Alessia
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gli SPECIALi casa & pasqua 20 pagine di consigli
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Anno 08 febbraio/marzo ‘14
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sommario
Anno 08 | Febbraio/Marzo '14 Bimestrale a diffusione gratuita REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI PAVIA Pavia Court Registration n. 675 del 18/03/2007 INIZIATIVA EDITORIALE DI An editorial iniziative by ADVERUM SRL DIRETTORE RESPONSABILE Editor BEPPE VIETTI direttore@andcomagazine.it PROGETTO EDITORIALE Research editor GERMANO LONGO
16
6 Imprenditoria
il caso Fiat Chrysler
8 Marketing
Strumenti per lo sviluppo delle aziende
CONSULENTE EDITORIALE Publishing ddviser STEFANO SPALLA
10 Focus Economia
DIREZIONE ARTISTICA Art director PAOLO ARMANI
12 Cover Story
GRAFICA PUBBLICITARIA Advertising art director NICOLò CANNIZZARO SEGRETERIA DI REDAZIONE Editorial support team CATIA MORETTI redazione@andcomagazine.it redazione Research and material DIROTTI GIUDITTA LEGGIERI GIUSEPPINA LIGUORI DANILA LONGO GERMANO LUVINO ILENIA MOLLO ANNA PILATO MARIANNA RAPPARELLI SIMONA SPALLA STEFANO
Le donne imprenditrici
28
Relooking
i colori nell’arredamento
24 Speciale Casa/3
Ristrutturazioni edilizie in “rosa”
26 Speciale Pasqua/1
36
Monito di Papa Francesco
28 Speciale Pasqua/2
La Pasqua nelle tradizioni europee
32 Speciale Pasqua/3
Pasqua: tradizioni religiose e lotta al consumismo
WEB ADVERTISING GIUDITTA DIROTTI
34 Speciale Pasqua/4
MEDIA PARTNER CENTOUNOSPOT.IT
STAMPA Printed by Tipografica DERTHONA SRL Strada Vicinale Ribrocca 6/5 15057 Tortona (AL)
16 Speciale Casa/1 20 Speciale Casa/2
web master MAXIMILIANO DI GIOVANNI
PUBBLICITà Advertising ADVERUM SRL marketing@andcomagazine.it
Alessia Fabiani
Pasqua low cost
42
36 Televisione
Saverio Zaba
38 Salute
Studi dell’università di chicago sullo stress
40 Spettacolo
Enzo Salvi
42 Focus Costume Adverum srl Sede legale: Via Robecchi Brichetti 40 – Pavia Tel. 0382/30.98.26 fax 0382/30.86.72 Sede Amministrativa: V. Montebello 14 – Voghera (PV) www.andcomagazine.it www.andcomagazine.com E-mail: info@adverum.net Vieni a trovarci anche su
Kate Middleton
48
44 fashion
tendenze di stagione
46 auto
84° salone di ginevra 50 AndCo. nsigli
febbraio/marzo ‘14 |3
Comune di Pavia Assessorato Marketing territoriale e Cultura Musei Civici Matteo Mognaschi
produzione e organizzazione Vice
Sindaco, Assessore al Marketing territoriale e Cultura
Comune di Pavia Assessorato Marketing territoriale e Cultura Musei Civici
“La mostra di Pissarro continua la tradizione di Pavia come sede di grandi mostre, appena confermata dallo straordinario successo di Monet, la mostra dei record con oltre 75000 visitatori. Con questa esposizione, per la prima volta patrocinata anche da Regione Lombardia, Pavia diventa un modello culturale per la capacità di unire pubblico e privato in una promozione del territorio vincente. Meno risorse ma più idee, una risposta alla crisi con la Cultura. Una mostra da non perdere, capace di coinvolgere il visitatore letteralmente in tutti i sensi”. partner
pissarro l’anima dell’impressionismo
Camille Pissarro, Place du Theatre Francais, 1898, olio su tela, National Museum of Belgrade
” figura assolutamente speciale nel panorama dell’arte europea della seconda meta’ dell’800”
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con il patrocinio di
editoriale FebBraio THE SOUND OF SILENCE marzo ‘14
Cinquant’anni sono passati da quel 10 marzo 1964 nel quale, per la prima volta, venivano suonate le note di una canzone che, al di là di un inizio di vita non semplice, era destinata ad entrare di prepotenza nella leggenda della musica internazionale.
DIRETTORE responsabile Beppe Vietti
Con «Hello Darkness My Old Friend», uno degli incipit più celebri della storia del rock, Paul Simon e Art Garfunkel iniziavano una melodia resa celebre da famosi film (“Il laureato” e “Bobby”) e da attimi drammatici che hanno funestato la storia americana. Tra questi ultimi, nonostante sia Simon che Garfunkel abbiano sempre fornito interpretazioni lontane da riferimenti politici, in molti lessero nel testo un chiaro riferimento al trauma provocato, pochi mesi prima, dall’omicidio di John Fitzgerald Kennedy a Dallas il 22 novembre 1963. Il destino però, nel distribuire le proprie carte, riservò a questa canzone un altro drammatico momento della storia americana quando, in occasione del decennale della strage delle Torri Gemelle di New York, Paul Simon, da solo con la propria chitarra, la cantò al Ground Zero Memorial. La quotidianità, le consuetudini di una vita dai dinamismi sempre più esasperati e frenetici ci spinge a nasconderci dietro il silenzio. Quel silenzio, talvolta assordante, che non ci permette di sentire. Un acustico muro che riesce a separare la comunicazione delle persone che, sempre piu spesso, non hanno niente da dire, ma che hanno, al tempo stesso, paura del silenzio. Timore per quella silenziosità favorita anche dalla dilagante tecnologia che porta i viaggiatori in treno ad isolarsi (grazie a cuffiette grondanti di musica), a figli isolati all’ombra di videogiochi (nei quali uccidere un virtuale nemico rappresenta la “normalità”) o i genitori che, nel silenzio della quiete domestica, si trasformano in moderni Indiana Jones alla ricerca di amici, o presunti tali, conosciuti in gioventù e ritrovati grazie a Facebook, il mattino dopo però, dismessi i panni del celebre personaggio, scoprono amaramente di non conoscerne il nome del vicino di casa con il quale prendono l’ascensore. Ma il peggior paradosso dei giorni nostri è che spesso si tace quando si ha qualcosa di grande da esprimere e si parla quando non si ha nulla da dire. Così, in un quadro sociale complesso dove ritrovare veri valori può concretamente servire a rinsaldare la nostra società l’imperativo è crederci, volerlo e far si che il domani sia all’altezza dei propri sogni. In difetto un’altra storica canzone di Cat Steven (Father And Son) dice “Take Your time, think a lot, why think of everything You’ve got. For You’ll be here Tomorrow but Your dreams may be not”.
febbraio/marzo ‘14 |5
IMPRENDITORIA ITALIANA
IN FUGA DALL’ITALIA L’EX FIAT TRASLOCA ALL’ESTERO 6| febbraio/marzo ‘14
di Danila Liguori
I
talia sì, Italia no. La “terra dei cachi” sembra faccia scappare tutti a gambe levate. Dopo l’inarrestabile e imbarazzante fenomeno della fuga dei cervelli in terre straniere, che ha portato migliaia di giovani a cercare lavoro e realizzazione professionale altrove, ora a fuggire sono le eccellenze nostrane. Il futuro del made in Italy è quindi l’estero? Sono in molti a chiederselo da quando l’ormai ex Fiat (Fabbrica Italiana Automobili Torino) è “emigrata” a Londra. Lì dove vige un fisco leggero sui dividendi e delle agevolazioni sui brevetti. Una delle storiche fabbriche italiane, il cui marchio nasce a Torino nel lontano 1899, cambia veste e diventa infatti FCA (Fiat Chrysler Automobiles) grazie alla fusione tra Lingotto e Chrysler. La sede legale del nuovo gruppo sarà in Olanda, la residenza fiscale a Londra, e il titolo verrà quotato a Milano e New York. Un espediente, quello utilizzato dal gruppo, per pagare meno tasse, grazie a un’astuta manovra del governo britan-
nico che ha abbassato notevolmente la pressione fiscale rispetto ad altri paesi. Si parla della cosiddetta corporate tax, l’imposta sulle società, fissata al 21%, e che scenderà probabilmente al 20% nel 2015.
