AndCo Dicembre 2014 Gennaio 2015

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SPECIALe natale fashion

cosa indossare a capodanno

lifestyle

I Blow- dry bar

food

vegan style

economia impresa marketing attualità arte beauty sport

Anno 08 dicembre ‘14/gennaio ‘15

COPIA GRATUITA

serena rossi

ad altissima voce Anno 08 | agosto/settembre ‘14 | COPIA GRATUITA


La nostra fiLosofia

Le nostre attività

Il nostro Centro si avvale di metodi assolutamente NON COERCITIVI. Consideriamo fondamentale la relazione tra cane e proprietario e ci adoperiamo affinché questa si fondi su solide basi. L’educazione del cane avviene in piena armonia con la sua crescita e seguendo i tempi del singolo individuo. Utilizziamo il metodo del rinforzo positivo e del divertimento; seguiamo da vicino il proprietario per aiutarlo a superare le sue difficoltà e i suoi eventuali dubbi. L’obiettivo finale del nostro Centro è il Cane, il suo benessere e la serena convivenza nella vita di tutti i giorni. Ci potete raggiungere in strada Cascina Cabella a Casalnoceto (Al). Abbiamo a disposizione un totale di circa 6000 metri quadrati!!!

Corso cuccioli | Corsi di educazione di base Corsi di educazione avanzata Socializzazione Recupero comportamentale Corso sul Gioco Sociale Valutazione, scelta e inserimento in famiglia | Progetti di Pet Therapy Mobility Obedience con MAURIZIO ROMANONI. Utilità e Difesa Sportiva (IPO) con RICCARDO BONINO. Stage e Seminari | Domeniche a tema Area sgambamento/allenamento | Consulenze per problemi osteoarticolari in collaborazione con il Fisiolistic Center del D. O. MOReNO TORTOLINA.

Contatti: Tel. 331/4269232 | asd.cheerfuldogs@gmail.com | scodinzolandia.weebly.com |

Comune di Volpedo

asd cheerful dogs

Comune di Casalnoceto


sommario

Anno 08 Dicembre ‘14/Gennaio ‘15 Bimestrale a diffusione gratuita REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI PAVIA Pavia Court Registration n. 675 del 18/03/2007 INIZIATIVA EDITORIALE DI An editorial iniziative by ADVERUM SRL DIRETTORE RESPONSABILE Editor BEPPE VIETTI direttore@andcomagazine.it

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PROGETTO EDITORIALE Research editor GERMANO LONGO

GRAFICA PUBBLICITARIA Advertising art director NICOLò CANNIZZARO

ERICK THOHIR

12 Attualità: Rovin Typing

vite da scrivere

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chiamatemi miss plaid

18 speciale natale/1

22 speciale natale/2

natale 2014: che stile scelgo?

24 speciale natale/3: Presepi d’italia

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IT’S A SMALL world

26 speciale natale/4: in cucina

i piatti per le feste

28 speciale natale/5: le chiese più strane nel mondo

pregare è un po’ soffrire

30 speciale natale/6

WEB ADVERTISING Roberto Stefanini

STAMPA Printed by Tipografica DERTHONA SRL Strada Vicinale Ribrocca 6/5 15057 Tortona (AL)

14 cover story: serena rossi

TRADIZIONI, DOLCI E FOLLETTI: COSÌ IL MONDO SI PREPARA AL NATALE

web master MAXIMILIANO DI GIOVANNI

PUBBLICITà Advertising ADVERUM SRL marketing@andcomagazine.it

8 Impresa 10 Marketing

SEGRETERIA DI REDAZIONE Editorial support team CATIA MORETTI redazione@andcomagazine.it redazione Research and material Frisa Pier FilipPO LEGGIERI GIUSEPPINA | LIGUORI DANILA LONGO GERMANO | LUVINO ILENIA MOLLO ANNA | Pestoni Andrea PILATO MARIANNA | RAPPARELLI SIMONA Mattia Tanzi | SPALLA STEFANO

economia, istruzione, politica leonardo del vecchio

CONSULENTE EDITORIALE Publishing Adviser STEFANO SPALLA DIREZIONE ARTISTICA Art director PAOLO ARMANI

6 Economia

A NATALE SORPRENDI CHI AMI CON UN REGALO ORIGINALE

34 calendario: pirelli 2015

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THE SEX AND “THE CAL”

38 lifestyle: I Blow- dry bar

Piega e mojito, please

40 food

VEGAN REVOLUTION (IN MY KITCHEN)

42 arte: Street Art 3D

Knocking’ on the Heaven’s Door

Adverum srl Sede legale: Via Robecchi Brichetti 40 - Pavia Tel. 0382/30.98.26 - fax 0382/30.86.72 Sede Amministrativa: V. Montebello 14 - Voghera (PV) www.andcomagazine.it www.andcomagazine.com E-mail: info@adverum.net Vieni a trovarci anche su

44 fashion: tendenza

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Capodanno trendy e low cost

46 beauty

IL SEGRETO DELL’ETERNA GIOVINEZZA ESISTE

48 nautica: Volvo Ocean Race 50

in diretta nel vento AndConsigli utili

dic. ‘14/gen. ‘15 |3


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editoriale dicembre 2014 gennaio 2015 DIRETTORE responsabile Beppe Vietti

2 esempi da seguire Molti sono gli argomenti che meriterebbero di essere trattati: dalla crisi finanziaria alla riforme istituzionali, dalle proteste di piazza per salvare il proprio lavoro (o per rivendicarne il diritto), all’impoverimento politico-economico succube delle infiltrazioni mafiose nelle istituzioni. Ma è Natale e, nell’imbarazzo della scelta, ha vinto quel senso di ottimismo che ci porta a voler vedere il giusto dove giustizia non c’è e a voler trovare delle testimonianze esemplari in grado di ridare smalto alla nostra italianità.

Due donne italiane di levatura internazionale ci vengono in aiuto: Fabiola Gianotti e Samantha Cristoforetti. Fabiola Gianotti è la prima donna capo laboratorio europeo di fisica delle particelle. Ha affermato di lavorare “per la scienza al servizio della pace” all’interno del centro internazionale Cern di Ginevra che “ha insita la cultura della diversità in termini di genere e di religione”. Grande emozione e soddisfazione si sono levate dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha fatto suo quel senso di rivincita ed orgoglio nazionale che noi tutti dobbiamo nutrire. Samantha Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio e settimo astronauta italiano, è in volo per l’Agenzia Spaziale Italiana a seguito della missione ‘Futura’ dallo scorso 23 novembre, sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), dove porterà avanti diversi esperimenti per conto dell’Esa. Nella sua prima conferenza stampa ha affermato che il momento più toccante, forte e commovente è stato nel vedere l’Italia dall’alto definendolo “lo stivale che scalda il cuore”. Dalla postazione orbitale quello stivale, a noi noto solo dalle cartine geografiche, l’ha potuto ammirare dallo spazio e da lassù, fortunatamente tante ingiustizie, astuzie e truffe non si possono vedere. In un periodo dove il senso di appartenenza all’Italia viene meno, dove quotidianamente si avverte da più parti l’incontenibile desiderio di “espatriare” e dove frequentemente assistiamo a barbari fenomeni di femminicidio allora dobbiamo fermarci e prendere spunto da Fabiola e Samantha per capire che la strada che stiamo percorrendo va modificata ed ispirata a più alti valori; ma soprattutto capire che per vedere una bella Italia non si deve stare nella stratosfera, ma nelle nostre città o quartieri riacquisendo quel senso civico di benessere collettivo A questo punto non vogliamo sfuggire alla voglia di augurarVi un sereno 2015, speranzosi che i prossimi mesi possano portare buone notizie nelle case degli italiani. Buon anno e tanto ottimismo a tutti! Che almeno quello ci sia, sempre.

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focus economia

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ECON ISTRU PO


OMIA ZIONE LITICA ECCO IL RITRATTO DEL MINISTRO PADOAN di Danila Liguori

U

na carriera divisa tra Università, politica ed economia. Docente presso l’Università La Sapienza di Roma, il College of Europe di Bruges e Varsavia, l’Université Libre de Bruxelles, l’Università di Urbino, quella di La Plata e infine l’Università di Tokyo. Direttore esecutivo per l’Italia del Fondo Monetario Internazionale dal 2001 al 2005, con responsabilità su Grecia, Portogallo, San Marino, Albania e Timor Est. E ancora: vice segretario generale dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) dal 1º giugno 2007, e poi capo economista della stessa organizzazione dal 1º dicembre 2009. Dal 24 febbraio 2014 è inoltre ministro dell’Economia e delle

Finanze del Governo Renzi. Questo il curriculum di tutto rispetto di Pier Carlo Padoan, voluto dal premier nella sua squadra di ministri. A quasi un anno dalla sua nomina, ripercorriamo le tappe del ministro dell’Economia italiano. Dopo la laurea e l’esperienza nel mondo universitario, Padoan si affaccia nel mondo della politica: dal 1998 al 2001 collabora come consigliere economico con il presidente del Consiglio con Massimo D’Alema e in seguito con il presidente con Giuliano Amato, responsabile per il coordinamento della posizione italiana nei negoziati dell’Agenda 2000 per il bilancio UE, l’Agenda di Lisbona, il Consiglio Europeo, gli incontri bilaterali e i vertici del G8. Dopo l’esperienza nel Fondo Monetario Internazionale terminata nel 2005, e i nuovi incarichi nell’OCSE, il 27 dicembre 2013 il Consiglio dei ministri lo sceglie come nuovo presidente dell’ISTAT. Da quasi un anno riveste quindi la carica di Ministro dell’Economia e Finanze e, proprio in questa veste negli ultimi giorni si è trovato a commentare con i collaboratori il via libera in arrivo dall’esecutivo comunitario alla Legge di stabilità italiana: “Viste le condizioni stiamo facendo il meglio e questa mia convinzione è rafforzata dal giudizio della Commissione europea. Dobbiamo tenere conto della bassa crescita, dell’inflazione a zero e dell’alto debito pubblico. Con questi dati abbiamo fatto tutto quello che potevamo e Bruxelles ce ne dà atto”. Ancora il ministro è intervenuto al Parlamento europeo durante la presentazione del piano di investimenti del presidente Jean-Claude Juncker: “Di fronte al fallimento del mercato c’è bisogno di un’azione pubblica, ma tutto ciò va fatto in fretta, le aspettative dei cittadini sono crescenti come il rischio di una delusione”, ha aggiunto il ministro, per cui “è necessario e possibile dare all’Europa uno shock positivo per evitare il rischio molto serio di una stagnazione economica e di un’inflazione troppo bassa troppo a lungo”. 7

