Guardia di Finanza
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a liberazione del territorio nazionale dalla dittatura e dall’occupazione straniera, celebrata il 25 aprile di ogni anno, rappresenta un passaggio essenziale per l’affermazione dei princìpi di libertà, legalità e democrazia posti a fondamento della Carta costituzionale. Alla costruzione dell’Italia libera hanno contribuito, in modo determinante, interi Reparti e singoli militari della Guardia di Finanza i quali, anche a scapito della propria vita, si sono prodigati nel prestare soccorso ed aiuto alla popolazione civile in difficoltà e mobilitati per assicurare la difesa dell’ordine economico, messo in pericolo dal perdurare delle ostilità belliche. Per mantenere vivo il ricordo di quegli anni e testimoniare alle giovani generazioni lo spirito di sacrificio, la dedizione e l’amor patrio che hanno dimostrato i Finanzieri, si è ritenuto di dedicare l’edizione 2014 del Calendario Storico del Corpo al contributo fornito dalle Fiamme Gialle nella Guerra di Liberazione e nella successiva, delicata fase di ricostruzione economica e ripristino della legalità in un Paese martoriato dal conflitto mondiale. Nelle pagine che seguono risalta l’apporto decisivo della Guardia di Finanza attraverso un’emozionante narrazione dei più significativi atti eroici avvenuti durante gli scontri per la liberazione delle principali città dell’Italia centro-settentrionale nonché delle azioni umanitarie compiute a favore dei perseguitati dai regimi dittatoriali. Anche nel Dopoguerra, il Corpo – nonostante la carenza di risorse umane, materiali e finanziarie – ha saputo svolgere un ruolo centrale nel ripristino del sistema fiscale e nell’attività di vigilanza dei più importanti settori economici, con il potenziamento del servizio di polizia tributaria investigativa, finalizzato a contrastare gli illeciti arricchimenti verificatisi durante la guerra, controllare gli approvvigionamenti e scoraggiare l’evasione fiscale, il contrabbando e la criminalità organizzata. A quella straordinaria capacità di adattamento alle nuove esigenze del Paese, mostrata nella fase della ricostruzione post-bellica, deve essere ispirato, ancora oggi, l’agire di ogni Finanziere, per combattere, in maniera sempre più efficace, le minacce alla sicurezza economico-finanziaria dello Stato, nella consapevolezza della rilevanza per i cittadini delle missioni istituzionali affidate al Corpo. Sarà possibile, in tal modo, affermare pienamente i valori di equità, solidarietà e giustizia per i quali hanno combattuto e sacrificato la vita tante Fiamme Gialle cui questa pubblicazione rende un doveroso omaggio.
GEN. C.A. SAVERIO CAPOLUPO Comandante Generale della Guardia di Finanza
La Guardia di Finanza per l’Italia libera
1943-1954 ell’introdurre questo Calendario Storico, è inevitabile il riferimento a uno dei periodi più difficili e incerti della storia del nostro Paese. Nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’armistizio di Cassibile, il Paese si presentava diviso in due. Come ebbe a ricordare più volte il Presidente Carlo A. Ciampi, fu però in quel momento di collasso del sistema che gli italiani seppero, ritrovandosi soli davanti alla propria coscienza, reagire e combattere, superando la difficile prova di una Nazione che sentì di voler continuare a essere libera e unita, sotto nuove e democratiche istituzioni.
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Il sistema produttivo, che aveva significativamente sofferto durante i tre anni di conflitto, veniva ulteriormente indebolito da un’inflazione senza precedenti, frutto della decisione degli alleati di stampare cartamoneta in grandi quantità per finanziare il fabbisogno dell’apparato militare. Il fenomeno fu accentuato dal rapido sviluppo di un fiorente mercato clandestino dei beni di prima necessità, che risentiva di un’inefficace programmazione delle scorte e del razionamento. In un contesto caratterizzato da gravi criticità, il Corpo della Guardia di Finanza ha rappresentato un punto di riferimento per la collettività nazionale; ricordo in particolare il momento in cui interi Reparti e singoli Finanzieri decisero di unirsi e di partecipare attivamente alla Guerra di Liberazione, resistendo alle lusinghe della normalizzazione nazi-fascista. Si è trattato di un contributo di rilievo, che ci ha lasciato in memoria numerose azioni di valore, costate molto all’Istituzione in termini di sacrificio di vite umane. Sfogliando le pagine di questo Calendario è possibile rivivere i principali episodi che hanno visto coinvolti i militari della Guardia di Finanza; dall’atto di proclamazione dell’armistizio, in un clima di inquietudine e tensione, al successivo, progressivo maturare del desiderio di riscatto del Paese, fino alla definitiva liberazione. L’Italia libera, che nel 1954 vedrà di nuovo ricompresa nei suoi confini la città di Trieste, deve molto alle Fiamme Gialle: la fase di ripresa economica e l’introduzione di un nuovo assetto del sistema tributario, teso a garantire una più equa distribuzione del prelievo rispetto al passato, sono state le prime sfide che il Corpo ha dovuto affrontare nell’immediato Dopoguerra. Il contrasto all’evasione fiscale è divenuto, in tal modo, un obiettivo prioritario; unitamente alla lotta al contrabbando e alle organizzazioni criminali, ha rappresentato un prezioso strumento di consolidamento delle finanze pubbliche e un contributo determinante per lo sviluppo del Paese. Oggi come ieri, è necessario che quest’azione di tutela della sicurezza economico-finanziaria, cui la Guardia di Finanza contribuisce in termini rilevanti, sia strumentale alla ricostruzione di un rapporto di fiducia tra lo Stato e i cittadini, incardinato sulla consapevolezza del valore morale e sociale dell’obbligo tributario. Solo attraverso il sacrificio di ognuno, equamente distribuito in linea con il dettato costituzionale, sarà infatti possibile ripercorrere quella strada di crescita economica indispensabile per garantire il benessere comune e per riaffermare il ruolo centrale che il nostro Paese merita di interpretare sugli scenari internazionali.
FABRIZIO SACCOMANNI Ministro dell’Economia e delle Finanze
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7 1 Il Finanziere di Cefalonia. Medaglia d’Oro al Valor Militare al I Battaglione mobilitato della Guardia di Finanza. Quadro a tempera di Antonio Venturini. 2
Montenegro, 1943 ‒ Tenente Colonnello Annibale Lanzetta, Comandante del VI Battaglione mobilitato con un gruppo di collaborazionisti montenegrini. 3
Motomitraglieri del XIV Battaglione mobilitato Balcania. 4
Caserma “Cefalonia e Corfù”, sede della XVIII Legione di Roma. Monumento eretto a ricordo dei caduti del I Battaglione mobilitato. 5 XIV Battaglione in Dalmazia meridionale. Finanzieri e militi portuali in servizio nel porto di Gravosa (Ragusa).
8 settembre 1943: l’odissea dei Battaglioni mobilitati all’estero
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l giorno dell’annuncio dell’avvenuta sottoscrizione dell’armistizio, i militari della Regia Guardia di Finanza impiegati in compiti di natura militare erano oltre novemila, la maggior parte dei quali inquadrati nei Battaglioni mobilitati stanziati nei territori occupati durante la guerra. Colti di sorpresa dalla rapidità degli eventi, nella maggior parte dei casi questi Reparti seppero reagire con le armi ai tentativi di cattura, pur subendo centinaia di perdite; diverse migliaia di militari, in particolar modo quelli schierati nei Balcani, furono internati nei campi di concentramento in Germania.
