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Parecchie le novità che arrivano dal Giappone in questi mesi e non sarà facile elencarle tutte, ma come sempre ci riusciremo. Tornano le Clamp con la recensione del loro spiazzante Clover, il fantascientifico anime Linebarrels, l'episodio tre di Cowboy Bebop e non finisce qui.

UC 03/11/09 Sommario

News:

Ultime novità dal Giappone by Kaneda Miru

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Video games:

Queen's Blade:Spiral Chaos, Chou chabudai Gaeshi by Kaneda Miru

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Manga:

Vita da cavia by Ikari Clover by Luis AMC Old boy by Kaneda Miru

Pag.13 Pag.15 Pag.19 Pag.22

Kawai:

The movie of the mounth :

First Squad By Kaneda Miru

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Pag.27 Anime :

Linebarrels by bbodyrad

Eventi:

Tetsujin 28 By Kaneda Miru

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Special

Cow boy Bebop part 2° by Gabriele "Ade" Cuscino

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Serie Cult

Riscopriamoli:

Saint Seiya part 2° by Raistlin

Megu Majokko

by Kaneda Miru

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Cosplayer Note: Manga Space: Anime Space: Kawai: VG Space: Live Action: Soundtrack: Riscopriamoli: Manga-Work:

Approfondimento Manga Approfondimento Anime "Stranezze" oggettistiche relativa al mondo del Manga/Anime. Videogiochi ispirati a Manga/Anime Quando i manga /Anime diventano realtà Musica negli anime Vecchie glorie ormai dimenticate Lo spazio di chi ha un manga o dei personaggi da voler far conoscere

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News

anime che per primo introdusse quest’idea, in questo caso sono le stazioni delle metropolitane che divengono esseri viventi. Vi è solo una limitazione, ovvero il treno appare solo a donne in difficoltà che saranno accolte da: Zero Tokyo, Shintaro Shinjuku, Riku Nakano, Takuto Kichijoji, Lune Tachikawa, Izayoi Tsukishima, Itsumi Ryōgoku, Akari, Shashō, Iku Shiodome, Rintarō Shinju ku, Saki Tochō.

È disponibile il primo video promozionale di Miracle Train, che sarà successivamente trasmesso ogni domenica alle 11:30 del mattino, a partire da metà mese. Dopo l’adattamento dei romanzi in serie manga avremo quindi un serie televisiva animata prodotta dalla Yumeta Company e realizzata dalla Aniplex. La serie televisiva avrà alcuni personaggi nuovi rispetto al manga e ai romanzi. Trama Narra di una leggenda giapponese sull’esistenza di una metropolitana fantasma, che attraversa Tokyo. Dentro i vagoni possiamo trovare sei ragazzi, che rappresentano altrettante famose stazioni metropolitane della linea Oedo di Tokyo. Siamo di fronte a un “effetto Hetalia– Il controverso manga Sasameki Koto creato da Takashi Ikeda e raccolto in quattro tankabon diverrà presto un anime. I problemi relativi al manga erano nati per gli argomenti trattati ,ovvero l'omosessualità tra studenti. http://www.sasameki.com/ Trama Sumika Murasame una studentessa di quindici anni, è segretamente innamorata della sua migliore amica, Ushio Kazama, ma non sa che anche Ushio è attratta da lei.

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La serie televisiva Nogizaka haruka no Himitsu, basata sulla light novel di Igurashi Yuusaku, e illustrata da Shaa, dopo i buoni ascolti della prima serie di dodici puntate, è già presente con una seconda serie trasmessa dal primo di ottobre alle 13:00 il cui titolo è: Nogizaka haruka no himitsu 2 ~Purezza~. Trama (prima serie) Ayase Yūto, studente delle scuole superiori, frequenta la stessa scuola di Nogizaka Haruka, una ragazza talmente idolatrata da tutti gli studenti che, per la sua irraggiungibilità, è stata soprannominata “Stella della notte” e “Lumière du Clavier “. Ma Ayase un giorno, nella biblioteca della scuola, fa un’incredibile scoperta:Nogizaka Haruka nasconde sotto l’immagine di ragazza perfetta un incredibile segreto. È una super Otaku Da questi divertenti presupposti nasce la seconda stagione. Vi piacciono i gatti? Allora non potete perdervi Nyan Koi!, divertentissimo neko Manga, ora anche anime, che sarà trasmesso sulla TBS il 1 ottobre 2009. Scritto e disegnato da Sato Fujiwara, è stato pubblicato inizialmente dalla Flex Comix sul suo sito gratuito FlexComix Blood, e, in seguito, edito in tre tankōbon

comprendere il linguaggio dei gatti, ma quest’ultimi, ricordando la diffidenza che Junpei prova nei loro confronti, non gli renderanno facile il compito.

Trama Junpei Kōsaka, innamorato della sua compagna di classe Kaede Mizuno, ha però un terribile problema di allergia ai gatti, e, di conseguenza, li detesta, mentre la ragazza amata li adora. Tornando da scuola si mette a giocare con una lattina trovata a terra, che dopo un calcio ben assestato va a colpire, decapitandola, una statua della "divinità protettrice dei gatti”. La maledizione del dio Gatto non si fa attendere. Il ragazzo sarà costretto a soddisfare cento desideri (i cui richiedenti saranno proprio i gatti) altrimenti la pena sarà l’essere trasformato lui stesso in gatto. Per far ciò gli viene dato il dono di

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Sul Canale Newtype è stato trasmesso il trailer di Seitokai no Ichizon, anime

tratto dalla serie di light novel – il primo numero è uscito il 19 gennaio 2008 - di Kira Inugami, illustrato da Sekina Aoi e pubblicato da Fujimi Fantasia Bunko. Nell’agosto del 2008 era uscito il manga prima su Dragon Age Pure sempre per la Fujimi Shobo's shōnen e inseguito a partire dal 9 maggio 2009 ri-adattato da Sorahiko Mizushima sul magazine della Kadokawa, Comptiq. L’anime è stato realizzato dallo Studio Deen. Trama Nel liceo privato Hekiyou Gakuen il consiglio studentesco è scelto tramite votazione degli allievi, ma essendo in maggioranza maschi, le ragazze più belle dell’istituto risultano essere sempre le vincitrici. Ma quest’anno a sorpresa è si candida Ken Sugisaki un ragazzo il cui scopo è proprio il farsi eleggere nel consiglio.

La conclusione dell’anime Inuyasha sarà trasmessa come serie televisiva composta da ventisei episodi, e non più come film, come ventilato prima. Sarà trasmessa su Yomiyuri TV dal 3 ottobre 2009 con il titolo: Inuyasha Kanketsu-hen (Inuyasha: The Final Act). La sigla d’apertura sarà affidata ai Do as Infinity, con il pezzo “Kimi ga inai mirai” (Un futuro senza di te), mentre quella di chiusura agli AAA con “With You” (Con te). Ricordiamo che Rumiko Takahashi dopo aver terminato le due storie autoconclusive, My Sweet Sunday, realizzata assieme al grande Mitsuru Adachi, e Unmei no tori (L’Uccello del destino), apparsa su Big Comic Original di marzo, sta lavorando a Kyokai no Rinne, pubblicata su Weekly Shonen Sunday della Shogakukan.

Inuyasha, Kagome, Snago, Miroku e Shippo iniziano la battaglia finale contro Naraku.

Trama Seguirà fedelmente l’ultimo arco di storie del manga.

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come da sempre sognato, ma, nello stesso giorno, scompare come la madre.

Grazie all’ottimo successo riscontrato in patria, ma anche qui in Italia è stato molto apprezzato, il manga Tegami Bachi (Letter Bee) di Hiroyuki Asada, sarà trasposto in una serie televisiva animata. Trama In un mondo dove il sole è un oggetto artificiale che illumina la capitale Akatsuki, il piccolo Lag Seeing è abbandonato nel deserto, dopo il rapimento della madre. È ritrovato da Gauche Suede un Letter Bee (particolari postini). Lag vorrebbe diventare un Bee, così s’impegna non poco, fin quando, cinque anni più tardi, diventa anche lui un Bee, Abeno per la versione manga su shōnen magazine Dengeki Daioh. L’anime sarà prodotto da Seven Arcs, diretto da Akira Yoshimura e scritto da Hiroaki Satō. Gli episodi dovrebbero essere ventisei, divisi in due stagioni. Trama Lo studente universitario Touya è fidanzato con Yuki, una cantante che presto potrebbe diventare una pop-star. La ragazza però inizia ad allontanarsi da Touya, a causa dei sempre più pressanti impegni musicali. L’occasione non sfugge a Rina, corista di Yuki, segretamente innamorata di Touya.

Da tempo in Giappone si attendeva l’adattamento del visual novel White Album, scritto da Leaf e adattato da Chako

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La serie televisiva animata Kämpfer, tratta dalla light novel scritta da Toshihiko Tsukiji, con illustrazioni di Senmu e in seguito adattata in manga nel 2008 da Yu Tachibana, sarà trasmessa dalla TBS a partire dal 2 ottobre. La sigla di apertura è "Unreal Paradise" di Minami Kuribayashi, mentre "One Way Ryō Omoi", l’ending theme, è di Marina Inoue and (?) Megumi Nakajima. Sito ufficiale : http://www.tbs.co.jp/anim e/kenpu/

Trama Natsuru Senō si sveglia una mattina e scopre con stupore di essersi tramutato in una ragazza. Ma le amare sorprese non sono finite, infatti una tigre imbalsamata, "Harakiri Tora", gli spiega che da questo momento dovrà partecipare a un torneo di combattimento psichico, chiamato "Kämpfer", dove le partecipanti sono tutte ragazze.

Si pensava che dopo il dodicesimo e ultimo episodio la serie televisiva Queen’s Blade sarebbe stata interrotta, per la presenza di molte scene erotiche, topless e parecchio fan-service in tutto l’episodio. Ed invece avrà un sequel, dal titolo Queen’s Blade ~Gyokuza no Tsugumono~. La domanda che molti si pongono è la seguente : "si ritornerà al modus operandi dei primi undici episodi o si seguirà la strada mostrata nel dodicesimo?" Sembrerebbe più plausibile la seconda risposta.

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ha annunciato che da ottobre sarà disponibile l'anime tratto da 11eyes Tsumi a Batsu a Aganai no Shōjo – un videogioco che ha riscosso un discreto successo. Vedendo le immagini non sembrerebbe che il manga o l’anime seguiranno il genere intrapreso dal videogioco, che era un Horage (giochi per adulti). Forse è meglio vedere qualche episodio prima di esprimersi completamente. Non si hanno ancora news sul team creativo. http://lass.jp/product/11eyes/index.html

La rivista Comp Ace della Kadokawa Shoten

Trama Kakeru Satsuki ha perso la sorella, morta per suicidio. Una notte viene magicamente trasportato, insieme ad altri cinque suoi compagni, in un mondo parallelo, precisamente a Red Night. Questo luogo ha il cielo rosso e la luna nera, che lo sovrasta. Per riuscire a tornare nel loro mondo i protagonisti devono sconfiggere i sei cavalieri neri.

Nel 2004 il romanzo Kuchu Buranko ha vinto il premio letterario Naoki Prize. Il romanzo è composto da cinque storie di altrettanti pazienti in cura da un particolarissimo psicoterapeuta, il cui nome da anche il titolo all’opera, che fa da cardine del romanzo. Questa’anno Kanji Nakamura e Takashi Hashimoto si sono occupati dell’adattamento in un anime che avrà lo stesso titolo. Trama Il protagonista, un eccentrico psicoterapeuta che si chiama Trapezio Volante, affetto da complesso di Edipo e amante delle iniezioni, ha in cura cinque particolarissimi pazienti. Nel primo caso dovrà aiutare un’artista del circo che, appena entra in scena, è colta dal panico, e quindi non riesce più a esibirsi.

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Trigun, famoso manga di Yasuhiro Nightowe, fortunato anime televisivo, ritorna come film d’animazione cinematografico, dal titolo: Trigun the movie (http://www.trigunmovie.com/) . La storia è scritta dallo stesso autore del manga, insieme al direttore della serie animata Satoshi Nishimura e a Yasuko Kobayashi. Sarà una produzione Madhouse, che si è anche occupata della serie TV. Non si hanno ancora news sulla trama. Qui il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=Y3N8Lrz 8F_w

Dopo il successo televisivo della nuova serie “Macross Frontier”, è stato annunciato che 11/21/2009 uscirà nei cinema giapponesi il primo film animato dedicato a quest’ultima saga di Macross dal titolo "Gekijoban Macross F Itsuwari no Utahime", mentre nel 2010 ne uscirà un secondo che concluderà la saga. Il primo sarà un collage della serie televisiva con in aggiunta delle nuove animazioni, ma fortunatamente non sarà così per il secondo.

Da qualche settimana ha debuttato in Italia l’avventuroso manga Break Blade di Yunosuke Yoshinaga. In Giappone è previsto, per i primi mesi del 2010, l’inizio della serie animata televisiva, realizzata dalla Xebec e prodotta dalla Production I. G. Trama La storia si svolge in un mondo dove la maggioranza delle persone nasce con dei poteri magici. Rygart Arrow, abitante del regno di Krisna, è l’unico essere vivente nato senza poteri, ma è anche l’unico che può attivare, grazie a questa mancanza, un potentissimo robot. Sfortunatamente il regno di Athens dichiara guerra al regno di Krisna. Rygart si trova così a dover difendere il suo regno dagli invasori.

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Finalmente esce ...in Giappone l'anime tratto dal manga blog Kureneko di Yamato Kuruneko. Infatti, dopo le incredibili vendite (oltre 350,000) del terzo takanbon, che raccoglie le storie apparse quest’anno sul blog, lo studio DEEN/Dax ha realizzato una serie televisiva animata diretta da Daichi Akitaro. Trama Un donna ha solo due grandi ossessioni nella sua semplice vita: il sake e i gatti.

