Vademecum informativo della farmacia dell'orto

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Appunti storici del dott. “CLOROFILLA” ! EEPI MEDICINA Come appassionato che da oltre 40 anni si occupa di Medicina Bioenergetica Centrata sulla Persona ho capito che è inutile tentare di combattere le malattie, che sono circa 40.000, trattate con più di 58.000 farmaci diversi, i cui effetti tossici provocano ogni anno l’orrenda strage di 2 milioni di morti nel mondo, molto più degli incidenti stradali. Ho scoperto anche che le malattie sono in aumento progressivo, addirittura quadruplicate negli ultimi 40 anni, soprattutto quelle croniche, degenerative e tumorali. Il motivo principale per cui questo si sta verificando è il paradigma di base che mi ha accompagnato durante gli studi , cioè l’applicazione inesorabile della legge dei contrari che afferma che ogni sintomo, ogni infiammazione, ogni dolore, ogni limitazione funzionale vadano soppresse utilizzando tutte le armi che abbiamo a disposizione come se fossimo sempre in guerra e combattessimo ogni giorno per la nostra sopravvivenza. Io sogno per le persone una vita di benessere e di serenità, fatta di piccoli eventi quotidiani che permettano di apprezzare la nostra esistenza in tutte le sue manifestazioni, senza sofferenze inutili e senza alcun tipo di lotta. Sono forse un sognatore idealista frastornato da utopie elaborate dalle mie fantasie? No, non penso! Sono solo un appassionato che sta dedicando la sua vita ad una missione, quella di far star bene le persone dando loro delle chiavi di lettura e dei codici diversi per la salute e per il benessere. Di recente ho scoperto che negli Stati Uniti, la Nazione con la ricerca scientifica più avanzata e con la maggiore spesa sanitaria, il 75 % di questa spesa viene rivolta alle malattie croniche, cioè inguaribili, che sono la prima causa di morte e di invalidità. Sono un appassionato che ha scoperto che il 10% della spesa sanitaria negli Stati dell’Occidente è rivolta alla cura del diabete, che non ignora che il 75% dei disturbi e delle malattie è riconducibile allo stress, che sa che nel 2020 nel mondo ci saranno 1 miliardo di persone affette da ipertensione secondo i più recenti studi epidemiologici. Ho anche letto, in un articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista Clinical


Oncology il 16 dicembre del 2004, che su 100 ammalati di tumore la chemioterapia consente solo a 2-3 di sopravvivere a cinque anni e a 1 solo di arrivare a 10 anni. Questo è incredibile se si pensa che, secondo un criterio ampiamente condiviso a livello internazionale, al di sotto del 30% dei risultati la cura si ritiene inutile (effetto placebo). Purtroppo per la chemioterapia l’Italia spende il 32% dell’intera spesa farmaceutica. In ogni caso, non sto affermando questo per denigrare la chemioterapia e altre terapie ufficiali, anzi ritengo che qualsiasi terapia possa funzionare al meglio solo se il paziente crede realmente in quel trattamento e si affida alla cura in modo incondizionato. Ma ciò che è importante è trovare le modalità per poter attivare il processo di autoguarigione del corpo, l’unico in grado di portare la persona alla guarigione definitiva. Di cosa abbiamo veramente bisogno oggi nel campo della medicina? Io ritengo che sia necessaria una Medicina evolutiva, che ho definito EPI Medicina. EEPI è un acronimo che si riferisce all’ Equilibrio Ecologico della Persona Integrata nel proprio ambiente; una Medicina che tenga conto di un progetto collettivo e di una concezione della vita nella quale nulla è isolato e tutto è correlato in modo tale che si possa imparare l’uno dall’altro e dalla natura in modo mutualistico. Ogni persona vive in un contesto diverso da un’altra, secondo modi di pensare che sono individuali e unici; ma insieme tutti noi possiamo imparare qualcosa, pur partendo da prospettive diverse. Questa è definita COEVOLUZIONE. C’è una frase del Dalai Lama che mi ha molto colpito: “Gli uomini sacrificano la loro salute per produrre denaro e poi sacrificano i loro soldi per recuperare la salute. Sono così ansiosi per il loro futuro che non si godono il presente. Vivono come se non dovessero morire mai e alla fine muoiono come se non avessero mai vissuto”. Abbiamo l’obbligo di invertire questo percorso. NUOVI PARADIGMI SULLA SALUTE Quali sono state le mie scoperte recenti che hanno rivoluzionato il mio modo di essere, la mia vita? Ho scoperto che esiste una teoria meravigliosa che è stata ignorata dalla


