Benvenuti al primo numero di Animangazine, fanzine palermitana mensile scritta e redatta da i membri dell’Animangagroup. Lo scopo di questa Fanzine non è solo quello di informare i suoi lettori sulle novità del mese, ma anche di approfondire e discutere su Manga, Anime e il mondo che si muove di contorno, basti pensare ai videogiochi (esempio per tutti). In Animangazine, gli autori riverseranno tutto il loro amore e la loro passione per i Manga e gli Anime che da anni accompagnano ed emozionano le loro vite, passione che cercheranno di condividere insieme a voi. Se anche voi avrete il piacere di scrivere qualcosa noi la pubblicheremo: a questo proposito abbiamo creato una sezione chiamata Manga-Work, dove potreste mettere sia disegni che manga da voi creati unico limite l'originalità delle opere. Si tratterà di dar spazio a materiale vostro e non ad una riproposta di soggetti già famosi. In questo ambito potremo commentare assieme, le vostre idee e la vostra creatività. Cercheremo quindi di aprire una finestra verso il mondo per gli autori in erba, con tanta passione, ma poche conoscenze.
UC 08/08/09 Sommario :
News:
Ultime novità dal Giappone by Kaneda Miru
Pag.3
Kawai:
Le mini by Kaneda Miru
Pag.7
VG Space:
Sky Crawlers "innocent aces", Gundam 30° anniversary by Kaneda Miru
Pag.8 Pag.9
Live Action:
Rookies & Blood: The last Vampire
Pag.10
The movie of the mounth :
Evangelion 2.0 By Kaneda Miru
Pag.11
Alita Last order by Ikari Saint Seiya Lost Canvas by Raistlin xxx Holic by Syl
Pag.12 Pag.14 Pag.16
Anime Space:
Overman King Gainer by bbodyrad Cow boy Bebop by Gabriele "Ade" Cuscino
Pag.19 Pag.23
Soundtrack:
Maximum the Hormone by Ikari
Pag.30
Riscopriamoli:
Mazinga Z by Kaneda Miru
Pag.31
Cross Review:
Gantz by Mugen Muten
Pag.38
Manga space:
Note: Manga Space: Anime Space: Kawai: VG Space: Live Action: Soundtrack: Riscopriamoli: Manga-Work: Cross Review:
Approfondimento Manga Approfondimento Anime "Stranezze" oggettistiche relativa al mondo del Manga/Anime Videogiochi ispirati a Manga/Anime Quando i manga /Anime diventano realtà Musica negli anime Vecchie glorie ormai dimenticate dai più Lo spazio di chi ha un manga o dei personaggi da voler far conoscere Manga/Anime/Videogames all in one
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News Meitantei Conan: Shikkoku no Chaser Il 13° film di Meitantei Conan (Detective Conan) ha superato i 34 milioni $ di incasso. In questo nuovo film vediamo Conan combattere contro un nuovo membro dell'Organizzazione Nera che riesce a scoprire la vera identità di Conan, e decide di eliminare tutte le persone vicine a Shinici. La regia Taiichiro Yamamoto Soggetto di Gōshō Aoyama Sceneggiatura: Kazunari Kouchi (http://www.conanmovie.jp/index.html )
Shiawase Kissa 3-chōme
Il divertentissimo Shojo di Matsuzuki Kō edito dalla Hakusensha (Hana to Yume Comics) si concluderà con il numero 14. La storia narra di Uru una ragazza che dimostra molti meno anni di quelli che ha (addirittura è
Eyeshield 21 Il Manga di Riichiro Inagaki e Yusuke Murata è arrivato alla conclusione infatti il 15 giugno 2009, verrà pubblicato il capitolo 333 che sarà l’ultimo capitolo di questo manga. Per l’occasione saranno aumentate le pagine e alcune di esse saranno a colori. Il motivo della chiusura risiede nella debolezza
spesso scambiata per un bambina) ma in compenso ha una forza sovraumana, che dopo il secondo matrimonio della madre decide di andare a vivere da sola, e trova anche lavoro presso il Café Bonheur (Cafe felicità). Qui incontra Shindou dal carattere un po’ rude, ma abile nella preparazione dei dolci e Ichirou, un bel ragazzo, che si addormenta quando ha fame. Il manga è sempre stato nella Top Ten delle vendite e ogni Tankaboon ha sempre superato le 650000 copie.
dell’ultimo arco narrativo che ha fatto perdere migliaia di lettori.
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Anedoki
La notizia farà felici numerosi fan di Mizuki Kawashita (Ichigo 100%). Il 6 Luglio 2009 nel trentesimo numero di Weekly Shonen Jump, della Shueisha, sarà pubblicato il suo nuovo manga Anedoki.
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Sengoku Basara Ormai certo che nel 2010 uscirà la seconda stagione di questo anime, tratto dal videogioco Devil Kings (prodotto dalla Capcom). Siamo nel periodo Sengoku, i daimyo si alleano tra loro per combattere l’inarrestabile ascesa di Oda Nobunaga. In questo ambiente si muovono Date Masamune (il drago blu) e Sanada
Yukimura (la giovane tigre). Non mancano combattimenti incredibili e gag esilaranti. La prima serie composta da 12 episodi più un tredicesimo contenuto solo in DVD ha avuto un ottimo successo.
Spice and Wolf La seconda stagione è appena iniziata l'8 Luglio 2009 sulle TV giapponesi. Il team creativo è lo stesso della prima ovvero: regia Takeo Takahashi e realizzazione dello Studio Imagin. Spice & Wolf è tratto da una serie di romanzi scritti da Isuna Hasekura, con illustrazioni di Jū Ayakura, da cui è stato tratto anche un Manga. La storia si svolge nell'Europa del tardo-medioevo. Gli abitanti di un piccolo paese, in tempi passati, strinsero un patto con il dio lupo. Questo per garantirsi buoni raccolti. Così per ringraziare il dio ogni anno preparano una festa in suo onore, ma con il passare degli anni la tradizione si va perdendo, arrivando ad essere quasi dimenticata. Il giovane mercante Lawrence trova sul suo carro una ragazza nuda con orecchie e coda da lupo, che dice di chiamarsi Horo (nome della divinità lupo) e chiede al ragazzo di riportarla a nord. Il ragazzo inizialmente scettico, in seguito decide di
aiutarla. Durante il viaggio il ragazzo scopre che la ragazza è anche un abile mercante, ma iniziano a subire le mire della chiesa che vuole combattere con tutte le armi possibili chi adora altre divinità al di fuori di quelle Cristiane. Esecutrice di questo volere è Cloe (exallieva di Lawrence).
Aika Zero La Bandai Visual ha annunciato per il 25 agosto 2009 una nuova serie di OAV su AIKa. Gli eventi narrati accadono tra la prima serie di AIKa e AIKa R16. La regia e il character design sono di Noriyasu Yamauchi mentre la sceneggiatura è di Katsuhiko Nishijima. Sembra che in questi OAV si avrà un ritorno alle origini, quindi inquadrature assurde che decretarono il successo della prima serie, aspettatevi fanservice a go go. Vedremo una diciannovenne Aika Sumeragi che frequenta il college, mentre si addestra con
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il suo trainer Gozo Aida come agente. Probabilmente il primo OAV avrà un passaggio TV il 5 Luglio 2009 sul canale AT-X. Intanto su questo sito potrete trovare il manga offerto gratuitamente: http://www.yomban.jp/works/ai ka/
Eden of the East La serie T.V. Eden of the East (11 episodi) una volta conclusa (probabilmente l’ultima puntata sarà trasmessa in questo mese) avrà non uno, ma ben due film. Eden of The East the Movie I: The King of Eden e Eden of The East the Movie II: Paradise Lost. Il primo film sarà nelle sale il 28 novembre 2009 mentre il secondo a gennaio 2010. Trama serie TV : Lunedì 22 novembre 2010 dieci missili colpiscono il Giappone, ma non provocano nessuna vittima. Tre mesi dopo Misaki Mori, una studentessa giapponese in viaggio negli Usa si imbatte per caso in un ragazzo dall'identità sconosciuta davanti alla Casa Bianca, nudo e solo con un strano cellulare ed una pistola in mano. Dopo alcuni eventi i ragazzi partono per il giappone e Akira (il ragazzo) scopre che il cellulare dona al suo possessore ben 10 miliardi di Yen da spendere, a
patto che il possessore del telefono si impegni a salvare il paese. Esistono ben 12 telefoni, chiamati Seleçaõ, selezionati da una misteriosa persona, chiamata Mr. Outside. Chi finisce il credito o non si è impegnato con i suoi soldi a migliorare il paese viene eliminato da uno dei 12 "Supporter".
Seiken no Blacksmith Il romanzo Seiken no Blacksmith (di Isao Miura), appena giunto al quarto volume (570000 copie vendute) avrà un adattamento Anime. Il Manga di Kotaro Yamada (Fire Emblem: Hasha no Tsurugi, Etoile), aveva già avuto una sua pubblicazione sulle pagine di Media Factory's Monthly Comic Alive magazine a partire dal 27 marzo. Trama : Cecily Campbell, incontra un uomo misterioso che porta con sè una misteriosa spada spezzata che si dice di essere l’eredità di suo padre, e che in essa vi è il potere dello stesso "devil's contract". La ragazza, presa l’arma va in cerca di un fabbro capace di ripararla finchè incontra Luke, promettente fabbro.
Kururun– Rieru Change! L’autrice An Nakahara ha appena finito di scriver/disegnare "Kirarin Revolution?" che si è già messa all'opera per un'altro Manga dal titolo: Kururun– Rieru Change! che sarà disponibile dal 3 Agosto (Japan) per il momento abbiamo solo
una traccia della trama Rieru si innamora di un ragazzo e desidera in tutti i modi conquistarlo, anche se lui non ne vuol sapere! Quindi decide di andare nella stessa scuola del ragazzo.
Bakemonoga
La light novel di succeso di Nisio Isin Bakemonogatari ha avuto un suo adattamento TV, infatti Venerdì 3 luglio, è stato trasmesso il primo episodio sul canale " Independent UHF Stations" che ha presenterà le
prime 12 puntate mentre gli episodi 13-14-15 saranno disponibili gratuitamente on line. Trama: Koyomi Araragi è un vampiro tornato umano che non ha perso tutti i poteri come vedere nel buio, rapidità nel
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guarire. A lui si aggiunge Hitagi Senjōgahara, una ragazza misteriosa che si innamora di Koyomi. Per il momento in Giappone i Vampiri sono di moda :-)
Cencoroll Il 22 Agosto arriva sugli schermi di Tokyo ed Osaka Cencoroll diretto scritto e animato da Atsuya Uki. Questa è la prima volta che l'Aniplex produce un progetto curato in tutte le sue parti da una sola persona. Il lavoro sembra davvero incredibile e non è facile credere che l'abbia realizzato una sola persona ed anche la trama sembra molto interessante. Trama: Un mostro gigante arriva in una piccola
cittadina e terrorizza tutti isuoi abitanti, tutti tranne una ragazza di nome Yuki e il suo amico Tetsu. Il ragazzo decide di chiamare il mostro Cenco e tenta anche di catturarlo. Ma nel frattempo arriva Shu un altro, ragazzo che controllando il mostro inizia a minacciare la popolazione. Presto tra i due ragazzi si scatenerà una terribile faida, che vedrà la piccola cittadina teatro delle loro cruente battaglie.
Kara no Kyoukai - the Garden of sinners Altra importante uscita il giorno 8 Agosto nei cinema Giapponesi, infatti mentre da noi i cinema chiudono per l'estate i fans Giapponesi potranno vedere il capitolo finale della interessantissima saga Thriller/Horror "Kara no Kyoukai - the Garden of sinners". Ritroveremo Shiki Ryougi, misteriosa ragazza in grado di visualizzare qualsiasi contatto tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Ricordiamo che l'anime prende spunto dalla light-novel di Kinoko Nasu disegnata da Takashi Takeuchi (Tsukihime, Fate/stay night) Di questo anime sono usciti in precedenza ben 6 OAV, i quali hanno sempre riscontrato un ottimo successo, ed anche questo il motivo del uscita cinematogrfica dell'ultimo capitolo dei questa interessantissima saga Thriller/Horror che sfortunatamente almeno fino al prossimo anno non vedrà il suolo Italico.
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Kawai Prima di riprendere con il nostro fiume di notizie e approfondimenti un piccolo break con la nostra rubrica "Kawai" ovvero gli oggetti più carini e particolari creati dal merchandising giapponese. Questo mese abbiamo la più piccola automobilina radiocomandata ispirata ad un anime al mondo. La scelta di realizzare questo modellino ispiratore è caduta sulla Fiat
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500 di Lupin the 3rd Utilizzata nel lungo metraggio "Castle of Cagliostro". A creare questo piccolo gioiellino è stata la Bit Char-G mini-R/C car. la grandezza, ma forse sarebbe meglio dire la piccolezza di questo modello è di soli 2 cm. Voi che ne pensate?
