Le primavere di Dagro e Nebra - G. Mazzucchelli, 2005 – Pagina 1 di 29
Gianni Mazzucchelli
Le primavere di Dagro e Nebra * Dagro: Villa di Dagro, Val Malvaglia (TI) – Nebra: Sachsen-Anhalt (D).
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Astronomia le cui radici riconducono al tempo mesopotamico:
- Lüna növa, tri dì a la pröva (CH-TI) Il proverbio e la congiunzione Luna-Pleiadi. - Il lastrone di Dagro (CH-TI) Importante masso calendarico: da Babilonia a Dagro. - Il disco di Nebra (D) Calendario lunare e solare. Il ciclo diciannovenne di Metone. La Via Lattea, segnavia primaverile. L’Università di Bochum (D) conferma. - Astronomia popolare: Orologio di Mosè, dimmi tu che ora è ! - Il calendario solare di Rothenfluh (CH-BL) Allineamenti solari preistorici.
Pietra e Storia
CH – 6715 Dongio Prima edizione, 2006
Le primavere di Dagro e Nebra - G. Mazzucchelli, 2005 – Pagina 2 di 29
I tre archi descritti dal Sole e dal gruppo delle Pleiadi (M45) nel cielo diurno dei solstizi e degli equinozi e i tre archi descritti ogni mese dalla Luna nel cielo notturno.
< Shemesh: Sole
< Yareha: Luna
I termini ebraici Shemesh e Yareha significano Sole e Luna. Le antichissime voci danno forma alla Menorah, il candelabro a sette bracci, portatore di luce. La Luna, nella tradizione ebraica, possiede un’anima maschile “yareha” 1 e una femminile “levanah”. La lingua tedesca dà alla Luna l’articolo maschile “der Mond”, “la Luna” per l’italiano è femminile. La Luna, secondo la leggenda, si lamentava di non essere luminosa come il Sole. Dio le rispose:
“Va’! Israele conterà per mezzo tuo i giorni e gli anni”. “Nella tradizione giudaica, infatti, la Luna riveste un importante significato liturgico e astronomico, in quanto il principio del mese viene fissato al novilunio. L’apparizione in cielo della Luna nuova è quindi un fenomeno osservato con particolare attenzione e il riconoscimento della neomenia 2 è minuziosamente regolato dal diritto ebraico. Già nel secondo secolo e.v., il trattato misnico 3 Ro’s ha-sanah stabilì i criteri per esaminare i testimoni che avevano veduto la nuova Luna e per la proclamazione dell’inizio del mese, riportando anche l’antico costume di annunciare l’evento agli ebrei della diaspora attraverso una catena di fuochi accesi sulle colline, tanto che tutte le terre dell’esilio parevano “rischiarate come da un unico falò”. Giulio Busi: Simboli del pensiero ebraico, Ed. Einaudi
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L’anno in lingua aramaica “sihara”; in lingua tedesca “Jahr” e in lingua inglese “Year”. Neomenia: Definizione di “Luna nuova” che regola l’inizio del mese lunare. 3 Il termine Mishnah proviene dalla parola ebraica „sh n nah”, ripetere (da cui studiare, insegnare), "mishnah" (M.) suggerisce ciò che è imparato a memoria per ripetizione, e designa l'insieme della Legge orale e il suo studio (per opposizione a Miqra' che si riferisce alla Scrittura e al suo studio). Può anche designare l'insieme della halakhah (parte legislativa) o ancora una forma d'insegnamento di quella, non più partendo dal testo biblico, ma a partire dalle sentenze dei maestri della tradizione riguardo a problemi concreti. 2
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La prima falce della Luna nuova contrassegna l’inizio di ogni mese del calendario lunare ebraico. Se la congiunzione della falce lunare con il gruppo delle sette stelle delle Pleiadi (M45) avviene tra la terza e la quarta notte del mese di Nissan, l’anno lunare avrà la durata di 12 mesi, se la congiunzione ritarda, si aggiungerà il tredicesimo mese, Adar II. Figura tratta dal “Buch der Bräuche” (Minhagim) Amsterdam 1723.
Gianni Mazzucchelli
“Lüna növa, tri dì a la pröva” Proverbio della Valle di Blenio (CH), da Prato a Rieti (I) La congiunzione Luna-Pleiadi: antichissima cronometria celeste
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Il calendaro lunare babilonese Le 12 lunazioni del calendario lunare definiscono la durata di un anno di 354 giorni. Già nel primo anno del ciclo di Metone, l’anno lunare „perde“ 11 giorni (365 – 354 = 11). E’ chiaro che nel secondo anno i giorni mancanti saranno 22. Per correggere questa differenza si aggiungono, nel terzo anno, 29 giorni (Adar II). Anche se la correzione non porta ancora all’identicità con l’anno solare, si vuole far sì che la data del 14 Nissan, Pessach, la Pasqua ebraica, corrisponda alla Luna piena di primavera. La correzione avveniva dopo la costatazione che il primo spicchio della Luna nuova di Nissan entrava in “congiunzione” con il gruppo stellare delle Pleiadi (M45) tra la terza e la quarta notte dopo l’apparizione della Luna nuova, cioé tra la terza e quarta notte di Nissan. Gli elementi fondamentali del calendario lunare Ogni mese lunare ha la durata di ca. 29,5 giorni. Un anno lunare si compone di 12 cicli lunari. I mesi hanno una durata di 29 e di 30 giorni. Ogni mese inizia nel momento nel quale si avvista il primo spicchio della Luna nuova, la cui curvatura volge a ponente. 14,5 giorni più tardi sarà Luna piena. Sincronizzazione dell’anno lunare con il ciclo solare Il ciclo di 19 anni si compone di 12 anni “normali” e di 7 anni della durata di 13 mesi. Il vantaggio presentato dal calendario lunare sta nel fatto che tutte le fasi lunari appaiono alle medesime date. Il ciclo di Metone semplifica il calcolo L’osservazione delle fasi lunari necessarie alla definizione dell’inizio del mese ebraico (Rosh Chodesh) e per decretare l’aggiunta del mese supplementare di Adar II, vennero semplificate da un “ritmo” prescritto che permise l’inserzione del 13.mo mese nel calendario lunare senza complicate osservazioni astronomiche. Questa regola eliminò gli errori derivati dalla visibilità o meno della prima falce lunare per cause diverse: Anni della durata di 12 mesi lunari: Anni della durata di 13 mesi lunari:
1, 2, 4, 5, 7, 9, 10, 12, 13, 15, 16, 18. 3, 6, 8, 11, 14, 17, 19.