Medicina ufficiale fino ad oggi, per la quale l’origine delle malattie risiede in primo luogo all’interno del corpo, e la causa principale o la concausa aggravante del 90% di tutte le malattie è la situazione di acidosi che si viene a creare all’interno dell’organismo. E’ stato infatti scientificamente dimostrato che le malattie croniche non hanno possibilità di svilupparsi in un ambiente alcalino, mentre prosperano in un terreno acido; quest’ultimo favorisce lo sviluppo delle cellule tumorali e aumenta in ogni caso il livello di stanchezza cronica. L’acidosi è determinata da diversi fattori come un’alimentazione acidogena, cioè fatta da proteine animali o da cereali come frumento o riso, dagli stress emozionali, da una carente espulsione degli acidi dagli organi emuntori (che sono la pelle, l’apparato urinario, l’intestino (oltre ai polmoni), dalla mancanza di un adeguato esercizio fisico, che fornisce l’ossigeno di cui hanno bisogno le nostre cellule. e da una insufficiente assunzione di acqua che limita fortemente la capacità espulsiva dei reni. La verità che ci è stata tenuta nascosta fino ad oggi è che i sintomi sono solo i segnali di una iperacidità e che ogni malattia è una condizione di acidità generale e di fondo. Se alcuni batteri o virus sono coinvolti, essi sono solo testimoni di questa condizione acida, perché quelli che invadono il corpo dall’esterno possono solo contribuire ad uno stato di squilibrio che viene determinato in modo primario dai germi già presenti nel nostro corpo che si trovano nel connettivo, detto anche tessuto intercellulare o mesenchima. I germi esterni possono stimolare solo sintomi secondari, mentre quelli interni sono l’espressione delle condizioni di fondo che provocano le malattie, cioè l’iperacidità e la conseguente proliferazione eccessiva ed evolutiva di microrganismi. Il dottor Robert Young, uno dei massimi esperti al mondo sui temi del pH alcalino, afferma che esiste una sola malattia e si chiama “acidosi”. I 40.000 nomi per le cosiddette malattie sono semplicemente una collezione di sintomi, che rappresentano le modalità creative e intelligenti dell’organismo per tenere l’acido concentrato in alcune zone del corpo meno vitali, lontano dal sangue. Se tutto questo acido raggiungesse il sangue, potremmo morire in poche ore.


Ecco i sintomi legati all’iperacidità: sovrappeso, allergie, intolleranze alimentari, stanchezza, vertigini, confusione mentale, disturbi dell’umore, diabete, ipercolesterolemia, osteoporosi, calcoli renali e biliari, impotenza, infertilità, disturbi mestruali, asma, bronchiti, dermatiti, tumori. La vita è proprio assicurata dall’equilibrio degli opposti come Yin e Yang, positivo e negativo, giorno e notte, simpatico e parasimpatico, acido e alcalino, ossidato e ridotto; ciascun opposto non può esistere senza l’altro. Nel nostro organismo è molto importante l’equilibrio acido-alcalino. Per misurare l’acidità o la basicità di un liquido si utilizza la SCALA pH (potenziale idrogeno) che riflette la concentrazione degli ioni idrogeno, molecole caricate positivamente, in qualunque sostanza o soluzione. Secondo tale scala il pH neutro è 7, quello acido inferiore a 7, quello alcalino superiore a 7. I cibi saturi di elettroni, o ioni idrossido o H-, sono alcalini, mentre quelli saturi di idrogeno, protoni o H+, sono acidi. I cibi alcalini sono pieni di elettroni, cioè di energia elettrochimica, che è l’energia con cui il corpo funziona; essi forniscono al corpo energia proprio per mezzo degli elettroni, mentre quelli acidi lo privano di energia elettrochimica. Questo succede anche nelle batterie; quelle alcaline nuove sono piene di energia in quanto sature di elettroni, mentre le batterie esauste sono state svuotate di elettroni e sono acide, cioè piene di protoni. Il PH del nostro sangue è circa 7,365, leggermente alcalino, e varia in un range molto ristretto che va da 7,35 a 7,45. Il valore ottimale viene mantenuto grazie a sistemi tampone che l’organismo possiede per bilanciare gli alimenti e le bevande acidificanti che introduciamo per nutrirci. Questi sistemi tampone, specie negli adulti anziani, non sempre riescono a neutralizzare il surplus di acidità, per cui i residui acidi, se non eliminati, provocano uno stato del terreno biologico che prende il nome di acidosi. Se il pH del sangue va sotto 6,8 o sopra 7,8 le cellule non funzionano più e la persona muore. Ecco quali sono le cause di acidosi. La prima è l’insufficiente apporto di acqua. La seconda è l’insufficiente apporto di alimenti alcalinizzanti come


