poche province ad essersi “salvata” dal decreto (oltre alle città metropolitane), o tentare una strada comune. Ma qualcosa si muove: una proposta che piace alla gente sembra farsi strada, un’idea che non riuscirebbe a scongiurare gli inevitabili tagli, ma che almeno avrebbe il merito di trasformare il colpo di scure in un’opportunità, senza costringere gli abitanti delle province condannate alla sparizione a scoprirsi cittadini di un’altra che, nel più tipico campanilismo italiano, per quanto vicina è sempre stata un’altra terra. L’idea è una nuova provincia chiamata “Po in Lombardia”, che trova un ideale

Ci piace farci promotori di quest’idea, che ha già una pagina Facebook (Po in Lombardia), promettendo di farla arrivare sui tavoli che contano perché sia discussa e perché no, valutata seriamente. Sui prossimi numeri, oltre ad

punto di partenza in una convenzione turistica siglata nel 2004 fra Pavia, Lodi, Cremona e Mantova, quattro province accomunate dal passaggio del più grande fiume italiano, che sulla falsariga di quanto immaginato con il concetto di Europa, hanno scelto di abbandonare qualche goccia di identità per collaborare attivamente nel Consorzio “Po di Lombardia”: 800 strutture ricettive alberghiere che significano 18mila posti letto. Ma oggi, l’inedita provincia “Po in Lombardia” può avere sviluppi notevoli, a cominciare dalle cifre dell’unione, che grazie a 1.328.864 abitanti rientrerebbe nei parametri richiesti dalla Spending Review, trasformando il nuovo territorio nella quinta provincia italiana dopo Milano, Torino, Napoli e Roma. Senza costringere i propri cittadini a tornare dalle vacanze ritrovandosi accorpati a forza in altre identità. Sì, perché il nome, rappresentato da un logo (che pubblichiamo in queste pagine), non costringerebbe nessuno a piegare la testa in segno di resa, poiché rielabora graficamente le quattro peculiarità delle province lasciando intatte tradizioni e specificità.

offrire tutto lo spazio necessario a chi vorrà intervenire, cercheremo di essere noi a chiedere un parere agli amministratori delle quattro province, almeno fin quando potremo chiamarle ancora così.

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ECOLOGIA Solar Floating Island

Da un’idea di un designer italiano, il futuro dei resort: isolette galleggianti totalmente autosufficienti e con lusso da albergo a cinque stelle

L’ISOLA CHE NON C’È C

on buona pace dei villaggi all inclusive, degli appartamenti vista mare, delle file di ombrelloni sempre più attaccate, dei venditori di cocco e delle pensioni a gestione familiare: presto, un giorno si spera non lontano, potremo andare in vacanza sulla nostra isola, completamente autosufficienti e soprattutto in grado di assicurarci privacy e paesaggi mozzafiato. L’idea si chiama Solar Floating, nasce dalla testa di Michele Puzzolante, industrial designer italiano da sempre impegnato nella battaglia contro il riscaldamento globale. Secondo alcuni studi sottolineati dallo stesso designer, è scientificamente provato che l’energia rilasciata dal sole sulla crosta terrestre in una sola ora di irradiamento è di gran lunga superiore a quella consumata dal mondo intero in un anno, contando le fonti non rinnovabili come carbonio, petrolio, gas naturale e uranio. Una teoria che

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dà da pensare, almeno quanto l’ha data a lui, che si è gettato anima e corpo all’inseguimento di un’idea forse leggermente futuribile, ma per nulla fantasiosa: edifici fotovoltaici autosufficienti, generatori di energia, non inquinanti e perfettamente integrati con l’ambiente. Il trucco, se così si può dire, sta tutto nelle due strutture esterne, realizzate usando due pareti di 15 mm ciascuna all’interno delle quali è inserita una sottile pellicola fotovoltaica a celle solari, sufficiente per immagazzinare l’energia solare e fornire luce tanto all’interno quanto all’esterno. Per garantire l’isolamento termico, fra le due pareti trova posto anche un’intercapedine sottovuoto che protegge l’abitazione dal calore e riduce perfino il consumo di aria condizionata in estate. Per rendere al meglio il progetto, il designer ha scelto l’idea dell’isolotto galleggiante, realizzato seguendo tecniche e sistemi applicati all’automobile e alla can-


tieristica navale, con l’uso di stampi modulari che da una parte abbattono i costi, e dall’altro consentono di spostare e ricostruire la propria isola privata ovunque si voglia, smontandolo a pezzi oppure sfruttando un motore che consente di muoversi, anche se a velocità molto basse e per tratti non lunghi. Il risultato è una suite privata

mobile, parte yacht e parte sottomarino – vista la presenza di un bulbo di osservazione sommerso con vista a 360° - in grado di ospitare tecnologie e lussi da albergo pluristellato. Il progetto della suite in ammollo parla di 20 metri di lunghezza, con sei posti letto distribuiti su due cabine doppie e due singole, tutte dotate di bagno pri-

vato, zona cucina, sala da pranzo e per finire in bellezza, Jacuzzi per sei, ovviamente. E chi pensa che si tratti di un’idea da film di 007, senta questa: le Filippine sembrano essere il primo paese ad interessarsi seriamente all’idea, e a breve potrebbe nascere il primo agglomerato urbano semisommerso, con la realizzazione di un arcipelago resort con tanto di sala convegni, ristoranti, bar, lounge, discoteche, spa, eliporto e 20 ville private. Il costo dell’operazione? Una quisquiglia: 125 milioni di dollari per l’intero lotto. Resta da risolvere il problema dei vicini antipatici: incontrarli anche sott’acqua sarebbe fastidioso.

TUTTI I COMFORT All'idea di Michele Puzzolante non manca nulla: idromassaggi, sale da pranzo, cabine con bagno privato e una capsula immersa per gustarsi i fondali

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Ridere, Pensare, Ammirare.

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SPECIALE

Cultura

L’AUTUNNO

È UNA STAGIONE PIENA DI GRANDI EVENTI, QUELLA CHE ATTENDE I PAVESI DOPO LE VACANZE. CONCERTI, SPETTACOLI E RASSEGNE, CON NOMI DI GRANDE RICHIAMO E TANTA PASSIONE, ORGANIZZATI DA TRE ANIME CULTURALI CITTADINE

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er una volta, la definizione di “autunno caldo” non si riferisce a spread, finanziarie e tasse, ma in modo molto più pacato e sobrio, a quel sottile nutrimento dell’anima chiamato cultura. Per contro, è proprio questo uno dei settori più toccati da una crisi che chiede e ottiene sacrifici anche dalla voglia della gente di andare a teatro per vedere, conoscere, scoprire e appassionarsi. Uno dei condimenti della vita, pensandoci bene, una sorta di contratto a termine con l’attore o il musicista, a cui concedere un tempo sufficiente per esibire talento ma anche emozioni capaci di andare

avanti anche quando la scena si chiude. Per fortuna di tutti, chi fa teatro è abituato a soffrire, ed è innamorato delle tavole del palcoscenico più dell’importo da fatturare. Per fortuna si diceva, perché ci sono enti, istituzioni e compagnie che fanno i salti mortali per sopravvivere, sperando nel domani ma senza per questo rinunciare alla propria missione, che spesso vale uno dei motivi stessi dell’esistenza: portare la cultura fra la gente, organizzare ogni anno rassegne ed eventi che attirino pubblico, sminuzzare la stagione cercando di coprire quanto più possibile generi diversi, per accontentare tutti

e lasciare la città, ogni anno, con il sapore buono che resta in bocca quando si capisce di aver visto qualcosa che sarebbe stato davvero un peccato perdere. A Pavia, tre fra istituzioni e associazioni da anni si occupano di portare la cultura nella città adagiata sulle sponde del Ticino: il Teatro Fraschini, il Collegio Ghislieri e Croma 2000. Tre anime votate all’arte, che ancora una volta hanno pronto un calendario fitto di eventi da incorniciare, imbottito di occasioni utili a ricordare a tutti che da queste parti la cultura è sacra e va rispettata, anche quando fuori il vento tira forte e fa paura.

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SPECIALE

Cultura

IL TEATRO FRASCHINI

Inaugurato nel maggio del 1773 dopo due anni di lavori con l’opera “Il Demetrio”, il Fraschini di Pavia è frutto della fantasia di Antonio Galli Bibbiena, architetto alla corte degli Asburgo e autore di altri teatri italiani tutt’ora attivi, che si mette al lavoro su desiderio di quattro pavesi di nobili natali: il conte Francesco Gambarana, il marchese Luigi Bellingeri Provera, il marchese Pio Bellisomi ed il conte Giuseppe Giorgi di Vistarino. Sarà inizialmente chiamato il “Teatro dei Quattro Cavalieri” proprio in onore del piccolo gruppo di mecenati. L’architettura barocca del Fraschini, di gusto tipicamente “italiano”, con tre ordini di palchi e due superiori sistemati a ferro di cavallo ed una sorta di cassa armonica ricavata al di sotto della platea e confortata nell’acustica dalla presenza di un grande soffitto in legno, propone due grandi statue ai lati del proscenio che rappresentano la Musica e la Poesia, secondo la mitologia due delle Muse figlie di Zeus, che proteggevano ed ispiravano poeti, musicisti e filosofi. La stagione 2012/2013 non perde di vista l’idea di offrire una grande varietà di proposte: e se il fiore all’occhiello, vista la popolarità, è rappresentato da Aldo, Giovanni e Giacomo, che proprio dal Fraschini inizieranno l’avventura del loro nuovo spettacolo, non mancano neanche serate di grande spessore culturale con Mariangela Melato, Luca Barbareschi, Luca De Filippo, Paolo Poli, Giuliana Lojodice, Alessandro Gassman e Giulio Scarpati, il jazz di Stefano Bollani e le acrobazie di Daniel Ezralow.

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IL TENORE DELLA MALEDIZIONE Il più celebre teatro di Pavia è intitolato a Gaetano Fraschini, pavese classe 1816 e divo assoluto dell’opera, consacrato come uno dei massimi interpreti del teatro di Verdi e Donizetti, figure di prima grandezza che di Fraschini ammiravano una timbrica definita “eroica”. Il tenore debutta nel 1837 nella “Gemma di Vergy” di Donizetti ed il talento gli fa guadagnare in breve tempo un contratto in pianta stabile presso il Teatro San Carlo di Napoli, dove si stabilisce fino al 1853 e grazie all’intensa interpretazione di Edgardo nella “Lucia di Lammermoor” guadagna il soprannome di “tenore della maledizione”. La fama di Fraschini varca i confini italiani ed il tenore va in scena anche a Londra, Madrid e Parigi, riscuotendo ovunque successi di critica e pubblico, abbinata mai facile per un artista. Si ritira dalle scene nel 1873 salutando il suo pubblico prestando una voce intatta e squillante a Gennaro in “Lucrezia Borgia”. Muore a Napoli nel 1887.