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1880: Nasce la Falegnameria Casazza e produce serramenti ma anche manufatti in legno impiegati in vari settori. 1950: L’azienda si specializza nella produzione di serramenti in legno. 2003: Viene fondata la CPS che completa l’offerta producendo serramenti in alluminio. F.lli Casazza s.r.l. / C.P.S. Alluminio s.r.l. Loc. Badagnano 72 | 29013 Carpaneto Piacentino Tel. 0523 856330 – 0523 855060 | Fax 0523 856385 info@casazzagroup.com – fc.casazza@libero.it

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focus impresa

8| dic. ’14/gen. ‘15


LEONARDO DEL VECCHIO

P

roprio non se l’aspettava di arrivare fin lassù. Lì, nell’olimpo degli imprenditori italiani che non conoscono crisi, che riescono dal nulla a creare un impero. Incoronato quest’anno da Forbes come il secondo uomo più ricco dello Stivale e trentottesimo nel mondo, con un patrimonio netto di 19,1 miliardi di dollari, Leonardo Del Vecchio, classe 1935, è oggi l’ imprenditore italiano per eccellenza. Fondatore e presidente di Luxottica, è anche un importante azionista di Unicredit e di Assicurazioni Generali. La sua è una di quelle storie che somigliano alle favole. Quelle fiabe a lieto fine in cui un bimbo rimasto orfano di padre a soli sette anni, riesce a trovare il suo posto nel mondo. Nato a Milano, ultimo di quattro fratelli, dopo la morte del padre viene da solo affidato dalla madre al collegio dei Martinitt, dove rimane fino al diploma di scuola media. Il mondo del lavoro conosce un giovanissimo Leonardo appena quindicenne che inizia lavorando come

DA TERZISTA A IMPRENDITORE D’ECCELLENZA di Danila Liguori

garzone alla Johnson, una fabbrica dove si incidono coppe e medaglie, poi come operaio in una fabbrica di incisioni me-

talliche. Nel 1958 l’inizio della svolta: Del Vecchio si trasferisce ad Agordo in provincia di Belluno, per aprire una bottega di montature per occhiali. Dopo appena tre anni, nel 1961, la bottega si trasforma in Luxottica s.a.s, attività specializzata nella produzione di minuteria metallica per le occhialerie. Del Vecchio riesce poi a ottenere un enorme garage e capannone ad Agordo, grazie al fatto che il comune in quel periodo regala il terreno per iniziative industriali. Nel 1967 pur continuando la produzione di semilavorati per conto terzi, l’azienda compie la prima piccola grande rivoluzione: inizia, assemblandone le singole parti, a produrre l’occhiale completo e a commercializzarlo con il marchio Luxottica. Dopo soli quattro anni, nel 1971, Luxottica abbandona il business della produzione per conto terzi per dedicarsi unicamente alla realizzazione e commercializzazione dell’occhiale finito. Nel 1981 l’azienda era diventata forte e solida e va all’attacco del mercato americano. Grazie ai risultati raggiunti, Del Vecchio viene nominato nel 1986 cavaliere del lavoro. La Luxottica dal 1990 è quotata nella borsa di New York e, dal 2000, anche in quella di Milano. La sua vita privata l’ha visto sposato tre volte, sei figli avuti. In più occasioni Leonardo Del Vecchio ha ribadito che mai avrebbe immaginato l’enorme scalata al successo che l’ha portato da semplice garzone a numero uno tra gli imprenditori italiani. In particolare in un video, realizzato in occasione del cinquantesimo anniversario di Luxottica celebrato nel 2011, in cui l’imprenditore spiega: “Ho iniziato come terzista, cioè fornitore di parti alle varie occhialerie, non avrei mai immaginato di arrivare fino a qua”. E di strada, il fondatore di Luxottica, ne ha davvero fatta tanta. 7

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Marketing

ERICK THOHIR xxxxxx

10| dic. ’14/gen. ‘15


T

re parole per capire di chi si tratta: media, pallacanestro, Inter. Magnate nel campo dei media, dalla tv alla carta stampata, comproprietario di due squadre di pallacanestro indonesiane ma, soprattutto, noto al pubblico italiano perché dal novembre 2013 è presidente dell’Inter. Non può essere che lui: Erick Thoir.

UNA VITA TRA SPORT E TV di Danila Liguori

Famiglia e studi

Thohir nasce a Giacarta, Indonesia, 44 anni fa. Suo padre è Teddy Thohir, numero uno di Astra International, una holding a capo di aziende dei più svariati settori. Uno dei suoi due fratelli, Garibaldi, compare pochi anni fa nella lista Forbes dei miliardari, con un patrimonio stimato, secondo alcune fonti, a circa 25 miliardi di dollari. Erick Thohir attualmente è sposato con Elizabeth Tjandra ed è padre di quattro figli. Per ciò che riguarda i suoi studi, parte di essi sono avvenuti negli Stati Uniti dove consegue la laurea in economia al Glendale Community College, nonché un master alla National University.

euro al cambio dell’aprile 2014. Nel 2011 Thohir è poi diventato il proprietario del quotidiano indonesiano Republika, e della televisione JakTV: con un colpaccio da 61 milioni ha fatto suoi tutti i diritti relativi alla competizione continentale, al cam-

attività: media e sport

La sua personale scalata al successo nel campo dei media inizia nel 1993, anno in cui il magnate indonesiano dell’editoria e della televisione, crea il Mahaka Group, un colosso il cui fatturato si aggira sui 255 miliardi di rupie, pari a circa 16,5 milioni di

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TuTTi i giorni…

pionato indonesiano e la Coppa del Mondo in Brasile. Da sempre grande appassionato di pallacanestro, Erick Thohir entra nel consiglio di amministrazione della federbasket indonesiana e della federazione pallacanestro del Sud-Est asiatico. Ma non gli basta: ad oggi è comproprietario di due squadre locali: Satria Muda BritAma e Indonesia Warriors. E ancora: è uno dei membri di coloro che nel 2011 acquistarono i Philadelphia 76ers, squadra dell’NBA. Altra sua passione: il calcio. Thohir è il proprietario dei D.C. United, la squadra più titolata della MLS, gestisce il Persib Bandung, squadra del massimo campionato indonesiano. Poi sbarca e “sbanca” in Italia: il 15 novembre del 2013 diventa l’azionista di maggioranza e presidente dell’Inter, acquisendo il 70% delle quote societarie da Massimo Moratti.

dichiarazioni recenti

Gli appassionati di calcio, e non solo, avranno sicuramente seguito negli ultimi tempi il presidente nerazzurro, al centro di vicende calcistiche legate all’esonero dell’ormai ex allenatore dell’Inter Walter Mazzarri. A poche settimane dal chiacchieratissimo licenziamento del tecnico livornese che lascia il posto a Roberto Mancini, sulla panchina nerazzurra per la seconda volta, Thohir ha dato le sue spiegazioni. Uomo di poche parole ma molti fatti, il presidente dell’Inter ha così commentato il ritorno di Mancini, da lui fortemente voluto: “Mancini sa cosa fare”. E se lo dice lui, non possiamo che credergli. 7

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attualità Rovin Typing

L VITE DA

SCRIVERE Lo chiamano lo “scrittore itinerante”, è una figura che si aggira per il Central Park a caccia di storie da trasformare in racconti. Usa una vecchia macchina da scrivere e New York sta letteralmente impazzendo per luI di germano longo 12| dic. ’14/gen. ‘15

a leggenda dice che si chiami C.D. Hermelin, ma nessuno sa se si tratti di un nome vero o di fantasia. Si aggira per il Central Park e altre aree verdi di New York: è magro, con i capelli scuri, un po’ allampanato, porta occhiali fuori moda e, cosa più importante, è facile riconoscerlo perché ha sempre con sé una vecchia macchina da scrivere.

Attenzione, in questi difficili meglio fare chiarezza: non si tratta di una segnalazione della polizia di New York, a caccia di uno spietato e pericolosissimo serial killer con l’aria da


Desiree perfetto “nerd”, ma di un tenero ragazzotto che un bel giorno è spuntato dal nulla, si è seduto sulla panchina e ha chiesto a chi aveva accanto: “Se mi dai un’idea ti scrivo una storia”. E questo, è esattamente l’inizio di una delle ultime vicende

partorite dalla variopinta gente di New York, città dove è onestamente difficile stupirsi e ancora più semplice imbattersi in muscolosi cow boy in mutande, gente che spinge pianoforti a coda lunga in mezzo alla folla formata dai turisti o altri ancora che camminano con tre o quattro gatti appollaiati sulla testa. C.D., o almeno come si fa chiamare lui, è diventato un caso di cui tutti hanno parlato, intervistato e richiesto dai grandi show televisivi e alla fine perfino protagonista di un cortometraggio diretto dal regista Mark Certosino, dedicato a “Ro-

ving Typist”, lo scrittore itinerante, come nel frattempo è stato ribattezzato il misterioso e gentile scrittore del Central Park. Una storia in cui, come spesso accade, chi voleva ci ha visto una forma di protesta verso l’appiattimento dei media, la mancanza di lavoro, la crisi e perfino la solitudine. E dire che lui, C.D. Hermelin, quando gli chiedono da dove arrivi e chi sia, si limita a rispondere “sono un scrittore che ha deciso di mettersi a disposizione di chi vuole salvare una storia”. Punto e basta. La cosa funziona così: basta concordare il racconto, di qualsiasi tipo, e lui si preoccupa di metterlo giù in forma corretta, consegnandolo su due paginette battute rigorosamente sulla vecchia macchina da scrivere che ricorda tanto i cronisti di un tempo. Tutto ufficialmente per 10 dollari, anche se qualsiasi somma superiore è ben gradita. E talmente ampia è diventata la sua fama fra i frequentatori dei parchi newyorkesi, che ormai è facile individuare la panchina su cui si è fermato: basta seguire la folla di persone in attesa del proprio turno. Tutti con una storia da raccontare allo scrittore del parco. 7

