AndCo Magazine ago-sett 2014

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SPECIALe lomellina fashion

autunno - inverno l’alta moda 2014-15

eventi

Princesse Grace Rose Garden

economia impresa marketing attualità sport

Anno 08 agosto/settembre ‘14

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Michela Andreozzi Se mi sveglio col sorriso

Anno 08 | agosto/settembre ‘14 | COPIA GRATUITA


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Campagna ABBONAMENTI Prelazione abbonamenti dal 16 giugno al 13 settembre Vendita nuovi abbonamenti dal 22 settembre Vendita biglietti per tutte le opere dal 6 ottobre Vendita biglietti Prosa dal 20 ottobre Vendita biglietti Danza, Altri Percorsi, Musica e Operetta dal 10 novembre

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Comune di Pavia

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sommario

Anno 08 Agosto/Settembre 2014 Bimestrale a diffusione gratuita REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI PAVIA Pavia Court Registration n. 675 del 18/03/2007 INIZIATIVA EDITORIALE DI An editorial iniziative by ADVERUM SRL DIRETTORE RESPONSABILE Editor BEPPE VIETTI direttore@andcomagazine.it

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PROGETTO EDITORIALE Research editor GERMANO LONGO

4 Economia

mario draghi 6 Impresa

come fare scacco matto nella moderna impresa

CONSULENTE EDITORIALE Publishing ddviser STEFANO SPALLA DIREZIONE ARTISTICA Art director PAOLO ARMANI GRAFICA PUBBLICITARIA Advertising art director NICOLò CANNIZZARO

8 Marketing

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10 Attualità

addio postini, agricoltori e agenti di viaggio

SEGRETERIA DI REDAZIONE Editorial support team CATIA MORETTI redazione@andcomagazine.it redazione Research and material Frisa Pier FilipPO LEGGIERI GIUSEPPINA | LIGUORI DANILA LONGO GERMANO | LUVINO ILENIA MOLLO ANNA | Pestoni Andrea PILATO MARIANNA | RAPPARELLI SIMONA Mattia Tanzi | SPALLA STEFANO

12 Cover Story

michela andreozzi

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web master MAXIMILIANO DI GIOVANNI WEB ADVERTISING Roberto Stefanini PUBBLICITà Advertising ADVERUM SRL marketing@andcomagazine.it STAMPA Printed by Tipografica DERTHONA SRL Strada Vicinale Ribrocca 6/5 15057 Tortona (AL)

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l’anno della svolta 46 Fashion

Adverum srl Sede legale: Via Robecchi Brichetti 40 - Pavia Tel. 0382/30.98.26 - fax 0382/30.86.72 Sede Amministrativa: V. Montebello 14 - Voghera (PV) www.andcomagazine.it www.andcomagazine.com E-mail: info@adverum.net Vieni a trovarci anche su

l’autunno-inverno 2014-2015 secondo l’alta moda

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48 eventi: Princesse Grace Rose Garden

le rose della principessa 50

AndCo. news agosto/settembre ‘14 |3


economia

ECONOMIA BANCHE UNIVERSITà I 3 VOLTI DI

MARIO DRAGHI di Danila Liguori

4| agosto/settembre ‘14


gli studi e il lavoro di professore

Laureato in Economia con 110 e lode presso l’Università La Sapienza di Roma, Draghi decide di continuare i suoi studi presso il Massachusetts Institute of Technology, ottenendo poi un dottorato di ricerca. E’ tra il 1975 e il 1978 che insegna, come professore incaricato, nelle università di Trento, Padova, Venezia e, infine, presso la facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri dell’Università di Firenze dove per un decennio è professore ordinario di Economia e politica monetaria.

E

conomista, banchiere, manager. Ex presidente del Financial Stability Forum, trasformato nel 2009 in Financial Stability Board. E ancora ex governatore della Banca d’Italia, dal 2006 al 2011. Ma, soprattutto, attuale presidente della Banca centrale europea dal 2011. Questo il ritratto di Mario Draghi, classe 1947, una delle figure di spicco del panorama economico nazionale ed internazionale.

LA CARRIERA

È negli anni Ottanta che Mario Draghi, archiviata la carriera universitaria, inizia la sua scalata al successo nel mondo dell’economia. Dal 1984 al 1990 infatti, è il direttore esecutivo della Banca Mondiale. Appena l’anno successivo diventa invece direttore generale del Ministero del Tesoro, incarico che durerà per un decennio, nonostante l’alternanza di governi. Negli stessi anni, dal 1993 al 2001, l’attuale numero uno della Banca centrale europea ricopre anche il ruolo di presidente del Comitato Privatizzazioni. Il 1998 segna quasi uno spartiacque nella sua carriera: è l’anno della sua firma nel Testo unico sulla finanza, che diventerà noto come “Legge Draghi”. Tale legge ha avuto il compito di introdurre “la normati-

va per l’offerta pubblica di acquisto e la scalata delle società quotate in borsa”. Nell’ultimo decennio la figura di Mario Draghi subisce la sferzata finale che gli consentirà di essere considerato uno degli uomini più potenti del pianeta. Dal 2002 è infatti un susseguirsi di incarichi sempre di maggiore prestigio: fino al 2005 è vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs. Ancora, è membro dei Board of Trustees del Princeton Institute for Advanced Study e della Brookings Institution. Nel

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2006 diventa invece governatore della Banca d’Italia. Dall’aprile del 2006 è anche Presidente del Financial Stability Forum, che diventa poi Financial Stability Board nell’aprile 2009. L’organo ha la funzione di “riunire rappresentanti dei governi, delle banche centrali e delle autorità nazionali di vigilanza sulle istituzioni e sui mercati finanziari, di istituzioni finanziarie internazionali, di associazioni internazionali di autorità di regolamentazione e supervisione e di comitati di esperti di banche centrali”. È il 16 maggio 2011 quando l’Eurogruppo ufficializza la sua candidatura alla presidenza della Banca centrale europea, incarico divenuto effettivo il 24 giugno, appena dopo il vertice Ue. Mario Draghi entra infine in carica il successivo 1 novembre.

nella classifica del time e di forbes

Nominato uomo dell’anno nel 2012 dai quotidiani inglesi Financial Times e The Times, per aver ben gestito la crisi del debito sovrano europeo in un momento molto delicato, appena un anno fa Mario Draghi è stato anche inserito tra le 100 persone più influenti del pianeta nell’ importante classifica redatta dal Time, nella categoria “leaders”. Secondo la rivista Forbes infine, risulta essere il nono uomo più potente del mondo, appena dopo personaggi del calibro di Putin, Obama, Bill Gates, la Merkel e Papa Francesco. 7

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focus impresa

Come fare

scacco matto nella moderna impresa Cure e metodi per debellare la crisi nelle imprese di Luvino Ilenia

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on si tratta dei 10 comandamenti. Ma di altrettante semplici mosse per diventare il nuovo “Mister imprenditore”. O almeno è quello che sostiene il sito americano Business Insider, piattaforma realizzata ad opera di un ex di Wall Street. Semplicemente, il talento va coltivato. Aiutato. E perché no, insegnato. Un decalogo che, secondo Bu-

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siness Insider, ogni genitore dovrebbe insegnare al proprio figlio. Per indicargli la strada del successo e coltivare l’attitudine a pensare in grande.

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In primis, cari genitori, occorre spiegare ai ragazzi che ci sono migliaia di opportunità al mondo per condurre la vita che desiderano. L’importante, è capire i meccanismi del business.

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Seconda regola: occhio ai numeri. Già da piccoli i bambini dovrebbero imparare ad avere dimestichezza e familiarità con il mondo dei calcoli. Perché si sa, la vita dell’imprenditore gravita attorno all’universo delle cifre. E perché un lavoratore di successo è capace quantomeno a fare i calcoli da solo.


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Per un imprenditore straordinario niente scuola ordinaria: no alla scuola pubblica o privata, meglio una formazione mirata. I viaggi e un’ educazione non convenzionale possono aprire la mente. Da sempre le larghe vedute stimolano l’ingegno.

Amare il lavoro: ecco la regola d’oro. Se non c’è desiderio e piacere di lavorare, non si diventerà mai un grande imprenditore. La “fame” di successo non nasce certo dalla pigrizia e dalla non attitudine alla fatica. Anche l’amore per il lavoro può essere insegnato ai giovani.

Punto numero 5: genitori, trasmette ai vostri giovani figli anche l’amore per le persone. Per essere un uomo o una donna di successo non bisogna concentrarsi solo su sé stessi, il contrario. Frequentare le persone, tutti i tipi di persone, e capire le loro esigenze e i loro desideri, aiuterà i vostri figli a indovinare meglio i loro gusti, e che genere di prodotto desidereranno in futuro. Un buon venditore è anche questo.

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Sesta regola: fare cose per e con la gente. Anche il valore della generosità è importante, per investire il proprio tempo nel modo giusto.

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Mamma e papà, lasciateli liberi. Incontri e scontri con altre persone non faranno che accrescere la loro capacità a risolvere i problemi, a cimentarsi nelle varie situazioni, ad avere a che fare con le persone. Non proteggeteli oltremodo, lasciate che imparino da soli come, quando e, soprattutto, da chi difendersi. Un bravo imprenditore è anche un esperto nel saper valutare le persone. No alla paghetta. No ai lavoretti estivi. No insomma ai lavori “normali”. Meglio insegnare loro l’arte del vendere, e cercare quindi un

lavoro in quel settore. Un buon leader dell’imprenditoria è innanzitutto un ottimo venditore. Di prodotti , di immagine, di necessità.

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Sì a un piccolo capitale da donare ai ragazzi. Un ottimo metodo per capire come lo metteranno a frutto. L’istinto dell’imprenditore potrebbe venire a galla in tempi brevi.