GHISLIERI MUSICA

All’interno dell’antichissimo collegio pavese, l’arte e la cultura sono un bene tramandato da secoli. Il segreto è unire la didattica a progetti che spesso hanno meritato l’interesse internazionale, varati per riscoprire e ridare fiato ad espressioni musicali un po’ dimenticate dal tempo. Dallo scorso anno, il Collegio Ghislieri ha scelto di allestire “Pavia Barocca”, un prezioso cartellone dalla risonanza internazionale che fin dall’inizio ha saputo richiamare artisti di fama mondiale e con loro l’attenzione della stampa e della critica di tutto il mondo. L’evento, come recita il nome stesso, è dedicato alla musica barocca, particolare periodo compositivo concentrato fra il XVII ed il XVIII secolo, basato sull’idea di divertire e sbalordire il pubblico attraverso cambi di ritmo improvvisi, virtuosismi ed improvvisazioni. Creata con la collaborazione di Comune e

Provincia, la prima edizione del progetto “Pavia Barocca”, diventata uno dei fiori all’occhiello del Circuito Lombardo di Musica Antica, ha riscosso un successo di pubblico così importante da convincere gli organizzatori a varare immediatamente la seconda edizione. Quest’anno, oltre all’esibizione per coro e orchestra del Ghislieri Choir & Consort, hanno confermato la loro partecipazione Ensemble Zefiro e Capilla Flamenca, Capella Savaria e Café Zimmermann, Enrico Pieranunzi e le classical reinventions dei Swingle Singers, per un totale di 41 eventi serate di musica, 9 concerti, incontri letterari, visite guidate e proiezioni di film, a cui vanno aggiunti i sette appuntamenti del Club Amici di Ghislierimusica. Parallelamente al cartellone, per la seconda edizione è stato creato Pavia Barocca Lab, che ospita le miglior ensemble europee.

CROMA 2000

Associazione nata nel 1999 e basata su un solo e unico obiettivo: la musica. Forma d’arte affrontata prendendo gli allievi fin dai primi rudimenti di uno strumento per portarli fino alla consapevolezza di poter calcare un vero palcoscenico, che sia in gruppo o da solisti. Croma 2000 si basa sul lavoro incessante di Malva Bogliotti, il presidente, cantante lirica COLLEGIO GHISLIERI e soprano che inizia il suo mandato inserendo numerosi allievi all’interno di musical e concorsi canori italiani, senza tralasciare la partecipazione a eventi teatrali con finalità benefiche fra cui Telethon. COLLEGIO GHISLIERI

da marzo a dicemBre in pavia e provincia

Gli artisti del cartellone autunnale:

COLLEGIO GHISLIERI CHOIR & CONSORT •GGIULIO PRANDI HISLIERI EMANUELA GALLI • LUCIA NAPOLI • CHRISTIAN SENN XAVIER SABATA • ATALANTA FUGIENS • VANNI MORETTO CAFÉ ZIMMERMANN • THE SWINGLE SINGERS ORCHESTRA BAROCCA DELL’UNIONE EUROPEA • PAUL AGNEW ENSEMBLE DESMAREST • DER MUSIKALISCHE GARTEN ENSEMBLE CAFÉBAUM • VINCITORI DEL PREMIO NAZIONALE DELLE ARTI COLLEGIO GHISLIERI www.paviabarocca.com d’intesa con

nell’amBito di

CirCuito Lombardo di

musica

antica

Provincia di Pavia Assessorato Cultura

partner istituzionali

main partner

con il sostegno di

sponsor tecnici

COLLEGIO GHISLIERI

in partenariato con

in collaBorazione con

media partner

Biglietteria

AUTOPAVIA AUTOPAVIA CASTELLI AUTO

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Speciale Lomellina

MORTARA CULTURA E SICUREZZA SONO DUE DEI PUNTI SU CUI IL PRIMO CITTADINO CREDE DI PIÙ, SENZA PERÒ DIMENTICARE LA VIABILITÀ E LE TRADIZIONI. di Andrea Pestoni Formalizzata la nomina a Sindaco dopo la vittoria elettorale, Marco Facchinotti non ha perso tempo. Il verde sarà pure il colore distintivo della Lega Nord, ma per chi amministra significa anche parchi, giardini, aiuole e più in generale arredo urbano. “La prima cosa che ho fatto entrando in ufficio è stata convocare un incontro per fare il punto della situazione sul verde pubblico – spiega il sindaco di Mortara – una città pulita, ordinata e decorosa, infatti, non solo offre un senso di sicurezza ma è anche il miglior biglietto di visita che si possa dare a cittadini e turisti”. Anche Marco Facchinotti, come altri colleghi, deve fare i conti con la scure del Governo Monti: “Abbiamo comunque progetti importanti che stiamo cercando di realizzare – precisa il primo cittadino – l’opera più urgente è sicuramente il rifacimento del parquet del palazzetto

dello sport, poiché si tratta di un impianto che viene utilizzato da scuole, società sportive e per eventi e manifestazioni”. Altri interventi urgenti riguardano la viabilità: recentemente, con l’apertura di una nuova “bretella”, il traffico dei mezzi pesanti non grava più sul paese. “Ma per migliorare la situazione attuale - aggiunge Facchinotti – sarà necessario realizzare una rotatoria nella zona dello stadio che, oltre a migliorare la rete viabilistica contribuirà a dare maggior sicurezza agli automobilisti”. Grande attenzione alla viabilità non solo per le auto, sul tavolo del sindaco di Mortara c’è anche il progetto relativo al primo lotto della pista ciclabile nel tratto di strada che si snoda verso Parona. “Interverremo per abbattere e realizzare ex novo il centro ricreativo Erminio Gallino, sede degli uffici del Mortara calcio ma anche centro polivalente utilizzato per

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Lomellina SPECIALE

eventi e manifestazioni”. Per un sindaco leghista, inoltre, il tema della sicurezza è molto importante e per questo arriveranno presto anche delle telecamere nei punti nevralgici della città, con aumento del livello di sorveglianza. Progetti che Facchinotti porta avanti anche attraverso incontri settimanali anche con la Polizia Locale, l’Asm Mortara e i dipendenti del Municipio oltre, ovviamente, ai componenti della giunta ed i consiglieri comunali. Uno dei capitoli più importanti del bilancio del comune di Mortara riguarda la spesa sociale, specialmente in questo periodo di crisi economica: il Comune deve farsi carico di diverse incombenze, ma oltre alla spesa sociale vera e propria l’amministrazione cerca di incentivare il lavoro per consentire a chi è in difficoltà di pagare le bollette, chiedendo ai contribuenti di occuparsi anche di lavori di ordinaria manutenzione. È in itinere, inoltre, un progetto proprio sul lavoro, che vede il comune di Vigevano come ente capofila, diretto alle persone diversamente abili. Nonostante i tanti tagli del governo centrale, il comune non può comunque “dimenticare” la cultura, gli eventi e le manifestazioni. Da un

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po’ di tempo l’epicentro della cultura mortarese è la Biblioteca Civico 17, recentemente ristrutturata e restituita alla Città. Il Comune sta programmando una serie di appuntamenti musicali di grande profilo qualitativo, anche perché sull’argomento le idee del sindaco sono molto chiare. “Credo si possa tagliare su tutto, magari faremo qualche evento culturale in meno ma la qualità delle iniziative non può essere toccata – afferma Marco Facchinotti – per questo gli appuntamenti in programma sono molto importanti, a cominciare da alcune iniziative ormai tradizionali, come “Mortara on stage”, che troveranno una degna cornice nell’auditorium. Poi grazie all’impegno di tanti volontari cercheremo anche in campo culturale di offrire un programma completo”. Sempre in tema di cultura Mortara è anche famosa per lo storico Palio del gioco dell’oca, una competizione tra le sette contrade della città, basato su un Gioco dell’oca vivente, i cui punteggi sono assegnati per mezzo del tiro con l’arco. Si svolge annualmente, l’ultima domenica di settembre, nell’ambito della sagra del Salame d’oca. Come nella maggior parte dei Palii, il premio assegnato

ai vincitori è un drappo (generalmente dipinto da artisti locali), raffigurante un soggetto riguardante la città, il Patrono San Lorenzo o il gioco stesso. Il Palio nacque come contorno della già esistente Sagra del Salame d’oca di Mortara: come scenario storico si immaginò che i giochi rievocati avessero luogo a Mortara, feudo personale del duca di Milano Ludovico il Moro alla fine del XV secolo, per intrattenere la moglie Beatrice d’Este durante le sue battute di caccia in Lomellina. I giochi furono rievocati nel palio attuale, la cui prima edizione si svolse nel 1970. Le sette contrade mortaresi sono la Torre, il Dosso, San Cassiano, San Dionigi, Sant’Albino, le Braide e il Moro.

Marco Facchinotti Sindaco di Mortara.


Borsa contrattazione merci

Palazzo comunale


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CI VEDIAMO ALLA 63

IL MOMENTO CLOU CLOU DELLA DELLA SAGRA SAGRA DEL DEL SALAME SALAME IL PALIO, PALIO, MOMENTO D’OCA, D’OCA, FA FA RIVIVERE RIVIVEREOGNI OGNIANNO ANNOUNA UNALEGGENDA LEGGENDA CHE CHE AFFONDA LE RADICI NEI SECOLI PASSATI AFFONDA LE RADICI NEI SECOLI PASSATI Capita spesso di imbattersi in pagine di storia che hanno come punto d’inizio il capriccio, il piacere o l’irritazione di una donna. Una storia vecchia come il mondo, che a volte ha scatenato perfino guerre e conflitti, ma altre è riuscita a lasciare in eredità tradizioni, diventate tali dopo essere nate per caso, sottoforma di regalo. È esattamente il caso del Palio di Mortara, manifestazione che si fa risalire al XV secolo da un’idea di Ludovico il Moro, duca di Milano e signore di quelle terre, alla ricerca di una novità che allietasse la di lui signora, Beatrice d’Este, quand’era impegnata nelle battute di caccia in Lomellina. Il Palio nacque come evento collaterale alla Sagra del Salame d’Oca, diventando nel 1967 un appuntamento annuale che ben presto ha valicato i confini di Mortara attirando gente da ogni dove. La curiosità del palio consiste nell’essere una riproduzione vivente del “Gioco dell’Oca”, in cui si sfidano sette contrade di Mortara, come nella migliore

