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Anno 4 - n. 6 luglio 2010
Sergio Muñiz un successo guadagnato con impegno e fatica Paolo Crepet Psicologo e scrittore ci racconta l'estate La TV in vacanza Un'incredibile storia Con l’estate le trasmissioni fra trucchi, finzione ed ironia diventano più leggere e di intrattenimento, La grande S aggirato lo switch off del digitale, Francesca Schiavone cosa guardiamo questa estate?
Ventimila dollari sotto i mari Alla faccia della crisi, un’esperienza unica, diversa da tutto ciò che avete immaginato. Si chiama Necker Ninph e sarà vostro per 10.000 dollari/ora
Antonio Casanova
al Roland Garros
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SOMMARIO
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&Co. Magazine
Management
pubblicazione periodica registrata presso il Tribunale di Pavia il 18 marzo 2007 - n. 675 EDITORE: Adverum S.r.l. Via Defendente Sacchi 8, 27100 Pavia tel. (+39) 0382 309826, fax (+39) 0382 308672 www.adverum.net - info@adverum.net DIRITTI: tutti i diritti di p proprietà letteraria e p artistica sono riservati
PRESIDENTE: St Stefano f Spalla S
Redazione DIRETTORE RESPONSABILE: Claudio Milani VISUAL DESIGNER: Chiara Bogliani COLLABORAZIONI Paola Arensi, Alessia Benaglio ,Daniela Capone, Mario Cristiani, Alberto Fiori, Alessandra Lombardi, Fulvio Longoni, Tommaso Montagna, Chiara Pelizza, Simona Rapparelli, Rossana Trespidi, Irina Turcanu
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Sergio Muniz quanta strada dal negozio di ortofrutta!
La TV in vacanza guida estiva del piccolo schermo
Tanta voglia d'estate le vacanze secondo Paolo Crepet
Comunità Montana Un tris d'assi fatto di panorami, storia e alimentazione
Lodi al sole eventi per una favolosa estate al Lodigiano
Duecento chilometri a pedali Lodi: in bici tra i boschi e lungo i fiumi
Le Terre Traverse alla riscoperta della tradizione nella bassa piacentina
Marengo Museum un museo dedicato alla battaglia di Marengo
Ventimila dollari sotto i mari Necker Ninph, l'ultima creazione del patron della Virgin
La Grande S Francesca Schiavone, ultima eroina dello sport tricolore
Quando il gioco si fa in 3D I pupazzi di Toy Story prendono corpo
Antonio Casanova L'ironia di un personaggio creato dall'illusione
All'ultimo minuto Partiamo... ma con l'auto in ordine
Produzione STAMPA: Pv Print s.r.l. V.le della Libertà, 11 - 27100-Pavia LAYOUT PUBBLICITARI E IMPAGINAZIONE: Adverum S.r.l.
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FONDO
Claudio Milani Direttore
Solerzia a senso unico L
a Comunità europea ha aperto un’infrazione nei confronti dell’Italia chiedendo di pareggiare l’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego a quella degli uomini. Per tutti 65 anni. Qualche protesta da parte dell’Italia, neppure troppo convinta e la risposta secca: nessun margine di trattativa. La pensione arriverà solo a sessantacinque anni. Questa è la legge e va rispettata. Si tratta, probabilmente del primo passo per equiparare la donna e l’uomo in ogni settore, intento lodevole che tuttavia non tiene conto di molti fattori. L’eguaglianza tra donne e uomini è solo di facciata, nella realtà le donne, sul lavoro sono costantemente penalizzate e lo sa bene qualunque figlia di Eva si sia scontrata con i meccanismi premianti all’interno della propria azienda. L’eguaglianza non tiene conto dei molti compiti che la nostra società demanda tacitamente alla donna, la cura dei figli, della casa e della famiglia; un secondo lavoro mai riconosciuto che consente al marito, in carriera, di osservare orari impossibili. In ogni caso, come ho già detto, questa è la legge, la Comunità si è dimostrata solerte e l’Italia deve ottemperare. L’applicazione di tale norma provocherà una serie di disagi ad una categoria molto ampia ma non organizzata. Peccato che la medesima solerzia non sia applicata
con costanza. Vogliamo fare un esempio: siamo in libero mercato all’interno della Comunità eppure, una compagnia di assicurazioni che volesse affrontare il mercato italiano dovrebbe aprire una sede in Italia e adeguare le proprie tariffe a quelle attualmente in vigore (libero mercato?). In questo caso il sistema difende una lobby molto forte a danno dei consumatori, guarda caso ancora una categoria poco organizzata. Proseguiamo. I prodotti locali sono penalizzati da sistemi che consentono l’accesso al mercato interno a produzioni che non rispettano i sistemi imposti dalle leggi europee. Sembra assurdo ma in Italia non si possono produrre plastiche contenenti ftalati ma si possono vendere
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quelle prodotte in altri paesi; non si possono coltivare OGM ma i controlli sulle vendite di prodotti ottenuti da lavorazioni di sementi OGM, sono pressoché nulli; il carburante in Italia è il più caro d’Europa e chi intende avviare circuiti alternativi si scontra con difficoltà insormontabili. In questi e in mille altri casi, l’intervento della Comunità non è così solerte. Il dubbio, sorge spontaneo, diceva un noto giornalista televisivo… non sarà che la solerzia dell’apparato europeo si manifesti solo quando ad andarci di mezzo sono cittadini, consumatori e categorie poco o nulla organizzati?
di Alessia Benaglio
Sergio
Muñiz Un timido adone che incanta il suo pubblico con gli occhi e la musica
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a prima cosa che si nota di lui è il fisico statuario o i suoi occhi profondi e sorridenti, ma Sergio Muñiz, nato a Bilbao il 24 settembre 1975, non è solo una bella faccia ed un corpo da Bronzo di Riace. E’ un marito ed un ottimo padre. E’ un amante del surf e della pesca subacquea. E’ un uomo che ha fatto sacrifici, che si è sempre impegnato per ottenere ciò che desiderava dalla vita. Si è rimboccato le maniche fin da ragazzino e la vita lo ha premiato, portandolo alla ribalta prima come modello, poi come attore e musicista. “A 16 anni già lavoravo nel negozio ortofrutticolo della mia famiglia e consegnavo frutta all’ingrosso con un camion - racconta Sergio - Io e la mia famiglia abbiamo sempre vissuto umilmente ma non mi è mai mancato nulla. In fondo da dove vengo io, nessuno aveva di più, eravamo tutti uguali, tutti poveri allo stesso modo. Il mio inizio nel mondo della moda è stato del tutto fortuito ma a volte nella vita servono anche i colpi di fortuna. Alcuni amici mi hanno iscritto, per scherzo, ad un’agenzia di moda a Bilbao e sono stato subito preso. Guadagnavo in una giornata l’equivalente di un intero mese alzandomi ogni giorno alle 4 del mattino per consegnare la frutta, così ho pensato che il gioco valesse la candela ed ho deciso di proseguire per questa strada. A 19 anni sono venuto in Italia perché in Spagna non c’era un vero e proprio mercato del settore. Per fare al meglio il lavoro di modello era necessaluglio 2010
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rio trasferirsi in una delle capitali della moda. Potevo scegliere se andare in città come Parigi o New York, ma ho preferito Milano”. In Italia raggiunge la popolarità nel 2004 grazie alla vittoria di uno dei reality più seguiti del Bel Paese, “L’Isola dei Famosi”. Il produttore del programma, Giorgio Gori, e l’affascinante Simona Ventura lo “corteggiano” a lungo fino a convincerlo a partecipare alla seconda edizione del fortunato programma. “Mi hanno fatto una proposta molto allettante e non ho potuto rifiutare. E’un’esperienza che mi ha cambiato molto la vita, prima potevo andare al bar a prendere un caffè e non succedeva niente, dopo l’uscita dall’Isola non potevo assolutamente fare una cosa del 7
genere, mi riconoscevano ovunque. Partecipare al programma mi ha aiutato molto nel mio lavoro, ho avuto la possibilità di intraprendere anche altri percorsi”. All’Isola si mostra in tutta la sua bellezza mozzafiato ma dimostra anche di essere un uomo coraggioso, determinato e tenace; resta per 46 giorni relegato da solo nella cosiddetta “ultima spiaggia” affrontando a testa alta innumerevoli difficoltà fisiche e psicologiche. “Io sono un animale sociale e ho bisogno del contatto umano. La solitudine mi ha sempre fatto molta paura, posso stare solo per un massimo di tre giorni ma poi inizio a risentirne. Però affronto con coraggio ogni problema e non mi lascio mai abbattere. Così è stato sull’Isola”. La vittoria del reality è stato solo un primo passo verso la sua affermazione professionale, gli ha aperto le porte del mondo della recitazione ma Sergio non è un attore improvvisato. Ha iniziato a studiare nel 1998 frequentando il corso di recitazione del Teatro Verga di Milano, proseguendo poi con corsi di dizione e canto. Ottiene il primo ruolo da protagonista nel 2005 nel film per la televisione “La Signora delle Camelie” per la regia di Gasparini. “E’ avvenuto tutto in modo abbastanza naturale, recitare è sempre stata una mia passione ed alla fine è diventata una professione. “La Signora delle Camelie” è stato il primo lavoro importante in TV che ho fatto, posso considerarlo il primo riconoscimento di tutti gli anni che ho investito nello studio”. Muñiz non è un uomo che si accontenta, cerca sempre di migliorare, di imparare cose nuove e di crescere, sia personalmente sia professionalmente, infatti nel 2003 intraprende anche la dura via del teatro con lo spettacolo “Qui dove inizia il mare” di Paolo Olgiati. “Recitare a teatro è impegnativo, ma è impegnativa anche la televisione se vuoi farla bene. Fare l’attore teatrale o di televisione dovrebbe essere preso sul serio e trattato esattamente per ciò che è: un lavoro. Si deve essere impeccabili nel proprio mestiere perché tutto funzioni alla perfezione; se manca la serietà e la professionalità, all’esterno viene percepito immediatamente. Io sono un attore e recito.
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In Italia hanno la tendenza ad etichettare un attore come comico piuttosto che drammatico o altro, io credo sia un errore, se sei un attore devi essere in grado di interpretare qualsiasi ruolo sia in TV, sia al cinema, sia a teatro”. Muñiz ha in cantiere una serie di progetti per il futuro che comprendono anche il grande schermo, infatti, a settembre lo vedremo al cinema nei panni di un irresistibile istruttore di sub nella commedia “Un’estate indimenticabile” di Ugo Fabrizio Giordani insieme ad un cast di tutto rispetto: Panariello, Brignano, Casagrande e tanti altri. E’ evidente la capacità di Sergio di trasformare tutte le sue passioni in qualcosa di concreto; da anni compone musica con la sua inseparabile chitarra e scrive canzoni che sono state raccolte nell’omonimo album uscito in tutti i negozi di dischi lo scorso anno. La realtà che lo circonda, il suo passato e la sua vita privata, sono una costante fonte di ispirazione. “Ho iniziato a suonare la chitarra una decina di anni fa per gioco, poi ho preso a scrivere anche i testi e mi sono ritrovato con tante canzoni. Le ho fatte sentire a un produttore di una etichetta indipendente, la Effettonote, a cui sono piaciute subito e circa un paio di anni fa abbiamo dato vita a questo progetto”. E’uscito il mese scorso il suo terzo singolo “6 de la mañana”, distribuito da Edel, in cui canta le vicende di un uomo che lascia la sua piccola realtà per cercare la felicità in una grande metropoli ma alla fine fa marcia indietro perché capisce che la felicità non si trova scappando. L’evoluzione della sua carriera ha percorso strade sempre più complesse: moda, tv, cinema, teatro e musica. Una strada che richiede studio e tanta serietà. “Per intraprendere un percorso del genere c’è dietro tanto impegno e tanta voglia di fare” -racconta Sergio- “Facendo il modello non riuscivo ad esprimere il mio estro creativo, era come chiuso in gabbia. Per riuscire ad ottenere quello che ho oggi ho dovuto fare i salti mortali… forse avrei dovuto fare il circo!”
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di Simona Rapparelli
La TV in vacanza tra palinsesti estivi e decoder a singhiozzo, cosa guardiamo quest'estate?
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entamente e come una piccola scia, i programmi televisivi invernali stanno abbandonando l'etere (l'etere?! Oddio, no, la frequenza, il digitale terrestre, la tecnologia Dab, ecco, anche noi giornalisti ci confondiamo nel “Tv-caos” di questi ultimi mesi...!) in favore di palinsesti più leggeri, freschi, e di scalette che profumano di mare e di bibite colorate con l'ombrellino nel bicchiere. E' un po' come quando, con l'arrivo dei primi caldi, ci viene voglia di andare a caccia di indumenti lievi, camicine e vestitini trasparenti per lei e lini e cotoni naturali per lui, oppure borse, pochette o sandali con toni vivaci o colori pastello ma rigorosamente chiari che più chiari non si può. Così, in parte, accade anche in tv: improvvisamente, la massaia che guarda ogni giorno una famosa trasmissione di cucina mentre pulisce le carote per il pranzo (estivo quindi leggero), al posto del muggito d'ordinanza di sottofondo sente un rumore di onde marine o di gabbiani in volo e trova sullo schermo la ricetta dell'insalata di pasta piuttosto che quella dello spezzatino in umido o della polenta con la cacciagione. In alcuni casi la versione estiva dei programmi è tristemente questa: soprattutto se la trasmissione è collaudata e ha fatto un buon incasso di preferenze tra il pubblico, gli autori decidono per un taglio che ricordi la bella stagione, confermando purtroppo le solite facce invernali che a loro volta decidono di monopolizzare anche mattini/pomeriggi/serate d'estate (e non solo: spulciando
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sui palinsesti Mediaset si scopre che c'è in progetto nientemeno che un “Notte cinque”, come se già non bastasse la Barbara d'Urso all-day-long). Ma non sempre è così, molti programmi vanno in vacanza cedendo il testimone alle versioni estive con cambio di conduttore o ad una selezione di trasmissioni che passano sullo schermo solo da giugno in avanti e che è sempre un piacere trovare: ne siano fulgidi esempi le strisce di circa mezz'ora che ripropongono spezzoni di spettacoli della tv del passato, con grandi presentatori e cantanti degli anni cinquanta, sessanta e settanta, sperando che la moderna tv del digitale impari qualcosa dal suo analogico passato. Ma torniamo alla tv, scatola magica del ventesimo secolo che sembra non avere crisi d'uso: lo dicevamo in apertura di articolo... E il famigerato switch off,
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il passaggio dalla modalità televisiva analogica al digitale terrestre? Anche questo delicato momento ha caratterizzato i giorni (e le notti insonni dei telespettatori – incavolati perché non si vedeva niente - e degli antennisti – incavolati perché subissati di lavoro per settimane) di questa primavera-estate, che ha scoperto anche nuove forme di “volontariato”: molti giovani si sono occupati personalmente di risintonizzare i vari decoder di persone di una certa età, a volte addirittura spaventate davanti ai cambiamenti della tecnologia e alla presunta perdita dei loro canali preferiti, in nome della “buona visione” sono state rispolverate perlomeno le regole di buon vicinato. Rimane comunque in tutti noi il brivido di imbarazzo, proprio nel giorno del passaggio al digitale, quando abbiamo provato a “vedere se si vede qualcosa” e non abbiamo visto proprio
niente: colpa di una serie di problemi in Rai che con il tempo sono stati risolti, certo, noi però ci siamo sentiti degli autentici imbranati, convinti di aver toccato chissà quale tasto e aver cancellato tutto d'un colpo; una sensazione che ci ha abbandonato solo quando, tra grida di giubilo parentali, sullo schermo full HD, comprato per l'occasione, sono comparsi i nuovi loghi dei canali nazionali e tutte le nostre amate trasmissioni. E poi quest'anno c'è pure il Mondiale, una parola magica che scatena in tutti ma proprio tutti gli italiani un pensiero uno e trino: tv-amici-birra (con la variante bevande varie ghiacciate ma solo per gli astemi), connubio imprescindibile che ha caratterizzato le notti magiche della fine di giugno e dell'inizio di luglio e che, secondo i critici televisivi, è servito alla Rai per rialzare gli ascolti in una programmazione un po' povera di
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novità. E che dire dell'ultima frontieratv sul web? Se disponete di una buona connessione internet (e di una pessima rete d'antenna che vi fa prendere sì e no tre canali quando c'è il cielo limpido) e di un pc con una memoria rispettabile, vi conviene scaricare uno di quei programmi free che vi permette di disporre di tanti canali (per ora solo Rai e Mediaset) praticamente in diretta, con uno scarto di pochi secondi rispetto alla consueta televisione e di un mini telecomando sullo schermo, espediente simpatico che evita le guerre e le contese tra mogli, mariti e figli per il possesso del canale preferito. Tra veline e velone, presenze ingombranti e stelline del piccolo schermo, divi per un giorno, tanti soldi e tanta celebrità, la tv rimane pur sempre qualcosa di affascinante, una sorta di mondo irreale al quale tutti non vorremmo rinunciare. Ma... Che ci sarà stasera?
