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Anno 3 - n. 9 novembre 2009 A
PTVE A Certosa si è discusso del piano Territoriale della Viabilità Extraurbana. Interventi e nuove strade al servizio della gente, rispettando e favorendo il territorio
Un amore così grande.
Tullio Solenghi D lT Dal Trio i a Di Distretto t tt di P Polizia, lii i un mattatore dello spettacolo
Vera o presunta, una love story da favola. George Clooney ed Elisabetta Canalis, belli da morire, riempiono le pagine dei rotocalchi
Il rientro dei capitali Lo scudo fiscale, in prima pagina Jenson Button su quotidiani e TG, sta animando Come un quasi sconosciuto pilota la discussione politica di questo e la Brown, scuderia dal costo di 1 periodo. Un indagine per capirne tutti i risvolti sterlina, hanno conquistato lo
stratosferico vertice della F.1
2° Simposio Provinciale 2 Rappresentanze governative e locali di grande spessore e un pubblico d'eccezzione, hanno decretato il grande successo del cconvegno organizzato da Adverum sulla fiscalità negli enti pubblici >> pg. 14
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SOMMARIO
n.9 - Novembre in primo piano ...
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Tullio Solenghi
Un amore così grande
Sciolto l ill sodalizio d l con Anna Marchesini e Massimo Lopez all’apice del successo, ha frequentato teatro e televisione conservando lo spirito della parodia e confermando le doti di attore eclettico con la recente partecipazione TV, Distretto di Polizia
Chiacchierati, h h criticati, invidiati, d ma sempre al centro dell’attenzione, dalla passerella del Festival del cinema di Roma, immaginiamo il futuro della coppia più bella del mondo George ed Elisabetta
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Il rientro dei capitali
Colesterolo
Per qualcuno un’opportunità per il Paese, per altri una vergogna che avvantaggia gli evasori. Cos’è lo scudo fiscale? Accantoniamo le considerazioni etiche e approfondiamo l’aspetto tecnico. A chi conviene, chi lo può fare, quanto frutterà?
Salute: colesterolo alto, spauracchio di tutti quando l’età inizia a consigliare prudenza. LDL, HDL, quello buono e quello cattivo, cibi consigliati e no. C’è molta confusione, facciamo chiarezza con i consigli di un esperto
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2° Simposio Provinciale
Jenson Button
La fiscalità negli enti pubblici dibattuta grazie a illustri interventi: l’Onorevole Daniele Molgora, il Senatore Michelino Davico, l’Onorevole Angelo Zucchi, il sindaco Alessandro Cattaneo, il consulente del Ministero Maurizio Delfino…
Conosciuto solo dai patiti dell’auto, con la sua altrettanto anonima Brawn, ha detronizzato i grandi della F.1. Chi è Jenson Alexander Lyons Button, campione del mondo della massima espressione dello sport motoristico?
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in questo numero ... Fondo ........................................ a pg. Intervista: Tullio Solenghi ................ a pg. Economia: Lo scudo fiscale .............. a pg. Attualità: 2° Simposio Provinciale ...... a pg. Comune di Retorbido ..................... a pg. Dario Invernizzi: Il PTVE .................. a pg. Comune di Miradolo Terme ............ a pg. Lodi: Madre Cabrini ...................... a pg. Piacenza: San Damiano ................. a pg.
7 8 14 18 22 30 38
Gossip: Clooney + Canalis .............. a pg. Salute: il colesterolo buono ............. a pg. Intervista: Giuseppe Vacarini ............ a pg. Rubriche: Il Consulente ................... a pg. Viaggi: Costa Crociere .................... a pg. Auto: Jenson Button....................... a pg. Libri: i consigli Voltapagina .............. a pg.
46 48 5
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FONDO
Claudio Milani Direttore
Il Crocefisso in aula R
ecentemente una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo ha sancito che il Crocefisso debba lasciare le aule scolastiche. La motivazione cui la Corte fa appello sostiene che la presenza del Crocefisso violerebbe la libertà di religione degli alunni. Nella sentenza si legge che la presenza del Crocefisso, che “non può non essere notata”, “potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso” e gli stessi “Avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione”. La sentenza prosegue affermando che “potrebbe essere incoraggiante per gli studenti religiosi, ma fastidioso per i ragazzi che praticano altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze religiose o sono atei”. Il Governo italiano ha immediatamente annunciato ricorso alla sentenza della Corte, ma nel caso non venisse accolto, il dettato, tra tre mesi, diverrà legge. La vicenda ha preso avvio da un esposto avanzato da Soile Lauti Albertin, cittadina italiana di origini finlandesi che, nel 2002 chiese all’Istituto comprensivo statale Vittorino da Feltre, di Abano Terme, frequentato dai suoi due figli, di togliere il Crocifisso in nome del principio di laicità dello stato. Molte sono state le voci che si sono immediatamente levate a favore della presenza del Crocefisso nelle aule ma sono certo che, nei casi di assoluto profilo morale, come questo, occorra dichiararsi in prima
persona. Chi sostiene che il Crocefisso debba essere tolto ignora la storia e dimostra una concezione morale limitata. L’Italia ha siglato un Concordato con la Chiesa, attraverso la firma dei Patti Lateranensi l’11 febbraio del 1929, con cui la religione cattolica divenne religione di Stato. Ma il Crocefisso è, per il nostro Paese, da sempre anche simbolo di storia e cultura, di offerta d’amore, di unione e di accoglienza e con la propria presenza, non limita la libertà di alcuno, anzi sancisce la disponibilità, la carità, la temperanza.
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E’ singolare costatare che l’Europa si dimostri estremamente solerte nel prendere una decisione che riguarda l’identità storica, culturale e spirituale, assoluto appannaggio di uno Stato seppure membro della Comunità e contemporaneamente, latiti vistosamente quando deve occuparsi di questioni di carattere diverso. Paradossalmente, se volessimo esasperare il concetto, dovremmo vietare le lingue nazionali in quanto impedimento alla libertà di espressione di chi non ne fosse padrone.
Tullio Solenghi
di Tommaso Montagna
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Quindici domande al grande attore, all’artista della parodia… dal “record del tabaccaio” allo scioglimento del Trio
INTERVISTA
L
a parodia è il suo stile. Compassato, assolutamente mai volgare e derivato da una regalità buffonesca, che trova il senso più intimo nel detronizzare (metaforicamente parlando) sua maestà. Il genovese Tullio Solenghi da anni incanta il suo Re Gozzoviglia (vale a dire il pubblico che ride di gusto), da solo, oppure assieme agli altri due “giullari” Anna Marchesini e Massimo Lopez. Dagli inizi classicheggianti, recitando autori cardine del teatro mondiale, fino agli sbalzi televisivi che lo portarono ad essere il promesso sposo, il candido Lorenzo che tutti chiamavan Renzo, del capolavoro manzoniano rivisitato dal Trio. O meglio, da esso liberato dalle frustrazioni caratteriali dei suoi personaggi. Usciti allo scoperto come lumache dopo la pioggia, divertiti e divertenti, come bambini che giocano con il loro smodatissimo ego.
F
in dagli esordi, lei ha mostrato una tensione verso la parodia. Da cosa nasce la volontà di vedere il lato velatamente ironico, quasi grottesco, delle persone e dei personaggi?
Sicuramente è innata, fin da piccolo venivo spesso catechizzato perché “non affrontavo mai seriamente nessun argomento”, una caratteristica che col tempo, anziché scomparire, si è andata accentuando…
Q
uali le prime avvisaglie di questa sua passione?
Nei sette anni di militanza al teatro stabile di Genova, la mia città, usai spesso l’arma della parodia. Dopo l’andata in scena di qualche classico cui partecipavo come attore, allestivo nel foyer del teatro, per i miei colleghi, una parodia del lavoro eseguito in maniera ortodossa la sera prima. Fu così che finirono sotto le mie grinfie Shakespeare, Brecht,
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INTERVISTA
Goldoni, Pirandello. La voce si sparse e così, anche i protagonisti illustri di quei lavori, Albertazzi, Lionello, la Volonghi, fecero capolino nel foyer per spiare divertiti le mie rivisitazioni.
N
el teatro, nel senso classico del termine, può ancora essere accettata la parodia? In che modo?
Credo che la parodia, a partire dall’illustre iniziatore del genere Aristofane, non tramonterà mai. Ci sarà sempre la voglia di scardinare la liturgia dei classici, per renderli più accessibili al pubblico popolare.
D
urante la sua carriera, lei ha recitato anche Pirandello. Che differenza nota, in qualità di attore e di uomo di spettacolo, tra l’umorismo dell’autore siciliano e la parodia?
L’umorismo di Pirandello è volto essenzialmente a dimostrare l’equazione di fondo del suo teatro, il solco perverso che separa l’essere dall’apparire, la realtà dalla convenzione, il vivere dal rappresentare. La parodia ha fini meno profondi, quasi sempre più giocosamente canzonatori.
S
empre rimanendo in tema teatro, qual è la sua maschera?
Non mi ha mai attirato la maschera in teatro, se non quella personale del viso di ogni attore che sera dopo sera si fa maschera per ospitare il personaggio che racconterà in scena.
L
a voglia di parodizzare è stata chiaramente condensata nella formazione del Trio. Vedendolo come una composizione di tre caratteri, più che persone, che tipo di analisi può fare a riguardo?
Per usare tre aggettivi direi che Anna è metodologica, Massimo pindarico, io istituzionale.
C
ome si è generata l’idea di creare l’ormai celebre versione dei Promessi Sposi?
La notizia che la Rai, a vent’anni di distanza dal capolavoro in bianco e nero di Bolchi, si accingeva a rifare i Promessi Sposi, ci fece aguzzare l’ingegno e da lì parti tutto.
E
’ stato difficile farla accettare dalla Rai? E perché?
I Promessi Sposi che ebbero la regia di Nocita erano targati Comunione e Liberazione, di conseguenza noi, che proponevamo la trasgressione pura, fummo visti come l’Anticristo, anche se poi il successo fu clamoroso.
C
he rapporto avevate, in quanto Trio, con Silvio Berlusconi? Credo che abbia cercato di portarvi nelle sue televisioni…
Ci incontrammo per ben due volte, lui non era ancora “unto dal Signore”, ci promise mari e monti, usò le sue indubbie doti di grande ammaliatore, ma resistemmo compatti!
A
ncora in tema Tv. A fronte dell’episiodio sanremese (lei che fa la parodia di San Remo) occorso alla fine degli anni ‘80, come giudica i problemi di censura televisiva? Com’è cambiata la Tv negli ultimi 25 anni?
La censura è sempre dannosa, non a caso il primo provvedimento di un regime totalitario è quello di istituirla. Esiste però un canone di buon gusto personale che ogni comico dovrebbe avere. Un conto è prendere in giro il politico corrotto, un conto è offendere magari i sentimenti religiosi di uno spettatore inerme. Quando feci il mio San Remo scoprii poi che mia mamma, fervente cattolica, c’era rimasta male, col senno di poi forse non lo avrei fatto. Non parliamo poi delle volgarità o delle parolacce (intendo quelle fine a se stesse) è un mezzo troppo squallido per ottenere la risata. Noi non le usammo mai, non per scelta, ci venne naturale di far ridere senza ricorrere alle volgarità, non a caso il nostro pubblico andava trasversalmente dal bimbo di otto anni al nonno di novanta. Oggi le trasmissioni comiche, se dovessero fare la tara delle volgarità, dovrebbero chiudere all’istante.
C
ome mai si è sciolto il Trio? Mi potrebbe raccontare l’ultimo atto della vostra unione.
A
Il Trio si sciolse naturalmente, come era nato, perché si affievolì la nostra vena creativa. Quando scoprimmo che per scrivere un pezzo da otto minuti invece delle due ore canoniche impiegavamo una settimana, ci si rese conto che era ora di cambiare aria.
La tv del Cavaliere era di sicuro una tv commerciale, un marchio che traspariva da ogni scelta, da ogni programma. La Rai era ancora incontaminata, oggi invece i due modi di fare televisione quasi si confondono.
C
ll’epoca, parliamo quindi della fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, che differenza c’era tra la Tv del Cavaliere e la Rai? E oggi la situazione è mutata?
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osa ha imparato dalla collaborazione con Massimo Lopez e Anna Marchesini?