frutta e verdura cruda. La terza è l’eccesso di acidificanti quali per esempio le proteine animali, la carne, i formaggi e i salumi. La quarta è lo stress e i conflitti emozionali legati a pensieri negativi, che possiamo anche definire pensieri acidi. La quinta causa di acidosi è la vita sedentaria, o al contrario lo sport intensivo. La sesta causa di acidosi sono il fumo di tabacco, le bevande alcoliche, le bevande gassate. La settima causa è la carenza di vitamine e sali minerali nella dieta. L’ultima causa di acidosi sono i farmaci. Un corpo sano funziona al meglio in un ambiente leggermente alcalino, infatti abbiamo detto che il pH del sangue deve essere obbligatoriamente tra 7,35 e 7,45, mentre il pH delle cellule tra 7,2 e 7,5. La maggior parte delle persone oggi soffre di squilibri metabolici, è in sovrappeso, stanca, prematuramente invecchiata. E’ estremamente probabile che una delle persone che amiamo soffra di una delle tre maggiori cause di morte nel mondo occidentale: malattie cardiovascolari, tumori e diabete, che determinano la fine della vita del 75% degli esseri umani. Abbiamo semplicemente dimenticato che sarebbe un nostro diritto vivere sani fino al giorno in cui si muore, e il mio sogno è rendere questo una realtà, senza pensare alle ricerche costosissime sul genoma umano, alle nuove tecniche chirurgiche sempre più perfezionate e ai nuovi farmaci sempre più tossici. ACIDOSI E TUMORI Quando il corpo cerca di disfarsi degli acidi attraverso la pelle si verificano eczemi, acne, foruncoli, oppure nel tessuto connettivo si verificano cefalee, crampi muscolari, dolori, edemi, infiammazioni. Tutti i sintomi cronici sono collegati all’impossibilità di eliminare gli acidi. Quando i residui acidi si accumulano nel corpo ed entrano nel flusso sanguigno, il sistema circolatorio cercherà di liberarsene sotto forma gassosa (attraverso i polmoni) o liquida (attraverso i reni). Se ci sono troppi rifiuti acidi da gestire, essi si depositano negli organi (cuore, pancreas, fegato, intestino) o nei tessuti grassi, formando polipi, cisti, calcoli acidi, verruche, noduli, fibromi, ritenzione idrica, tumori. Questo processo di demolizione dei residui acidi è l’invecchiamento, che


conduce alla fine alle malattie degenerative ed ai tumori. Tutto ciò è provocato dagli acidi alimentari, che derivano da ciò che mangiamo e da ciò che beviamo, dagli acidi metabolici, creati dal nostro organismo in seguito alla trasformazione in energia di quanto introduciamo con gli alimenti e con l’acqua, e da quelli ambientali che provengono da ciò che ci circonda (gas di scarico, sostanze chimiche, coloranti, conservanti e pesticidi). Nel nostro organismo esistono miliardi e miliardi di batteri e di funghi che svolgono funzioni fondamentali per la nostra vita; essi, se messi in condizioni di replicarsi grazie al terreno acido del nostro corpo, proliferano fino a creare situazioni patologiche gravi, anche in seguito alle scorie metaboliche che da essi stessi sono prodotte e che sono residui acidi scaricati nella circolazione sanguigna o all’interno delle cellule. I batteri e i funghi in replicazione sono proprio la manifestazione di un ambiente interno compromesso, causato da un’acidità cronica. Per invertire la situazione occorre creare un ambiente interno alcalino, che non sostenga lo sviluppo dei microrganismi. Quando il corpo, infatti, passa dall’acidità all’alcalinità, batteri e funghi bloccano la loro crescita e ritornano a svolgere la loro funzione fisiologica. Per comprendere l’importanza di mantenere alcalino l’ambiente del nostro corpo basta ricordare che sono alcalini sia il mare, dal quale si è sviluppata la vita sulla Terra, che il liquido amniotico nel quale eravamo immersi durante la gestazione. Se paragonassimo il nostro corpo ad un acquario, e le nostre cellule a pesci immersi in un fluido che trasporta il cibo e rimuove le scorie, non penseremo mai di sporcare l’acqua del nostro acquario con sostanze tossiche di ogni genere, come sostanze tossiche o cibi acidi! Avendolo fatto da anni, è arrivato il momento di risolvere definitivamente il problema. Cambiare l’acqua! Dobbiamo ripulire il nostro ambiente interno. I cibi di origine animale, quali carne, pesce, uova, latticini, i cibi raffinati, i prodotti lievitati, i cereali, i dolcificanti artificiali, lo zucchero, l’alcool, il caffè, il tè nero, le bibite gassate sono tutti acidificanti.