Vademecum Tv Estivo RAI
MEDIASET
Rai Uno Speciali sportivi con Gran Premi di Formula 1 nei weekend Dal 12 luglio edizione del preserale Reazione a Catena, conduzione di Pino Insegno, In prima serata Dadada collage di spezzoni storici della Rai. In seconda serata su Rai Uno Porta a Porta estate. Rai Due Lost fino all' 11 settembre. Dal 30 agosto Casting X Factor 4. Rai Tre Tour de France. Fra luglio e agosto ritorna il circo al martedì e Amore Criminale al mercoledì. Da settembre Ballarò, Presa Diretta, Chi l’ha Visto
Canale 5 Oltre a Notte Cinque, Pomeriggio Cinque e Domenica Cinque, anche repliche di molte soap settimanali. In serata troviamo Velone, condotto da Enzo Iacchetti; un ciclo cinematografico di novità Primissima, e il Ciclo Alta Tensione. Proposte italiane con Angeli e Diamanti, una fiction in sei puntate con Martina Stella e Vittoria Belvedere, le repliche dei Cesaroni Italia 1 Al mattino replica di Beverly Hills. In serata quiz in replica, probabilmente Il Mercante in Fiera e di Uno contro Cento. In serata la nuova edizione di Wild, condotta da Fiammetta Cicogna, il ritorno di Lucignolo, e tanti telefilm, Dr. House, Csi New York, Csi Live.
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di Alberto Fiori
Tanta voglia d’estate
State ancora organizzando la vostre vacanze? Bene, allora provate a leggere qualche consiglio di uno degli psichiatri piÚ celebri d’Italia. E se ci riuscite, non cambiate idea.
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Odio l’estate”, cantava Bruno Martino nel 1960, pensando ad un amore ormai sciolto come un calippo dimenticato su una panchina. Ma in fondo, non è il solo a pensarla così, anche se la stagione calda dovrebbe essere uno dei periodi più belli e spensierati dell’anno. A guardarla in modo asettico, non si tratta che di poche settimane, in cui il sole agisce sulla cute e si spinge fino alle endorfine, tentando di rilasciare felicità, gioia, voglia di vivere e magari risvegliare passioni sopite. Il tutto spostando l’attenzione dalla normale realtà, quell’intrigo fatto di lavoro, impegni, famiglia e telecomandi da spremere per trovare qualcosa di accettabile fra naufraghi, bambini che cantano e nominations. Ma arrivarci, alle due settimane di vacanza, è uno stress che si aggiunge al resto di una vita a cui le occasioni per lamentarsi non mancano certo. Perché seguendo quanto imposto dalle tendenze più attuali, già verso febbraio è bene cominciare a preoccuparsi della prova costume, in un crescendo di preoccupazioni che culminano con afa, traffico, prezzi alle stelle e code perenni per ogni cosa, dal trovare un metro quadro di spiaggia libero all’ora di aquagym. Per tentare di capirne di più, abbiamo voluto chiedere il conforto di Paolo Crepet, psichiatra e sociologo con una certa frequentazione televisiva, autore di un’infinità di libri che affondano nella psiche umana per tentare di dare spiegazioni e quel che ogni tanto sfugge alla normalità precostituita, e vaga per i neuroni senza meta alcuna. Con un po’ di fatica riusciamo a parlargli al telefono, mentre viaggia in treno e le gallerie tagliano frasi e ragionamenti.
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uffo, non trova? E’ come il gioco della vita: ogni tanto uno parla e ad ascoltarlo non c’è più nessuno...
“Volendo fare poesia sì, è vero. Ma la verità è che il mio cellulare come intravede una galleria si spaventa e smette di pulsare. Tutto qui”.
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apita anche con le migliori tecnologie… Comunque buongiorno dottore, pensando a lei abbiamo immaginato un pezzo sull’estate e quello che comporta in dispendio psico-fisico-energetico. Insomma, ci stavamo chiedendo: non è che questa è la stagione peggiore dell’anno?
“Dipende da come la si vive. E’ la peggiore per chi non ha imparato a viverla, e il discorso - messo così - non va limitato all’estate, ma a qualsiasi altra stagione o attività umana. Tutto dipende dall’arte di vivere, dalla sapienza con cui si riesce ad affrontare il passaggio terreno giorno dopo giorno. Il tempo è prezioso e va usato al meglio, quindi non esistono regole: ognuno, per rispondere ai vostri dubbi, si costruisce le vacanze in base alla propria personalità. Chi ama la montagna e sfugge dal clamore e chi invece lo cerca, andando a sistemarsi fuori dai locali più celebri, affollati di Vip, solo per sentirsi investito di un bagliore appena riflesso”.
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a bene, allora proviamo a prenderla anche dal lato opposto: malgrado la crisi, difficile che gli italiani non si concedano anche quest’anno qualche giorno di pausa: pensa che sia possibile dire tranquillamente che la sofferenza estiva è un diritto guadagnato dall’umanità?
“Direi di sì, dagli antichi romani in poi le ferie sono una consuetudine che solo in tempi recenti si è trasformata in inquietudine. Riguardo alla crisi, penso sia giusto concedersi quel che si può: si vive di sacrifici, perché scatenare i sensi di colpa se si decide di coccolarsi per qualche giorno?”
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ndiamo sul pratico, facciamo in modo che la gente possa capire: quale consiglio può dare a chi si prepara agli stress per l’estate che arriva?
“La vacanza riuscita non stressa e non stanca, altrimenti ha qualcosa di sbagliato. Mi rendo conto che questo significa bocciare almeno la metà delle abitudini degli italiani, ma personalmente non riesco ad immaginare un soggiorno in un
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club vacanze, dove il ristorante è pieno, il bar è pieno, la spiaggia è piena, il teatro la sera è pieno e ovunque mi tocca fare la fila, esattamente come mi succede durante tutto il resto dell’anno. Credo esista una sorta di masochismo vacanziero, ma il problema è che sbagliando meta non ci si ricarica, che poi sarebbe il fine ultimo delle vacanze”.
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ottore, a questo punto non ci nasconda più nulla: da cosa è meglio fuggire a gambe levate, cosa è meglio evitare?
“Guardi che molto cambia in base alle età: chi ha i miei anni non cercherà mai le stesse emozioni di un diciottenne con fidanzatina al seguito. Diciamo che per quanti lavorano e tutto l’anno vivono sommersi dai problemi, l’ideale sarebbe andare alla ricerca di serenità, gioia, di meno confusione possibile. Ma ci pensi, è l’esatto contrario di quel che chiede la gente: quindi va bene così”.
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i giriamo intorno maledettamente, ma ci serve una risposta chiara: esiste un trucco, un modo o un metodo per riuscire ad evadere da 15 soli giorni dalla routine che ci attanaglia per tutto il resto dell’anno?
“Fare l’esatto contrario di quel che si vive normalmente. Già questo vuol dire staccare in modo profondo. Ma certo, se mi rinchiudo in un villaggio dove ogni dieci minuti c’è qualcosa da fare, allora tantovale…”
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i sentiamo tutti un po’ idioti, di fronte a certi ragionamenti che detti da lei filano talmente lisci… Lasciamoci così dottore, ci racconti finalmente cosa significa per lei la parola vacanza, poi sia quel che sia.
“Sono un privilegiato, il datore di lavoro di me stesso, quindi non ho bisogno di aspettare un periodo preciso dell’anno per fermarmi, quando ne sento il bisogno. Comunque per me vacanza è la mia casa di campagna, immersa nel silenzio, e lasciare che le mie giornate scorrano senza il bisogno di organizzare nulla, senza un orologio a dettare i miei ritmi”.
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ellissima immagine. E dove si trova esattamente il suo rifugio?
“Si immagini se glielo dico. Ho detto che è immersa nel silenzio anche perché non ne parlo mai con nessuno. Ora mi scusi, ma tornano le gallerie e ho capito come vanno le cose: a lei sembra che io non voglia più rispondere. Tante belle cose, e arrivederci”.
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A cura della Provincia di Pavia
Crescere insieme per crescere tutti Gli strumenti per una promozione a trecentosessanta gradi delle persone e del territorio
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'Assessorato alla Solidarietà sociale e Parità della Provincia di Pavia lavora in una dimensione non solo locale, affiancando all'accoglienza e alla dimensione pedagogica tutti quei percorsi che promuovono una politica di promozione del territorio. "Tale politica deve passare dalla valorizzazione innanzitutto delle persone. Molti sono gli strumenti che utilizziamo: tra questi lo sport è un esempio concreto di come si possa scommettere sui valori positivi dello stare insieme e del condividere la bellezza della natura. La Coppa Italia d'Orienteering che si è disputata il 23 maggio scorso alla Penicina di Romagnese è il risultato finale - ma non certo l'ultimo che realizzeremo - di un investimento che ha saputo coinvolgere in Oltrepò 1000 sportivi arrivati da tutte le parti d'Italia; adulti con le proprie famiglie che hanno scoperto le bellezze delle nostre colline e se ne faranno così promotori nelle loro zone d'origine". Un percorso di due anni di lavoro che ha visto impegnati, oltre alla Provincia in qualità di Ente Capofila, anche una variegata rete di soggetti partner, il Comune di Pavia, il Comune di Vigevano, il Comune di Voghera, il Comune di Siziano, il Comune di Sannazzaro de' Burgondi, il Comune di Stradella, l'Università degli Studi di Pavia, il Centro Servizi Volontariato di Pavia, la Fondazione Adolescere di Voghera, la Rete Scuole I.T.I.S. "G. Cardano" e la Camera di Commercio di Pavia, è rappresentato dal Progetto
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Annita Daglia - Assessore alla Solidarietà Sociale e Parità della Provincia di Pavia
PAVIA E PROVINCIA
Integrato Crescere insieme per crescere tutti. Il territorio della provincia di Pavia laboratorio dei Giovani. La complessità d'azioni che si sono realizzate su tutto il territorio provinciale ha visto il protagonismo giovanile fuoco essenziale del progetto: dalla realizzazione di spazi per i giovani alla creazione di laboratori espressivi; dall'applicazione delle nuove tecnologie al potenziamento
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delle opportunità offerte dalla Unione Europea; dalla promozione dei servizi dedicati alla capacità imprenditiva alla promozione dello sport educativo. "Una progettualità nella quale la Provincia ha voluto dimostrare che la promozione di un territorio non può che partire da un investimento sulle giovani generazioni. La scommessa sul futuro parte da lì."
Immagini tratte dal film realizzato dalla Provincia di Pavia sul progetto "Crescere insieme per crescere tutti"
Strumenti per una promozione a trecentosessanta gradi delle persone sono anche rappresentati dagli interventi per le donne laddove la Provincia sostiene progettualità rivolte ai soggetti più deboli. “Una politica in cui credo, orientata sulle opportunità per tutti, mi ha portato al tema delle donne in particolare situazione di difficoltà, vittime di violenza, che possono essere la figura-simbolo dei miei destinatari. Raccogliendo da subito le istanze del territorio ho creato le condizioni per una condivisione delle ragioni, delle esperienze e delle specificità di ciascuna delle realtà operanti in quest’ambito. Ne è nato un percorso attivo di collaborazione che ha già dato i suoi frutti: solo citando in ordine temporale i progetti fatti, ricordo LIBERE - Strumenti di aiuto alle donne, quindi Fai sentire la tua voce! Una rete per prevenire e contrastare la violenza contro le donne e il progetto appena conclusosi Non volgerti indietro. Importante
anche la realizzazione del Progetto Artemide sul fenomeno della percezione del rischio attraverso una strategia educativa ed informativa finalizzata alla prevenzione ed alla difesa della violenza. Dare spazio a questi temi che fanno clamore solo in occasione di terribili casi di cronaca è importante, ma è la continuità degli interventi che hanno visto coinvolti oltre alla Provincia, la Prefettura, i Comuni di Pavia, Vigevano, Stradella, con il Centro Antiviolenza LiberaMente e molti altri soggetti del territorio, che ha saputo costruire una rete permanentemente operativa a livello provinciale. Anche la promozione dell’imprenditoria femminile rientra tra gli obiettivi strategici del mio assessorato; importanti sono le opportunità offerte al mondo imprenditoriale femminile per poter incidere in prima persona, soddisfacendo le esigenze conciliative in chiave di family friendly ed avviando una rete imprenditoriale in grado di offrire servizi alle famiglie e potenziare le attività già esi19
stenti. Imprenditoria femminile e sviluppo economico in ambito rurale, è questo l’obiettivo del progetto che la Provincia di Pavia sta avviando grazie alla collaborazione con Regione Lombardia. Dal marzo 2008 partecipo al Tavolo per la promozione dell’uguaglianza di genere della Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia, che ha voluto, con questo patto per le donne, affermare e valorizzare il lavoro agricolo femminile e creare lo strumento per una spinta di crescita e di sviluppo economico per l’imprenditoria delle aree agricole e rurali del territorio provinciale. Un progetto trasversale che ha coinvolto, da subito, altri assessorati provinciali, finalizzato a dare valore al sistema famiglia, recuperando valori etici e della cultura contadina." Uffici: Piazza Petrarca, 4 - 27100 Pavia Segreteria dell'Assessore: tel. 0382.597891/597881 fax 0382.597487 assessore.daglia@provincia.pv.it
di Fabio Riva Assessore al Turismo della Comunità Montana Oltrepò Pavese
Comunità Montana dell'Oltrepò Oltrepò Pavese Un tesoro d’inestimabile valore C.M.O.P., per molti una sigla, per noi, gente di quassù, un territorio da difendere e valorizzare. La Comunità Montana Oltrepò Pavese, da Godiasco sino a Brallo di Pregola, toccando quota 1.700 metri s.l.m., abbraccia un territorio vasto 19 Comuni ed oltre 17.000 persone. La difesa e la valorizzazione del nostro territorio deve interessare tutti coloro che hanno a cuore il proprio paese, coloro che sentono le radici, che hanno deciso di fare di questo territorio la propria abitazione. La valorizzazione del territorio, anche in campo turistico, deve passare attraverso la Comunità Montana, alla quale spetta la programmazione e la gestione delle risorse. La nostra piccola Comunità è di tutti ed è impensabile ragionare a compartimenti stagni. Se vogliamo far rivivere il nostro territorio e rilanciare il turismo dobbiamo necessariamente puntare su un comune denominatore, qualcosa che leghi le singole località ad un progetto collettivo e concreto. Per ottenere questo non servono molti ingredienti, abbiamo la materia prima, che è rappresentata da un territorio ameno e incontaminato, pronto per essere sfruttato. Il marchio Comunità Montana Oltrepò Pavese deve diventare sinonimo di natura, ristorazione, offerta di prodotti tipici locali, svago e divertimento. I corsi d’acqua, i prati ed i boschi attraversati da incantevoli sentieri, i borghi, i castelli e le chiese che raccontano una storia antica di secoli, i prodotti della terra ed i piatti tipici delle nostre valli, frutto di tradizioni tramandate di padre in figlio, fanno della nostra Comunità Montana un tesoro di inestimabile valore. Le proposte turistiche sono molte ed ogni località si esprime con le offerte più svariate, grazie ad un territorio che condensa luoghi incantati, fra la collina e la montagna, offrendo prodotti eno-gastronomici con caratteristiche uniche e ineguagliabili. L’anno 2010 sarà caratterizzato da un “Calendario unico delle manifestazioni”. Non mancheranno gli eventi ormai consolidati, spesso eno-gastronomici, ma anche storico-culturali. La bellezza di un territorio si fonda anche sulla conoscenza della propria storia, aspetto che spesso passa in secondo piano, se non viene addirittura trascurato. Noi siamo i figli di generazioni di persone che hanno scritto la storia delle nostre valli, che non possiamo non conoscere, se vogliamo creare un futuro realistico e identitario. Talora vediamo nel prodotto tipico locale esclusivamente l’aspetto commerciale, dimenticandone le origini e quanto in passato ha rappresentato per i nostri avi; imparare, invece, a conoscere la nostra storia, portare alla luce antiche usanze e tradizioni, riscoprire l’origine dei prodotti di cui oggi ci fregiamo di marchi DOC e DECO, significa non perdere quel filo conduttore che ci ha portato a oggi e che ci tiene legati al territorio. La spinta verso un turismo storico-culturale viene dalla nostra gente che, nonostante le mille difficoltà e la mancanza di aiuti, con carattere, orgoglio e forza di volontà, non vuole perdere la propria identità.