i numeri dell’ex fiat 1899
FONDAZIONE GRUPPO. NASCE IL PRIMO MODELLO DI AUTOMOBILE: 24 ESEMPLARI PRODOTTI, 1 STABILIMENTO, 150 OPERAI
1903
PRODUZIONE LIMITATA A 103 PEZZI DI AUTO
1908
LA FIAT VERSO L’ESTERO: NASCITA DELLA FIAT AUTOMOBILE CO NEGLI USA, IN ITALIA LE PERSONE OCCUPATE PASSANO A 2.500
1923
ENTRA IN FUNZIONE IL LINGOTTO
1953
CONSOLIDAMENTO DEL MERCATO INTERNO, LE UNITA’ OCCUPATE PASSANO A 71.000
1966
GIANNI AGNELLI AL TIMONE DELL’AZIENDA
1970
PRESENTAZIONE SUI MERCATI MONDIALI DEL MODELLO FIAT 127, IN 3 ANNI 1 MILIONE DI ESEMPLARI COSTRUITI
1978
CREAZIONE FIAT AUTO SPA CHE RAGGRUPPA TUTTE LE AZIENDE DEL REPARTO AUTOMOBILISTICO (LANCIA,FIAT, AUTOBIANCHI,ABARTH)
1983
PRESENTAZIONE DELLA FIAT UNO, DESIGNATA AUTO DELL’ANNO: E’ IL MODELLO COL MAGGIORE NUMERO DI PROTOTIPI COSTRUITI, BEN 8.000.000
1986
LA FIAT ACQUISTA L’ALFA ROMEO
ANNI 90 PRODUZIONE DI MODELLI ANCORA PRESENTI SUL MERCATO: LA FIAT 500 DEL 1991, LA PUNTO DEL 1993, LA FIAT BRAVO DEL 1995, LA FIAT 600 DEL 1998. 2013/14 FIAT DIVENTA FCA CON SEDE LEGALE IN OLANDA E SEDE FISCALE A LONDRA Attilio Befera, il quale afferma che la decisione di Fiat Chrysler Automobiles di avere la sede legale in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna è “una scelta societaria a cui le autorità del Bel Paese non possono opporsi ma verranno comunque eseguiti tutti i controlli del caso”. Proteste e controlli a parte, resta il fatto che una delle aziende più rappresentative dell’Italia nel mondo, e che per anni ha rappresentato l’eccellenza del made in Italy all’estero, abbandona lo stivale. Davvero il Bel Paese è disposto, dopo i giovani in fuga verso opportunità e meritocrazia, a perdere anche le eccellenze imprenditoriali? Ai posteri l’ardua sentenza. 7
E di agevolazioni previste dalla legislazione fiscale inglese, come ad esempio il fatto che il reddito che proviene da flussi finanziari per operazioni interne ai gruppi industriali sia tassato solo al 5%, un valore molto basso rispetto a moltissimi paesi. E ancora si parla di agevolazioni per l’innovazione tecnologica, in quanto il governo britannico ha fissato al 10% l’aliquota sui diritti derivanti dalla produzione di nuovi brevetti. Non è quindi difficile immaginare il perché del trasloco dell’ex Fiat in terra inglese. La notizia ovviamente ha fatto drizzare le antenne all’Agenzia delle Entrate, e più precisamente al suo direttore,
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MARKETING comunicazioni istituzionali
UN’ARMA a doppio
Social network e blog possono moltiplicare la portata di un messaggio marketing ma, attenzione, possono anche fare da cassa di risonanza per le critiche di stefano spalla 8| febbraio/marzo ‘14
taglio
I
capitani di industria, gli imprenditori e tutti gli operatori economici si imbattono quotidianamente in problemi burocratici, amministrativi, finanziari e, non ultimi, quelli di natura commerciale legati al calo delle vendite. La parola d’ordine oggi sembra sia “sconti” e, diciamoci la verità, di fronte ad una crisi economica cosi devastante, l’unica cosa che più spesso viene in mente è quella di abbassare i prezzi . Sicuramente questa strada è condivisibile, ma non è certamente l’unica. Una riduzione di prezzi implica minori utili per le
imprese e, per contro, minore qualità dei prodotti per i consumatori. Su questi ultimi, intervengono scelte di carattere produttivo, mentre la contrazione dei margini sulle imprese va ricercata nella mancanza di pianificazione delle politiche commerciali, marketing ed organizzative. Una prima riflessione, quindi, porta alla necessità di cambiamento negli atteggiamenti, rimettendo in discussione tutto, innanzitutto se stessi. Cosi come l’imprenditore deve ascoltare i propri clienti ed i propri collaboratori, altrettanto dovranno fare i dipendenti per poter percepire ogni
più piccolo segnale da parte della clientela. Se questo è vero a livello di “ascolto dall’esterno” si rende necessario capire come “comunicare all’esterno”. Le tecniche di vendita, riassunte nel generico termine di marketing, si avvalgono di comunicazioni istituzionali fatte mediante
pubblicità su giornali, riviste, radio e, con l’avvento delle nuove tecnologie digitali, sul web oltre ai maxi schermi sulle strade. Stefano Boldrin, responsabile di Centounospot.it, azienda leader nel settore della pubblicità d’impatto su maxischermi e circuiti monitor, conferma il forte interesse delle aziende a questa forma di nuova pubblicità per comunicare in modo positivo la propria mission aziendale al servizio del consumatore. “Centounospot.it rappresenta un valido strumento comunicativo – afferma il giovane imprenditore - in grado di coinvolgere, tramite spot pubblicitari trasmessi su maxischermo outdoor e totem a led indoor, migliaia di utenti. Le aziende più sensibili alla comunicazione riescono a raggiungere risultati importanti in termini di aumento nelle vendite, mediante l’utilizzo dei miei maxischermo ai quali si consiglia di abbinare pubblicità mirate tramite primarie testate territoriali in grado cosi di rafforzare la comunicazione qualitativa del messaggio pubblicitario”. Vi sono poi altre forme di comunicazione passanti dal web. Fluido, vivo, spesso irrazionale, il web, e in particolare la nuova generazione di piattaforme
ti danno attenzione tu devi restituire valore; se gli restituisci solo pubblicità loro non ti daranno più interesse. Poi attorno a questo approccio devi costruire dei contenuti e una relazione credibili, servizi utili e a quel punto la gente si ricorda che chi gli ha fornito quei contenuti o quei servizi è Barilla”
social e di istant messanging, è caratterizzato da un’imprevedibilità che rischia di trasformarsi in una vera e propria bomba nelle mani delle aziende e sulle quale occorre ben ragionare. “Partiamo da questo assioma – illustra Pepe Moder responsabile digital communication del Gruppo Barilla - se le persone
E in effetti l’approccio giusto è, secondo molti player, il cardine di una strategia vincente. “Non bisogna dimenticare – sostiene Roberto Giugliano manager di Heineken – che i social network sono strumenti per comunicare e vanno arricchiti di contenuti che possano trasferire i corretti messaggi”. In conclusione, quindi, le strade per uscire dalla crisi ci sono, sta a noi impiegarle produttivamente. Sbagliare canale pubblicitario, nell’illusoria idea di risparmiare soldi, con mezzi non di qualità, può comportare una immagine negativa per la propria azienda con danni a cui si può difficilmente porre rimedio. 7
febbraio/marzo ‘14 |9
focus economia imprenditoria femminile
DONNE E IMPRESA: E-COMMERCE E CREATIVITa’ LE NUOVE FRONTIERE
D
onne, da sempre simbolo di femminilità. E magari anche di fragilità: quante volte abbiamo sentito parlare del cosiddetto sesso debole? Sarà perchè siamo fisicamente meno forti dell’uomo, ma (detto francamente) chi ha detto che le donne debbano essere per forza “deboli”? Certo è che di strada ne hanno fatta: è nell’immaginario di tutti l’istantanea preistorica (e anche molto maschilista) del cavernicolo che, brandendo la clava d’ordinanza, trascinava per i capelli una povera sventurata verso la propria caverna. Forse poi all’uomo questa immagine un po’ da schiava potrebbe anche piacere, certo è che le donne la gradiscono - giustamente - poco e nei secoli hanno fatto di tutto per dimostrare la loro avversione verso questa sorta di immagine da essere
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crescono a vista d’occhio le attività imprenditoriali in rosa tra moda, gioielli e hi-tech di Simona Rapparelli decerebrato e solo capace di far figli con cui noi poverette abbiam sempre dovuto confrontarci. Qualche esempio? Basta guardarsi intorno ed aguzzare la vista (non solo, visto che buona parte delle donne sono portatrici sane di stile e intelligenza, è necessario anche utilizzare non solo gli occhi - e lo stiamo dicendo proprio a voi, cari uomini - ma anche la testa, il naso e le buone maniere): vi dicono niente marchi di alta moda (che spesso corrispondono ovviamente ai nomi di cotante illuminate stiliste) come Chanel, Vivienne Westwood, Laura Biagiotti, Donatella Versace, Miuccia Prada, le sorelle Fendi? Ecco, abbiamo detto poco. Senza di loro il mondo sarebbe sicuramente meno ben vestito (e meno profumato e ancor meno ingioiellato). Per non parlare, dando uno sguardo al passato, delle giovin signore pronte a sostenere il voto alle donne (dai che non ve la siete
dimenticata, l’adorabile Mrs Banks, mammina disattenta di Jane e Michael del film Mary Poppins, eternamente distratta e impegnata a tempo pieno nel suo ruolo di suffragetta), a difendere i diritti delle lavoratrici femminili nelle fabbriche, oppure le nostre mondariso, ragazze e donne che per tirar su due soldi passavano le giornate chine in una risaia a infilzare nel terreno le piantine ed a sopportare le proprie estremità nell’acqua per diverse ore. Insomma, le donne hanno sempre avuto un ruolo, che non è solo quello corrispondente all’essere madre e moglie che attende il marito portatore di denaro: per secoli infatti hanno dovuto fare i salti mortali per far quadrare il bilancio famigliare e, credeteci, non è una cosa per dilettanti. In passato dovevano farlo quasi di nascosto, per non suscitare le ire di mariti egocentrici e convinti che il buon andamento della famiglia dipendesse indiscutibilmente da loro: ci sembra di vederle, e magari anche le conosciamo perchè sono state madri e nonne ineguagliabili, impegnate a preparare piatti adorabili ideati e prodotti quasi esclusivamente con gli avanzi della cena o del pranzo (quante ricette a base di pasta o riso o carne lasciati nel piatto da mariti o figli inappetenti che si trasformavano magicamente in qualcosa di cui ancora ricordiamo il sapore buono e che ci fa pensare proprio alla fantasia di madri e nonne?). Partendo da questo concetto base,
Se ogni donna fonda un’impresa e le aziende nate così arrivano ad avere una capitalizzazione di mercato da 100 mila dollari a 1 miliardo, non avremo solo cambiato il rapporto uomini-donne nel business, ma avremo cambiato l’economia.
