I am the spark
l’eredità DeLorean Motor Company è il nome di un marchio automobilistico e di un’icona. Consacrata al pubblico internazionale grazie al film “Ritorno al futuro”, essa è già nota all’utenza americana da almeno tre anni, quando inizia la produzione del celebre modello 12. La sua avventura è tanto breve quanto intensa. Ha inizio nel 1975, a Detroit, grazie alla volontà di un uomo, John DeLorean, di realizzare il proprio sogno. Tale audacia lo spinge a lasciare un lavoro sicuro e di prestigio presso la General Motors per crearsi la propria casa automobilistica.
Il nome di DeLorean, già noto nel settore come abile ingegnere, innovatore nonché più giovane figura della GM a raggiungere il ruolo di amministratore, gli permette di compiere questo azzardo. Così, in seguito a diverse divergenze con la compagnia, John decide di dimettersi e di intraprendere questa nuova sfida. Sfruttando le proprie conoscenze e la propria spinta visionaria, egli riesce a radunare attorno a sé uno staff di assoluto prestigio, che gli consente di raccogliere fondi e di dare avvio alla sua temeraria impresa. È tanto abile da riuscire a catturare l’attenzione non soltanto di investitori privati, ma anche di enti pubblici con la prospettiva di rivitalizzare aree depresse.
la produzione Nel 1975 DeLorean ha dunque a disposizione tutto ciò che è necessario per iniziare il progetto. L’avventura dura solo pochi anni, nel 1983 si è infatti già conclusa. Come una meteora, il marchio DMC ha una vita breve, ma intensa, che brucia sfavillante durante il suo percorso, consumandosi rapidamente, non senza lasciare dietro di sé un’indelebile scia luminosa. Le accattivanti linee squadrate e le caratteristiche portiere ad ala di gabbiano sono infatti ancora oggi automaticamente associate all’immagine dell’unico modello prodotto dalla compagnia, la DMC-12. L’automobile di “Ritorno al futuro” entra in produzione soltanto nel 1981, dopo una lunga fase di progettazione. Mentre l’estetica
disegnata da Giorgetto Giugiaro si rivela subito come la perfetta concretizzazione delle idee innovative di DeLorean, la scelta della meccanica si presenta al contrario piuttosto complessa. Non è infatti semplice riuscire a coniugare l’ambizioso proposito di ottenere un’auto “fun to drive, safe to operate, and long lasting” con le risorse disponibili a quel tempo.
la crisi L’enorme ambizione del fondatore è allo stesso tempo punto di forza e fattore principale di crisi della compagnia. Infatti, nonostante il marchio incontri da subito il favore del pubblico americano, alcune scelte operative si rivelano in definitiva pesantemente negative. Nella fase di produzione si incontrano numerose difficoltà, dovute soprattutto ai costi. Il prezzo finale dell’automobile risulta superiore alle previsioni e quindi poco competitivo rispetto alle dirette concorrenti e le prestazioni non sono all’altezza delle ambizioni di DeLorean. Inoltre la scelta di collocare uno dei principali stabilimenti di produzione in Irlanda del Nord nel periodo più caldo dello scontro tra cattolici e protestanti si rivela altamente
controproducente. Nonostante queste difficoltà , gli impianti di produzione sono considerati all’avanguardia e i modelli realizzati vengono venduti in quantità numerose. Oggi si contano circa 6000 esemplari sopravvissuti, ritenuti preziosi oggetti di collezionismo, su circa 9000 pezzi prodotti in totale. Nel 1982 viene interrotta, dopo solo un anno, la produzione della DMC-12 e in ottobre la compagnia si scioglie.