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Oltrepò terra di tradizioni 16/17/18 luglio - Borgo Priolo Wine Festival, vino cultura e territorio al castello di Stefanago e nella tenuta "la Madonna di Casteggio" Novità assoluta per il territorio dell’Oltrepò alla scoperta della produzione vitivinicola ed agroalimentare accompagnati da un programma musicale dal blues alla musica popolare, dal jazz alla musica classica
18 luglio - Zavattarello 15° edizione della Fiera di Zavattarello Risalente al XVII secolo, è l’evento fieristico della Val Tidone Pavese. Prodotti tipici e auto d’epoca tra animazione per i più piccoli e la mostra personale del pittore contemporaneo Paolo Arezzi
1 agosto - Varzi 2° Festa del Borgo Antico Sarà possibile conoscere le prelibatezze enogastronomiche, dell'Antico Borgo Medievale accompagnate da musiche e cori anch’essi di antica tradizione.
21 agosto - Santa Margherita Staffora Festa sull’aia A Negruzzo per degustare i superlativi ravioli al brasato alla cui preparazione si dedicano tutti gli abitanti. Non manca la trippa, il bollito misto, dolci e musica tradizionale.
PAVIA E PROVINCIA
P.zza Umberto I, 9 - 27057 Varzi (PV) Tel. 0383/54.58.11 Fax 0383/54.58.50 e-mail: comunitamontanaoltrepo@cmop.it
21/22 agosto - Romagnese Sagra della Brusadela Accogliamo l’incipiente autunno con la Brusadela, una focaccia tradizionale, dolce o salata, confezionata con farina, acqua e lievito e cotta nel forno a legna.
5 settembre - Ruino formaggio di capra e pecora a Torre degli Alberi Degustazione di formaggi tipici derivati dalla lavorazione del latte di allevamenti locali di capre e pecore, tra giochi popolari e musica tradizionale.
5 settembre - Menconico festa del tartufo, del formaggio Nisso e dei prodotti tipici Il Nisso formaggio tipico locale ottenuto da latte vaccino, pecorino o misto che si fregia del marchio DE-CO e i tartufi neri caratteristici di questo territorio
19 settembre - Fortunago Fortunalia, festival dei saperi e dei sapori Arte, Cultura, Saperi e Sapori – artisti e artigiani riproporranno antiche tradizioni e sapienze tra specialità enogastronomiche locali alla riscoperta del patrimonio storico culturale intrattenendo anche i più piccoli
26 settembre - Montesegale 16° edizione della Fiera di San Damiano Lungo le mura dello splendido Castello di Montesegale il Salame di Varzi D.O.P. e il “Pansegale” De-CO, tra rievocazioni storiche alla riscoperta di valori enogastronomici tradizionali e identità territoriale
3 ottobre - Valverde Festa dei prodotti tipici
Selezionati espositori locali proporranno zucche, marmellate, miele, formaggi, pane, vino, mele, funghi, salami. Dalle vecchie ricette sarà premiato il miglior dolce tra giochi popolari di antica memoria.
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14 novembre - Montalto Pavese Fiera di san Martino Vino miele e ciambelle nelle vie del borgo tra prodotti di artigianato e hobbistica accompagnati da un’esposizione dei trattori, macchine d’epoca e la tradizionale Fiera del Bestiame.
10 ottobre - Bagnaria XXVIII giornata della mela
FESTIVAL DEI CASTELLI
La mela, regina con le ciliegie della produzione locale, protagonista tra molti prodotti tipici di una festa che avrà il suo apice nell’estrazione di ricchi premi
30 luglio - Cecima Osservatorio Astronomico G. Giacomotti Fraz. Cà del Monte I Verba Volant di Artemusica presentano scenette, fabliaux, risate libertine dal medioevo in qua
17 ottobre - Rocca Susella Sagra della castagna Giochi, bancarelle e attrazioni a non finire. Pranzo sotto i portici con polenta e merluzzo o cinghiale. Caldarroste, schita, frittelle e allegria annaffiate da delizioso vino locale
8 agosto Brallo di Pregola (fraz. Pregola) Trovatori, Giullari e Cantautori viaggio tra le immagini, i generi e i topoi della poesia cortese ripresi e rielaborati dalla musica d’autore contemporanea
17 ottobre - Borgoratto Mormorolo XIX Festa d’autunno Salumi, mele, formaggi, miele e altri prodotti tipici locali; torte casalinghe e le tradizionale schite, accompagnate dal pregiato vino locale prodotto con uve DOC e DOCG
30 / 31 ottobre - Varzi Festa della Comunità Montana Oltrepò Pavese
12 agosto - Val di Nizza Castello di Oramala Melodramma medioevale, concerto lirico. Musiche di Rossini, Verdi, Donizzetti. Le voci di un soprano e un tenore accompagnati al pianoforte dal Maestro Andrea Albertini
22 agosto - Ponte Nizza
Terre Alte Oltrepò Festival. Due giorni di eventi, laboratori e viaggi sensoriali, per celebrare il nostro Appennino, tesoro inestimabile da difendere e salvaguardare
31 ottobre / 11 novembre - Godiasco Fiera di San Martino Il 31 ottobre Godiasco ospita la 1° sagra del tartufo e l’11 novembre la tradizionale Fiera di S.Martino tra esposizioni di prodotti tipici e gare tematiche, canti balli e una mostra di antichi mezzi agricoli
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Musica e Danza la voce del tenore Giorgio Trucco, il pianoforte del Maestro Andrea Albertini, il violoncello di Arianna Maneghini, con la danza di Patrizia Campassi ballerina del Teatro alla Scala e del ballerino Marcello Algeri.
29 agosto - Varzi Corale Giuseppe Verdi di Pavia “I più bei cori d’Opera del melodramma italiano” diretti dal Maestro Enzo Consogno, al pianoforte il Maestro Andrea Albertini.
di Chiara Pelizza
La Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese
Panorami mozzafiato, storia e alimentazione, sono i punti di forza su cui far leva per un deciso rilancio del territorio
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a Comunità Montana dell’Oltrepò è un ente locale sovra comunale di diritto pubblico. Espressione delle popolazioni delle terre di confine, la Comunità Montana, che si estende per tutto l’Oltrepò comprendendo la Valle Staffora fino al Tidone, ha come scopo primario quello di sostenere e valorizzare quelle zone: Varzi, Menconico, Santa Margherita Staffora, Brallo di Pregola, Zavattarello, Val Verde, Romagnese, Bagnaria, Ponte Nizza, Val di Nizza, Cecima, Godiasco, Rocca Susella, Montalto, Borgo Priolo, Borgoratto, Montasegale, Fortunago e Ruino. Bellezze naturalistiche, di espressione paesaggistica a metà strada tra la montagna e la collina; sangue ibrido preso dai vicini cugini alessandrini, piacentini e genovesi e di gusti tradizionali fortemente identitari. luglio 2010
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Nonostante le recenti riduzioni da 46 a 19 comuni, gli obiettivi della Comunità montana d’Oltrepò sono rimasti invariati. Promuovere il territorio dal punto di vista sociale per impedirne così lo spopolamento, uno dei grandi rischi delle zone di montagna poco inclini ad offrire possibilità di lavoro diverse dal primario e poco accattivanti per le giovani leve; un cruccio per gli amministratori loca-
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li e gli abitanti dell’alta collina che vorrebbero vedere rifiorire la vita dei paesi. Un gruppo di comunità colpite dalle riduzione della Legge Regionale del 2009 che prevedeva tagli ai fondi, per i comuni che, facendo squadra, puntano alla rinascita della zona e allo stesso tempo vogliono essere identifica23
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ti per le loro caratteristiche peculiari. Il rilancio dell’economia locale potrebbe passare soprattutto attraverso il turismo, volano di sviluppo di zone fortunate in quanto a risorse naturali. La scommessa è saper impiegare in maniera moderna il territorio; difficile ipotizzare un uso non eco-compatibile delle bellezze paesaggistiche della nostra bassa montagna. Il turismo è stato individuato, anche dal presidente della Comunità Montana Bruno Tagliani, come uno dei settori
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trainanti dell’intera zona da cui a cascata potrebbero trarne giovamento altri settori collaterali e riportare visitatori in quelle zone già oggi frequentate soprattutto durante i mesi estivi. Un vasto territorio che parte dalle alture collinari tipiche del nostro Oltrepò, per arrivare alla montagna pre appenninica. Il paesaggio va lentamente crescendo: si parte da Borgo Priolo, con la cornice tipicamente collinare che va a braccetto con le produzioni vitivinicole, favorite
dalla posizione a fondovalle. Anello di congiunzione tra la collina e la montagna è il comune di Varzi, caratterizzato dal clima mite che favorisce la coltivazione di piantagioni di frutta, mela in particolare e la crescita di castagne e funghi e che richiama immediatamente alla memoria la gloria alimentare del salame. Centro di assoluta importanza in tutta la Comunità Montana è Godiasco che, con Palazzo Pedemonti e Palazzo Malaspi-
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na, rappresenta uno dei punti fermi della storia dei Malaspina in valle. In passato Godiasco fu un centro molto vasto che comprendeva diversi comuni. Tanti i motivi di interesse per Godiasco tra cui la Fiera di S.Martino che vanta diversi secoli di storia. Godiasco è il primo comune della Comunità Montana salendo in Valle Staffora ed il secondo per numero di abitanti Ma il luogo più rinomato è sicuramente Salice Terme, noto per le cure termali che propone con le Terme di Salice e le Terme President. Con il parco delle
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Terme di Salice, le strutture ricettive, i ristoranti ed i locali notturni, rimane la meta turistica per eccellenza, non solo della valle Staffora ma di tutto l’Oltrepò e forse di tutta la provincia. La promozione del territorio potrebbe giovarsi della scoperta di luoghi storicamente rilevanti e della visita al castello di Montesegale, una parte risalente al XIV secolo, una al XVII, ha cambiato diversi castellani e ancora oggi è di proprietà privata. Anche il verde profilo di Montalto Pavese si arricchisce di un castello, di proprietà dei conti Balduino, a quattro torri circondato da un vasto giardino con statue mitologiche. Ceci-
INTERVISTA
ma, posto sul crinale della Valle Staffora, da cui si possono ammirare gli Appennini. Negli anni ’50 è stato ritrovato un insediamento pre romano mentre del castello, di proprietà dei vescovi di Pavia dall’epoca di Lotario, l’attenzione è attratta da una parte della cinta muraria e dal basamento di due torri. Precedente all’anno 1000 è la costruzione del castello di Zavattarello, conosciuto anche come il castello Dal Verme, ceduto al comune nella seconda metà degli anni ’70 è oggi interamente restaurato. Imperdibile una visita al suggestivo eremo di Sant’Alberto di Butrio, a Ponte Nizza, risalente al XII secolo e denomi-
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nato “La perla dell’Oltrepò”. Capolavoro dell’architettura medioevale, quattro edifici che custodiscono le spoglie del Santo, visitato da fedeli e turisti. Frazione di Val di Nizza, Oramala si distingue per la presenza del noto castello, una della più importanti residenze dei Malaspina. Il filo rosso disegnato dall’antica Via del Sale lombarda, la strada che un tempo univa Pavia e Genova, che da Voghera, attraverso la Valle Staffora, arriva ancora oggi in Liguria, attraversa Godiasco e Varzi. La bellezze architettoniche immerse
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nel verde dell’alta collina comprendono talvolta con imponente magnificenza, tal’altra con sobria bellezza, chiese e chiesette, santuari e cappelle votive, palazzi signorili, piazze e scorci da visitare e a cui dedicare soggiorni di relax in sinergia con la natura. Punto di forza e leva di rilancio dei comuni della Comunità Montana dell’Oltrepò è sicuramente la immensa risorsa enogastronomica. Un’agricoltura raffinata nel tempo che nasce grazie alla radicata tradizione agricola di quelle terre, cresciuta con l’amore per le coltivazioni che da secoli reggono le produzioni lo-
cali unita alle recenti tecnologie per un settore all’avanguardia in campo nazionale e internazionale. Tra i borghi più belli d’Italia troviamo uno dei comuni aderenti alla Comunità montana: Fortunago. L’atmosfera del passato che si rivive in questo paese le cui case sono curate in ogni più piccolo dettaglio, tutto in armonia con il verde collinare circostante e nella semplicità del piatto tipico, i malfatti alle erbe, rappresentano un’esperienza unica e singolarmente ricca. La produzione vitivinicola è l’asse portante dell’economia della zona: ad esempio, i comuni di Ruino e Borgorat-
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Golf & Country di Salice Terme Tanto divertimento in un angolo di paradiso immerso nel verde Finalmente la tanto sospirata estate è arrivata e aspettando agosto, che ci consentirà davvero di “staccare la spina” per qualche giorno dal lavoro, perché non immergersi nella natura che circonda un piccolo angolo di paradiso per adulti e bambini, a pochi passi da casa nostra? Per un’estate all’insegna del relax e dello sport, anche quest’anno il Golf & Country di Salice Terme si rivela la scelta ottimale perché oltre alla verde area riservata agli amanti del golf, tutti hanno la possibilità di praticare lo sport. Al Golf & Country troverete campi da beach-volley e calcetto, corsi di spinning, idrobike, acqua-gym
e balli latino-americani, questo solo per citare alcune delle tante offerte di cui potrete usufruire! A vostra disposizione troverete due ampie piscine, circondate dal verde e una terza dotata di idromassaggio, vera novità di quest’anno; spazi dedicati ai bambini e un servizio di baby-sitting attivo dal mattino alla sera per i genitori che vogliono abbandonarsi al sole e rilassarsi qualche ora lasciando i figli in un ambiente sicuro e divertente; un servizio bar con ristorazione di piatti freddi; un accogliente ristorante dove degustare i piatti proposti dalla chef. La vista sull’acqua az-
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zurrissima della piscina e il verde mixato ai colori dei fiori e come d’incanto,vi sentirete già lontani dallo stress quotidiano e per completare l’offerta, il Golf Club aperto la sera! Qui, in uno scenario mozzafiato, ci sarà musica dal vivo, cabaret, happy-hours e tanto divertimento per gli amanti della notte. L’offerta prosegue anche di giorno e durante le vostre pause pranzo, potrete gustare sfiziosi piatti freddi in un contesto superlativo! Insomma, cosa aspettate ad approfittare di tutto ciò? Dimenticavo: al Golf si organizzano feste di compleanno indimenticabili!
to Mormorolo hanno produzione DOC su tutto il territorio, vanto che riguarda gran parte della produzioni vinicola oltrepadana. Non solo vini: anche frutta come a Bagnaria, grano e foraggi per l’allevamento del bestiame come a Romagnese, grano e frumento anche a Santa Margherita Staffora e Rocca Susella. La lavorazione dei ricavati rappresenta una produzione importante per questi comuni la cui economia si basa essenzialmente sul settore primario a cui si aggiungono i pregevoli prodotti alimentari tra cui spicca soprattutto il rinomato
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salame di Varzi, località nota anche per la deliziosa torta di mandorle. Specialità di tutta la Val Staffora ed in particolare di Menconico, il “Nisso”. Un formaggio di latte misto, di vacca e pecora, a lunga stagionatura e dal gusto lievemente piccante che si aggiunge a tante altre specialità casearie che rendono la zona particolarmente ricca. Ultimo comune, sentinella al confine con l’Emilia - Romagna, Brallo di Pregola è un centro già lanciato nel circuito turistico, grazie al clima e alle numerose attrezzature sportive per attirare una
clientela alla ricerca di benessere e relax ma anche di attività fisica. Ogni anno a settembre, si svolge la sagra della patata, simbolo ormai del comune stimola da tempo la risorsa gastronomica della zona. Nel complesso i territori della Comunità Montana d’Oltrepò offrono una miscellanea di occasioni per star bene, vivere splendidi ed irripetibili paesaggi e gustare le centinaia di prodotti tipici, magari acquistati sulla bancarella di un mercatino.