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Aiutateli a scoprire la loro voce. Quella vera, interna. Un sesto senso che li accompagnerà nelle scelte lavorative fondamentali. Solo imparando a riconoscerla saranno imprenditori completi. 7

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Marketing

MATTEO COME ZUC O

COSÌ NASCONO LE IDEE VINCENTI di Danila Liguori

ltre 1000 iscritti solo nel suo primo giorno di “vita”. Che diventano oltre 10mila in 30 giorni. Mentre le aziende che aderiscono passano da 20 a 100. Si tocca quota 500mila iscritti a distanza di pochi mesi, e le aziende diventano più di 400. Sono i numeri record del ventenne Matteo Achilli, e più precisamente della sua creatura Egomnia, il nuovo sito che mette in contatto imprese e lavoratori. Grazie alla sua idea vincente, Achilli è stato soprannominato lo Zuckerberg italiano. Il perché? Giovane età, pochi soldi per finanziare il progetto, ma tanta, tanta voglia di farcela. Matteo Achilli, romano, ventenne, studente all’Università commerciale Luigi Bocconi di Milano, nel 2012 dà infatti vita ad Egomnia (www.egomnia.com), la piattaforma italiana per trovare lavoro. La novità è che lo si fa grazie ad un algoritmo: un’ intuizione che si rivelerà ben presto geniale.

come usare egomnia

Da ego (io) e omnia (tutte le cose), arriva dunque in rete lo scorso marzo il sito Egomnia, che si propone di mettere in contatto aziende e persone in cerca di lavoro. Registrarsi è semplice: occorre riempire le caselle sui dati personali della home page e procedere poi, dopo aver ricevuto l’e-mail di conferma, completando il proprio profilo aggiungendo il diploma conseguito, eventuali lauree, certificazioni, 8| agosto/settembre ‘14


ACHILLI

KERBERG master, dottorati e le esperienze lavorative già avute. A seguito di tali informazioni il sistema assegna un punteggio, grazie al quale le aziende potranno scegliere gli universitari più meritevoli e capaci. L’algoritmo che calcola il punteggio è realizzato in maniera rigorosa, assegnando punteggi e bonus vari a seconda degli studi e dei titoli conseguiti. Un’idea, nata già sui banchi di scuola del liceo, che fa subito notizia. Per pubblicizzare al meglio la sua piattaforma, lo Zuckerberg nostrano decide di creare anche un primo spot aziendale della giovane vita di questa società: un

così ne parlano

Appena ventenne, Matteo Achilli si è conquistato la storica copertina del prestigioso settimanale Panorama Economy, che lo ha battezzato l’ “Italian Zuckerberg” e ha puntato sulla sua figura come simbolo di speranza per l’Italia e i suoi giovani talenti. “Mi fa piacere essere paragonato a lui – sostiene lo stesso Matteo – anche se io ho avuto il vantaggio di poter studiare i suoi punti di forza ma, fortunatamente, anche le sue debolezze, come quella legale e quella relativa alla questione sicurezza dei dati. Ho studiato dai suoi errori per non replicarli”. Anche lo Stato italiano ha ben volentieri riconosciuto il merito di Achilli, donandogli la medaglia d’oro dalla Presidenza della Repubblica italiana, come annunciato poco tempo fa dallo stesso giovane imprenditore su Facebook e Twitter.

Il futuro

cartone animato che racconta in soli 3 minuti l’avventura di Egomnia e quella del suo fondatore.

Nella presentazione del suo social network pubblicata nei giorni scorsi sul canale Youtube, Achilli annuncia i nuovi progetti: “A settembre lanceremo l’applicazione iPhone e anche dei prodotti utili alla Pubblica Amministrazione. Alcune istituzioni pubbliche – assicura infatti Achilli utilizzeranno Egomnia come piattaforma ufficiale. Nei prossimi mesi saremo operativi anche all’estero”. 7

pubblicità o foto di sfondo agosto/settembre ‘14 |9


attualità

ADDIO POSTINI AGRICOLTORI E AGENTI DI VIAGGIO ECCO I MESTIERI IN VIA DI ESTINZIONE di Danila Liguori

B

envenuti nell’era della tecnologia: servizi sul web, macchinari all’avanguardia, dispositivi digitali. Dalle notizie dell’ultima ora alle previsioni del meteo costantemente aggiornate, dalle spedizioni on line alle vacanze prenotate da casa. Un clic per avere a disposizione tutto ciò che desideriamo. Comodità e velocità per accedere a tutti i servizi

10| agosto/settembre ‘14

desiderati. Il rovescio della medaglia dell’era digitalizzata? La progressiva scomparsa di molti mestieri legati alla manualità e alla carta stampata. A dimostrarlo sono i dati di CareerCast.com, un motore di ricerca americano di annunci di lavoro. I dati sono ovviamente validi anche per l’Europa. Ecco a voi la triste lista dei 10 mestieri meno richiesti nei prossimi 8 anni su un totale di oltre 200 professioni analizzate.


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I primi mestieri in “via d’estinzione” sono quelli penalizzati dallo sviluppo delle comunicazioni tramite web, e cioè quelli di postini e fattorini, il cui calo nelle assunzioni previsto negli Stati Uniti è del -28% entro il 2022. Nell’era degli sms e di Whatsapp, di Facebook e delle spedizioni on line, è facile comprendere come la richiesta di tali mestieri andrà progressivamente diminuendo.

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Meno carta stampata, minor utilizzo di professioni legate a tale sistema. Il secondo calo è legato quindi ai tipografi, le cui assunzioni diminuiranno del 5% nei prossimi anni. Infine la minor richiesta di carta stampata si ripercuoterà anche sull’industria del legname: a -9% ad esempio, il calo della domanda di taglialegna. Grazie al via negli ultimi anni del “meteo fai-da-te”, reso possibile dai dispositivi controllabili a distanza, gli esperti del settore subiranno un calo del 19%. Siti internet e app sugli smartphone: così oggi si guarda il meteo. Consolidamento delle compagnie aeree e servizi low cost invece, rendono meno utili e popolari hostess e stewart, con un calo previsto pari al -7%.

Diminuzione in vista anche per l’assunzione di operai specializzati: il progressivo aumento di macchinari all’avanguardia richiederà sempre meno forza lavoro. Il calo previsto entro il 2022 è pari al 6%.

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La crisi legata alla carta stampata determinerà invece la diminuzione di più mestieri. Il primo è quello del giornalista: il calo previsto nelle assunzioni di cronisti in quotidiani e periodici entro il 2022 è del 13%. Anche qui il futuro è nel web.

A fare le spese delle innovazioni tecnologiche saranno anche gli agricoltori. Per loro il calo sarà pari al 19% nei prossimi 8 anni.

ANDCO MAGAZINE .com &

Un calo del 4% tra 8 anni anche per gli agenti del Fisco.

Infine addio progressivo anche agli agenti di viaggi: il boom delle prenotazioni “casalinghe” tramite il web rende la richiesta di tale professione sempre meno richiesta. Si parla del -12% entro il 2022. Anche qui la digitalizzazione ha avuto la meglio: l’esistenza di siti facilmente utilizzabili anche dai non esperti del settore, per la prenotazione di voli ed hotel on line, rende la funzione delle agenzie di viaggi assai meno utile che in passato. 7

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COVER STORY Michela Andreozzi

Mi viene da

Ridere 12| agosto/settembre ‘14


La simpatia contagiosa di un’attrice e autrice instancabile, che alterna il teatro al cinema, la radio alla televisione. Da un anno, poi, ha anche risolto uno spiacevole inconveniente sentimentale… di germano longo FOTO Maria La Torre

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’è una leggenda che racconta quanto tristi fossero i comici più celebri della storia nella loro quotidianità. Per spiegare il fenomeno c’è chi cita “Pierrot”, clown in realtà malinconico, chi invece tira in ballo le maschere che si indossano, per mestiere o per nascondersi agli occhi del prossimo. Poi, a forza di sfogliare nel genere umano, si incontrano le persone come Michela Andreozzi, attrice, autrice e sceneggiatrice di origini romane, quindi con un innato senso della battuta, che per rispondere all’inevitabile domanda sulla tristezza dei comici replica così: “Mi sveglio ogni mattina con il sorriso sulle labbra. Magari un attimo dopo sono capace di intravedere grandi tragedie che mi gettano nello sconforto più assoluto, ma in genere, lo ammetto, sono una persona di buon umore”. E in un’Italia dove i motivi per piangere non mancano, è bello sentirselo dire. Figlia “degenere” di una famiglia di avvocati, quando è stata ora di capire cosa

fare nella vita si iscrive ad architettura e in un momento di lucidità familiare corre dal padre per dire di voler studiare giurisprudenza. Ma lui, serafico, le risponde che il foro romano ha troppi millenni di storia per permetterle di distruggerlo. L’ironia è una dota di famiglia, primo indizio. Attirata dalla recitazione ma troppo timida per pensare di calcare i palcoscenici, Michela si iscrive ad un corso di sceneggiatura cinematografica della “Scuola Holden”, celebre fucina per autori di Alessandro Baricco, e lì inizia tutto. Il primo approccio è nella redazione di “Non è la Rai”, programma ideato da Gianni Boncompagni, per poi passare a “La posta dal cuore”, “Zelig”, “Quelli che il calcio” e “Bigodini”. Da allora tutto, sempre, alternando la scrittura alla recitazione, perennemente sospesa fra i due lati della barricata, una cosa che in America è la normalità di chi fa quel mestiere, ma qui da noi suona strano. Eppure un dato è chiaro, sin dall’inizio: Michela, avvocato mancato, funziona che è una meraviglia. Ha la faccia che buca lo schermo - come si dice in questi casi – è ironica e simpatica senza cadere nel becero, dettaglio che non sfugge al mondo delle fiction, al cinema, alla radio e al teatro. “Sul palco la comicità è un punto di vista, l’emozione al contrario una condivisione aiutata da atmosfera e musiche. Ma far ridere non è mai facile, servono i tempi giusti: come diceva Pino Caruso, chi non sa ridere non è una persona seria”. 5

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“Non è la Rai” ha lanciato diversi nomi nel mondo dello spettacolo: cosa ricordi della “scuola Boncompagni”? È un ricordo che posso definire di formazione: un vero master televisivo al fianco di un grandissimo talent-scout come Gianni, che sapeva perfettamente su chi puntare e chi fra le protagoniste avrebbe fatto carriera. Quello è stato anche l’inizio dello sdoppiamento della mia personalità professionale: lavoravo in redazione e ogni tanto apparivo in video. Ho grandi ricordi e devo dire grazie a Gianni se mi sono laureata: mi ha spinto a completare l’università, come mi ha incoraggiato a seguire l’attività di autore. Sei stata diretta da Rocco Papaleo, Leonardo Pieraccioni, Fausto Brizzi e Paolo Ruffini: te la senti di dirci una curiosità per ognuno di loro?

