Portfolio IUAV di Andrea Cogo

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IUAV - Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Facoltà di Architettura Portfolio di Laurea in Scienze dell’Architettura (ClaSa) D.M. n. 509/1999 autore Andrea Cogo mat.263653 contatti ndr.cogo@gmail.com

© marzo 2011 tutte le immagini contenute, salvo diversa indicazione, sono di esclusiva proprietà dell’autore.

Quest’opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/ licenses/by-nc-nd/3.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA.

Le fotografie n.1,2,3 a pag. 41 e 42, sono opera di Mario Gagliardi http://ideas.mgstrategy.com



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CAP 1/ RAPPRESENTARE Storia della Fotografia

Disegno dell’Architettura a.a. 2007/2008

a.a. 2008/2009

Rilievo dell’Architettura a.a. 2008/2009


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CAP 2/ CONOSCERE

Corso FSE - Modellazione Digitale e a.a. 2008/2009

Istituzioni di Storia dell’Architettura Storia dell’Arch. Contemporanea

a.a. 2007/2008

a.a. 2008/2009

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CAP 3/ PROGETTARE Progettazione Architettonica 1 a.a. 2007/2008

Viaggio di Studio in Olanda

Architettura del Paesaggio

a.a. 2009/2010

a.a. 2009/2010

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Composizione Architettonica WS2009 a.a. 2008/2009 Progettazione Architettonica 2 a.a. 2008/2009

Progettazione Urbanistica 1 a.a. 2008/2009


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Progettazione Architettonica e Urbana a.a. 2009/2010

Architettura degli Interni rni a.a. 2009/2010

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Restauro a.a. 2009/2010


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Composizione Architettonica WS2010 a.a. 2009/2010


CAP 1_ RAPPRESENTARE

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DISEGNO DELL’ ARCHITETTURA Prof. Vincenzo Lucchese

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efinire il disegno come il più potente mezzo di comunicazione a disposizione dell’architetto è sicuramento corretto. L’apprendimento dei codici di rappresentazione consolidati nei secoli, permette di esprimersi con coerenza semantica, certi della chiarezza dei nostri segni. La rappresentazione tramite piante, prospetti, sezioni, assonometrie, dettagli, è per l’architettura un linguaggio standard pressochè irrinunciabile. Comprenderne le origini e l’evoluzione, attraverso lo studio delle vedute storiche e delle antiche mappe della città di Venezia, le ricerche nei catasti e nei rilievi storici conservati presso gli archivi della nostra Università, restituisce informazioni preziose sulla storia del disegno e sulla città stessa. E necessario tuttavia precisare l’importanza di un tipo di disegno più personale, spesso slegato dai canoni e dai codici, ma proprio per questo forse ancor più espressivo. Il disegno a mano libera - sia esso ideativo per la progettazione - sia esso di osservazione, eseguito “en plen aire” tra le calli della


città, è essenziale per una comprensione più profonda dell’architettura. E’ proprio l’approfondimento diretto tramite il disegno, la finalità del taccuino di viaggio tenuto durante il corso, con una attenzione particolare per le architetture della Venezia Minore, nascoste al di fuori dei percorsi più frequentati.

1. Portale della Scuola di San Giovanni Evangelista - Sestiere di San Polo 2. Palazzo Castelforte, canna fumaria - Sestiere di San Polo

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3. Sottoportico Calle de la Laca Sestiere di San Polo 4. Campanile della Chiesa di San Rocco - Sestiere di San Polo

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5. Palazzo Ariani Minotto Cicogna - Sestiere di Dorsoduro 6. Canna fumaria in mattoni

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CAP 1_ RAPPRESENTARE

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RILIEVO DELL’ ARCHITETTURA Prof. Corrado Balistreri

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escrivere l’architettura, attraverso una complessa e dettagliata operazione di rilevamento, significa svolgere una indagine sulla realtà più profonda dell’ organismo architettonico mirata a coglierne tutti i valori, da quelli formali a quelli dimensionali, da quelli percettivi a quelli storico-costruttivi. Attraverso l’approfondimento di temi come il cantiere storico - materiali e tecnologie l’evoluzione dei metodi di rappresentazione, le operazioni di rilievo, i simboli e le convenzioni grafiche, si può arrivare a conoscere veramente in profondità le architetture oggetto di studio, e tramite l’esperienza acquisita il rilievo diventa un processo di progettazione inversa, in grado quindi di restituire moltissimo anche in termini di nuova composizione architettonica. Gli edifici di particolare interesse, ritenuti adatti dalla docenza ad essere oggetto di dettagliato esame, sono due unità di civile abitazione, situate nel Campiello delle Chiovere - Sestiere di San Polo.


Partendo da una ricerca storica nelle cartografie conservata al CIRCE, si sono osservate le modificazioni urbane avvenute nella città e nell’area interessata dal rilievo.

1. Veduta di Venezia, Jacopo de’ Barbari (1500). 2. Pianta topografica di Lodovico Ughi (1729-1739) 3. Fotopiano di Venezia (1911)

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4. Estratto dalla mappa del Catasto Napoleonico (1809) - ridisegno a CAD 5. Estratto dalla mappa del Catasto Austriaco (1840 -1846) 6. Estratto dalla mappa del Catastro Austro - Italiano

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7. Individuazione dell’area di rilievo dalla vista a volo d’uccello Google©. 8. Photo merging della facciata dell’unità di sinistra. 9. Pianta con barra metrica di riferimento

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10. Fotometria - metodo di restituzione prospettica. 11. Prospetto, affaccio sul Campiello delle Chiovere. 12. Dettaglio, finestra ovale 13. Dettaglio, portone d’ingresso

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L’esperienza di rilievo è stata arricchita con iniziativa indipendente attraverso l’analisi del pregevole portale barocco che introduce al giardino della Scoletta di San Rocco - Sestiere di San Polo.