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di Teresa Passondri
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ittà a vocazione “verde”, case moderne sempre più improntate a criteri ecologici a tendenti a impatto zero nei confronti dell’ambiente, sia nella ristrutturazione sia nell’acquisto di una nuova abitazione, realizzazioni residenziali all’insegna dell’equilibrio tra tranquillità e servizi. L’hinterland che cresce a scapito dei capoluoghi: i gusti degli italiani si sono evoluti verso un nuovo modo di intendere la propria casa. Lo vediamo soprattutto nei PGT, i piani di governo del territorio, che tutti i comuni sono in questi anni chiamati a delineare in sostituzione dei vecchi piani regolatori e che tendono ad essere improntati secondo una nuova concezione del vivere. Non a caso i nuovi interventi edilizi tendono a prediligere l’impatto ambientale ed il risparmio energetico coniugando architettura moderna e tecnologia innovativa per ottenere un’alta qualità della vita. Lo scopo è far risaltare la funzionalità degli spazi interni, decisi in funzione della esigenza abitativa ed esterni, con ampie terrazze ed un uso calibrato del vetro con il quale sono realizzati i parapetti, nonché all’utilizzo delle migliori tecnologie al momento in uso per quanto riguarda il riscaldamento ed il rinfrescamento delle unità e la gestione delle funzioni domotiche. L’adozione di questa tipologia costruttiva ed impiantistica consentirà di ottenere nel tempo una classificazione energetica di categoria “A” per un numero sempre maggiore di abitazioni.
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I nuovi dettami in tema di edilizia tendono a una concezione costruttiva in armonia con l’ambiente in cui l’abitazione è inserita. E altrettanto dicasi per le ristrutturazioni, dove materiali innovativi e metodi all’avanguardia cercano di rispondere alle mutate esigenze di mercato.
Edilizia intelligente
CASA
Nuove costruzioni e ristrutturazioni in armonia con l’ambiente
Nonostante la crisi e le difficoltà ad accendere mutui e conseguentemente a diventare proprietari della casa, il mercato è caratterizzato da acquirenti sempre più evoluti, interessati ad un nuovo modo di abitare, il che significa migliore gestione degli spazi e quindi migliore qualità di vita rispetto al passato. Proprio perché l’investimento nella casa è uno dei principali atti compiuti durante la vita di coppia e delle famiglie, l’attenzione e l’oculatezza diventano cruciali. Ecco allora che tradizione e innovazione si fondono e anche il vecchio viene ristrutturato secondo i più moderni criteri. Parlare oggi di bio-clima, bio-architettura e domotica non rimanda più a concetti astratti, bensì a precisi obiettivi di autosufficienza e risparmio energetico, attraverso sistemi a pannelli solari, fotovoltaici, geotermici o minieolici. I primi due vengono utilizzati per la produzione di acqua calda, soprattutto per il riscaldamento a pannelli radianti e di energia elettrica, mentre il sistema geotermico sfrutta una pompa di calore per il rinfrescamento degli ambienti interni. Il minieolico, invece, integra i pannelli per la produzione di elettricità sfruttando la forza del vento. Il risparmio energetico diventa così un mezzo per raggiungere il benessere degli abitanti, dal contatto con il verde alla veduta circostante, dallo stimolo tattile dei materiali alla dinamicità degli spazi. Solo per fare un
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esempio concreto, anche Milano scommette sull’energia rinnovabile mettendo a disposizione dei cittadini un milione di euro per lavori di ristrutturazione finalizzati al risparmio energetico e al basso impatto ambientale. Lo strumento finanziario scelto per promuovere il recupero energetico degli edifici è il contributo in conto interessi a tasso zero, ovvero lo sconto totale degli interessi bancari sui prestiti che verranno erogati ai cittadini per effettuare interventi di efficienza energetica e di installazione di fonti rinnovabili. Chi ne saranno i beneficiari? Tutti i proprietari di immobili così come i titolari di diritti reali di godimento e i locatari, che avranno diritto alla creazione di un conto corrente apposito sul quale verrà regolato il finanziamento presso il loro istituto di credito. Questo senza dimenticare che da aprile, sono in vigore gli incentivi statali per l’acquisto di abitazioni ecologiche: è previsto un contributo proporzionale all’effettivo risparmio energetico nella misura massima di 7.000 euro. Infatti, il contributo è pari a 83 euro per mq di superficie utile, con un massimo di 5.000 euro, per immobili che garantiscono un risparmio di energia del 30% rispetto ad alcuni valori standard stabiliti nella vigente normativa sul risparmio energetico, contributo che sale a 116 euro per mq, con tetto massimo di 7.000 euro, se si arriva ad un risparmio pari al 50%.
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Impresa edile Massimo Malchiodi Tradizione e qualità per soddisfare ogni esigenza Massimo Malchiodi eredita dal padre, nel 1984, una già avviata impresa edile, conosciuta e stimata in tutto il territorio dell’Oltrepò pavese. Sono quindi oltre 30 anni di esperienza lavorativa, direttamente vissuta sul campo, che rendono l’impresa edile di Massimo Malchiodi, davvero specializzata nella messa in opera di qualsivoglia costruzione o lavoro di ristrutturazione per ville, condomini ed appartamenti, completamente realizzati con la soluzione scacciapensieri del chiavi in mano. L'impresa edile di Massimo Malchiodi è in grado di effettuare lavoro edili d’ogni tipo: ristrutturazione appartamenti, recupero sottotetti, manutenzioni in genere, stucchi a parete, imbiancature, etc, lavori curati nei minimi dettagli al
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fine di realizzare la casa dei propri sogni. Un servizio mirato e puntuale volto a seguire e soddisfare passo passo il cliente durante tutte le fasi lavorative: sino alla consegna dei lavori ed oltre… Tutto questo avvalendosi di uno staff affidabile di collaboratori specializzati in grado di soddisfare qualsivoglia esigenza lavorativa e di tutti macchinari indispensabili per un’impresa edile moderna ed efficiente. L'impresa di Massimo Malchiodi è, in sintesi, quanto di meglio offre il mercato sul piano della professionalità, sia per il giusto costo e sia per la qualità ed il rispetto dei tempi di consegna. L'impresa edile risiede a Casteggio (in provincia di Pavia) alla Via Alessandro Manzoni, 250, telefono: 0383.83318.
I.P.
Impresa edile AURORA innovazione e professionalità a disposizione della clientela L'impresa edile Aurora nasce nel 1994 da un’idea imprenditoriale di Tonsino Maurizio. Nei primi anni, il giovane imprenditore (dotato di una notevole esperienza lavorativa edile, tramandagli dalla tradizione famigliare), si afferma sul vasto mercato del Nord Italia, Toscana compresa, effettuando lavori sia civili e sia industriali anche ad alto livello. Maurizio, diplomato geometra, si occupa direttamente della progettazione e della messa in opera di ristrutturazioni in genere e costruzioni di ville ed appartamenti (chiavi in mano) ed è specializzato nel restauro di antichi cascinali nella zona dell'Oltrepò pavese, riuscendo a coniugare le caratteristiche particolari dell’archi-
tettura di un tempo con le più moderne innovazioni. Oggi l'impresa edile Aurora e' in grado di effettuare qualsiasi lavoro: pavimentazioni, coperture in legno e calcestruzzo, posa in opera di cartongesso, imbiancature etc, avvalendosi di un team di esperti collaboratori specializzati che eseguono con cura e precisione le disposizioni lavorative progettuali. Inoltre l'impresa ha, naturalmente, a disposizione tutta una serie di macchinari necessari per il processo costruttivo: ruspe, piattaforme, camion etc. L'impresa edile Aurora è oramai divenuta un punto di riferimento imprescindibile per la sua capacità di realizzare lavori, attraverso un mix di elementi fondamentali
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per un successo garantito: il giusto equilibrio tra costi, professionalità e rispetto dei tempi per la consegna del lavoro. L'impresa edile Aurora ha la sua sede a Broni (Pv) in Via Emilia, 135 ed è contattabile direttamente al 338.7705808.
di Simona Rapparelli Capo Barman AIBES
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di Daniela Capone
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orge nel cuore dell’Oltrepò pavese e vive in una conca della Valle Staffora. La cittadina di Varzi è ricca di storia, cultura e tradizioni. Le origini risalgono ancor prima della nascita di Cristo, quando i Liguri occuparono l’intera valle. Da qui il nome ligure che significa “fiume” poiché situata esattamente sulla destra del torrente Staffora. La storia racconta che nel 1164, la cittadina ed i paesi della valle, caddero sotto il potere dei Malaspina, famiglia alla quale Varzi deve il suo maggior sviluppo. Il Palazzo Malaspina, oggi palazzo dei Conti Odetti di Marcolengo, fu costruito allo scopo di difendere l’abitato dagli attacchi esterni e per molto tempo, fu il simbolo del potere commerciale ed economico rivestito dal borgo nel periodo medioevale. Verso la fine del 1200, il marchese Azzolino fece costruire il noto castello dei Malaspina eleggendolo a propria dimora e facendo di Varzi il capoluogo di una vasta signoria che, oltre a comprendere l’attuale cittadina, comprendeva Menconico, Santa Margherita Staffora e Fabbrica Curone. Presto però il marchesato andò in rovina e d’obbligo fu riconoscere la supremazia del Duca di Milano, il quale a sua volta ne cedette il dominio al conte Sfor-
Un viaggio nella storia di Varzi il paradiso dei sensi a pochi minuti di viaggio
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za di Santa Fiora che diventò così unico feudatario di Varzi. Oggi la cittadina dell’Oltrepò vanta un centro storico medievale molto ben conservato e caratteristico. Vicoli stretti, fortificazioni e porticati, testimoniano la storia ed il ruolo di transito e di sosta per le carovane lungo la nota “Via del Sale”. Spezie, tessuti e materiali preziosi venivano trasportati dal mar Ligure alla pianura Padana, proprio attraverso queste valli. Varzi impose l’obbligo di pagare un pedaggio alla signoria dei Malaspina. Grazie a questi tributi la ricchezza del
borgo e la potenza economica di Varzi si svilupparono. La via principale della città presenta due torri che proteggevano le porte dell’abitato nel XV secolo: La Porta Sottana situata a ponente, e la Porta Soprana a levante. Tra una torre e l’altra si trovano le chiese delle confraternite dei Rossi e dei Bianchi, entrambe in puro stile barocco nel XVII secolo. Visitando l’importante borgo medioevale ed i paesi adiacenti, non è raro trovare scorci suggestivi e portali decorati in cotto o in pietra tipica locale. Caratteri-
stici i portici che sormontano le vie nascondendo vecchie cantine e botteghe. Il marchesato di Varzi fu sede di uno dei tre cantoni giudiziari in cui era divisa la provincia dell’Oltrepò e nel 1801, il territorio fu annesso alla Francia napoleonica ma nel 1859 entrò a far parte nel Circondario di Bobbio della nuova provincia di Pavia. La storia di Varzi prosegue tranquilla per un secolo ma nel 1943, all’epilogo della seconda guerra mondiale, come in tutto l’Oltrepò Pavese, si formarono le prime bande partigiane. Varzi divenne così, nel
1944, il centro di una zona libera comprendente 17 comuni circostanti. Oggi, è impossibile abitare in Provincia di Pavia e non andare a trascorrere un fine settimana sulle colline dell’Oltrepò. Oltre la storia, Varzi vive della sua valle. Una passeggiata tra i castelli, le chiese, la via del Mercato, la piazza della fiera dove fino a non molti anni or sono si svolgeva il mercato del bestiame, la porta Sottana e molte altre ricchezze storiche è sicuramente di grande interesse e fascino. Ma per chi ama la tranquillità, il verde e l’aria pulita, ecco che basta
prendere la macchina e in pochi minuti si raggiungono vette dalle quali godere una vista impareggiabile. Infatti, per gli amanti della natura, Castellaro, Cella, Zavattarello, Oramala, sono solamente alcuni dei molti nomi di piccole località facilmente raggiungibili e certamente degne di una gita. A Cella, molto conosciuto è il Tempio della Fraternità, luogo di grande importanza storica e legato all’ultima guerra mondiale. Lassù l’aria ha un profumo puro, la mente stacca da ogni pensiero al solo canto
degli uccelli che volano nei cieli azzurri della Valle Staffora. Non occorre prendere aerei o treni e fare lunghi viaggi per trovare relax e riposare i cinque sensi immersi nella natura. Basta percorrere le piccole strade e salire di altitudine. La vista riposa ritrovando il verde delle colline, la fresca aria coccola il tatto, i profumi dei boschi viziano l’olfatto, gli abitanti della natura cantano rilassando l’udito e per il gusto… provate ad entrare in uno dei numerosi ristoranti e capirete!
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di Teresa Passondri
L’industria pavese reagisce alla crisi I settori produttivi si interrogano attraverso il quadro dro del 2009 che ha segnato il momento di maggior diffificoltà
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l 2009 ha segnato il momento di maggior difficoltà per l’economia pavese e può essere, a ragion veduta, considerato un annus horribilis per il territorio. Timidi segnali di ripresa, già alla fine dello scorso anno e nei primi mesi del 2010, fanno ben sperare per il futuro Lo testimoniamo i dati raccolti dalla Camera di Commercio sull’andamento dello scorso anno presentati recentemente. Alcuni impercettibili segnali di ripresa per i primi mesi del 2010 fanno segnare un incoraggiante seppur minimo + 0,86%. L’economia pavese è in sofferenza: l’indice di mortalità di nuove imprese a fronte delle nuove aperture è stato in positivo, cioè nel 2009 sono nate 3.446
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aziende e ne sono state chiuse 3.731. Un saldo di -323 imprese in totale. Se guardiamo all’indice con cui si calcola la produzione, Pavia fa segnare 90 a fronte del dato lombardo pari a 97. Sul fronte della produzione industriale, l’anno 2009 si è chiuso con un calo del –8,17% rispetto al 2008 (variazione dell’indice medio corretto per i giorni lavorativi, che a dicembre non arriva a superare quota 91). Il trend è in peggioramento se consideriamo il dato di fine 2008 che registrava sul 2007 una flessione di appena 1,3 punti percentuali. Il tasso medio di sfruttamento degli impianti si ferma nel 2009 ad un insufficiente 53%, contro il 61% di fine 2008. La produzione va però peggio in Lombardia dove l’indice della produzione cede nel 2009 rispetto al 2008 il 9,5%. I dati si riferiscono all’analisi congiunturale condotta nel quarto trimestre 2009 sull’industria e l’artigianato manifatturiero di Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Confindustria Lombardia e con la collaborazione delle Associazioni regionali dell’Artigianato (Confartigianato Lombardia, CNA Lombardia, Casartigiani Lombardia, CLAAI Lombardia), attraverso 1.602 interviste ad aziende industriali lombarde e 1.202 ad aziende dell’artigianato manifatturiero lombardo.
anno 2009: nel pavese sono nate 3.446 aziende e ne sono state chiuse 3.731
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Il fatturato delle aziende pavesi perde nell’anno appena concluso oltre 12 punti in percentuale rispetto al 2008. Non fruttano gli ordinativi acquisiti nel 2009 che bruciano, rispetto al 2008, il 10% (quelli esteri sacrificano il 5,36%, mentre quelli interni vanno ancora peggio con un risultato finale di - 9,42%). Il Presidente dell’Unione Industriali della Provincia di Pavia, Franco Bosi, ha commentato così a sua volta l’andamento della nostra economia: “Le indicazioni dell’indagine confermano l’attuale situazione di difficoltà della struttura economica provinciale, peraltro totalmente simile a quanto si verifica a livello nazionale ed internazionale. I segnali di ripresa avvertiti a fine anno sembrano veramente molto deboli. Penso si possa parlare più che altro di una frenata della caduta che ormai persiste dalla metà del 2008”. I settori più in crisi sono: l’agricolo, il tessile, la gomma e le materie plastiche, la meccanica e l’edilizia. Se però la disoccupazione a livello nazionale è del 6%, per Pavia il valore di riferimento è un 5,5%, con dati che indicano l’aumento del tasso di attività da parte delle donne e degli extracomunitari. Pavia è forte sul patrimonio pro capite, collocandosi al 30esimo posto in Italia come depositi bancari che però non si traducono in investimenti e vivacità sul territorio stesso. Cosa fare allora per cercare di dare slancio all’economia loca-
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le? “Piccolo è bello non vale più” ha aggiunto Bosi. Oggi come oggi, è indispensabile fare sistema, per poter essere competitivi e soprattutto rivolgersi sui mercati emergenti, quali Cina, India, Brasile, in primis, che crescono a tassi per la vecchia Europa improponibili. “Pavia è la cenerentola della Lombardia anche per un fatto di apatia, di mentalità e di resistenza alle innovazione” ha sottolineato Bosi. Segnali di preoccupazione arrivano anche da chi sul campo quotidianamente cerca di affrontare questo momento congiunturale negativo, come la Serferal, industria di serramenti e carpenteria, di Vidigulfo. “Nel 2008 viaggiavamo su commesse pari a 400mila euro al mese, adesso siamo intorno ai 180mila” ha detto il direttore commerciale, Carlo Zucca. Nonostante ciò, l’azienda non ha mai messo in cassa integrazione i propri 30 dipendenti ed ha cercato, sempre e comunque, di salvaguardare gli investimenti, come ci spiega il titolare, Antonino Santoro. “Abbiamo aperto un nuovo show room e avviato anche un nuovo reparto di PVC per spingere questo prodotto più economico dell’alluminio, ma ancora non si riesce a decollare e non si lavora a pieno regime”. “Speriamo che i segnali di ripresa di fine 2009 e il seppur limitato trend positivo di questo inizio d’anno si confermino e per il 2011 si muova qualcosa così che gli investimenti a lungo termine ci rendano giustizia” ha concluso.