Rocco è un caro amico, lo conosco dagli anni Novanta, quando eravamo senza un soldo e frequentavano “Il locale” di Roma. Per il suo debutto alla regia (“Basilicata coast to coast”, ndr) mi ha voluta, perché era una promessa che ci eravamo fatti reciprocamente quando vivevamo di speranze. Pieraccioni lo conoscevo e quando mi ha chiamata per un provino per “Fi14| agosto/settembre ‘14


sintonia e ci completiamo a vicenda. Con Max invece è frutto del caso: facevo una piccola parte in una commedia in cui lui era protagonista e da allora mi ha voluta al suo fianco parecchie volte. È in assoluto l’attore comico con cui preferisco lavorare. Fra l’altro con Max abbiamo appena finito di girare “Torno indietro e cambio vita” con la regia di Carlo Vanzina, che uscirà la prossima stagione: facciamo i genitori di Raoul Bova, anche se in realtà siamo coetanei … È ora dei regali: scegli una trasmissione o un ruolo per ognuno dei settori dello spettacolo che hai provato finora.

nalmente la felicità” gli ho risposto “solo se mi prendi”. È andata bene. Con Paolo Ruffini invece ci siamo conosciuti a “Colorado” ed è stato quasi naturale che mi scegliesse fra gli adulti di “Fuga di cervelli”. Diciamo che di quella “banda” mi manca solo Giovanni Veronesi. Anzi, ne approfitto per lanciare un appello: Giovanni, sto’ qui, quando vuoi mi trovi. A teatro invece tornano spesso i nomi di Max Tortora e Paola Tiziana Cruciani. Ero una grande fan della Cruciani e quando l’ho conosciuta si è subito instaurato un grande feeling: siamo in

In tivù rifarei “Indietro tutta” e in radio “Alto gradimento”, ambedue con Arbore, al cinema invece “Parigi o cara”, commedia di Vittorio Caprioli interpretata da Franca Valeri: è un film del 1962 poco conosciuto, con una sceneggiatura geniale che racconta la triste vita di una prostituta a fine carriera. Come prepari i personaggi che interpreti? Escono da soli, il mondo è pieno di caricature di esseri umani… esattamente come la figura di Azzurra Doffi Bolaffi creata per “Colorado”: una donna devastata dal botox come se ne vedono tante. Mi fanno tenerezza, perché convinte di poter fermare il tempo. Prossimamente su? Al teatro, in “Forbici follia”, al cinema in “Fratelli unici” con Argentero e Bova e

non so ancora dove in “Dietro un grande uomo”, cortometraggio interpretato da Argentero che segna il mio debutto registico. L’ultima domanda: hai dichiarato di essere affetta da “exxite”, nel senso che hai una naturale predisposizione a diventare una ex dei tuoi fidanzati. Va un po’ meglio? Decisamente. Da oltre un anno convivo con Massimiliano Vado, regista e collega con cui tutto fila d’amore e d’accordo. Forse ho imparato io: sai com’è, avere un sacco di ex fa curriculum… Si ringrazia per la collaborazione l’Agenzia Manzo Piccirillo. 7

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speciale

Lomellina

garlasco

interventi e progetti nonostante

la crisi di mattia tanzi

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onostante i tagli sui trasferimenti da parte del Governo, la crisi che non sta risparmiando nessuno e la conseguente scarsa disponibilità di risorse, l’amministrazione comunale di Garlasco, guidata dal sindaco Pietro Francesco Farina si è rimboccata le maniche cercando di realizzare interventi e progetti volti a migliorare la vita dei propri cittadini. “Tra le nostre priorità ci sono le strade. - spiega il primo cittadino - Per questo motivo nel 2015 provvederemo a sistemare gran parte della viabilità che ad oggi risulta da terzo mondo. Reperiremo le risorse per concretizzare questi interventi tanto


CO

GAR

LAS

Comune di GARLASCO

GARLASCOCASA

13.14.15 SETTEMBRE 2014

Sabato 13 settembre

Dalle ore 17:00 al Centro Socioculturale Martinetti inaugurazione dell XXIa Rassegna Fotografica Socilae organizzata dal Gruppo Fotocineamatori Garlaschese. Dalle ore 20:00 presso il Bocciodromo degustazione di paella e sangria a cura della Pro-loco. Dalle ore 20:00 in via Don Balduzzi e Via Don Gennaro Mercatino degli Hobbisti. Ore 20:30 davanti al palazzetto Sbandieratori e Musici di Lacchiarella. Ore 21:00 inaugurazione Mostra Mercato “GARLASCOCASA”. Ore 21:15 tradizionale SFILATA MEDIEVALE per le vie del paese con i gruppo di Sbandieratori e Musici di Lacchiarella.

Il municipio di Garlasco

attesi dai nostri residenti. Inoltre, ci impegneremo per la realizzazione della nuova palestra in via Toledo dove si trovano le scuole”. La struttura potrà essere utilizzata sia dagli alunni, che dalle tante associazioni sportive che operano nella cittadina lomellina. Il sindaco intende poi dare il via ad un’opera di rifacimento nell’ingresso del cimitero con la creazione di un viale pedonale. Anche questo un intervento molto importante soprattutto per gli anziani. “Vogliamo anche sistemare la facciata di Piazza San Rocco ed intervenire sui passaggi a livello con nuovi automatismi. - continua Farina - Tutto questo sarà portato a termine nonostante le scarse risorse. Una situazione difficile che ha colpito molti dei nostri cittadini.

Dalle ore 22:00 “FIESTA LATINA” organizzata dalla Pro-loco c/o la pista di pattinaggio.

Infatti, anche se non si vive male a Garlasco manca il lavoro. Abbiamo quindi deciso di mettere a disposizione dei voucher. Noi siamo una giunta di centro destra perennemente in trincea sulle problematiche sociali”. Sotto questo aspetto un grosso aiuto viene dato dal volontariato associativo che in questa cittadina riesce a fare la differenza grazie alla collaborazione con il comune. Risultati importantissimi li sta dando anche la sinergia creata con la parrocchia guidata da don Angelo Croera e con la Caritas. “Per noi sono importanti anche le tradizioni che cerchiamo di mantenere vive. - conclude Farina - Tradizioni che rimangono anche grazie all’organizzazione di feste come quella del 13 settembre”. 7

Domenica 14 settembre

Dalle ore 9:00 alle 18:00 “FIERA DI SETTEMBRE” in collaborazione con “IMERCANTI DELLA VIA DEL SALE” in Via Don Balduzzi, Don Gennaro, P.zza Garibaldi e Via Roma. Dalle ore 9:00 alle 17:30 3° “TORNEO DI LIPPA” al parco in Via De Amicis. Dalle ore 15:00 spettacolo itinerante per le vie del paese di musicisti e clown per i bimbi più piccoli. Dalle ore 15:00 alle 18:00 giochi e assegnazione del “PALIOTTONE” c/o la pista di pattinaggio e campo medievale. Dalle ore 20:00 “GRAN SERATA DEI RISOTTI” a cura degli chef della “CORTE DELL’OCA DI MORTARA” Alle ore 21:00 c/o la pista di pattinaggio concerto della banda amici della musica “A. Huskovic”

Lunedì 15 settembre

Ore 21:00 presso la pista di pattinaggio “SFILATA DI MODA VINTAGE” a cura del salone ““Fascino” by Donatella e dell’associazione Vecchio Stile, presenta Marco Savio: Spettacolo di cabaret con Massimo Gallinati “Macho” e Didi Mazzilli da Colorado Cafè. Per prenotazioni e info consultare il sito proloco: www.prolocogarlasco.it • Cell. 339.8744579


speciale

garlasco

Lomellina

appuntamento fisso con il

paliottone I

documenti raccontano che era il 981, più precisamente il 30 settembre: mancava poco all’anno Mille e la gente, come sempre accade da quando Dio ha inventato i regnanti e subito dopo i sudditi, si aspettava nuove tasse, sventure, disastri e magari pestilenze, più che buone notizie. Ma Ottone II di Sassonia, re d’Italia e di Germania, sventa le più nefaste profezie donando all’abitato di Garlasco la proprietà del Monastero di San Salvatore di Pavia. La notizia è di quelle sufficienti

UN salto NEL PASSATO Dall’album dei ricordi del Paliottone, la festa di Garlasco per eccellenza, alcune immagini che ritraggono momenti della rievocazione storica

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a riempire d’orgoglio i garlaschesi, che per ringraziare il sovrano decidono che avrebbero celebrato il gentile omaggio ogni anno a venire, nei secoli dei secoli. Ma è solo negli anni Novanta, quando ormai Ottone è relegato nei libri di storia da qualche millennio, che la festa cambia strada, si sdoppia e assume il nome che porta ancora oggi: il Paliottone, piccolo tamponamento linguistico fra la parola Palio, genere di evento di cui la Lomellina è una delle capitali italiane, e il nome di battesimo del re. Voluto in questa nuova configurazione da Don Davide Colombo, che armato di pazienza mette insieme enti e associazioni, il Paliot-

viandanti con piatti rigorosamente medievali, ed un corteo storico, presieduto da Ottone e sua moglie, interpretati da figuranti, a cui spetta il compito di premiare la contrada vincitrice fra le quattro in cui storicamente si divide Garlasco: Castenec, Calcinera, Prodachì e Prodalà, divise da colori e animali simbolo diversi. Tutto in realtà ha inizio il secondo sabato di maggio, quando i giovani delle varie zone si sfidano accumulando punti che servono a decretare le due contrade rimandate a settembre, ovvero chiamate a contendersi il Palio la seconda domenica del mese che segna la fine dell’esta-

Il nostro impegno

per il miglior sorriso di sempre!

i Denti più bianch ante e sorriso smagnolise mpre

e porta sono desideri ch gli ultimi anni a ne ne più perso r , non più solo pe sta rivolgersi al denti rarne per miglio curare i denti ma . l’aspetto estetico

COSA FACCIAMO Sedazione cosciente CHIRURGIA ENDODONZIA PARADONTOLOGIA GNATOLOGIA IMPLANTOLOGIA ODONTOIATRIA CONSERVATIVA ODONTOIATRIA ESTETICA ORTOGNATODONZIA IGIENE ORALE PROFESSIONALE PROTESI RADIOLOGIA

tone è un’immersione nel più puro Medioevo che trasforma la città di Garlasco al punto da far dimenticare l’idea di città moderna, che per una volta si mette in disparte e lascia spazio a saltimbanchi, mangiafuoco, musicisti con strumenti ormai quasi scomparsi, sbandieratori e arcieri. Non basta ancora, perché a completare l’atmosfera, nel centro cittadino si insedia da sempre un accampamento vero, con tanto di soldati disposti a rifocillare i

te, in quello che da sempre è il momento clou del Paliottone. È proprio a settembre (quest’anno dal 13 al 15), che nel mezzo di un fitto calendario di eventi gastromici e musicali, scendono in campo gli arcieri e armigeri, cui spetta il compito mai semplice di portare in dote alla propria contrada il Palio, una moneta raffigurante Ottone II, uno dei pochi tedeschi ricordato dalla storia per aver dato, e non tolto. 7

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garlasco

Lomellina

Renato Sambugaro

Assessore al Commercio e Pubblica Sicurezza

Per il commercio siamo entrati a pieno titolo a far parte del Distretto Commerciale Lomellina Orientale.

Come per i precedenti anni è continuata la collaborazione con gli Osservatori Civici per il controllo del territorio e sono continuati i corsi di Educazione Stradale per tutte le scuole di ogni ordine e grado. E’ in corso una convenzione con i Comuni di Alagna e di Borgo San Siro per una gestione più razionale del territorio. L’accordo con il Comune di Borgo San Siro ha inoltre consentito di ampliare di una persona l’organico dei Vigili urbani da impiegare per l’attività di controllo. Per quanto riguarda il miglioramento della sicurezza, oltre a continuare il monitoraggio del territorio con pattuglie serali e festive, l’adesione al bando regionale di cofinanziamento dei progetti in materia di sicurezza urbana, e consentirà l’acquisto di nuove telecamere dotate di OCR che è il sistema automatico di lettura delle targhe che istantaneamente segnala il passaggio di auto rubate, non assicurate o inserite in una black list. 7

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Alessandro Maffei

Assessore alle Politiche Giovanili, trasporti, sport, turismo ed eventi Malgrado tutti i problemi collegati al bilancio e a norme confuse e sempre più restrittive il mio assessorato ha fatto il possibile per mantenere i servizi per la cittadinanza.. Come politiche giovanili si è continuato a mantenere uno sportello informa giovani per fornire supporto a chi è in cerca di lavoro e dare indirizzi sui corsi di studi. Non appena diventerà operativo il progetto con capofila il Comune di Pavia, a cui abbiamo aderito, con la nostra quota del finanziamento regionale potremo potenziare e migliorare il sevizio avvalendoci di un nuovo ufficio e di una rete informatica. Per i trasporti sono stati fatti vari interventi per i migliorare sia il servizio ferroviario, tentando di risolvere il problema delle chiusure prolungate dei passaggi a livello, che per modificare il percorso degli autobus di linea suggerendo strade meno pericolose per l’incolumità di ciclisti e pedoni. Per lo sport è continuata la propaganda della pratica sportiva sia per dare indicazioni ai giovani che per suggerire ai meno giovani di fare del sano moto per evitare i problemi di salute legati alla sedentarietà. Anche quest’anno

Nuova

nell’area del palazzetto dello sport è stato organizzato lo “ Sport Day” come vetrina per le pratiche sportive praticabili a Garlasco ed in Lomellina. Come Turismo, poichè da Garlasco passano alcuni importanti percorsi quali la Via Francigena, il giro cicloturistico dei Navigli del Tourig Club Italiano e la Via dei Cairoli, ci stiamo adoperando per migliorarne la segnaletica e per fornire supporti ai turisti in transito. E in corso anche una collaborazione con il Distretto del Commercio di Sannazzaro de Burgondi per creare percorsi cicloturistici che colleghino i vari Comuni aderenti mettendo in risalto gli aspetti monumentali ,naturalistici, commerciali e gastronomici. Eventi di Piazza proseguono con la collaborazione delle tante Associazioni e dei Commercianti garlaschesi. Sono state create varie iniziative durante l’anno con l’intendo di portare visitatori a Garlasco quali la Fiera di Primavera, la “Sagra del Pursè negar”, la Festa del Pane, il Concerto per l’anniversario della Repubblica, la Notte Bianca” e l’isola pedonale dei sabato sera

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estivi, con plateatico gratuito per gli esercizi commerciali che ne hanno fatto richiesta, e la Sagra con la Mostra Mercato che quest’anno avrà come tema. Durante tutto l’anno in Piazza Repubblica la 2A domenica di ogni mese viene organizzato un mercatino di hobbistica ed antiquariato e la 4A un mercato agricolo con prodotti a km. 0. 7


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garlasco

Lomellina

Franco Santagostino

assessore ai lavori pubblici L’anno 2014 ha visto l’assessorato ai Lavori Pubblici impegnato in una serie di ristrutturazioni degli immobili comunali per ampliare e ottimizzare le sedi delle Associazioni Locali, in particolare: - Ristrutturazione locali Ex Scuola De Amicis per permettere il nuovo insediamento della sede Camera del Lavoro.

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Insediamenti nuova sede Oftal

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Ampliamento sedi scuola di musica Huskovic e gruppo Auser

- Ristrutturazione Immobile Piazza S.Rocco per permettere l’ampliamento sede per UTL CAV E MOTOCICLISTI GARLASCHESI. - Riaddattamento Immobile via SSTrinità per permettetere l’insediamento delle Associazioni Aido US. Calcio S.Rocco ed Agenda Rosa -

Rifacimento campo bocce nello stabile di Via Don Balduzzi e Riapertura dopo anni del Bocciodromo.

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Riutilizzo Area verde Ex campo calcio Fraz Bozzole con la gestione di un’area cani privata ed una pubblica e con un’area in gestione al Gruppo medioevale e Arceri di Garlasco.

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Realizzazione da parte di Pavia Acque della nuova centrale idrica di via S.Lucia

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Manutenzione Straordinaria cimitero comunale con la tinteggiatura dei portici interni e realizzazioni canali di gronda perimetro esterno

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Manutenzioni ordinarie e straordinarie ai manti stradali e alla rete fognaria

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Maggior cura del verde e piano di potature straordinario. 7


giuliana braseschi assessore ai servizi sociali e alla cultura “In un momento così difficile dal punto di vista economico, l’Assessorato ai Servizi Sociali è in prima linea per contenere il più possibile il disagio delle persone e delle famiglie in difficoltà. Da tre anni abbiamo mantenuto ferme le rette e le tariffe dei nostri servizi. Abbiamo dato sostegno economico a numerose famiglie attraverso le seguenti forme regolate dalle modalità di legge ( previa presentazione delle richieste alla nostra Assistente Sociale e stesura della relativa istruttoria): adesione al fondo regionale dell’integrazione all’affitto; riduzione o gratuità per i minori che frequentano i nostri servizi scolastici e parascolastici e l’asilo nido; adesione al fondo nazionale per il contributo energetico; contributi ulteriori su pagamenti utenze; assistenza domiciliare per anziani e disabili; erogazione pasti anziani a domicilio; integrazione al sostegno statale nelle scuole per minori con diagnosi di disabilità; integrazione rette dei Centri Diurni Disabili; integrazione rette di incapienti ricoverati in RSA. La nostra Amministrazione ha attivato i voucher lavoro (finanziati con parte dell’emolumento del Sindaco), con i quali riusciamo a far lavorare a rotazione circa 25 persone all’anno per periodi di due o tre mesi ciascuno, attraverso una graduatoria stilata dopo presentazione documentale e colloquio. Da un anno è attivo presso il complesso “Serafini” un progetto di inclusione sociale per persone o famiglie in grande difficoltà che prevede la temporanea ospitalità durante il percorso di ri-conquista, attraverso mirati interventi educativi, dell’autonomia. Come dicevo in questo periodo di

congiuntura economica con grande impatto negativo sulla vita delle famiglie coinvolte , il nostro comune non si tira indietro, anzi compie un grande sforzo per sostenere i suoi cittadini meno fortunati. Di mia competenza è anche la Cultura e con le poche risorse a ciò destinate cerchiamo di dare una buona immagine di Garlasco attraverso la gestione del Teatro Martinetti con stagioni di spettacoli vari e che sono stati graditi al nostro pubblico. Per la stagione autunnale abbiamo in cartellone una prosa dialettale, un musical, una serata di musica ispirata al Rondò Veneziano, un recital di canzoni degli anni ‘30, ‘40 e ‘50, una prosa classica e il Concerto di Fine Anno. La nostra Biblioteca è attiva con libri sempre attuali oltre ai classici e con i “Venerdì culturali” dove in sala Polivalente si tengono conferenze, dibattiti e incontri con gli autori. L’attività culturale, sportiva e di intrattenimento si avvale della collaborazione attiva delle nostre Associazioni, presenti in gran numero sul territorio, grande risorsa per supportare il lavoro della Amministrazione e a cui vanno i nostri sentiti ringraziamenti”. 7

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garlasco

il Santuario Madonna della Bozzola

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24| agosto/settembre ‘14

i Vecch

’origine del santuario di Garlasco è da ricondurre ad un evento miracoloso risalente al 1465 quando una bambina di tredici anni, Maria, di Garlasco, sordomuta, si trovava al pascolo con gli animali del padre. All’improvviso si scatenò un forte temporale e Maria cercò riparo sotto una piccola cappella dove si trovava un affresco della Beata Vergine Maria, dipinto da Agostino da Pavia come ex voto alla Madonna per essere stato tratto in salvo mentre stava per annegare nel fiume Ticino. Ad un certo punto un bagliore improvviso apparve in un globo, e la ragazzina vide la Beata Vergine Maria, che affidò a lei una missione: “Maria, va’ a dire ai Garlaschesi che voglio qui un santuario a protezione di tutta la Lomellina. Saranno tante le grazie che Io spargerò in questo luogo e miei figli sperimenteranno i tesori delle mie misericordie”. Dopo aver fatto ritorno a Garlasco, Maria (che da quel momento venne chiamata Maria Benedetta), non più sordomuta dal miracolo, narrò

l’accaduto alla popolazione. La bambina, cresciuta, si ritirò nel monastero, retto dalle monache di clausura e sito al confine del territorio di Garlasco, tra Tromello e Alagna, in prossimità del torrente Terdoppio. Il luogo dell’apparizione miracolosa era allora circondato da cespugli di biancospino (in dialetto locale buslà, parola dalla cui traslitterazione in italiano deriva il nome Bozzola). L’evento prodigioso dette il via all’edificazione dell’attuale santuario, costruendo dapprima una chiesetta in corrispondenza dell’attuale presbiterio, seguita da un primo ampliamento della struttura risalente al Seicento. Nel 1662 venne costruita la torre campanaria e nel 1720 la cupola ottagonale che verrà terminata negli anni successivi. Nel 1860 venne prolungata la navata e venne aperto il braccio destro e il sinistro. Nel 1890 venne costruita la facciata su disegno di Marietti; tuttavia nel giro di alcuni anni venne abbattuta in quanto non si dimostrò soddisfacente, e venne pertanto rifatta nel 1897 su disegno dell’ingegner Nava di Milano. La nuova struttura venne decorata con statue in cotto di Provini di Milano e di Repellini di Cremona, mentre su due basamenti di granito vennero poste due statue in cemento (la Fede e la Speranza) della ditta Rossi Speluzzi di Milano. Nel 1927 il santuario è stato insignito del titolo di basilica minore. Numerosissimi i pellegrinaggi ed il legame con molti altri siti mariani come il santuario di Corbetta. 7


il castello

L

e prime fonti storiche facenti riferimento a Garlasco risalgono al X secolo e consistono in due diplomi imperiali: colprimo (909), l’imperatore Berengario I dona molti possedimenti garlaschesi ad Agiverto, arciprete di San Giovanni Domnarum in Pavia; col secondo (981), Ottone

lessandro

Foto di A

Vecchi

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II sancisce l’assegnazione di Garlasco al monastero di San Salvatore, anch’esso in situato Pavia. Nel basso Medioevo, analogamente ad altri centri della zona, il borgo di Garlasco si trova al centro di aspre contese territoriali. In quel periodo la sua fortezza assume un ruolo di spicco nel sistema difensivo pavese, tanto da venir definita propugnaculum Papiae. La struttura era quella tipica lombardo-viscontea, a pianta quadrata con corte interna e torri quadrangolari agli angoli Nel 1436, il borgo, in possesso dei Visconti, viene dato in feudo alla famiglia dei Castiglioni, che ne manterrà il controllo fino alla fine del XVIII secolo. Il castello venne saccheggiato e devastato più volte, in particolare nel 1524 quando venne quasi completamente raso al suolo. Oggigiorno, delle strutture difensive di cui parlano i citati diplomi imperiali non resta traccia se non nei toponimi del centro storico (via delle Mura, via della Cinta). Testimonianze dell’esistenza di un castello sono invece costituite da un torrione medievale, a margine di Piazza Piccola, e dalle fondamenta di alcuni edifici adiacenti, a base scarpata. Ristrutturato verso la fine del secolo scorso, il torrione ospita attualmente alcuni uffici comunali. 7