In tre abbiamo imparato la salutare di-
TULLIO SOLENGHI CON MAURIZIO MICHELI, SUO PARTNER NELLA TOURNÈE “ITALIANI SI NASCE”.
sciplina del confronto delle proprie idee, del coniugare tre stili e tre cervelli diversi, oltre alla grande amicizia che c’è sempre stata fra noi e che ha cementato e mosso tutte le nostre scelte.
L
e dico tre parole. Cinema, teatro, televisione. Mi potrebbe indicare alcune riflessioni a ruota libera per ognuno dei tre mezzi di comunicazione visiva.
Cinema e teatro sono “quello che si fa” la televisione (oggi più che mai) è “quello che si è”. Nella fattispecie poi il cinema è pur sempre un arte “congelata” mentre il teatro è vita, accadimento, rito, lo spettacolo in forma biologica insomma…
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INTERVISTA
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a ultimo, mi può narrare un qualche aneddoto (o episodio) significativo in tanti anni di carriera che sicuramente le è rimasto impresso.
La cosa che più mi rimane impressa è collegata all’apice che raggiunse il nostro successo. Eravamo in scena al Teatro Nuovo di Milano (quattro mesi di “esauriti”) quando una maschera di sala venne a trovarci in camerino e ci disse una frase misteriosa “avete superato la tabaccheria”. Chiedemmo delucidazioni e lui ci spiegò che il record della fila di spettatori davanti al botteghino era detenuto da Dorelli, la sua coda girava l’angolo dello stabile del teatro per arrivare fin davanti alla tabaccheria, noi invece avevamo superato la tabaccheria…
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di Sergio Montemagno
Rimpatriare i capitali illecitamente esportati con una conveniente e anonima sanatoria
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al 15 settembre è operativo un provvedimento legislativo che ha innescato duri dibattiti tra le forze politiche del nostro Paese: lo scudo fiscale. Regolato dall’art. 13-bis del decreto legge n. 78 del 2009 e convertito dalla legge n. 141 del 3 ottobre – è una misura che, all’interno del “decreto anti crisi”, consente al contribuente di regolarizzare la propria posizione relativa ad eventuali attività finanziarie e patrimoniali detenute fuori del territorio dello Stato. Una disciplina normativa complessa, della quale, in primo luogo, pare opportuno individuare la ratio. Tra le righe della Circolare sull’operatività connessa con lo “scudo fiscale”, emanata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, si legge «…la norma prevede, al comma
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ECONOMIA
Il rientro dei capitali 1, la possibilità di far emergere le attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero al 31 dicembre 2008 e non dichiarate in violazione della normativa sul “monitoraggio fiscale” di cui al decreto legge n. 167/1990…». Soffermiamoci sul significato di emersione. Termine che, ha una duplice valenza. Due le possibilità per il contribuente che intenda “scudare” il proprio patrimonio: rimpatrio e regolarizzazione. A livello internazionale, una delle priorità riconosciuta dai paesi industrializzati, è il raggiungimento di un sistema volto ad una maggiore trasparenza bancaria su investimenti e depositi, anche per quelli detenuti nei paesi comunemente noti come paradisi fiscali e incrementi la cooperazione amministrativa tra Stati. In questo contesto, la norma rappresenta,
per tutti coloro che hanno esportato o detenuto all’estero capitali e altre attività in violazione dei vincoli valutari e degli obblighi tributari, un’ opportunità per regolarizzare la propria posizione fiscale. Un’azione che consente di mantenere l’eventuale patrimonio in Stati terzi, a patto che le attività siano detenute in Paesi dell’Unione Europea o in Paesi aderenti all’accordo sullo Spazio Economico Europeo (SEE). Il rimpatrio, cioè il trasferimento fisico del denaro o di altra attività finanziaria, è possibile per i patrimoni in qualsiasi Paese dell’UE, ma necessario per quelli esportati in Paesi extra UE o che non garantiscono l’effettivo scambio di informazioni di natura amministrativa e finanziaria. Va da sé che la regolarizzazione è stata
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contemplata per le categorie patrimoniali che difficilmente potrebbero essere rimpatriate fisicamente, immobili o fabbricati situati all’estero, le quote di diritti reali, le cosiddette “multiproprietà”, ma anche per il denaro e le attività finanziarie, yacht, oggetti preziosi e opere d’arte, purchè si tratti di beni suscettibili di produrre redditi e per i quali siano state violate le norme sul monitoraggio fiscale. Possono avvalersi della sanatoria fiscale: persone fisiche, società semplici, assicurazioni, enti non commerciali, trust, società controllate e collegate estere, associazioni, ditte individuali, gli eredi. Sono escluse le società in nome collettivo e di capitali, gli enti commerciali e le società in accomandita semplice. Il contribuente che decide di regolarizzarsi,
può presentare, fino al 15 dicembre 2009, la dichiarazione riservata presso uno dei soggetti professionali abilitati (banche residenti in Italia, o con stabile organizzazione presso il territorio italiano, Società di Gestione del Risparmio –SGR-, Società Fiduciarie, Società di intermediazione mobiliare –SIM-, Poste Italiane). Tale documento equivale ad un’autodichiarazione attraverso cui il soggetto descrive il proprio patrimonio in termini quantitativi e qualitativi. Il contribuente, quindi, è tenuto ad indicare la quantità di denaro esportato, di titoli o obbligazioni ed il proprio valore, il numero degli immobili ed il valore economico e quant’altro contemplato dalla norma, in modo da quantificare l’ammontare economico da sanare. Aspetto fondamentale è che, grazie alla dichiarazione riservata, si stabilisce il “prezzo” da pagare per il “perdono fiscale”. Infatti, la norma prevede il pagamento del 5% del totale del valore oggetto dell’emersione, che deve essere versato non direttamente nelle
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casse dello Stato, ma presso il soggetto professionale cui il contribuente si affida per l’operazione. Sarà poi il soggetto individuato a provvedere al versamento dell’imposta nelle casse dello Stato. Ancora: la dichiarazione riservata garantisce il completo anonimato per l’interessato. E’ stato precisato che i dati, riferiti alle operazioni di emersione portate a termine dal contribuente, non soltanto non sono comunicati all’amministrazione finanziaria al momento dell’operazione, ma non sono forniti, nemmeno successivamente, in sede di eventuale accertamento. La riservatezza dei dati è assoluta e dà all’interessato l’inibizione da qualsiasi eventuale accertamento. Lo scudo fiscale si presenta come un’importante occasione per tutto il sistema economico e finanziario del Paese. Per il contribuente, infatti, si prospetta la possibilità, da un lato, di non correre il rischio di controlli e dall’altro, l’occasione di utilizzare liberamente il proprio capitale altrimenti poco sfruttabile. Per
lo Stato, un’importante entrata derivante dall’imposta del 5% e l’occasione di immettere nuova e rilevante liquidità all’interno del sistema economico. In questa analisi abbiamo volutamente accantonato le considerazioni morali che accompagnano una simile sanatoria. Molti sono i pareri e molto si dovrebbe dibattere ma non ora, ci sarà certamente tempo e luogo.
I.P.
AngoloGiroService Un nome nuovo con alle spalle un’ azienda presente sul territorio da 10 anni: Unitecna – Immagine & Comunicazione.
“
AngoloGiro nasce dalla volontà di servire il cliente a 360 gradi, infatti, il nostro intento è di proporci alle aziende in veste di fornitori e partner di fiducia per quanto riguarda le soluzioni e i servizi per la comunicazione visiva. Vorremmo che i nostri interlocutori ci considerassero un partner a cui dare il compito di supportarli nel loro business, affidandosi con fiducia alla nostra professionalità e al nostro consolidato team di lavoro”. In pratica devono solo esporci le loro esigenze e noi li seguiremo dal progetto iniziale fino alla realizzazione finale.
Inoltre li consiglieremo per il meglio in base al target e al budget a loro disposizione. Le molteplici esperienze di lavoro e la continua innovazione tecnica delle attrezzature e dei materiali ci permettono di proporre ai nostri clienti e partner servizi e lavorazioni sempre mirate alle loro reali esigenze”. Tutto questo tra l’altro, realizzato all’interno dell’ azienda. Questo comporta per il cliente due vantaggi principalmente: tempi di realizzazione veloci e costi molto competitivi”. Possiamo partire dalla creazione di un
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logo, stamparlo su un biglietto da visita, proseguire con la realizzazione dello stesso logo su un automezzo e concludere il tutto con il logo messo in bella vista, ad esempio, su di un poster 6x3 piuttosto che su un roll-up in una fiera!”
di Alessia Benaglio
2° Simposio provinciale
per la fiscalità negli Enti Pubblici
U
n manto di neve aveva, lo scorso anno, accolto l’avvio del primo Simposio sulla fiscalità portando con sé i naturali problemi legati al traffico ed alla viabilità. Quest’anno, dal punto di vista meteorologico, l’evento è iniziato sotto i migliori auspici, infatti, uno splendido sole ha dato il benvenuto ai partecipanti. Nemmeno lo sciopero nazionale dei trasporti, indetto proprio per venerdì 16 ottobre e neppure il cambio repentino di sede, dovuto a improvvisi problemi gestionali, hanno impedito al Simposio di iniziare con i migliori auspici. La suggestiva Aula Magna del Collegio
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Ghislieri era gremita; presenti in sala circa 250 convenuti tra cui il prefetto di Pavia, Ferdinando Buffoni, il questore della nostra città, Paolo Di Fonzo, il sindaco Alessandro Cattaneo l’assessore comunale Marco Galandra, i rappresentanti di 40 comuni di Pavia, di 15 comuni delle province di Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Cremona e delle province di Vercelli, Alessandria e di alcuni comuni della Liguria. Completavano la platea, oltre ai rappresentanti di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, molti tecnici amministratori, dottori commercialisti ed esperti contabili.
Il programma del Simposio appariva molto cospicuo ed interessante: finalità del federalismo fiscale, meccanismi premiali e sanzionatori, contrasto all’evasione fiscale, autonomia impositiva della regione e degli enti locali e città metropolitane, erano solo alcuni degli argomenti all’ordine del giorno. Era quindi bene iniziare subito. Alle 9, il sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, ha dato il via alla fitta serie di interventi previsti per la giornata, portando i saluti del presidente della Provincia, Vittorio Poma, assente per improvvisi problemi amministrativi. Nel suo di-
ATTUALITÀ
Autorità, istituzioni e amministrazioni si sono incontrate nell’Aula Magna del Collegio Ghislieri in occasione del 2° Simposio, organizzato da Adverum, per trattare il delicato argomento del federalismo fiscale e della manovra Finanziaria 2010 scorso, il giovane Sindaco ha sottolineato l’importanza del Simposio, utile nel fornire l’opportunità agli amministratori degli Enti locali di confrontarsi con esperti del settore sul difficile tema del federalismo fiscale. Il Sindaco ha proseguito nel suo intervento sostenendo che l’attuazione della norma porterà alla responsabilizzazione delle spese, alla trasparenza dei meccanismi finanziari ed al controllo democratico dei cittadini nei confronti degli amministratori pubblici. Cattaneo ha quindi lasciato la parola all’onorevole Angelo Zucchi, deputato del Partito Democratico, che ha consi-
gliato di chiarire e verificare i criteri di attuabilità in tempo breve, data l’importanza che la legge sul federalismo fiscale riveste per l’intero Paese. Dopo le esaurienti parole dell’onorevole, ha preso la parola Lorenzo Demartini. Consigliere regionale per conto della Lega Nord, è dal 2005 anche vicepresidente della Commissione Speciale che ha redatto lo “Statuto di Autonomia” della Regione Lombardia. Il Vicepresidente ha illustrato la manovra di bilancio 2010 che, insieme alla legge finanziaria, è stata approvata dalla Giunta regionale della Lombardia. Garantire gli investimenti a
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favore dello sviluppo e del rilancio del sistema economico lombardo e sostenere le famiglie nelle necessità relative alla casa, al lavoro, all'istruzione dei figli, alla salute, alla cura degli anziani, sono solo alcuni degli obiettivi messi a punto nel bilancio della Regione. A metà mattina il dibattito era più vivo che mai; Maurizio Delfino, consulente del Ministero dell’Interno, membro della Segreteria Tecnica del Sottosegretario con delega Enti Locali, ha fornito, grazie ad una precisa, lucida e puntuale esposizione, molte utili indicazioni ai rappresentanti delle amministrazioni
pubbliche su come approntare efficacemente i prossimi bilanci alla luce della legge delega 42/2009. Anche il Sottosegretario del Ministero Economia e Finanze e Presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora, ha chiarito come il federalismo fiscale sia un intervento capace di spostare la responsabilità delle entrate e delle spe-
se a livello delle amministrazioni locali, così da rendere più efficace il servizio pubblico. Alle ore 11.45 è stata annunciata una breve pausa per permettere ai partecipanti di scambiare opinioni su quanto appena detto e offrire l’opportunità ai successivi relatori di raccogliere le proprie idee in vista dell’intervento. Il pri-
mo a salire sul palco dopo il ristoratore caffè, è stato Francesco Picarone, assessore al bilancio del Comune di Salerno, che ha presentato il frutto delle esperienze maturate nell’attività di governo locale, raccontando la collaborazione con l’azienda Zucchetti che ha creato per il Comune un’unica banca dati aggiornata in tempo reale e disponibile per tutti
SOPRA: CLAUDIO MILANI (MODERATORE), SEN. MICHELINO DAVICO, DOTT. MAURIZIO DELFINO
i settori dell’Amministrazione. Ultimo ad intervenire è stato il Sottosegretario del Ministero dell’Interno con delega agli Enti Locali, Michelino Davico, che ha posto l’accento sulla necessità di riformare gli enti locali che rappresentano la struttura portante di tutto il sistema amministrativo nazionale, migliorando così i servizi per i cittadini ed eliminando sprechi ed inefficienze. Il Simposio si è chiuso così com’era iniziato: con la promessa di un nuovo incontro per l’anno successivo, scongiurando possibili inconvenienti ed auspicando una folta presenza di pubblico e la partecipazione di relatori altrettanto qualificata. Il successo di un’iniziativa simile è stato possibile grazie al patrocinio del Comune e della Provincia di Pavia e dell’Ordine dei dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Pavia e a quello di Voghera, grazie all’appoggio e alla partecipazione delle forze dell’ordine,
Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia, intervenute al Simposio e grazie all’organizzazione di Adverum, società editrice di &Co.Magazine che si è avvalsa della collaborazione di partner tecnici dal mondo dell’informazione come la rivista per gli Enti Locali de Il Sole 24 Ore ed il portale Lombardia in Rete, dal mondo della pubblica amministrazione
L'INTERVENTO DELL' ON. DANIELE MOLGORA novembre 2009
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come Delfino&Partners e Zucchetti oltre a Degrémont, società leader nel mondo nella gestione e difesa delle acque e ad Europarty.
I.P.
Nidia: dolci sorprese e idee regalo V
arcando la soglia, ho provato una sensazione di calda accoglienza…poi, mentre gustavo un ottimo caffè che richiamava alla memoria quell’aroma tipico delle torrefazioni, ho scoperto un piccolo mondo di colore e creatività. I miei occhi sono stati rapiti dalle creazioni di Claudia e se la curiosità vi spingerà a conoscerla, resterete piacevolmente colpiti dalle innumerevoli idee regalo generate dall’estro e dalla capacità delle sue mani. Mi ha entusiasmato scoprire l’avversione di Claudia per gli sprechi e i regali inutili.
Tutte le sue composizioni, oltre ad essere raffinate tentazioni per il palato, grazie alla vasta gamma dei prodotti Caffarel insieme a marmellate, tisane, barattoli di caffè, piccola pasticceria, superbi vini rossi ed eccelsi spumanti, sono veramente utili. Chi riceverà in dono l’idea che avrete scelto, dopo averne assaporato il contenuto conserverà il vostro ricordo attraverso un grazioso foulard, un portaoggetti decorativo, un accattivante centrotavola, una splendida tovaglia ricamata, un porta occhiali alla moda, insomma qualcosa che parli di voi associando il ricordo di un delizioso
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sapore. Composizioni personalizzate, in base ai gusti e alle disponibilità di ognuno. Qualunque sia l’occasione, una cena da amici, un pensiero di gratitudine, un compleanno o un presente per il Natale che si avvicina, da Claudia, lontano dai ritmi frenetici che ci accompagnano quotidianamente, degustando una calda cioccolata Eraclea, scoprendo la cerimonia del the e il suo rituale o assaporando il gelato artigianale preparato e conservato come ai tempi dei nonni, troverete l’idea capace di soddisfare i vostri gusti e rendere felici le persone a voi care.
di Isabella Cebrelli
Isabella Cebrelli: l’impegno per la gente e il territorio Migliorare i servizi senza pesare sui bilanci familiari
ISABELLA CEBRELLI - SINDACO DI RETORBIDO
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ono alla mia prima esperienza da Sindaco anche se nelle precedenti legislazioni sono stata prima impegnata prima come Vicesindaco e successivamente come Consigliere di minoranza. Da sempre mi occupo di politica ed ho collaborato attivamente con le varie associazioni presenti sul territorio per rilanciare l’immagine di Retorbido. In questi primi mesi di amministrazione sono già state intraprese numerose iniziative: è stato potenziato il servizio di pulizia del Paese e la manutenzione degli edifici comunali, sono stati installati nuovi punti
PAVIA E PROVINCIA
RETORBIDO - CHIESA DI S. ROCCO
La prima sagra risale al 1918 e si festeggia sempre la seconda domenica di Marzo. Durante la manifestazione, Re Alboino e la Regina Rosmunda sfilano su un carro, mentre dalle colline arriva il “villano” Bertoldo che, di battuta in battuta, conquista l’entusiasmo di chi è accorso per i festeggiamenti. Al termine vengono offerti polenta e salamini a tutti i presenti. Questa tradizione è stata tramandata nel tempo attraverso le Pro Loco che si sono succedute negli anni. Oggi, per Retorbido, rappresenta la manifestazione più importante e richiama numeroso pubblico da tutto l’Oltrepò.
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luci, asfaltate alcune vie, si è provveduto alla pulizia dei tombini e grazie alla Legge Regionale 13/2009, abbiamo dato la possibilità ai Cittadini di ampliare del 20% il volume dei loro fabbricati. La nostra Amministrazione è, altresì, attenta a non aumentare i tributi ai propri Cittadini: un esempio è rappresentato dalla tariffa dell’acqua che rimane pressoché invariata sino al 2013, grazie ad un accordo con l’Autorità dell’Ambito Territoriale ottimale della provincia di Pavia (ATO). Altro settore che gode di un nostro particolare interesse è quello dell’istruzione. Infatti, per alleggerire le fa-
miglie almeno delle spese per il trasporto scolastico, abbiamo stabilito di imputarne il costo interamente alle casse del Comune. Per quanto riguarda il sociale, sono diverse le iniziative intraprese. Il nostro intento è quello di essere vicini alle persone più deboli, anziane e sole, sia dal punto di vista finanziario, sia affettivo. Abbiamo instaurato un’ottima collaborazione con tutte le as-
RETORBIDO - Chiesa Parrocchiale novembre 2009
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PAVIA E PROVINCIA
sociazioni presenti sul territorio e con loro vogliamo fare conoscere le bellezze di Retorbido e del nostro paesaggio. Attraverso le riuscitissime feste organizzate dalla Pro Loco manteniamo vivo il passato e le tradizioni del Paese. Attualmente stiamo lavorando alla stesura del nuovo Piano di Governo del Territorio improntato sullo sviluppo residenziale e produttivo, sviluppo che deve avvenire in modo armonico affinché il paesaggio non venga deturpato. Come si può constatare, di cose ne sono state fatte anche se ancora ne restano da fare, soprattutto nel campo delle opere pubbliche. E’ sicuramente un momento difficile, dal punto di vista finanziario, per le Pubbliche Amministrazioni, ma siamo certi che l’impegno, la dedizione e la serenità con cui operiamo ci consentiranno di portare a termine gli impegni assunti con i Cittadini che ci hanno scelto e che hanno posto in noi la loro fiducia. RETORBIDO - Chiesa di S. Andrea
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di Marco Cavaliere
Tra pianura e collina All’imbocco della Valle Staffora, affonda le sue origini nell’epoca romana l’antica Litubium, oggi Retorbido
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etorbido si trova nel territorio dell’Oltrepò Pavese, nella zona tra la pianura e l’ingresso della Valle Staffora. Fa parte della Comunità Montana Oltrepò Pavese. Il territorio comunale si estende tra pianura e collina con un’altitudine compresa tra i 112 e i 525 metri ed un’escursione di ben 413 metri. La sua collocazione e la particolare esposizione al sole lo rende un territorio particolarmente adatto alla coltivazione della vite. Il nome, deriva dalla forma dialettale Ar Turbi o, Rturbi, che tradotto significa “rio torbido” sia in conseguenza della vicinanza con le fonti di acque solforose e salsoiodiche, sia per la presenza del torrente Rile. Fino al XIX secolo, Retorbido visse in costante pericolo a causa delle improvvise piene del Rile che attraversava l’abitato. Le sue inondazioni provocarono diversi danni e le cronache ricordano in particolare una nefasta alluvione del 1815, durante la quale si registrarono diversi decessi. Una successiva violenta esondazione, nel 1863, convinse definitivamente gli amministratori ad approntare l’opera di deviazione del torrente che fu terminata, nel 1894, su progetto degli ingegneri Meardi e Garrone. Le origini di Retorbido sono quasi certamente romane, teoria avvallata da alcuni ritrovamenti. Fin dall’epoca umanistica si ritiene che l’attuale Retorbido sia l’originale Litubium, citata da Livio nel Ab Urbe Condita. La sua storia è costellata dai passaggi tra l’influenza e il governo novembre 2009
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di Voghera e di Pavia, cui rimase definitivamente legata, nella proprietà della famiglia Corti, fino all’abolizione del feudalesimo. La cittadina ha fatto registrare nell’ultimo censimento 1169 abitanti, definiti Retorbidesi, e oggi seppure in crescita, non si discosta molto da tale cifra. Nel passato il centro fu molto frequentato tanto che all’inizio dello scorso secolo, per la precisione tra il 1901 e il 1936, la sua popolazione si stabilizzò sopra i duemila abitanti. Oggi Retorbido offre ai propri cittadini tutti i servizi essenziali, nella piazza centrale sorge la Scuola Materna “Maria Ausiliatrice”, restaurata di recente, in grado di accogliere una trentina di bambini accordando la priorità ai residenti. Nella medesima struttura è presente anche la Scuola Elementare Statale. Di recente è anche stato inaugurato l’Asilo Nido, in grado di fornire un completo servizio, prezioso ausilio alle giovani coppie quotidianamente impegnate nel lavoro. Anche per gli anziani è presente un’importante struttura privata in convenzione, la Residenza Le Torri, in grado di offrire un
PAVIA E PROVINCIA
valido sostegno alle famiglie. Come trovate in queste pagine, la festa principale è “il Polentone”, sagra che si svolge da oltre cento anni nella seconda domenica di marzo. Secondo la tradizione, Retorbido avrebbe dato i natali a Bertoldo, assoluto protagonista scaltro e irriverente di questa festa. Il dialogo, centrato sulle attuale vicissitudini politiche, vivace e pungente tra il furbo contadino e Re Alboino, è il canovaccio principale della farsa che attira numerosi visitatori, confortati anche dall’accoglienza retorbidese che non lesina polenta e salamini per tutti. Vanto locale è la squadra di calcio, l’US Retorbido, in cui giocano con orgoglio dell’intero paese, molti giovani nati e cresciti in loco. Grazie alla vittoria nel play-off della stagione 2008-2009, la squadra milita in Seconda categoria provinciale.