oltre la fine Tre anni dopo l’automobile diventa la star della pellicola “Ritorno al futuro”, entrando prepotentemente a far parte dell’immaginario collettivo. Nel film, considerato un’icona del cinema degli anni Ottanta, la vettura ha un ruolo centrale. Essa compare in tutti gli episodi della trilogia ed è la base a partire dalla quale Doc costruisce la sua macchina del tempo. Lo strambo scienziato riesce infatti a modificare l’auto, alimentandola a plutonio, in modo da renderla capace di compiere spostamenti temporali. Coinvolgendo Marty in questi assurdi esperimenti, darà luogo a numerose avventure. Il ragazzo si trova infatti accidentalmente catapultato negli anni Cinquanta, dove incontra i suoi genitori
adolescenti. Tentando di destreggiarsi tra diverse situazioni, cercherà di tornare al futuro insieme a Doc. La prima pellicola ha avuto un enorme successo grazie alla simpatia dei personaggi e alla trama semplice, ma avvincente. Ciò ha permesso la diffusione della fama del modello 12, finora limitata all’ambiente americano. La crescita del mito DeLorean, anche dopo la morte del brand, deve dunque molto alla risonanza internazionale del film. La scelta di utilizzare proprio una DeLorean è dovuta alle particolari caratteristiche estetiche, che rendono l’auto un vero e proprio oggetto di stile, proiettato verso il futuro. È Doc in persona a chiarire questo detteglio, affermando «The way I see it, if you’re gonna build a time machine into a car why not do it with some style».
Si conclude così la breve vita del marchio, che al di là delle difficoltà incontrate durante il cammino, ha saputo segnare fortemente una parte importante del settore automobilistico, imponendosi, anche se solo per poco tempo, grazie alla sua audacia e alla sua capacità di pensare fuori dagli schemi. Tali ideali sono incarnati perfettamente dalla figura di John DeLorean, al quale si può solo imputare la colpa di avere sperato in un sogno troppo grande per l’epoca.
Nel 2010 Wired si lancia in un’iniziativa audace: riprende un’auto a combustione per modificarla con un motore elettrico. La prescelta è la DMC-12, consacrata mezzo del futuro grazie alla trilogia di “Ritorno al futuro”. Trasformata in macchina del tempo da Doc e da Marty McFly, si è conquistata un posto di spicco nell’immaginario collettivo contemporaneo. La fama del film segue tuttavia la scia tracciata da John DeLorean. I suoi ideali, veicolati da forme audaci, hanno creato fin da subito un circolo di appassionati. E l’entusiasmo non si è esaurito. Numerosi blog e raduni ricordano la celebre vettura con nostalgia e alcuni fan tentano di ricrearne modelli artigianali. La sua eredità è lontana dall’esaurirsi. Il marchio ha ancora molto da comunicare, adesso ancora più che in passato.
audacia tecnologia sostenibilitĂ prestazioni
indipendenza intuitività solidità adattabilità
estetica linee squadrate materiali pregiati esclusività
esibizionismo
audacia
Audacia è esplorare nuovi terreni, spingersi oltre le convenzioni. Quando si compiono imprese non ci si deve soffermare sulle regole, su ciò che sappiamo già fare. Bisogna avere il coraggio di pensare come nessuno ha mai fatto. Arriva il momento in cui ci si trova a dover fare una scelta e l’audace sceglie il percorso più impervio, il più difficile, ma che porterà al miglioramento di sé e degli altri. Non esistono scuse, si deve fare e basta. Perché quando arriva il momento si deve essere sicuri, si deve essere pronti a fare il salto che nessuno ha mai osato fare. Lì si vede chi è il vero audace. Chi ha il coraggio. Chi non teme l’ignoto e chi ha voglia di cambiare il mondo.
tecnologia Lo slancio verso il futuro porta la DMC a rinnovarsi continuamente, cercando di trovare nuove soluzioni e di rendere i suoi prodotti altamente automatizzati. L’alto numero di parti tecnologiche fa sÏ che gli articoli siano noti per il loro volto di avanguardia e precursore dei tempi.
sostenibilità La ricerca nel campo delle tecnologie non si ferma all’aspetto puramente tecnico, ma vuole approfondire il tema delle energie rinnovabili. Così la sfida del futuro invade il campo della sostenibilità ambientale, sperimentando nuovi tipi di materiali ed energie.
prestazioni La sperimentazione e la ricerca non vanno certo a penalizzare le prestazioni, anzi puntano a migliorare l’efficienza e la qualità . I prodotti adempiono alle loro funzioni in maniera non solo corretta, ma addirittura eccellente, cercando cosÏ di imporsi come leader del settore.