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tradizione italiana ispirate a corporazioni di arti e mestieri ed oggi abbinate ognuna ad un quartiere cittadino diverso. La Torre rappresenta gli orafi, il Dosso i vasai, San Cassiano i vignaioli, San Dionigi i panettieri, Sant’Albino gli speziali, le Braide i mugnai e il Moro i cacciatori. E al pari di altri celebri “palii” italiani, anche in questo caso il premio è rappresentato da un drappo, realizzato da artisti locali, il cui soggetto rappresenta di volta in volta la città, San Lorenzo (patrono di Mortara) o scene del gioco. A detenere il record di vittorie è la contrada di San Cassiano, con 15 drappi all’attivo e con una bacheca completata da due “oche d’oro”, assegnata ai vincitori di tre edizioni. La tradizione impone un cerimoniale preciso che inizia il sabato con la messa delle ore 18, a cui prendono parte tutte le contrade, seguita dalla benedizione del palio, il drappo destinato ai vincitori. Il giorno dopo è dedicato ad uno degli appuntamenti più attesi: la sfilata


fanno da e quelle in cui capitandoci fanno 63,settimana infinite di italiain costumi d’epoca, composta da dadioltre la numero vincendo dil’eeventi dizione.che Il Palio presenta caselle quadrate in legno su cui si in costumi d’epoca, composta 500 generazioni celebrazione guadagnare punti possibie non. Il tabellone delpedine Palio,in costume oltrefiguranti 500 figuranti a ni Mortara comecontorno si diceva, alla è il momento clou del muovono le d’epoca, che o ladell’Oca, chiamatichiamati a catapultare Salame d’Oca, specialità mortadi giocare I dadi, ospitato in piazza Monsignor catapultare nella suaimpersonando della Sagra, un’intera settimana di eventi rispondono agli Duordini lità impartiti da un di “ar-nuovo. nella suaMortara storia più antica che proprio a fine settembre adche esempio, danno un darese caselle quadrate storia più cortigiani, antica impersonando che ad fanno contorno alla celebrazione ciere”. Ma su un tabellone si rispetti non diritto dame, soldati e nobili. ghera, presenta di ogni anno mortarese è subliminata nuovo tiro,penalità mentreel’osteria toglie d’Oca, legno si muovono dame, e nobili. del Salame specialità che da possono mancare le caselle delle Lecortigiani, regole del soldati Palio sono precise eindel tuttosu cui mostradi che punti: l’importante èproprio raggiunpedine in costume d’ecui poca, che trefanno Le regole Paliodel sono precia fineuna settembre ogni raccoglie anno è su-oltre quelle in capitandoci guadagnare simili adel quelle Gioco dell’Oca, uno dei 300mostra esemplari di ocheoltre proveper primi la casella numeroda una rispondono ordini impartiti digere se e più del antichi tutto simili a quelledadeltavolo, bliminata che raccoglie punti o la possibilità giocare di nuovo. I passatempi che ha agli da provenienti tutto il mondo, oltre ad vincendo l’edizione. Il esemplari Palio nienti da un “arciere”. Maadsuesempio, un tabelGioco dell’Oca, unoi pomeriggi dei più an300 di oche da tutto dadi, danno63, diritto ad un nuovo accompagnato di infinite geneunad nutrito spiegamento di occadell’Oca, come l’imsi diceva, il mo-oltre lone non possono tichirazioni passatempi da etavolo, il èmondo, un nutrito spiegamento tiro, mentre l’osteria toglie tre punti: di italiani non. Il che tabellone delche Pa-si rispetti sioni enogastronomiche. clouladella Sagra,diun’intera delle ha accompagnato i pomeriggi portante è penalità raggiungeremento per primi casellio, ospitato in piazza Monsignormancare Dughera,le caselle occasioni enogastronomiche.

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QUESTIONI DI

GOLA

PICCOLO E CONCISO VIAGGIO FRA I 23 PRODOTTI PROTETTI DAL MARCHIO De.C.O.: OCCASIONI PER RISCOPRIRE RICETTE ANTICHE E SAPORI STRAORDINARI Sotto l’acronimo De.C.O., si nasconde la “Denominazione Comunale di Origine”,De.C.O., ovvero si unanaSotto l’acronimo certificazione di autenticità diCosconde la “Denominazione appartenenza geografica, rilamunale di Origine”, ovvero una sciata dai comuni ad alcuni di certificazione di solo autenticità selezionati prodotti tipici della appartenenza geografica, rilazona. principale la sciataObiettivo dai comuni solo ad èalcuni valorizzazione delle specialità selezionati prodotti tipici della agro-alimentari la cui diffusiozona. Obiettivo principale è la vane spesso non supera i confini lorizzazione delle specialità agrodell’area alimentaridila produzione, cui diffusionesenza spesso riuscire quindii ad entrare nel no- di non supera confini dell’area vero dei prodotti a marchio produzione, senza riuscire DOP quindi oad DOCG. entrare nel novero dei prodotti Mortara, cantata “Cinque cana marchio DOP onei DOCG. CACCIATORINO D’OCA STAGIONATO D’OCA STAGIONATO ti” di Ariosto, vanta 23 prodotticana CACCIATORINO Mortara, cantata nei “Cinque Il nome si deve alla tradizione Il nome si deve alla tradizione dellodello marchio De.C.O., molti quali a ti” di Ariosto, vanta 23dei prodotti spuntino dei cacciatori, mentre oggi è spuntino dei cacciatori, mentre oggi ispirati all’oDe.C.O., ca che da queste marchio molti deiparti quali un impasto di carne d’oca e maiale inè un impasto di carne d’oca e maiarappresenta unache tradizione antiispirati all’oca da queste parti saccato e lasciato stagionare un tempo le insaccato e lasciato stagionare un chissima. rappresenta una tradizione anti- che va da 60 a 120 giorni. tempo che va da 60 a 120 giorni. chissima.

BISCOTELLO LaBISCOTELLO regola vuole

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CAPPELLO LUDOVICO DI DI LUDOVICO che l’ingrediente CAPPELLO Un dolce a cinque punte creato Un dolce a cinque punte creato comecome principale sia una varietà di farina La regola vuole che l’ingrediente prinomaggio a Ludovico Sforza, “il Moro”, omaggio a Ludovico Sforza, “il Moro”, dicipale riso chiamata “Otello” per via delsia una varietà di farina di riso realizzato a pasta lievitata, condita lachiamata colorazione nera.per Unvia prodotto bio, realizzato a pasta lievitata, condita “Otello” della coloracon scorze di limone e zucchero. con scorze di limone e zucchero. caratteristico della zona, rigorosazione nera. Un prodotto bio, caratterimente macinato pietra, alto potere stico della zona,a rigorosamente macidinato digeribilità e con basso impatto CICCIOLI CICCIOLI D’OCA D’OCA a pietra, alto potere di digeribilità calorico. Non mancano le calorie, ad proun proNon mancano le calorie, ad un e con basso impatto calorico. dotto serviva a sfamare e dare dotto cheche serviva a sfamare e dare energia a chi abitava in campagna. BRESAOLINA D’OCA energia a chi abitava in campagna. I BRESAOLINA D’OCA ciccioli sono sono semplice Un unico taglio del petto d’oca, insasemplice eesaporita saporitapelle Un unico taglio del petto d’oca, insapo- I ciccioli dell’oca, tagliata e cotta fino fino a sepaporito conspezie speziee elasciato lasciatoriposare riposareper pelle dell’oca, tagliata e cotta rito con rarla dal grasso. La variante “pressata”, per un mese prima di stagionare, la un mese prima di stagionare, la Bresa- a separarla dal grasso. La variante prevede prevede la frittura a fuocoa fuoco lento nel Bresaolina prevede l’utilizzo di oche la frittura olina prevede l’utilizzo di oche alleva- “pressata”, grasso d’oca. d’oca. allevate e macellate nel nord lento nel grasso te e macellate nel nord Italia.Italia.


FEGATO FEGATOD’OCA D’OCA

PerPer scacciare le le polemiche scacciare polemicheche cheinfiaminfiammano il ilmondo, mano mondo,le leoche ochedestinate destinatea a “donare” il proprio “donare” il propriofegato fegatosono sononutrinutrite te senza forzature senza forzaturee erigorosamente rigorosamentea a mais. Il fegato, prima mais. Il fegato, primadidifinire finireininforno forno perper la lacottura, cottura,viene vienepulito, pulito,salato salatoe e aromatizzato, quindi servito aromatizzato, quindi servitosusufette fettedidi pane abbrustolite. pane abbrustolite.

PROSCIUTTINO PROSCIUTTINOD’OCA D’OCA STAGIONATO STAGIONATO

Coscia Coscia ee sottocoscia sottocoscia dell’oca dell’oca lasciate stagionare stagionareper per 70 70 giorni giorni dopo dopo la marinatura. rinatura.IlIlrisultato risultato èè un un gustoso gustoso prodotto dottoda daaffettare. affettare.

RAVIOLO RAVIOLOD’OCA D’OCA

Rielaborazione Rielaborazione mortarese mortarese dei dei ravioli, con conl’utilizzo l’utilizzodidicarne carne d’oca d’oca nel nel ripieno.

FILETTO FILETTOD’OCA D’OCABACIATO BACIATO

SALAME SALAMECRUDO CRUDOD’OCA D’OCA ECUMENICO

MARBRÈ MARBRÈD’OCA D’OCA

TURTA TURTASGREZA SGREZA

Un Unsalame salame che che mette mette d’accordo d’accordo credo eereligioni religioni diverse, diverse, nato nato con con l’idea di poter poter essere essere consumato consumato da da cristiani, islamici islamicied edebrei ebreiprofessanti. professanti. Si prepararadisossando disossando ee filettando filettando l’oca l’oca fino a creare creareun unimpasto impasto che che dopo dopo aver riposato satoviene vieneinserito inseritonella nella pelle pelle del collo GALANTINA GALANTINAD’OCA D’OCA dell’oca.La Lavariante variantestagionata stagionata cambia Antipasto o opiatto Antipasto piattofreddo, freddo,si sibasa basasusu dell’oca. l’impasto con con l’aggiunta l’aggiunta di di carne di carne d’oca disossata, mescolata carne d’oca disossata, mescolataa acarcar- l’impasto maiale e viene insaccato in budella maiale e viene insaccato ne ne suina e condita con pistacchi. suina e condita con pistacchi. bovine. bovine. Simile al al salame, Simile salame,dadacuicuisi sidistingue distingue perper unauna forma formamaggiore maggioree elalapresenpresenza za nell’impasto nell’impastodi dipetto pettod’oca. d’oca.Perché Perché l’impasto l’impastosi sicompatti compattie earomatizzi, aromatizzi, deve stagionare frafra 120 deve stagionare 120e 180 e 180giorni. giorni.

Carne d’oca e suino Carne d’oca e suinosminuzzata sminuzzatae emamarinata a bagno rinata a bagnonelnelvino vinomarsala, marsala,vieviene ne condita conconpistacchi, condita pistacchi,tartufo tartufonero nero e gelatina deldel sugo e gelatina sugodidicottura, cottura,per perpoi poi essere lasciata raffreddare essere lasciata raffreddareininstampi. stampi.

MORTADELLINA MORTADELLINAD’OCA D’OCA

Impasto Impastomacinato macinatoa amano manocomposto composto da da carne e fegato carne e fegatod’oca d’ocae esuini, suini,dopo dopo aver averriposato riposatoviene vieneinsaccata insaccata nelle nelle reticelle deldel maiale reticelle maialee ecotta cottanel nelgrasso grasso d’oca. d’oca.

PANPANDELL’OCA DELL’OCA

Pane di di antica Pane anticamemoria, memoria,condito conditocon con grasso d’oca e cotto grasso d’oca e cottodopo dopoavergli averglidato dato la forma deldel palmipede. la forma palmipede.

L’aspetto L’aspettogrezzo grezzo nasconde nasconde uno uno dei pochi chidolci dolciche chei icontadini contadini potevano potevano permettersi, mettersi,preparato preparatocon con farina farina di grano, mais, mais,burro burroeeuova. uova.

VULP VULP

LaLa“volpe”, “volpe”,nel nelsenso senso di di furbata, furbata, proprio perché perché sisi tratta tratta di di una una ricetta ricetta antica per persveltire sveltirelelefaccende faccende di di cucina cucina nelle cascine. cascine.SiSi tratta tratta di di polpettine polpettine di carnened’oca d’oca avvolte avvolte nelle nelle foglie foglie di verza eeun untempo temposistemate sistemate nella nella cenere dei caminetti. caminetti.

