Adverum Edizioni - Anno 1 - n°1 agosto/settembre 2010 - www.ladysmagazine.it
Attualità stalking in provincia di Pavia
Società
donne del XXI secolo
Psicologia
estate da sole
Moda
tendenze dalle sfilate di Berlino
Melita Toniolo una “diavolita” determinata e romantica
Circle©PHOTO AlexGiomo
{ Sommario }
Cover......................................................6 Intervista a Melita Toniolo
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Attualità.................................................10 Stalking e territorio Pavese
Stalking..................................................14 La normativa
Siamo Donne..........................................16 la donna del XXI secolo
Noi & l'auto...........................................20 "donne e motori..."
Noi & la casa.......................................... 22 donna regina della casa
Psicologia..............................................24 lui in vacanza da solo
Bella stagione.........................................28 donna d'estate
lorem ipsum id unc
Cibo......................................................38 I love pizza
Rubriche...............................................40 detto tra noi
ANNO 1 N° 1 AGOSTO-SETTEMBRE 2010
Realizzazione Editoriale Adverum s.r.l. Via Defendente Sacchi, 8 - 27100 Pavia tel. (+39) 0382.309826 fax (+39) 0382.308672 iscrizione al Trib. di Pavia n° 741 del 21.07.2010
Direttore Responsabile: Stefano Spalla direttore@ladysmagazine.it
Art Director: Chiara Bogliani
COVER
Adverum Edizioni - Anno 1 - n°1 agosto/settembre 2010 - www.ladysmagazine.it
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Moda.....................................................33
Attualità stalking in provincia di Pavia
Melita Toniolo Photo: Stefano Bidini Abiti: Fruscìo
Società
donne del XXI secolo
Psicologia
estate da sole
Moda
tendenze dalle sfilate di Berlino
Melita Toniolo una “diavolita” determinata e romantica
Redazione: Paola Arensi, Daniela Capone, Alberto Fiori Simona Rapparelli, Rossana Trespidi Stampa: Pv Print s.r.l. - Pavia
DIRITTI: tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica sono riservati
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Melita Toniolo “Diavolita” senza catene, ricorda con orgoglio le sue origini e cerca un uomo vero che la faccia ridere di Paola Arensi
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’ l’emblema della femminilità ma si definisce un “maschiaccio”. Autoironica e realista la ventiquattrenne Melita Toniolo svela i suoi segreti:”Non l’ho mai dichiarato ma da piccola volevo sempre i capelli corti, odiavo le bambole e i giochi da bambina e preferivo i robot” e prosegue:”Non credevo che sarei arrivata alla televisione. Durante i miei primi anni di vita dicevo che avrei fatto la baby sitter, la pittrice, la psicologa, la maestra d’asilo. Ma crescendo è aumentata la voglia di ballare e cantare. Mi descrive bene il mio segno zodiacale, l’ariete. Sono testarda, possessiva, determinata, rompiscatole e anche un po’ “zingara”. Per esempio so che quest’anno trascorrerò le ferie con gli amici a Ibizia, Formentera e Iesolo ma, di come si svolgeranno queste giornate, non ho la più pallida idea. Infine non sopporto gli altezzosi”. Tuttavia, come per la maggior parte delle donne, preparare la valigia sarà problematico: “Porterò l’armadio intero. Però, così come amo fare nel quotidiano, indosserò soltanto abiti pratici. L’estate è bella perché si è più liberi”. Al momento il cuore della conduttrice italiana è ancora libero.“Amo l’uomo che sia maschio e non i ragazzi che girano ora, tutti depilati e vanitosi perché vivono dall’estetista. Non disdegno nemmeno un po’ di pancetta. Per prima cosa vorrei che la mia dolce metà non dicesse a nessuno che sta con me e cosa facciamo insieme e mi dimostri fedeltà. Ma questo
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MELITA TONIOLO
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rr rr rr rr rr rr rr rr rr r rr r rr rr rr rr rr rr rr rr r è decisamente impossibile. Inoltre cerco qualcuno che mi faccia ridere molto, abbia voglia di viaggiare e conoscermi veramente”. Questi sono i sogni di una ragazza nata il 5 aprile del 1986 a Treviso che oggi scopre la metropoli vivendo, da sola, a Milano.”Appena posso corro dalla mia famiglia. Non sono figlia d’arte ma soltanto di persone che non scambierei con nessuno perché mi hanno sempre sostenuta dandomi fiducia. Mia mamma è stata una sarta e ora è casalinga e papà un operaio. Ho vissuto con loro fino al 2005. Inoltre ho una sorella che conduce un locale, nel quale ho lavorato dai 15 ai 19 anni. Lei mi ha dato due bellissime nipotine nate quando stavo vivendo l’esperienza Grande Fratello 7 di Canale 5 e La talpa 2008 su Italia 1. Momenti magici”. Ed è proprio la foto delle sue nipotine che Melita non abbandona mai. Il resto degli accessori immancabili nella borsa sono il portafoglio e l’Ipod. Benchè molto affascinante e sempre in forma la show girl dice di non avere particolari segreti. ”Detesto la dieta e non pratico sport. Ovviamente un mese prima di mettermi in costume sto più attenta. Sono veneta, non rinuncio a mangiare e questo anche perché mia mamma e mia sorella sono due cuoche fantastiche”. La sua prima apparizione tv risale alla trasmissione di Italia 1 Distraction (2006): nello stesso anno e sulla stessa rete, Melita è anche una delle
sexy casalinghe del programma Le Iene. Dopo essere uscita dal suo primo reality, la modella posa per diversi calendari, tra cui quello senza veli per il programma di Italia 1 Lucignolo, del quale diventa inviata nelle estati 2007 e 2008 col soprannome di Diavolita. Da qui nasce la sua omonima Web Tv. L’ex gieffina è tra i personaggi del Grande Fratello più longevi e una delle bellezze italiane più cliccate nella rete. ”Io non prendo esempio da nessuno. Però stimo molto Simona Ventura, Alessia Marcuzzi e Michelle Hunziker”. Nell'estate 2010 Melita partecipa in veste di inviata al nuovo programma ideato da Studio aperto intitolato Mitici '80, condotto da Sabrina Salerno:”Si cercano i finti eredi di personaggi speciali degli anni Ottanta. Io sono in missione vestita da Wonder Woman. Si parla di moda, politica, economia e altro ancora”. Inoltre l’estate trascorrerà sulle note di Radio Bruno che è un’emittente dell’Emilia Romagna ascoltata anche in Toscana. ”Io conduco con altre due persone e l’esperienza è emozionante, ti dà modo di sperimentare”. Ma cosa pensa veramente la venticinquenne della società attuale?. Meglio essere se stesse e non seguire sempre la moda:” Gli eccessi fanno male. Per esempio, nell’era in cui si ha fin troppo, talvolta qualcuno smette di ragionare e usa violenza contro donne e bambini. Questi soggetti meriterebbero la sedia elettrica”.