indipendenza
Indipendenza è la mancanza di vincoli. La distanza dal passato e la libertà. Si può volare alto, si può fare e si può essere ciò che si vuole. Possiamo inseguire i nostri sogni, le nostre ambizioni, senza aspettare il consenso da nessuno se non da noi stessi. Perché la nostra coscienza è la nostra forza. Dobbiamo fidarci delle nostre intuizioni, delle nostre idee, perché se crediamo in loro si realizzeranno. Non abbiamo bisogno di ideali imposti da altri, di identità d’altri. Il nostro spirito è forte e noi ne siamo consapevoli.
intuitività Il desiderio di essere liberi da problemi e complicazioni ci porta a rendere gli articoli della DMC facili da utilizzare, in modo che l’utente possa interagire con naturalezza con le varie funzioni e parti del prodotto. La reale complessità è così nascosta da un semplice e immediato sistema di interfaccia, che riduce i tempi di azione e la necessità di aiuto.
solidità Il grande investimento nella ricerca e l’utilizzo di particolari materiali fa sì che i prodotti siano resistenti e duraturi nel tempo; in questo modo la necessità di manutenzione diventa sempre più saltuaria ed eccezionale. La sicurezza degli articoli rende l’utente autonomo e libero da vincoli tecnici.
adattabilità La facilità con cui i prodotti si adattano alle diverse situazioni e ambienti li porta ad un livello di qualità maggiore: le prestazioni non crollano in ambienti diversi da quello di naturale utilizzo del prodotto, mantenendo comunque alti standard di funzionamento. Questa caratteristica permette di non preoccuparsi dei limiti dell’oggetto, così da rendere l’utente ancora più libero e indipendente.
esibizionismo
Esibizionismo è manifestazione dell’individualità. L’espressione dell’unicità, la celebrazione del singolo. Siamo nati tutti diversi e moriremo nella diversità. Idee che si intrecciano, personalità che si incontrano, esperienze che si completano. Siamo incostanti. Vogliamo lasciare il segno del nostro passaggio, dei nostri ideali. Ma lo facciamo senza essere volgari. Non vogliamo far parlare di noi per questo, ma per le nostre qualità. Per la nostra ricercatezza, per le nostre materie prime. Per le nostre idee. L’affermazione dei nostri ideali è ciò che ci guida e ci ispira. Vogliamo dimostrare al mondo quanto ogni singolo uomo, ogni singola idea può cambiare il nostro tempo.
estetica La DMC non si accontenta di eccellere dal solo punto di vista tecnico e funzionale, ma vuole anche spiccare in quello estetico e del design. La forma è affidata alle mani di esperti e sperimentata in modo da non essere scontata. Punta ad essere ricercata, cercando di riflettere gli ideali e i gusti del pubblico.
linee squadrate La scelta di rivolgersi a un pubblico per la maggior parte maschile porta al preponderante utilizzo di linee oblique, forme geometriche regolari e squadrate, che conferiscono nello stesso istante un carattere severo, ma trasgressivo, riflesso nostalgico dell’ideale del bad-boy americano degli anni ’80.
materiali pregiati La ricercatezza e la ricchezza estetica dei prodotti non si limitano all’apparenza, ma si concretizzano tramite l’utilizzo di materiali di grande valore, sia economico che qualitativo. Alla bellezza formale si aggiunge quindi quella fisica e materiale, rendendo questi prodotti sempre piÚ unici e inimitabili.
esclusività La consapevolezza di possedere un oggetto non acquistabile da chiunque carica i prodotti DMC di un valore intrinseco non solo economico, ma anche simbolico. L’utente sarà quindi orgoglioso di esibire e mostrare il suo nuovo articolo, conscio dell’insieme di valori di cui si fa portatore.
Project Meta 07 Matilde Angelini - Nicolas Attolico Andrea Benedetti - Alessia Bissolotti Monica Bocelli - Valentina Borin Arianna Bozzoni