1. On re cor aut omnis parchil laborendunte si qui debitibus ac 2. Facepel id que illum ut ad evel id quam exere audantem. 3. er 4. erer

14. Individuazione del manufatto. 15. Schizzi di misurazione 16. Restituzione tridimensionale dello stipite sinistro 17. Prospetto del portale

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CAP 1_ RAPPRESENTARE

STORIA DELLA FOTOGRAFIA Prof. Angelo Maggi

“I

l mio scopo è la rappresentazione, la descrizione pura e fedele; il mio impulso è lo stesso che indusse ladies e gentlemen del periodo vittoriano, e la stessa Regina Vittoria, a dipingere acquerelli dei laghi svizzeri. I vittoriani erano addestrati allo schizzo in gioventù [...] Successivamente, per fortuna, è stata inventata la macchina fotografica. Nessun maestro mi ha mai insegnato a fotografare. Tuttavia, la fotocamera è la parte più affidabile del mio sistema artistico. Io affido le mie speranze alle apparecchiature costruite secondo i principi della camera reflex. Queste macchine permettono di comporre l’immagine con esattezza: una considerazione importante nei casi in cui gli edifici sono il soggetto della fotografia e lo spazio che li circonda è limitato. Ma vi sono molte cose che il mezzo meccanico riproduce in maniera poco veritiera, e molte altre che non possono assolutamente essere registrate. Quando le finezze di una scena sono al di fuori del suo potere e sembrano perfino esigere un concreto ricordo visivo , allora sono costretto a ricorrere alla matita.”cit.

R.BYRON, Artist’s Apology, contenuto in The Architecture Review a cura di Renzo Dubbini e Angelo Maggi, Umberto Allemandi & C., Torino 2006

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1. R.BYRON. La Pagoda Nera di Konarak, India (XII secolo). 2. R.BYRON. Il Ponte Khaju a Isfahan, Iran (1650).

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“Le fotografie all’interno di Santa Sofia, punteggiate da riflessi di luce sull’obiettivo, danno un impressione di indescrivibile confusione architettonica. Le tavole a colori di Fossati invece, riescono a trasmettere qualcosa della squisità luminosità che pervade l’edificio, e qualcosa della sua armonia architettonica”1.

“...poichè un disegnatore [John Coney nell’acquerello Interno della cattedrale di Beauvais, n.d.r] può accentuare le qualità che desidera vedere apprezzate”2. 1 R.BYRON, Artist’s Apology, contenuto in The Architecture Review - a cura di Renzo Dubbini e Angelo Maggi, Umberto Allemandi & C., Torino 2006

3. Aya Sofia, Costantinopoli, Litografia di Gasparre Fossati (1852) 4. Interno della Cattedrale di Beauvais, Francia, acquerello di John Coney (1829 circa)

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2 R.BYRON, The Appreciation of Architecture, Wishart & Co., Londra 1932, trad.it. di R.Dubbini e A.Maggi, Il Giudizio sull’architettura.


In questa pagina, due immagini facenti parte di un esercitazione pratica, il cui obiettivo era riconoscere, nella città di Venezia, situazioni architettoniche simili a quelle riportate da R.Byron durante i suoi viaggi. La Basilica

della Salute è assimilabile a una composizione statica raggiunta per mezzo della simmetria e dell’espressione di gravità. Nelle Procuratie Vecchie si è riconosciuta una composizione mobile determinata da un ritmo orizzontale.

5. Basilica della Salute, B. Longhena, Puntta della Dogana 6. Procuratie Vecchie, Piazza S.Marco

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CAP 1_ RAPPRESENTARE

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CORSO FSE MODELLAZIONE DIGITALE Prof. Luciano Comacchio

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’utilizzo di tecniche digitali per la rappresentazione dell’architettura ha avuto negli ultimi decenni un forte incremento. L’impiego di software per il disegno assistito e per la modellazione tridimensionale è ormai all’ordine del giorno e di grande aiuto sopratutto nelle fase di finalizzazione del progetto. Non mancano tuttavia sperimentazioni che vedono nascere architetture - fin dalle prime fasi progettuali - direttamente da un software di modellazione. Durante il corso professionalizzante per la creazione di un esperto in modellazione digitale per l’architettura e paesaggio, finanziato dal FSE - oltre alle nozioni necessarie per gestire il disegno bidimensionale e tridimensionale, texture mapping, motori e tecniche per il rendering fotorealistico, gestione dell’output di stampa e del layout, postproduzione tramite software di elaborazione di immagini - si sono chiarite le corrette applicazioni di queste tecniche nel progetto d’architettura, sottolineando le potenzialità da sfruttare e i limiti da rispettare per non incorrere in una mera rappresentazione da carta patinata.


L’elaborato finale rispetta pertanto l’etica di buon utilizzo del software di modellazione e rendering. L’architettura in oggetto è la Scuola Domenicale, opera dell’architetto Tadao Ando, situata nello stesso complesso della famosa Chiesa della Luce. L’obiettivo della

rappresentazione è lo studio della spettacolare luce che ha reso celebri queste due opere. Tramite le simulazioni di cameras interne al software, si è cercato di riprodurre fedelmente il taglio di alcune fotografie originali dell’edificio.

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CAP 2/ CONOSCERE

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ISTITUZIONI DI STORIA DELL’ARCHITETTURA Prof. Antonio Foscari

La conoscenza dell’architettura antica non può sottrarsi alla frequentazione fisica e concreta dei monumenti da parte dello studioso. Personaggi illustri, architetti e non, ci hanno lasciato testimonianze dei loro viaggi tra le antichità dell’architettura Italiana, attraverso disegni, scritti, influenze assorbite: Alberti, Bramante, Michelangelo, Goethe, Winckelmann, Le Corbusier solo per richiamarne alcuni. Le esperienze concrete sono in effetti i “testi” essenziali di studio e di analisi per una reale conoscenza ed una efficace critica della architettura. L’essenziale “incontro” reale con l’opera architettonica permette di rendere il corso una “esperienza” di architettura antica, di modo che essa non rimanga per così dire occultata dietro le immagini e le interpretazioni critiche che di essa sono generalmente divulgate. Volendo dunque evitare l’inutile tentativo di coprire esaustivamente gli argomenti trattati, si presenterà una selezione di fotografie riprese durante i personali viaggi effettuati durante il corso, precisamente a Roma e Mantova, estendendo questo atteggiamento più generalmente in tutto il CAP 2 - Conoscere.