INTERVISTA
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di Simona Rapparelli Capo Barman AIBES
Donna Pavia
ATTUALITÀ
INTERVISTA
INTERVISTA
EVENTI
Moretta, soluzioni infissi
©Adverum
La Serramenti Moretta S.n.c. nasce nel 1988 dai fratelli Giovanni e Antonio Moretta, dopo avere esercitato come artigiani il lavoro di posatori di infissi dal 1981 e comunque, sempre come posatori, dal 1974 Giovanni e dal 1980 Antonio. Dopo avere fondato la Serramenti Moretta la quale si è specializzata nella produzione di infissi di qualità, nel 1998 sono stati inseriti in commercio serramenti in PVC e alluminio. Nel 1999, per essere al passo con i tempi e avere dei prodotti certificati, è stata fatta la scelta di eliminare la produzione di serramenti in legno, sostituendola con la commercializzazione degli stessi, con prodotti sempre di qualità è certificati. Questa scelta ci ha permesso di seguire molto meglio i clienti offrendo un’assistenza pre è post vendita molto più accurata. Oggi la nostra azienda vanta di un’ottima copertura del territorio
per quanto riguarda la provincia di Lodi, dove si trova anche la sede legale nel comune di San Martino in Strada, nonché le province di Cremona e Piacenza dove stiamo cercando collaborazioni con altri punti vendita. Siamo in grado di offrire una totale fornitura per quanto riguarda le chiusure di una casa, dalla porta basculante per garage, alle porte interne, blindate e serramenti, questi ultimi forniti con certificazioni per la trasmittanza termica idonei per la detrazione fiscale del 55%.Tale detrazione fiscale permette un recupero fiscale del 55% per la sostituzione di infissi, dove non ci sono interventi di opere murarie e modifiche sulle misure degli infissi stessi, che vanno a migliorare la trasmittanza termica rispetto a quelli esistenti, rispettando i valori che fanno riferimento all’anno in corso. Da parte della
nostra azienda viene rilasciato il certificato di marcatura CE obbligatorio dal febbraio 2010, la certificazione dei valori di trasmittanza su ogni singolo serramento, la certificazione e le schede chimiche dei prodotti utilizzati per la posa in opera più l’autocertificazione per la posa in opera. I pagamenti per usufruire della detrazione devono essere eseguiti con bonifico bancario sia in acconto sia a saldo, dopodichè sarà rilasciata tutta la documentazione necessaria del prodotto. La richiesta all’istituto Enea dovrà essere fatta tramite internet compilando dei moduli on-line, oppure affidando la pratica a un termotecnico che si occuperà di seguire il cliente prima e dopo la sostituzione degli. Possiamo comunque offrire un servizio completo se necessario mettendovi a disposizione un nostro termo-tecnico di fiducia.
EVENTI
di Paola Arensi
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ersonaggi illustri e sano divertimento, la rassegna “Lodi al sole” propone un’estate da vivere. L’ormai conosciuto “contenitore” lodigiano di eventi, prende forma e si arricchisce per una calda stagione da brivido. Si punta sulla qualità. Quella di quest’anno sarà l’edizione più ricca della rassegna che, di anno in anno, è cresciuta all’inverosimile: in calendario ben 76 eventi dal 20 giugno al 29 agosto (senza contare le 40 serate di Cinema sotto le Stelle). Una ricchezza di contenuti senza uguali che è stata sostenuta dal comune e dalla provincia di Lodi, dalla regione Lombardia e dalla Banca Popolare di Lodi con il coinvolgimento delle associazioni cittadine. Non mancano alcune novità: Musiche dal Mondo (9 appuntamenti per esplorare espressioni e linguaggi musicali da ogni parte del pianeta nel segno dell’intercultura) e Bimbi al Sole (5 occasioni di incontro e divertimento per i più piccoli, nell’accogliente contesto dei riqualificati Giardini del Passeggio). La prima iniziativa prevede canti balcanici, musica celtica e caraibica. Durante la rassegna arriverà anche il circo. Si propone altresì un consueto e apprezzato mix di musica (il Lodi Blues festival, i Concerti in Corte, la grande musica live della Treves Blues Band e la canzone d’autore di Gianmaria Testa), teatro (nella cornice suggestiva di piazza San Lorenzo), danza (tra tango e liscio, nella sezione Ballando Ballando), letteratura (con l’ampio ventaglio di appuntamenti della versione estiva delle Conversazioni d’Autore), cabaret (Maddalena Caffè). Quest’anno la rassegna sarà proposta anche in due nuovi punti della città che sono il parco di via Grandi e i giardini del Passeggio. Tra i momenti culminanti dell’estate si annoverano due concerti con il cantautore Gianmaria Testa il 23 luglio e con il bluesman Fabio Treves il 7 agosto, entrambi in piazza Ospitale. Fermento anche per le tappe dei tour di Marco Mengoni, vincitore dell’ultima edizione del talent show X-Factor (26 giugno, piazza coperta Bipielle City)
Lodi al Sole due mesi di eventi culminanti con la notte bianca del 17 luglio
Paolo Mengoni
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Lodi - La Notte Bianca
e Gigi D’Alessio (14 luglio in piazza della Vittoria), unici due eventi a pagamento. Sette esibizioni di blues si terranno tra piazza Sommariva a Torretta e il cortile del Teatro alle Vigne. Arriveranno a Lodi Guitar Ray, Cava Blues Band, Roberta Frigerio, Robi Zonca Band e Lazy Step. Le innumerevoli messe in scena teatrali saranno proposte in primis da compagnie locali (Il Pioppo, I Soliti, Il Ramo), ma è prevista anche la presenza della Compagnia Il Draghetto di l’Aquila (il 9 luglio con La bizzarra storia del mio frigorifero) impegnata nella ricostruzione del proprio teatro distrutto dal terremoto. Lodi4Kids ha organizzato molti momenti di svago, al Passeggio, per i più piccoli. Attese inoltre
serate di cabaret. Il via con Paolino Boffi, comico, imitatore, trasformista lodigiano che ha condiviso la scena con personaggi del calibro di Leonardo Manera, Antonio Cornacchione e Beppe Braida. L’artista propone il suo nuovo spettacolo “Diffidate dalle imitazioni”. Il ferragosto sarà allietato da Domenico Lannutti mentre il culmine della rassegna Lodi al sole sarà la notte bianca del 17 luglio che ormai per la provincia è una vera tradizione. L’occasione giusta per vivere qualche ora all’aperto, sotto le stelle, divertendosi a più non posso e scoprendo, in ogni angolo della città, tutte le sorprese in cantiere. Infine, pensando ai più romantici, il 28 agosto è prevista una milonga, la
danza popolare di origine argentina, per stringersi nella passione di un tango appassionato, sensuale, spettacolare. Passi guidati da maestri professionisti. C’è attesa anche per l’esibizione di Claudia Mendoza e Luis Castro - accademici rappresentanti in Italia dell’Accademia Nacional del Tango - che hanno calcato i più grandi palcoscenici del mondo e con le loro performance entusiasmeranno il pubblico. Si potrà inoltre volteggiare al ritmo di walzer, polka e mazurca illuminati dalla luna. Tutto grazie all’appuntamento con il ballo liscio. E poi salsa, bachata, merengue, per farsi coinvolgere dall’allegria e dalla sensualità dei ritmi caraibici e latini.
I.P.
Nel cuore della Bassa nasce il ristorante Locanda del Sole, con oltre cent'anni di storia. Esisteva già dal 1901, come Albergo del Sole; dal 1975 il ristorante, è gestito dalla famiglia Negri, che vanta una consolidata tradizione nella ristorazione nazionale. Personaggi famosi tra cui Leopoldo Fregoli (il più grande trasformista di tutti ii tempi), Michele Placido, Ernesto Calindri, Michele Testa, hanno gustato le specialità di questo locale, ed in modo particolare, il risotto alla corniolese, elaborato secondo un'antichissima ricetta locale. I menù proposti lasciano spazio sia a piatti innovativi, (proposte oggi dal titolare Giuseppe Negri), che ad altri provenienti da culture gastronomiche tipiche,
. Si possono gustare pietanze della tradizione lodigiana, rivisitate e presentate con accurata maestria, le ricette innovative con prodotti locali quale il Granone Lodigiano e il formaggio pannerone, con il quale viene arricchito il gusto di antipasti e di risotti mediati con erbe dell'orto o mirtilli, o altri tipi di frutta. Sempre di moda poi, è l'antico risotto alla carniolese, che deliziò i palati più raffinati già in passato. Il ristorante è sempre aperto su prenotazione e nelle serate di venerdì, sabato e domenica funziona anche la pizzeria con forno a legna.
Il traguardo più ambito Dal 1989 e per tutte le 14 edizioni successive, la Locanda del Sole ha proposto le proprie ricette sempre legate alla tradizione agreste locale, nell'ambito della Rassegna Gastronomica promossa dall'Azienda di Promozione Turistica del Lodigiano. Di anno in anno è cresciuta la partecipazione della clientela, divenuta in gran parte, dei veri e propri "Amici della Locanda". Il nostro ristorante si trova ormai abitualmente al vertice della classifica sia per numero di clienti che per ampiezza di apprezzamento.
La carta dei vini, di recente rinnovata, propone principalmente le migliori qualità: delle colline piacentine, dell'Oltrepò Pavese, del colle di S. Colombano
di Paola Arensi
Duecento chilometri a pedali Un intreccio di piste ciclabili ci consente di conoscere un nuovo volto del Lodigiano
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on parti per le ferie? Hai giornate libere che non sai come trascorrere? Della serie: pedala che ti passa! I Lodigiani considerano la bicicletta un agile mezzo di trasporto ma soprattutto un passatempo e un toccasana per il proprio benessere. Ecco perché le amministrazioni della provincia hanno sempre lavorato per incrementare il più possibile percorsi ciclabili che aiutino a sviare il traffico dei centri più caotici ma soprattutto, capaci di favorire gite fuori porta. Mini viaggi che, spesso, portano in territori vicini, a volte ignorati ma degni di nota. Chi è dotato di “spirito” e soprattutto di buone gambe, potrà proporsi, in più tappe, un “Giro del Lodigiano” di circa 200 chilometri. I luoghi da scoprire a bordo di una comune due ruote sono tantissimi. Prima tra tutti c’è la dorsale dell’Adda, una ciclabile che percorre l’intera provincia di Lodi, parallelamente al fiume e al territorio del Parco Regionale Adda Sud, toccando
anche i confini a nord fino al ponte del Po e attraversando la città di Lodi. Molto suggestivo anche il cosiddetto Anello del Lambro dove i percorsi sono costituiti da piste ciclabili che corrono parallele alle strade provinciali. Questo tratto di itinerario si chiude ad anello sulla città di Lodi grazie alle interconnessioni con gli altri percorsi della rete ciclabile provinciale. Ai suoi estremi si trovano la Provincia di Milano ( da Melegnano, Dresano)
ITINERARI
e la collina di San Colombano al Lambro (Graffignana, Borghetto Lodigiano). Ragguardevole l’Anello Periurbano: un itinerario, sviluppato in prevalenza lungo le strade del Canale Muzza e del Canale Belgiardino, che forma un anello intorno alla città di Lodi. Piacevole via di fuga dalla routine quotidiana raggiungibile dal capoluogo di provincia se si pedala lungo una serie di piste ciclabili che corrono accanto alle varie strade provinciali col-
legate alla città. I duecento chilometri di “Giro” comprendono un tratto di “medio Lodigiano” diramato lungo piste ciclabili realizzate sul ciglio delle provinciali. Un piacevole circuito che corre a ridosso dei tre fiumi delimitanti i confini della provincia di Lodi –Lambro, Adda e Po-. L’avventurosa pedalata si concluderà alla golena del Grande Fiume. In questo caso l’anello ciclabile si sviluppa nel territorio del Basso Lodigiano e mette in comunicazione i principali poli della parte meridionale della provincia, fra cui le cittadine di Codogno e Casalpusterlengo. Se invece amate pedalare ma non possedete una bicicletta non disperate. Infatti a Lodi c’è un servizio di noleggio gratuito delle biciclette del comune finalizzato alla promozione ed incentivazione della mobilità sostenibile in Lodi. Così si possono trovare un centinaio di due ruote in diversi punti della città. Mezzi a disposizione degli interessati per l’utilizzo sul territorio comunale tra le 7 e le 24 di ogni giorno. Per essere più precisi ecco dove potete prenderne una: stazione Centrale di Lodi, sul lato di Via Dante, parcheggio ex macello lungo Via Defendente, Piazza Xxv aprile, Viale Italia, Viale Pavia, Via Cavallotti all’altezza di Piazza Crema, Via Grandi centro commerciale Coop, Piazza Castello, stazione ferroviaria lato Via Pavia, parcheggio Via Dalmazia e parcheggio Via Massena zona ospedale. Per usufruire del servizio è necessario registrarsi di persona presso lo I.A.T. (Informazioni Accoglienza Turistica) in Piazza Broletto 4 a Lodi. L’iniziativa nasce in collaborazione con Ciclodi Fiab che è un’associazione senza fini di lucro per la promozione della bicicletta nel Lodigiano e aderisce alla FIAB – Federazione italiana amici della bicicletta-. Qualsiasi sia la bici che utilizzerete non dimenticate le tradizionali norme di sicurezza per voi e i vostri piccoli. La bicicletta è un attrezzo-gioco proprio del bambino e quasi tutti i ragazzini ne posseggono una. Utilizzandola i bambini accrescono ancora di più la loro autonomia e potenziano le loro capacità moto-
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rie-percettive. La bicicletta è comunque un mezzo di trasporto e come tale deve essere considerata se viene usata sulla strada. In questo caso il bambino deve conoscere le principali regole del traffico e le deve rispettare. Inoltre la due ruote deve essere della misura del bambino: sedendosi sul sellino l’interessato deve potere appoggiare completamente i piedi per terra. Non dimenticate inoltre di fornirgli un caschetto protettivo che rimanga saldo sulla testa. I bambini devono quindi essere educati a indossare il casco tutte le volte che usano la bicicletta, non solo per strada, ma anche in luoghi protetti come piste ciclabili e cortili. La stessa regola vale per gli adulti, anche perché sarà difficile che un bambino indossi il casco se il padre e la madre non lo utilizzano.
