AndCo ott-nov 2014

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Gli SPECIALi casa & sposi Ministro lupi i trasporti superano la crisi

moda

milano fashion week

sport

swam soccer

impresa marketing attualità ambiente hi-tech eventi life style

Anno 08 Ottobre/novembre ‘14

COPIA GRATUITA

attilio fontana Vorrei fare il cattivo

Anno 08 | agosto/settembre ‘14 | COPIA GRATUITA


teatro fraschini opera prosa altri percorsi musica danza operetta

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2014-2015

Vendita biglietti Prosa dal 20 ottobre Vendita biglietti Danza, Altri Percorsi, Musica e Operetta dal 10 novembre Vendita biglietti per tutte le opere dal 6 ottobre Vendita abbonamenti Card Opera dal 7 ottobre Vendita Card Teatro dal 21 ottobre

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sommario

Anno 08 Ottobre/Novembre 2014 Bimestrale a diffusione gratuita REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI PAVIA Pavia Court Registration n. 675 del 18/03/2007 INIZIATIVA EDITORIALE DI An editorial iniziative by ADVERUM SRL DIRETTORE RESPONSABILE Editor BEPPE VIETTI direttore@andcomagazine.it

6

10 Marketing

sergio marchionne

CONSULENTE EDITORIALE Publishing Adviser STEFANO SPALLA

GRAFICA PUBBLICITARIA Advertising art director NICOLò CANNIZZARO

12 Attualità

decapitazioni e social media

24

16 azienda del mese

nsa sistemi

22 speciale casa 1

ristrutturazioni e acquisto casa

24 speciale casa 2

34

tutti i colori della mia casa

28 speciale casa 3

il vintage nelle abitazioni

30 speciale sposi 1

le tradizioni seguite dalle spose nel mondo

34 speciale sposi 2

dal cavallo bianco alla limousine bianca... per essere sempre regina!

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PUBBLICITà Advertising ADVERUM SRL marketing@andcomagazine.it

14 ambiente

18 Cover Story

SEGRETERIA DI REDAZIONE Editorial support team CATIA MORETTI redazione@andcomagazine.it redazione Research and material Frisa Pier FilipPO LEGGIERI GIUSEPPINA | LIGUORI DANILA LONGO GERMANO | LUVINO ILENIA MOLLO ANNA | Pestoni Andrea PILATO MARIANNA | RAPPARELLI SIMONA Mattia Tanzi | SPALLA STEFANO

accordo italia-svizzera, così i trasporti superano la crisi

8 Impresa

marcel bich, il signore dell’usa e getta

PROGETTO EDITORIALE Research editor GERMANO LONGO

DIREZIONE ARTISTICA Art director PAOLO ARMANI

6 Economia

36 speciale sposi 3

46

la torta dei sogni

38 speciale sposi 4

destinazione paradiso

40 hi -tech: i droni

remote control

42 eventi: comic con

il mondo dei replicanti

Adverum srl Sede legale: Via Robecchi Brichetti 40 - Pavia Tel. 0382/30.98.26 - fax 0382/30.86.72 Sede Amministrativa: V. Montebello 14 - Voghera (PV) www.andcomagazine.it www.andcomagazine.com E-mail: info@adverum.net Vieni a trovarci anche su

44 life style

amicizia? tutta scritta nei nostri geni

48

46 Fashion

la nuova moda estiva secondo la milano fashion week

48 sport

50

orfani del mondiale? niente paura: in altre parti del mondo si gioca a swam soccer AndCo. news ottobre/novembre ‘14 |3


GrAnDi emozioni... GrAnDi iDee... Lo stile non si assembla, non si riproduce, non si adatta, semplicemente si crea, assimilando nuove forme di espressione e plasmando idee che vestono la quotidianità delle nostre vite. sono i colori che usiamo per dipingere quella personalissima tela di percezioni e di emozioni che deve accogliere la tua espressività... è la nostra idea di habitat. Qualità, originalità ed esclusività sono i criteri che ci hanno spinto nella scelta di tutti i nostri partners. perchè tanta selettività? semplice. vogliamo garantirti che qualsiasi sia la tua scelta, sia una scelta giusta.Dalle fondamenta al tetto.

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editoriale ottobre novembre 2014 DIRETTORE responsabile Beppe Vietti

DEDICATO AL NOSTRO TERRITORIO Sembra ieri, ma sono passati quasi nove anni da quando il nostro Editore ha deciso di intraprendere un percorso tanto affascinante quanto impegnativo: AndCo Magazine. Al di là degli scetticismi che taluni dimostravano, il percorso, certamente difficile, ha saputo cogliere crescenti consensi, costruttive critiche e molte soddisfazioni condivise con uno staff motivato e sempre pronto a nuove sfide. Certamente la struttura si é nel tempo modificata ma lo zoccolo duro, quello capace di stringere i denti e non mollare mai, é sempre più attivo e motivato nell’intento di soddisfare i nostri lettori sempre impazienti di conoscere il nuovo esclusivo personaggio di cover. Dato, poi, che il piacere delle sfide, unito al desiderio di fornire servizi utili al nostro territorio, assumono una carica adrenalinica forte, nel 2009 é nato “Simposio Provinciale per gli Enti Locali”. Evento di formazione rivolto alla P.A. ed agli operatori economici da noi promosso e realizzato in collaborazione con “Il Sole 24 Ore”. Anche questo progetto ha saputo colpire nel segno raccogliendo consensi locali e visibilità a livello nazionale. Importanti cariche governative, Autorità politiche locali e relatori di chiara fama hanno contribuito a catturare l’attenzione dei presenti fornendo loro utili informazioni e preziosi consigli normativi. Anche quest’anno l’evento si riproporrà con lo stesso medesimo impegno di sempre a tutti coloro i quali sono fiduciosi in uno sviluppo economico da raggiungere, che vogliono capire come impostare costruttivi rapporti con la P.A. e sono curiosi di comprendere quegli strumenti indispensabili al superamento della crisi (leve fiscali, vincoli di finanza pubblica ecc.). Ai nostri lettori e a tutti gli operatori economici estendiamo l’invito per questo importante evento che si terrà alla Sala degli Affreschi presso l’Almo Collegio Borromeo di Pavia il 28 novembre 2014 Il convegno si preannuncia molto interessante ed è patrocinato dai più importanti Enti territoriali e da un nostro importante media partner quale è “Il Sole 24 Ore”. Non é un virus letale ma il contagio é quanto mai auspicabile affinché la sfida lanciata possa essere raccolta dando buoni frutti per una ripresa economica del nostro territorio.

ottobre/novembre ‘14 |5


focus economia

Accordo Italia-Svizzera: con Lupi i trasporti superano la crisi di Danila Liguori

6| ottobre/novembre ‘14

C

’è crisi. È il ritornello che da tanto, troppo tempo, pende come una spada di Damocle sul futuro dell’Italia. Momenti di difficoltà che negli ultimi anni si sono diffusi a macchia d’olio su molti settori dell’economia italiana. Uno tra questi fondamentale, quello dei trasporti e infrastrutture, nodo cruciale del trasporto merci, pare vivere al momento un periodo di rigenerazione. Trasferimento del traffico merci dalla gomma al ferro, potenziamento delle linee d’accesso dall’Italia al nuovo Gottardo e al Corridoio Genova-Rotterdam, passi in avanti sulla connessione della rete italiana a quella svizzera con l’apertura della nuova galleria di base del Gottardo. Sono stati questi i trend dell’incontro avvenuto a settembre 2013 a Roma tra il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, e la Consigliera federale svizzera Doris Leuthard. Incontro che è stato poi ripreso e sviluppato in tutto il 2014. I patti sono stati infatti mantenuti: l’intesa tra i due paesi è stata siglata inizialmente con un accordo bilaterale tra i due ministri nel gennaio 2014, in cui definizione e pianificazione delle modalità e dei tempi per lo sviluppo delle fasi progettuali, negoziali e realizzative degli interventi sulla parte italiana del Corridoio ferroviario di Luino, che collega l’Italia con la Svizzera, sono stati i punti salienti. L’intesa è stata poi firmata il 18 settembre scorso a Genova da Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi (Gruppo Ff Italiane), e da Peter Fuglistaler, direttore dell’Ufficio federale dei trasporti della Confederazione svizzera. Proseguono quindi così le attività finalizzate all’adeguamento delle linee ferroviarie sulle direttrici Luino - Galla-


ACCORDO ITALIA-SVIZZERA COSÌ I TRASPORTI SUPERANO la crisi rate/Novara. Adeguamenti che permetteranno, entro il 2020, il trasporto in treno di semirimorchi con altezze fino a quattro metri. Gli interventi interesseranno principalmente i tratti di linea in galleria: fresatura della volta e abbassamento dei binari. I cantieri saranno però operativi solo a partire dalla seconda metà del 2016. Il cronoprogramma dei lavori inoltre, con-

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cordato da Rete Ferroviaria Italiana con le società ferroviarie Sbb/Cff/Ffs e Bls, permetterà di garantire l’offerta di traffico merci anche durante le fasi esecutive che prevedono l’interruzione del corridoio ferroviario. Nel frattempo, Rete Ferroviaria Italiana realizzerà anche il potenziamento infrastrutturale della linea Chiasso - Milano. L’importanza di tali accordi è

stata precedentemente dimostrata da uno studio realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in partnership con l’ Ambasciata svizzera. Dalla ricerca trapela infatti che il traffico merci che lungo la direttrice Genova-Rotterdam attraversa le Alpi Svizzere è in continua crescita dagli anni ‘80: le tonnellate trasportate su strada erano 8,9 milioni nel 2000 e sono diventate 14,3 nel 2010; quelle trasportate su ferro erano 20,6 milioni nel 2000 e sono 24 milioni nel 2010. E il trasferimento modale da strada a ferrovia di tutto il traffico merci generato e diretto in Italia, permetterebbe una drastica riduzione dei costi esterni per il nostro paese (emissioni atmosferiche, rumore, incidenti, congestione) fino a 268 Milioni di Euro l’anno al 2030. Anche in tempi di crisi è possibile investire e migliorare la qualità di vita delle persone. A volte basta solo un po’ di impegno. 7

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focus impresa

MARCEL

BICH IL SIGNORE

dell’usa Q

e getta 8| ottobre/novembre ‘14

uand’era in vita il mondo l’ha un po’ dimenticato, snobbato, lasciato in disparte, trattato con sufficienza. E dire che Marcel Bich proprio quel mondo l’ha cambiato in modo profondo e radicale, almeno per tre volte. Malgrado il nome francofono, Bich era un valdostano per origini familiari – anche nobili - ma torinese di nascita (una targa posta dal Comune in corso Re Umberto 60 ricorda la casa dov’è nato), classe 1914, vive nella capitale subalpina fino a 16 anni, per poi trasferirsi con la famiglia a Parigi, dove termina gli studi. Non che la Ville Lumière aspetti lui a braccia aperte: si arrangia e lavora come può, addirittura come venditore porta a porta di inchiostri, ma un giorno sulla sua strada incontra un vulcanico giornalista unghe-