Osservazione celeste Le regole che definiscono il ciclo di Metone nascono dall’osservazione del cielo notturno durante il periodo di 19 anni. Si scopre così che la congiunzione della Luna con il gruppo delle Pleiadi assume un’importanza determinante. Pleiadi, le stelle blu Il nome in lingua greca del gruppo delle Pleiadi (M45) “peleiades” 4 significa „stormo di colombe“. La leggenda racconta che Giove trasformò le stelle della costellazione in colombe così che potessero sfuggire al cacciatore celeste Orione. I contadini ticinesi le chiamavano „gallinelle“, ma anche “chioccia“, i francesi e gli arabi le chiamavano galline o pulcini. 4
Il nome delle Pleiadi è probabilmente di origine pre-greca, come afferma il Prof. Wlfhard Schlosser, della facoltà di astronomia dell’Università tedesca di Bochum.
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Gianni Mazzucchelli
Il lastrone di Dagro (TI) Prezioso masso calendarico
Pietra e Storia
CH - 6715 Dongio Prima edizione, 2006
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Il lastrone di Dagro: frammento celeste
Malvaglia / Dagro Sulla strada verso il passo del Lucomagno, pochi chilometri a Nord di Biasca, troviamo il villaggio di Malvaglia, all'imbocco dell'omonima Val Malvaglia. Fino nella metà del XX secolo la Valle Malvaglia era suddivisa in cinque 'ville' (villaggi) abitate durante tutto l'anno e poste tra 1'000 e 1'400 metri di altitudine: Madra e Dandrio lungo il versante destro; Anzano, Chiavasco e Dagro lungo il versante sinistro. La 'villa' di Dagro vanta ben sei edifici lignei risalenti al XIV secolo. La cosiddetta "piramide mozza" è un particolare interessante del territorio e offre una bellissima vista sulla Valle di Blenio. La moderna filovia Malvaglia - Monte Dagro, in servizio tutto l'anno, porta il visitatore in pochi minuti da 430 m.s.m. a 1413 m.s.m.. Questo nuovo mezzo di collegamento, rapido e rispettoso dell’ambiente, consente così di godere di un privilegiato punto di partenza per numerose escursioni che il ricco paesaggio e la geografia ci suggeriscono.
Sul lastrone di Dagro sono raffigurati i simboli astrologici e astronomici visibili nella prima metà del mese solare di marzo. Periodo di tempo che precede l’equinozio di primavera (21 marzo). Da sinistra a destra (da levante a ponente): Bilancia, Hydra (Serpente marino), Corvo, Leone, Cancro, Toro + Pleiadi, Orione (il cacciatore). La prima alba e il primo tramonto lunare dopo l’apparizione delle costellazioni raffigurate sul lastrone di Dagro, decideranno che la prossima “Luna piena” sarà la prima Luna piena di primavera, alla quale succederà la festa di Pasqua. Le costellazioni di Dagro appaiono nel cielo delle mezzanotti tra febbraio e marzo, mentre il gruppo delle Pleiadi resterà sospeso sull’orizzonte di ponente per poi tramontare dopo l’equinozio di primavera (21 marzo). E’ quindi facile interpretare
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l’insieme dei simboli astronomici del lastrone di Dagro, in qualità di “marcatura astronomica” che “avvisa” l’osservatore sull’imminente meccanismo celeste che annuncia la primavera con le ricorrenze importanti della Pasqua cristiana e la festa di Pessach ebraica.. Nel cielo di Dagro, tra febbraio e marzo, appaiono le costellazioni qui sotto rappresentate e riscontrabili su qualsiasi cartina astronomica. La fotografia mostra i simboli scolpiti sul lastrone, il grafico dimostra l’analogia astronomica e astrologica.
Orsa maggiore Stella Polare Bilancia
Pleiadi Bilancia
Corvo
Hydra Leone (Serpente)
Cancro
Toro
Orione
Il lastrone di Dagro: Astronomia di un antico capodanno Le 4 albe delle 4 Lune piene, dopo il solstizio invernale (21 dicembre). La riproduzione dell'ordine delle costellazioni del cielo notturno primaverile è evidente.
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Il lastrone di Dagro
Il lastrone di Dagro, spezzato in due parti, giaceva nelle immediate vicinanze della piramide mozza di Dagro, o Kastel e, secondo la testimonianza dello scopritore signor Sandro Scossa Baggi, proprietario del terreno, in posizione verticale e sotto un metro di terra. Le due parti vennero "piazzate" al lato di un sentiero al centro della villa di Dagro, mentre dovrebbe essere ricollocato sul luogo di ritrovamento. Solo così, con la faccia scolpita rivolta verso Nord, si potrà "leggere" il cielo notturno guardando verso Sud. Il solco di incisione sulla superficie del lastrone lascia supporre che l'operazione venne eseguita con mezzi primitivi. Il fondo del solco stesso presenta un'ossidazione dovuta alla polverizzazione dei componenti dello gneis. L'assenza di tracce di abrasione sulla superficie non lavorata è dovuta probabilmente al fatto che il lastrone rimase in posizione verticale e non fu soggetto, dopo la posa avvenuta in tempi remoti, a movimenti di franamento, lavaggio e calpestìo. Il cielo di mezzanotte del periodo tra febbraio e marzo a Dagro I simboli rappresentati sul lastrone, da sinistra a destra: Bilancia, Corvo, Serpente, Leone, Toro-Pleiadi, Cancro e Orione (il cacciatore celeste) parlano una lingua chiara. Siamo di fronte a un'illustrazione astronomica/astrologica che trova riscontro nell'osservazione moderna del cielo notturno. Congiunzione Luna nuova e Pleiadi Da sempre, cioé da quando l’umano incominciò a cimentarsi nello studio del cielo diurno e notturno, si constatarono e si interpretarono gli avvenimenti che vedevano stelle e pianeti “sovrapporsi”, “sorpassarsi” o addirittura “scomparire”. Fenomeni che vennero interpretati come fonti di gioia, ricchezza, sciagura, ecc. Le cosiddette “croci” scolpite sul lato sinistro del lastrone di Dagro non sono, come citato erroneamente in precedenza da paludate eminenze, né “croci lobate” né tantomeno “pomate”, essendo costruite “sovrapponendo” due figure oblungate che potrebbero rappresentare invece congiunzioni astronomiche importanti come quella tra la Luna e le Pleiadi [M45], fenomeno strettamente collegato all’equinozio primaverile.
