MODIGLIANI INSTITUT ARCHIVES LÈGALES PARIS - ROME
M173 Palazzo Taverna · Roma
dal 21 al 31 ottobre 201 2
ISTITUTO EUROPEO PEGASO - ITALIAN ART PROMOTION
Palazzo Pepoli - Campogrande · Bologna
dal 1 5 al 23 dicembre 201 2
CRO-MAGNON
An d re a B e n e tti TR A C C E A P O C R I F E
a cura di Christian Parisot· Gregorio Rossi · Diletta Iacuaniello
A n d re a B e n e t t i A rc h i v e s F o u n d a t i o n 庐 ARCHIVIO LEGALE DIGITALE PER LA TUTELA E LA CATALOGAZIONE DELLE OPERE DI ANDREA BENETTI
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AndreaBenetti
M1 73 · Cro-Magnon Tracce apocrife
MODIGLIANI INSTITUT ARCHIVES LÈGALES PARIS - ROME Palazzo Taverna · Roma 21 > 31 ottobre 201 2 ISTITUTO EUROPEO PEGASO - ITALIAN ART PROMOTION Palazzo Pepoli - Campogrande · Bologna 1 5 > 23 dicembre 201 2 TESTI A CURA DI
Christian Parisot, Gregorio Rossi, Diletta Iacuaniello, Andrea Benetti ORGANIZZAZIONE DELLE MOSTRE
Andrea Benetti Archives Foundation I.A.P. Italian Art Promotion Istituto Europeo Pegaso COLLABORAZIONE SCIENTIFICA
Andrea Benetti Archives Foundation Rinaldi - Paladino Art Museum Foundation · Lugano · Svizzera Multi Olistica · Roma I.A.P. Italian Art Promotion M.A.C.I.A. · Museo d'Arte Contemporanea Italiana in America CON IL PATROCINIO
Rinaldi - Paladino Art Museum Foundation · Lugano · Svizzera Istituto Europeo Pegaso M.A.C.I.A. Museo d'Arte Contemporanea Italiana in America APPARATO BIOGRAFICO A CURA DI Diletta Iacuaniello COORDINAMENTO DELLE MOSTRE
Andrea Benetti Archives Foundation Sabrina Collina per I.A.P. Italian Art Promotion SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Sabrina Collina per I.A.P. Italian Art Promotion COMUNICAZIONE Riccardo Trebbi per I.A.P. Italian Art Promotion PROGETTO GRAFICO Colour Frame · Roma STAMPATO DA PressUp.it FOTOGRAFIE Davide Brodo, Valentina Campatelli, Alessandro Ostini RINGRAZIAMENTI A Alberto Albertini · Dario Alessio · Cristina Ariatti · Ilaria Banni Alessandra Bonanni · Giuseppe Chillo · Eleonora Chiolo · Susanna de Paolis Domenico Di Conza · Giuseppe Masturzo · Nicola Selvatici · Anna Testa UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A
Paolo Campogrande © EDIZIONI M EDIA B RAIN Settore editoriale “Arte contemporanea” © I MMAGINI OPERE AndreaBenettiArchivesFoundation ® www.andreabenetti-foundation.org · www.andreabenetti.com
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ISTITUTO EUROPEO PEGASO - ITALIAN ART PROMOTION Palazzo Pepoli - Campogrande · Bologna dal 1 5 al 23 dicembre 201 2
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M173 CRO-MAGNON
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a cura di Christian Parisot路 Gregorio Rossi 路 Diletta Iacuaniello
ARCAICO , ICONICO E RITUALE
Sono tante le varie tappe del percorso “arcaico”, ma non è ancora definito l’inizio e il percorso da considerarsi un vero e proprio “viaggio” nell’inconscio del primitivo artista rinato. Per aiutare lo spettatore a rinnovare lo sguardo, per cambiare la percezione di se stesso riflesso nel percorso iniziatico del racconto, l’artista impiega dei supporti specifici : invecchiati. I simboli, in senso proprio del termine, vivono e si accoppiano con la danza, la gestualità, l’animale e l’abbigliamento dell’uomo. In questo senso il termine “arcaico” non va inteso come un oggetto misterioso, o venuto da una grotta catacombale, dove si insinuano coltelli di ossidiana, va piuttosto inteso e guardato come un intimo distillato di quanto vi è di “bello” nella storia dell’uomo, della sua nascita e del suo ambiente. Il dipinto non è “segreto rivelato”, ma una componente esterna, estrapolata dal muro immaginario, e introdotta nella nostra vita quotidiana semplicemente attraverso le icone del mondo primitivo. Questo modo di dipingere sembra costituire l’ultima rappresentazione possibile, l’ultima apparizione della danza sacra, nella perfezione del movimento, contrapposto alla sua immobilità: ci troviamo di fronte al grande momento della pittura arcaica e la rappresentazione dell’assurdo motore immobile dell’immagine riflessa. Realtà unica della rappresentazione dell’uomo, dell’animale e della natura. Per amore della verità va detto tutto a riguardo: la rappresentazione è il proprio destino riflesso nell’immagine. Un labirinto di immagini su una superficie chiusa, determinata dal racconto sulla superficie. Con evidenti intenzioni edonistiche Andrea Benetti, sembra voler partecipare alla “fine” della pittura, riproponendone