Italianissimo, nobile e geniale, rileva il brevetto dell’ungherse Bíró cambiando per sempre le abitudini al pianeta di Germano Longo rese dal nome strano: László József Bíró. Un tizio un po’ scombicchierato che ha appena avuto una trovata a dir poco geniale: le penne stilografiche usate fino ad allora perdevano inchiostro macchiando i fogli e Bíró, per rendere più uniforme il flusso dell’inchiostro, immerge una piccola pallina di metallo che sembra risolvere ogni


problema. L’idea, dice la leggenda, gli viene guardando dei bambini giocare con una palla vicino ad una pozzanghera: ogni volta che questa toccava l’acqua, ne usciva lasciando sull’asfalto una scia uniforme. Ma dell’idea, assolutamente geniale, non ne importa niente a nessuno, tranne a Bich, che acquista il brevetto e si mette al lavoro per perfezionarla, cosa che Bíró non può permettersi di fare. Chiede la consulenza di alcuni laboratori svizzeri, individua l’inchiostro migliore e lancia sul mercato la “Cristal”, una penna a sfera con corpo in plastica trasparente con design esagonale che non lascia mac-

chie e non scivola via da banchi e scrivanie, ma soprattutto è in vendita ad un prezzo bassissimo, che tutti possono permettersi di comprare e buttare via senza rammarichi, quando l’inchiostro finisce. Il mondo impazzisce e nei posti dove ancora non arriva, la “Bic” diventa uno degli oggetti più sognati: per un certo periodo in Sudamerica viene usata come moneta di scambio e nei paesi dell’Est una penna a sfera è sufficiente per trovare compagnia femminile disposta a tutto. Il concetto interclassista di “usa e getta” si impone per la praticità ed i prezzi contenuti, al punto che nel 1973, Marcel Bich replica l’idea sugli accendini, fino ad allora oggetto spesso prezioso, ma con il fastidio di doverlo ricaricare di continuo e il rischio ben conosciuto dai fumatori di smarrirlo. Dai blindatissimi stabilimenti “Bic” di Clichy, alla periferia di Parigi, dove mai nessun giornalista riuscì ad entrare, escono gli accendini usa e getta: costano poco, sono in plastica, non si

piange se vanno persi e quando finiscono si buttano senza provare alcun dispiacere. Tre anni, forse nemmeno, e dalla Bic arriva un’altra stoccata alle abitudini del mondo: il rasoio usa e getta. Basta con quelle lunghe operazioni di chirurgia casalinga mattutina degli uomini, armati di pennello e lametta: i rasoi si comprano ovunque, sono in plastica, vanno benissimo e anche questi, quando è ora si buttano nella spazzatura. L’inarrestabile ascesa di Marcel Bich conosce un solo flop, qualche anno dopo, con il profumo. Convinto che la gente abbia bisogno di un modo per profumarsi senza svenarsi con essenze dai costi esorbitanti, lancia sul mercato il “Parfum nu”, ma è un insuccesso clamoroso che all’azienda costa qualche milione di franchi francesi. Uomo dal carattere chiuso e sospettoso, che mal sopporta il mondo della finanza e dell’informazione, Marcel Bich vive un’esistenza che si nutre di pochissime indiscrezioni: ogni mattina esce di casa all’alba dall’esclusivo quartiere di Neuilly e accompagnato dal suo autista raggiunge gli stabilimenti di Clichy prima dei suoi dipendenti. Lavora circa quattro ore, poi raggiunge il golf club di Mortefontaine per pranzo e al pomeriggio torna in ufficio. Nelle rarissime interviste dichiara di annoiarsi un solo giorno a settimana, la domenica, specie quando gli impegni non gli consentono di seguire la vela, la sua più grande passione. Per tre volte, nel 1970, ‘74 e ’77, partecipa alla “America’s Cup” con “France”, la sua barca, senza mai riuscire a vincere la gara. Muore nel 1994, a 79 anni, lasciando nelle mani dei suoi 11 figli un impero colossale: 3,2 milioni di punti vendita in 160 paesi, 10.000 dipendenti, 25 milioni di prodotti di cancelleria “Bic” venduti ogni giorno, di cui 14 milioni sono rappresentati dalla penna a sfera trasparente. 7

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Marketing

SERGIO M tional Inc., è membro del Consiglio di amministrazione del Peterson Institute for International Economics e co-presidente del Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti. È consigliere di Exor S.p.a. e membro permanente della Fondazione Giovanni Agnelli. Terminata l’era Montezemolo, è anche il nuovo numero uno della Ferrari. Il curriculum di tutto rispetto appartiene a Sergio Marchionne, 62 anni, nominato anche cavaliere del lavoro dal presidente Giorgio Napolitano nel 2006.

studi

I MILLE VOLTI DEL NUOVO PRESIDENTE FERRARI di Danila Liguori

È

l’amministratore delegato di FIAT S.p.A., nonché presidente e amministratore Delegato di Chrysler Group LLC. Presidente di FIAT Industrial S.p.A. e di CNH, fa parte inoltre del Consiglio di amministrazione di Philip Morris Interna-

10| ottobre/novembre ‘14

Durante l’adolescenza di Marchionne, la famiglia decide di trasferirsi in Canada, dove un giovane Sergio si laurea in legge alla Osgoode Hall Law School of York University con il massimo dei voti, conseguendo poi presso la University of Windsor un Master in Business Administration. Presso l’Università di Toronto completa invece i suoi studi in filosofia. Esercita inizialmente come commercialista, procuratore legale, avvocato ed esperto contabile diplomato.

esordi lavorativi

Messo da parte il mondo forense, Marchionne inizia l’attività da dirigente nel Nord America. E’ dal 1983 al 1985 che lavora per la società Deloitte Touche come avvocato commercialista, mentre dal 1985 al 1988 ricopre il ruolo di controllore di gruppo e poi direttore dello sviluppo aziendale presso il Lawson Mardon Group di Toronto. Dal 1989 al 1990 è nominato ancora vice presidente esecutivo della Glenex Industries, mentre dal 1990 al 1992 ricopre il ruolo di responsabile dell’area finanza della Acklands. Sempre a Toronto, nel periodo tra


ARCHIONNE dichiarazioni recenti

il 1992 e il 1994 ha ricoperto varie cariche, tra cui quella di responsabile per lo sviluppo legale e aziendale. Nel febbraio del 2002 è nominato amministratore delegato del Gruppo SGS di Ginevra, azienda leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica e certificazione. Nel marzo del 2006 è stato poi eletto presidente della Società di Ginevra, incarico che mantiene tuttora. Dal 2008 fino ad aprile 2010 ha ricoperto la carica di vicepresidente non esecutivo e Senior Independent Director di UBS.

curiosità

Nel 2012 risulta essere il manager più pagato in Italia, tra le società italiane quotate in Piazza Affari, con compensi monetari per 7,4 milioni di euro e azioni gratuite assegnate

all’inizio del 2012 in base al piano di incentivazione 2009-2011, che il giorno dell’assegnazione valevano 40,7 milioni.

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A chi gli domanda come faccia a fare tante cose (e tutte bene) insieme, Marchionne risponde: “Mi chiedete tutti se posso gestire la Ferrari anche non stando a Maranello. Si può fare. In fondo Montezemolo quando era presidente Confindustria passava gran parte del suo tempo a Roma. Io poi riesco pure a gestire la Chrysler stando in Italia, no? Briatore dice che non ho il tempo perchè lavoro già 22 ore al giorno? Beh, mi alzerò prima al mattino“. Sergio Marchionne ha inoltre annunciato che resterà alla guida di Fiat e Chrysler fino al 2018, alla fine del piano industriale quinquennale. Lo ribadisce in un’intervista esclusiva a Businessweek: dopo il 2018, sottolinea Marchionne, “farò sicuramente qualcos’altro”. E i presupposti ci sono tutti. 7

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attualità

DECAPITAZIONI E

SOCIAL MEDIA

12| ottobre/novembre ‘14


cos’è l’isis

In principio era Al-Qaida. L’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, la ricerca spasmodica di Osama bin Laden, terminata solo con la sua morte. Oggi è l’ISIS. Una frangia nata dallo stesso AlQaida, ma da cui sembra aver preso le distanze Al-Qaida stesso. Detto anche Stato Islamico, l’ISIS è un’organizzazione islamica estremista che considera il jihad globale un dovere di ogni musulmano ma, rispetto ad esso, è molto più organizzato militarmente, più ricco e con un gran numero di seguaci raggiunto in pochi anni, grazie all’enorme campagna di comunicazione diffusa attraverso i social media. Lo Stato Islamico segue un’interpretazione radicale e anti-occidentale dell’Islam, promuove la violenza religiosa e considera coloro che non concordano con la sua interpretazione del Corano infedeli. Condanna inoltre i califfati più recenti e l’Impero ottomano per aver deviato da quello che chiama “islam puro”, per restaurare il quale ha stabilito un suo califfato. Allo stesso tempo lo Stato Islamico mira a fondare uno stato sunnita in Iraq, Siria e altre parti del Levante. Tra i suoi obiettivi c’è una vera e proprio lotta all’Occidente, reo di avere obiettivi e stili di vita molto diversi dallo Stato Islamico. La decapitazione dell’inglese Alan Henning, diffusa tramite

COSÌ L’ISIS MINACCIA L’OCCIDENTE di Ilenia Luvino un video in cui un boia incappucciato che esegue l’esecuzione, non è che una delle ultime avvenute in pochi mesi.

guida e automantenimento

Lo Stato Islamico conta oggi su circa 30.000 uomini. I suoi miliziani sono presenti su un territorio tra Siria ed Iraq detto Califfato islamico, proclamato il 5 luglio scorso dal capo dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi. A differenza di altri gruppi islamisti che combattono in Siria, l’ISIS non dipende per la sua sopravvivenza da aiuti di paesi stranieri: controlla un mini stato che è grande approssimativamente come il Belgio: ha organizzato una raccolta di soldi che può essere paragonata al pagamento delle tasse, cominciato a vendere l’elettricità al governo siriano a cui aveva precedentemente conquistato le centrali elettriche e messo in piedi un sistema per esportare il petrolio

è lieto di invitarla al

3° SimpoSio provinciale

per lo sviluppo degli enti Pubblici

La manovra di biLancio dei comuni tra sviluppo economico, leve tributarie e vincoli di finanza pubblica

siriano conquistato durante le offensive militari. I soldi raccolti li usa, tra le altre cose, per gli stipendi dei suoi miliziani.