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A chi servì il “lastrone di Dagro”? La storia dei calendari solari e lunari è complessa. Molti furono i tentativi di “contare” il tempo nel modo più preciso possibile. Le costellazioni notturne di Dagro servirono sicuramente a stabilire l’importante periodo pre-equinoziale primaverile che permetteva di individuare l’importante momento collegato all’apparire della prima falce lunare. Il primo spicchio di Luna nuova segnava non solo l’inizio di ogni mese lunare, ma anche, specialmente nel periodo riportato sul lastrone di Dagro, l’inizio dell’anno religioso (mese di Nissan = Marzo/Aprile). Per mantenere la festività di Pessach (Pasqua ebraica) nel periodo primaverile, Adar viene raddoppiato (Adar II) ben 7 volte nel ciclo di 19 anni, sincronizzando così il calendario lunare con quello solare. Lo stesso periodo viene oggi ancora prediletto dal calendario gregoriano che celebra la festività di Pasqua nella domenica seguente alla Luna piena dopo l’equinozio di primavera (21 marzo). Le „case dei pagani“, osservatori della Valle di Blenio Le famose costruzioni abbarbicate sulle pareti scoscese della Valle possono essere ritenute senza dubbio „posti di guardia“, ma anche punti di comunicazione di segnali luminosi. < Lo schizzo dell’architetto Enrico Hartsuyker-Curiel, Locarno, 2000, mostra il possibile collegamento visivo tra le „case Olivone dei pagani“ della Valle di Blenio, chiamata Torre anche „Valle del sole“ e „Valle dei fuochi“. Marolta Dongio Corzoneso Stabbio Motto Navone Dagro Semione Malvaglia Biasca
“Va’! Israele conterà per mezzo tuo i giorni e gli anni”. “Nella tradizione giudaica la Luna riveste un importante significato liturgico e astronomico, in quanto il principio del mese viene fissato al novilunio. L’apparizione in cielo della Luna nuova è quindi un fenomeno osservato con particolare attenzione e il 5 riconoscimento della neomenia è minuziosamente regolato dal diritto ebraico. Già nel secondo secolo e.v., il trattato misnico Ro’s ha-sanah stabilì i criteri per esaminare i testimoni che avevano veduto la nuova Luna e per la proclamazione dell’inizio del mese, riportando anche l’antico costume di annunciare l’evento agli ebrei della diaspora attraverso una catena di fuochi accesi sulle colline, tanto che tutte le terre dell’esilio parevano “rischiarate come da un unico falò” 6.
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Neomenia: Avvistamento e definizione della Luna nuova. Giulio Busi: Simboli del pensiero ebraico, Ed. Einaudi.
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Conclusioni Le raffigurazioni presenti sul lastrone di Dagro mostrano l’insieme delle costellazioni celesti visibili nel periodo tra febbraio e marzo. Data che induceva gli antichi astronomi all’osservazione delle prossime fasi lunari che avrebbero permesso di calcolare la prima Luna piena di primavera, la Pasqua ebraica (Pessach). Data di grande importanza per il calcolo della Pasqua cristiana che viene celebrata la domenica successiva alla prima Luna piena dopo l’equinozio di primavera. Date bibliche Alla fine del libro di Ester si trova l’introduzione della festa ebraica di Purim in cui l’intero popolo ricorda la salvezza dall’insidia e dalla persecuzione da parte dei suoi nemici: Ester 9,21-23: "Egli ha stabilito che ogni anno celebrassero il quattordici ed il quindici del mese di Adar come giorni di festa. Questi sono i giorni in cui gli ebrei ebbero tregua dagli attacchi dei nemici e il mese in cui il loro dolore era mutato in gioia, il loro lutto in festa, e perché facessero di questi giorni di banchetto e di gioia, nei quali si mandassero regali scambievolmente e si facessero doni ai poveri". Dagro: Luogo di Barlotto Dai protocolli dell’inquisizione del 1627 si rileva che Dominica Poma di Anzano (Val Malvaglia) viene imputata di aver partecipato al „Barlot“ o danza delle streghe a Dagro. L’etimologia della voce „Barlot“ porta all’antico francese „…birlonjer, bar- ,ber-, bêrlonjî, birlanjer, birlocheu, berlondjî und ballotter : " (se) balancer…" e riflette i movimenti ondulatori e circolari eseguiti dai danzatori [ital. prillare, oscillare, dondolare] dello Shabbat ebraico. Danze, canti e riti della sempre più esigua popolazione ebraica delle nostre valli che cercano luoghi nascosti all’occhio e all’orecchio dell’inquisizione. Le stelle blu, le Pleiadi Il nome può derivare da pléin, navigare, perché i marinai derivavano dalla loro apparizione e dal loro tramonto il tempo propizio per solcare i mari. Il greco peleiades significa "stormo di colombe" perché prima di divenire stelle, Giove le trasformò in uccelli per sfuggire al cacciatore Orione. I nostri contadini le chiamavano Gallinelle, ma anche Chioccia, Covata o Nido, non diversamente dai francesi che le soprannominavano Gallina (Alcione) con i pulcini e dagli arabi che la identificavano con una gallina celeste con i suoi piccini. Oltralpe venivano considerate “grappolo d'uva”. Corvo e Coppa Costellazioni note sin dal tempo di Eudosso di Cnido (408-355 a.C.) che fu il primo a elaborare matematicamente un sistema di sfere celesti. Costellazioni collegate al mito di Apollo. La leggenda racconta che questi aveva inviato un corvo, uccello dal candido piumaggio, a prendere dell’acqua con una coppa o vaso (chiamato anche Crater); avendo fame, però, il volatile si era attardato su un albero di fichi e dopo aver fatto ritorno alla divinità che l’aspettava impazientemente inventò la scusa di essere stato trattenuto da un grosso serpente marino; Apollo lo punì per la menzogna tingendo di nero il suo piumaggio per sempre, ma lo portò egualmente in cielo assieme alla coppa e al serpente che, com'è facile intuire, è rappresentato dall'Idra. Secondo la leggenda il corvo cerca da sempre di raggiungere l'acqua contenuta nella coppa.
