OVIDIO, METAMORFOSI
Il lavoro presentato nei 12 pannelli qui esposti è stato realizzato dagli studenti della classe II, sezione D Esabac, dell’a.s. 2017/18. In occasione dell’anniversario del bimillenario della morte di Ovidio (nato a Sulmona il 20 marzo del 43 a.C e morto il 17 d.C. a Tomi, in Romania), si è proposta alla classe la lettura integrale in traduzione delle Metamorfosi. La scelta dell’opera è stata accolta con favore dagli studenti, perché, come scrive Vittorio Sermonti, rivolgendosi ad un suo ipotetico giovane lettore, «le Metamorfosi di Ovidio sono proprio il poema dell’adolescenza come esperienza della labilità e vulnerabilità dell’identità, mentre il tuo corpo non fa che cambiare, che cambiare te stesso sotto i tuoi stessi occhi. E tu non sai più chi sei» (Introduzione a Le Metamorfosi di Ovidio, Rizzoli, Milano 2014, p. 12). Nelle Metamorfosi, come è noto, la storia del mondo è narrata dal punto di vista del cambiamento, filo conduttore che unisce tutti i miti raccontati. Il tema dominante del mutamento, che fa sì che «neppure l’aspetto di ciascuno rimane lo stesso» (nec species sua cuique manet, XV. 252), in un intenso continuum tra mondi diversi, e la questione della morte e della sopravvivenza, in un mondo in cui «nascere è cominciare a essere altro da quello che si era, e morire smettere di essere identico» (incipere esse aliud quam quod fuit ante, morique/desinere illud idem, XV, 256-257), non potevano che incuriosire e affascinare chi, per età, vive il cambiamento, accoglie su di sé il nuovo insieme al vecchio e con meraviglia si scopre in mutatae formae. Già al termine della lettura del primo libro, nella discussione in aula, il raffronto tra lingua latina e traduzione italiana di alcuni versi fece emergere la peculiarità della scrittura poetica ovidiana, la «natura spettacolare» di una lingua fortemente immaginifica, ma con sorpresa ne rivelò anche l’aspetto “scientifico”. Ovidio, quando narra la metamorfosi di un corpo umano in animale o in pianta o in costellazione o in minerale, lo fa con de-
scrizioni da “manuale di storia naturale”: di ogni nuovo essere indica le dimensioni, i volumi, i colori, la posizione, con uno stile e un lessico oggettivo, appunto “scientifico”. È per questo che le Metamorfosi, poema sulla natura e sull’uomo parte della natura, ben si presta ad una lettura che incrocia continuamente discipline umanistiche e discipline scientifiche. Di qui l’idea di ’completare’ alcuni miti di metamorfosi narrati da Ovidio con schede scientifiche riguardanti il nuovo essere naturale, ‘nato’ o ‘rinato’ da corpo umano. Attraverso l’attività di laboratorio, in aula e a casa, gli studenti hanno tradotto quei miti che più hanno sollecitato il loro interesse e curiosità. Perciò, accanto a miti più famosi, sono presenti anche storie meno celebri, come la metamorfosi di Callisto prima in orsa e poi in Orsa Maggiore (pannello 2), la storia dei contadini della Licia trasformati in rane (pannello 6) o la vicenda di Pico mutato in picchio (pannello 12). Il testo latino di riferimento è quello dell’edizione delle Metamorfosi in sei volumi della Fondazione Lorenzo Valla, che presuppone quello curato da Richard Tarrant per gli Oxford Classical Texts. Per quanto riguarda la traduzione, si è cercato di restare, tendenzialmente, entro i confini del periodo del verso, malgrado la prolissità della nostra lingua rispetto alla brevitas latina. Gli studenti hanno cercato di rendere una traduzione dei passi ovidiani efficace, dal punto di vista espressivo e comunicativo, ed esteticamente ‘bella’, operando scelte lessicali e linguistiche che rendessero un’armonia musicale d’insieme, sforzandosi di emulare la grazia e l’eleganza dell’esametro ovidiano. Le schede scientifiche sono state realizzate secondo le categorie tassonomiche degli organismi viventi. Ogni pianta e animale è descritto nella sua morfologia e nella sua distribuzione geografica. Delle piante sono classificati i fiori, le foglie e i frutti, degli animali il comportamento e tipo di riproduzione. Per le costellazioni dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore sono illustrate le principali caratteristiche. I Docenti: Angela Todisco – Vittorio Pizzocri
GLI STUDENTI DELLA CLASSE II D ESABAC
Balestrieri Federica Benzoni Agnese Boni Martina Capasso Morgana Cavallo Matilde Ciotti Gaia Clarke Miranda Aika Corti Caterina Cova Michele Curato Chiara Daverio Arianna Devicienti Giulia Donnini Ginevra Dziri Imen Errakbi Mariam Ferrari Beatrice Frasson Francesco Gervasini Alberto Giussani Ilaria Gussoni Camilla Jacazzi Chiara Maria Marcolongo Margherita Spertini Margherita Tiziani Luca Tonussi Paolo Varotti Arianna Zen Gaia Classe II Sez. D Esabac – A.S. 2017/18 Liceo Classico «E. Cairoli» - Varese