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2.1 Bologna a fine Ottocento

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8.2 L’edificato

8.2 L’edificato

2.1

BOLOGNA TRA ‘800 E ‘900

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A fine Ottocento, come in altre città italiane, avviene la strutturazione della città di Bologna, che inizia a delinearsi con l’impianto attuale.

La previsione della crescita demografica unitamente a condizioni socio-politiche relativamente stabili costituiscono le basi per il progetto del piano regolatore del 1889. Questi si configura come il primo vero strumento urbanistico 1 della città di Bologna. Il piano prevedeva infatti il passaggio della città da un impianto di stampo medioevale ad uno moderno, introducendo quei criteri di progettazione tipici dell’epoca e che costituiscono le basi dell’urbanistica contemporanea.

Bologna all’epoca si configurava come una città quasi esclusivamente racchiusa entro mura trecentesche, dotata di una viabilità insufficiente e strade anguste. Il progetto prendendo ispirazione dalla Parigi haussmanniana promuove la creazione di nuovi assi all’interno della città storica quali

Bertolazzi, 1889

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EXCURSUS STORICO

l’allargamento delle attuali via Rizzoli e Ugo Bassi e il rettifilo di Via Irnerio, Via dei Mille e Don Minzoni.

In aggiunta alla demolizione delle mura storiche questi sventramenti dovevano costituire l’inizio di una riorganizzazione della città proiettata verso un espansione fuori dai confini storici. È infatti all’interno del piano che viene inserito il primo disegno di espansione dell’area settentrionale di Bologna.

L’impianto è di tipo ottocentesco ispirato alle trasformazioni delle grandi aree urbane europee (uno fra tutti è il plan Cerdà di Barcellona) ed organizzando secondo una maglia ortogonale con una gerarchizzazione delle strade a seconda dell’importanza. Gli edifici furono previsti con un impianto a corte e un’altezza media di quattro piani, alternati da isolati destinati a piazze e giardini. Le nuove aree di espansione furono pensate come quartieri operai, anche in vista di uno sviluppo industriale della città, anche se poi la vocazione bolognese di snodo ferroviario prevalse e i nuovi

fig. 2 fig. 3 fig. 4 Bologna 1820 (sinistra) Bologna 1889 (sopra) Skyline di Bologna

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edifici vennero occupati in parte da ferrovieri. 2

Il piano regolatore venne pensato su un orizzonte temporale molto lungo di circa 40 anni, prevedendo un incremento della popolazione di circa 1.200 abitanti all’anno. Il piano però, anche a causa di opposizioni politiche, vide dei rallentamenti e restò in vigore fino al 1955. Il piano regolatore di Plinio Marconi del 1955, aveva assecondato le tendenze in corso, cioè una crescita demografica bolognese esponenziale con circa 10.000 persone all’anno, frutto principalmente del saldo migratorio. Schematicamente, la localizzazione dei nuovi cittadini tendeva a disporsi in modo concentrico attorno al nucleo del centro urbano. Lo zooning, mezzo di disposizione delle aree industriali, distribuiva piccole e medie unità produttive. Il settore metallurgico e meccanico lungo le grandi strade e gli assi ferroviari; alimentari, abbigliamento e arredamento spesso direttamente in centro, cioè all’interno del principale mercato di consumo.

La necessità di amministrare queste grandi trasformazioni, in cui vecchio e nuovo si mescolano con effetti non lineari, arriva sull’onda della crisi dei primi anni sessanta. Con la volontà di dare una casa

Bologna dopo l’unità d’Italia (Marchesini, 2006)

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EXCURSUS STORICO

in proprietà a tutti, sono gli anni in cui a Bologna vengono portati a termine gli ultimi grandi quartieri INA-Casa alle estreme periferie est e ovest della città e dell’adozione del PeeP( Piano per l’edilizia economica popolare), ossia la totalità delle zone di espansione previste nel PRG del 1955.

fig. 5 Bologna 1985

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