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MELITA TONIOLO
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ŠAdverum
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PAVIA: Viale Sardegna, 48 Tel.0382.301315 Fax 0382.304100 CASTEGGIO: Via Milano, 93 Tel. 0383.890626
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Stalking
{ ATTUALITĂ€ }
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Violenza contro le donne, una task force provinciale cerca di contrastare il fenomeno
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“retaggi culturali, paura, vergogna, mancanza di sostegno psicologico’’ di Rossana Trespidi
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iolenza sulle donne, un fenomeno dalle diverse sfaccettature, dallo stalking alla violenza domestica, che rischia di rimanere nel sommerso a fronte di un allarmante incremento dei fenomeni di maltrattamento che si è verificato nel corso degli ultimi anni in ambito nazionale e locale: retaggi culturali, paura, vergogna, mancanza di sostegno psicologico e spesso mancanza di indipendenza economica e autonomia, inducono le donne a mantenere il silenzio su situazioni di disagio e di vera e propria sofferenza causate dagli stessi partners, siano essi mariti, compagni o conoscenti della cerchia familiare. Oggi sono nati diversi centri di accoglienza in tutta Italia che possono concretamente fornire uno strumento di riscatto e riabilitazione sociale per chi si trova coinvolta in una situazione di drammatica violenza. Anche nella Provincia di Pavia si è costituita da circa sette mesi una task force per contrastare il problema attraverso un progetto, co-finanziato da Regione Lombardia, denominato “Non volgerti indietro”. Pavia è il Comune capofila che ha riunito le forze del Centro antiviolenza Liberamente di Corso Garibaldi, del Comune di Vigevano, di Stradella, la Provincia e la Prefettura. Tutti insieme hanno firmato un protocollo d'intesa per segnare l’impegno a combattere il fenomeno che, anche sul nostro territorio, presenta dati allarmanti: solo nei primi 5 mesi del 2010 al centro antiviolenza si sono rivolte 120 donne, mentre quelle accolte nel 2008 sono state 182, che sono diventate 218 tra il gennaio e il novembre 2009. Per quanto concerne specificatamente lo stalking, a livello provinciale si sono verificati circa 30 casi, raccolti dalla Questura, di persecuzione di uomini nei confronti di donne, ma in alcune situazioni anche di donne verso altre donne. Un fenomeno che sta venendo alla luce prepotentemente in questo ultimo
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{ ATTUALITÀ }
periodo, in particolar modo a seguito della promulgazione della legge che lo ha identificato come reato. I dati raccolti dalla rete lombarda dei Centri Antiviolenza, di cui la cooperativa LiberaMente di Pavia è socia, confermano il quadro pavese e indicano che le donne rivoltesi ai Centri nell’anno 2008 sono state 2281; di queste 231 hanno fatto richiesta di ospitalità e 42 sono state ospitate all’interno delle Case Rifugio. "I dati in questione non sono semplici numeri” ha dichiarato l'assessore comunale alle pari opportunità, Cristina Niutta, tra i promotori del progetto “Sono soprattutto indicatori dei bisogni emersi dalle storie delle donne e dei loro figli che attraversano il Centro Antiviolenza, elaborati nei colloqui. La volontà è quella di procedere sulla strada di “fare rete” tra i partners coinvolti nell’iniziativa”. Il contrasto alla violenza contro le donne si traduce fondamentalmente in due obiettivi fondamentali, da un lato, l’incremento dell'attività di accoglienza del centro antiviolenza, (centralino telefonico, colloqui di sostegno e orientamento, accompagnamenti delle donne presso forze dell’ordine, tribunali, pronto soccorso, ricerca lavoro), dall'altra, il coordinamento di lavoro degli enti interessati perché possano sostenere con efficacia i percorsi di recupero e di affrancamento sociale delle donne, attraverso tavoli di lavoro ove ognuno ha portato la propria esperienza, le proprie speci-
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fiche competenze e ha collaborato a individuare buone prassi e procedure di intervento di fronte ai casi concreti. La Provincia da parte sua ha in programma di realizzare corsi di formazione per gli operatori sociali; gli agenti di Polizia useranno maggiori cautele e un approccio delicato ai casi; la Prefettura promuoverà periodici momenti di approfondimento, mentre i Comuni sosterranno iniziative volte a favorire le pari opportunità per tutti e a contrastare ogni forma di discriminazione. Lo scopo è costruire percorsi più sicuri per la donna e i minori, di uscita dalla violenza, di diminuire i tempi di tali percorsi grazie alla condivisione di protocolli e procedure e, quindi, in ultimo, di ridurre i costi sociali relativi alla presa in carico di donne e minori. Mi piace sottolineare poi” ha aggiunto Niutta “che il protocollo è aperto all’adesione di altri partner, siano essi istituzioni ovvero associazioni o onlus che operano sul tema, perché è nostra volontà allargare la rete per ottimizzare le risorse e le energie migliorando la qualità delle risposte. Penso alla auspicata partecipazione dell’ASL e dei consorzi sociali, alle aziende ospedaliere, alle procure della Repubblica, all’Università, solo per fare alcuni esempi”.