1. On re cor aut omnis parchil laborendunte si qui debitibus ac 2. Facepel id que illum ut ad evel id quam exere audantem. 3. er 4. erer

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1. (pagina precedente) Piazza S.Pietro, G.L.Bernini - veduta dalla cupola della Basilica. 2. Resti dei palazzi imperiali sul Palatino, visti dal Circo Massimo 3. Epoche a confronto, attraverso le colonne dei fori imperiali

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4. Cupola della Basilica di S.Pietro, Michelangelo Buonarroti, 1593 (Roma) 5. Cupola di San Carlo alle Quattro Fontane - Francesco Borromini, 1641 (Roma)

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6. Palazzo Te - Giulio Romano, 1534 (Mantova): la loggia d’onore, vista dall’esedra 7. Rotonda di S.Lorenzo, XI secolo (Mantova)

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CAP 2/ CONOSCERE

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STORIA DELL’ ARCHITETTURA CONTEMPORANEA Prof. Amerigo Restucci

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clettismo, una parola che dalla seconda metà dell’Ottocento fino ai primi decenni del Novecento, ha portato nell’architettura italiana novità e controversie. L’Italia, fresca di Unità nazionale, è alla ricerca di uno stile che la rappresenti adeguatamente. Il periodo è brulicante di iniziative e proposte, accademie, scuole di architettura e pubblicistica periodica assumono un grande ruolo nella presa di distanza dall’antico e sua contaminazione. Gotico, castellare, rinascimentale, barocco, bramantesco, revival dell’artigianato locale, esotismo; gli impulsi che confluiscono nell’architettura eclettica sono moltecipli, nel tentativo di recupero di un identità storica regionale o più semplicemente di superamento dei canoni neoclassici. Quando ad uno scenario del genere si somma un iniziativa altrettanto rivoluzionaria nel campo dell’ urbanistica sociale industriale è chiaro come il Villaggio operaio di Crespi d’Adda sia entrato di diritto sotto la salvaguardia dell’UNESCO. La città commissionata dal conte Crespi agli architetti Ernesto Pirovano e l’eclettico Gaetano Moretti, conserva un importante valore storico, architettonico e sociale.


1. Ingresso principale del cotonificio, Ernesto Pirovano, Crespi d’Adda (BG) 2. Villa dei dirigenti, Ernesto Pirovano, Crespi d’Adda (BG)

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3. Panoramica del villaggio operaio di Crespi d’Adda. 4. Centrale idroelettrica Taccani, Gaetano Moretti, Trezzo sull’Adda (BG)

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CAP 2/ CONOSCERE

ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO Prof. Maria Pia Cunico

Questo è l’unico lavoro che vado a vedere volentieri, perché mi sembra di aver conquistato il senso della campagna, come volevano i Brion. Tutti ci vanno con molto affetto, i bambini giocano i cani corrono: bisognerebbe fare tutti i cimiteri così”. C.SCARPA sulla Tomba Brion-Vega (Altivole), Conferenza a Madrid 1978

“(...)in questo piccolo lavoro...che trovo abbastanza buono,...ho cercato di mettere... della fantasia poetica, ...per fare un certo tipo di architettura da dove emani un senso di poesia per ragioni di carattere formale, cioè, la forma espressa possa diventare poesia... La società non domanda sempre la poesia. La poesia non è che sia cosa di tutti i giorni... Ho voluto, però, rendere il senso del concetto di acqua e prato, di acqua e terra: l’acqua è sorgente di vita”. C.SCARPA, Intervista di Philippe Duboy

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1. Il simbolo dell’unione tra uomo e donna segna l’Ingresso nel complesso attraverso i propilei. 2. La campagna veneta vista dal corridoio sonoro che conduce alla cella di meditazione. 3. Muro in calcestruzzo, inclinato di sessanta gradi, permette la vista dall’interno verso la camagna e cela la vista dall’esterno verso il complesso cimiteriale. 4. Il simbolo dell’unione incornicia la veduta del paese di Altivole e del suo campanile. 5. Mosaici gialli e verdi delimitano i setti dei propilei, simboleggiando i fulmini che accompagnano il passaggio da un mondo all’altro nel mito greco.

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CAP 2/ CONOSCERE

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VIAGGIO STUDIO IN OLANDA Prof. Gabriella Liva

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rchitetture storiche che convivono con le avanguardie più moderne. L’Olanda offre un panorama architettonico sorprendente e vario, frutto delle sedimentazioni avvenute nei secoli, segnati dalla storia di aperta città portuale, da tradizioni e da una cultura da sempre tra le protagoniste d’Europa, da una morfologia del territorio certamente inusuale e quasi ostile. Si può, senza troppe forzature, riconoscerere nell’Olanda intera, una qualità costruttiva che si può far derivare da situazioni di difficoltà: la minaccia costante del mare, le imponenti dighe e le costose opere di bonifica necessarie per sottrarre prezioso terreno all’acqua, e non ultimo il bombardamento a tappeto di Rotterdam durante la Seconda Guerra Mondiale; a queste problematiche la regione ha risposto con nuove costruzioni di qualità e con un attenta pianificazione urbanistica, unica al mondo. Dopo storici nomi come Berlage, Rietveld, Oud - una nuova generazione di architetti, a partire dagli anni ‘90 sino ad ora, ha mantenuto l’Olanda ai vertici internazionali dell’architettura: Rem Koolhaas, MVRDV, Mecanoo, West 8.


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[hemel]

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1. Montevideo Skycraper, Mecanoo architects, Rotterdam (1999 - 2005) 2. Biblioteca Universitaria, Wiel Arets, Utrecht (1997 - 2004)

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[stijing]

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3. Inholland University, Erick Van Egeraat, Rotterdam (2000) 4. Museo Mercedes Benz, UN Studio, Stoccarda (2001 - 2006) 5. Biblioteca Centrale dell’Università della Tecnologia, Mecanoo architects, Delft (1997)

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[eenden]

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6. Biblioteca Centrale dell’Università della Tecnologia, Mecanoo architects, Delft (1997) 7. Città e natura nel quartiere del Borneo Sporenburg, masterplan progettato da West 8, Amsterdam (1994-1997)

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[ruimteschip]

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8. Educatorium, Rem Koolhaas, Utrecht (1993-1997) 9. Museo Mercedes Benz, UN Studio, Stoccarda (2001 - 2006)

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[stadswater]

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10. Abitazioni tipiche affacciate su uno degli specchi d’acqua di Vondelpark, Amsterdam 11. Lake Side Housing “The Sphinxes”, Neutelings Riedijk Architects, Huizen

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12. Parkreand Building, MVRDV, Amsterdam (2006) 13. Container Student Housing, De Vijf Architects, Uithof, Utrecht (2003)

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[textuur]

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14. Smarties Building, Architectenbureau Marlies Rohmer, Uithof, Utrecht (2003 - 2009) 15. Decorazione murale ad Amsterdam 16. Sarphatistraat Offices, Steven Holl, Amsterdam (1996 - 2000)

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Masterplan del quartiere residenzale del Borneo Sporenburg - Amsterdam, ideato da Adrian Geuze (West 8). Focus sugli interventi del gruppo MVRDV e Koen Van Velsen. Collage di immagini tratte da Architectuur in Nederland : Jaarboek 2006-07 - NAi Uitgevers

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CAP 3/ PROGETTARE

PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 1 Prof. Eleonora Mantese

I

l tema trattato dal corso è la “Casa nella Foresta”, ossia la progettazione di un unità residenziale all’interno della pineta, nata in epoca romana ad Eraclea Mare (VE) e poi definitivamente ampliata durante le operazioni di bonifica tra il 1920 e il 1940. La libertà di scegliere autonomamente il luogo esatto all’interno della pineta ha permesso di raccogliere, durante il sopralluogo individuale, spunti e stimoli suggeriti dal territorio, diventati poi i temi definitivi della progettazione: il salto di quota e la conseguente diversa percezione dei volumi di un fronte rispetto all’altro, il margine tra lo spazio intimo e ombreggiato della pineta e l’apertura di una soleggiata radura erbosa, i filari di tamarindi a segnare i confini nell’ipotesi modulare di un aggregazione con più abitazioni identiche.