Invece i vegetali crudi sono alcalinizzanti, specie quelli verdi, che sono i cibi con minore contenuto calorico e zuccherino e con maggiore potere nutritivo. Lo sono anche la frutta non dolce, il limone, il pompelmo, le noci e i cereali germogliati. Alcuni cereali come il farro, il grano saraceno e il miglio sono poco acidificanti. Tutti gli ortaggi sono incredibilmente ricchi di sostanze nutritive e di antiossidanti, forniscono tutte le vitamine, i minerali micronutrienti che ci occorrono. Anche gli acidi polinsaturi contenuti in pesce, frutta e ortaggi sono importanti per il nostro corpo e la loro assenza nell’alimentazione arreca carenza nutrizionali e conseguente degenerazione. Essi vengono anche definiti AGE (Acidi Grassi Essenziali), rafforzano le membrane cellulari e la parete dei vasi sanguigni, sono alcalini e neutralizzano gli acidi introdotti nella dieta e in seguito all’attività metabolica. Anche l’olio di oliva contiene AGE, usati per l’energia cellulare. Gli AGE rafforzano le difese immunitarie, lubrificano le articolazioni, isolano il corpo contro le perdite di calore, forniscono energia, entrano nella produzione delle prostaglandine (che proteggono contro le malattie cardiache, l’ictus, l’ipertensione, l’arteriosclerosi, le trombosi). Inoltre aiutano a migliorare l’artrite, l’asma, la sindrome premestruale e le allergie. Sappiamo che l’effetto finale più grave dell’acidosi è proprio il tumore. Ci sono due fattori sempre presenti quando c’è un tumore, indipendentemente dal tipo: un pH acido e la mancanza di ossigeno, definita “ipossia”. Questa è stata la grande scoperta di Otto Warburg, premio Nobel per la Medicina nel 1931. I malati terminali di tumore sono in genere 1000 volte più “acidi” delle persone sane, hanno un valore di pH del sangue molto basso perché in carenza di ossigeno il glucosio si trasforma in acido lattico, e questo abbassa il pH cellulare da 7,3 fino a 6 o meno. I tumori non riescono a mantenersi in un ambiente ricco di ossigeno e con un pH superiore a 7,4; infatti ad un pH di 8,5 nei tessuti connettivali le cellule tumorali muoiono mentre le cellule sane sopravvivono.


Il livello del pH dei nostri fluidi interni incide su ogni cellula del corpo e l’intero processo metabolico dipende da un ambiente alcalino. L’iperacidità cronica corrode i tessuti ed arriva ad interrompere tutte le funzioni cellulari perché interferisce con la vita stessa. Fra tutti gli equilibri che il corpo umano si sforza di ottenere il più importante è proprio quello acido-alcalino. Il corpo umano è stato concepito per essere alcalino e farà di tutto per conservarsi lievemente alcalino, ma tutte le funzioni corporee producono effetti acidi perché il corpo è alcalino nella struttura e acido nella funzione. Questo significa che il corpo ha bisogno di carburante alcalino (frutta e verdura), mentre gli acidi sono il sottoprodotto di tutta l’attività metabolica; se a tale attività si aggiunge un enorme disordine alimentare, si verifica la massiva iperacidificazione di cellule, tessuti, organi e infine del sangue, aprendo le porte alle patologie croniche. Quando il sangue si trova di fronte ad un eccesso di acido comincia ad estrarre i minerali alcalini dai nostri tessuti per controbilanciarlo; se ce ne sono quantità insufficienti nella dieta o nelle riserve corporee potrebbero essere sottratti al sangue (in questo caso si parla di ioni sodio e potassio), alle ossa e alle cartilagini (ione calcio), o ai muscoli (ione magnesio), dove appunto questi elementi sono necessari. Se il sovraccarico di acido oltrepassa l’acidità sanguigna, l’acido in eccesso viene scaricato nei tessuti come deposito. Successivamente il sistema linfatico deve neutralizzare ciò che può, ma se esso è sovraccarico e i suoi vasi non drenano correttamente, l’acido si accumula nel tessuto connettivo. Inoltre nella linfa liberare i tessuti dall’acido significa riscaricarlo nel sangue. In tal modo si innesca un circolo vizioso di prelevamento di minerali ancora alcalini con un ulteriore sovraccarico degli organi filtro, che sono il fegato e i reni. I più frequenti malesseri acuti o ricorrenti derivano dalla mobilizzazione di minerali alcalini nel tentativo di evitare la distruzione delle cellule, oppure di permettere la disintossicazione del corpo. L'IMPORTANZA DELL'ACQUA Il nostro corpo è fatto per il 70% di acqua alcalina, i nostri occhi per il