RETORBIDO - Palazzo Durazzo Pallavicini
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di Andrea Pestoni
Villa Meardi
SOCIAL COUNTRY RESORT S
e non ci fosse prima il prestigioso nome di Villa Meardi, imponente fabbricato del 1780, circondato dal verde tipico del paesaggio oltrepadano, verrebbero in mente chissà quali mete dal sapore esotico o in puro stile americano. Già, perché quel Social Country Resort, tutto lascia a pensare tranne che ad una casa di riposo, o peggio ancora ad un ospizio, come venivano chiamati tanti anni fa. Nemmeno, però, ad una residenza sanitaria di assistenza, moderna evoluzione delle strutture sanitarie protette per gli anziani. Il Villa Meardi Social Country Resort sarà qualcosa in più, forse il lato buono di tutte le strutture precedenti, sicuramente una nuova offerta destinata agli anziani autosufficienti che forse così tanto anziani non si sentiranno. Diciamo allora che è un antidoto contro la solitudine. Gli anziani
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che vivono soli trovano a Villa Meardi Social Country Resort un luogo di incontro dove coltivare i loro hobby e con tutti i principali confort a disposizione. “Addirittura potranno arredare le stanze, singole o doppie a seconda della necessità, con i mobili della loro abitazione, per farli sentire meno lontani dai loro affetti familiari – spiega Maurizio Manera, che gestirà la struttura – Potranno muoversi liberamente, anche aiutati dalla struttura che metterà al loro servizio alcune agevolazioni e poi potranno dedicarsi ai loro hobby preferiti e utilizzare dei pacchetti di offerte messi a disposizione da Villa Meardi”. Un’idea, ad esempio, è quella
di offrire un pacchetto termale completo in accordo con le Terme di Rivanazzano, sempre in un’ottica di collaborazione fra Villa Meardi e le principali strutture del territorio. Sempre a Villa Meardi, a supporto dei potenziali ospiti, ci saranno poi i ragazzi della comunità di Villa San Pietro e la possibilità, insieme a loro, di gestire gli orti adiacenti la villa. Insomma, nessun ospizio e nessuna casa di riposo. Niente residenza sanitaria assistenziale o struttura protetta. Ventisei ospiti potranno presto trovarsi immersi nel verde e nella pace del Villa Meardi Social Country Resort.
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A Certosa, la valutazione del PTVE
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o scorso 27 ottobre all’Auditorium del centro congressi “Antico Borgo della Certosa” in Certosa di Pavia si è tenuta la Seconda Conferenza di Valutazione del Piano del Traffico della Viabilità Extraurbana della provincia di Pavia. Il Piano traccia il quadro delle opere programmate e già inserite nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche, definisce gli interventi di medio termine, prioritari per i finanziamenti dei prossimi anni e costituisce riferi-
DARIO INVERNIZZI - Assessore Provinciale Lavori Pubblici e Protezione Civile
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L’assessore provinciale ai Lavori Pubblici e Protezione Civile, Dario Invernizzi ha illustrato e discusso la proposta del Piano del Traffico della Viabilità Extraurbana della Provincia mento e indirizzo per la pianificazioni degli Enti Locali nel settore della viabilità. Le iniziative illustrate sono molteplici e tra esse occorre ricordare la costruzione della variante di Stradella, la costruzione della variante di Mortara, il completamento della Tangenziale Ovest di Vigevano. E’ stato inoltre aggiudicato l’appalto della costruzione del Ponte sul Ticino a Vigevano, che migliorerà la viabilità verso e da Milano, per un importo complessivo di oltre 51 milioni di euro. Entro la primavera prossima saranno avviati lavori per ulteriori 33 milioni di euro portando a completamento la riqualifica di un altro importante accesso a Milano con le varianti di Valera Fratta e di Villanterio, la riqualifica del tratto Inverno-Santa Cristina e la variante di Santa Cristina. Sulla direttrice Voghera-Varzi saranno affidati lavori per un importo complessivo 18,5 milioni di euro che riguarderanno la costruzione della tangenziale sud di Voghera e la riqualifica della Rivanazzano-Varzi. Grazie al cofinanziamento con enti privati sarà possibile realizzare la riqualifica alla categoria C1, con larghezza della carreggiata di 10,50 metri, della S.P ex S.S. n. 596, tra Tromello e Mortara e la variante di Corteolona. Il Piano organizza le principali proposte viabilistiche da attuare nel medio periodo in relazione agli obiettivi previsti dalla normativa per il PTVE. In particolare le varianti ai centri abitati di Lomello, Pieve Albignola, Certosa di Pavia, Gravellona Lomellina e la variante nord di Stradella. A ciò occorre aggiungere la riqualifica di tronchi stradali da Pavia verso Lodi, verso Crema e verso Milano, nonché la Bressana Salice, la costruzione di rotatorie, incroci a livelli sfalsati, corsie di accumulo, installazioni di impianti luminosi, di barriere metalliche, di dissesti dei manti stradali e di consolidamento delle frane e per migliorare la sicurezza dei trasporti pubblici. Su richiesta degli Enti Locali, la Provincia sta sviluppando un regolamento tipo, di polizia rurale, che indichi le modalità di convogliamento delle acque e di uso del territorio compatibili con la sicurezza delle infrastrutture viarie. L’assessore Dario Invernizzi ha concluso dichiarando che, sulle proposte di Piano e sulle priorità indicate, la Provincia sollecita ed è disponibile ad un confronto costruttivo.
INTERVISTA
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di Andrea Pestoni
Duemiladieci tutto rosa e bollicine L’enologia dell’Oltrepò Pavese cresce, tra grandi progetti, chiarezza e identità territoriale
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aolo Massone, primo presidente viticoltore in cinquant’anni di storia del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, è ambasciatore di tante aziende che guardano al futuro con la voglia di riappropriarsi del valore che la storia ha sottratto a una delle patrie italiane dell’enologia di qualità. E’ un Oltrepò di numeri e sostanza, di qualità assoluta e percepita che stanno crescendo. Con tremila ettari in produzione, l’Oltrepò è la capitale italiana del Pinot nero: in Europa le uniche antagoniste sono le alture di Reims, in Francia. Per il 2010, 50° anniversario di fondazione, il Consorzio ha pronti due grandi progetti: l’enoteca regionale di Cassino Po (Broni) e il centro di ricerca della vite e del vino di Riccagioia (Torrazza Coste). A completare il tris d’assi è il Cruasé, neonato marchio collettivo consortile, nome d’appeal che identifica il Metodo Classico Docg rosé da uve Pinot nero: bollicine rosa come non ne esistono in Italia. Presidente, quest’anno le guide fotografano un Oltrepò che cresce... «E’ vero. Secondo i degustatori siamo più convincenti dal punto di vista qualitativo. C’inorgoglisce che siano stati premiati i vini che simboleggiano i nostri progetti territoriali. Esprimo grande soddisfazione e compiacimento per le eccellenze, ma anche per tutti i vini recensiti. Dev’essere lo sprone per continuare il cammino del pronovembre 2009
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durre bene, con i presupposti dei grandi, così come il nostro territorio si merita». E chi è rimasto fuori? «A chi non è riuscito nell’intento di farsi notare, direi di non stracciarsi le vesti ma di dare a questi risultati degustativi il peso che meritano. I fattori legati alle eccellenze sono molteplici: è molto difficile trovare posto sul gradino più alto della classifica. Non per questo dobbiamo demordere, anzi suggerirei di aumentare per quanto possibile l’impegno per produrre meglio. Si rende necessario migliorare di continuo per rimanere in linea con i più bravi: nel far questo renderemo merito al nostro territorio di produzione, il quale sta ampiamente dimostrando che, se chiamato in causa, risponde molto bene. Le basi ci sono, le intenzioni si stanno gradualmente concretizzando. La strada imboccata è quella giusta». Accanto al concetto del vino “edonistico” ama molto puntare sul tema “identità di zona”: cosa significa? «Penso che in un futuro più o meno prossimo si evidenzieranno due strade produttive. La prima, del facile consumo, sarà quella dei vini legati al vitigno, di corretta fattura ma senza una vera identità di zona. L’altra strada sarà quella dei vini che, insieme alla bottiglia e relativo contenuto, raccontano una storia produttiva ben precisa, più o meno storica. La prima via è molto semplice: le cantine sono perfettamente in grado di produrre pregevoli vini d’annata, la grande distribuzione organizzata è il vero motore che consuma milioni di bottiglie, quindi il lavoro è certo. Di contro ci sarà
il Consorzio punta sul Cruasé
PAOLO MASSONE - PRESIDENTE CONSORZIO TUTELA VINI
grande concorrenza, battaglia dei prezzi, valore aggiunto basso. La seconda strada è decisamente più complicata. Il lato positivo è che l’Oltrepò Pavese ha una storia produttiva secolare vera e una massa critica importante in termini di numeri; questa è una base molto forte sulla quale basare i nostri progetti futuri». Cosa deve fare l’Oltrepò? «Dobbiamo fare chiarezza. Alcuni prodotti, sicuramente i più storici e radicati, saranno le nostre bandiere, le nostre opportunità per seguire la seconda strada, quella che porta ad un valore aggiunto, a un posizionamento edonistico sui mercati del mondo».
ATTUALITÀ
45° Parallelo
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di Andrea Pestoni
Giorgi, tradizione e innovazione
nel segno della qualità L
e prime prove, nel 1870, e poi la nascita ufficiale, nel 1875. E’ da più di un secolo che l’azienda Fratelli Giorgi di Canneto Pavese, splendida tradizione vitivinicola dell’Oltrepò Pavese, rappresenta nel contempo la sfida dell’innovazione. Un sottile filo rosso che lega queste due peculiarità, per fare del vino di qualità uno stile di vita e una strada imprenditoriale che, prima Antonio e Gianfranco ed ora Fabiano ed Eleonora, hanno deciso di seguire. Ma i tempi cambiano con il passare degli anni ed il susseguirsi delle mode e quindi, ad un certo punto, alla qualità bisogna abbinare l’immagine. Il marketing diciamo oggi. “Quando tanti anni fa l’azienda Giorgi ebbe il coraggio di scegliere, per il Pinot nero, una bottiglia nera e lunga che immediatamente balzava all’occhio per il proprio design, quella sì che fu una grande sfida – confessa Fabiano Giorgi – Sa una cosa? All’epoca non stava nemmeno nei frigo, oggi è copiata da decine di aziende. E’ diventata un must, un segno di distinzione dell’azienda Giorgi”. Ma le sfide continuano, perché il mondo del vino è in continua evolu-
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zione. La crisi c’è, non solo per una questione economica, ma anche giuridica. C’è l’etilometro e nei ristoranti si tende a bere un po’ meno. E allora la strategia imprenditoriale e la passione per la qualità diventano nuovamente la carta vincen-
te di casa Giorgi. “Il Pinot nero vinificato in bianco frizzante, ma anche il Bonarda, il Sangue di Giuda, gli Spumanti, il Buttafuoco storico ed il Riesling – afferma ancora Fabiano Giorgi – Quest’anno, con il Bandito, abbiamo vinto per il secondo anno consecutivo il premio per il miglior vino bianco da pesce e ci siamo anche aggiudicati il Roma wine festival”. Ma il Giorgi 1870 dell’azienda fratelli Giorgi è stato anche il primo ad essersi aggiudicato i prestigiosi "3 bicchieri". Una serie di premi che rendono prestigio all’azienda di Canneto Pavese ma anche a tutto il mondo vitivinicolo oltrepadano. E che aprono sempre di più ambiziosi mercati internazionali, come quelli europei (Germania, Svizzera e Spagna) e dalle nuove richieste provenienti da Egitto, Cina e Stati Uniti. “Il prodotto di alta qualità è sempre una garanzia di successo – conclude Fabiano Giorgi – Perché rappresenta una carta vincente per aggirare gli ostacoli dei mercati”. E di carte vincenti l’azienda Giorgi è pronta a giocarne ancora molte.
ATTUALITÀ
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di Simona Rapparelli Capo Barman AIBES
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I.P.
