Mark ZUCKERBERG
SPECIALe cigognola fashion
ambiente lo SkyCycle di londra
le novità dell’Haute couture per l’estate
Wellness
viaggi
ridere per ricordare
emozioni low cost
Euridice Axen “Fatemi fare la cattiva”
Anno 08 | giugno/luglio ‘14 | COPIA GRATUITA
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sommario
Anno 08 | Giugno/Luglio '14 Bimestrale a diffusione gratuita REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI PAVIA Pavia Court Registration n. 675 del 18/03/2007 INIZIATIVA EDITORIALE DI An editorial iniziative by ADVERUM SRL DIRETTORE RESPONSABILE Editor BEPPE VIETTI direttore@andcomagazine.it PROGETTO EDITORIALE Research editor GERMANO LONGO
10
squinzi: sì alle riforme, ora tocca a renzi
10 Marketing
i 30 anni di mark zuckerberg
DIREZIONE ARTISTICA Art director PAOLO ARMANI
12 Attualità
20
SEGRETERIA DI REDAZIONE Editorial support team CATIA MORETTI redazione@andcomagazine.it redazione Research and material DIROTTI GIUDITTA | Frisa Pier FilipPO LEGGIERI GIUSEPPINA | LIGUORI DANILA LONGO GERMANO | LUVINO ILENIA MOLLO ANNA | Pestoni Andrea PILATO MARIANNA | RAPPARELLI SIMONA SPALLA STEFANO web master MAXIMILIANO DI GIOVANNI
14 Cover Story
euridice axen
lo “skycycle” di londra
20 Speciale
cigognola
32
30 pensieri incontinenti
la grande fuga
32 food
pizza, orgoglio italiano
34 lifestyle
stacca la spina, coltiva i tuoi hobbies
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STAMPA Printed by Tipografica DERTHONA SRL Strada Vicinale Ribrocca 6/5 15057 Tortona (AL)
alitalia-etihad: pronti per il decollo?
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PUBBLICITà Advertising ADVERUM SRL marketing@andcomagazine.it
decreto poletti
8 Impresa
CONSULENTE EDITORIALE Publishing ddviser STEFANO SPALLA
GRAFICA PUBBLICITARIA Advertising art director NICOLò CANNIZZARO
6 Economia
36 wellness
42
smile
38 Fashion
le novità proposte dall’haute couture per l’estate 2014
42 costume società
estati calde, amori tiepidi
44 viaggi Adverum srl Sede legale: Via Robecchi Brichetti 40 - Pavia Tel. 0382/30.98.26 - fax 0382/30.86.72 Sede Amministrativa: V. Montebello 14 - Voghera (PV) www.andcomagazine.it www.andcomagazine.com E-mail: info@adverum.net Vieni a trovarci anche su
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editoriale giugno luglio 2014 DIRETTORE responsabile Beppe Vietti
PIT STOP VACANZE
La crisi incide anche sulle vacanze estive e le difficoltà economiche degli italiani non permettono di andare in vacanza tranquillamente. Le previsioni informano che oltre un italiano su cento non sa se andrà in vacanza quest’estate, mentre un altro 28% ha già deciso che non si concederà alcun periodo di riposo. Gli altri, nella maggior parte dei casi (71%), sceglieranno una meta nazionale. La spesa complessiva degli italiani per le vacanze nell’estate 2014 si è ridotta di circa 10 miliardi per effetto di un calo delle partenze e di un taglio del 25 per cento del budget, rispetto all’inizio della crisi nel 2008 quando era pari a € 1.056 per persona. Il calo del fatturato riguarda soprattutto i servizi di alloggio e quelli di ristorazione ma sono coinvolte anche le attività di divertimento, culturali e naturalistiche con un impatto notevole sul piano occupazionale, in un difficile momento di crisi. A compensare parzialmente il dato negativo sono le spese dei turisti stranieri stimate in aumento rispetto all’inizio della crisi e che rappresentano circa il 40 per cento del totale delle presenze turistiche in Italia durante l’anno. Il taglio del budget disponibile per le vacanze degli italiani è avvenuto con la riduzione della durata, con risparmi sugli alloggi e nella ristorazione ma anche con il cambiamento delle tradizionali mete. In controtendenza rispetto all’andamento generale dall’inizio della crisi cresce il turismo ecologico nei parchi, nelle oasi, nelle riserve e nelle aree verdi con previsioni positive di aumento anche per il 2014. L’Italia può contare su ben ottocentosettantuno parchi e aree protette presenti che coprono ben il 10% del territorio nazionale ma a spingere un numero maggiore di turisti verso la natura è anche la presenza in Italia della più grande varietà di percorsi turistici legati all’enogastronomia con oltre ventimila agriturismi, milleduecento mercati degli agricoltori di Campagna Amica “aperti al pubblico” per acquistare prodotti enogastronomici. Indipendentemente dalle mete o dalla crisi, il cambiamento repentino delle nostre abitudini quotidiane può generare sbalzi di umore e situazioni stressanti, per cui godetevi lo “stop and go” senza preoccuparvi troppo, perché ironicamente tra qualche mese è già Natale, quindi le vacanze sono di nuovo vicine. Riprendere la monotonia lavorativa evitando periodi depressivi non è impossibile, bastano semplici accorgimenti e tranquillità post vacanze.
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Economia
DECRETO
POLETTI L
avoratori, udite udite: novità in corso per i contratti a termine e l’apprendistato. Il decreto Poletti, che prende il nome dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, è stato infatti convertito in legge il 16 maggio 2014.
ECCO COME CAMBIA IL MONDO DEL LAVORO di Ilenia Luvino 6| giugno/luglio ‘14
contratti a termine
Primo step: scompare l’obbligo della causale. Cade l’obbligo per i datori di lavoro di specificare la motivazione per cui il dipendente è stato assunto con contratto a termine. Altro cambiamento riguarda la durata: l’assunzione a termine senza causale potrà durare sino a un massimo di 36 mesi, a fronte dei 12 precedentemente previsti. Nel corso dei tre anni poi, il contratto a tempo determinato potrà essere rinnovato per un numero massimo di 5 volte. Altri cambiamenti in vista per il numero dei dipendenti da poter assumere per ogni azienda. Se il datore di lavoro non rispetta il tetto previsto per i lavoratori con contratto a termine, pari al 20%, dovrà pagare una sanzione in denaro. La multa sarà meno impegnativa, e cioè pari al 20% dello stipendio dei dipendenti in eccesso, se si resta entro il 21%. In caso di sforamento oltre il 21%, la sanzione salirà al 50% delle retribuzioni. Il limite del 20% non verrà però applicato in due casi: per le assunzioni effettuate dagli enti di
ricerca, per l’attività particolare che svolgono, e per le imprese con meno di 5 addetti. Entro il prossimo 31 dicembre, le aziende dovranno infine adeguarsi alle nuove norme, anche per le assunzioni a termine già in corso. Per quanto riguarda le donne in gravidanza, il diritto di precedenza nelle assunzioni dovrà essere espressamente indicato nel contratto a termine.
se disponibili, e cioè 1,4 miliardi su 1,5 miliardi. Partecipare è facile e lo si può fare fino al 31 dicembre 2015: i giovani possono aderire all’iniziativa attraverso il sito web nazionale www.garanziagiovani. gov.it o i siti attivati dalle Regioni. Dopo l’iscrizione, sarà la Regione ad occuparsi del giovane, il quale riceverà opportunità tra apprendistato, inserimento al lavoro, tirocinio, servizio civile, e altro ancora. Dopo appena 15 giorni dalla partenza del nuovo progetto, Poletti ha annunciato che ci sono già stati 5000 iscritti: “Mi sembra un buon risultato”, ha commentato il ministro. 7
apprendistato
Maggiore flessibilità per il contratto di apprendistato: da sottolineare la possibilità per le aziende di assumere dei giovani con contratto da apprendista anche per brevi periodi, cioè per il cosiddetto lavoro stagionale. Per garantire questa opportunità alle aziende però, è necessaria la collaborazione delle amministrazioni regionali. Queste ultime infatti, saranno tenute ad elaborare un sistema di formazione basato sull’alternanza scuola-lavoro. Per le imprese con più di 50 unità che utilizzano dei contratti di apprendistato, sarà inoltre previsto l’obbligo di stabilizzare almeno il 20% degli apprendisti al termine del periodo di formazione. Le Regioni dovranno poi curare il piano di formazione pubblica per l’apprendista: entro 45 giorni, dovranno comunicare all’azienda le modalità e i calendari di svolgimento dei programmi di training professionale.
al via il piano garanzia giovani
In tema di lavoro, non si può non parlare di giovani. E’ partito infatti il primo maggio il piano Garanzia giovani, il cui obiettivo è offrire un’opportunità di lavoro e di formazione ai giovani dai 15 ai 29 anni, i cosiddetti Neet (né occupati, né studenti). Si tratta di un piano finanziato per 1,5 miliardi di euro, di cui 567 milioni dalla Youth Employment Initiative, 567 dal Fondo Sociale Europeo e 379 di cofinanziamento nazionale. Alle Regioni spetta la gestione della quasi totalità delle risor-
focus impresa
SQUINZI: Sì ALLE RIFORME, ORA TOCCA A RENZI Non ci sono più “paraventi dove nascondersi” di Danila Liguori
8| giugno/luglio ‘14
R
enzi, “a questo punto, deve fare le riforme”. Queste le parole del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervistato al 44esimo convegno dei Giovani imprenditori dell’associazione. Il numero uno degli industriali ha idee molto precise sul futuro del Bel Pese: sì alle riforme, ma solo se immediate; tolleranza zero ai corrotti e alla corruzione; presto un contratto a tempo indeterminato con le “giuste flessibilità”.
subito le riforme
Sul tema riforme, Squinzi sostiene che debbano essere “fatte adesso, subito, nei prossimi mesi, o la possibilità di ripartire e di creare lavoro per i giovani rimarrà una illusione, faremo solo qualcosa che non sarà risolutivo per il Paese. Noi ci crediamo, siamo pronti a dare il nostro contributo”, spiega il presidente, che conclude: “Renzi ha le condizioni e la giusta energia per farlo, è chiaro che ci sono dei tempi tecnici di realizzazione, ma la nostra aspettativa è molto alta. Si tratta della partita del nostro futuro”.
no alla corruzione
Tolleranza zero nei confronti di chi fa della corruzione uno strumento di lavoro: “Confindustria non può e non deve avere nessun tipo di tolleranza verso chi imbocca scorciatoie, senza sconti e con determinazione totale, anche nell’interesse delle aziende”. I regolamenti ci sono: vanno applicati “senza alcun tipo di scorciatoia, senza sconti: è nell’interesse delle nostre aziende”. Squinzi ricorda l’esperienza con Mapei nel ciclismo: “Siamo usciti nel 2002 perché non accettavamo più alcune pratiche e abbiamo avuto ragione quando è uscito fuori tutto il sistema dietro. Nel calcio la stessa cosa. Dobbiamo radere al suolo qualsiasi tolleranza”.
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i contratti
Per quanto riguarda la questione contratti, quello a termine è definito da Squinzi come un aperitivo: “Lo considero una prima tranche, un po’ come un aperitivo, di una riforma complessiva che deve essere fatta sul mercato del lavoro nel nostro Paese”, sostiene infatti il numero uno di Confindustria che aggiunge poi: “Sono passi nella direzione giusta, ma bisogna andare avanti. Ora dobbiamo rivedere completamente il quadro delle relazioni industriali nel nostro Paese”. Il contratto a tempo indeterminato invece, “deve essere conveniente in modo anche che le imprese non cerchino alternative. Noi imprenditori non ci divertiamo certo a buttare fuori collaboratori”. Sì infine alla concertazione, ma solo in parte: “Non sono mai stato un tifoso della concertazione, da imprenditore e da presidente di Confindustria non sento alcun coinvolgimento con le pratiche del passato: è giusto confrontarsi e dialogare, ma anche capire che i tempi sono cambiati. Io non sono mai stato affezionato alla concertazione, anche perché penso che è bene ascoltare tutti ma alla fine sia uno solo a decidere. Lo faccio anche nella mia azienda, sono l’amministratore unico”. 7
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Marketing
I 30 ANNI DI MARK ZUCKERBERG STORIA DI UN GIOVANE MILIONARIO di Danila Liguori
LE ORIGINI
Famiglia di origini ebraiche, padre dentista, madre psichiatra. Tre sorelle, un’adolescenza come tante. Poi, ad Harvard, la svolta. Il lentigginoso ragazzo di White Plains da comune bruco diventa una meravigliosa farfalla. E’ durante i suoi studi nella prestigiosa Università di Cambridge infatti, che Marc Zuckerberg diventa uno dei più giovani milionari al mondo.
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NASCITA E SVILUPPO DI FACEBOOK
Al 4 febbraio 2004 si fa risalire la nascita del noto social network, inizialmente chiamato “The Facebook”, da un’idea dello stesso Zuckerberg, oggi amministratore delegato, ed Eduardo Saverin, con l’aiuto del bravissimo informatico Andrew McCollum, insieme ai compagni di stanza
Dustin Moskovitz e Chris Hughes. La piattaforma, nata come fonte di comunicazione tra gli studenti di Harvard, fu tale finché Mark, con l’aiuto del suo compagno di stanza Dustin Moskovitz, non decise di ampliarlo ad altre università: Stanford University, Dartmouth College, Columbia University, Università di New York,Cornell University, università della Pennsylvania, Università Brown, Università di Yale e altre ancora. Dopo i primi successi del social, Zuckerberg si trasferisce a Palo Alto, California, con Moskovitz e altri amici, dove poi conosce Peter Thiel, che decide di investire nella compagnia. La crescita è tale che il 21 luglio 2010 Zuckerberg annuncia che la compagnia ha raggiunto i 500 milioni di utenti.
CONTROVERSIE LEGALI
La scalata al successo di Marc Zuckerberg e della sua “creatura” è stata ovviamente ostacolata da alcune controversie di tipo legale. La prima risale al febbraio del 2008 quando, i gemelli Cameron e Tyler Winklevoss, intentano una causa civile contro Mark Zuckerberg, per furto di proprietà intellettuale. A fronte di una richiesta di 600 milioni di dollari, ne ottengono 65. Quattro anni prima i fratelli
di Saverin come co-fondatore di Facebook. Saverin in seguito alla composizione formale ed economica del contenzioso con Facebook, firma con Facebook un accordo di riservatezza sui termini della causa, che restano quindi non noti.
avevano avuto l’idea di un social network universitario per gli studenti di Harvard, l’ HarvardConnection, diventato poi ConnectU, del quale Zuckerberg doveva svilupparne il profilo tecnico. Da qui l’idea di Marc per “The Facebook”, insieme al compagno Eduardo Saverin, con il quale nascerà una seconda battaglia legale. Secondo alcuni documenti, Saverin avrebbe detenuto, inizialmente, il 30% della società; tuttavia, durante un viaggio a New York in cerca di nuovi investitori, Zuckerberg decide di stringere accordi con alcuni venture capitalist californiani, dai quali scaturisce una riduzione della partecipazione percentuale di Saverin. E’ per questo che Eduardo Saverin intenta una causa nei confronti di Facebook e Zuckerberg. In seguito al dibattimento, la compagnia riconosce pubblicamente il titolo
FACEBOOK OGGI: UN AFFARE DA MILIONI DI EURO
La rivista inglese Vanity Fair ha posizionato Zuckerberg al 1º posto nella sua classifica delle “100 persone più influenti dell’Era dell’Informazione” del 2010, mentre lo scrittore statunitense Ben Mezrich, pubblica il libro “Miliardari per caso - L’invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento”. Da tale libro viene poi tratto il film “The Social Network”, diretto da David Fincher e distribuito nel 2010. A 30 anni il bilancio di Marc Zuckerberg è decisamente positivo oltre ogni aspettativa. Da sottolineare che, nonostante il successo di Facebook, Zuckerberg il 19 febbraio 2014 compra per 19 miliardi di dollari la famosissima applicazione per smartphone WhatsApp, ampliando le sue frontiere della comunicazione. Le menti geniali non dormono mai. 7
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Attualità
ALITALIA-ETIHAD: PRONTI PER IL DECOLLO? la pista è sgombra, i motori sono avviati, il rullaggio è stato effettuato. Manca solo l’accordo definitivo per il decollo dell’operazione di Ilenia Luvino
A
litalia-Etihad: la pista è sgombra, i motori sono avviati, il rullaggio è stato effettuato. Manca solo l’accordo definitivo per il decollo dell’operazione. Il consiglio di amministrazione di Alitalia esprime “apprezzamento” per la proposta di Etihad e delega i vertici della compagnia, “a proseguire le trattative finalizzate alla stesura di un accordo definitivo con la compagnia emiratina”. Dubbi e perplessità ri-
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guardano soprattutto l’impatto sul territorio che potrebbe avere tale affare: quali le conseguenze per i lavoratori? Cosa ne pensano i sindacati e le banche? E soprattutto: qual è il destino di Malpensa?
Esuberi in vista
Il bilancio dell’affare al momento non è certamente positivo per i dipendenti. Sono previsti infatti più di 2000 esuberi, cifra confermata dal ministro Poletti, che spiega: “La regia sarà sotto il Ministero dei Trasporti, mentre il Lavoro sarà a disposizione per la parte sugli ammortizzatori sociali”. La conferma arriva anche dall’amministratore delegato del gruppo Gabriele Del Torchio, che parla di una “ristrutturazione dolorosa” e si dice fiducioso
sull’accordo con la compagnia emiratina, che investirà 560 milioni: per chiudere ci vuole ormai “solo qualche settimana. Non stiamo vendendo la compagnia ai potenziali partner di Abu Dhabi; ci alleiamo con loro per mettere a fattor comune le sinergie: l’accordo ci permetterà di affrontare con maggior serenità il futuro”.
allarme piloti
Nel frattempo la Uiltrasporti lancia l’allarme piloti che, preoccupati dagli esuberi e allettati dalle offerte delle compagnie straniere, lasciano Alitalia: in un anno ne sono usciti un centinaio e nelle ultime settimane si registrano 4-5 dimissioni a settimana, come spiega il coordinatore piloti Ivan Viglietti.
la reazione dei sindacati
I sindacati intanto non si sbilanciano, almeno non tutti. “Continuo a leggere i giornali, finché non avremo preso visione del piano industriale non faremo alcun commento”, ha affermato infatti nei giorni scorsi il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. Più forte la voce del segretario generale della Uil Luigi Angeletti, che afferma: “Vogliamo vedere il progetto industriale che la nuova compagnia si propone. Quando saremo in grado di capire se ha un futuro e quali conseguenze può avere sull’occupazione ovviamente discuteremo, con l’obiettivo di difendere i posti di lavoro». Duro anche il segretario nazionale della Filt-Cgil, Mauro Rossi: “Come da copione il ministro del Lavoro spara numeri su esuberi, serve un confronto sul piano o saranno guai. No ai licenziamenti”.
questione Malpensa
Oltre quella dei dipendenti, la questione più nodosa riguarda l’aeroporto di Malpensa. Sarà davvero destinato ad essere solo una scalo per merci? La frenata arrivata immediata da Alitalia con una nota ufficiale: “Smentiamo categoricamente la notizia di una qualsivoglia volontà di chiudere o ridurre le sue attività all’aeroporto di Milano Malpensa”. Alitalia sottolinea poi “l’intenzione, nell’ambito delle trattative per l’ingresso di Etihad, di rafforzare la presenza della compagnia nell’aeroporto di Malpensa attraverso una crescita dell’attività cargo e un incremento dei voli intercontinentali anche in occasione del prossimo Expo che, come dimostra il recente accordo Italiani nel mondo, vede Alitalia in prima linea a supportare l’iniziativa”. A frenare le voci sulla questione Maplensa è anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi: “Sono stupito dai commenti sul piano industriale per Alitalia da parte di molti che
dimostrano di non averlo letto e inseguono voci che sembrano dettate da chi non vuole che l’accordo con Etihad vada in porto. Faccio solo una domanda a tutti: passare da 11 frequenze settimanali a 25, più che raddoppiando i voli, vuol dire ridimensionare Malpensa o rilanciare? Malpensa e Fiumicino sono i due grandi hub su cui punta il piano industriale di Alitalia/Etihad. Da questo accordo può solo venire incremento e sviluppo per tutto il sistema aeroportuale italiano”.
le banche e il debito
Quanto al debito, è ancora in corso la trattativa con le banche, e cioè Intesa, Unicredit, Mps e Popolare di Sondrio, come confermato anche dal presidente del collegio sindacale di Alitalia Tommaso Di Tanno. La soluzione su cui si sta lavorando per la rinegoziazione dei 565 milioni di debito chiesti da Etihad, prevede la cancellazione di un terzo e la conversione dei restanti due terzi. Soluzione pare poco gradita alle banche più piccole, Mps e Popolare di Sondrio, entrambe esposte per circa 90 milioni. E intanto di Intesa SanPaolo, primo azionista (20,59%) di Alitalia e maggior creditore (280 milioni di esposizione), parla l’amministratore delegato Carlo Messina: “Alitalia è un grande progetto industriale che, se come previsto, tornerà a generare utili al 2017, sarà un’opportunità per tutti gli azionisti attuali e futuri: a partire da un arco temporale in cui genererà utili, c’è la possibilità per noi di uscire dall’azionariato”, spiegando che il disimpegno sarà quindi “non prima del 2017”.
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L’Europa intanto avverte: “La maggioranza della compagnia aerea deve essere in mani europee, così come il suo controllo. In caso contrario l’Italia violerebbe il regolamento 1008/2008”, spiega il portavoce del commissario Ue ai Trasporti Kallas su Alitalia-Ethiad, rimandando alle autorità italiane il compito di “valutare e garantire il rispetto della norma”. 7
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ONE WAY (OR ANOTHER) È CRESCIUTA SUPERANDO COSE CHE FORTIFICANO IL CARATTERE E OGGI AFFRONTA LA CARRIERA SENZA TIMORE DI PASSARE DAL TEATRO IMPEGNATO ALLE SERIE TV. DOVE FA LA DURA, LA CATTIVA, SPARA E A VOLTE SI INNAMORA di germano Longo
14| giugno/luglio ‘14
A
ll’anagrafe il nome completo è Euridice Evita. Due nomi impegnativi assai: il primo, come la ninfa della mitologia greca associata al mito di Orfeo, il secondo che riporta invece a Evita Peron, la moglie del presidente argentino che non esitò a battersi per i più deboli. In fondo lo dicevano i latini: “nomen omen”, ognuno si porta dietro qualcosa del nome che gli danno quando viene al mondo. Euridice Evita Axen è la figlia dell’attrice svedese Eva Axen, che in “Suspiria” di Dario Argento inaugura una lunga scia di morti ammazzati, e di Adalberto Maria Merli, attore e doppiatore che in realtà non l’ha mai riconosciuta legalmente. Eccolo lì, il primo sgambetto della vita in cui due caratteri forti come quelli di Euridice ed Evita tornano utili per non mollare: si cade e a volte si muore un po’ dentro, certo, ma è solo un incidente per rialzarsi e tornare a correre. Debutta sul palcoscenico nel 2003 con “Il Minotauro”, diretta da Fiammetta Bianconi, insegnante di interpretazione e costruzione del personaggio all’Accademia Internazionale del Teatro di Roma. Neanche tre anni dopo è già alla corte di Gabriele Lavia, che la vuole nello psicanalitico “Memorie del sottosuolo” di Dostoevskij. Un anno appena ed è la volta del “Matrimonio”, questa volta di Cechov, con la regia di Fabio Poggiali. Ma Euridice è una bella ragazza bionda, e la televisione certe cose non se le lascia sfuggire facilmente: dopo i classici che significano impegno, ma anche imparare a lavorare sui personaggi, arriva “CentoVetrine”, celebre soap italiana trasmessa dal 2001, dove Euridice diventa Monica Graziosi. Non è che l’antipasto: “Vivere”, “Medicina generale” e “R.I.S. Roma – delitti imperfetti”, che per lei significa Lucia Brancato, tosto capitano dei Carabinieri. Ancora televisione con “Cugino & Cugino”, al fianco di Giulio Scarpati e Nino Frassica, e “Le tre rose di Eva”, dove prestare il volto a quella con un carattere forte le riesce bene. Ovvio. 5
giugno/luglio ‘14 |15
degli attori in pausa e della magia del cinema, ed io che ero piccola sognavo ad occhi aperti. Una volta mi ha anche portata su un set, che non ricordo quale fosse: ho mangiato dallo stesso “cestino” degli attori ed ero felice. E questo è l’inizio della storia. Poi arriva la decisione di fare l’attrice: papà, mamma e perfino nonno avranno pur detto qualcosa, no? Mi hanno detto di lasciar perdere, di fare altro perché quello dello spettacolo è un mondo strano, abitato da gente che a volte sembra fuggita da un centro di igiene mentale. Avevano ragione, ma per dirla in un solo concetto io me ne frego. Tiro dritto per la mia strada e tanti saluti. Da quello che ci risulta hai iniziato con la pubblicità dei cereali Kellogg’s, è vero? Confermo. Ma non ero una bambina, avevo più o meno una ventina d’anni. E dirò di più: dopo Kellogg’s mi sono “esibita” anche nello smacchiatore “Vanish”. Invece in che periodo sei diventata “Miss Ladispoli”? Ma chi vi ha detto queste cose? Avevo sei anni, frequentavo un campo scuola estivo ed un giorno ho conquistato tutte le fasce che c’erano in palio: miss simpatia, miss sorriso, miss non mi ricordo più e per finire miss Ladispoli.
Perdonaci la domanda, te l’avranno già fatta migliaia di volte: padre e madre attori vuol dire essere condannati al mestiere dello spettacolo? No, e perché mai? Anzi, posso dire addirittura che per me non è stato così. La colpa è di mio nonno, che lavorava a Cinecittà come arredatore e scenografo per diversi registi del calibro di Fellini. Mi raccontava dei set grandiosi,
16| giugno/luglio ‘14
Secondo la tua biografia sei attrice di teatro, radio, televisione e cinema, più doppiatrice. Ma dove ti sei sentita più a tuo agio? Dove sono stata bene, senza distinzioni fra teatro, cinema o televisione, perché considero tutto una parte di questo mestiere. Io non ho problemi a passare attraverso le occasioni più diverse: dopo Lavia ho fatto CentroVetrine e tutti mi chiedevano “ma come fai?” e io rispondevo “a fare che?”, sono un’attrice, è il mio lavoro, non capisco qual è il problema.
FIGLIA D’ARTE In queste pagine, alcune belle immagini di Euridice sui set di lavori televisivi che ha interpretato ed altre in compagnia di colleghi: qui sotto è con Roberto Farnesi, suo collega ne “Le tre rose di Eva”, in cui la bionda attrice romana interpreta una donna malvagia. Nella pagina a fianco è invece in compagnia di Simone Montedoro, suo partner in teatro nella commedia romantica “L’amore è come un gelato”.
E invece a fare la cattiva di le “Tre rose di Eva?” Divertente da morire… adoro i personaggi estremi, perché puoi giocare e costruire tantissimo. Sta per partire la terza stagione e gli autori ci hanno confessato che hanno in mente di osare sempre di più… In un’intervista hai dichiarato di esserti pentita di non aver avuto più coraggio in alcune occasioni… Cioè?
Fra tante soap e serie TV di successo, ce n’è una che ti ha divertito di più? I RIS direi, perché lì le donne non sono sexy ma sparano, inseguono e arrestano. Sono toste, come piace a me.
L’ho detto, è vero. È che caratterialmente penso sempre alle conseguenze e mi trattengo. Ma è sbagliato. Hai anche detto di essere molto brava a consolarti da sola. Sono una che sa tenere botta, come si dice: credo di avere una discreta struttura mentale che mi permette di superare prove difficili. È arrivato il momento di chiederlo: dove vuole arrivare Euridice Axen? Questo non lo so. Ho vissuto anni con una grande voglia di affermazione. Ma oggi non mi lamento di quel che è stato fin qui, anche
perché mi rendo conto che viviamo in un paese messo non tanto bene. L’ultima cosa: è vero che stai scrivendo la sceneggiatura di un film horror? L’ho iniziato, è più un thriller però, che ho interrotto perché mi sono fatta prendere dalla scrittura di un romanzo. Nel frattempo sto per dirigere il mio primo cortometraggio da regista. Farò tutto, io non mi arrendo mai. 7
giugno/luglio ‘14 |17
ambiente LO “SkyCycle” DI LONDRA
Su per il
tubo
Ci vorrà un po’ di tempo, ma un avveniristico progetto sta per cambiare per sempre il volto della capitale inglese: oltre 200 km di percorsi ciclabili a distanza di sicurezza dal suolo di Germano Longo
18| giugno/luglio ‘14
“
Il problema di Palermo è il traffico”, diceva ironicamente Paolo Bonacelli a Roberto Benigni in “Johnny Stecchino”, celebre pellicola del 1991. E nessuno al momento sa se Boris Johnson, biondissimo sindaco di Londra, proprio da quella battuta abbia in qualche modo tratto ispirazione. Sta di fatto che il traffico è un proble-
ma ovunque, da Palermo a Londra e perfino oltre, ma qualcuno ce la sta mettendo tutta per usare la testa e tentare di risolvere la faccenda. Boris il biondo, ad esempio, ha da poco messo la sua firma su un progetto avveniristico, primo al mondo di cui si abbia notizia, battezzato “SkyCycle”. Alle spalle c’è la spremuta di materia grigia di un pool di studi pieni zeppi di architetti, ingegneri e urbanisti di gran nome (Exterior Architecture, Foster&Partners, Space Syntax), chiamati a dare vita a qualcosa che fino a pochi anni fa era roba da film di fantascienza, dove le macchine volano e la gente va a fare la spesa su un asteroide. Londra, per arrivare al dunque, sarà la prima città al mondo dotata di una pista ciclabile sopraelevata, sospesa, a distanza di sicurezza dal traffico, dai semafori, dai vigili, dagli autovelox, dai divieti e soprattutto dall’asfalto. Uno sforzo di fantasia costato un paio d’anni di fatica e diventato un percorso che appena ultimato sarà lungo circa 220 km, e tutti sistemati sui cieli di London city. Per scendere nello specifico, si tratta di strutture tubolari in vetro larghe una quindicina di metri che sfruttano le vecchie linee ferroviarie: dati alla mano potranno essere di grande aiuto ai 6
boris Johnson Il biondissimo sindaco di Londra in giro per la città in bicicletta.
milioni di londinesi che ogni giorno si spostano per lavoro o per diletto affrontando metropolitana, parcheggi e l’odiatissima “congestion charge”, la tassa pari a 10 sterline al giorno (12,32 euro) istituita per tradurre in denaro contante la dose di inquinamento prodotto da chi deve raggiungere in auto il centro della capitale inglese. Il progetto dello “SkyCycle” nasce dalla fantasia di Oli Clark, dipendente della “Exterior Architecture” che nel tempo libero, insieme ad un gruppo di colleghi, come in un enorme gioco enigmistico di riunire i puntini, si è divertito a collegare fra la loro le infrastrutture in disuso di ferrovie e metropolitane di Londra, fino a trovarsi di fronte ad un progetto fatto e finito. Quando capisce di aver messo insieme qualcosa che può valere ne parla timidamente ai suoi capi, che subito dopo lo caricano in macchina e
insieme corrono a parlarne al “blonde major”, il sindaco, che a sua volta strabuzza gli occhi, sistema la zazzera e ci mette la firma. Certo, servono soldi, e anche tanti. Si pensi che per realizzare soltanto il primissimo tratto, da Stratford alla stazione di Liverpool Street, circa 6,5 km al cambio attuale, il preventivo di spesa si aggira sui 220 milioni di sterline. Per questo, oltre alla ricerca di sponsor, Boris e assessori hanno già deciso che il percorso si pagherà, sicuramente poco e molto meno di un biglietto della metro, ma renderlo gratuito al momento è impensabile. Visto nella sua totalità, lo “SkyCycle” dovrebbe contare su oltre 200 accessi diversi per 10 rotte ciclabili che collegheranno ogni quartiere e sobborgo londinese, riuscendo ad accogliere circa 12mila ciclisti ogni ora. E già che ci siamo, non sono da escludere finalità ecologiche come la trasformazione dell’energia prodotta in fonte di illuminazione per la struttura stessa, e la raccolta di acqua piovana. Fin qui tutto bello ed esaltante, peccato per un piccolo e infinitesimale dettaglio: i tempi. Secondo i calcoli degli esperti, mese più mese meno, prima di vedere lo “SkyCycle” ultimato serviranno circa vent’anni. Fino ad allora, anche a Londra il problema più grosso sarà il traffico. Tale e quale a Palermo. 7
speciale
cigognola
VINI, PAESAGGI E ARTE: ECCO PERCHè VISITARE
CIGOGNOLA Di Danila Liguori
20| giugno/luglio ‘14
R
icominciamo da tre: storia, cultura e natura. Si tratta degli ingredienti principali del fantastico mix di sapori e paesaggi di Cigognola, paese dell’Oltrepò Pavese. Su un colle dominante lo sbocco in pianura della valle Scuropasso, Cigognola si presenta come la “città del vino”. Nulla di più vero: sono infatti ben 70 le aziende vinicole locali. Tra percorsi enogastronomici, oasi naturali, autentici pezzi di storia da visitare, non ci si annoia di certo in un luogo dove i sapori genuini si mescolano sapientemente alle vedute incantevoli. Non a caso il luogo è stato scelto da personalità del calibro del presidente onorario dell’Inter Massimo Moratti, proprietario del Castello, una della maggiori attrattive del luogo, e dello stilista Giorgio Armani, proprietario di una fantastica villa. Dal Castello alla Chiesa di San Bernardo Abate di Chiaravalle, dalla “Vasca” ai percorsi enogastronomici, Cigognola risulta una delle poche località dove è ancora possibile ammirare natura incontaminata soddisfacendo palato e voglia di respirare cultura. 5
CIGOGNOLA (PV)
MUSICA &
DIVERTIMENTO CON LA PRO LOCO
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18 Venerdì
LUGLIO
19 Sabato
LUGLIO
20 Domenica
LUGLIO
SERATA BENEFICA CON
DARIO GHELFI GROUP Ospiti: Pinino Libè, Emilio Zilioli, Marino Castelli, Sacher Quartet
SERATA BENEFICA PER UN AMICO
UTOPIA - Nomadi Cover Band in ricordo di Alessio
SERATA BENEFICA PER LA CRI STRADELLA - LA GIORNATA
DELLA MUSICA con Anthony Baker, Albert One e altri amici
-AGOSTO-
18 AGOSTO
BARBARA E LORENZO SAX
19
CON ESIBIZIONE DEGLI ALLIEVI DI TANGO ARGENTINO
Lunedì
Martedì
AGOSTO
BRUNO D’ANDREA
20
DAVIDE TROTTA BAND
21
ANTHONY BAKER SHOW
Mercoledì
AGOSTO Giovedì
AGOSTO
Tutte le serate si svolgeranno in Via dei Martiri al Parco Feste, dalle ore 20:00 con Servizio bar/ristorante/ griglieria. Per la cena è gradita la prenotazione, Per info e prenotazioni: Cristiano_338.2593066
speciale
cigognola
la storia
Perché Cigognola: il nome pare derivi dalla presenza, in un tempo molto lontano, di numerose cicogne nel territorio, o dal termine lombardo “sigogna”, cioè carrucola, attrezzo usato per attingere acqua dai pozzi. A poca distanza dal capoluogo, è possibile infatti trovare una fonte d’acqua chiamata “Talanca”. Situata a circa 300 metri di altezza dal livello del mare, Cigognola vanta origini assai remote: il toponimo si trova citato per la pria volta nel 982 in un atto
22| giugno/luglio ‘14
relativo ad una donazione di beni al Monastero di San Maiolo di Pavia. Sulla base del ritrovamento di alcune tombe e data la presenza della via Emilia, fatta costruire ad opera del console Paolo Emilio, si penserebbe alla sua presenza già in epoca romana. E’ stato un fiorente borgo medievale nel 1200 e per molti secoli, come testimoniato ancora dal Castello. Del territorio in cui sorge Cigognola fanno parte anche Vallescuropasso e Vicomune, ma è nel capoluogo che ha sede il Comune e la Parrocchia intitolata a San Bernardo Abate, sorta come oratorio feudale dei visconti Scaramuzza, lontani feudatari di Cigognola. Dedicato ai santi Maurizio ed Alessandro, lasciò il posto, nel 1437, per concessione dei feudatari medesimi, alla chiesa. La chiesa fu eretta poi in parrocchia nel 1623, con il titolo di san Bernardo, fondatore dell’ordine dei cistercensi, cosa abbastanza insolita per questa zona, non toccata dalla presenza di quell’ordine. Sulla piazza svetta invece la torre del castello la cui costruzione viene fatta risalire intorno al XIII secolo, ora di proprietà della famiglia ArnaboldiMoratti. La frazione Vallescuro-
passo è attraversata dal torrente Scuropasso ed è sede della scuola materna e di un piccola ma caratteristica chiesa costruita nel 1967, con il contributo di tutta la popolazione, in relazione al voto offerto alla Madonna di Nostra Signora della Guardia, nelle triste occasione del tornado abbattutosi sulla zona il 16 giugno 1957. La frazione Vicomune è sede di un antico oratorio il cui impianto originario risale al 1400. E’ qui, sul versante della collina che domina sulla frazione, che si può trovare la “Vasca”, piccolo laghetto artificiale utilizzato per la pesca sportiva.
il castello
Sicuramente una delle maggiori attrattive della zona, il Castello ha origine nel XIII secolo, edificato per volontà della potente casata pavese dei Sannazzaro, su una rocca a guardia della Vallescuropasso, in posizione strategica per gli avvistamenti. La sua funzione primaria, quella difensiva, a guardia della Via Emilia, è stata diligentemente mantenuta per oltre sette secoli, fino alla caduta del feudalesimo, divenendo dimora delle più importanti famiglie feudali e teatro di notissimi episodi storici, tra cui la congiura dei Malatesta contro il conte di Pavia e duca di Milano Filippo Maria Visconti. Con la fine del feudalesimo il Castello si trasforma poi in dimora residenziale, arrivando così ad essere acquistato da Gian Marco e Letizia Moratti, che lo hanno reso un incantevole luogo dove l’atmosfera pregna di storia, arte e cultura risulta intatta. Dal 1982, anno dell’importante acquisto, il Castello sembra animato da una nuova vitalità, grazie al progetto, intrapreso appunto dai 5
speciale
cigognola
Fratelli Moratti, che ha iniziato a prendere forma negli anni 90 e oggi non ancora ultimato del tutto. In pratica i proprietari hanno voluto fortemente un connubio tra Castello e vigneti, circa 30 ettari di vitigno coltivati a Barbera. Il fine ultimo è sicuramente quello di riuscire a recuperare una fetta importante di passato: dalla raccolta manuale delle uve, si è passati alle fermentazioni controllate, e all’affinamento nelle barrique di rovere di Tronçais, le più preziose. Il Castello, ora di proprietà privata, diventa accessibile in parte, nella zona del cortile esterno, solo in occasione della celebrazione della ricorrenza della Liberazione, ogni 25 aprile.
i vigneti
Cigognola “città del vino” è il cartello all’ingresso del paese. 70 le aziende del luogo, 400 gli ettari di superficie vitata, 1 milione e 296mila i ceppi di vite. Si tratta di un’antichissima tradizione vinicola dell’Oltrepò con le più diverse varietà di
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uva: dalla croatina, alla barbera, e poi ancora pinot nero e riesling. Vini che esaltano soprattutto i piatti locali, come il Risotto alla Bonarda. La forma di allevamento più comune risulta essere quella a “Guyot”. Per i meno esperti, questo metodo di allevamento prevede che dopo la fruttificazione di settembre-ottobre si debba attendere la completa caduta delle foglie. Poi, a metà inverno, si comincia ad effettuare la potatura che può essere distinta in
tre fasi: passato, presente e futuro. Nella prima si intende l’insieme di ciò che è stato lasciato nell’anno passato sulla pianta. Nella fase del presente si fa riferimento all’insieme di vegetazione sulla quale si dovrà effettuare la potatura, e nel futuro si comprende quello che, nelle attuali condizioni, si intende lasciare per l’anno a venire. A Cigognola è possibile inoltre trovare originali percorsi enogastronomici di diverso tipo, spaziando tra salumi e vini locali. Tali
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vini accompagnano infatti la degustazione di prodotti come i ravioli di brasato, il cacciatorino dell’Oltrepò, la coppa e la pancetta. Nel 2003 Cigognola è entrata quindi a far parte dell’ Associazione Nazionale “Città del Vino”, in considerazione della sua “vocazione agricola, in particolare viti-vinicola, caratterizzata da produzione di uva e vini di elevato pregio, connessa a valori di carattere ambientale, storico, culturale di notevole importanza economica”. 5
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la chiesa
Da sempre uno dei simboli più caratteristici e più affascinanti è la chiesa di San Bernardo Abate di Chiaravalle: un luogo dove spiritualità, storia e arte sono legate indissolubilmente. La chiesa è stata edificata nel 1437 per volere di Alessandro Visconti Scaramuzza. La Chiesa è dedicata dunque dedicata a questo abate, figura di spicco dell’ordine Cistercense, nonostante tale ordine non ebbe mai diffusione nel luogo. San Bernardo è stata dunque una personalità importante nella storia religiosa e civile del Medioevo,
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divenuto santo grazie alle sue regole che hanno determinato il sorgere ed il crescere dell’ordine Cistercense e di potenti reti culturali in tutto il vecchio continente, preannunciando il moderno concetto di Europa Unita. L’“ora et labora” è infatti diventato il paradigma con il quale l’ordine dei Cistercensi nobilita l’attività lavorativa, intesa come atto concreativo. La riforma di Bernardo ha avuto connotati di ampio e profondo respiro culturale: è infatti con lui che nascono i cosiddetti Monaci Bianchi, dal vestito che portavano e che indossano tutt’oggi. Caratteristica particolare della chiesa è
la presenza di due dipinti di straordinaria bellezza: l’uno raffigurante S. Mauro Abate e risalente al secolo scorso, opera del pittore Rodolfo Arata; l’altro raffigurante la Vergine con angeli e santi, opera del secolo XVIII, realizzata nel 1743 dal pittore genovese Giovanni Evangelista Draghi, operante presso la Corte piacentina dei Farnese, su commissione della Contessa Barbara d’Adda. Sempre in Cigognola capoluogo si trova una struttura denominata “Parco Feste”, alla quale si accede dalla Via dei Martiri lungo la S.P. che da Cigognola capoluogo conduce a Pietra de’ Giorgi. 5
Una storica azienda famigliare che si estende rigogliosa tra i suoi vigneti sulle prime colline nell’imponente paesaggio della provincia di Pavia. A fianco del titolare Luigi, vero maestro vignaiolo, collaborano la moglie Ines e i figli Alberto, responsabile delle relazioni commerciali nel mondo e Cristina, brillante “creativa” nell’arte enologica. Le degustazioni e le visite alla cantina sono diventate un punto di forza dell’azienda. I visitatori rimangono affascinati dall’ambiente, un luogo ove il tempo sembra essersi fermato, lasciandosi sedurre dalla straordinaria ospitalità dei padroni di casa e dall’avvolgente gusto dei vini: il connubio tra qualità e tradizione.
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speciale
cigognola
parco delle rimembranze
Altra area di straordinaria bellezza naturale, è possibile accedere al Parco delle Rimembranze attraversando l’omonimo viale. Tra cedri e ippocastani secolari, tra vedute e paesaggi naturali incontaminati, il Parco
trasporta i visitatori in una magica atmosfera naturalistica dove, nelle giornate più limpide, è possibile avvistare la vetta del Monte Rosa e la catena montuosa delle Alpi. Il Parco delle Rimembranze dunque, nel suo insieme, si può definire come il punto più panoramico del territorio. Nel cuore del parco ha sede il monumento ai Caduti delle due guerre. Il monumento, così come la torre dell’acquedotto, circa dieci anni fa, sono stati interessati da un intervento di pulizia e restauro che portò ad un notevole arricchimento estetico dell’insieme. Arrivati
fin qui, non si può non dare un’occhiata al laghetto del posto, la cosiddetta “Vasca”.
la vasca di cigognola
Pescare trote, storioni e carpe in uno scenario da favola. Non è un sogno ad occhi aperti, si tratta della famosa “ Vasca”, uno splendido specchio d’acqua dove si pratica la pesca sportiva. Recentemente risanato, è considerata un’oasi naturale dove unitamente alla
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Estate 2014: le proposte dell’amministrazione comunale
pesca, è possibile ammirare un paesaggio mozzafiato e fare fantastiche gite fuoriporta immersi nella natura. Un’esperienza unica è rappresentata dall’affascinante tecnica dello spinning sul Belly Boat: un ciambellone di varie forme composto da una o più camere d’aria che permette di spostarsi sull’acqua utilizzando la forza delle proprie gambe. La “Vasca” è ormai un punto di riferimento per gli appassionati della pesca al colpo, il carpfishing e il ledgering. Da non perdere la manifestazione e il corso di pesca riservato agli under 14 che si terrà domenica 20 luglio alle h 15 col coach Davide Ricotti.
pozzo di talanca
Altra tappa fondamentale del tour a Cigognola è il Pozzo di Talanca. E’ dalla località Ca’ Nova che inizia un percorso escursionistico vero e proprio che porterà allo storico pozzo, percorrendo un tratto di strada sterrata che si posiziona in un contesto al-
trettanto suggestivo come quello del Parco delle Rimembranze. Circondata dai vigneti, la vista si estende verso sud lungo tutta la Vallescuropasso fino a lasciar intravedere la cima del Monte Penice. Giunti al Pozzo di Talanca è impossibile non respirare aria di storia, e non farsi trascinare indietro nel tempo, a quando il pozzo serviva per le azioni giornaliere più svariate, come quella del lavaggio dei panni della donne del luogo. Per capire l’importanza dello storico Pozzo basti pensare che, ancora oggi, benché per scopi quasi esclusivamente agricoli, costituisce una fonte di ricchezza inestimabile per tutta la comunità locale.
i paesaggi
Oltre la storia, la tradizione, l’enogastronomia, Cigognola rimane nel cuore per i suoi meravigliosi paesaggi. Il territorio si sviluppa nel cuore verde dell’Oltrepò Pavese, in parte arroccato su una ridente collina, in parte esteso lungo la vallata denominata “Vallescuropasso”, percorsa dall’omonimo
10 agosto h 20 in piazza Castello: CALICI DI STELLE manifestazione che si tiene nelle più belle piazze d’Italia, notte di S.Lorenzo, che vedrà affiancati i produttori vinicoli locali a produttori di pane e formaggi di capra, salumi, frutta, liquori e dolciumi. Esecuzione di brani di musica leggera e mostra mercato di gioielli di vetro e pietre dure. 16 agosto h 21 in frazione Vicomune: CONCERTO D’ESTATE col trio Davide Burani (arpa), Emy Bernecoli (violino) e Paola Sanguinetti (soprano). 30 agosto h 21 in piazza Castello: “ENNIO MORRICONE vs John Williams” eseguito dall’orchestra di fiati del Liceo Rosmini di Rovereto (Tn). Trattandosi di un concerto propiziatorio per un’ottima vendemmia, il soprano e il tenore eseguiranno, tra gli altri, anche “Libiam ne’ lieti calici” da La Traviata di G.Verdi.
torrente. Il centro principale del Paese, da cui il Comune prende appunto il nome, è situato a 309 metri circa sopra il livello del mare e gode di un panorama di insolita bellezza. Il Pozzo di Talanca, il Viale delle Rimembranze, il Castello, la Chiesa non sono altro che il completamento di Cigognola, un luogo in cui le fantastiche vedute hanno incantato generazioni da molti secoli orsono. Non resta che visitarla. 7
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pensieri Incontinenti
LA GRANDE
FUGA CHI PENSA DANNEGGIA ANCHE TE, DIGLI DI SMETTERE. IL RACCONTO DI UN UOMO CHE CON IL CERVELLO HA SEMPRE LITIGATO, FINO A GIUNGERE ALLA PIù LOGICA DELLE SEPARAZIONI CONSENSUALI di Henry Zaff
30| giugno/luglio ‘14
D
a anni va in scena in Italia quella che gli esperti chiamano “fuga di cervelli”, ed è in momenti come questi che penso alla mia grande fortuna, perché anche il mio, di cervello, ne ha approfittato: se n’è andato e da allora, credetemi, vivo molto meglio. Senza materia grigia non penso, non soffro, non ragiono e quindi non perdo mai la pazienza. Neanche se mi succedono cose come quella che mi è capitata l’altro giorno: entrare in ascensore e trovarmi nientemeno che Lusi e Belsito… due nomi che hanno riempito le cronache recenti per le loro furberie. Ed il bello è che non mi sono neanche incazzato, anzi ho chiesto a Lusi di farmi il Cud e a Belsito di trasformare i 20 euro vinti col “gratta e vinci” in diamanti. Poi l’ascensore si è fermato al secondo piano e (pensate che giornata) e c’era Gigi Buffon che voleva salire. Gli ho detto: “Guardi che in quattro non ci stiamo”, e lui: “Scommettiamo?”. Io: “Anche qui? Ma per favore…”. E Gigi, di rimando: “Io coi miei soldi faccio quello che mi pare”. A questo punto sono intervenuti gli altri due: “Sì, ma è facile farlo con i tuoi soldi, noi siamo più furbi, perché usiamo quelli degli altri”. Ecco un ottimo motivo per cui mi considero fortunato, grazie alla mancanza di cervello sono uscito indenne da una discussione del genere, che avrebbe scatenato l’istinto omicida in qualsiasi italiano.
A questo punto, giustamente, se fossimo di persona qualcuno quasi certamente vorrebbe chiedermi: ma come si fa a liberarsi per sempre dalla materia grigia? Signori miei, è un’impresa lunga, ci vuole tempo e impegno. Per quanto mi riguarda sono partito avvantaggiato: io e il mio cervello abbiamo cominciato a litigare molto presto, sin dall’inizio. Da piccolo ad esempio, io volevo farmela addosso e lui si opponeva! Allora io lo rimbrottavo: “Ma come? Ho il pannolino e ne approfitto, no?”. E lui, col modo di fare fastidioso e saccente che ha sempre avuto: “Henry, queste cose le fanno i bambini senza cervello, tu non puoi! Tu sei un essere intelligente!”. Io: “Per favore, non cominciamo con le offese: intelligente? Non so neanche cosa voglia dire”. Questo perché ho sempre pensato che l’intelligenza fosse un handicap, qualcosa che nella vita pone dei limiti alla ricerca della felicità. Anche crescendo il mio cervello mi ha sempre messo il bastone fra le ruote: ricordo una ragazza che incrociavo spesso vicino a casa mia, mi piaceva davvero molto. E lui, da invidioso: “Non ci andare, è una zoccola.” Io rispondevo, molto scocciato: “Che cattiveria, solo perchè porta la minigonna?” e lui: “Sì, ma ha anche le calze rete, è appoggiata a un palo sul marciapiede e mastica il chewing gum a bocca aperta, possibile che non
ti dia da pensare?”. Io: “Caspita, sapessi quante cose sto pensando? Guarda che quella è una ragazza che vale!” E lui: “Ne sono certo, dai 30 ai 50 euro, in macchina.” A cosa serve avere un cervello se la sua presenza ti fa rinunciare all’amore vero per un rapporto basato sul calcolo? Comunque fu proprio dopo quell’episodio che è inizia-
to un periodo piuttosto lungo da separati in casa, con tanto di dispetti. Confesso, non mi sono risparmiato e una sera l’ho costretto a vedere una finale di “Amici”. Un giorno l’ho anche obbligato ad assistere alla conferenza stampa di un paio di calciatori, ma è dopo averlo portato ad un happy hour ascoltando i discorsi dai tavoli vicini, che si è alzato e ha detto basta. Poi senza neanche salutarmi si è voltato ed è andato via per sempre. Da allora, come dicevo prima, vivo molto meglio, e sono finalmente libero di farmi domande fondamentali, come: se la macchina di Stanlio perde olio, la macchina di Ollio perde Stanlio? Oppure, se per fare del buon vino un contadino pigia l’uva a piedi nudi, per fare il Cynar chi è che pigia i carciofi? Se uno si toglie la candela dal naso le narici restano al buio? Ma ho fatto anche di più, perché senza cervello si può anche salire di livello e fare domande complesse, tipo: se un commerciante di strumenti musicali muore dona gli organi? E la moglie chi la tromba? Un pasticcere può essere cremato? Se San Francesco parlava agli uccelli perché il Papa vuol far tacere i Corvi? Visto? Anche senza cervello si può andare fino in fondo. Guarda Schettino cos’ha combinato… Datemi retta, se volete gustare il sale della vita fate come me: lasciate che il vostro cervello emigri, in Italia aiuta a vivere meglio. 7
giugno/luglio ‘14 |31
food made in italy
Pizza, al solo pronunciare questo nome ci viene l’acquolina in bocca. La pizza rappresenta la sintesi perfetta tra i prodotti più semplici e genuini che la nostra Italia ci offre
PIZZA ORGOGLIO O
di anna mollo
ITALIANO!
32| giugno/luglio ‘14
lio di oliva extravergine, pomodori baciati dal sole che tramonta nel mar Mediterraneo, cereali della nostra terra. Tutti questi elementi danzano tra di loro e si mescolano per creare uno dei piatti più invidiati al mondo. Ma la pizza, non è solo un alimento da consumare per il piacere culinario, questa specialità dalla forma
tonda o quadrata si definisce anche e soprattutto a livello sociale. Napoli è la patria indiscussa della pizza, tant’è che addirittura, da pochissimo tempo, è stato istituito proprio nella città partenopea un vero museo, che nasce con la finalità di decantare questo piatto. La protagonista è lei, la pizza, che si presenta agli occhi dei visitatori nelle più curiose varietà. L’idea era in cantiere già dal 2012, ma solo quest’anno, il museo è stato concepito. Al suo interno offre l’esposizione di storiche e suggestive immagini donate direttamente dalle pizzerie più storiche del cuore di Napoli. Tra le tante,c’è anche l’emblematica foto di “Materdei” che, durante la lavorazione del celebre capolavoro “L’oro di Napoli”, ospitò la pizzaiola più pizzaiola di tutte: Sofia Loren. Nel museo, oltre ad ammirare le opere visive, è possibile degustare una buona pizza, il tutto compreso nel prezzo del biglietto d’ingresso. Ma le curiosità su questo piatto che ha fatto il giro del mondo non finiscono quì. Sempre nella patria della pizza, è nato un robot autonomamente in grado di stendere l’impasto, aggiungere il condimento e cuocerlo facendo attenzione a ruotare la forma di pizza all’interno del forno. Si chiama RoDyMan il simpatico e servizievole amico robot che è nato dall’idea di un napoletano DOC, Bruno Siciliano, esperto di robotica. Questo particolare robot deve essere capace di controllare il flusso degli eventi e “misurare” l’ambiente circostante. Per questo la sicurezza è l’aspetto primario
del neonato sistema. Sarà, però, in grado RoDYMan di preparare una pizza al livello dei maestri pizzaioli umani?!Sarà molto difficile, ma il robot ce la metterà tutta! Anche oltreoceano sentono il richiamo della pizza italiana. Negli Stati Uniti, già da un po’ di tempo, è nata l’usanza della cosiddetta “pizza sospesa”. E’ questa, una pratica molto diffusa, soprattutto nel Sud Italia, ma ha fatto presto a fare il giro del mondo. Il meccanismo è molto semplice: il cliente entra in pizzeria, consuma una pizza ma in realtà ne paga due. Sì, perché una la offre indirettamente ad un successivo cliente che non può permettersi il pranzo per motivi s t r e t t a m e n te economici. Dalla colorata Napoli, questa usanza ha fatto letteralmente il giro del pianeta, diffondendosi a macchia d’olio, prima in Europa, poi presso le coste oltre oceaniche fino ad arrivare anche a Madison, città del Wisconsin. Ad adottare questa pratica è stato un napoletano, Salvatore Di Scala, proprietario della pizzeria “Naples 15”. Il locale, famoso nella zona, ha subito applicato il metodo della pizza e del caffè sospesi. In America questa “buona azione” è chiamata “Suspended pizza”, il nome cambia da un continente all’altro, ma il prezioso senso, no!La pizza, dunque, è l’identità della nazione Italia, è quel che ancora di buono resta di questo Paese, è la nota positiva che viene invidiata da tutto il resto del mondo, è il mix di tre colori (verde, bianco e rosso) che evocano la bandiera semplicemente made in Italy. 7
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Lifestyle
STACCA LA SPINA, COLTIVA I TUOI
HOBBIES! di Daniela Capone
34| giugno/luglio ‘14
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empre più spesso si pensa alla fine della giornata nell’amara consapevolezza che quelle ventiquattro ore non bastano mai nella brutta abitudine, tutta italiana, di correre correre e correre ancora. Ma siamo davvero sicuri che correre tutto il giorno ci faccia bene? Forse a volte è bene fermarsi e provare a staccare la spina. Il nostro cervello ha bisogno di essere sempre in movimento e sempre stimolato. Ha bisogno di staccare dalla solita routine quotidiana, di avere nuovi input e di essere sviluppato avendo esperienza di cose nuove o cose che ci fanno stare bene. Quante volte vi è capitato di dire “ah se solo avessi il tempo” oppure “come mi piacerebbe occupare il mio tempo libero facendo questo, quello, ecc…” come se fossimo così occupati nella nostra quotidianità da non riuscire nemmeno a coltivare interessi extra al nostro lavoro o famiglia. Niente di più sbagliato! A volte è davvero necessario staccare. E’ necessario per tornare ad imparare ad ascoltare, a provare e
vivere emozioni, vivere le sensazioni, per vedere quello che c’è fuori, per guardarsi dentro, per accrescere i propri interessi e soddisfare le curiosità. Per tutto questo e per molto altro è giusto staccare dal lavoro, dalla routine, o dalla noia. Soprattutto è bene farlo ora, che il grigio e freddo inverno è dietro la porta. Cosa fare allora? Quanti interessi si potrebbero sviluppare. Quante cose sconosciute imparare! Coltivare hobby non è un’attività molto presente nella nostra cultura, ma chi lo fa, ne giova e si rigenera. Non si parla più di collezionare francobolli o vecchie monete. Oggigiorno gli hobbies possono essere i più banali, i più svariati.
Leggere un buon libro è un ottimo modo per staccare con la realtà ed entrare a far parte di un mondo nuovo. C’è chi per hobby adora sudare e quindi un buon tapis roulant è la soluzione migliore per isolarsi dal resto del mondo. Oppure chi ama cucinare. Chi ama preparare prelibatezze, giura che questa attività aiuta molto a distendere i nervi, a rilassarsi e a vivere in un mondo costruito su misura. La stessa cosa vale per il giardinaggio.
I nostri fiori e le nostre piante diventano i nostri migliori amici da proteggere, per parlarci, per curarli. La creatività è una delle doti che aiuta a far sviluppare i nostri hobbies. C’è chi ama tagliare, cucire e incollare carta, cartoni e pezzi di stoffa. Chi adora creare cornici, dipingere vasi o porcellane, lavorare la creta e dare vita a oggetti personali e originali. Chi si ingegna per costruire album fotografici, chi si rilassa lavorando a maglia o all’uncinetto, chi adora creare bambole di pezza, colorare vetri e finestre o lavorare con la pasta di mais di sale o paste sintetiche. I passatempi aiutano molto a svagare la mente mentre ci si diletta su quello che si ama. La nostra mente viaggia e arriva a pensare le cose più svariate. Libera la fantasia e i pensieri. Ma non per tutti gli hobbies. In molti amano sviluppare e accrescere la propria cultura. Studiare una lingua o fare ricerche, sono attività molto comuni e pare ovvio che in questi casi la mentre non può viaggiare ma ha bisogno di concentrazione e dedizione. Forse ancora in voga, ma sicuramente non più come anni fa, la pesca era uno dei passatempi preferiti degli uomini, che oggigiorno preferiscono dedicarsi molto di più agli sport che a cose sedentarie. Moto, macchine, calcio e musica sono sicuramente i diversivi più comuni tra gli uomini. E poi, ancora più divertenti sono gli hobbies di coppia. Corsi di danza latino americana, liscio, bachata, passeggiate o gite in bicicletta sono passatempi originali che aiutano anche a stare in forma. Cosa certa è che rigenerarsi attraverso altre fonti, qualsiasi esse siano, fa molto bene. Bisogna farlo quando si ha la necessità, quando si sente il bisogno, e poi…un piccolo elogio all’egoismo ogni tanto, che male fa? 7
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Wellness
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idi che ti passa. Svanisce la tristezza, l’amarezza, scompaiono i malumori. Ma non la memoria. Lo dicono due ricerche condotte dalla Loma Linda University e presentate al meeting annuale di Experimental Medicine che si è tenuto a San Diego, in California. Un risultato importante, soprattutto per gli anziani. Pare infatti che il senso dell’umorismo possa aiutare i non più giova-
nissimi ad aumentare la capacità di ricordare. Ridere per combattere lo stress, che è spesso la causa dell’aumento di un ormone chiamato cortisolo. Con l’invecchiamento il cortisolo contribuisce infatti a disturbi come ipertensione, diabete e malattie cardiache che hanno, tra i possibili effetti collaterali, la riduzione della memoria. La prima delle due ricerche è stata svolta su un campione di anziani diabetici e sani, che sono stati per l’occasione divisi in due gruppi, ai quali è stato controllato preventivamente il livello di cortisolo. Il primo ha guardato dei video umoristici di 20 minuti prima di effettuare i test, mentre il secondo no. Nel primo gruppo sono stati quindi riscontrati maggiori cali
UNA RISATA PER RICORDARE www.fattoriarianna.it
di Danila Liguori
di cortisolo, ormone coinvolto sia nell’aumento della glicemia che dello stress, ed è stato evidenziato un miglior rendimento nei test memorici, rispetto a coloro i quali non avevano visionato i video. La seconda indagine ha invece controllato gli effetti provocati da diverse tipologie di video: da quelli umoristici a quelli spirituali, o ancora a quelli antistress. Il gruppo in questione era intanto sottoposto ad elettroencefalogramma. Chi aveva visionato i video divertenti mostrava i più alti livelli di onde gamma, frequenze che, viaggiando in ogni parte del cervello, contribuiscono ad attivare maggiori livelli di integrazione fra le varie funzioni. Il senso della ricerca ce lo spiega il coautore dello studio, Lee Berk, che afferma: “L’atto di ridere, o semplicemente il godersi un po’ di umorismo, aumenta il rilascio di endorfine e dopamina nel cervello fornendo un senso di piacere e di ricompensa. Questi cambiamenti neurochimici positivi e benefici, a loro volta, rendono la funzione del sistema immunitario migliore. Ci sono anche cambiamenti nell’attività delle onde cerebrali verso quella che è chiamata la banda delle onde gamma che amplificano la memoria e i ricordi. Così, di fatto, la risata si sta rivelando non solo un buona medicina, ma anche uno stimolatore della memoria, aggiungendo qualità alla nostra vita”. Ridere fa bene a tutto: alla mente ma, evidentemente, soprattutto al corpo. Come dire, una risata ci salverà. 7
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Fashion alta moda
Le nov propo dall’h coutu per l’e 2014
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li abiti d’alta moda, poiché pezzi unici di gran pregio realizzati su misura dai sarti per venire incontro a qualsiasi esigenza delle clienti, sono sempre il sogno di ogni donna. All’haute couture, poi, spesso si ispirano anche i marchi che producono vestiti in serie per i negozi perché è proprio essa a dettare maggiormente tendenza. In questo numero di AndCo Magazine, pertanto, vogliamo proporre ai nostri lettori un excursus di quello che hanno ideato per la primaveraestate 2014 gli stilisti dei maggiori atelier di fama nazionale e internazionale.
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ità ste aute re state di Marianna Pilato - Foto altaroma.it
Fanno riferimento a importanti opere architettoniche nazionali e internazionali, per esempio, i 25 capi appartenenti alla collezione “Haute Concrete” di Sabrina Persechino. Del Museo MAXXI di Roma progettato da Zara Hadid vengono come traslate sul tessuto le travi longitudinali dalla direzione ben definita, cucendo di conseguenza vestiti in raso di seta dalle linee decise, sinuose e parallele. Della facciata dell’Istituto del Mondo Arabo a Parigi di Jean Nouvel, invece, viene ripresa la capacità di rifrazione della luce attraverso stoffe cangianti e i disegni rettangolari con particolari stampe geometriche. 5 giugno/luglio ‘14 |39
La magia del mare e i tesori che esso nasconde sono i temi attorno a cui ruota la linea della stilista libanese Mireille Dagher, che all’inizio dell’anno è venuta a Roma per partecipare alla fashion week e
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far conoscere il suo stile anche qui in Italia. Le indossatrici che hanno sfilato per lei in passerella erano fasciate in modelli a sirena (soprattutto nelle tonalità del verde acqua e dell’azzurro cielo), rendendo la loro elegante figura eterea e fluttuante. Elementi marini, fra l’altro, hanno fatto mostra di sé nelle decorazioni e nei ricami
(applicazioni di perle, conchiglie, riproduzioni di ancore, ecc…). Secondo quanto dichiarato dalla stessa creativa, Raffaella Curiel per questa stagione ha cercato di realizzare “una collezione cosmopolita e moderna, ma oltremodo felice per l’assemblaggio dei
Renato Balestra, al contrario, per la bella stagione ha adottato un nuovo simbolo: l’uccello del paradiso, ovvero la creatura più leggiadra che vive in Nuova Guinea. Le tonalità dominanti quindi diventano il verde acqua, il mandarino, il turchese e naturalmente l’amato blu Balestra. I tessuti stampati sono un ventaglio di piume variopinte, mentre le giacche traforate con motivi floreali appaiono estremamente sofisticate. Per la cerimonia vengono azzardati accostamenti di tonalità inusuali come il verdeviola-blu oppure il blu-arancio-viola.
colori, per i disegni miscelati fra di loro con irripetibili patchworks di tessuti antichi e moderni, come auspicio ottimistico per il nostro Paese”. Le spalle dei tailleur a volte sono molte pronunciate verso l’esterno, mentre i punti vita sono sempre piuttosto segnati appoggiandosi su baschine evidenziate per rendere la silhouette visivamente più sottile. I vestiti per il cocktail sono nuvole di chiffon con volute sbieche, mentre quelli per la sera sono un tripudio di raffinatissimi ricami e tessuti pregiati.
Lo stile bon ton del plissé, infine, viene rivisitato sapientemente e in chiave più moderna da Nino Lettieri attraverso l’introduzione di ruches di plissè nere su fondo bianco, realizzate utilizzando lo chiffon, l’organza, il raso di cotone o la georgette. I mini dress a trapezio e gli abiti a ruota lunghi fino al polpaccio sembrano voler omaggiare gli anni Cinquanta/Sessanta, sebbene non manchino mai di originalità grazie alle trasparenze ottenute con la crinolina o all’applicazione di piccole paillettes dai disegni orientali. 7
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costume società
ESTATI CALDE, AMORI C TIEPIDI di Simona Rapparelli
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aldo, abbronzatura, prova costume (che va comprato nuovo, mica posso andare al mare col costume dell’anno scorso?!), teli da bagno, amori da spiaggia (o da passeggiate tra i monti ma sono meno frequenti ed esageratamente bucoliche)... Guardare l’estate attraverso la lente rosa vuol dire sempre molte cose e tutte spolverate di quel leggero sentirsi donna e quindi romantica/ passionale/dolce/avventurosa che da sempre caratterizza la nostra appartenenza all’altra metà del cielo. Le donne vacanziere si dividono sostanzialmente in due grandi categorie: quelle che “tengono famiglia” e quelle che sono semplicemente libere (senza fidanzati, mariti, compagni, amanti, scocciatori occasionali, senza vincoli parentali di alcun genere, al massimo con un’amica fedele al seguito). In base all’appartenenza alla categoria-tipo, lo stile vacanziero è fortemente variante. Ma andiamo per ordine.
Donne con famiglia
Il periodo di ferie è condizionato da alcuni cardini fondamentali. 1. Far coincidere le proprie ferie con quelle del marito 2. Trovare un posto dove lasciare il/i pargolo/i quando è al lavoro (vedi anche “fine della scuola”) 3. Scegliere una meta che faccia tutti contenti, che non costi uno sproposito e prenotare il viaggio 4. Organizzare a tutti la propria valigia 5. Ricordare al marito di controllare la macchina 6. Ricordare al marito di controllare i documenti in caso di viaggi all’estero 7. Passare in rassegna il guardaroba estivo di tutti e riacquistare ciò che manca o che non va più bene e occuparsi delle creme per il sole 8. Tenere a freno i singhiozzi da prova costume 9. Preparare per il viaggio una capiente borsa frigo che soddisfi tutti + una borsa da pronto soccorso 10. Staccare luce e gas in caso di lunghi viaggi 11. Ricordarsi le chiavi di casa 12. Organizzare giochini per i piccoli durante il viaggio 13. Partire e augurarsi di poter riposare 5 minuti al giorno.