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Allegoria rappresentante le costellazioni del Corvo, Coppa e Serpente. La coppia Corvo-Serpente è la chiave per l’identificazione astronomica dei simboli rappresentati sul lastrone di Dagro.
Orione, Toro, Pleiadi Le tre stelle della cintura di Orione permettono di individuare facilmente la costellazione del “cacciatore celeste” nel cielo notturno. Le stelle alla sua destra compongono l’arco del cacciatore che vorrebbe scoccare la freccia verso le Pleiadi (le gallinelle).
Le primavere di Dagro e Nebra - G. Mazzucchelli, 2005 – Pagina 12 di 29
Da Dagro a Babilonia I lastroni di Dagro recano gli stessi simboli presenti sulle tavole astronomiche dell'era babilonese (tavole del re Seleukus, 311 a.C.). 1. tavoletta: A sinistra il gruppo delle Pleiadi, con le sette stelle Beta Alcyone, Electra, Taygeta, Maia, Merope, Atlas, Pleione, la “Luna nuova” nella terza notte si appresta alla congiunzione con le Pleiadi. Il gruppo delle Pleiadi fa parte della costellazione del Toro (a destra). Le scritte sono eseguite con caratteri cuneiformi, usati fino nel 75 d.C. 2. tavoletta: A sinistra l'aquila che fissa la coda del dragone-serpente. 3. tavoletta: Il “drago-serpente”, l’Hydra e il leone. La somiglianza con il lastrone di Dagro è inconfutabile e lascia presumere l’uso calendarico delle opere.
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Gianni Mazzucchelli Con la prefazione del Prof. Wolfhard Schlosser della Facoltà di Astronomia dell’Università di Bochum (D).
Il disco di Nebra e il ciclo di Metone Quattro possibili considerazioni: - Gli allineamenti equinoziali e solstiziali - La congiunzione Luna-Pleiadi e il ciclo di Metone - L’orientamento con la Via Lattea - Il cielo stellato della primavera babilonese
Pietra e Storia CH - 6715 Dongio Prima edizione, 2006
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Prefazione Per interpretare la simbologia raffigurata sul disco bronzeo di Nebra non occorrono ordinatori elettronici capaci di ricostruire il cielo di 3’600 anni fa. Basterebbe chiedere a chi usa oggi ancora il calendario lunare, detto anche “lunario”: agli Ebrei. Gianni Mazzucchelli, gennaio 2006 Ringrazio il Prof. W. Schlosser per le preziose precisazioni per tutto ciò che riguarda i dati astronomici e per il seguente consiglio: „Parallelen zu den antiken Kulturen sind wichtig, sie sollten aber den Blick auf unabhängige Entwicklungen nicht versperren. Das älteste Rad der Menschheit stammt schliesslich auch aus der Schweiz (Grabung Zürich Pressehaus). Inzwischen ist die Kreisgrabenanlage von Goseck voll ausgegraben, ausgewertet und am alten Ort wieder aufgebaut. Sie wurde ca. 5000 v.Chr. errichtet und zeige, nach meinen Eindruck, die gleichen himmelskundlichen Grundkenntnisse wie die Himmelscheibe von Nebra“. „Le parallele esistenti tra le antiche culture non devono obbligatoriamente escludere la possibilità di sviluppi indipendenti. La ruota più antica, ad esempio, venne portata alla luce in Svizzera, negli scavi di Zurigo, alla Pressehaus. Gli scavi archeologici di Goseck 7, conducono al 5000 a.C. e, a mio parere, dimostrano la stessa cultura astronomica raffigurata sul disco di Nebra”. 8 giugno 2006 Prof. Dr. Wolfhard Schlosser Facoltà di Fisica e Astronomia Istituto di Astronomia della Ruhr-Università di Bochum (D)
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Il cerchio (ted. Ringgrabenanlage) di Goseck, detto anche Osservatorio solare di Goseck, è una fossa a anello circolare dell’età della pietra, scoperta nel 1991 dall’archeologo Otto Braach tramite riprese fotografiche aeree. La costruzione si trova al confine orientale di Gosek, Landkreis Weissenfels (D). Datata del 7'000 a.C. è considerata l’osservatorio solare più antico del mondo.
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Il disco di Nebra (D) Il disco, in lamina di bronzo, venne portato alla luce da „tombaroli“ 8 tedeschi nel 1998 sull’altura del Mittelberg, a 252 m.s.m.. Località posta nelle vicinanze della città Nebra, al confine tra il Burgenlandkreis e il Landkreis Merseburg-Querfurt in Sachsen-Anhalt. Solo nel 2003 si riconobbe l’importanza astronomica del disco del diametro di ca. 32 centimetri. Le applicazioni in lamina d’oro puro riproducono diversi corpi celesti. Stelle e falce lunare sono riconoscibili a prima vista. Il disco venne dapprima ritenuto raffigurazione solare e più tardi lunare (Luna piena). Il gruppo di sette stelle venne subito identificato quale raffigurazione del gruppo delle Pleiadi (M 45). I segmenti circolari opposti definiscono gli allineamenti delle albe e dei tramonti dei solstizi e degli equinozi delle quattro stagioni. Il segmento circolare posto a nord del disco fu dapprima interpretato come la „barca“ che porta le anime all’aldilà, valendosi dell’antica mitologia egiziana. Nuova interpretazione personale Il disco di Nebra reca elementi astronomici che permettono di constatare le conoscenze astronomiche del tempo nel quale il manufatto venne ideato e realizzato. Sul disco di Nebra sono presenti tutti gli elementi astronomici che permettono di calcolare il lunario, sincronizzandolo con il calendario solare. Sud Alba del 21 dicembre (solstizio invernale) Azimut 128,5 °
Tramonto del 21 dicembre (Solstizio invernale) Azimut 231,5 °
Est
Ovest
Albe del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 90 °
Tramonti del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 270 °
Alba del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 49 °
Tramonto del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 311 °
Nord 8
Tombaroli: da “tomba”. Cercatori abusivi di oggetti di archeologia, chiamati anche, in lingua tedesca, „Schatzgräber“ o “Grabräuber”, letteralmente: “cercatori di tesori” o “predatori di tombe”.