Idraulica Brenzoni: prestigio, consulenza e risparmio
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’Idraulica Brenzoni, un’azienda artigianale che per conduzione, esperienza e stile opera nel campo dell’idraulica da diversi anni, è in grado di offrire ottimi risultati grazie al grande livello tecnico acquisito nella realizzazione di impianti in grado di garantire efficienza e tranquillità. Oltre ad intervenire nell’esecuzione di impianti nel settore civile, nell'installazione di pannelli radianti a pavimento e pannelli solari per la produzione di acqua calda, Paolo Brenzoni presta la propria opera negli edifici pubblici, dimostrando notevoli capacità organizzative e celerità negli interventi, cosi come nelle abitazioni private. Grazie al costante aggiornamento, all'attenzione
per l'innovazione e l’utilizzo di materiali di prima qualità rappresenta un buon livello nell’artigianato locale sapendo abbinare le artigianali caratteristiche tecniche con le consulenze professionali per un risparmio fiscale derivante dalle opportunità di Legge che permettono, fino al 31 dicembre 2010, detrazione Irpef del 36% e IVA agevolata al 10%. A tale proposito si segnala che le agevolazioni fiscali riguardano la sostituzione della caldaia o dei climatizzatori nonché la loro manutenzione o sostituzione di componenti, la realizzazione di un nuovo impianto termico (con o senza opere edilizie) e, non da ultimo, i sanitari. Beneficiari sono i proprietari dell’abitazione, i titolari di un diritto reale di
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godimento (usufrutto, uso, abitazione) ovvero chi occupa l’immobile a titolo di locazione o comodato. Vengono anche ricompresi i soci di cooperative (divise e indivise) e di società semplici. Per poter beneficiare della massima detrazione possibile sono richiesti particolari adempimenti burocratici (comunicazione di inizio lavori redatta su apposito modulo, fatturazione con pagamento mediante bonifico bancario o postale da cui risultino la casuale del versamento, il codice fiscale del soggetto che paga ed il suo codice fiscale o partita iva del beneficiario) per i quali l’draulica Brenzoni può offrire assistenza completa
di Chiara Pelizza
Miradolo Terme M
iradolo Terme, piccolo comune del pavese Sud-orientale, conta 3.177 anime secondo l’ultimo censimento Istat. Vuole essere ingranaggio fondamentale del motore turistico del territorio. C’è molto già nell’etimologia del nome, Miradolum, che deriva dal verbo latino mirare e significa belvedere, già presente in alcune carte del XII secolo. Si nota sin da allora la caratteristica principale di un comune che, nella tutela paesaggistica e nel turismo del benessere, ha trovato il suo volano. Al nome Miradolo, nel 1938 si è aggiunta la denominazione “terme” per tutelare e promuovere l’importante risorsa naturale che scorre in quelle terre. Miradolo ha avuto una storia che si è alternata tra la sudditanza territoriale a Pa-
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PAVIA E PROVINCIA
Aria di campagna e cure per il corpo e la mente grazie alle acque salubri via e a Belgioioso quando in tempi antichi i due erano feudi distinti fino a rientrare nell’attuale rispondenza amministrativa. Ha avuto un andamento demografico alterno che, dopo il minimo storico del 1991 è tornato a crescere, con un numero di cittadini in aumento grazie alla risorse turistiche ed enogastronomiche che il paese offre. Sapore di “bassa” nei prodotti tipici: città del vino, ha gusti presi a prestito sia dal lodigiano che dal pavese per creare una sua personalità soprattutto in
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campo vitivinicolo partecipando alle principali fiere di settore del territorio. La posizione strategica vicino a Milano (a soli 35 km da Linate), Lodi , Pavia e Piacenza, attira a Miradolo Terme un elevato numero di turisti termali, villeggiatori alternativi che decidono di trascorre brevi o lunghi soggiorni per rifocillare mente e spirito nel verde delle sue colline. Mens sana in corpore sano. Il corpo, nel percorso offerto dalla Terme (uno degli stabilimenti piĂš importanti del nord Italia), viene trattato come prezioso scrigno da curare con le massime attenzioni.
Le acque curative, note da secoli ad abitanti ed esperti del settore, del tipo alsobromo-iodiche, litio magnesiache, sulfuree, sono particolarmente indicate per alcune patologie specifiche quali quelle vascolari, reumatologiche e otorinolaringoiatre. Il contorno contribuisce a creare un percorso benefico nel verde del grande parco che circonda le fonti con una sinergia perfetta tra elementi. Quattro le fonti per bere e disintossicarsi: Fonte CĂ de Rho con acque ritenute utili per la gotta, calcolosi renale, dispepsie ipercloridiche, gastriti ipersecretive; Fonte
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PAVIA E PROVINCIA
Saline Santa Maria: per combattere stipsi croniche, coliti spastiche; Fonte S. Pietro per disturbi della digestione da gastriti, enteriti e coliti catarrali, disfunzioni epatiche, colecisti croniche, discinesie delle vie biliari; Fonte Vittoria per epato e colicistopatie, processi infiammatori cronici gastrointestinali, stipsi secondarie. I più antichi volumi che ri-
portano notizie sulle fonti saline nei pressi del paese di Miradolo, risalgono al X secolo. Inizialmente utilizzate dagli abitanti della zona per realizzare e conservare cibi, vennero poi studiate dai docenti dell’Università di Pavia che le classificarono tra le acque salso – bromo – jodiche – magnesiche – sulfuree. Un’etichetta di qualità che contraddistinse – e lo fa ancora oggi - lo stabilimento
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termale inaugurato nel 1919. Recentemente le fonti e le terme sono state riconosciute dal Ministero della Salute e dalla Regione Lombardia come impianti di I° Livello Super con reparti per le cure respiratorie e per la “fangobalneoterapia”. Nel centro Spa, inaugurato nel maggio scorso, tutto è dedicato alla cura del corpo, del benessere e della salute nel senso più ampio. Importanti ricerche scientifiche sono svolte dal Centro Studi, nato nel 2004, convenzionato con l’Università di Pavia e diretto dal Professor Giovanni Prece-
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TEMATICHE
rutti, che si occupa di diagnosi e cura di alcune patologie. A Miradolo insomma si respira lâ&#x20AC;&#x2122;aria di un campagna che assorbe il bello della modernitĂ senza lasciarsene dominare, tanto che il sito internet delle terme finisce sul portale europeo del turismo e la maxi zucchina del prof. Tiziano Malabarba, che raggiunge 150 centimetri di lunghezza e 30 di diametro, fa notizia.
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di Andrea Pestoni
Sepa la qualità
e la tradizione dolciaria Moderne attrezzature e attenzione artigianale per un prodotto che dopo l’Italia intende imporsi anche in Germania, in Spagna e in Grecia
P Il titolare Maurizio Palladini
ieve Porto Morone – Quanti di voi, cari lettori, sapevano fino ad oggi che a Pieve Porto Morone vengono prodotti i 2/3 di tutto lo “sponge-cake” che viene assemblato e mangiato in Italia alzino la mano. Si avete ragione, visto l’argomento è meglio parlare come si mangia... Lo sponge-cake altro non è che il Pan di Spagna, prodotto alla base di diversi dolci che finiscono sulle tavole delle famiglie italiane: dal tiramisù alle torte con la crema, dalle torte gelato alla piccola pasticceria. Ma questo è solo l’inizio di una lunga storia, che dalla Sepa arriva fino alla Sepa, accompagnata dalla classica frase “Ne è passata di acqua sotto i ponti”. Lo sa bene Maurizio Palladini, amministratore e socio della Sepa, che questa storia l’ha percorsa tutta, passando anche sotto i ponti. “Se penso che oggi produciamo i 2/3 dei prodotti semilavorati per pasticceria in Italia e che presto sbarcheremo nel mercato tedesco, in quello spagnolo e in quello greco, davvero fatico a pensare che non sia solo un sogno. Un sogno reso possibile anche grazie a tutti quei collaboratori che mi hanno seguito in questo progetto e che hanno creduto in questa sfida”. Un lungo sogno, un barlume di luce
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davanti a grosse aziende del settore per arrivare poi alla Sepa, seguire una strada tortuosa, altre peripezie e approdare nuovamente alla Sepa. Quartier generale in via XXIV Maggio 22 a Pieve Porto Morone. Li ci sono i laboratori, gli uffici e la sede della principale realtà italiana in fatto di semilavorati da pasticceria. Un attenzione quasi maniacale alla qualità del prodotto ed agli ingredienti. “Perché sono prodotti che andranno assemblati con altri – precisa Palladini – e quindi il mix dovrà essere perfetto. E’ un compito difficile se si pensa che la Sepa cerca di fare tutto questo fornendo un prodotto di elevata qualità a prezzi ragionevoli. Si proprio così, il nostro Pan di Spagna, le
nostre basi semilavorate per dolci vengono anche studiate a tavolino con il cliente”. Clienti di vario tipo: si va dalla grande industria leader europea nel settore dolciario al singolo punto vendita (ad esempio laboratori di pasticceria o gelaterie). E tutto questo viene fatto con tecnologia artigianale. Sembra un paradosso ma è così: da una parte l’utilizzo della strumentazione più moderna e dall’altra un legame stretto con la tradizione e le sue ricette che si tramandano da decenni a decenni. E che dopo un lungo percorso mantengono inalterate le proprie qualità e finiscono sulle nostre tavole. E così quando nel relax più totale apriamo una bella confezione di Tiramisù, affondia-
mo il cucchiaino in una morbida crema ricoperta da un leggero strato di cacao e, alla fine, in un ideale contrasto fra morbido e croccante, ci concediamo una dolce cucchiaiata di Pan di Spagna, ecco che riusciamo finalmente a capire quanto sia importante il lavoro che viene svolto all’interno dei laboratori della Sepa. Un lavoro duro per fornire una base morbida ai dolci più croccanti che il nostro palato possa assaggiare. Scusate se è poco… diremo alla Sepa di metterne un po’ di più, di Pan di Spagna, nel nostro tiramisù.
di Mario Bonati
Madre Cabrini: la Santa degli emigranti
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er gli abitanti di Sant’Angelo Lodigiano, dove nacque il 15 luglio 1850, Francesca Cabrini, ancor prima della Santa, venerata in tutto il mondo, è la donna che amò i sofferenti, i poveri, gli umili e gli emarginati, donando tutta se stessa senza nulla chiedere per sé. A Sant’Angelo Lodigiano tutto parla della Santa, in ogni luogo si avverte la sua presenza ed il suo illimitato amore per Gesù ha contagiato tutti i barasini. Gracile e timida fin dalla nascita, Francesca Cabrini, che aggiunse al proprio nome il cognome Saverio, in onore di San Francesco Saverio, sacerdote missionario nell'Estremo Oriente, iniziò da giovane ad esaudire il grande spirito d’avventura che l’animava. In soli trent’anni attraversò ventisette volte l’Atlantico, fondò a Codogno l’Istituto delle
LODI E PROVINCIA
piano terreno e tre al primo piano, a cui si accede tramite l'originaria scala di legno, dove è riprodotta la statua dello scultore Boninsegna posta sopra una guglia del Duomo di Milano. Nel cortile una lapide ricorda i1 volo di colombe (riprodotto anche sulla facciata) venute ad annunciarne la nascita. Nell'abitazione sono custoditi l'abito di lana grezza usato dalla Santa per attraversare le Ande a dorso di un mulo; il bastone con cui fece scaturire la sorgente sul monte Vernon a Denver per le necessità dell'orfanotrofio da Lei innalzato e il tronco di foresta pietrificata dell'Arizona che inviò alle alunne della sua scuola di Milano. Sulla facciata si trova un busto in bronzo della Santa, opera dello scultore Eros Pollini. Accanto, in Piazza XV Luglio, sorge il monumento "a Santa Francesca Saverio Cabrini e all'emigrante", opera dello scultore Enrico Manfrini, ispirato alla biografia "Madre Cabrini - La Santa che scoprì gli Italiani in America" del cabrinologo Achille Mascheroni.