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garlasco

Lomellina

R

isalgono al 1833 le prime notizie storiche ufficiali sul Teatro Sociale di Garlasco, il quale fu costruito, presumibilmente, pochi anni prima. Anche questa struttura, così come accadde per la maggior parte degli edifici teatrali di molti centri italiani, fu edificato in un periodo di grande fortuna per i teatri d’opera. In diverse città, infatti, negli anni compresi tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, alcune famiglie nobili e borghesi si riunivano, dando vita a vere e proprie società di palchettisti. Anche il Teatro Martinetti rientrava nel genere societario sopra menzionato e, in particolare, fra le persone che componevano questo gruppo interessato alla realizzazione di un teatro in ambito garlaschese, figuravano anche Giuseppe Martinetti, di professione geometra, ed il figlio Cesare, ingegnere, che operò a propria volta per l’adeguamento funzionale del Teatro. Vi si tenevano prevalentemente concerti musicali, rappresentazioni operistiche e balli pubblici, ma anche spettacoli vari e persino di beneficenza. Il 16 aprile 1908 risulta per la prima volta realizzata una rappresentazione con Cinematografo parlante. Attorno al 1920, il Teatro Sociale fu intitolato ufficialmente e definitivamente a Francesco Martinetti, figlio del sopra menzionato ingegner Cesare e di Maria Callerio, ritornato dall’Argentina per partecipare, con alto senso patriottico, al primo conflitto mondiale, ferito sul fronte di guerra e tragicamente deceduto

il Teatro Martinetti in giovane età nell’ospedaletto da campo della città di Milano, nell’anno 1918. L’attività del Teatro Martinetti si snodò con grande intensità e vivacità, per un pubblico competente, raffinato e molto esigente, ospitando prestigiosi protagonisti, come l’attore Gustavo Modena (1803-1861), il famoso baritono Arturo Pessina, garlaschese

di origine (1858-1926) e, più tardi, negli anni ‘30, il celebre Erminio Macario con il diverso, moderno genere della rivista. La fortunata attività artistica del Teatro Martinetti si protrasse fino alla fine degli anni Cinquanta, momento in cui iniziò il lento inesorabile abbandono della struttura. Nuovi cinematografi e nuove modalità di divertimento fecero assumere al Teatro la sola funzione di sala da ballo. Fu questo il primo passo verso un malinconico oblio della struttura. Nei primi anni Sessanta l’immobile era considerato fatiscente ed inadeguato per le attuali attività di svago, tanto da ritenersi ormai prossima la sua demolizione. Nel 1977, l’Amministrazione Comunale dell’epoca credette, invece, nella possibilità di recuperare il Teatro e, dopo averlo nuovamente acquistato in proprietà, procedette, all’inizio degli anni Ottanta, ad un primo intervento di ristrutturazione, successivamente rimasto sospeso e concluso solo in epoca recentissima. 7

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Lomellina

La città delle Deco organizza la 48esima Sagra

del

Salame d’Oca di mattia tanzi

M

Il sindaco

hinotti

Marco Facc

ortara, che può essere tranquillamente considerata la città delle Deco (ad oggi 25 ), si appresta ad organizzare il 27 e il 28 settembre la 48esima Sagra del Salame d’Oca. Questa manifestazione storica e attesa in tutta la Provincia di Pavia e non solo, sarà preceduta sabato 20 settembre dal Pre palio: al mattino l’investitura dei cavalieri e al pomeriggio i giochi per definire l’ordine di partenza. “La nostra sagra tra due anni taglierà il traguardo del mezzo secolo di vita in un crescendo di entusiasmo. - Dice il sindaco di Mortara Marco Facchinotti – Un evento tradizionale che diventa un importante vetrina per i nostri prodotti tipici già


conosciutissimi e apprezzatissimi. Vorrei sottolineare che nel nostro comune sono state date 24 Deco (Denominazione comunale d’origine). Abbiamo una gamma di prodotti, che richiamano l’oca che vanno dall’antipasto al dolce”. Queste sono l’elenco dei prodotti che hanno ottenuto il marchio Deco: Biscotello, Bresaolina d’oca, Cacciatorini d’oca stagionati, Cappello di Ludovico, Ciccioli d’oca, Ciccioli d’oca pressati, Fegato d’oca, Filetto d’oca baciato, Galantina d’oca, Marbrè d’Oca, Mortadellina d’oca, Pan

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dell’oca, Patè di fegato d’oca, Petto d’oca affumicato alle erbe, Petto d’oca stagionato, Prosciuttino d’oca stagionato, Ragó d’oca, Raviolo d’oca, Risotto con pasta di salame d’oca e fagiolini all’occhio, Salame d’oca ecumenico, Salame crudo d’oca stagionato, Turta Sgreza, Vulp. Per il sindaco Facchinotti risulta quindi fondamentale un sostegno al settore gastronomico in vista dell’Expo 2015 attraverso la creazione di iniziative in collaborazione con Provincia e Regione Lombardia. Iniziative che consentiranno di allargare il mercato. “Ogni anno in occasione della sagra e del palio arrivano a Mortara 50- 60 mila turisti curiosi di assistere al corteo storico con in suoi 500 figuranti che sfilano in Piazza Vittorio Emanuele. – continua il primo cittadino Marco Facchinotti – L’evento è organizzato dal Magistrato delle Contrade, un comitato senza scopo di lucro, fondato il 24 aprile 2013 che unisce le sette Contrade di Mortara con le seguenti finalità: promuovere, organizzare e gestire manifestazioni, conferenze, seminari, mostre e spettacoli correlati al Palio, al Corteo Storico e alle tradizioni ad essi collegate. Un comitato riconosciuto ufficialmente dal consiglio comunale l’anno scorso”. Quindi per Mortara, il suo comune, i suoi commercianti, produttori e residenti sono di vitale importanza tre aspetti: Storia, Tradizione e Prodotti Tipici. 7

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Lomellina

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ortara rimane capoluogo della provincia di Lomellina fino all’unità nazionale; in questo periodo si arricchisce di pregevoli edifici, fra i quali il Teatro (1846) ed il Palazzo Municipale (1857).

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Da sinistra: l’abbazia di Sant’Albino, La Basilica di San Lorenzo ed il Teatro

Mortara è ricca di belle chiese, colme di opere d’arte. La più importante è senza dubbio la grandiosa Basilica di San Lorenzo, gioiello architettonico della città, grandiosa costruzione gotica eretta tra il 1375 ed il 1380, ricca di importanti opere d’arte: vi si annoverano tavole di Bernardino Lanino (Madonna del Rosario, datata 1516), cinque tele di Giulio Cesare Procaccini, la grande tavola d’altare del Cerano e altri preziosi lavori risalenti ad un periodo compreso tra il XV ed il XVII secolo. Singolare è il presepe ligneo, popolato da 80 personaggi in bassorilievo, dell’inizio del XV secolo. Pregevole anche la chiesa di Santa Croce, costruita una prima volta nel 1080 fuori dalle mura e poi riedificata interamente nel

1596 su progetto di Pellegrino Tibaldi; anche qui sono conservate pregevoli opere pittoriche di Bernardino Lanino, del Moncalvo, di Bernardino Ferrari e di Palma il Giovane. Da segnalare inoltre la chiesa di San Carlo e Santa Veneranda, innalzata per voto fatto a San Carlo durante la terribile pestilenza del 1630; viene eretta con le sole offerte del popolo, a partire dal giorno 8 settembre 1633, ma le incessanti guerre, che si succedono in Lomellina, tra le quali l’assedio di Mortara, ritardano i lavori che si protraggono fino al 1653. Circa dieci anni dopo, il 19 novembre 1664, vi viene portato il corpo di Santa Veneranda Martire; nel 1725 vi viene innalzato l’altare ed il tronetto marmoreo per riporvi la Santa.

Ben più famosa è invece l’abbazia di Sant’Albino, che sorge fuori dalla città, nel luogo dove, secondo la leggenda, ebbe luogo la battaglia tra Carlo Magno e Desiderio. Lo stile architettonico nasce da un originale accostamento fra lo stile romanico, ben riconoscibile nell’abside, e lo stile rinascimentale che è evidente nella facciata e nella navata. Sul lato sud del portico che completa la facciata è addossato un fabbricato rurale, forse parte dell’antico convento, oggi ormai in gran parte diroccato. Sul fianco destro della chiesetta i resti del chiostro. All’interno si possono vedere i segni lasciati dai pellegrini che hanno visitato questo luogo nel corso dei secoli; i primi risalgono al 1100. 7


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Lomellina

De.C.O.

questioni di gola PICCOLO VIAGGIO FRA alcuni PRODOTTI PROTETTI DAL MARCHIO De.C.O.: OCCASIONI PER RISCOPRIRE RICETTE ANTICHE E SAPORI STRAORDINARI

BISCOTELLO

La regola vuole che l’ingrediente principale sia una varietà di farina di riso chiamata “Otello” per via della colorazione nera. Un prodotto bio, caratteristico della zona, rigorosamente macinato a pietra, alto potere di digeribilità e con basso impatto calorico.

S

otto l’acronimo De.C.O., si nasconde la “Denominazione Comunale di Origine”, ovvero una certificazione di autenticità di appartenenza geografica, rilasciata dai comuni solo ad alcuni selezionati prodotti tipici della zona. Obiettivo principale è la valorizzazione delle specialità agro-alimentari la cui diffusione spesso non supera i confini dell’area di produzione, senza riuscire quindi ad entrare nel novero dei prodotti a marchio DOP o DOCG. Mortara, cantata nei “Cinque canti” di Ariosto, vanta 23 prodotti a marchio De.C.O., molti dei quali ispirati all’oca che da queste parti rappresenta una tradizione antichissima. 32| agosto/settembre ‘14

BRESAOLINA

Un unico taglio del petto d’oca, insaporito con spezie e lasciato riposare per un mese prima di stagionare, la Bresaolina prevede l’utilizzo di oche allevate e macellate nel nord Italia.


CACCIATORINO D’OCA STAGIONATO

Il nome si deve alla tradizione dello spuntino dei cacciatori, mentre oggi è un impasto di carne d’oca e maiale insaccato e lasciato stagionare un tempo che va da 60 a 120 giorni.

e cotta fino a separarla dal grasso. La variante “pressata”, prevede la frittura a fuoco lento nel grasso d’oca.

