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Anna Casti portfolio di laurea 2010 | 2014 Università IUAV di Venezia Scienze dell’architettura

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Sono cresciuta in campagna. Ritmi lenti, orizzonti vasti, città assenti. Nel silenzio. La città era lontana. Quando ne attraversavo una per me era: folla, case ‘ristrette’, finestre accese attraverso cui spiare. Al liceo ho deciso di esplorare e di vivere la mia prima città: Padova. Attraverso portici, case, scuola, piazze, corti, parchi, autobus, manifestazioni ho scoperto meccanismi per me fino ad allora distanti. Finito il liceo vovevo scoprire la città che sognavo da sempre: Venezia, a me vicina ma così lontana. La città sull’acqua. Città mosaico del mondo. E di Venezia mi sono follemente innamorata. Me ne sono innamorata dall’interno, da una corte con un pozzo scoperto, dal ciglio di un’altana, dal poggiolo di un quarto piano, da piccoli appartamenti, dall’acqua alta, dalla nebbia, dalla continua scoperta e riscoperta. Venezia mi ha connesso al mondo e mi ha insegnato a viaggiare. Dalle dinamiche culturali di Venezia ho deciso di trasferirmi alle dinamiche di Parigi. La metropoli. A Parigi ho potuto vivere le dinamiche di una città internazionale a 360 gradi. Dalla finestra sull’orizzonte largo alla finestra sulla metropolitana, i verdi Boulevard, l’ascensore, i vicini, gli eventi, le dinamiche internazionali.

Dalla campagna alla metropoli: Questo è stato il mio confronto con l’architettura il percorso attraverso dinamiche sociali e spaziali che con un po’ di innocenza ho riscoperto con i miei occhi. Ho ancora molto da esplorare.



Anna Casti contatti +39 3396599118 anna.casti1011@gmail.com

educazione 2006-2011

2011-2014

2013-2014

Ippolito Nievo Liceo Scientifico

IUAV Istituto Universitario di Architettura di Venezia

ENSAPLV Ecole Nationale Supérieure d’Architecture de Paris La Villette

maturità scientifica

Triennale | Scienze dell’Architettura

LLP Erasmus 10 mesi

Padova

Venezia

Parigi

esperienze luglio 2012

luglio 2013

luglio 2014

WAVE

WAVE

WAVE

proff.

proff.

prof.

Gonzalo Verdugo Jorge Hoehmann

Pierre Swanepoel Sean Mahoney

Alejandro Echeverri Restrepo

Venezia | Cile

Venezia | Sud Africa

Venezia | Colombia

febbraio 2014

aprile 2014

agosto 2012

Workshop di architettura: Energie alternative

Workshop di architettura: La fabbrica del sud

Workshop di arte e fotografia: Acqua: Reflection

prof.

prof.

Antonella Tufano

Virginia Laguia

Parigi

Santiago de Cuba

Ungheria

maggio 2013

agosto 2013

maggio 2014

Viaggio di architettura: The Power of Architecture

Tirocinio: Lab. di Fotogrammetria

Festival di architettura Bellastock: Waterword

prof.

prof.

Maria Bonaiti

Francesco Guerra

La città flottante

Austria | Svizzera | Francia

Grumento | Venezia

Parigi

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00

INDICE

01

Santiago es Santiago

02

sostenibilita'

Laboratorio di progettazione urbana prof. Cristian Pedelahore e Virginia Laguia

p.11

p.23

Laboratorio di progettazione prof. Benno Albrecht

03

il terzo paesaggio

04

eco-vivere

05

contrasto

06

can people actract people?

07

dissolvenza

08

ARCHEologia ARCHItettura

09

rilievo

10

ex-primere

Istituzioni di urbanistica prof. Ruben Baiocco

Workshop Paris La Villette prof. Antonella Tufano

WAVE 2012 proff.Gonzalo Verdugo e Jorge Hoehmann (CL)

WAVE 2013 proff. Pierre Swanepoel e Sean Mahoney (ZA)