Missionarie del Sacro Cuore di Gesù e sparse le sue case in tre continenti, con una predilezione per gli Stati Uniti, il centro ed il Sud America. Per la sua grande opera, Pio XI la proclamò Beata nel 1938 e Pio XII la canonizzò il 7 luglio 1946. Nel 1950 lo stesso Pio XII la dichiarò patrona universale degli emigranti. La sua casa a Sant’Angelo Lodigiano (nella via a Lei dedicata) è ora trasformata in piccolo museo e centro di documentazione cabriniana, con centinaia di pubblicazioni di vario genere e in diverse lingue, oltre a importante materiale cabriniano giunto da diverse parti del mondo. E' un'abitazione prettamente lombarda del XIX secolo, con tre locali a
di Irina Turcanu
Una saetta nel cielo sereno
Visita all’aeroporto militare di San Damiano, regno del Tornado ECR, un aggraziato mostro che supera il doppio della velocità del suono
I
l Tornado ECR saetta rombando nell’aria dei cieli piacentini, fermando i curiosi con lo sguardo rivolto verso l’alto e attirando gli strali a denti stretti di un contadino convinto che, per colpa di quei marchingegni, le sue galline depongano meno uova. È un caccia bombardiere biposto, supersonico a lungo raggio, specializzato nelle operazioni di guerra elettronica, capace di operare in ogni condizione meteorologica. Lo si può ammirare alla base aeronautica militare di San Damiano durante le visite guidate che accolgono curiosi e appassionati. Circa 17 metri di lunghezza, 6 metri di altezza ed un peso, a vuoto, di 14.000 kg, pronti a raggiungere, in alta quota, il massimo di velocità, Mac 2,2. “È necessario – spiega il comandante della base militare di San Damiano, il colonnello Enrico Degni – non interrompere mai gli addestramenti, nutrendo la vivida speranza di non dover mai mettere in pratica ciò che si apprende. Dobbiamo tuttavia essere preparati per qualsiasi evenienza e questo rende gli addestramenti fondamentali”.
Dopo aver consultato gli aggiornamenti meteorologici, forniti dalla stazione posizionata all’interno dell’aeroporto, si decolla volando a bassa quota e a bassa velocità, nel pieno rispetto delle intransigenti regole interne. “La quota più bassa – rivela il colonnello Enrico Degni – è di 1000 piedi, ossia 300 metri, mentre la velocità è di 429 nodi, l’equivalente di 700 km/h, per i centri abitati. Esistono aree specifiche, scarsamente abitate, dove la quota minima si dimezza”. In volo, il pilota deve rifornire il carburan-
PIACENZA E PROVINCIA
mento delle donne all’interno delle forze militari, in alcuni reparti finivano dietro le scrivanie, ma adesso i brusii si sono acquietati ed il loro inserimento è ottimale. Nella nostra base non vi sono discriminazioni né in un senso né in un altro, ovviamente, in alcuni casi particolari come per la gravidanza, la condizione femminile esige una maggior attenzione, ma per il resto le donne hanno dimostrato di essere alla pari e anche superiori ai colleghi maschi”. Missili, guerra elettronica, 50° Stormo, Tornado, sono questi i termini che appaiono sulle pagine fornite dai motori di ricerca per le parole chiave, aeroporto San Damiano. Vocaboli che scatenano scenari di paura,ECR, ma l’aeronautica militare non Visita all’aeroporto militare di San Damiano, regno del Tornado è solo guerra. Recentemente, un anziano un aggraziato mostro che supera il doppio della velocità signore, del suono ormai agli estremi delle forze, aveva espresso il desiderio di far visita al Papa, l’Aeronautica lo ha accontentato. Gli aerei militari, spesso, svolgono attività di utilità sociale come il trasporto di organi per trapianti, oppure intervengono nelle emergenze legate alle tragedie ambientali come il terremoto in Abruzzo o gli allagamenti nel Messinese. “Nelle missioni di pace – spiega il comandante – la nostra presenza è volta a mantenere i fragili equilibri che si istaurano dopo un conflitto. Ora, parte del nostro personale è impegnata in Afganistan con diversi incarichi, logistici, di supporto o tecnici”. Quando gli domando cosa si prova a sfidare la forza di gravità, gli occhi del cote o simulare combattimenti con altri apparecchi ed una volta ritornato lonnello Degni si illuminano per un istansulla terra ferma, analizza le videoregistrazioni dell’addestramento. Il te, colmi di genuina passione. “Quello contatto con la macchina diventa quasi umano. “Tanti piloti – aggiunge che colpisce, come prima sensazione, è il comandante – accarezzano il velivolo prima di pilotarlo. Io stesso la velocità. Le emozioni si amplificano sono strettamente legato al Tornado per averlo pilotato, ma anche per gli in particolare durante le giornate ugincarichi di ammodernamento ai quali ho partecipato. Si arriva a conogiose. Una volta oltrepassate le nuvole, scerlo a tal punto che è sufficiente un’occhiata e il numero di matricola alla vista del sole si ha una sensazione per capire se qualcosa non funziona al meglio”. di sicurezza. Si sperimenta una secolare Sono circa 800 le persone che lavorano all’interno dell’aeroporto, 20 verità: il sole è sempre lì anche se non sono piloti e 15, donne. Nessuna di loro è pilota, ma una ha superato, lo si vede. Una cosa positiva – conclude recentemente, il corso per emergenza incendio. “Richiede una certa forscherzando – se si è meteoropatici”. za fisica – spiega il comandante – e lei lo ha superato alla stessa stregua degli allievi maschi. All’inizio, nel 2000, si dibatteva molto sull’inseri-
di Alberto Fiori
Fenomenologia di Clooney e la Canalis: una love story da copertina, fra voli transoceanici e passerelle sorridenti. Se il presente appaga il mondo, il futuro lâ&#x20AC;&#x2122;abbiamo voluto ipotizzare noi.
GOSSIP
Un am re
così grande on possiamo che ringraziarli, George ed Ely, perché il loro amore paparazzato, è forse l’ultimo scampolo di sogno a disposizione di noi, anime perse nei palinsesti tivù. Fra scandali, escort, trans, polemiche e robe brutte assai (che non vale la pena nemmeno elencare), Clooney e la Canalis hanno fatto capolino la scorsa estate in modo discreto, proprio alla fine dei tigì, come notizia di colore, giusto prima mpo. La delle previsioni del tempo. bella velina, anzi, forsee la le più celebre e bella delle veline di “Striscia la notizia”, passata per fidanzamenti celebri (Bobo Vieri, ne basta uno per capire l’abnegazione alla causa), calendari desnudi e vani tentativii n, è di carriera nelle fiction, mpreriuscita in una delle imprei i se più difficili dei nostrii giorni: conquistare George Clooney,uno degli uomini più belli e affascinanti partoriti da Hollywood per lisciare le cornee delle donne di tutto il mondo. Attore e produttore di grande peso, è letteralmente esploso agli occhi del mondo qualche anno fa, prestando l’espressione a “Doug” Ross, il bel pediatra di “E.R. medici in prima linea”.
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Lei, sarda di Sassari, classe 1978, bellezza mediterranea scolpita dalla natura (88-60-90 su 50 kg di peso e 170 cm di altezza), lui americano di Lexington, Kentucky, anno 1961, capelli brizzolati, sorriso marpione da gran figlio di sua madre, servito su una vis comica naturale, che a molti ricorda il Cary Grant nelle sue cose migliori. In mezzo noi, la gente che stenta a capire se la crisi è finita oppure no, mentre i sol soldi restano gli stessi e semp sempre pochi, ma non per qu questo ci si tira indietro, qquando c’è da dare una mano ai terremotati d’Abruzzo o gli alluvionati di Sicilia. Perché la vita è dura, un altro anno sta finendo e perfino i Pooh si sono sciolti. Ma restiamo gente a cui le facc faccende di cuore piaccioi perché in fondo sano dda morire, pere che fra un divo di Hollywood ed una ragazza cresciuta a sole e pane “carrasau” possa nascere qualcosa, dà coraggio alla principessa che alberga in ogni donna, ma che a volte si perde un po’ fra spesa, bollette, corsi di nuoto, figli che urlano e mariti che latitano. La storia di George ed Ely è ormai conosciuta in ogni dettaglio. Si incontrano
a cena a Roma il 22 luglio scorso, complici amici comuni e non si staccano più: da allora attraversano i continenti lievitando leggeri sui red carpet di tutto il mondo. E quando arrivano loro, succedono cose strane: chiunque transiti nei dintorni si scorda letteralmente che di mezzo spesso c’è un nuovo film, altri attori, un regista, perfino una trama e altre cosine legate alla recitazione. Le foto di questo servizio, ad esempio, sono state scattate alla presentazione di “Up in the air”, commedia diretta da Jason Reitman (già dietro alla macchina da presa in un gioiellino intitolato “Juno”) e presentata nel corso del Festival Internazionale del Film di Roma. Un film che da noi uscirà a gennaio – adorato dalla critica america-
na - in cui un Clooney in stato di grazia, interpreta un tagliatore di teste aziendali che vuole cambiar vita. Eppure di tutto questo, non ne importava quasi niente a nessuno. Nell’esatto momento in cui George ed Ely compaiono, le domande dei presenti banalizzano inspiegabilmente: vi amate, quando vi sposate, avrete dei figli, è vero che lui è gay. Sì, perché per una coppia che ha deciso di non nascondersi, offrendosi in modo volontario agli occhi del mondo, c’è bisogno di trovare nuove curiosità. Ad esempio, appunto, sezionare con amabile perizia questo amore da rotocalco, insinuando il sospetto che sia tutta una montatura mediatica per garantire una carriera a lui, che sul fascino maschile ci ha costruito l’immagine e
GOSSIP
nel frattempo un bel salto di qualità a lei, che bella e sorridente resta comunque, da qualsiasi lato dell’oceano la si guardi. Quello che ancora non sappiamo, noi gente che Hollywood non sa neanche esattamente dove sia e come ci si arrivi, è il finale di questa favola bella. Manca l’ultima scena, prima dei titoli di coda, quella che George ed Ely non ci hanno ancora comunicato. Se posare insieme ai loro figli, belli da morire anche loro, o se un giorno qualcuno ci dirà che era tutto uno scherzo. Alle principesse nascoste in ogni donna non resterà che tornare ad aspettare il loro principe, meglio ancora se senza calzamaglia. Giusto per togliere ogni dubbio.
di Giovanna Bondi Nutrizionista
Colesterolo: quello buono è amico
L
a tanto demonizzata molecola lipidica del colesterolo, sintetizzata soprattutto nel fegato, è in realtà indispensabile alla vita umana e dei vertebrati in generale, perché entra nella formazione e nella riparazione delle membrane cellulari, agisce come precursore della vitamina D e di tutti gli ormoni sessuali (testosterone, progesterone, estrogeni…) e steroidei, ed entra nella composizione chimica di sali biliari ed emoglobina. La veicolazione del colesterolo nel sangue é a carico di lipoproteine di varia densità da cui dipende in realtà il nostro benessere; il 60/70 % del colesterolo in circolo nel sangue é trasportato dalle lipoproteine LDL a bassa densità molecolare, una minima parte da quelle a bassissima densità (VLDL) e la restante porzione é messa in circolo dalle lipoproteine HDL ad alta densità. A causa dell' affinità molecolare delle LDL con le pareti arteriose, durante il flusso ematico viene rilasciato colesterolo in forma libera che, aderendo all'endotelio del vaso, forma le placche ateromatose responsabili dell'arteriosclerosi e dei restringimenti cause
SALUTE & BENESSERE
Il "colesterolo alto" , indipendentemente dall'eta', genera paura per i rischi che comporta per la salute, ma sull'argomento, c'è molta confusione che genera allarmismo. Facciamo un po' di chiarezza
principali di ischemie e infarti. E' qui che entra in gioco il ruolo del Colesterolo "buono" HDL che, agendo come una calamita, cattura il colesterolo aderente alle pareti dei vasi e lo riporta al fegato dove è pronto per riprendere il suo ciclo metabolico. I livelli di colesterolo sierico, dunque non sono così rilevanti se si tiene in considerazione il rapporto tra frazione LDL e HDL che non deve superare l'indice di rischio cardiovascolare di 5 per gli uomini e di 4,5 per le donne: ad esempio un giovane uomo, normopeso, non fumatore, con colesterolo totale pari a 250 mg/dl e frazione HDL di 80 mg/dl, avrà un indice di rischio basso (250/80=3,12), viceversa un uomo con colesterolo totale "nei limiti" (200 mg/ dl), ma HDL basso (esempio 40) correrà senza ombra di dubbio più rischi di sviluppare coronaropatie, ischemie, arteriosclerosi e così via. Ma quanto incide l'alimentazione nel controllo di questo potenziale nemico? Contrariamente a quanto si crede il colesterolo introdotto con la dieta (esogeno) è solo il 10/20% di quello circolante; il resto è metabolizzato dall' organismo (colesterolo endogeno) che ne produ-
ce fino a 2 grammi al giorno contro i 250/350 mg introdotti con gli alimenti. Ridurre o addirittura eliminare i cibi contenenti colesterolo come il burro, le uova, i crostacei, i salumi grassi spesso non sortisce gli effetti sperati in quanto ridurne l'introito ne favorisce la sintetizzazione endogena. L'importante, per ridurre il rischio cardiovascolare, consiste nel combattere obesità e sovrappeso con una dieta ipocalorica, contrastare l'ipertensione, la sedentarietà e smettere di fumare, unitamente al diabete, tutti fattori di rischio primari. Il diabete insulino, a causa dell' uso terapeutico di insulina che comporta, agisce sulla sintetizzazione epatica del colesterolo controllando un enzima che ne attiva la produzione, ma anche una dieta troppo ricca di glucidi (zuccheri) può generare tale effetto aumentando l’insulinemia! Controllare la sinterizzazione endogena del colesterolo è dunque possibile partendo da un controllo dietetico che deve prevedere quindi un 50% dell'apporto calorico giornaliero proveniente da carboidrati, contro il 65% raccomandato qualche tempo fa, un 20% da protidi di natura anche vegetale (legumi) e un 30% da lipidi di cui
10% saturi e il restante polinsaturi come gli omega 3 provenienti dal pesce, dalla frutta secca e dai legumi e monoinsaturi (olio d' oliva) abolendo completamente gli oli vegetali non ben specificati, i grassi idrogenati e le margarine. Aumentare i valori plasmatici della frazione buona del colesterolo è altresì possibile e auspicabile e rimane senza dubbio il modo più efficace per mettersi al riparo da rischi cardiovascolari. Due o tre ore settimanali di attività fisica mediamente intensa possono essere più efficaci di diete restrittive, senza privarci dei piaceri della tavola, sempre con la giusta moderazione. E se, nonostante il corretto stile alimentare e l'aumento dell' attività fisica, il colesterolo circolante ci fa preoccupare allora possono venirci in aiuto 2 grammi a giorno di fitosteroli vegetali che diminuiscono efficacemente l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale (reperibili sottoforma di yogurt da bere), il te' verde, efficace alleato per l' inibizione del precursore epatico per la sintesi endogena del colesterolo, ma anche l'eliminazione del fumo che rimane sempre uno dei più pericolosi fattori di rischio per la nostra salute, anche quella di cuore e arterie!