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La “Casa nella Pineta” Eraclea Mare - (VE) 61


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1. La Laguna del Mort presso Eraclea Mare 2. L’arenile 3. La pineta edificata. Se da una parte sono tuttora conservate vaste zone di bosco incontaminato, altre aree, compresa quella di progetto, sono interessate da insediamenti turistici. 4. La campagna alle spalle della pineta, sarà oggetto di futuri ampliamenti edilizi.

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L’area di intervento scelta per il progetto è situata al margine della pineta la quale, discendendo un dislivello piuttosto ripido (superiore ai tre metri), si apre in una radura erbosa adiacente ad un maneggio. L’area scelta offre notevoli spunti, che sono stati

fondamentali nel corso della progettazione. In primis la scelta di collocarsi in corrispondenza del dislivello presente, con la possibilità di ricavare un ampio ambiente seminterrato, e un differente impatto a seconda dei punti di osservazione. Infatti ad un osservatore

5. Modello, vista frontale Nord 6. Modello, vista della parete cieca Ovest

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situato a quota zero, l’edificio appare a due piani, si avverte una certa invadenza da parte del volume superiore, che sporge al di sopra della radura con un aggetto di quattro metri. Tuttavia questa forza nei volumi non risulta eccessiva in quanto l’area circostante


è già ampiamente edificata, e l’intervento non va ad intaccare gli elementi naturali soppravissuti all’epansione edilizia, anzi come si vedrà più avanti ne propone una riqualificazione. Per quanto riguarda la parte dell’edificio costruita sul livello superiore del dislivello,

rivolta verso la pineta, è stato ricercato il minore impatto ambientale possibile, evitando l’eccessivo sviluppo in altezza; l’osservatore che passeggia nella pineta non percepirà il gioco di volumi presente nell’altra facciata, ma riconoscerà un edificio su un unico piano.

Un altro fattore che ha determinato precise scelte progettuali è la presenza di numerosi caseggiati di scarso valore architettonico a Sud-Ovest dell’area di intervento. Di qui la decisione di chiudere completamente la parete che si rivolge verso Sud-Ovest.

7. Pianta Piano Terra - Scala 1:200 8. Pianta Piano Primo - Scala 1:200

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Positivamente differente invece la vista offerta dal fronte Est, l’edificio è infatti a distanza di pochi metri dal maneggio ma nello stesso tempo isolato da esso dalla presenza di un suggestivo filare di tamarindi che agisce da filtro visivo. Si è scelto quindi di aprire il lato

Est in tutta la sua lunghezza, con ampie vetrate scorrevoli. Un ulteriore spunto fondamentale, estraneo alle relazioni con l’area di intervento, è stata la scelta del committente, in questo caso un musicista. Sia egli un professionista o

9. La parete vetrata Est 10. La sala per la musica, al piano terra, coperta dall’aggetto delle stanze superiori.

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semplicemente un appassionato, il musicista ha delle precise esigenze pratiche. Egli necessita di uno spazio completamente dedicato, indipendente dal resto della casa e isolato da essa, per esigenze di tranquillità e silenziosità, sia proprie ma anche degli altri


inquilini dell’abitazione o del vicinato. Questo ambiente è stato ricavato al piano terra, ed è dotato di un accesso indipendente da quello dell’abitazione. La scelta di posizionarlo al piano terra è stata determinata da due fattori: in primo luogo, la comodità di

carico-scarico della strumentazione; in secondo luogo la possibilità di sfruttare il dislivello per ottenere un locale seminterrato, rivolto verso Nord e rinfrescato costantemente dall’ombra dell’aggetto sovrastante, tutti fattori che lo rendono decisamente protetto

dalla calura estiva. L’ampio spazio antistante la sala prove, coperto dal volume aggettante e completamente libero da pilastri o setti, è stato valorizzato tramite l’utilizzo di una vetrata a parete completamente richiudibile grazie a serramenti a pacchetto, che una

11. Sezione BB’ - Scala 1:200 12. Sezione AA’ - Scala 1:200

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volta aperta mette in completa comunicazione la sala prove con lo spazio coperto. Una soluzione che rende l’ambiente utilizzabile per piccoli concerti con gli amici. L’entrata dell’edificio è però al piano superiore, al termine di una scala che segue

l’inclinazione del terreno. Il piano superiore risulta diviso in 3 fasce di uguale larghezza, riconoscibili anche nella pianta del piano terra. Nella fascia che corrisponde alla porzione aggettante trovano posto la camera da letto matrimoniale, un bagno e uno spazio di

13. Il fronte verso la pineta e il tetto giardino attrezzato. 14. Il ballatoio tra soggiorno e camera matrimoniale, con la scala verso la copertura.

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disimpegno. Dalla camera da letto si accede al terrazzo e alla scala per il tetto. Nella fascia mediana trova posto la cucina, anch’essa dotata di accesso al terrazzo e di conseguenza al tetto, mentre nella terza fascia, che appoggia sul livello del terreno della pineta,


si trova il soggiorno. Esso gode della vista sulla pineta, valorizzata da 3 grandi vetrate scorrevoli. A far da divisorio tra il soggiorno e la cucina vi è un elemento costituito da un camino a doppia canna fumaria con due aperture indipendenti nel soggiorno e nella

cucina, che insieme al muro divisorio va a costituire una lama, che attraversa il solaio superiore, per poi continuare sul tetto giardino. Quest’ultimo è raggiungibile tramite una scala esterna in acciaio, che dal terrazzo si alza in direzione della pineta, come ad

accompagnare il visitatore verso il punto di vista che è predisposto al termine della scala, tramite l’apertura di un parapetto in vetro, che consente la vista della pineta già dai primi gradini.

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Prospetto Prospetto Prospetto Prospetto

Nord_1:200 Sud_1:200 Ovest_1:200 Est_1:200

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19. 1 9. Ipotesi aggregativa di un complesso c mplesso di cinque abitazioni co Scala S cala 1:1000

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Ill tetto tet etto giardino et d è uno spazio molto l privato, pri rivvato va o, delimitato delimi mitato da un parapetto pieno e continuo mi con o titinuuo lungo tutto tu il suo perimetro. In n corrispondenccor orri risp s on onde dennza della a llama, ama, nella qua quale ale ssii ap apree un un altra alttr al tr tra progettato spazio bocca, è stato proge etttatto un uno o sp spaz azio o destinad to al barbecue estivo, est stiv ivo,, dotato iv dot otat ato o di di un u tavolo e

un d un deposito per ill lleg legname. gna name. Un nd discorso a parte merita il piano aggregatittivo-urbanistico. vo-u -urb -u r anistico. Il progetto propone cinque abitaz ab abitazioni zio ioni identiche identiche, he, n he nella ella stessa posizione rispetto all disl dislivello. ri isp spetto o a sliv sl ivello. Lo schema dell’albeiv ratura dii tama tamarindi viene ratu ura d ari r ndi vien ne ripetuto tra ogni

abitazione, b e lla parete Ovest comp completamente m lletamente chiusa assume con l’aggregazione n un ulteriore motivazione ossia q quella della ap privacy. rivacy. y Per quanto riguarda le infrastrutt infrastrutture tur uree è previparallela quella sta una nuova strada paralle ela a qu uella già percorsi esistente, dalla quale sii dipartono di


pedona pedonali d nali na alil all’ombra lll b dei dei tamarindi d che h la l colco ol-l legano leega gano ad d ognuna ognuuna n delle cinque q abitazioni. I percorsi pe ercorsi pedonali ped edo onali sfociano poi in unico sentiero titer e o naturalistico natu na t ralistico che attraversa la p tu pineta. Ill progetto interviene riqualificando lo spap zio della radura erbosa, attualmente adibita

parzialmente p rzia pa ialm ia l en ente t a parcheggio, h salvaguardanl d dola do a con la creazione crrea e zione di un parco pubblico compreso co omp preso tra le le due strade parallele. I nuovi posti pos o ti auto sono so ono ricavati in piccola parte nella radura radu ra dura du r erbosa, ra erb bossa, a lato della strada, per la maggior mag ggior giio parte sono son ono previsti nello spazio on

immediatamente adiacente adi adiac acc acente ai ai caseggiati, casegg ca gg ggia iatititi,, ia che pertanto funge da elemento elemento o distanziatodissta t nziato-rio tra le abitazioni e questi quessti ultimi. i. i.

20. Planivolumetrico - 1:200

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CAP 3/ PROGETTARE

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PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 2 Prof. Giulio Dubbini

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ell’edificato medievale di Mestre resta ormai ben poca traccia, la Torre dell’orologio è l’ultima sopravvissuta delle diciassette che costituivano la fortificazione del Castelnuovo. Rimangono però, inglobati durante la forte espansione edilizia, lacerti delle antiche mura. Finalità del corso è il recupero del percorso murario lungo via Spalti, attraverso una riqualificazione urbanistica rispettosa della storia della città, che restituisca spazio verde attorno alle mura ripristinando virtualmente il fossato a protezione delle città medievali. La progettazione delle unità abitative è regolata da un masterplan di nove lotti per cui è previsto uno schema volumetrico di massima degli edifici, un corpo centrale lungo e stretto a cui si aggrappano quattro o più satelliti a pianta quadrata componibili a piacimento. Tutte le abitazioni ospiteranno al piano terra un attività artigianale/commerciale, questa nello specifico prevede un laboratorio di liuteria con piccola rivendita di strumenti.


Riqualificazione urbana e recupero del percorso murario medievale Mestre - (VE)

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1. Inquadramento dell’area di progetto su base ortofotografica 2. Inserimento digitale dell’ipotesi progettuale nella medesima foto aerea. 3. Ricostruzione digitale planivolumetrica dell’area (Nella pagina a fianco) 4. Assonometria isometrica con evidenziazione del tracciato murario ripristinato (Nella pagina a fianco).

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5. Pianta piano terra - scala 1:400, orientata Nord. 6. Pianta piano primo 7. Andamento in altezza dell’edificato adiacente, vista Sud 8. Prospetti, in senso orario: Sud, Nord, Ovest, Est. 9. Sezione AA’ (a sinistra) e sezione BB’ (a destra). 10. Andamento in altezza dell’edificato adiacente, vista Nord

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11. Il lotto di progetto evidenziato. 12. Via Spalti e l’incrocio con via Caneve. 13. Il percorso pedonale a ridosso delle mura collega le attività commerciali. 14. Consistente resto di bastione medievale liberato dall’edificato addossato.

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CAP 3/ PROGETTARE

COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA WS_09 Prof. Angelo Bucci

Quella proprio di fronte a noi è Torcello” disse il colonnello, indicandola col dito. “E’ lì che abitava la gente respinta dalla terra ferma dai Visigoti. Hanno costruito loro quella chiesa per onorare il loro Dio e adorarlo. Poi, dopo che la chiesa fu costruita, la foce del Sile sedimentò e forse la modificò qualche piena, e tutta quella terra sulla quale siamo passati adesso venne inondata e incominciò a fomentare zanzare e la gente prese la malaria. Incominciarono tutti a morire, [...] così hanno messo le pietre delle loro case su barconi come quello che abbiamo visto adesso, e hanno costruito Venezia.”