RISOTTO CONPASTA PASTADI SALAME DI SALAME RISOTTO CON D’OD’OCA E FAGIOLINI ALL’OCCHIO CA E FAGIOLINI ALL’OCCHIO

Sostanzioso Sostanzioso piatto piatto composto composto da riso della dellaLomellina, Lomellina,pasta pasta di di salame salame d’oca, PATÉ PATÉDI DIFEGATO FEGATOD’OCA D’OCA fagiolini fagiolinidell’occhio dell’occhio ee Bonarda Bonarda dell’OlFegato d’oca, vino liquoroso, Fegato d’oca, vino liquoroso,sale, sale,pepe pepe trepo’ Pavese. trepo’ Pavese. ed edaromi: aromi:questi questigligliingredienti ingredientidel del paté, una paté, una“crema” “crema”condita conditacon conburro burro cheche si esalta alla presenza si esalta alla presenzadiditartine. tartine.

PETTO PETTOD’OCA D’OCAAFFUMICATO AFFUMICATO

Il petto dell’oca, privato didipelle Il petto dell’oca, privato pellee eossa, ossa, insaporito insaporitoprima primadi difarlo farloriposare riposaree e successivamente affumicato successivamente affumicatocon conlegno legno di di faggio. DelDelpetto faggio. pettod’oca d’ocadidiMortara Mortara esistono anche esistono anchela lavariante varianteaffumicata affumicata allealle erbe, erbe,conconl’aggiunta l’aggiuntadidifrutti fruttieded aromi, e quella stagionata. aromi, e quella stagionata.

… E IN INVERNO RAGÒ D’OCA Parente stretto della più celebre “casseula” milanese, con l’unica variante della presenza di carne d’oca al posto di quella di suino. AGO/SET 2012 | 27


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Speciale Lomellina

GARLASCO QUANDO IL GIOCO SI FA DURO

TAGLI, MANCANZA DIDIRISORSE, TAGLI, MANCANZA RISORSE,SPENDING SPENDINGREVIEW: REVIEW: LA LACRISI CRISIÈ ÈUNA UNACOMPAGNA COMPAGNADIDI VIAGGIO INGOMBRANTE, VIAGGIO INGOMBRANTE, MA UNO DEI CENTRI MA UNO DEI CENTRIPIÙ PIÙATTIVI ATTIVIDELL’OLTREPO DELL’OLTREPOCERCA CERCA DIDI REAGIRE TENTANDO DI NON PRIVARE I PROPRI REAGIRE TENTANDO DI NON PRIVARE I PROPRI CITCITTADINI SERVIZI,INTERVENTI INTERVENTIE ETRADIZIONI TRADIZIONI TADINI DIDISERVIZI, di Andrea Pestoni

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Municipio


I tagli I tagli deldel governo governo Monti Monti avranno avranno pure purecontribuito contribuitoa aspegnere spegnerequalqualcheche luce, luce, mama Garlasco Garlasco rimane rimane ancora ancoralala“Las “LasVegas” Vegas”della dellaLomellina. Lomellina. “Dove “Dove unauna volta volta c’erano c’erano le le risorse risorse economiche economicheoggi oggic’c’ èèl’impegno l’impegno di di tanti tanti volontari, volontari, il miglior il miglior antidoto antidoto a questa a questadifficile difficilecongiuntura congiunturaecoeconomica”, nomica”, conferma conferma il sindaco il sindaco Francesco FrancescoFarina. Farina.Garlasco Garlascoèèinineffetti effetti unauna cittadina cittadina dalla dalla storica storica tradizione tradizione secolare. secolare. I segni I segni sono sono ancora ancora oggi oggi tangibili, tangibili, grazie graziea aununpatrimonio patrimonioarchitetarchitettonico tonico cheche poche poche grandi grandi città città possono possonovantare: vantare:il ilcastello, castello,ililteatro teatro Martinetti, Martinetti, tre tre chiese chiese di grande di grande pregio pregio storico-religioso, storico-religioso,diverse diversepiazpiazze ezeun e un centro centro storico storico vero vero cuore cuore pulsante pulsantedella dellacittà. città.Un Untesoro tesoro da da preservare preservare e valorizzare, e valorizzare, concon sempre sempremeno menofondi fondia adisposizione disposizioneche che costringono costringono l’amministrazione l’amministrazione comunale comunalea afare farei salti i saltimortali. mortali. “Recentemente “Recentemente ho ho partecipato partecipatoadaduna unamanifestazione manifestazioneaaPavia Pavia con con diversi diversi Sindaci Sindaci perper protestare protestare contro controi vincoli i vincoliimposti impostidal dalPatto Patto di di Stabilità Stabilità - racconta - racconta il primo il primo cittadino cittadino didiGarlasco Garlasco- in - incampagna campagnaeletelettorale, torale, come come tutti, tutti, abbiamo abbiamo redatto redatto unun programma, programma,ma maquesti questicontinui continui taglitagli dei dei trasferimenti trasferimenti statali statali ci creano ci creano parecchi parecchiproblemi. problemi.Se Seandiamo andiamo avanti avanti di questo di questo passo, passo, l’ordinaria l’ordinaria amministrazione amministrazionepuò puòessere essereconsiconsiderata derata al pari al pari di una di una grande grande opera”. opera”. Da questo Da questo punto punto di vista di vista Garlasco Garlasco è accomunabile è accomunabilea atutti tuttigli glialtri altriCoComuni. muni. La difficile La difficile congiuntura congiuntura economica economicaobbliga obbligagli gliamministratori amministratori a concentrarsi a concentrarsi sull’ sull’ essenziale, essenziale, mamaanche ancheprogrammare programmarelelepriorità priorità èè un’impresa. un’impresa. “Nonostante “Nonostante le le risorse risorse sempre semprepiù piùesigue esiguesiamo siamocomuncomunqueque attivi attivi e impegnati e impegnati a migliorare a migliorare sempre sempredidipiù piùlalanostra nostracittà città--proprosegue segue il sindaco il sindaco - anzitutto - anzitutto vorrei vorrei ringraziare ringraziaretutti tuttii igarlaschesi garlaschesi che che

sono sono stati puntuali puntuali nel nelpagamento pagamentodell’Imu, dell’Imu,lalanuova nuova tassa tassa introdotta introdotta dal dal governo governo Monti. Monti. Anche Anchese separte partedel delgettito gettitovavaalalgoverno governo centracentrale, le, ii Comuni, Comuni, pur pur essendo essendocontrari contrariaaquesto questoulteriore ulteriorebalzello, balzello, hanno hanno una una boccata boccata di ossigeno”. Il ossigeno”. Ilsindaco sindacoillustra illustrapoi poii principali i principali e più e più im-imminenti minenti interventi interventi programmati programmatidalla dallaGiunta. Giunta.“Ci“Ciattiveremo attiveremo presto presto per per attuare attuare il rifacimento rifacimentodidipiazza piazzaUniti Unitid’Italia d’Italia(ex (expiazza piazza Togliatti) Togliatti) ee soprattutto soprattutto il nostro nostro grande grandesforzo sforzosarà saràvalorizzare valorizzarel’impegno l’impegno deidei tanti tanti volontari che che ci ci stanno stannoconsentendo consentendodidiamministrare amministrare bene bene in in questa questa difficile congiuntura congiunturaeconomica”. economica”.Interventi Interventiquindi quindi sulla sulla “Cit“Cittadella tadella del volontariato volontariato ee dello dellosport” sport”per pervenire venireincontro incontro alle alle esi-esigenze genze delle associazioni associazioni che chesono sonolalalinfa linfavitale vitaledella dellacittà: città: l’Avis, l’Avis, la la Croce Croce Garlaschese, Garlaschese, ii Vigili Vigili del delFuoco Fuocoeel’Oratorio, l’Oratorio,oltre oltrealle alle associaassociazione zione sportive. Ma Ma anche ancheterminare terminarelalaristrutturazione ristrutturazione della della palestra palestra comunale, comunale, punto punto di di riferimento riferimentoagonistico agonisticoper pertutti tuttii garlaschesi i garlaschesi cheche praticano praticano sport sport sia sia amatoriale amatorialeche chedidicompetizione. competizione.InInprogramma programma anche anche l’ampliamento l’ampliamento dei dei locali localiche cheattualmente attualmenteospitano ospitano il corpo il corpo di di Polizia Polizia Locale garlaschese. garlaschese.“Dovremo “Dovremopoi poimettere metteremano manoinevitabilinevitabilmente mente sulle strade strade cittadine cittadine--precisa precisaFrancesco FrancescoFarina Farina - un - un tempo tempo questi questi erano interventi interventi di di ordinaria ordinariaamministrazione, amministrazione,mentre mentre oggi oggi è è necessaria necessaria grande grande oculatezza. oculatezza.Comunque Comunqueprocederemo procederemosicuramente sicuramente al al rifacimento rifacimento di di alcune alcunestrade stradedel delcentro centrostorico storicoper per abbellirlo abbellirlo e rene renderlo derlo maggiormente maggiormente vivibile, vivibile,cercando cercandodidiesaudire esaudirelele segnalazioni segnalazioni deidei cittadini cittadini che ci hanno hannoindicato indicatolalapresenza presenzadidistrade strade dissestate”. dissestate”. Poche Poche risorse, risorse, quindi, ee per per gran gran parte parteda daimpiegare impiegarenel nelsettore settore deidei servizi servizi sociali, sociali, per aiutare aiutare chi chièèpiù piùcolpito colpitoda daquesta questacrisi crisi economica economica globale. globale.

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Garlasco si dovrà impegnare per mantenere gli standard di gestione dell’aAnche ilsilo Comune si dovràcome impenido edidiGarlasco prima infanzia, per gnare per mantenere gli standard gestione essere un valido supportodidi cittadini dell’asilo nido e di prima come per diversamente abili,infanzia, che hanno bisogno essere un valido supporto di cittadini diverdi continua assistenza. Insomma, tutti samente abili, che che hanno di continua interventi finobisogno a qualche anno fa assistenza. Insomma, tutti interventi che fino venivano preventivamente programa qualche fa venivano preventivamenmatianno e “inseriti a bilancio”, ma che oggi te programmati e “inseriti a bilancio”, ma che devono fare i conti con la scure del oggi devono fareMonti i contie con scure Spending del gogoverno conlaquella verno Monti con sta quella Spendingl’incubo Reviewdi Reviewe che diventando che statutti diventando l’incubo di Uno tuttidei gli settori amgli amministratori. ministratori. che maggiormente risente dei tagli del Uno dei settori centrale che maggiormente risente governo è sicuramente quello dei taglidella del governo è sicuramente cultura ecentrale della promozione. Lo sa quello bene della Alessandro cultura e della promozione. Lo Maffei, assessore titosa benelare Alessandro Maffei, titodelle deleghe allaassessore Promozione Solare delle deleghe alla Promozione ciale, all’Associazionismo, all’oSociale, rganizza-