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il massimo confort e un servizio attento ad ogni richiesta. Situato nel centro di Varzi, a pochi metri da un verde parco e da un centro sportivo con piscine e campi da tennis, l’albergo dispone di 13 camere dotate di tutti i confort.
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Secondi piatti
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Salame tipico di Varzi con prosciutto cotto Insalata russa tonnata al tavolo con cipollotti all’aceto balsamico e bruschette caserecce Canestrini di polenta calda con lardo di Colonnata
Ferragosto in Collina
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Antipasti
Tra Arte Cultura Gusto e Sapori Menù di Ferragosto 2010 nf ormazioni iori i su Il Re Tartufo agg Castagnate d'Autunno Mercatini di Natale a Varzi Natale 2010 a Varzi t e www a.n Capodanno a Varzi .alber gocoron San Valentino a Varzi 2011 Festa della Donna 2011 13 In gita a Varzi. Tour culturale enogastronomico.
News
{ PER SAPERNE DI PIÙ } Risponde l'Avv. Raffaella Procaccini
Stalking ASPETTI NORMATIVI DI UNA DILAGANTE PIAGA SOCIALE di Chiara Pelizza
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ltre 10 le donne vittime di uomini gelosi e furiosi dall’inizio dell’anno. Vittime di un amore che non è amore quello che infierisce sul corpo e sulla mente di donne perseguitate da chi le vorrebbe sottoposte, dominandole non solo fisicamente. Storie da pagine di cronaca nera. Una scheggia di follia che si innesca quando la bestialità si scontra con la forza decisa di un ‘no’ o anche durante una litigata esplodendo in violenze inaudite che spesso non trova freno e sfociano nel dramma dell’omicidio. Alcune di queste ragazze, donne e giovanissime, spesso avevano denunciato i loro uccisori per stalking. Per capirne di più chiediamo all’avvocato Raffella Procaccini, avvocato e dottore di ricerca in diritto dell’impresa presso l’Università Bocconi di Milano, specializzata in diritto penale commerciale che si è trovata ad assistere donne vittime di simili reati.
Avvocato, cos’è lo stalking? “L’etimologia del termine stalking deriva dal verbo anglosassone “to stalk” che significa “fare la posta”, è di recente conio essendo stata introdotta all’art. 612 bis Codice Penale attraverso il Decreto Legge del 23 febbraio 2009, n. 11”.
Che pena prevede questo reato? Il primo comma dell’articolo recita: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, e’ punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato 14
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di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.
Che tipo di reato è lo stalking? “Il reato può essere definito “plurioffensivo” in quanto lede la libertà morale, che secondo la legge italiana è un bene giuridico in quanto le minacce o molestie reiterate [ndr: secondo una sentenza della Suprema Corte, anche due volte possono essere ritenute sufficienti] possono determinare un “perdurante e grave stato di ansia o paura” che inteso come patologia medicalmente accertabile determina la lesione del bene costituzionalmente tutelato “salute”. Il reato può configurarsi in una molteplicità di forme che non è possibile definire a priori.
Come si è arrivati a tale disegno di legge poi diventato effettivo? La norma è stata introdotta sulla base di un’esigenza di sentita prevenzione avverso le violenze perpetrate a danno delle donne tanto che la persona offesa, sino a quando non decide di presentare formale querela ha la facoltà anche di avanzare richiesta di ammonimento avverso il molestatore dinanzi al Questore il quale sentiti gli organi investigativi e le persone informate sui
fatti, ammonisce oralmente il molestatore invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge. Se il molestatore continua nelle condotte illecite, addirittura, si procede d’ufficio e la sanzione è aumentata di almeno un terzo. Questa disposizione è stata introdotta perché spesso la persona offesa ha timore nel denunciare attraverso una querela scritta il molestatore in quanto ha paura delle eventuali ritorsioni. Inoltre, utile e sempre prevista al fine di venire incontro alla realtà dei fatti la vittima ha tempo sei mesi da quando inizia a subire le molestie per proporre querela.
Perché denunciare? Denunciare è fondamentale per la salvaguardia propria, dei figli e delle altre donne ma purtroppo di frequente la persona offesa non decide nell’immediatezza di denunciare il molestatore sia perché ha timore di eventuali ritorsioni vendicative del molestatore o perché spesso il molestatore è un amico oppure un conoscente sia perché ha necessità di raccogliere le eventuali prove tra cui, ad esempio, eventuali sms scritti di minaccia o la dichiarazione scritta di eventuali persone che sono informate dei danni che la vittima sta subendo a causa della molestia od eventuali certificati medici che attestino la patologia comune di “stress psicologico” che affligge la vittima a seguito delle condotte illecite.
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{ SIAMO DONNE }
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Donne
del XXI secolo tra modernità e tradizione all'insegna della maternità di Daniela Capone
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uesta mattina, prima di entrare in ufficio mi sono come sempre fermata all’edicola.
Mi piace leggere, adoro l’odore della carta, dell’inchiostro. Sono sempre stata curiosa. Ecco perché forse ora mi ritrovo a scrivere. Tutti i giorni controllo i giornali locali, controllo la rassegna stampa nazionale e quella internazionale. Saper affrontare un discorso e capire di cosa si sta parlando, è importante, in particolar modo per una donna… Questa mattina, quindi, mi sono come sempre fermata all’edicola… e mi sono domandata: cosa vuol dire essere donna oggi? E ho comprato alcune riviste femminili. Non posso dire che mi siano state particolarmente d’aiuto, ma mi hanno incuriosito. Credo che nulla sia più difficile da definire. Forse molti uomini saranno d’accordo con me, e sicuramente altrettante donne, ma se c’è qualcuno di indescrivibile, difficile da capire e impossibile da soddisfare, quel qualcuno è una donna.