VG- Space
Teoricamente l’avreste già dovuto sentire altre volte, ma: LA GUERRA PER IL SANTO GRAAL E’ INIZIATA…DI NUOVO!!!!! Perché di nuovo? Perché questa visual novel ha già avuto il privilegio di più di 5 trasposizioni videoludiche, ma molte poco note, anche per il fatto di mancate localizzazioni all’estero o per gli stili di game troppo orientali, come Date Simulators o Chibi Brawlers, ma di questi si potrà parlare in altri articoli. Cosa fare allora per rendere un gioco fruibile anche all’estero? Fare un bel picchiaduro 3D su un piano 2D, stile Tekken per intenderci, dove il giocatore potrà trovare tutti i personaggi, sia guardiani che stregoni con una grafica simil cellshading che ricorda molto quella dei vari dragon ball budokai. Fra le chicche si trovano ovviamente i classici costumi alternativi, modalità training, 2 giocatori, vs CPU e modalità Missione. Come già detto, questo titolo è basato sull’ estendere anche al vecchio continente il marchio, infatti sin dal suo debutto in Giappone era già noto che sarebbe arrivato anche qui. Pubblicato da Capcom e sviluppato da Type-Moon, uscito in Giappone il 18 Dic
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2008 su Ps2 e il 18 Giu 2009 su PSP, uscirà in America per PSP il terzo quarto del 2009 e in Europa, sempre su PSP, il 3 Set 2009, ma probabilmente solo scaricabile dallo Store online. Preparate le armi per il torneo!
…see you space By Mugen Muten
The Sky Crawlers
Dopo il grande successo mondiale dell’ultima capolavoro di Mamoru Oshii (presentato a Venezia nel 2008), il videogioco ad esso ispirato “The Sky Crawlers: Innocent Aces”, edito dalla Bandai per la console Nintendo Wii è stato comprato dalla XSeed per essere distribuito in Nord America. Il gioco, in perfetto stile dogfith, ci pone alla guida di un caccia utilizzando un innovativo metodo di guida proprio del Wii. Ciò dovrebbe permettere di avere una realistica sensazione nel pilotare il mezzo aereo, aumentando quindi il divertimento e la tensione di gioco. Qualche rumor comunica che forse arriverà in Europa per il 2010, ma nulla è stato ancora confermato. Si teme comunque che l'Italia possa non essere tra i paesi fortunati dato che, come scritto prima, pur essendo stato presentato a Venezia nel 2008 in anteprima assoluta mondiale e applaudito
come capolavoro (quale trovato un distributore.
è)
non
ha
ancora
Mobil Suite Gundam Battlefield Per festeggiare i 30 anni di Gundam la Nippon Sunrise oltre al Gundam 1:1 che si può ammirare a Tokyo, ha dato il permesso alla Bandai di realizzare un nuovo Video Game (exclusive per PS3) che uscirà il 29/09/03 in Giappone dal titolo: Mobil Suite Gundam Battlefield Record U.C.0081 only PS3. Il gioco sembra essere (vedendo la versione demo) molto più giocabile ed interessante del precedente gioco per PS3 di Gundam. L'azione sembra essere meglio gestita e la
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grafica nettamente superiore, mentre le musiche sono state scelte con molta attenzione rendendo così il gioco più entusiasmante e coinvolgente. In più sembra che si potranno personalizzare le proprie unità, scegliendo equipaggiamenti, armi e colori. Per ulteriori info ecco a voi il sito ufficiale: http://ps3-gundam.net/
Live Action Rookies
Anche l’adattamento cinematografico del Manga Rookies di Masanori Morita's ha avuto un ottimo successo in Giappone incassando oltre 12 milioni di $ nel primo week end. La storia è incentrata sul professore di letteratura Koichi Kawato, impulsivo e di facile entusiasmo che vuole aiutare gli alunni della 1-B del liceo Futagotamagawa (anche detto Nikogaku) classe estremamente violenta e poco studiosa a trovare la loro strada. Decide quindi di utilizzare il Baseball, sport che lui non conosce completamente come forma aggregativa ed educativa. Gli studenti, inizialmente, resistono ai tentativi di coinvolgimento del professore, ma infine, tutti aderiranno alle sue balzane iniziative.
Blood: The Last Vampire
la troppa presenza di attori non Giapponesi il film è stato un completo insuccesso in madre patria, basti pensare che la prima settimana con 240 sale a disposizione ha incassato solo 400 mila $, mentre il nuovo film di Kamen Raider con solo 172 sale, uscito qualche settimana prima, aveva incassato nel primo week-end di uscita 1.7 milioni di $. Peccato, un'altra occasione mancata per realizzare un buon adattamento cinematografico.
Questo live action è un adattamento live del famoso medio metraggio di animazione Blood: the last Vampire (da cui è stata tratta anche la serie t.v Blood + di 50 episodi). Il medio-metraggio era opera di Mamoru Oshii ed ebbe un notevole successo spingendo la Sony ad acquisire i diritti per realizzare un film live stanziando un budget di 35 milioni di $ . Nel cast troviamo Gianna Jun, attrice Coreana abbastanza famosa, e molti attori occidentali per la regia del francese Chris Nahon, famoso per l'impero dei Lupi. La trama ricalca abbastanza fedelmente l'dea del mediometraggio ma sfortunatamente non riesce a esprimere le visioni proprie di Mamoru Oshii ottenendo solo un discreto action movie, forse per quest'ultimo motivo forse anche per
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The movie of the month Evangelion: 2.0 You Can [Not] Advance
Il 27 Giugno 2009 è uscito titolo “Evangelion: 2.0 You Can [Not] Advance”, secondo film della nuova tetralogia di Evangelion diretta e prodotta da Hideaki Anno e dal suo Studio “Khara” (quindi totale libertà creativa per il grande autore). Il primo, Evangelion: 1.0 You Are [Not] Alone, era stato distribuito solo in 84 sale con discreto successo, mentre il 2.0 ha avuto ben 120 sale e il successo è stato incredibile. Nel week-end dal 27-29 ha incassato oltre 512 milioni di Yen oltre 5 milioni di dollari posizionandosi subito in testa al Box Office Giapponese, seguito da Transformer II che aveva anche più sale. File di appassionati si sono formate fin dalla sera prima davanti ai cinema, e molte sale per far contenti i fans hanno venduto anche posti in piedi. L’incredibile successo ha spinto Hideaki a ufficializzare in anticipo il titolo dell’episodio 3.0 ovvero : “Evangelion Shin Gekijōban: Q quickening”. Come i più attenti avranno notato, nel titolo compare la parola finale “Q “ ovvero “kyu” che composta alle precedenti tre, che erano “Jo” e “Ha” formano la semi parola “JOHAKYU”, ma
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potrebbero anche essere parole a se stanti ovvero “JO – HA – KYU” che di per se significano (almeno Io ho trovato questo) introduzione, esposizione e culmine. Manca solo l’ultima quindi si aprono le scommesse su quale sarà la parola mancante e comprendere cosa si cela dietro questo nuovo mistero dell' incredibile Hideaki Anno. A voi i giochi ! Le novità più importanti: 1. Nuovo Eva 05 provvisto di 4 gambe (??!!) pilotato dalla misteriosa Mari Illustious Mankinami ragazza da bellissimi occhi blu, che prima si poteva vedere solo di spalle in alcuni poster ufficiali. 2. Il nome di Asuka Sohryu Langley diviene Asuka Langley Shikinami 3. Il pilota dell’EVA 04 sarà Kaworu Nagisa, già visto alla fine dell’episodio 1.0 4. Due nuove basi i cui nomi sono Betania e Tabgha Per questo secondo film la macchina del merchandising ha prodotto l’impossibile. Abbiamo oltre ai classici gadget (tipo tazze borse etc) delle novità assolute quali scarpe, orologi (vedi pics), tavole snowboard, riproduzioni fedeli ed indossabili di alcune ed un cellulare dal nome “Never Only” con una foto camera da 10 Mega Pixel realizzato dalla Sharp, in soli 30.000 esemplari già tutti venduti e dire che il prezzo convertito era di circa 795 Euro, non proprio bruscolini. In più per il primo giorno è stato servito uno speciale Eva pack di bibite e popcorn. Peccato che questo film, noi Italiani, non lo vedremo al cinema.
Manga Space
“Alita Last Order” è un manga scritto e disegnato da Yukito Kishiro, edito in Italia dalla Planet Manga, in Giappone dalla Shueisha su Ultramanga. Al primo numero uscito nel luglio del 2001, in questi 8 anni ne sono seguiti altri 22. “Alita Last Order” continua la storia di “Alita l'angelo della battaglia” dal penultimo gruppo di capitoli, riscrivendo, di fatto, il finale della serie e confermando, quella di cambiare il finale, una passione cara all’autore Yukito Kishiro, che già due volte aveva scritto la conclusione di Alita. Trama La storia inizia dalla distruzione del corpo di Alita. Desty Nova, creduto morto, riesce però a condurre i resti di Alita su Salem ed a riassemblare il suo cervello grazie alle nanomacchine, e le dona il corpo cyborg più potente mai realizzato, l'Imaginos Body. Lo scopo di Alita sarà quello di recuperare il cervello della sua
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amica Lou. Per questo affronterà numerosi ostacoli e nuovi avversari. Alita verrà a conoscenza dell'esistenza di una città spaziale situata agli antipodi di Salem, detta Jeru. Qui prenderà parte a un torneo di arti marziali in cui partecipano i migliori specialisti dello spazio, tutti determinati a conquistare la vittoria finale che garantisce la libertà e l’indipendenza della propria città natale o pianeta.
Considerazioni Alita Last Order non è un seguito e nemmeno una seconda serie, è semplicemente la continuazione di Alita. E’ come se Yukito Kishiro si fosse preso una pausa di 6 anni, per poi riprendere la storia con lo stesso stile e vigore di prima. Risalta subito dopo la lettura delle prime pagine, che l’autore in questi anni non si snatura nel raccontare le avventure di Alita, rimanendo fedele a quelle che sono le sue caratteristiche e che hanno fatto affezionare i fans alla serie. Ritroviamo in questi nuovi numeri la stessa precisione e perfezione nel disegno e narrazione dei combattimenti, combinazione che ritroviamo in pochi manga come Berserk, la stessa sagacia nella caratterizzazione dei personaggi e infine la stessa intelligenza nello snocciolare ai lettori i numerosi colpi di scena che si susseguono con un ritmo incalzante, altra caratteristica peculiare di Yukito Kishiro. Un elemento manca rispetto ad “Alita l’angelo della battaglia”, ovvero l’amore. In “Alita l’angelo della battaglia” Alita non è solo l’unica a conoscere la leggendaria arte marziale Panzer Kunst, ma è anche portatrice di un cuore puro privo di ogni cattivo sentimento, elemento raro e quasi scomparso come il genere umano. Ma proprio per la sua purezza che Alita in questi nuovi numeri non
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può trovare l’amore, perché troppo ha dato in passato, soffrendo per ben due volte, così riversa la sua purezza nell’amicizia verso Lou. In definitiva, Alita Last Order è sicuramente da leggere, non solo perché verranno svelati numerosi segreti come la quasi estinzione del genere umano, la formazione di Salem e della città discarica e soprattutto le origini di Alita, ma perché sarà capace di risvegliare nei vecchi fans, emozioni sopite e nei nuovi lettori la voglia di riscoprire uno dei manga cult degli anni novanta. By Ikari
Saint Seiya: The Lost Canvas Storia; Masami Kurumada Disegni: Shiori Teshirogi Saint Seiya (in Italia noto come “I Cavalieri dello Zodiaco”) fu un manga creato da Masami Kurumada nel 1986, che fu in seguito adattato in una serie di Anime ed OAV. La serie animata fu esportata fuori dal Giappone con grande successo, specialmente in Italia, Brasile, Francia, dove quest’opera è diventata una serie cult. Il manga racconta le avventure di Seiya e dei suoi compagni Bronze Saints (Cavalieri dello Zodiaco nella traduzione Italiana), una stirpe di guerrieri incaricati di proteggere la Dea Atena e l’umanità dalle minacce, che, nel manga, sono costituite da un Sacerdote di Atena diventato malvagio, il dio dei mari Poseidone con i suoi generali ed il dio dell’oltretomba Hades con i suoi Spectre. La serie animata racconta le stesse vicende, interrompendosi però con la battaglia contro Poseidone e inserendo un intermezzo inedito legato al dio Odino della mitologia nordica e ai suoi cavalieri. Negli ultimi anni, dal 2002, si è assistito a una sorta di revival di questa serie, cominciando con l’uscita dei primi 13 episodi di Saint Seiya Hades, che riprendono e proseguono la serie animata originale, e con la pubblicazione di Saint Seiya Episode G, che invece racconta la giovinezza del Cavaliere del Leone. Nel 2006 infine cominciano ad uscire parallelamente due manga: Next Dimension e The Lost Canvas. Entrambe le serie raccontano la guerra sacra tra Hades ed Atena che fu combattuta duecento anni prima della serie originale. Inizialmente le due serie sembravano raccontare la stessa vicenda da
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due punti di vista, ma in breve tempo è diventato evidente che le storie non sono compatibili fra loro. Pare che nelle intenzioni di Kurumada Next Dimension sia la versione ufficiale, mentre The Lost Canvas costituirebbe una serie “alternativa”. In Italia Next Dimension rimane inedito, mentre The Lost Canvas è giunto al 17 volumetto (va notato che i volumi italiani sono la metà dei tanbokon giapponesi originali, arrivati a quota 13). A Giugno 2009, inoltre, è iniziata la messa in onda della serie di OAV di “The Lost Canvas”… un risultato impressionante per una serie che ha ormai 23 anni!