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zione Eventi, Fiere e Mostre, al Turismo, ai Trasporti, al Tempo Libero, allo Sport all’eAssociazionismo, all’organizzazione Evenalle Politiche Giovanili. Organizzare ti, una Fieremanifestazione, e Mostre, al Turismo, Trasporti, per unaaicittà come al Tempo Libero, Sport e alle Politiche GioGarlasco, da allo sempre considerata la “Las vanili. Organizzare una manifestazione, Vegas” della Lomellina, è molto impor-per una cittàperché come Garlasco, sempre considetante valorizza da il territorio e fa rata “Las Vegas” della Lomellina, è molto dalavolano per il turismo. Ma quando ci importante territorio sono tagliperché in vista,valorizza la scure siil abbatte su-e fa dabito volano per il turismo.e sul Ma tempo quandolibero. ci sono sul divertimento tagli in vista, lail scure abbatte “Quest’anno nostrosi fiore all’osubito cchiel-sul divertimento e sul tempo libero. lo sarà il mercato agro-alimentare che “Quest’anno il nostro fiorealla all’odomenica, cchiello sarà cercheremo di istituire a il mercato cercheremo di corredoagro-alimentare del tradizionaleche appuntamento istituire alla domenica, a corredo del tradiziosettimanale che si tiene il martedi matnale appuntamento settimanale che si tiene tina - afferma l’assessore Maffei - l’idea il martedi mattina un - afferma l’assessoreche Mafè di realizzare appuntamento feivalorizzi - l’idea èi diprodotti realizzare un locali appuntamento tipici attracheverso valorizzi i prodotti tipici locali attraverso mercatini a km zero, ovvero dal

produttore locale al consumatore. Questo evento sarà ospitato in piazza della mercatini con a kmcollaborazione zero, ovvero dal produttore Repubblica, di una locale al consumatore. Questo evento sarà delle principali associazioni agricole”. ospitatoè inpoi piazza Garlasco una della delle Repubblica, tappe dellacon collaborazione di una delle principali storica via Francigena e questo rappre-associazioniuna agricole”. è poi turistica, una delle tappe senta grandeGarlasco opportunità della storica viavuole Francigena e questo rappreche l’assessore assolutamente senta una grandeil opportunità turistica, che sfruttare: agevolare flusso di presenze l’assessore vuole assolutamentecon sfruttare: anche grazie ad una collaborazione agevolare il flusso presenze anche il Touring Club, ente di organizzatore del grazie ad ciclo-turistico una collaborazione con Francigeil Touring Club, giro della via organizzatore giro ciclo-turistico na.ente Grande spazio anchedel al tradizionale dellache viaquest’anno Francigena. Grande Palio, vedrà comespazio pro- anche al tradizionale quest’anno tagonisti principaliPalio, i più che piccoli, grazie vedrà come protagonisti principali“Sarà i piùil piccoli, all’iniziativa “B come bambino”. grazie all’iniziativa “B come bambino”. tema principale di questo evento, con “Sarà il tema principale di questo evento,glicon tantante iniziative che coinvolgeranno te iniziative che coinvolgeranno glilaasili e le asili e le famiglie. Termineremo con


Francesco Farina Sindaco di Garlasco

sfilata di moda per bambini”, precisa famiglie. Termineremo con la sfilata di moda Alessandro Maffei. per bambini”, precisa Alessandro Maffei. Per quanto riguarda gli eventi e le maPer quanto riguardaè gli eventi e le manifenifestazioni, spesso decisiva anche la stazioni,collaborazione è spesso decisiva collabodelleanche attivitàlacommerciarazioneli,delle commerciali, che attività con la loro apertura eche le con lorolainiloro apertura le loro iniziative contribui-un ziative e contribuiscono a coinvolgere scono anumero coinvolgere un più numero più sempre ampiosempre di visitatori. ampio di visitatori. posso lamentarmi, i “Non posso “Non lamentarmi, i commercian-

ti garlaschesi collaborano attivamente commercianti garlaschesiMaffei collaborano attiva- conclude l’assessore - e il loro mente - conclude l’assessore Maffei -per e illa loro apporto è certamente importante apporto certamente importante per la riuscitaè delle manifestazioni. Come, perriuscita delleanche manifestazioni. pervenicontro, contro, gli eventi Come, possono anche gli eventi possono venire incontro re incontro alle esigenze delle attivitàalle esigenze delle eattività credo commerciali, credo commerciali, che in questoe peche in questo di crisi sia imporun punto riodo di crisi periodo sia un punto molto molto importante”. tante”.

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Lomellina SPECIALE

ARCHITETTURA CIVILE e RELIGIOSA - EVENTI

Teatro Martinetti

La chiesa parrocchiale dedicata alla Beata Vergine Assunta ed a San Francesco

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Il Castello di Garlasco

Chiesa SS. TrinitĂ

Il Paliottone


Santuario Madonna della Bozzola

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Speciale Speciale Lomellina Lomellina

QUANDO IL G

GARLASCO GAMBOLò

VIVERE

TAGLI, MANCANZA DI R CRISI È UNA COMPAGN CON LA STORIA MA UNO DEI CENTRI PIÙ DI REAGIRE TENTANDO TADINI DI SERVIZI, INTER

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO TAGLI, MANCANZA DI RISORSE, SPENDING REVIEW: LA CRISI È UNA COMPAGNA DI VIAGGIO INGOMBRANTE, MA UNO DEI CENTRI PIÙ ATTIVI DELL’OLTREPO CERCA DI REAGIRE TENTANDO DI NON PRIVARE I PROPRI CITTADINI DI SERVIZI, INTERVENTI E TRADIZIONI di Andrea Pestoni

Una città dalle radici antichissime, che oggi conserva importanti testimonianze del passato e una tradizione antica nell’ospitalità di Elena Nai

di Andrea Pestoni

Il castello

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Lomellina SPECIALE

eventi e manifestazioni”. Per un sindaco leghista, inoltre, il tema della sicurezza è molto importante e per questo arriveranno presto anche delle telecamere nei punti nevralgici della città, con aumento del livello di sorveglianza. Progetti che Facchinotti porta avanti anche attraverso incontri settimanali anche con la Polizia Locale, l’Asm Mortara e i dipendenti del Municipio oltre, ovviamente, ai componenti della giunta ed i consiglieri comunali. Uno dei capitoli più importanti del bilancio del comune di Mortara riguarda la spesa sociale, specialmente in questo periodo di crisi economica: il Comune deve farsi carico di diverse incombenze, ma oltre alla spesa sociale vera e propria l’amministrazione cerca di incentivare il lavoro per consentire a chi è in difficoltà di pagare le bollette, chiedendo ai contribuenti di occuparsi anche di lavori di ordinaria manutenzione. È in itinere, inoltre, un progetto proprio sul lavoro, che vede il comune di Vigevano come ente capofila, diretto alle persone diversamente abili. Nonostante i tanti tagli del governo centrale, il comune non può comunque “dimenticare” la cultura, gli eventi e le manifestazioni. Da un

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po’ di tempo l’epicentro della cultura mortarese è la Biblioteca Civico 17, recentemente ristrutturata e restituita alla Città. Il Comune sta programmando una serie di appuntamenti musicali di grande profilo qualitativo, anche perché sull’argomento le idee del sindaco sono molto chiare. “Credo si possa tagliare su tutto, magari faremo qualche evento culturale in meno ma la qualità delle iniziative non può essere toccata – afferma Marco Facchinotti – per questo gli appuntamenti in programma sono molto importanti, a cominciare da alcune iniziative ormai tradizionali, come “Mortara on stage”, che troveranno una degna cornice nell’auditorium. Poi grazie all’impegno di tanti volontari cercheremo anche in campo culturale di offrire un programma completo”. Sempre in tema di cultura Mortara è anche famosa per lo storico Palio del gioco dell’oca, una competizione tra le sette contrade della città, basato su un Gioco dell’oca vivente, i cui punteggi sono assegnati per mezzo del tiro con l’arco. Si svolge annualmente, l’ultima domenica di settembre, nell’ambito della sagra del Salame d’oca. Come nella maggior parte dei Palii, il premio assegnato

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ci ha insegnato che si sviambolò è una città lupparono presso gli attigui di 10.300 abitanti: il dossi prevalentemente in territorio è compoepoca celtica nel 3° secolo sto dal capoluogo a .C. e dalle frazioni di Remondò, Garbana, Ad oggi è possibile vedere i numerosi reperti e vestigia parte di Cason dei Peri, Stradell’epoca presso il Museo della, Belcreda e Molino d’IArcheologico Lomellino, sella. Si tratta di un territorio con forte vocazione agricola, meta di visita di molte scolaresche e di famiglie perché che presenta alcuni centri nel periodo invernale sono produttivi artigianali nella previste nelle giornate di dozona di espansione situata menica aperture dedicate ai tra Gambolò e Vigevano. Le bambini e ai loro genitori. prime tracce di insediamenti Oltre al museo archeologico, umani nel territorio di Gambolò risalgono al 5500 a.C. a Gambolò è possibile visitare il Castello Litta - Beccapresso la sponda destra del ria, il cui nucleo principale torrente Terdoppio, la storia ai vincitori è un drappo (generalmente dipinto da artisti locali), raffigurante un soggetto riguardante la città, il Patrono San Lorenzo o il gioco stesso. Sindaco Il Palio nacque come condi Mortara. torno della già esistente Sagra del Salame d’oca di Mortara: come scenario storico si immaginò che i giochi rievocati avessero luogo a Mortara, feudo personale del duca di Milano Ludovico il Moro alla fine del XV secolo, per intrattenere la moglie Beatrice d’Este durante le sue battute di caccia in Lomellina. I giochi furono rievocati nel palio attuale, la cui prima edizione si svolse nel 1970. Le sette contrade mortaresi sono la Torre, il Dosso, San Cassiano, San Dionigi, Sant’Albino, le Braide e il Moro.

Marco Facchinotti


fu edificato nell’anno 1000. La costruzione presenta le caratteristiche tipiche delle rocche sforzesche viscontee, con pianta quadrilatero trapezoidale e torri ai cantoni. Al suo interno, presso il loggiato delle dame, è ospitato il Museo Archeologico ed è anche possibile visitare il Salone Litta, luogo in cui solitamente si celebrano i matrimoni. All’interno del Salone si possono ammirare gli stemmi delle famiglie gambolesi affrescati durante il ventennio fascista ed un camino in pietra risalente al 1500.

Nel Medio Evo, Gambolò era caratterizzata dalla presenza di numerosi conventi, tutti situati nell’attuale centro storico. Oggi sopravvive la presenza di numerose Chiese fra cui la Pieve di S. Eusebio, la chiesa parrocchiale di S. Gaudenzio, le chiese delle confraternite di San Rocco, Santa Maria e San Paolo, più la chiesa della Madonnina del Terdoppio. La Pieve di S. Eusebio è stata realizzata esattamente nell’area dove un tempo sorgeva il tempio dedicato alla dea Minerva. La parte originale della pieve è in stile romanico, e all’interno ospita la cappella gentilizia delle famiglie Litta – Visconti ed Arese, con tele di Appiani e Canevari, oltre ad affreschi del Sottocornola e del Gambini. La chiesa parrocchiale, completamente ricostruita nell’anno 1899, è stata di recente restaurata grazie a Don Paolo che ha riportato all’antico splendore le volte della navata principale e laterale di sinistra. All’interno della chiesa sono conservati due affreschi del XV secolo raffiguranti la Madonna con il Bambino e la Madonna tra San Rocco e San Sebastiano. La chiesa ospita anche le spoglie di San Getulio, martire e patrono della città, festeggiato il 10 giugno. Essendo Gambolò una città di antica tradizione contadina, la festa patronale è in programma sempre la quarta