di Luigi Franchi
Le Terre Traverse
un viaggio tra terra e cielo nella Bassa Piacentina
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La posizione di Piacenza mi aveva affascinato fin dall’esplorazione cartografica durante la preparazione del viaggio. La vostra provincia è l’unico punto dove il Po tocca l’Appennino, è il territorio da cui inizia o finisce la Via Emilia, avete il primo guado serio per attraversare il fiume (il guado di Sigerico ndr), è il posto dove appare per la prima volta in tutta la sua evidenza l’allineamento a pettine delle valli appeniniche.” Una lettura decisamente originale quella
che emerge da una bella conversazione che ebbi tempo fa con Paolo Rumiz, l’inviato che ogni anno racconta, dalle pagine di Repubblica nel mese di agosto, un viaggio particolare in una sorta di diario quotidiano. Rumiz prosegue raccontando della “grande boa” a cui il territorio piacentino è sottoposto. “Per uno come me, nato nelle Alpi, è complicato rendersi immediatamente conto che la direzione delle vostre valli orientata verso sud e ti costringe a guardare le montagne in una
sorta di spaesamento astronomico. Piacenza ha una sorta di diagonale affascinante dettata da paesaggi che ricordano terre borgognone, bretoni, ma anche umbre e padane. E più su, per lasciarsi rapidamente alle spalle un mondo abitato, ricco, griffato, scopri che, appena voltate le spalle al Po, il mondo sa già di mare.” Queste parole mi sono tornate alla mente assistendo, sere addietro, allo spettacolo teatrale con cui la bravissima Roberta Biagiarelli ha messo in scena uno dei
PIACENZA E PROVINCIA
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Gli appuntamenti nelle Terre Traverse * 4 luglio, domenica – “Riti, miti, icone” mostra fotografica “I Crocifissi” a cura di Marco Storti e incontro-dibattito con il professor don Roberto Tagliaferri, parroco di Vigoleno e docente presso l'Istituto di Liturgia Pastorale “Santa Giustina” di Padova 'Casa della Memoria' Azienda agricola e agrituristica Battibue, Fiorenzuola d’Arda in collaborazione con Associazione “PiacenzaTeologia” * 23 luglio, venerdi - “Giuseppe Verdi agricoltore a Sant’Agata” reading teatrale a cura di Pier Marra e Il Gioco delle Parti Agriturismo Le Colombaie, Bersano di Besenzone in collaborazione con la compagnia teatrale “Il Gioco delle Parti” * 10 agosto, martedì e notte di San Lorenzo - Aspettando di veder le stelle ballo sull’aia nella Notte di San Lorenzo Tenuta Casteldardo, Besenzone in collaborazione con Pro Loco di Besenzone * 5 settembre, domenica -“ I Vini e i Vinarelli” gli acquerelli di Maurizia Gentili i vini di Il Mosaico in collaborazione con Fondazione d’Ars Oscar Signorini e con Il Mosaico Piacentino
diari di Paolo Rumiz, Viaggio ai monti naviganti, nella corte di una delle Case della memoria presenti sul territorio delle Terre Traverse: Podere Casella del Frascale a San Protaso, nella Bassa Piacentina. Terre Traverse? Case della memoria? Ma cosa sono questi termini, difficilmente rintracciabili nelle guide o negli atlanti geografici. Sono molte le strade che conducono nelle Terre Traverse, ovvero quella parte
della provincia di Piacenza che, ad est, confina con la provincia di Parma e, a nord, è segnata dal fiume Po, che divide il territorio dell’Emilia da quello della Lombardia. Ci si può arrivare da ogni punto cardinale, come testimonia la storia millenaria che fa di Piacenza una terra di confine, in cui si mischiano culture, tradizioni, dialetti che stentano a farsi tutt’uno, mantenendo ancor oggi segni e radici antiche. Scriveva una studiosa locale, Mara
'Casa della Memoria' Azienda agricola e agrituristica Battibue, Fiorenzuola d’Arda * 19 settembre, domenica – “La materia del tempo” mostra personale Pier Luigi Montani 'Casa della Memoria' Cascina Casella del Frascale, San Protaso a cura di Fondazione d’Ars Oscar Signorini * 26 settembre, domenica - La Vendemmia dei bambini Azienda agricola e agrituristica Quercia Verde, Alseno in collaborazione con Slow Food Piacenza * 3 ottobre, domenica della Madonna del Rosario – Tra i tesori delle Terre Traverse nelle Terre Traverse in bicicletta alla scoperta di: Palazzina San Protaso e Torre Gazzola in collaborazione con Ass. Sportiva San Purtés e Italia Nostra Val d'Arda * 11 novembre, giovedì e Festa di San Martino – “A cena con Verdi” cena dell'estate di San Martino con piatti tipici della cucina di Casa Verdi e illustrazione del volume Giuseppe Verdi: un buongustaio raffinato, di A. Grignaffini, G. Minardi, C. Mingardi, M. Minardi Cianti, R. Rocchetta Valesi, al Ristorante L'Angolo Nascosto, podere San Matteo - San Pietro in Cerro
Spelta nel 1975, quando nel solo comune di Fiorenzuola d’Arda si contavano ben 102 fattorie: “Il nostro agricoltore, da intere generazioni, è il paesaggista di questo territorio… Il ruolo di questi insediamenti agricoli ha un notevole valore storico: le strutture e il progressivo sviluppo sono il risultato delle grandi lotte contadine, non tanto di quelle antiche, quanto di quelle post-belliche”. Oggi queste terre si identificano nel territorio delle Terre Traverse e, alcune di
IL LIBRO Autore: Luigi Franchi Titolo: Dalle Terre Traverse al Po Prezzo: 12,00 Euro Casa Editrice: GL Eitore Nel libro “Dalle Terre Traverse al Po, in viaggio tra cascine e sapori della Bassa Piacentina” Luigi Franchi racconta, in 192 pagine, 65 storie di persone e di aziende, 37 prodotti della terra e dell’acqua e 71 ricette della cucina tradizionale, un viaggio che attraversa 9 comuni della Bassa Piacentina. Il territorio è quello che nel Medioevo era conosciuto come comitato Aucense, nel Rinascimento fu Stato Pallavicino e nel XXI secolo è diventato Terre Traverse. Lungo questo lembo di terra orientale della provincia piacentina si è sviluppata la Strada dei sapori del Po e della Bassa Piacentina e le storie che qui vengono raccontate sono delle persone e delle aziende che aderiscono a questi due progetti di promozione territoriale. È un viaggio, breve nella sua estensione, lunghissimo nelle emozioni e nelle sorprese che, ad uno sguardo attento, si svelano improvvise. Cascine e stalle trasformate in Case della memoria, quella contadina di vite semplici ma ricche di arguzia e umanità. Cibi che affondano le origini in culture antiche che in queste terre si sono contaminate e produzioni alimentari che traggono la loro qualità da una terra generosa e fertile. Tutto intorno un paesaggio uniforme, ma mai uguale a sé stesso, che trova il suo confine nel Po, che qui sembra non voglia mai andarsene via, attorcigliato com’è nelle molteplici anse.
queste cascine, nel progetto delle Case della Memoria che punta ad un nuovo modello di tutela, valorizzazione e promozione del territorio, dei suoi prodotti, del suo paesaggio e delle sue ricchezze architettoniche ed ambientali, rivolto alle scuole e ai turisti oltreché agli abitanti della zona. Dalle prime colline ad Oriente della provincia di Piacenza giù fino al Po si snodano i percorsi delle Terre Traverse, frutto di idee e progetti condivisi dagli abitanti innanzitutto, dalle istituzioni e dai turisti, che riescono a connettere tra
loro il Po e i suoi affluenti, le abbazie e le collegiate, i castelli e le residenze, ma soprattutto le cascine con le loro caratteristiche architettoniche e gli stili di vita, gli usi e i costumi, gli oggetti della cultura materiale, l’eredità dei mestieri e delle abitudini. Attraverso il reticolo delle strade di campagna, straordinario elemento di identità storica di questo paesaggio, si fa visibile la forma dei campi, il sistema delle acque, le colture, le essenze arboree, i colori del paesaggio, le presenze animali. C’è un modo ideale per percorrere que-
sti itinerari, per imparare a riconoscerne i tesori paesaggistici, architettonici ed enogastronomici: il viaggio lento, dominato dal colore verde della natura. Ad imprimerne il ritmo ci pensano le strade sicure di questa campagna e le manifestazioni (info: traverse@libero.it) che l’associazione delle Terre Traverse, un manipolo di tredici orgogliose famiglie agricole, mette in campo nel corso dell’estate, sotto l’affascinante titolo “Tra terra e cielo”.
TERRITORIO
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di Giacomo Stevani
L’Infiorata di Chiaravalle Un tappeto di colori e profumi per celebrare il Corpus Domini
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a bambino, l'appuntamento con l'“Infiorata” di Chiaravalle della Colomba (Pc) era un must della tarda primavera. Rammento nitidamente l'accesso sulla “millecento” di mio padre ed il viaggio che separava la città da una località agreste, immersa nella Pianura Padana, che si perdeva a vista d'occhio intorno all'abbazia Cistercense; unico richiamo alla vita comune era costituito dall'autostrada che transitava non molto distante. Grande fu la meraviglia ai miei occhi, quando e per la prima volta vidi un trionfo floreale; ai miei piedi si sviluppava una sinfonia di colori, di forme geometriche, di disegni degni della tavolozza di un pittore rinascimentale. Tutto ciò era composto da fiori e da essenze, sapientemente collocate da mani esperte. La prima volta che vidi tale meraviglia fui colto dalla irrefrenabile tentazione di fare due passi su quella sorta di tappeto, va da sé che tale tentazione fu pronta-
PIACENZA E PROVINCIA
mente e per fortuna, stroncata sul nascere da mia madre. La festa dell' Infiorata, oltre ad essere una tradizione per la mia famiglia, rappresenta un evento che si pone all'acme della vita abbaziale dal 1937, a celebrazione della festa del Corpus Domini. Narra la tradizione che la volontà dei monaci cistercensi fu quella di celebrare la festività del Corpus Domini per intercessione di Santa Giuliana da Liegi,monaca cistercense. Giuliana, emessi i voti perpetui, ebbe una percezione soprannaturale, quella di vedere nel simbolismo del ciclo liturgico la mancanza di una solennità, quella della festa del Santissimo Sacramento. Con l'ausilio di Giacomo Troyers, fece tutto ciò che era in suo potere. Lo stesso Giacomo Troyers, divenuto in seguito papa Urbano IV, introdusse la festa del Corpus Domini, in seguito celebrata con l’istituzione della processione, preceduta dallo spargimento di
petali di fiori (la cosiddetta «Infiorata»). Prendendo spunto da questo avvenimento e considerando che tutti questi petali finivano calpestati e sparsi al vento nel giro di poche ore, i monaci cistercensi pensarono di "dare più consistenza " a questa celebrazione con la realizzazione di un tappeto fiorito lungo la navata centrale della chiesa. La storia indica nell'anno 1937 l'inizio della tradizione piacentina, in quanto successiva alla migrazione dei monaci cistercensi provenienti da Casamari (Fr), i quali trasmisero nel piacentino la loro tradizione del tappeto fiorito. La peculiarità del florilegio, che occupa per tutta la lunghezza l'intera navata centrale della chiesa abbaziale, sono le tematiche che variano anno dopo anno. Quest'anno il tappeto fiorito è caratterizzato dal tema “i testimoni del Risorto”. Le figure sono ammantate da una caligine chiaro oscurale, eterea, con misteriose evanescenze, tali da esercitare un fascino
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magnetico agli occhi dei visitatori; circa questi ultimi è essenziale sottolineare la provenienza degli stessi anche dall'estero. Degno di menzione sottolineare che ogni essenza ha un origine esclusivamente vegetale. L'inaugurazione dell'Infiorata è avvenuta domenica 14 Giugno alla presenza del Padre Superiore dei monaci Benedettini. Si sono configurate, quale corollario all'Infiorata, le iniziative a cura del Comune di Alseno (Pc) degne di nota sono state l' VIII rassegna provinciale dei colli piacentini, una mostra di dipinti e sculture di Franz Borghese, una personale di Milena Lommi. Last but not least, l'esposizione fotografica del circolo “Quarta dimensione” di Busseto. È indispensabile segnalare anche la ben fornita produzione di bevande e souvenir dei monaci cistercensi in vendita presso il monastero.
di Mario Marchioni
Il Marengo Museum ha aperto le porte ai visitatori Il nuovo Museo racconta con moderni strumenti multimediali, la storia della campagna d’Italia del 1800 e della vittoriosa battaglia di Marengo ottenuta da Napoleone Bonaparte
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l ‘Marengo Museum‘, che ha sede nella villa fatta costruire da Giovanni Antonio Delavo proprio nel luogo dove avvenne la storica battaglia di Marengo, il 14 giugno 1800, ha aperto sabato 12 giugno u.s. le porte ai visitatori, con una inaugurazione ufficiale, alla quale hanno partecipato il presidente dell’Amministrazione Provinciale Paolo Filippi, il vice presidente Rita Rossa, il Prefetto Francesco Paolo Castaldo, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria Pierangelo Taverna e numerose altre autorità. Ha fatto gli onori di casa l’ideatore e curatore del nuovo percorso museale, Giulio Massobrio. Dopo l’apertura, il calendario degli
eventi organizzati in occasione del 210° anniversario della Battaglia di Marengo, patrocinati dalla Presidenza della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Fondazione CRT e Fondazione CARIGE, prevedeva l’attesissima rievocazione storica della battaglia, che si è svolta per la prima volta dopo la prestigiosa edizione del 2000 ed alla quale hanno partecipato oltre 350 reenactors (figuranti), i quali hanno rappresentato sul campo le fasi salienti della storica battaglia, che fu combattuta il 14 giugno 1800 tra le trup-
pe francesi comandate da Napoleone e i soldati austriaci, comandati dal feldmaresciallo Mélas. “Il Marengo Museum intende raccontare con moderni strumenti multimediali la storia di un fatto vero, la storia della campagna d’Italia del 1800 e della battaglia di Marengo – ha dichiarato il Giulio Massobrio - analizzandone la cause, gli sviluppi e le conseguenze, nella convinzione che la vittoria di Bonaparte abbia costituito un elemento importante nella successiva storia europea e uno degli atti fondanti per il processo italiano di unificazione nazionale. Al tempo stesso il carattere mitico assunto dalla vittoria napoleonica di Ma-
CULTURA
rengo origina infinite rappresentazioni, pittoriche, narrative, musicali, spettacolari, ancora ai nostri giorni, sempre adeguandosi ai cambiamenti sociali, economici, politici e culturali in più di due secoli di storia. Il Marengo Museum (termine latino), riconosce l’importanza assunta dalla inestricabile connessione esistente fra storia, mito e leggenda di Marengo e ne fa la cifra narrativa fondamentale intorno alla quale è stato costruito il percorso museale. In questa chiave il Marengo Museum individua la rappresentazione dell’evento e le sue infinite trasformazioni – conclude Giulio Massobrio nel suo intervento
- dovute anche all’introduzione di nuove tecnologie (la fotografia, il cinema, la computer grafica, eccetera), come l’ambito di ricerca, studio e approfondimento in grado di fare del Museo uno strumento di conoscenza della storia”.
I numeri del nuovo museo 100 giorni di progettazione, 60 giorni dedicati all’allestimento delle 19 stanze divise su due piani, 900 metri quadrati, 20.000 parole nei pannelli didascalici, 23 videoproiezioni e lcd, 12 percorsi per bambini, 320 luci a led, 30 armi, 64 binari attrezzati con impianti elettrici,
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audio e video.