Nella pics ammiriamo Minos del Grifone e Albafica dei Pesci
T ra m a La serie è incentrata sulle vicende di Tenma ed Aron, due giovani orfani che partono come grandissimi amici e finiscono per trovarsi a combattere l’uno contro l’altro durante la Guerra Sacra. Tenma, notato da Doko della Bilancia (sì, quello che nella serie originale fu il maestro di Shiryu del Dragone) per la sua determinazione viene portato in Grecia dove diventerà Bronze Saint di Pegaso (come Seiya nella serie originale) e dove rincontrerà Sasha, sorella di Aron adottata anni prima e che si scopre essere la reincarnazione della dea Atena. Aron, rimasto all’orfanotrofio, per via del suo cuore puro e gentile è prescelto come “ospite” per l’anima di Hades, che per incarnarsi sceglie l’essere umano più puro. Quando la guerra scoppia, un’amara sorpresa attende Tenma, che scopre che il suo più caro amico è diventato il nemico che come Saint è votato a distruggere… se volete saperne di più, buona lettura! C o n s i d era z i o n i La storia contiene molti degli elementi tipici di Kurumada che decretarono il successo della serie originale, con molti colpi di scena, background approfondito per la maggior parte dei personaggi e non solo per il protagonista. Ci sono molte similarità tra I personaggi di Lost Canvas e le loro “controparti” nella serie originale (es.Tenma è una testa calda tanto quanto Seiya, come Seiya ha una rivalità col cavaliere dell’unicorno…). Potrebbe essere una mancanza di immaginazione da parte di Kurumada, ma è più probabilmente una scelta precisa, soprattutto se consideriamo che alcuni dei Gold Saint di Lost Canvas sicuramente non hanno lo stesso carattere dei loro corrispettivi originali (Albafica ed Afrodite dei Peci, tanto per fare un esempio): la sensazione è che almeno alcuni dei personaggi di Lost Canvas siano le precedenti incarnazioni dei protagonisti della serie classica (a parte Atena ed Hades per I quali questo è esplicitamente detto). Insomma, Kurumada sarà sicuramente furbo abbastanza da sapere che coi Cavalieri dello Zodiaco gli è più facile assicurarsi il successo, ma non si sta limitando a servirci una
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minestra riscaldata. Inoltre la serie è leggibile e comprensibile anche da chi non conosce tutta l’opera precedente. Il tratto di Shiori Teshirogi risulta molto piacevole alla vista ed è sicuramente superiore a quello di Kurumada (che, detto tra noi, ha una gran testa per le storie, ma non è esattamente il migliore disegnatore del mondo). Il character design è un buon compromesso tra il tratto del manga originale di Kurumada e quello della serie animata realizzato da Shingo Araki. Il risultato è una certa sensazione di dejà vu che ben si sposa con il racconto di Kurumanda. In conclusione, Saint Seiya: The Lost Canvas è sicuramente una serie che potrà piacere molto ai vecchi fan di Saint Seiya che ritroveranno le atmosfere ed i temi a loro cari, ma potrà anche essere apprezzato da chi non conosce l’opera originale ed ha deciso di avvicinarsi all’opera di Kurumada.
By Raistlin
Nella pics
Asmita della Vergine nella nuova
anime version
Nel mondo abbondano fenomeni inspiegabili. Per quanto essi siano misteriosi ed eccentrici, se le persone non ci fossero, se non li osservassero, se non si facessero coinvolgere, risulterebbero dei semplici fenomeni, cose destinate a scorrere via. Le persone, sono loro, in realtà, le creature più misteriose di questo mondo
Ancora una volta, con la pubblicazione di “xxxHolic”, le CLAMP sono riuscite a stupire il pubblico creando uno stile tutto nuovo: il disegno, meno complesso delle opere precedenti del gruppo di Osaka, è semplificato fin quasi alla stilizzazione, con proporzioni dei personaggi esili e allungate; la grafica gioca sul duro contrasto tra il nero e il bianco con, alle volte, strisce verticali per dare al tutto un’atmosfera occulta e misteriosa, che è alla base della trama. Disegnato per la Kodansha, “xxxHolic” è pubblicato in Italia dalla Star Comics arrivando al 10 volume di pubblicazione. La serie è ancora
in corso in patria per cui non si sa ancora il numero effettivo di volumetti. Il fumetto viene pubblicato in parallelo con “Tsubasa Reservoir Chronicles”, i cui episodi varie volte si intrecciano. Inoltre, entrambe le pubblicazioni si presentano come un cross-over con le altre serie CLAMP pur mantenendo la loro natura a se stante. Il termine Holic è un suffisso della lingua inglese che significa “dipendenza”. “xxxHolic” perciò vuol dire “ossessione da xxx”, dove xxx sta ad indicare l’ossessione in questione.
A questo mondo non esistono le casualità, esiste solo l’inevitabile.
Nella città di Kimihiro Watanuki esiste un negozio in cui possono entrare solo coloro destinati a farlo. Kimihiro Watanuki rientra fra questi. Questo negozio non è uno di quei negozi che si vedono normalmente per strada (ma questo ormai si era già capito no?), in questo negozio si esaudiscono desideri. E Watanuki ne ha uno proprio grande. Kimihiro Watanuki, liceale che abita da solo dopo la morte dei suoi genitori, possiede la capacità di vedere degli esseri soprannaturali che nessun’altro è in grado di vedere. Il suo desiderio è di essere liberato da questo peso. Yuko Ichihara, Strega delle Dimensioni, è la
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padrona del negozio. Yuko Ichihara esaudisce i desideri delle persone in cambio di un compenso adeguato al desiderio. Per sfuggire ad uno degli esseri sovrannaturali che lo perseguitano, Watanuki entra accidentalmente nel negozio di Yuko. In realtà sono le sue gambe che, contro la sua volontà, lo trascinano dentro il negozio. Perché era inevitabile che Watanuki entrasse in quel negozio e che conoscesse Yuko. Il compenso richiesto dalla Strega delle Dimensioni in cambio del desiderio di essere liberato dagli spiriti consiste nel lavorare nel negozio fino a quando il debito non sarà esaurito. Ma, come abbiamo già detto,
quello di Yuko non è un negozio normale e, pertanto, neanche i suoi clienti lo sono. Nel corso del suo “lavoro part-time”, Watanuki incontrerà semplici umani le cui ossessioni sono arrivate al livello da rendere “inevitabile” il loro ingresso nel negozio, veggenti, demoni volpe (che gestiscono una bancarella degli Oden), Zashiki Warashi (spirito della pioggia), venditori di sogni, fantasmi inquieti e tante altre misteriose creature. Ad accompagnarlo nelle
sue “peripezie” saranno suoi due compagni di scuola: Himawari Kunogi e Shizuka Domeki. Se per la dolce Himawari Watanuki prova un forte sentimento d’amore, per Domeki è invece il contrario: per un motivo che lui stesso non riesce a spiegare, Watanuki prova per Domeki un odio feroce. Il punto è che Domeki è l’unico che possa tenere lontani gli esseri da cui Watanuki è perseguitato.
Nessuno è tanto speciale da non rientrare nell'ordine delle cose.
I clienti di Yuko appartengono alla gente comune. Persone qualsiasi con un’ossessione particolare che li porta ad attraversare il confine del paranormale insieme alla soglia del negozio. Il primo livello di soprannaturale di “xxxHolic” è la manifestazione esterna dei problemi dell’anima: ali che spuntano dalla schiena (e che solo Watanuki può vedere), una fotografia che si muove, difetti motori, ferite inspiegabili. Sono la proiezione visibile (in un certo senso) di un sentimento insito nella persona, dai vizi alle colpe. L’approccio è diretto alla singola persona (e non alla società, come accadeva in “Tokyo Babylon”) in modo cinico e spesso tragico. Il richiamo a “Tokyo Babilon” (opera precedente delle autrici) è abbastanza evidente nei primi episodi della serie, la stessa Yuko citerà Subaru Sumeragi, il giovane esorcista di “Tokyo Babilon”. Altre citazioni ad opere precedenti delle CLAMP sono da ricercare nel corso di tutta l’opera, da un paio di cuffie trasmittenti (di forma analoga alle orecchie di Chii di “Chobits”) al personaggio di Mokona (esaustivamente apparso in “Magic Knight Rayearth”) diversi oggetti e personaggi, più o meno importanti, compaiono qua e là nelle vignette. Nel corso dell’opera si verificano degli episodi di Cross-Over con “Tsubasa
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Reservoir Chronicles”, i cui protagonisti viaggiano nelle dimensioni alla ricerca di particolari piume proprio grazie ai poteri da Strega delle Dimensioni di Yuko, con cui si tengono in contatto tramite un Mokona bianco in collegamento telepatico con il Mokona nero sempre vicino a Watanuki. Sembrerebbe che questi due Mokona siano stati creati da Yuko proprio in previsione di questo viaggio. I personaggi di “Tsubasa Reservoir Chronicles” sono ripresi da varie opere precedenti delle CLAMP e, nelle varie dimensioni capita di trovare diverse espressioni degli stessi personaggi. In conclusione, la trama di “xxxHolic” è terribilmente semplice: è la storia di un (non troppo) semplice liceale alle prese con i suoi affari di tutti i giorni. Il punto è che i suoi affari di tutti i giorni sono terribil mente complicati. Il manga si sviluppa sulla crescita s pirituale del personaggio in seguito alle “avventure” che affronta e alle persone che incontra. È una lettura molto piacevole che richiede un impegno variabile: dal moderato di una lettura di piacere quando il tempo stringe, all’ impegnato di chi, con un po’ più
di tempo a disposizione, si dedica alla filosofia del fumetto e ne ricerca i vari riferimenti. Si tratta di una lettura originale che catturerà l’attenzione degli affezionati lettori di lunga data delle CLAMP ma anche coloro che si avvicinano
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per la prima volta al loro meraviglioso mondo.
Overman King Gainer e’ una gradevolissima serie robotica di 26 episodi ideata e diretta da Yoshiyuki Tomino, il celebre autore di famosissime opere quali Gundam 0079, Zambot 3, Daitarn 3 e molte altre. La serie e’ stata prodotta dalla Sunrise e trasmessa in Giappone nel 2002 dalla rete televisiva a pagamento WOWOW. E’ attualmente disponibile per il pubblico italiano solo in versione originale fansubbata. Come le altre opere recenti di Tomino (Brain Powerd, Turn A Gundam) e’ pervasa da uno spirito affatto diverso dai già citati classici, tutt’altro che tragico o fatalistico nonostante la drammaticità delle situazioni narrate e a tratti quasi scanzonato nonostante la consueta attenzione dell’autore ai risvolti sociali, alla caratterizzazione psicologica dei singoli personaggi e alle diverse relazioni che intercorrono fra loro. Originalità e allegria si percepiscono sin dalle prime scene della sigla di apertura ("King Gainer Over!" di Yoshiki Fukuyama) in cui personaggi e Overman (strane macchine vestite di colorate armature con l’evidente consistenza della stoffa) ballano coreografie da musical, in netto contrasto con l’ambientazione della storia in cui si viene bruscamente introdotti all’inizio della prima puntata: un mondo duro e inospitale di neve e ghiaccio, in un lontano futuro ipertecnologico tanto simile al nostro presente, ma allo stesso tempo esotico e suggestivo di atmosfere della nostra storia passata, con una evidente complessità inizialmente non spiegata che ne accresce il fascino. La storia si svolge infatti molti secoli dopo un
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terribile cataclisma causato dall’uso sconsiderato di avanzatissime tecnologie umane, che ha devastato il pianeta e costretto l’umanità’ a rinchiudersi in conglomerati urbani (detti Domepolis) localizzati proprio nelle zone più inospitali (quali la tundra siberiana e i deserti) al fine di lasciare alla natura il tempo di rigenerarsi indisturbata nelle poche zone non irrimediabilmente contaminate. Ogni Domepolis è costituita da innumerevoli blocchi autosufficienti, enormi strutture che ospitano abitazioni e servizi, costruiti in serie e poi spostati in carovana nella località prescelta per l’edificazione della città. Anche le Domepolis, come tutti i macchinari più avanzati (muscle engines, silhouette engines e overman) e le relative tecnologie sono state inventate in un lontano passato dalla leggendaria scienziata Meeya Laujin. Ogni Domepolis è soggetta all’autorità di un governatore unico, insignito di adeguato titolo nobiliare ereditario, e una organizzazione internazionale nota come International Monitoring Agency (IMA) con sede a Londra governa l’intero pianeta e si occupa di fare applicare le normative internazionali, dirimere le controversie, sedare le rivolte e coordinare le diverse compagnie ferroviarie create per provvedere (tirannicamente) ai rifornimenti di cibo e agevolare (ovvero controllare e limitare) gli scambi commerciali fra le Domepolis. In questo mondo rigidamente controllato, infatti, la cosa più vietata di tutte (sulla base dell’antico progetto ecologico di salvaguardia delle zone rurali) sono i viaggi, e le compagnie ferroviarie che di fatto controllano
ogni spostamento di persone e merci sono depositarie di un incommensurabile potere che sfruttano per arricchirsi poichè ormai piene di funzionari ingordi e corrotti che vivono e agiscono solo per il proprio tornaconto personale.La maggior parte dei cittadini è ormai talmente assuefatta alla vita nelle Domepolis da non riuscire a immaginare un’esistenza migliore, ma all’interno delle stesse Domepolis già da diverso tempo serpeggia un sentimento di insofferenza alla “reclusione”, un movimento sotterraneo di ribelli idealisti che sostiene che la vita nelle Domepolis non sia il massimo grado di evoluzione della civiltà e propugna il ritorno alla natura e all’agricoltura attraverso l’exodus, ossia il trasporto delle città nelle aree temperate del pianeta ormai rigenerate, secondo l’esempio della stessa Meeya Laujin la quale, in base alla leggenda, dopo aver costruito le Domepolis ed aver provato a viverci fu la prima a rinnegarne l’adeguatezza e ricondurre i blocchi della propria Domepolis in carovana verso una meta più accogliente. Overman King Gainer è l’avventurosa storia dell’exodus di una Domepolis siberiana, Urgusk, governata dal Duca Medayu, verso la leggendaria Terra di Yapan da cui si narra che un tempo la sua gente provenisse. Un exodus fortemente voluto e lungamente pianificato da cinque anziani saggi sedicenti conoscitori delle antiche leggende e degli antichi segreti di Meeya Laujin, organizzato in ogni dettaglio grazie all’ingaggio di Gain Bijou (un efficientissimo “specialista” in exodus dal passato oscuro, protagonista della vicenda) e portato avanti con strenua determinazione dalla Pattuglia Gauli (il ben addestrato gruppo di idealisti convinti capeggiato dall’aspirante ninja Hughes Gauli) oltre che da un certo numero “volontari” travolti dagli eventi, o “catturati “ dal fascino della situazione. Fra questi il co-protagonista Gainer Sanga, campione di videogiochi diciassettenne inizialmente ostile all’exodus, scelto da Gain
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contro la sua volontà come partner e pilota dell’unico overman in possesso dei ribelli e convintosi a ricoprire l’incarico solo per sfida e attrazione verso la bella compagna di classe Sara Kodama, militante convinta della Pattuglia Gauli. Vi sono poi la Principessa Ana Medayu, figlia del Duca Medayu, adorabile bambina temeraria e solo apparentemente inconsapevole che accetta di lasciarsi prendere come ostaggio insieme a tutti i suoi giocattoli e animaletti da compagnia come se stesse partecipando a un gioco e spesso finisce per rivelare più tempra e saggezza di molti adulti; la sua romantica e un pò svenevole istitutrice Liubov Smetana e la spavalda, eccentrica ed invadente ufficialessa della Polizia Ferroviaria Addett Kistler, che fa il suo ingresso nella storia accompagnata da due inetti sottufficiali insieme ai quali costituisce uno spassoso trio di time-bokaniana memoria, quasi immediatamente sciolto dal suo capriccioso ammutinamento.Sul fronte degli oppositori dell’exodus di Urgusk (ribattezzato Yapan), in linea di principio disapprovatissimo dall’IMA di Londra e temutissimo dalla Ferrovia Transiberiana come possible ispiratore di exodus ancora più massicci in grado di portare al fallimento la compagnia, troviamo in realtà
Al centro l'Overman King Gainer (con a bordo Gainer Sanga, la principessa Ana e i suoi tre "linse")
preceduto
dalla
Silhouette
Machine
pilotata da Sara Kodama (in basso a destra) e da Gain Bijou, a piedi in primo piano.
per la maggior parte del tempo solo mediocri, ma umanissimi funzionari e ufficialetti della Polizia Ferroviaria animati da motivazioni e finalità strettamente personali, oltre che l’intelligente e pericoloso Asuham Boone, inviato dall’IMA di Londra per tenere sotto controllo i misteriosi movimenti e passatempi del presidente della Ferrovia Transiberiana, Kidz Munt, ma in realtà interessato solo a catturare Gain Bijou e riportarlo a Londra dalla sorella Karin, a suo dire sedotta e abbandonata. Sullo sfondo, la quotidianità e i problemi di sopravvivenza e ordine pubblico di una intera città impegnata in un lentissimo viaggio, popolata da sostenitori e oppositori dell’exodus in ugual misura, costretti in egual misura a patire razionamenti di cibo, sopportare attacchi e danneggiamenti alle strutture, ospitare profughi di Domepolis distrutte , ma sempre anelanti a proseguire la propria vita. Una talentuosa idol con nome e sembianze della leggendaria Meeya impegnata nella propaganda a favore dell’exodus attraverso le sue canzoni, e naturalmente, al centro della scena, gli overman, gli avanzatissimi robot della situazione, scheletri metallici che si muovono grazie all’innesto di muscoli artificiali (i muscle engines) dotati di strani poteri (detti overskill) i cui controlli risiedono in realtà nel “vestito-armatura” detto overcoat, che può essere tranquillamente sfilato, rubato e indossato da un altro overman anche sopra il proprio. Gli overskill degli overman sono fantasiosi e disparati: c'è quello in grado di leggere le menti, quello che può influire sull’umore delle persone, quello che può rubare ogni cosa, quello che può diventare invisibile, quello che può cambiare forma a piacimento, quello che può creare illusioni e via discorrendo. Naturalmente i poteri più grandi e misteriosi sono quelli del prezioso overman di Yapan, trafugato da Gain dalla collezione privata di antichità del Duca Medayu, pilotato da Gainer Sanga e da quest’ultimo ribattezzato King Gainer, e di altri overman molto antichi che faranno mano a mano la loro comparsa. Ciò nonostante tutti gli aspetti meccanici e tecnologici relativi agli overman sono un pò negligentemente poco approfonditi, come se in realtà poco importassero all’autore, molto più impegnato a dipingere il suo affresco di dinamiche sociali e varia umanità. Fra le caratteristiche principali della serie, oltre ad un lieto fine forse inaspettato per il pathos raggiunto negli ultimi episodi, assolutamente
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contro tendenza ma in fondo non stonato con il taglio generale dell’opera, è da sottolineare la presenza di due protagonisti maschili quasi alla pari, Gain e Gainer, che incarnano due età diverse, due livelli di esperienza di vita diversi, nonché due posizioni ideali diverse rispetto all’exodus maturate come reazione ad esperienze passate dolorose molto simili ma che mostrano in realtà così tanti tratti psicologici comuni quali perfezionismo e attenzione al dettaglio esasperati, elevatissimo senso di responsabilità , spirito di collaborazione, gentilezza, rispetto per il prossimo e per la vita, buona capacità di relazionarsi con chiunque, in particolare con le spesso altere e burbere rappresentanti del sesso opposto (che sconfina in raffinata galanteria nel caso Gain) da poter essere letti come due interpretazioni di uno stesso personaggio. La scelta dei nomi così simili non è sicuramente casuale. Non molto originale ma comunque ben inserita nella trama anche la scelta dell’autore di portare a termine la maturazione di Gainer dallo stato di adolescente ferito dalla vita, un pò introverso, un pò arrabbiato col mondo e un pò bastian contrario per il gusto di esserlo a quello di uomo consapevole ed eroe perfetto
La
idol
Meeya
Laujin
nel
suo
sgargiante
costume di scena e i due protagonisti Gain e Gainer a bordo di uno scooter.
non tanto attraverso l’emulazione o la contrapposizione al suo doppio adulto quanto attraverso l’introspezione e l’interazione e il confronto con l’amata Sara, la bizzosa Addett e l’infantile amica-rivale campionessa di videogiochi Cynthia Lane, figlia adottiva di Kidz Munt, che si scoprirà avere un ruolo molto più importante di quanto sospettato nell’intera vicenda. Dal punto di vista dell’animazione, il livello è mediamente alto, con qualche calo di qualità in alcuni degli episodi riempitivi centrali della serie. La regia di Tomino è professionale ma non spettacolare, per cui nel complesso la serie si presenta fluida e gradevole anche se non memorabile. Molto ben orchestrato il crescendo di drammaticità degli ultimi 5/6 episodi che fa quasi paventare la classica ecatombe conclusiva, sventata invece con sorprendente naturalezza. Da segnalare infine la rielaborazione dell’opera in formato manga, attualmente in corso di pubblicazione in Giappone (e in Italia grazie alla
d/visual su d/books), disegnata dal talentuoso character designer della serie originale Yoshihiro Nakamura. Nei cinque volumi finora pubblicati il manga presenta piccole ma apprezzabili differenze nella definizione dei personaggi e di alcuni aspetti della loro vita privata che li rendono di fatto più interessanti e affascinanti degli originali, alcune appendici scritte di Tomino che sembrano puntare a colmare almeno un pò le voragini di conoscenza lasciate dall’anime, e una eccezionale dinamicità delle tavole che fa sembrare i personaggi perfino più vivi che sullo schermo. La durata dichiarata del piano complessivo dell’opera (sette volumi) fa però temere una conclusione affrettata e nessuna chiarificazione ulteriore sui retroscena della vicenda e l’oscuro passato di alcuni personaggi chiave. by bbodyrad
Gainer e Sara discutono con Addett Kistler. Alle loro spalle, un divertito Gain Bijou.
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Anima noir, cuore blues
Poche opere d’arte nella storia hanno potuto fregiarsi del titolo di avanguardie, soprattutto in tempi inflazionati come questi. Cowboy Bebop è stato il fulmine della tempesta di un nuovo rinascimento dell’animazione, che ha sconvolto tutto, mischiato le carte, e creato un nuovo gioco al quale poi tutti si sarebbero
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Fin dall’inizio, come da ogni buon inizio che si rispetti, Cowboy Bebop si fa conoscere con un assaggio della sua anima indimenticabile. Ricordi spezzati, bianco e nero, pioggia, parole non dette, fratelli di sangue divisi dal sangue, amori sfocati nella pioggia, il cielo e le nuvole. Parte la sigla: un caleidoscopio di immagini pop, montate in una rapida carrellata di fotogrammi, sostenute nel loro ritmo folleggiante da un frenetico e scalciante jazz bebop, che resterà per sempre nella storia dell’entertainment televisivo e nell’immaginario collettivo degli ammiratori. Sulle note di “TANK!”, si apre in modo esplosivo una lunga avventura, un viaggio indimenticabile per chi vorrà seguirlo, ma si è subito avvisati che bisognerà portare con sé la propria anima, e la volontà di lasciarsela cambiare, perché niente sarà più lo stesso dopo l’ultima puntata. Note di sax, come un velluto morbido, scorrono sulla narrazione, lenta e attenta ai dettagli, come una regia consapevole, che si fissa sugli sguardi, che ne coglie la tristezza, che soppesa ogni goccia di quel calice amaro che è la vita. Personaggi immortali, intrappolati in uno schema ben noto, ma che ci prende sempre in giro, che ci costringe ogni volta a restare là davanti, a fissare ogni scena, ogni sguardo, ogni movimento lento, fino alla fine. Ecco che appaiono gli attori di questa scena movimentata, mai immobile, ma abbandonata nella rassegnazione... cupe figure dal carattere equivoco, che coprono i propri dolori con il sarcasmo, arma del cuore ferito per difendersi da quelle lame che ogni tanto, quando ci si apre troppo, passano attraverso le nostre difese e colpiscono a fondo. Quel modo di fare, liscio, come un whisky lasciato sul bancone di un bar da qualcuno che voleva berlo, ma che ha rinunciato perchè troppo amaro da mandare giù. Quell'indifferenza, che caratterizza ognuno di loro, questi personaggi solitari, che però si sciolgono e passano, equivoci, da uno stato emotivo all'altro, mostrando di essere vivi ed imperfetti come noi. Hanno sbagliato nella loro vita, almeno una volta, ed era uno sbaglio grande, proprio quando la vita li aveva posti davanti alla scelta fondamentale. Ora portano quel fardello, e tentano di sopravvivere come meglio si può, come le note di
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un’armonica cercano di sopraffare quelle più forti della tromba – entrambe fatte di fiato, entrambe in lotta per emergere. Tutta la vicenda è permeata dall'opprimente ombra di ciò che è stato, dall'epitaffio che dice che il passato non è mai passato del tutto, e che quando meno te lo aspetti ritorna sempre a bussare alla tua porta. Eccolo allora che lo fa con il pugno pesante: e si fa sentire. È questa la materia di cui è fatto questo moderno noir, immerso in una coltre di fantascienza tipica, old-fashioned e low-tech, mixata ad arte nello spirito a tratti classico, a tratti freestyle della frontiera western. Elementi differenti, che si mischiano in un unicum senza pari fino ad allora, che ha saputo creare un background talmente originale che era difficile sbagliare bersaglio. Eppure non è solo questo che rende Cowboy Bebop unico ed inimitabile. La sua struttura è retta dalle storie, dai personaggi, dalla musica – quest’ultima una vera e propria voce narrante, piuttosto che il solito sterile escamotage di supporto per le scene d’azione e quelle drammatiche. Per questo, per capire quest’opera, bisogna prima conoscere le sue singole parti. C o w b o y s : i p ers o n a g g i
Spike Spiegel, protagonista tipico, chandleriano e dissilluso come un Marlowe, ma pragmatico e distaccato come un samurai moderno, tanto cinico da non capire mai quando è ora di smetterla. La sua storia è la più coinvolgente, la più tortuosa e pericolosa, quella che più fra tutte genera l'attrazione fatale che lo spettatore proverà per questo anime.
Condotta la sua vita tragicamente, egli vuole affrontare la tragedia con il sorriso sulle labbra, fino alla fine. E noi con lui, anche se forse con gli occhi più lucidi. Spike Spiegel è l'uomo di punta della serie, il suo manifesto vivente: incarna perfettamente lo spirito frenetico e scarmigliato del jazz bebop che pervade tutta la serie, scattoso e impertinente, virtuoso ma figlio di un ritmo veloce e sincopato, caotico. Ex membro della mafia cinese del Dragone Rosso, Spike abbandona i lidi criminali a seguito di quella che sembra una crisi di coscienza dovuta ad un risveglio improvviso - non ci è dato di sapere esattamente per quale motivo, ma alimentata dall'amore per la donna della sua vita, Julia. Così il suo vecchio compagno di peccati, un fratello di sangue con cui ha lottato spalla a spalla, il feroce e disumano Vicious, diventa la sua nemesi, la sua condanna. Spike adesso si è lasciato quel passato dietro le spalle, da almeno tre anni, e ha ricominciato a vivere come cacciatore di taglie, un mestiere che gli si addice perchè senza regole, perchè gli permette di eccedere come nel suo stile senza che nessuno ne abbia a risentirne formalmente. Carisma e sregolatezza, vive alla giornata, in una caccia continua, che lo tiene in vita come fa la fame per un lupo solitario. Maestro d'arti marziali, un combattente eccellente che adopera le sue gambe e i suoi pugni in maniera letale, Spike si muove con velocità frenetica e precisione spaventosa. Ben pochi sono stati in grado di fronteggiarlo durante la serie e nel film, e nella stragrande maggioranza dei casi ogni avversario che gli si è parato d'innanzi ha avuto di che lamentarsi riguardo a lividi e ossa rotte, se non peggio. Ha una mira eccezionale con la sua inseparabile pistola, con cui affronta persino Vicious in un episodio ("Session 5 - Ballad of Fallen Angels"), in un faccia a faccia spada/pistola, dove lui blocca la lama della katana dell'avversario con il paradita del grilletto. Vola sempre sul suo fidato Swordfish II per le missioni nello spazio o comunque laddove si para davanti la possibilità di un inseguimento vecchio stile. Lo Swordfish è la Mustang Fastback di Steve McQueen in Bullit, vista ai giorni nostri: vecchio, solido, come una musclecar americana,
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è old-fashioned rispetto agli altri pod usati nell’anime, super tecnologici, e riflette su di sé il modus vivendi del suo pilota. La definizione di "monoracer" richiama la sua funzione di exveicolo da corsa, un'altra caratteristica che è molto significativa. Come personaggio cardine della serie, Spike Spiegel regge perfettamente il suo ruolo, e anzi non potrebbe farlo meglio. Un uomo che è la disillusione fatta persona, che vive di pericolo, perchè solo attraverso di esso sa di essere vivo, ma che paradossalmente per questo non dà molto peso alla sua vita. Crede di vivere in un sogno, dove ogni cosa alla fine può essere sottovalutata perchè non reale, o forse si illude di crederlo per convenienza personale. Sembra davvero che egli stia aspettando qualcosa, che davvero stia sognando e sia solamente in attesa di risvegliarsi, come nel celebre scambio di frasi con il nemico di sempre, Vicious, nella puntata già citata di "Ballad of Fallen Angels", vero scorcio nella sua anima: Spike:"Vivo in un sogno dal quale non riesco a destarmi." Vicious: "Ci penserò io a svegliarti!" Così egli vive in costante equilibrio precario tra il passato e il presente, come i suoi due occhi (da una sua frase dell'ultima puntata), sempre rischiando, sempre seguendo il suo fiuto e nulla più. Potremmo dire che in un paragone quasi irrinunciabile tra Cowboy Bebop e la serie che più (lontanamente) gli somiglia, Spike potrebbe essere il vecchio Lupin III° all'ennesima potenza, in salsa blues, e intinto di noir e cinico sarcasmo. Al di là della somiglianza fisionomica, non tanto nel volto quanto nel corpo e nell'abbigliamento, egli è sfuggente, tagliente nell'ironia, ma in più ha, rispetto al vecchio personaggio di Monkey Punch, la triste e laconica verve di un Humphrey Bogart/Marlowe, che lo tinge d'apatia verso il mondo intero, che lo spinge a pungere nell'animo, e ad essere acido quanto basta per farsi odiare da chi lo circonda. Però Spike è altruista negli atti quanto non lo è nelle parole. Se c'è da intervenire per salvare qualcuno lo fa senza pensarci due volte, anche se non darà mai la soddisfazione di dirvi che l'ha fatto per voi, e probabilmente si farebbe ammazzare piuttosto che ammetterlo.
Questo è Spike Spiegel, un uomo che è la rappresentazione fatta personaggio dell'aggettivo "cool", come il cool jazz, che incarna perfettamente lo spirito della serie, una foschia blues in cui sembra che tutti si muovano, sempre vivo, nonostante tutto, sempre in cerca di qualcosa nonostante non sappia nemmeno lui cosa, un pò come il suo stomaco eternamente brontolante. Spike fa coppia con Jet Black, padrone della Bebop, l’astronave che dà parte del titolo dell'anime, sulla quale entrambi si ritrovano all'inizio delle vicende della serie. Sono l'uno il contraltare perfetto dell'altro: Spike istintivo, impulsivo, volitivo ma terribilmente efficiente nel perseguire un obbiettivo; Jet, ragionevole, calcolatore, organizzatore e professionale, al punto da aver sempre da ridire su molte delle sconsideratezze del suo collega. Ex-poliziotto della ISSP ha, come il suo irrequieto collega, un passato intricato e doloroso. Amori infranti, una carriera brutalmente interrotta, tradimenti e voglia di andare avanti nonostante tutto, Jet non riesce a nascondere la sua natura di segugio. E’ un cane che fiuta la sua preda, e la insegue fino a che non è a portata di zanne. Continua il suo lavoro di cacciatore di criminali come freelancer, perché è questo che lui sa fare. E’ un poliziotto nell’animo, ma un poliziotto dai metodi spicci e diretti, che sa usare la diplomazia, ma che sa anche investire come un tir quando è necessario. Ha la stessa insofferenza per le istituzioni di un Harry Callaghann, ma agisce come freno di Spike il più delle volte: il suo spirito investigativo lo pone al di sopra delle turbolenze del collega, in quanto cerca prima di fare le domande, e poi di sparare. Jet è un uomo che non bisogna provocare, perché la sua pazienza, che si riflette attraverso la pratica dello Shogi (gli scacchi giapponesi) e dell'amorevole cura dei suoi bonsai, è un muro che non bisogna provare a scalare. Non ama parlare su come abbia perso il braccio,
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e perché non se lo sia fatto ricrescere geneticamente invece che usare una protesi cibernetica, ma si intuisce che sia una scelta fortemente legata al suo passato. Come ha perso il braccio, una parte del suo corpo, ha anche perso una parte della sua anima, che simbolicamente non potrà mai più tornare. E come una cicatrice, che ispessisce la pelle dove ci si è feriti, anche quel braccio di metallo è come il vuoto lasciato nella sua anima: più duro, diverso, perché niente è più come prima. Jet è, come Spike, una citazione da Monkey Punch, assomigliando molto nei modi e nell’aspetto a Jigen. Faye Valentine è un’enigma vivente. Priva di memoria, svegliatasi dopo un sonno criogenico, è una donna di un secolo diverso, che ha dovuto adattarsi a vivere da sola, ad essere forte, astuta, spietata. Approfittatrice, come definita da Spike in un celebre dialogo, cerca sempre di trovare il punto debole nel sistema, per arricchirsi e spostare l’ago della bilancia dalla sua parte, nonostante lavori in team con gli altri due cacciatori di taglie. Sembra costantemente in cerca di affermazione, come se volesse distaccarsi dai sentimenti che prova verso la sua nuova “famiglia”, per negarli, per dirsi che non è vero che può ancora affezionarsi a qualcuno. Faye non vuole essere più debole, perché in qualche modo questa debolezza l’ha ferita in passato… un passato che non ricorda più. Abile nell’inganno, è anche una donna tutta d’un pezzo. Pur non essendo il suo forte, non si sottrae mai ad una sparatoria, e non fa economia sull’uso di maniere forti per ottenere ciò che vuole. Sempre in contrasto con Jet e Spike, raramente collabora con loro per un fine comune in modo coordinato. Esulando dal classico schema degli anime, la tensione erotica tra Faye e Spike è molto rarefatta, e si manifesterà solamente nel finale della serie, in un modo molto velato. Questo utilizzo dei sentimenti dei personaggi riguardo i legami che li legano l’un l’altro, rende Cowboy Bebop ancora più unico.
Faye, continuando l’analogia con la serie di Lupin, cita pesantemente Fujiko Maine. Per completare il quadro, ecco Ed e il cane super intelligente Ein. Coppia comica della serie, l’una un’abilissima hacker, l’altro un esperimento genetico canino più unico che raro, sono il fulcro di moltissime scene esilaranti della serie, che spezzano la tensione e rendono il tutto molto più godibile. Eppure neanche Ed sfugge al suo passato, che si renderà evidente solamente nel rush finale. Impossibile da inquadrare, Ed, nella ricerca in “Session 9 - Jamming with Edward”, viene descritto dalle persone interrogate da Jet e Spike in mille modi, totalmente incoerenti l’uno con l’altro. E’ la metafora dell’hacker senza volto, di quella generazione di ragazzini che a cavallo tra gli Anni Ottanta e Novanta hanno cambiato il nostro modo di percepire l’informatica e il mondo della comunicazione. E’ il troppo potere concentrato in chi non può farne un uso corretto perché incapace di comprenderlo del tutto. Ed è anche punto di collegamento fondamentale tra i vari passaggi drammatici della visione, che si riallaccia alla schiettezza di Jet, all'egoismo un pò forzato di Faye, e al cinismo sarcastico di
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Spike.Tutti questi personaggi si muovono tra la pioggia delle strade notturne, alle distese dello spazio, tra locali semibui, e strade in mezzo al deserto, come circondati da un alone negativo, un'aura maledetta che sembra scandire le loro ore con minuziosa perizia. Sappiamo che succederà, ma non quando, né dove. Ma loro continuano a vivere, tentando di farlo meglio che si può, tra storie che li toccheranno nel profondo dell’animo, e altre che li faranno allontanare, tra viaggi nella memoria e difficili scontri con ombre che non vogliono svanire. E noi saremo ancora lì. a guardarli, rapiti dalla magia davanti agli occhi, cullati dalle note jazz di una colonna sonora immortale, quella della vita reale. Perchè la vita è una nota blues che alle volte stona e diventa puro jazz. B eb o p : l a m u s i c a Discorso a parte merita la musica, come già detto, voce narrante dell’intera serie, deus ex machina insostituibile. Tutta la serie è costruita attorno al comparto musicale, a partire dai titoli, alcuni dei quali legati a famose canzoni del mondo rock-blues, come Honky Tonk Woman, Jamming with Edward, Toys in the Attic e Sympathy for the Devil, richiamanti i Rolling Stones, o Bohemian Rhapsody, dei Queen. I titoli contengono sempre una parola che fa riferimento alla musica, e che detta il ritmo di quel particolare episodio fin dall’inizio. La colonna sonora di Cowboy Bebop, composta dall’impareggiabile Yoko Kanno, ed eseguita dai Seatbelts, è una pietra miliare nel campo dell’entertainment di ogni tempo. Estremamente estesa come numero di album e tracce, è istrionica e varia, copre infiniti generi e lo fa sempre in maniera eccellente, inaspettata. Ogni momento della serie ha il suo corrispettivo filo musicale, che lo sostiene come una colonna portante, e senza il quale non esisterebbe sul piano narrativo. Momenti fondamentali sono retti da pezzi musicali d’infinito impatto emotivo, che rendono indimenticabili le scene, i personaggi, le loro azioni e le loro parole. È il caso di tutta la sequenza cardine di “Session 5 – Ballad of Fallen Angels”, dove l’astante conoscerà parte del passato di Spike. Da “Rain”,
eseguita magistralmente dalla voce calda e blues di Mai Yamane, che accompagna la figura solitaria di Spike, che si muove verso il suo destino, a “Green Bird”, corale e struggente momento di poesia, quando Spike, nel momento in cui forse si avvicina la fine, precipitando, rivede la sua vita, il suo amore perduto, mentre tutto va in pezzi, come i frammenti iridescenti del rosone della chiesa, teatro della lotta selvaggia con Vicious. Altissimi sono i momenti delle note di “Elm”, sul riscatto di Jet, che prende finalmente in mano la sua vita, liberandola dai rimorsi del passato. Struggenti quelli delle note di “Memory” e “Adieu”, forgiate dalla stessa malinconia melodia, che affonda nel cuore con tutto ciò che si è perduto, e che vive ormai solo nei nostri ricordi, per sempre. Inesorabile è il crescendo di “Space Lion”, iniziato dal sax di Glenn, che cita onorevolmente il Vangelis di “Blade Runner”, per poi trasformarsi in un battito di tamburi soffuso, costante, ineluttabile. Si chiude su queste note la tragedia di Glenn e della sua amicizia perduta, tradita e violata dalla ferocia di Vicious, in uno dei momenti più splendidi e toccanti della serie, quando lo sguardo si alza verso le stelle, e un dialogo, tra l’indiano Laughing Bull e un suo giovane discepolo, chiude la puntata una delle rare senza la sigla di chiusura originale :
l’animo di chi, almeno una volta nella vita, è stato abbandonato, e ha cercato invano di sapere se lei, o lui, da qualche parte esisteva ancora. Chissà dove sarà... cosa starà facendo adesso? Il brit-pop graffiante di Steve Conte è una miscellanea di musicalità inglese ed europea in generale, richiamante all’orecchio “One Day” dei Verve, e quel meraviglioso mondo rock dell’epoca. Sempre Conte ci parla di come le cose tra due persone possono cambiare, per le cose non dette, che nel tempo ci tradiscono, e per i nostri sentimenti, che scivolano l’uno sull’altro se non li fermiamo, e ci allontanano. È “Words that we couldn’t Say”. E sempre la voce vellutata, ma allo stesso tempo potente e profonda, di Mai Yamane ci accompagna sulle note di “The Singin’ Sea”, intrappolata nella malinconia di un momento che svanisce, di immagini sfocate, di attimi che non ritorneranno più. E infine “The Real Folk Blues”, indimenticabile
Spike: "Vivo in un sogno dal quale non riesco a destarmi." Vicious: "Ci penserò io a svegliarti!"
sigillo che chiude quasi ogni puntata, celebre quasi quanto “TANK!”, e perfetto epilogo della maggior parte delle storie, quando ancora lo spettatore non si è del tutto ripreso dall’ultima scena, dall’ultima parola detta, dall’ultima nota vibrata. "Blue”, una delle tracce più struggenti dell’intero compartimento musicale, ha l’onore di chiudere la serie. Con le sue parole, che ricalcano alcuni tra gli elementi fondamentali della storia (il gioco di parole tra "blue”, "blues”, il colore blu, il cielo, il senso di libertà e la volontà di essere liberi), accompagna la più pesante, meravigliosa, triste, malinconica, amara scena dell’intero anime.Dieci anni fa, quando vidi quelle immagini, accompagnate dalla voce di Yamane in "Blue”, pensai che solo un cuore disumano non poteva
Ragazzo: "Hai visto Bull? Una stella cadente!" Laughing Bull: "Quella non è una stella come le altre, ma una lacrima di un guerriero." Ragazzo: "Che cosa significa?" Laughing Bull:Che in qualche luogo tra le stelle un uomo ha terminato la sua battaglia." Ragazzo:"Oooh!" Laughing Bull:"Una triste anima condannata a vagare lontano dai pascoli del grande spirito, a cui non ha creduto in vita." Folgorante “Call me, call me”, che interpreta
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non piangere di fronte a quel momento… e oggi continuo a pensarlo. Così sono anche le musiche puramente legate ai momenti d’azione e d’ilarità della serie, tutte perfettamente studiate e dominate dal proprio elemento, che le contraddistingue e le rende protagoniste. "TANK!” la sigla, biglietto da visita storico, e ormai regalato alla leggenda; "Rush”, "Bad Dog No Biscuit”, "Too Good, Too Bad” e altre simili, sono legate ai momenti d’azione, agli inseguimenti, ai corpo a corpo di Spike con i suoi avversari, come se ne sottolineassero i movimenti esplosivi, la carica inesauribile. Tutti i singoli album hanno una loro ragion d’essere propria, e meriterebbero una discussione a parte, e forse non si riuscirebbe comunque a rendergli giustizia. Il genio di Yoko Kanno è istrionico, adattabile, incredibilmente versatile e virtuoso. Inesauribile, la sua verve ha caratterizzato l’intera serie, senza la quale la storia di Cowboy Bebop sarebbe stata nettamente diversa. Riesce a balzare dal jazz al bebop, dal rock alla musica sudamericana, dalle ballate ai ritmi sostenuti. A volte è talmente difficile credere che l’autrice della colonna sonora sia la stessa persona, che si ricorre alla lettura del nome accanto alla traccia, per verificare se veramente sia stata lei a comporla. Se esiste un anime che ha dato un’importanza
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fondamentale all’accompagnamento musicale, allora quello è Cowboy Bebop. È persino fuori luogo chiamarlo “accompagnamento”, in quanto immaginare la serie priva di musica è come pensare ad essa come priva del suo alito vitale. L’esperienza di questa storia è totalizzante, colpisce chi la vive attraverso tutti i lati del suo animo, e non lascia molto spazio per altro, non a breve termine almeno. La pratica del riascolto della colonna sonora è ben nota ai fan, che non riescono a rinunciarvi nemmeno dopo molti anni dalla prima visione. Perché sentire quella canzone, ascoltare quel pezzo, è come incontrare di nuovo un vecchio amico, bere con lui in un bar, raccontargli la tua vita degli ultimi dieci anni, e scoprire che le cose, poi, non sono cambiate così tanto. By Gabriele "Ade" Cuscino
SoundTrack
Maximum the Hormone Death Note è sicuramente uno dei manga/anime più di successo degli ultimi tempi. Componente fondamentale di ogni anime è la musica, infatti in Giappone sia la sigla iniziale che finale che le musiche nel loro insieme sono curatissime e quasi sempre affidate a cantanti e gruppi di successo in patria e non solo. Death Note non si sottrae a questa regola soprattutto se si ascoltano le sigle degli episodi dal 20 in poi, dedicate a chi possiede orecchie e cervello allenati e sintonizzati alle dure sonorità dell’hardcore. Infatti sia la sigla iniziale che quella finale, rispettivamente What’s up, people?! e Zetsubou Billy, vengono prese dall’album Buikikaesu, ultima opera in ordine temporale dei The Maximum the Hormone, gruppo post-hardcore giapponese. Ed è proprio di loro che vogliamo parlare, i Maximum nascono nel 1998 e dopo alcuni cambiamenti di formazione, caratteristici nella storia di qualsiasi gruppo, arrivano all’attuale conformazione composta da: • Maximum the Ryō-kun: chitarra, voce • Daisuke Han : voce • Ue-chan: basso • Nawo : batteria, voce Death Note non è comunque l’unico contatto dei
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Maximun the Hormone con i manga/anime, infatti hanno anche realizzato la colonna sonora di Detroit Metal City, manga umoristico, serializzato su Young Animal a partire dal 2005. Un adattamento con attori è stato diretto da Toshio Lee, e proiettato dai cinema giapponesi il 23 agosto 2008, in concomitanza con la realizzazione di una seria di 24 OAV di circa cinque minuti l'uno Il sound dei Maximum è sicuramente potente come ci si aspetterebbe dal genere, ma varia spesso tra una canzone e l’altra e anche all’interno della stessa canzone, passando dal crossover al melodico, dal metal al punk-ska. Band dalle sonorità fresche e dai lineamenti giovanili, affascina molto i giovani che costituiscono lo zoccolo duro dei loro fans. Lo stile tipico dei Maximum the Hormone gli permettono di varcare i confini giapponesi e di far breccia nelle orecchie dei fans di altri continenti A voi i siti di riferimento : http://maximumthehormoneitalia.splinder.com/po st/13669645/FOTO, http://www.55mth.com/ By Ikari
Riscopriamoli
In questa open space troveremo delle schede molto, ma molto dettagliate su vecchi Anime degli anni che furon, ma che hanno fatto la storia. Quindi armatevi di pazienza e tanta voglia di sapere. 1980, Rete 1 (che oggi conosciamo come RAI 1) ore 16:50 trasmette il primo episodio di Mazinga Z, anime tratto dal manga omonimo di Go Nagai (da questo anime nascerà un Manga sceneggiato da Nagai e disegnato da Gosaku Ota). Il pubblico Italiano scopriva così che il pilota di Mazinga Z era lo stesso personaggio amico di Actarus il pilota di Goldrake, altro Anime trasmesso nel 1978 su Rete 2 (oggi RAI 2). Ma come era possibile? E poi perchè aveva un nome diverso? E dove era Actarus? Tante domande che solo negli anni avvenire avrebbero avuto una risposta! Go Nagai nei primi anni 70 stava conoscendo, in patria, un notevole successo grazie a Manga come Cutie Honey e Mao Dante. Forte di ciò propose alla Toei l’idea folle di fare un’ Anime Robotico tratto da una sua opera. Il suo nome era Mazinger Zetto - Mazinga Z - . Rispetto agli Anime dello stesso genere, il pilota guidava fisicamente dentro il Robot. La leggenda vuole che Go Nagai pensò a Mazinga Z durante un ingorgo stradale, infatti, durante l’attesa, immaginò che la sua auto potesse trasformarsi in gigantesco robot con tanto di gambe e braccia, così da potere scavalcare tutti e tutto. La Toei propose l’idea alla Fuji T.V. che ne vide subito le potenzialità economiche. L’unico problema era che volevano cambiare il nome. Tra le proposte vi furono: Energer Z, Iron Z, ma alla fine vinse il nome pensato da Go Nagai. Il suo autore non sapeva di aver avuto un’idea rivoluzionaria che avrebbe ispirato autori come Hideaki Anno o Yoshiyuki Tomino per citare i due più importanti.
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Una curiosità…il nome Mazinga è scritto in Katagana. La parola è composta da tre parti “MA” che significa Demone, “JIN” che significa divinità e la particela “GA”. Quindi il suo significato è Divinità Demonica ovvero un essere potentissimo il cui comportamento potrà essere buono o malvagio in base al suo pilota. Una volta accettata la proposta fu richiesto un cambiamento relativo al mezzo di controllo del Robot. Infatti Nagai aveva pensato ad una motocicletta che risalendo la schiena del Robot si sarebbe poi posizionata sulla testa di quest’ultimo, l’idea però aveva un serio problema vi era già un altro eroe che utilizzava la motocicletta molto conosciuto in Giappone il suo nome è Kamen Rider, quindi il direttore della Toei propose un mezzo volante dall’affascinate nome di Hover Pilder. L’idea piacque, ma fu necessario eseguire dei cambiamenti sul design della testa del Mazinga. Ora tutto era pronto e il 3 Dicembre 1972 Fuji T.V trasmise il primo episodio di Mazinga Z. Il successo di quell’anime a 8 fotogrammi al secondo, fu assoluto! Era nato il mito del Mazinga. T ra m a Il giovane studente liceale Koji Kabuto (vers. Italia Ryo), orfano dei genitori, vive insieme al fratello Shiro. Un giorno riceve una telefonata da parte del nonno Juzo Kabuto, scomparso da anni, che gli chiede di raggiungerlo immediatamente. Il ragazzo preoccupato si dirige verso la casa del nonno, ma scopre che è in fin di vita. A colpirlo a morte è stato un gruppo armato chiamato
capitanato dal Barone Ashura agli ordini del Dottor Hell (vers. Italiana Dottore Inferno). Ma l’anziano uomo, prima di morire gli lascia in eredità un gigantesco Robot, alto circa 18 metri, costruito con la Super Lega Z, una lega ottenuta con il Japanium elemento rarissimo presente solo in Giappone (incredibile) ed alimentato con l’energia FotoAtomica. Prima di morire chiede a Koji di contrastare i piani di conquista del Dottor Hell insieme al Mazinga Z. Ma chi è il Dottor Hell? Il Barone Ashura ? Le maschere di ferro? E non ultimo come ha fatto il Juzo suo nonno a costruire Mazinga Z? Nei primi anni 60 Hell scienziato archeologo d’origine Tedesca, ed ex-amico di Juzo, durante una spedizione archeologica in Grecia aveva trovato, presso l’Isola di Bardos (vers. Italia Rodi ), i resti d’alcune creature meccaniche costruite dalla antica civiltà dei Mikenes - Micenei-. La scoperta aveva a tal punto sconvolto Hell che in preda ad un delirio di onnipotenza aveva ucciso tutti i membri della missione. Miracolosamente Juzo riuscì a salvarsi portando con se alcuni schemi per la costruzione dei mostri meccanici. L’uomo scomparso, fu ritenuto morto per parecchi anni, mentre in verità stava progettando e costruendo un potente mezzo per contrastare le future mire conquistatrici del Dottor Hell. Non chiedete come fa un uomo anziano e da solo a costruire una meraviglia come Mazinger Z, perché a tutt’oggi non vi è risposta!. Nel frattempo il professor Yumi, insieme con un team di valenti scienziati e con l’aiuto segreto di Juzo, condividendo la preoccupazione per le mire di Hell, aveva costruito il Centro per la Ricerca Fotoatomica ed un altro Robot “Aphrodite A” dalle fattezze femminili pilotato dalla figlia Sayaka Yumi. Intanto Koji grazie all’Hover Pilder - Aliante Slittante - riesce ad assumere il comando del Mazinga Z, ma pilotarlo è più difficile del previsto. Per sua fortuna arriva Aphrodite A, pilotata da Sayaka, inizialmente molto più brava di Koji, che gli da i primi rudimenti per una guida sicura del Mazinga Z. Grazie a Sayaka, Koji riesce ad affrontare i primi due nemici Garada K7 e Doublas M2, inviati dal Dottor Hell e guidati dal Barone Ashura. Quest’ultimo è un essere composto da due mezzi corpi, uno femminile ed uno maschile, (si scoprirà in seguito essere due mummie unite) ognuna con una propria personalità e coscienza, che adorano il Dott. Hell.
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Dopo i primi combattimenti, un limite del Mazinga Z inizia a manifestarsi: la difficoltà a contrastare i mostri meccanici volanti. Il Dottor Yumi è il suo team lo risolvono con la costruzione del Jet Scrander (episodio 34) due ali Jet che si agganciano al Mazinga Z. Durante le battaglie ad “aiutarlo” si presenta Boss Borot (borotu = Rottame) che presto diviene Boss Robot, simpatico Robot pilotato da tre amici di Koji , nell’ordine Bosu Oda Susumu, Nuke e Mucha, che spesso è più di impaccio che d’aiuto, ma che con le sue scenette sdrammatizza molti momenti. Con il proseguire della serie le battaglie divengono sempre più violente e il Dottor Hell sarà coadiuvato da altri due luogotenenti, oltre al Barone Ashura, ovvero il Conte Blocken, un ex ufficiale SS riportato in vita dal Dottor Hell con la particolarità che la sua testa è staccata dal corpo, e il Marchese Pigman un pigmeo innestato nel corpo di un Watussi. Ciò nonostante sembra che nulla possa vincere contro Mazinga Z, il Dottor Hell decide quindi di allearsi con il Duca Gorgon, (un essere il cui busto è stato impiantato sul corpo di una tigre), emissario dell’impero di Mikenes. L’arrivo di Gorgon aggiunge qualche difficoltà nella guerra contro Hell. Si avrà anche la distruzione di Aphrodite A (ep 74) prontamente sostituita da Diana A, ma la vittoria arride comunque Koji che in un’epica battaglia distrugge il Dottor Hell
Ormai sembra che la pace sia tornata in Giappone, ma il Duca Gorgon scatena due terribili mostri Gratonios e Pilanias che sconfiggono facilmente Mazinger Z , anche per via dei danni riportati nel precedente scontro, e si apprestano a distruggerlo. A salvarlo arriva su dal cielo un altro Mazinger il Great Mazinger che velocemente li sconfigge, gli spettatori Giapponesi (in Italia questa episodio mon fu mai trasmesso) videro così un passaggio di testimone, tra Mazinger Z e Great Mazinger. A pilotare il Great Mazinger e Kenzo Kabuto il padre creduto morto di Koji e Shiro. L’uomo spiega a Yumi che un nuovo pericolo minaccia la terra (l’impero delle Tenebre) e che il Mazinger Z non basta più, ecco perché ha creato segretamente il Great Mazinger. Robot poco più alto, circa 25 metri, ma costruito con una nuova lega, ancora più resistente della lega Z. Il nome della nuova lega è “Nuova Z” in più ha armi migliori e più potenti. Kenzo, però, lo vorrebbe affidare ad un altro pilota e non a Koji (forse per amore paterno, forse perché non lo ritiene in grado di pilotarlo, ciò non è dato saperlo) e quindi gli chiede non solo di non svelare la sua identità ai figli, ma anzi di allontanare Koji dal Giappone. Yumi acconsente, convince Koji a partire insieme a Sayaka per gli USA, per studiare alla N.A.S.A., essendo ormai sconfitto il nemico, mentre Shiro rimarrà con Kenzo Kabuto che per il momento è definito come il tutore del piccolo. Così si conclude la prima grande epopea del Mazinga Z e di Koji Kabuto che tenne compagnia ai Giapponesi per 92 mitiche puntate, mentre in Italia ne furono trasmesse solo 51 (sigh!). Ma come detto prima non fu un addio perché qualche mese dopo arrivò il Great Mazinger. Ma questa è un'altra storia. P ers o n a g g i Mazinga Z è sicuramente figlio del suo tempo, animazione molto legnosa (8fps) audio monofonico e storie, specialmente le prime 50, molto semplici, con poco approfondimento dei personaggi. Solo dopo la 65° s’inizierà ad avare una migliore definizione dei vari protagonisti e dei comprimari. Questo è davvero una peccato perché Mazinga Z, a differenza di altre serie Robotiche di Nagai, presenta un parco di personaggi interessantissimi che molti autori avrebbero voluto creare ed
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approfondire. Non stupisce che i personaggi più interessanti non sono Koji Kabuto che pur essendo il personaggio principale, qui è solo un adolescente un po’ sempliciotto che si autogratifica dal fatto che lui guida il Robot più forte (spesso dice a Sayaka di andare via, perché adesso ci penserà lui) e forse solo nelle ultime puntate che si rende conto di quanto è pericolosa la sua missione. Quindi a parte la tipica incoscienza adolescenziale, non ha molte sfaccettature, essendo un buono estremo che cerca di usare la forza per riportare la pace. Pochi interessi, se escludiamo la motocicletta e il cibo. Sfortunatamente dovremo aspettare la saga finale di Great Mazinger e ancor di più in Gredizenger, per vedere la sua vera personalità i suoi conflitti interiori l’uomo che sta dietro il pilota. Anche osservando la sua controparte, il Dott. Hell, il folle scienziato con manie di grandezza che vorrebbe conquistare il mondo, non si riescono a comprendere fino in fondo le sue ragioni, non perché sia particolarmente chiuso o introverso, ma solo perché lo vediamo solo complottare e preparare attacchi alla terra a volte con ottime macchine da guerra, ma spesso seguendo strategie assolutamente stupide, senza mai mostrare la vita dietro il pazzo. Può essere mai che complotta sempre 24 ore su 24? Risulta così essere un personaggio monocorde e solo nel manga vi si può trovare un maggiore approfondimento. Si potrebbe pensare a Sayaka o Shiro, invece anche questi due personaggi sono appena abbozzati l’unico punto che hanno in comune oltre ad avere come padri scienziati di
fama internazionale e l’essere senza madre. Shiro è chiaramente un personaggio introdotto per far contenti gli spettatori più piccini. Ma i personaggi veramente intriganti, a mio parere, sono altri. Primo fra tutti il Barone Ashura. Sicuramente unico nel suo genere, sappiamo che è l’unione di due esseri viventi un uomo ed una donna. Solo nel recente remake scopriamo inoltre che erano due amanti al tempo di Mikens fusi in un abbraccio eterno, e ciò spiega anche perchè Hell per farli rivivere ha dovuto creare un solo essere formato dai due, non potendo utilizzare le parti fuse dei due corpi ha utilizzato le parti “buone”. Aggiungiamo che anche il cervello sia composto da parte di uno e dell’altro, ma per qualche mistero le due parti hanno mantenuto sia la propria personalità che la loro indipendenza motoria, anche se in caso di necessita può prendere il sopravvento sull’altra. La sua dualità ne fa uno schizofrenico cosciente. Un tale personaggio l’avrebbero voluto inventare Hideaki Anno o Naoki Urasawa, per sviscerare la sua vita di Siamese assoluto che portando in se il perfetto uomo di Platone. Un essere di tale perfezione che non ha e non può avere segreti con se stesso, pur vivendo tale situazione senza sofferenza, invece di affermare il suo “super se stesso” sembra avere un solo un obiettivo: realizzare il sogno di conquista del suo creatore. Sorge la domanda: ”Perché un tale essere si comporta così?“ La risposta è gratitudine. Ashura è grato a Dott. Hell della sua nuova condizione, vuole in parte ripagarlo conquistando il mondo per lui. Peccato che non vi riuscirà mai, ed anzi troverà la morte per inseguire questo impossibile sogno. Dispiace che mai l’autore si sia soffermato sui due prima dell’unione per meglio comprendere la loro esistenza indissolubile. Si potrebbe portare alla memoria un altro duale, sempre di Nagai, il Generale Gandall e sua moglie Lady Gandall - in Itlaia Minos - di Grendizer (Goldrake), che non possiede l’elemento fondamentale di Ashura: la contemporaneità dei due essere. Infatti i due esseri che risiedono nel corpo di Gandall sono mutuamente esclusivi. Ognuno di loro possiede una propria coscienza da cui l’altro è escluso (ciò è dimostrato in molte puntate quando l’uno non sa dei piani dell’altro evento che non succede mai in Ashura). Un altro interessante aspetto del Barone Ashura
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è l’amore. Sappiamo, lo conferma Go Nagai, che i due corpi, che formano Ashura, nella loro vita passata erano due amanti. Adesso convivono nello stesso corpo. "Gli" Ashura hanno quindi raggiunto un amore così intimo da essere la materializzazione terrena del concetto “due corpi un’anima". Se così non fosse si sarebbero uccisi da tempo, ed invece ciò non accade. E l'ipotesi di cui sopra è rafforzata dall'analisi dell'abbigliamento di Ashura, il quale non fa trapelare né la parte maschile né quella
femminile, non sentendo più la necessità di mostrarsi al mondo. Un saio di soli due colori perfettamente divisi (blu e viola), con cappuccio sempre sulla testa, sopra una camicia ed un pantalone, che ne richiamano i colori. Per 89 puntate vediamo sempre e solo il viso, e possiamo solo supporre che i capelli anche della parte femminile siano corti, pur non avendo nessuna prova. Che questa sua speciale condizione gli abbia fatto abbandonare qualsiasi interesse nell’apparire? Eppure la parte di viso femminile mostra un vistoso trucco, quasi clownesco oserei dire. Forse, per una semplice vanità femminile di imporre almeno con il trucco del viso la donna che c’è in Ashura. O forse per coprire qualche ferita che deturpa quello che fu un viso di una bella donna. A queste domande mai Go Nagai ha dato risposta possiamo però affermare che in fondo nel Barone Ashura vi è ancora una donna che ha amato ed ama a modo suo il suo compagno morendo due volte per lui. Sfortunatamente a questa complessità interiore non corrispondono delle particolari e speciali abilità guerresche, anzi la mancanza di quest’ultime lo riducono spesso ad un misero lacché troppo succube del suo padrone da perdere l’obbiettivo della sua esistenza.
Questo/a è il Barone/ssa Ashura perfetto equilibrio tra l’uomo e la donna il cui destino sembra essere legato alla guerra che non gli permetterà mai di concedersi un attimo di felicità. Altro personaggio d’interesse è il professor Yumi il padre di Sayaka che come Ashura vive all’ombra del suo mentore che in questo caso è il nonno di Koji ed in seguito sarà il padre Kenzo. Vive nell’impossibilità di ripercorrere le orme del mentore anzi i suoi due Robot sono dei fallimenti ingengeristici che valgono anche meno di quelli di Hell. Eppure quest’uomo si dedica anima e corpo a fare grande il Mazinga Z riparandolo e apportando anche qualche piccola miglioria, grazie ad un suo Team di ricercatori, ma sfortunatamente non riuscirà a lasciare un segno nella storia. Anche se immaginiamo abbia avuto una moglie di cui non parla mai , sembra che il suo unico interesse sia quello di combattere Hell e “curare” il Mazinga Z. Non si concede mai nulla non riesce sostituire il padre assente di Koji e Shiro, che pure ne avrebbero bisogno, non comprende mai pienamente Sayaka, insomma è un uomo molto frustrato della sua incapacità di essere grande come Juzo o Kenzo ed aggiungerei Hell, e scarica tutta la sua rabbia interiore nella guerra contro i mostri meccanici. A seguire abbiamo il Conte Bloken riportato in vita da Hell che a differenza di Ashura vive malissimo la sua esistenza da Freak. Per qualche ragione a noi sconosciuta Hell nel riportarlo in vita non gli ha riattaccato la testa sul corpo. Quest’ultima si muove attraverso un particolare collare che gli permette anche di volare e di controllare anche il corpo che sembra non essere più biologico, ma un robot. Blocken a differenza di Ashura non è un cieco esecutore degli ordini di Hell, a volte si oppone in primis ad
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Ashura stesso, ed a volte va in contrasto con il suo padrone. Sembra essere il “militare” del Dott. Hell, e spesso le sue sconfitte sono dovute a contrasti interni più che alla reale bravura di Koji. Pur avendo la testa fra le nuvole nel vero senso del termine, è sempre molto riflessivo ed è forse questa la causa della sua sofferenza interiore. Ma ciò che più incuriosisce è il suo poter eseguire qualsiasi azione osservandola da una vista oggettiva, invece che soggettiva come ogni essere umano. Così facendo può oggettivizzare il suo corpo in qualunque momento e situazione, naturalmente c’è un rovescio della medaglia: i rapporti con gli altri. Mentre Ashura ha trovato un suo equilibrio dato che in lui vi sono due personalità che si fondono perfettamente in un solo corpo, per Blocken diviene quasi impossibile trovare un qualsiasi forma di compagnia e quindi di equilibrio interiore, a causa della sua innaturale diversità, testa e corpo divisi, che gli impedisce una forma di contatto con il mondo esterno. Infatti dato che tutte le emozioni legate al tatto gli sono negate avendo solo una simulazione neurale di ciò. Ed infine il genio dei geni il personaggio più intelligente forse di tutte le serie Nagaiane e Robotiche in generale da tutti considerato stupido, spesso preso in giro, amici compresi, eppure ha una spiccata propensione per l’ingegneria meccanica, elettronica e neurale vi domaderete chi sia costui. Si è lui , è: Boss. Questo ragazzo, poco più che ventenne, dovrebbe avere qualche anno in più di Koji, è presentato come un bulletto di periferia, ma è il vero genio di tutta la serie. Boss da solo e senza nessuna conoscenza scientifica, durante la serie apprendiamo che a scuola il suo rendimento è particolarmente scarso; in un capannone senza grandi mezzi, ma solo con materiale di scarto, riesce a creare Boss Robot che se da un lato è un Robot non atto al combattimento dall’altro ha un sistema di guida fantastico che dovrebbe fare gola a tutti, ed in più è 100% recycled. Si guida con un volante, senza pulsanti e levette solo un semplicissimo volante, e spesso sembra ascoltare la voce del suo pilota eseguendone gli ordini, addirittura a volte sembra possedere una sua coscienza, infatti fa le faccine con le quali esprime i suoi sentimenti se è offeso o lodato, sembra che Boss sia riuscito dove tutti i grandi scienziati hanno fallito: dare un’anima al suo Robot. Fino ad oggi è l’unico Mecha con queste incredibili caratteristiche. In più se perde la testa
, nel senso che è staccata dal corpo, grazie ad un sistema a noi sconosciuto (forse elettronico, forse neurale) si può continuare a pilotare. A ciò aggiungiamo che il Robot si può scomporre e facilmente ricomporre a differenza degli altri Robot, senza nessun problemi. Eppure come dicevo prima nessuno riesce a cogliere le abilità ed il genio di Boss. Quale genio si è perso l'umanità.
come l'openig, annoia ben presto. Probabilmente si optò per questa scelta, per compiacere anche i bambini. Michiaki Watanabe si è anche occupato del Soundtrack dell'intera serie, la sua grande abilità sta nel aver sempre accompagnato momenti di pathos o d'amore con semplici tracce, avvolte di pochi secondi, ma di grandissimo effetto che oggi tutti gli appassionati portano nei loro cuori.
Musiche Opening song dal titolo Majinga Zetto è scritta da Fumihiko Higashi, musica e arrangiamento di Michiaki Watanabe e cantata dal mitico Ichirou Mizuki (che canta tutte le song di Mazinga Z). La musica è chiaramente di ispirazione country, ma risulta essere molto evocativa grazie alla particolare intonazione di Mizuki, che infiamma gli animi degli ascoltatori ormai trepidanti dell'inizio di una nuova puntata. La versione Italiana mantiene la stessa base
Consigli Due sono i cd più importanti per avere una summa del Mazinga Z sound : 1) Bokura no Mazinger Z con tutte le song cantate, ma di difficile reperimento, ne sono uscite solo 5000 copie 2) Mazinger Z BGM Collection 2cd version Considerazioni È chiaro che Mazinga Z, risenta della paura inconscia dei giapponesi della guerra e della distruzione che ne consegue. Abbiamo il pazzo di discendenze Tedesche, e quindi di Hitleriane memoria, che vuole conquistare il mondo , armi di distruzione di massa e città distrutte (bomba Atomica docet). Mentre la scelta del Giappone teatro di questi eventi è dovuto a due motivi. Il primo banalmente tecnico, e più facile disegnare palazzi strade monti ed altro della propria città che di altre (ai tempi non vi era Google Earth), mentre il secondo forse più inconscio, è l’essere l’unica nazione al mondo a provare un evento devastante come la bomba atomica, trauma che è presente in quasi tutta la produzione anni 70, 80 e 90 dei manga e Anime robotici e non. Di certo la semplicità narrativa di Mazinga Z farà un po’ sorridere i fruitori odierni di Anime / Manga dove gli autori si sforzano di dare delle basi scientifiche o parascientifiche ai loro scritti con disegni sempre molto curati e colorazioni dalle mille tonalità. Nagai non si preoccupa di tutto ciò, per lui e il suo team l’impossibile è possibile. Non stupisce che un vecchio da solo costruisca un
musicale cambiando solo il testo. Ending Song è Bokura no Majinga Zetto cantata sempre dal grande Ichirou Mizuki, ma questa volta accompagnato da un coro di bambini. Sfortunatamente questa non risulta piacevole
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(vedi raggi gamma) nella “caverna” sotto casa e realizzando il tutto in soli 8 anni, o che Hell nello stesso periodo riesce a creare il Barone Ashura, un esercito di maschere di ferro ed una ventina di mostri meccanici. Se Juzo ed Hell sono due geni dell’Ingegneria meccanica e militare, ricordiamo che Hell è anche un biologo e medico chirurgo bravissimo (riesce ad unire due esseri umani in uno solo, senza nessun problema di rigetto) di contro il resto del mondo sembra abitato da stupidi, infatti il professor Yumi e suoi ricercatori, che sono considerati dei geni nel campo delle ricerche FotoAtomiche, non sono in grado di costruire un Robot migliore di Aphrodite A o Diana A, eppure riparano spesso il Mazinger Z, senza però mai arrivarne a carpire un singolo segreto, ed è evidente a tutti l’inutilità dei Robot femminili. Anche Hell e i suoi accoliti lo sanno, infatti spesso affermano la debolezza del Robot pilotato da Sayaka. L’importanza di questa serie risiede su due fronti 1) Aver aperto la strada al genere robotico sia per l’innovazione del comando dentro il Mecha sia per aver introdotto l’idea di continuity ovvero episodi autoconclusivi fini a se stessi. 2) Aver indagato sull’uomo/donna dietro l’eroe o nemico che fosse. E grazie a questi due preziosissimi concetti che
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autori come Tomino, Anno (solo per citare i più famosi) hanno poi realizzato capolavori come Evangelion o Gundam, se quel giorno Go Nagai non si fosse trovato in un ingorgo oggi non avremmo nulla di tutto ciò. Certo molti rideranno delle ingenuità di questo Anime, ma carissimi lettori questi erano gli anni 70 in cui la fantasia volava veloce, e le spiegazioni non interessavano nessuno, si aveva solo voglia solo di sognare. Tutto era possibile anche costruirsi un Robot nel garage di casa, bisognava solo crederci. E solo un grande autore come Naoki Urasawa ha saputo riscrivere e ritrasmettere questa magia al pubblico del nuovo millennio nel suo strabiliante manga “20th century boy”. Mazinga Z Creato da Go Nagai per la Shueisha, adattato da Gosaku Ota. Pubblicato su Shōnen Jump dal 2 Ottobre 1972 al 13 Agosto 1973 raccolti in Tankabon Trasmesso dalla Fuji T.V su produzione della Toei animation, in 92 Episodi televisivi. By Kaneda Miru
Cross Review
Salve a tutti, mi presento: il mio nome lo troverete alla fine, molti mi definiscono nerd, io mi definisco otaku, ma più orientato verso i videogames ed è proprio di queste cose che parlerò in questa mia prima recensione: un manga, un anime e un videogame.
…e tutto ebbe inizio con la sfera… Già, la sfera, ma forse è ancora un po’ troppo avanti, andiamo un po’ più indietro; c’è un ragazzo di nome Kei Kurono, un ragazzo qualsiasi e un treno, questo treno lo investe, ma il ragazzo non è morto, o almeno così sembra…si ritrova in una stanza con vista sulla Tokyo Tower e con una grossa sfera…non ci vorrà molto prima che la stanza si riempia di altra gente. D’improvviso la sfera proclama:
« Le vostre vecchie vite sono finite. Ora sta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite. E questo è quanto. » Così i protagonisti di questo fumetto iniziano loro malgrado ad affrontare quello che sarà un bagno di sangue e una lotta per la sopravvivenza. Il fumetto si struttura come una sequenza, a volte frenetica e a volte meno, di eventi che metteranno spesso i partecipanti di fronte a scelte estreme. L’autore è Hiroya Oku che ripesca, dopo il suo “01”, la sua tecnica di disegno su modelli prerenderizzati in computer-grafica; chi però ha già sentito nominare questo mangaka, probabilmente ricorderà anche “Hen”…infatti non è difficile riconoscere il tocco che distingueva quel fumetto.
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Non c’è niente da ridere Esatto! Non aspettatevi scenette divertenti, vi è tutt’al più permessa qualche scena romantica o d’amore, ma nulla che possa rallegrare. Il fumetto è impregnato di rabbia, sesso, morte e tristezza, specialmente durante le battute di caccia agli alieni che la sfera ordina ai partecipanti di uccidere o catturare; ma perché comprarlo allora? Perché il fumetto non abusa di questi aspetti come fanno tanti altri manga, ma li bilancia così da non generare quel senso di sdegno che porterebbe a smettere di leggerlo e in più il corpo principale dell’opera resta lo studiare cosa sia Gantz (così è chiamato questo perverso gioco da uno dei personaggi), ma soprattutto capire quale è il suo fine, perché gli altri esseri umani nelle arene di lotta non possono vedere i partecipanti, perché alcuni partecipanti sembrano conoscere già alcune regole, ma soprattutto: cosa succederà raggiunti i 100 punti… Questo fumetto è strettamente indirizzato ad un pubblico maturo
"Sempre troppo presto" E’ quello che ho esclamato dopo aver visto l’anime, infatti la serie è…conclusa! Lo studio Gonzo è riuscito nell’arduo compito di rendere gli stessi aspetti cruenti del manga, ma ha dovuto terminare la serie con un finale ad-hoc, probabilmente anche per il fatto che ad un ceto punto il mangaka ha dovuto rallentare la pubblicazione. Resta di fatto che l’anime sia, almeno a parer mio, un ottimo lavoro. Ovviamente i contenuti forti e la libertà paragonabile a quella del manga, hanno richiamato, come il miele le api, la censura europea, americana e perfino giapponese, si dovrà quindi volgere lo sguardo ai 6 DVD per avere una versione Uncutted.
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Vuoi entrare anche tu? Sulla scia del meritato successo della serie, la Playstation 2 ha potuto ospitare una trasposizione videoludica della storia. Mamma Konami ha imbandito un action game per le battute di caccia, più o meno alla “Devil May Cry”, e un simulatore di appuntamenti per le sezioni fuori da Gantz, del tipo “Tokimeki Memorial”. Il gioco permette una vasta gamma di scelte fra armi, tutti i personaggi della prima serie più altri nuovi creati apposta per il gioco; mentre sia il fumetto che l’anime preferiscono sfocare le immagini piuttosto che adottare le più classiche linee cinetiche, il gioco da totale libertà per la gestione della videocamera e adotta una grafica cell-shading molto morbida che, accanto alle scene cruente delle battaglie da quel senso di umanità che solo alcuni personaggi mostreranno col progredire della storia. Altro punto a favore è l’ avere più finali a seconda del personaggio utilizzato e delle scelte fatte nei discorsi con gli altri. Ma cosa può intaccare tutto allora? Semplice: il gioco non ha mai lasciato il paese del Sol Levante, perciò le uniche soluzioni per saperne di più restano l’importazione oppure il seguire in streaming i video su youtube che ospita tutto lo story-mode sottotitolato in inglese.
Commento finale In conclusione devo dire che inizialmente ero dubbioso dato che non ho mai veramente amato manga che si presentassero con pin-up di maggiorate già sulla copertina, ma un piccolo sforzo mi ha portato a scoprire questa serie che mette alla prova l’aspetto umano del lettore in più occasioni e che, qualunque genere di persona voi siate, vi permetterà di immedesimarvi in almeno uno dei protagonisti. Al momento la pubblicazione procede mensilmente, ma non è da escludere che l’autore rallenti in futuro, ma in fondo non sono proprio le serie migliori quelle che di solito si permettono questo lusso? …see you space by Mugen Muten
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