l’inizio, l’arcaico, il rituale e l’immagine iconica del passato. Lo spettatore è l’attore, l’immagine è quella dell’artista che si prepara attraverso vari passaggi a rimettere in gioco la sua stessa storia, e la riprende dal mondo arcaico per dire e per raccontare una storia agli altri…in pratica acquisisce un modo di raccontare dal mondo arcaico e lo fa suo, e diventa il proprio maestro. Un battesimo creativo, primo fra tutti, che non può che essere ricevuto una sola volta, mediante il quale il neofita artista viene ammesso nella comunità dei creatori. La seconda nascita, un’applicazione diversa del colore, della forma della creazione, come inizio del piccolo mistero con un’applicazione diversa del colore sul supporto. L’artista sembra indicarci la strada della salvezza, della rimessa “in gioco” della pittura, senza nessun ripensamento: capta le immagini del passato e le introduce nel presente. Qualche secolo fa, gli uomini ci facevano notare che il mondo non aveva altra lingua comune che l’immagine, e la condivideva con orgoglio, la
Roma · L'entrata di Palazzo Taverna sede del Modigliaani Institut Archives Légales Paris - Rome
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mostrava ai componenti della tribù. Non esistono traduzioni dell’immagine arcaica, ma solo interpretazioni delle fasi della “riproduzione”, della caccia, della vita in comunità. La pittura arcaica o primitiva è la sola a poter assicurare la trasmissione della vita quotidiana, nella sua fase di rispecchiamento, nella quotidianità e nell’aspetto rituale e sacro. La traduzione di Andrea Benetti è simbolicamente arcaica, ma ripropone la rigorosa immagine dell’uomo proiettata nella sua vita, nel suo ambiente con le sue contraddizioni. La trasmissione delle immagini avviene per estrapolazione dal discorso primitivo, dal mondo arcaico, prende in prestito l’alfabeto e lo ricompone in termini moderni. Le icone giocano con le forme moderne, dalla roccia alla carta, dal legno alla tela, come se il supporto non fosse altro che uno schermo su cui far scorrere le immagini. Le forme del rappresentare e del dire sono infinite, ma si sente che l’uomo diventa il proprio padre, oppure il proprio maestro e finiscono per coincidere nel rappresentarle come forme, colori e il racconto ha una sola dimensione: il dipinto. In concreto si hanno molti modi di rappresentare, per raccontare la stessa cosa, ma tali “modi” sono tanti e tutti diversi, quante sono le forme di esistere. La musica, la danza non è “raccontabile”, ma può essere realmente interpretata figurativamente se l’attore, il pittore e lo spettatore divengono tutt’uno. L’immagine creata è simbolica, ma da millenni si riflette nella tradizione della vita quotidiana, l’artista non fa altro che assimilarla e interpretarla. Nella misura in cui la pittura stessa s’identifica con una forma riconoscibile: come identità di un artefice, di un “artista”, questa si fa riconoscere per la sua tecnica, e questo per la sua “mano”, e la si riconduce all’autore. In questo caso l’autore estrapola la mano dell’altro artista e la immerge nel suo mondo, tenta di farla sua e di raccontare la sua storia. L’attualità e la comprensione di tale procedimento empirico non ha spiegazioni teoriche o pratiche, si identifica con l’autore, che a sua volta si identifica con il primo uomo primitivo che gli suggerisce la forma della vera vita….della verità raccontata attraverso la manualità dell’arcaico uomo sapiens. Non possiamo dimenticare che l’artista non “crea” niente, nel senso che tutti possono banalmente intendere: ma, egli attinge al passato, esprime tali reminiscenze in modo accessibile agli altri. Andrea Benetti vola ancora più in alto, gioca con l’assurdo, si auto-critica scegliendo la propria forma e la propria immagine riflessa nel primitivo modo di captare la vita, l’immagine dell’uomo. Un artista che non sfugge a questa regola: anzi ne costituisce l’apice, la contraddizione e la rilettura in
modo critico. Egli esegue degli impulsi, li estrapola, e li incolla sulla superficie per farli rivivere in un contesto critico, come se la vita non fosse cambiata,come se i sentimenti fossero gli stessi. Collegamenti eseguiti come un danzatore dalla corporatura imponente, come se ciò consentisse all’artista che “si muove”, vive e danza, una libertà… nella misura in cui procede manualmente alla ricostruzione di un mondo arcaicomoderno, attraverso la pittura negli eccessi della sua creatività.