a cura di Delfino & Partners
IL CONSULENTE Avviamo da questo numero una rubrica con la prestigiosa collaborazione con lo studio professionale Delfino & Partners diretto da Maurizio Delfino, consulente del Ministero Interno e docente incaricato di contabilità pubblica all'Università Lumsa di Roma. Intendiamo offrire un servizio utile a Enti, professionisti e cittadini che potranno, attraverso le nostre colonne, trovare risposta ai propri quesiti.
E
stinzione anticipata e rinegoziazione mutui: la penale può essere finanziata con il nuovo indebitamento?
Nell’ipotesi in cui l’ente locale intendesse estinguere anticipatamente un mutuo, ricorrendo ad un nuovo prestito caratterizzato da condizioni più vantaggiose, l’eventuale penale da corrispondere all’istituto mutuante originario può essere finanziata con le risorse derivanti dalla nuova operazione di indebitamento. Tale conclusione, pur dando luogo ad una forzatura del principio costituzionale per cui le risorse derivanti da indebitamento possono essere impiegate esclusivamente per finanziare investimenti, si giustifica per il fatto che, nel calcolo di convenienza dell’intera operazione (il nuovo indebitamento deve consentire una riduzione delle passività totali a carico dell’ente), si deve tenere
conto dell’incidenza delle eventuali penali. La penale ha infatti natura di spesa corrente e non potrebbe essere finanziata con indebitamento; tuttavia tale vincolo precluderebbe, laddove non si disponesse di risorse correnti per finanziare il pagamento della penale, di realizzare operazioni convenienti per l’ente, quali la rinegoziazione sopra richiamata. Tale orientamento è condiviso dalla Corte dei Conti – Sezione di controllo per la Basilicata, secondo quanto emerge nel parere n. 10/2009.
L
a normativa prevede e con quali modalità la detassazione per il contribuente che ha una ditta privata incaricata al ritiro dei propri rifiuti?
L’art. 21 c. 7 del D.Lgs. 22/1997 ha escluso dalla privativa comunale l’attività di recupero dei rifiuti urbani ed
assimilati, consentendo a ditte private di svolgere tali funzioni in luogo dei comuni. Poiché l’ente non sostiene più il costo, l’utente può avere diritto ad una riduzione, ma non ad un esonero, in quanto la TARSU copre una parte di costi fissi da ripartire su tutti gli utenti (cfr. R.M. 16/1999). La riduzione è complementare a quella prevista dall’art. 67 D.Lgs. 507/1993 (esecuzione di interventi che riducono il costo del servizio per l’ente con rifiuti, però, conferiti al servizio pubblico). La riduzione a consuntivo per conferimento a ditte esterne deve essere prevista con norma regolamentare in quanto le concrete modalità di riduzione devono essere disciplinate anteriormente la richiesta degli utenti senza che possa esservi alcuna discrezionalità da parte del funzionario. Di conseguenza, le riduzioni a consuntivo per conferimento a ditte esterne devono
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
per equità essere concesse, ma previa apposita previsione regolamentare che ne individui i criteri di spettanza e determinazione. Fattispecie diversa è, infine, la produzione di rifiuti che il regolamento non ha assimilato o non può assimilare agli urbani. In questo caso, trattandosi di rifiuti speciali, non si ha una ipotesi di riduzione bensì di esclusione dall’imposta (art. 62 D.Lgs. 507/1993).
S
i chiede di conoscere l’interpretazione dell’art. 235 comma 1 del D.Lgs. n. 267/2000, in quanto è stata presentata candidatura per la nomina di revisore dei conti di questo Comune, da parte di un professionista che ha già ricoperto tale incarico per due mandati.
La ratio della disposizione contenuta nell’art. 235, comma 1 del D.Lgs. 267/2000 è quella di “garantire l’indipendenza del revisore, impedendo che lunghi e reiterati incarichi vadano a
minare l’oggettività ed, appunto, l’indipendenza del giudizio”. A tal proposito, il Consiglio di Stato, in sede consultiva, nell’adunanza dell’8 giugno 2000 ha espresso il proprio parere sulla questione affermando che la ratio della norma è quella di evitare in assoluto, anche a distanza di molti anni, una possibile nuova elezione, per non compromettere con una rieleggibilità ad libitum, l’imparzialità e per evitare la contiguità con l’ente locale. Le sentenze TAR Sicilia, Sez. Palermo 4 aprile 2002 n. 1081, TAR Puglia, Lecce, Sez. II 20 settembre 2001 n. 5428 e Sez. II 18 aprile 2002, n. 1560, hanno stabilito che non può essere rieletto revisore contabile di un comune il soggetto che abbia ricoperto l’incarico di revisore nello stesso comune per due mandati triennali, indipendentemente dalla circostanza che i successivi mandati si siano succeduti con o senza soluzione di continuità, anche a distanza di molti anni. Inoltre, il Consiglio nazionale dei
Dottori Commercialisti, nella riunione del 17 luglio 2002, ha avuto modo di approfondire la questione esprimendo il proprio parere in merito alla portata della disposizione normativa di cui all’art. 235, comma 1 del Tuel, ovvero che “la rieleggibilità è consentita dal legislatore per una sola volta, indipendentemente dall’essere il nuovo incarico continuativo, o meno, rispetto al precedente”. Pertanto, sulla base di quanto sopra riportato, colui che ha ricoperto l’incarico di revisore dei conti, per due trienni, non può espletare un terzo mandato presso il medesimo ente, indipendentemente dal fatto che vi sia o meno soluzione di continuità rispetto ai due precedenti.
I.P.
Costa Crociere
presenta le Crociere del benessere
M
ilano, 18 febbraio 2009 – Costa Crociere, la Compagnia italiana leader delle vacanze in crociera, ha inventato un nuovo concetto di vacanza sul mare: le crociere del benessere. Le Spa di bordo sono il cuore di questa straordinaria esperienza, ideale per chi desidera vivere una vacanza esclusiva, ritrovando il proprio equilibrio psico-fisico e facendosi coccolare da personale altamente qualificato. A cornice l’eleganza suggestiva delle navi Costa, lo spettacolare intrattenimento di bordo e l’impeccabile servizio. La proposta più straordinaria è Samsara Spa, un centro benessere, tra i più grandi e lussuosi mai realizzati su una nave da crociera: un’area di oltre 6.000 mq su Costa Concordia e Costa Serena, dedicata interamente al benessere, al lusso e al relax.
Samsara Spa sarà anche a bordo delle nuove Ammiraglie Costa Pacifica e Costa Luminosa (3.500 mq), che verranno inaugurate il prossimo 5 giugno, e dal 2010 su Costa Deliziosa (3.500 mq). Samsara Spa offre agli Ospiti un’esperienza benessere a 360 gradi che coinvolge la persona nella sua interezza. Una Spa ad accesso riservato, con Ca-
VIAGGI
Le spa di bordo rappresentano un modo unico per vivere il mare all’insegna del relax e dell’equilibrio psico-fisico
bine e Suite posizionate all’interno dell’area riservata e un ristorante dedicato. L’esperienza Samsara comprende infatti l’Area Termale composta dalla piscina Talassoterapica, getti d’acqua massaggianti per risvegliare l’energia vitale, il Santuario Tridosha, dove benefici vapori aromatizzati si diffondono nell’aria e il Tempio della Pace, sala di meditazione e rilassamento per calmare la mente e il corpo dopo il trattamento termale. Samsara è inoltre sinonimo di trattamenti esclusivi: rituali ayurvedici per sviluppare la pace interiore, massaggi terapeutici e trattamenti per il rassodamento e nutrimento del corpo. Gli ospiti potranno inoltre usufruire di ambienti
unici come il Solarium, il Centro Estetico, la Casa del Tè, il Salone del Parrucchiere e il Barber Shop, che offre servizi e trattamenti specifici per l’uomo. E per chi non vuole rinunciare all’esercizio fisico e alla ginnastica sono presenti i percorsi sportivi e la palestra attrezzata da Technogym®. Dal 2009 su Costa Luminosa e a seguire, nel 2010, su Costa Deliziosa, sarà possibile sperimentare la sala Kinesis, un sistema che coinvolge in movimenti naturali e armonici sia il corpo sia la mente per migliorare equilibrio, flessibilità e forza. Per immergersi completamente nell’atmosfera orientale dell’esclusiva Spa e vivere in armonia con sé stessi, le ammiraglie Costa dispongono di lussuose e confortevoli Cabine e Suite Samsara, con accesso diretto alla Spa, dotate di comodità esclusive, come il filtro per la doccia, che rimuovendo le particelle di cloro e altre impurità dell’acqua, renderà la pelle più liscia e idratata, lo speciale kit da bagno, la bilancia pesapersone, accappatoio e ciabattine, il pillow menù per scegliere il proprio cuscino, lenzuola e federe in cotone biologico, la TV a schermo piatto, lo ionizzatore (nelle Suite), una selezione di tè da preparare in cabina, mini bar e room service con prodotti e menù light. L’esclusivo pacchetto Samsara prevede inoltre il Rituale di Benvenuto (ingresso illimitato nelle aree comuni della Spa, consulenza personalizzata sul programma benessere ideale, due trattamenti a scelta, due lezioni fitness o di meditazione, due ingressi nell’area solarium e inviti alla cerimonia del tè nell’esclusiva Casa del Tè Giapponese) e il privilegio di accedere al Ristorante Samsara, alla carta, con maître dedicato, dove gustare piatti sofisticati e leggeri, realizzati con tecniche di cottura particolari che coniugano il piacere del palato al benessere. Crociere all’insegna del benessere con il
Costa Crociere S.p.a.