98% e il sangue per il 94%. Pertanto, noi dovremmo rifornire tutte le parti del corpo di una grande quantità di questo componente fondamentale. Ciò include i cibi ricchi di acqua alcalina come gli ortaggi verdi e la frutta, e la stessa acqua alcalina ricca di elettroni con un PH 9,5 di cui parlerò tra poco. Ho scoperto che il 75% delle persone sono cronicamente disidratate, cioè non assumono i 2 litri di acqua al giorno che sono il minimo per mantenersi in buona salute. In media ogni persona ingerisce solo 1 litro di liquidi al giorno, o anche meno, spesso sotto forma di caffè, thè e bevande analcoliche che praticamente “rubano” acqua all’organismo. Addirittura il 10% delle persone riferisce di non bere acqua per niente, e questo è molto pericoloso se si pensa che l’adulto medio perde giornalmente dai 2,5 ai 3 litri di liquidi sudando, respirando, urinando, muovendosi, dormendo. Se non si assume acqua a sufficienza si ingrassa, perché il metabolismo rallenta. Inoltre siamo così poco sintonizzati con i segnali di sete dei nostri corpi da interpretarli come morsi di fame, il che vuol dire che se non beviamo abbastanza, mangiamo troppo. Se non assumiamo acqua aumenterà la ritenzione idrica perché un corpo acido spinge acqua nei tessuti per neutralizzare gli acidi che vi si trovano. Infatti l’organismo utilizza l’acqua per neutralizzare gli acidi, per diluirne l’eccesso e per rimuoverli dal corpo insieme a tutte le tossine tramite l’urina, il sudore e le feci. Senza acqua a sufficienza il corpo diventa troppo acido e passa in modalità di preservazione, producendo solo tessuto grasso. Basta solo una piccolissima quantità pari al 2% di perdita fluidi corporei, come avviene ad esempio durante un’ora di un’attività fisica media perché ciò accada. Oltre a ciò, la mancanza di acqua è la prima causa del senso di fatica durante la giornata, perché la carenza di energia ci fa sentire stanchi e deboli. Una perdita di acqua del 3% causa una discreta perdita della forza muscolare, mentre una diminuzione di acqua corporea del 4% provoca confusione, problemi della memoria a breve termine, difficoltà di attenzione e determina un calo del 30% della capacità di svolgere