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eventi e manifestazioni”. Per un sindaco leghista, inoltre, il tema della sicurezza è molto importante e per questo arriveranno presto anche delle telecamere nei punti nevralgici della città, con aumento del livello di sorveglianza. Progetti che Facchinotti porta avanti anche attraverso incontri settimanali anche con la Polizia Locale, l’Asm Mortara e i dipendenti del Municipio oltre, ovviamente, ai componenti della giunta ed i consiglieri comunali. Uno dei capitoli più importanti del bilancio del comune di Mortara riguarda la spesa sociale, specialmente in questo periodo di crisi economica: il Comune deve farsi carico di diverse incombenze, ma oltre alla spesa sociale vera e propria l’amministrazione cerca di incentivare il lavoro per consentire a chi è in difficoltà di pagare le bollette, chiedendo ai contribuenti di occuparsi anche di lavori di ordinaria manutenzione. È in itinere, inoltre, un progetto proprio sul lavoro, che vede il comune di Vigevano come ente capofila, diretto alle persone diversamente abili. Nonostante i tanti tagli del governo centrale, il comune non può comunque “dimenticare” la cultura, gli eventi e le manifestazioni. Da un

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po’ di tempo l’epicentro della cultura mortarese è la Biblioteca Civico 17, recentemente ristrutturata e restituita alla Città. Il Comune sta programmando una serie di appuntamenti musicali di grande profilo qualitativo, anche perché sull’argomento le idee del sindaco sono molto chiare. “Credo si possa tagliare su tutto, magari faremo qualche evento culturale in meno ma la qualità delle iniziative non può essere toccata – afferma Marco Facchinotti – per questo gli appuntamenti ai vincitori è un drappo in programma sono molto (generalmente dipinto da importanti, a cominciare da alcune iniziative ormaiElenaartisti Nai, locali), primo raffigurante cittadino del un soggetto riguardantradizionali, come “Mor-comune della Lomellina, traccia te la città, il Patrono tara on stage”, che trove-un bilancio delle attività eSan degli Lorenzo o il gioco stesso. ranno una degna corniceinterventi realizzati dell’amminiIl Palio nacque come connell’auditorium. Poi graziestrazione torno della già esistente all’impegno di tanti voSagra del Salame d’oca di lontari cercheremo anche Mortara: come attuale scenario in campo culturale di Con of- l’amministrazione sono storico lavori si immaginò checofrire un programma comstati realizzati relativi alla i giochi rievocati avessepleto”. Sempre in temastruzione di di marciapiedi antistanti ro scolastico luogo a Mortara, feucultura Mortara è anche al plesso nel capoluogo, do personale del duca della di famosa per lo storico oltre Pa- a lavori di miglioramento Ludovico il del Moro lio del gioco dell’oca, una viabilitàMilano con il rifacimento manalla fine del XV competizione tra le sette to stradale in alcune vie secolo, comprointrattenere la moglie contrade della città, messe ba- eper la creazione di dossi o rialzi Beatriceild’Este durante le sato su un Gioco dell’per oca consentire rallentamento delsue dei battute vivente, i cui punteggi la velocità mezzidi in caccia transitoine la Lomellina. sono assegnati per mezzo realizzazione di unI giochi nuovo furono parchegpalio attuale, del tiro con l’arco. Si svolgio in rievocati Castello.nel L’amministrazione la cui prima edizione si ge annualmente, l’ultima ha inoltre realizzato l’ambulatorio nel 1970. Le sette domenica di settembre, medicosvolse ed il dispensario farmaceumortaresi sono Ci nell’ambito della sagra tico percontrade la frazione di Remondò. la Torre, il Dosso, San Casdel Salame d’oca. Come sono state importanti inaugurazioni siano,fra San Sant’ Al- di nella maggior parte di deistrutture cuiDionigi, la nuova casa le Braide e illaMoro. Palii, il premio assegnato riposo, bino, villa Necchi con sua chiesetta, il nuovo radar di Remondò, la

“NON STIAMO MAI FERMI” tensostruttura utilizzata per tennis e calcetto, più i lavori di restauro della chiesa parrocchiale. Durante l’anno intendiamo approntare un progetto per la riqualificazione del patrimonio boschivo di proprietà del Comune ed abbiamo partecipato ad un bando regionale che prevede l’elargizione di finanziamenti per la geotermia, finalizzato alla riqualificazione del Castello Litta Beccaria. E’ in fase di definizione il progetto per la realizzazione di un parco fotovoltaico che consenta la produzione di energia pulita a Belcreda sulla ex discarica, progetto che di recente ha avuto le autorizzazioni necessarie dalla Provincia di Pavia. Mi piace inoltre ricordare, perchè Sindaco ne vado particolarmente orgogliodi sa, Mortara. la forte presenza sul territorio di associazioni e confraternite che collaborano con il Comune per le emergenze sociali, per le attività sportive e alla realizzazione delle feste e della notte bianca, in programma nel mese di maggio. Da ultimo, ma non in ordine di importanza, la nostra realtà territoriale si pregia della presenza della scuola civica di musica, che da due anni sta portando avanti un progetto per i ragazzi volto alla creazione di gruppi di base e alla corale di S. Gaudenzio che ha collaborato con il Comune per le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia e ogni anno ci allieta con il concerto del S. Natale. Insomma, mi piace pensare a Gambolò come ad una città che non sta mai ferma.

Marco Facchinotti


ultima domenica del mese di ottobre, dopo il taglio del raccolto dei campi. Quest’anno, oltre al luna park dedicato ai ragazzi ed ai più piccoli, sono previste mostre presso il Castello Litta e stand dedicati a cioccolato, grappe e prodotti tipici locali disseminati lungo le vie del centro cittadino. Il prodotto più tipico di Gambolò è il fagiolo borlotto, coltivato e raccolto a mano come da secolare tradizione. La sagra che celebra il più tipico prodotto di questa terra, che quest’anno ha avuto la sua undicesima

Parrocchiale

edizione al mese di luglio, è organizzata dalla Pro Loco. La più recente edizione della sagra ha avuto un epilogo spiritoso grazie a “sborlottiamoci”, una serata di musica dedicata ai giovani. Oltre al fagiolo è consigliabile anche l’assaggio dei prodotti derivati, ovvero a base di farina: la torta “ariosa”, i biscotti, i baci al cioccolato e le tisane. Per fine settembre è in fase di rifinitura una serata musicale ancora una volta dedicata in particolare ai giovani, il ricavato sarà destinato al Comune

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SPECIALE OLIMPIADI Fenomeno Streaking

Lomellina SPECIALE

eventi e manifestazioni”. Per un sindaco leghista, inoltre, il tema della sicurezza è molto importante e per questo arriveranno presto anche delle telecamere nei punti nevralgici della città, con aumento del livello di sorveglianza. Progetti che Facchinotti porta avanti anche attraverso incontri settimanali anche con la Polizia Locale, l’Asm Mortara e i dipendenti del Municipio oltre, ovviamente, ai componenti della giunta ed i consiglieri comunali. Uno dei capitoli più importanti del bilancio del comune di Mortara riguarda la spesa sociale, specialmente in questo periodo di crisi economica: il Comune deve farsi carico di diverse incombenze, ma oltre alla spesa sociale vera e propria l’amministrazione cerca di incentivare il lavoro per consentire a chi è in difficoltà di pagare le bollette, chiedendo ai contribuenti di occuparsi anche di lavori di ordinaria manutenzione. È in itinere, inoltre, un progetto proprio sul lavoro, che vede il comune di Vigevano come ente capofila, diretto alle persone diversamente abili. Nonostante i tanti tagli del governo centrale, il comune non può comunque “dimenticare” la cultura, gli eventi e le manifestazioni. Da un

po’ di tempo l’epicentro della cultura mortarese è la Biblioteca Civico 17, recentemente ristrutturata e restituita alla Città. Il Comune sta programmando una serie di appuntamenti musicali di grande profilo qualitativo, anche perché sull’argomento le idee del sindaco sono molto chiare. “Credo si possa tagliare su tutto, magari faremo qualche evento culturale in meno ma la qualità delle iniziative non può essere toccata – afferma Marco Facchinotti – per questo gli appuntamenti in programma sono molto importanti, a cominciare da alcune iniziative ormai tradizionali, come “Mortara on stage”, che troveranno una degna cornice nell’auditorium. Poi grazie all’impegno di tanti volontari cercheremo anche in campo culturale di offrire un programma completo”. Sempre in tema di cultura Mortara è anche famosa per lo storico Palio del gioco dell’oca, una competizione tra le sette contrade della città, basato su un Gioco dell’oca vivente, i cui punteggi sono assegnati per mezzo del tiro con l’arco. Si svolge annualmente, l’ultima domenica di settembre, nell’ambito della sagra del Salame d’oca. Come nella maggior parte dei Palii, il premio assegnato

di Cavezzo, di recente colpito dagli ultimi eventi sismici. Pur non avendo sbocchi diretti al fiume Ticino, Gambolò è un Comune che fa parte del sistema del Parco del Ticino. Chi ama la natura ed un po’ di relax qui può trovare il paesaggio ideale per rilassanti gite a piedi o in bicicletta verso Molino d’Isella, zona ricca di boschi e sentieri distinti da “dediche” particolari fra cui, degno di menzione, il suggestivo “sentiero delle farfalle”. Sempre restando nella zona di

Molino d’Isella, vale una visita la splendida villa del cavalier Necchi, interamente restaurata e inaugurata nel 2010, oggi utilizzata per banchetti, ricevimenti e come struttura ricettiva. Stessa sorte è toccata lo scorso anno anche alla chiesetta di pertinenza, utilizzata per la celebrazione di matrimoni. La frazione di Remondò è invece nota per la base radar, un impianto realizzato ex novo nel 2010 con le più moderne tecnologie per l’insediamento dell’areonautica militare.

ai vincitori è un drappo (generalmente dipinto da artisti locali), raffigurante un soggetto riguardante la città, il Patrono San Lorenzo o il gioco stesso. Sindaco Il Palio nacque come condi Mortara. torno della già esistente Sagra del Salame d’oÈca in di fase di ultimazione il progetto “Dalla città Mortara: come scenario al bosco, in biciletta dalle stazioni ferroviarie storico si immaginòal che Parco del Ticino”, iniziativa voluta dall’ente i giochi rievocati avesseParco del Ticino reso possibile dal finanziaro luogo a Mortara,mento feu- della Fondazione Cariplo. In pratica, do personale del duca di che va incontro al concetto di mobilità un’idea Milano Ludovico il sostenibile, Moro sempre più attuale, e che si pone alla fine del XV secolo, l’ambizioso obiettivo di rendere la zona boper intrattenere la moglie schiva del Parco più vicina ai comuni limitrofi Beatrice d’Este durante le in cui si estende. Lo studio di fattibilità, all’aera sue battute di caccia che in ha come finalità l’incentivazione dell’uso Lomellina. I giochi furono del treno e quello dell’ancor più ecologica birievocati nel palio attuale, cicletta, prevede a breve la creazione di alcuni la cui prima edizione si ciclopedonali, aperti a chiunque e di percorsi svolse nel 1970. Lelunghezza sette variabile, che si aggiungeranno al contrade mortaresi “PuntoBici” sono attualmente attivo di fronte alla la Torre, il Dosso, Sanstazione Cas- di Magenta, con trenta biciclette nosiano, San Dionigi, Sant’ Alleggiabili gratuitamente. bino, le Braide e il Moro. Informazioni e prenotazioni al numero: 335.8429214.