iranda L’officina del capello
(Joanne Wilson)
Miranda, 30 anni di carriera iniziata frequentando l’Accademia di Aldo Coppola, i continui corsi di aggiornamento a Londra per essere sempre al passo coi tempi e garantire all’affezionata clientela un hair style in linea con le nuove tendenza dettate dalla moda. Il vero punto di forza di Miranda è sicuramente il taglio, studiato in base alla personalità e al viso della cliente: grazie alla tecnica Coppola, anche il “corto” non impegna mensilmente garantendo quindi un look perfetto dopo 30 giorni e un conseguente risparmio economico. L’officina del capello è un salone unisex dove adulti e piccini hanno la garanzia di essere coccolati: l’impiego di prodotti naturali privi di ammoniaca scelti tra le migliori aziende presenti sul mercato, la competenza di Miranda e il suo staff di esperte professioniste sapranno regalarVi quel look che Vi renderà davvero unici. Orario continuato dal martedì al sabato: dalle h 9 alle h 18 | Si riceve su appuntamento. Via Montebello,12 | 27058 Voghera (PV) Cell. 345 3374254 - 347 3063843
in questi ultimi anni si sono date da fare praticamente per prime le donne che animano le attività delle aziende agricole: oltre che una solida mano nella coltivazione o nella gestione dei capi di bestiame, le rappresentanti del genere femminile hanno trasposto in commercio quello che da secoli hanno sempre fatto in famiglia. Le aziende agricole quindi si sono pian piano trasformate anche in ristoranti, vendita diretta di prodotti rigorosamente fatti in casa e addirittura in agriturismi: è bastato dare il là commerciale alle marmellate della zia, alle ricette della mamma, alla cosmetica naturale, alla cura delle casa di una volta e... voilà! E’ partito l’affare tutto al femminile. Si può dire senza ombra di dubbio che questi ultimi anni hanno visto un vero e proprio risveglio delle attività imprenditoriali femminili, anche grazie ad una cosapevolezza maggiore del ruolo in rosa ma anche (tristemente) dovuto ad una maggiore necessità economica da parte delle famiglie che risentono della crisi economica, dei mancati adeguamenti degli stipendi, delle sempre maggiori difficoltà di una famiglia monoreddito, ormai quasi impensabile di questi tempi. Quindi via alla creatività femminile che prova a giocarsi una serie di novità anche in campo di Start Up: bellezza e moda sono i due settori di punta nei quali sta nascendo un fiorente giro di e-commerce; la grande maggioranza di donne fondatrici di startup ha fra i 25 e i 35 anni e non ha figli, soprattutto perché sa bene che conciliare famiglia e impresa sarebbe un macello anche economico. Il fenomeno però è interessante e conferma la capacità di noi donne di trasformare un problema in opportunità, sfruttando le tecnologie a nostra disposizione. E anche scegliendo la comunità dove è più facile scegliere questa strada. 7
COVER STORY ALESSIA FABIANI
L’ex showgirl televisiva e ora attrice teatrale di successo racconta com’è cambiata la sua vita sia privata che professionale dal momento della nascita dei figli di Marianna Pilato Foto di Andrea Peoni
12| febbraio/marzo ‘14
UNA MAMMA A TUTTO
SPRINT L
a maggior parte degli italiani se la ricorderà come “Letterina” del quiz tv Passaparola al fianco di Gerry Scotti, ma in realtà la showgirl e attrice Alessia Fabiani ha iniziato la sua carriera molto prima, maturando con il tempo varie esperienze nel campo della recitazione per il teatro o per fiction tv (Piper, Distretto di Polizia 10), nonché alla conduzione di programmi importanti, tra cui nel 1995 il concorso di bellezza di Canale 5 Bellissima (del quale fu vincitrice l’anno precedente) in coppia con Alberto Castagna, Pressing Champions League con Massimo De Luca nel 2005 e il quiz-game Camerino virtuale nel corso della stagione 2006/2007. Su queste pagine di AndCo Magazine Alessia ha voluto svelare non solo le caratteristiche dei progetti teatrali a cui sta lavorando, ma anche aspetti della sua vita privata che in questo periodo le sta dando altrettante soddisfazioni (è infatti diventata mamma nel
2012 con la nascita dei gemelli Kim e Keira, avuti dal compagno Fabrizio Cherubini). Alessia puoi darci qualche anticipazione sulla nuova commedia “La mia futura ex” di cui sarai protagonista prossimamente? “La mia futura ex” è un’opera esilarante attraverso la quale vengono messe a confronto le modalità con cui viene vissuto diversamente l’amore a 45 e a 18 anni, narrando le avventure in questo campo di un padre e di suo figlio contemporaneamente. Lo spettacolo, firmato dal regista Luca Pizzurro, debutterà al Teatro Tirso da Molina di Roma il 2 aprile, dove verrà replicato fino al 13 del mese per poi cominciare una tournée che lo porterà in altri teatri d’Italia. Io interpreterò il nuovo amore travolgente del quarantacinquenne Xavier (Marco D’Alberti), e sconvolgerò, seppur non intenzionalmente, i delicati equilibri familiari che si erano costituiti fino a quel momento. 5
febbraio/marzo ‘14 |13
Con la Compagnia del Teatro del Torrino, diretto appunto da Pizzurro, collabori già da diverso tempo per l’allestimento scenico di alcuni musical per bambini e famiglie, anch’essi verranno replicati in futuro? Certamente, sono previste in futuro altre repliche a Roma e in altre città sia de “La Bella e La Bestia” che di “Supercalifragilistichespiralidoso”, in cui impersono una Mary Poppins moderna. Cosa ti ha spinto a dedicarti ora soprattutto al teatro, tralasciando gli impegni in televisione? Ho fatto questa scelta in primo luogo perché il palcoscenico e gli spettacoli dal vivo sono da sempre una mia grande passione, e poi perché le trasmissioni televisive richiedono molte più ore di lavoro fuori casa. Avendo ora una famiglia e dei bambini da seguire, ho preferito così anche per questo motivo. Ciò, inoltre, mi ha permesso di trasferirmi da Milano a Roma, una città che amo maggiormente della nebbiosa metropoli lombarda e più vicina alla mia terra d’origine, ovvero l’Abruzzo. Visto che sei una mamma lavoratrice, come pensi che le donne possano riuscire a conciliare carriera e vita privata? Credo che per riuscire in entrambi i ruoli alla fine si debba accettare qualche piccolo compromesso. Premettendo che io ho la fortuna di avere una collaboratrice domestica che mi aiuta molto, per passare più tempo con i miei figli ho rinunciato a partecipare a eventi mondani o a ospitate televisive che mi avrebbero obbligata a passare la sera fuori casa. La cosa fondamentale per me è vedere crescere i miei gemelli e condividere con loro quei momenti importanti che poi purtroppo non tornano più. Consiglio pertanto tutte le mamme di fare lo stesso. Avendo esordito in tv da piccola, avrai vissuto in prima persona i cambiamenti che hanno coinvolto il piccolo schermo in questi ultimi decenni. Sei nostalgica della tv degli Anni Ottanta-Novanta o preferisci quella di oggi? Sono molto nostalgica della televisione degli Anni Ottanta: ancora oggi ascolto la sigla della sit-com “Orazio” che mi ha permesso di esordire a soli 9 anni nel mondo dello spettacolo. Adoro pure le sigle di altri cartoni animati che 14| febbraio/marzo ‘14
all’epoca guardavo sempre, o ricordo molto bene eventi di quel periodo come i Mondiali di calcio del 1990 e la canzone “Notti Magiche” di Gianna Nannini e Edoardo Bennato, che era stata composta proprio per quell’occasione e che tuttora è considerata un evergreen. Gli Anni Ottanta poi mi fanno tornare in mente i bei momenti trascorsi con mia nonna, alla quale ero molto legata e che mi accompagnava sempre con pazienza ai provini. La tua famiglia perciò ha sempre appoggiato la tua intenzione di far parte del mondo dello spettacolo? Sempre! Perché credevano fermamente che ero predestinata e che non avrei potuto fare nessun altro mestiere se non questo. Oltre alla recitazione, però, hai dimostrato di avere un interesse particolarmente sentito verso la moda. Come ti è venuta l’idea di fondare il blog “Stripes and Pois”? “Stripes and Pois” (http://stripesandpois. com/) è un progetto nato dall’esigenza di dialogare con i miei fans non solo attraverso i social network. Poiché il teatro non permette di confrontarsi con un pubblico ampio quanto quello televisivo, ho pensato di sperimentare un nuovo canale per rapportarmi con esso, parlando di look e di nuove tendenze. Con la moda, del resto, avevo già cominciato a collaborare qualche anno fa, firmando la linea di calzature “Shoe Bijou” insieme ad Alessandra von Furstenberg. A prescindere dal tuo blog, comunque, spesso le riviste, i siti di gossip e i media in generale parlano di te. La cosa ti fa piacere o ti infastidisce? Mi sembra che ora che ho una famiglia l’attenzione verso di me da parte delle testate di gossip sia calata. In passato certamente il fatto che il mio nome fosse riportato spesso su certi giornali mi ha aiutato a farmi conoscere e a rimanere impressa nella mente delle persone. Questo fatto non mi ha dato fastidio, ma non gli ho mai dato neppure troppa importanza. 7
speciale casa/1 RISTRUTTURARE CON STILE
rinnovare senza ristrutturare di Giuditta Dirotti
16| febbraio/marzo ‘14
INTERIOR RELOOKING
M
olti si chiederanno cosa sia, altri scopriranno che, senza saperlo, lo hanno praticato mettendo mani alla casa nell’intento di rinfrescarla. L’“interior relooking”, ovvero il rinnovamento degli ambienti, non prevede interventi strutturali all’involucro esistente e rispetto a una ristrutturazione di interni, che implica costi ed invasività maggiori, il relooking consente di cambiare e rinfrescare l’aspetto di un ambiente con pochi e semplici accorgimenti per dare una nuova immagine agli spazi che abitiamo senza le scocciature e l’impegno economico di un progetto di rifacimento vero e proprio. Vediamo quali sono gli strumenti più pratici per rinnovare un ambiente.
Cambiare colore alle superfici La tinteggiatura è un modo facile di rinfrescare l’aspetto di un interno. A volte non è necessario ridipingere tutti i muri: basterà una stanza o una parete. Si pos-
cancelli
sono anche riverniciare i vecchi mobili: per dare una seconda vita a pensili, comò o appendiabiti. Quali sono i colori più adatti? Teniamo presente che generalmente i toni neutri trasmettono una sensazione rilassante, mentre i colori accesi conferiscono vivacità a un ambiente spento. Un’interessante alternativa alla tinteggiatura è l’impiego di carta da parati: ce ne sono di splendide ma vanno dosate con sobrietà: posandole su una singola parete valorizzeremo l’intera stanza con un investimento contenuto.
L’ARTE del Scale
Rinnovare con i tessuti Un semplice tessuto può donare aspetto nuovo a divani, poltrone o sedute. Una delle soluzioni di maggiore e più facile effetto è la sostituzione dei vecchi cuscini: basterà rifoderarli con stoffe di differenti fantasie, avendo l’unica accortezza di 5
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abbinare bene i colori. Uno schema di tinte di sicura riuscita è l’uso di toni neutrali, come il bianco, il grigio o il beige, associati a pochi colori vivaci; magari scelti tra quelli già presenti nel nostro arredamento. Non scordiamoci delle tende: sono uno degli elementi più spesso trascurati che invecchia e sbiadisce negli anni per l’azione della polvere e del sole.
