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8.1 Il disegno generale

fig. 73 Masterplan di progetto

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IL DISEGNO GENERALE

Il disegno del masterplan rappresenta il punto d’incontro tra l’analisi realizzata e le strategie d’intervento in cui vengono esplicitate delle azioni strategiche che costituiscono base fondante del disegno grafico generale di intervento.

L’impianto generale del disegno d’intervento si struttura attraverso tre orditure sovrapposte: una maglia di prolungamento delle direttrici stradali del quartiere Bolognina e del comparto urbano a nord di via Gobetti, un’orditura di percorsi secondari che collegano i vari punti d’interesse ed infine la trama dei filari degli alberi.

L’orditura dei percorsi pedonali viene tracciata in continuità con il sistema di assi stradali del quartiere, deducendo da essi una differenziazione gerarchica delle connessioni.

Ciò che si ottiene è un reticolo irregolare di percorsi principali di ampiezza maggiore pressoché paralleli tra loro e orientati a partire dalle direttrici delle strade del quartiere che connettono il fronte urbano di Via Fioravanti e Via Gobetti con l’insieme degli edifici di nuova realizzazione e, attraversando il tracciato ferroviario a ovest, connettono il parco di Villa Angeletti e l’ostello “We Bologna” mediante, rispettivamente, una passerella sopraelevata ed un attraversamento in superficie. A sottolineare la gerarchia dei percorsi oltre alla diversa ampiezza

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vi è un sistema di pavimentazioni chiaramente riconoscibile 1 .

Dall’intersecarsi dei tracciati ha origine il parco. Quest’ultimo si articola in un continuum di settori verdi che si strutturano su una orditura dei percorsi pedonali già citati in precedenza.

I filari degli alberi, disposti in serie parallele, riprendono e rileggono la geometria esistente in passato nell’area rurale al di fuori delle mura cittadine 2 .

Essi non interrompono i settori del parco ma costituiscono strumenti di collegamento ed uniformità.

I settori giocano differenti ruoli e svolgono varie funzioni a livello paesaggistico: orti urbani, campi sportivi e di gioco, vasche di raccolta acqua e altri infine lasciano spazio al cosiddetto “terzo paesaggio” 3 .Si tratta di spazi in cui i sistemi naturali possono prevalere e svilupparsi liberamente, senza interventi di controllo e regimentazione antropici, portando a significativi incrementi della biodiversità e al miglioramento della qualità ambientale.

Gli orti urbani si compongono di un’alternanza di spazi coltivati e spazi più naturali riprendendo

1 2 3 Per approfondire v. Tavola 9 Vedi paragrafo 3.1 Definizione di Gilles Clément

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la geometria tradizionale dei campi agricoli compartimentati in settori. La presenza di parti a prato, permette in condizioni ordinarie un uso temporaneo dello spazio per coltivazioni generiche, ma consente un’espansione del numero delle particelle ortive assegnate qualora aumentasse la domanda da parte dei aspiranti orticoltori. Gli spazi coltivati ospitano piccoli fabbricati adibiti a contenere le attrezzature comuni mentre, negli spazi a prato, le costruzioni contengono i servizi igienici e la raccolta dei rifiuti. Gli alberi in corrispondenza dei “comparti-orto” sono alberi da frutta, evidenziando una funzione agricola-produttiva e non solamente di arredo urbano.

Nel parco non potevano mancare funzioni ricreative di gioco che si declinano in aree per bambini (di fronte al plesso scolastico), uno skate park (nell’area più urbanizzata vicino al nuovo comune) ed aree con campi da gioco di diverse discipline (tennis, calcetto e basket) poste al centro del parco. Queste aree rappresentano in maniera lapalissiana il ruolo aggregativo che ha lo spazio pubblico.

Alcuni settori, infine, sono occupati dal sistema di bacini di laminazione: tali dispositivi si configurano come un sistema di bacini a cielo aperto di bassa profondità che raccolgono le acque del canale di sfioro del Navile per ridurne la portata nei momenti

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di piena e costituiscono elementi a forte valenza paesaggistica, in stretta correlazione con gli spazi urbani previsti nel progetto. Complici anche dei mutamenti climatici in atto, sempre più frequenti e per consentire una miglior gestione delle acque meteoriche sono creati anche i cosiddetti “rain garden”. Si tratta di particolari giardini della pioggia che si presentano come delle leggere depressioni del suolo, ricoperte a verde, simili a delle aiuole che servono a gestire e controllare le grandi quantità di acqua piovana provenienti principalmente dai tetti, dalle sedi stradali e dalle grandi aree pavimentate.

In questo modo si permette un primo trattamento dell’acqua meteorica che filtra e viene ceduta in minor quantità e più lentamente al sistema fognario. Tali interventi sono stati utilizzati nel progetto prevalentemente in corrispondenza del comparto edificato.

A partire dal disegno del Piano Particolareggiato è stata ripensata la mobilità carrabile generale dell’area, introducendo una nuova strada di connessione nord-sud a servizio degli edifici di nuova costruzione, che unisce Via Gagarin con Via Carracci.

Tale arteria si connette inoltre, tramite una rotatoria al fronte urbano di quartiere di Via Fioravanti (che

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PROGETTO

acquisisce un ruolo primario di interfaccia con l’esistente) e, attraverso un tratto sotterraneo che valica la ferrovia, con il centro storico della città, arrivando su Via Bovi Campeggi.

Seguendo la strategia generale di riduzione del carico carrabile nel quartiere privilegiando le aree verdi ed i percorsi pedonali si interviene riducendo la sezione stradale di Via Gobetti, in cui esiste un tratto carrabile di scorrimento e collegamento sotterraneo mentre, in superficie, si prevede di mantenere solamente una strada di servizio per gli edifici esistenti permettendo al parco di progetto di estendersi.

L’area di intervento possiede inoltre il potenziale di rappresentare un luogo di interscambio strategico tra mezzi di trasporto per la città, essendo servita da numerosi autobus di connessione urbana e contando con l’estrema prossimità al parcheggio su Via Carracci della stazione AV e alla fermata del People Mover.

Da questa premessa, l’ottica di intervento adottata punta ad incentivare la mobilità sostenibile nell’area attraverso l’incremento di aree e percorsi pedonali e l’adozione di soluzione di mobilità lenta (bikesharing) e sostenibili (car sharing elettrico).

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