6 Alcuni Ufficiali del I Battaglione mobilitato a Corfù. 7 Per il coraggio e lo spirito di sacrificio dimostrato dal I Battaglione è stata concessa alla Bandiera di Guerra del Corpo la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
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In Montenegro, il VI Battaglione aderì alla Resistenza entrando a far parte della Divisione partigiana italiana “Garibaldi”, meritando la concessione alla Bandiera di Guerra della Medaglia di Bronzo al Valor Militare, imitato, poco dopo, da quel che rimaneva del XV Battaglione. Analoga scelta fu compiuta dai componenti del III Battaglione, di stanza in Kosovo, i quali, sfuggiti alla cattura, si unirono al Comando Truppe Italiane della Montagna, continuando la lotta contro i tedeschi. Molti appartenenti al XVI Battaglione di stanza a Creta, disarmati e catturati dai tedeschi, persero la vita per il siluramento delle navi che li trasportavano in continente.
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Nelle isole greche di Cefalonia e Corfù il I Battaglione seguì la stessa tragica sorte della Divisione “Acqui”, partecipando attivamente ai combattimenti e subendo la spietata rappresaglia tedesca: il 25 settembre gli Ufficiali di stanza a Cefalonia vennero fucilati ed oltre cinquanta uomini caddero in combattimento o perirono nei campi di concentramento tedeschi. Per il coraggio e lo spirito di sacrificio dimostrato in quell’occasione dal I Battaglione è stata concessa alla Bandiera di Guerra del Corpo la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
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Dalmazia, ricognizione lungo le coste.
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La partecipazione alla guerra partigiana nei Balcani dei Finanzieri inquadrati nella Divisione “Garibaldi”. (Edizioni Duval Milano).
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Bari, maggio 1942 ‒ Gli Ufficiali del XVI Battaglione mobilitato con il Comandante, Maggiore Sebastiano Sciré. Da sinistra a destra: Sottotenente di complemento Giuseppe Brancato, Sottotenente medico di complemento Michele Sivo, Sottotenente di complemento Giovanni Zanoni, Tenente Marcello Gattinoni, Capitano Gualtiero Nicoletti, Maggiore Sebastiano Scirè. 11
Roma, 1950 ‒ Il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi decora la Bandiera di Guerra con la Medaglia d’Oro al Valor Militare per il sacrificio del I Battaglione mobilitato. 12 13
VI Battaglione mobilitato in Montenegro.
Gli Ufficiali del I Battaglione a Corfù.
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Dislocazione Battaglioni mobilitati, 8 settembre 1943.
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Balcani ‒ Reparti motomitraglieri di scorta ad un’autocolonna.
Numerosi furono anche i Finanzieri che, singolarmente, si unirono alle formazioni partigiane jugoslave o greche, tra i quali, merita di essere ricordata la figura del Sottotenente Attilio Corrubia, Medaglia d’Oro al Valor Militare, catturato ed impiccato dai tedeschi nel gennaio del 1944 in Grecia. Diversa, invece, fu la sorte toccata al “Naviglio della Guardia di Finanza”, passato agli ordini della Marina Militare: delle poche unità superstiti, alcune riuscirono a raggiungere i porti dell'Italia liberata, altre giunsero nei porti posti sotto il controllo alleato. Tra queste, la Pirovedetta "Postiglioni", salpata da Rodi nel settembre 1943 ed approdata ad Haifa dove venne impiegata agli ordini della Marina inglese in numerose missioni di guerra fino all’agosto del 1945. Per il contributo del naviglio del Corpo alla lotta contro il nazi-fascismo, nel 1949, è stata concessa alla Bandiera di Guerra la Medaglia d'Argento al Valor Militare. 12
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La reazione all’occupazione nazista 1
Circolo di Como, valico italo-svizzero di Maslianico.
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Bari, 9 settembre 1943 ‒ Difesa del porto da parte dei Finanzieri. Disegno del Generale Espedito Finizio.
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3 Pattuglia in appostamento nella zona di frontiera. 4 Matera, 21 settembre 1943 ‒ Difesa della città da parte dei Finanzieri. Disegno del Generale Espedito Finizio.
annuncio dell’armistizio colse impreparati molti comandi delle Forze Armate presenti in Patria, a causa della mancanza di precise ed immediate direttive sul comportamento da tenere. Tra questi anche quelli della Guardia di Finanza che, comunque, grazie a piani predisposti per tempo, riuscirono a garantire il funzionamento dell’intera catena di comando ed a costituire un valido punto di riferimento per i propri appartenenti. Questi ultimi, infatti, non esitarono ad imbracciare le armi per difendere la popolazione ed evitare la distruzione di importanti installazioni civili e militari.
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5 Controllo di una macchina al confine italo-svizzero. 6 Perlustrazione della rete di confine italo-svizzero.
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Il 9 settembre, nel porto di Bari, il sabotaggio delle banchine e delle navi ivi ormeggiate, tentato da un Reparto tedesco entrato di sorpresa, fu evitato dalla decisa reazione dei Finanzieri che vi prestavano servizio, fra i quali cadde valorosamente Luigi Partipilo, Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nello stesso giorno a Piombino, anche grazie ai militari del Corpo, venne respinto l’attacco alle installazioni portuali condotto da due equipaggi della marina tedesca, che alla fine furono costretti a reimbarcarsi dopo aver subito numerosi morti e feriti. A Matera, il 21 settembre, dopo violenti scontri a fuoco, i Finanzieri impedirono il saccheggio della città da parte di una colonna di truppe tedesche in ritirata, resistendo, successivamente, anche all’assalto portato contro la loro caserma. In quell’occasione perse la vita il Finanziere Vincenzo Rutigliano, decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Rilevante fu anche la partecipazione alle quattro giornate di Napoli, durante le quali le Fiamme Gialle combatterono con coraggio a fianco dei civili per la liberazione della città dall’esercito di occupazione. Verso la fine del settembre 1943, la situazione nei territori in mano ai nazi-fascisti si venne normalizzando e le truppe tedesche, in ossequio alle leggi internazionali, riconobbero alla Regia Guardia di Finanza lo status di Forza di Polizia, consentendole di continuare ad assolvere i propri compiti istituzionali e di mantenere la propria compagine territoriale. Tale circostanza renderà possibile, in seguito, prestare ausilio sia all’attività delle formazioni partigiane, sia alle migliaia di militari italiani, prigionieri di guerra, evasi e perseguitati per motivi politici e razziali.
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Bari ‒ Caserma Macchi, sede del Comando Regia Guardia di Finanza dell’Italia liberata. Caserta, 7 gennaio 1944 ‒ Il Colonnello Giovanni Acampora, Comandante della Guardia di Finanza del “Regno del Sud”, concordò con il Tenente Colonnello Pollock, Capo della polizia Alleata, la costituzione del Battaglione “R”, presso il Quartier Generale V Armata. 3
Macchina cifrante “Enigma”, utilizzata dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, di cui fece uso anche la Guardia di Finanza nell’immediato Dopoguerra per combattere le agguerrite organizzazioni contrabbandiere lungo i confini alpestri e marittimi.
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Il “Regno del Sud”
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l trasferimento della Corte e del Governo Badoglio a Brindisi in concomitanza con l’entrata in vigore dell’armistizio, determinò il collasso delle strutture militari e politico-amministrative anche nell’Italia meridionale non occupata dalle truppe tedesche, causando, tra l’altro, il mancato funzionamento del sistema degli ammassi e la paralisi dei trasporti.