WAVE 2014 prof. Alejandro Echeverri Restrepo (CO)

p.37

p.49

p.59

p.69

p.79

p.89

Laboratorio di Fotogrammetria IUAV prof. Francesco Guerra

Rilievo e Rappresentazione dell’architettura prof. Fiorenzo Bertan

Laboratorio di fotografia prof. Hervé Jézéquel

p.97

p.105



01

Santiago es Santiago


01

Santiago es Santiago

Il progettuale ‘la fabbrica del sud’ tenutosi a Parigi parte dall’ipotesi che tutti gli studenti si debbano formare anche su altre realtà, elargite per la loro capacità di analisi, i loro mezzi e una media di operazioni al fine di rispondere in maniera contestuale e pertinente alle necessità spaziali del ventunesimo secolo. In questo caso l’Atelier di lavoro si è confrontato con la progettazione a Cuba, Paese con un contesto sociale, politico e climatico estremamente diverso e stimolante. Costruire nel costruito, tessere la città; trasporre, incorporare, ibridare tipologie e logiche morfologie, densificare, diversificare, verticalizzare ed estendere. Ma anche ripensare, ri-dinamizzare e inserire. Costituire e ricostituire le soglie, le transizioni, le logiche, le strutture e la complessità dell’urbanità brulicante di quotidiano. Il lavoro di progettazione, concentrazione e produzione di sperimentazione e di raffinamento progressivo di saperi e di un sapere spaziale, porta alla riconfigurazione di una parte di isolato lungo l’Avenida Garzon a Santiago de Cuba associata alla conservazione e alla sostituzione chirurgica per soddisfare il programma della produzione urbana unendo alloggi, struttura locale, attività e servizi locali in un’unica strategia.


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Avenida Garzon


vista sull’Avenida Garzon

vista di una quarteria in un lotto sull’Avenida Garzon

vista di Santiago de Cuba da una terrazza

il traffico sostenuto, la mancanza di attraversamenti pedonali, le montagne di fondo che circondano Santiago.

Questo lotto rispecchia il problema di sovraffolamento e di situazioni precarie di alcune abitazioni lungo l’Avenida, nel lotto raffigurato vivevano sei famiglie in strutture precarie.

Santiago de Cuba, circondata da montagne, si sviluppa lungo le coste dell’omonima baia.

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SEZIONE AA

ROOF GARDEN

VIVERE IL TETTO

ROOF GARDEN

MAISON À PATIO

01

PAS

MARCHÉ

cuba

Come far fronte al processo di densificazione che coinvolge Santiago de Cuba? Come relazionarsi con l’esistente? Quale relazione deve esserci con il rischio di terremoti e di uragani a cui è soggetta Santiago? La relazione con un territorio ed un contesto politico e sociale completamente differente dal nostro ci ha portato ad orientare il nostro sapere architettonico nella formazione sulle questioni metropolitane, piuttosto che sulle nuove domande di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo. Queste portano essenzialmente a tre tipi di interventi: -concezione di spazi pubblici e di servizi urbani di qualità -la riabilitazione e l’integrazione urbana -lo sviluppo e la ristrutturazione di aree peri-urbane. Il progettuale affronta il ripensamento dell’Avenida Garzon: la strada principale di connessione del centro storico con la periferia. Il programma di progettazione urba-

PROSPETTO

AA

CENTRO COMMERCIALE

VIVERE IL TETTO

MERCATO


CONVERTIRE L’USO DEL TETTO

SAGGIATA VERDE GIARDINO COMUNE

ESISTENTE 0m

LE TORRI

IL MERCATO REFERENZE

M AT E R I A L I

TYIN tegnestue Architects Klong Toey Community Lantern

Au pied des tours, une fois par jour se tient le marché. Mon projet est une continuation de ce marché à travers des lieux de commerce et ateliers de l’artisanat. Ai piedi delle torri, una volta al giorno si tiene il mercato. Il mio progetto è una continuazione del mercato attraverso botteghe di artigiani.

10m

15m

20m

GIARDINI COMUNI

render

inferiate legno foglie di palma MATERIALI LOW COST MATERIALI LOCALI ASSEMBLAGGIO SEMPLICE MATERIALI ADATTABILI

GALLERIE D’ARTE STRADA PEDONALE

5m

MUSEO DEL CARNEVALE

cancelli di foglie di palma mobili adattabili siepi rinfrescano l‘aria passa la luce alberi in comune ombra fresco barriera visiva tra case

25m



na richiede una strategia di conservazione e di regolamentazione di questo processo. Il team di progetto formato da venticinque studenti si è suddivisa il tessuto urbano circostante l’ Avenida Garzon. L’analisi e lo studio dell’area hanno portato alla formulazione delle prime strategie di sviluppo dell’abitato. L’Avenida è delimitata da Plaza de Marte e da Parque Ferreiro due piazze strategiche che conducono l’una verso il centro storico e l’altra verso la periferia. In questi due poli si concentrano le infrastrutture pubbliche quali l’Ospedale, l’Università, un Centro Commerciale e molti altri. Mentre lungo i fianchi dell’Avenida c’è una forte presenza di piccole strutture commerciali ed di abitazioni private. A seguito dell’ultimo uragano, Sandy, che ha colpito la città, molti di questi edifici hanno subito dei danni strutturali e molti di questi si trovano in situazioni precarie. Per questa ragione è stato fondamentale il lavoro di catalogazione e di stima di danni che è stato svolto durante il sopralluogo a Santiago de Cuba che ha interessato un gruppo di nove studenti. L’ Atelier, che si è tenuto