FEGATO D’OCA

Antipasto o piatto freddo, si basa su carne d’oca disossata, mescolata a carne suina e condita con pistacchi.

Per scacciare le polemiche che infiammano il mondo, le oche destinate a “donare” il proprio fegato sono nutrite senza forzature e rigorosamente a mais. Il fegato, prima di finire in forno per la cottura, viene pulito, salato e aromatizzato, quindi servito su fette di pane abbrustolite.

FILETTO D’OCA BACIATO CAPPELLO DI LUDOVICO

GALANTINA D’OCA

Simile al salame, da cui si distingue per una forma maggiore e la presenza nell’impasto di petto d’oca. Perché l’impasto si compatti e aromatizzi, deve stagionare fra 120 e 180 giorni.

MORTADELLINA D’OCA

Impasto macinato a mano composto da carne e fegato d’oca e suini, dopo aver riposato viene insaccata nelle reticelle del maiale e cotta nel grasso d’oca.

Un dolce a cinque punte creato come omaggio a Ludovico Sforza, “il Moro”, realizzato a pasta lievitata, condita con scorze di limone e zucchero.

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Non mancano le calorie, ad un prodotto che serviva a sfamare e dare energia a chi abitava in campagna. I ciccioli sono semplice e saporita pelle dell’oca, tagliata

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Mortara

Lomellina

MARBRÈ D’OCA

Carne d’oca e suino sminuzzata e marinata a bagno nel vino marsala, viene condita con pistacchi, tartufo nero e gelatina del sugo di cottura, per poi essere lasciata raffreddare in stampi.

PAN DELL’OCA

Pane di antica memoria, condito con grasso d’oca e cotto dopo avergli dato la forma del palmipede.

PATÉ DI FEGATO D’OCA

Fegato d’oca, vino liquoroso, sale, pepe ed aromi: questi gli ingredienti del paté, una “crema” condita con burro che si esalta alla presenza di tartine.

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PETTO D’OCA AFFUMICATO

Il petto dell’oca, privato di pelle e ossa, insaporito prima di farlo riposare e successivamente affumicato con legno di faggio. Del petto d’oca di Mortara esistono anche la variante affumicata alle erbe, con l’aggiunta di frutti ed aromi, e quella stagionata.


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RAVIOLO D’OCA

Rielaborazione mortarese dei ravioli, con l’utilizzo di carne d’oca nel ripieno.

TuTTi i giorni… Forno a legna e bio pizza…

VULP

La “volpe”, nel senso di furbata, proprio perché si tratta di una ricetta antica per sveltire le faccende di cucina nelle cascine. Si tratta di polpettine di carne d’oca avvolte nelle foglie di verza e un tempo sistemate nella cenere dei caminetti.

SALAME CRUDO D’OCA ECUMENICO

Un salame che mette d’accordo credo e religioni diverse, nato con l’idea di poter essere consumato da cristiani, islamici ed ebrei professanti. Si prepara disossando e filettando l’oca fino a creare un impasto che dopo aver riposato viene inserito nella pelle del collo dell’oca. La variante stagionata cambia l’impasto con l’aggiunta di carne di maiale e viene insaccato in budella bovine.

RISOTTO CON PASTA DI SALAME D’OCA E FAGIOLINI ALL’OCCHIO

Sostanzioso piatto composto da riso della Lomellina, pasta di salame d’oca, fagiolini dell’occhio e Bonarda dell’Oltrepo’ Pavese.

ragò d’oca

Parente stretto della più celebre “casseula” milanese, con l’unica variante della presenza di carne d’ocal posto di quella di suino. 7

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Mortara

Lomellina

fino all’ultima

casella

PALIO DALLA STORIA RECENTE, DIVENTATO CELEBRE E SEGUITO PER LO SFARZO DEL SUO CORTEO STORICO, UN EVENTO A CUI LA CITTÀ LAVORA TUTTO L’ANNO

N

el 1967, dimostrando una certa propensione a viaggiare controcorrente, Mortara sceglie di creare la propria sagra, con annesso Palio. È una scelta che incuriosisce, sono quelli gli anni della rivoluzione studentesca, in cui tutto ciò che è storia sembra guardato come un fardello da evitare come la peste, ma Mortara la

pensa diversamente, e l’ultima domenica di settembre nasce un evento che da allora ritorna puntuale da quasi 50 anni. C’è di mezzo la voglia di trovare una propria identità, popolare e culturale, ma anche la consapevolezza di avere un patrimonio storico e agroalimentare di prim’ordine da mostrare al mondo intero. E se la storia è orgogliosamente rappresentata dai tempi in cui Ludovico il Moro Duca di Milano,

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aveva eletto Mortara a residenza privata di caccia, trasformandola in un luogo a cui sarebbe stato legato per tutta la sua vita, la parte gastronomica è dominata dall’oca, palmipede protagonista dei piatti tipici, disposto a trasformarsi in ogni possibile variante, una più succulenta dell’altra, a cominciare dal celebre salame. I giorni del Palio iniziano il sabato antecedente, con una funzione religiosa a cui partecipano le sette contrade di Mortara che ricordano le antiche corporazioni dei mestieri: la Torre per gli orafi, il Moro per i cacciatori, San Dionigi per i fornai, San Cassiano per i vignaioli (una delle contrade più temibili), Sant’Albino per i fiorai e Dosso per i vasai, ognuno con colori e simboli diversi. Al termine della funzione iI Palio viene benedetto, poi ognuno torna nelle proprie vie, per preparare l’imponente corteo che apre la giornata di domenica, il clou della festa. Si lavora tutto l’anno per arrivare a quel momento, cucendo e preparando costumi perfetti, a cui non sfugge il più piccolo dei dettagli. Non è un caso, se il corteo rinascimentale di Mortara si è guadagnato una fama donata dallo sfarzo della ricostruzione rinascimentale e dai numeri: centinaia sono i figuranti, che sfilano seguendo le rigide classi sociali del tempo. Iniziano i poveri, che precedono gli artigiani e via così, salendo di casta attra-

verso cortigiani, notabili e nobili, quelli che facevano parte della cerchia degli Sforza, circondati dai suoni di trombe e tamburi, dai giochi degli sbandieratori e dei falconieri, dalle armature scintillanti dei soldati a quelli lussuosi delle dame, dagli astrologi, dai cavalieri e dai dignitari. Si chiude con Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, attesi in piazza del Teatro, dove termina il corteo ed il popolo ha preparato banchetti e spettacoli per far divertire i signori. Fra le novità di quest’anno “Tri pas en piasa”, evento serale con musica e negozi aperti fino a tardi. Ma quello di Mortara, come detto prima, è un Palio recente, moderno, che per molti versi vuole ricreare le atmosfere rinascimentali, mentre per altri ironizza sul concetto pomposo di festa per intrattenere i nobili ospiti. Così, il Palio non si assegna sfidandosi con archi, frecce, spade e arma-

ture, ma attraverso il Gioco dell’Oca, uno dei più antichi e conosciuti giochi da tavolo, che a Mortara assume anche un altro significato ben più profondo, visto lo stretto legame fra il territorio, le tavole e l’oca. i contradaioli devono vedersela con un enorme tabellone disseminato da trabochetti e ostacoli, cercando di arrivare per primi alla casella 63, che da sempre chiude il popolare gioco di società. E sono proprio gli arcieri, con la precisione delle loro frecce, a muovere le pedine viventi. Ma chi pensa si tratti di una sfida senza pathos ha di che ricredersi: per tutto l’anno le contrade di Mortara studiano strategie, si preparano e si allenano. D’altra parte non c’è posto per i secondi: vince chi arriva primo, e da queste parti si può dividere tutto, ma non l’onore di portare il Palio per le proprie strade. 7

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Parona

Lomellina

38| agosto/settembre ‘14

Dopotutto ... domani

è un altro giorno! C

Il sindaco

rena Marco Lo

on questa frase si concludeva uno dei film più visti della storia del cinema, Via col Vento, e, con questa frase, la nuova Amministrazione Comunale di Parona, con in testa il Sindaco Dr. Marco LORENA, vuole dare una svolta alla vita politica ma soprattutto al benessere dei concittadini. Benessere inteso come lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società. Un “altro giorno” in cui ci sia la possibilità di lavoro e di crescita umana per le troppe persone che in questi anni, oltre alla crisi economica generale, non hanno potuto accedere ad un posto di lavoro, nonostante le numerose possibilità occupazionali presenti nelle


realtà artigianali, commerciali e industriali del piccolo comune lomellino. Un “altro giorno” in cui si possa davvero abbinare l’attuale sviluppo industriale con un’adeguata tutela dell’ambiente (aria, acqua e suolo) in modo da potere permettere alle future generazioni di godere del paesaggio e della natura . Un “altro giorno” in cui i paronesi riusciranno a ritornare una comunità incentrata sul lavoro ma anche sui rapporti personali, sullo stare bene insieme. E uno dei momenti migliori per creare comunità è sicuramente “al dì ‘dla festa”, che vede radunarsi a Parona molte persone provenienti dalla Lomellina ma anche dalle provincie limitrofe. Per organizzare

tale festa la Pro Loco Parona da 46 anni organizza in modo encomiabile la Sagra dell’Offella durante il primo fine settimana di Ottobre. Una vera festa per i paronesi, incentrata sul biscotto più famoso della Lomellina, l’OFFELLA, che dagli inizi del novecento è sinonimo di Parona. Ed è questo modo di fare festa che “serve” ad unire il paese ed è per questo che la nuova Amministrazione Comunale cercherà di promuovere in ogni modo il suo svolgimento e la sua buona riuscita, compatibilmente con le risorse disponibili. 7

46A sagra delle “Offelle di Parona” Pro Loco Parona Comune di Parona 3 4-5-6 ottobre 2014 Venerdì 3 ottobre Ore 21 - Serata musicale organizzata dal Colorado Cafè Sabato 4 ottobre Ore 9 - Camminata gastronomica organizzata dall’A.S.D. Podistica Parona Ore 14,30 - Gara ciclistica organizzata dall’A.S.D. Ciclistica Parona Ore 20,30 - Apertura Luna Park, Banco di Beneficenza e mostra personale (rimarrà aperta anche la domenica) di Maurizio Marioli - Con la banda incontro a Pasqualina Ore 21,20 - Arrivo in Comune dei personaggi tipici “Pasqualina e Pinotu”, proclama apertura festeggiamenti e ricevimento ufficiale Ore 21,30 - Grande serata danzante con l’orchestra di Radio Studio Zeta Domenica 5 ottobre Ore 9 - Mostra di pittura, scultura e creazioni artigianali di hobbysti lomellini Ore 10,30 - S. Messa solenne; al termine della celebrazione, processione con la statua della Madonna del Rosario Ore 15 - “Un pomeriggio di fiaba”. Uno spettacolo ininterrotto e completamente gratuito: - Per le vie del paese: Grande Parata della Sagra, con la partecipazione dei personaggi tipici, bande, majorettes, gruppi folk e carri allegorici - In Piazza Nuova: esibizione dei complessi bandistici e dei gruppi folk che animano la sfilata e di artisti di strada. Durante la sfilata saranno distribuite gratuitamente, al pubblico presente, le prelibate “Offelle di Parona” Ore 17,30 - Piazza Nuova: “Offelle per il cielo”, lancio di palloncini multicolori Nel corso della manifestazione sarà aperto il “RistoSagra”, a cura dell’A.S.D. Parona Calcio

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Parona

Lomellina

un angolo di Lomellina da

scoprire! questo caratteristico paese. Si abbia comunque presente, per obiettività storica, che in tutti gli eventi di una certa importanza interessanti l’alta Lomellina, ai nomi di Mortara e Vigevano dobbiamo aggiungere, senza tema di smentite, quello di Parona!