mansioni fisiche. Un’ulteriore riduzione dell’1% del liquido corporeo determina tachicardia e squilibrio della termoregolazione corporea, mentre il 7% di perdita di acqua crea collasso. Nelle primissime fasi, la disidratazione provoca ansia, irritabilità, depressione, compulsione verso i dolci, crampi muscolari. Quando diventa più consistente, si hanno reflusso gastroesofageo, dolori alle articolazioni, fibromialgia, stipsi e colite. Ad una grave disidratazione sono connessi asma, allergie, diabete, ipertensione, eczemi, acne. ALIMENTI ACIDIFICANTI ED ALIMENTI ALCALINIZZANTI Per disporre di energia, salute e vitalità il corpo richiede di essere mantenuto in una condizione alcalina. Purtroppo la dieta occidentale standard è quasi al 100% acida, e questa è la ragione per cui tante persone sono malate e stanche, mentre il diabete, i tumori e le malattie cardiache sono in costante aumento. Per conservare un pH bilanciato nel sangue e nei tessuti, la dieta dovrebbe consistere almeno per l’80% di cibi alcalini (e almeno la metà di questo 80% crudo) e per non più del 20% di cibi acidificanti. Inoltre, per tenere maggiormente alcalino il proprio corpo, si dovrebbe rispettare il vecchio detto derivante dalla saggezza popolare: “A colazione magia come un re, a pranzo come un principe e a cena come un povero”. In tal modo si avranno a disposizione le sostanze nutritive per la giornata e si avranno meno acidi da neutralizzare ed eliminare durante la notte, mentre il corpo riposa. Il cibo fresco è essenziale, ed è preferibile quello coltivato naturalmente che ha un valore nutritivo fino a 300 volte superiore al cibo convenzionale. La frutta e la verdura di produzione industriale, prima di essere consumate vanno tenute a mollo 15 minuti in acqua super alcalina, con un pH intorno a 11,5 (che neutralizza ogni residuo acido o sostanza chimica tossica) e alla fine vanno risciacquate in acqua alcalina pulita. I cibi da evitare o da diminuire nelle quantità sono i carboidrati, lo zucchero, la farina bianca, il riso bianco, il mais, il latte e i formaggi, la carne, il pesce, le uova, il lievito di birra, i funghi, l’alcool, il caffè, le arachidi, il cibo cotto con le microonde, i dolcificanti artificiali (tra questi


l’aspartame è il prodotto che ha la maggiore tossicità, perché produce danni al sistema nervoso, al sistema immunitario e al DNA a causa della formaldeide in esso presente; basta la quantità assorbita da una lattina di bibita per superare abbondantemente quanto si assimilerebbe dall’aria inalata in un ambiente inquinato). Lo zucchero in tutte le sue forme (lo zucchero bianco, lo zucchero di canna, il saccarosio, il lattosio, il glucosio) è un prodotto di scarto acido risultante dall’attività metabolica del corpo e crea un ambiente idoneo alla nascita di batteri, lieviti e muffe all’interno del corpo. Infatti tutti gli zuccheri sono acidi e in grado di produrre acetaldeide (tossina cancerogena) e alcool nell’organismo. Contrariamente alla credenza popolare, l’organismo non necessita di zucchero ma di energia, ossia di elettroni derivanti da cibo e bevande alcaline. Tutto il latte pastorizzato e omogeneizzato, oltre ai latticini da esso derivati, in quanto prodotti denaturati, producono strati collosi di viscosa fanghiglia che si appiccica alle pareti intestinali come una colla, che impedisce l’assorbimento delle sostanze nutritive organiche. La maggior parte dei cibi acidificanti come le proteine animali causano proprio la formazione di muco denso; esso è una normale secrezione prodotta dall’organismo per proteggere la superficie delle mucose dei visceri. Qualsiasi tossina acida ingerita genera muco denso, appiccicoso e torbido per intrappolare le tossine, scartarle e buttarle fuori dal corpo. I peggiori responsabili sono i latticini, seguiti dalla carne e dal pesce, dalla farina bianca, dal caffè e dalle bevande alcoliche. Nel corso del tempo, questi cibi possono incrostare l’intestino con muco denso, il quale forma una melma che promuove la crescita di microrganismi nocivi. Stress emotivo, inquinamento ambientale, mancanza di attività fisica contribuiscono alla crescita di tale melma sulle pareti del colon; nella situazione peggiore i microrganismi e i loro prodotti acidi possono deteriorare le cellule sane e si aprono un varco attraverso la parete del colon per entrare nel sangue e poi invadere le cellule, i tessuti e gli organi con i loro prodotti acidi di scarto. Tutto questo logora il sistema immunitario del fegato oltre a