Un manga che sta avendo un eccezionale successo in Giappone è lo shojo Kimi ni Todoke, dell’autrice Shiina Karuho, che ha spinto la Production I.G a realizzare un anime che, sarà trasmesso dal 6 ottobre 2009 su NTV. Trama Una studentessa è soprannominata da tutti i compagni e compagne di scuola “Sadako”, a causa dell’incredibile sua somiglianza con il personaggio principale del film “The Ring”. Per questo è evitata da tutti ed è considerata addirittura portatrice di sventura, tanto che nella scuola inizia a circolare la leggenda metropolitana che chi la guarda negli occhi per più di dieci secondi è condannato a morte certa. In verità la ragazza è buona, altruista e un po’ troppo timida. Ma un giorno Kazehaya-kun le parla chiamandola con il suo vero nome, Sawako Kuronuma. Il ragazzo scopre così che Sawako non è il mostro che i compagni dipingono, anzi tutto il contrario.

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Videogames Per la settimana di Natale, precisamente il 17 dicembre, è prevista l'uscita di Queen's Blade: Spiral Chaos, videogame in esclusiva per PSP per il mercato nipponico. Il gioco è un misto tra Role Play Game e beat'em con l’aggiunta, durante le fasi del gioco, di momenti piccanti: pose sexy e ammiccanti delle protagoniste, movimenti dei seni, che tanto successo hanno avuto presso il pubblico maschile dell'anime. Inoltre si avranno due nuovi personaggi, Seiyuu e Jan, mai visti nell'anime. Nelle fasi di esplorazione e combattimento i personaggi sono SD (super deformed), ma dopo gli scontri, nell'attivazione di un colpo speciale e nello sviluppo della trama, si potranno vedere sia scene inedite By Kaneda Miru

dell'anime che già viste, naturalmente tutte molto ...sexy. Inoltre avremo l'innovativo "armor damage system", e vi lascio immaginare a cosapossa servire. Il gioco uscirà anche in edizione limited box, composta da uno speciale package, la miniatura di Figma, il drama cd, la visual novel e un portfolio. Il prezzo appena 10,000 Yen.

sito ufficiale : http://www.pspqueensblade.com/ Video trailer : http://www.youtube.com/watch?v=VtLzVlv 8RtU&feature=player_embedded

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La Taito, nota casa di Video games, ha realizzato “Chou Chabudai Gaeshi!"ovvero un gioco che permette di dare libero sfogo alla vostra rabbia. Il gioco vi mette dinanzi una tavola, come vedete dalla pics, e quando sentite la rabbia scorrere in voi, attraverso un dialogo che scorre in fondo al video, potete dare i classici pugni sul tavolo fino ad arrivare a buttare tutto in aria dinanzi alla vostra famiglia, ai colleghi, agli amici virtuali. Il gioco è composto, in questa prima versione, da quattro stage: la stanza da pranzo, il matrimonio, il club, l’ufficio. Chi lo ha provato afferma che è un ottimo antistress. Il case del gioco, che pesa oltre 250 Kg, dovrebbe reggere a tutta la rabbia dei giocatori. Per il momento il gioco è in fase di testing e sarà disponibile in Japan a partire da aprile 2010. Video http://www.youtube.com/watch?v=SArvUqo 7-vw&NR=1 By Kaneda Miru

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Manga VITA DA CAVIE

Opera in quattro volumi dell’autrice Kei Tome, pubblicata con cadenza bimensile all’interno della collana Storie di Kappa, il cui titolo originale è Hatsukanezumi no Jikan. Ci troviamo nell’istituto privato Soryo, sembra una normalissima scuola giapponese, ma, osservandola con più attenzione, si scoprono delle particolarità. Infatti qui sono ammessi soltanto i migliori bambini e bambine, che verranno sottoposti a un rigido percorso formativo per diventare la classe dirigente del futuro. Vengono prelevati così piccoli dalle loro famiglie, di cui non hanno alcun ricordo e, soprattutto,

per tutta la durata degli studi non possono in alcun caso lasciare l’istituto. Il normale scorrere della vita viene perturbato dall’arrivo di una nuova studentessa, Kiriko, che suscita nello studente Maki un senso di confusione. Infatti essendo Kiriko una nuova studentessa non dovrebbe essere conosciuta da nessuno, ma Maki ha la sensazione di averla vista proprio in quella scuola. Così si scopre che i due erano compagni da bambini, che Kiriko scappò dalla scuola e che ora, a distanza di anni, era stata riportata indietro. Il motivo della fuga era semplice: la piccola Kiriko aveva scoperto cosa ci celava veramente dietro quell’istituto, ovvero un progetto condotto dalla casa farmaceutica Narusawa e dal governo giapponese per sviluppare nuovi farmaci per il controllo mentale delle persone, utilizzando gli studenti come cavie. Prova di tale progetto è l’impossibilità da parte degli studenti di ricordarsi eventi fondamentali del passato, come i volti e nomi dei compagni di classe degli anni precedenti e, addirittura, dei familiari. Kiriko, Maki e altri tre compagni progetteranno un modo per scappare dalla scuola e ribellarsi a quella che per loro era la vita di sempre. Da qui comincia una lotta contro un sistema che difficilmente si farà sconfiggere. Ben presto i ragazzi si accorgeranno che affrontare una nuova vita è più difficile di quanto pensassero e che la vita che hanno fin lì condotto è uno spettro che li perseguiterà per sempre.

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“Vita da cavie” è una mini opera molto interessante, sicuramente da leggere, e merita un voto alto, poiché abbina a una buona trama un’ottima narrazione dei fatti. La tensione per i quattro volumi è sempre alta, portando il lettore e divorarli in poco tempo. Non sono presenti grossi colpi di scena, ma non sono importanti in realtà, in quanto la storia nel suo insieme tiene viva la lettura. Graficamente il manga non è molto curato, il disegno risulta impreciso e sporco ma, allo stesso tempo, si abbina perfettamente alla storia, risultando non sgradevole all’occhio del lettore. In definitiva è una lettura da consigliare, un investimento per un buon pomeriggio e un buon consiglio per amici. Sicuramente quello messa dalla Star Comics è un punto a suo favore.

By Ikari

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“Se trovi un quadrifoglio, ti porterà fortuna. Ma non far mai parola con uomo o donna alcuna del luogo dove sboccia il suo fiore bianco; di quante foglie conti non fiatar nemmanco. Quattro sono i petali di me, trifoglio raro: la gioia dono solo se ogn'altro n'è ignaro.” Questa è la poesia che fa da incipit e conclusione a tutti e quattro i volumi di Clover, un manga del quartetto nipponico Clamp, pubblicato dalla Kodansha in Giappone nel 1997, e distribuito in Italia dalla Star Comics nel 2000, nella collana Storie di Kappa. Trama In un luogo non bene identificato, in un futuro fatto di tecnologie incredibili, dall’architettura un po’ liberty e dal gusto retrò, si sviluppano e s’intrecciamo storie di personaggi misteriosi, dotati o meno di poteri soprannaturali, che appaiono lungo lo svilupparsi della storia, a volte come protagonisti, a volte come semplici comparse. Tutto ha inizio quando un ex militare del

governo, Ryu Fay Kazuhiko, viene incaricato di scortare “un preziosissimo segreto di stato” in un posto non identificato. Il segreto di stato in questione è una ragazzina, Suu, dotata di poteri straordinari, tenuta nascosta e isolata, rinchiusa, come si fa con un raro uccellino, in una splendida “gabbia”. Suu costituisce la costola principale del Clover Leaf Project, l’ambizioso progetto dei cinque anziani Maestri di Magia, membri del Parlamento, di individuare tutti i bambini dotati di poteri soprannaturali, e di “catalogarli” tatuando loro una, due, tre o quattro foglie di clover a seconda del loro potere. Suu rappresenta il potere massimo, quello costituito da quattro foglie: un Quadrifoglio. Questo la rende preziosa, ma, nello stesso tempo, pericolosa se dovesse avere rapporti col mondo esterno, esserne influenzata o essere “scoperta” e quindi usata per scopi poco onorevoli. Ecco perché la piccola Suu, dallo sguardo color delle foglie e profondamente triste, non conosce il mondo oltre le quattro mura della serra floreale in cui vive circondata da bambole robot. Niente di quel che conosce è reale, è vivo, è vero, tranne la voce della cantante Oluha, che Suu capta casualmente grazie ai suoi poteri. L’amicizia a distanza (propriamente telefonica) con Oluha le fa scoprire emozioni e sentimenti mai provati prima. Le canzoni di Oluha accompagnano la trama lungo tutti e i quattro i volumi, anche quando il personaggio è solo menzionato o appare di sfuggita. Scandiscono il tempo, donano significato nei punti morti, esprimono lo stato d’animo

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dei personaggi. Inoltre Oluha gioca un ruolo importante, quello di essere il vero legante tra Suu e Kazuhiko, che l’hanno entrambi amata fino alla sua tragica e irrisolta morte, ammirando attraverso lei anche la musica. La stessa musica apprezzata anche dal giovane Ran, presente in tutta la storia, ma protagonista dell’ultimo volume. Anche lui è dotato di poteri soprannaturali, quindi è un clover come Suu. È un Trifoglio, cioè un livello inferiore. E così anche l’imperscrutabile tenente Gingetsu, capo di Kazuhiko e “tutore” di Ran, possiede insoliti poteri, seppur di un grado inferiore rispetto a quelli di Ran (è infatti un Bifoglio). Oluha chiude la scala gerarchica dei clover del manga, appartenendo alla categoria più bassa, quella di una sola foglia, dotata, infatti, solo del potere di prevedere il momento della sua morte. Personaggi Suu Suu è una dolce e malinconica ragazzina, esile e dagl’occhi magnetici color verde foglia. È un clover, cioè una persona dotata di poteri sovrannaturali, facente parte del Clover Leaf Project. Lei rappresenta il grado più alto, cioè il

Quadrifoglio, riconoscibile dal tatuaggio di un clover a quattro foglie, che la ragazzina ha su una coscia. Il suo potere è immenso e super anche quello dei cinque anziani Maestri di Magia. Queste sue caratteristiche la costringono a rimanere isolata e a non aver nessun contatto col mondo esterno. Stato che Suu subisce senza ribellarsi per quasi tutta la sua esistenza, ma che la rende fortemente infelice. Saranno le canzoni di Oluha e l’amicizia telefonica istaurata con lei che porteranno Suu a comprendere quanto sia vivo il suo animo, quanto sia capace di provare emozioni e quanto il contatto con l’esterno possa renderla felice, anche solo per un istante. Ryu Fay Kazuhiko Ex militare ritiratosi dall’eserci to del governo dopo la morte della sua amata, Kazuhiko appare nei primi due volumi del manga come un uomo duro, freddo e distaccato. L’incontro con Suu fa riaffiorare il suo animo gentile, appassionato e pieno d’amore di un tempo, quando Oluha era viva. Sono state la sofferenza e la solitudine a cambiare l’animo del personaggio che, negl’ultimi due volumi, quando la storia torna indietro, appare solare, spontaneamente impulsivo, innamorato e felice. Suu non solo riporterà alla luce i sentimenti che Kazuhiko aveva rimosso, ma anche il suo passato, rappresentato materialmente dalla figura di Oluha,

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causa e conseguenza del suo cambiamento. Ran Ran è un clover come Suu, solo di un livello inferiore, ed è per questo che appartiene alla categoria del Trifoglio, rappresentata dal tatuaggio di un clover a tre foglie sulla spalla. Nei primi due volumi appare di sfuggita, come un ragazzo già adulto, dai capelli neri, di poche parole, ma gentile e intelligente, esperto di apparecchiature elettroniche e manipolatore di reti informatiche, qualità che lo renderanno prezioso per la missione di Kazuhiko, cioè quella di scortare Suu. Sarà protagonista nell’ultimo volume, dove sarà raccontata la sua storia dall’origine: Ran, che nell’ultimo volume si chiama Ce ed è poco più di un ragazzino, e il gemello A rappresentano gli unici Trifogli esistenti, e, per questo, rinchiusi in istituto. La personalità di A appare instabile e irrequieta, quindi Ce comprende che per poter vivere entrambi devono essere separati. Ecco perché fugge dall’istituto, viene trovato dal tenente Gingetsu, e successivamente affidato alla sua custodia per il tempo che gli resta da vivere. Un Trifoglio, infatti, non può vivere a lungo lontano dall’istituto. Gingetsu E’ il capo della truppa Hisoku, divisione speciale dell’esercito di cui faceva parte anche Kazuhiko prima di dimettersi. Gingetsu è un personaggio ambiguo. Apparentemente distaccato e gelido davanti alle situazioni che gli si presentano, nasconde in realtà un animo generoso verso le persone per cui prova affetto, Kazuhiko e Ran, che aiuta e difende nei momenti di maggiore difficoltà. La sua solitudine viene colmata quando prende sotto la sua custodia Ran, mostrando,

seppur con l’indifferenza che lo contraddistingue, felicità per non essere più solo, almeno finché il Trifoglio avrà vita. Anche Gingetsu è un clover, un Bifoglio, segreto che viene svelato alla fine, quando si scoprirà un tatuaggio a due foglie sul suo polso. Oluha Oluha è una cantautrice, bella e sensuale, ancora alle prime armi, che si esibisce in un locale notturno. Nei primi due volumi viene solo menzionata e ricordata tramite le parole Suu e la canzone Clover, l’ultima cantante assieme al

composta dalla Quadrifoglio. L’immagine di Oluha all’inizio del manga non rappresenta la sua vera fisionomia, che sarà mostrato negli ultimi due volumi, ma quella che Suu si è creata nella sua mente, non avendola mai potuta conoscere di persona. Suu la descrive come una dolce fata dalla voce calda e vellutata, capace di suscitare emozioni e sentimenti profondi. Nel terzo volume Oluha appare nel suo reale aspetto: affascinante, dark, dalle forme arrotondate e prosperose, dal carattere allegro e gioioso, che esprime tutta se stessa attraverso la sua musica. Tutto questo splendore cela però un triste segreto: Oluha ha la capacità di prevedere il momento esatto della sua morte, poiché anche lei è un clover. Rappresenta la categoria più bassa, quella di Una Foglia, indicata da un clover a una foglia che la cantante ha tatuato sul petto.