“Ora guarda di là da Torcello e vedrai il bel campanile di Burano che pende quasi come la torre la torre di Pisa. Quella di Burano è un isoletta sovrappopolata dove le donne fanno pizzi magnifici e gli uomini fanno bambini e di giorno lavorano nelle fabbriche di vetro in quella isola vicino che si vede dietro quell’altro campanile, che è Murano” Ernest Hemingway, Di là dal fiume e tra gli alberi, Oscar Mondadori, Milano, 1999

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“Una Barca Naufragata� Burano/Torcello/Mazzorbo - (VE)

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WS09 UNA BARCA NAUFRAGATA, o una piazza ribassata nella laguna per la fermata della metropolitana sublagunare. La scelta relativa alla collocazione dell’area di progetto è stata dettata dalla volontà di

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torcello

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burano

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dotare la zona delle isole di Burano - Torcello - Mazzorbo di un collegamento rapido e agevole con il centro di Venezia, sfruttando l’ipotesi costruttiva di una metropolitana subIagunare. L’infrastruttura permetterebbe agli abitanti della zona rifornimenti facilitati e

maggiori servizi, in più consentirebbe ai turisti di Venezia ( e agli abitanti di Venezia stessa) di raggiungere le tre isole in modo rapido. Carenti infatti sono i mezzi di trasporto diretti a quest’area, distante quasi un’ ora di vaporetto da Venezia, situazione che ha


penalizzato fino ad oggi gli afflussi turistici alle tre isole, che meriterebbero sicuramente più attenzione vista la loro bellezza. D’altra parte queste difficoltà di collegamento a Venezia e alla terraferma hanno sicuramente contribuito a conservare l’integrità

architettonica e naturale delle tre isole. Da questa osservazione parte lo sviluppo del nostro progetto: costruire un luogo che si relazioni alla morfologia del territorio (nello specifico le barene) , valorizzandolo senza stravolgerlo. La stessa scelta del “cosa”

costruire è dettata da questo ragionamento. Abbiamo scelto di costruire una struttura per lo studio e la sperimentazione di colture biologiche, ispirandoci al carattere prevalentemente agricolo delle isole di Mazzorbo e Torcello. 1. (pagina precedente) Composizione fotografica dei temi progettuali, prodotta durante il corso di Disegno e Comunicazione Visiva tenuto dal Prof.Gianluigi Pescolderung 2. Localizzazione dell’area di intervento e relazione con le altre fermate della sublagunare Tessera - San Marco 3. Sezione con skyline di Torcello e planimetria

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La forma scelta è ispirata ispira atta a alle allle rovine situaa sittua uate a Moray coltivazionii ad ad anelli a concentriconcen entr tri-ci degradanti verso il basso, ba assso a so, utilizzate u ilizzate dalle ut dal alle le popolazioni Inca per ottenere otten neerre diversi d versi prodotti di prodottti

agricoli ag griico colii sfruttando coli sfruttand do le diverse condizioni condizi z on zi onii di di irraggiamento irra agg ggiiamento solare negli anelli a differendifferrenaltltltez a eezzze z . La struttura è dotata di una una parte p t tit altezze. dest de stin in natta agli ag gli uffi uffici e ai magaz zzini riservati destinata magazzini

per ersso sona ale l ricercatore; di forma quadrata, al personale ques qu est’ t’a areea a è collegata alla struttura di coltivaquest’area z on zi onee circolare cciircolare tramite un tunnel sotterraneo; zione allo o stesso stteesso tempo funge da fermata per la allo

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linea sub-Iagunare. Concentrando in questo modo i servizi e i collegamenti si preserva la forma pura e non-costruita del cerchio di coltivazioni. La contrapposizione tra queste

due forme e questi due luoghi con diverse destinazioni d’uso riprende il contrasto messo in luce durante lo sviluppo del progetto, tra le isole di Torcello e Mazzorbo prevalentemente

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agricole e con una forma naturale incontaminata, con l’isola di Burano, dal carattere più artificiale, geometrico e colorato.

4. Schizzo preparatorio, la forma quadrata incastonata tra le tre isole. 5. La piazza ribassata, a -24 metri s.l.m, con gli spazi ai piani superiori riservati alle atività commerciali e ai ricercatori. 6. Taglio di luce nel tunnel che attraverso l’acqua, collega il cerchio coltivato alla piazza. 7. La fermata della sublagunare.

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8. Plastico di studio, il cerchio coltivato e il sistema di risalita. 9. Plastico di studio, sottrazione di volumi. 10. Modello finale per l’esposizione 11. Sezione di studio (in alto) e sezione finale (in basso).

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CAP 3/ PROGETTARE

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PROGETTAZIONE URBANISTICA 1 Prof. Marcello Mamoli

A poche centinaia di metri dal centro storico di Cittadella, la linea ferroviaria taglia con decisione la città, isolandone una cospiqua fetta contenente un area ferroviaria dismessa e capannoni di attività artigianali - industriali. Il corso si cimenta con la riqualificazione di questa vasta zona, cercando di dare soluzione alla sregolatezza urbanistica che ha interessato l’area, alla fatiscenza degli edifici, alla difficoltà di collegamento tra il quartiere e il centro storico a causa della barriera ferroviaria, allo scarso rispetto per la linea delle risorgive divenuta negli anni luogo di intensa cementificazione. Partendo da una attenta analisi del tessuto urbano di Cittadella si sono rilevate informazioni utili alla progettazione del nuovo quartiere; esso risponde alle problematiche evidenziate tramite la rilocalizzazione delle attività artigianali lungo la barriera ferroviaria; una nuova rete di infrastrutture che minimizza il contatto tra abitazioni e strada, favorendo la creazione di aree verdi e percorsi pedonali protetti, che concorrono, insieme alla densità abitativa decrescente verso la campagna, a salvaguardare l’area delle risorgive.


Riqualificazione urbanistica di un area ferroviaria e artigianale Cittadella (PD)

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Il progetto urbanistico è strutturato partendo dal rapporto tra infrastrutture e spazi verdi. Per la rete di infrastrutture si è cercato di mantenere le sedi stradali preesistenti. Gli spazi verdi si articolano in tre lunghe fasce alberate attraversate da percorsi pedonali,

1. re) 2. 3. 4.

(Tavole di indagine preliminaAltezza edifici Età edifici Stato di conservazione edifici Destinazione d’uso

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minimizzando le intersezioni con i percorsi stradali. I nuovi collegamenti stradali risolvono il precedente isolamento causato dalla barriera ferroviaria, tramite due sottopassi. Nella parte posteriore della stazione ferroviaria

sono stati concetrati i servizi necessari al nuovo piano urbanistico. Scuole, poste, edifici a destinazione terziaria - direzionale saranno concetrati in prossimità della stazione e lungo la barriera, sfruttandone la comodità di collegamento e formando una


schermatura in favore delle zone residenziali interne. Cinque tipologie di aggregazioni residenziali, tutte con opportune variazioni per edifici di testata rispondo alle diverse esigenze di orientamento e forma. Per la progettazione

delle tipologie si infatti adottato un ragionamento unitario, ragionando a livello di intere schiere e stecche di edifici, al fine di valutarne l’efficacia in maniera compiuta. Le immagini che corredano la sezione delle tipologie evidenziano l’attenzione per il risultato

volumetrico e in prospetto delle intere aggregazioni di edifici, e del loro rapporto generale con spazi verdi e infrastrutture.