nell’area di progetto, si è occupato di rilevare lo stato di fatto dell’area e di formulare delle ipotesi progettuali di recupero e di riassetto urbano all’Università locale. Durante un workshop di due settimane gruppi costituiti da studenti francesi e cubani hanno lavorato insieme per sviluppare le strategie iniziali. I risultati sono stati quindi presentati alle amministrazioni locali e sviluppati durante il corso di progettazione urbanistica all’Università ENSA di Paris la Villette. Il mio progetto si propone di integrare l’esistente con un nuovo riassetto urbano e spaziale. Le tre parcelle di cui mi sono occupata costituiscono un punto di cerniera tra l’inizio dell’Avenida Garzon, dove si concentrano i servizi e spazi commerciali, e il quartiere residenziale. L’area di progetto si affaccia sulla piazza che accoglie l’ingresso a quattro alte torri: simbolo dello sviluppo e del progresso della città. Le quattro torri sono un simbolo e un luogo di incontro importante per la città, ai loro piedi si svolge il caratteristico carnevale, grande evento per la comunità locale.

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La grande piazza verde ai piedi delle torri è un luogo pubblico usufruibile da tutta l’Avenida. All’interno delle mie parcelle ho voluto riprendere il tema del ‘patio’ interpretandolo a varie scale. Ho così creato un primo ‘patio’ nell’area circostante il Laboratorio di chimica, che in corso di ristrutturazione, non necessita grandi spazi esterni. L’isolato Ovest dove le case sono molto addensate e con pochi spazi aperti è stato ricavato un percorso verde che conduce alla scoperta dei saperi artigianali. Nel’isolato est è stato dedicato ad un percorso nell’arte, con la creazione di Atelier d’artisti, un Museo del Carnevale e sale espositive. La filosofia del progetto è stata quella di creare un patio pubblico all’interno dell’isolato che crea un polmone verde. La superficie degli edifici demoliti è stata recuperata aumentando l’altezza dei fabbricati che si sviluppano attorno al patio. I commerci sono concentrati alla base degli edifici mentre le residenze sono poste ai primi piani.


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02

sostenibilita'


02

sostenibilita' L’idea di intervento nasce da un’analisi dei principi insediativi che caratterizzano il centro storico e l’area suburbana di Pitigliano. Abbiamo deciso di creare un ambiente che, mediante il confronto con l’esistente, fosse capace di mettere in evidenza la bellezza del centro storico.

Per riuscire ad esprimere compiutamente la nostra IDEA DI CONFRONTO abbiamo scelto la zona settentrionale di Pitigliano, la quale presenta un contatto visivo diretto con il centro storico e ne ripropone caratteristiche orografiche e morfologiche. Il progetto include degli alloggi e una struttura di valorizzazione e studio dei siti archeologici etruschi che sono presenti nella zona di Pitigliano.


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Toscana

Pitigliano. Grosseto


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02 sostenibilita'

L’area d’intervento si trova a Pitigliano, un borgo medievale toscano. La posizione scelta per il progetto è a nord della città, sulla sommità di un colle tufaceo: nella zona, esposta a Sud Ovest, non è presente la vegetazione che caratterizza gran parte del colle e non ha risentito dello sviluppo suburbano avvenuto nel secolo scorso. L’intento del progetto è di intervenire in modo sostenibile in quest’area, proponendo come modello di riferimento il centro storico stesso e i principi insediativi che lo denotano. La città di Pitigliano sorge su un territorio caratterizzato da forti cambi di quota. Ciò ha portato allo sviluppo di un sistema di costruzione su diversi livelli, che permette di avere una migliore esposizione degli edifici all’irraggiamento e l’adattamento al naturale dislivello del luogo. Nell’area di progetto si riscontrano

morfologia xy Entrambi i colli, del centro storico e dell’area di progetto, sono disegnati da due fiumi.

densità Il progetto concorde con la densità del centro storico sarà compatto

orografia L’area scelta è su di un colle come l’orografia del centro storico.

dispersione urbana Gli interventi suburbani dell’area scelta, deframmentati, si contrappongono con la compattezza del centro storico.