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Maestri di magia Sono cinque anziani e potentissimi stregoni (quattro uomini e una donna) che rappresentano gli unici membri del Parlamento. È loro l’idea di catalogare e “marchiare” tutti i bambini dotati di poteri sovrannaturali, tatuando loro un clover a una, due, tre e quattro foglie, a seconda del grado di magia. Tra tutti i membri del Parlamento, quella che appare più spesso nel manga è il generale Ko, particolarmente affezionata alla piccola Suu. È lei che affida a Kazuhiko la missione di accompagnare Suu, ed esaudisce la prima e ultima richiesta della ragazzina, quella di essere felice per un solo istante. Considerazione Benché il tratto delle Clamp sia inconfondibile, Clover rappresenta un’eccezione rispetto al consueto stile del gruppo nipponico: un tratto più arrotondato, morbido, che ingentilisce visi ed espressioni; la mancanza di quelle pagine riempite fino al margine di figure, ornamenti baroccheggianti, temi floreali, fondali particolareggiati e minuziosi, notabili in manga come Rayearth o Card Captor Sakura; e infine incongruenze e salti temporali. Tutto ciò lascia posto a un’essenzialità non solo grafica ma anche di dialogo, al gusto del bianco e nero senza sfumature, a pagine quasi vuote, in cui risaltano poche significative vignette, riempite dalle parole delle canzoni di Oluha, che diventano cornice e non solo accompagnamento del disegno. È uno stile insolito ma carico di

significato, perché metaforicamente rappresenta l’animo dei personaggi, quel vuoto interiore, ripetutamente ripercorso nella storia, di Suu, Kazuhiko, Oluha, Ran e Gingetsu, che tentano di colmare raggiungendo la felicità, ognuno a modo suo, per non sentirsi più soli. Rappresenta il primo e l’ultimo desiderio di Suu, il significato del suo viaggio con Kazuhiko, verso quella meta ignota (che si scopre infine essere il Fairy Park, dove si trova la statua costruita in memoria della sua amica Oluha): avere un istante di gioia, piuttosto che vivere una vita intera in solitudine. Infine il manga presenta delle particolarità anche dal punto di vista temporale: la vicenda inizialmente segue una cronologia definita nei primi due volumi, poi si ferma, e ritorna indietro nei volumi tre e quattro, ripercorrendo le vicende legate ai personaggi secondari (Oluha, Ran e Gingetsu) in forma di flashback, rifermandosi, con un finale assolutamente aperto, all’origine di ogni cosa, anziché alla fine. Questo perché il manga cronologicamente va letto al contrario, partendo dal quarto volume, continuando con il terzo, e infine con il primo e secondo, strettamente collegati e dove si svolge la parte principale della storia. Il finale resta comunque in sospeso, con tanti interrogativi e questioni irrisolte (come l’assassinio di Oluha) che fanno pensare a un seguito di Clover, probabilmente mai realizzato a causa del fallimento della rivista Amie, che ne ospitava la pubblicazione. by Luis A.M.C.

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Molti, sentendo il titolo “Old Boy “, ricorderanno l’incredibile film di Park Chan-Wook relativo alla sua trilogia sulla vendetta, ma sconoscono che quest’ottimo film trae ispirazione dal manga scritto da Tsuchiya Garon e disegnato da Minegishi Nobuaki, edito dalla Futabasha tra il 1996 e il 1998, e inseguito stampato in otto Takanbon. Il manga non ebbe particolare successo ed è questa la causa prima di un così notevole ritardo nella pubblicazione italiana, dove l’acquisto dei diritti è comandato o dal successo in patria (dell’opera o dell’autore), o se il prodotto è particolarmente di nicchia, tecnica che spesso lascia fuori piccoli gioielli come Old Boy. Per fortuna grazie al film e alla Coconino Press anche questo bel manga è arrivato qui da noi. Trama Goto, un normale impiegato, viene rapito, e segregato in una camera d’albergo trasformata in prigione. Nella stanza non ci sono finestre, vi è solo un letto, un piccolo bagno e televisore. Quest’ultimo diviene il suo unico contatto con il mondo esterno. Una sera si risveglia in un parco. Dal primo giorno di prigione sono passati esattamente dieci anni.

Libero comincia ad avere la sensazione di essere uscito da una prigione per esserne entrato in un’altra. Scopre presto che sotto la sua pelle si nascondeva un mini localizzatore ma, questa volta, grazie alla sete di vendetta covata per dieci lunghi anni non solo non vuole farsi nuovamente ingannare, ma vuole ribaltare la situazione. Così trovato un lavoro e inizia a indagare privatamente su i suoi carcerieri e il loro mandante. Ricordando il sapore degli involtini primavera che giornalmente riceveva come pasto, riesce a risalire al ristorante che li preparava e da lì, pedinando il ragazzo delle consegne, trova il luogo della sua terribile detenzione. Goto si convince di essersi portato in una posizione di vantaggio rispetto al suo rapitore, ma presto comprende che il gioco che credeva essere finito è appena iniziato. Quando Goto scopre finalmente l’identità del suo carnefice, quest’ultimo che ormai lo considera il suo unico “amico”, gli lancia una nuova terribile sfida: Goto avrà tempo una settimana per scoprire perché si è meritato questo terribile fato, trascorsa la quale s'incontreranno in una stanza d'albergo dalla quale uno solo uno dei due uscirà vivo

Personaggi I personaggi fondamentali in Old Boy sono solo Goto e Dojima. Gli altri, seppur numerosi, sono quasi tutti manipolati direttamente o indirettamente da Dojima, rendendo difficile capire fino a che punto si comportino o meno di propria volontà e quando no. Infatti Dojima sfrutta un'abile ipnotizzatrice per controllare anche i più forti.

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Goto È l’uomo che, dopo dieci anni di prigionia forzata, viene misteriosamente liberato in un parco. Pur trovandosi in un mondo totalmente nuovo si adatta immediatamente a esso, trova anche un lavoro, sembra che dopo la prigionia sia diventato un uomo molto forte sia fisicamente che psicologicamente e si dedica completamente a quella che chiama una “violenta vendetta”. Presto però comprende che per quanto si impegni non è lui a tenere le redini del gioco, e che è il suo persecutore a essere un passo dinanzi a lui. Ma Goto ha la sola certezza di voler vivere per dare un senso ai dieci anni di prigionia. Lo dimostra il bigliettino nascosto tra i capelli della sua “ragazza” nell’ultimo takanbon e il confronto finale con Dojima. Goto esprime tutto lo spirito di sopravvivenza insito nell’uomo semplice che non sa di possedere. Dojima

Il vero protagonista di Old Boy. Il lettore fa la sua conoscenza solo dopo il primo tankobon. È un uomo ricchissimo, ma profondamente solo, condizione che lui adora. Spietato procede nel suo piano di vendetta, che ha covato per decenni e decenni, senza nessuna pietà, senza nessuna ripensamento o tentennamento. Dedica tutta la sua vita alla vendetta di un evento che sente averlo segnato per sempre. La dedizione che mette nel far ricordare a Goto la terribile colpa di cui si è macchiato lo assimila alla volontà incrollabile del

Conte di Montecristo solo che a differenza del personaggio di Alexandre Dumas non sarà mai colto da momento di riflessione. Pur comprendendo, ma lo si percepisce solo verso la fine dell’opera, l’assurdità del suo agire non si distoglie dal suo obiettivo che come per Goto è la “vendetta”. È un personaggio indifferente al mondo che lo circonda che prova un'unica emozione "l’odio assoluto" verso chi non invitato è entrato nel suo universo, e, senza volere ha scoperto il Dojima nascosto a tutti, anche a se stesso. Disegni Questo manga è caratterizzato dal tratto duro e deciso di Minegishi Nobuaki, che fa un sapiente uso dei chiaro scuri anche aiutandosi con ottimi retini. Riesce a caratterizzare benissimo i due personaggi principali, creando un Goto dallo sguardo spento, i tratti molto marcati che comunicano fin da subito che ha smarrito qualcosa che non ritroverà più, e un Dojima al contrario, dai tratti molto tondeggianti e solo le sue piccole labbra sono indizio di spietatezza degna di un serpente. Nessun personaggio maschile è definibile bello a differenza dei personaggi femminili che sono molto ben disegnati e risultando sicuramente affascinati. Molti lettori abituati a tratti ipercinetici come quelli odierni riusciranno difficilmente a digerire un tratto come questo, ma per il lettore che vuole avvicinarsi ad un modo di proporre l’arte del manga sicuramente diverso questo è un ottimo inizio.

Considerazioni Dai tempi del conte di Montecristo la vendetta è sempre stato un tema che affascina e cattura sia gli scrittori che i lettori. E di fatto molti manga di successo si basano su questo concetto a prescindere se siano Shojo o Shonen. La lenta risalita "dell'eroe" verso l’artefice del suo doloroso e crudele destino, il momento dell’atteso confronto tra le due parti, i dubbi morali che colgono i protagonisti, sono tutti temi che tengono inchiodato il lettore, che, pagina dopo pagina, s’immedesima verso chi ha subito

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delle ingiuste violenze e non è stato difeso o protetto nella società in cui vive. Ma ciò non accade in Old Boy, che sembra quasi essere un Conte di Montecristo al negativo, dove la parte di Montecristo è interpretata dal “cattivo”. La vera vendetta al centro di tutta l’opera non è quella legata alla prigionia di Goto, che, come si scoprirà ne è solo la sua causa. La vera vendetta è quella covata per decenni da Dojima, il suo persecutore, e attuata da quest’ultimo utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione leciti, ma nella maggioranza dei casi illeciti. È interessante notare come l’autore ci mostri il paradosso della giusta vendetta che il lettore percepisce. La vendetta di per se azione negativa perché generatrice di dolore su dolore destinato a non estinguersi, è comunque percepita giusta a seconda delle motivazioni, e Old boy è un caso illuminante. A una lettura superficiale il divenire della storia ci fa parteggiare per Goto per l’intera opera e ci fa credere che Dojima sia un pazzo paranoico. Ma non è così! Dojima si è pazzo nel cercare vendetta nello stesso modo di quanto lo sia Goto. Questo è il cuore di Old Boy, ovvero non esiste una vendetta giusta e una ingiusta. Se accettiamo la ricerca di vendetta di Goto per gli anni di cui è stato privato, allora dobbiamo accettare il piano diabolico messo in atto da Dojima per il futuro che gli è stato negato. L’unica salvezza per Goto sarebbe stato dimenticare e non

cadere nel gioco di Dojima, ma essendo umano è caduto nella stessa errore del suo persecutore, cercare vendetta.

by Kaneda Miru

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Kawai Tutti voi conoscete l’anime K-On!, ma molti di voi non sanno che dal qualche giorno sono in vendita in Giappone i keyboard stickers! Si, avete letto bene, degli adesivi da applicare su i tasti della tastiera (vedi pics), facili da pulire e con una patina che dovrebbe proteggerli dal consumo. Chi non ha mai desiderato questo utilissimo gadget? Questo gadget entra di prepotenza nella Top Ten dei kawai object 2009. Per celebrare i trent’anni della serie televisiva di Mobile Suit Gundam è stato prodotto un gelato che si chiama Char Special MS Mono Eye Ice Cream, con un particolare package, che riproduce i diversi Mecha di Char.

Potrete trovare Char Special Zaku, Char Special Zugokku, e Char Special Gerugugu tutti con il famoso occhio rosso centrale, tutti al gusto di fragola, con il bordo al sorbetto di cola.

Vi trovate a Tempozan Osaka? Bene, fate un giretto all'Aquarium Kaiyukan, il più grande acquario del mondo, in cui potrete vedere Ponyo nuotare liberamente tra i pesci. Si avete letto bene, nel tunnel dell' AquaGate che si collega alla vasca centrale, è possibile ammirare una Ponyo di 25 cm

di plastica, mossa da alcuni fili invisibili. Potrete immaginare la felicità di grandi e piccini nel vedere tale spettacolo.

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Per far contenti gli Otaku di Rei e Asuka, la Gainax ha realizzato delle statue 1:1 delle due eroine di Evangelion in plugsuit edition! Il costo? Un’inezia solo 430,000

yen ognuna. Ma non affrettatevi, sono già state tutte vendute, quando erano ancora in fase di realizzazione e si sapeva solo il prezzo.

Per chi vuole un cellphone straps (i ciondolini che si attaccano al cellulare) davvero particolare sono appena usciti in Giappone i deliziosi Mameshiba . Questi gadget hanno la forma di una nocciolina, arachide, fagiolo e altri legumi, con su impresso un tenero e dolce sorriso. La loro particolarità e che attivati,

tramite una leggere pressione, recitano un insegnamento morale. Sito: http://dogatch.jp/anime_kids/mameshiba/t op.html

Precedendo l’uscita del film di Macross Frontiers è in vendita in Giappone un libro intitolato Variable Fighter Master File: VF-1 Valkyrie che dovrebbe fare felici tutti gli

appassionati del mitico Valkyrie. Questo splendido libro contiene tutti i dettagli, le schede tecniche e le foto e anche altro, che potrebbero servire come guida per costruire un vero VF-1 il tutto a soli 2650 Yen.