Al giorno d’oggi se poni a Lei la domanda : “cosa vuol dire per te essere donna nel XXI secolo?” stai pur certo che le risposte saranno un milione e tutte diverse. Io mi sono posta questa domanda, l’ho posta alla mia mamma, alle mie amiche e alle mie colleghe. Le risposte che hanno dato hanno le sfaccettature, le pretese, le esigenze, i bisogni ed i capricci di tutti i colori, di tutti i modi, e di tutti i suoni che possano esistere. Una donna si sente donna quando al mattino si sveglia per andare al lavoro, quando torna a casa la sera e prepara la cena per la famiglia, quando accompagna i figli a scuola, quando li abbraccia perché tristi, quando ottiene una promozione, quando non la ottiene, quando la sera si trova nel letto con il proprio compagno, quando piange, quando ride, quando si lamenta, quando iniziano i saldi, quando all’inizio dell’estate lotta per la forma fisica, quando si sente bella, quando si sente orrenda, quando desidera, quando ottiene, ecc… Questa e molto altro. 17
rr rr rr rr rr rr rr rr rr r rr r rr rr rr rr rr rr rr rr r Una donna oggi vuole essere considerata alla pari dell’uomo, vuole di più, vuole emergere. In antichità il ruolo della donna è sempre stato nettamente inferiore al ruolo dell’uomo. Sesso debole ci chiamano, ma siamo sicuri che non siano stati gli uomini ad inventare tante sciocchezze? Invidia del pene avevano azzardato… Insomma, credo che queste teorie, oggi, facciano acqua da tutte le parti. Una donna nel XXI secolo può! Ma andiamo alla radice di tutto e analizziamo il significato e l’etimologia della parola. Donna: dal latino domna, forma sincopata di domina, cioè padrona. Come inizio niente male per essere il “sesso debole”! Dal punto di vista biologico, in termini di aspettativa di vita, il sesso femminile sembrerebbe avere una maggiore longevità. Nei paesi maggiormente sviluppati, infatti le donne vivono circa cinque anni più a lungo degli uomini.
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Al contrario, nei paesi più arretrati, l’età media femminile è più o meno vicina a quella maschile. Ma inoltriamoci nella storia. Si suppone che la donna sia sempre stata sottomessa all’uomo. Sicuri? Secondo alcune teorie, le società primitive erano invece matriarcali e, solo in un secondo momento, si sviluppò la supremazia maschile. Sta di fatto però, che donne e uomini hanno avuto, nella storia di molte culture, diritti, doveri e privilegi diversi. La donna nel corso degli anni ha saputo lottare per ottenere il XXI secolo! Per poter lavorare, votare, essere sportiva, essere emancipata, essere autonoma. Noi donne abbiamo lottato per ottenere quello che vogliamo essere. Ma qualcosa ci accomuna, qualcosa è uguale per tutte. Chiedi alla tua mamma cosa vuol dire per lei essere donna e stai certa che la risposta in questo caso sarà unica: “poter avere figli, ed aver avuto te…questo è il vero significato di donna”.
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{ NOI E L'AUTO }
“Donne e motori, gioie e dolori”. di Simona Rapparelli
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vecchi proverbi fanno sempre un po’ riflettere: donne uguale gioie e motori uguale dolori? Oppure gioie e dolori distribuiti equamente? Oppure ancora, “donne al volante pericolo costante” (e quindi son dolori di portafoglio)? Insomma, il mai scontato mondo maschile unisce spesso la rosa realtà a un mondo che con i motori e più in generale, con i mezzi di trasporto a ben poco a che vedere. Per gli uomini le donne in barca portano rogna, in macchina sono lente e distratte, se le vedono guidare un taxi oppure un autobus decidono seduta stante di pigliare il treno, le donne non distinguono lo spinterogeno dall’albero a camme (beh, questo forse ci può anche stare): insomma, in poche parole, non c’azzeccano per niente. Ne sanno qualcosa le fanciulle che cercano di conseguire la patente esercitandosi con il fidanzato (consiglio da amica: smettete, per carità! Per questo genere di cose vanno benissimo mamma e papà, che vi amano incondizionatamente e vi perdonano tutto, anche la macchina bollata o rovinata dopo un seppur leggero incidente: l’uomo di turno, se la vettura è la sua, potrebbe farvi lo scalpo): appena toccano il pedale della frizione e partono iniziano a sentire una specie di musica non proprio celestiale fatta di “frena, accelera, attenta, ma cosa fai??, metti la freccia, cambia, occhio al pedone (che loro normalmente neanche considerano), occhio alla bici (ma pensa te), occhio al semaforo, metti in folle (il folle sarai tu,
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semmai), tieni le mani sul volante, guarda lo specchietto, non sforzare il motore e chi più ne ha più ne metta. La tiritera tra l’altro non termina con il conseguimento della patente, ma prosegue, in virtù dell’indiscutibile assioma secondo cui “la donna non sa guidare”: un teorema sempre valido, quasi ancestrale, che mette le sue radici in quell’humus fatto di desiderio di supremazia che da sempre caratterizza in particolare il maschio italico, che raramente ammetterà di guidare male, neanche davanti ad una campionessa di rally. E’ sicuramente capitato a tutte di raccogliere le parole di un’amica, particolarmente scorata dopo un litigio con il compagno o con il consorte, perché ha rigato la macchina: per noi è un danno, certo, ma non così grave. Per loro è una catastrofe, soprattutto se la macchina è la loro. L’idea che la loro piccola (che nella maggior parte dei casi è sicuramente un suv) si sia fatta la bua e che debba andare o da un meccanico o da un carrozziere li ferisce e provoca nei nostri confronti un risentimento da ultrà allo stadio, dopo una sconfitta. In conclusione, se ci facciamo un piccolo esame di coscienza, scopriamo che molte di noi non sono degli assi al volante, ma la cosa dipende probabilmente dall’istinto femminile che ci porta a lasciare all’uomo il ruolo dell’autista perfetto: lasciamogli il giochino e ricordiamogli che non sempre aprirci la portiera è un gesto elegante, meglio che per una volta provi a mollarci le chiavi della macchina!
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MELITA TONIOLO
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yyyyyyyyyyyyyyy noi e la casa } y y y y y y{y yyyyyyyy
Donna regina della casa
aumentano le responsabilità e gli impegni, ma non diminuisce la dolcezza nei loro sorrisi di Simona Rapparelli
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egia donna, lare prezioso della casa, moglie e madre esemplare, tutta grembiuli, pizzi, ricami e trine, capace di tenere i figli perfetti e a posto, schierandoli in fila rigorosamente in ordine di altezza davanti all'ospite di turno, con le loro calzette bianchissime e i pantaloncini (o le gonnelline) stirati e inappuntabili. Lei, perfetta nella sua semplicità, magari con i capelli raccolti, un filo di trucco, un filo di perle e un filo di tacco. State sorridendo, vero? L'immagine calza, peccato che stia perfettamente in un bel filmino anni cinquanta, in cui tra poco spunterà il maritino in mocassini e calzoncini bianchi e magliettina polo a righe che fa ciao ciao con la mano alla cinepresa. No, ora la situazione è un po' diversa. Innanzi tutto è necessario partire da un assunto di base, per sgombrare il campo da ogni possibile deriva un po' maschilista: oggi la donna è più regina della casa di allora. Perchè fate cenno di no con la testa mentre leggete l'articolo, magari sotto il casco del parrucchiere nella pausa pranzo dell'ufficio? Non ci credete? Provate a ragionarci un po' su: prima, noi donne avevamo due elementi fondamentali di cui occuparci: la casa (appunto) e i figli. In casa c'erano faccende poco diverse da quelle di ora (polvere, pavimenti, stiro, lavaggi, spesa, economia domestica, cucito et alter); i figli erano più o meno come oggi (nel senso che vanno gestiti e controllati e curati) e l'economia in casa dipendeva esclusivamente dai soldi che il marito elargiva alla moglie. Oggi il sesso debole contribuisce quasi egualmente alla “raccolta fondi” destinata al buon andamento domestico: la rigida suddivisione precedente (io tengo pantaloni e denaro) tutta maschile è andata decadendo: ora la donna è ancora più regina proprio perchè le sue mansioni sono aumentate e perchè sostanzialmente ha fatto carriera, visto che detiene maggiori
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responsabilità rispetto alla situazione precedente. Insomma, a noi “rose” oggi toccano tutti i compiti più tradizionali ma ovviamente anche quelli che in passato erano praticamente impensabili: la banca, le bollette, gli stipendi e i contributi, il frigo rotto (eh sì...), la lavatrice bloccata, il bambino che strilla, il capo che strilla (ovviamente per ragioni diverse... forse...!) e il marito che strilla (per ragioni diverse? Mah...). Lungi dall'essere anti-uomo, va detto anche che i maschietti ultimamente han dovuto improvvisarsi un po' donne, nel senso che molti di loro hanno imparato a dare una mano. Alcuni si dilettano in cucina (ci mettono il triplo del tempo ma sono più precisi, il problema è che fanno solo quello, se in bagno la lavatrice perde acqua neanche se ne accorgono), altri hanno scoperto le meraviglie dell'aspirapolvere. Buon per noi, autentiche regine della casa del terzo millennio.
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yyyyyyyyyyyyyyy { NOIy E LORO yyyyyyy y} y y y y y y yyyyyyyyyyyyy Risponde la dott.ssa Jeny Meregaglia
se lui va in vacanza
da solo a cura di Chiara Pelizza
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e vacanze per alcuni sono già terminate per altri devono ancora iniziare ma il problema potrebbe essere lo stesso in entrambi i casi. Potrebbe essere accaduto che il vostro parere per questo giro abbia preferito gli amici. Ecco che, proprio mentre si sta sognando la meta per le proprie, a rompere l’incantesimo arriva la sua proposta :”Amore, che ne diresti di fare vacanze separate?”. La testa viene invasa da mille pensieri ma, uno su tutto predomina :”Non mi amerà più?Avrà forse un'altra?” Capita, certo: bisogno di staccare, voglia di evadere. Segni che non per forza devono essere letti in chiave drastica, come spesso noi donne tendiamo a fare: per capire meglio e avere qualche utile dritta chiediamo parere a Jeny Meregaglia, psicologa ed esperta in couseling psicologico.
“Prima di darvi delle risposte, contestualizzate il momento” dice Jeny Meregaglia che oltre ad essere professionista psicologa è moglie e madre di tre figli “Se la vostra relazione è agli esordi è probabile che l’amore non sia ancora forte e maturo perché, proprio nel primo anno, il bisogno di condivisione di tempi e spazi è massimo. Siete invece una coppia fissa da diversi anni? In questo caso attenzione a leggere i segnali che il vostro Lui vi invia.”
Quali potrebbero essere i campanelli di allarme? “Se ultimamente lo vedete un po' distratto, poco interessato a voi, insomma meno coinvolto di qualche tempo fa, la richiesta potrebbe essere un modo per allontanarsi ulteriormente;
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se invece la vostra relazione è andata a gonfie vele fino a ieri, la sua richiesta potrebbe semplicemente essere un bisogno di dedicarsi un po’ a sé. Pensateci: la routine si sa, appiattisce la passione in molte coppie, e i piccoli periodi di distacco spesso giovano. Potreste quindi approfittarne per scegliere anche voi una meta dove andare con le amiche, dedicarvi alle attività che più vi piacciono senza compromessi: niente piani-ferie da far coincidere, niente litigate su mete o orari; vedrete che quando ritornerete alla quotidianità avrete voglia più che mai di stare insieme!”