punti di accesso L’accesso principale sarà a NordEst, ponendo il progetto come zona di ingresso della città



le stesse caratteristiche morfologiche del centro storico, per questa ragione il nostro progetto prevede un sistema di alloggi che si sviluppa su diversi livelli collegati tra loro mediante un sistema di scale. A caratterizzare il progetto ci sono delle vasche verdi che mediano il passaggio tra la natura circostante e l’area residenziale. Offrendo, contemporaneamente, degli scorci panoramici del centro storico e la vallata circostante. Il progetto comprende otto alloggi, di cui due di una superficie di 45 mq, quattro da 80 mq e due da 95 mq e un un’area commerciale di 100 mq. Il sistema di alloggi si sviluppa seguendo la conformazione naturale del terreno con una disposizione a raggiera, di setti

di

tufo,

che

aprono

sulla

vallata.

La scelta del tufo è dettata dalla volontà di utilizzare i materiali locali e di riprendere le tecniche costruttive tradizionali. Gli alloggi si aprono all’esterno mediante ampie vetrate, per favorire una migliore illuminazione naturale interna. Il go

progetto per

comprende la

anche

degustazione

di

un

luo-

prodot-

ti tipici il cui principio insediativo è il medesimo degli alloggi: il visitatore è accompagnato attraverso un percorso panoramico definito da muri in tufo che fungono anche da sedute.


31


A.


B

A

LIVELLI | TUFO | RAGGIERA

vista vvist vi ist is sst a as aassonometrica s sono so son ono no n o metr met m etr ttrr ic ica ca C ca

8 ALLOGGI ED AREA COMMERCIALE C0N PANORAMA SULLA PITIGLIANO ANTICA


B.


B

A

LIVELLI | TUFO | RAGGIERA

vista vis vist s a assono as aassonometrica so metr son sono etr t ica c C ca

8 ALLOGGI ED AREA COMMERCIALE C0N PANORAMA SULLA PITIGLIANO ANTICA



03

il terzo paesaggio


03

il terzo paesaggio

La stazione di Porto Marghera si presenta come un sistema di connessione che unisce via Torino, che ospiterà la nuova sede dell’Università Ca’ Foscari, e il polo tecnologico e di ricerca Vega. Visto lo sviluppo di questi poli, in fase di ultimazione (Università Ca’ Foscari), si rendono necessari nuovi collegamenti visto il maggiore afflusso di persone previsto. Noi abbiamo affrontato questo problema con nell’ottica di creare delle connessioni ad impatto 0 per questo abbiamo progettato una via ciclabile di connessione tra: la ciclabile (‘station to station’), in progetto, che collegherà la stazione di Mestre a quella di Porto Marghera e, il percorso ciclopedonale sul Ponte della Libertà. Abbiamo concepito la stazione come luogo dove, attraverso dispositivi scambiatori, sia possibile cambiare mezzo di trasporto in modo semplice e sicuro. I fruitori di questo spazi sono diversi: dai pendolari residenti a Mestre e a Marghera, ai turisti che vogliano raggiungere Venezia a piedi o in bici, che lo potranno fare attraverso un percorso ciclopedonale continuo e in totale sicurezza. Uno dei nostri obiettivi primari è l’incentivo dei mezzi di trasporto a impatto zero.


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forte marghera


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03

il terzo paesaggio La nostra area di progetto è delimitata tra la linea ferroviaria e la laguna, e questo ne ha comportano il suo totale isolamento. Questo carattere ha portato allo sviluppo di flora spontanea. La biodiversità che si è andata a formare è un aspetto estremamente interessante, essa si presenta come uno spazio tagliato e rubato allo sviluppo urbano; questo non è stato però un fattore negativo, una limitazione, anzi, ne ha esaltato i caratteri piu nascosti. Con approccio indagatore e non meramente critico ci siamo interrogati sull’interpretazione di queste peculiarità. Analizzando le varie possibilità di approccio al luogo, abbiamo deciso di esaltarne l’aspetto auto generativo e caotico, inserendoci in esso mediante delle linee guida, che vogliono incorniciare la biodiversità. Ci sono pochi elementi statici come sentieri o alberi e una maggioranza di spazi non organizzati, che possono cambiare nel tempo.