5. 6. 7. 8.

Interventi di recupero DensitĂ edilizia Infrastrutture Tessuto urbano

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9. (in questa pagina) viste aeree dell’area di progetto. 10. (nella pagina di destra) attacco a terra e sezioni generali longitudinale e trasversale - Scala 1:2000

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11. Da sinistra a destra: tipologia a schiera A1-A2, tipologia a schiera B1-B2, tipologia in linea C 12. Distribuzione e orientamento delle diverse tipologie.

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CAP 3/ PROGETTARE

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ARCHITETTURA DEGLI INTERNI Prof. Marco Rapposelli

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pazi minimi attrezzati entro grandi spazi. Questo il tema del progetto, destinato ad inserirsi all’interno del Cotonificio S.Marta: in corrispondenza di ciascuna finestra, una stanza di 4.8x4x4 m con accesso nella parete opposta alla finestra. Lo spazio minimo è pensato per adattarsi all’attività temporanea di un architetto, risponde quindi sia alle esigenze di funzionalità per quanto riguarda tutto il processo di progettazione- disegno-ideazione, sia alla necessità di una successiva esposizione dei lavori (plastici, viste tridimensionali, disegni, installazioni). Una permanenza lunga dell’inquilino è resa possibile dalla presenza di un ambiente per il riposo. La stanza è pensata in funzione della sua aggregabilità con altre stanze simili che attraverso pareti mobili permettono la creazione di un percorso espositivo comune e continuo. La modularità e il colore della facciata esterna si rivela determinante per la facile progettazione di un prospetto movimentato e funzionale nell’ipotesi aggregativa di più stanze.


“Una stanza nella stanza� Studiolo per un architetto Ex Cotonificio S.Marta (VE)

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Schizzi preparatori 1. Vista dall’esterno attraverso la finestra. 2. Vista dall’alto. 3. Il piano terra visto dalla porta d’ingresso interna. 4. Il soppalco con la zona letto 5. Ipotesi per un corridoio di ingresso attrezzato per l’esposizione di plastici e tavole. 6. Ipotesi di parete scomponibile.

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7. 8. 9. 10.

Pianta piano terra Pianta piano soppalcato Sezione costruttiva AA’ Sezione costruttiva BB’

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CAP 3/ PROGETTARE

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RESTAURO Prof. Paolo Faccio

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ondato a metà del XII secolo, e interamente ricostruito dopo un incendio nel 1514, l’esteso Convento dei Frati Crociferi presenta problemi di degrado, in alcuni casi anche avanzato, ovviamente in gran parte dovuto alle condizioni di umidità tipiche di Venezia. Partendo da una indagine storica e attraverso il successivo rilievo edilizio, mirato ad uno spazio limitato, definito in una cella dalla misura di due arcate, si sono costruite le basi per il successivo riconoscimento dei tipi di degrado, la loro estensione, le cause che li hanno generati, per poter poi procedere con la pianificazione degli interventi di recupero. Non solo l’edificio conventuale è stato oggetto di studio e di proposte per il ripristino: al suo interno infatti, sono contenute un grande numero di lapidi tombali, anche esse interessate dal fenomeni di degrado e oggetto di rilievo. La progettazione di un lapidario ha consentito di dare alle lapidi una sistemazione adeguata, valorizzando gli spazi del chiostro creando in esso percorsi e sedute, sottolineando l’importanza dell’antica pavimentazione con l’ala murata del chiostro a far da cornice all’esposizione di lapidi.


Recupero del Convento dei Frati Crociferi Campo dei Gesuiti - (VE)

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3 1. Localizzazione attuale delle lapidi 2. Lapide 1, rilievo, ridisegno CAD e degrado 3. Lapide 9 4. Lapide 8

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PERCORSI E SEDUTE - I chiostri conventuali, con i loro percorsi coperti, sono sempre stati luoghi di raccolta, riposo e socializzazione. I luoghi di seduta a volte testimoniano questa storia nelle incisioni che portano su di essi. Da questa osservazione (S.Maria delle Consolazioni - Este) nasce la volontĂ di ripristinare nel progetto il percorso longitudinale

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scandito da pilastri e le sedute, venuti a mancare dopo il tamponamento delle arcate, valorizzando nello stesso tempo la parete interessata da un intervento di chiusura ormai storico. PAVIMENTAZIONI - La pavimentazione dell’area vicina all’esposizione delle lapidi

è caratterizzata dalla bicromia e dalla differente finitura dei materiali: granito bianco (lavorato grezzo) e marmo rosso di Verona (levigato) CONTINUITA’ DEL DISEGNO ED ESTRUSIONI - La tessitura della pavimentazione originaria è conservata, sottolineata con l’uso di

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materiali cromaticamente differenti. Oltre a questo, il disegno della pavimentazione genera esso stesso dei volumi estrusi, è il caso delle sedute in trachite e dei setti in calcestruzzo lisciato che conducono visivamente al pozzo centrale. Le diagonali in rosso di Verona si avvolgono come un nastro sulle sedute in pietra d’Istria.

5. Planimetria 1:500 6. Particolare del lapidario, sistemazione di una iscrizione su uno dei setti in calcestruzzo. 7. Particolare, sistemazione di un frammento di trabeazione a completamento del setto murario, restituendole quindi la funzione originaria. 8. Evidenziazione del trattamento sulla pavimentazione: disegni in marmo rosso ed estrusioni di trachite. 9. Sezione scala 1:1000 10. Dettagli costruttivi dei sostegni alle lapidi.

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11. Il percorso che, delimitato da setti in calcestruzzo e da sedute su differenti quote, attraversa il centro del chiostro. 12. Il percorso a ridosso della parete murata, scandito da una serie di pilastri, restituisce al chiostro il lato perduto, valorizza la storica parete tamponata avvicinando l’osservatore e proponendo sedute per la sosta di fronte ad ogni lapide. 13. La serie di lapidi piÚ da vicino, con i supporti in acciaio che le sorreggono senza gravare sull’antica muratura.