Donna “libera”, eventualmente con amica
1. Occuparsi della prova costume (che è quasi sempre soddisfacente) e degli abbronzanti 2. Scegliere una meta 3. Partire (gli acquisti del caso si faranno in loco) 4. Divertirsi e rilassarsi 5. (eventuale) Se si ha voglia di avventurarsi, scegliere un posto per la sera e vedere se si trova compagnia maschile. Il confronto non regge: per le donne con famiglia l’estate rischia di diventare un po’ stressante, per le altre c’è spazio per il divertimento: serate allegre, ballate, possibi-
lità, perchè no, di trovare l’amore, sia quello che dura giusto tre settimane che quello che magari ci coinvolge un po’ di più. A proposito di sentimenti estivi: lo sappiamo tutte in fondo che è un po’ dura che riescano a resistere al di là del periodo di ferie, quindi non facciamoci illusioni. Se proprio pigliamo una sonora cotta per un baldo giovine in costume da bagno, cerchiamo almeno di non giocarci troppa emotività e generose parti di noi stesse e del nostro cuore: teniamo leggere distanze, non facciamoci coinvolgere del tutto, altrimenti rischiamo sempre di uscire da queste storie fugaci con le ossa rotte. Raccomandazione quest’ultima che cadrà sicuramente nel vuoto: solo le donne possono amare sempre e comunque con un trasporto che rasenta la follia, è la vecchia e mai morta convinzione che i sentimenti vanno vissuti con la massima intensità. Ma tant’è... Siamo donne. 7 giugno/luglio ‘14 |43
viaggi
Estate UN COCKTAIL DI EMOZIONI… LOW COST!
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on più Maldive, Thailandia o Messico, pare proprio che l’estate 2014 suggerisca il ritorno alle mete costiere destinate da sempre ai “giovani squattrinati”, ovvero quelli che badano molto a spese e scelgono la vacanza low cost. Massimo rendimento per un minimo sforzo (soprattutto economico!). La new generation, causa la mancanza di un posto lavorativo fisso o semplicemente per la voglia di risparmiare senza rinunciare al divertimento, preferisce le mete popolari. Grecia, Spagna e Croazia, tornano alla luce della ribalta. Recenti indagini, fanno sapere che l’isola greca di Corfù raccoglie il maggior numero di consensi tra la popolazione giovanile che ama esplorare la natura incontaminata di questi paesaggi. La spiaggia più frequentata del posto si conferma quella di Paleokastritsa, esplorata anche dall’avventuriero Ulisse. Ma i meno agèe si orientano anche verso Ermones, che della Grecia è l’angolo più saturo di vegetazione e, ad oggi, il toga party più grande di tutto il continente europeo. Restando in terra ellenica, un vero paradiso terrestre è la rinomata isola di
La prova costume si avvicina e con essa anche la voglia esplosiva di vacanza. Ma quali sono le mete prescelte dal popolo dei giovani per la prossima stagione estiva? di Anna Mollo
Cipro, che pare non aver nulla da invidiare alla parente spagnola Ibiza. Patria del divertimento, rappresenta il giusto connubio tra i vacanzieri più tranquilli che scelgono una gita “a tutto relax!”, e quelli che tirano fino a tarda notte. Difatti, Cipro, si attesta come una delle spiagge più invidiate al mondo per la sua acqua cristallina e la sabbia fine e dorata, ma allo stesso tempo brilla come il faro principale del divertimento. Locali notturni e discoteche di certo non mancano
a Cipro, immergersi nella movida è una missione per chi sceglie di trascorrere la sua vacanza nell’isola più cool della Grecia. Torna sul trono delle vacanze low cost, riconfermandosi regina di assoluto divertimento e svago, la spagnola Lloret de Mar. Situata sulla costa catalana della Spagna, tra le città di Girona e Barcellona, Lloret de Mar può essere nominata a tutti gli effetti la patria indiscussa delle discoteche dell’intera Costa Brava. Il vantaggio di questa meta risiede proprio nei costi molto ridotti sia degli Hotel che dei locali frequentatissimi dai ragazzi. L’altra spagnola amata per il suo splendido mare e la sua invidiabile movida è Ibiza. Tra le isole Baleari è quella maggiormente frequentata. Ospita dj di assoluto rilievo, i quali offrono la loro musica nella lunghissima estate iberica, che si conclude solo a settembre con una mega festa in cui l’unica regola che vige è: divertirsi! 5
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Per chi non vuole rinunciare al piacere di una vacanza cittadina senza spendere troppo, meta ideale è Barcellona che con le sue Ramblas, l’affascinante Sagrada Familia e il coloratissimo Park Guell, attira ogni anno milioni di visitatori. Barcellona è considerata, inoltre, la capitale europea del divertimento della notte. Nel cuore della città sono spalmati numerosi locali, pub e discoteche. Non lontano dall’italiana Trieste, si trova un’altra isola amata dalla fetta più giovane dei vacanzieri del Belpaese: Pag. Pag fa parte della Dalmazia settentrionale e dista solo 180 chilometri da Trieste. Facilmente raggiungibile in traghetto, l’isola esprime tutto il suo fascino attraverso le acque cristalline e la variegata e folta vegetazione. Nonostante sia un luogo apparentemente tranquillo osservando la fotografia del suo territorio, Pag si sta conquistando pian piano il titolo di “nuova Ibiza”, sarà per la capillare presenza di locali notturni e discoteche, o semplice-
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mente per i suoi oltre duecentocinquanta chilometri di magnifica costa che permettono ai visitatori di esplorare al meglio le incantevoli spiagge. La Croazia sorride ai turisti anche per la ricca offerta del programma estivo di eventi che ogni anno viene stilato nelle varie località della costa. Tra questi, il Music Festival, attrazione autentica per gli amanti della musica live e dance. Ogni estate propone
dj set internazionali con esibizioni in spiaggia dove le uniche cose che contano sono la musica, la carezza del bagliore lunare e la delicata brezza marina. 7
sport MAGGOM CUP
MAGGOM Freya 68 di Alessia Ramiro
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nche quest anno si è svolta, presso il Golf Club Salice Terme, la tanto attesa dagli appassionati della zona, sesta edizione della MAGGOM CUP, una giornata dedicata allo sport e alla presentazione del nostro primo modello MAGGOM Freya 68. Come ogni anno, il divertimento non è certo mancato: special guests dell’evento sono stati il noto mago, conduttore televisivo Marco Berry che, durante la premiazione, ha presentato il progetto della “Marco Berry Onlus” e il campione italiano di ciclismo Claudio Chiappucci detto “El Diablo”, musica latinoamericana e cena a
tema spagnolo hanno contribuito, insieme al meraviglioso staff della MAGGOM, a rendere la giornata davvero originale. Un ringraziamento speciale va al Golf Club Salice Terme, che ogni anno ospita il nostro evento e a tutti i partecipanti che, come sempre, vi hanno preso parte con grande entusiasmo. 7
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medicina
UN SORRISO L
dott.ssa anna maria mezzadra
a funzione dei denti non si limita alla sola masticazione, questi, infatti, per la loro collocazione ed il rapporto con labbra, guance e lingua, hanno un ruolo essenziale anche nella fonazione (articolazione della parola) e nella vita relazionale: l’impossibilità di sorridere, a causa di una bocca poco “curata” può rappresentare una notevole limitazione ai rapporti sociali e quindi alla vita di relazione dell’individuo. La mancanza di adeguati interventi di prevenzione porta ad alti valori di prevalenza di carie e di parodontopatie, con perdita precoce di elementi dentari causa di edentulismo (parziale o totale) e di conseguenti disagi funzionali ed estetici. La ricerca, l’innovazione tecnologica e i materiali di ultima generazione fanno dell’odontoiatria moderna una disciplina in continua evoluzione. Sono molte le branche che fanno parte dell’odontoiatria, ognuna dedicata a un aspetto specifico: la conservativa per l’igiene orale e la ricostruzione dentale; l’endodonzia per la cura dei denti danneggiati o delle patologie; l’implantologia per avere protesi fisse
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su impianti e la chirurgia orale, che comprende l’insieme di terapie chirurgiche da eseguire sul cavo orale. Un sorriso perfetto non è frutto del caso ma di uno studio scrupoloso e della conoscenza di tutte le regole necessarie a realizzarlo. Pertanto per mantenere la bocca in perfetto stato di salute,si consiglia di seguire alcune semplici regole che permettono di mantenere la nostra bocca sempre in buona salute e di risparmiare sul conto del dentista.
igiene orale
Per una corretta igiene orale è indispensabile lavarsi i denti con spazzolino e dentifricio dopo ogni pasto, quindi, almeno tre volte al giorno e utilizzare quotidianamente il filo interdentale in maniera corretta. Esiste evidenza scientifica che le corrette abitudini di igiene orale vadano acquisite durante l’infanzia, per poi essere rafforzate durante l’adolescenza. In particolare, si consiglia di: • spazzolare i denti dopo ogni pasto per un tempo di almeno 2-3 minuti
• sostituire lo spazzolino almeno ogni due mesi • completare la pulizia dei denti mediante l’uso regolare del filo interdentale che rappresenta un sistema insostituibile per eliminare la placca batterica dalle zone interdentali che non possono essere raggiunte dalle setole dello spazzolino. L’uso del filo non è consigliato in età evolutiva • usare possibilmente un dentifricio a base di fluoro Il fluoro rappresenta un altro valido aiuto nella prevenzione della carie poichè rende lo smalto più resistente e lo protegge dall’azione demineralizzante degli acidi della placca batterica.
visite periodiche
È importante sottoporsi regolarmente a visite periodiche dal proprio dentista/odontoiatra di fiducia per identificare e poter curare, sin dalle prime fasi, eventuali processi patologici a carico dei denti e delle gengive. Altresì importanti ed opportune sono le sedute d’igiene orale professionale per la rimozione del tartaro che si forma nelle zone dove è più difficile la pulizia domiciliare e maggiore il ristagno di saliva. 7
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