STAZIONE

p zione di un nuovo ingresso a Venezia ^O Vv_]Y NS WOddS NS ^\ö]ZY\^Y ö SWZ Essendo il treno un mezzo attualmente ]^\_^^_\O öNö^^O öN öMMYQVSO\O SV MSMVS]^ö O VO öLLSöWY MYXMOZS^Y ]ZödS ö_^YXYWS O


‘Lungo alcune strade si incontrano giardini involontari. Li ha creati la natura. Non danno l’impressione di essere selvatici e tuttavia lo sono. Un indizio, un fiore particolare, un colore vivo, li distingue dal paesaggio circostante. Guardando questi giardini di traverso, come i cani guardano le mosche, avvertiamo uno SFASAMENTO. (...) La natura utilizza tutti i vettori in grado di stabilire un tramite. (...) Un suolo abbandonato è un terreno ideale per le piante VAGABONDE. Una pagina nuova per tracciare un disegno senza modello. L’invenzione è possibile, l’esotismo probabile.’ Lo spazio da cui lo spettatore esce diventa una successione di quadri e scene poiché la velocità lo pone in punti prospettici che mutano continuamente. Il viaggio in treno offre l’opportunità di un’ esplorazione estesa dello spazio. Lo sguardo dal treno restituisce un’immagine analoga ad un lungo taglio lon-

gitudinale nel territorio e nella città, consentendo di svelare ambiti d’intervento ‘trasversali’ e strategie progettuali. La ferrovia rappresenta infatti un ambiente lineare con caratteristiche omogenee per migliaia di chilometri, un corridoio ecologico sfruttato da certe piante per colonizzare l’Europa. Analogamente alla flora spontanea presente nelle città (flora urbana) quella ferroviaria è composta da un ‘pot-pourri’ di piante dalle più disparate origini e storie di vita. Come i viaggiatori che si incontrano sui marciapiedi delle stazioni, anche le piante che crescono tra i binari provengono da ogni angolo del pianeta, e se ci fermiamo ad ascoltarle scopriamo innumerevoli storie diverse.


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Il progetto prevede la realizzazione di un percorso ciclopedonale che collega due progetti di ciclabili attualmente disconnessi. Il percorso si trova a sud della linea ferroviaria, nell’area industriale di Marghera, e si propone di indirizzare il ciclista lungo un percorso che possa garantire la sua sicurezza, vista la pericolosità della strada su cui è situato. Il nostro scopo è la creazione di un nuovo ingresso a Venezia, mediante l’uso di mezzi di trasporto a impatto zero. Essendo il treno un mezzo attualmente esente da strutture adatte ad accogliere il ciclista e le biciclette, abbiamo concepito spazi autonomi e funzionali.


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04

eco-vievere


04 eco-vivere

Il progetto Ile Seguin - Rive de Seine comprende una superficie totale di 74 ettari; Tra il 1929 e il 1992 il sito accoglieva le antiche sedi della fabbrica Renault a Boulogne Bilancourt. Dopo il 1990, dopo la decisione di chiudere la fabbrica, il sito ha subito un processo di bonifica dall’amianto. Il terreno di Ile Seguin e di Rives de Seine, rappresenta il 10% della superficie del comune di Boulogne-Billancourt. L’eco quartiere si situa a sud, delimitato dalla Senna in prossimità dell’isola di Seguin. Questo quartiere è costituito da dei macro isolati che compongono la zona del trapezio. Nel progetto iniziale c’era la volontà di creare una parte di città, con i servizi di un luogo strategico, che si inscrive nello spirito di un <riciclaggio urbano>. L’Università ENSA Paris la Villette ha proposto un workshop di studio delle dinamiche si sono create in un eco-quartiere già costituito. Il nostro principale contributo è stato dato dall’analisi del quartiere dalle interviste degli abitanti, al rilievo dei principali problemi di gestione e comunicazione e dal potenziamento di tutti i fattori che non erano ancora stati presi in considerazione. Progettare all’interno di una dinamica già ben strutturata è stato utile per comprendere concretamente le potenzialità, i difetti e le inefficienze di un eco-quartiere.


51


Parigi

Quartiere di Boulogne-Billancourt


?

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PROPOSTE Abbiamo notato che, nonostante ci si trovi in un quartiere eco-sostenibile non vengono differenziati i rifiuti. E’ necessario introdurre la pratica della raccolta differenziata.

04

raccolta differenziata

eco-vivere Lo sviluppo dei trasporti in comu-

ne, le limitazioni e una selezione

dei flussi di circolazione dell’automobile, la generosità degli spazi verdi, e i numerosi servizi riservati alla mobilità lenta sono gli obbiettivi di questo eco-quartiere. Per ciò che concerne il nostro isolato, i progettisti hanno deciso di realizzare architetture differenti e in dialogo tra loro per creare un quartiere interattivo e vivo: per esempio è stato inserito un sistema di riciclo delle

Proponiamo l’installazione di pannelli fotovoltaici nelle zone rivolte a sud che permetteranno di alimentare il mobilio urbano come per esempio i parchimetri, le autolib, le velib, o fornire servizi per ricaricare i telefoni o i computer.