La Chiesa di San Pietro e il Bosco Acqualunga

40| agosto/settembre ‘14

P

iccolo e ridente centro agreste, sito tra i territori di Vigevano, Mortara e Cilavegna, il paese di Parona non è rimasto escluso dai grandi avvenimenti che si susseguirono attraverso i secoli in questa nobile regione lombarda. La vicinanza di più grandi centri come quelli sopra citati, ha fatto passare quasi inosservata l’esistenza di


Secondo alcuni storici il nome Parona deriva da quello di una nobile famiglia pavese: Pairona. Infatti, questo paese è così denominato in alcuni diplomi degli imperatori germanici. Parona fu feudo prima dei marchesi Archinti di Milano e successivamente della potente famiglia Tornielli, la quale ancora al principio del secolo scorso possedeva alcune proprietà. A testimonianza di quest’epoca medioevale, maestoso si ergeva il Castello, proprio al centro del paese. Andato in rovina purtroppo col passare degli anni, ora nei suoi pochi resti è destinato ad uso rustico e quale abitazione di privati. Degna di nota è la Chiesa Parrocchiale, dedicata a S. Pietro Apostolo, costruita del 1832 dall’ingegnere provinciale Mercalli. Nell’altare della Madonna, entro una bella urna di legno dorato, si venera un Bambino Gesù di cera che è stato messo nella Basilica della Natività di Betlemme e deposto nella notte di Natale, nel luogo stesso dove i pastori adorarono il celeste infante. Col passare degli anni l’economia del paese si è andata gradualmen-

te modificando: da centro agricolo com’era, Parona è diventato piano piano un paese di piccoli artigiani e imprenditori, nonché paese residenziale per i numerosi operai che lavorano nei vicini centri lomellini. Negli anni ‘70, si è assistito all’insediamento di ragguardevoli complessi industriali, per lo più giunti dalla vicina Vigevano ed attirati dalla razionale dislocazione delle aree ad esse destinate mediante la pianificazione urbanistica operata dall’Amministrazione Comunale. Da paese rustico e in un certo senso “vecchio”, Parona è diventato nel breve volgere di anni un comune moderno, dinamico, ospitale. Gente seria, laboriosa, cordiale: queste le caratteristiche della popolazione di Parona che ammonta a circa milleseicento anime! E’ proprio questa cordialità che Parona vuole offrire a tutti coloro che vorranno visitarla, anche in occasione della “Sagra dell’Offella”. Quell’ospitalità generosa e sincera che ha sempre caratterizzato questo paese, così “unico” fra i numerosi che sorgono sotto “il bel ciel di Lombardia”. 7

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Parona

Lomellina

Le “Offelle di Parona” hanno una storia...

H

a già compiuto un secolo la specialità dolciaria tipica di Parona: l’“Offella”. Lo squisito biscotto, dal gusto unico e dall’inconfondibile forma ovale, trova remote origini alla fine del XIX secolo, quando il prodotto, che si presentava leggermente diverso dall’attuale, era ancora di tipo casalingo. Ad inventare abilmente l’originale biscotto furono due intraprendenti sorelle

42| agosto/settembre ‘14

paronesi, Pasqualina (di cui il dolce assimilò per lungo tempo il nome) ed Elena (detta Linìn) Colli, che crearono questa specialità senza mai rivelare a nessuno la segreta ricetta. Inizialmente le Offelle venivano prodotte in quantità limitate e vendute a nu-


La Chiesa di San Siro

mero, anziché a peso, tanto erano preziose. La loro presenza sulle tavole paronesi fu da subito legata alla ricorrenza della Madonna del Rosario, divenuta, tradizionalmente, festa patronale: in quella occasione, infatti, si preparavano le Offelle da consumare durante quel giorno di festa popolare, quando arrivava gente anche dai paesi vicini per gustare il biscotto prelibato. I mezzi pubblicitari, allora, non erano sicuramente quelli di oggi, ciò nonostante il prodotto andava a ruba. Qual era il segreto di tanto successo? Facile la risposta. La superlativa genuinità degli ingredienti, il loro giusto dosaggio e l’indovinata cottura, imprimevano alle Offelle un indice di gradimento eccezionale. Quegli ingredienti (farina di frumento, uova, burro, zucchero e olio d’oliva fusi in una indovinata sintesi) e quei sistemi di produzione, anche dopo decenni, sono rimasti invariati. La produzione, dalle due sorelle, passò dapprima a qualche loro intima conoscente e da queste ai panificatori del piccolo borgo lomellino. Così si continuò nel secondo dopoguerra fino agli anni sessanta.

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Frattanto da ogni parte andavano sorgendo comitati per la celebrazione di sagre gastronomiche di ogni genere. Parona non volle rimanere ultima: aveva le carte in regola per rilanciare la sua gloriosa Offella. La grande promozione commerciale dell’Offella arrivò, quindi, a partire dal 1969, quando venne organizzata la prima Sagra del tipico prodotto. Dapprima un comitato, poi l’associazione Pro Loco, siglarono l’iniziativa di promuovere la valorizzazione del tipico prodotto locale. Da allora, la Pro Loco Parona tutela la genuinità del biscotto attraverso un marchio di garanzia fornito ai produttori, che hanno preso il posto degli antichi forni casalinghi. Oggi i consumatori dell’Offella di Parona, per merito di questa associazione, possono contare sulla conservazione della tipica ricetta, protetta da brevetti e da regolari atti di deposito. Mentre l’Offella conquista località sempre più lontane e viene gustata in diverse parti d’Italia e del mondo, tutti gli anni si rinnova la Sagra. E così, autunno dopo autunno, alla prima domenica di ottobre i colori e l’atmosfera della tradizionale festa popolare richiamano migliaia di visitatori che continuano ad essere attratti dall’intramontabile Offella, il dolce.. vanto di Lomellina. 7

“La loggia del gufo official group” per scoprire i nostri eventi.


sport A.C Bressana 1918 A.S.D

l’anno dellA

svolta di mattia Tanzi

S

arà la stagione della svolta quella che inizierà a fine estate e si concluderà nel 2015 per la quasi centenaria società di calcio A.C Bressana 1918 A.S.D. Con la nomina a direttore sportivo e responsabile tecnico del settore giovanile di Ennio Tundis, 38 anni, la storica società punterà soprattutto sui giovani, con nuovi programmi che serviranno a far crescere il vivaio. La nazionale azzurra in Brasile, che si è presentata con calciatori usurati, demotivati e con nuove leve prive di qualità e mordente, ha fatto capire che in Italia serve un rilancio del settore giovanile. Per questo motivo il nuovo direttore sportivo dell’ A.C Bressana 1918 A.S.D, che da calciatore ha

44| agosto/settembre ‘14

vinto quattro campionati di prima categoria, uno di promozione, uno di seconda categoria e uno di terza categoria, segnando 308 reti in carriera (di cui 200 solo in prima categoria), vuole cambiare rotta dedicando anima e corpo ai Piccoli amici (2007, 2008, 2009), Pulcini (2004, 2005, 2006), Esordienti Provinciali 2002, 2003), Giovanissimi Provinciali (2000, 2001), Allievi Provinciali (1999) e Juniores Regionali Fascia A (1996, 1997 e tre fuori quota del 1995). “Se giochi e ti diverti coraggio!!! Vieni con entusiasmo e curiosità a provare per diventare grande insieme al Bressana Calcio. - dice Ennio Tundis - Con questo slogan intendiamo formare e far crescere i tanti ragazzi che giocano nelle nostre formazioni. Inoltre, la no-

stra prima squadra, che milita in promozione, si é aggiudicata il secondo posto in Regione Lombardia per la valorizzazione dei giovani. Partiamo quindi da risultati importanti per concretizzare un progetto che servirà a costruire un futuro per i nostri ragazzi attraverso l’esperienza di tante persone preparate. Mattia Giacobone sarà il coordinatore tecnico, mentre Francesco Bertolini svolgerà il ruolo di preparatore atletico. Avremo la presenza di Diego Dario Fernando Esquivel detto “Pocho”, che una volta alla settimana, preparerà i portieri del settore giovanile”. Saranno poi effettuati dei test tecnici per conoscere le attitudini di ogni singolo bambino e per creare uno storico dei livelli individuali. “Prepareremo dei

gruppi e stileremo dei programmi in base alle capacità in modo da garantire un’adeguata crescita tecnica e psicofisica. - continua Tundis - Periodicamente valuteremo i miglioramenti dei giovani per calibrare o modificare la programmazione sull’attuazione delle metodologie adottate. Tutto questo per garantire la crescita e il benessere degli stessi bambini”.