compromettere tutti i sistemi organici. Quindi il muco non è mai negativo, perché esso ci salva la vita; se non ci fosse, l’acido potrebbe perforare le cellule, i tessuti e gli organi dando luogo a cellule cancerose. Secondo il dottor Ehret, che nel 1922 pubblicò il suo famoso libro “La dieta senza muco”, la malattia è proprio uno sforzo del corpo per eliminare rifiuti, muco, tossine che spesso sono immagazzinati nel colon. Gli esperti di autopsie riferiscono che il 60-70% dei colon esaminati contengono materia estranea e feci indurite vecchie di decenni. Una dieta alcalina pura, cioè fatta di sola frutta e verdura cruda (o dieta senza muco) può provocare all’inizio delle crisi di guarigione, perché una grande quantità di rifiuti residui, muco e altri veleni si riversa nel flusso sanguigno, creando una disintossicazione massiva che può provocare sintomi indesiderati, i quali sono proprio la testimonianza dell’escrezione delle tossine. Dalla dieta è tassativamente obbligatorio eliminare tutti i cibi contenenti lieviti (specie quello di birra), cioè il pane, la pizza e i prodotti da forno. Questi ultimi sono molto pericolosi non solo per i microrganismi, cioè per il lievito, ma perché sono fatti di cereali conservati pieni di micotossine e di zucchero. Si devono inoltre evitare anche birra e vino perché contenenti alcool. Assumere lieviti può produrre la formazione di microrganismi e l’aumento delle micotossine, determinando calcoli renali, biliari, osteoartrosi, artrite reumatoide, cardiopatie, diabete, cirrosi epatica, colite, morbo di Crohn, tumori al seno, tumori alla prostata e al fegato. REAZIONI DI OSSIDORIDUZIONE Gli antiossidanti sono sostanze che impediscono o rallentano l’ossidazione, la quale è la combinazione di sostanze chimiche con l’ossigeno. In questa reazione si perdono elettroni, mentre in quella opposta, detta riduzione, si acquistano elettroni. Le reazioni di ossido-riduzione sono alla base di tutta la chimica inorganica e permettono la vita; perdere elettroni, cioè ossidarsi, significa perdere il proprio livello energetico; sappiamo benissimo quanto sia importante l’energia per ogni forma di vita. Mi piace pensare che ogni essere vivente segua una legge fondamentale


della Vita, detta Teleonomia, secondo la quale tutto deve avere uno scopo. Il primo vero obiettivo è proprio quello di sopravvivere servendosi dell’energia, infatti se l’energia diminuisce arriva la malattia, se si annulla avviene la morte. Da queste considerazioni si evince l’importanza di evitare a tutti i costi l’ossidazione della sostanza vivente, per allungare al massimo la vita e prevenire l’invecchiamento e la degenerazione cellulare. Gli antiossidanti servono proprio ad eliminare i radicali liberi dannosi per la vita. Quando una molecola perde un elettrone diventa un radicale libero, e si trasforma in un elemento con alta instabilità, avendo un elettrone spaiato. A differenza delle molecole stabili, che li hanno in numero pari, un radicale è sempre in cerca di equilibrio, per questo sottrae un elettrone alla prima molecola con cui viene in contatto, in modo da ripareggiare il suo numero di elettroni. Questa seconda molecola diventerà a sua volta un radicale libero, dando luogo ad una reazione a catena. I radicali liberi agiscono su tutte le cellule, e in particolare sui lipidi della membrana cellulare (che regola il trasporto dei nutrienti all’interno della cellula stessa e l’eliminazione delle scorie prodotte), sugli enzimi (proteine che accelerano tutti i processi metabolici) e anche sul DNA, il codice genetico che permette la riproduzione degli esseri viventi e la crescita e le funzioni delle cellule. I radicali liberi, quindi, sono alla base di tutte le malattie cronicodegenerative e tumorali, per cui è necessario utilizzare sostanze antiossidanti per limitarne l’insorgenza e per permettere la guarigione. E’ fondamentale sapere che il fumo di una sigaretta produce circa 10 miliardi di radicali liberi. L’acqua alcalina è molto energizzata, ossia satura di elettroni e piena di potenziale energetico. In effetti l’acqua è alcalina grazie alla carica negativa di tutti i suoi elettroni, mentre gli acidi sono caratterizzati da protoni dalla carica positiva (H+). Abbiamo, infatti, già visto come in chimica l’aggiunta di un elettrone viene chiamata riduzione, mentre la sottrazione di un elettrone viene denominata ossidazione. Il valore noto come ORP, o Potenziale Redox, potenziale di ossidoriduzione, permette di quantificare l’attività degli elettroni, cioè di misurare il potenziale elettrochimico dell’acqua contandone gli elettroni. La riduzione accumula energia in una sostanza; quindi un ORP negativo,