energia solare Sarebbe interessante sfruttare la presenza di forti correnti ventose provenienti dalla Senna. Proponiamo l’utilizzo di questa energia per alimentare dispositivi urbani quali: i parchimetri, le autolib, le velib, o fornire servizi per ricaricare i telefoni o i computer.

energia eolica

acque piovane, un buon isolamento degli edifici dal punto di vista termico e un sistema geotermico. Gli elementi che pensiamo di poter potenziare nel sito sono l’apertura verso gli isolati circostanti, l’incremento della mobilità condivisa come velib e autolib, un maggiore sfruttamento

Abbiamo osservato grandi difficoltà negli spostamenti nell’eco-quartiere. Sarebbe utile lìintroduzione di linee di bus, di autolib e di velib.

delle energie rin-

novabili come l’eolico e il solare.

trasporti in comune


Vetro Carta Plastica Alluminio, metallo Umido


Una carenza che abbiamo riscontrato è stata la mancata comunicazione dei fini e dei mezzi con cui l’eco-quartiere si realizza. Essendo un progetto che mira alla partecipazione e alla cooperazione tra elementi naturali, architetture e abitanti sorprende come la sensibilizzazione degli abitanti è carente per non dire assente. Un’altro punto carente l’abbiamo identificato nella manutenzione delle strutture, ad esempio abbiamo rilevato che le vasche di riciclo delle acque piovane erano praticamente inutilizzabili a causa della presenza di foglie e spazzatura. Abbiamo quindi stilato delle proposte di potenziamento di questo quartiere che aveva alle sue basi delle idee di progetto valide ma con delle carenze nella loro attuazione.


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05 contrasto


05 contrasto

L’oggetto del corso è stata la creazione di un parco produttivo culturale nella zona nord dell’isola di Murano, nella Sacca San Mattia . Si tratta di un’area di 31 ettari che attualmente non ha un uso specifico ed è utilizzata come discarica di materiali edilizi o degli scarti della lavorazione del vetro. Il progetto di un parco in un contesto così caratteristico prende in considerazione la Laguna intesa come sistema urbano recuperando un paesaggio capace di combinare interessi globali e necessità locali in una nuova ambientazione, lontana dall’immagine di Venezia come luogo di turismo di massa. Il lavoro fatto ha dovuto tenere in considerazione le peculiarità di progettare su un’area così estesa, apparentemente senza elementi caratterizzanti ma con potenzialità varie e differenziate.


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Murano

Sacca di San Mattia


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05 contrasto “Contrasto ”, inteso come la marcata differenza di percezione prospettica e spaziale che esiste tra le calli compresse e sinuose di Murano e Venezia e la grande spianata della Sacca che libera un’ampia panoramica verso la Laguna e l’orizzonte lontano della terra ferma. Partendo dall’idea che “contrasto ” indica un punto di riferimento per tutte le strategie e operazioni progettuali future, gli studenti, organizzati per gruppi, hanno pianificato un Masterplan e lo hanno sviluppato in vari progetti di dettaglio e interventi che nell’insieme rispondevano alle premesse.




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06

can people actract pe


06

can people actract people?

Il lavoro di progettazione intensivo, in sole tre settimane, di un’ area vasta Porto Marghera ha portato in un unico grande gruppo. Io ed il mio gruppo ci siamo occupati dell’aspetto comunicativo ed espressivo del progetto. Abbiamo tenuto un diario giornaliero degli sviluppi, abbiamo prodotto dei corto metraggi per ogni giorno di lavoro ed infine ci siamo occupati dell’allestimento dell’esposizione finale, raccogliendo, organizzando tutti i lavori in un plastico generale, in un video. Il mio gruppo era incaricato della promozione del progetto. Per questa ragione abbiamo organizzato un evento ‘Aperitif en Blanc’ nella nostra area di progetto, a Porto Marghera che si proponeva di riportare la vita su un territorio abbandonato. In occasione di questa serata abbiamo invitato tutti gli studenti e i professori dello IUAV, le amministrazioni locali e gli abitanti di Marghera.

Circa duecento persone, vestite di bianco, si sono ritrovate a Porto Marghera, una sera d’estate, con la voglia di riportare un po’ di vita tra monumenti industriali abbandonati. Il bianco come simbolo di vita, ciascuno con il proprio pic-nic e verso sera delle candele e delle stelline hanno illuminato di luce nuova questo spazio estremamente artificiale ma così vuoto la notte. Tra le grandi industrie un piccolo complesso di case popolari era di fronte a noi, durante la serata, attirati dalla musica, sono usciti alcuni abitanti tra cui madri di famiglia, bambini che si sono uniti a noi. La domanda che ci ponevamo durante l’organizzazione dell’evento era: ‘Can people attract people?’ Yes. Apéritif en Blanc.