Christian Parisot
Presidente del Modigliani Institut Archives Légales Paris - Rome
Roma · Palazzo Taverna · Salone del Modigliani Institut Archives Légales Paris - Rome durante la mostra di Andrea Benetti, dal titolo "Tracce apocrife", composta da tredici disegni su carta
LA PITTURA NEORUPESTRE : L ' INNOVAZIONE
Dell’opera di Andrea Benetti in questo scritto mi voglio occupare della sua invenzione e del suo stilema definiti Arte Neorupestre; un concetto pittorico che ha dato vita all’estensione di un manifesto presentato e pubblicato alla Biennale di Venezia del 2009. Già la lettura di questo manifesto fa comprendere che Benetti, pur mutuando da uno studio di quanto rappresentato in un’epoca risalente a trenta o quarantamila anni prima della nostra contemporaneità, non ripropone e neppure rivisita quelle meravigliose pitture rupestri ma, prendendo atto di un tutto già fatto, costruisce ex novo un teorema che si può estendere ben oltre la pittura. Amplifica ciò che nella notte dei tempi era stato prodotto e da lì costruisce una delle novità che ritengo tra le più interessanti del panorama artistico. Nel 1 879 de Santualo e sua figlia affermarono che la Grotta di Altamira in Spagna nascondeva pitture eseguite da uomini preistorici; gli studiosi di preistoria scoppiarono in una risata e risero per circa vent’anni. Poi l’abate Breuil e Cartailhac si recarono sul luogo ed alle risate si sostituì lo stupore: le pitture erano autentiche, sicuramente opera degli uomini del Paleolitico ed in bellezza certamente non erano da meno di alcuna pittura moderna. Lo stupore non è un atteggiamento scientifico e gli scienziati sembrano avere in orrore questo sentimento. Andrea Benetti è però un artista con quella sensibilità e quell’intuizione caratteristiche dello sprazzo della genialità; ha intuito quindi la formidabile presenza di uomini che molte decine di secoli orsono espressero con la pittura le più alte aspirazioni del loro spirito. Ha quindi prima avvertito, poi razionalizzato ed infine trasferito queste sensazioni nel suo assolutamente originale dipingere con pigmenti derivati da sostanze non convenzionali con una modalità preistorica, senza copiare la preistoria. Con un esempio unico al mondo è entrato nelle Grotte di Castellana, vi ha esposto i suoi quadri e ha proiettato sulla parete rocciosa il suo bisonte che non è il bisonte né di Altamira né di Lescaux; con un’intuizione più colta che scenografica ha inserito in questa mostra le musiche di un famoso compositore contemporaneo, Frank Nemola, ricordando che alcuni studiosi hanno notato che alle volte la concentrazione della pittura rupestre è in quegli anfratti delle grotte dove vi è la migliore acustica. Benetti ha "perso" quindi dei primitivi ed "acquistato" dei fratelli negli abissi del tempo; ha rifiutato il tema del povero selvaggio abbrutito di animalità che danza nel recesso della caverna davanti all'immagine del bisonte credendo così di preparare la propria vittoria sulla preda della caccia. Forse più tramite l'artista che l'antropologo sapremo chi erano quegli antichi metafisici che possedevano meravigliose tecniche artistiche e che scendevano nelle profondità della terra per raffigurare, con una preoccupazione di eternità, i simboli della loro spiritualità. Ho sopra scritto che Benetti non ripropone il
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Bologna · Palazzo Pepoli - Campogrande sede del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
bisonte della preistoria o i graffiti rupestri; la sua è una proposta nuova, un dichiarare che si può ancora ripartire in maniera positiva, pur figli di un secolo travagliato. Tutto questo senza aver dimenticato che l'arte non è tale se non tiene presente la sua tradizione; Michelangelo e Raffaello guardarono le opere degli antichi volendo attingere il buon gusto alla sua sorgente. Raffaello inviò i suoi discepoli in Grecia a disegnare per lui i reperti dell'antichità, trovò in questi capolavori molto di più del bell'aspetto della natura: cioè una bellezza ideale che come già ci insegnava nel remoto passato Proclo nel suo commento del Timeo è composta da figure create solo nell'intelletto. Personalmente credo che il dipinto dovrebbe essere osservato con la speranza di scoprire un segreto: più un segreto dell'esistenza che non quello dell'arte. Ripeto allora che Andrea Benetti non ha riproposto e neppure reinterpretato, ma procedendo con un metodo che non esito a paragonare a quello di Jung, così come il grande psicanalista non ha coniato il termine archetipo, ma l'ha mutuato dai filosofi neoplatonici e l'ha applicato alla psicologia, dicevo allora Benetti ha proceduto in maniera analoga per la sua produzione artistica. I simboli dei quadri non hanno alcuna relazione con la vita e l'esperienza personale certamente vi sono immagazzinati dei ricordi rimossi o delle esperienze dimenticate o delle reminiscenze della storia; ritengo che anche il nostro artista abbia elaborato l'idea di un inconscio collettivo che può spiegare le analogie che quasi certamente sono bagaglio dell'immaginario della psiche e delle culture lontanissime, insomma vi si può percepire un'esperienza archetipa di immagini primordiali che stimolano in noi individui la possibilità di entrare in contatto con l'essenza stessa dell'esperienza dell'umanità. Le opere di Andrea Benetti sono dotate di uno smagliante senso plastico, ma la sua è una scelta simbolica astratta che però l'artista non vuol cercare nelle forme riconducibili all'astrazione contemporanea. La metafisica che ne risulta implicata la descriverei come la scrittura di un pensiero complesso che ancora una volta ha una preoccupazione di eternità. Proprio in questa ottica Benetti si appresta ad "affrescare" le pareti artificiali di quelle gallerie che l'uomo ha scavato come ingresso alle più belle grotte naturali, in maniera tale che queste pitture, diventate neorupestri, abbiano oggi un'attualità che sarà la stessa nei secoli avvenire.