Migliaia di persone nel week end a Marengo Grande successo per l’appuntamento a Marengo programmato per sabato 12 e domenica 13 giugno u.s. sia in riguardo alle visite al rinnovato Museo, sia per il numeroso pubblico che ha assistito alla rievocazione della battaglia. Erano infatti presenti migliaia di persone, alle quali vanno aggiunti i figuranti che hanno partecipato alla rievocazione storica, che si è conclusa con lo scontro a fuoco (virtuale) tra i soldati francesi ed austriaci. INFO Tel. 0131 – 304027 / 304014 www.marengomuseum.it marengo@provincia.alessandria.it PER RAGGIUNGERE MARENGO Utilizzare l’uscita Alessandria Est dell’autostrada A21 (Torino-Piacenza) ORARI DI APERTURA DEL MUSEO Sabato/Domenica/Lunedì: dalle 9 alle 19 Mar/Mer/Gio/Ven: dalle 15 alle 19. BIGLIETTO DI INGRESSO 5 euro (3 euro ridotto)
ALESSANDRIA E PROVINCIA
di Mario Marchioni
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al 3 al 5 giugno scorsi si è svolto a Le Mouret e Friburgo, in Svizzera, il raduno Internazionale Madonnina dei Centauri, organizzato dalla sezione elvetica M.C.M.C.I. presieduta da Denis Nawratil, che ha preso il via venerdì pomeriggio con l’apertura delle iscrizioni ed è proseguito sabato sera con il ricevimento che si è svolto presso il Municipio di Le Mouret, alla presenza di diverse autorità locali e dei rappresentati di tutte le nazioni giunte per l’occasione. Domenica mattina è stata quindi celebrata la Santa Messa, con accompagnamento musicale e canoro, nella splendida Cattedrale di S. Nicholas a Friburgo, dove i primi centauri delle nazioni presenti al raduno, accompagnati dalle rispettive damigelle, sono entrati con la moto a motore acceso. I primi centauri italiani per l’occasione sono stati: Franco Cadeddu per il Moto Club Madonnina Centauri Alessandria, Luciano Nichisolo per il Moto Club Castellazzo Bormida e l’Ispettore Diego Orlando per la Polizia Municipale di Alessandria, che in Svizzera era rappresentata anche dal Commissario Gianfranco Demichelis e dagli agenti Dario Fanzone e Marco Pavan. Per il Comune di Castellazzo Bormida era presente l’assessore allo sport e sanità Andrea Ricagni, mentre il consigliere provinciale Gianfranco Ferraris (che ha raggiunto la Svizzera rigorosamente in moto), ha rappresentato la Provincia di Alessandria. Ottimi piazzamenti per il ‘gruppo italiano, che ha ottenuto il 1° premio per le nazioni, per il notevole numero di partecipanti (che era completato da circa quindici persone del neo costituito ‘Moto Club Rocca Grimalda’), riconoscimenti particolari sono infine stati assegnati al Moto Club Madonnina dei Centauri Alessandria ed al Moto Club Castellazzo. Gli oltre 50 partecipanti del M.C.M.C.I. Alessandria erano ‘capitanati’ dal presidente Luigi Bussetti (anche in qualità di presidente internazionale), mentre il
I centauri italiani al raduno di Friburgo
Successo del moto club M.C.I. di Alessandria e il moto club Castellazzo, riccamente premiati Moto Club Castellazzo, altrettanto numeroso, era guidato dal presidente Marco Nanni, dal vice presidente Tonino Scassi e dal segretario Salvatore Bongiovanni. La partecipazione al raduno in terra elvetica (accompagnata anche da un gradevole sole) è stata di oltre 800 persone in totale, provenienti da tutti i Cantoni della Svizzera, da Spagna, Belgio, Francia, Germania e ovviamente Italia; mentre la sfilata che si è tenuta, dopo la conclusione della S. Messa, dalla città di Friburgo fino al ridente borgo
di Le Mouret, è stata alquanto suggestiva e salutata da un numeroso pubblico ai bordi delle strade. Questo week end in moto di inizio giugno è stato il prologo per il raduno internazionale di Alessandria e Castellazzo Bormida, che si svolgerà venerdì 9, sabato 10 e domenica 11 luglio (in altra parte della rivista pubblichiamo il programma completo n.d.r.), durante il quale si ritroveranno tutti gli amici centauri provenienti da diverse località dell’Italia e dell’Europa.
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di Alberto Fiori
Ventimila dollari sotto i mari Per chi ha voglia di stupirsi e stupire, non c’è limite all’esclusivo: il Necker Nymph voluto da Sir Richard Branson, è solo un piccolo esempio pratico
Ninph
ATTUALITÀ
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h, è vero, c’è la crisi. La Grecia affonda, l’Euro annaspa e il petrolio continua a minacciare paradisi terrestri che sarà difficile rivedere intatti. Ma come sempre, ci sono storie che sembrano un dispetto ai destini del pianeta, così lontane da ogni guaio e da ogni concetto di sacrificio, risparmio ed economia, che invece guasta le giornate quasi ad ogni essere vivente, da sembrare dei film per pochi spettatori, senza titoli di coda. Ecco, anche per quest’anno,
chi non ha voglia dei soliti quindici giorni al paesello o alla pensione Da Maria, e alla faccia della crisi si è messo in testa qualcosa un po’ diverso, ma soprattutto dispone di portafogli a fisarmonica, non ha che da scegliere, perché c’è chi per lui ha pensato e organizzato esperienze mirabolanti e indimenticabili, a cominciare dal conto. Richard Branson, tanto per fare dei nomi, è uno che vive per far felice i suoi simili, ricchi in modo imbarazzante, come lui. Nasce a Shamley Green, nel Surrey, da una normalissima famiglia della middle class inglese. A scuola va così così, quando ci va, ma a 22 anni fonda la Virgin, piccolo negozio dedicato alla vendita di dischi e nastri per posta. In un amen, nel 1972, mette sotto contratto Mike Oldfield, che gli regala “Tubolar Bells” e cinque milioni di copie in tutto il mondo. Branson si fa un nome nell’ambiente musicale inglese e alla sua corte corrono
i Sex Pistols, i Culture Club, Phil Collins, Bryan Ferry, i Genesis e addirittura i Rolling Stones. Nel 1995, la Virgin fattura un milione e mezzo di sterline all’anno e una dopo l’altra nascono i Virgin Megastore, colossali negozi di dischi, la Virgin Atlantic Airtlines, per voli transoceanici e la Virgin Express, low cost europea. Per chiudere il capitolo compagnie aeree bisogna ancora citare la Virgin Blue, attiva in Australia, e la Virgin America. Nel 1999, la Regina d’Inghilterra gli appunta sul petto la nomina di baronetto e oggi, a 60 anni esatti, Richard Branson vanta un patrimonio stimato in 4,4 miliardi di dollari e 30mila dipendenti sparsi in tutto il mondo. Lui, a dire il vero, è anche un tizio dall’aria simpatica, che non frequenta ambienti esclusivi, odia le cravatte, pratica sport estremi e quando non sa che inventarsi, si diverte come un matto a stupire il mondo, annunciando la Virgin Galactic, un programma di turismo spaziale, mentre si compra addirittura un arcipelago caraibico, le British Virgin Island, con un’isola privata resa off limit ed il resto noleggiabile a piacere, ovviamente dietro cospicui versamenti di denaro. Ma vera la novità per la calda estate 2010 è un’altra, e promette successi clamorosi sui conti correnti di Sir Richard. SI chiama Necker Nymph ed è quello che vedete nelle foto in queste pagine: una sorta di aereo sottomarino, a disposizione di chi voglia per gustarsi i fondali, sentirsi un delfino e inseguire le balene. Realizzato dalla Hawkes Technologies Ocean usando fibre ottiche e messo insieme
ATTUALITÀ
Necker Island e il Necker Bell
ispirandosi ai caccia militari, il mezzo consente a tre persone (il pilota e due ospiti, a cui è richiesto un piccolo corso di apprendimento di mezza giornata) di raggiungere i 40 metri di profondità, quota che garantisce la visione di buona parte delle specie ittiche, anche se Branson promette a breve discese negli abissi più profondi, a caccia di relitti sommersi, un giochino che piace sempre ai bambini di ogni età. Dotato di sensori e telecamere disseminate lungo tutto lo scafo, il Necker Nymph è in grado di offrire una vista a 360° su schermi sistemati davanti agli ospiti, placidamente seduti su poltrone degne delle migliori business class. Il gingillo è costato 700 mila dollari, ma l’investimento sembra destinato a rientrare in breve tempo, visto e considerato che il noleggio per due ore di volo sottomarino si aggira sui ventimila dollari e che le prenotazioni sono esaurite almeno fino all’anno prossimo. Ma nulla sarebbe, in fondo, se il Necker Nynph non rientrasse in un programma ben più ampio, una luxury collection esclusiva che insieme a giretto sotto i mari offre, a chi lo desidera, di completare il viaggio con un soggiorno su un’isola privata di 30 ettari, la Necker Island (50 mila dollari a notte per persona, colazione inclusa), sfruttando anche l’uso di un catamarano di lusso, il Necker Belle, come nave d’appoggio, a disposizione per 90 mila dollari mal contati. Insomma, per una volta, basta pensare alla crisi e ai last minute: si vive una volta sola, e non è nemmeno detto che sia questa.
di Daniela Capone
La Grande S Francesca Schiavone trionfa al Roland Garros, il tempio della terra battuta
Francesca Schiavone
SPORT
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olti sono i numeri ma solo uno il risultato: trionfo! Il 5 Giugno 2010 Francesca Schiavone vince il Roland Garros con il punteggio 6-4, 7-6. Classe 1980, di origine milanese è la nuova stella dello sport. Da numero 17, passa direttamente nella top ten di Women’s Tennis Association battendo la numero 7, l’australiana Samantha Stosur. Occupando ora la sesta posizione, Francesca Schiavone è la seconda tennista italiana a popolare l’ambita classifica, seguita al decimo posto da Flavia Pennetta. Non ben definite sono le origini di questo sport, derivato forse da giochi antichi latini, o da giochi bizantini, si ha conoscenza di sport con racchetta dal XVI secolo. In Italia, il tennis, non è mai stato uno sport tipicamente comune. Poco conosciuto e poco considerato, diventò uno sport popolare a partire dagli anni ’60 – ‘70, quando grandi campioni come Nicola Pietrangeli, prima e Adriano Panatta poi, divennero l’orgoglio della nazione. Nel 1976 Adriano Panatta e nel ‘59 e ‘60 Nicola Pietrangeli si aggiudicarono entrambi il Roland Garros, conquistandosi l’appellativo di “Campione mondiale su terra battuta”. Infatti questo, è il torneo su terra battuta più prestigioso al Mondo. Ma la vittoria dell’atleta meneghina è davvero una grande rivoluzione…una grande soddisfazione, che non si limita solo alla vittoria. Infatti la Schiavone ha aggiunto il proprio nome alla lista delle glorie femminili italiane. Un elenco ricco di nomi che hanno infiammato l’animo degli sportivi ed esaltato il Tricolore nelle diverse specialità come Valentina Vezzali, prima schermitrice al mondo ad essersi aggiudicata tre medaglie d'oro olimpiche consecutive e vincitrice anche di cinque titoli mondiali. Margherita Granbassi, specializzata nel fioretto e conquistatrice di due medaglie di bronzo olimpiche a Pechino 2008.
E ancora Francesca Piccinini e Maurizia Cacciatori campionesse di Volley, la già citata Flavia Pennetta nel tennis come prima italiana ad aver raggiunto la classifica del WTA Tour ed infine, l’attuale detentrice del record del mondo dei 200 e 400 metri stile libero e giovanissima Federica Pellegrini. Così la Schiavone, con la vittoria a Parigi, stabilisce un altro record per lo sport italiano e per il tennis femminile essendo la prima donna ad aver vinto una gara del Grande Slam. E’ noto che in antichità il ruolo delle donne nello sport, come nel lavoro, era assai limitato. Tipica rappresentazione ottocentesca, l’immagine femminile doveva essere legata a quell’essere languido e malinconico caratteristico del Romanticismo e quindi poco compatibile con attività dinamiche e sportive, ma preferibilmente con ruolo subordinato e legato alla vita domestica. Ma nel 1922 nacquero a Parigi i Giochi Olimpici Femminili che minacciarono, visto l’enorme successo, di oscurare i Giochi Olimpici. Da qui il nome di atletesse e la rincorsa alla vittoria anche per il mondo rosa. Si attese la seconda parte del XX secolo per assistere ad una grande partecipazione femminile nello sport, evidenziando la volontà a raggiungere la parità dei sessi in campo sportivo e di testimoniare i progressi nello status sociale della donna. Così, la scalata continua e le nostre italiane conquistano, mano a mano, il podio di atletesse del nuovo millennio, portando con loro le conseguenze, per di più positive, delle loro vittorie. Infatti, l’effetto Schiavone non tarderà a palesarsi, non solo nel capoluogo lombardo. Dopo la grande vittoria e le manifestazioni di ammirazione verso una nuova grande campionessa, le conseguenze saranno molteplici. Milano per esempio, città che ha dato i natali alla numero 6, aspetta di fare i conti con il boom di iscritti
Francesca Schiavone al Roland Garros
nei tennis club più prestigiosi. Più di 30 sono i Club affiliati alla Federazione italiana di tennis, senza aggiungere i numerosi campi gestiti da MilanoSport. In questo clima di Mondiali di calcio, la vittoria italiana a Parigi oscurerà in parte lo sport più amato e seguito dagli italiani. Si prevede infatti un grande ritorno alla racchetta, proprio come è stato nel 1976, anno del trionfo di Panatta. Per
non parlare della Capitale. Roma ha avuto un’impennata di iscrizioni pari al 90% . Trovare un campo da tennis libero è diventata un’impresa impossibile, o forse possibile solo per lo sport del calcio. Uomini, donne e bambini vogliono tutti imparare a giocare a tennis. Gli italiani non aspettavano che un modello da emulare, un esempio da seguire ed ora le scuole di tennis faranno
i conti con il risultato di Parigi … alla faccia della crisi! Una nuova stagione di campioni è attesa, dai campi di periferia, alla terra rossa di Parigi, ma con grande lavoro, dedizione e sacrificio, proprio come il percorso di Francesca. E come recita lo slogan sulle magliette dei tifosi per la vittoria della Grande Schiavone: “Nothing is impossibile!”
INTERVISTA
di Alberto Fiori
N
on è che l’ennesimo indizio di una slavina tridimensionale, che sta per abbattersi sugli schermi cinematografici. Sì, perché dopo aver tentato la strada degli occhialini anni fa (qualcuno ricorderà “Lo squalo in 3D”, porcheria di proporzioni bibliche), rinunciando poco dopo per scarsa affezione da parte del pubblico, gli studios hanno deciso di rigiocare la carta, sfruttando tecnologie che un tempo non c’erano. Così, dai mondi di “Avatar” a quelli di “Alice nel paese delle meraviglie”, da “Piovono polpette” a “Dragon trainer”, tutto negli ultimi mesi è stato rigorosamente in 3D. E pare, così sci dicono, non abbiamo ancora visto niente: Toy Story 3, quindi “Shrek e vissero felici e contenti”, “Wings Club 3” e, verso Natale, “Rapunzel”, libera interpretazione di Raperonzolo, fiaba dei fratelli Grimm. Ma il terzo capitolo di “Toy Story”, la saga dei giocattoli che pensano, soffrono e amano, iniziata nel lontano 1995, resta comunque un evento di proporzioni planetarie. In America, nel solo week end di esordio nelle sale, “Toy Story 3, la grande fuga” ha incassato 110 milioni di dollari, entrando nella ristretta classifica dei primi tre cartoni animati della storia a raggiungere un simile traguardo. Ma c’è poco da stupirsi, se si conta che dietro questa massiccia operazione di marketing ci sono due colossi del divertimento come Disney e Pixar. Su bontà, sapienza e fiuto della prima è inutile dilungarsi, mentre i “Pixar
Quando Toy Story 3
CINEMA
il gioco si fa in 3D Terzo capitolo per le avventure di Woody e Buzz, fra tecnologie e operazioni che valgono milioni di dollari, doppiatori celebri e tanta allegria.