Sono arrivati al tramonto, all’ora dell’aperitivo, tutti vestiti di bianco. Nell’insolita cornice di Porto Marghera, spritz alla mano, erano quasi 200 alla fine della serata i ragazzi dello IUAV che hanno organizzato il loro primo –Aperitif en Blanc-. Una particolare iniziativa, un flashmob per attirare l’attenzione dei cittadini e far riflettere sugli spazi urbani inutilizzati. L’obbiettivo: quello di mostrare come anche una banchina industriale possa essere vista con nuove prospettive e diventare spazio fruibile da tutti. L’iniziativa si inserisce all’interno di un workshop che gli studenti dei primi tre anni dell’università di architettura di Venezia, insieme ai loro docenti, orga-

nizzano ogni estate. Quest’anno il tema, filo conduttore di laboratori e iniziative, è Porto Marghera. Venerdì sera proprio uno dei sei gruppi di lavoro della facoltà, coordinato da uno studio di architettura e design di Johannesburg, ha animato l’evento:-Il nostro-ha spiegato Sean Mahoney, uno degli architetti sudafricani e promotore dell’iniziativa-vuole essere un modo per sensibilizzare e per offrire possibili scenari urbani alternativi, dove la riqualificazione non significhi l’-atterraggiodi un edificio indifferente al contesto, come sarebbe stata la torre Cardin, ma piuttosto il contrario: è la valorizzazione del contesto e delle sue peculiarità a rappresentare la chiave di un processo di rigenerazione. Basti pensare tra i tanti esempi che potrei citare, all’intervento che abbiamo fatto sulla

zona portuale di Cape Town, dove proprio un’area industriale dismessa è diventata un grande centro pubblico e di vita sociale-. Ragazzi entusiasti e determitati a portare avanti la loro idea di una città arricchita da nuovi spazi pubblici di aggregazione, confronto e dibattito. E tutto questo, possibilmente a partire dalle dismesse aree industriali. –La vittoria di questa iniziativa – spiega Damiana, studentessa IUAV presente all’incontro- è stata vedere i bambini che vivono in quest’area avvicinarsi, giocare con il pallone in strada come hanno fatto gli studenti e, arrivato il buio accendere con tutti noi delle – stelline- e delle lanterne: un gesto simbolico, per guardare con una luce diversa il futuro di Porto Marghera-.

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Can a workshop be a social

experiment

porto marghera

?


Can we have a

green Marghera?

What is the

Can we build in

typical enviroment of

3 weeks

the

design in

lagoon?

3 weeks?

what we can

Can we have a

high quality container city?

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06 Studio MAS


How many cultures are in Marghera? 680 People from Bangladesh 160 116 322

People from Cina People from Macedonia 322 People from Moldavia People from Romania 419 744 People from Romania

How many foreigners live in Marghera? 12538 Foreign residents in Marghera Foreign residents in Venice

1694

How many people live in Marghera? 28645

People living in Marghera 59000 People living in Venice

How many people live per km2? 816

People/km2 in Marghera 8571 People/km2 in Venice

How many permanents and transitions? 59000

Permanents in Marghera

83000 Transitions each day in Marghera How many different areas in Marghera? 9% 12% 7% 32% 40%

Industrial canals in Marghera Urban areas in Marghera Rural areas in Marghera Industrial areas in Marghera Lagoon areas in Marghera

Can we build in 3 weeks what we can design in 3 weeks? Can we have a high quality container city? Can we bring back life to porto Marghera?


In 3 weeks we’ve designed new publics spaces, in 3 weeks they come and built (an)other Venice, amongst the Porto Marhgera Industrial Fabrics a place will rise where people will meet and exchange ideas and goods. A place to be experienced a reflection

of life, to reflect in life.


Can we bring back life to Porto Marghera? Can people actract people?

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07

dissolvenza


07 dissolvenza

Per cento anni l’attività dell’uomo nel territorio di Porto Marghera ha cercato di sottomettere il paesaggio per modellarlo alle proprie esigenze, in questo caso per colonizzarlo e abilitarlo a funzioni industriali: definire e rendere visibili i confini, consolidare e stabilizzare il terreno, costruire un paesaggio solido di infrastrutture di cemento, reti ed edifici industriali. L’obiettivo, nel corso di questi cento anni, è stato quello di adibire questo territorio per la costruzione di enclaves industriali autonome, con confini fissi e definiti, l’ecosistema è stato trasformato e contaminato; in questo luogo la memoria del paesaggio originario, dai confini diffusi e permeabili, non esiste più. Abbiamo dissolto la geometria dei confini rigidi fino a riportare il paesaggio lagunare all’interno dell’area di Marghera.