“regola”: un vecchio lampadario di cristallo in cucina, un’abat-jour di reimpiego in bagno, una lampada a sospensione che scende sopra al comodino in camera sa-
cambierà aspetto. Non occorre recarsi tutti i giorni dal fioraio: già solo un ramo fiorito di ciliegio o di lillà saprà stupirvi. Ci sono poi le piante da vaso: alcune richiedono
ranno estremamente chic. Ma anche cheap: è facile rivisitare pezzi di recupero, riverniciandoli o mantenendone l’aspetto vissuto, o magari scovarne di davvero particolari tra i banchi dei mercatini dell’usato. Senza dimenticare candele e lanterne: creano una luce magica.
pochissime cure e durano nel tempo. Non dimentichiamoci delle erbe aromatiche sul piano di lavoro o sul davanzale della cucina: oltre che decorative sono anche molto utili e profumano deliziosamente.
Vedere sotto una nuova luce L’aggiunta di punti luce mirati rinnova in modo inaspettato qualsiasi ambiente: illuminando una zona buia e arredando piacevolmente. Per ottenere risultati sorprendenti proviamo a infrangere qualche
Mettete dei fiori... ...nelle vostre abitazioni. Un banale vaso in vetro, un fiore reciso sul tavolino in soggiorno o sul top in cucina e lo spazio
18| febbraio/marzo ‘14
Un tocco di design Spesso la differenza la fanno i singoli oggetti: quando sono ben disegnati e progettati sono la chiave per conferire carattere a uno spazio anonimo. Ci sono pezzi classici, originali o riediti, che sapranno alzare il livello degli ambienti e definire una nuova atmosfera: vintage, sofisticata o contemporanea. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: possiamo optare per un sempre attuale design scandinavo anni ‘50, per un raffinato milanese anni ’60 o per una bella realizzazione artigianale. In caso poi ci sentissimo creativi perché non tentare di fare qualcosa con le nostre mani? Se non riuscisse bene potremmo sempre consolarci con uno dei più celebri aforismi in uso tra i designer: “se non si capisce, allora è Design!”. 7
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E
splosione di colore! Questa è la tendenza per l’arredamento duemilaquattordici. Le case degli italiani si tingono dei colori dell’arcobaleno. Via la tristezza, è tempo di gioia e divertimento! Gli oggetti di arredo, vanno dalle nuances più tenui e discrete a quelle più accese e vivaci. Gli amanti del colore impazziscono per le neonate proposte, ma anche i fedeli dello stile Black & White, non avranno nulla da rimpiangere al duemilatredici, perché tante novità sono riservate anche a loro. Ovviamente in tema di colori, una raccomandazione è d’obbligo: non esagerare.
E’ fondamentale, scegliere accuratamente i toni da accostare. Se la decisione è priva di un giusto criterio, il rischio è quello di ricreare un ambiente in stile “bomboniera” o, al contrario di “accontentarsi” di un’area del tutto anonima. Cosa può indirizzarci verso la scelta più corretta? Un valido supporto riesce ad offrirlo il cosiddetto cerchio di Itten. Partorito dalla mente del pittore Itten, dal quale prende il nome, il famoso cerchio realizzato nei primi del Novecento, è tutt’oggi il più grande riferimento per le scelte cromatiche.
Difatti, rappresenta la tavola dei colori fondamentali e dei loro opposti che si attraggono. Da qui la strada è in discesa: abbinare o meno due tonalità diventa un gioco da ragazzi: il cerchio analizza i colori sulla base del loro aspetto estetico-comunicativo; per questo non sono ammessi errori! L’arredamento casa duemilaquattordici, non richiede porte, pavimenti o pareti multicolor perché a fare la differenza e a dare quel tocco in più, saranno gli oggetti di design. 5
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Le tendenze parlano chiaro: questo appena iniziato, sarà l’anno del blu e dell’arancio. Tonalità opposte ma che si corteggiano. Il blu ricorda le nuance della natura: è il colore del cielo e del mare, quindi trasmette immediata calma e tranquillità, concilia il relax e placa gli stati di ansia e di stress. Richiama, inoltre, alla nostra mente immagini positive che rimandano ai periodi spensierati dell’infanzia o della pre-adolescenza.
22| febbraio/marzo ‘14
Particolarmente indicato per gli oggetti d’arredo da collocare nella zona giorno della casa, o se si vuole creare uno spazio ricercato da dedicare al benessere di mente e corpo. In camera da letto, non è comunque un colore bocciato, anzi, il blu si presenta come soluzione ideale, ma gli oggetti devono essere riproposti con nuance meno decise rispetto alla zona giorno. Nella stanza da bagno, è un colore perfetto. Le piastrelle blu in stile lucido, ricordano la freschezza dell’acqua e conferiscono sensazioni piacevoli. Passiamo all’arancio. Questo è il colore della stagione autunnale. Comunica energia e vitalità. Stando alla filosofia della cromoterapia, l’arancione stimola attenzione e concentrazione, è defaticante e produce positività. Ideale per un ambiente di studio ma anche per la cucina o il salotto. Il consiglio è quello di dosare per non esagerare. Non solo proposte colorate, il duemilaquattordici in fatto di arredo la sa davvero lunga! Si chiama ULL collection e ha fatto già parlare di sé: è la linea di arredamento realizzata da Beril Cicek, una giovanissima designer di origini turche, diventata famosa per la sua originalità. I mobili e gli oggetti per la casa che propone la nostra amica sono interamente in maglia. Dai tavoli alle sedie, dalle panche ai cassettoni: la scelta è tutta in direzione eco-friendly. Un viaggio in Irlanda ha ispirato la neo-laureata. I motivi geometrici riprodotti su maglioni e sciarpe le hanno suggerito la creazione di pezzi unici. La versatilità è il punto di forza degli oggetti di arredo della ULL collection. Mobili che diventano facilmente trasformabili e sedie che cambiano colore in un battito di ciglia, il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente. Questa è la sfida più audace per Beril, e a quanto pare l’ha vinta pienamente. 7
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e donne sono il terrore di muratori, imbianchini, geometri e architetti. E non diteci carissime lettrici che non lo sospettavate, non ci crediamo. Certe cose si sanno e basta e di solito sono anche accompagnate da un risolino femminile complice, che conferma che è vero, lo sappiamo e ci divertiamo pure quando lo pensiamo. Siamo autentiche maestre in certe cose: sappiamo sfruttare il nostro fascino per far presa sugli uomini che ci capitano a tiro normalmente (mariti, fidanzati, compagni, capi, colleghi, salumieri, commessi e via discorrendo) per ottenere ciò che ci interessa, figuriamo ci se non ci divertiamo a far impazzire chi si sta occupando del rifacimento di casa nostra ed è preso con pennelli, colori, stucchi, intonaci, fili elettrici, e tanto altro. Ma, come sempre, andiamo con ordine e dividiamo per categorie.
1. LAVORI DI
MURATURA
Qui, care signore, siamo a dir poco diaboliche. Oltre a voler spostare muri come se fossero i mattoncini colorati della Lego, di solito aggiungiamo archi e colonne qua e là, e soprattutto siamo temibili nella scelta del colore. Il genere maschile, si sa, porta nel proprio cervello una gamma di colori praticamente limitata ai fondamentali: se dice giallo, giallo
24| febbraio/marzo ‘14
deve essere. Eh no, cari maschietti! Dispiace per voi ma non potete più non vedere le varianti tra giallo sole, giallo limone, giallo ocra, giallo pulcino, tinta crema, tinta nocciola, tinta corda, giallo indiano, giallo cadmio, giallo di Napoli, giallo grano eccetera. Volete mettere il calore di un giallo sole contro una tinta limone, decisamente più fredda? Ecco, immaginatevi due imbianchini che devono iniziare il loro lavoro, coordinato e pagato dalla padrona di casa esigente, che non fanno altro per i primi tre giorni che fare prove sul muro per trovare la giusta nuance di colore... C’è chi ci ha perso le notti.
2. RIFACIMENTO DI
IMPIANTI ELETTRICI
Anche con luci e cavi non scherziamo. L’illuminazione è una parte fondamentale dell’arredamento, per noi donne quindi mettere una lampada in un punto o un lampadario al centro di un soffitto fa molta differenza. E poi, c’è il ripensamento, parte fondamentale del rapporto difficile tra genere femminile ed elettricisti: prima la pensiamo in un modo, poi, dopo che tutto è stato installato, cambiamo magicamente idea perchè scopriamo che in quel punto il faretto non illumina perfettamente l’angolo
su cui vorremmo centrare l’attenzione dei visitatori/ospiti/amici/parenti, quindi, va tassativamente (smurato e) spostato.
3. RIFACIMENTO DI
IMPIANTI IDRAULICI
Idem come sopra, con un’aggiunta: siccome siamo fanatiche del benessere, facciamo impazzire tutti, mariti compresi, perchè siamo sempre a caccia dell’ultimo modello di doccia multifunzione con pure la cromoterapia, il bagno turco e i getti d’acqua differenziati per tutte le vertebre delle nostre belle schiene tornite. Insomma, che dire? Secondo noi sarebbe il caso che ogni impresa edile si dotasse di una consulente femminile, noi donne ci mettiamo a disposizione! 7
SPECIALE PASQUA/1
MONITO DI PAPA FRANCESCO: “CHE NON MANCHI IL LAVORO” di Ilenia Luvino
PASQU
2014 26| febbraio/marzo ‘14
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A
isoccupazione e miseria morale come “suicidio incipiente”. Queste le parole del primo messaggio quaresimale di Papa Francesco. Da sempre attento sia alle questioni religiose che ai problemi che affliggono l’umanità, Bergoglio non poteva non parlare del grande male del secolo: la mancanza di lavoro. Approfitta di un momento spiritualmente importante per i cristiani come quello della Quaresima, per invitare a riflettere su come questo problema influisca negativamente sulla vita dei suoi fedeli. “Quante persone sono costrette alla miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispetto ai diritti all’educazione e alla salute”, scrive infatti Bergoglio nel suo messaggio. Una “miseria materiale” che, precisa Francesco, “è quella che comunemente viene chiamata povertà e tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale. Di fronte a questa miseria la Chiesa offre il suo servizio per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità”. Una miseria, quella di questi anni, che da materiale diventa anche morale e spirituale. Papa Francesco condanna infatti anche la “miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato”. Una piaga che getta altra disperazione nelle famiglie d’oggi. “Quante famiglie sono nell’angoscia perché qualcuno dei membri, spesso giovane, è soggiogato dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia”. Una miseria che da morale diventa spirituale, facendoci allontanare dalla fede. L’invito che Papa Francesco fa per la Pasqua di quest’anno è quello di “ fare in modo che cessino nel mondo le violazioni della dignità umana, le discriminazioni e i soprusi, che, in tanti casi, sono all’origine della miseria. Quando il potere, il lusso e il denaro diventano idoli, si antepongono questi all’esigenza di una equa distribuzione delle ricchezze. Pertanto, è necessario che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione”. 7
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SPECIALE PASQUA/2
Un breve viaggio farà volare la fantasia alla volta dei maggiori Paesi del mondo per scoprire tutte le tradizioni e le curiosità degli Stati che celebrano la Pasqua di Anna Mollo
PAESE CHE VAI… PASQUA
CHE TROVI!