gli adepti in occidente

Ci sono molti combattenti stranieri tra le fila di ISIS. Molti dei quali quegli stessi occidentali che il Califfato disprezza tanto. Nel giugno del 2014 la rivista inglese The Economist riporta che “ISIS potrebbe avere fino a 6000 combattenti in Iraq e 5000 in Siria, inclusi forse 3000 stranieri; quasi un migliaio si dice vengano dalla Cecenia e forse cinquecento o qualcosa di più da Francia, Gran Bretagna ed altre parti d’Europa”. Secondo il New York Times nel settembre del 2014 c’erano più di 2000 europei e 100 americani tra i combattenti stranieri dell’ISIS. Il gruppo fa in effetti un uso efficace della propaganda. Nel 2014 lo Stato Islamico ha fondato l’Al Hayat Media Center, che è rivolto ad un target occidentale e pubblica materiale in inglese, tedesco, russo e francese. Lo Stato Islamico si avvantaggia regolarmente dei social media, in particolare di Twitter. Per distribuire il suo messaggio organizza campagne hashtag, invogliando con numerosi tweet e hashtag popolari le persone interessate. Molti degli adepti, soprattutto in Occidente, sono stati reclutati proprio così. 7

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ambiente

SVEGLIATI

ITALIA con la differenziata si risparmia di Ilenia Luvino

14| ottobre/novembre ‘14

Nessun dorma” cantavano i tre tenori Pavarotti, Carreras e Domingo. Qui, a “dormire”, è un Paese intero. Quel Bel Paese che dovrebbe darsi invece una svegliata e guardarsi intorno. Guardare in casa dei vicini europei, per capire quanto siano anni luce avanti agli italiani in tema di raccolta differenziata. Da anni fanalino di coda di tanti, troppi stati europei, l’Italia è infatti bandiera nera nel settore ecologico. Sempre agli ultimi posti della classifica per percentuale di raccolta differenziata,

la penisola italiana è ancora molto lontana dall’obbiettivo imposto dall’Europa che, attraverso la Direttiva 2008/98/CE del Parlamento e del Consiglio europeo, propone da diversi anni un quadro giuridico per il controllo del ciclo dei rifiuti, dalla produzione allo smaltimento, sottolineando l’importanza del recupero e del riciclaggio. Agli Stati Membri è stato infatti richiesto di attivarsi per fare in modo che, entro il 2020, il 50% dei rifiuti domestici tipo carta, plastica, vetro e metalli, venga riciclato o riutilizzato per ottenere nuovi prodotti.


L’esempio di svizzera e germania

L’Italia dovrebbe prendere come modello alcuni paesi europei, come la Germania e la Svizzera che, attraverso un diverso sistema di raccolta differenziata, chiamato MrPET 2.O, invogliano le persone a collaborare attivamente. Depositando ad esempio in un apposito macchinario le bottiglie in cambio di buoni per la spesa. Funziona così: il macchinario, posto nei pressi di alcuni supermercati locali, è concepito per riconoscere gli imballaggi attraverso un codice a barre, per fornire poi una card di riconoscimento tipo bancomat che consente di depositare le bottiglie. Una bottiglia vale 1 centesimo in punti per fare la

spesa nel supermercato che ospita MrPET. Considerato che alcuni utenti consegnano fino a 7-8 mila bottiglie in un mese, una spesa da 70-80 euro è una cifra di tutto rispetto.

La situazione italiana

Purtroppo solo poche regioni italiane pare che stiano seguendo assiduamente le direttive comunitarie. I dati dell’ultimo rapporto dell’Anci-Conai 2013 sulla raccolta differenziata in Italia non sono infatti del tutto positivi. Pur registrando lievi incrementi in molte zone del nostro Paese, il rapporto mette in luce due aspetti preoccupanti: l’Italia è spaccata in due e l’incremento della raccolta differenziata è rallentato in modo preoccupante. Il tasso di raccolta differenziata rilevato nell’anno 2012 è stato infatti del 39,9%; quello di riciclo è del 38,6%. Entrambi questi dati, secondo i parametri europei, dovrebbero superare il 50% entro il 2020. Brilla al Centro la Sardegna, al Nord l’Emila Romagna, le uniche regioni vicine al traguardo. Queste due regioni, attraverso il riciclo dei materiali, hanno così ridotto i costi per le famiglie. La raccolta differenziata è infatti un affare conveniente per tutti. Oltre a quello che dovrebbe essere il motivo principale, e cioè di dare a noi stessi, ma soprattutto alle nuove generazioni, un mondo più sano e pulito, l’altro aspetto fondamentale riguarda il risparmio economico. La raccolta differenziata e il conseguente riciclo, comporterebbero infatti tasse e costi minori ai cittadini stessi. L’importante è svegliarsi in tempo. 7

Gestione Ambiente S.p.A ha la sede legale a Tortona. Qui vi è anche uno dei due cantieri operativi, mentre l’altro si trova a Novi Ligure. L’azienda opera, ad oggi, con 115 dipendenti e 74 mezzi, coprendo un bacino di utenza che comprende i Comuni del novese, del tortonese e della Valle Scrivia, per un totale di 53 Comuni con 144.410 abitanti. Gestione Ambiente S.p.A. opera nel campo dei servizi ambientali, offrendo servizi di raccolta e trasporto rifiuti. Vengono svolti anche servizi di pulizia, spazzamento strade, lavaggio e disinfezione cassonetti. La promozione della conoscenza in campo ambientale è una delle strategie adottate dall’Azienda per migliorare i risultati della raccolta differenziata. Educare e formare le nuove generazioni è il primo passo per attivare processi positivi capaci di costruire una città pulita. E’ in corso un progetto avviato con le scuole: sono stati distribuiti strumenti e materiali educativi per sostenere le tematiche ambientali, sono stati organizzati eventi presso gli istituti e visite presso la piattaforma di Novi Ligure per insegnare agli studenti come si effettua la raccolta differenziata. Vivere in un ambiente più pulito e sano è il desiderio di tutti: bastano piccoli gesti quotidiani e forse due passi in più per raggiungere il cassonetto del prodotto che dovete buttare. S.S. 35 dei Giovi, 42 - Tortona (AL) Tel 0131/872700 - Fax 0131/872799 Cascina Alessandrina S.P. 154 per Bosco Marengo - Novi Ligure (AL) Fax 0143/746829 www.gestioneambiente.net info@gestioneambiente.net

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La nostra esperienza e professionalità è stata scelta con grande soddisfazione da clienti come: Tecnocasa (sede nazionale di Assago), Comune di Milano (protezione integrata del Castello Sforzesco e Palazzo Reale), Nuovo Hotel Marghera (Milano), varie sedi della Prefettura di Milano (Lombardia), Unicredit Banca (territorio nazionale), Banca Antonveneta (sede di Milano), BNP Paribas (sede Milano), UCI Cinemas (varie sedi sul territorio nazionale), Poste Italiane (varie sedi ed uffici sul territorio nazionale), Ministero di Grazia e Giustizia (Casa Circondariale di Busto Arsizio e Vasto), Fashion Box Spa (Replay Outlet Signoressa, Replay Store Torino), Logistic Box Spa (Asolo), Oerlikon Graziano Trasmissioni (Cuneo), Tele Systems Srl (Vicenza), Fuba Srl (Vicenza).

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*impianto base in 36 rate del Ministero di Grazia e Giustizia, a supporto delle attività di Polizia Giudiziaria per svariare Procure della Repubblica sul territorio nazionale. Il comparto sicurezza negli ultimi anni ha avuto una forte espansione ed evoluzione, grazie anche all’integrazione di tecnologie informatiche nei vari sistemi di controllo. Non è da poco avere tecnologie come la video verifica sugli allarmi; telecamere con intelligenza a bordo, le quali registrano e allertano l’operatore quando viene rivelato un movimento o una occorrenza particolare, come una rimozione o posizionamento

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oggetto, affollamento eccessivo in aree private; sistemi antincendio speciali con camere di analisi dei fumi (predective analisys) per la prevenzione anticipata degli incendi; il tutto con un rapporto qualità prezzo eccezionale . Ecco perché crediamo che la formazione continua del personale sia un grande punto di forza: saper scegliere e consigliare la migliore tecnologia in base all’esigenza del cliente. Le nuove tecnologie permettono di avere un controllo totale direttamente sui nostri smartphones, tablet o pc/mac: da qualunque parte vi troviate potete attivare, disatti-

Recentemente abbiamo raggiunto un accordo di collaborazione con il network nazionale per la Sicurezza Partecipata “Securshop 3.0” che, con i suoi 186 server installati presso le Questure e Comandi Provinciali dei Carabinieri, ha una presenza capillare in 96 province italiane. Il sistema permette all’agente di poter verificare in maniera visiva ed immediata lo scenario di una eventuale rapina o furto in corso ai danni di negozianti, professionisti e centri commerciali. Il sistema di allarme viene attivato dall’esercente qualora ve ne sia la necessità: l’allarme apre un canale video sul monitor posto nella Questura/Caserma e in tempo reale si possono analizzare le contromisure da attuare per tutelare la persona e i beni.


Le Nostre Sfide

per le richieste commerciali. L’esperienza acquisita e la professionalità consolidata, fanno di NSA una società moderna in grado di eseguire in tempi molto brevi realizzazioni sia standard che su misura, nonché fornire servizi adeguati ad ogni esigenza in materia di protezione, comfort e videosorveglianza. Per venire incontro a tutte le esigenze abbiamo un servizio dedicato di credito al consumo, sia per il Privato che per Aziende, con soluzioni di finanziamento agevolato (con la possibilità del recupero fiscale, norma già rinnovata anche per l’anno 2015) e di locazione operativa (noleggio con riscatto finale). 7

Progettare

la

sicurezza

è

sempre una nuova sfida: per ogni tipologia di immobile si devono valutare tutte le zone sensibili della struttura e dello scenario, zone che vanno protette in modi diversi sia per tipologia che tecnologia. Qualche esempio? La sede nazionale di Tecnocasa ad Assago: protezione perimetrale esterna con barriere a microonde, antieffrazione sulle porte e finestre, volumetrici in tutte le aree sensibili e corridoi; il tutto integrato con un potente ed efficace controllo accessi e presenza, gestito in maniera centralizzata da un unico sistema di controllo. Infine l’integrazione nello stesso del sistema di video sorveglianza e dell’impianto

N

on esiste un sistema di sicurezza standard adattabile a tutte le esigenze: è compito del Consulente della Sicurezza valutare le migliori soluzioni e tecnologie per la corretta protezione dell’immobile, sia che si tratti di aree esterne che interne, con una attenzione particolare alla tutela delle persone che vivono e lavorano all’interno. Vengono valutate non solo le difese attive come l’impianto d’allarme, ma anche le difese passive come la rivelazione fumi e incendi (anche sul residenziale, specialmente nelle zone garages e centrali termiche se ubicate all’interno dell’edificio), rivelatori di CO2, Gas metano e Gpl, e non meno importanti i sensori antiallagamento ( pericoloso per via della propagazione della corrente elettrica nei liquidi). Quindi non solo, come già ribadito, è importante la prevenzione di furti ed effrazioni, ma ancor di più è la tutela dei nostri cari e collaboratori.

rivelazione fumi ed incendi. Altissima sicurezza? Casa Circondariale di Vasto (CH). Protezione perimetrale esterna e La sicurezza delle proprietà può essere gestita a vari livelli. Antintrusione: 1) protezione perimetrale esterna (aree esterne, giardini, box); 2) protezione perimetrale interna (anti apertura porte e finestre, tapparelle e persiane); 3) protezione volumetrica interna (rivelazione di movimenti, urti, rotture vetri) 4) protezione individuale (telecomandi e pulsanti antirapina, richieste di soccorso medico) Video Sorveglianza: tradizionale o IP, risoluzioni e nitidezza delle immagini in Full-HD e, in anteprima, la nuova tecnologia 4K per una eccezionale risoluzione dei dettagli. Il tutto gestibile tramite SmartTV, Smartpho-

nes, Android e IOS, dal computer dell’ufficio o dalla spiaggia delle vostre vacanze. Un comparto apposito si occupa della consulenza, installazione e integrazione di sistemi per la Video Sorveglianza Cittadina, controllo varchi e ZTL, soluzioni per la Public Safety, remotizzati verso i centri di controllo tramite Reti geografiche WiFi ad alta efficienza e disponibilità.