Programma Wellness anche su altri due gioielli della flotta, Costa Atlantica e Costa Mediterranea. Il Programma Wellness prevede: Cabine e Suite Wellness riservate, con un arredo diverso e caratterizzate dal massimo comfort e dotazioni esclusive; il Rituale di Benvenuto (valutazione e consulenza personalizzata sul programma benessere ideale, tre trattamenti a scelta, due lezioni di fitness o meditazione a scelta fra: Pilates, Yoga, Meditation) e accesso privilegiato al Ristorante Wellness. Il benessere di Costa si ritrova su tutte
le navi della flotta, che offrono ai propri Ospiti crociere all’insegna del fitness e della rigenerazione. Ricchissimi, infatti, sono tutti i centri benessere di bordo, con piscine, saune, bagno turco, sale trattamenti vista mare, palestre con attrezzature Technogym®, vasche idromassaggio e percorsi jogging esterni. A bordo il personale specializzato sarà in grado di formulare una consulenza personalizzata per gli Ospiti, per scegliere i trattamenti più indicati e i corsi o lezioni di ginnastica e di meditazione adatti alle proprie esigenze.
Costa Crociere è il più grande gruppo turistico italiano e la compagnia di crociere n.1 in Europa. Da oltre 60 anni porta in tutti i mari del mondo il meglio dell’ospitalità, della gastronomia e dell’intrattenimento italiani, per una vacanza da sogno all’insegna del relax e del divertimento. Nel 2007 oltre 1,1 milione di Ospiti hanno scelto una crociera Costa, vero e proprio record storico in Europa. Le 12 navi della sua flotta, tutte battenti bandiera italiana, ognuna con caratteristiche uniche e uno stile inconfondibile, offrono la possibilità di visitare ogni anno ben 250 destinazioni diverse nel Mediterraneo, Nord Europa, Mar Baltico, Caraibi, Sud America, Emirati Arabi, Lontano Oriente e Oceano Indiano. Altre 2 nuove navi - Costa Luminosa e Costa Pacifica - sono in consegna a fine aprile e fine maggio 2009 e saranno battezzate a Genova il 5 giugno 2009, e ulteriori 3 nuove unità sono in ordine. Costa Crociere è certificata dal RINA con il BEST4, sistema articolato di certificazioni volontarie in materia di responsabilità sociale (SA 8000, del 2001), ambiente (UNI EN ISO 14001, del 2004), sicurezza (OHSAS 18001, del 1999) e qualità (UNI EN ISO 9001, del 2000). Tutte le navi della flotta Costa hanno ricevuto la notazione “Green Star” del RINA che attesta il rispetto dei più alti standard in materia di protezione ambientale. Costa Crociere sostiene il WWF per la tutela delle ecoregioni marine del Mar Mediterraneo, delle Grandi Antille e del Brasile. Nel 2008 Costa Crociere S.p.A. risulta inoltre al 72° posto per fatturato e al 12° posto per redditività nella classifica di Mediobanca, che prende in considerazione oltre 3.700 società italiane con almeno 50 milioni di euro di fatturato nell’ultimo esercizio.
TEMATICHE
di Alberto Fiori
Il suo nome è (quasi)
nessuno
Jenson Button, 29 anni, campione del mondo F1 2009. La storia di un ragazzo cresciuto sui kart e diventato grande inseguendo un sogno: il suo.
F
ra qualche tempo riparleremo del mondiale di F1, anno di disgrazia 2009 e ancora un po’ segnati mentalmente dagli eventi ci diremo, ricordi? Era l’anno del pasticciaccio brutto dei diffusori d’aria, diventato ancora peggiore con il parapiglia fra Fota e Fia e reso triste dall’incidente a Felipe Massa. Ma soprattutto, era l’anno in cui alla fine il titolo è andato a Jenson Button. Un tizio alto e un po’ allampanato (come tutti gli inglesi che si rispettino), che un anno prima aveva chiuso il mondiale al 18° posto, senza concedere nessuna speranza a chi
su di lui poteva pensare di scommettere qualcosa. La Honda, la sua scuderia, aveva chiuso i battenti fuggendo e gambe levate dal dispendioso mondo della Formula 1 e Button era rimasto senza contratto, ingaggio e monoposto. Insomma, puntare sul suo nome, a meno di non essere un familiare, voleva dire farsi del male. Invece Jenson Alexander Lyons Button, nato il 19 gennaio 1980 a Frome, Somerset, sud ovest della Gran Bretagna, terra di pascoli verdi e fiori colorati, è riuscito dove nemmeno il destino sembrava volergli dare credito. Perché tutto,
dal 6 marzo 2009 in poi, somiglia più ad un film dalla trama strampalata che alla realtà. Quel giorno, l’ex direttore sportivo della Ferrari, Ross Brawn, rileva ciò che resta del Team Honda per la cifra simbolica di una sterlina e rinnova il contratto per la stagione 2009 a Button e Barrichello. Da lì in poi, per Jenson è una cavalcata verso il titolo iridato: pole position e vittoria in Australia e Malesia, terzo posto in Cina, ancora primo in Bahrain, Spagna, Monaco e Turchia, secondo a Monza, dietro a “Rubinho”. Ha punti a sufficienza per presentarsi a In-
AUTO
terlagos, in Brasile, penultimo gran premio in calendario, con in tasca la quasi certezza del titolo: quel giorno gli basta il quinto posto per entrare nella leggenda della Formula 1. Jenson fra i motori ci è cresciuto. Suo padre John correva nei rally, e per lui salire su un kart, prima ancora che su un triciclo, è la cosa più normale che esista. Passa qualche anno, ed il giovane
Button, prima si porta a casa una dopo l’altra le 34 gare del campionato inglese kart, quindi per intero la Formula Ford, una serie di gare europee di un certo livello. E’ un attimo e Button è già ai nastri di partenza della Formula 3, anticamera della F1, dove invece approda nel 2000, per sostituire Alex Zanardi con i colori della Williams. Quel giorno Jenson Button ha vent’anni, è il terzo più giovane
debuttante di sempre, ma anche uno dei più talentuosi: nell’anno dell’esordio chiude all’ottavo posto e nel 2003 Michael Schumacher deve metterci un bel po’ di mestiere per sbarrare la strada alla sua Benetton, passandolo solo all’ultimo giro. Ma Briatore gli preferisce Alonso, e Button emigra alla Bar, sparendo un po’ dalle scene, perso nelle retrovie dei gran
AUTO
premi, ben lontano dalle zone dove si distribuiscono punti e celebrità. Tanti lo danno per finito ancor prima di iniziare, altri, quelli che lo ricordano (anche se a fatica), buttano ogni colpa su una macchina per nulla competitiva, ma sta di fatto che Jenson vive per anni di pochi clamori, passando attraverso scuderie e monoposto che non gli permettono di arrivare a nulla, o a molto poco. Il suo
nome si lega più alla facilità con cui si mostra in compagnia di modelle e bellezze di estrazione varia, prede che inanella con una certa frequenza e fortuna, molta di più di quella che gli tocca sui circuiti. Poi arriva il 18 ottobre 2009, un giorno da incorniciare, che si porta appresso il titolo mondiale e quello costruttori. Jenson, non più tardi del giorno dopo, si è
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affrettato a mettere un po’ d’ordine, dichiarando che non è affatto in cerca di un nuovo ingaggio, di più soldi e altre scuderie. Lui sta bene dov’è, in quella piccola squadra fatta di gente che si impegna senza risparmiarsi nulla, nemmeno la gioia. Ci sono cose che non hanno prezzo, per tutte le altre c’è Jenson Button.
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nsigli
AUTORE: TITOLO : EDITORE: PREZZO :
MARCO BUTICCHI IL RESPIRO DEL DESERTO LONGANESI 19,60 EURO
AUTORE:
PATRICK DENNIS
TITOLO :
ZIA MAME
EDITORE:
ADELPHI 19,50 EURO
PREZZO :
AUTORE: TITOLO : EDITORE: PREZZO :
ARTURO PEREZ REVERTE CORSARI DI LEVANTE TROPEA 16,90 EURO
AUTORE:
CARLO ANCELOTTI
TITOLO :
PREFERISCO LA COPPA
EDITORE:
RIZZOLI 17,50 EURO
PREZZO :
LIBRI
E’ in forma strepitosa Marco Buticchi e questo romanzo lo dimostra. Una storia affascinante che parte da Gengis Khan per arrivare ai giorni nostri. Una trama densa di avvenimenti e di leggende costruita attorno a personaggi convincenti che si muovono in scenari magistralmente descritti. Una scrittura secca, densa di trovate e di colpi di genio. Uno scrittore il cui gusto per l’avventura e la sua attenzione per la Storia lo rendono un maestro dell’avventura degno di Wilbur Smith o Clive Cussler. Nell’aprile del 1919, a bordo del piroscafo Zeppelin, Double Skinner incontra il futuro presidente degli Stati Uniti: Harry Truman. Tra i due nasce una profonda amicizia tanto che Skinner affiderà a Truman la custodia di un potente segreto che risale al periodo di Gengis Khan. Ai giorni nostri, Oswald Breil acquista lo yacht che un tempo fu definito “la Casa Bianca galleggiante” perché dimora prediletta del 33° presidente americano: Truman. Da quel momento per Breil iniziano i guai. Quale segreto nasconde lo Yacht e chi vuole impossessarsene? Imperdibile.
Come faccia Roberto Calasso, padre padrone della casa editrice Adelphi a scovare sempre dei titoli particolari e sfiziosi rimane un mistero; fatto sta che ancora una volta con questo romanzo ha fatto centro. E così, dopo averci fatto amare “Le braci” di Marai, “Follia” di McGrath, “Che paese l’America” di McCourt, e “La sovrana lettrice” di Bennett, Calasso ci presenta Patrick Dennis (1921 – 1976), pseudonimo di Edward Everett Tanner III°. Quando uscì nel 1955, Zia Mame vendette due milioni di copie. La storia è ambientata nell’America degli anni Venti e narra di Patrick, un ragazzino di unidici anni il quale, a causa della morte del padre, viene affidato ad una zia che non ha mai conosciuto. Così Patrick arriva per la prima volta a New York, suona il campanello della sua nuova tutrice e scopre che Zia Mame e una gran dama eccentrica, pazza, vitale, dai modi sorprendenti e, soprattutto: è giapponese! Con Zia Mame, Patrick vivrà una turbinosa esistenza fatta di amori, feste, avventure, colpi di fortuna, cadute in disgrazia il tutto narrato con leggerezza e grazia, qualità che rendono questo libro piacevole e divertente. Zia Mame è un personaggio esplosivo che saprà affascinarvi.
Un nuovo romanzo di Perez Reverte, da molti definito come l’Umberto Eco di Spagna; un nuovo capitolo della saga del Capitano Alatriste, una nuova occasione per il lettore per vivere magnifiche e pericolose avventure nella Spagna del Seicento. Una girandola di personaggi tra sole, vento, onde, isole e pirati, insenature e porti, abbordaggi e duelli, ubriachi e prostitute, in mezzo alla tempesta o alla bonaccia. A descrivere gli avvenimenti è Inigo Balboa, giovane scudiero di Capitano Alatriste, con cui solcherà i mari del Mediterrraneo a caccia di corsari e degli inglesi. Fino all’ultima definitiva battaglia davanti a Iskenderrun, dove si troveranno ad affrontare cinque galee turche….ma prima di conoscere il verdetto finale ci sarà tempo per ricordare tutti i momenti più belli della loro vita. Avviso ai naviganti lettori: leggendo queste avventure vi innamorerete del Capitano Alatriste e del suo equipaggio e non potrete non leggere anche gli altri cinque libri precedenti!
Chi è appassionato di calcio crederà di conoscere tutto di Carlo Ancelotti, un tempo un grande calciatore della Roma e del Milan, poi divenuto un allenatore altrettanto vincente di Parma, Juventus e Milan. I trofei e gli scudetti vinti sono stati molti ma, vi sembrerà strano, di tutto questo nella biografia si parla poco. Molto più spazio viene dedicato agli aneddoti, ai ricordi talora importanti altre volte divertenti. E’ una piacevole sorpresa conoscere da vicino il signor Carlo Ancelotti, l’uomo che pur avendo conosciuto e frequentato molti dei personaggi sportivi più importanti degli ultimi decenni come Liedholm, Capello, Kakà, Maldini; ma anche Gianni Agnelli e Silvio Berlusconi, fino ad arrivare ad Abramovich, proprietario del Chelsea; è rimasto sempre lo stesso: modesto, quasi timido ma con una grande forza caratteriale. Un libro senza particolari pretese eppure gustoso, schietto ed in alcuni tratti pungente come solo gli emiliani sanno essere. Per chi ha la nostalgia del bel calcio e dei grandi campioni.
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