Marco treno Facchinotti

Dal alla bici



MUSICA Umberto Tozzi

ANCHE IL SILENZIO è

A marzo ha compiuto 60 anni e da poco è diventato nonno, ma non perde la stessa forza che aveva anni fa, quando il mondo si è innamorato della sua musica. Confidenze e pensieri di un artista da sempre abituato a pensare anche agli altri, tornato sulla cresta dell’onda dopo sette anni di esilio volontario dalle scene di Germano Longo

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i sono canzoni che ti restano addosso, che scrivi senza sapere ancora se sarà un successo o se il suo destino sarà di passare un po’ per radio, per poi essere dimenticata. Ma in fondo non importa, in quel momento sai solo che un sentimento vuole uscire e tu sei un artista, uno che più degli altri è abituato a tradurre in musica quel che la vita decide di darti, o di toglierti. È il 1977, e l’amore sembra tornato nell’aria quasi un decennio dopo la rivoluzione del ’68, che sembrava spacciare ogni rapporto affettivo come una condanna ai domiciliari. Bunuel gira Quell’oscuro oggetto del desiderio, mentre sul palco di Sanremo trionfano gli Homo Sapiens con Bella da morire. Il fiocco a tutto, senza forse saperlo, lo mette Umberto Tozzi, cantautore torinese fino a quel momento poco conosciuto al pubblico. Proprio quello, il 1977, è l’anno di Ti amo, canzone destinata a diventare l’inno nazionale

di chi sente il cuore battere forte per qualcun altro, ma anche successo planetario moltiplicato in otto milioni di copie in tutto il mondo. Da lì per Tozzi è una discesa inarrestabile, che ad ogni curva inanella un nuovo titolo che il mondo impara a memoria: Tu, Gloria, Stella stai, Notte rosa, Gli altri siamo noi. Tanti, enormi pezzi di un puzzle che significano la consacrazione per Umberto Tozzi, artista spesso scomodo, di quelli che non sanno tenersi qualcosa dentro, quando devono dirlo. Da allora è passata una vita, o quasi, e da poche settimane, Tozzi è tornato in classifica. L’ha fatto con Yesterday, Today, un album a cui tiene parecchio, dato alle stampe dopo averlo curato in ogni minimo dettaglio, che da un lato raccoglie i suoi più grandi successi e dall’altro ne aggiunge di nuovi, destinati ad allungare la lista di una carriera difficile da replicare. Ma Umberto Tozzi è rimasto lo stesso: l’espressione un po’ dura di chi con la vita non ha mai smesso di farci a botte, che sembra quasi sbattere con i modi gentili e la voce tranquilla. Ma dentro la consapevolezza che 60 anni la vita si è già mostrata tutta, e l’unico, vero privilegio degli anni che passano è accorgersi una mattina di aver fatto pace con l’esistenza.

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MUSICA Umberto Tozzi Sette anni di mutismo e quando torni con un album immediatamente svetta fra i più scaricati di iTunes: qualche rammarico? No, nessuno. Sono ancora un artista convinto che quando non si ha nulla da dire è meglio star zitti, tacere. È una forma di onestà con il pubblico, che spesso si ritrova per le mani lavori senza molto senso e si chiede che motivo ci fosse. Ma non sono stato fermo, non ho passato sette anni a guardare la televisione e fare le parole crociate: ho girato il mondo, come sempre, portando la mia musica ovunque. Poi lo scorso anno ho capito che era tornato il momento di rimettermi a scrivere, avevo idee nuove, che ho trasformato nelle 11 canzoni inedite di “Yesterday, Today”. Parlaci dell’album: come nasce, cosa significa per te, che brani comprende? Non ci ho pensato tanto, mi è bastato trovarmi fra le mani materiale che mi emozionava, nato con la stessa semplicità con cui avevo visto nascere anni fa le mie canzoni. Il resto è tecnica: ero tranquillo, so di poter contare su uno staff artistico e manageriale di prim’ordine, che sa capire cosa voglio e quando lo voglio. Nel tuo tour è prevista solo una tappa in Italia, il 7 settembre a Bari, e il resto? Nulla di personale: il calendario è stato preparato in pochissimo tempo, ma so già che dopo l’estate il tour proseguirà, portando la mia musica nelle maggiori città italiane. Vivi a Montecarlo e ogni tanto non hai nascosto un po’ di vena polemica verso l’Italia e poco attaccamento verso Torino, la tua città: come mai? Torino è quasi un incidente di vita, me ne sono andato presto, quando avevo 16 anni, e da quel momento ho vissuto un po’ ovunque, con il risultato che sento di non avere radici. Ma la vera svolta è stata a Roma, quando dopo un tentativo di furto in casa, con mia moglie abbiamo capito che dove-

vamo andare via, dare un futuro diverso ai nostri figli. La Costa Azzurra è arrivata per caso, cercando un posto che non fosse una grande città, preferibilmente al mare e meglio ancora se con un clima molto più che accettabile per buona parte dell’anno. Hai suonato al matrimonio del Principe Alberto per via di una vecchia amicizia che vi lega: come vi siete conosciuti e vi frequentate abitualmente? Il Principe e tutta la famiglia Grimaldi sono persone molto carine, gentili e davvero perbene, che lontane dal clamore e dal gossip non sanno cosa sia il protocollo di corte. Insieme a loro ho passato molto tempo e spesso ho accettato di cantare per beneficenza per dare una mano alle iniziative che mettevano in campo. Alla fine ho anche cantato al loro matrimonio perché Charlène, la moglie di Alberto, conosce ed apprezza la mia musica. Com’è cambiato il mondo della musica dai tempi in cui hai iniziato tu? Tantissimo. Ai miei tempi c’era un’etichetta discografica che in qualche modo ti coccolava e ti permetteva perfino qualche passo falso, addirittura sbagliare un album. Avevamo intorno gente competente, che conosceva profondamente la musica e tutti i suoi meccanismi. Oggi non è più così, quell’apporto è sparito del tutto, e chi inizia deve fare il triplo della fatica. C’è qualcuno che apprezzi fra le nuove leve della canzone? Mi rendo conto di essermi fermato a Tiziano Ferro, probabilmente l’ultimo artista che sia riuscito a fare cose importanti e intelligenti. Sul resto mi astengo, anzi, mi limito a dire che riconosco spesso operazioni di marketing, di mercato: successi a orologeria. In tutta onestà, c’è una canzone che avresti voluto scrivere o interpretare tu? Tante, ma più che altro avrei voluto essere

PROFONDO ROSSO

Torinese di nascita ma pugliese di origini familiari, Umberto Tozzi, classe 1952, si avvicina alla musica sulle orme del fratello Franco, cantante piuttosto in voga negli anni Sessanta. Terminata la partentesi, Umberto passa attraverso diversi gruppi, fra i quali la Strana società, che otterrà grande successo con il brano Popcorn, ma è nel 1973 che incide il primo 45 giri per la Numero Uno, etichetta di Lucio Battisti. L’anno dopo scrive Un corpo e un’anima che affidata a Wess e Dori Ghezzi vince Canzonissima. L’incontro con Giancarlo

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uno dei Beatles. Anni fa non facevo che ripeterlo: io dovevo nascere a Liverpool, non a Torino. Ma non è andata così… Se Umberto Tozzi dovesse iniziare adesso, secondo te che lo conosci bene, pensi che cercherebbe di partecipare ad un talent show? Non credo, io sono un chitarrista che per puro caso è finito a cantare, quindi se proietto in avanti i miei inizi non ne avrei avuto la possibilità. Devi molto della tua carriera a Giancarlo Bigazzi, quanto ti manca? Tanto, al di là dei rapporti, perché per me è stato un altro padre, che mi ha svegliato, consigliato e stimolato. Di natura sono un orso molto pigro, e credo che senza di lui non sarei andato da nessuna parte. Uno dei migliori “lanci” al tuo nuovo album te l’ha fatto Fiorello… Eravamo ospiti ambedue da Mollica, in Rai, e ci siamo incontrati per caso. Fiore ha iniziato un cazzeggio dei suoi, dicendo che grazie a Ti amo in vita sua aveva “limonato” tante volte come un pazzo, e alla fine hanno deciso di mandarlo in onda. Hai 60 anni, hai venduto 70 milioni di dischi, inciso 18 album da solista, 5 raccolte, 3 live e 18 singoli, ma non sembri soddisfatto: hai deciso cosa vuoi fare da grande? Il nonno. Lo sono da un anno e mi piace molto. Certo, un nonno rock, con la chitarra al collo e la musica a tutto volume, ma pur sempre un nonno. Per finire: meglio yesterday o today? Cioè, è meglio il passato o quello che deve ancora arrivare? Il passato è una pagina bellissima, che non va mai dimenticata. Ma nel presente si nascondono cose altrettanto straordinarie. Ecco, un desiderio che ho è capire che anche della mia musica di oggi resterà un segno, e non sarò solo ricordato per quello che ho fatto, ormai tanti anni fa.

Bigazzi rappresenta la svolta della sua carriera: nel 1976 incide Donna amante mia, l’anno dopo Ti amo, seguito da Tu e dodici mesi dopo da Gloria: un poker di brani che svettano nelle classifiche di tutto il mondo. Sull’onda del successo, gli anni Ottanta vedono Tozzi fra i più grandi artisti musicali italiani: in coppia con Morandi e Ruggeri vince il festival di Sanremo con Si può dare di più, collabora con Raf e Masini, tornando all’Ariston nel 1991 con Gli altri siamo noi e aggiudicandosi il Festivalbar 1994 con Io muoio di te. Nel 2006 festeggia i 30 anni di carriera, celebrati tre anni dopo dall’autobiografia Non solo io, la mia storia. Il 26 marzo scorso, in buona parte dell’Europa esce Yesterday, Today: raccoglie 18 successi riarrangiati e 11 brani inediti.


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FOOD

I 250 anni del sandwich

STORIE D’ARMI E PANINI IMBOTTITI

PRIMA DI DIVENTARE “STREET FOOD”, L’EPOPEA DEL PANE FARCITO A PIACIMENTO AFFONDA NELLA STORIA, COINVOLGENDO NOBILI, INVENTORI E INTERE NAZIONI, CHE LÌ DENTRO INSERISCONO ANCHE STORIA E CULTURA

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arlare del compleanno del concetto di panino sembra una scusa creata ad arte per celebrare un marchio, una nuova imbottitura, una campagna di rilancio. Niente di tutto questo, tranquilli: si tratta realmente di una celebrazione che qui da noi passa un po’ in sordina, mentre in Inghilterra è diventata una questione serissima. Sì, perché dietro il sandwich non c’è solo un frigorifero nel quale pescare cosa metterci dentro, ma una storia lunga, antica e per molti versi sorprendente. Cercando l’inizio bisogna correre indietro nel tempo fino agli antichi romani, che pare avessero l’abitudine di inserire la carne fra due pezzi di pane, un contagio c h e