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Rivelazione elettronica di fumi ed incendi: camere di analisi ad aspirazione, sensori termo velocimetrici, analisi video preventiva (integrazione con sistemi tvcc ad hoc), sistemi con protezioni antideflagranti Atex per installazioni in aree a rischio.

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COVER STORY Attilio Fontana Alla fine degli anni Novanta, con i “Ragazzi Italiani”, cantava così. Ora quel ventenne che stregava maree di ragazzine è diventato un uomo che ha sofferto, stretto i denti e ricominciato esattamente da dove allora non aveva avuto neanche il tempo di iniziare. Tanto teatro, cinema, ovviamente musica e un certo programma televisivo che ha mostrato di cosa è capace di germano longo CREDITI FOTO MARIA LA TORRE

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“Se questo fosse vero amore” A

vent’anni si fanno grandi sogni, si pensa ancora che la vita sia una festa infinita, dove per qualche strana magia ogni giorno è perfino più lungo di quello di chi non li ha più, i vent’anni. Attilio Fontana, il suo sogno l’ha vissuto sulla pelle: da ragazzino nato nella capitale e

cresciuto in una famiglia con forti attitudini verso il mondo dello spettacolo, si ritrova a guidare una boy band, la prima mai vista in Italia. Si chiamavano i “Ragazzi Italiani”, erano in cinque, con il sorriso giusto e il capello lungo, e per un più o meno il tempo di un lustro spopolano ovunque inanellando tour in tutto il mondo, salgono sul palco di Sanremo e non vincono, ma non importa, perché il successo è già scritto. Poi la favola finisce, i vent’anni se ne vanno e di quel clamore restano i ricordi e un po’ di amarezza. Quello che il destino regala, alla fine

sa sempre come riprenderselo. Ma è proprio quando la fortuna segna il rosso della riserva, l’istante in cui si capisce chi sul sogno ci è salito per caso, costretto a scendere alla prima fermata, e chi invece ha stretto i denti perché quello non è un lavoro, ma il motivo stesso che dà un senso ad ogni nuovo giorno. Attilio l’ha fatto: quando le luci dei “Ragazzi Italiani” si sono spente ha stretto i denti e girato pagina, iniziando un lento lavoro di semina e geometria per far capire al destino che lui e il palcoscenico sono una cosa sola, e non un incidente di percorso. Dai giorni di “Vero amore”, la hit più conosciuta della boy band, sono passati 17 anni: una vita. E dal silenzio rumoroso e senza classifiche del dopo, Attilio Fontana ha iniziato a tirare fuori il meglio di sé: recita in teatro e per il cinema, scrive canzoni per altri, collabora con Lucio Dalla, si inventa come direttore artistico mettendo la firma in numerosi spettacoli. Poi arriva la televisione, con “Tale e Quale Show”, lo spettacolo televisivo in cui ad un cast di volti noti dello spettacolo è assegnato ogni settimana un artista della canzone che devono imitare al meglio, dalla voce alle movenze. Attilio vince l’edizione 2013, senza se e senza ma: le luci si stanno riaccendendo una per una e lui è pronto, come forse non lo è mai stato. 5 ottobre/novembre ‘14 |19


La tua prima esperienza di spettacolo è stata con Pippo Baudo, che se ho letto bene ti metteva soggezione.. Avevo 18 anni, cantavo nel coro di “Papaveri e Papere” ed ero un tipetto spavaldo che se la giocava tutta, anche se lavorare fianco a fianco con i mostri sacri della televisione mi intimoriva un po’. È stata un’esperienza importante, il primo vero contatto con le luci dello spettacolo. Che fine hanno fatto i “Ragazzi Italiani”? Sono un gruppo di amici che di tanto in tanto si ritrova a cena e ancora sorride ripensando a quegli anni folli. Abbiamo

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preso tutti strade diverse, ma credo di essere rimasto l’unico impegnato nel mondo dello spettacolo. A proposito, cosa ricordi di quegli anni? La parte più visibile del progetto è stata fra il 1996 e l’anno successivo, ma c’era un gran lavoro di preparazione alle spalle. Che dire, è stato un periodo straordinario: a 20 anni sentirti un po’ un Beatles ti riempie ogni angolo del cervello. Con molta umiltà hai dichiarato che finita quell’esperienza intorno a te è calato il silenzio: nessuno ti cercava più e i telefoni hanno smesso di suonare, da un giorno all’altro. È vero, ma è una situazione tipica dell’ambiente dello spettacolo. Sono passato dal prendere sei o sette aerei a settimana, ad

avere centinaia di fan appostate sotto gli alberghi ed un clamore intorno perfino esagerato, al nulla più assoluto. E ricominciare non è facile, soprattutto se non impari a impilare i mattoni della carriera un po’ alla volta. È più difficile mantenere il successo che ottenerlo, diceva qualcuno: una massima che funziona sempre… Assolutamente. Oggi, con l’età, ho imparato a capitalizzare quello che arriva, cosa che non a vent’anni non sapevo fare. È stato difficile far capire che non eri solo una meteora passeggera ma una persona con un profondo senso artistico? Ho sempre saputo che avrei fatto questo mestiere, e nella follia di una famiglia come la mia, la cosa è stata accettata fin dall’ini-


zio. La fatica di questi anni è stata scardinare l’idea, il preconcetto che in Italia porta a relegarti per sempre ad una situazione. Lo sforzo invece è stato mostrare l’altra faccia della medaglia, la parte di me rimasta nascosta nel nome di esigenze diverse. Sincerità: c’è qualcosa che non rifaresti oppure che ti sei pentito di non aver fatto? Per fortuna sono un avventuriero che non dice mai di no: ora sto portando uno spettacolo per ragazzi al “Teatro dell’Opera” di Roma. Avrei potuto dire di no e prendermi un po’ di vacanza, a dire il vero ne avrei bisogno, ma non riesco a mollare. In tanti mi hanno detto che avrei dovuto concentrami su una strada sola, musica, televisione, cinema o teatro, ma alla fine la scelta mi sta premiando. Hai anche avuto modo di lavorare con Lucio Dalla: cos’hai imparato da lui? Ho passato due anni a stretto contatto con Lucio quando preparavamo “La Tosca”, spettacolo bellissimo e poco capito perché arrivato subito dopo il successo di “Notre Dame” di Cocciante. Lucio è stato un grande maestro, di vita e di musica: era un folletto circense che amava circondarsi della gente più diversa. Ricordo sere in cui sui divani di casa sua potevi trovarci un nobile seduto al fianco di un carrozziere. In mezzo alla musica, che resta il primo amore, hai messo teatro, televisione e cinema: continui sempre a preferire le sette note? A me piace scrivere musica, anche per spettacoli teatrali, perché è straordinario veder nascere e crescere la strada su cui camminerai. Il cinema è più meccanico ma lo amo molto, sono capace di vedermi tre o quattro film a sera. Per la tivù invece ho rifiutato molte cose, perché è un mezzo che rischia di mangiarti: mi ha convinto “Tale e Quale” proprio perché richiedeva un impegno mu-

sicale ma anche di interpretazione. A me poi sono capitati dei pezzi grossi della canzone come Battisti, Tenco, De Gregori, Ramazzotti e la Vanoni, artisti che amo e stimo moltissimo, ma per cui ho rischiato di diventare psicopatico: passavo le notti a guardarmi interviste e vecchi filmati per carpire e imparare la gestualità di ognuno di loro. È appena uscito “Wanda”, primo singolo del tuo nuovo album, nato dopo un periodo d’incubatrice, hai dichiarato. Si tratta di canzoni scritte e messe via in tre o quattro anni, che hanno un filo conduttore,

raccontano una storia e soprattutto offrono di me un’immagine sconosciuta al grande pubblico. Scegliti un ruolo e un regista per un film, un collega per un duetto musicale e un partner per una trasmissione televisiva. Accidenti… domanda difficile. Se devo fare un danno lo faccio grosso: per il cinema direi un ruolo estremo, da cattivissimo, magari diretto da Ridley Scott. Per la musica non ho dubbi: Sting, è uno dei miei idoli da sempre. Per la televisione direi Clizia Fornasier, bravissima collega conosciuta a “Tale e Quale Show” che ha interpretato il video di Wanda, il primo singolo del mio album. Attilio, dove vuoi arrivare? Visto che sognare è gratuito, vorrei riuscire a far conoscere di più la mia musica, trovare il modo di toccare il cuore delle persone con le mie canzoni, esattamente come capita a me quando sento un pezzo scritto da altri artisti. Non esiste soddisfazione più grande. 7 Si ringrazia per la collaborazione l’Agenzia Manzo Piccirillo

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speciale casa | 1

RISTRUTTURAZIONI E ACQUISTO CASA GUIDA A BONUS E INCENTIVI CASA PER IL 2015 di Danila Liguori

Casa, dolce casa. Importante l’acquisto per le giovani coppie, fondamentali le ristrutturazioni per quelle un po’ datate o per quelle in affitto. In un momento di confusione dentro e fuori dal mercato immobiliare, ci si chiede come muoversi. Ma soprattutto: quali incentivi o bonus sfruttare? Negli ultimi giorni buone nuove dal Governo.

proroga bonus casa

Prima notizia: quasi certa la proroga al 2015 dei bonus casa al 50 e 65% , la detrazione per lavori di ristrutturazione e di risparmio energetico. La Legge di Stabilità 2015 sembra infatti che prorogherà il bonus per la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica degli edifici rispettivamente al 50 e 65%. Lo conferma il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, in occasione delle celebrazioni per i 50 anni dell’Autostrada del Sole. Per questo scopo a disposizione 4 miliardi di euro. Basti pensare all’efficienza dimostrata dal bonus: nel 2013 ha prodotto interventi per 27,5 miliardi di euro (+40% rispetto al 2012) dei quali 23,5 mld da investimenti in ristrutturazioni e 4 mld da lavori di riqualificazione 22| ottobre/novembre ‘14


24 26

OTTOBRE 2014

#_&CO

20 °

PE R XX IL F ANN M IE AT R IVER RI A D SA R M E ON I S IO IO ER E VI LA ZI CA SA

(PV)

energetica. Smentita la riduzione di agevolazione dal 50 al 40%. E’ verosimile che la proroga durerà solo un anno: i ribassi quindi dovrebbero scattare dal 2016.

bonus mobili in forse

Non è chiaro se sia stato prorogato anche il Bonus mobili. Ricordiamo cos’è: il Bonus mobili è stato introdotto con il Decreto Ecobonus, ed ha esteso la detrazione del 50% sulle ristrutturazioni ai mobili e agli elettrodomestici “efficienti per l’arredo dell’immobile ristrutturato”,

ma solo quelli acquistati entro il 31 dicembre 2014. Tale detrazione può essere concessa su una spesa massima di 10 mila euro. Si attendono in questi giorni chiarimenti al riguardo da parte del Governo.