espresso in millivolt, indica che l’acqua è alcalinizzante. L’acqua con un ORP negativo fornisce una riserva di elettroni liberi per bloccare l’ossidazione di radicali liberi da parte dell’ossigeno, quindi è antiossidante, anzi è un antiossidante ancora più potente di qualunque altro cibo o integratore, grazie all’eccezionale quantità di elettroni che contiene, tutti pronti ad essere ceduti. Essa agisce velocemente ed è capace di raggiungere tutti i tessuti del corpo in un periodo molto breve. L’ORP, cioè il potenziale di ossido-riduzione, di una buona acqua dovrebbe variare da un minimo di -250 millivolt fino a più di -400 millivolt; invece l’acqua di rubinetto e quella minerale registrano valori intorno a +400 millivolt, fino a +1250 millivolt, e sono sature di protoni, agiscono acquisendo elettroni e ossidano le altre molecole. Quest’acqua, che è quella che comunemente beviamo, non ha energia, anzi sottrae energia al corpo. Immaginate il mio stupore quando ho scoperto che l’acqua alcalina ha un incredibile effetto antiossidante, cioè può definirsi una vera e propria acqua curativa, perchè è fondamentale per la prevenzione e la terapia di molte patologie croniche, causate dallo stress ossidativo. Il suo potenziale di ossidoriduzione (ORP) va da -300 a -400 millivolt, decisamente maggiore di quello della vitamina C, che ha un ORP di -50 millivolt. Se pensiamo che l’acqua del rubinetto di casa e quella in bottiglia hanno un ORP che varia da +100 millivolt a +300 millivolt, possiamo comprendere come esse siano altamente ossidanti e quindi pericolose per le nostre cellule. Dopo tanti anni di osservazione della Medicina Convenzionale ho scoperto qualcosa che la maggior parte dei medici ignora: che noi siamo quello che beviamo e che sicuramente non beviamo abbastanza. Infatti, pochi sanno che bisognerebbe bere almeno 30 ml di acqua per ogni chilo di peso corporeo, quindi che una persona di 70 kg dovrebbe bere almeno 2 litri d’acqua al giorno. Quale acqua va bevuta? Purtroppo sia l’acqua del rubinetto che quella minerale in bottiglia sono pessime e ci fanno ammalare, perchè sono acque povere di elettroni, quindi non sono antiossidanti ma, al contrario, ossidanti. Inoltre la maggior parte di queste acque è acida, e sappiamo che se le beviamo ci acidificheremo sempre di più. Infatti, se l’acqua che beviamo è acida non può aiutarci ad espellere l’acido dal nostro organismo.


Oggi conosciamo anche un’altra profonda verità: per una salute perfetta l’acqua che beviamo deve essere energizzata, cioè satura di elettroni, altamente carica e piena di potenziale energetico. Tale acqua è alcalina proprio grazie alla carica negativa di tutti i suoi elettroni, mentre gli acidi sono pieni di protoni che hanno carica positiva. E’ proprio l’attrazione esercitata dagli elettroni sui protoni che permette alle sostanze alcaline di neutralizzare le sostanze acide. E’ stato scientificamente dimostrato da innumerevoli ricerche che le malattie non hanno possibilità di svilupparsi in un ambiente alcalino, mentre prosperano in un ambiente acido. Quest’ultimo è determinato da diversi fattori, quali l’alimentazione acidogena, lo stress emozionale, il sovraccarico di sostanze tossiche (coloranti, conservanti, pesticidi), le frequenze elettromagnetiche nocive provenienti dall’ambiente in cui viviamo e tutti i processi che impediscono l’arrivo dell’ossigeno e delle sostanze nutritive alle cellule. Ricordiamoci che siamo esseri alcalini, perché il bambino nasce alcalino, mentre l’anziano muore in acidosi metabolica. Quindi l’acidosi fa invecchiare perché crea degenerazione dei tessuti e degli organi, impedendo alle cellule di svolgere le loro funzioni fisiologiche. Conosciamo qualcuno che ha problemi di salute? Molto probabilmente è acido. Una condizione acida produce diminuzione della capacità del corpo di assorbire minerali e altri nutrimenti, riduce l’energia prodotta dalle cellule, diminuisce la loro capacità di riparare i danni subiti, annulla la possibilità di disintossicarsi dai metalli pesanti introdotti con l’alimentazione, stimola le cellule sane alla degenerazione tumorale. Per invertire questo processo degenerativo dobbiamo mangiare cibi alcalinizzanti (verdure, ortaggi, legumi e frutta), ridurre i cibi acidificanti (carne, pesce, formaggi e uova) e bere un’acqua alcalina. Inoltre dobbiamo avere pensieri non acidi (determinati da emozioni negative come paura, rabbia, senso di colpa, orgoglio, gelosia, invidia, ecc.) ma alcalini, pieni di gioia, felicità, serenità e fiducia nella vita. VI VOGLIO BENE..................


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