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Al Festival di Cannes di quest'anno lo studio 4°C - Animatrix - ha presentato un lungometraggio di notevole fattura realizzato insieme a due scrittori russi, molto noti in patria. Il film ha stupito la critica per l’ottima realizzazione e l’emozionante storia, pur durando solo 73 minuti. Stiamo parlando di First Squad – The Moment of Truth. Il film è stato realizzato in collaborazione con la Molot Entertainment dei russi Misha Shprits e Aljosha Klimov, autori dell’opera. Costato oltre due anni di lavori per la meticolosa attenzione ai particolari e alla ricostruzione storica, ha nel team creativo, oltre ai due sopracitati autori russi, la regia di Hirofumi Nakata, il character design Yoshiharu Asino, e l' incredibili musiche di DJ Krush e Eiko Tanaka. (Link http://www.first-squad.com/) La visione del trailer lascia increduli: la rappresentazione dei carri armati, delle divise, delle armi, degli aerei sia tedeschi che russi, dettagliatissima anche nei colori, con un grigio dominate che trasmette un'idea di freddo intenso allo spettatore. L’animazione fa un sapiente utilizzo del CG,

la storia sembra molto coinvolgente, e anche la colonna sonora è di altissimo livello. Trama Russia 1942, l’esercito russo si oppone all’invasione Nazista, ma la guerra è sempre più cruenta. Nadya, una ragazza con dei poteri paranormali, cade in coma dopo un raid aereo. Quando si risveglia scopre di avere un nuovo potere, ovvero di prevedere il “Momento della Verità”, il momento che fa si che l’azione di una persona abbia un effetto sullo svolgersi dei futuri eventi. I Servizi segreti russi, che da tempo .

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seguono Nadya, e che nel frattempo combattono contro la setta dell’Ahnenerbe, un ordine occulto delle SS, le chiedono un fondamentale aiuto per porre fine alla guerra e sconfiggere i nemici. Intanto l’Ahnenerbe, utilizzando un rituale di magia nera rievoca il Barone von Wolff, un crudelissimo nobile medievale che, utilizzando un suo esercito di non morti,

potrebbe e sconfiggere l’Armata Rossa. Nadya decide, insieme ai suoi amici, della “First Squadra”, di affrontare il temibile barone e il suo mortale esercito. by Kaneda Miru

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Tutti gli appassionati di cultura giapponese sanno molto bene che il bullismo scolastico è estremamente diffuso nel paese del sol levante, e che il tema è spesso affrontato nelle trame di anime e manga. Normalmente si tratta di trame educative in cui i bulli sono sostanzialmente antipatici e le loro vittime riescono ad affrancarsi dalla triste condizione in cui si trovano con fatica e sofferenza. Ma è facile immaginare che qualunque ragazzino di scuola media o superiore in Giappone che sia quotidianamente tartassato da compagni teppisti preferirebbe risolvere il problema magicamente, diventando di colpo più forte dei suoi detrattori e facendogliela pagare a suon di pugni. Ed è proprio questa la fortuna che tocca al giovane Hayase Kouichi, quando viene inaspettatamente investito da un misterioso robot caduto dal cielo. Poco importa ad Hayase che la sua nuova forza sia stata ottenuta a scapito della sua stessa vita (grazie ai poteri di rigenerazione del robot che lo ha schiacciato) e che lo scotto da pagare per continuare a vivere sia entrare al servizio di un'organizzazione militare segreta e combattere contro gli invasori provenienti da un universo parallelo rischiando di morire nuovamente e definitivamente. Anzi, la cosa lo esalta ancora di più poiché gli permette di mettersi in mostra anche come pilota di uno strabiliante robot e come eroico difensore della città in cui vive, nonostante la sua inesperienza nel combattimento e la sua avventatezza creino più danni e più morti di quanti ne crei il nemico. Per non parlare della splendida ragazza nuda, priva di sensi e di memoria che gli è piovuta in braccio rotolando dall’abitacolo del robot al momento dell’impatto: un altro vanto da esibire, in barba ai sentimenti degli inseparabili amici d’infanzia, Risako Niiyama e Hideaki Yajima, che lo hanno

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sempre sostenuto e protetto, e non si spiegano né l’origine della sua nuova forza né quella della sua nuova arroganza. Questa è in sintesi la condizione mentale del quattordicenne protagonista di Linebarrels of iron (Kurogane no Rainbareru) dopo la rinascita come secondo Factor del Machina Linebarrels voluta dalla sua Factor originaria, Emi Kisaki, involontaria responsabile della sua morte accidentale. Sulla descrizione dell'improvvisa trasformazione della personalità di Hayase e dei suoi rapporti con amici e nemici di sempre si concentrano quasi interamente le prime puntate della serie animata. Alla crescente esaltazione al limite dello psicotico di Hayase si contrappongono la gelosia di Risako (segretamente innamorata di Kouichi), la preoccupazione

Emi Kisaki, Kouichi Hayase, Reiji Moritsugu e Satouru Yamashita. Sullo sfondo, Linebarrels


di Yajima e i suoi sforzi di comprendere e far rinsavire l’amico, e le difficoltà a gestire il ragazzo e i suoi nuovi complessi di superiorità incontrati dai diversi membri delle organizzazioni che aspirano ad arruolare Linbarrels nelle loro fila. Solo la morte accidentale di Yajima durante un combattimento e il disprezzo della bella Emi per il cattivo uso di Linebarrels riusciranno a mettere un freno alla megalomania superomistica di Hayase e, a lungo andare, trasformare la sua ambizione a fare il paladino della giustizia solo per il gusto di potersene vantare in autentico desiderio di proteggere l’umanità. Ambientazione e trama Il mondo di Linebarrels of iron è un futuro prossimo alternativo, in cui la Terra sta subendo l’attacco di misteriosi robot, denominati Machina, provenienti da un universo parallelo, in cui l’umanità ha raggiunto traguardi tecnologici molto superiori. I Machina sono delle macchine dotate di un dispositivo chiamato DS.O.I.L., che conferisce loro uno straordinario potere di rigenerazione, applicabile a sé stessi o al loro pilota (il Factor). I Machina sono in grado di teletrasportarsi istantaneamente in ogni luogo e dimensione quando vengono invocati dal proprio Factor, ma non di teletrasportarsi con il Factor a bordo, perciò normalmente arrivano sulla Terra sprovvisti di pilota. Ogni Machina è dotato di una forma di coscienza e sceglie autonomamente i propri Factor, ma può averne solo uno per volta: lo cambia solo quando il precedente resta ucciso. Risulta immediatamente evidente allo spettatore che, potendo sia teletrasportarsi con un pilota a bordo che avere due Factor viventi, Linbarrels rappresenta una specialissima eccezione alla regola. Linebarrels presenta inoltre altre caratteristiche uniche, quali un D-S.O.I.L. particolarmente efficiente e una potenza di combattimento molto superiore alla media, e la sua particolare natura giustifica la foga che tutti hanno di accaparrarselo. I Machina arrivano solitamente sulla Terra attraverso varchi dimensionali, cioè piovono letteralmente dal

cielo, per essere recuperati da Hisataka Katou, emissario della dimensione parallela, incaricato di preparare l’invasione su grande scala, con l’aiuto di un selezionato gruppo di esseri umani del nostro mondo che hanno accettato di collaborare con gli invasori. Per difendersi dagli attacchi dell’Agenzia Katou l’umanità

ha sviluppato un esercito di Arma, robot simili ai Machina ma privi di D-S.O.I.L. e di potere rigenerativo. Inoltre, a fronteggiare l’agenzia Katou, al fianco delle forze di difesa governative nazionali e sovranazionali, si erge la JUDA, la principale industria mondiale di attrezzature mediche, che in realtà possiede diversi Machina sottratti all’agenzia Katou. A differenza degli altri Machina, il potente Linebarrels è stato inviato sulla Terra dal suo costruttore, lo scienziato ribelle padre di Emi Kisaki, per unirsi alle fila della JUDA. Ma naturalmente Hisataka Katou, ben consapevole della superiorità del nuovo elemento e desideroso di impossessarsene, tenta sia di battere sul tempo la JUDA nelle operazioni di recupero iniziali, sia di catturarlo con la forza, sconfiggendolo prima che il suo nuovo Factor si impratichisca a sufficienza

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da padroneggiarlo appieno, sia di Moritsugu, pilota del potentissimo Vardant. “convincere” con le buone il giovane Fin dall’inizio Moritsugu mostra calma, esaltato Kouichi a passare dalla sua parte, professionalità e freddezza estreme, e recandosi personalmente a fargli visita e mantiene le distanze dalla quotidiana offrendogli un “lavoro” più conveniente di caciara che anima il personale della JUDA quello offertogli dalla JUDA con cui nel pur senza mostrare esplicita frattempo Hayase si è schierato. Ma la disapprovazione. Moritsugu è legato da generosa offerta di Katou viene rifiutata da un’antica amicizia a Eiji Kiriyama, Hayase, troppo compreso nel suo l’ambizioso direttore delle Kiriyama Heavy ambizioso sogno di diventare il paladino Industries che fabbricano gli Arma per la della giustizia che fin da piccolo avrebbe difesa del pianeta, che si rivelerà in realtà voluto essere e venire pubblicamente interessato solo al potere personale fino al riconosciuto come salvatore del mondo, per punto di allearsi con l’Agenzia Katou per niente desideroso lasciarsi scappare avere nelle proprie mani il controllo del l’occasione di farsi bello con Emi e con le Giappone. Come (e insieme a) Kirijama, altre ragazze della JUDA. L’atmosfera che si anche Moritsugu tradisce la causa della respira alla JUDA, è infatti molto più Terra passando all’agenzia Katou, dopo appetibile per lo aver smisurato ego di assassinato a Hayase di sangue freddo qualunque altra Ishigami. Ma a vantaggiosa differenza di offerta di lavoro. quello di A capo della JUDA Kirijama, il troviamo Kunio comportamento Ishigami, ex di Moritsugu membro risulta essere dell’agenzia Katou conseguenza di che, dopo aver un piano scoperto orchestrato di Kouichi Hayase ed Emi Kisaki l’intenzione di comune Katou di sterminare l’umanità, ha disertato accordo con Ishigami per la salvezza del portandosi dietro diversi Machina e pianeta. Nel finale infatti gli schieramenti mettendosi al servizio delle forze di difesa consolidati dei buoni e dei cattivi vengono del pianeta. Nonostante le intuibili grandi rimescolati dalla scoperta che nell’universo capacità di leadership, Ishigami si presenta parallelo da cui i Machina provengono come un rispettabile signore di mezza età, l’umanità è in realtà estinta, avendo spinto dal comportamento molto infantile, che la propria stessa evoluzione a uno stadio di ama circondarsi di belle ragazze, far loro fusione completo con le macchine scherzi di dubbio gusto e organizzare feste pericolosamente simile a quello dei Borg di che gli permettano di esercitare tutte Star Trek, e che il vero nemico da queste sue naturali propensioni. Il combattere è un’armata di esseri personale della JUDA, ovvero la piccola umano/meccanici dotati di coscienza armata di Factor dei Machina della JUDA e collettiva e votati "all'assimilazione" di ogni dei tecnici che li assistono, è altra specie vivente, la cui avanguardia prevalentemente costituito da coetanei di sulla Terra non è affatto il sedicente Hayase, che, anche se molto più seri e invasore senza scrupoli Hisataka Katou. responsabili di Hayase stesso, non perdono Commento occasione per assecondare il loro Anche se non c’è da dubitare che un presidente nei suoi eccentrici svaghi e ne normale quattordicenne, costretto in una tollerano pazientemente gli abusi. Unica vita mediocre e succube, reagirebbe eccezione, il serissimo e abilissimo Reiji probabilmente proprio come Hayase di

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fronte a una possibilità di rivalsa di proporzioni grandiose come quella a lui toccata, il comportamento di Hayase appare fin troppo scontato . E altrettan to scontati risultano Risako & Yajima essere il suo percorso di crescita e i suoi rapporti con tutti i suoi coetanei. Nessuno dei personaggi adolescenti della serie mostra uno spessore psicologico superiore al minimo sindacale per il ruolo che deve ricoprire. E la scelta di dedicare ampio (anzi, ampissimo) spazio agli aspetti umoristico-sentimental/demenziali al limite del fan service nelle interazioni fra i protagonisti dello schieramento dei buoni non sortisce affatto l’effetto di sdrammatizzazione degli eventi cui forse aspiravano gli autori, ma quello di una banalizzazione estrema di una trama potenzialmente interessante e di sottrazione di spazio prezioso alla costruzione di una sana curiosità per lo sviluppo della storia negli spettatori. Nel pochissimo spazio a loro rimasto nemmeno i personaggi adulti, e in particolar modo i cattivi, riescono a brillare di originalità e risollevare l’interesse di chi, attirato dalle spettacolari animazioni 3D della sigla, dai preziosismi del mecha design o anche solo dalla illustre tradizione dello studio Gonzo, si aspetta un anime di stampo roboticofantascientifico di buon livello. Perfino il falso doppio gioco di Reiji Moritsugu, che nelle intenzioni sembrerebbe dover incarnare molto meglio di Hayase stesso l’ideale di giustizia e protezione dei più deboli cui Hayase aspira, e, di conseguenza, potrebbe a buon diritto meritare di essere giudicato come il vero eroe della storia, risulta piatto e mal giustificato. Le personalità di Moritsugu, Katou, Kirijama e degli altri membri dell’Agenzia Katou, che dovrebbero essere complesse e articolate data la rilevanza di

tutti questi personaggi nella vicenda, sono invece liquidate con brevissimi e frettolosi cenni per far posto a scene conviviali con ragazze più o meno svestite, o a drammi sentimentali francamente ripetitivi. In questo contesto di aspettativa minima per la profondità della trama non possono che finire col deludere la troppa somiglianza degli invasori alieni ai Borg (corredata di citazione della storica frase “Sarete

Katou assimilati, ogni resistenza è inutile”) e la presenza in seno all’Agenzia Katou di un rappresentante-osservatore degli uominimacchina che ricorda troppo un agente di Matrix. Poco aiuta a riconciliarsi con l’opera anche il gran finale in cui l’intero schieramento dei buoni sembra sacrificarsi collettivamente per la salvezza dell’umanità ma nessuno resta morto a lungo e tutti vengono rigenerati da un D-S.O.I.L, anche coloro i cui Machina non avevano affatto un D-S.O.I.L. sufficientemente efficiente. In conclusione, nonostante un character

design gradevole, un mecha design di buon impatto visivo anche se non originalissimo, una buona qualità delle animazioni 2D e 3D, delle splendide sigle e un soggetto promettente, la serie animata di Linebarrels of Iron non brilla né per originalità né per profondità.