28| febbraio/marzo ‘14
L
a Pasqua è da sempre un giorno di speranza e rinascita. L’Italia si prepara a questo momento con celebrazioni religiose, canti e simboli tradizionali che colorano la festa di allegria e buon umore. Non mancano sulle tavole imbandite degli italiani le dolcissime uova al cioccolato o la classica colomba gradita al palato di grandi e piccini. L’uovo resta, però, l’elemento più rappresentativo di questa ricorrenza. Pare che il suo significato di buon auspicio tragga origine da tempi antichissimi, addirittura antecedenti l’era del Cristianesimo. Già trecento anni fa il popolo persiano considerava l’uovo di gallina l’emblema della natura che si rinnova. Ancora resta non precisata la data di nascita dell’uovo di cioccolato. Le teorie più accreditate sono due: una rimanda all’epoca di Luigi XIV, l’altra è associata alla scoperta dell’America, patria indiscussa del cacao. In Italia, in occasione della Pasqua, le campane restano “mute” dal giorno del venerdì Santo fino alla Domenica di resurrezione per rivivere con dolore e rispetto la morte di Cristo Salvatore. Ma cosa accade negli altri Paesi del mondo? Indossando i panni di viaggiatori curiosi, proponiamo un giro tra i maggiori Stati della Terra “spulciando” tradizioni, usanze e celebrazioni. 5
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Iniziamo il nostro viaggio dalla Germania. In Germania così come in Svizzera, nostra vicina di casa, la tradizione vuole che le uova siano nascoste da un coniglietto fantastico, metafora del ciclo di vita che si rinnova con la stagione primaverile. Nelle primissime ore della domenica i genitori
danno il via ad una divertente caccia al tesoro che si conclude una volta ritrovate le uova. Scelta curiosa della
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tradizione teutonica è l’accensione di fuochi nelle strade di campagna la sera di Pasqua. E’ un modo per salutare l’inverno e dare il benvenuto alla primavera. Dalla Germania ci dirigiamo, con il nostro aereo immaginario, alla volta della Finlandia. Quì la Pasqua mostra evidenti somiglianze con la festa di Halloween: paurose streghe abbandonano i loro nascondigli segreti per volare su in alto nel cielo. E adesso spediti verso la Grecia dove la Pasqua rappresenta il momento più significativo dell’intero anno. Per celebrare questa ricorrenza, gli abitanti del luogo preparano un succulento pranzo fatto di riso alla greca e suopa mayeritsa, dolce tipico simile a un pan brioches. A farci sognare sono altri due Paesi cui “facciamo visita”: Olanda e Danimarca. In questi Stati si assiste ad un’esplosione del giallo. Oggetti di arredo, accessori, fiori e tovaglie, si tingono del colore del sole per la festa della pace. In Russia si vive la Pasqua come momento di meditazione e riflessione, occasione per rendere omaggio ai defunti. Resta la tradizione di far ardere fieno e rami secchi sotto
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la neve e il rituale di scambiarsi tre baci e abbracci dopo aver ricevuto in dono un uovo dipinto a mano. Procediamo il nostro viaggio verso il Libano dove è assolutamente vietato consumare carne nei quaranta giorni che precedono la resurrezione di Gesù. Sulle tavole libanesi non mancano i dolci, il più rinomato è il cosiddetto Ma’amoul fatto di semola e burro con farcitura di arachidi zuccherati. Spostandoci in Israele notiamo che il tempo dei festeggiamenti pasquali si allunga: la durata è di sette giorni; nel corso di una settimana gli ebrei ortodossi non mangiano pane lievitato favorendo la consumazione di pane azzimo. Notizia curiosa: Nel 2004 le prostitute di Botasani, città della Romania decisero che in occasione dei festeggiamenti pasquali le loro attività si sarebbero interrotte. Una sospensione dovuta non a un semplice riposo ma a un vero atto di fede. Al bordello le lucciole preferirono la Chiesa. Una delle donne motivò la scelta: “Il lavoro sarebbe stato comunque limitato, i clienti risparmiano in quel periodo per portare la famiglia in vacanza”. La notizia suscitò polemiche e sorpresa. 7
SPECIALE PASQUA/3
Pasqua: tradizioni religiose o lotta al consumismo?
Di Giuseppina Leggieri
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inito il carnevale, entriamo pian piano in un nuovo clima di festività, la celebrazione della Pasqua, e con essa tornano simboli ed espressioni che fanno parte del nostro vissuto. Per la tradizione cristiana, la Pasqua rappresenta la
32| febbraio/marzo ‘14
festività più importante, perché richiama la risurrezione di Cristo. Ogni mondo è tradizione, ogni Paese ha una storia dietro di sé che viene raccontata attraverso le festività religiose. Ci sono zone dell’Italia dove le tradizioni di questo periodo sono estremamente sentite, e più scendiamo verso il
tacco dello stivale e le isole, più le sacre rappresentazioni della Settimana Santa sono più frequenti. Ogni città rinnova ogni anno i propri riti perché parte di un passato che non dobbiamo mai dimenticare. La Domenica di Pasqua, a Sulmona, si rinnova uno dei riti più suggestivi di tut-
to l’Abruzzo, La Madonna che scappa, una celebrazione di origine medievale durante la quale la Madonna parte dalla chiesa medievale di Santa Maria della Tomba, per arrivare da Gesù che l’aspetta vicino le arcate dell’acquedotto. In Puglia, la Settimana Santa si connota per la presenza delle Confraternite laicali, sia dal punto di vista partecipativo ai riti che della loro organizzazione. Alcune sono molto antiche, risalgono al XIII secolo. Ad Adrano, in provincia di Catania, invece, la Domenica di Pasqua si effettua “La diavolata”, una rappresentazione sacra anche’essa d’origine medievale. Si compie nei pressi della piazza cittadina principale dove viene costruito un palco che ospita cinque diavoli vestiti di rosso che escono da una botola accompagnati da fiammate e fumo. A Pesaro ogni anno si svolge il tradizionale gioco chiamato Punta e cul, ispirato alle usanze delle aie contadine, quando la mattina di Pasqua e nei due giorni seguenti ci si incontra per sfidarsi al gioco dell’uovo, dove la sfida è cercare di non far rompere le uova sbattendole tra loro. In provincia di Sondrio invece, esiste una tradizione, probabilmente unica nel suo genere, detta i Pasquali, rito propiziatorio per la nuova stagione dopo l’inverno, che consiste nella benedizione di cinque agnellini che vengono trasportati nella chiesa ornati in modo diverso. Da Nord a Sud, la Pasqua italiana é ricca
di interessanti eventi folcloristici e tradizioni curiose. In Toscana, per esempio, è consuetudine andare per i campi e piantare in terra piccole croci fatte con ramoscelli d’ulivo. Nel Bergamasco, i contadini, al suono delle campane di Pasqua, vanno ad abbracciare gli alberi da frutta, per augurio di buon raccolto. Uno degli eventi più interessanti si svolge nel borgo di Tredozio, situato nell’entroterra dell’Appennino Forlivese che si trasforma in un enorme palcoscenico dipinto di mille uova colorate. La Pasqua, nel tempo, si è arricchita di rituali ed usanze di origine religiosa e non. In particolare, l’usanza di regalarsi uova di Pasqua risale a riti antichissimi: già gli antichi Persiani e i Greci si regalavano uova in primavera, come simbolo di risveglio della Natura. Una realtà dei giorni nostri, riguardo questa festività, è che la Pasqua sta diventando (o lo è già diventata) una festa che tende al consumismo. Per quanto possiamo essere bravi nel far sopravvivere le tradizioni del nostro paese tramandate dai nostri avi, dobbiamo stare attenti a non cadere nella trappola di questa società che trasforma i valori delle feste in valori commerciali prendendo il sopravvento sulle motivazio-
ni più profondamente religiose. La corsa ai regali, lo scegliere l’uovo più bello da regalare ai propri figli o ai propri nipoti, non deve sminuire il vero significato della Pasqua. Certo, l’uovo stesso ha un certo significato, è simbolo della nascita e della fertilità, ma delle volte viene dimenticato. Ai nostri giorni le uova sono viste solo in funzione della sorpresa o del cioccolato. Il cardinale arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, offrì un messaggio di speranza contro il consumismo durante una celebrazione della veglia pasquale, sottolineando che il consumismo quando diviene cultura rischia di isolare le persone, di renderle egoiste, per questo è importante ritrovare una rete di rapporti, di affetto, di amicizia e di fraternità, che per noi cristiani è quella di Dio che ama gli uomini fino al dono della vita. 7
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A PASQUA è BOOM DI PRODOTTI LOW COST di Danila Liguori
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a crisi: l’incubo ricorrente degli italiani negli ultimi anni. Ed è in base a questo momento economicamente negativo che si programmano vacanze, spese, festività. Se l’anno scorso la Coldiretti aveva annunciato l’addio alle vacanze pasquali in nome di economiche gite fuori porta, quest’anno ci si arrangia a casa. Ed è boom di prodotti low cost, come evidenziato dal trend di tutto il 2013. Alimenti che non sempre, a causa dei prezzi bassi, corrispondono a cibi di qualità. I dati relativi all’anno scorso infatti, sottolineano che “sono aumentati
del 14% gli allarmi alimentari in Italia con ben 534 notifiche sulla sicurezza di cibi e bevande potenzialmente dannosi per la salute, sulla base del sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi” (RASFF). Questo è il risultato dell’analisi dal rapporto della Coldiretti su i “Rischi dei cibi low cost”, nel quale emerge come nel 2013 ci sia stato un balzo record nel numero di notifiche nazionali al sistema di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa, quando la parola crisi non faceva ancora così paura. E’ facile capire come si giunga all’acquisto
un altro dato significativo che emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base di dati Istat. Lo studio evidenzia come “i consumi delle famiglie italiane per alimentari e bevande a valori concatenati sono stati pari a 114,3 miliardi rispetto ai 129,5 miliardi del 2007 quando è iniziata l’inversione di tendenza negativa. L’andamento della spesa riflette un calo nelle quantità di alimenti acquistati ma anche la tendenza a privilegiare prodotti low cost a basso prezzo, che sono gli unici a fare registrare un aumento (+1,6 per cento) nel commercio al dettaglio nel 2013”. Prodotti low cost e spese ridotte sono quindi il trend della Pasqua 2014, che sarà l’ennesima festività di questi ultimi anni all’insegna dell’austerity. Si spende di meno, soprattutto durante le festività durante le quali aumentano le spese, e si fa più atten-
zione a cosa si compra e soprattutto ai prezzi. Sempre secondo i dati della Coldiretti, “con il 71% dei consumatori che dichiara di confrontare con più attenzione rispetto al passato i prezzi, gli italiani sono costretti a trasformarsi in veri detective della spesa: il 62% va a caccia delle offerte speciali 3 per
2 e degli sconti e il 42% cerca sempre e comunque i prodotti che costano meno. Mai come nel fare la spesa è diventata una sfida alla ricerca della maggiore convenienza che richiede fatica e tempo, portando gli italiani a fare la spola tra diversi negozi per risparmiare. Da segnalare l’aumento del 67 per cento gli acquisti degli italiani nei mercati degli agricoltori, i cosiddetti farmers market”. La vendita diretta dai produttori agricoli è dunque l’unico trend positivo in crescita sostenuta nel tempo della crisi, con un “fatturato complessivo stimato in 1,5 miliardi di euro nel 2013”. Perciò a Pasqua tutti a casa con prodotti low cost, colombe e pastiere fatte in casa rispolverando le ricette delle nonne, e uova di cioccolato non di marca. Così è se vi pare. Così è la Pasqua in tempi di crisi. 7
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di prodotti a basso costo, soprattutto in tema di festività, quando la spesa alimentare è maggiore. Spesa alimentare delle famiglie italiane che, nel 2013, “per effetto dell’ulteriore calo del 3,1%, ha raggiunto il minimo dall’inizio della crisi con un taglio di 15,2 miliardi rispetto al 2007”. E’ questo
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S Dalla Puglia alla
tv Il conduttore ripercorre alcune tappe importanti del suo cammino artistico, anticipando anche alcuni suoi progetti futuri di Marianna pilato
36| febbraio/marzo ‘14
avino Zabaione, meglio noto sotto il nome d’arte di Savino Zaba, è un attore e conduttore televisivo/ radiofonico, divenuto celebre soprattutto grazie al programma Ottovolante, che trasmette ormai dal 2003 sulle frequenze di Rai Radio 2. Essendo anche doppiatore professionista, per la stessa stazione della Rai presta la sua voce per sigle e jingle, nonché per spot nazionali più importanti che passano in radio o in tv. Il suo esordio sul piccolo schermo, invece, avviene nel 2000 con il programma Battiti inserito nel palinsesto della locale Telenorba per approdare in seguito a Raiuno, inizialmente con la conduzione di Music@ (stagioni 2006-2009) e poi con Unomattina-Storie Vere (dal 2011 al 2013). AndCo Magazine lo ha intervistato per voi per parlare delle sue ultime esperienze in radio e della sua terra d’origine, la Puglia, alla quale Zaba rimane tuttora molto legato. Di recente ha seguito in veste di conduttore per Rai Radio 2 il Festival del Cinema all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Vorremmo quindi chiederle un suo parere sui film che sono stati presentati durante le varie giornate. Essendo stato impegnato a seguire per Radio 2 cosa accadeva sul red carpet per tutto lo svolgimento del festival, non ho potuto assistere alle proiezioni in sala dei film. Ho visto però con molto piacere durante la giornata inaugurale del Festival il nuovo lungometraggio d’animazione “Planes” prodotto dalla DisneyToon Studios, assieme a mio figlio Niccolò che ha tre anni: per lui è stato un vero e proprio evento, visto che non era mai andato al cinema prima d’ora. Quale genere di programma le piacerebbe condurre in futuro? Dopo due anni alla di conduzione di Unomattina-Storie Vere, che a livello professionale mi ha dato tanto, mi piacerebbe cambiare genere e presentare un programma di intrattenimento. Con ciò comunque non escludo di condurre in futuro altre trasmissioni di attualità, perché rimango sempre interessato a vari tipi di format, l’importante è che siano basati su progetti validi. Continuerò poi a condurre in radio Ottovolante, di cui ormai mi occupo da oltre 10 anni, e nella prossima stagione porterò in scena uno spettacolo di teatro-canzone, una sorta di seguito del mio libro “Beato a chi ti Puglia”.
Come è stato condurre il Concerto di Natale insieme alla collega Caterina Balivo? Il Concerto di Natale è andato in onda come di consueto in prima serata il 24 dicembre su Raidue e per me è stato un vero onore presentarlo. Il cast intervenuto per questa edizione era per di più molto vasto e di alto livello: solo per fare qualche nome, nel corso della serata si sono esibiti Luca Barbarossa, Giorgia, Elisa, Giovanni Allevi e Dolores O’Riordan (la cantante dell’ex gruppo musicale The Cranberries). Un’emozione incredibile, pur muovendomi nel mio ambito preferito, la musica. É risaputo che il settore musicale in Italia attualmente è in crisi. Come pensa che si potrebbe aiutare i nostri artisti, sia gli emergenti che quelli già noti? Il problema principale del panorama musicale italiano è che non si vendono più dischi a causa del loro costo elevato, perché in realtà i nostri cantanti e cantautori sono bravi quanto quelli di altri Paesi che godono di fama internazionale. Per quanto riguarda gli emergenti, oggi è senza dubbio la Rete a giungere in loro soccorso, perché offre molta visibilità. E poi ci sono i talent show musicali in tv. A prescindere da quale mezzo di comunicazione si venga lanciati nello show business, comunque, gli aspiranti cantanti o attori non devono dimenticare che rimane fondamentale la gavetta: di frequente molti di loro, arrivati al successo rapidamente, non sanno poi gestirlo e di conseguenza con altrettanta velocità vengono messi in disparte dalle scene. Parlando invece della Puglia, la sua terra d’origine a cui è sempre legato e dove tiene spesso degli spettacoli, crede che si potrebbe valorizzare ancora di più questo territorio così ricco di risorse? Secondo me la Puglia è una terra magica di per sé, che è riuscita a crescere molto a livello economico e culturale in quest’ultimo periodo, grazie allo sviluppo del turismo. Le istituzioni stanno portando avanti ottimi progetti che probabilmente renderanno il Tacco dello Stivale ancora più competitivo sul mercato nazionale e internazionale. 7
Colazioni ristorazione a pranzo Ampia veranda per feste di laurea, eventi e compleanni in bella compagnia Savino Zaba ripreso insieme a Georgia Luzi, Valeria Marini, sul palco di “Beato a chi ti piglia” in tour e con Fiammetta Cicogna
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ATTACCHI D’IRA? PRENDI UN’ASPIRINA CHE TI PASSA di Danila Liguori
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Pigliate ‘na pastiglia” cantava Renato Carosone negli anni Cinquanta. Per dormire e dimenticare così le pene d’amore. Nel 2014 le compresse servono a risolvere faccende assai più terrene: diminuire rabbia, aggressività, attacchi d’ira. Almeno secondo quanto dimostra uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Chicago e pubblicato sulla rivista medica Jama Psychiatry. In questo caso galeotta per la guarigione del paziente fu l’aspirina. Secondo la ricerca infatti, guidata dal professore Emil Coccaro, basterebbe assumere un’aspirina per calmare gli attacchi d’ira. In molti si sono chiesti come sia possibile che un semplice antiinfiammatorio non steroideo, un cosiddetto FANS, possa curare tali disturbi. Ce lo mandano a dire dagli USA. Lo studio dell’Università di Chicago, che ha coinvolto circa 200 soggetti affetti dal disturbo esplosivo intermittente, una condizione caratterizzata da attacchi d’ira improvvisi e particolarmente eccessivi, ha infatti lavorato a tal proposito. 38| febbraio/marzo ‘14
I PARERI CONTRARI DEGLI ESPERTI Non tutti i luminari della medicina sono d’accordo con tale ricerca. Anne Cooke, psicologo clinico e docente universitario presso la Canterbury Christ Church University, asserisce che la ricerca del professor Coccaro stia andando oltre il concetto di malattia: si tende troppo spesso a curare stati d’animo che dovremmo essere considerati normali nella vita di ciascun individuo: “Lo facciamo perchè ci piace quando qualcuno in camice bianco ci dice di avere la soluzione a problemi come l’ira”. Tali problemi, secondo la Cooke, andrebbero risolti alla radice attraverso il “supporto sociale” e la terapia di gruppo. Per di più “pensare a se stessi come a dei malati mentali”, potrebbe influenzare negativamente la propria autostima, incrementando in questo modo il problema.
Tali soggetti, a seguito di un prelievo di sangue effettuato dai ricercatori dello studio, sembrano infatti possedere dei livelli molto elevati di proteina C-reattiva e interleuchina 6, due sostanze connesse a stati di infiammazione sistemica. Come spiega lo stesso professor Coccaro, “Non sappiamo ancora se l’infiammazione attiva l’aggressività o se sono i sentimenti aggressivi
GLI STUDI PRECEDENTI Quella condotta da Coccaro non è la prima ricerca in cui si asseriscono i benefici dell’aspirina. Già uno studio condotto dallo scienziato inglese Peter Rothwell, era stato pubblicato sulla rivista The Lancet nel 2012. Lì si evidenziava l’utilità del principio attivo dell’aspirina, l’acido acetilslicilico, per la prevenzione del cancro. Secondo il professor Rothwell infatti, le probabilità di ammalarsi di cancro in pazienti che assumono l’aspirina, era addirittura di un terzo in meno rispetto alla norma. Inoltre il rischio di diffusione del tumore nei casi di cancro già diagnosticato sarebbe stato addirittura della metà.
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a scatenare l’infiammazione, ma lo studio indica che le due cose sono biologicamente collegate, ed è una combinazione dannosa”. Da qui il passo per arrivare all’aspirina come rimedio è breve. In sintesi l’aspirina, in quanto antiinfiammatorio, ridurrebbe l’infiammazione in atto, quella che provoca gli attacchi d’ira e di aggressività. Lo studio asserisce quindi che “i farmaci che riducono l’infiammazione possono anche ridurre l’aggressione”. Secondo i ricercatori quindi, quando un soggetto viene è sottoposto ad attacchi di rabbia, si instaura nel suo corpo una eccessiva risposta infiammatoria causata da un’iper-produzione di citochine: piccole molecole proteiche prodotte da vari tipi di cellule e rilasciate nel mezzo circostante a seguito di uno stimolo. Tali citochine sembrerebbe che restino in circolo anche nel post-ira, sviluppando in questo modo una sorta di condizione cronica. Da qui, la possibilità che tali individui siano maggiormente soggetti ad attacchi di aggressività. 7
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S Da Ostia con furore Attore comico per il cinema, per il teatro, per una sit-com e ora anche testimonial per una campagna pubblicitaria: il diretto interessato ci racconta i suoi ultimi successi di Marianna Pilato 40| febbraio/marzo ‘14
impatico, solare e spontaneo: è con questi tre aggettivi che si potrebbe descrivere e riassumere in poche parole il carattere di Enzo Salvi, il celebre attore romano (residente per la precisione a Ostia) nato non a caso sotto il segno zodiacale del Leone. Divenuto famoso a livello nazionale grazie inizialmente ai cinepanettoni di Natale (i primi girati assieme alla coppia Boldi-De Sica e in seguito, dopo la divisione del duo, solo con Massimo Boldi), il comico in realtà ha avuto e continua ad avere un ottimo riscontro da parte del pubblico non solo sul grande schermo, ma anche a teatro e in televisione. Salvi inoltre di recente è stato scelto come testimonial per una campagna pubblicitaria per il lancio del sito commerciale Shop and Save (portale informativo sulle promozioni in corso in vari negozi e catene in franchising italiane). AndCo Magazine ha voluto intervistarlo proprio in questo momento così fortunato della sua carriera, per chiedergli ulteriori curiosità sui propri progetti e sulla sua vita lontano dai riflettori.
Com’è stato tornare a lavorare in tv per la sit-com “Si Salvi chi può”, soprattutto paragonandola all’esperienza precedente di “Sms – Squadra molto speciale” ? É stata un’esperienza davvero entusiasmante, sia a livello personale sia per l’ottimo risultato raggiunto come audience che né io né gli altri autori (Stefano Fabrizi, Alessandro Bonanni, Mariano D’Angelo) ci aspettavamo. In linea generale, il punto forte delle sit-com e delle candid camera è che piacciono indistintamente un po’ a tutti, riuscendo a interessare una fascia molto ampia di telespettatori, dal “pediatrico al geriatrico” insomma! Visto il successo ottenuto, le 30 puntate di circa 10 minuti in onda su Italia 1 alle 15.30 in seguito sono diventate 50, e durante il periodo natalizio sono andati in onda pure degli “speciali a tema”. Cosa ci riserverà di nuovo il prossimo spettacolo di cabaret in coppia con Mariano D’Angelo? Con lo show “Embè” si rinnova innanzitutto il sodalizio artistico che mi lega ormai da tanti anni a Mariano D’Angelo, che considero un amico a tutti gli effetti. Sono sicuro che il pubblico appassionato di cabaret che ci ha sempre seguito con affetto non ci abbandonerà nemmeno stavolta, e noi faremo il possibile per non deluderlo. Oltre ai personaggi già interpretati in passato, infatti, ne proporremo di nuovi e, per sdrammatizzare un po’ sulla situazione non proprio rosea che attraversa il nostro Paese, verrà affrontato l’argomento della crisi economica in vena molto satirica. Per il cinema, invece, quali sono i prossimi progetti in vista? A parte il sequel già confermato del film
“Una cella in due”, sto lavorando a tre nuovi progetti insieme allo sceneggiatore Luca Biglione, ma per ora non voglio anticipare di più: quello che vi posso assicurare è che le novità non mancheranno di certo. Passando alla sua vita privata, sappiamo che ha una grande passione per gli animali e a casa un pastore tedesco di nome Victor a cui è affezionatissimo. Dopo aver contribuito alla stesura del libro “Cani di
vita” a favore dell’Enpa, come pensa si possa aiutare nel concreto i nostri amici a quattro zampe? Credo che tutti noi possiamo contribuire, anche con poco, al benessere degli animali che ci circondano. C’è bisogno di aiuto in particolar modo durante il periodo estivo e delle vacanze di Natale, quando purtroppo è inevitabile che
gli abbandoni aumentino. Personalmente mi sentirei male solo al pensiero di abbandonare il mio cane e di tradire anche solo il suo sguardo, con il quale spesso mi fa percepire la sua fedeltà assoluta. Sono poi del tutto contrario alle pensioni per animali, perché considero Victor come un componente della famiglia e non partirei mai per le ferie lasciandolo a degli sconosciuti. E come dico sempre, “meglio un cane per amico che un amico cane”! 7
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KATE MIDDLETON:
UNA DUCHESSA IN TUTA di Ilenia Luvino
42| febbraio/marzo ‘14
P
iace perché “una di noi”. Bruna, minuta, occhi verdi, look acqua e sapone, la Middleton ha fatto breccia nel cuore delle donne. E’ stato da subito evidente come l’attuale duchessa di Cambridge, sposata dal 2011 con il bel principe William, fosse infatti più vicina ai “comuni mortali”, che all’Olimpo della Royal Family. Di indizi, nel corso della love story reale, ce ne sono stati tanti. Forse uno dei più significativi risale al 2011 quando, in occasione del concerto dell’ex Take That Gary Barlow alla Royal Albert Hall di Londra, Kate si è presentata all’evento con un abito di Zara da circa 60 euro. Una duchessa che, in occasione di un evento mondano, osasse sfoggiare una mise della nota marca cheap spagnola, forse davvero non si era mai vista. Ma Kate, per fortuna, conserva fiera in sé una goccia di sangue “operaio”. Catherine Elizabeth Middleton è infatti figlia di Michael Francis Middleton, ex assistente di volo e, di Carol Elizabeth Goldsmith anche lei ex assistente di volo. La famiglia della nonna materna, gli Harrison, apparteneva alla classe operaia. Nonostante le origini poco reali, la famiglia di Kate ha da sempre fatto in modo che la ragazza frequentasse i posti “giusti”, soprattutto in tema di studi. Kate e il principe William si sono infatti conosciuti e innamorati all’Università di St. Andrews nel 2001. Anche dopo il matrimonio però, Kate continua a sfoggiare abiti “popolari” in occasioni mondane. Alcuni giorni fa si è infatti presentata alla prima del
film “Mandela: a long walk to freedom”, con un collier di Zara del valore di poco meno di 30 euro. E subito dopo la nascita del piccolo George, è stata fotografata al supermercato addirittura in tuta! C’è da dire che spesso gli abiti della bella Kate, seppur economici, sono impreziositi da gioielli o accessori da capogiro. Popolare sì, ma con la dovuta moderazione imposta dalle regole della Royal Family. Del resto si sa, noblesse oblige. Catherine è in ogni caso considerata un’icona di stile: diversi siti internet e settimanali, l’hanno inclusa in varie classifiche dedicate alla moda. Il sito BeautifulPeople.com l’ha posta addirittura al terzo posto nella classifica delle donne reali più belle della storia, dietro a Grace di Monaco e Rania di Giorda-
nia, e addirittura davanti a Lady Diana. Altri indizi che legano Kate alle faccende profane piuttosto che a quelle reali, riguardano l’ultima paparazzata che la ritrae nientedimeno che al fast food! Duchessa con royal baby e tata al seguito in viaggio verso Kensington Palace, si sono infatti ristorati al Mc Donald’s . Del resto la formalità non le appartiene. Basti pensare al primo scatto ufficiale del piccolo George. Che dorme beato fra le braccia di mamma Kate, vicino a papà William in una foto scattata da Michael Middleton, papà di Kate. Niente blasonato fotografo professionista, né luoghi da Royal Family. Location dei primi scatti ufficiali del piccolo George, è stata infatti la tenuta di campagna della famiglia Middleton immersa a Bucklebury, nel sud dell’Inghilterra. Inutile ricordare che le immagini dei piccoli della famiglia reale erano state finora scattate da fotografi professionisti. La bella Kate non è la sola giovane reale a sovvertire qualche usanza reale. Un esempio lampante arriva dal Principato di Monaco con Charlotte Casiraghi, figlia secondogenita della principessa Carolina di Monaco e del defunto imprenditore e pilota motonautico italiano Stefano Casiraghi. Circa un mese fa la bella Charlotte ha infatti dato alla luce il suo primo figlio. La storia d’amore col padre del bambino, ha inizialmente scosso il Regno. Si tratta infatti di Gad Elmaleh, attore e regista marocchino con 15 anni più di lei e nemmeno una goccia di sangue blu. Che dire, anche i giovani nobili hanno diritto all’amore! 7
FASHION NOVITÀ MODA 2014
TENDENZE DI
STAGIONE F
acendo un resoconto delle sfilate che hanno presentato in anteprima le collezioni primaveraestate 2014, emerge che presto riscopriremo alcuni capi classici che risulteranno di nuovo indispensabili nel nostro guardaroba, ma non solo: se vogliamo apparire alla moda, dovremo adeguarci anche a delle novità assolute.
Ecco cosa indosseremo a partire dalla prossima primavera di Marianna Pilato | Foto DI Imaxtree Per quanto riguarda gli abiti, ad esempio, andrà alla grande l’abito lungo e leggero anche di giorno, da non confondere però con quello in stile folk che arriva fino a terra: il vestito ideale per la prossima stagione, infatti, è quello che sottolinea la vita, copre le gambe ma lascia scoperte le caviglie. Chi preferisce puntare sul corto può andare sul sicuro scegliendo un tubino nero o color petrolio sempre versatile e sexy. Decisamente più originale e moderno, invece, è l’abito destrutturato dal taglio asimmetrico, utile fra l’altro per camuffare qualche piccolo difetto fisico. Tradizione e avanguardia si mescolano allo stesso modo nei capispalla: se da una parte si potrà rimettere il caro vec44| febbraio/marzo ‘14
chio trench senza sembrare troppo antiquate (magari in tonalità pastello abbinato a modelli senza colletto o in vernice), o i diversi tipi di giacche (chiodo, bomber, blazer, giacchina corta), dall’altra verranno rivalutate anche le mantelle leggere in taglia oversize, già viste del resto in versione più pesante nel corso di quest’inverno. Se si hanno delle belle gambe, poi, è possibile sbizzarrirsi in fatto di gonne: la più trendy sarà quella corta e svasata con qualche piega, ma non per questo
bisogna rinunciare del tutto alla longuette, anzi: essa è stata il must del 2013 e può essere ancora sfoggiata, soprattutto se arricchita con borchie o paillettes. Un’ulteriore new entry della stagione, poi, è il pantalone a pinocchietto largo e corto, disponibile sia in una semplice versione in cotone che in una più elegante in lurex per la sera. Stesso discorso vale per i bermuda, mentre chi vuole ottenere un aspetto più bon ton può sempre ripiegare sui pantaloni a sigaretta. Il capo cult per eccellenza del 2014, ad ogni modo, rimarrà la tuta. Inventata da un artista fiorentino negli Anni Venti, la cosiddetta “jumpsuit” è tornata nel cuore dei fashion designer. Ogni brand l’ha riproposta in una variante diversa, così ogni donna può trovare facilmente il modello più adatto alle sue esigenze. In generale, infine, possiamo dare il via libera ai capi di abbigliamento in tessuto jeans e a quelli in color rosso fuoco o rosso aranciato, nonché alle vivaci fantasie grafiche o etniche che riescono a ravvivare qualsiasi tipo di prodotto. Tante novità si sono viste anche alle sfilate della moda uomo: il designer Julian Zigerli (il cui talento è stato notato da Giorgio Armani) ha dato vita a una linea ricca di capi eleganti, mixati a dettagli tecnici e funzionali. É come se in questo caso il mondo del fashion si mescolasse con l’arte, grazie alla collaborazione con la pittrice berlinese Katharina Grosse. Sono stati riproposti da varie maison, inoltre, i jeans comodi e non così tanto stretti come quelli delle passate stagioni: Dolce & Gabbana lancia addirittura dei pantaloni lunghi solo fino alle caviglie. Come per la moda donna, anche molti outfit da uomo sono ravvivati da righe e stampe grafiche, tra i quali spiccano le fantasie azzardate firmate Givenchy. Restano comunque intramontabili le camicie bianche e i completi all black, come quelli raffinati di Dior Homme. Come accessorio, invece, ha ricevuto molti consensi il piccolo borsello portato come fosse una pochette, che Lanvin ha pensato di introdurre per far sì che pure i maschi più distratti abbiano tutto a portata di mano. 7
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motori 84° Salone di Ginevra
Baci dalla
Svizzera Sono quelli che sembra mandare l’automotive, sbirciando nell’infinito elenco di novità attesa nei dieci giorni del salone più importante che c’è di Germano Longo 46| febbraio/marzo ‘14
L
’impressione, guardando l’elenco delle novità del prossimo Salone di Ginevra, è che il mondo dell’auto faccia finta che tutto vada bene. Malgrado il comparto continui a languire per la mancanza, ormai da anni, di numeri positivi, l’elenco delle anteprime è pressoché infinito e disposto a coprire l’intero pacchetto di chi con le auto ancora ci sogna: citycar come se piovesse, ma anche concept, modelli da sceicchi e lussi a mai finire. In realtà, il trucco c’è: qualsiasi modello è figlio di una filiera produttiva nata anni prima, quando ancora la crisi era un campanello di allarme, e fermarla costerebbe forse più che portarla a termine. In più, questione non da poco, per avere qualche speranza di vendere bisogna allettare il pubblico con novità e offrire Ginevra 2014 sempre di più sfruttando le poche kermesse automobilistiche che ancora significano fare vetrina, come appunto Ginevra. Lo dimostrano i numeri: lo scorso anno, la kermesse svizzera ha attirato circa 700 mila visitatori, e la speranza, alla faccia della crisi, è di migliorare ancora la stima. Fiat, o FCA, come dovremo abituarci a chiamarla, ha da poco svelato che sul lago Lemano porterà la Freemont Cross, nuovo allestimento d’immagine del crossover nato dall’alleanza con Chrysler, e la Panda Cross, versione con immagine da segmento superiore del piccolo city SUV 4x4. Per entrambe dotazioni interne ed esterne, nuovi dettagli e look rimaneggiato per stare dietro ai mercati dove le integrali non mancano più da tempo. 5
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A queste si aggiunge la 500L Beats Edition, equipaggiata con nuovi motori (1.4 T-Jet e 1.6 MultiJet II). Sempre per restare dalle parti dell’ex marchio torinese, debutto per la Ferrari California T (con nuovo V8 da 4 litri con 560 CV) e di una concept Maserati chiamata a festeggiare il centenario del Tridente, oltre alla Jeep B-Suv, la “baby Jeep” da cui dovrebbe derivare la nuova Fiat 500X. Per chiudere la carrellata con Alfa Romeo, che secondo indiscrezioni potrebbe celebrare Ginevra con la poderosa 4C Spider: versione cabrio della cattivissima del marchio del Biscione con motorizzazione analoga alla coupé (1.750 cc per 240 CV di potenza). Non sono da meno le divisioni tedesche, che storicamente non perdono un colpo e soprattutto un salone. Volkswagen, ad esempio, punta ufficialmente sul restyling 2014 di Polo e Scirocco, quest’ultimo celebrato con l’arrivo della versione ipervitaminica “R” da 280 CV. Skoda e Seat, ambedue marchi del gruppo VW, si affida rispettivamente alla Octavia Scout, un off-road urbano di grande fascino, e alla famiglia Leon per gli spagnoli, proposta in diverse varianti: Ecomotive 1.6 TDI CR, GTI benzina e bifuel, Cupra e integrale. Restyling anche per Audi A1 con arrivo della versio-
48| febbraio/marzo ‘14
ne S1 Sportback (2 litri con 231 CV), a cui aggiungere il debutto per la A3 Cabrio S ad alte prestazioni e in una versione a metano, più l’attesissima nuova TT, di cui non sono ancora stati svelati i dettagli tecnici. Opel risponde con la Astra OPC Extreme, ma punta forte sulla Adam Rock, variante quasi SUV della piccolina con tetto in tela e un nuovo motore in gamma: un 1.000 cc turbo a tre cilindri disponibile con 90 o 115 CV. Da non dimenticare l’ultima generazione della Mini, creatura del gruppo BMW che presenta la Serie 4 Gran Coupé e la Serie 2 Active Tourer.
L’invasione tedesca termina con Mercedes, che risponde con il debutto di Classe S Coupé, Classe V e il debutto europeo di Classe C, da sempre uno dei modelli di punta del marchio della stella. Mirano più in alto Porsche, che approfitta della passerella ginevrina per suggellare il ritorno alla 24 Ore di Le Mans con versione Targa della 911, e Lamborghini, che celebra i 50 anni con la Huracàn LP610-4, erede
MOSTRI SU RUOTE Qui sopra la McLaren 650S con le porte ad ala di gabbiano, in basso la Ferrari California T e, in alto a sinistra, la Lamborghini Huracàn LP610-4: promette 325 km/h, ma ordinarla è un problema. Al centro della pagina la nuova Volkswagen Scirocco, erede di un celebre modello degli anni Ottanta.
designata della Gallardo già in commercio (700 ordini solo nel primo mese di vendita) e forte di un V10 da 5,2 litri che sviluppa 610 CV toccando i 325 km/h e la Veneno Roadster, esclusivissima cabrio da 750 CV realizzata in solo 9 esemplari, ognuno in vendita a 3,3 milioni di euro. Per terminare il reparto sogni proibiti con la McLaren 650S, supersportiva da 650 CV con cambio robotizzato sequenziale a sette marce, e Chevrolet che porta in Europa la mostruosa Corvette Z06 con un motore sovralimentato LT4 da 6,2 litri e 625 CV. Restando con i piedi per terra, grande abbuffata di city car, una panoramica che inizia con la nuova Suzuki Alto, la nuova generazione della Smart Fortwo, Citroën C1 e Peugeot 107 cercheranno di rubare la scena alla Renault Twingo, piccola cinque porte a trazione posteriore. 7
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L’impresa Ediltecno srl, nata nel 1998, è specializzata in appalti pubblici e privati. Esegue lavori di progettazione, costruzione, ristrutturazione, completamento e risanamento di edifici civili ed industriali. Dispone di un ufficio progettazione, di un ufficio pratiche edilizie e di tecnici, ingegneri e geometri, presenti sul cantiere. L’acquisto direttamente dal costruttore garantisce prezzi concorrenziali! Tel. 0383/48085 • Fax 0383/219451
Tra i vari servizi offerti, la Ediltecno srl e’ specializzata in:
- costruzione di edifici pubblici - impermeabilizzazioni edili - ristrutturazioni edili - costruzioni edili - lavori di rifinitura edile - scavi - demolizioni di fabbricati - restauro di facciate
PREVENTIVI GRATUITI
SERVIZI
numero verde
800 960 380
- scavi per edilizia Tra i vari progetti in corso o realizzati, Ediltecno srl si è occupata delle seguenti strutture : - Via Veneto, Voghera - Via dei Prati Nuovi , 16/18, Voghera (Capannone) - Strada S. Maria Bianca, Voghera (appartamenti e villette) - Via Pietro Giuria, Voghera. Visita la pagina Realizzazioni sul sito per visionare le strutture