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Abstract
Le città nell’ultimo secolo hanno subito un’espansione urbanistica prorompente ed inedita che le ha portate ad aumentare progressivamente il proprio perimetro.
Con il crescente ampliamento urbano vengono ricollocate le zone industriali dai luoghi di insediamento iniziale in aree più periferiche. Questa dinamica genera inevitabilmente grandi “vuoti” all’interno del tessuto urbano, centrali nel dibattito urbanistico contemporaneo.
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Tale andamento si è manifestato a Bologna, tra i casi emblematici vi è l’area dell’ex mercato ortofrutticolo nel quartiere Navile. L’importanza di tale zona è data dalla sua centralità urbana: la prossimità alla stazione centrale e al centro storico la rende punto nevralgico per lo sviluppo passato e futuro della città tanto che la progettazione di questa vasta area dismessa è stata inserita nell’agenda politica dell’amministrazione comunale degli ultimi anni.
Il mercato ortofrutticolo, dismesso già negli anni ottanta su indicazione del Piano Regolatore Generale del 1985-89, ha visto avvicendarsi svariate ipotesi progettuali. La ricucitura della frattura urbana viene affrontata da un primo progetto del 1996, superato da un secondo del 2002, ed infine ripensato da un disegno del 2006.
Quest’ultimo ha introdotto anche innovativi strumenti di progettazione quali la partecipazione pubblica con il “Laboratorio mercato”, coinvolgendo rappresentanti del quartiere per portare avanti le idee dei cittadini. Il risultato della progettazione partecipata è il Piano Particolareggiato tutt’ora vigente.
Il clima economico e sociale di quegli anni ha permesso una previsione ottimistica del numero di alloggi edificabili in un sentimento comune di
ABSTRACT
sicura espansione immobiliare.
L’improvvisa crisi economica del 2008 ha interrotto la fiducia nel mercato edilizio, mettendo in difficoltà gli attori intervenuti sul territorio.
Sono seguiti anni di difficoltà e confusione causando il crescente abbandono dell’area: gli edifici terminati sono rimasti largamente invenduti, quelli in costruzione sono stati lasciati in uno stato precario e per alcuni lotti non sono mai iniziati i lavori.
In un contesto economico fortemente cambiato non è stata mai ripensata la programmazione sull’area, ereditando oggi un progetto pre-crisi.
A fronte di un’approfondita analisi dell’evoluzione storica degli eventi e delle relazioni esistenti con il quartiere e la città si è formulata una proposta per riattivare il comparto urbano e offrire nuovi servizi alla comunità, improntando la soluzione progettuale sui temi dell’eco - sostenibilità, delle connessioni infrastrutturali e sui servizi pubblici.
L’esistente diviene elemento progettuale nel ricomporre una lesione ormai storicizzata del quartiere.
Il fine ultimo è comprendere ed esaltare la memoria delle architetture storiche, recuperandola quale elemento di ispirazione per l’accostamento di interventi contemporanei. Insieme alle forme antropiche consolidate, gli elementi naturali tornano ad essere parte integrante di un paesaggio che non viene più ignorato, ma valorizzato intenzionalmente nei suoi elementi più qualificanti.
Cities in the last century have undergone an unprecedented urban expansion that has led them to progressively increase their perimeter. With the increasing urban expansion, industrial areas are being relocated from their initial settlement to more peripheral areas. This dynamic inevitably generates large “voids” within the urban fabric, central to the contemporary urbanistic debate.
This trend has manifested itself in Bologna, among the emblematic cases there is the area of the former fruit and vegetable market in the Navile district. The importance of this area is given by its urban centrality: its proximity to the central station and the historic centre makes it a focal point for the past and future development of the city, so much so that the design of this vast disused area has been included in the political agenda of the municipal administration in recent years.
The fruit and vegetable market, which was already teared down with the General Regulatory Plan of the 1985-89, has seen a succession of different planning hypotheses. The mending of the urban fracture is tackled by a first project of 1996, surpassed by a second of 2002, and finally reconsidered by a design of 2006. The latter also introduced innovative design elements such as public participation thanks to the “Market Laboratory”, which aims to involve representatives of the neighbourhood to carry forward the ideas of citizens. The result of the participatory planning is the Detailed Plan still in force today.
The economic and social climate of those years has allowed for an optimistic forecast of the number of housing that can be built in a common feeling of secure real estate expansion. The sudden economic crisis of 2008 broke the
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ABSTRACT
confidence in the building market, causing difficulties the actors involved in the area. The years that followed were of increasing confusion and difficulty, causing the growing abandonment of the area: the finished buildings remained largely unsold, those under construction were left in a precarious state and works for some lots never started. In a strongly changed economic context, the planning of the area has never been rethought, inheriting today a pre-crisis project.
After an in-depth analysis of the historical evolution of the events and the existing relations with the neighbourhood and the city, a proposal has been formulated to reactivate the urban sector and offer new services to the community, focusing the project solution on eco-sustainability, infrastructural connections and public services.
The existing one becomes a design element in recomposing a historicized rift of the neighbourhood. The ultimate goal is to understand and enhance the memory of historical architecture, recovering it as an element of inspiration for the combination of contemporary interventions. Together with the consolidated anthropic forms, the natural elements become again an integral part of a landscape that is no longer ignored, but intentionally enhanced in its most qualifying elements.