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C’è da dire però che si tratta dell’adattamento animato di un manga in undici volumi pubblicato in Giappone nel 2004, e ancora in corso di pubblicazione in Italia (edizioni Flashbook), in cui lo spessore dei personaggi è oltremodo

superiore, le concessioni al fan service sono virtualmente assenti, e la trama differisce in molti aspetti apparentemente secondari al punto da portare gli autori a una riscrittura del primo volume in occasione dell’uscita dell’anime nel 2008.

Informazioni tecniche Titolo: Linebarrels of Iron Serie animata in ventiquattro episodi basata sull’omonimo manga di Eiichi shimizu & Tomohiro Shimoguchi (2004, Champion RED, Akitashoten). Trasmessa in Giappone dalla TBS fra l’ottobre 2008 e il marzo 2009. Creative Producer: Goro Taniguchi (Gasaraki, Planetes, s-CRY-ed) Regia: Masamitsu Hidaka (Gear Fighter Dendoh, s-CRY-ed) Series Composition: Kiyoko Yoshimura (Chrno Crusade) Sceneggiatura: Kiyoko Yoshimura (Chrno Crusade) e Shigeru Morita (Gundam Seed) Character Design e Direzione delle Animazioni: Hisashi Hirai (Gundam Seed, s-CRY-ed, Infinite Ryvius) Mecha Design: Tsutomu Suzuki (The Big O, Zone of The Enders, Platinumhugem Ordian) Direttore degli effetti speciali: Ichiro Itano (Macross, Megazone 23, Gantz) Sound Director : Masafumi Mima Music : Conisch Sudio di produzione: Gonzo Sigle: Opening: Kitei no Tsurugi by ALI PROJECT First Ending: Ame ga furu by Maaya Sakamoto Second Ending: Remedy by Maaya Sakamoto

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Eventi

Il 4 ottobre 2009, al parco di Wakamatsu di Nagata a Kobe, si è tenuta la cerimonia del taglio del nastro per l’inaugurazione della statua 1:1 di Tetsujin 28. A presenziarla, oltre le autorità cittadine e un folto pubblico, anche Minoru Yada, doppiatore del dott. Shikishima, il creatore del robot. L’idea divertente è stata che Minoru Yada ha comandato il taglio attraverso un telecomando identico a quello del manga, ma che è stato eseguito fisicamente da un gruppo di ventotto persone al grido “Tetsujin 28 go!” La statua è stata voluta dalla città di Kobe come simbolo della rinascita dopo il terremoto del 1995 e celebra con essa il suo concittadino Yokoyama Mitsuteru, autore di tantissime Manga tra cui Giant Robot, Sally La Maga,

Babil Junior e Mars. http://www.youtube.com/watch?v=8vyD9M 4MgE4&feature=player_embedded by Kaneda Miru

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L’intero episodio si concentra sul personaggio di Faye, e ha giustamente come sfondo il suo ambiente naturale: il casinò. La caratterizzazione di Faye è subito evidente. Si tratta di una donna estremamente indipendente, che ha un modo di gestire le cose irruento e irrequieto – qui a volte ricorda una controparte femminile di Spike – e spesso genera situazioni problematiche per la sua scarsa attitudine al pensare alle conseguenze delle sue azioni. Viene immediatamente a galla il suo “fattore Fujiko”, e un interessante parallelo tra l’ambientazione e il personaggio presentato. Avvenente quanto basta, piena di debiti, affamata di facili guadagni, pronta quasi a qualsiasi cosa per portare avanti i suoi scopi, nei casinò Faye vive, si muove con agilità, si sente a casa sua. Lei era Poker Alice, una famosa giocatrice di poker, dalla fama leggendaria, e non potrebbe essere altrimenti. Il nome “Poker Alice” rimanda a memorie legate a Carroll e alla favola di Alice nel Paese delle Meraviglie, una storia che gioca con le realtà e i sogni, un altro tema tipico di CB.

gli eventi dell’episodio, e l’incontro con i due protagonisti di CB è più che mai scintillante. Spike è un maestro nel cavalcare l’onda degli eventi casuali, dettati dal destino o dal suo fratello dispettoso, il caos. In una serie di situazioni da sitcom americana, Spike si confonde con un contatto che Faye avrebbe dovuto avvicinare, per conto del padrone del casinò, il classico uomo con i soldi dei libri noir, che vive grazie al gioco d’azzardo e quindi attraverso l’immorale sfruttamento dell’ingenuità e della disperazione degli assuefatti al gioco. Lo scambio di persona muove gli eventi e Faye verso il Bebop, attraverso una scazzottata di Spike, che al solito è il “trigger” che fa scattare il coinvolgimento dei due cacciatori di taglie in molte delle situazioni in cui si trovano, o si cacciano per meglio dire. Assistiamo a delle scene ironiche e comiche, dovute all’interazione tra Jet e Spike, ma soprattutto alla sfolgorante introduzione di “Piano Black” al suono della voce di Faye (“Show time, adesso!”) con il Red Tail che fa irruzione dentro il casinò,

Faye è il perno attorno al quale girano tutti

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causando una mole di danni immensa e la fuga di lei e dei due cacciatori di taglie. Faye finisce prigioniera di Spike e Jet, che dimostrano il loro essere indifferenti alle donne, se la cosa può causare problemi, mostrando un cinismo e un sarcasmo a volte sorprendenti nel trattare Faye. Anche in questi particolari fondamentali tra i rapporti che esistono fra i personaggi, CB si distingue nettamente dalla massa, portando sul piccolo schermo una maturità narrativa che prima era retaggio di poche opere elette – quelle che riuscivano a sfuggire ai rigidi schemi prefissati delle storie giapponesi, le regole del target, i cliché di un media che negli anni precedenti era rimasto troppo fossilizzato in copioni triti e ritriti. Faye cerca di farsi liberare con storie poco convincenti, che provocano solamente la perplessità di Spike, quando la nave viene attaccata dagli uomini del padrone del casinò. Da qui tutta una serie di eventi porteranno alla conclusione della storia in maniera rocambolesca.

Invece che “see you space cowboy”, appare un eloquente “easy come, easy go”, dopo il sorriso di Spike nel vedere una scia nel cielo stellato volare via dal pianeta… forse il Red Tail con Faye… e i loro soldi. Come da detto inglese, i soldi facili sono i primi che vanno via quando arriva il momento. Come viene se ne va, non invitata, non annunciata, come vuole lei. L’intero episodio è basato sulla leggerezza che contraddistingue il personaggio di Faye, ed è molto divertente sul piano umoristico, soprattutto nelle varie interazioni tra i personaggi, che fin dall’inizio ci appaiono mal assortiti, come dovrebbero per attirare la nostra attenzione. Faye sarà una fonte di guai costante, ed è questo il messaggio che ci viene lasciato alla fine della puntata, nonostante lei sparisca tra le stelle con i soldi. Ben presto impareremo che i soldi per lei non sono affatto una garanzia di sostentamento, quando una necessità inutile.

In una scena che è un’eclatante citazione, quasi spudorata, di Monkey Punch, Faye ruba i soldi a Jet e Spike con un gancio dal Red Tail, volandosene via con la valigetta piena di contanti di taglio piccolo, old school. Ma Spike e Jet non sono due personaggi di Monkey Punch, e il rapporto con Faye sarà notevolmente ridimensionato in futuro, in una dipendenza di lei dalla Bebop, un attaccamento famigliare, un suo sentire la necessità di stare con loro, non il contrario, che pur si avvertirà in minima misura. Il finale, definisce Faye Valentine in una sola frase, che per la prima volta cambia il familiare modo di concludere la puntata.

E quindi, easy come, easy go. In questa scorribanda di citazioni e strizzatine d’occhio al passato, l’episodio funziona benissimo a livello tecnico. Visivamente impressionante la realizzazione del casinò orbitante, un design originale basato su una roulette olografica gigante che ruota attorno

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alla stazione. L’atmosfera del luogo del gioco d’azzardo è replicata ottimamente, e

session 06. Altri riferimenti potrebbero essere “Honky Tonk Man”, il film di Clint Eastwood del 1982, e l’omonima canzone country degli Anni Cinquanta di Johnny Horton. La musica segna la storia con un ritmo in principio lento, da casinò, da atmosfera da gioco, per poi abbandonarsi a un frenetico passo sostenuto durante le scene d’azione. Il tutto, ovviamente, segnato dal suono del piano, il cui suono crea subito quell’effetto lounge che non poteva essere miglior compagno per l’episodio.

con essa tutte le situazioni correlate. Le scene d’azione sono al solito molto ben realizzate, e il Red Tail di Faye la fa da padrona. La battaglia finale tra il monocarrier di Faye e la grande nave del padrone del casinò è realizzata con tutti i crismi del caso. Ancora una volta si ammira il mecha design nei piccoli dettagli (lo slot dei missili della nave nemica, la sezione rotante della stessa che ha anche una funzione nella narrazione, lo stesso casinò orbitante). Il riferimento al titolo è collegato strettamente ai Rolling Stones (“Honky Tonk Women”, 1969): verranno citati nuovamente, in “Sympathy for the Devil”,

Piano Black – è un pezzo che sarà l’emblema della puntata, e che in qualche modo viene associato a Faye e all’ambiente in cui si muove. Pianoforte, ritmo sostenuto, una base molto particolare, che ne accompagna lo scorrere continuato e veloce. È il pezzo che accompagna l’accensione da remoto del Red Tail, e il suo arrivo dentro il casinò, in soccorso alla sua padrona.

Altre tracce notevoli sono: Slipper Sleaze, Piano Bar I, che contribuiscono a creare quell’ambiente lounge e tipicamente da casinò, e Black Coffee, che sfoggia un sound intrigante, terribilmente infido e insidioso, proprio come Faye Valentine. by Gabriele "Ade" Cuscino

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Jet Black Ho sempre avuto un’idea ben precisa di come un uomo debba condurre la propria vita: guadagnandosi da vivere onestamente, dignitosamente, spaccandosi la schiena anche cercando di essere meritevole della fiducia della gente che conta per lui. Questa idea è cambiata leggermente negli anni, ma più o meno siamo lì. Qualcuno dice che sono troppo incline alla filosofia, a volte da quattro soldi, ma io sono uno che ama la saggezza antica nelle piccole cose, il pianificare le proprie mosse, come nello Shogi, e prevedere quelle del destino, e cercare di anticiparle. Ma purtroppo sono anche un amante del jazz, e queste due mie tendenze non si sposano bene, e troppo spesso mi fanno agire in modo errato. A volte ripenso a com’ero un tempo, e mi sembra che sia passata un’eternità. Fare l’uomo onesto, vivere alla giornata, portare a casa lo stipendio, nella speranza di ritrovarvi lei, che sembrava convinta ad andarsene una volta e per tutte, ma che ogni volta cambia idea. Mi sembrano così lontani quei giorni, i giorni del mastino che non molla mai la preda, dei compagni, delle compagne, della vita in strada. Di una casa fissa, che non si muove per lo spazio ma sta ben ancorata sulla terraferma. Eppure, ancora più spesso, mi sembro sempre lo stesso… con qualche capello in meno purtroppo. Molti pensano che la vita sia una continua lezione… ma nessuno ha mai spiegato a cosa serve una lezione così lunga se alla fine non potrai mai applicarla. È per questo che mi limito a viverla come se questa fosse l’unica vita che ho. Nel frattempo cerco di far quadrare le cose, di evitare di lasciare cose in sospeso, che poi ti ricadono sempre sulla testa. E penso sempre una cosa, che i valori sono tutto, ma che a volte se ne può anche fare a meno. Accidenti, mi rendo conto che sto diventando cinico quasi quanto Spike. Dovrei smettere di frequentarlo.

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Nome: Jet Cognome: Black Eta: 36 Data di nascita: 3 Dicembre 2035 Luogo di nascita: sconosciuto. Si presume sia Ganimede Segno zodiacale: Gruppo sanguigno: A Altezza: 188 cm Weapon of choice: West-German Walther P99 Veicoli: Bebop; Hammerhead

Jet Black è un uomo che sa quello che vuole. Il destino gli ha giocato un brutto tiro, facendogli perdere il lavoro che amava, i colleghi che lo spingevano a credere nella giustizia, la donna che pensava potesse accompagnarlo per la vita, il suo mondo fatto di certezze. Ex poliziotto della ISSP, Jet era uno di quelli vecchio stampo, un idealista, uno che inseguiva, che stava sul livello delle strade, non su quello delle scartoffie, della burocrazia, su un piano corruttibile, poco chiaro, che lui non comprendeva e dentro il quale si sentiva profondamente a disagio. La sua era la legge di chi caccia fino alla fine, di chi stana, di chi colpisce duro per non avere brutte sorprese. Ma Jet è anche vittima di un tradimento, un uomo tutto d’un pezzo che ha assaggiato quel velenoso morso che solo un’amicizia spezzata, la fiducia violata, può lasciare sulla pelle. Il suo braccio, un pezzo di ferro insensibile, è un continuo monito di quel giorno in cui, con un solo sparo, le sue certezze e tutto il suo mondo sono collassati in un mare di niente. Quel braccio

è la sua cicatrice pulsante e dolorante, che nel suo essere inerte e insensibile, gli ricorda invece quanto faccia male scoprirsi, un memento inossidabile, impossibile da ignorare. Proprietario della Bebop, non solo è colui che crea le condizioni per sviluppare una famiglia con i personaggi della serie, contribuendovi fisicamente proprio nel fornire un tetto su cui vivere, ma è anche il catalizzatore di quell’atmosfera da focolaio domestico, famigliare, che creerà un legame tra tutti gli occupanti del Bebop. Non per nulla spesso Jet viene mostrato ai fornelli, in cucina, l’ambiente tipico per creare un’atmosfera domestica subito riconoscibile. È il padrone di casa, il padre, il responsabile e il tutore, l’uomo ragionevole, il saggio. Tutti i suoi tratti e le sue abitudini, il curare i bonsai, il giocare allo shogi, il cucinare e la capacità organizzativa nel fissare gli obiettivi della caccia alle taglie, mettono in risalto il suo lato casalingo, di maestro del luogo dove si vive, dove si cresce, una figura paterna degna di rispetto – quasi mai mostratogli. Jet è anche il personaggio più moderato della serie, colui che mette sempre la buona parola, ma che quando si stanca di qualcuno o qualcosa non ne fa mistero. Sono entrambi aspetti della sua persona che risultano interessanti, come il suo animo gentile rispetto al suo fisico, possente, attraversato da cicatrici, protesico in più parti, rude. Jet si arrabbia a volte, dicevamo, ma la sua rabbia è sempre relativa, e presto si lascia alle spalle i contrasti, facendosi passare velocemente ogni tipo di irritazione. Tutte le volte che ha “rotto” con Spike, Jet è sempre ritornato sulla sua posizione, ma senza mai chiedere scusa, come per giustificare la sua posizione, del “forgiven but not forgotten”. Più volte lo vediamo durante la serie, soprattutto in “Jupiter Jazz” con Spike. Mostra affezione e preoccupazione nei confronti di Faye, ma forse le è più ostile che altro, per il comportamento privo di morale che lei porta avanti nei suoi confronti. La funzione di Jet, di custode del focolaio

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domestico, viene amplificata e sottolineata dalla sua capacità di riparare ogni guasto mec cani co dei veic oli dei suoi com pag ni di viag gio, di qualsiasi entità essi siano. È la voce tecnica della serie, assieme a Ed, ed entrambi sono importanti per lo svolgimento delle indagini nella loro parte “passiva”. Il metodo di Jet è quello della polizia analitico, riflessivo, attento ai dettagli. L’importanza di Jet è fondamentale, come collante coerente dei vari personaggi caotici che popolano Cowboy Bebop. Come Spike/Lupin e Faye/Fujiko, ma anche Vicious/Goemon, Jet è una controparte riveduta e corretta, aggiornata, di un personaggio della serie di Monkey Punch, ovvero Jigen. Riflessivo e ombroso, barba nera, di solito insensibile al fascino femminile come da copione, Jet è spesso la voce della ragione, come Jigen, che riusciva a essere distaccato anche nei momenti peggiori. L’unico momento di debolezza Jet lo rivela

passato. In “Ganymede Elegy” mostra il fianco ad in una situazione mai chiusa, rimasta aperta come una ferita richiusa male. Il suo chiedere troppe spiegazioni a colei che un tempo fu la sua donna, lo porta a scoprirsi troppo, a fargli rendere conto di come in realtà non è un uomo tutto d’un pezzo come pensava, ma solo una facciata di cemento dalla base d’argilla. Per questo, quando gli viene confessato che l’abbandono fu causato proprio dal suo comportamento, dal suo soffocare l’oggetto del desiderio, Jet ha una presa di coscienza molto forte e si rende conto di aver superato quel momento di debolezza, in cui invece la sua vecchia fiamma è ancora intrappolata. Jet non ha più bisogno di facili consolazioni per andare avanti, non ha più bisogno di una compagna che riempia i suoi giorni con false promesse, e la sua decisione di voltare pagina e di andare avanti ad ogni costo si manifesta fisicamente quando decide di dare la caccia al compagno di lei, un ricercato con una taglia sulla testa, ma non un vero uomo, un ragazzino immaturo. Non è un caso se, rispetto a tutti gli altri personaggi della serie, Jet è l’unico che riesce a chiudere con il passato in maniera definitiva, saldando tutti i conti in sospeso, uno dopo l’altro, nell’arco della narrazione, sopravvivendo alle sue paure, alle sue ombre, alla sfida con se stesso. Sepolto il passato, Jet si dimostra una roccia salda in mezzo alla tempesta, con tutte le qualità necessarie per andare avanti in ogni caso. Forse la sua vita non gli riserverà mai un’emozione forte, quella che sconvolge l’esistenza, ma vivrà più a lungo di chiunque altro l’abbia provata, per rimpiangerla forse, ma anche per godere dei frutti di una vita che sia stata una vita, senza rimpianti, senza rimorsi e ripensamenti. by Gabriele "Ade" Cuscino

quando i suoi amici sono in pericolo e quando affiora qualcosa legato al suo

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Serie Cult

Part Two Bentornati e benvenuti alla seconda parte della nostra analisi di Saint Seiya. Nella scorsa puntata si è parlato della storia editoriale dell'opera. Ora, dopo i contenitori, passiamo finalmente ai contenuti! Sia il manga originale che la serie televisiva (OAV di Saint Seiya hades inclusi) seguono la stessa trama narrativa, che si articola in tre parti: I: il Santuario II: Poseidone III: Hades La serie animata aggiunge, rispetto al manga, alcuni episodi durante il primo arco, ed un intero arco di transizione tra Santuario e Poseidone: Asgard.

Shiryu, Seiya, Hyoga, Shun, Ikki

Prologo Nel 198x il ricco uomo d'affari giapponese Mitsumasa Kido, a capo della potentissima Fondazione Grado, durante un viaggio in Grecia incontra un uomo morente, Aiolos del Sagittario, con accanto una neonata e uno scrigno dorato. Aiolos è un Saint, membro una casta di guerrieri al comando della dea Atena. Ogni Saint veste una mistica armatura, detta Cloth, che rappresenta una delle costellazioni del cielo. I Saint possiedono una forza e una combattività soprannaturali, frutto della loro abilità di sfruttare il loro "cosmo" interiore. Il concetto del cosmo prende le mosse dal fatto che un atomo può essere visto come un minuscolo sistema solare. L'enorme quantità di atomi che vanno a formare un corpo umano costituisce quindi una sorta di universo in miniatura, che rispecchia l'universo in cui viviamo. Un Saint è consapevole delle potenzialità di questo suo cosmo interiore, ed è in grado di farlo "bruciare" , ottenendo così la capacità di compiere imprese sovrumane. Aiolos rivela che la neonata è l'incarnazione della dea Atena, tornata sulla terra per difendere l'umanità, e che uno dei più importanti membri del Santuario della dea, voltosi al male, ha cercato di assassinare la bambina. Col suo ultimo respiro Aiolos affida la bambina e lo scrigno, contenente il Gold Cloth del Sagittario, a Mitsumasa. Suo sarà il compito di allevare Atena e proteggerla

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fino a che sarà pronta a svolgere il suo compito. Il Santuario parte 1: la Galaxian War e la lotta per il Gold Cloth Sette anni dopo, cento orfani vengono inviati in varie parti del mondo, con lo scopo di addestrarsi a diventare Bronze Saint, il gradino più basso della casta dei guerrieri che proteggono Atena (al di sotto dei Silver Saint e dei Gold Saint) Il protagonista della storia è Seiya, uno dei cento orfani, inviato in terra di Grecia presso il Santuario della dea Atena allo scopo di ottenere l'investitura come Saint della costellazione di Pegaso. Al rientro in Giappone il ragazzo si trova obbligato a partecipare a un torneo, la Galaxian War. Il torneo, organizzato da Saori Kido, nipote del vecchio Mitsumasa (ormai deceduto) ha lo scopo di far combattere tra loro i dieci ragazzi che hanno ottenuto l'investitura a Bronze Saint per selezionare il più forte, che si vedrà affidare la più potente tra le armature, il Gold Cloth del Sagittario. Solo otto dei ragazzi accettano di partecipare al torneo. Il nono, Hyoga del Cigno, ha in realtà ricevuto dal Santuario di Grecia l'ordine di uccidere gli altri partecipanti, colpevoli di utilizzare il Cloth per scopi personali. Il decimo Saint, Ikki della Fenice, non ha dato invece sue notizie, con grande sconforto del suo fratello minore, Shun, Saint della costellazione di Andromeda. Dopo quattro incontri, tra cui quello tra Seiya e Shiryu del Dragone, quasi costato la vita a quest'ultimo e risoltosi con la distruzione dei Cloth di Pegaso e del Drago, Ikki fa la sua comparsa, e ruba il Gold Cloth. Dopo una dura lotta sotto il monte Fuji, Ikki viene sconfitto dall'unione

degli altri quattro Bronze Saint e si ravvede, poco prima di finire sepolto da una frana. La frana è stata causata da nuovi nemici, i Silver Saint, inviati da Santuario per uccidere i Bronze Saint e recuperare l'armatura del Sagittario. Grazie anche alla defezione di Marin dell'Aquila, maestra di Seiya, il primo attacco viene sventato. Mentre la lotta si fa più concitata, i quattro eroi vengono a sapere che Saori Kido è l'incarnazione di Atena, che loro sono votati a proteggere. Un tentato rapimento viene sventato anche grazie al ritorno di Ikki: il Cloth della Fenice, come il mitico uccello da cui prende il nome, ha infatti la facoltà di rigenerarsi e tornare a combattere. Dopo i Silver Saint, un nemico più temibile arriva ad affrontare Saori ed i suoi Saint: Aiolia, Gold Saint del Leone e fratello di quell'Aiolos che salvò Atena ancora in fasce. Convintosi della reale identità di Saori e della bontà dei Bronze Saint, grazie anche alla comparsa dell'armatura del Sagittario mossa dallo spirito di Aiolos, Aiolia torna in Grecia per

affrontare il Gran Sacerdote, vero traditore della dea, e vendicare la memoria del fratello. Anche Seiya e gli altri si recano in Grecia al seguito di Saori per affrontare i loro

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nemici. All'arrivo, però, viene teso loro un agguato. Saori viene colpita al petto da una freccia dorata che, in dodici ore, raggiungerà il cuore. Per scongiurare il pericolo, è necessario che venga utilizzato lo Scudo di Atena, che si trova in Cima al Santuario presso la statua della dea, oltre le stanze del Sacerdote e le Dodici Case dello Zodiaco. Ogni casa è presieduta da un Gold Saint che deve essere sconfitto per poter passare oltre. I quattro eroi iniziano così la loro corsa contro il tempo.

Toro.

Le Dodici Case

La quarta casa del Cancro è il regno del crudele Death Mask. Rispettoso solo della forza, si scontrerà duramente con Shiryu alle porte del mondo dei morti di cui ha il controllo. Sarà il suo stesso Cloth, indignato dalla sua malvagità, ad abbandonarlo e causarne la sconfitta. Col raggiungimento del settimo senso, Shiryu riacquista la vista persa in uno scontro col Silver Saint di Perseo tempo prima.

Hyoga del Cigno

La Prima Casa è presieduta da Mu dell'Ariete, già alleato della rediviva Atena e dei suoi cavalieri. Non è necessario combattere, ma un'ora viene comunque spesa mentre Mu ripara le armature dei Bronze Saint, minutamente danneggiate dalle precedenti battaglie. Mu spiega anche ai Bronze Saint che per superare le Dodici case dovranno raggiungere il Settimo Senso, stato ultimo del cosmo di un Saint che lo mette in grado di muoversi e scagliare colpi alla velocità della luce! La seconda Casa ha come custode Aldebaran del Toro. Enorme e fortissimo, viene sconfitto solo grazie alla cocciutaggine di Seiya che, dopo svariati tentativi, risveglia il settimo senso e riesce a spezzare una delle corna del Cloth del

La terza casa dei Gemelli appare inizialmente vuota. Separati in due gruppi in un labirinto, i nostri eroi faticano non poco a capire che si trovano in un'illusione controllata da lontano. L'enigmatico Gold Saint dei Gemelli riesce a separare Hyoga dagli altri: risvegliatosi nella settima casa della Bilancia, verrà affrontato e sconfitto dal suo maestro, Camus dell'Acquario, e da questo ibernato in una bara di ghiaccio

La quinta casa del Leone appartiene ad Aiolia. Seiya si aspetta un alleato, senza sapere che il Gran Sacerdote ha manipolato la mente del Saint del Leone con un attacco a tradimento. Solo il sacrificio di Cassios, antico rivale di Seiya durante l'addestramento, riesce a strappare Aiolia dal condizionamento mentale. La sesta casa della Vergine è presieduta da Shaka, "l'uomo più vicino a Dio". Un illuminato secondo la tradizione buddista, è un avversario potentissimo la cui tecnica racchiude insieme difesa e attacco, ed è in grado di togliere i cinque sensi all'avversario. Solo il tempestivo intervento di Ikki riuscirà ad aver ragione sul Saint della Vergine, ma a prezzo della vita di entrambi, svaniti in un'esplosione di luce. Nella settima casa della bilancia non ci sono nemici ad attendere i Seiya e gli altri: il Saint della bilancia, Dauko, è il maestro di Shiryu, che non abbandona mai la sua posizione ai piedi della cascata del Monte Rozan in Cina. Al suo interno si trova però il sarcofago di ghiaccio che contiene il corpo di Hyoga.

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Usando una delle armi parte del Cloth di Libra Shiryu infrange la bara, ma Hyoga rimane esanime. Sarà Shun, espandendo ai limiti il suo cosmo e rischiando la vita, a risvegliare il Saint del Cigno. L'ottava casa dello Scorpione è occupata da Milo. In uno scontro senza esclusione di colpi il cavaliere d'oro riesce a ridurre in fin di vita Hyoga. Impressionato dal valore e dall'abilità dell'avversario, che lo avrebbe abbattuto se non fosse per il Gold Cloth che lo protegge, all'ultimo istante salva la vita al cavaliere dl Cigno e gli lascia oltrepassare la casa La nona casa del Sagittario è vuota dalla morte di Aiolos. Dapprima intrappolati in uno strano sistema di caverne irto di mortali pericoli, i quattro ne escono incolumi, ritrovando infine un'iscrizione in cui Aiolos, con le sue ultime volontà, affida la custodia di Atena ai giovani Bronze Saint. La casa del Capricorno è difesa da Shura, l'uomo che ricevette in dono da Atena la spada Excalibur, e che usò quella stessa arma, ormai parte integrante del suo braccio, per ferire a morte Aiolos sei anni prima. Solo alla fine di uno scontro tremendo con Shiryu, mentre il cosmo del Dragone porta i due Saint verso il cielo e la dissoluzione il Gold Saint realizzerà i suo antico errore e se ne pentirà Nella casa dell'Acquario assistiamo a uno scontro tra maestro ed allievo, Camus e Hyoga. Camus rimette alla prova Hyoga per vedere se è all'altezza di un Gold Saint. Alla fine di uno scontro in cui vincerà chi dei due si avvicinerà di più, coi suoi colpi, allo zero assoluto, Hyoga si dimostra superiore al suo maestro, per crollare subito dopo apparentemente senza vita. La dodicesima e ultima casa è sorvegliata da Aphrodite dei Pesci, il più bello dei cavalieri. Le rose che lancia sono armi assassine. Shun dovrà infine lanciarsi in uno scontro senza riserve e usare il suo colpo più potente, che mai aveva voluto scatenare, per vincere il combattimento. Ma l'ultimo colpo di Aphrodite va comunque a segno, e anche Shun cade a terra, trafitto

da una rosa bianca. Nel frattempo Seiya riesce finalmente a raggiungere le sale del Gran Sacerdote, dove scopre che il nemico altri non è che Saga dei Gemelli. Vera incarnazione del suo segno Zodiacale, Saga ha una doppia personalità, da un lato il Gold Saint votato alla protezione di Atena e dell'umanità, dall'altro un megalomane assetato di potere, che vuole sottrarre ad Atena i sui attributi (la Nike, che garantisce la vittoria, e lo Scudo che protegge da ogni attacco) per conquistare il mondo e l'universo. Dopo uno scontro durissimo, che vede di nuovo intervenire un redivivo Ikki risorto dalle ceneri, Seiya raggiunge lo Scudo. La sua luce guarisce Atena e distrugge la personalità malvagia di Saga, che preso dal rimorso si suiciderà davanti agli occhi della dea che aveva invano cercato di uccidere. Differenze animata

tra

il

manga

e

la

serie

Ikki, Shun, Hyoga, Shiryu e

La serie animata presenta alcune differenze di trama rispetto al manga. Nell'anime non è fatta menzione del fatto che i cento orfani sono tutti figli del vecchio Mitsumasa Kido, ed oltre ai Silver Saint sono presenti altri agenti del Santuario che cercano di rubare il Cloth del Sagittario o eliminare Saori: i Ghost Saint, criminali dediti alla pirateria e con Cloth che richiamano le creature marine, il primo ministro del Sacerdote ed il Cavaliere della Fiamma, ed il Crystal Saint, maestro di Hyoga che, sotto l'influenza mentale del Sacerdote

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tenta di uccidere il suo allievo, ma perisce nello scontro. Vengono introdotti anche tre

Seiya vs. Aiolia

alleati, gli Steel Saint, che vestono armature tecnologiche ideate da uno scienziato per volere di Mitsumasa Kido, che supportano i Bronze Saint nello scontro coi Silver Saint. Durante la corsa alle dodici case compaiono anche due discepoli di Shaka che cercano di uccidere Ikki prima che raggiunga il Santuario. Nel finale la personalità malvagia di Saga non viene distrutta dallo Scudo di Atena, ma sopravvive per scontrarsi coi Bronze Saint redivivi, e poi con Atena stessa. I personaggi: un cast "stellare" Una premessa prima di passare alle analisi dei personaggi. Masami Kurumada, come molti altri autori giapponesi, segue la tecnica dello "Star System" concepita dal maestro Osamu Tezuka: i protagonisti e i personaggi principali di tutte le sue opere formano una sorta di cast "fisso", con minime variazioni nel carattere e nell'aspetto tra un'opera e l'altra. Ad esempio, Seiya è identico a Takane Ryūji, protagonista di Ring ni Kakero (manga sportivo incentrato sulla boxe), e a Takamiya Teppei di Bt'X per citare un paio di esempi. Questa tecnica si trova nelle opere di molti altri celebri autori, come Leiji Matsumoto, Monkey Punch e le CLAMP. I protagonisti maschili di Kurumada tendono a riflettere l'archetipo dell'eroe che tenta di raggiungere un ideale di coraggio e virilità attraverso coraggio, altruismo ed

eroismo. E' presente anche una certa dose di maschilismo, per il quale i personaggi femminili, quando non costretti in ruoli "tradizionali" quali la fanciulla da salvare possono ad esempio essere anche feroci guerriere, ma risultano sempre inferiori alle loro controparti maschili, fino all'estremo delle Saint donna in Saint Seiya, che portando una maschera che "cela" la loro femminilità sono costrette, nel caso in cui un uomo le veda in volto a ucciderlo o ad amarlo. Una parte consistente dell'opera, in tutte le sue forme, è dedicata all'approfondimento del protagonista e dei suoi comprimari, al punto che l'importanza di Shiryu, Hyoga, Shun e Ikki è paragonabile, se non uguale, a quella di Seiya. Lo Star System di Kurumada prevede per i cinque personaggi principali l'uso di tipologie caratteriali ben precise, tipologie che possiamo osservare, con alcune variazioni, in molte opere di svariati autori di tutte le nazionalità e su tutti i media di comunicazione. Nel caso specifico abbiamo: -lLEroe. E' il leader del gruppo, solitamente coraggioso, tutto d'un pezzo ed estremamente risoluto, al punto da riuscire a sopraffare avversari apparentemente molto più potenti di lui grazie alla propria ostinazione e forza di volontà. Si tratta ovviamente di Seiya, effettivamente il più cocciuto dei cinque... - Il Secondo. E` il braccio destro dell'eroe, gli serve da contraltare e cassa di risonanza, e spesso ha molte caratteristiche complementari al primo. Nel caso specifico, se l'eroe è impulsivo il Secondo sarà più riflessivo e razionale. spesso è il personaggio più portato a rischiare la vita o scarificarsi per la causa. Ovviamente stiamo parlando di Shiryu (tranquillo, posato e con una predisposizione all'auto-accecamento...) -Il Tranquillo. Tende a stare sulle sue, parla poco e spesso mostra una certa freddezza. Nel caso di Saint Seiya la freddezza è un poco estrema, almeno all'inizio. Hyoga incarna questo concetto, a meno che non ci sia di mezzo la mamma,

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questa prima parte dell'opera soprattutto lo stereotipo della fanciulla da proteggere e salvare. Questo viene in parte giustificato dalla sua giovane età e inesperienza (pur essendo Atena incarnata, è anche una ragazzina di soli tredici anni). La sua funzione, soprattutto nella corsa delle Dodici Case, è quella di una presenza ispiratrice, fonte della forza spirituale e della convinzione che sorreggono i Bronze Saint nella loro titanica impresa. Solo nel finale, e solo nella serie animata, dimostrerà le sue qualità divine risvegliando i Bronze Saint Caduti e affrontando direttamente Saga, che si suiciderà gettandosi sull'emblema della Nike che Saori porta in cima al suo scettro.

Milo dello Scorpione nel qual caso passaimo a parlare di Edipo...) - La "Fanciulla". Nel caso specifico che ci riguarda è un maschio, ma ha quelle caratteristiche di sensibilità, empatia, pacifismo che di solito si trovano assegnate alla ragazza del gruppo. Spesso bisognoso di aiuto, più per scarsa volontà di combattere che per inettitudine al combattimento. Indubbiamente si tratta di Shun. - Il quinto elemento del gruppo in Saint Seiya fa parzialmente eccezione rispetto allo schema tradizionale, che vorrebbe il "Ragazzone", grande, grosso, forte e non particolarmente brillante. In questa opera abbiamo invece il "Cavaliere Solitario", ovvero quel personaggio che tende a lavorare da solo, comparendo quando c'è più bisogno di lui per posi sparire subito dopo. Duro, sarcastico ma spesso con un cuore d'oro: chi altri se non Ikki? Saori, pur essendo una dea, incarna in

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by Raistlin Coming Soon: Saint Seiya parte 3: Asgard e Poseidone


Riscopriamoli

Nella metà degli anni ’60 il pubblico televisivo giapponese inizia a conoscere un nuovo tipo di Shojo anime legato al mondo della magia, che presto prenderà il nome di Shojo Majokko o Majokko, e che si riferirà a tutti i quei Shojo manga/anime che hanno per protagonista una maghetta o una streghetta. Concepiti inizialmente per le bambine, andarono con il tempo allargando il loro pubblico, presentando spesso ragazze ormai adolescenti e iniziando a interessare anche il pubblico non solo più infantile. La maghetta che più fece sognare ragazze e ragazzi degli anni ’80 in Italia fu Majokko Megu-chan - La piccola maga Megu-chan - da noi intitolato Bia e la sfida della magia. Questo anime fu realizzato dalla Toei nel 1974 e trasmesso dal rete televisiva giapponese TV Asashi dal primo aprile 1974 al 29 settembre 1975, mentre in Italia arrivò nel marzo del 1981 e fu trasmesso da Rai 2. A differenza del Giappone non furono trasmessi tutti i settantadue episodi della serie, ma solo sessantacinque. Il character design fu affidato a un mito dell’anime mondiale, il grandissimo Shingo Araki - Saint Seiya -. Grazie al successo riscontrato fu realizzato anche un Manga, inedito in Italia, scritto da Akio Narita e disegnato Tomo Inoue, che cercava di mantenere il tono adolescenziale della serie animata. Ormai in Italia l’anime è saltuariamente

trasmesso da qualche rete privata, mentre in Giappone ha avuto molte edizioni Home

Video, iniziando dalla serie in VHS, continuando con una in laser disc negli anni ’90 e l’ultima uscita alcuni anni fa in DVD, in un bellissimo cofanetto contenente tutti i settantadue episodi, in due box di sei DVD ognuno. Il primo Box con Megu - Bia in copertina il secondo con Non - Noa - . Trama Il Giappone è il luogo prescelto per selezionare e, in seguito, eleggere la futura Regina delle Streghe. Le candidate rimaste sono solo due: Megu - Bia - e Non - Noa –, due graziosissime adolescenti, provenienti appunto dal regno della magia. Le due ragazze dovranno comprendere gli umani cercando di rimanere immuni dai loro difetti e, nel contempo, migliorare la loro arte magica. Megu arriva sulla terra planando con il suo ombrellino – Mary Poppins Style-, ma il suo atterraggio non è dei migliori, infatti investe un malcapitato poliziotto. Dopo questo piccolo contrattempo arriva presso la famiglia Kanzaki - Japo o Giappo in Italia-. Questa, che sarà la sua famiglia sulla terra, è composta da Mamì, una strega, che, per amore ha rinunciato al regno magico preferendo vivere qui sulla

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la piccola Apo. La donna, per allontanare i sospetti su questa nuova arrivata, esegue una potente magia che infonde nel resto della famiglia, ma anche nel resto degli umani, il ricordo che Megu è la figlia maggiore della famiglia Kanzaki, appena tornata dall’Europa. Il primo giorno nella famiglia per Megu non è dei migliori, infatti sia Apo che Rabi la provocano in continuazione. Megu, esasperata dal loro atteggiamento, li rimprovera aspramente, scatenando le ire del padre che, per proteggere i piccoli, la schiaffeggia. La ragazza scappa dalla sua nuova casa, decisa a non tornare più, ma, arrivata su una spiaggia, incontra Non - Noa - la sua rivale che la sfida immediatamente. Inizia così la prima di una lunga serie di scontri magici tra le due ragazze. Sfortunatamente per Megu questo primo round finisce in favore di Non. La ragazza rimane svenuta e sarà il suo nuovo “padre” che, trovandola svenuta, la rianima e la riporta a casa amorevolmente, chiedendole anche scusa per la sua ingiusta reazione. Inizia così la nuova vita di Megu presso la famiglia Kanzaki, famiglia alla quale si affezionerà sempre di più, puntata dopo puntata, e che l’accompagnerà inconsapevolmente nella sua sfida. L’altra candidata, come anticipato, è Non - Noa - che vive da Kilia,

anch’essa maga sposata con un umano, ma scontenta, a differenza di Mami, di questa decisione, e che nutre un’antica rivalità con la madre adottiva di Megu. Infatti Kilia vede in questa sfida la possibilità di dimostrare di essere sempre stata la migliore tra le due. La regina delle streghe ha inviato sulla terra anche un giudice che dovrebbe arbitrare e controllare l’operato delle due streghette. A svolgere questo compito è Choo-san - Ciosa in Italia, un mago pasticcione, truffatore e anche un po’ maniaco, che fin da subito parteggia per Noa e cerca di ostacolare in tutti i modi Bia. Però Noa, dimostrando molta lealtà, non condivide mai le azioni di Choo-san e spesso le ostacola. Questo “giudice” è coadiuvato da due aiutanti, il corvo Kurou Cracra in Italia- e la gatto Furu Furu – Furufu in Italia -. Le due streghette vengono iscritte alla stessa scuola frequentata dagli umani e qui fanno varie amicizie. Megu diventa amica della timida Roca, mentre Non è adulata da Boss, il bulletto della scuola. Nello svolgersi degli eventi vedremo le due ragazze, animate da un grande agonismo, iniziare a rispettarsi profondamente finché tra le due sorgerà una solida amicizia, che avrà la massima manifestazione quando si scontreranno contro una strega, cacciata dal regno magico, che vuole far del male alle due giovani aspiranti al trono.

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Ma la domanda che si pongono spettatori è : “chi diverrà regina?”

gli

Nell’ultima puntata Megu e Non vengono richiamate nel magico regno e scoprono che sono in una condizione di parità e che quindi servirà altro tempo per decidere con sicurezza la vincitrice. Sfortunatamente non scopriremo mai chi sarà regina. Infatti, dopo la prima stagione, gli autori pensavano a una seconda, nella quale avremmo saputo chi avrebbe indossato lacorona di regina, ma che, per motivi tutt’oggi non chiari, non fu mai prodotta. Personaggi Megu – BiaÈ un’adolescente quindicenne che potrebbe diventare la prossima regina del regno magico. Del suo passato non sappiamo

nulla. Non vi sono mai accenni né al suo passato, né alla sua vera madre. Per gli spettatori la storia inizia dal suo arrivo sulla terra con il suo grazioso ombrellino. A differenza della sua antagonista, è molto sbarazzina e non si impegna molto nello studio, dimenticando spesso quale sia il motivo del suo essere sulla terra. Ha un animo molto sensibile, e questo la porta ad affezionarsi moltissimo alla sua famiglia, ma anche a Non, aiutandola in molte occasioni. È un personaggio che subito attrae il pubblico per il suo carattere solare e pieno di energia, e sicuramente anche quello maschile per l’erotismo che esprimeva, e che farebbe sorridere gli adolescenti di oggi. Megu esprime benissimo l’animo spensierato e allegro degli adolescenti giapponesi degli anni ’70. Sorride quasi sempre e affronta la vita con molto entusiasmo, anche nelle situazioni più drammatiche. I suoi vestiti di moda negli anni ’70 riflettono l’allegria e la gioia di vivere, di cui dicevamo prima. Utilizza colori solari, in special modo l’arancio, e sembra spesso una bambolina. Il preferito è un vestitino molto corto, di color arancio appunto, ma nella sigla la vediamo indossare pantaloni a zampa e bellissimi cappelli. Il catalizzatore del suo potere magico è un ciondolo a forma di cuore che porta sempre con sé. Per evocare le magie Megu pronunzia la mitica frase magica:”Sha sha Shalanda” e baciandosi due dita si manifesta l’evento magico. Questa idea della parola magica e del gesto sarà ripresa da tantissimi altri Majokko Anime.

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Non –Noa-

abitanti del regno della magia, anche questo particolare non ha mai avuto una spiegazione. Veste quasi sempre con un tubino viola a gonna corta e alti stivali neri molto fetish, e, per questo suo vestire, fu molto apprezzata in seguito da una certa parte di pubblico. Il catalizzatore del suo potere magico è un ciondolo a forma di rombo, ma anche una pietra magica che porta sulla fronte. Mamy

Coetanea di Megu, anche se sembra essere più grande, ha anch’ella un passato avvolto nel mistero. È presentata come fredda calcolatrice, che disprezza gli esseri umani e ambisce sicuramente più di Megu a essere la futura regina del regno. Ma queste certezze nel proseguo della serie vengono meno, mostrando una Non che si innamora, rispetta la sua rivale, considerandola la sua unica vera amica, insomma dietro l’aspetto di ragazza sicura e decisa vi è un animo gentile e leale. Probabilmente questo cambiamento lo si deve proprio alla vita sulla terra che le ha instillato un nuovo modo di affrontare la vita, scoprendo sentimenti a lei sconosciuti, non ultimo l’amore. Sentimento che, comunque, non riesce a esprimere chiaramente come Megu, ma di cui però sente i patimenti. Il suo rapporto con Kilia è molto distaccato, assolutamente diverso da quello di Meg e Mamì, e anche con i compagni di scuola non è dei migliori. L’unica persona con cui sembra avere un certo dialogo,ma solo perché lo manipola, è il bulletto Boss. A differenza di Megu, è molto indipendente, e ciò è mostrato dalla guida una motocicletta, evento molto raro nel Giappone degli anni ’70, dove le donne non godevano ancora di molte libertà. Quindi Non è un personaggio su cui gli autori puntavano molto, il cui sviluppo sarebbe stato completato nella seconda serie, che sfortunatamente non fu mai realizzata. Una sua particolarità sono i capelli blu e la carnagione bianchissima, che sembra essere una prerogativa solo sua e non delle

La madre fittizia di Megu, che si occupa degli studi magici della ragazza. Anche lei era una strega che, per amore, ha abbandonato il regno magico, rimando però una potente maga. È lei che manipola memoria di tutti per far credere che Megu sia la sorella maggiore e spesso la salva da situazioni pericolose. Kilia

È la controparte di Mamì, ma non prova nessuno dei sentimenti di quest’ultima. Cerca di far vincere Non utilizzando qualsiasi trucco e, a differenza di Mamì, si è pentita di aver scelto l’amore al posto del mondo magico. Porta un paio di occhiali molto fashion, che verranno ripresi da molti personaggi di altri anime.

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Sig. Kanzaki Non si sa quale sia il nome del padre terrestre di Megu. È un uomo molto semplice e in assoluto buono, anche se, qualche volta, permette alla rabbia di prendere il sopravvento, pentendosene subito dopo.

nasconderlo, per Non e fa sempre di tutto per mettere in difficoltà, spesso senza riuscirci, Megu. Veste in maniera clownesca e ha un paio di baffetti biondo platino, un contorno occhi viola parecchio inquietante, e veste sempre di viola. Vive in una stranissima villa e guida un auto d'epoca. La particolarità di questo personaggio è il suo interesse per osservare Megu in maglieria intima, e spesso i suoi piani sono finalizzati proprio a questo scopo, rendendolo ancora più inquietante.

Rabi Kurou e Furu Furu

È il fratellino minore di otto anni. È molto dispettoso e non perde occasione per fare qualche terribile scherzo a Megu.

I due aiutanti di Choo-san, un corvo e un gatto. Pur essendo animali parlano e comprendono la nostra lingua. Aiutano il loro padrone a realizzare i suoi piani, e spesso hanno anche delle idee migliori di quest’ultimo, che naturalmente non vengono tenute in considerazione. Roko – Roca

Apo La sorellina minore di sei, anni ama gli animali, ma, pur essendo dispettosa come il fratello, spesso mostra un cuore molto grande. Una sua particolarità è sfoderare, non si sa da dove, un martello di gomma con cui picchia chi si comporta male con lei (idea poi ripresa ed elaborata da Tesuka Hojo per Kaori nel suo City Hunter). Choo-san Giudice inviato dalla regina delle streghe per valutare le due contendenti. Il problema è che lui parteggia, senza

L’amica del cuore di Megu. Si conoscono a scuola e sono legate da grande amicizia. Naturalmente la ragazza non sa che Megu è una strega. Boss Si potrebbe definire lo scagnozzo di Non, più che un amico. Infatti questo bulletto, dai tipici tratti somatici molto rozzi – ricorda boss di Mazinga Zetaaiuta Non a preparare attacchi contro Megu.

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Dany Hamilton

seguire- e una end song.

Il primo amore delle due pretendenti al trono. È un bravo tennista che, sfortunatamente, dopo aver conosciuto anche lui l’amore nei confronti Megu, è costretto dal padre a lasciare il Giappone. Emi Amica di Megu, fin da piccola ha subito violenze familiari, ma queste sono causate, a sua insaputa, dal riuscire a ipnotizzare inconsciamente le persone vicine a lei, inducendole a picchiarla. Anche il padre di Megu subirà ciò e la schiaffeggerà. Soundtrack La sigla, scritta e cantata da Andrea Lo Vecchio e i Piccoli Stregoni, è stato un

Curiosità Ecco gli episodi mai trasmessi nella numerazioni originale con il titolo in Inglese: 22. Hoshi haitsu umi ni furu ka? Il famoso episodio incentrato sul suicidio. Oshiko è ragazzo che tenta in vari modi di morire, ma Megu riuscirà salvarlo. 25. Maboroshi no shōnen Non - Noa - conosce un ragazzo per il quale comincia a provare dei sentimenti, ma sfortunatamente scoprirà che è un fantasma 28. Akachan sōdō Dinanzi la porta di casa Kanzaki la famiglia trova un bimbo in fasce. Il piccolo è stato abbandonato e l'intera puntata si basa sulla ricerca della mamma del neonato 29. Tenshi no namida Una suora scopre che Megu è identica alla sorella morta in un incendio di cui si sente colpevole. La religiosa vedendo Megu in pericolo di vita, sempre per un incendio si sacrificherà per salvarla.

successo quando uscì. Dalla musicalità semplice diventa presto un tormentone. Negli anni 2000 è stata ripresa in una versione remixata da DJ Jolly Mask, nella canzone commerciale Bee. Nella versione originale la open song ha un testo molto spinto - vedi considerazioni a

56. Shirayuri no himitsu A casa Kanzaki è ospite una ragazza, che presto si scoprirà essere posseduta da una potente strega, ma alla fine la ragazza riuscirà a liberarsi sacrificando la sua vita per salvare Megu.

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59. Ame no nakano shōjo

Durante una giornata di pioggia Rabi incontra una bambina. Mossa a compassione decide di farle compagnia. La piccola ha perso i genitori in un incidente stradale e Megu scoprirà anche che la piccola è lo spirito di una bambina morta in condizioni tragiche. 66. Kiri no nakano chōkan tarō Megu conosce un ragazzo postino che ha l'abilità di apparire e scomparire all'improvviso, infatti è un fantasma. Considerazioni

Majokko Megu-chan o Bia e la sfida della magia segna il passaggio di un prodotto seriale destinato esclusivamente a un pubblico infantile verso un pubblico decisamente più adulto, intersecando tematiche comiche e drammatiche. Sfortunatamente in Italia si preferì far sparire tutto ciò che aveva attinenza con il dramma, censurando ben sette episodi, in cui si toccavano temi come il suicidio tra gli adolescenti, la violenza domestica, e proponendolo esclusivamente come anime comico. Majokko Megu-chan ci permette anche di comprendere la vita di un’ adolescente giapponese degli anni ’70 in tutte le sue sfaccettature, non ultimo l’amore. Questo sentimento nell’anime, pur non essendo il tema principale, come lo potrebbe essere in Shojo anime, si scopre esserne, anche se in ombra, una parte fondamentale.

Diviene un sentimento che neanche la magia riesce a controllare e, forse, è proprio questa la ragione che spinge la regina a inviare le due prescelte sulla terra, affinché comprendano questo sentimento che sembra essere assente nel regno magico. Ma ciò si evince solo a una visione più attenta di Majokko Megu-chan, mentre il messaggio più chiaro è quella di proporre un modello comportamentale corretto e altruista, che insegna a raggiungere i propri obiettivi impegnandosi costantemente, senza utilizzare scorciatoie. Un messaggio obsoleto per i giorni nostri dove, per raggiungere gli obiettivi, sono ben altri i percorsi da seguire.

Majokko Megu-chan è stato fonte d’ispirazione per molti autori degli anni ’90 e del nuovo millennio, fra questi ricordiamo Naoko Takeuchi - Sailor Moon - , Tomita Sukehiro e Nao Yazawa - Wedding peach Moyoco Anno - Sugar sugar rune – solo per nominare i più famosi.

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Majokko Megu-chan ha mostrato, prima di tutto, le elevatissime possibilità che avevano e hanno tutt’ora i Majokko, non più come prodotto per un pubblico infantile, ma come veicolo, atto anche a trasmettere messaggi di alto contenuto etico/morale, lezione appresa perfettamente dalle Clamp nel loro Majokko Card Captor Sakura, che utilizzano per indirizzare l’attenzione del pubblico giapponese su problemi come l’Xenofobia e l’omofobia. Un altro primato di Majokko Megu-chan, sicuramente meno elevato, ma pur sempre un primato, è di essere il primo Fan service della storia degli anime. Megu si vede spesso in intimo, immersa nel bagno pieno di schiuma, svestita dal fratellino Rapi o da Choo-san, ma mai la si vede nuda o in topless, e ciò diverrà legge del Fan service, ovvero mostrare senza far vedere. A dare maggior forza a questa tesi è anche il testo della sigla giapponese, dalla quale riportiamo qualche strofa : Futatsu no mune no fukurami wa/Nandemo dekiru shouko na no ... Shinji no namida wo ukabetara/Otoko no ko nante ichikoro

yo! " “I miei seni sono la prova che posso fare qualsiasi cosa... Le mie lacrime fanno mettere i ragazzi in ginocchio!". L’unico rimpianto che rimane e il non poter vedere in Italia, se non sottotitolate, le famose sette puntate censurate, che avrebbero dato maggior risalto e spessore a questa bellissima serie.

by Kaneda Miru


Cosplay Penso che un pò tutti conosciate il termine cosplayer - costume e play - e molti di voi avranno realizzato nel corso degli anni degli splendidi costumi ispirati ai loro personaggi preferiti. Però non tutti sapranno quando e come nasce questo termine ormai di uso comune. Nel 1983 il primo cosplayer compare in una televisione giapponese, nessuno fino a quell’anno era stato intervistato o era comparso in tv. La ragazza si era travestita da Lum – Lamù- protagonista del mitico anime Urusei Yatsura. Questo è per gli storici del genere il momento del riconoscimento culturale – in Giappone- del fenomeno Cosplay. Per la nascita del termine però bisognerà aspettare il 1984, quando il giornalista Nobuyuki Takahashi durante una sua visita al Science Fiction Worldcon di Los Angeles di quell’anno, rimase impressionato nel vedere moltissime persone travestite come i personaggi Star Wars e Star Trek. Quando cominciò a scrivere l’articolo sull’evento si rese conto che la parola “masquerade”, utilizzata a

quel tempo in USA per definire il travestirsi, non avrebbe funzionato per il pubblico giapponese. Iniziò così a provare molti termini quali Costume Acting, Costume Play, ma si rese conto che tutti i termini che trovava erano troppo lunghi e a lui serviva una parola che descrivesse l’azione e fosse chiare sia per un giapponese che per un americano. Voleva trovare un termine che unisse sia la cultura giapponese del travestirsi con quella USA. Così dalla sincrasi delle parole inglesi Costume e Play che in Giappone sono kosu e pure, nacque così Kosupure - Cosplay. Ricordiamo a tutti che in Giappone i Cosplayer non godono di grande libertà come in Europa o in USA, infatti è loro permesso di vestirsi come i loro idoli solo in luoghi ben precisi come ad Harajuku, quartiere di Tokyo ogni domenica o nelle fiere. Incredibile ma vero fuori da questi luoghi sono mal visti e nessun locale di ristorazione comune servirebbe un cosplayer. by kaneda Miru




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