Le città invisibili

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LE CITTÀ INVISIBILI

Gruppo 5Z: Maria Bassan, Francesco De Chirico, Daniele Padua, Andrea Paraggio, Pamela Sisti.

Università degli Studi di Roma “Sapienza” Prima Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” Corso di Laurea specialistica in Design, comunicazione visiva e multimediale Esercitazione per il Laboratorio di Corporate identity Docente: Bonifacio Pontonio


LA CITTà E GLI OCCHI

zemrude PAG

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LA CITTà SOTTILI

ZENOBIA PAG

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LA CITTà E IL DESIDERIO

ZObeide PAG

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LA CITTà E I SEGNI

Zirma PAG

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LA CITTà E LA MEMORIA

ZAIRA PAG

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LE CITTà E GLI OCCHI

È l’umore di chi la guarda che dà alla città di Zemrude la sua forma. Se ci passi fischiettando, a naso librato dietro al fischio, la conoscerai di sotto in su: davanzali, tende che sventolano, zampilli. Se ci cammini col mento sul petto, con le unghie ficcate nelle palme, i tuoi sguardi s’impiglieranno raso terra, nei rigagnoli, i tombini, le resche di pesce, la cartaccia. Non puoi dire che un aspetto della città sia piú vero dell’altro, però della Zemrude d’in su senti parlare sopratutto da chi se la ricorda affondando nella Zemrude d’in giù, percorrendo tutti i giorni gli stessi tratti di strada e ritrovando al mattino il malumore del giorno prima incrostato a piè dei muri.

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le città e gli occhi • zemrude • concept

Concept Le città E GLI OCCHI Zemrude è una città volubile, possiede due facce opposte, entrambe veritiere allo stesso modo, a seconda dell’umore e dal punto di vista di chi la osserva. Ho scelto di giocare innanzitutto sulla forma, partendo da una figura semplice come il rettangolo che si scompone in due triangoli identici ma diametralmente opposti. Mi sono concentrata poi sulla diagonale e ho cercato di comunicare il senso di movimento, il concetto di alto Vs basso e al tempo stesso di vuoto Vs pieno: i due triangoli infatti possono essere assimilati a due punte di freccia che indicano due punti opposti e contemporaneamente lo spazio vuoto attorno ad essi si percepisce come come pieno, ovvero si legge come “Z”, che poi è l’iniziale della città. Infine attraverso i colori caldi Vs freddi si amplifica il gioco tra i contrari.

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le città e gli occhi • zemrude • logo_prove colore

zemrude

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Tipologia • Citta • Argomento pagina Z2

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LE CITTà SOTTILI

Quale bisogno o comandamento o desiderio abbia spinto i fondatori di Zenobia a dare questa forma alla loro città, non si ricorda, e perciò non si può dire se esso sia stato soddisfatto dalla città quale noi oggi la vediamo, cresciuta forse per sovrapposizioni successive dal primo e ormai indecifrabile disegno. [...] Ma quel che è certo è che chi abita a Zenobia e gli si chiede di descriverecome lui vedrebbe la vita felice, è sempre una città come Zenobia che egli immagina, con le sue palafitte e le sue scale sospese, una Zenobia forse tutta diversa, sventolante di stendardi e di nastri, ma ricavata sempre combinando elementi di quel primo modello.

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le città SOTTILI • zeNOBIA • concept

Concept Le città sottili Zenobia è una città in continuo sviluppo, che cresce di giorno in giorno per sovrapposizione e stratificazione di elementi che hanno ormai reso indecifrabile il suo disegno iniziale. Ho cercato di rappresentare graficamente questo concetto attraveso il sovrapporsi di linee di diverso colore che compongono un logo frammentario, ma allo stesso tempo riconoscibile anche in lontananza.

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le città SOTTILI • zeNOBIA • logo_PROVE_COLORE

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le città SOTTILI • zeNOBIA • logo_RIDUZIONI

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LE CITTà E IL DESIDERIO

Di là, dopo sei giorni e sette notti, l’uomo arriva a Zobeide, città bianca, Di là, dopo sei giorni e sette notti, l’uomo arriva a Zobeide, città bianca, ben esposta alla luna, con vie che girano su se stesse come in un gomitolo. Questo si racconta della sua fondazione: uomini di nazioni diverse ebbero un sogno uguale, videro una donna correre di notte per una città sconosciuta, da dietro, coi capelli lunghi, ed era nuda. Sognarono d’inseguirla. Gira gira ognuno la perdette [...] Nuovi uomini arrivarono da altri paesi, avendo avuto un sogno come il loro, e nella città di Zobeide riconoscevano qualcosa delle vie del sogno, e cambiavano di posto a porticati e a scale perché somigliassero di piú al cammino della donna inseguita e perché nel punto in cui era sparita non le restasse via di scampo. I primi arrivati non capivano che cosa attraesse questa gente a Zobeide, in qusta brutta città, in questa trappola.