4 La Caserma “Zanzur”, sede della Legione di Napoli. 5 Motolancia M.L. 51 della Squadriglia Navale di Venezia, dislocata a Barletta per il servizio di guardia mobile agli sbarramenti del porto; scorta navi in entrata ed uscita dal porto stesso, 1940-1945.
Ciò comportò, di conseguenza, l’emergere di una grave crisi alimentare e la nascita di un fiorente mercato clandestino – alimentato dai traffici illeciti che si sviluppavano intorno ai depositi logistici angloamericani – reso ancor più drammatico dall’esplosione di un’inflazione senza precedenti per l’immissione in circolazione di grosse quantità di carta-moneta, le “AM-Lire”.
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In questa difficile situazione si trovò ad operare il “Comando Regia Guardia di Finanza per l’Italia liberata”, costituito a Bari nell'ottobre 1943 e successivamente trasferito a Salerno al seguito del Governo legittimo. La struttura, che contava circa seimila uomini, operava in stretta sinergia con la “Military Police”, principalmente in compiti di ordine pubblico, sicurezza e sorveglianza di magazzini, scorta automezzi, repressione della borsa nera e del contrabbando di ogni genere. La cooperazione con gli alleati, inoltre, venne assicurata anche tramite la costituzione di Reparti ad hoc, quali la “Compagnia speciale AMG”, con funzioni di raccordo tra le amministrazioni italiane di vari Enti di cui si componeva l’“Allied Military Government”, ed il Battaglione “R” (Roma) destinato a riattivare i servizi di polizia tributaria ed economica nella capitale in occasione della sua liberazione ed impiegato, nei primi mesi del 1944, nella zona di Napoli con compiti di polizia militare, di vigilanza ai depositi di generi alimentari e di scorta alle autocolonne angloamericane dirette verso il fronte di Cassino.
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3 Lettera con la quale il Comando Generale ordina al Generale Filippo Crimi di assumere l’incarico di Comandante dei Reparti del Corpo presenti nella “Città aperta” di Roma.
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Roma, 1943 ‒ La folla fa ressa davanti ad una mensa popolare (dal libro “Due anni di storia: 1943-1945” di Attilio Tamaro).
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Roma “Città aperta”
Roma, 4 giugno 1944 ‒ Assalto alla Caserma “Piave” in un disegno di Valerio Gibellini.
2 Roma, settembre 1943 ‒ La sfilata dei carri armati tedeschi in Piazza del Popolo, mentre raggiungono le postazioni strategiche per l’occupazione militare (da “La tragedia della guerra nel Lazio a Roma, Cassino, Nettuno, Anzio 1943-1944” di Bruno Ghigi).
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l 10 settembre 1943, piegata l’ultima resistenza che aveva invano tentato di difendere la città, Roma venne confermata “Città aperta” ed affidata al controllo delle Forze di Polizia italiane, sotto la vigilanza di un Comandante militare tedesco. Per tale ragione, il 15 settembre venne istituito il “Comando della Guardia di Finanza per il servizio di polizia nella Città aperta di Roma”, che poteva contare su circa duemila uomini, destinati da lì a poco ad aumentare considerevolmente con l’arruolamento di Finanzieri ausiliari, per mezzo del quale fu anche possibile sottrarre ai rastrellamenti dei nazi-fascisti numerosi militari delle Forze Armate regie e attivisti di partiti politici.
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5 Bombardamento di Roma del 19 luglio 1943. Casa sventrata da una bomba di grosso calibro (A. Tamaro, op.cit.). 6 Bracciali in dotazione ai Finanzieri in servizio di polizia nella “Città aperta” di Roma.
L’operatività del Corpo si concentrò, quindi, quasi esclusivamente nel settore della polizia economica, attraverso la creazione di un “Nucleo annonario” cui erano affidate le indagini in materia di violazioni alle norme sul razionamento e sulla disciplina dei prezzi e di un “Ufficio servizi protezione alimentazione”, dal quale dipendeva un “Reparto scorte” incaricato di proteggere le autocolonne con i rifornimenti indispensabili per la città. Per la repressione del mercato nero era stata inoltre istituita una cintura di posti di blocco lungo le vie consolari e presso i mercati generali, lo scalo ferroviario di S. Lorenzo ed alcuni importanti impianti industriali. Il 21 ottobre, un primo nucleo di Ufficiali costituì l’organizzazione clandestina della Guardia di Finanza a Roma, nella quale, in breve tempo, entrò a far parte quasi tutto il personale in servizio nella Capitale e che, a metà dicembre, venne integrata nel fronte clandestino militare del Colonnello Cordero di Montezemolo. La relativa libertà di movimento di cui godevano i Finanzieri consentì loro di svolgere una proficua attività di raccolta di informazioni sui movimenti delle truppe nazi-fasciste dirette verso la testa di ponte di Anzio, della quale si avvantaggiarono sia gli alleati sia le formazioni partigiane. A queste ultime furono fornite, altresì, armi e munizioni prelevate di nascosto dal deposito di Forte Prenestino, affidato proprio alla custodia della Guardia di Finanza.
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Timbri falsi, nella valigetta originale in cui erano occultati, utilizzati dalla Guardia di Finanza durante la Resistenza a Milano per l’attività clandestina.
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Roma, settembre 1943 – Il dispositivo militare tedesco soffoca la città (B. Ghigi, op.cit.).
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9 Roma, marzo 1944 – Bombardamento della Caserma “Piave” di Roma. 10
Manifesto con il quale si richiede alla popolazione della “Città aperta” di Roma di consegnare le armi entro le ore 24 del 15 settembre 1943.
11 Il drammatico dissolvimento dell’Esercito italiano. Soldati catturati dai Tedeschi in attesa della deportazione (B. Ghigi, op.cit.). 12
Roma, 26 luglio 1943 – Il manifesto del Comando del Corpo d’Armata di Roma annunciante l’attuazione dello stato di guerra nella provincia (A. Tamaro, op.cit.). 13 Sottotenente Giorgio Barbarisi, Comandante il plotone posto a difesa del Campidoglio, nelle ore che precedettero l’ingresso degli alleati nella Capitale. 14
Il traffico dei rifornimenti tedeschi per il fronte dell’Italia meridionale era deviato alla periferia di Roma su strade secondarie (A. Tamaro, op.cit.).
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Per tale circostanza merita di essere ricordata la figura del Finanziere Marcello Guarcino il quale, nonostante fosse stato rinvenuto in possesso di munizioni da un Reparto di “SS” che aveva circondato il Forte e perquisito il corpo di guardia il 3 aprile 1944, sebbene sottoposto a feroci torture, riuscì a non rivelare elementi compromettenti per l’organizzazione. Non episodica fu anche la scelta di altri militari del Corpo, i quali preferirono aderire direttamente alla Resistenza o, addirittura, creare proprie bande partigiane. È il caso, ad esempio, del Brigadiere Mariano Buratti, Medaglia d’Oro al Valor Militare, già in servizio presso la Compagnia di Viterbo, arrestato dalla Gestapo, dietro delazione, e fucilato a Forte Bravetta il 31 gennaio 1944. Nelle ore che precedettero l’ingresso degli alleati nella Capitale, alla Guardia di Finanza venne demandato il compito di occupare i Commissariati di Pubblica Sicurezza, di preservare l’ordine pubblico al momento del passaggio dei poteri e di provvedere alla protezione della sede del C.L.N., in piazza di Spagna, e del Campidoglio, sede del Governatorato di Roma.
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I Finanzieri resistettero, inoltre, pur contando molti feriti, anche all’attacco alla caserma di viale XXI Aprile, condotto da nuclei di paracadutisti che intendevano impossessarsi degli automezzi. All’arrivo delle truppe angloamericane in città, il Comandante del plotone posto a difesa del Campidoglio, Sottotenente Giorgio Barbarisi, ottenne di far alzare il Tricolore italiano insieme alle bandiere alleate. Purtroppo, poche ore dopo, il giovane Ufficiale, rimase ucciso, a causa di un tragico equivoco, per mano di un esponente della Resistenza, meritando la decorazione della “Bronze Star Medal” dell’Esercito americano. 12
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1 Elementi della Brigata partigiana Zelasco della Divisione “Coduri” – VI Zona ligure con il vice Comandante, Brigadiere Guardia di Finanza Pietro Secchi. 2 Sforzacosta (MC), 15 aprile 1944 – L’allievo Finanziere Livio Cicalè immola la sua vita per soccorrere un partigiano ferito della sua formazione. Disegno di Valerio Gibellini. 3 Fiamme in uso nella Seconda Guerra mondiale. 4 Sottobrigadiere Ciro Iannaccone, partigiano combattente. 5 Ingresso della Brigata di Germasino (CO), ove Mussolini fu portato subito dopo l’arresto.
L’attività partigiana e la collaborazione con i Comitati di Liberazione Nazionale a partecipazione di interi Reparti della Guardia di Finanza e singoli Finanzieri alla Guerra di Liberazione fu particolarmente rilevante nell’Italia centro-settentrionale. In più di mille persero la vita ed alcune migliaia vennero internati nei campi di concentramento. Per mantenere vivo il ricordo di tali tragici eventi, nel 1984, alla Bandiera di Guerra del Corpo è stata concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
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Tra i caduti negli scontri avvenuti in Abruzzo ed in Umbria, si ricordano i Finanzieri Damaso Di Loreto, Beniamino Minicucci, Medaglia d’Oro al Merito Civile, e Livio Cicalè, Medaglia d’Argento al Valor Militare, fucilati dopo essere stati catturati dai tedeschi con le armi in pugno, mentre il Tenente Livio Rivosecchi, gli Allievi Ufficiali Enzo Climinti e Francesco Patrizi, ed il Maresciallo Settimio Formica entrarono nei movimenti partigiani e nei Comitati di Liberazione Nazionale locali.
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Il Sottotenente Gian Maria Paolini, Medaglia d’Argento al Valor Militare, che aveva costituito una autonoma formazione partigiana attiva nell’entroterra ascolano, venne catturato il 24 aprile 1944 e fucilato a S. Giovanni Valdarno. Nella battaglia per la liberazione di Firenze, su indicazione del C.L.N. toscano, ai Finanzieri fu demandato il compito di difendere i magazzini dell’Annona dai saccheggi delle truppe tedesche in ritirata, con le quali vennero ingaggiati intensi scontri a fuoco che costarono la vita all’Appuntato Agostino Palmieri ed il ferimento del Sottobrigadiere Vittorio Chierroni. 3
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Un ruolo significativo ebbe anche il Tenente Angiolo Gracci, Comandante della XXII Brigata garibaldina "Senigaglia", il quale, con il suo Reparto, in data 11 agosto 1944, fu il primo ad attraversare il fiume Arno ed a costituire una testa di ponte che consentì poi l’occupazione del centro storico di Firenze da parte delle altre formazioni partigiane e delle avanguardie canadesi. A Lucca, invece, dove i Finanzieri furono impegnati nella difesa delle porte della città e della Manifattura Tabacchi e fatti segno, il mattino del 5 settembre, di colpi di artiglieria che causarono la morte dell’Appuntato Gaetano Lamberti ed il ferimento dell’Allievo Finanziere Cesare Giuntoli. Poco distante, a Pietrasanta ed a Fivizzano, vennero fucilati l’Appuntato Francesco Fancello ed il Finanziere Rosario Arnone. Il 16 settembre 1944, nella frazione di Bergiola Foscalina, il Maresciallo Vincenzo Giudice, Comandante della Brigata di Carrara, alla cui memoria verrà conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare perse la vita nell’eroico tentativo di sottrarre alla morte un gruppo di ostaggi catturati dalle “SS” nel corso di una rappresaglia. La strage di Marzabotto del 1° ottobre 1944 annovera tra le vittime pure il Finanziere Sabatino Nannetti, arruolato in una formazione partigiana attiva nei dintorni di Bologna. Tra i militari particolarmente distintisi per coraggio e amor patrio nella Guerra di Liberazione merita, inoltre, di essere ricordato, il Finanziere Quintino Sicuro, appartenente alla II Brigata partigiana “Garibaldi”, il quale nel 1947, dismessa la divisa, diventò prima frate francescano, poi eremita ed infine sacerdote nel 1961. Dopo la sua morte, nel 1968, è iniziata la causa di beatificazione.
6 Il Finanziere Attilio Martinetto, Medaglia d’Oro al Valore della Guardia di Finanza. 7 Roma, giugno 1944 – Partigiani e Finanzieri nella Capitale (foto tratta da “Il Messaggero”). 8 e 9 Il Maresciallo Maggiore Vincenzo Giudice, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Disegno di Walter Molino e foto. 10 Festa del Corpo 1984 – Il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, decora la Bandiera della Guardia di Finanza con Medaglia d’Oro per la partecipazione alla Resistenza e alla Guerra di Liberazione.
Preziosi furono, altresì, i contributi informativi forniti dal Finanziere Francesco Niglio, Medaglia d’Argento al Valore della Guardia di Finanza, che, per conto dei servizi segreti italiani, collaborò con il controspionaggio americano, e dal Finanziere Attilio Martinetto, Medaglia d’Oro al Valore della Guardia di Finanza, il quale, infiltratosi sotto copertura nelle Brigate Nere fasciste, riuscì in più occasioni a fornire alla Resistenza, in anticipo, notizie sui rastrellamenti. Catturato, venne fucilato il 25 novembre del 1944. Nel settembre 1944, le Compagnie di Domodossola e S. Maria Maggiore passarono a disposizione della Repubblica partigiana dell’Ossola, dando vita ad un Reparto di “Guardia Finanziaria” con il compito di sovrintendere alla raccolta ed alla distribuzione delle risorse alimentari alla popolazione civile ed al ripristino del servizio di vigilanza doganale al confine svizzero. A Milano, tra i tanti valorosi, meritano un cenno particolare, per il ruolo determinate svolto, il Colonnello Alfredo Malgeri, Medaglia d’Oro al Valore della Guardia di Finanza, ed il Tenente Augusto de Laurentiis, membro dell’organizzazione clandestina “Franchi” tra le cui fila militarono Finanzieri incaricati, tra l’altro, di stampare le false tessere di riconoscimento con le quali molti esponenti di spicco della Resistenza poterono circolare nell’Italia settentrionale, qualificandosi come appartenenti al Corpo. 9
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Il Colonnello Alfredo Malgeri, al comando del Reggimento della Guardia di Finanza che ha partecipato ai combattimenti per la Liberazione della CittĂ di Milano, sfila in Piazza Duomo alla testa delle Brigate partigiane, 6 maggio 1945.
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Il Battaglione “R” e la “Squadra speciale” on l’approssimarsi della liberazione di Roma, il Battaglione “R” della Guardia di Finanza, al Comando del Capitano Vincenzo Sciuto, Medaglia di Bronzo al Valor Militare, venne inquadrato nella “Special Force” della V Armata americana e trasferito sulla testa di ponte di Anzio, ove sostenne diversi combattimenti contro i tedeschi. Tra i primi Reparti ad entrare a Roma, il Battaglione venne impiegato nei servizi di ordine pubblico, nella vigilanza ad istituzioni finanziarie ed alla Zecca, nella scorta ai rifornimenti delle truppe alleate dirette verso il nord, per poi essere smobilitato il 31 agosto 1944.
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1 Il Generale statunitense Mark W. Clark decora il Capitano Vincenzo Sciuto, Comandante del Battaglione “R” che partecipò allo sbarco di Anzio ed entrò a Roma con le avanguardie della V Armata, 28 novembre 1944. 2 Autocarro USA dell’AMG con Finanzieri impiegati nella repressione del mercato nero in Italia centrale sotto l’amministrazione Alleata. 3 Roma, 10 marzo 1944 – Visita al Comando Generale del Corpo di Funzionari e Ufficiali della V Armata americana. 4 “Special Identity Card” rilasciata agli appartenenti alle Forze di Polizia in Italia durante la Guerra di Liberazione.
Ancor prima del Battaglione “R”, entrò nella Capitale il “Plotone Autonomo Investigativo AMG”, agli ordini del Tenente Emilio Lapiello, che operava alle dipendenze della Commissione Alleata di Controllo, nell’ambito della quale era stata creata una “Squadra speciale”, con compiti di controspionaggio e raccolta informazioni per conto del “Counter Intelligence Center” (CIC) americano. A tale unità speciale, in particolare, era stata affidata una missione cruciale per il futuro dell’economia del Paese: far parte dell’aliquota che sarebbe entrata per prima a Roma, insieme ad alcuni Ufficiali alleati, così da recarsi presso i maggiori istituti bancari e finanziari, evitando che le riserve di oro e di valuta, nazionale ed estera, potessero essere sottratte nel delicato momento del passaggio dei poteri al Governo Militare Alleato. Grazie alla elevata considerazione ed alla fiducia che gli angloamericani riponevano in lui e nel suo manipolo di uomini, il Tenente Emilio Lapiello venne anche nominato rappresentante della Commissione di Controllo Alleata presso la Banca d’Italia. La sua squadra continuò ad operare a Roma per diversi mesi per conto del controspionaggio americano, prendendo il nome di “Nucleo S” e stabilendo la sua sede in Piazza Galeno n. 3. 1 2
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2 Il controllo al confine operato da pattuglie della Guardia di Finanza nei giorni dell'insurrezione. 1
Milano, 30 aprile 1945 – Il Generale Wills D. Crittenberger, Comandante del IV Corpo d’Armata americano, passa in rassegna un picchetto di Finanzieri.
Milano, 25 aprile 1945: l’insurrezione generale
3 Il Finanziere Roberto Spirito, ucciso dai nazisti nel 1945, decorato di Medaglia di Bronzo al Valore della Guardia di Finanza. 4 Diploma di Cittadinanza Onoraria di Milano alla Guardia di Finanza per la Liberazione. 5 Milano, 19 aprile 1945 – In primo piano, alcuni militari del Corpo con al braccio la fascia del C.L.N. (foto di Christian Schiefer, dalla brochure stampata in occasione del Memorial della Liberazione di Milano del 25 aprile 2005).
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l 21 aprile 1945, quando la linea gotica fu spezzata e le avanguardie alleate costituirono le prime teste di ponte oltre il Po, i Comandi della Guardia di Finanza dell’Italia settentrionale si fecero trovare pronti per l’avvio dell’insurrezione generale, anche grazie a dettagliati piani di intervento concordati, a livello locale, con i Comitati di Liberazione Nazionale.
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A Milano, dove nel frattempo si erano riunite le massime gerarchie fasciste e dove operavano sia il Comitato di Liberazione Nazionale per l’Alta Italia sia il Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà, il Colonnello Alfredo Malgeri aveva collaborato alla redazione di un articolato piano insurrezionale. In tale ambito, i Finanzieri presenti a Milano avrebbero dovuto costituire un Reggimento di formazione, per una forza complessiva di circa cinquecento uomini, da radunare presso le caserme di via Melchiorre Gioia, via Valtellina e piazzale Sicilia; da lì sarebbe successivamente partita l’offensiva per l’acquisizione del controllo della città. Il personale in forza ai Reparti alle sedi di Como, Varese, Sondrio, Pavia e Brescia, invece, sarebbe dovuto rimanere al proprio posto di servizio per garantire l’ordine pubblico, qualunque piega avessero preso gli eventi. Alcuni atti propedeutici all’assalto finale prepararono la strada all’insurrezione vera e propria. 4
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6 Chiasso, 26 aprile 1945 – Foto di gruppo dei membri della Brigata Partigiana “Franchi”, tra i quali il Tenente Augusto De Laurentiis, il Tenente Antonio Finizio ed il Brigadiere Eustachio Dell’Acqua. 7
Finanzieri della Legione di Milano al rientro in Caserma, dopo la Liberazione della città. 8 Moschetto automatico Beretta modello 1938/A, calibro 9 lungo, in dotazione ai Reparti del Corpo. 9
Milano, 26 aprile 1945 – L’attacco alla Prefettura. Disegno di Valerio Gibellini. 10
Uniforme della Guardia di Finanza, 1944-1953. Nel 1945, per gli Ufficiali furono ripristinati i distintivi di grado sulle spalline. 11 Venezia, 27-28 aprile 1945 – I Finanzieri della Legione Veneta inquadrati tra i patrioti del Gruppo Mazzini a Piazza San Marco.
In particolare, il 23 aprile vennero sottratte tre autoblindo dall’autoparco tedesco nella zona della fiera campionaria di Milano mentre due giorni dopo, con un’ulteriore azione a sorpresa, dalla caserma della Polizia Ausiliaria in via Palmieri furono sottratte numerose armi automatiche e, grazie ad un ingegnoso stratagemma, dalla sede della Banca d’Italia quaranta milioni di lire che le Autorità fasciste, proprio in quel momento, stavano prelevando.
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La sera del 25 aprile, verso le ventidue, un Reparto fu inviato ad occupare la sede del “Popolo d'Italia” e, poco dopo, ricevuto il preavviso per l’insurrezione generale, il reggimento si mise in marcia. Il Palazzo del Governo, in corso Monforte fu, quindi, raggiunto dopo scontri a fuoco di lieve entità ed occupato senza difficoltà. Stessa sorte toccò al palazzo della Provincia, al Municipio, al Comando militare repubblicano ed alla sede dell’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche in corso Sempione. Alle ore otto del 26 aprile, il Colonnello Malgeri, che aveva diretto personalmente l’azione, accolse il nuovo Prefetto della città nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale per l’Alta Italia. Quasi contemporaneamente e nei giorni successivi, in molte altre città d’Italia e località della Lombardia, i Finanzieri parteciparono attivamente agli scontri finali, all’occupazione degli uffici pubblici ed al disarmo delle forze nazi-fasciste. A Pavia, in uno scontro con un gruppo di Ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana furono uccisi il Tenente Francesco Lillo, l’Appuntato Tommaso Coletta ed il Finanziere Roberto Spirito. A Porlezza, una pattuglia della locale Tenenza arrestò i Ministri Buffarini Guidi e Tarchi, sorpresi mentre tentavano di rifugiarsi in Svizzera. A Genova, i Finanzieri parteciparono ai combattimenti per l’eliminazione dei residui nuclei fascisti, nonché al fermo dei marinai tedeschi asserragliati all’interno nel porto. A Trieste, le Fiamme Gialle, d’intesa con il C.L.N. locale, occuparono e difesero la Banca d’Italia, la centrale elettrica ed il porto. A Torino, oltre a respingere gli attacchi contro le caserme, presidiarono sia i docks che la Manifattura Tabacchi ed occuparono la sede della “Gazzetta del Popolo”.
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Anche a Dongo, in occasione della cattura di Mussolini, ebbero un ruolo importante i Finanzieri appartenenti alla rete clandestina del Tenente Colonnello Luigi Villani, tra i quali si ricorda il Finanziere Urbano Lazzaro che materialmente procedette alla cattura del Duce. Il 29 aprile 1945, il “Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà” dispose che tutti i Comandi della Guardia di Finanza dell’Italia settentrionale passassero agli ordini del Colonnello Malgeri nominato “Comandante generale provvisorio per l’Alta Italia”.
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L’aiuto agli ebrei ed ai perseguitati politici
1 Mauthausen, 30 settembre 2011 – Deposizione di una targa a ricordo dei Finanzieri caduti nei lager nazisti. 2 Il Finanziere Giovanni Gavino Tolis, Medaglia d’Oro al Merito Civile. 3 Valico italo-svizzero di Ponte Ribellasca (SO).
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ei territori sotto il controllo delle truppe nazi-fasciste, le Fiamme Gialle svolsero un’importante azione umanitaria a favore degli ebrei e dei perseguitati politici, anche a costo della loro vita, aiutando molti sventurati a raggiungere la Svizzera. Merita menzionare, in particolare: il Capitano Leonardo Marinelli che con i suoi uomini, a Madonna di Tirano, il 12 settembre 1943, riuscì a far espatriare circa trecento ebrei di origine slava, liberati dal campo di internamento dell’Aprica; il Brigadiere Salvatore Serra ed il Finanziere Antonio Ambroselli, recentemente insignito della Medaglia di Bronzo al Merito Civile e della Medaglia d’Oro della Fondazione Carnegie, che riuscirono a far evadere moltissime persone dai vagoni ferroviari che da Roma Tiburtina erano diretti verso i campi di concentramento in Germania.
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5 Confine italo-svizzero, settembre 1943 – Colonna di profughi ebrei in fuga verso la libertà. 6 Il Tenente Giuseppe Pollo, “Giusto tra le Nazioni”. 7 Valle Stura – Colle della Maddalena. Confine con la Francia. 8 Roma, Giorno della memoria 2009 – Stele commemorativa dei Finanzieri proclamati “Giusti tra le Nazioni”. 9
Medaglia di “Giusto tra le Nazioni”.
Sempre nel drammatico tentativo di prestare aiuto agli ebrei, perse la vita il Finanziere Salvatore Corrias, divenuto membro di una Brigata partigiana, arrestato e fucilato dai fascisti il 28 gennaio 1945 in provincia di Como. Al militare, unitamente al Maggiore Raffaello Tani, ai Tenenti Giuseppe Pollo e Giorgio Cevoli ed al Finanziere Giulio Massarelli, nel 2008 lo Stato di Israele ha conferito, alla memoria, l’onorificenza di “Giusti tra le Nazioni”, massimo riconoscimento per coloro che aiutarono la popolazione ebrea a sopravvivere all’Olocausto. Altre Fiamme Gialle furono barbaramente trucidate nei lager per aver salvato tante vite umane dalle persecuzioni nazi-fasciste; tra questi: il Maresciallo Luigi Cortile, l’Appuntato Domenico Amato, ed i Finanzieri Tullo Centurioni, Claudio Sacchelli e Giovanni Gavino Tolis, morti nel campo di concentramento di Mauthausen, in Austria, e recentemente decorati con la Medaglia d’Oro al Merito Civile.
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4 Il Finanziere Salvatore Corrias, Medaglia d’Oro al Merito Civile e “Giusto tra le Nazioni”.
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Nel 2005, per l’opera prestata dai militari e dai Reparti della Guardia di Finanza, alla Bandiera di Guerra del Corpo è stata concessa la Medaglia d’Oro al Merito Civile e, nel 2011, il Comandante Generale della Guardia di Finanza ha voluto apporre una targa ricordo e deporre una corona di alloro presso il lager di Mauthausen, a commemorazione degli oltre 230 Finanzieri che trovarono la morte nei campi di sterminio. 4
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1 e 4 Trieste, 7 maggio 1945 – Rastrellamento dei Finanzieri della Legione di Trieste da parte dei partigiani titini.
Le vittime delle foibe e l’aiuto alle popolazioni sul confine orientale
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ei mesi successivi all’armistizio del 1943, gli italiani presenti in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, furono oggetto di una crudele e sommaria “giustizia popolare”. In tale drammatica situazione, nel tentativo di prestare aiuto, molte Fiamme Gialle non esitarono a rischiare la propria vita per sottrarre alle violenze dei tedeschi o dei partigiani slavi inermi civili. Tra questi eroi meritano di essere ricordati: il Maresciallo Antonio Farinatti, Medaglia d’Oro al Merito Civile, Comandante della Brigata di Parenzo, in Istria, ucciso il 21 settembre 1943 a Vines ed infoibato, e Don Giuseppe Gabana, Medaglia d’Oro al Merito Civile, Cappellano Militare della Guardia di Finanza di Trieste, il quale, nel marzo del 1944, venne ucciso per non aver voluto desistere dal prodigarsi da sacerdote in favore delle centinaia di Finanzieri rimasti al proprio posto, dei profughi istriani e degli ebrei triestini.
2 Funerali a Parenzo per le salme recuperate dalla foiba di Villa Surani, 13 dicembre 1943. 3
Don Giuseppe Gabana.
5 La Brigata di Slappe d’Istria difesa dai Finanzieri, maggio 1945. 6 La Bandiera di Guerra del Corpo viene insignita nel 2008 della Medaglia d’Oro al Merito Civile, concessa per l’alto tributo di sangue pagato dai nostri militari sul confine orientale dopo l'8 settembre 1943.
Altrettanto eroiche furono le gesta compiute dal Sottotenente Giuseppe Osana, Medaglia d’Argento al Valore della Guardia di Finanza, che divenne Comandante di un Battaglione partigiano con compiti di difesa della popolazione in Friuli e nel Veneto, e dal Sottotenente Silvio Stella, Medaglia di Bronzo al Valor Militare, autore del rocambolesco salvataggio dei 129 feriti dell’ospedale Militare di Zaravecchia, in Dalmazia, evacuati e rimpatriati il 13 settembre 1943.