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COVER STORY Serena Rossi

CHIAMATEMI

MISS PLAID C

hiedete ad un bambino chi dà la voce ad Anna, la principessa di “Frozen”, e vi risponderà Serena Rossi. Poi chiedete ad un adulto chi ha vinto la nuova edizione di “Tale e Quale Show” e la risposta sarà la stessa, Serena Rossi. Insomma, forse per via del cognome più comune d’Italia, ma che si adatta comunque per accompagnare celebrità d’ogni tipo come calciatori, rocker e motociclisti, o forse sarà per via di una voce che quando la senti non la scordi più, perché è talmente potente e profonda da chiedersi come faccia ad uscire da una ragazza minuta, ma quello di Serena Rossi è un nome che comincia a rimbalzare ovunque, in questo paese. Napoletana, debutta nel 2002 in un musical e già l’anno dopo presta il volto a Carmen Catalano in “Un posto al sole”: quanto basta al destino per far partire l’ascensore. Seguono cinema, teatro e ancora fiction, ma la televisione è in agguato con “Tale e Quale Show”, quello spettacolo di Rai 1 in cui volti più o meno noti sono chiamati a interpretare i grandi nomi della canzone.

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Serena partecipa, ma lei è un diesel: le serve tempo, parte piano e ci mette un po’, ma quando arriva alla giusta temperatura non la fermi più. Mette insie-

me tre o quattro interpretazioni che spalancano le mascelle a tutti, e alla fine - come in una di quelle favole a cui presta la voce - vince lei. 5


Le piace stare tranquilla in casa, odia il gossip e si definisce tradizionalista, perfino noiosa. Ma quando sale su un palco qualsiasi, diventa una tigre: cantante per questioni di famiglia, noleggiata dalla televisione, ha appena vinto “Tale e Quale Show” di germano longo FOTO DI MARIA LA TORRE - abiti di Antonio Grimaldi

dic. ‘14/gen. ‘15 |15


Cominciamo nel modo giusto: te l’aspettavi? No. Avrei scommesso sulla vittoria di Valerio Scanu, che può contare su un popolo di fan abituate al televoto. Pensavo solo a far bene in un programma che ti assorbe al 100 per cento: è un lavoro intenso, psicologico e fisico. In un mondo pieno di talent canori, la tua sembra una storia totalmente diversa: stai esplodendo come nuova voce seguendo strade diverse e inedite In realtà ho iniziato cantando, poi sono diventata attrice quasi per caso, e la televisione mi ha permesso di farmi conoscere per quella che sono. Ho avuto messaggi di persone che mi hanno detto di essersi commosse con me, ed è un preziosa dimostrazione di affetto. Hai messo da parte tanta televisione, cinema, fiction e teatro, ma la musica sembra di capire che resta una passione enorme… Volevo fare la cantante, a casa mia cantano e suonano tutti, per me è naturale. Le fiction mi hanno soltanto rubata alla musica. Dedicato a chi ancora non ti conosce: chi è Serena Rossi? Una giovane quasi trentenne, molto legata alla famiglia e alla sua città. Una persona

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tale e quale show Serena Rossi in diverse interpretazioni: Mariah Carey, Anna Tatangelo, Pharrell Williams e Michael Jackson

concreta, tradizionalista, perfino un po’ vecchietta e noiosa: mi piace starmene in casa la sera con pigiamone e plaid, altro che gossip. A casa cos’hanno detto quando è stato chiaro che volevi seguire il mondo dello spettacolo? Mi hanno sempre sostenuto: è un’attitudine di famiglia e prima o poi qualcuno doveva cascarci. Mio nonno scriveva canzoni per Mario Merola, mia mamma ha una gran voce, mio papà suona e mia sorella più piccola, di 23 anni, canta benissimo anche se ha in mente di fare altro nella vita. Per chiudere con Tale e quale Show, le tue prime parole sono state “Avevo le ali e non lo sapevo, sono sempre stata una con i piedi piantati per terra” Verissimo. Sono partita in punta di piedi, temendo di non riuscire a fare ciò che ho fatto. Devo dire grazie alla mia vocal coach, Maria Grazia Fontana, che salutare ha rappresentato il distacco più doloro quando è finito il programma: mi ripeteva sei una Ferrari che gira come una 500, e a metà del percorso sono come sbocciata. Devo dire


grazie anche ai personaggi forti e difficili che mi sono stati assegnati, come Mariah Carey, Whitney Houston, Giorgia, Laura Pausini, Elisa e Michael Jackson, inimitabile. Hai detto di aver sempre sognato di fare la valletta mora al festival di Sanremo, e va a finire che potresti andarci da cantante. Il sogno sta addirittura migliorando, no? Mannaggia a me e ha quando ho detto questa frase… ci hanno ricamato su di tutto ed ero perfino in imbarazzo con Carlo (Conti, ndr). Non è vero, non ho canzoni da presentare e anche se l’avessi ci penserei su parecchio: Sanremo è un’arma a doppio taglio,

Ph. Riccardo Ghilardi

può consacrarti o distruggerti in un attimo. Hai anche vinto il premio Massimo Troisi e per te che sei napoletana dev’essere stata una soddisfazione L’ho vinto come attrice rivelazione dell’anno, e ne sono stata felice, perché Massimo per i napoletani era come uno di famiglia. Ho a casa la targa del premio, con il suo profilo, e ancora oggi quando la guardo mi emoziono. Una carriera che spazia su più fronti e una vita privata che funziona, ma la cosa che ancora manca, hai dichiarato, è fare la mamma Ho detto anche questo, e va bene… In realtà tutto nasce dal fatto che sto vivendo una bella storia con Davide Devenuto e mi sento amata, sostenuta, protetta ed è ovvio che il pensiero di mettere su famiglia ci sia. Dove ti rivedremo? Su Canale 5 in primavera in “Squadra Mobile”, spin-off di “Distretto di Polizia”, con Giorgio Tirabassi. Anche in una puntata di “Rex”, che sto girando in questi giorni con i Manetti Bros, che adoro, e come voce in “Once upon time”, programma Disney che andrà in onda su Fox. Sarà un Natale di lavoro o di riposo? Di riposo, assolutamente. Sarò a Napoli con la mia famiglia, poi per capodanno volo via: vado al caldo, a riposarmi un po’ e a staccare il telefono. Suona così tanto, ultimamente… 7 Si ringrazia per la collaborazione Agenzia Manzo Piccirillo

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speciale natale/1

TRADIZIONI, DOLCI E FOLLETTI: COSÌ IL MONDO SI PREPARA AL

NATALE di Danila Liguori

D

immi come festeggi il Natale e ti dirò da dove vieni. Del resto, Paese che vai, usanza che trovi. Dai dolci natalizi all’attesa di Santa Claus, dalla celebrazione di San Nicola, ai Peter Neri fino alla processione di Santa Lucia: a pochi giorni dal Natale, in tutti i Paesi del mondo fervono i preparativi per il grande evento. Tradizioni e culture diverse mescolano così il sacro al profano per la notte più magica dell’anno.

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paesi Bassi

Qui le celebrazioni del periodo natalizio sono incentrate sulla figura di San Nicola, la cui festa è il 6 dicembre. Nei Paesi Bassi, i bambini danno il benvenuto al Sint che arriva il giorno 13 novembre, con un battello carico di regali per i bambini che aspettano il suo onomastico che cade il 6 dicembre. La sera del 5 dicembre, il santo arriva quindi sui tetti insieme ai suoi aiutanti di colore chiamati Peter Neri per portare i regali. Antagonisti al santo sono i Krampus, diavoli scatenati che scorrazzano nelle città proprio in questo periodo.

italia

In Alto Adige il periodo natalizio è diverso in alcuni punti rispetto al resto d’Italia: oltre ai festeggiamenti canonici del 24 e 25 dicembre con addobbi natalizi, liturgie e pietanze tipiche, il 6 dicembre viene inoltre qui festeggiato l’arrivo di San Nicolò che porta doni e dolciumi vari. Ogni giorno poi i bambini attendono l’arrivo del Natale aprendo una casellina del cosiddetto “calendario dell’Avvento” che, partendo dall’1 dicembre, arriva al 24. La festa si conclude con l’arrivo dei Re Magi: i bambini travestiti vanno di casa in casa ad annunciare la nascita di Cristo.

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teatro fraschini opera prosa altri percorsi musica danza operetta

stagione teatrale 2014-2015

germania

Anche in Germania, si incentra tutto su San Nicola, che per la maggior parte dei bambini rappresenta il vero Babbo Natale che porta i doni la notte della vigilia.

Svezia

La vigilia di Natale si sta con le famiglie mangiando piatti tradizionali della cucina svedese; i bambini aspettano l’arrivo del Tomte, in origine il piccolo folletto che 5

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finché viene servita una cena cerimoniale, allo scopo di essere in grado di vedere il “maiale d’oro”. Tipico inoltre il taglio trasversale delle mele; se appare una stella nel centro, l’anno che verrà sarà positivo, se invece appare una croce no. Altra usanza: le ragazze gettano le scarpe dietro le spalle; se la punta dei piedi tocca la porta, la ragazza si sposerà entro l’anno seguente.

Russia

È dal 1992 che le celebrazioni Natalizie in Russia sono state ripristinate, dopo quasi settant’anni di soppressione da parte del governo comunista. Fondamentale la Vigilia, detta Sacra Cena, che consiste in dodici portate, una per ogni apostolo di Gesù. La tradizione Russa è inoltre tenuta viva dalla visita del “Nonno Gelo”, e dalla sua “ragazza della neve”, il primo giorno dell’anno.