le città e il desiderio • zobeide • concept

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Concept Le città è il desiderio Zobeide è una città trappola, con strade che girano su se stesse come un gomitolo per questo si è pensato di avvicinarla all’idea iconografica di un labirinto. sembra avere delle strade che girano su se stesse come se fosse una spirale perciò si è usata una forma circolare. Nella storia mitologica si ritrova il labirinto circolare costruito in modo da intrappolare Teseo. Il logo è ricavato dalla forma di un labirinto circolare con diverse entrate simbolo dei punti cardinali di una città. Per la scelta del colore si è pensato di usare un colore freddo poichè Zobeide è una città notturna, ben esposta alla luce della luna.

Labirinto duomo di Lucca

Escher

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le città e il desiderio • zobeide • logo_prove colore

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LE CITTà E I SEGNI Dalla città di Zirma i viaggiatori tornano con ricordi ben distinti: un negro cieco che grida nella folla, un pazzo che si sporge dal cornicione d’un grattacielo, una ragazza che passeggia con un puma legato al guinzaglio. In realtà molti dei ciechi che battono il bastone sui selciati di Zirma sono negri, in ogni grattacielo c’è qualcuno che impazzisce, tutti i pazzi passano le ore sui cornicioni, non c’è puma che non sia allevato per un capriccio di ragazza. La città è ridondante: si ripete perché qualcosa arrivi a fissarsi nella mente. Torno anch’io da Zirma: il mio ricordo comprende dirigibili che volano in tutti i sensi all’altezza delle finestre, vie di botteghe dove si disegnano tatuaggi sulla pelle ai marinai, treni sotterranei stipati di donne obese in preda all’afa. I compagni che erano con me nel viaggio invece giurano d’aver visto un solo dirigibile librarsi tra le guglie della città, un solo tatuatore disporre sul suo panchetto aghi e inchiostri e disegni traforati, una sola donna–cannone farsi vento sulla piattaforma d’un vagone. La memoria è ridondante: ripete i segni perché la città cominci a esistere.

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le città e I SEGNI • zIRMA • concept

Concept Le città sottili La città di Zirma lascia molti ricordi nella mente dei viaggiatori che la visitano, tutti questi ricordi si ripetono affinchè possano arrivare a fissarsi nella mente. Per sviluppare il concetto della ridondanza ho pensato di utilizzare il concetto di cerchio , elemento che non ha fine o inizio e si ripropone all’ infinito. Il nome della città segue quindi delle linee invisibili circolari a cui ho aggiunto una freccia per dare maggiormente l’idea di ripetizione legata alla descrizione specifica della città.

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le città e I SEGNI • zIRMA • logo_prove colore

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le città e I SEGNI • zIRMA • logo_riduzioni

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Riduzione logo 100%

Riduzione logo 100%

Riduzione logo 100%

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le città e I SEGNI • zIRMA • logo_contestualizzazioni

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LE CITTà E LA MEMORIA

Inutilmente, magnanimo Kublai, tenterò di descriverti la città di Zaira dagli alti bastioni. Potrei dirti di quanti gradini sono le vie fatte a scale, di che sesto gli archi dei porticati, di quali lamine di zinco sono ricoperti i tetti; ma so già che sarebbe come non dirti nulla. Non di questo è fatta la città, ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato [...] Una descrizione di Zaira quale è oggi dovrebbe contenere tutto il passato di Zaira. Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.

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le città e LA MEMORIA • zAIRA • concept

Concept Le città E LA MEMORIA A Zaira sono presenti i segni di un passato peccaminoso e bellicoso. È una città distrutta ma, d'altra parte, resa grande e maestosa dalla memoria del suo passato, ma allo stesso tempo la quantità di passato della città determina la grandiosità, l'altezza, la lunghezza, lo stato d'usura degli oggetti presenti al suo interno. Tutto ciò quasi a voler simboleggiare una relazione direttamente proporzionale tra lo stato d'usura dell'oggetto e la quantità di passato inscritto in esso. Si è pensato a realizzare un carattere completamente nuovo utilizzando solamente rettangoli molto longilinei. La seconda evoluzione ha fatto sì che le linee, dapprima rozze, venissero ingentilite e una serie di incisioni simili a graffi mangiassero parte delle lettere in punti diversi, ciò per simboleggiare l'usura che la memoria esercita sulla struttura.

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le città e LA MEMORIA • zAIRA • LOGO_RIDUZIONI

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le città e LA MEMORIA • zAIRA • CONTESTUALIZZAZIONI

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