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Nel maggio 1945, durante l’occupazione da parte delle truppe di Tito, per gli italiani al confine orientale ritornò l’incubo delle persecuzioni, con migliaia di arresti ed esecuzioni sommarie, che durarono per un intero lunghissimo mese, fino a quando gli angloamericani si sostituirono alle truppe slave nel controllo della città di Trieste. Anche in questo caso la Guardia di Finanza pagò un elevato tributo di sangue. Centinaia di Finanzieri, infatti, vennero arrestati con l’inganno ed uccisi senza ragione dai partigiani di Tito. È quanto purtroppo accadde nell’eccidio di Buttrio (UD), dove gli Appuntati Efisio Corrias, Vincenzo Flore e Michele Buono, ed i Finanzieri Alberto Cantù, Giuseppe D’Arrigo, Michelangelo Bonfante, Nazzareno Ciardiello, Pierino Corinti e Michele Mancini, tutti decorati con la Medaglia di Bronzo al Valor Civile, furono catturati mentre presidiavano un magazzino di viveri e, di lì a poco, fucilati.
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Ed è quanto avvenne con il massacro della foiba di Basovizza, nella quale furono molto probabilmente scaraventati gli oltre cento Finanzieri in servizio presso la Caserma di Campo Marzio a Trieste. A nulla valsero gli sforzi profusi dal Colonnello Persirio Marini, Medaglia d’Oro al Valore della Guardia di Finanza, allora Comandante della Legione di Trieste, il quale giunse anche ad offrire la propria vita pur di ottenere l’immediato rilascio dei Finanzieri triestini. In memoria degli oltre cinquecento appartenenti al Corpo morti o dispersi, che, tra il 1943 ed il 1945, sacrificarono la propria vita per la difesa delle comunità italiane e slave stanziate sul confine orientale, alla Bandiera di Guerra del Corpo è stata concessa la Medaglia d’Oro al Merito Civile. 4
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1 La Bandiera di Guerra entra a Trieste di nuovo italiana, 3 novembre 1954. 2 Trieste, 27 ottobre 1954 – Due finanzieri, uno della Repubblica Italiana, l’altro del Territorio Libero di Trieste, lungo il Molo Bersaglieri. 3
Territorio Libero di Trieste – Servizio di controllo giochi e lotterie.
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1945-1954: la Guardia di Finanza a Trieste
5 Territorio Libero di Trieste, ottobre 1953 – Servizio agli opifici della zona IV. .
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on gli accordi di Belgrado del 9 giugno 1945, i territori italiani situati al confine orientale vennero divisi dalla “Linea Morgan” rispettivamente nella Zona “A”, amministrata dagli angloamericani e nella Zona “B”, di competenza jugoslava. Nel territorio sotto il proprio controllo, l’“Allied Military Government”, per ragioni di ordine pubblico e di equidistanza tra le due componenti etniche, italiana e slava, preferì istituire un nuovo Corpo di Polizia, la “Venezia Giulia Police Force”, organizzata sulla base del modello “Scotland Yard” in più “Divisioni” e “Sezioni”. I compiti di polizia tributaria e doganale vennero attribuiti alla “Finance Guard Branch” (Sezione Guardia di Finanza), istituita nell’ambito della “Divisione Fiscale”, e ad una “Sezione di polizia marittima e portuale”, entrambe composte quasi esclusivamente da personale proveniente dalla “Regia Guardia di Finanza”.
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4 Copertina della pubblicazione “Fiamme Gialle di Trieste”, novembre 1954.
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Con la firma del Trattato di pace di Parigi, il 10 febbraio 1947, venne restituito all’Italia il territorio ad ovest della “Linea Morgan”, mentre Trieste, che sarebbe dovuta diventare Stato indipendente con il nome di “Territorio Libero di Trieste” (TLT), sotto la tutela del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per motivi di contrasto tra le potenze vincitrici, non subì alcuna modifica e continuò a rimanere divisa nelle due Zone, “A” e “B”. Negli anni successivi, il consolidamento del ruolo dell’Italia nel contesto internazionale indusse sempre più gli angloamericani ad adottare un atteggiamento filoitaliano nella zona di loro competenza tanto che, nel gennaio 1950, venne soppressa
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6 6 Trieste, 1950 – Sequestro di sigarette di contrabbando occultate in un’automobile. 7 Territorio Libero di Trieste – Corps of Finance Guards, la parata di fine corso degli allievi guardie. 8
Sequestro di sigarette a Elleri (Muggia), 1950.
9 Ispezione agli automezzi del Corpo da parte del Generale Clyde D. Eddleman, Direttore Generale per gli Affari Civili. 10 11
Territorio Libero di Trieste, 1950 – Militare in servizio. Territorio Libero di Trieste, 1950 – Naviglio del Corpo.
12 Trieste, 4 novembre 1954 – Impressionante raduno in Piazza dell’Unità in attesa dell’arrivo del Tricolore. 13 Trieste, 1950 – Allievi in addestramento formale presso la scuola del Corpo.
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la “Divisione Fiscale” della polizia triestina e costituito il “Corps of Finance Guards” (Corpo della Guardia di Finanza) del “Territorio Libero di Trieste”, al quale furono attribuiti compiti e poteri simili a quelli dei Finanzieri italiani; il relativo comando, inizialmente affidato ad Ufficiali americani, nel 1952 venne assunto da un Ufficiale superiore inviato dal Comando Generale della Guardia di Finanza. Il Corpo istituito a Trieste contava su un organico di circa mille uomini, un terzo dei quali provenienti dal servizio attivo della Guardia di Finanza, ed era organizzato su un Quartier Generale e cinque Nuclei operativi, denominati: “Frontiera terrestre”, “Frontiera marittima”, “Imposte di fabbricazione”, “Monopoli”, e “Polizia tributaria investigativa”. L’uniforme blu della polizia civile fu sostituita con quella grigioverde di foggia italiana, con la fiamma del fregio del berretto un pò più piccola rispetto a quella in uso per le Fiamme Gialle e sormontata da uno scudetto rosso con l’alabarda, emblema della città di Trieste.
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In quegli anni il Corpo consolidò l’ottima reputazione professionale precedentemente conquistata dalla “Finance Guard Branch” presso l’amministrazione alleata, e si dotò anche di un proprio periodico istituzionale dal titolo “Le Fiamme Gialle di Trieste”, sulle cui pagine, oltre ad articoli di tecnica professionale, veniva dato conto dei più importanti avvenimenti italiani. Grazie all’attività svolta dai Finanzieri triestini, già nel primo semestre del 1950, il bilancio finanziario del “Territorio Libero di Trieste” registrò un incremento di oltre un miliardo e mezzo di lire; nel triennio 1950-1952, le persone denunziate furono oltre settemila, per una evasione accertata di oltre ottocento milioni di lire, con numerosi sequestri di generi di contrabbando e soprattutto di tabacchi lavorati.
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Nel 1954, con il ritiro delle truppe angloamericane da Trieste, la Zona “A” venne riconsegnata all’Italia e sulla caserma “Postiglioni”, sede del Quartier Generale del Corpo nella città, il 27 ottobre, venne finalmente issata la bandiera della Repubblica. 12
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Gli anni della ricostruzione ed il ripristino della legalità a fine della II Guerra Mondiale riconsegnava agli italiani una Nazione economicamente in ginocchio e non ancora completamente pacificata al suo interno, nella quale il lavoro delle Forze dell’Ordine per il ritorno alle necessarie condizioni di legalità non si presentava certamente agevole.
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1 Finanziere del contingente di mare in servizio di vigilanza presso un’area portuale negli anni Cinquanta. 2 Finanzieri motociclisti in servizio anti-contrabbando. 3 Roma, anni Cinquanta – Controllo stradale anti-contrabbando. 4 Operazione di servizio raffigurata da Vittorio Pisani.