Esistono dei paletti da non superare? “Ovviamente le regole sono ferree, e guai a non rispettarle altrimenti si rischia di compromettere la fiducia per sempre: il tradimento non è contemplato nella necessità di 'cambiare aria'; uno studio inglese del 2005 le consiglia caldamente: secondo questa indagine le coppie più rodate hanno in vacanza i litigi peggiori; mentre ritagliarsi un periodo tutto per sé può far tornare più propositivi e carichi di nostalgia per il partner. Il concetto non fa una grinza, visto che “separatamente” si scrive tutto insieme e che “tutto insieme” si scrive separatamente.”
Insomma vacanze separate sì o no? “Sì, quindi, alle vacanze separati se poi ci si concede l'ultima settimana di ferie da trascorrere insieme in tutto relax, per raccontarsi i viaggi fatti, per guardare le foto, per riunire la coppia. Il concetto da tenere a mente infatti è che le vacanze separate devono essere un momento di svago e non una fuga dal partner.”
©Adverum
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rr rr rr rr rr rr rr rr rr r { BELLA STAGIONE } rr rr rr rr rr rr rr rr rr r rr rr rr rr rr rr
Donna d'estate E' tempo di riposo! Ma l'altra metà del cielo va in vacanza? Se sì, come?
di Simona Rapparelli
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aldo, abbronzatura, prova costume (che va comprato nuovo, mica posso andare al mare col costume dell'anno scorso?!), teli da bagno, amori da spiaggia (o da passeggiate tra i monti ma sono meno frequenti ed esageratamente bucoliche). Guardare l'estate attraverso la lente rosa vuol dire sempre molte cose e tutte spolverate di quel leggero sentirsi donna e quindi romantica/passionale/dolce/ avventurosa che da sempre caratterizza la nostra appartenenza all'altra metà del cielo. Le donne vacanziere si dividono sostanzialmente in due grandi categorie: quelle che “tengono famiglia” e quelle che sono semplicemente libere (senza fidanzati, mariti, compagni, amanti, scocciatori occasionali, senza vincoli parentali di alcun genere, al massimo con un'amica fedele al seguito). In base all'appartenenza alla categoria-tipo, lo stile vacanziero è fortemente variante. Ma andiamo per ordine.
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rr rr rr rr rr rr rr rr rr r “Il confronto regge:rr r rr r rr rr rr rr rr rrnon rr Donna con famiglia. il periodo di ferie è condizionato da alcuni cardini fondamentali. 1. Far coincidere le proprie ferie con quelle del marito 2. Trovare un posto dove lasciare il/i pargolo/i quando è al lavoro (vedi anche “fine della scuola”) 3. Scegliere una meta che faccia tutti contenti, che non costi uno sproposito e prenotare il viaggio 4. Organizzare a tutti la propria valigia 5. Ricordare al marito di controllare la macchina 6. Ricordare al marito di controllare i documenti in caso di viaggi all'estero 7. Passare in rassegna il guardaroba estivo di tutti e riacquistare ciò che manca o che non va più bene e occuparsi delle creme per il sole 8. Tenere a freno i singhiozzi da prova costume 9. Preparare per il viaggio una capiente borsa frigo che soddisfi tutti più una borsa da pronto soccorso 10. Staccare luce e gas in caso di lunghi viaggi 11. Ricordarsi le chiavi di casa 12. Organizzare giochini per i piccoli durante il viaggio 13. Partire e augurarsi di poter riposare cinque minuti al giorno Donna “libera”, eventualmente con amica. 1. Occuparsi della prova costume (che è quasi sempre soddisfacente) e degli abbronzanti 2. Scegliere una meta 3. Partire (gli acquisti del caso si faranno in loco) 4. Divertirsi e rilassarsi 5. (eventuale) Se si ha voglia di avventurarsi, scegliere un posto per la sera e vedere se si trova compagnia maschile Il confronto non regge: per le donne con famiglia l'estate rischia di diventare un po' stressante, per le altre c'è spazio per il divertimento: serate allegre, ballate, possibilità, perchè no, di trovare l'amore, sia quello che dura giusto tre settimane che quello che magari ci coinvolge un po' di più. A proposito di sentimenti estivi: lo sappiamo tutte in fondo che è un po' dura che riescano a resistere al di là del periodo di ferie, quindi non facciamoci illusioni. Se proprio pigliamo una sonora cotta per un baldo giovine in costume da bagno, cerchiamo almeno di non giocarci troppa emotività e generose parti di noi stesse e del nostro cuore: teniamo leggere distanze, non facciamoci coinvolgere del tutto, altrimenti rischiamo sempre di uscire da queste storie fugaci con le ossa rotte. Raccomandazione quest'ultima che cadrà sicuramente nel vuoto: solo le donne possono amare sempre e comunque con un trasporto che rasenta la follia, è la vecchia e mai morta convinzione che i sentimenti vanno vissuti con la massima intensità. Ma tant'è... Siamo donne. 30
per le donne con famiglia l'estate rischia di diventare un po' stressante, per le altre c'è spazio per il divertimento’’
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Località Fornace 1 - Codevilla (PV) Tel. 0383 77369 Chiuso mercoledì sera e sabato a mezzogiorno
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{ MODA } Mercedes-Benz Fashion Week
Sotto il cielo di Berlino Le sfilate della metropoli tedesca, tra ricerca e femminilità, tanto glamour e qualche lieve caduta di stile. È la moda, baby, prendere o lasciare di Alberto Fiori