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CAP 3/ PROGETTARE

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PROG. ARCHITETTONICA E URBANA Prof. Umberto Trame

Un lotto quadrato con lato di cento metri, contenente un area archeologica, confina a Sud con una pista ciclo-pedonale. Il tema del corso è la progettazione di un museo dai requisiti funzionali con metrature ben definite. L’edificio si inserisce nel lotto in maniera decisa, con un ingresso segnato da un forte setto diagonale che ne taglia un angolo riservando un giardino esterno ombreggiato. In risposta alla rigidità dei confini e alla regolarità del lotto, il museo si insedia con limiti altrettanto netti, trattati paesaggisticamente con terrapieni erbosi. La struttura esterna dell’edificio riflette direttamente le funzioni degli ambienti interni, attraverso un articolazione di volumi ben riconoscibili, grazie anche allo sviluppo su un solo livello. L’edificio si compone tramite l’intersezione di tre lunghi bracci, contenenti rispettivamente l’ala museale riservata all’arte greca, l’ala romana e gli uffici direzionali, l’auditorium e i servizi di ristorazione. Gli spazi distributivi e di sosta, come la hall, i patii, i cortili interni, nascono negli spazi di intersezione o nei vuoti delimitati dalle pareti esterne dei tre corpi principali.


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1. Parc André Citroën (Paris) G.Clement, A.Provost, P.Berger, J.F. Jodry, J.P. Viguier. 2. Langen Foundation (Neuss, DE) - Tadao Ando

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3. Tomba Monumentale Brion Vega (Altivole, TV) - Carlo Scarpa 4. Baker House Dormitory - MIT (Cambridge, Massachusetts, USA) - Alvar Aalto

5. Prospetti generali, scala 1:500 6. Sezioni generali e sezione costruttiva con dettaglio dei lucernari, scala 1:100

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7. Veduta a volo d’uccello, la corte di ingresso compresa tra le due ali museali, affondate nell’acqua; in copertura il sistema di lucernari. 8. Il taglio diagonale di ingresso e il giardino ombreggiato. 9. La corte d’ingresso vista dalla hall, con il passaggio sull’acqua. 10. Il tunnel d’uscita, al termine del percorso museale, attraversa nuovamente l’acqua.

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11. Le stanze per l’esposizione museale, fuoriescono come satelliti scorrevoli dal parallelepipedo centrale dell’ala. 12. I giardini che affiancano l’ala romana. 13. Il cortile piantumato ad ulivi, luogo di sosta per la ristorazione. 14. Il corridio tra ristorante e auditorium, intercetta il patio centrale, la libreria e il book store.

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15. La sala principale dell’ala romana con il lungo corridoio colonnato. 16. Sala espositiva laterale nell braccio riservato all’arte greca.

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17. La sala principale dell’ala greca, setti trasversali delimitano le altre sale minori. 18. Il corridoio di mandata dell’ala romana.

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1. Aborum b fugit f ad d modis d ab b ime exercias est dolupta speruntis 2. Atent aut quae solorem reperro et lab ipsandus quisquiassit 3. eum, aut providist odis dolupta aceperrovid quiatius 4. reperempel il ius utae. Apissed ut eati officiis debis volore quasit ime nonsequ untur? Quisti 5. de pa natur molut a as dicat peritas con poribus accuptatur 6. aut volupiendae cus aut idebis 7. acculla boreratem qui tete

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CAP 3/ PROGETTARE

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COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA WS2010 Prof. Olivia Longo

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el 1997 l’UNESCO ha inserito la Valle dei Templi nel Patrimonio mondiale dell’umanità. La Valle è un sito archeologico risalente al periodo della Magna Grecia ed è considerato il parco archeologico più grande del mondo (ca. 1300 ettari). In questo contesto si va ad inserire il progetto per una riqualificazione del Parco, purtroppo non valorizzato in tutta la sua bellezza dalla mancanza di strutture e collegamenti appropriati. Sono stati molteplici i temi sviluppati durante il corso: infrastrutture, percorsi ciclabili e pedonali, percorsi ipogei, parcheggi e luoghi di sosta, biglietterie e punti informazione, spazi attrezzati per ospitare eventi e spettacoli. Nello specifico, il progetto presentato è una proposta per una riqualificazione del sistema di ingresso al tempio di Giunone. L’intervento può essere riassunto come una forte spaccatura nella roccia, che come un imbuto conduce il visitatore verso la zona di informazioni-biglietteria-servizi. La profondità dello scavo, l’incombenza delle pareti verticali, la lunga scalinata rettilinea, creano attesa durante la risalita, culminando in un klímaks di quasi-devozione.


Progettare nel Parco della Valle dei Templi Agrigento - Sicilia

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(nella pagina a sinistra) Localizzazione dell’area di progetto, focus sulla situazione attuale dell’ingresso Giunone. (in questa pagina) Raccolta di schizzi ideativi in fasi diverse d’avanzamento.

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1. Planimetria con inserimento su base ortofotografica, scala 1:1000. 2. Ricostruzione 3D generata tramite isoipse, del profilo altimetrico dell’area. 3. Assonometria isometrica del modello tridimensionale dell’area di progetto. 4. Sezione generale AA’, scala 1:1000 5. Sezione generale BB’, scala 1:1000 6.

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7. Cortile d’ingresso, piantumato con alberi di ulivo. Il piazzale ingloba e protegge i resti di un antico torrione, precedentemente troppo vicino alla banchina stradale. 8. Particolare dell’alberatura,con la striscia in legno forata che ospita le piante. 9. Le arberature offrirano preziosa ombra in un contesto assolato. 10. Al termine dell cortile, i servizi per i visitatori.

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11. L’area della biglietteria è interamente scavata all’interno del terreno, riceve ombra grazie alla sua profondità e ad un sovrapassaggio. 12. Il percorso verso il tempio ha una biforcazione che conduce da una parte direttamente ad esso, dall’altra alla base dell’altura, sfruttando per la risalita i sentieri originari. 13. 14. La lunga scalinata klìmaks.

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(in questa pagina) Plastico generale del WS assemblato. (nella pagina di destra) Focus sul l’area di progetto in esame.

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UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA

DICHIARAZIONE DI CONSULTABILITA’ O NON CONSULTABILITA’ DELLA TESI (da inserire come ultima pagina della tesi)

Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...……………. Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...……………. Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...……………. laureando/a/i - diplomando/a/i in ………………………………………………... sessione ………………………… dell’a.a. …………….…………. DICHIARA/DICHIARANO che la sua/loro tesi dal titolo: …………………………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………………………. è consultabile da subito potrà essere consultata a partire dal giorno ………………….. non è consultabile (barrare la casella della opzione prescelta)

data …………………..

firma ……………………… firma ……………………… firma ………………………

Z:\Asd\FRONT OFFICE\WEB\WEB2008-2009\studenti\MODULISTICA\dichiarazione di consultabilità tesi.doc NZ/


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