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Sud
Alba del 21 dicembre (solstizio invernale) Azimut 128,5 °
Tramonto del 21 dicembre (Solstizio invernale) Azimut 231,5 °
Est
Ovest
Albe del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 90 °
Tramonti del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 270 °
Alba del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 49 °
Tramonto del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 311 °
Nord Sopra: Gli allineamenti permettono di identificare il punto esatto dell’orizzonte, nella regione di Nebra (precisamente: Magdeburg/Nordharz), dove avvengono le albe e i tramonti equinoziali (21 marzo e 23 settembre) e solstiziali (21 giugno e 21 dicembre). Sotto: L’incrocio o la congiunzione tra il gruppo delle Pleiadi e la falce lunare è un fenomeno celeste collegato a eventi calendarici di grande importanza. Sud
Levante
Ponente
Nord
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S
N Le 32 stelle di Enlil Le 32 stelle raffigurate sul disco di Nebra rappresentano probabilmente le 32 stelle o costellazioni menzionate nel trattato babilonico di Mul-Apin 9 (Mul = stella e Apin = aratro: Stella dell’aratro) 10 che formano la Strada o Via stellare di Enlil. Il segmento al Nord del disco rappresenta la Via Lattea del cielo notturno primaverile. L’età della falce lunare sul disco di Nebra Le dimensioni date alla falce lunare raffigurata sul disco di Nebra lascia presumere che non si tratti della „prima visibilità” della Luna nuova, bensì di una Luna “vecchia” di 3 – 5 notti. I testi babilonesi in caratteri cuneiformi del VII secolo a.C. descrivono le regole abbinate all’osservazione della Luna nel mese primaverile di Nissannu che corrisponde al mese Nissan del lunario ebraico moderno. La regola che definisce gli anni lunari bisestili „Se la congiunzione tra la Luna nuova avviene nella quarta notte di Nissan (Marzo/Aprile), l’anno avrà la durata di 12 mesi. Se la congiunzione avverrà dopo questo lasso di tempo, l’anno avrà 13 mesi. Il mese aggiunto è Addaru II e per il lunario ebraico moderno, Adar II”. I mesi del “lunario” ebraico Nissan, Ijar, Siwan, Tammus, Aw, Elul, Tischri, Cheschwan, Kislew, Tewet, Schevat, Adar, questi nomi hanno un suono antico, nettamente non-ebraico, e infatti essi non sono ebraici, ma babilonesi, della patria di Abramo. Nomi adottati durante la "cattività babilonese". 9
Il MUL.APIN: compendio di astronomia babilonese, redatto con caratteri cuneiformi. Il nome deriva dalle prime parole dell'opera. Le copie più antiche pervenuteci sono del VII secolo a.C., ma si ritiene che sia stato codificato le prime volte intorno al X secolo a.C., per cui la sua origine effettiva risale a molto prima. 10 In una delle prime copie del MUL.APIN si legge che la "stella dell'aratro" (MUL.APIN) si trova "alla fronte delle 32 stelle di Enlil" o Ellil.
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La „barca“ riproduce in verità la posizione della Via Lattea nel cielo primaverile. Confrontando le due immagini su questa pagina e le quattro della pagina seguente, si può constatare che il segmento circolare riproduce la posizione della Via Lattea nel cielo notturno di Nissannu (ebraico: Nissan) o del 21 marzo, data dell’equinozio primaverile. La figura sottostante risulta “rovesciata”, ma in realtà riproduce il cielo visto dall’osservatore con il capo al Nord e i piedi verso Sud.
Posizione supina dell’osservatore
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Importante: Le figure seguenti esigono che l’osservatore rivolga lo sguardo verso Sud, così che la Stella Polare e la Via Lattea siano sul suo capo. < Primavera: Posizione della Via Lattea al 21 marzo: Inizio della primavera, equinozio solare. Giorno e notte hanno la stessa durata.
< Estate: Posizione della Via Lattea al 21 giugno: Solstizio estivo. Data del giorno solare più lungo.
< Autunno: Posizione della Via Lattea al 21 settembre: Equinozio autunnale. Giorno e notte hanno la stessa durata.
< Inverno: Posizione della Via Lattea al 21 dicembre: Solstizio invernale. Data del giorno solare più corto.
La Via Lattea Le quattro figure dimostrano la funzione della Via Lattea nelle quattro stagioni. La Via Lattea è l’ammasso di stelle che forma la “nostra” galassia. La Via Lattea non basta però a designare una data precisa, ma rappresenta un elemento d’orientamento nella „lettura del cielo notturno per la divisione del tempo nell’anno lunare e solare e lunare. Il calendario babilonese, quello ebraico e il ciclo di Metone
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I greci antichi conoscevano l’armonia celeste raccolta dal loro astronomo Metone e racchiusa nel ciclo omonimo. Metone, basandosi sulla scienza astronomica babilonese, definì che un ciclo di 19 anni consiste in 12 anni della durata di 12 mesi e di 7 anni della durata di 13 mesi“. Con questo ciclo si riesce a sincronizzare i 19 anni solari con i 235 periodi lunari. Metone semplificò l’osservazione celeste che presentava molte difficoltà a causa della visibilità o meno degli astri e delle stelle in questione, definendo gli anni del ciclo come segue: Anni della durata di 12 mesi: I, II, IV, V, VII, IX, X, XII, XIII, XIV, XVI, XVIII. Anni della durata di 13 mesi: III, VI, VIII, XI, XIV, XVII, XIX. Pleiadi (M 45) Luna piena 14 Nissan (Festa ebraica di Pessach)
4 Nissan 3 Nissan 2 Nissan
Apparizione o alba eliaca della “Luna nuova“, dopo il tramonto del sole al 1. di Nissan. Visibilità della falce lunare: 2 %)
Tramonto solare
Da destra a sinistra: L’osservazione nella quarta notte della Luna nuova (quarta notte di Nissan) permette di accertare se la congiunzione tra la Luna e le Pleiadi sia avvenuta. In tal caso l’anno avrà la durata di 12 mesi.