Gregorio Rossi
Curatore del M.A.C.I.A. · Museo d'Arte Contemporanea Italiana in America Curatore del padiglione "Natura e sogni" alla 53. Biennale di Venezia
Bologna · Palazzo Pepoli - Campogrande · Un particolare del soffitto
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M1 73 ·
CRO - MAGNON
La pittura neorupestre di Andrea Benetti, invita a fare un passo indietro a quelle che sono le origini della nostra specie umana, agli istinti primordiali dell’uomo e alla necessità di un rapporto più stretto con la natura e con quelle che sono le forme più semplici e immediate di comunicazione, tra le quali appunto l’espressione artistica, la caratteristica che ci accomuna forse più di ogni altra all’uomo primitivo. In particolare l’uomo di Cro Magnon (o sapiens sapiens), al quale viene dedicato il titolo della mostra, fu il primo fra i nostri antenati preistorici a utilizzare la pittura come mezzo espressivo. Dalle moderne indagini genetiche infatti sembra potersi affermare che i cromagnonoidi entrati in Europa dall’Asia centrale verso il 30.000 a.C. furono i primi portatori del particolare marcatore genetico degli europei moderni (M1 73) e ciò che li distinse dalle altre popolazioni primitive, unitamente alla diffusione e all’uso di utensili più raffinati, fu proprio una particolare predisposizione all’espressione artistica. Parlando di arte preistorica si delinea dunque come oggetto una vicenda inauguratasi almeno 40.000 anni fa, e forse molto prima, allorché gruppi umani presero a dipingere, graffire, modellare o scolpire forme su roccia, ossa, fango, e così via… Ma già le parole "minime" attorno a cui questo oggetto si organizza come tale – arte, forma, dipingere, ecc. – raccolgono e racchiudono tutta la sovrabbondanza di eventi che le ha addotte e determinate nell'orizzonte della contemporaneità. Possiamo infatti affermare che nulla o quasi è cambiato nel panorama artistico da allora fino ai giorni nostri. Come scrisse il grande maestro Fontana nel suo Manifesto Blanco il "gesto" e l'invenzione artistica nell'arte sono più importanti del suo contenuto materiale, essi sono: "gli unici atti di eternità possibili per l'uomo". L'arte diventa eterna attraverso il significato che vuole tramandare, non attraverso le tecniche con cui è realizzato. E proprio in quest’ottica prende vita il lavoro di Andrea Benetti che sapientemente percepisce l’attualità di un’arte così lontana nel tempo, analizza la pittura rupestre per il suo significato e la ripropone in chiave estremamente innovativa ed originale enfatizzandone la semplicità e l’immediatezza espressiva sottolineando le molte sfumature di questo linguaggio che, se pure apparentemente così distante da noi arriva a sorpresa a trovarsi così vicino e paragonabile al linguaggio artistico contemporaneo. In particolare analizzando le opere proposte nelle tre sale della mostra veniamo accompagnati in una sorta di viaggio nel tempo, che non solo ripercorre le principali tappe del percorso artistico di Benetti, ma invita ad una riflessione generale sull’evoluzione artistica nei secoli. Proprio come in quelle grotte da cui tutto ebbe inizio, la cui superficie
rocciosa ed irregolare veniva sfruttata dall’uomo primitivo per dare l’una o l’altra forma ai soggetti da rappresentare, nella prima sala una serie di disegni (Tracce apocrife) realizzati con colori e materie prime naturali e insolite, emergono da una superficie lavorata in maniera del tutto originale dall’artista che ripropone la materia grezza ed irregolare propria delle pareti rocciose, e porta a mimare in tutto e per tutto la mano creativa dell’uomo primitivo: non c’è una idea già organizzata, proiettata sullo spazio della figurazione, ma si segue un itinerario che porta a individuare diverse possibili immagini che emergono dallo sfondo sotto forma di animali, maschere inquietanti e figure umane stilizzate che trasudano qualcosa di magico e spirituale proprio come i dipinti realizzati milioni di anni fa nelle caverne. Benetti propone con questa produzione di disegni un comportamento inedito nella scelta del linguaggio espressivo, avvicinandosi ulteriormente al naturalismo e all’immediatezza espressiva propria delle pitture rupestri e facendo dunque un ulteriore passo indietro rispetto agli ormai noti dipinti della sua pittura neorupestre che sì, ripropongono le figure ed i temi dell’arte rupestre ma vengono ricollocati in una dimensione fantastica ed irreale, e sono quindi presentate come simboli, la cui apparente semplicità ed immediatezza cela uno studio e un pensiero tutt’altro che superficiali. Queste figure sono al contrario veicolo di spiritualità e non vogliono imitare, ma hanno lo scopo di enfatizzare il messaggio profondo che ne emerge invitando il fruitore ad una riflessione volta ad esortare un ritorno alle origini, una ricerca della sacralità della vita attraverso la ricostruzione di un rapporto armonico e semplice con la natura inteso come rinnovamento e purificazione. La stessa riflessione viene proposta anche nella produzione di dipinti astratti, che in quest’ottica di viaggio nel tempo rappresentano la naturale evoluzione dell’arte primitiva e sembrano offrire la possibilità di oltrepassare la dimensione abituale per essere proiettati all'interno di un mondo fantastico e sovrannaturale. Ma questo non è forse anche, lo scopo dell'arte paleolitica? Non c'è dubbio. Gli uomini paleolitici incidevano nella roccia dura figure, segni e simboli che esprimono tutti la stessa volontà di oltrepassare la materia, tanto da poterli considerare in tutto e per tutto dei precursori degli artisti delle avanguardie. Ecco dunque che il cerchio si chiude, il passato e il presente si congiungono, e ciò che appare come passato partecipa più che mai al presente in quanto riportato in vita da ciò che è nostro, dall’orizzonte della contemporaneità.
Diletta Iacuaniello
Curatrice "I.A.P. Italian Art Promotion" Responsabile Eventi "Andrea Benetti Archives Foundation"
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M173 C RO-MAGNON
An d re a B e n e tti TR A C C E A P O C R I F E Tracce apocrife 路 I tredici disegni
Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
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Lo shamano di Garing 路 cm 61 ,0 x 48,5 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Toro de Borrel 路 cm 48,0 x 58,0 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Stregoni di Bertaliat 路 cm 45,5 x 51 ,0 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Tori di Pesk Roll 路 cm 47,0 x 74,0 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Uomo e cavallo 路 cm 40,5 x 62,0 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Sguardo dello shamano 路 cm 52,0 x 63,5 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Mammut 路 cm 41 ,0 x 51 ,0 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Toro di Bew Rare 路 cm 32,5 x 47,0 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Ominidi di Pool 路 cm 41 ,5 x 71 ,5 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Toro de Lazaret 路 cm 49,5 x 52,0 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Mano con mammut 路 cm 55,0 x 61 ,5 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
L'oracolo 路 cm 50,0 x 44,0 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Scimmia di Pillar 路 cm 48,5 x 39,0 路 a.D. 201 2 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
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An d re a B e n e tti TR A C C E A P O C R I F E Omaggio alla pittura Rupestre 路 I sette dipinti
Bassorilievi realizzati sul fondo gesso applicato sulla tela di lino e iuta
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Caccia: l'imprevisto 路 Olio e henn猫 e acrilico su tela 路 cm 1 00 x 1 50 路 a.D. 201 1
Cavallo con tori 路 Olio e henn猫 su tela 路 cm 70 x 50 路 a.D. 201 0
Fantasmi preistorici II 路 Olio e henn猫 su tela 路 cm 70 x 50 路 a.D. 201 2
Caccia IV 路 Olio e henn猫 e acrilico su tela 路 cm 1 00 x 50 路 a.D. 201 0
La leggenda del cacciatore 路 Olio e henn猫 e acrilico su tela 路 cm 1 50 x 1 00 路 a.D. 201 1
Donna preistorica 路 Olio e cacao e pigmenti su tela 路 cm 80,3 x 60,5 路 a.D. 201 0
Fantasmi preistorici 路 Olio e henn猫 su tela 路 cm 60 x 60 路 a.D. 201 2
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M173 CRO-MAGNON
An d re a B e n e tti TR A C C E A P O C R I F E L'Astrattismo delle origini 路 I nove dipinti
Bassorilievi realizzati sul fondo gesso applicato sulla tela di lino e iuta
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Omaggio a Bologna 路 Olio e acrilico e cacao su tela 路 cm 50 x 70 路 a.D. 2009
Cavalli 路 Olio e cacao e acrilico su tela 路 cm 1 00 x 1 00 路 a.D. 2009
Alienazione 路 Olio e karkad猫 su tela e vetro 路 cm 64 x 64 路 a.D. 2009
Istinto primitivo 路 Olio e henn猫 e cacao e acrilico su tela 路 cm 70 x 50 路 a.D. 2009
Il rettile 路 Olio e karkad猫 su tela 路 cm 60 x 50 路 a.D. 2009
Pesci tropicali 路 Olio e henn猫 e acrilico su tela 路 cm 1 00 x 1 20 路 a.D. 201 1
Mulini a vento 路 Olio e cacao e acrilico su tela 路 cm 1 00 x 1 50 路 a.D. 2009
Alter ego 路 Olio e henn猫 e acrilico su tela 路 cm 1 20 x 30 路 a.D. 2009
Paradiso terrestre 路 Olio e cacao e acrilico su tela 路 cm 1 00 x 50 路 a.D. 2009
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M173 CRO-MAGNON
An d re a B e n e tti TR A C C E A P O C R I F E BIOGRAFIA
CENNI BIOGRAFICI SU ANDREA BENETTI
Andrea Benetti, nato a Bologna nel 1 964, da diversi anni esprime col favore della critica e del pubblico qualificato le proprie idee e la propria pittura, nel complesso mondo dell'arte contemporanea. Oltre ad avere esposto in luoghi di grande pregio, sono ormai una dozzina i musei, le istituzioni e le collezioni internazionali, che ospitano le sue opere in permanenza. Nel dicembre 2006, Benetti ha ideato e stilato il Manifesto dell'Arte Neorupestre, successivamente presentato alla 53. Biennale di Venezia, nel padiglione "Natura e sogni", situato presso l'università Ca' Foscari. In occasione dell'evento, sotto l'egida della Biennale, è stato pubblicato un catalogo, edito da Umberto Allemandi. Sempre nel 2009, Andrea Benetti ha realizzato un libro da collezione, con tiratura limitata (le copie sono firmate e numerate), intitolato “Esplorazione inconsueta all’interno della velocità”, in cui egli formula, e rappresenta con la propria pittura (dodici dipinti su tela), delle tesi innovative sulla velocità in relazione alle varie civiltà susseguitesi nel corso della Storia ed all'atavico desiderio di dominio dell'uomo. Hanno aderito al progetto e scritto nel libro, avvalorando l'importanza delle tesi sostenute da Andrea Benetti, una dozzina di autorevoli professori universitari. Inoltre, la parte critica riferita alle dodici opere pittoriche, è curata da importanti nomi del mondo dell’arte contemporanea. Il volume è già stato acquisito da musei, biblioteche ed istituzioni di rilevanza internazionale. Nel luglio 201 0, il pittore bolognese è stato invitato ad esporre alla LXI edizione del Premio Michetti, la blasonata rassegna internazionale di arte contemporanea, che si svolge ogni anno, dal 1 947, nel Museo Michetti. A novembre 201 0, la pittura Neorupestre di Andrea Benetti è approdata a Palazzo Taverna (Roma), nella sede degli Archivi Legali Amedeo Modigliani, accanto alle opere di Giorgio De Chirico, Amedeo Modigliani, Andy Warhol, Keith Haring, Mario Schifano, Max Jacobs, Carlo Corsi, Jules Pascin, Guido Cadorin... in occasione della mostra intitolata “Portraits d'artistes”, curata dal Presidente degli Archivi Modigliani, il professor Christian Parisot e dal professor Pierfrancesco Pensosi. Vittorio Sgarbi ha presentato il progetto alla stampa ed alle TV. In concomitanza con la mostra a Roma, in occasione del programma "Academic impact" dell'O.N.U., l'Istituto Europeo Pegaso, in rappresentanza dell'Italia, donava alla Collezione d'Arte delle Nazioni Unite (Palazzo di Vetro · New York) l'opera di Andrea Benetti intitolata "Against violence". Nel maggio 201 1 , Benetti è stato invitato dall'Università del Salento, Facoltà dei Beni Culturali, per tenere un seminario sull'arte Neorupestre agli allievi del corso di laurea di Storia dell'Arte Contemporanea, presentato dal professor Massimo Guastella. Nel settembre 201 1 si è tenuta la mostra di Benetti, dentro le grotte di Andrea Benetti durante la mostra intitolata "Il simbolismo nella pittura Neorupestre" allestita nei mesi di agosto e settembre 201 2, presso Montevergini, la galleria di Arte Contemporanea di Siracusa, curata da Dario Scarì, Gregorio Rossi e Sabrina Collina
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Castellana, che è entrata a far parte del programma di ricerca sull'arte contemporanea del Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università del Salento. Il 9 marzo 201 2, si è conclusa una tappa molto importante della carriera artistica di Andrea Benetti, con l'acquisizione di una sua opera nella Collezione d'Arte del Quirinale. Il brillante traguardo è avvenuto per volere del Presidente Giorgio Napolitano con il pieno avvallo del professor Louis Godart, Consigliere per la conservazione dei beni artistici del Quirinale. Il ricevimento nel Palazzo della Presidenza della Repubblica e, precisamente nello studio del professor Louis Godart è durato circa un'ora, periodo durante il quale il professore ha lodato l'impegno e l'operato artistico di Andrea Benetti, rivelandosi un fine conoscitore dell'arte Neorupestre. Dopo qualche mese, nel maggio 201 2 si è conclusa anche l'acquisizione di un dipinto di Andrea Benetti da parte del Museion, l'avveniristico museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano. Attualmente sono in corso altre importanti donazioni, tra cui quella a Sua Santità, in Vaticano e la preparazione dei lavori di pitture Neorupestri su roccia artificiale, che Benetti realizzerà entro la primavera 201 4, all'interno del tunnel, che porta all'ingresso delle celebri grotte di Frasassi, in provincia di Ancona.
Musei e Collezioni MUSEI ED IMPORTANTI COLLEZIONI D ' ARTE CHE HANNO ACQUISITO LE OPERE DI ANDREA BENETTI
COLLEZIONE D'ARTE DEL QUIRINALE (Roma - Italia) Acquisizione nella Collezione d'Arte il dipinto “Caccia VII” · Olio e hennè e acrilico su tela · cm 50 x 1 00 · 201 0 COLLEZIONE D'ARTE DELLE NAZIONI UNITE (New York · U.S.A.) Acquisizione nella Collezione d'Arte il dipinto “Against violence” · Olio e acrilico su tela · cm 1 4 x 1 9 · 2007 COLLEZIONI D'ARTE DEL VATICANO Acquisizione nella Collezione d'Arte del dipinto "Omaggio a Karol Wojtyla" · Olio e cacao e acrilico su tela · cm 70 x 50 · 2009 COLLEZIONE D'ARTE DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI Acquisizione (in corso) nelle Collezione d'Arte il dipinto "Danza propiziatoria" · Olio e pigmenti su tela · cm 60 x 60 · 201 2 RINALDI-PALADINO ART MUSEUM FOUNDATION (Lugano · Svizzera) Acquisizione per la Collezione Permanente del dipinto “Strane percezioni” · Olio e caffè su tela · cm 70 x 50 · 2008 M.A.C.I.A. · MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA ITALIANA IN AMERICA (San José · Costa Rica) Acquisizione nella Collezione Permanente del dipinto “Giochi d'infanzia” · Olio e karkadè su tela · cm 60 x 40 · 2008 MUSEION - Museo d'arte moderna e contemporanea di Bolzano · Italia Acquisizione nella Collezione Permanente del dipinto “Istinto primitivo II” · Olio e hennè e cacao e acrilico su tela · cm 40 x 30 · 2009 MUSEO F. P. MICHETTI (Francavilla al Mare · Italy) Acquisizione nella Collezione Permanente del dipinto “Le 3 tesi” · Olio e acrilico e hennè su tela · cm 50 x 60 · 2009 PINACOTECA AMEDEO MODIGLIANI (Follonica · Italia) Acquisizione nella Collezione Permanente del dipinto “Il ciclo della vita” · Tecnica mista su legno · cm 65 x 1 00 · 2005 PINACOTECA SILVESTRO LEGA (Modigliana · Italia) Acquisizione nella Collezione Permanente del dipinto “Il bimbo e la lucertola” · Olio e caffè e acrilico su tela · cm 30 x 20 · 2007 AMBASCIATA D’ITALIA IN CINA (Pechino · Cina) Acquisizione nella Collezione Privata del dipinto “L’alba di Pechino” · Olio su tela · cm 20 x 30 · 2008
Roma, palazzo Taverna, ottobre 201 2 · Gregorio Rossi, Andrea Benetti e Christian Parisot nella sede del Modigliani Institut Archives Légales Paris - Rome, durante la mostra di Andrea Benetti, intitolata "Tracce apocrife", in cui erano esposti tredici disegni
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AMBASCIATA ARGENTINA IN ITALIA (Roma · Italia) Acquisizione nella Collezione Privata del dipinto “ESMA” · Olio e pigmenti su tela · cm 40 x 50 · 201 2 AMBASCIATA D’ITALIA IN NUOVA ZELANDA per il costituendo MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA ITALIANA (Wellington · Nuova Zelanda) Acquisizione nella Collezione Privata del dipinto “Le due anime” · Olio e cacao e karkadè su tela · cm 50 x 50 · 2008 COLLEZIONE FACCHINI · LA FENICE ET DES ARTISTES (Venezia · Italia) Acquisizione nella Collezione Privata del dipinto “Tesi opposte” · Olio e caffè su tela · cm 40 x 40 · 2008 MUSEO SPELEOLOGICO "FRANCO ANELLI" (Grotte di Castellana · Italy) Acquisizione nella Collezione Privata del dipinto “Caccia VI” · Olio e hennè e acrilico su tela · cm 80 x 1 00 · 201 0 MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA · FONDAZIONE NAZIONALE LOGUDORO MEILOGU (Banari · Italia) Acquisizione nella Collezione d'Arte del dipinto “La porta del Paradiso” · Olio e caffè su tela · cm 50 x 50 · 2008
Il Manifesto dell'Arte Neorupestre è stato presentato da Andrea Benetti alla 53. Biennale d'Arte di Venezia, all'interno del padiglione "Natura e sogni" presso l'Università Ca' Foscari · San Giobbe · Cannaregio · Venezia · Italia
MANIFESTO DELL'ARTE NEORUPESTRE All'alba dell'umanità, ancor prima di inventare la scrittura, l'uomo sentì la necessità di comunicare, di lasciare una traccia di sé nel mondo; tutto ciò lo fece grazie alla pittura. Quell'uomo si rapportava ogni giorno con il sole, con la terra, con l'acqua, con il cielo... integrandosi armonicamente nella natura; e quand'anche la natura non rappresentasse una minaccia, egli la rispettava, con il rispetto che si deve ad una divinità, consapevole dei propri limiti umani. L'uomo contemporaneo ha rinnegato quei limiti e calpestato quel rispetto, ponendosi prepotentemente al centro del mondo e mettendo al primo posto le proprie esigenze, il proprio egoismo. Così facendo, ha stupidamente distrutto un incantesimo e profanato la sacralità della natura e della vita. Allora, facciamo un passo indietro. Azzeriamo e ripartiamo da quel doveroso rispetto per la natura e per l'essere umano; l'arte, deve ripartire dalla prima forma artistica, ovvero l'arte rupestre. Noi dobbiamo ripartire dagli albori dell'uomo e dall'arte primigenia, per ricostruire un nuovo mondo, in cui il rispetto per la natura e per la dignità umana siano finalmente al centro del volere dell'uomo. Solo così riaffermeremo la sacralità della vita, ormai perduta in cambio di un miope e vacuo stile di vita, che sta portando la terra all'autodistruzione. Ricreiamo le condizioni per “avvolgere” il mondo di amore e di pace. Ripartiamo da quella pittura rupestre, che l'uomo primitivo, molto più saggio di noi, realizzava sulle pareti rocciose, ingraziandosi il volere delle forze sovrannaturali. Per la propria parte, questo è ciò che l'arte può fare. Ritroviamo dentro di noi quell'essenza primordiale, incontaminata, priva dei condizionamenti, che muovono l'uomo odierno; condizionamenti imposti da un sistema consumistico mondiale, che ci sprona sempre di più ad essere produttori inarrestabili e consumatori insaziabili. Ricreiamo un giusto rapporto tra l'uomo e l'ambiente, tra la produzione ed il consumo. Ricerchiamo dentro di noi la purezza del bambino, che ancora non conosce il mondo e lo interpreta attraverso la fantasia, osservandolo con curiosità e stupore. Viviamo rappresentando l'oggi come un attimo immortale ed analizzando il passato con uno sguardo critico, ma costruttivo; non viviamo in termini utilitaristici, in cui ogni atto è paragonabile ad una mossa, nel gioco degli scacchi, il cui fine è quello di conquistare tutta la scacchiera. Viviamo ascoltando l'essenza che c'è in ognuno di noi; quell'essenza fanciullesca che ci porta ad amare il contatto con la natura, il cibo sano, le tradizioni, i valori condivisi e fondanti, che hanno elevato per lungo tempo l'esistenza umana; rifuggiamo dalle gettate
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Gregorio Rossi, insieme ad Andrea Benetti, in uno scatto che li ritrae in un momento di pausa davanti all'entrata di Montevergini, la galleria di Arte Contemporanea di Siracusa
di cemento incontrollate, dalle plastiche, che ormai avvolgono ogni cosa, dalla velocità forsennata che permea, inconsciamente, ogni nostra azione e ci spinge ad una corsa esasperata, anche laddove essa non è affatto necessaria. Riappropriamoci del corso della storia e non accettiamo passivamente tutti i cambiamenti imposti dall'alto, mediante campagne di persuasione, che ci portano ad essere dei numeri e non più delle persone, con le proprie peculiarità e, soprattutto, con le menti pensanti. L'uomo non può mai essere un numero; nemmeno quando la popolazione mondiale raggiunge un affollamento senza precedenti. Ricordiamoci sempre che l'essere umano è, prima di tutto, un'essenza immateriale, oltre ad essere un corpo, troppo spesso proteso alla ricerca del piacere effimero. Questo concetto ci è ormai sfuggito dalla mente e questa “fuga” ha provocato effetti nefasti. Rinnegare o non coltivare la sfera immateriale dell'uomo e rinnegare l'uomo stesso. Questa concezione non è ispirata alla religione, ma ad una visuale “dualista” dell'individuo, ovvero che distingue i due livelli su cui cresce e si forma un essere umano. Non sbilanciare l'ago della bilancia a favore della materia nelle scelte di vita, è un evidente segno di consapevolezza e di saggezza, che ci eleva da qualsiasi altro essere vivente. Senza una parte di mistero, di immaterialità, l'uomo non ha futuro ed è destinato all'estinzione; e prima dell'estinzione toccherà il fondo dell'esistenza, in cui il valore della vita non esisterà più, sacrificato sull'altare di un edonismo becero e privo di