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riffata con la celebre stella del marchio automobilistico di Stoccarda, sempre più vicino alla moda (da non dimenticare l’accurata operazione di marketing creata con i due capitoli di “Sex and the City”), la settimana della moda ospitata a Berlino agli inizi di luglio, ha dimostrato ancora una volta quanto l’appuntamento sia ormai da annoverare nel calendario di quelli che contano e dettano le tendenze al mondo intero, trasformando per sette giorni intensi, l’ex città del “muro” in una delle capitali assolute della moda. Per la verità, motivi di interesse, all’interno dell’edizione estiva (l’altra è a gennaio), ce n’erano davvero tanti. Ad esempio la presenza di oltre 30 stilisti, corsi a Babelplatz per presentare le proprie collezioni, con la solita, grande attenzione riservata dall’organizzazione agli emergenti, le avanguardie della moda, giovanissimi di talento i cui nomi si stanno imponendo ovunque. Anche chi era in cerca di nomi non ha avuto che l’imbarazzo della scelta: dagli ospiti illustri ai Vip da rotocalco, dalle top model più richieste al numero di feste ed eventi collaterali che hanno riempito quel che restava delle notti e le attese fra una sfilata e l’altra. Un nome per tutti? Milla Jovovich, spettacolare modella e attrice di origini ucraine chiamata a fare da testimonial all’evento, posando sul cofano di una Mercedes con un monumentale cappello di Philip Treacy in testa. Gusto e ricerca per le sfilate dei “grandi”, come Anna Sui e la sua collezione ispirata alla natura, e a farle da contrappunto il taglio punk di Philipp Lim, ancora le maglie e le pellicce di Michael Kors, la nuova e inedita sobrietà di Marc Jacobs, il futurismo di Narciso Rodriguez, la femminilità di Donna
MILA JOVOVICH
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Karan ed il noir di Vera Wang. Fra le cose più interessanti, ha scatenato gli applausi la sfilata di 30Paarhaende, fatta di colori chiari, raffinatezza nei dettagli e linee nette e precise. Dopo una fase di ricerca, la moda del marchio tedesco diventa finalmente alla portata di ogni giorno, guadagnando la portabilità, uno dei punti d’arrivo più importanti per la moda quando smette di essere sperimentazione. Per Arrondissement Aq1, griffe che si basa sulla fantasia di Christina Arend, la sua talentuosa designer, l’ispirazione è invece il cerchio della vita, con forme e linee fluide, morbide, rilassate, ma con un tocco di selvaggia femminilità che suona come una spruzzata di pepe, poco prima di servire in tavola. La fanno da padrone gli accessori: collane lunghissime, pochette in pelle e tessuti pregiati, tutto serve per sottolineare abiti in jersey, sete, cotoni leggerissimi, jeans, pizzi e, quando è il caso, pailettes. Sono i colori e le geometrie, al contrario, a dare l’input alla fantasia di Angel e David Custodito Dalmau Salmon, i due fratelli di origini catalane che sono alla base del successo del marchio Custo Barcelona, molto apprezzato in America. La loro è una collezione festosa, solare, fatta di camicie annodate e miniabiti impalpabili, dai colori allegri ma meno esagerati di un tempo, ispirata alla “beat generation” californiana. C’era molta attesa anche per JI+B, come si abbrevia per comodità il marchio Jesus Ibarra + Bertholdo Espinoza, nato 34
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1-Arrondissement Aq1 2-30Paarhaende 3-Kilian Kerner 4-Rena Lange 5-Custo Barcelona 6-Christina Duxa Couture 7-Laurel Berlin 8-Jesus Ibarra Bertholdo
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{ MODA } nel 2002 in Messico dalla fantasia di due ex architetti donati alla moda. Vincitori di numerosi premi in sud america, i due hanno il merito di saper trasportare il proprio paese nelle loro creazioni, passando dalla sontuosità di alcuni abiti ispirati ai fondali azzurri del Golfo del Messico alla sabbia di altre composizioni. Per non parlare di Kilian Kerner, stilista berlinese, simbolo della generazione X, quella nutrita ad arte, moda ed elettronica, capace di passare da un’interessante visione streetwear a capi che esaltano la femminilità, con i toni dell’oro e dell’argento, mescolati a tinte soffici. Ha qualcosa di estremamente sexy ogni creazione di Lena Hoschek, giovanissima stilista viennese cresciuta alla scuola di Vivienne Westwood, che può già annoverare stelle di Hollywood come Kate Perry fra i clienti più fedeli. Al centro della sua collezione, ancora una volta, le linee femminili, il vitino “a vespa”, il seno bene in vista. Per finire, la provocazione di Patrick, Mohr, ragazzino terribile della moda che ha scelto di truccare e nascondere il viso delle sue modelle con calotte per coprire i capelli e barbe finte ad incorniciare il volto. Qualcosa di leggermente inquietante di cui hanno parlato in ogni notiziario, tralasciando perfino di commentare il suo stile sospeso tra medioevo e modernità, con capi dove il colore colpisce più della barba. Le sfilate Mercedes-Benz Fashion Week si replicano a New York e Miami.
rr rr rr rr rr rr rr rr AB Wear - Pavia rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr rr di Andrea Borè, titolare
AB Wear è davvero la frontiera del trend per ciò
che riguarda l’abbigliamento giovane uomo/don-
na. Gestito con grinta da Andrea Borè è oramai
divenuto punto di riferimento imprescindibile per chiunque voglia vestire alla moda e conoscere uptodate tutto il settore fashion delle grandi marche
ed anche di quelle poco note emergenti sulle quali Andrea Borè ha scommesso.
Da AB Wear può essere servita ogni esigenza di stile:
dal classico allo sportivo sino al casual con capi delle migliori firme.