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porto marghera


83


Terra e acqua sono distanti. Linea retta. Linee rette spezzano l’orizzonte. Definiscono e se-

07

parano la concretezza della terra dal fluido dell’acqua. Materia immobile s’impone sulla temporalità. Sprezzante cemento domina dall’alto la mutevole instancabile marea.

Terra e acqua si raggiungono ma non si contaminano. Linea spezzata. La linea continua s’interrompe, si frammenta nel mare. La retta si spezzetta in scale. Un accesso sicuro alle chiatte galleggianti. Lacqua rimane distante. La riva rimane asciutta.

Terra e acqua si accarezzano. Linea smarrita. Il tempo muta ciò che si considerava imutabile. Il cemento frana e si sgretola nell’acqua. Il piano s’inclina e si bagna. Il confine si sfuma.

Labile confine tra terra e acqua. Geometria assente. Sfumature di confini. L’uomo cerca di isolare la terra nella laguna attraverso pali di legno. Il recinto risulta troppo labile per rinchiudere acqua e terra, che ciclicamente si rimescolano.

L’acqua e la terra si svelano reciprocamente. Geometria assente. Mutevole disegno della nautra. Bordo in continuo divenire. Tessitura della curva nel paesaggio che cambia. Non c’è artificialità, i rami d’acqua sembrano espandersi senza meta.

L’acqua e la terra e l’aria si fondono in un paesaggio infinito. Sintesi degli elementi. L’acqua si fa vapore, il limite si smaterializza, il confine tra gli elementi diviene il imitato.



Dissolvere Porto Marghera? Anni di inquinamento chimico del suolo e dell’acqua, la violenza apportata dall’uomo in un territorio lagunare fragile e delicato. Il nostro progetto si inserisce in una temporalità continua, lenta e sottile. Riporta l’acqua, le isole e l’eco-sistema lagunare nella superficie sigillata da dinamiche industriali. Possiamo tracciare un sistema, una prima crepa, un tempo lento poi si andrà a sincronizzare con una metamorfosi sottile. Il recupero di principali edificati per una riabilitazione funzionale ad ricordo e una riconversione dell’intera area. Attraverso un disegno sottile disegnare e tracciare con l’acqua attraverso materiali impermeabili ma che la temporalità può sgretolare e riportare ad un equilibrio naturale. Il paesaggio aereo industriale si ripropone in isole, vegetazione, come la parte sud lagunare ricorda. Il cemento diventa permeabile e lascia entrare l’acqua in percorsi di depurazione.


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ARCHEologia ARCHItettura


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ARCHEologia ARCHItettura

La mia esperienza lavorativa si colloca all’interno dell’offerta formativa dello IUAV. Ho partecipato ad una Summer School in collaborazione con l’Università degli studi di Verona che si è tenuta a Grumento (PO). Esperienza che si colloca all’interno di un progetto di ricerca “Sistemi di rilievo e modellazione tridimensionali per l’architettura e l’archeologia. Integrazione di tecniche laser scanning e fotogrammetriche per la realizzazione di modelli 3D multiscala mappati”, si colloca all’interno di quelle attività sperimentali che hanno lo scopo principale di definire dei protocolli e delle specifiche di rilievo e di modellazione, sperimentando i più recenti strumenti nel campo della documentazione della forma e del colore e studiando delle forme di rappresentazione alternative o complementari a quelle tradizionali.


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Grumentum


La complessità e la ricchezza dei siti archeologici pone la necessità di rilevare la posizione dei manufatti all’interno di un’area urbana, di rilevare ogni singolo edificio (rilievo dei manufatti architettonici emergenti) e di rilevare anche ogni frammento che viene ritrovato (rilievo dei particolari). Il rilievo diventa dunque non solo studio della città e delle architetture ma anche un “contenitore” multiscala per la catalogazione delle emergenze, in un suo uso strumentale alle discipline archeologiche.

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08 grumento

Per predisporre un apparato conoscitivo appropriato, si ricorre all’uso integrato di laser scanner 3D, tecniche di fotogrammetria digitale ed gps, al fine di ottenere un modello computerizzato tridimensionale. Tramite l’utilizzo del laser scanner è stato creato un sistema geo referenziato basato su una serie di nuvole di punti che attraverso software di elaborazione grafica rigenera la tridimensionalità delle superfici prese in considerazione. