AndreaBenetti
COLORI E SUONI DELLE ORIGINI
musica di FRANK NEMOLA a cura di Stefania Cassano
andreabenetti.com andreabenetti-foundation.org
AndreaBenetti C o l o ri e s u o n i d e l l e O ri g i n i La genesi della pittura
musica di
FrankNemola a cura di
StefaniaCassano LA MOSTRA
ex Palazzo delle Poste 路 Bari
Centro Polifunzionale Studenti 28 febbraio > 30 marzo 201 4 IL SEMINARIO
Palazzo Ateneo 路 Bari
Aula Magna Aldo Cossu 28 febbraio 201 4
Promosso da
Con il Patrocinio
Regione Puglia
Provincia di Bari
Comune di Bari
Comune di Castellana Grotte
Archeo Club Bari
Si ringraziano
Colori e suoni delle Origini · La genesi della pittura OPERE DI
AndreaBenetti ·
MUSICA DI
FrankNemola ·
A CURA DI
StefaniaCassano
PROMOZIONE DELLA MOSTRA
Università degli Studi di Bari Aldo Moro Associazione di promozione Artistica e Culturale "Animarsi" Andrea Benetti Archives Foundation COLLABORAZIONE SCIENTIFICA
Università degli Studi di Bari Aldo Moro Andrea Benetti Archives Foundation I.A.P. Italian Art Promotion CON IL PATROCINIO
Regione Puglia · Provincia di Bari · Comune di Bari e di Castellana Grotte, F. A. I . Fondo Ambiente Italiano (Delegazione di Bari) , Parco Nazionale dell'Alta Murgia, Grotte di Castellana, Archeo Club di Bari BIOGRAFIA CURATA DA Gregorio Rossi COORDINAMENTO DELLA MOSTRA
Associazione di promozione Artistica e Culturale "Animarsi" Università degli Studi di Bari Aldo Moro Andrea Benetti Archives Foundation I.A.P. Italian Art Promotion SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Associazione di promozione Artistica e Culturale "Animarsi" PROGETTO GRAFICO Colour Frame FOTOGRAFIE Simone Cuva, Cristina Ariatti, Osservatore Romano, Alessandro Ostini UFFICIO STAMPA Università degli Studi di Bari Aldo Moro · Provincia di Bari © 201 4 EDIZIONI qudulibri ISBN 978-88-90851 3-0-8
© IMMAGINI OPERE AndreaBenettiArchivesFoundation www.andreabenetti-foundation.org · www.andreabenetti.com
Prefazione
È con particolare entusiasmo che ho dato il mio assenso ad ospitare e promuovere - negli spazi della università di Bari - il progetto “Colori e suoni delle origini” di Andrea Benetti, presentatomi con grande passione dalla signora Stefania Cassano, in quanto ritengo che, contribuire a diffondere il messaggio di pace e di rispetto dei diritti umani, endemico alla pittura delle origini di Andrea Benetti, sia un ottimo modo per promuovere la cultura e l’arte. Analizzando il messaggio che l’artista bolognese lancia attraverso la sua arte, ed ancor più esplicitamente attraverso il Manifesto dell’Arte Neorupestre (che presentò alla 53. Biennale di Venezia e che sta per compiere i dieci anni dalla sua ideazione), si evince una forte voglia di cambiamento ed una spinta verso un “nuovo inizio”. Tale auspicio fu preconizzato dall’artista in anticipo di anni su un sentire comune, che oggi permea gran parte del mondo della creatività e della cultura in generale. Un sentimento proprio dei tempi in cui la storia è caratterizzata da grandi mutamenti, che spesso la sensibilità degli artisti più attenti riesce a cogliere in anticipo. Avevo già apprezzato, nel 201 1 , l’artista bolognese quando realizzò l’originale mostra all’interno delle Grotte di Castellana, con la particolarità di proiettare le immagini di opere Neorupestri sulle pareti rocciose – oltre, ovviamente, ai dipinti esposti su pannelli autoportanti - primo in Italia in questo innovativo percorso, che poi ho scoperto avere un seguito in altre sedi. Bravo quindi a questo innovativo pittore italiano! La nostra Università è orgogliosa di ospitare ed analizzare, insieme alla sua arte, il pensiero che la caratterizza. Si terrà infatti, nel nostro ateneo, oltre all’allestimento della
mostra pittorica nell’ex Palazzo delle Poste, un seminario sul “Manifesto dell’Arte Neorupestre” entrambi gli eventi curati ed organizzati da Stefania Cassano; il seminario vedrà la presenza attiva e la preziosa collaborazione del professor Donato Coppola, ricercatore di Archeologia della Preistoria e Paletnologia. A tal proposito, non stupisce l’attuale interesse della nostra Università al progetto, poiché se leggiamo l’attività culturale degli ultimi anni, legata all’arte di Andrea Benetti, noteremo che è ed è stata, oggetto della ricerca e di seminari da parte del Dipartimento dei Beni Culturali dell’università del Salento (professor Massimo Guastella), del (D.A.R.) Dipartimento delle Arti Visive dell’università di Bologna (prof.ssa Silvia Grandi), della Facoltà di Scienze della Formazione dell’università Roma Tre (prof. Gianfranco Bartalotta), la facoltà di Scienze Preistoriche e Antropologiche del Dipartimento di Studi Umanistici dell’università di Ferrara (prof. Marco Peresani), della Facoltà di Antropologia dell’università di Bergamo (d.ssa Serena Macrelli), la Johns Hopkins University (il Direttore, prof. Kenneth H. Keller) per la pubblicazione del libro di Benetti “Esplorazione inconsueta all’interno della Velocità”. “In bocca al lupo”, quindi, per questa iniziativa culturale di alto livello, che va ad affiancare l’attività didattica, che normalmente si svolge nel nostro Ateneo. Antonio Felice Uricchio Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Dalla realtà all’astrazione: la “preistoria” di Andrea Benetti
Le immagini sono per l’Homo sapiens del Paleolitico superiore la più antica forma di proiezione della realtà e vengono fissate sulle pareti delle caverne in funzione delle sue necessità vitali. Per questa originaria moderna umanità cavalli ed uri dominano lo scenario delle rappresentazioni nelle più importanti grotte paleolitiche europee, da Lascaux ad Altamira fino alle più emozionanti rappresentazioni dei rinoceronti, bisonti e cavalli della grotta Chauvet, datate ad oltre trentamila anni. L’esigenza di trasferire in una dimensione simbolica gli elementi biologici esistenti nel contesto naturale ha spinto l’Homo sapiens ad affidare alle pareti delle grotte speranze ed aspettative, visualizzate nelle immagini del “bestiario” paleolitico fondamentale alla sua sopravvivenza. Le rappresentazioni della cosiddetta “arte rupestre” che si completano nei documenti di “arte mobiliare” sono sempre state considerate significative di una capacità dell’Homo sapiens di proiettare il mondo esterno in una dimensione che se pur realistica implicava tuttavia una partecipazione oltre che fisica anche psichica, giustificata dal soddisfacimento delle necessità simboliche degli individui produttori delle rappresentazioni figurative. Ne deriva che le grotte ornate oltre che rappresentare il mondo figurativo dei popoli cacciatori paleolitici esprimono con l’apparire dei segni astratti una necessità di codificazione del simbolismo in segni più facilmente comprensibili e trasmissibili. «La riproduzione e l’interpretazione visiva della realtà, elementi organici dell’arte veristica gravettiana, si concettualizzano nell’elaborazione dei segni che esprimono la consapevolezza universale di qualcosa di immateriale, metafisico, comunicato attraverso un linguaggio grafico semplice, immediato, comune. Per troppo tempo considerate subalterne all’arte, simili espressioni sono invece una fondamentale conquista umana, un vero e proprio linguaggio simbolico che dopo milioni di anni proietta l’uomo dalla realtà all’astrazione» . La scoperta della gestante con feto sepolta circa 28.000 anni fa nella Grotta di Agnano ad Ostuni con un complesso rituale che prevedeva la divinizzazione della defunta addobbata simbolicamente come le statuine steatopigiche gravettiane diffuse nell’Europa paleolitica e contornata da resti di cavalli ed uri ci rimanda alle stesse necessità simboliche delle raffigurazioni parietali e mobiliari. La presenza al disotto del capo della defunta di un ciottolo siliceo corticato con ocra ed incisioni parallele ci documenta sulla necessità di esprimersi in un linguaggio grafico sintetico,
comprensibile e fortemente significativo. Il motivo a tratteggio in tutte le sue forme ed evoluzioni astratte, dal gravettiano alla fine del Pleistocene, diventa il leit-motiv della preistoria europea ed espressione di un vero e proprio grafismo simbolico delle origini. Se osserviamo i tratteggi del dorso della statuetta in avorio di Lespugue, i segni sul corno del bassorilievo di Laussel, la capigliatura della «Venere di Brassempouy» notiamo che tra il gravettiano e l’epigravettiano i segni e le realizzazioni plastiche venivano usati in maniera complementare per sottolineare la natura divina della rappresentazione. Nella maggior parte delle rassegne sull’arte del paleolitico superiore europeo le rappresentazioni femminili, gli animali, gli ornamenti simbolici, ma anche gli utensili, le armi e gli oggetti da sospensione sono quasi sempre integrati dalla ripetizione del motivo a tratteggio. Se tali segni non avessero un preciso significato simbolico, non sarebbero giustificabili nella loro semplicità decorativa in relazione alle splendide realizzazioni artistiche. È un motivo comune che a partire già dalle più antiche fasi della preistoria europea perdurerà fino al tardo pleistocene marcando il valore universale dell’ideologia dei cacciatori e raccoglitori forse per ben oltre ventimila anni. I disegni Neorupestri di Andrea Benetti sono raffigurazioni di animali, uomini, oracoli e sciamani interpretati e rivisitati come omaggio alla stessa Pittura Rupestre per arrivare con le origini dell’Arte Astratta al livello di sintesi raggiunto dagli uomini paleolitici alla fine dei tempi glaciali, circa 1 0.000 anni fa. Era necessario “un Primitivo nel Terzo Millennio” per rileggere la Storia dell’Uomo e questo viaggio nell’Arte delle origini di Andrea Benetti più che una ricerca sulla verginità primigenia ci proietta in una moderna visione della realtà interpretata con tutti i suoi limiti e le sue grandezze ma sempre fortemente connotata dai colori della creatività dell’Autore.
Donato Coppola Docente di Paletnologia, Archeologia della Preistoria e Civiltà preclassiche Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Vaticano, 28 novembre 201 2
Nella foto è ritratto il momento in cui Papa Benedetto XVI riceve l'opera di Andrea Benetti, intitolata "Omaggio a Karol Wojtyla", realizzata nel 2009. L'opera è stata donata dall'A.N.F.E. l'Associazione Nazionale delle Famiglie degli Emigrati, la cui delegazione è stata ricevuta da Sua Santità, in ocasione del 65° anniversario della fondazione
Andrea Benetti e l'opera dedicata a Karol Wojtyla
Presentare il Maestro Andrea Benetti a Bari, nella mia città, il luogo che ho da subito scelto come sede per allestire una sua mostra e far conoscere il messaggio endemico alle sue opere, è per me un grandissimo onore. Si realizza un sogno lungamente accarezzato, per cui ho appassionatamente lavorato per molti mesi. in un periodo storico - quello che stiamo vivendo - in cui per l’Arte e la Cultura in genere, ci sono solo tagli e poche risorse, in linea di massima, provenienti da privati; ed è per questo che, prima di ogni altra cosa, desidero ringraziare le aziende che hanno voluto sostenerci in questo meraviglioso percorso, prima fra tutte l'AMGAS di Bari, senza la quale non sarebbe stato possibile realizzare questa manifestazione artistico-culturale. Perché Andrea Benetti? Incredibilmente questo importante evento, vede la luce nello stesso giorno in cui interpellai il Maestro, proprio un anno fa, proponendomi per curare una sua mostra a Bari. Per una sorta di magico simbolismo, fu proprio l'opera acquisita nelle Collezioni del Vaticano (ricevuta da Papa Benedetto XVI il 28 novembre 201 2), intitolata "Omaggio a Karol Wojtyla”, quella che mi “folgorò” con il suo incredibile impatto visivo ed emotivo. Guardando quell'opera ho visto, in un attimo, passare d'innanzi ai miei occhi, la storia della Cristianità. A mio giudizio, la Croce, in quell'opera, mantiene la forza di quel simbolo evocativo di Cristo; il simbolo tra i simboli, rimasto intatto nel significato della sua atroce origine, ma incredibilmente - trasposto da Benetti in un tempio di colori, ad infrangerne il significato cupo e di dolore e tramutandolo in speranza, gioia e rinascita. Quella Croce risalta come tra gemme preziose di colori, quelli che io interpreto come i sentimenti positivi dell’umanità. Non a caso, una delle mie ultime definizioni del modo di essere di Benetti è stata pochi giorni fa: "sei il ponte più bello ed incredibile che ci possa essere fra l'antico ed il moderno". In questi ultimi anni, l'operato artistico del Maestro ha tracciato potenti segni nel panorama del contemporaneo, elevando Andrea Benetti fra i pochi giovani e viventi, che possono meritare di esporre la loro arte accanto a quella di artisti del calibro di Andy Warhol, Amedeo Modigliani, Giorgio De Chirico, Keith Haring, Mario Schifano, Max Jacob, Carlo Corsi, Jules Pascin… (cosi com'è avvenuto nella mostra allestita a Roma, a Palazzo Taverna, nel novembre 2009). La purezza, la personalità, la trasposizione del racconto interiore della sua passione per le grotte e per la pittura rupestre, nata grazie ai viaggi che faceva da bambino con il nonno, in giro per il
mondo, è divenuta sempre più incisiva, fino ad esplodere nelle sue opere. Oltre alle stilizzazioni pittoriche, di cui è maestro, la esprime anche nei disegni su carta di Montesanto (una carta da lui ideata), ove l'opera di Benetti pare quasi un’antica pergamena riemersa dai meandri della storia. Particolari anche le elaborazioni sulla tela, con tecniche da lui inventate, per rendere quest’ultima simile alla pietra, su cui dipingere i simboli inventati od elaborando quelli creati e recuperati dalla Preistoria, ad opera dell’uomo della pietra. È ormai famoso il suo "Manifesto dell'Arte Neorupestre", che ha ideato e stilato nel 2006 e che, su invito del M.A.C.I.A. (Museo d’Arte Contemporanea Italiana in America), a cura di Gregorio Rossi, ha presentato alla 53. Biennale di Venezia, nel padiglione "Natura e Sogni", presso l'università Ca’ Foscari. Numerose e prestigiose sono le mostre che lo hanno visto protagonista negli ultimi anni ed anche le acquisizioni da parte di importanti Istituzioni nazionali ed internazionali; ma non desidero riportare qui tutti gli importanti traguardi raggiunti dal Maestro, poiché è dell'operato artistico di cui preferisco scrivere. Magnifica la rapidità con cui le sue opere catturano l'attenzione di colui che ha la fortuna di osservarle; in ogni tema trattato egli magicamente mescola il simbolismo tipico dell’arte primigenia delle grotte, alle forme contemporanee, alle forme di ritualità, palesi o nascoste che siano, con la freddezza di oggetti comuni, che diverranno essi stessi, per le future generazioni, simboli interpretativi di questo nostro tempo. I soggetti prescelti dal pittore bolonese per le sue opere sono variegati e si alternano sulle tele con il suo personale codice stilistico, permeato di leggi mistiche, chiave sempre presente ed essenziale, senza la quale il mondo e l'operato dell'essere umano non potrebbero esistere. Come un antico shamano, Andrea Benetti incentra il suo messaggio sull’etica dell'uomo e sul rispetto che quest’ultimo deve avere per la Natura, con la quale deve integrarsi armonicamente. La stessa Natura che l’uomo preistorico cercava di ingraziarsi tramite probabili riti e, forse, anche grazie ai dipinti che creava sulle pareti rocciose delle grotte. Quel nostro progenitore non avrebbe mai immaginato che quei simboli, quelle pitture, sarebbero poi divenute fondamentali, poiché contenevano in sé tutte le principali correnti artistiche che si sarebbero manifestate e succedute nei millenni a venire e, soprattutto, dall’800 ai giorni nostri. Insomma, Andrea Benetti non è solo un artista, ma un eccezionale promulgatore di un importante messaggio
etico ed ambientalista, in un momento di grande povertà morale ed intellettuale: uomo svegliati dal torpore del facile piacere effimero, quello che non lascia traccia, né presente, né futura. Torna alle origini dell’antico e rispettoso codice comportamentale verso quelle forze natura e spirito - senza le quali non c'è la vera vita. Torna alle origini, al tempo in cui ogni attività era scandita dal rispetto per la Terra. L'arte di Andrea Benetti come medium di questo messaggio di amore e rispetto. Io ritengo che si possa facilmente comprendere perché la potenza con cui Andrea Benetti ed il suo operato artistico e culturale, contenuti nel “Manifesto dell’Arte Neorupestre”, mi abbiano rapita, spostando ogni altro progetto e divenendo un’essenziale “pietra miliare” da porre prima di ogni ulteriore passo. Così spero che possa accadere anche a voi, che guarderete e, sono certa, apprezzerete queste opere ed il messaggio che sprigionano; e ritengo che l'università sia la sede più appropriata per ospitare questo evento, sia per il ruolo di insegnamento, che per la tendenza ad instillare nelle coscienze dei giovani i profondi significati culturali, che concorrono alla corretta formazione degli studenti. Ringrazio per questo vivamente entrambi i Rettori dell’università di Bari, davvero “Magnifici”; e sono contenta di aver avuto la fortuna di conoscere entrambi, avendo presentato il progetto nel momento di “passaggio del testimone” dal professor Corrado Petrocelli, al professor Antonio Felice Uricchio, attuale Rettore dell'ateneo barese Aldo Moro. Voglio ringraziare anche il professor Donato Coppola - Archeologia della Preistoria / Paletnologia - preziosissimo interlocutore per la realizzazione del seminario sul “Manifesto dell'Arte Neorupestre”. Ringrazio anche tutti coloro che mi hanno aiutato, all’interno e fuori dell’università, nel gestire un evento molto complesso. In particolare ringrazio l’area gestione delle attività di comunicazione (organizzazione mostre) e l'ufficio stampa dell’ateneo barese. Un ringraziamento di cuore a tutti coloro che, anche senza conoscermi, hanno apprezzato ed abbracciato la manifestazione artistica, rendendosi disponibili a sostenerla. Il grazie più grande, però, va al Maestro Andrea Benetti, una persona incredibile per la sua grandiosità, racchiusa in una semplicità ed umanità, che non potrò mai dimenticare. Stefania Cassano Presidente Associazione di promozione Artistica e Culturale "Animarsi"
Tratto dal catalogo di presentazione del Manifesto dell'Arte Neorupestre alla 53. Biennale di Venezia, edito da Umberto Allemandi & C.
Nel 1 879 de Sautuola e sua figlia affermarono e comunicarono che nella grotta di Altamira, nei pressi di Santander in Spagna, vi erano pitture eseguite da uomini preistorici. Gli studiosi di preistoria si misero a ridere e risero per almeno vent'anni. Poi l'abate Breuil e Cartailhac si recarono in quei luoghi ed alle risate si sostituì lo stupore: le pitture erano autentiche ed erano certamente opera dell'uomo preistorico ed in bellezza non hanno niente da invidiare ad alcuna pittura moderna. Lo stupore è un atteggiamento, almeno in apparenza, che non ha alcunché di scientifico e forse per questo gli scienziati hanno in orrore questo sentimento. D'altronde la scienza produce la verità, od almeno vi prova sinceramente. La poesia invece produce il meraviglioso, od almeno vi si dedica con altrettanta sincerità. Noi abbiamo creduto che forse nel meraviglioso vi è qualcosa di della verità. Andrea Benetti è un artista e quindi un poeta: così una sera, non per scherzo, ma sicuramente con animo allegro, perché l'arte deve essere anche gioia, nacque l'idea dell'arte “Neorupestre”. Nei mesi successivi alla conversazione di quella sera, che poi si era protratta durante la notte, ci mettemmo a studiare e poi riflettere che duecento o più secoli orsono espressero con la pittura le più alte aspirazioni del loro cuore e della loro spiritualità. Così è nata l'esigenza di stendere il “Manifesto dell'Arte Neorupestre” che non propone il ritorno al passato, né vuole essere una nostalgia roussoniana e neanche un'operazione di riproposta o recupero; è invece una riflessione per guardare l'evoluzione artistica in un'ottica diversa. Se per esempio ci rechiamo a Lescaux ci appare evidente come questo complesso, che annovera una moltitudine di capolavori dipinti, si sia meritato l'appellativo di “Cappella Sistina della preistoria”.
Poi quando si pensa quanti millenni addietro quelle opere sono state realizzate, ci si trova di fronte ad un problema di enormi dimensioni che diviene ancora più macroscopico se spaziamo sulle figure dell'arte rupestre a livello planetario accorgendosi così che dal figurativo all'astratto tutto è stato affrontato. Allora, in altri giorni ed altre notti di conversazione, con Benetti abbiamo provato ad uscire da quel delirio che fa immaginare che i nostri antenati, nudi o vestiti di pelli e foglie, si siano ostinati per millenni e millenni in maniera idiota a picchiare insieme dei sassi in attesa della scintilla. Maghi semi-dementi ossessionati dalla selvaggina, oscuri primitivi impegnati a danzare attorno al totem della caccia. La rappresentazione della loro arte è infinitamente più ricca di astrazione di quella della semplice vocazione al cibo; una consumata arte del disegno, un'elevata qualità del segno grafico. Il Manifesto dell'Arte Neorupestre tende ad acquisire dei fratelli negli abissi del tempo, almeno immaginare chi fossero quei metafisici che possedevano meravigliose tecniche artistiche e che le hanno espresse con una preoccupazione di eternità. Con semplicità mi sento di affermare che il Manifesto dell'Arte Neorupestre rappresenta una novità assoluta, si riferisce ad un archetipo ormai innegabile, dal quale l'artista, se tale, non può più prescindere. Picasso afferma: “Dopo Altamira, tutto è decadenza”. Il Manifesto dell'Arte Neorupestre riconosce le meraviglie ed i capolavori del passato però ci impegna a porsi di fronte a novità del contemporanea e soprattutto ai clamori ed alle provocazioni con occhio disincantato. Gregorio Rossi Curatore del Museo di Arte Contemporanea Italiana in America Curatore del padiglione "Natura e sogni" alla 53. Biennale di Venezia
Il "Manifesto dell'Arte Neorupestre"
All'alba dell'umanità, ancor prima di inventare la scrittura, l'uomo sentì la necessità di comunicare, di lasciare una traccia di sé nel mondo; tutto ciò lo fece grazie alla pittura. Quell'uomo si rapportava ogni giorno con il sole, con la terra, con l'acqua, con il cielo... integrandosi armonicamente nella natura; e quand'anche la natura non rappresentasse una minaccia, egli la rispettava, con il rispetto che si deve ad una divinità, consapevole dei propri limiti umani. L'uomo contemporaneo ha rinnegato quei limiti e calpestato quel rispetto, ponendosi prepotentemente al centro del mondo e mettendo al primo posto le proprie esigenze, il proprio egoismo. Così facendo, ha stupidamente distrutto un incantesimo e profanato la sacralità della natura e della vita. Allora, facciamo un passo indietro. Azzeriamo e ripartiamo da quel doveroso rispetto per la natura e per l'essere umano; l'arte, deve ripartire dalla prima forma artistica, ovvero l'arte rupestre. Noi dobbiamo ripartire dagli albori dell'uomo e dall'arte primigenia, per ricostruire un nuovo mondo, in cui il rispetto per la natura e per la dignità umana siano finalmente al centro del volere dell'uomo. Solo così riaffermeremo la sacralità della vita, ormai perduta in cambio di un miope e vacuo stile di vita, che sta portando la terra all'autodistruzione. Ricreiamo le condizioni per “avvolgere” il mondo di amore e di pace. Ripartiamo da quella pittura rupestre, che l'uomo primitivo, molto più saggio di noi, realizzava sulle pareti rocciose, ingraziandosi il volere delle forze sovrannaturali. Per la propria parte, questo è ciò che l'arte può fare. Ritroviamo dentro di noi quell'essenza primordiale, incontaminata, priva dei condizionamenti, che muovono l'uomo odierno; condizionamenti imposti da un sistema consumistico mondiale, che ci sprona sempre di più ad essere produttori inarrestabili e consumatori insaziabili. Ricreiamo un giusto rapporto tra l'uomo e l'ambiente, tra la produzione ed il consumo. Ricerchiamo dentro di noi la purezza del bambino, che ancora non conosce il mondo e lo interpreta attraverso la fantasia, osservandolo con curiosità e stupore. Viviamo rappresentando l'oggi come un attimo immortale ed analizzando il passato con uno sguardo critico, ma costruttivo; non viviamo in termini utilitaristici, in cui ogni atto è paragonabile ad una mossa, nel gioco degli scacchi, il cui fine è quello di conquistare tutta la scacchiera. Viviamo
ascoltando l'essenza che c'è in ognuno di noi; quell'essenza fanciullesca che ci porta ad amare il contatto con la natura, il cibo sano, le tradizioni, i valori condivisi e fondanti, che hanno elevato per lungo tempo l'esistenza umana; rifuggiamo dalle gettate di cemento incontrollate, dalle plastiche, che ormai avvolgono ogni cosa, dalla velocità forsennata che permea, inconsciamente, ogni nostra azione e ci spinge ad una corsa esasperata, anche laddove essa non è affatto necessaria. Riappropriamoci del corso della storia e non accettiamo passivamente tutti i cambiamenti imposti dall'alto, mediante campagne di persuasione, che ci portano ad essere dei numeri e non più delle persone, con le proprie peculiarità e, soprattutto, con le menti pensanti. L'uomo non può mai essere un numero; nemmeno quando la popolazione mondiale raggiunge un affollamento senza precedenti. Ricordiamoci sempre che l'essere umano è, prima di tutto, un'essenza immateriale, oltre ad essere un corpo, troppo spesso proteso alla ricerca del piacere effimero. Questo concetto ci è ormai sfuggito dalla mente e questa “fuga” ha provocato effetti nefasti. Rinnegare o non coltivare la sfera immateriale dell'uomo è rinnegare l'uomo stesso. Questa concezione non è ispirata alla religione, ma ad una visuale “dualista” dell'individuo, ovvero che distingue i due livelli su cui cresce e si forma un essere umano. Non sbilanciare l'ago della bilancia a favore della materia nelle scelte di vita, è un evidente segno di consapevolezza e di saggezza, che ci eleva da qualsiasi altro essere vivente. Senza una parte di mistero, di immaterialità, l'uomo non ha futuro ed è destinato all'estinzione; e prima dell'estinzione toccherà il fondo dell'esistenza, in cui il valore della vita non esisterà più, sacrificato sull'altare di un edonismo becero e privo di solidi contenuti. Nel parallelismo con l'arte, i simboli, i tratti, i colori devono tornare ad essere i protagonisti della pittura, forieri della semplicità e della bellezza della vita che rappresentano. L'istintività, il sentire primordiale, che risiede in ognuno di noi, deve guidarci nell'interpretare ciò che ci circonda; anche l'uso e l'assimilazione della tecnologia più avanzata deve essere filtrata attraverso questa sensibilità. Nell'arte, il senso del mistero, dell'ignoto, deve regnare incontaminato; devono esistere dei dubbi, poiché nella “società delle certezze” non vi è più spazio per la fantasia e, qualora essa
sia presente, appare finta, creata a tavolino e finalizzata ad un risultato certo. Tracciamo un netto confine tra ciò che è vero e sentito, che viene da quella parte “misteriosa” del nostro io, e ciò che è falso e strumentale. Una lavatrice rotta o una bicicletta arrugginita non sono arte, ma semplicemente una lavatrice rotta ed una bicicletta arrugginita. L'arte è tutt'altra cosa. Nelle grotte della preistoria, ove gli “artisti rupestri” tracciavano i propri segni e spargevano i colori, era già stato inventato tutto; le opere figurative, astratte, simboliste, concettuali... Le future strade dell'arte pittorica erano già delineate nel complesso; nulla mancava all'appello. Ripartiamo, allora, da quelle intuizioni geniali, istintive, che venivano dal cuore ed avevano la forza dell'infante, che traccia segni e colori, spesso inconsapevole dei significati intrinsechi delle proprie creazioni, poiché generate da un livello subcosciente ed affiorate al conscio senza mediazioni. Produrre dei beni per cento volte quelle che sono le nostre reali esigenze ed assistere impassibili ad una grande fetta dell'umanità, che muore ogni giorno per l'assenza di acqua e di cibo, è criminale ed antitetico al nostro sentire. Con quale coscienza possiamo avvallare la civiltà del consumismo, quando ancor oggi vi è una vasta parte del mondo che lotta per la sopravvivenza, quasi sempre perdendo? Un azzeramento è necessario, prima che sia, e forse lo è già, troppo tardi. Se l'essere umano vorrà evitare l'autodistruzione, sarà necessaria una ripartenza, che tenga conto degli errori commessi, per superarli e dare un peso alle cose vere dell'esistenza umana, rifuggendo i falsi miti e le stupidaggini imposte da uno stile di vita vacuo, ma generatore di profitti per coloro che lo controllano. Ad un certo potere fa comodo un individuo che non pensi, che non si erudisca, che segua pedissequamente le mode create in laboratorio. Guardiamo intorno a noi ed iniziamo a verificare il quoziente di consapevolezza della gente comune, per capire quanto siamo raggirati, “rincretiniti”, resi innocui da una marea di stupidaggini che, all'improvviso, sono divenute tutte un'importante ed unica ragione di vita. Vi sono molti fattori, che caratterizzano il progresso della nostra civiltà, che possono essere considerati delle armi a doppio taglio; e ciò dipende da come le usiamo. Purtroppo, nella società, l'uso improprio e l'abuso di molti beni è ormai la
prassi, divenuto un consolidato “modus vivendi”. Tutto ciò accade trasversalmente, accomunando i più abbienti agli indigenti, i giovani agli anziani, tutti uniti nella forsennata corsa, che ci sta portando ad essere, non più individui, ma pedine, le cui scelte, i cui movimenti, sono comandati dall'alto, ma senza fili, poiché tutto ciò non sia percepito come una dittatura, bensì come scelte assunte dall'individuo, grazie al libero arbitrio. Siamo dunque “pilotati” come una macchinina radio comandata ed abbiamo la sensazione di essere liberi, di decidere noi ciò che determina il nostro futuro; ma liberi non lo saremo mai, finché non spezzeremo questa catena di tacita e, molto spesso, inconsapevole obbedienza. Ecco perché l'arte deve simbolicamente ripartire dalle proprie origini; essa ha sempre precorso i tempi ed appare come un faro da seguire; questa volta, però, non correrà verso l'ignoto, verso l'inesplorato, ma avrà la lungimiranza di ritornare sui propri passi, verso le proprie radici, consapevole della necessità di dare un segnale chiaro e forte di ricostruzione delle fondamenta, che sono alla base della nostra esistenza. Sarà un ritorno alle origini simbolico; ma spesso i simboli posseggono una forza pari soltanto alla forza della natura; quella stessa natura con cui dobbiamo ritornare in armonia e ricominciare a rispettare e ad amare. Il Manifesto dell'Arte Neorupestre è stato presentato da Andrea Benetti alla 53. Biennale di Venezia, all'interno del padiglione "Natura e sogni" presso l'Università Ca' Foscari San Giobbe - Cannaregio - Venezia - Italia
Bologna, 7 dicembre 2006
andreabenetti.com andreabenetti-foundation.org
AndreaBenetti Disegni Neorupestri
Mano con mammut 路 201 2 路 cm 55,0 x 61 ,5 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Lo sciamano di Garing 路 201 2 路 cm 61 ,0 x 48,5 Carbone, sanguigna, seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Scimmia di Pillar 路 201 2 路 cm 48,5 x 39,0 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Toro de Borrel 路 201 2 路 cm 48,0 x 58,0 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Stregoni di Bertaliat 路 201 2 路 cm 45,5 x 51 ,0 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Tori di Pesk Roll 路 201 2 路 cm 47,0 x 74,0 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Uomo e cavallo 路 201 2 路 cm 40,5 x 62,0 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Sguardo dello sciamano 路 201 2 路 cm 52,0 x 63,5 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Mammut 路 201 2 路 cm 41 ,0 x 51 ,0 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Toro di Bew Rare 路 201 2 路 cm 32,5 x 47,0 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Ominidi di Pool 路 201 2 路 cm 41 ,5 x 71 ,5 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
Toro de Lazaret 路 201 2 路 cm 49,5 x 52,0 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
L'oracolo 路 201 2 路 cm 50,0 x 44,0 Carbone e sanguigna e seppia e gesso bianco su carta di Montesanto
andreabenetti.com andreabenetti-foundation.org
AndreaBenetti Omaggio alla pittura rupestre
Caccia VIII 路 201 0 路 cm 60 x 1 00 路 olio e henn猫 e acrilico su tela
Caccia II 路 201 0 路 cm 1 50 x 1 00 路 olio e henn猫 e acrilico su tela
Caccia III 路 201 0 路 cm 1 50 x 1 00 路 olio e henn猫 e acrilico su tela
Caccia IV 路 201 0 路 cm 1 00 x 50 路 olio e henn猫 e acrilico su tela
La leggenda del cacciatore 路 201 1 路 cm 1 50 x 1 00 路 olio e henn猫 e acrilico su tela
Cavallo con tori 路 201 0 路 cm 70 x 50 路 olio e henn猫 su tela
Fantasmi preistorici II 路 201 2 路 cm 70 x 50 路 olio e henn猫 su tela
Animali III 路 201 2 路 cm 60 x 60 路 olio e henn猫 e pigmenti su tela
Fantasmi preistorici 路 201 2 路 cm 60 x 60 路 olio e henn猫 su tela
Caccia grossa 路 201 1 路 cm 80 x 1 00 路 olio e henn猫 e acrilico su tela
Cavalli e bisonti 路 201 1 路 cm 80 x 1 00 路 olio e henn猫 e acrilico su tela
Caccia: l'imprevisto 路 201 1 路 cm 1 00 x 1 50 路 olio e henn猫 e acrilico su tela
Toro infuriato 路 201 2 路 cm 50 x 70 路 olio e henn猫 su tela
andreabenetti.com andreabenetti-foundation.org
Biografia
Andrea Benetti Musei e Collezioni che hanno acquisito opere di Andrea Benetti
Collezione d'Arte delle Nazioni Unite (O.N.U.) · New York, U.S.A. Colle zioni d'Arte del Vaticano · Città del Vaticano Collezione d'Arte del Quirinale · Roma, Italia Collezione d'Arte della Camera dei Deputati · Roma, Italia MamBo · Museo d'Arte Moderna di Bologna · Bologna, Italia Museion · Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano · Bolzano, Italia MuMi · Museo Francesco Paolo Michetti · Francavilla al Mare, Italia Rinaldi-Paladino Art Museum Foundation · Lugano, Svizzera Macia · Museo d'Arte Contemporanea Italiana in America · San José, Costa Rica Pinacoteca Amedeo Modigliani · Follonica, Italia Pinacoteca Silvestro Lega · Modigliana, Italia Ministero di Giustizia e dei Diritti Umani · Buenos Aires, Argentina Ambasciata d’Italia in Cina · Pechino, Cina Ambasciata d’Italia in Nuova Zelanda · Wellington, Nuova Zelanda Collezione Facchini · La Fenice et des Artistes · Venezia, Italia Museo Speleologico "Franco Anelli" · Grotte di Castellana, Italia Museo d'Arte Contemporanea · Fondazione "Logudoro Meilogu " · Banari, Italia
New York, 1 8 novembre 201 0
Questa foto ritrae il momento in cui il Segretario Generale delle Nazioni Unite, S. E. Ban Kii Moon, riceve l'opera di Andrea Benetti, intitolata "Against the violence", realizzata nel 2007. L'opera è ora acquisita nella Collezione d'Arte dell'O.N.U.
Bologna, 23 aprile 201 3
Questa foto ritrae Andrea Benetti insieme ad Estela Carlotto, Presidete delle "Abuelas de Plaza de Mayo" in visita alla mostra di Benetti allestita a Palazzo D'Accursio a Bologna e realizzata con l'universitĂ di Bologna
Roma, 9 marzo 201 2
Questa foto ritrae il momento in cui il professor Louis Godart, responsabile per i beni artistici del Quirinale, riceve l'opera di Andrea Benetti, dal titolo "Caccia VII", realizzata nel 201 0. L'opera ora fa parte della Collezione del Quirinale
Roma, 1 marzo 201 3
Questa foto ritrae il momento a Palazzo Montecitorio, relative all'acquisizione nella Collezione d'Arte della Camera dei Deputati dell'opera di Andrea Benetti, intitolata "9 novembre 1 989", dedicata al crollo del Muro di Berlino
Breve biografia di Andrea Benetti
Andrea Benetti, nato a Bologna nel 1 964, da diversi anni esprime col favore della critica e del pubblico qualificato le proprie idee e la propria pittura, nel complesso mondo dell'arte contemporanea. Oltre ad avere esposto in luoghi di grande pregio, sono ormai una dozzina i musei, le istituzioni e le collezioni internazionali, che ospitano le sue opere in permanenza. Nel dicembre 2006, Benetti ha ideato e stilato il Manifesto dell'Arte Neorupestre, successivamente presentato alla 53. Biennale di Venezia, nel padiglione "Natura e sogni", situato presso l'università Ca' Foscari. In occasione dell'evento, sotto l'egida della Biennale, è stato pubblicato un catalogo, edito da Umberto Allemandi. Sempre nel 2009, Andrea Benetti ha realizzato un libro da collezione, con tiratura limitata (le copie sono firmate e numerate), intitolato “Esplorazione inconsueta all’interno della velocità”, in cui egli formula, e rappresenta con la propria pittura (dodici dipinti su tela), delle tesi innovative sulla velocità in relazione alle varie civiltà susseguitesi nel corso della Storia ed all'atavico desiderio di dominio dell'uomo. Hanno aderito al progetto e scritto nel libro, avvalorando l'importanza delle tesi sostenute da Andrea Benetti, una dozzina di autorevoli professori universitari. Inoltre, la parte critica riferita alle dodici opere pittoriche, è curata da importanti nomi del mondo dell’arte contemporanea. Il volume è già stato acquisito da musei, biblioteche ed istituzioni di rilevanza internazionale. Nel luglio 201 0, il pittore bolognese è stato invitato ad esporre alla LXI edizione del Premio Michetti, la blasonata rassegna internazionale di arte contemporanea, che si svolge ogni anno, dal 1 947, nel Museo Michetti. A novembre 201 0, la pittura Neorupestre di Andrea Benetti è approdata a Palazzo Taverna (Roma), nella sede degli Archivi Legali Amedeo Modigliani, accanto alle opere di Giorgio De Chirico, Amedeo Modigliani, Andy Warhol, Keith Haring, Mario Schifano, Max Jacobs, Carlo Corsi, Jules Pascin, Guido Cadorin... in occasione della mostra intitolata “Portraits d'artistes”, curata dal Presidente degli Archivi Modigliani, il professor Christian Parisot e dal professor Pierfrancesco Pensosi. Vittorio Sgarbi ha presentato il progetto alla stampa ed alle TV. In contemporanea, il 1 8 ed il 1 9 novembre 201 0,
nel Palazzo di Vetro, nella sede delle Nazioni Unite (O.N.U.) per il progetto “Academic impact”, al quale erano presenti 1 30 università da tutto il mondo, per conto della delegazione italiana veniva donata ed acquisita nella Collezione delle Nazioni Unite, un'opera di Andrea Benetti. Nel maggio 201 1 , Andrea Benetti è stato invitato dal professor Massimo Guastella, docente dell'Università del Salento, a tenere un seminario sull'arte Neorupestre ai suoi allievi del corso di laurea di Storia dell'Arte Contemporanea. Inoltre è stata inserita nel programma di ricerca universitaria la mostra di Benetti, che si è tenuta all'interno delle Grotte di Castellana, con la musica composta ed eseguita live per il progetto da Frank Nemola. Nel marzo 201 2, per volere del Presidente della Repubblica e con il beneplacito del professor Louis Godart, Consigliere per la conservazione dei Beni Artistici del Quirinale, è stata acquisito un dipinto di Andrea Benetti nella Collezione d'Arte del Quirinale. All'inizio di aprile è stata acquisita un'opera nella Collezione Permanente del Museion, il museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano. Il 27 novembre 201 2, Benetti ha tenuto una lezione all'università Roma 3, invitato dal professor Gianfranco Bartalotta, alla facoltà di "Scienze della Formazione" ed il giorno successivo, in Vaticano, veniva donata a Sua Santità Papa Benedetto XVI, dall'Associazione ANFE, l'opera di Andrea Benetti intitolata "Omaggio a Karol Wojtyla", successivamente acquisita nelle Collezioni Vaticane. Il primo marzo 201 3 è stata acquisita un'opera di Andrea Benetti, intitolata “9 novembre 1 989” nella Collezione d'Arte della Camera dei Deputati, a palazzo Montecitorio e, successivamente, anche il MamBo – Museo d'Arte Moderna di Bologna – ha acquisito un'opera di Benetti. Lo stesso si dica per il Ministero di Giustizia e dei Diritti Umani argentino, a Buenos Aires. In aprile 201 3 Andrea Benetti ha esposto a palazzo D'Accursio, A Bologna, promosso dall'università di Bologna, Dipartimento delle Arti Visive, Performative e Mediali. In itinere è invece l'acquisizione dell'opera intitolata “Danza propiziatoria”, da parte del Ministero degli Affari Esteri. Entro l'estate 201 4, Andrea Benetti ha il mandato firmato dal Consorzio Frasassi per dipingere le con le sue pitture Neorupestri cento metri di rocce artificiali, poste all'interno del tunnel, che porta all'entrata delle famose grotte di Frasassi, seconde in Europa per affluenza turistica e situate nell'entroterra marchigiano.
Un particolare ringraziamento ad AMGAS per il sostegno all’iniziativa
Siamo ben lieti di sostenere il progetto artistico “Colori e suoni delle origini”, ideato da Andrea Benetti, artista conosciuto a livello internazionale e autore del Manifesto dell’Arte Neorupestre, presentato alla 53. Biennale di Venezia, in collaborazione con Frank Nemola, figura di primo piano nel panorama musicale italiano, nonché polistrumentista di Vasco Rossi. Artisti che attraverso l’unione di due mezzi espressivi, quali pittura e musica, riescono a creare un progetto di “arte acustica” ed un ponte ideale tra le origini dell’uomo e la contemporaneità, tra le forme antiche ed essenziali di espressione e le odierne esemplificazioni dei sistemi digitali di comunicazione di massa, utilizzando i due sensi per eccellenza: udito e vista. Il progetto di Andrea Benetti è stato portato a Bari, nonché curato, da Stefania Cassano, che ha creduto e voluto fortemente questo evento culturale ed artistico, unitamente al Seminario sull’Arte Neoruestre, che si terrà nel periodo della mostra, in collaborazione e presso l’Università di Bari. Amgas S.r.l., è una tra le più affermate aziende per la vendita di gas naturale ed energia elettrica, del capoluogo pugliese e dell’intera area metropolitana. Nata nel giugno del 2003,oggi vanta oltre 11 0mila clienti. Un progetto ambizioso che dal 2009 in particolare, ha puntato alla conquista del mercato dell’energia elettrica. Da circa un anno, alla Presidenza, l’Avvocato Domenico Mariani, già amministratore nei settori delle pubbliche utilities, che ha saputo finalizzare gli obbiettivi di sviluppo dell’azienda con incrementi significativi sul portafoglio clienti. Un impegno che ha già prodotto significativi risultati con utili importanti che l’azienda partecipata indiretta al 1 00% dal Comune di Bari ha restituito alla stessa amministrazione pubblica consentendole di reinvestirli per fini pubblici. Guardando al futuro, è partita la nuova offensiva al mercato dell’energia elettrica con la campagna di comunicazione che promuove incentivi per i baresi che sceglieranno l’energia elettrica di AMGAS e per i cittadini dell'area metropolitana. Il tutto in un contesto di comunicazione finalizzata alla fidelizzazione del rapporto con la clientela. Tanti sono i progetti ai quali stiamo lavorando per consolidare la nostra presenza sul territorio, la qualità, l'efficacia e il servizio. Il Presidente Avv. Domenico Mariani
Ringraziamenti Nuccio Altieri, Armando Bufo, Giuseppe Cannello, Mario Colonna, Vincenzo De Matteis, Mariangela Di Matteo, Rocco Fazzini, Caterina Florio, Silvia Godelli, Pier Paolo Guerra, Antonino Greco, Stefano Laterza, Donatella Leonetti, Gioacchino Leonetti, Marisa Lisi Melpignano, Corrado Minervini, Giuseppe Mola, Murizio Pace, Giacomo Pascale, Anna Vita Perrone, Corrado Petrocelli, Lucia Pia Pompa, Vincenzo Quistelli, Rossella Ressa, Antonella Rinella, Mario Ruggiero, Laudonia Schiralli, Annarita Soldo, Niny Spinetti Bartolo, Antonio Vasile, Cesare Veronico.
edizioni
漏 Tutti i diritti sono riservati 路 All rights reserved Finito di stampare nel mese di febbraio 201 4
Uno speciale ringraziamento al Cavalier Tommaso Chiarella
Presidente del Premio Internazionale Excellence
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