Animation Studios” rappresentano una delle più straordinarie realtà cinematografiche americane degli ultimi anni. Nati dalla fantasia di George Lucas (il papà di Guerre stellari), sono stati acquistati nel 1986 da Steve Jobs, il patron della Apple, che prima li ha fatti crescere di importanza e credibilità, e dieci
anni dopo esatti li ha venduti alla Walt Disney Company, mettendosi al sicuro per la pensione, nel caso l’Inps tardasse a depositargli la minima. Eppure, il terzo capitolo della storia del cowboy Woody e del commando interstellare Buzz Lightyear, ha avuto una gestazione impegnativa, malgrado un
budget a dir poco colossale: 200 milioni di dollari, roba che ormai nemmeno le grandi produzioni arrivano a chiedere. Ma a volte gli “sghei” non bastano e la prima sceneggiatura - curioso per un cartone animato - fu giudicata addirittura noiosa: Buzz finito in Taiwan per un malfunzionamento e Woody sulle sue tracce. E’ volata qualche parola, magari saltata qualche testa, ma il risultato fu che progetto rimase lì a decantare, per dare spazio ad altre operazioni, come “Ratatouille”, che nel frattempo fruttavano milioni di dollari. Poi, finalmente, la questione è sembrata imboccare la strada giusta, mettendo di fronte i giocattoli alla cosa più ovvia: la crescita di Andy, il bambino che li aveva ricevuti in dono anni prima e che oggi, al posto dei giochi preferisce le ragazze, e se proprio ha del tempo libero non lo passa certo chiuso nella sua cameretta a sparare con la bocca. Ma anche Andy ha un cuore, e proprio di
quei giocattoli non riesce a sbarazzarsene: li chiude in un sacchetto per metterli in soffitta, in attesa di un tempo che non tornerà più. In uno sprazzo di fanciullezza decide di portarsi all’università solo Woody, il preferito, un vecchio pupazzo cow boy con la cordicella dietro alla schiena che tirandola racconta di serpenti a sonagli e pistole pronte a sparare. Ma basta un attimo di distrazione e la mamma di Andy prende la busta dei giocattoli per donarli al Sunnyside daycare, un asilo infantile. Woody se ne accorge e li raggiunge quando ormai sono in auto, per convincerli che Andy non c’entra e non se ne sta disfando, si tratta solo di un disguido, ma non c’è tempo per altro: la mamma sale in macchina e anche il cow boy finisce nella scatola destinata all’asilo. Da lì in poi è un susseguirsi di malinconie e colpi di scena, con Woody che organizza la grande fuga per tornare a casa di Andy, la loro casa. Fra i personaggi non mancano Mr. e
Mrs. Potato, il dinosauro Rex, la cow girl Jessie, il cavallo Bullseye, il cane allungabile Slinky Dog, il porcellino salvadanaio Hamm, la pastorella Bo Peep e Sarge, il soldatino verde al comando di un piccolo esercito. E non mancano nemmeno i debutti eccellenti, come Barbie e Ken, gli eterni fidanzatini un po’ finti e mascelloni. Ma ai film di animazione serve anche un doppiaggio efficace, e spesso la gara ad accaparrarsi la voce è uno degli sport più in voga fra i divi di Hollywood. Anche per il terzo capitolo di Toy Story ha vinto la tradizione, con Tom Hanks a prestare le corde vocali a Woody e Tim Allen a Buzz. Nella versione italiana il primo è da sempre Fabrizio Frizzi, il secondo Massimo Dapporto. Accanto a loro Claudia Gerini, Fabio De Luigi, Giorgio Faletti, Riccardo Garrone e Gerry Scotti, a cui è toccata la parte di un telefono logorroico.
CINEMA
di Andrea Pestoni
Antonio Casanova Tutto, alla fine è una grande illusione
L
’incredibile storia del mago Antonio Casanova, tra ironia e magia, fra trucco e finzione, tra un incantesimo e una risata. Grazie alla sua simpatia, per non prenderlo troppo sul serio, fino ad una illusione, che ci induce a capire che anche la carriera televisiva di un mago è fatta di tante illusioni, di molte finzioni, ma anche di una grande magia. Che ci crediate o no poco importa. Tutto, alla fine, è una grande illusione.
C
Non si sceglie d'essere un mago, ma si scopre di avere predisposizione all'incanto: se facciamo il paragone con un musicista ecco è chiaro tutto; un musicista non sceglie di suonare uno strumento ma viene in qualche modo attratto da questo, fino al punto di trovarsi a suonarlo e neppure rendersi conto di come sia accaduto. Io ho lasciato che la mia vita mi portasse nella direzione che voleva, una direzione fatta per incantare occhi ed animi. Mi sono ritrovato sul palcoscenico. Nel girotondo delle cose accadute, dagli incontri alle casistiche, sono sempre stato indirizzato verso il mondo dell'illusionismo, passando dalla passione di mio nonno all'esortazioni a proseguire su questa strada, non verbali ma suggerite dagli eventi: dall'incontro con David Copperfield al successo televisivo. Sono figlio di ciò che non ho mai pensato di fare, ma che ho lasciato scegliesse per me.
© Nicola Allegri
i racconti gli inizi della sua carriera. Come mai, fra tante professioni artistiche, ha scelto quella del mago?
MAGIA &CO.
Q
uando si sono accesi su di lei i riflettori del grande schermo?
Prima di quello che si pensa. E' normale oggi credere che la mia carriera sia nata con “il cavallo di troia” usato da Striscia la notizia agli inizi e si sia poi dipanata fino ad oggi, con la mia rubrica televisiva settimanale degli “incantesimi di viaggio”. In verità avevo attraversato set di trasmissioni Europee con alcune illusioni particolarmente originali , come il pianoforte volante o lo specchio illusorio e avevo già partecipato come ospite fisso a Buona Domenica e al Maurizio Costanzo Show per due anni. Ma il riflettore acceso su di me non bastava a darmi popolarità. Andava conquistata, soffrendola magari, ma con una buona idea. E Antonio Ricci mi ha dato la possibilità che speravo.
U
na delle sue trasmissioni principali è Striscia la Notizia. Oltre a Michelle Hunziker, quali sono i suoi conduttori preferiti?
Michelle è un amica prima di tutto. Si è fidata di me per eseguire un trucco particolarmente difficile e che la costringeva ad affrontare la sua claustrofobia. L'abbiamo vinta insieme e lei, da quel giorno, ha cucito un indissolubile filo di amicizia sincera con me. Ezio è un altro amico, che mi stupisce sempre per la celerità con la quale riesce a creare situazioni divertenti o battute a braccio. Ma Valentino Picone è il presidente del mio fan club, pertanto gode del mio gradimento massimo. Non e'semplice e sopratutto è minato da un chiaro... conflitto d'interessi!
T
ornando alla sua carriera di mago, c’è un trucco che non è mai riuscito a portare a termine?
Molte idee nascono sull'entusiasmo di sperimentare una tecnica nuova o una particolarità di questo o quell'oggetto.
Ma non necessariamente sono possibili, solo probabili. Se si intende far svanire nel nulla la torre di Pisa si deve esser pronti ad incassare il colpo di accorgersi che il metodo funzionerebbe magari con un monumento diverso, basso e lungo per esempio. E così non si porta a termine quel determinato progetto e ci si sposta su quello nato di conseguenza. Personalmente sto ancora lavorando sulla 'Molla di Tesla'. Usare l'energia del fulmine per apparire contemporaneamente in due città lontane centinaia di chilometri. Sono già due anni che inseguo il metodo e che ancora non è pronto.
I
nvece quale è stata la magia che secondo lei ha maggiormente impressionato il pubblico?
un calciatore che segnava con le mani. Non e' un trucco di cui vantarsi.
P
arliamo invece di televisione: nei prossimi mesi in che trasmissioni vedremo il mago Casanova?
Ho un programma da presentare basato sulle illusioni e sui luoghi magici d'Italia. Ha avuto un buon battesimo su Italia Uno: si chiama il Codice Casanova. Vedremo se sarà pronto per l'autunno. Ma prima di tutto l'appuntamento sarà su Striscia, con questa nuova idea che trasformerà il sabato in una serie di eventi sempre diversi e imperdibili. Quindi preparatevi. La Magia sta per diventare realmente impossibile.
Probabilmente, per il fatto che ho messo a rischio davvero me stesso, la fuga dalla pagoda della morte, eseguita proprio nell'anniversario della morte di Houdini, la stessa sera, alla stessa ora. Da quel giorno in poi credo che il pubblico abbia sentito la differenza, o meglio, il cambio della mia direzione artistica.
P
er il futuro sta preparando qualche nuovo illusionismo?
A parte Tesla, di cui parlavamo prima, ho in mente di portare gli incantesimi di viaggio ad un livello tecnico impossibile da immaginare. Voglio eseguire ogni settimana un illusione che mi metta in condizione di sfruttare capacità magiche incredibili: dal camminare sui muri a sparire in tuffo da un aereo. Vedrete…
C
opperfield e Houdini: chi è il Maradona della magia?
Copperfield è l'uomo che ha modernizzato l'arte delle illusioni e Houdini l'uomo che ha reso la magia un simbolo e creato la mediaticità attorno ad essa. Entrambi sono due fuoriclasse, ma mi permetta, li considererei Pelé e Cruiff. Non nutro un amore così passionale per
Ritornano le avventure del giovane illusionista nato dalla penna del Mago Casanova…questa volta Nasha Blaze dovra’ difendersi dalle minacce degli Oscuri e scoprira’ per la prima volta il tenero sentimento dell’amore. Antonio Casanova, il celebre inviato magico di Striscia, prosegue con successo la sua avventura come scrittore per ragazzi dopo Nasha Blaze e il mondo segreto e in questo secondo capitolo della sua serie inserisce il cameo di un suo alterego, il mago Desmond, capace come lui di replicare le illusioni del grande Houdini.
Autore: Antonio Casanova Titolo: Nasha Blaze nella Bottega dei Prodigi Prezzo: 17,00 Euro Età: dai 9 anni
AUTO
d i Alberto Fiori
V
All’ultimo
MINUTO Guida semiseria ai controlli estivi: cosa fare, quando, dove e come mettere mano alla propria auto prima di partire per le ferie. Per evitarsi brutte sorprese.
a preso come il controllo annuale dal dentista, una cosa da fare e basta, evitando le lamentele. Quindi zitti e pedalare verso il garage, scovando fra i propri impegni quei pochi (pochissimi) minuti necessari per la piccola serie di controlli da fare alla propria auto all’inizio di ogni stagione. Una sequenza di azioni che, come ricorda ogni manuale e ogni servizio del telegiornale, “possono addirittura salvare la vita”. Per cominciare e prenderci gusto, non è male un veloce controllo al liquido del radiatore: per farlo, è sufficiente un’occhiata all’apposita vaschetta trasparente, creata sui moderni impianti per compensare la dilatazione del liquido. Guardando bene, sarà facile individuare alcune tacche di riferimento che servono per capire se è necessario o meno il rabbocco del liquido. A proposito: l’operazione va eseguita a motore spento e soprattutto freddo, pena un’estate di degenza nei reparti grandi ustionati. Lo stesso vale per l’olio motore (motore spento ed auto preferibilmente parcheggiata in piano, please). Su questo genere di operazione, almeno, da tempo immemore il procedimento è sempre lo stesso: si estrae l’astina (attenzione, su alcuni modelli può essere inglobata nel tappo stesso del serbatoio), la si pulisce con uno straccio e si infila nuovamente fino in fondo. Chi si ricorda, o è più diligente, può anche approfittarne per guardare con attenzione l’asticella alla ricerca di perdite o trafilaggi d’olio. Nella serie dei controlli dei liquidi, fondamentale è quello dei freni: l’olio che non deve mai e poi mai scendere al di sotto del livello minimo indicato sulla vaschetta. Il rabbocco va fatto con un liquido che rispetti le stesse specifiche, e per scoprire di quale si tratta, è stato creato il libretto di uso e manutenzione. Per finire, poco prima di chiudere il cofano, occhiatina finale alla vaschetta per il liquido detergente per i cristalli. Scoprire di non averne più, e impastare il vetro di polvere e insetti, è un’esperienza sconsigliabile.
Passando all’esterno, non guasta mai una rapida occhiata alle spazzole dei tergicristalli, dettaglio di cui in genere si scopre la necessità solo nel momento dell’uso (ovvero sotto acquazzoni estivi improvvisi e violentissimi). E non è affatto male, vista la stagionalità, pensare di portarsi appresso una piccola serie di prodotti spray oggi disponibili ovunque, come ad esempio le bombolette per la pulizia dei cristalli (alcuni dotati di liquidi adatti a rimuovere quel che resta degli insetti), un trattamento antimacchia per i sedili (pensando alla facilità con cui i gelati d’estate si sciolgono), e per finire un lubrificante/sbloccante, utile e fondamentale in qualsiasi stagione. Riemergendo dal cofano, non è da dimenticare il controllo dei pneumatici, magari pensando ad una rotazione avanti/dietro degli stessi (in base all’usura). La buona abitudine parte da un rapido controllo visivo, e prosegue con la presenza a bordo di uno spray per la riparazione d’emergenza, specie in considerazione del fatto che ormai quasi tutte le auto montano pneumatici tubeless, privi di camera d’aria. Dopo tutti questi controlli la nostra auto ci sarà riconoscente e se volessimo anche farle un leggero lifting, eliminando qualche graffio e l’opacità della carrozzeria con un piccolo intervento da un carrozziere specializzato, ci sarà grata per tutto il resto della sua vita. Visto? Nulla di difficile, a volte è peggio l’idea della realtà. Anche perché non sappiamo come dirlo, ma adesso arriva l’altra notizia, quella che finora avevamo cercato di evitare: tornando dalle ferie, specie per chi è andato in zone di mare, sarebbe buona norma un altro controllo, seguito da un bel lavaggio profondo, per togliere salsedine e residui salmastri dalla carrozzeria e dal fondo dell’auto. Chi proprio non ha voglia di farlo di persona, può dirigersi verso il più vicino autolavaggio. Ma solo per questa volta, sia chiaro.
INTERVISTA
DISTRIBUZIONE
Pavia e Lodi
a cura di Laura Steffanini titolare del "Ristorante Rossarola"
chicchi di riso al pesto di pistacchio 1
Preparazione
Ingredienti per 4 persone 350 gr. di riso 100 gr. di spinaci lessati 200 gr. di pistacchi una cipolla, uno spicchio d'aglio 30 gr di burro 1/2 bicchiere di vino bianco secco olio extravergine d'oliva sale, basilico
Difficoltà
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tritate la cipolla finemente e fatela appassire con un po’ dì burro e due cucchiai d’olio (fig. 1) unite gli spinaci tritati, lasciateli insaporire poi amalgamatevi il riso (fig. 2) irrorate con il vino bianco e lasciatelo evaporare sul fuoco, unite il brodo e mescolate
nel frattempo pestate i pistacchi insieme a due cucchiai d’olio, aggiungete lo spicchio d’aglio schiacciato fino a quando non otterrete una salsa densa che amalgamerete con il basilico (fig. 3)
2
3
•
mantecare il risotto con il burro, unite il pesto dì pistacchi e parmigiano
CUCINA &CO.
la titolare Laura Steffanini nasce a Busto Arsizio il 23 marzo 1960. Dopo aver fatto per anni la cliente di ristoranti amando la buona cucina, ha voluto portare avanti la passione iniziata da suo marito Carlo, gestendo il ristorante, aperto da pochi anni nella loro abitazione in Oltrepò Pavese, in modo da poter offrire ai suoi clienti genuinità, semplicità e cordialità in un ambiente familiare: quell’insieme di qualità che lei ha sempre ricercato nei ristoranti che andava frequentando!
AKBAR
eleganza e originalità Andare a trovare il sig. AKBARI in Via Palestro 5/7 a Stradella (Pv) è una delle esperienze più ricche e stimolanti per chi ama la cultura dei tappeti, in particolare quelli persiani e caucasici e specialmente quelli anatolici: tappeti raffinatissimi e annodati con un altissimo livello qualitativo, a testimonianza di una tradizione con radici lontanissime. Akbar Tappeti Pregiati è un negozio che ospita al suo interno una vasta rassegna di quelle incredibili “opere d’arte” che sono i tappeti orientali, fornendo al cliente il massimo supporto
all’insegna della massima trasparenza. I tappeti di Akbar Tappeti Pregiati sono quanto di meglio si possa adattare a qualunque esigenza di arredamento (dal moderno al tradizionale) e sono indubbiamente uno degli elementi decorativi che rendono unica una casa, (o ambiente lavorativo) che troverà così la sua caratterizzazione con l’eleganza, l’originalità ed il grande gusto del particolare. La consulenza del sig. AKBARI saprà, inoltre, guidarvi egregiamente verso la scelta più adatta alle vostre esigenze.
ATTUALITÀ