CON IL PATROCINIO DI

Novità

La novità più interessante è quella che si ispira alla legge Scellier, entrata in vigore in Francia nel 2009: una deduzione fiscale del 20% delle spese di acquisto o di costruzione, riservato alle persone fisiche, a valere sull’Irpef su un arco di 8 anni, fino a un limite di 300mila euro, per costruire direttamente o comprare da un costruttore un alloggio da destinare al mercato dell’affitto. La norma “utilizza lo strumento fiscale per dare una risposta immediata alla stagnazione sia del mercato della compravendita, sia a quello delle locazioni a canone concordato”. Per lo stesso periodo varrebbe anche il nuovo incentivo fiscale che, fra i diversi obiettivi, si pone evidentemente anche quello di alleviare il problema dell’invenduto rimasto in carico ai costruttori, purché offra prestazioni energetiche di livello eccellente o ottimo. 7

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speciale casa | 2

TUTTI I

COLORI

DELLA MIA

CASA La casa è il posto in cui risiede il cuore, è il nido d’amore dove troviamo rifugio, è la dimora degli affetti di Anna Mollo 24| ottobre/novembre ‘14


S

cegliere come arredare la propria abitazione è fondamentale per vivere bene e sentirsi coccolati. Ma non solo arredamento, ciò che conferisce carattere alla villa, al bilocale o all’appartamento in centro, è il colore delle pareti. Svariati sono gli elementi da considerare per la scelta delle nuance. La prima domanda da porre a noi stessi è: “Quale atmosfera voglio riprodurre in casa mia? In base al colore delle pareti, l’ambiente trasmetterà calore e accoglienza ai suoi ospiti o, al contrario, freddezza e distacco. Per valutare di che toni vestire la propria abitazione dobbiamo riferirci allo stile con cui abbiamo arredato la stanza (consideriamo il soggiorno) e alla sua grandezza. Se intendiamo il soggiorno come lo spazio più formale della casa, è preferibile orientarsi verso colori più tra-

dizionali come il beige e il tortora, decisamente sommessi ed eleganti. Qualora volessimo dare alla casa un carattere più casual, possiamo dare spazio alla fantasia sperimentando le sfumature chiare del giallo, del viola o magari del rosso!Una volta stabilita l’atmosfera da creare, se il nostro soggiorno si presenta molto luminoso, varie sono le opportunità di scelta dei colori. E’ bene tener presente che in una zona dotata di luce, il bianco diventerà un bianco brillante, idoneo per un ambiente minimalista e dalle linee ordinate. Luci più fioche implicano colori chiari sulle pareti, meglio comunque non osare con il bianco perché in condizioni di luce scarsa può rivelarsi grigio e spento. La valida alternativa al bianco è il giallo, in grado di riscaldare l’atmosfera e donare luminosità. Se la vostra casa non dispone di un soggiorno troppo spazioso, niente paura! Esistono dei piccoli trucchetti che, almeno visivamente, fanno apparire alcuni ambienti più grandi. Il bianco va ancora per la maggiore in tal senso ma anche le tonalità calde e tenui ampliano le proporzioni evocando spaziosità nello sguardo di chi osserva. 5

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temperamento alla stanza. Quando si scelgono i colori delle pareti di una camera è espressamente consigliato dare uno sguardo alle zone limitrofe. Se il nostro soggiorno o la camera da pranzo sono adiacenti al corridoio e ad altri ambienti, bisogna optare per un colore di vernice

Importante, inoltre, creare una combinazione di colori monocromatici perché l’occhio umano percependo tale continuità, tende a considerare l’ambiente più grande di quello che è effettivamente. Passiamo ora a parlare dei colori neutri. Le tonalità neutre sono considerate riposanti per gli occhi. Questa soluzione, risulta ambiziosa quando è in abbinamento con pareti dai colori molto vivaci che danno

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materassi, guanciali, reti e accessori

che si sposi alla perfezione con le pareti di questi ultimi. E’ importante scegliere con il giusto criterio il colore delle pareti in quanto ogni tonalità produce i suoi effetti sull’intelletto, l’umore e l’energia. Il colore arancione, meno aggressivo del rosso, stimola la creatività, per questo è consigliato negli uffici o in altri ambienti di lavoro; il giallo, vicino parente dell’arancione,

attiva la concentrazione e stimola la memoria, meglio non optare per il giallo scuro che genera un calo di creatività; il blu è l’attivatore del pensiero (difatti ha successo nelle aule scolastiche); il verde è tra i colori più adatti per le pareti casalinghe in quanto dona energia e positività mentre il rosso conferisce carattere e carisma alla casa, esalta la classicità di alcuni ambienti. 7

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speciale casa | 3

IL VINTAGE NELLE ABITAZIONI Uno stile sempreverde che sa conquistare riscuotendo grande successo e notevoli consensi di Anna Mollo

A

rredare casa non è cosa semplice. Tante sono le indecisioni e notevoli le perplessità sulla scelta degli stili. Le variabili non riguardano solamente i gusti personali ma gli spazi a disposizione, il budget e il genere di casa che accoglierà i nostri mobili. Una mano concreta deriva dal mondo del design e dell’arredamento che costantemente ci ispirano attraverso nuove mode. Quest’anno gli esperti strizzano l’occhio al vintage, quello stile un po’ retrò ma sempre tanto amato.

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Nel tempo si è riproposto a più riprese reinventandosi con tocchi ogni volta più originali. Il ritorno al passato suscita interesse non solo nel campo dell’arredamento ma anche in quello dell’abbigliamento e dello spettacolo. Motivo del grande successo, la capacità di uni-

re semplicità ed originalità. Nel caso dell’home design, si ispirano al genere retrò le pareti, i suppellettili ma soprattutto i mobili accompagnati da straordinari elettrodomestici che, seppure supertecnologici non rinunciano al richiamo degli anni Cinquanta e Sessanta.


Stiamo parlando di quei simpatici elettrodomestici dalle linee leggermente bombate che si tingono di colori (perlopiù pastello) come il giallo, il rosa, il turchese e il verde acqua. Per la zona notte molto interessante è la novità dei cuscinoni che riportano le stampe di fotografie ispirate agli anni Cinquanta. Questa tecnica, riprende l’idea sviluppata negli ultimi tempi dal mondo della fotografia digitale, ovvero quella della foto su tela che viene realizzata per creare autentici quadri partendo da semplici immagini fotografiche. Ma non solo cuscini! Questa creativa proposta riguarda anche i vassoi e altri complementi d’arredo. E’ un modo per lasciarsi coccolare e corteggiare sia dallo stile retrò che dall’affascinante regno della fotografia. Tornando a parlare di arredamento, si conferma altamente suggestiva l’idea di Dan-Form che ha lanciato il tavolino da caffè Alkanet ispirato a un piccolo baule di legno, oppure Bramble che esibisce una struttura, interamente decorata con scritte, simile ad una cassa carica di merce in partenza. Il segreto per far colpo sui nostri ospiti, è quello di concentrare lo stile vintage solo su determinate stanze. E’preferibile optare per il soggiorno e/o la cucina. Altro consiglio fondamentale è curare i dettagli. Per cura dei dettagli si intende la scelta del periodo su cui focalizzarsi: è chiaro che l’arredamento anni Venti sarà total-

mente differente da quello anni Settanta! Chi predilige gli anni Cinquanta non può assolutamente escludere la presenza di stampe raffiguranti le protagoniste di quell’era: le pin-up! Mentre per gli amanti degli anni Settanta, è d’obbligo una disco ball. Non servono troppi accorgimenti per dare un sapore retrò alla propria casa. Ba-

sta mettersi alla ricerca di pochi ma indispensabili complementi che rispondano ai criteri dello stile vintage. Si può, ad esempio, ridare vita ad un vecchio baule della nonna da utilizzare come “tavolino” per la zona living, oppure scegliere un simpatico sgabello multifunzione che, una volta riverniciato, offra a chi lo guarda la sensazione di trovarsi in tempi assai lontani. In commercio l’offerta d’arredo vintage è davvero cospicua, le proposte sono di ogni tipo e nascono per soddisfare qualunque esigenza; si va dalle soluzioni low cost a quelle meno economiche ma in quest’ultimo caso il design ricercato ripaga il cuore d’ogni esorbitante spesa. 7


speciale sposi | 1

I rituali seguiti scrupolosamente e i costumi indossati dalle ragazze nel giorno più bello della loro vita a seconda della nazione a cui appartengono di Marianna Pilato

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omenica 12 ottobre, presso la Gelateria Splash nel quartiere Appio di Roma, si è svolta una sfilata molto particolare incentrata sui vari generi di abiti da sposa che è tradizione sfoggiare in determinati Paesi del Mondo. L’evento è stato ideato e organizzato dall’Associazione Culturale AssemblAbili Globali, e ha potuto contare inoltre sulla partnership del famoso atelier di abiti da cerimonia Miha Spose, che da sempre si contraddistingue per proporre abiti da sposa di qualità a partire dal prezzo abbordabilissimo di 380 euro.

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LE TRADIZIONI SEGUITE DALLE

SPOSE NEL MONDO

La titolare della boutique (situata in Via Appia Nuova 667) Michela Baetu, del resto, è di origine romena e condivide appieno l’obiettivo che si prefiggono manifestazioni di questo tipo, ovvero la conoscenza di culture o usanze straniere e l’integrazione fra i popoli. Per questa occasione, perciò, a rappresentanza sia degli abiti da sposa italiani che statunitensi, israeliani, colombiani, filippini e romeni (accomunati per il fatto di essere tutti in stile contemporaneo-occidentale), ha fatto indossare a alcune modelle delle sue creazioni, differenti

comunque fra loro per il taglio o per la scelta dei tessuti. Anche molte delle giovani indossatrici che hanno sfilato con piacere per questa originale kermesse, erano veramente originarie del Paese di cui hanno presentato l’abito tradizionale. Nel corso del pomeriggio, inoltre, si è voluto informare il pubblico presente non solo sui dettagli di tali singoli costumi e dei loro accessori, ma anche sulle usanze benauguranti diffuse all’estero che gli sposi, i parenti e gli invitati seguono durante i festeggiamenti delle nozze. 5

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di venerdì, la sposa è vestita con un abito bianco tradizionale ed è lei a ricevere una dote da parte del marito. Passando al Sudamerica, si scopre con stupore che in Colombia è consuetudine sposarsi con un capo giallo o dorato, simile al modello presentato in tale contesto da Miha Spose. Terminando questo “viaggio virtuale” in India, infine, va sottolineato che qui il matrimonio non corrisponde solamente all’unione di un uomo e una donna, bensì a quella più complessa fra le loro reciproche famiglie. La sposa viene ornata con splendidi ornamenti (con anelli addirittura sulle dita dei piedi seguendo un rituale molto preciso) e naturalmente con l’abito tradizionale composto da un velo, una gonna lunga e stretta e un top realizzati con le tipiche stoffe colorate indiane di altissima rifinitura. 7

In questo modo, per esempio, si è appreso che le spose in Cina sono solite cambiarsi d’abito nel corso dello stesso giorno del matrimonio ben tre volte, apparendo per la precisione al mattino con il vestito tradizionale cinese a fiori (denominato “qipao”), durante la cerimonia con l’abito bianco con lo strascico alla maniera occidentale, mentre nel corso del banchetto serale con un abito rosso lungo, come segno di buon auspicio (il rosso appunto in Oriente è considerato un colore portafortuna). A coordinare poi il tutto ci pensa l’assistente alle nozze, ovvero la persona che ha il compito di affiancare gli sposi per tutto l’arco della giornata. Ecco spiegato insomma perché in Cina esistano numerosissimi megastore multipiano dedicati esclusivamente alla moda sposa e cerimonia. Le spose cinesi, del resto, non sono le sole che devono essere dotate di più abiti cerimoniali al momento del rito e dei festeggia-

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menti: in Palestina, in occasione dell’incontro pubblico per strada con il proprio sposo il giorno prima delle nozze, le future mogli devono indossare un abito dai colori vivaci (rosa, dorato o azzurro) con cui sfileranno in corteo insieme ai parenti per la città. Dopo la parata, segue presso l’abitazione della nubenda il rito della “henna”, durante cui ella viene lavata, cosparsa di profumi o oli e tatuata con disegni temporanei sulla pelle, realizzati con coloranti naturali (simili ai tatuaggi indiani all’hennè). Durante le nozze invece, che si tengono quasi sempre


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speciale sposi | 2

Dal cavallo bianco alla limousine bianca …per essere sempre

F

in da tempi remoti, la donna ha considerato le sue nozze come il giorno magico per eccellenza nel quale concretizzare tutti i sogni della propria adolescenza e le speranze di un amore unico ed eterno. Giorni e giorni per realizzare al meglio tutti i suoi desideri che stanno per diventare realtà: un abito bianco, un banchetto sontuoso, un addobbo floreale ricco e vario. Ma ciò che più scatena la sua fantasia è la scelta del mezzo con cui poter raggiungere la chiesa ed il suo sposo che la attende. Il matrimonio, infatti, è l’unica occasione in cui ella può apparire come una vera regina, magari su un cocchio trainato da quattro focosi cavalli bianchi. Proprio come nelle fiabe più belle! In fatto di originalità basta citare il matrimonio di alcuni anni fa del giocatore della Nazionale Olandese Wesley Sneijder con la sua bella sposa che sono giunti presso la chiesa dei Santi Giusto e Clemente, a Castelnuovo Berarden-

regina! di Renata Brualdi

ga (Siena) rispettivamente su una macchina d’epoca e su un cocchio trainato da 4 cavalli bianchi. Nozze da sogno per chi, desidera un matrimonio in grande, proprio come questo. Non è impossibile realizzare un mezzo di trasporto del genere. Occorre, ovviamente, affidarsi a ditte specializzate di noleggio che, non sono quasi mai ubicate nel luogo in cui viene celebrato il matrimonio. Ma chi desidera ardentemente emulare Cenerentola, nel giorno più bello della sua vita, non si fermerà dinnanzi a nessun ostacolo, smuoverà mari e monti pur di realizzare il proprio sogno. Anche Internet offre annunci del tipo: “noleggio carrozza con cavalli bianchi, con conducente carrozza modello vittoria (colore blu) tipica di matrimonio… trainata da pariglia di cavalli bianchi” …ed altri egualmente interessanti, con costi differenziati. Se invece si desidera

una cerimonia pacata, dove i cavalli sarebbero fuori luogo, la sposa, dopo essersi consultata con il futuro marito, potrà prenotare un’auto che dovrà essere abbastanza capace da contenere comodamente e senza sgualcirlo, il suo abito nuziale. Potrà essere un’auto d’epoca oppure una berlina, un’auto moderna, ma debitamente agghindata a festa. Sul lunotto posteriore, infatti, dovrà essere posto un cuscino di fiori, mentre fiori sparsi e vari nastri orneranno il cruscotto. Molto amata dalle donne è anche la limousine di colore bianco, un mezzo di trasporto molto romantico, felicemente adottato per un matrimonio “in grande stile”. Vi sono spose che arrivano in chiesa addirittura a bordo di un sidecar … per una originalità senza confronti. Ma qualunque sia il tipo di matrimonio, qualunque sia il trasporto che conduce la sposa alla chiesa del fatidico “Si”, ella, nel suo giorno più bello, avrà sempre la consapevolezza di sentirsi sempre una “Regina”. 7

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speciale sposi | 3

La torta dei P

sogni Alcuni spunti per scegliere il genere di dolci con cui terminare in bellezza il pranzo o la cena di nozze Di Marianna Pilato

36| ottobre/novembre ‘14

er la riuscita di un matrimonio in tutti i suoi aspetti, anche la scelta della torta e dei dolci da servire durante il ricevimento ha la sua importanza. In primo luogo, si deve considerare che anche la torta deve rispettare lo stile generale che si è dato alla cerimonia, al fine di non apparire come una nota stonata. In aggiunta il momento della “wedding cake”, rappresentando l’ultima sorpresa della giornata, deve stupire ancor di più di ciò che è stato svelato in precedenza. Per raggiungere questo obiettivo, essa non deve essere composta obbligatoriamente da tanti piani: a volte infatti basta semplicemente decorarla con cake topper spiritosi o altri dettagli particolari, senza esagerare naturalmente

per non scadere nel pacchiano. Inoltre anche il gusto ha la sua importanza: non è detto che una torta d’effetto sia buona come al contrario dovrebbe essere. Gli sposi quindi non devono mai comprare dai pasticceri a “scatola chiusa”, ma assaggiare tutte le varie opzioni disponibili prima di


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P

decidere quale sia il loro tipo di torta ideale. Per quanto riguarda la selezione degli ingredienti, è consigliabile tener conto della stagione in cui avverrà il matrimonio: con il caldo estivo, per esempio, sono da evitare tripudi di panna e cioccolato che ben presto tenderebbero a sciogliersi. Al loro posto, quindi, meglio puntare sulle farciture di frutta fresca e sulla pasta di zucchero o mandorle. Per trarre ispirazione, è possibile ammirare le immagini contenute in appositi libri incentrati sulle torte da matrimonio, come “Wedding Cakes” (Malvarosa Edizioni) sulle cui pagine l’autrice Letizia Grella svela le ricette attraverso le quali vengono realizzati tali capolavori prelibati di “haute cuisine”.

Altre prelibatezze tipiche dei banchetti nuziali, poi, sono i confetti, la cui degustazione alla fine del ricevimento è quasi d’obbligo. I classici sono quelli con la mandorla intera, pelata e sottilissima, ma le varianti oggi sono infinite (alla frutta, al cioccolato, alla gianduia, al caramello, al caffè, alla nocciola, ma anche al peperoncino e alla cannella), e vale la pena assaggiarle tutte! Ancora non così comuni ma sempre più di tendenza, al contrario, sono i macarons, ovvero i dolcetti tondi colorati di origine francese che si dice fossero i preferiti della regina Maria Antonietta. Serviti in monoporzioni e disposti su apposite alzatine, possono essere serviti insieme allo champagne per il brindisi finale. 7 E.mail: pasticceriacerri@gmail.com


IONE Z DESTINA

speciale sposi | 4

PARADISO U

no dei momenti più sentiti e topici nel difficile periodo di organizzazione di un matrimonio è il viaggio di nozze. Gli sposini di solito, presi dal turbinio di problemi da risolvere, di decisioni da prendere, di ristoranti da prenotare e di immancabili litigate con i parenti fino al quindicesimo grado, decidono di regalarsi una piacevole pausa infilandosi in una serie di agenzie di viaggio e tornandosene a casa con borse e borsette piene di depliant, pieghevoli, guide e simili. Una tappa fondamentale, che spinge i futuri coniugi a trascorrere serate sfogliando il materiale raccolto, sognando paesi sconosciuti, esotici e lontani, tracciando romantici percorsi al chiaro di luna con i consueti bacini di rito e emettendo simpatici gridolini all’unisono alla vista di ogni isolotto sperduto nell’oceano con palma annessa. Dopo aver sfogliato quintali di depliant, ecco il momento magico della scelta: e qui, se non si è tanto quieti, rischia di scoppiare il primo vero litigio prima del matrimonio. Siete riusciti magistralmente a tenere la bocca chiusa mentre lei sceglieva il più costoso e appariscente lampadario per il soggiorno snobbando l’idea infinitamente più pratica

zze: una o n i d io g Il viag traverso t a a t r o p speciale nella a r t n e i s la quale sione n e im d a v nuo li

di Simona Rapparel

(“ma tesoro, all’estetica non ci pensi?”) della classica plafoniera suggerita da voi? La vostra calma è stata olimpionica quando lui ha preteso di avere in casa la maxi-tv 4000 pollici con relativo abbonamento per non perdersi neanche mezzo secondo di serie A? Bravi, ma non è detto che resistiate

alla terribile prova-viaggio: andare in Egitto a luglio a fare un’escursione tra le piramidi potrebbe essere magnifico per persone che girano con il golfino di cotone anche con quaranta gradi, potrebbe diventare una tortura insostenibile per un coniuge che sta decentemente bene quando


Piccolo prontuario per lune di miele: 1) Scegliete posti non lontanissimi, 12-15 ore di volo vi bruciano buona parte del permesso matrimoniale… 2) Affidatevi ad una seria agenzia di viaggi 3) Includete il viaggio nella lista nozze: gli amici si raggrupperanno per regalarvi l’itinerario che sognate! 4) Controllate i documenti 5) Mettete in valigia un po’ di tutto, non dimenticate il k-way e la pashmina 6) Riposatevi! E… Buon viaggio!

il termometro segna i quindici gradi al sole. Attenzione quindi, i gusti del prossimo vanno perlomeno considerati: via libera alla diplomazia e all’arte delle coccole, prendere decisioni in armonia non è facile ma è un’ottima palestra per la vita di coppia che sta aspettando i due quasi sposi. Passata la fase critica della scelta della meta, si prosegue con i preparativi, che di solito sono talmente frenetici da sfiancare anche le coppie più allenate. In condizioni normali, preparare un viaggio è relativamente semplice: in coppia e per di più prima di un matrimonio, diventa una vera e propria corsa ad ostacoli. I maschietti non sono proprio dei geni a far le valige, si sa, ma in questi casi a farla da padrone è l’esasperazione e la fretta: di solito la partenza è fissata per il giorno seguente la cerimonia (se potete è caldamente sconsigliato, piuttosto partite due giorni dopo ma più riposati), quindi praticamente ci si leva il vestito da matrimonio e ci si mette quello da viaggio… Altro che notte di nozze! Se la festa per la cerimonia si è protratta nell’arco delle ore notturne, tra giochi e scherzi degli amici, il rischio è che non si riesca nemmeno a dormire, figuriamoci a fare altro. Le valige vanno approntate qualche giorno prima, diversamente il loro contenuto rischia di essere deficitario (“Amore, non trovo le calze! Amore, la maglietta nera! Amore, il mio phon dov’è?”) e fonte di battibecchi antipatici: i fanciulli sono bravi a non riuscire a vedere la loro biancheria sempre nello stesso cassetto, le fanciulle riescono immancabilmente a partire con tutti i documenti scaduti. Ma alla fine lo sappiamo tutti: la luna di miele è per definizione una fase di incanto, magia, passione e aspettative che difficilmente si dimentica, è un momento di intimità che aiuta la coppia a conservare quel pizzico di romanticismo che nella vita di ogni giorno può fare la differenza. E se volete conquistarla del tutto, fatele trovare una rosa sul comodino con la colazione, parola… di donna! 7

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hi-tech i droni

È INIZIATA L’ERA DEI PICCOLI ELICOTTERI MANOVRATI CON COMANDI A DISTANZA: SPIANO, CONTROLLANO E COLPISCONO, MA STANNO IMPARANDO ANCHE A CONSEGNARE LE PIZZE A CASA di germano longo

REMOTE CONTROL 40| ottobre/novembre ‘14


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à dove un tempo c’era il coraggio di un pilota disposto a spingersi oltre le linee nemiche, ora c’è un suo collega comodamente seduto su una sedia, all’interno di un ufficio del Pentagono, a Washington. Sembra l’inizio di una storia che va bene al cinema, con uno imboscato al caldo e l’altro immerso fino al collo nel pericolo: ma non è così, la differenza fra i due sta tutta dentro una tecnologia chiamata droni. Si tratta, per i pochi che ancora non lo sapessero, di aerei a pilotaggio remoto, privi di pilota, che ormai si stanno diffonden-

do in tutto il mondo, a ritmo incessante. Tutto inizia per questioni militari: i droni possono spiare, fotografare e bombardare senza mettere a repentaglio la vita di un solo soldato. In Pakistan e Afghanistan hanno colpito quasi 5.000 volte in modo chirurgico, inseguendo obiettivi precisi, in particolare uno: diventare di colpo un

affare miliardario per le aziende che li producono, attirate come mosche dalle commesse dei vertici militari americani, che attualmente possono contare su una flotta di 11.000 droni in servizio attivo

ter, un mini elicottero dotato di defibrillatore di emergenza, guidato semplicemente attraverso una “app” per smartphone. Ma fatta salva la prima polemica, legata alla privacy dei cittadini e al solito concetto di “grande fratello” che controlla tutto, i droni promettono ben altro, compresa l’idea che la vita di noi tutti è ad un bivio: l’entertainment, fra i primi, ha individuato nei robot volanti un nuovo modo di espressione. Ha iniziato la televisione, utilizzando droni che sorvolano i campi di gioco per mandare in onda riprese da angolazioni suggestive e più che altro impossibili per qualsiasi cameraman. Poi è arrivato il cinema, che sfruttando

che ha in un solo anno ha messo insieme 300 mila ore di videosorveglianza. Ma non basta ancora, perché i droni si stanno rilevando utili in campo civile, per sorvegliare, controllare e rifornire zone dove non è possibile inviare squadre di soccorso. Li usano quelli di Greenpeace per individuare i cacciatori di balene, la Nasa per verificare i cambiamenti climatici, la polizia di confine americana per avere una visuale sui punti in cui si concentra il flusso di clandestini, gli australiani per mappare il

lo stesso principio si è impossessato dei droni per filmare sequenze impressionanti a costi ridottissimi, considerando le attrezzature che sarebbero servite senza un mini elicottero. Si è accodato poco dopo il mondo dell’informazione, che per lo stesso motivo ha iniziato a usare droni per filmare dall’alto incidenti o inseguire celebrità senza essere visti. E alla fine, accodandosi in fondo alla crisi e alle riduzioni del personale, si segnalano i primi esempi di droni-camerieri. Un ristorante londinese della catena “Yo! Sushi” ha appena “assunto” due droni che hanno il compito di servire i clienti al tavolo portando vassoi. E sempre a Londra, le pizzerie “Domino’s” fanno ancora meglio: si ordina la pizza al telefono

suolo dove scavare nuove miniere. O ancora, inizia ad essere usato per salvare persone in pericolo: è di qualche settimana fa la notizia dell’arrivo sul mercato del Defilkop-

e un drone la consegna al balcone di casa ancora calda, visto che – beato lui - può permettersi di ignorare traffico, vigili, sensi unici, semafori e parcheggi. 7

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MONDO

eventi Comic Con

IL DEI REPLICANTI

A

San Diego, sud della California, sono abituati quasi a tutto: i surfisti di tutto il mondo vagano con le loro tavole a caccia di onde, gli anziani scelgono la zona perché il freddo lì è un concetto astratto e le due basi militari assicurano un flusso continuo di gente che va, viene e spende, mettendo al sicuro i bilanci cittadini. Ma una volta all’anno, perfino gli abitanti di San Diego non possono fare a meno di stupirsi. Merito, o colpa, del Comic Con, un convention a cadenza annuale dedicata a tutto ciò che fa arte, compreso il cinema, ma con un’antica predilezione verso i fumetti. La lunga corsa di questo evento strano è iniziata nel lontano 1970, quando un gruppo di amanti del genere si è dato appuntamento all’El Cortez Hotel, radunando un contorno di circa 300 appassionati. Quasi nulla, rispetto alle 130 mila presenze che ogni anno, costi quel che costi, si ritrovano al Convention Center di San Diego, dove l’evento è approdato nel 1991 dopo aver vagato in cerca di spazi adeguati ad accogliere fiumane di gente in arrivo da ogni angolo del mondo. Partecipare non è semplice: seguendo un curioso e strano meccanismo, si può prenotare una stanza in un hotel, ma questa viene assegnata secondo un

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Ogni anno, in California, si radunano migliaia di appassionati di film e fumetti, trasformando la città in un immenso set a cielo aperto di Germano Longo sorteggio del tutto casuale. Con il risultato che spesso c’è gente costretta a dormire a parecchi km da San Diego. Ma siamo in America, e un pizzico di sana follia ci dev’essere per forza. Ogni anno, un’azienda è chiamata a creare un pupazzetto che diventi il simbolo dell’edizione, ed è passata alla storia la volta in cui toccò una versione di Little Pony tempestata di Swarosky per cui si formarono code chilometriche. Il Comic Con (dove “Con” è la riduzione americana di “Convention”), è ufficialmente una vetrina per editori, case di produzione cinematografica e televisioni, che approfittano del clamore per presentare (e spesso testare) i nuovi prodotti in arrivo sul mercato. In quattro giorni (e una media di 600 eventi), si


proiettano film, si mostrano videogiochi, nuove serie di fumetti e giocattoli, ma la kermesse californiana nasce come punto d’incontro per appassionati, e ancora oggi un ampio spazio è dedicato a collezionisti di fumetti che vendono, comprano e scambiano di tutto, per poi correre ad assistere a qualche workshop in cui i maestri del fumetto raccontano e spiegano i segreti del mestiere. Lo spettacolo vero è però anche fuori dagli spazi immensi del Convention Center, perché tutta Sand Diego si traveste: dalle ragazze dei fast food ai negozi, è un fiorire di costumi, di spade laser giocattolo, maschere e costumi ispirati agli eroi di film e fumetti. Il risultato è ciò che si vede nelle foto in queste pagine, con gente vestita come Batman, Superman e ogni altro supereroe mai apparso sulle scene. Ma anche zombie insanguinati, dinosauri, gente con la mannaia infilata nella cervice e tizi chiusi nell’armatura metallica di Iron Man o in quella

galattica delle guardie di Star Wars. Ma la nota più curiosa di questa fiera delle repliche è rappresentata dalla presenza di Hugh Jackman, attore che presta il volto a Wolverine: ha vagato un giorno intero vestito come il suo personaggio senza che nessuno lo riconoscesse. Anzi, pare l’abbiano anche fermato più volte per complimentarsi: accidenti, sei uguale all’originale, bravissimo. 7

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Life Style

AMICIZIA? TUTTA SCRITTA NEI NOSTRI GENI

Lo dice un detto popolare ma lo sostiene anche la genetica: “Chi si somiglia…si piglia!” di Anna Mollo

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U

na recente ricerca, della Yale University e dell’Università della California di San Diego, ha analizzato il Dna di un milione e mezzo di individui. Da queste verifiche è emerso che il Dna delle persone legate da un sentimento di forte amicizia, risulta essere simile e che, tendenzialmente l’essere umano sceglie di trascorrere più tempo con gli individui geneticamente quasi uguali a sè. Ma ci siamo chiesti il perché? Condivide-

re un affetto profondo come quello dell’amicizia, prevede uno scambio di interessi, passioni, emozioni tra due individui dello stesso sesso o di sessi differenti. Una coppia di amici non è tanto dissimile ad una coppia di innamorati, anche se in quest’ultimo caso il coinvolgimento emotivo risulta di gran lunga superiore. A somigliarsi negli amici sono perlopiù le varianti genetiche che hanno a che vedere con l’aspetto sensoriale dell’olfatto, molto meno le varianti relative all’immunità rispetto ad alcuni gene-


ri di malattie. Questo, potrebbe solo che essere un bene, in quanto stare a stretto contatto con persone in grado di resistere a patogeni diversi riduce il rischio di contagio dalle malattie. I ricercatori si sono impegnati, tra le altre cose, a determinare e a sviluppare una “scala di amicizia”; questa serve ad indicare la percentuale di probabilità che due persone possano stringere un legame di tipo amicale, sempre sulla base del proprio patrimonio genetico. I ricercatori che hanno condotto questa particolare analisi, hanno potuto appurare come nei partecipanti le varianti genetiche fossero uguali per circa l’uno per cento a quelle dei loro migliori amici. Potrebbe sembrare apparentemente una percentuale dal valore minimo, in realtà i genetisti lo reputano un dato molto significativo. Una prima domanda che sorge spontanea quando si parla di genetica, è “In che modo ci accorgiamo di chi ha geni simili ai nostri?”. Gli scienziati chiariscono che non sono i geni quelli di cui ci si può accorgere, bensì la loro estrinsecazione, ovvero il contributo

che essi offrono al nostro comportamento. Questo aspetto viene rilevato, ma raramente in maniera consapevole. Sta di fatto che con alcune persone ci si trova meglio che con delle altre e responsabili di tutto ciò sono proprio i nostri geni. Già da piccolissimi, gli individui si scelgono reciprocamente per instaurare rapporti di vera amicizia. La vita, poi, nel corso del tempo ci mette del suo: non è raro imbattersi in delusioni e tradimenti, proprio come accade nelle questioni di cuore. I risultati emersi dalla ricerca e pubblicati sulla rivista “Pnas” non forniscono una spiegazione assolutamente certa al fenomeno descritto, ma stando a quanto riferiscono gli autori, possedere un patrimonio genetico molto simile aumenta le possibilità di incontrarsi e cercarsi. Gli amici, per la loro somiglianza genetica, potrebbero essere paragonati a dei lontani parenti, a dei cugini di quarto grado, ad esempio. Dato estremamente interessante dello studio è che i geni che sono simili a quelli dei nostri amichetti tendono ad evolvere e svilupparsi molto più velocemente rispetto agli altri. Questo aspetto offre un contributo importante perché aiuta a spiegare il motivo secondo cui l’evoluzione dell’essere umano sembra aver messo il turbo nel corso degli ultimi trentamila anni. Probabilmente ciò si è verificato perché è lo stesso ambiente circostante a rappresentare la vera forza evolutiva. 7


Fashion

La nuova moda estiva secondo la

Milano Fashion Week

L

a moda, come ormai è risaputo, è un settore in cui le novità vengono svelate con largo anticipo, e così l’ultima edizione della Milano Fashion Week ha già reso note ciò che le principali griffe hanno ideato per la primavera-estate 2015. È ricca di tonalità differenti, stampe, ricami e crochet l’ultima collezione estiva proposta da Pucci e dal proprio direttore creativo Peter Dundas, che

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pertanto ha deciso di accantonare lo stile monocolore per cui la maison si distingueva. Lo stilista, amante degli anni Settanta, ha inoltre rispolverato i pantaloni con una leggera zampa d’elefante, shorts e stivali, vestiti-poncho a crochet con fiori e frange, abiti lavorati a specchietti o adatti in ogni caso a silhouette molto slim. Rimane invece più sul sobrio e sullo stile chic Bottega Veneta, usufruendo di tessuti lussuosi e di dettagli


sofisticati come le paillettes o le perline, abbinate però sempre a materiali semplici come il denim o la stoffa da camiceria per non creare un effetto troppo vistoso. Molto particolari sono i tessuti a rete, usati come strati superiori appena visibili sui capi: essi donano in questo modo un senso di leggerezza e tridimensionalità al corpo di chi li indossa. Una maglia lavorata a rete e un identico effetto di leggiadria si ritrovano nella linea di Missoni, dove la stampa a zig zag del marchio decora questa volta sete e altri tessuti impalpabili. Non rinuncia alle fantasie floreali che reputa sempre trendy Blumarine, che per la bella stagione del 2015 ha deciso di abolire categoricamente i pantaloni dal suo guardaroba, sostituendoli del tutto con abiti iperfemminili lunghi o corti, di seta o di chiffon, sia in colori neutri come il carne che in quelli più vivaci ispirati alle piante rigogliose di certi giardini. Sebbene lo stile adottato sia indubbiamente romantico, però, l’effetto generale non è mai svenevole, grazie a linee pulite e all’abbinamento con accessori classici come i sandali piatti dorati, proposti sia per il giorno che per le uscite serali. La donna Versace appare sempre spavalda, ma allo stesso tempo sensuale e sofisticata. Come sottolineato dalla stilista Donatella Versace, la nuova donna immaginata dall’atelier appare “più giovane di quella

Presentate durante la settimana della moda milanese dedicata al prêt-àporter le principali tendenze previste per la primaveraestate 2015 di Marianna Pilato

di ieri, perché le quarantenni di oggi sono più giovani di quelle di dieci anni fa”. I pantaloni stretti, poi, sono stati sostituiti da un genere un po’ più comodo, mentre il tailleur innovativo che ha aperto il defilé del brand è formato da un blazer nero abbinato a un top corto e a una gonna lunga con spacco laterale geometrico, tutto profilato di impunture di pelle bianche. In occasione della Milano Fashion Week, inoltre, la moglie del proprietario di Les Copains Stefania Bandiera ha debuttato in qualità di fashion designer portando in passerella un “viaggio nella natura esotica”, trasposta in ambito fashion con macrofoglie jungle stampate su seta, jacquard tono su tono, ricami in canottiglia e perline, e geometrie di ispirazione tribale lavorate a laser su abiti, micro maglie e caban. Di tutt’altro tipo è la donna immaginata da Dolce & Gabbana, che per vestirla sembra voler unire i caratteri barocchi e religiosi della Sicilia alla tradizione spagnola del flamenco e della Corrida. I suoi outfit sono appunto un tripudio di pizzi neri, giacche con passamanerie simili a quelle dei toreri, decorazioni con miniature del Sacro Cuore, simbolo che ritorna anche sulle borse, sui jeans ricamati con metalli e applicazioni di pietre per una collezione, come dichiarato dagli stilisti Domenico e Stefano in persona, “tutta impostata sull’amore”. 7


sport

Orfani del Mondiale? Niente paura: in altre parti del mondo si gioca a

Pressing, catenaccio, melina & fanghiglia di germano longo

E Swam Soccer

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dire che loro non hanno da rimproverarsi neanche le gesta epiche di Balotelli, le scelte di Prandelli e gli svarioni di Cassano, ma qualcosa del mondo del calcio dev’essergli andata storta per forza. Non si spiegherebbe altrimenti la “Swamp Soccer World Cup”, in poche parole e tradotto come meglio si può, il “Campionato Mondiale di calcio nel fango”. Esatto, capito bene. Magari una sorta di rito catartico per liberarsi dei capricciosi astri milionari della pedata, o magari un modo per esorcizzare le pene della propria squadra del cuore, ma sta di fatto che in Giappone, proprio mentre dall’altra parte del globo, sotto il cielo brasiliano, passano alla storia le imprese da cineteca di Messi e Neymar, un vero campionato formato da squadre, si dà battaglia nel fango. Lo scopo è lo stesso: buttare la palla in rete. Ma arrivarci vuol dire faticare il doppio, affrontando campi dove non c’è erba e distinguere la linea del centrocampo è un’impresa, perché tutto lo spazio disponibile è occupato dalla fanghiglia. E non si tratta neanche di una stranezza tutta orientale, visto che a Blairmore, nella compassata Scozia, 20 squadre qualche mese fa hanno dato il meglio di sé guadando il pantano. Uno sport entrato nel novero di quelli estremi, nato per caso alla fine degli anni Ottanta in Svezia come esercitazione pro-fiato per atleti e soldati e da lì, pian piano, diventato patri-


monio di quell’umanità che con il calcio dei campioni non si diverte più. Una cosa talmente divertente, dice chi ci ha provato, da poter contare su oltre 260 squadre in tutto il mondo, disposte a trasferte anche lunghissime pur di sfidare gli avversari nel fango di altri paesi. Le regole sono talmente facili da essere a prova di qualsiasi imbecillità: due squadre da cinque giocatori più portiere ciascuna, per due tempi da 24 minuti. Nessuna possibilità di cam-

biarsi d’abito o di scarpe, fuorigioco inesistente, calci d’angolo, rimesse laterali, punizioni e rigori battuti lasciando cadere il pallone sul piede, ma fino a 20 cambi possibili nel corso dell’incontro, perché il fango è fatica e le coronarie non sentono ragioni. Sul resto tutto uguale: vince chi segna di più, perde chi incassa più reti. Finora, il campionato del mondo di Swamp Soccer è stato ospitato in Cina, in Turchia, in India e ovviamente in Inghilterra. Quelle meno contente in tutta questa storia, pare, sono le mamme: se quelle che hanno figli calciatori si lamentano di maglie e pantaloncini sporchi d’erba, è faci-

le immaginare le facce - e più che altro le lavatrici - delle mamme di chi gioca a Swam Soccer. A loro, tutta la nostra comprensione. 7


L’ISOLA SU MISURA

L’idea si chiama “Lily Pad” e secondo il suo inventore, il designer Vincent Callebaut, si tratta di una città anfibia che può ospitare fino a 50.000 persone. Lily Pad è dotata di un lago centrale che consente a flora e fauna di svilupparsi al suo interno, ed è in grado di badare al proprio sostentamento purificando l’acqua piovana e usando l’energia prodotta da pannelli solari.

ELETRIC BRA Nelle località vacanziere più alla moda, quest’anno ha spopolato il reggiseno della Electric Styles: si tratta di un indumento intimo equipaggiato con piccoli neon che si illuminano, lanciando luci fisse o con varie intermittenze. L’electric bra funziona a batterie, con autonomia di 24 ore. Poi si resta al buio.

FASHION IN THE DESERT Non manca lo stupore, a quanti percorrono la U.S. Route 60, nel mezzo del nulla americano, quando a circa 60 km dalla cittadina di Marfa, contea di Jeff Davis, in Texas, si imbattono in un negozio Prada. Non si tratta di un vero flagship store, ma di un’istallazione artistica permanente creata nel 2005 da due eccentrici danesi, che hanno ricevuto il benestare e una fornitura di abiti e accessori direttamente dalla griffe italiana. “Prada Marfa” è oggi un luogo dove migliaia di turisti scattano foto ricordo.

PUPI IN OFF-ROAD L’hanno creato i designer di una casa automobilistica ispirandosi ai grandi Suv, quelli che piacciono tanto in America. Il “Baby Buggy” in foto è un passeggino grandi forme dotato di ogni possibile ammennicolo: fanaleria al gran completo, sospensioni idrauliche, freni e gomme disposte ad affrontare qualsiasi tipo di terreno. Nessuna indicazione sul prezzo, ma la destinazione “reale” lascia trapelare che si tratti di un’idea che potrebbe piacere al piccolo nato di Buckingham Palace. 50| ottobre/novembre ‘14


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a Redil Store, figlia di una società storica nata negli anni 90, è una delle maggiori realtà edili commerciali del pavese che da sempre si è contraddistinta come principale punto di riferimento per le imprese lombarde. Considerata, infatti, la continua evoluzione tecnologica dei materiali e delle attrezzature, la molteplicità e la diversità delle esigenze che contraddistinguono un cantiere e la flessibilità che ormai è sinonimo di collaborazione, Redil Store si è sempre caratterizzata come realtà in grado di garantire un supporto progettuale, tecnico e operativo capace di accompagnare e di supportare l’azienda all’interno di tutto il suo percorso lavorativo. Nelle immagini alcuni esempi dei nostri marchi più prestigiosi leader nel mercato:

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