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arriva anche al Medio Evo e tocca perfino Leonardo Da Vinci, che a sua volta nel Codex Romanoff si chiede perplesso che nome dare al farinaceo con la carne al suo interno. La pandemia del panino è però destinata a calare d’intensità con l’avvento delle posate, che trasformano mangiare con le mani in un atto da villani. Da qui, ci si sposta in Inghilterra, a Sandwich, piccola e adorabile cittadina nella contea del Kent affacciata sul fiume Stour, dove John Montagu, conte di quelle terre, è destinato a passare alla storia non per le sue battaglie da ammiraglio, ma più prosaicamente p e r

una curiosa abitudine: sommerso dal lavoro (o dalla passione per le carte, ancora non è stato chiarito), il conte chiedeva alla sua servitù di adagiare qualcosa di appetibile fra due fette di pane imburrate, per non perdere tempo inutile. In un amen, l’abitudine del nobile anglosassone contagia amici e conoscenti, fino a valicare i confini della Gran Bretagna e invadere il mondo. Ma lì, in Inghilterra, il sandwich diventa una tradizione serissima, addirittura stigmatizzata nell’opera English bread and yeast cookery, in cui si dettano regole che valgono ancora oggi: pane bianco con poca crosta, tagliato in modo uniforme e attentamente i m -

bottito con salumi. Per capire quanto il sandwich sia rimasto nelle pieghe della cultura anglosassone, bastano le cifre: ancora oggi l’industria del panino dà lavoro a 300 mila persone e muove circa 6 miliardi di sterline ogni anno. Un vanto che va ben distinto dall’italianissimo tramezzino, nato nel 1925 in Italia, a Torino, su idea di Gabriele D’Annunzio, che prescrive pancarrè di forma triangolare. L’idea piace anche al movimento Futurista, che profetizza l’abolizione delle posate in favore di quello che ribattezza traidue. Gli inglesi nel frattempo prendono le distanze anche dal Club sandwich, una delle declinazioni più celebri e diffuse di origini americane, ma malgrado i natali yankee il tramezzino a strati sbarca ovunque ci sia un bar, compreso quello dell’Hotel Ritz di Parigi, dove Ernest Hemingway ha modo di assaggiarlo e tesserne la bontà. Nell’Italia degli anni Cinquanta, quella del boom, le gite fuoriporta diventano una consuetudine ed il


DA LEO IN POI Già il grande Da Vinci aveva sprecato energie pensando ad una definizione per i panini. Nella pagina di sinistra Lord Sandwich.

panino vive una seconda giovinezza, almeno fino all’avvento delle catene fast-food che invadono il mondo trasformando le due fette di pane con ripieno a scelta un business dai fatturati impressionanti. Ma è anche la tradizione locale ad impossessarsi del concetto: a Firenze il panino si riempie di interiora e diventa il Lampredotto, a Paler-

mo di milza, polmone e panelle, una farina di ceci fritta, mentre in Emilia non esiste salume che non vada d’accordo fra due fette di pane. Ma è in Inghilterra che bisogna tornare per forza, perché si è conclusa da poco un’edizione particolarmente sontuosa della British Sandwich Week, la settimana in cui si celebra il panozzo all’inglese.

In Oriente, accanto a riso e spiedini venduti agli angoli delle strade, chi va di fretta si concede un Tamago sandwich, tramezzino con fette di maiale fritte. In Brasile al contrario vanno per la maggiore i Pao de queijo, palline di pane, formaggio, uova e olio passate in forno, così come tortillas, quesadillas, tostadas e chimichangas sono panini tipici del Messico. Al di qua dell’oceano guida la carrellata la baguette francese: mezzo metro di pane allungato imbottibile con salumi, erbe e formaggi. Passi da gigante l’ha fatto anche il kebab, specialità turca a base di carne di manzo, montone, pollo e agnello fatta rosolare su uno spiedo verticale e condita con salse, mentre in Danimarca spopolano i smorrebred, piccoli panini con carne e formaggio piccante. In Grecia è un piatto nazionale la pita, una sorta di piadina accompagnata da souvlakia, gli spiedini di carne ai ferri, mentre la Germania va sul classico con il panino al wurstel, ma mai inserito all’interno come in America, bensì consegnato su un tovagliolo, mentre in un piatto a parte arrivano pane e senape. Per finire con l’Olanda, dove il panino che va di più si chiama krolet: crocchette di patate fritte con formaggio, verdure e carne o pesce.

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Il panino nel mondo

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SPORT Red Bull Cliff Diving

Word Series

UN TUFFO DOVE L’ACQUA È PiÙ BLU QUARTA EDIZIONE PER IL CAMPIONATO DEI SALTATORI DALLE SCOGLIERE, GENTE CON UN PASSATO OLIMPICO CHE HA SCELTO DI AFFRONTARE LO SPORT LANCIANDOSI DA ALTEZZE VIETATE AI DEBOLI DI CUORE

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ra gli specialisti, quelli che per mestiere e passione hanno scelto di vivere saltando verso l’acqua da grandi altezze, il Red Bull Cliff Diving Series è un po’ come la Formula 1 parlando di auto. D’altra parte, lanciarsi nel vuoto da un’altezza mai inferiore ai 27 metri, per poi toccare l’acqua tre secondi dopo, aver raggiunto gli 85 km/h, non è esattamente come tuffarsi dal pattino nell’Adriatico. Nato quattro anni fa come ennesima applicazione verso l’estremo del celebre marchio di bevande energetiche, il campionato mette di fronte i migliori specialisti mondiali dei tuffi, gente che non sa cosa sia la paura, attraversando il globo alla ricerca di angoli di straordinaria bellezza, che ad ogni tappa raccolgono migliaia di appassionati e assicurano uno spettacolo mozzafiato, come sempre succede quando c’è qualcuno che potrebbe anche rompersi l’osso del collo. Le gare del Red Bull Cliff Diving hanno punteggi e coefficienti di difficoltà diversi, valutati in base al tipo di tuffo e agli avvitamenti effettuati in volo.

Quest’anno, qualche settimana fa appena, il grande circo dei tuffatori estremi si è radunato per le qualificazioni sull’Hawkesbury River, in Australia, appuntamento fondamentale per stilare l’elenco degli 11 nomi chiamati a sfidarsi ovunque ci sia una scogliera ed un mare sotto ad accoglierli. Ma quest’anno, rispetto al passato, il campionato si compone di sette tappe piuttosto concentrate nel tempo: Francia, Norvegia, Portogallo, Irlanda, Stati Uniti, Gran Bretagna e finale a Wadi Shab, in Oman. Le foto di questo servizio si riferiscono alla tappa più recente, quella francese, andata in scena nelle acque del Mediterraneo, in Corsica, più precisamente dalla fortezza di Saint Francois, a picco sulle Bocche di Bonifacio, a poche bracciate dal Parco Marino della Sardegna. Ovviamente, come tutte le pratiche estreme, anche questa ha delle stelle di prima grandezza, gente che da anni sfida se stessa lanciandosi da punti dove la gente normale nemmeno si avvicinerebbe per scattare una fotografia. Il numero uno, consacrato da imprese memorabili, si chiama Orlando Duque, che grazie ad un complicato e spettacolare “flying reverse”, si è aggiudicato anche la prima tappa dell’edizione 2012, quella che per iniziare ha scelto le acque di Bonifacio. Un ragazzone colombiano di 37 anni, con un passato olimpico, nove titoli mondiali e due Guinness Word Record all’attivo, superati d’un balzo nel 1995 con la decisione di dedicarsi a quella che lui stesso definisce “la forma più naturale dei tuffi”. Un po’ la storia che lo unisce a Gary Hunt, 28 anni da Southampton, Inghilterra, talento della nazionale inglese a cui nel 2006 qualcuno propone di lanciarsi nella laguna di Venezia da un’altezza di 18 metri, cambiandogli la vita per sempre. Insieme a loro altri nomi, tutti atleti

con grandi doti fisiche e caratteriali, che hanno radunato circa 1.200 persone, sistemate su 110 fra barche e gommoni, per poter vedere il tuffo degli angeli, gli uomini che hanno imparato a volare.

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CINEMA

Giffoni Film Festival

LA MEGLIO GIOVENTÙ 170 pellicole in concorso, ospiti internazionali e 3.300 giurati scelti fra adolescenti di tutto il mondo, per un evento cinematografico che continua a non avere eguali

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on è una questione di marketing, per colpire con precisione chirurgica la fascia di mercato occupata dai giovani, quelli che spendono, consumano, vanno al cinema e sono attenti alle ultime novità, mamma e papà permettendo. Il Giffoni Film Festival ha l’ambizione di essere altro, da sempre: un confronto libero e schietto fra il mondo della settima arte e la meglio gioventù, finalmente tenuta ben lontana dai fatti di cronaca e scelta per giudicare, soppesare, capire e alla fine decidere cosa è bello e cosa no, usando quando è il caso la feroce sin-

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cerità tipica dei ragazzi. Da pochi giorni, è calato il sipario anche sulla 42esima edizione del GFF, la prima che segna l’inizio della partnership con il festival rock Neapolis, ancora una volta è stata corredata da ospiti illustri a cui è risparmiato il red carpet d’ordinanza, ma non i bagni di folla fra giovani festanti. Il risultato è presto detto: 170 mila presenze di pubblico distribuito su 11 giorni di proiezioni, incontri ed eventi, ma con il cinema sempre in prima fila, che quest’anno nelle 170 pellicole in concorso ha voluto scegliere di raccontare l’attualità, sminuzzando su pellicola

uno dei periodi più bui e difficili degli ultimi decenni. Ma lasciando spazio anche ai sentimenti, alla voglia di amicizia e libertà che sbatte nella testa degli adolescenti, e perfino all’attualità più becera e scottante, come il traffico di bambini. A riscaldare gli animi ci ha pensato la sequenza di star, tutte colpite dall’entusiasmo palpabile offerto da una giuria formata da 3.300 ragazzi di ogni età e nazionalità. Per iniziare come si deve ci ha pensato Jessica Alba, attrice americana che ha dichiarato di aver capito la felicità quando è diventata mamma.


Le ha fatto eco Leonardo Pieraccioni, simpatico d’istinto che ha annunciato di essere al lavoro su una commedia corale, anche se la stella assoluta del GFF è stato Nicholas Cage, sempre felice di essere in Italia per via delle origini della sua famiglia e pronto a tessere le lodi del Giffoni per l’unicità di un evento che non ha eguali al mondo. Sul palco ancora Anita Caprioli, Martina Colombari, Giorgia Wurth, Anna

Safroncik, Francesco Pannofino, Fabrizio Gifuni, Daniele Vicari, Francesca Inaudi, Franco Battiato e Ale e Franz, coppia comica che ha dato le voci ai personaggi di Madagascar 3. Nota a margine per Patti Smith, leggendaria cantante americana che poco prima di iniziare il concerto ha voluto rassicurare il pubblico: “I giovani sono la forza del futuro. Io ho 65 anni e mia figlia che ne ha quaranta di meno è la mia più grande maestra di vita”.

PER VOI GIOVANI È Claudio Gubitosi ad avere l’idea di un festival cinematografico dedicato ai giovani. L’anno è il 1971, lui ne ha 18 appena, intorno si stende Giffoni Valle Piana, piccolo centro in provincia di Salerno, ma nulla frena un’ascesa fulminea all’evento, che perde in fretta i contorni regionali per diventare una realtà conosciuta in tutto il mondo. Dal 2000 il GFF inizia ad arricchirsi di manifestazioni collaterali fra cui il Giffoni Music Concept. Claudio Gubitosi è ancora oggi direttore artistico.

I VINCITORI Miglior film Grifone d’oro Famous Five (di Mike Marzuk)

Miglior cortometraggio Grifone d’oro Spycat and the Paper chase (di Darren Lim)

AMNESTY INTERNATIONAL AWARD Stay! (di Lourens Blok)

SHORTS AMNESTY INTERNATIONAL AWARD Heimatland (di Loretta Arnold, Andrea Schneider, Marius Portmann, Fabio Friedli)

PREMIO CIAL PER L’AMBIENTE GRIFONE D’ALLUMINIO 170 HZ (di Joost van Ginkel)

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