In tale contesto la Guardia di Finanza, pur profondamente penalizzata dalla mancanza di mezzi economici, materiali e soprattutto di personale, con migliaia di caduti, dispersi e internati nei campi di prigionia, fu chiamata a riaffermare la presenza dello Stato ed a garantirne la sopravvivenza, attraverso il ripristino del sistema fiscale e della vigilanza sui principali settori dell’economia. Per tali ragioni, l’impegno operativo del Corpo, sviluppato in particolare sotto il profilo della polizia tributaria investigativa con i suoi Reparti di punta ubicati a Roma e Milano, venne indirizzato principalmente a contrasto degli illeciti arricchimenti verificatisi durante la guerra, nel controllo degli approvvigionamenti di alimenti e materie prime e nella lotta all’evasione fiscale, al contrabbando ed alla criminalità organizzata.
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In quest’ottica, tra il 1945 ed il 1946, vennero sequestrati oltre quattromila tonnellate di grano e circa tremilacinquecento di riso indebitamente sottratte al conferimento all’ammasso, nonché elevati quantitativi di generi alimentari, combustibili e rottami di ferro, illecitamente introdotti sul mercato nero.
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Tra il 1946 ed il 1947 furono oltre 294 mila le informazioni raccolte per la confisca dei profitti di guerra e di contingenza, circa cinquantamila quelle relative all’avocazione dei profitti di regime, e quasi trecentomila gli accertamenti sulle richieste di risarcimento dei danni di guerra. Sul versante del contrasto all’evasione fiscale, gli accertamenti svolti nel settore dell’I.G.E. passarono, nel giro di pochi anni, dagli iniziali 66 mila del 1945/46 agli oltre 130 mila del 1948/49, con un’evasione accertata cresciuta da 1,4 fino a 14,6 miliardi di lire. Nel corso di quegli anni, inoltre, le Fiamme Gialle dovettero confrontarsi con organizzazioni contrabbandiere, sempre più agguerrite e determinate rispetto al passato, che al sud, peraltro, erano finanziate, se non direttamente controllate, dalla criminalità di stampo mafioso. Ciò comportò numerosi conflitti a fuoco con contrabbandieri e profittatori della “borsa nera”, che causarono diversi feriti fra i Finanzieri, soprattutto lungo il confine con la Svizzera, ai posti di blocco, lungo le rotabili che collegavano Lazio e Campania, ed in Sicilia, dove le caserme e le pattuglie del Corpo furono oggetto di numerosi attentati, il più grave dei quali avvenne il 30 giugno 1948 a Scopello, nei pressi di Trapani, dove alcuni elementi della banda di Salvatore Giuliano, vistisi scoperti, uccisero il giovane Finanziere Vincenzo Mazzarella, poi decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. In quegli anni, inoltre, ai tradizionali gruppi di spalloni sul confine svizzero, iniziò ad affiancarsi il più remunerativo e insidioso contrabbando marittimo, sul quale i gruppi criminali investirono anche i profitti illeciti realizzati durante la guerra. I grossi carichi di sigarette inizialmente sequestrati a bordo di transatlantici in arrivo dall’America del nord, vennero poco a poco soppiantati da vecchi natanti destinati esclusivamente al contrabbando, battenti bandiere francese, turca o italiana.
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5 Mezzi aeronavali impiegati negli anni Cinquanta. 6 Servizio di vigilanza doganale nel porto di Genova. 7 Copertina de “La Domenica del Corriere” dedicata alla lotta alla borsa nera, 1948. 8 Controlli al porto per mercato nero. 9 Guerra al contrabbando a Palermo. 10 Elicottero mod. Bell 47 G – Volpe 1 decolla per un volo di prova.
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Per reagire ai sempre più numerosi sequestri, a partire dagli anni Cinquanta, i contrabbandieri iniziarono ad acquistare mezzi sempre più veloci, quali siluranti e motovedette antisommergibili residuati di guerra; la risposta del Corpo si sviluppò, allora, attraverso un’intensa attività informativa presso i porti del Mediterraneo utilizzati come basi di partenza e promuovendo l’imbarco di Ufficiali osservatori su mezzi aerei dell’Aeronautica Militare, per il pattugliamento costiero e d’altura. Veniva in tal modo, per la prima volta, intrapresa quella che nel 1954, con l’entrata in servizio dei primi elicotteri Agusta-Bell, sarebbe diventata l’attività propria del Servizio Aereo della Guardia di Finanza. 9
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Croci di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia Medaglie d’Oro al Valor Militare Medaglie d’Argento al Valor Militare Medaglie di Bronzo al Valor Militare Croci al Valor Militare Medaglia d’Oro al Valore della Guardia di Finanza Medaglie d’Oro al Valor Civile Medaglia d’Argento al Valor Civile Medaglie d’Oro al Merito Civile Medaglie d’Oro di Benemerenza Medaglie d’Oro al Merito della Pubblica Finanza Medaglie d’Oro per i Benemeriti della Scuola della Cultura e dell’Arte Medaglie d’Oro al Merito della Sanità Medaglie d’Oro al Merito della Croce Rossa Italiana Medaglie d’Oro al Merito Ambientale Medaglia delle Nazioni Unite Medaglia d’Oro dell’Aquila della Repubblica d’Albania Double Gold Star of Sport Merit
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Medaglie d’Oro al Valor Militare Medaglie d’Argento al Valor Militare Medaglie di Bronzo al Valor Militare Croci di Guerra al Valor Militare Ricompense al Valor Militare concesse da altri Stati Promozioni per Merito di Guerra Medaglie d’Oro al Valore della Guardia di Finanza Medaglie d’Argento al Valore della Guardia di Finanza Medaglia di Bronzo al Valore della Guardia di Finanza Medaglie d’Oro al Valor di Marina Medaglie d’Argento al Valor di Marina Medaglie di Bronzo al Valor di Marina Medaglie d’Argento al Valor Aeronautico Medaglie di Bronzo al Valor Aeronautico Medaglie d’Oro al Valor Civile Medaglie d’Argento al Valore Civile Medaglie di Bronzo al Valor Civile Medaglie d’Oro al Merito Civile Medaglie d’Argento al Merito Civile Medaglie di Bronzo al Merito Civile Ricompense al Valor Civile concesse da altri Stati Pubbliche Benemerenze al Valor Civile Pubbliche Benemerenze al Merito Civile Avanzamento Straordinario II Guerra Mondiale Decorazioni Militari Estere
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Direttore responsabile Ten.Col. t.ST Alessandro N. Serena
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Col. t.ISSMI Maurizio Pagnozzi - Ten.Col. Piergiuseppe Cananzi Magg. Marco Mormando - Cap. Paolo Pettine - Cap. Gerardo Severino M.A. Antonio Salvatore Arcuri - M.A. Giandomenico Belliotti - App. Sc. Roberto Valentini
Realizzazione grafica Angela Ciaccari
Stampa
Omnimedia S.r.l. - Monterotondo Scalo (RM)
L’intero processo produttivo è stato realizzato in ambienti certificati ISO14001 ed EMAS
2014
Per la produzione di questo calendario non è stato necessario abbattere nessun albero. La carta utilizzata è riciclata al 100% ed è priva di cloro.
Calendario Storico della Guardia di Finanza