Regno Unito

In Gran Bretagna impazzano fuochi d’artificio e spettacoli di mimo nel periodo natalizio. L’albero di Natale, che viene eretto a Trafalgar Square a Londra, è considerato uno dei più noti in Europa. Inoltre in Gran Bretagna si usa acquistare i calendari dell’Avvento che vengono aperti giorno per giorno: all’interno si trovano cioccolatini.

proteggeva le famiglie. La mattina del 25 in chiesa si celebra poi la cosiddetta Julotta, tra canti tradizionali e la funzione religiosa.

Norvegia

Il Natale qui inizia con la festa del 24 dicembre, seguita dalla visita di Julenissen, che porta i doni ai bambini che gli credono. Di seguito un’altra celebrazione, il Boxing Day, in cui i bambini, andando di porta in porta, ricevono piccole monete dai vicini.

repubblica ceca

Nella Repubblica Ceca, il Natale è celebrato soprattutto il 24 dicembre: si digiuna per tutta la Vigilia, 20| dic. ’14/gen. ‘15


Negli Stati Uniti e in Canada, la tradizione di Santa Claus è quasi uguale a quella anglosassone; solo il Quebec segue la tradizione tutta francese di Père Noël. Elementi fondamentali delle celebrazioni natalizie sono: l’albero di Natale, la pista di pattinaggio al Rockefeller Center a New York e le decorazioni natalizie della Casa Bianca.

lasciano le scarpe sotto il letto ed al mattino se le ritrovano piene di dolci o regali portati dai Re Magi.

Asia

Nelle Filippine, di religione cristiana, il giorno di Natale è accompagnato da un periodo pre-natalizio di celebrazioni religiose che iniziano il 16 dicembre e che durano nove giorni,

Un winebar dove troverete tantissimi prodotti di nicchia, tutti esclusivamente Made in Italy: le eccellenze di ogni regione con un occhio di riguardo per i prodotti del Piemonte, della Toscana e della Sicilia. Degustazioni di ottimi vini serviti con salumi provenienti da aziende selezionate, 30 formaggi DOP, patè e confetture e altre golosità che delizieranno i Vostri palati e quelli di chi li riceverà in regalo da Voi.

Un pò di noi

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Messico

In America Centrale la tradizione natalizia ruota attorno alla posada: per nove giorni gruppi di persone passano di porta in porta, vestiti come gli antichi magi, e vengono invitati nelle case per partecipare allo scambio di doni, chiamato piñata.

Sud America

In Sud America le tradizioni legate ai “Santi” sono molto seguite: per questo a tali personaggi, sono stati attribuiti tanti sistemi per entrare nelle case durante la notte, come scale e trampolini. In Argentina i doni vengono portati il 6 gennaio, il “Giorno dei Tre Re”; qui i bambini

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fino alla Vigilia, la notte più attesa: i membri della famiglia pranzano tutti insieme, con il queso de bola o “palle di formaggio”, di solito edam, e hamon o “prosciutto di natale”. In paesi come il Giappone, di religione quindi non cristiana, si considera il giorno 25 dicembre vacanza ufficiale. Qui ormai si ha adottato la stessa tradizione occidentale natalizia di Santa Claus, ma il giorno più importante è il 1º giorno del nuovo anno. 7

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speciale natale/2

NATALE 2014: CHE STILE

SCELGO? Il Natale è in assoluto la festa più suggestiva ed emozionante di tutto l’anno. Che siate credenti o meno, l’atmosfera offerta dal periodo che precede il 25 dicembre è unica. di Anna Mollo

22| dic. ’14/gen. ‘15


A

ddobbi, regali e tanto amore sono il mix di ingredienti per un Natale perfetto. Immancabile nelle case degli italiani è il tradizionale alberello che di anno in anno si presenta in abiti sempre più chic. Tante sono le idee e i suggerimenti per decorare il vostro appartamento senza trascurare i dettagli. Un abbinamento particolare per l’albero di Natale 2014 è quello che battezzeremo col nome “Frozen”. I colori protagonisti sono turchese e oro. Il turchese ci ricorda i toni gelidi dei paesaggi invernali, l’oro il colore del tiepido sole che fa capolino tra le montagne innevate. Praticamente un abbinamento tanto magico quanto complicato da realizzare. Bisogna difatti scegliere la giusta nuance di turchese: una tonalità a metà strada tra l’azzurro e il celeste. Altra scelta di tendenza ricade sull’accostamento dei colori rosa e argento. E’ un connubio questo, che si adatta a qualsiasi tipo di ambiente. Che abbiate un appartamento classico o moderno poco importa, questo addobbo stupirà. Per rendere ancora più elegante il vostro albero optate per decorazioni con palline natalizie dai toni cipriati e delicati impreziosite da simpatici fiocchetti argento. Classico ed intramontabile per il suo carattere deciso è l’albero rosso e verde. Il 2014 è stato l’ anno all’insegna dei colori vivaci dall’abbigliamento alle calzature, dall’arredamento all’oggettistica, pertanto anche il Natale si tinge di allegria.

La proposta per gli amanti del colore punta sulle lucine rosse e verdi mescolate ad un bianco candido. Per questo abbinamento risulta deliziosa la scelta della frutta da appendere ai rami. Quando immaginate l’albero di Natale dei vostri sogni, la prima cosa da fare è scegliere un tema portante. Si può puntare su addobbi ultra eleganti, romantici, divertenti e addirittura golosi. C’è chi predilige un albero “vestito” di sole palline di cristallo, chi è orientato su elementi colorati, chi non sa dire di no agli addobbi di frutta secca e chi strizza l’occhio al riciclo, confezionando dettagli servendosi di tutto ciò che è in casa e che può essere reinventato. La tendenza più recente ci indirizza verso addobbi casalin-

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ghi in stile shabby chic. Questo tema porta con sè alcune regole fondamentali da seguire. Innanzitutto per realizzare elementi in stile shabby ricordate che tutti gli addobbi devono rispondere ai criteri della monocromia altrimenti è facile creare confusione. Per evitare “pasticci” meglio seguire un solo stile ornamentale, infine scegliete piccoli gruppi di ornamento. Suonerà strano ma l’albero di Natale si può anche decorare a tema cucina. Mini utensili da cucina si trasformano in addobbi natalizi. Piccoli cucchiai, mattarelli in legno e sacchetti di farina finiranno sui ramoscelli del vostro abete. Per i più golosi, l’opzione è quella di addobbare con biscotti al pan di zenzero. Si possono realizzare in tante forme simpatiche e divertenti; ricordate, però, di praticare un piccolo foro sul biscotto prima di passare alla fase di cottura per poterlo appendere con fiocchetti in raso. Altra idea originale e stragustosa, indicata per chi custodisce un animo un po’ British, è quella dell’albero di Natale “thè style”, dove le classiche palline si trasformano in bustine di thè, cucchiaini, tazzine e piattini. Qualunque sia lo stile che scegliete, l’effetto Natale original è assicurato! 7

NOVITA

' 2014


speciale natale/3 Presepi d’Italia

IT’S A SMALL WORLD S

econdo la tradizione, almeno quella italiana, la data giusta per preparare albero di Natale e presepe è l’8 dicembre. Una tradizione antichissima quella del presepe, che pare abbia avuto inizio intorno al 1223, quando San Francesco realizza la prima rappresentazione della nascita di Gesù nella borgata di Betlemme. E

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di germano longo fra i tanti, tantissimi presepi italiani, c’è un evento che suona un po’ come una sorta di riassunto: si chiama “100 Presepi, un trionfo d’artigianato”, e da 39 anni a questa parte rappresenta un’esposizione internazionale di usanze, tradizioni e culture. Evento per eccellenza del Natale romano,

nasce alla metà degli anni Settanta, quando la tradizione del presepe rischiava di perdersi, soppiantata dalla moda dell’albero di Natale, vanta l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il patrocinio della Conferenza Episcopale Italiana, del Pontificium Consilium de Cultura, del Senato e della Camera, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,


Tradizioni e curiosità che in Italia ha radici antiche nel tempo diventate opere di raffinato artigianato. Ma occhi puntati soprattutto su un evento che ogni anno, da quasi mezzo secolo, accende l’atmosfera nel centro di Roma della Regione Lazio, di Roma Capitale e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Ma apprezzamenti a parte, l’evento sopravvive unicamente grazie al piccolo biglietto di ingresso e all’impegno dei volontari, che ogni anno riescono a radunare centinaia di presepi diversi. In scena fino al 6 gennaio prossimo presso le “Sale del Bramante” di Piazza del Popolo, a Roma, l’evento raccoglie ed espone 212 presepi, opere di artisti e artigiani, collezionisti e amatori, di cui 130 provenienti da 14 regioni italiane e 82 giunti da 42 paesi diversi, fra cui Armenia, Nepal, Persia, Cina, Taiwan,

Giappone, Iraq, Kazakistan e Turchia. Opere di straordinario talento artigianale, realizzate con tecniche che rispecchiano le tradizioni dei luoghi di provenienza e utilizzano i mate-

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speciale natale/4 in cucina

I piatti per

Cosa presentare in tavola nel corso dei cenoni di Natale

le Feste S

di Marianna Pilato

e siete alla ricerca di spunti e idee originali in merito ai piatti da portare a tavola durante le cene di Natale con i parenti, noi di Andco Magazine vogliamo fornirvi alcuni consigli in proposito. Per prima cosa, rimane valida in ogni caso la regola che il menÚ di Natale debba essere studiato scrupolosamente, dal finger food veloce per l’aperitivo al dolce sfizioso che deve accompagnare il brindisi di mezzanotte.

26| dic. ’14/gen. ‘15


di veramente nuovo, per l’antipasto puntate sulle millefoglie alle mele verdi e tartare di salmone oppure sulle cozze con salsa allo zafferano, per i primi piatti sulle linguine agli scampi con zucchine aromatiche o sugli spaghetti al nero di seppia, per i secondi sugli involtini di mare con gamberi e coda di rospo e per i dolci su un Mont Blanc al bicchiere o su una cupcake al cioccolato e top nevoso. Se infine siete intenzionati a passare il minimo indispensabile delle Feste in cucina, ciò che fa al caso vostro potrebbe essere un antipasto a base di spiedini di scampi al lardo e paprika o delle capesante saltate con salsa leggera di zafferano. Possono essere preparati altrettanto velocemente degli spaghetti alle vongole al profumo di limone ed erbe aromatiche o una zuppa di pesce semplice, a cui potrebbero seguire dei gustosi gamberoni al forno oppure un’orata al forno con olive e crumble di mandorle. Per finire in bellezza, farete un’ottima figura ugualmente presentando dei datteri ripieni al mascarpone oppure degli alchechengi al cioccolato brinati. Non ci resta che augurarvi buon appetito! 7

Grafica: Miriam Aprile, Elementica. Fotografie: Enrico Telloli

Inoltre, poiché le esigenze di coloro che devono mettersi ai fornelli non sono sempre le stesse (c’è chi ama cucinare e può dedicare anche ore alla preparazione dei piatti, e chi invece non ha tempo e vuole realizzare solo delle prelibatezze semplici), abbiamo pensato di proporvi tre menù differenti in vista della Vigilia. Partendo dal presupposto che il cenone del 24 dicembre debba essere per tradizione a base di pesce, per chi preferisce non avventurarsi in ricette troppo particolari e rimanere sul classico, come antipasto per cominciare nel migliore dei modi la serata possono andar bene delle capesante gratinate al forno oppure delle tartine con mousse di salmone affumicato, mentre come primi piatti dei tagliolini all’astice o dei ravioli ripieni al salmone con erbette aromatiche. Si prosegue con le portate di pesce vere e proprie, che possono consistere in un branzino al sale o in calamari ripieni con pomodorini secchi e olive, per concludere poi con dei dolci raffinati come il muffin allo zenzero con fiori di Natale o con un tiramisù alle fragole in bicchiere. Se, al contrario, il vostro obiettivo è far assaggiare agli invitati qualcosa

Immerso nella splendida cornice del Castello di Gambolò, il Ristorante al Castello è lo scenario ideale per il tuo giorno di nozze o per le cene più importanti. I prodotti e gli ingredienti che compongono i piatti sono scelti con cura prediligendo quelli freschi, utilizzati con grande maestria dallo chef Carlo. Menu “à la carte” per ogni stagione e una ricca e aggiornata carta dei vini e birre artigianali. L’ambiente raccolto è ideale anche per i pranzi di lavoro. L’ampio giardino può ospitare eleganti buffet o aperitivi speciali. Venite a visitarci!

Ristorante al Castello, Gambolò (PV) Per informazioni e prenotazioni tel. 347.9387427 | 0381.938136 | www.ristorantealcastello.net Chiuso martedì e mercoledì


speciale natale/5 Le chiese più strane del mondo

PREGARE

È UN PO’ SOFFRIRE

Piccolo giro del mondo fra le chiese più curiose e strane del pianeta: da quelle che sembrano fatte di Lego a quelle autostradali, per finire con quella in cui l’unico imperativo è stare in silenzio di germano longo

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U

na delle poche certezze che ci restavano, in questi anni strani che rimettono in gioco perfino le tradizioni, era legata al Natale. Nell’ordine: albero, regali e per finire puntatina in Chiesa, perché almeno il 25 dicembre non ci sono scuse che tengano. Ma scava scava, si scopre che la faccenda non è neanche così scontata, se si guarda cosa succede in altre parti di questo pianeta

curioso. Ad esempio che esistono chiese, qua e là, strane, curiose e pazze, in qualche caso, dove la veglia di Natale può diventare un supplizio di quelli veri. Si può iniziare la breve carrellata con la Autobahn Church Siegerland che è diventata una delle curiosità dell’autostrada Colonia-Francoforte, in Germania. Proprio lì, fra fast-food, gommisti e odore di gasolio, qualcuno ha pensato fosse giusto dare ristoro anche allo spirito dei pecca-


chiunque, di qualsiasi credo, può accedere: l’importante è che lo faccia in silenzio, rispettando tre soli imperativi: vietato dormire, masticare chewing-gum e cellulari. E anche in altre parti del mondo non stanno meglio. A pochi isolati dalla White House, a Washington sorgeva una chiesa abbandonata e lasciata al degrado, risorta a nuova vita grazie all’intervento di

tori in trasferta, realizzando una curiosa struttura fatta di lastre d’acciaio tagliate con stampante 3D. E va bene il minimalismo, come va bene accettare l’idea che in chiesa caldo non fa mai, ma la chiesetta che sorge nelle campagne di Limburg, in Belgio, sembra prendere il tutto un po’ troppo alla lettera: ispirata al concetto di “reading between the lines”, ovvero che la chiesa deve aprirsi al mondo e al paesaggio, è stata messa insieme assemblando duemila lastre d’acciaio, disposte a pochi centimetri una dell’altra. Il risultato sem-

bra centrato, ma il raffreddore anche. E che dire della Chiesa del silenzio di Helsinki, un luogo di culto multireligioso in legno massiccio e isolanti acustici interni dove

Alex Brewer, giovane artista americano che armato di vernici l’ha trasformata in un edificio caleidoscopico che da allora attira oltre 70.000 visitatori all’anno. Per finire con la più strana di tutte: la Legioblock creata da due designer olandesi nel centro di Enschede. Moduli componibili in calcestruzzo, quelli utilizzati per i capannoni industriali, dipinti come fossero i celebri mattoncini del Lego. 7

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speciale natale/6

A NATALE SORPRENDI CHI AMI CON UN REGALO ORIGINALE Il Natale è la festa della gioia e della serenità, è l’occasione per scaldare i cuori delle persone che amiamo. Attraverso piccoli regali o semplici gesti riusciamo a donare felicità a chi fa parte della nostra vita di anna mollo 30| dic. ’14/gen. ‘15


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pesso, però, è difficile trovare il dono giusto e il rischio di ripetersi o di risultare banali è dietro l’angolo. Siamo costretti ad una ricerca lunga per negozi, accompagnati dalla speranza di stupire i nostri destinatari. Nonostante crediamo di conoscere a fondo la persona a cui è indirizzato il regalo, risulta complicato incontrare esattamente i gusti di ognuno e il nostro sforzo può essere demolito in pochi secondi. Ecco, allora, dei suggerimenti in grado di aiutarci nella spasmodica ricerca del fantastico oggetto dei desideri. Alcune idee potrebbero rivelarsi davvero interessanti. Perché non stimolare la creatività (almeno una volta all’anno?). I regali preparati

con le proprie mani hanno un valore unico ed inimitabile. Ad esempio per i più piccini un’idea potrebbe essere quella di confezionare dei giochi in stoffa o produrre simpatici oggetti in legno, dal puzzle alla macchinina, dal gioco da tavola alle scatole riponioggetti. Da destinare al fidanzato, al compagno di una vita, all’amica o ai genitori è, invece, la foto digitale stampata su tela; si tratta di un regalo che resta per sempre, che emoziona e che può trasformarsi facilmente in un colorato oggetto di design. 5

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Per le ragazze romantiche che non rinunciano alla praticità un’idea originale è il cofanetto vintage carillon; praticamente un tenero carillon racchiuso in una scatola di latta, il suo meccanismo si attiva nel momento in cui il coperchio viene sollevato ed è con quel gesto che si scopre la vera sorpresa: il carillon custodisce al suo interno uno scrigno ricco di prodotti di bellezza utili per la cura della persona e per chi vuole dare un tocco di magia al proprio volto. Restando in tema di estetica, la variante per gli appassionati del collezionismo, è quella delle saponette decorate e intagliate a mano che sprigionano profumi che ricordano l’infanzia come latte e biscotti o che riappacificano i sensi come la più comune lavanda. Ma non dobbiamo certo trascurare gli amici della tecnologia ai quali è rivolta un’idea ovviamente innovativa come la fotocamera a marchio Samsung dotata di un doppio display, quello sul fronte rigo-

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rosamente touch e quello sul retro. Se volete stupire all’ennesima potenza la persona che amate non vi resta che pensare al viaggio dei sogni, alla meta in grado di donarvi il benessere di corpo e spirito; per i più pigri, che amano rilassarsi, l’opzione è una tre giorni di intenso relax: ideale un pacchetto benessere completo di massaggi. Per il momento pare che l’universo femminile prediliga ancora la categoria dell’abbigliamento. Per le spese natalizie 2014 si attesta in pole position l’acquisto di pigiami e maglioni, da destinare ai propri compagni o mariti, seguiti dall’intimo. Resta sempre più trafficata la strada della tecnologia: netebook e smartphone ultramoderni sono un bocconcino appetitoso soprattutto per i maschietti. A proposito di uomini, come trascurare l’altra grande passione che è quella per il gioco del calcio? Non passano mai di moda le sciarpe della squadra del cuore (in periodo prenatalizio gli acquisti di tali articoli sfiorano il 35 per cento) e per chi ha un cuore davvero sportivo riscuotono successo anche tute e calzettoni da calcetto, utili per la partitella tra amici. 7


il giornale ASD Marcellini ione g A t S 14/15

lA StoRiA I Marcellini nascono nel 2003 iniziando dalla competizione estiva del mundialito svoltasi a Garlasco, ottenendo un onesto ed inaspettato quarto posto. Il nome Marcellini è nato da tre amici: Miki, Pier e Max, che invogliati dal fair play (il mitico terzo tempo) ne presero spunto per trascorrere delle ore in compagnia ed allontanarsi dalla ruotine famigliare.

I 3 fondatori: Miki, Pier e Max

i PRiMi PASSi

«StARe ASSieMe PeR DiveRtiRSi!!!» Con la consapevolezza dei traguardi raggiunti e la passione che continua ad accomunare i Marcellini, la Società si è separata dal Pavia, costituendo la ASD Marcellini. Una squadra in crescita che, nonostante le sconfitte subite in campo, regalerà ancora tante tante emozioni. www.mpmmarcellinicalcioa5.jimdo.com

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gli obiettivi Nelle tre stagioni che seguirono, i successi furono molti e i Marcellini navigarono nelle posizioni di media e alta classifica così, nel 2008/2009 la squadra, sempre più consapevole delle proprie capacità, decise di rinnovare la “rosa dei giocatori”, ottenendo il 2° posto nel Campionato svizzero. Nell’anno successivo e soprattutto nella stagione

2010/2011, un crescendo di emozioni e vittorie che portarono i Marcellini al 1° posto nel Campionato di serie A e l’accesso alla Champions League. Seguono altri successi e nella stagione 2012/2013, in occasione del 10° anno della Mpm, la società fa la fusione col Pavia calcio a 5 che milita in C1: partecipa al Campionato di serie D Lombardia FIGC e vince.

I Marcellini iniziano la loro avventura nei campionati provinciali amatoriali del calcio a 5, partendo dal campionato Libertas, edizione 2003/2004, in cui hanno ottenuto pochi risultati favorevoli in campo ma tanti nel mitico terzo tempo. Con l’estate arriva un magnifico secondo posto in un torneo serale a sette a Travaco’ Siccomario ed un primo posto al torneo serale ”CAFFE al 26” superando ogni aspettativa. Fu proprio in quella circostanza che la squadra si rese conto che avrebbe potuto ripetere l’esperienza vissuta,riscrivendosi al campionato 2004/2005 e ottenendo un discreto ottavo posto.

Marcellini stagione 2003


calendario pirelli 2015

THE SEX AND “THE CAL” 34| dic. ’14/gen. ‘15


A

lzi la mano chi l’ha mai guardato per sbirciare ponti e festività, o annotare sopra la visita importante dal dottore e la scadenza per il pagamento delle spese di condominio. “The Cal”, com’è ormai conosciuto il “Calendario Pirelli”, è riuscito in un’operazione che sembrava difficile e invece ha dato il via a un’autentica fenomenologia dei calendari, dove in mezzo per lungo tempo si sono sistemati quelli più spinti e altri casti: superare l’idea di giorni e mesi, che peraltro ci sono, ma a volte sono addirittura illegibili perché tanto non ne importa niente a nessuno, per diventare una sorta di testimonianza del costume e della bellezza scandita dal tempo, ma anche un’icona, un feticcio e un palcoscenico per generazioni di modelle a cui è bastato

uno scatto per assurgere a gloria eterna. Un esempio fra i più noti è quello di Naomi Campbell, che a 16 anni appena sale a bordo dell’edizione 1987 e da lì costruisce una carriera infinita. Ma quando l’interesse si è placato, lasciando invendute migliaia di copie degli altri calendari, a conservare la gloria ne è rimasto solo uno: il Pirelli, “The Cal”, straordinario veicolo che da solo ha saputo traslocare l’identità un marchio di pneumatici verso concetti come lusso e lifestyle, a pensarci quanto di più difficile ci possa essere, anche per un mago del marketing. 5

Quarantadue edizioni e 50 anni di storia per un autentico feticcio, icona di glamour ed erotismo raffinato: il più celebre fra i calendari torna a far parlare il mondo grazie alla svolta

fetish impressa da Steven Maisel, l’autore delle fotografie, e la presenza di una modella tanto bella quanto in carne di germano Longo dic. ‘14/gen. ‘15 |35


Si dice che non esista fotografo al mondo che non vorrebbe realizzarne un’edizione, e si mormora anche, per restare nelle voci di corridoio, che ogni anno - a Buckingham Palace - i principi di ogni ordine e grado ne ricevano copie di cui vanno gelosissimi, come si racconta che i Beatles mandassero ogni anno uno dei loro autisti a ritirane quattro copie, per evitare di litigare almeno su quello. Battuto all’asta da Christie’s, conservato alla “Tate Gallery”, valutato dalle compagnie di assicurazione al pari delle opere d’arte, “The Cal” nasce a Londra nel 1964, nel pieno del periodo in cui la capitale inglese è per tutti la “Swinging London”. Va avanti dieci anni, creando un

mito con pochissime copie stampate, inviate a personaggi che contano e mai venduto, poi si ferma per altri dieci, si dice per la crisi energetica che negli anni Settanta fa vacillare anche

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“Calendar Girls 2015” Gennaio Adriana Lima Febbraio Natalia Vodianova Marzo Joan Smalls Aprile Candice Huffine Maggio Carolyn Murphy Giugno Anna Ewers Luglio Cameron Russell Agosto Sasha Luss Settembre Kaern Elson Ottobre isabeli Fontana

non farlo scendere più. Il “Pirelli” diventa un feticcio erotico che sdogana l’arte sul seno nudo, e che seno, scorrendo i nomi delle bellezze da tachicardia che nel tempo hanno sfilato il reggiseno, mai volgare, sospeso in una bolla di erotismo sofisticato e molto glamour che grazie all’idea di essere non facile da trovare, taglia fuori le cabine dei camion e i muri delle officine. Per l’edizione del cinquantesimo anniversario, presentata all’HangarBicocca di Milano in una serata ad alta densità di volti noti, è stato voluto il nome di Steven Meisel, nome di punta di “Vogue” e artista

Novembre Gigi Hadid Dicembre Raquel Zimmermann

Pirelli, anche se qualcuno arriva a ipotizzare lo zampino del Vaticano. Non ci sono certezze: l’unica è legata al ritorno, datato metà anni Ottanta, quando l’edonismo dell’ultimo decennio ricco e fortunato che si ricordi riporta sulla vetta “The Cal”, per

della reflex un po’ schivo, malgrado sia piuttosto abituato al mondo del fashion. Meisel ha chiesto e ottenuto cinque giorni di lavoro agli “Highline Stages”, i suoi studi di New York, per l’occasione blindatissimi, dove ha raccolto le modelle affidando a ognuna un ruolo e un’ambientazione che si rifà a precisi stereotipi


di modelli estetici femminili: le eroine del cinema, le icone della pubblicità, la trasgressività della moda, tutto virato in chiave fetish, con richiami evidenti a miti sexy come Brigitte Bardot, Jerry Hall e Raquel Welch, ma anche cowgirl, pin-up e marinarette per nulla innocenti, anzi. Ribattezzato “Calendar Girls 2015”, il Pirelli ha radunato dodici bellezze, molte delle quali emergenti e di cui sentiremo parlare a lungo, con una sorpresa che

mescola le carte: Candice Huffine. La burrosa modella diventata emblema della tendenza “curvy”, quella che in qualche modo recita: si può essere belle anche con qualche kg in più. Lo dimostra lei, che su un metro e ottanta di altezza non ha problemi a portare a spasso 90 kg di peso e una quinta di reggiseno. Quarantadue edizioni, di cui 26 a colori e quattro in bianco e nero, in cui Meisel è l’ultimo di una schiera formata da 33 fotografi di grido che spesso hanno portato il loro stile su più edizioni: da Terecnce Donovan, il primo, a Herb Ritts, Richard Avedon, Peter Lindbergh, Bruce Weber, Mario Testino, Steve McCurry, Helmut Newton e Annie Leibovitz, giusto per citarne qualcuno. Lo stesso dicasi per le location, sempre da sogno, con 17 edizioni ambientate in Europa, 11 negli Stati Uniti, 5 in Africa, 4 ai Caraibi, 3 in Brasile e una in Cina. Per finire in bellezza con i nomi delle protagoniste che si sono alternate in cinquant’anni: Isabeli Fontana, Adriana Lima, Karolina Kurkova, Kate Moss, Gisele Bundchen, Helena Christensen, Miranda Kerr, Eva Herzigova, Laetitia Casta, Alessandra Ambrosio, Penelope Cruz, Ines Sastre, Naomi Watts, Monica Bellucci, Sienna Miller, Julianne Moore, Eva Riccobono, Cindy Crawford, Milla Jovovic ed Heidi Klum. L’elenco potrebbe continuare, ma questioni di tachicardia suggeriscono che è meglio piantarla qui. Chi non ne avesse a sufficienza può comunque approfittare della mostra ospitata al “ Pa l a z zo Reale” di Milano dal 21 novembre al prossimo 22 febbraio: “Forma e desiderio, The Cal: collezione Pirelli”. Una carrellata di scatti che partono dagli esordi, alla metà degli anni Sessanta, e arrivano ad oggi, normalmente conservati nell’archivio Pirelli. Un consiglio: meglio portarsi dietro un flaconcino di collirio. 7 dic. ‘14/gen. ‘15 |37


Lifestyle I Blow-dry bar

Piega e mojito

please In America impazzano, da noi iniziano ad arrivare: sono cocktail bar dove poter fare una piega velocissima, o parrucchieri che offrono un servizio in piĂš, dipende da che lato si guarda questa storia di germano longo 38| dic. ’14/gen. ‘15


No cuts, no color: just wash, blow and go”. Al cambio attuale suona più o meno come “niente tagli e niente colorazioni, solo una lavata, una piega e via”, ed è il grido di battaglia dei “Blow-dry bar”, fenomeno che negli Stati Uniti sta raggiungendo gradi di popolarità impensabili. Tutto nasce per accontentare quel nemico implacabile dei nostri tempi chiamato fretta, che toglie tempo prezioso ad ogni cosa, compreso uno dei capitoli che più di ogni altro è in grado di minare l’ego di una donna: i capelli a posto e in ordine. Così, a qualcuno in America, è venuto in mente di aprire negozi dove tagli, tinte, colpi di sole, forbici, bigodini e trattamenti che richiedono ore sono bandi-

per cominciare può ordinare un cocktail o una flute di bianco frizzante, da sorseggiare nella mezzora del trattamento: non un minuto di più. Ma non si potrebbe parlare di successo, se fra i primi a sposare la nuova filosofia di “styling express” non fossero stati i Vip, quelli ricchi e famosi, che si pensa abbiano tutto il tempo che vogliono per dedicarsi a diventare più sani e più belli, e invece - pensa un po’ - risparmiano anche sui minuti. I primi esempi di Blow-dry Bar nascono a New York e sconfinano poco tempo dopo a Washington, per poi cambiare sponda atterrando direttamente in California, sulla West Coast, fra le colline di Hollywood e quelle di Beverly Hills, mentre oggi sono comuni e diffusissimi in tutti i 50 stati. Edopo aver concluso degli

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Golose colazioni!

Piccola cucina con piatti caldi e freddi!

Happy hour & Drinks!

ti. Chi entra lì ha i minuti contati e chiede solo uno shampoo con piega, che dev’essere tanto rapida quanto perfetta. Sì, perché uno dei requisiti è che la velocità non sia sintomo di poca cura, anzi, di grande professionalità, dettaglio da unire al principio dell’accoglienza: chi entra nei Blow-dry Bar, tanto

States, è iniziato il processo di colonizzazione degli altri continenti: Inghilterra, in primis, seguita a ruota dai tutti gli altri, Italia compresa, dove i primi bar con piega saggiano il terreno sotto forma di temporary store, tanto per vedere se l’idea della velocità attecchisce anche sulle madame di casa nostra. 7

GIOVEDI’ SERA MUSICA DAL VIVO!!!

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Via Emilia, 200 Voghera (PV) Tel. 324 5810596 Orari: Lun/Ven: dalle h7:00 alle h3:00 di notte Sabato: dalle h8:00 alle h3:00 di notte Domenica: dalle h18:00 alle h3:00 di notte


food

VEGAN REVOLUTION (IN MY KITCHEN) L

a parola è “Vegetariano”, ma senza la parte centrale. Vegano è la parola, Vegan per il resto del mondo. Ed è proprio il caso di familiarizzare con questa parola, dato che circa 360 mila italiani hanno fatto questa scelta di vita (dato Eurispes 2014), e si stima che a livello mondiale il numero tocchi il miliardo.

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di Raffaele Giuria raffaele.giuria@gmail.com

Di scelta di vita si parla, sì, perché essere vegan si riflette nel gesto più significativo e politico che si possa fare: acquistare. Chi è vegan non compra, né consuma o produce, prodotti animali o che derivino da essi. Li evita, semplicemente. L’ambito in cui si riflette maggiormente questo nuovo sentire, però, è forse quello alimentare. “Ma quindi cosa mangi?” è la domanda che un


ne a P

tteria

Dolc&e Salato I piatti rappresentati sono tutti orgogliosamente vegan e hanno reso felici molti animali

vegan si sente più spesso fare. L’elenco sarebbe infito, è una domanda a cui non si può rispondere, figlia di un pensiero e di un’abitudine radicati in secoli di consumo di carne animale sulla propria tavola. La ristorazione ha subìto, pur nell’instabilità economica, una vera e propria rivoluzione: un grande numero di ristoranti e pizzerie adeguano il proprio menu, mirando ben al di sopra del classico contorno di verdure

grigliate e pizze rosse, osando e sperimentando con ciò che di vegetale c’è, elaborandolo in seitan, usando la soia in tutte le sue infinite derivazioni, inventando ripieni e sughi per la pasta della nostra tradizionale cucina, togliendo lo strutto, il burro e le uova dai dolci. C’è chi, invece, già vegano o sulla strada per esserlo, l’ha fatto per necessità etica, senza necessariamente voler rincorrere una nuova fetta di clienti, magari aprendo a un passo da casa vostra o in un insospettabile paesello in collina (scaricatevi l’app HappyCow, o visitatene il sito, localizzate la vostra posizione e sorprendetevi). La rivoluzione è solo iniziata... 7

vegana

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ARTE Street Art 3D

Knocking’ on the Heaven’s Door Lo cantava nel 1973 Bob Dylan, ed un manipolo di artisti da strada ha trovato il modo di “bussare alle porte del paradiso”. Qualcuno gli ha aperto, mostrando mondi, crepacci, orridi e, appunto, paradisi di germano longo 42| dic. ’14/gen. ‘15


L

’anima deve per forza avere da qualche parte una bilancia, che decide da che lato pendere e quale invece è da evitare. Una sorta di sesto senso impastato con le pagine del destino che sceglie e mostra la stella da seguire, la seconda a destra, a volte. La bilancia di Kurt Wenner, probabilmente si è battuta fino a non poterne più, per trovare l’equilibrio perfetto da dedicare ai due piatti: nel primo l’architettura, passione ma anche titolo di studio, sull’altro l’arte, passione e basta, ma così forte da controbattere colpo su colpo all’idea di una vita più inquadrata e tranquilla, come quella di un architetto. Anni dopo, un punto d’incontro fra le due cose, la bilancia di Kurt - nativo del Michigan ma cresciuto in California - lo trova nientemeno alla Nasa, la celebre agenzia spaziale americana, che lo assume per creare paesaggi e ambientazioni extraterrestri utili ai simulatori dove gli astronauti si allenano a ciò che vivranno lassù. Ma nel 1982, il piatto della bilancia di Kurt dove alberga l’arte scatta in area, dribbla difesa e portiere, e va in rete, senza lasciare scampo a Wenner, che molla tutto e corre in Italia per studiare arte, alla faccia dei paesaggi alieni. Nulla di grave, era soltanto arrivato il momento di dare retta all’altro piatto della bilancia, pena vivere un’esistenza fatta di rimpianti e rammarichi. Pessimi compagni di viaggio, da sempre. In Italia sono i “madonnari” a colpire la sua fantasia, artisti di strada che replicano sui marciapiedi per lo più quadri celebri e paesaggi da cartolina per turisti. Kurt ci pensa, poi decide di provarci anche lui, ma mettendo in pratica anche quel che ha imparato negli anni alla Nasa. Si chiama “anamorfismo” ed è una tecnica di illusione ottica sperimentata addirittura nel Rinascimento che consente di proiettare

o disegnare un’opera in modo apparentemente distorto su un piano, per rendere il soggetto visibile solo da una posizione e ad una distanza ben precise. Riuscirci significa ottenere il tipico effetto 3D, e per di più senza bisogno di indossare gli occhialini dei cinema che danno la nausea. Oggi, per essere ancora più chiari, l’anamorfismo è molto usato in pubblicità: le scritte sui campi di calcio o sui circuiti di Formula Uno, ad esempio, sono realizzate in modo da diventare visibili quando sono riprese dalle telecamere che seguono l’incontro. Insomma, nulla di nuovo sul marciapiede, visto che ci sono indizi che portano al solito Leonardo Da Vinci, anche lui affascinato dall’anamorfismo, e come sempre ben prima dell’arrivo delle telecamere. Ma unita alla sapienza dei madonnari, la tecnica nelle mani di Kurt si trasforma in una nuova forma di arte da strada, un’evoluzione ribattezzata “Pavement Art”, di cui Wenner diventa il capofila. Da lì, è partita una pacifica invasione di spazi metropolitani, che artisti sempre più abili e capaci hanno iniziato a trasformare in opere destinare a scomparire sotto i pneumatici delle auto, le suole delle scarpe o soltanto la pioggia. Interi marciapiedi che si spalancano su voragini senza fine, o mostrano vulcani sul punto di eruttare, squarci su mondi fatti di verde intenso e animali bellissimi, inferni che bruciano e paradisi che risplendono: uni-

versi paralleli che sembrano vivere appena sotto l’asfalto, incuranti di quel che succede sopra di loro, perché molto meno interessante. L’effetto è straordinario, a dir poco, e basta dare un’occhiata alle foto di queste pagine per capirlo. Dopo Wenner, sulla ribalta si sono affacciati altri nomi: Toni Ortiz, spagnolo che partendo dai fumetti si è specializzato nella “cubiart” in 3D, Julian Beever, inglese soprannominato “Pavement Picasso”, Leon Kerr, olandese di Utrecht, e per finire Edgar Mueller, tedesco, il primo ad aver realizzato un dipinto in 3D che cambia addirittura fisionomia fra giorno e notte. E qualche impresa è già passata alla storia: per parecchio tempo, il titolo di opera Street Art 3D più estesa del mondo è andata di diritto ad un disegno largo 892 metri quadri realizzato in Cina. Ma siccome si fa sempre in tempo a migliorare, da poco una coppia di artisti ha superato il limite dei 1.160 metri quadri a Canary Wharf, il quartiere degli affari di Londra. 7

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fashion tendenza

Capodanno trendy e low cost Consigli per scegliere un look accattivante per l’ultimo dell’anno senza spendere una fortuna di Marianna Pilato

P

er le donne ancora indecise su cosa indossare nel corso della fatidica notte di Capodanno, vogliamo proporvi degli outfit all’ultimo grido ma allo stesso tempo economici proposti dai brand delle maggiori catene commerciali. Sulle passerelle sono stati notati tanti abiti lunghi, da principessa, che però sono anche un vero e proprio investimento e spesso si finisce per portarli solo poche volte perché non molto pratici. Meglio quindi puntare sugli abitini da cocktail, oltre le ginocchia o più corti, che donano un aspetto altrettanto elegante. Zara, per esempio, ha deciso di ripropor-

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re per l’occasione l’intramontabile little black dress, reso però più particolare dall’applicazione di ruches o da scollature che mettono in risalto la schiena. I vestiti ultra attillati ricoperti da paillettes sono il pezzo forte della nuova collezione per le feste di H & M, insieme a abiti


con inserti di pizzo in cristalli trasparenti e texture con maniche a pois. Magnifico anche l’abito lungo con fantasia a stelle, adatto per passare una notte da vera diva. Lo stile charleston con frange, dettagli dorati o argentati e piccole frange che svelano le gambe caratterizza la linea di Bershka. Il velluto poi è il protagonista dei vestiti di American Apparel, resi più sexy anche in questo caso da trasparenze e tagli che lasciano la schiena scoperta. Tessuti leggeri e essenziali costituiscono gli abiti da sera di Stradivarius, inframmezzati al massimo da alcuni inserti in pizzo o da lunghe frange che danno il senso del movimento. Per coloro che proprio non vogliono rinunciare al lungo, invece, lo spagnolo Mango cerca di battere la concorrenza offrendo alla sua clientela abiti lunghi da gran galà ma a prezzo modico, illuminati dal glitter o arricchiti da frange decorative. Ad ogni modo, sebbene le applicazioni luminose siano considerate molto trendy, è consigliabile non esagerare per non apparire troppo vistose: la strategia è abbinare un capo o un accessorio di questo genere a altri articoli di abbigliamento più classici. I giochi di colore che saranno probabilmente molto gettonati nel periodo festivo sono il contrasto blu-oro (a dispetto del classico blu-argento), oppure il rosa cipria abbinato al bianco. Sono stupendi e altrettanto comodi, d’al-

tra parte, i completi tipo “tuta” resi ideali per le feste poiché composti anch’essi da materiali glitterati o con paillettes. Blugirl ne ha ideato uno magnifico in rosa, che è stato subito imitato da vari marchi più accessibili. Che dire poi della versione smoking femminile di Saint Laurent molto apprezzato dal pubblico presente alla sua sfilata? Per ricreare lo stesso effetto basta poco: bisogna semplicemente procurarsi una camicia bianca, un fiocco, un gilet e un capospalla rigorosamente neri e il gioco è fatto. Come capospalla, infine, l’ideale è una bella pel-

liccia ecologica colorata: nei negozi Primadonna è possibile trovarle a un costo davvero ridotto in blu e addirittura in giallo acceso per coloro che sono intenzionate a stupire anche il 31 dicembre. 7