La gestione degli eventi, e il rapporto con le famiglie saranno affidate al segretario Sandro Marioni. Sarà organizzata una campagna promozionale del settore giovanile nelle scuole, saranno promosse gite verso eventi non solo calcistici e saranno organizzati con il Comune stage e incontri con personaggi dello sport in un progetto intitolato “Sfide”. Una grande importanza sarà data all’immagine quindi diventerà fondamentale la figura del magazziniere, ruolo ricoperto da Clementina Santagostini. “Tutto il settore giovanile sarà dotato di un kit completo e ogni squadra sarà seguita da tre figure: dirigente accompagnatore allenatore e responsabile di squadra. - sostiene Tundis - Ognuno di loro avrà responsabilità specifiche. Sarà curata la disciplina con divise sempre in ordine e sarà impartita l’educazione civica. Inoltre, cercherò di

sensibilizzare lo staff e gli istruttori nella partecipazione di corsi di primo soccorso medico”. Nell’anno del cambiamento, la società si presenterà col nuovo sito web, graficamente più moderno, ricco di aggiornamenti e informazioni: contenuti, che potranno essere condivisi con un click sui social, parlando per la prima volta a un vasto pubblico, per uscire dalla dimensione limitata del mondo del calcio, che è solo per addetti ai lavori e appassionati. Per cui famiglie, simpatizzanti e sponsor avranno per la prima volta una finestra su un mondo ed una vetrina per mostrarsi come le realtà di alto livello rendendo visibile e proficua l’interazione con un vasto pubblico. Ed allo stesso tempo creando spirito di squadra tra i ragazzi facendoli quindi sentire parte di un progetto che va oltre gli undici in campo. 7

STAGIONE SPORTIVA 2014 – 2015 ORGANIGRAMMA PRESIDENTE ONORARIO: UMBERTO MONTAGNA PRESIDENTE: VALTER BURGASSOLI
 VICE PRESIDENTE: MARCO CASARINI

 VICE PRESIDENTE: MICHELE MONTAGNA

 CONSIGLIERI: BIANCHI TIZIANO; BRANDOLINI MAURO; CESARE BATTISTI; CARLO TRUFFI DIRETTORE SPORTIVO PRIMA SQUADRA: GIANLUCA PALLADINI SEGRETARIO SETTORE GIOVANILE E PRIMA SQUADRA: SANDRO MARIONI

 COORDINATORE TECNICO SETT.GIOVANILE: MATTIA GIACOBONE

 PREPARATORE ATLETICO SETTORE GIOVANILE: FRANCESCO BERTOLINI

 PREPARATORE PORTIERI SETT. GIOVANILE: DIEGO DARIO FERNANDO ESQUIVEL

 MAGAZZINIERE: SANTAGOSTINI CLEMENTINA INFO E CONTATTI PIAZZA MARCONI N.9 27042 BRESSANA BOTTARONE (PV) TEL. e FAX: 0383 898346 www.acbressana1918.it

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Sabrina Persechino

l’autunno inverno 2014/2015 secondo l’Alta Moda I Ecco quali sono le principali tendenze che sono state svelate durante gli eventi della Fashion Week capitolina di Altaroma in vista della prossima stagione

di Marianna Pilato - Foto altaroma.it

46| agosto/settembre ‘14

capi di haute couture, come tutti sanno bene, possono essere acquistati solo da una elite molto ristretta, ma è importante comunque osservarli per capire in anteprima quali saranno le tendenze più gettonate nel corso della stagione successiva. “Spesso mi chiedono come nasce una collezione, chi o che cosa l’abbia ispirata. Purtroppo non sempre riesco a trasmettere un’immagine precisa o a individuare l’elemento che ha acceso dentro di me quelle immagini, che poi diventano forme, disegni e colori. Questa volta invece il percorso è stato immediato: un viaggio, un’isola che io adoro, Ibiza, un luogo dove gli spazi aprono il nostro cuore ed arricchiscono la nostra vita”. Con queste parole lo stilista Peter Langner ha illustrato i punti di riferimento che lo hanno guidato alla creazione della


sua ultima linea di alta moda, presentata fra l’altro in una location ancora poco conosciuta: lo spazio-eventi dallo stile architettonico essenziale ma ultra chic del “Rome Life Hotel” di Via Palermo. Il taglio dei modelli, il finissaggio dei tessuti, i ricami materici, le applicazioni di pietre e fili preziosi, il contrasto fra il grigio lavico di alcuni abiti e il verde acido che ne illuminava altri ricordano l’ambiente naturale ricco di rocce, acque cristalline e vegetazione della sopraccitata isola del Mediterraneo. Continua a ispirarsi alle forme delle grandi opere architettoniche, invece, Sabrina Persechino che ha intitolato non a caso la sua nuova collezione “Matrice”. Il termine infatti vuole indicare un “elemento progettuale preso in prestito dalla natura dal quale si sviluppano forme architettoniche complesse”. Il leit-motiv che ritroviamo in questa serie di abiti, quindi, è una struttura a spirale simile a quella che caratterizza la facciata del Museo del Guggenheim. Le creazioni inoltre si contraddistinguono per il proprio susseguirsi di fasce materiche, talvolta monocromatiche e convergenti, altre volte policrome e concentriche. Tra le stoffe maggiormente utilizzate spiccano le sete: duchesse, mikado, shantung, cady, chiffon, nonché pelli laminate e appositamente conciate e laserate. Non meno originale e creativa è la collezione ideata dal brand di recente fondazione (settembre 2013) Esme Vie, lanciato

Peter Langner Antonella Rossi

da Julia Voitenko e vincitore della nona edizione del concorso per fashion designer emergenti “Who Is On Next?”. Gli abiti sembrano il frutto di una commistione sapiente fra la moda degli anni Cinquanta e Sessanta, a cui si aggiunge un tocco di modernità per rendere dei modelli classici dall’eleganza intramontabile più attuali. Un implicito omaggio viene reso attraverso questa linea alla città di Roma e in particolare alla lezione di stile impartita nel dopoguerra dall’atelier delle Sorelle Fontana. In aggiunta la peonia, considerata uno dei fiori più preziosi in molte culture, è stata decisiva per la scelta della palette di colori, che spaziano dal borgogna al rubino e al rosso persiano, fino a arrivare ai toni più chiari del rosa, del cipria e del bianco. Gli Anni Cinquanta sono sempre presenti anche nell’immaginario di Antonella Rossi, che però ora ha trovato un’ulteriore fonte di ispirazione: i capi, gli accessori e le acconciature ritratti nei dipinti di Agnolo Bronzino, ovvero uno tra i più rilevanti pittori del Manierismo fiorentino. Tonalità quindi forti esaltano tagli e lunghezze retrò rese ancora più speciali da colli importanti e da accessori unici come le “borse gioiello” di Roberto Fallani, i cappelli di KreisiCouture e gli ornamenti in oro, argento e perla con chiare autoreferenzialità simboliche di Paola Crema, con i quali la maison ha stretto una proficua collaborazione. 7


eventi La riapertura del Princesse Grace Rose Garden

Voluto da Ranieri di Monaco per ricordare la moglie, un angolo dei giardini di Fontveille è stato da poco ristrutturato e riaperto al pubblico grazie all’intervento di Yves Paiget, celebre gioielliere innamorato delle rose di germano longo 48| agosto/settembre ‘14

LE ROSE DELLA

PRINCIPESSA Secondo la leggenda, Grace Kelly amava immensamente i fiori: nei suoi camerini chiedeva sempre mazzi e bouquet freschi, in particolare rose, che in abbondanza finiscono anche per addobbare ogni dettaglio il giorno delle nozze con il principe Ranieri. Per celebrare quelle che i giornali definiscono le nozze del secolo, un celebre ibridatore francese crea la “Grace de Monaco”, varietà di rosa che replica nel 1981 con la “Princesse de Monaco”. Una passione che si nutre di episodi, a vol-

te un po’ dimenticati nel nome di altri fatti di cronaca, ben più succulenti. Nel lontano 1974, ad esempio, la Principessa inaugura il Roseto di Monza, in Italia, e dieci anni dopo, nel 1980, appena due anni prima della tragica morte sulle colline di Montecarlo, Grace dà alle stampe un libro, “My book of flowers”, e crea il “Garden Club” di Monaco. Ma non basta, perché nel 1954 aveva chiamato “Ballo della Rosa” l’evento mondano a scopo benefico in scena ogni anno nel Principato di Monaco, spicchio di


terra sospeso fra banche, yacht e casinò. Ogni anno, la principessa abbinava una rosa ad un paese diverso: un modo per addolcire la raccolta fondi con cui finanziare le varie fondazioni benefiche che presiedeva. Un lascito per i tre figli, che nel ricordo della mamma, scomparsa prematuramente, hanno continuato a volere con forza l’evento monegasco. Proprio quest’anno, calendari alla mano, il “Ballo della Rosa” ha celebrato il cinquantesimo anniversario e la famiglia Ranieri ha deciso di celebrarlo ridando nuova vita al “Princesse Grace Rose Garden”, 2.300 mq all’interno del parco Fonteiville voluti dal Principe Ranieri nel ricordo della passione della moglie. Uno spazio immerso nella pace e inondato da profumo dei fiori, con l’azzurro del mare a contrastare la tavolozza dei colori di circa 4.000 rosai diversi, giunti da tutto il mondo nell’immensa commozione scatenata dalla morte della principessa triste. Fra le curiosità racchiuse nel roseto di Grace, l’unico esemplare esistente in Europa della “Cary Grant Rose”, varietà dai petali rosso-arancio fatta creare dalla moglie dell’attore per il giardino della loro villa, in America. Una passione, quella per le rose, che accomuna anche i coniugi Piaget, proprietari dell’omonima maison di alta orologe-

ria e gioielleria: nel 1982, la “Yves Piaget”, una varietà con 80 petali creata da loro stessi vinse il prestigioso “International Rose Competition” di Ginevra. Quasi scontato capire

che grazie al contributo di Piaget, il “Princesse Grace Rose Garden” è stato ristrutturato dopo anni, riaprendo al pubblico nel giugno di quest’anno, alla presenza di S.A.R. Alberto II, sua moglie, la Principessa de Hannover, la Principessa Carolina, Yves Piaget e Philippe Léopold Metzeger, amministratore delegato della maison di orologeria. Otto mesi di lavoro che hanno significato un ampliamento del Roseto dedicato a Grace Kelly di oltre 1.500 mq, con l’aggiunta di 2.500 nuove varietà di rose. 7

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LOUIS VUITTON INAUGURA UN RESORT ALLE MALDIVE uomini: le donne li vogliono con la barba! Da una ricerca condotta dal “Club per single di Eliana Monti” è emerso che il 55 per cento dell’universo femminile preferisce l’uomo barbuto. Addirittura le donne si curano prima di questo aspetto che di altri elementi fisici come il colore degli occhi o dei capelli. La barba incolta fa uomo vissuto e conquista il gentil sesso, ma attenzione, a mantenerla sempre ben curata altrimenti potrebbe avere effetto contrario. Niente visi lisci e morbidi, le ladies vi preferiscono “selvaggi”. 50| agosto/settembre ‘14

Sorge con vista mare, il mare azzurro delle Maldive, il resort esclusivo by Louis Vuitton. Ad adottarlo è l’atollo Noonu. Il progetto ambizioso è stato affidato alle sapienti mani di un architetto di fama mondiale. L’intera struttura comprende 46 ville stile extra lusso, ognuna delle quali dispone di camere con bagno privato, soggiorno, terrazza e piscina. Il resort si impreziosisce di Spa di ultima generazione e cucine gestite da chef iper stellati del calibro di Yannick Alleno (3 stelle Michelin).

come mandare via lo stress Lo stress colpisce moltissime donne, ma esistono segreti e rimedi casalinghi che aiutano a contrastarlo. Il primo, riguarda l’alimentazione. Una buona barretta al cioccolato ha effetto calmante, difatti limita i livelli del cosiddetto enzima dello stress nel sangue e ridona benessere. Lo sport è un’attività produttiva per scaricare le tensioni giornaliere: scioglie i muscoli e rilascia tossine. Per le amanti dell’acqua, un buon bagno rilassante coccola mente e corpo. Infine, sono consigliate le cure termali con effetto positivo sul sistema nervoso.


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