Chi era Metone ? L’astronomo greco di Atene adottò nel 432 a.C. la scienza mesopotamica ben più antica e creò il ciclo 19.enne di Metone. Proverbio ticinese e farese 11: “Lüna növa tri dì a la pröva” Questo proverbio è conosciuto oggi ancora nel dialetto ticinese 12 (Lüna növa, tri dì a la pröva), piemontese e pratese (Prato in provincia di Firenze: Lüna nova tri dè a la prova) e riflette chiaramente l’antica scienza dell’osservazione del cielo notturno e del movimento descritto dalla falce lunare della Luna nuova nei primi tre giorni della sua apparizione. Osservando e contando i tre giorni e le tre notti si poteva decidere se nella quarta notte avesse avuto luogo la congiunzione tra Luna e Pleiadi. L’sservazione notturna Il riscontro della prima falce lunare visibile, dopo la Luna nuova, definiva la data di "Rosh Chodesh” l’inizio del mese lunare ebraico. Il Consiglio Calendarico di Gerusalemme controllava la testimonianza dell’osservatore e comunicava, tramite segnali luminosi, l’avvenimento a tutta la regione circostante, così che feste e ricorrenze venissero celebrate in tutto il territorio alla medesima data. 11
12
Farese: Dal "Dizionario Garzanti": lemma che deriva dal longobardo fara "famiglia, stirpe": Le Fare erano situate lungo i confini per formare una cintura di protezione ai territori abitati dai Longobardi. Località denominate “Fara” sono presenti sul territorio italiano da Novara (Piemonte) a Rieti (Lazio). Proverbio esistente nella Valle di Blenio, confermato dalla signora Mariella Becchio di Dongio nell’anno 2005. Testo originale in judeo-piemontese: “Duman a l’è Rosh-Kodesh: lüna növa, tre dì en pröva”. Rosh-Kodesh, luna nuova, primo giorno del mese.
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La congiunzione Luna-Pleiadi L’osservatore che orienta e osserva il disco di Nebra verso Sud, posato davanti a sé come un piatto e con il segmento circolare della Via Lattea contro il proprio corpo, potrà constatare che la falce lunare raffigurata è veramente la prima fase del novilunio, essendo la „gobba“ lunare volta a ponente: „Gobba a ponente, Luna crescente“. La prima fase della Luna nuova sarà visibile subito dopo il tramonto del sole e tramonterà a sua volta, poco dopo, a ponente. Dopo il tramonto del prossimo giorno la Luna apparirà “spostata” verso levante di circa due ore e tramonterà così due ore più tardi della sera precedente e così via. La constatazione che la congiunzione con il gruppo delle Pleiadi sia avvenuta può avverarsi durante le prime sei ore notturne o nella notte seguente, quando le Pleiadi tramonteranno prima della Luna. La „Luna nuova“ e la “nuova Luna” L’usanza di dire „Luna nuova“ alla Luna in congiunzione con il sole e perciò invisibile non corrisponde alla realtà. L’apparire della prima fase visibile della Luna (ca. 2 % di visibilità) è in verità l’apparizione della „nuova Luna“ che si svilupperà nel giro di ca. 14 giorni in “Luna piena”. La fase lunare completa si svolge durante 29,523 giorni. L’età delle conoscenze astronomiche Sia gli antichi Greci (Metone) che i Babilonesi non hanno inventato l’astronomia, ma hanno inventato metodi derivati dall’osservazione astronomica per la divisione del tempo. Il disco di Nebra venne ritenuto, subito la sua apparizione, quale testimonio che l’astronomia sia nata a Nebra, in Germania. E’ assurdo dimenticare che l’astronomia è cresciuta nel tempo e si basa su antichissime conoscenze egiziane e babilonesi, così come la nomenclatura dei corpi celesti riconduce al tempo mesopotamico. Il disco di Nebra e Babilonia Gli allineamenti ricostruibili sul disco di Nebra confermano che il manufatto venne eseguito per „uso locale“. Sarà interessante scoprire quali vie portarono il sapere astronomico da Babilonia a Nebra o viceversa. Il sole di Adar (febbraio-marzo) si trova nella costellazione dei pesci Ecco una spiegazione al fatto che in molte regioni alpine si trovano incisioni rupestri rappresentanti piedini appaiati. Anche se la credenza popolare attribuisce le “impronte” a Santi, Madonne e addirittura al diavolo, questi “piedini” o come si dice in dialetto “pescìn”, rievocano la voce dialettale “pesit”, pesciolini e servirono da “promemoria”. Colorati nell’anno adatto, comunicavano ai fedeli se il calendario lunare raddoppiasse o no il mese di Adar. (Vedi il testo di Gianni Mazzucchelli: “I pescit d’ la Madona”, Pietra e Storia, 2005.
< II masso di Soglio che ora si trova a Coira (Canton Grigioni) nel giardino della “Casa Grigia”, mostra almeno sette paia di piedini.