solidi contenuti. Nel parallelismo con l'arte, i simboli, i tratti, i colori devono tornare ad essere i protagonisti della pittura, forieri della semplicità e della bellezza della vita che rappresentano. L'istintività, il sentire primordiale, che risiede in ognuno di noi, deve guidarci nell'interpretare ciò che ci circonda; anche l'uso e l'assimilazione della tecnologia più avanzata deve essere filtrata attraverso questa sensibilità. Nell'arte, il senso del mistero, dell'ignoto, deve regnare incontaminato; devono esistere dei dubbi, poiché nella “società delle certezze” non vi è più spazio per la fantasia e, qualora essa sia presente, appare finta, creata a tavolino e finalizzata ad un risultato certo. Tracciamo un netto confine tra ciò che è vero e sentito, che viene da quella parte “misteriosa” del nostro io, e ciò che è falso e strumentale. Una lavatrice rotta o una bicicletta arrugginita non sono arte, ma semplicemente una lavatrice rotta ed una bicicletta arrugginita. L'arte è tutt'altra cosa. Nelle grotte della preistoria, ove gli “artisti rupestri” tracciavano i propri segni e spargevano i colori, era già stato inventato tutto; le opere figurative, astratte, simboliste, concettuali... Le future strade dell'arte pittorica erano già delineate nel complesso; nulla mancava all'appello. Ripartiamo, allora, da quelle intuizioni geniali, istintive, che venivano dal cuore ed avevano la forza dell'infante, che traccia segni e colori, spesso inconsapevole dei significati intrinsechi delle proprie creazioni, poiché generate da un livello subcosciente ed affiorate al conscio senza mediazioni. Produrre dei beni per cento volte quelle che sono
le nostre reali esigenze ed assistere impassibili ad una grande fetta dell'umanità, che muore ogni giorno per l'assenza di acqua e di cibo, è criminale ed antitetico al nostro sentire. Con quale coscienza possiamo avvallare la civiltà del consumismo, quando ancor oggi vi è una vasta parte del mondo che lotta per la sopravvivenza, quasi sempre perdendo? Un azzeramento è necessario, prima che sia, e forse lo è già, troppo tardi. Se l'essere umano vorrà evitare l'autodistruzione, sarà necessaria una ripartenza, che tenga conto degli errori commessi, per superarli e dare un peso alle cose vere dell'esistenza umana, rifuggendo i falsi miti e le stupidaggini imposte da uno stile di vita vacuo, ma generatore di profitti per coloro che lo controllano. Ad un certo potere fa comodo un individuo che non pensi, che non si erudisca, che segua pedissequamente le mode create in laboratorio. Guardiamo intorno a noi ed iniziamo a verificare il quoziente di consapevolezza della gente comune, per capire quanto siamo raggirati, “rincretiniti”, resi innocui da una marea di stupidaggini che, all'improvviso, sono divenute tutte un'importante ed unica ragione di vita. Vi sono molti fattori, che caratterizzano il progresso della nostra civiltà, che possono essere considerati delle armi a doppio taglio; e ciò dipende da come le usiamo. Purtroppo, nella società, l'uso improprio e l'abuso di molti beni è ormai la prassi, divenuto un consolidato “modus vivendi”. Tutto ciò accade trasversalmente, accomunando i più abbienti agli indigenti, i giovani agli anziani, tutti uniti nella forsennata corsa, che ci sta portando ad essere, non più individui, ma pedine, le cui scelte, i cui movimenti, sono comandati dall'alto, ma senza fili, poiché tutto ciò non sia percepito come una dittatura, bensì come scelte assunte dall'individuo, grazie al libero arbitrio. Siamo dunque “pilotati” come una macchinina radio comandata ed abbiamo la sensazione di essere liberi, di decidere noi ciò che determina il nostro futuro; ma liberi non lo saremo mai, finché non spezzeremo questa catena di tacita e, molto spesso, inconsapevole obbedienza. Ecco perché l'arte deve simbolicamente ripartire dalle proprie origini; essa ha sempre precorso i tempi ed appare come un faro da seguire; questa volta, però, non correrà verso l'ignoto, verso l'inesplorato, ma avrà la lungimiranza di ritornare sui propri passi, verso le proprie radici, consapevole della necessità di dare un segnale chiaro e forte di ricostruzione delle fondamenta, che sono alla base della nostra esistenza. Sarà un ritorno alle origini simbolico; ma spesso i simboli posseggono una forza pari soltanto alla forza della natura; quella stessa natura con cui dobbiamo ritornare in armonia e ricominciare a rispettare e ad amare.
Bologna, 7 dicembre 2006
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Voglio dedicare questo ciclo di mostre e questo catalogo a due persone indimenticabili, che non ci sono più. Dario Lenzi e Stefano Cervellati, due cari amici con cui ho trascorso la giovinezza sfrenata e l'età in cui stava arrivando la maturità. A loro va tutto il mio affetto ed il caro ricordo.
SI RINGRAZIA
Accademia di Belle Arti di Bologna MuMi · Fondazione F. P. Michetti Fondation Cartier pour l'art contemporain I.I.L.A. Istituto Italo-Latino Americano Johns Hopkins University B.C. Modigliani Institut Archives Légales · Paris - Rome Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT · Torino M.A.C.I.A. Museo d'Arte Contemporanea Italiana in America Museion · Museo d'arte moderna e contamporanea di Bolzano Rinaldi-Paladino Art Museum Foundation The Pollock-Krasner Foundation Università di Bologna · Dipartimento delle Arti visive
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