Beauty

IL SEGRETO DELL’ETERNA GIOVINEZZA

ESISTE

Paura di invecchiare? Certo che sì!Questo timore è sempre più incombente e non coinvolge solo l’universo femminile; anche gli uomini negli ultimi tempi ricorrono a rimedi contro il decadimento fisico e morale

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I

l pensiero fisso è quello di non essere più come una volta. La comparsa del primo capello bianco o della prima rughetta sul volto, conducono l’uomo (ancor più della donna) ad uno stato di semi-abbandono! Cosa fare per uscire da questa assurda condizione? Si da inizio ad un gioco dove l’unica regola vigente è b-l-u-f-f-ar-e! Alla soglia dei quarant’anni scatta l’ora “X”, l’ora di cacciare l’asso dalla manica. Questa carta porta il nome di “ritocchino”. L’ansia del nuovo maschio ha prodotto una corsa disperata all’aiuto estetico. Sempre più uomini finiscono nelle sapienti mani del chirurgo. Filler, trattamenti addominali,depilazione definitiva, biostimolazione, sono solo

di anna mollo alcune delle richieste avanzate dai pazienti di sesso maschile. Ad oggi il ritocco preferito resta il botox: le punturine che danno nuova luce e giovinezza al volto. Per le donne la classifica subisce una variazione. La top five è: filler, botox, eliminazione delle macchie scure su volto e corpo, asportazione delle adiposità e depilazione. Da un lato la pillola blu per combattere l’impotenza maschile, dall’altro bisturi e trucchi permanenti per dare nuova linfa al volto femminile. E’ una gara a chi ringiovanisce di più. In realtà la vera “fonte di eterna giovinezza”


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_Implantologia _Chirurgia _Protesi sono gli ormoni. Con l’avanzare degli anni il nostro sistema ormonale “impazzisce” subendo delle alterazioni che possono determinare l’invecchiamento. Esiste, però, una sostanza prodotta naturalmente dal nostro organismo che si chiama GABA. GABA sta per Acido Gamma Aminobutirrico. Questo elemento si fa carico di funzioni essenziali, che permettono al corpo di svolgere i suoi compiti al meglio. Fa parte del sistema

inibitorio, presente nella materia grigia, ed ha la funzione di monitorare e gestire l’azione di adrenalina, noradrenalina e dopamina. Dunque,

_Ortodonzia _Ortodonzia invisibile _Pedodonzia _Estetica

/ opera agendo come calmante nelle condizioni di stress. Quando vengono riscontrati nei soggetti interessati dei disturbi disfunzionali è indispensabile incrementare la concentrazione di GABA, che aiuta ad equilibrare i cicli del sonno e il sistema nervoso. Studi medici confermano che con l’invecchiamento c’è una carenza di questo ormone pertanto va reintegrato nell’organismo. Pare che l’assunzione costante di integratori di GABA rallenti il processo di disintegrazione riducendo gli effetti dell’invecchiamento. Questi ormoni permettono di vivere meglio e con più serenità. Ecco, allora, svelato il segreto di una pelle giovane e tonica. Non sempre è necessario sottoporsi a sedute di micro chirurgia estetica perché è proprio il nostro corpo a lavorare per noi! 7

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NAUTICA Volvo Ocean Race

IN DIRETTA D

ifficile definirlo un giretto in barca, tanto per accontentare gli sponsor e sorridere in favore delle telecamere: la “Volvo Ocean Race” è una roba per gente tosta, che al mare dà del tu, talmente lo conosce bene. Si tratta di una regata off-shore intorno al mondo che in otto mesi attraversa un percorso fatto da 38.739 miglia marine divise in nove tappe. Mica cotiche. Nasce dalle ceneri di un altro classico, la “Whitbread Round the World Race”, competizione a cadenza triennale creata nel 1972 dall’incontro fra la Whitbread e la British Royal Naval Sailing Association, i primi due sponsor di un’impresa che sulla carta si annunciava epica, a cui presero parte 17 imbarcazioni e 167 uomini capaci di coprire 27.500 miglia, ovvero qualcosa come 50.000 km terrestri. Da quel momento si crea il mito di una gara in mare fra le più dure e serrate, che in un paio di occasioni ha avuto il suo tributo di vite umane. Quanto basta per assicurare una copertura mediatica di prim’ordine, assicurata dalla presenza a bordo di ogni imbarcazione di un “on-board reporter” che l’ha trasformata in qualcosa di epico riservato a supereroi, più che uomini. Non basta la forza fisica per farcela: servono resistenza psicologica, tattica e spirito di gruppo.

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È in pieno svolgimento la più dura, epica e massacrante regata velistica del mondo: 38.739 miglia da percorrere in otto mesi di navigazione,. Fra i mari più pericolosi del pianeta di germano longo


NEL VENTO Nel 2006 Volvo, ben conosciuto costruttore svedese, acquista i diritti della competizione trasformandola nella veste attuale, “Volvo Ocean Race”. Nel tempo il percorso è stato variato più volte, anche se ha mantenuto la formula tradizionale: partenza nel mese di ottobre dall’Europa, miglia a mai finire, almeno nove tappe diverse e tutti i mari del mondo, con i loro dispetti. Tanto per capirci, l’edizione 2011 prevedeva 39.000 miglia marine: una sgambata in mare che ha richiesto nove mesi di navigazione. Quest’anno gli equipaggi al via, l’11 ottobre scorso, erano sette: il “Team Vestas Wind” danese, il “Team SCA” svedese, l’”Abu Dhabi Ocean Racing” degli Emirati Arabi, il “Dongfeng Race Team” cinese, il “Team Brunel” olandese, il “Team Alvimedica” cino-americano e il “Team Mapfre” spagnolo. Davanti a loro otto mesi di navigazione sui mari più difficili del pianeta toccando undici stati, cinque continenti e quattro oceani: da

Alicante, ancora una volta punto di partenza, a Cape Town, in Sudafrica, quindi su verso Abu Dhabi (UAE), Sanya (Cina), Auckland (Nuova Zelanda, Itajai (Brasile), Newport (USA), Lisbona (Portogallo), Lorient (Francia), The Hauge (Olanda) e arrivo a Goteborg

(Svezia), sede centrale del marchio Volvo, previsto per il 27 giugno del 2015. E chi pensa si tratti di una roba per lupi di mare temprati dalla salsedine, gente che fa una vita ben più tosta dai veterinari degli amari televisivi, si stupirà non poco, scoprendo che la squadra svedese del “Team SCA” è composta unicamente da donne: le guida Samantha Davies, già autrice di un giro del mondo in solitaria che l’ha trasformata in leggenda vivente. A proposito: al momento di andare in stampa, il “Team Brunel” ha conquistato la seconda tappa della “Volvo Ocean Race”, con tappa ad Abu Dhabi, battendo di pochissimo i cinesi del “Dongfeng Race Team” dopo 24 giorni di navigazione: tutti passati attraverso i mari incacchiati del Capo di Buona Speranza, l’insidioso Oceano Indiano e la strettoia dello stretto di Hormuz. 7

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Con le mani in pasta i prodotti seguono tradizioni antichissime, mettendo grande cura nella scelta degli ingredienti La Pasta Fresca Savignoni nasce a Voghera nel lontano 1954 e da allora è il punto di riferimento di coloro che prediligono i prodotti genuini, preparati secondo antiche ricette e senza uso di coloranti e conservanti. Negli anni 80, nonostante il periodo di incertezza economica che viveva l’Italia, la famiglia Savignoni decide di fare un importante investimento, cambiando sede e acquistando nuovi macchinari che avrebbero consentito una maggiore produzione di prodotti freschi, per soddisfare la crescente richiesta dei clienti. La consapevolezza che i prodotti giorno dopo giorno dalla clientela, hanno portato al successo che ancora oggi continua ad accompagnare la famiglia Savignoni. Dai

loro primi passi sono trascorsi quasi 70 anni,

sano e genuino che può essere riassunto in una sola parola: tradizione. Proprio come ai tempi in cui l’attività era gestita dai nonni e poi dal papà Ernesto, ancora oggi Alessandro cura con particolare attenzione la scelta delle materie prime, seguendo con scrupolo le normative igieniche durante le fasi di produzione e regalando quel connubio di antica genuinità che i clienti ritrovano ogni giorno sulle loro tavole. Proprio a conferma di questo, nel 2009, il Comune di Voghera ha conferito la De.Co. (Denominazione Comunale) ai prodotti dell’azienda Savignoni. Da quasi cinque anni, Alessandro ha trasferito

la sede dell’attività nel centro storico della città, a pochi passi da Piazza Duomo e quindi facilmente raggiungibile sia a piedi che in auto: prodotti che incontrano il gusto anche dei palati più esigenti ma sempre nel rispetto della tradizione. Chi ancora non conosce Pasta Fresca Savignoni si lasci tentare, il premio è ritrovare intatti i sapori di una volta.

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