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Esempio pratico dell’avvenuta congiunzione negli anni 2006 (5766), 2007 (5767), 2008 (5768): Data ---------------------------------------------Lunario Calendario Ebraico solare 2006 (IX. anno del 304.mo ciclo di Metone) 1 Nissan 5766 = 30 marzo 2006 Visibilità della falce lunare: 2%. 2 Nissan 5766 = 31 marzo 2006 Visibilità della falce lunare: 8%. 3 Nissan 5766 = 1 aprile 2006 Visibilità della falce lunare: 15%. > Congiunzione Luna+Pleiadi: 2 aprile, ore 01.06. Anno normale di 12 mesi. 4 Nissan 5766 = 2 aprile 2006 Visibilità della falce lunare: 24%. 2007 (X. anno del 304.mo ciclo di Metone) 1Nissan 5767 = 20 marzo 2007 Visibilità della falce lunare: 4%. 2 Nissan 5767 = 21 marzo 2007 Visibilità della falce lunare: 10%. 3 Nissan 5767 = 22 marzo 2007 Visibilità della falce lunare: 19%. > Congiunzione Luna+Pleiadi: 23 marzo, ore 06.06. Anno normale di 12 mesi. 4 Nissan 5767 = 23 marzo 2007 Visibilità della falce lunare: 29%. 2008 (XI. anno del 304.mo ciclo di Metone) 1 Nissan 5768 = 8 marzo 2008 Visibilità della falce lunare: 1%. 2 Nissan 5768 = 9 marzo 2008 Visibilità della falce lunare: 5%. 3 Nissan 5768 = 10 marzo 2008 Visibilità della falce lunare: 12%. 4 Nissan 5768 = 11 marzo 2008 Visibilità della falce lunare: 21%. > La congiunzione Luna+Pleiadi avviene dopo la quarta notte: 12 marzo, ore 19.00. Anno di 13 mesi (+Adar II). 5 Nissan 5768 = 12 marzo 2008 Visibilità della falce lunare: 31%. Ricordo la regola definita dal ciclo di Metone: Anni di 12 mesi lunari: I, II, IV, V, VII, IX, X, XII, XIII, XIV, XVI, XVIII. Anni di 13 mesi lunari: III, VI, VIII, XI, XIV, XVII, XIX. La congiunzione Luna+Pleiadi tra l’1 e il 2 di aprile 2006 avvenne esattamente alle ore 01.00 del 2 aprile (quarta notte di Nissan). La congiunzione stessa non era visibile, dato che sia la falce lunare che le Pleiadi erano tramontate a Ponente. Nella notte del 2 aprile si constatò l’avvenuta congiunzione osservando che il tramonto delle Pleiadi anticipava quello della falce lunare. Esempio: Congiunzione Luna+Pleiadi tra il
1. aprile 2006 (3 Nissan 5766) e il 2 aprile 2006 (4 Nissan 5766):
Orizzonte Orizzonte di Ponente al 1. aprile 2006: la Luna tramonta prima delle Pleiadi
Nella notte seguente, il 2 aprile 2006: la Luna tramonterà dopo le Pleiadi.
Congiunzione e “sorpasso” (2 aprile, ore 01.00)
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Dopo il solstizio invernale La terza Luna piena dopo il solstizio invernale (21 dicembre) segna la data del calendario ebraico del 14 Adar. A questa data si celebra la festa di Purim che ricorda la scampata strage degli Ebrei. Alla quarta Luna piena, al 14 del mese di Nissan, sarà celebrata la festività di Pessach, la Pasqua ebraica che ricorda la liberazione dalla schiavitù egiziana.
Queste ricorrenze avranno luogo alle date sopra citate, solo se nella quarta notte di Nissan sia possibile constatare l’avvenuta congiunzione tra Luna e Pleiadi.
Altrimenti si inserirà il mese supplementare della durata di 29 giorni, Adar II. KISLEW > TEWET > SCHEVAT > ADAR I > ADAR II > NISSAN (Nov.-Dic. > Dic.-Gen. > Gen.-Febbr. > Febbr. Marzo>Marzo-Aprile> Aprile-Maggio)
La festività di Pessach verrà spostata alla quinta Luna nuova, al 14 di Nissan.
La simbologia del disco di Nebra riflette l’uso del ciclo di Metone, nato dal sapere astronomico babilonese e incorporato nel “lunario” ebraico moderno. Sud Alba del 21 dicembre (solstizio invernale) Azimut 128,5 °
Tramonto del 21 dicembre (Solstizio invernale) Azimut 231,5 °
Est
Ovest
Albe del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 90 °
Tramonti del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 270 °
Alba del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 49 °
Tramonto del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 311 °
Nord
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La Via Lattea nel cielo primaverile
Sud
Levante
Levante
Ponente
Sud
La presupposta „barca“, che ripeterebbe un simbolo collegato alla mitologia dell’antico Egitto, è in verità l’arco della Via Lattea come appare nel cielo notturno alla data dell’inizio della primavera, il 21 marzo. La congiunzione Luna-Pleiadi nella quarta notte del novilunio La luna nuova appare ogni sera spostata di ca. 2 ore verso levante
Sud Levante
< quarta notte congiunzione
< terza notte < seconda notte < prima notte
Il movimento “apoparente” della falce lunare, che sorge ogni sera dopo il tramonto solare, dà l’impressione che la Luna si sposti sempre più verso levante. Questo „movimento“ porta alla congiunzione tra Luna e Pleiadi.
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Il calendario solare di Rothenfluh (BL) TRAMONTI
ALBE
N
1° maggio, ore 06.14. Azimut 65 gradi Nord. Data celtica: "BELTAINE"
21 giugno, ore 21.30 Giorno più lungo dell’anno Azimut 307 gradi Nord
Uf der Flue / Horn 21 marzo, ore 18.43; 23 sett. Ore 19.23*. Equinozi Azimut 270 gradi Nord
1° novembre, ore 17.13 Data celtica: "SAMAIN", Azimut 249 gradi Nord
21 giugno, ore 05.47 * (SZ) Giorno più lungo dell’anno Azimut 53 gradi Nord
Muretto centrale
Muretto centrale lungo ca. 65 metri
21 dicembre, ore 16.35 * Giorno più corto dell’anno Azimut 233 gradi Nord
* = Orari constatati all’orizzonte locale. SZ = Orario estivo - WZ = Orario invernale.
21 marzo, ore 06.32'25'' * (WZ) 23 settembre ore 07.18 (SZ) Equinozi. Azimut 90 gradi Nord
21 dicembre, inizio ore 08.25'7'' * Disco solare completo: ore 08.27'30'' * Giorno più corto dell’anno Azimut 127 gradi Nord
Oggetto preistorico Il calendario solare di Rothenfluh (CH – Cantone di Basilea-Campagna) così definito dallo scopritore Gianni Mazzucchelli nel 1991, permette di avvistare albe e tramonti dei solstizi e degli equinozi dell’anno solare. Frammenti di ceramica “nera” e di selce rinvenuti nel terriccio di scavo delle talpe locali nell’anno 2005, vennero datati nel primo millennio a.C. dall’Ufficio di Archeologia del Cantone di Basilea-Campagna. I tre “muretti” (Steinwälle) hanno dimensioni ragguardevoli. Quello centrale segna la direzione Est-Ovest, possiede una lunghezza di ca. 65 metri, una larghezza di 4 metri e un’altezza media di 1 metro. Il calendario si stende su un altopiano (650 m.s.m.) che permette l’osservazione dell’orizzonte con un angolo visivo di oltre 300 gradi. A sinistra sono riportate le date dei tramonti, a destra le albe equinoziali e solstiziali dell’anno solare. Per l’appassionato di astronomia è possibile anche l’osservazione lunare. L’opera è definita dal 1991 “oggetto archeologico protetto”.