Le collezioni in vendita da AB Wear sono spesso divenute “forma di spettacolo” nei numerosi defilè
organizzati negli anni in tanti locali di Pavia. Il punto vendita, organizzato con collaboratori esperti, si distende in oltre 100 mq di esposizione ed è
facilmente raggiungibile alla traversa di Via Sardegna, 64/e, adiacente al colorificio Savio in Pavia e dispone di ampio e comodo parcheggio.
Andrea Borè riceve senza problemi, anche su appuntamento alla sera e nell’ora di pranzo, contat-
tandolo direttamente al 338.6248015 oppure allo 0382.34892. AB Wear infine in determnati periodi effettua vendite straordinarie a prezzi di stock… venite a trovarci, vi vestiremo col tocco di classe in più che stavate cercando.
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30PAARHAENDE
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rr rr rr rr rr rr rr rr rr r { ALIMENTAZIONE } rr rr rr rr rr rr rr rr rr r
I love
PIZZA di Daniela Capone
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’etimologia della parola è incerta. Forse derivata dal latino “prinsa” ovvero schiacciata o forse ha origine greca. Le prime attestazioni scritte della parola “pizza” risalgono al latino volgare di Gaeta. Già comunque nell’antichità focacce schiacciate, lievitate e non, erano diffuse presso gli Egizi, i Greci (maza) e i Romani (offa e placenta). In tutto il mondo è risaputa però la sua nazionalità: italiana! La pizza napoletana però è sicuramente quella più conosciuta e copiata. Classica, tonda, con pomodoro e mozzarella chiamata margherita o proprio pizza napoletana. Tipica in diverse cucine regionali italiane, è divenuta famosa come specialità della cucina napoletana. Ma non solo Napoli rivendica la paternità di cotanta squisitezza. Diverse sono le città che pretendono di avere creato il più gustoso simbolo dell’Italia. Diversi anche i significati da attribuire alla parola piazza. Pizza, focaccia, pan focaccia e tutte le altra varianti sono le possibili opzioni. Così come si cambia nome, forma e città, nello stesso modo si cambiano i gusti, ingredienti e farciture. Ma qualcosa è certo: la sua bontà. Forse perché siamo italiani, o forse perché è davvero il piatto più buono al mondo, la pizza piace davvero tanto. L’abbiamo creata e cucinata ormai in tutte le salse, nei modi più strani e assurdi.
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La pizza con il salame piccante, con le verdure, con i formaggi, con le patatine fritte, con l’uovo, con la panna con l’ananas, con le acciughe, con il pesto e con qualsiasi cosa vi possa venire in mente, la pizza esiste anche così! Come? Con la nutella? C’è anche quella! Insomma siamo in estate, è vero, fa caldo, ma chi è disposto a rinunciare ad una sottile, gustosa, profumata pizza? Diversi i modi per offrirla. C’è chi propone la solita e classica pizza, rotonda, taglia normale oppure, per i più golosi taglia XL ovvero schiacciata; chi la offre al metro, ordinata in centimetri e servita già tagliata; chi propone il trancio di pizza spessa e tipica, quasi come se fosse stata cucinata dalla nonna del Sud; chi offre la serata “giro pizza” ovvero chi ordina e mangia fino allo svenimento, al prezzo di una sola pizza. Pizze, focacce, pizzette, calzoni, genovesi e chi più ne ha più ne metta, sappiamo scegliere la più buona? Impossibile. Come se non bastasse, noi donne siamo solite cercare ricette per proporla in casa a marito o amici fatta con le nostre mani. Per le più brave impastata, lievitata e farcita da noi; per le meno brave cucinate seguendo le istruzioni dell’impasto istantaneo sulla scatola. Per le più furbe: ordinata in pizzeria e consegnata a domicilio direttamente sul tavolo di casa. Cosa c’è di più buono dopo una lunga, stancante, calda giornata di lavoro? Vi ho convinte? Buon Appetito!
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{ DETTO TRA NOI }
Chi di noi, non ama prendersi una pausa, chiamare l’amica e fare due chiacchiere? Siamo donne, cosa c’è di più naturale?
“Donna: lavoro e famiglia, come faccio?”, “Mio figlio è disubbidiente, non so più come gestirlo”, “Il ragazzo con cui esco non mi chiama da due settimane”, “Qual è la moda dell’estate?”, “Mi sono innamorata di un altro” , “Che dieta potrei seguire per stare in forma?”, “Sono stata tradita”, “Conosci una buona ricetta per stupire un gruppo di amici?” e quanti altri pettegolezzi nascono nelle conversazioni tra Donne? Nasce Detto tra noi una piccola rubrica mensile che offre consiglio e supporto su come affrontare le piccole difficoltà e gli ostacoli o semplicemente soddisfare le curiosità del gentil sesso. Vuoi un punto di vista differente? Vuoi un consiglio su come affrontare una situazione? Scrivi alla redazione di Lady’s, ti sarà offerto tutto il nostro supporto ed i nostri consigli. Ritagliati dieci minuti per scriverci una e-mail, o una lettera. Detto tra noi chi ci capisce meglio di una donna?
rr rr rr rr rr r rr rr rr rr r rr r rr r rr rr rr r rr rr rr rr r CONTATTA LA NOSTRA REDAZIONE
dettotranoi@ladysmagazine.it
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r rr rr rr rr rr rr rr rr rr r r rr rr rr rr rr rr rr rr r rr r MELITA TONIOLO
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Quest’anno, abbiamo deciso di ampliare il nostro Show-Room, con nuovi e raffinati prodotti di sicurezza, dalla linea esclusiva delle porte Dierre ‘Partner Gold’, alle deliziose forme delle porte in vetro del nuovo catalogo Cristal. Quest’anno abbiamo deciso di viziarti, dandoti la possibilità di usare tutto il tuo gusto e la tua fantasia per rendere unica ed elegante la tua casa. Preventivi gratuiti • Ampliamento Showroom • Finanziamenti Tasso 0
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