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Sud Nebra: Alba del 21 dicembre (solstizio invernale) Azimut 128,5 ° Rothenfluh: Azimut 127 °
Nebra: Tramonto del 21 dicembre (solstizio invernale) Azimut 231,5 ° Rothenfluh: Azimut 233 °
Est
Ovest
Albe del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 90 °
Tramonti del 21 marzo e del 23 settembre (equinozi) Azimut 270 °
Rothenfluh: Azimut 307 °
Rothenfluh: Azimut 53 °
Nebra: Tramonto del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 311 °
Nebra: Alba del 21 giugno (solstizio estivo) Azimut 49 °
Nord
Differenza: Rothenfluh / Nebra Gli allineamenti presenti sul disco di Nebra (linee tratteggiate) corrispondono a quelli del Sonnenkalender di Rothenfluh (linee intere). La differenza presente tra i punti azimutali conferma che i due luoghi hanno posizioni geografiche diverse: Rothenfluh 47,5 N / 7,5 E – Nebra (Magdeburg/Nordharz) 51 N / 11,5 E.
Il tempo “preciso” Questi ritrovamenti dimostrano come i nostri avi cercarono febbrilmente di orientarsi nel tempo che, anche se inesistente, regolava e regola la vita terrena. Anche i moderni computer e gli orologi d’alta precisione vengono periodicamente corretti. Il nostro rapporto con i movimenti celesti e particolarmente con il “movimento” solare e lunare, è scemato a tal punto, che l’osservatore dichiara “sbagliata” la posizione dell’ombra proiettata dallo gnomone sulla superficie delle meridiane. Ombra che invece non erra.
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La conferma viene da Bochum Testo originale in lingua tedesca Die Himmelsscheibe von Nebra ist ein Mondkalender Rahlf Hansen 13 entschlüsselte auf der 3’600 Jahre alten Bronzescheibe eine Schaltmonat-Regel, die es den Menschen der Bronzezeit ermöglichte, die beiden uralten großen Kalender-Systeme der Menschheit, das Sonnenjahr mit 365 und das Mondjahr mit 354 Tagen, in Einklang zu bringen. Die 32 Zentimeter große Himmelsscheibe aus der frühen Bronzezeit erweist sich damit als eine astronomische Uhr, wie der Landesarchäologe von Sachsen-Anhalt, Harald Meller, der Astronom Hansen vom Planetarium Hamburg und sein Bochumer Kollege Wolfhard Schlosser am Dienstag auf einer Pressekonferenz in Halle an der Saale erklärten. Der Sensationsfund offenbart, dass die Schöpfer der Scheibe über ein herausragendes Wissen in Astronomie und Mathematik verfügten und tiefe Einblicke in die Mechanik der Himmelskörper hatten, wie die große Mehrheit der Forscher sie den Mitteleuropäern der Bronzezeit bislang nicht zugetraut hatten. [……..] Die Dicke der Sichel auf der Himmelsscheibe von Nebra ist keine Neulicht-Sichel. Die Sichel ist so dick, wie sie etwa einem 4,5 Tage alten Mond entspricht. Die Antwort fand Hansen in der «Mul-Apin»-Textsammlung aus dem 7. und 6. Jahrhundert vor Christus. Die Keilschrift-Texte aus Babylon sind ein Kompendium des «astronomischen Wissens aus frühesten Zeiten». Dort findet sich eine Zeitschaltregel, die sich auf eine Mondsichel im babylonischen Frühlingsmonat Nisannu (hebr. Nisan) bezieht. Der Diskus von Phaistos und das Hieroglyph der Plejaden Die Bezeichnung „Plejaden“, griechisch „peleiades“ wird von Prof. W. Schlosser eher vorgriechisch taxiert: “Griechisch pe-/be- ist mykenisch (Linear-B) ge-. Das Silbenzeichen von qe- wie auch (vermutlich) Hieroglyphen-Minoisch (Linear-A) ist aber . Z.B. auf dem Diskus von Phaistos (Insel Creta)“. Disco di Vladikavkaz (Ossezia settentrionale)
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Testo tratto da Internet: 25 febbraio 2006.
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Astronomia popolare Orologio di Mosé, dimmi tu che ora è ! Gli anziani abitanti della Valle di Blenio 14 (TI) ricordano oggi ancora come si individuavano le ore del giorno e in special modo l’ora di Mezzodì e l’ora serale, quando, durante l’infanzia, custodivano sull’alpeggio capre, pecore e mucche. L’estensione geografica della Valle di Blenio 15, da Sud a Nord, facilita l’orientamento dell’osservatore.
Mezzodì
S Levante Ponente
VI
XVIII
X
XV XII
Orologio di Mosè dimmi tu che ora è !
14
2005: Signora Dora Bianchi-Buzzi di Prenzi, e Lucio Emma (defunto), ambedue di Olivone, Valle di Blenio (TI). 15 Valle di Blenio: Valle del Sole e Valle delle luci.
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Pubblicazioni a cura dell’Associazione Pietra e Storia: - 2003: Nuova interpretazione della pittografia rupestre. Fascicolo 1 e 2. - 2005: Il Miqweh di Dongio (Italiano). - 2005: Die Mikweh von Dongio (Deutsch). - 2005: Il lastrone di Dagro (italiano) - 2005: Die Steintafel von Dagro (Deutsch). - 2006: Chiese biabsidali. - 2006: Le primavere di Dagro e Nebra: Lüna növa, tri dì a la pröva, Il calendario lunare (Il lastrone di Dagro CH-TI, Nebra D, Rothenfluh CH-BL). - 2006: Il basilisco della Capriasca, la contessa Crassa: interpretazione storica. - 2006: Barlotto, tregenda, akelarre, sinagoga. - 2006: Pugnali remedelliani e Madonne addolorate. - 2006: Cognomi redenti: da Cagainarca a Vacca.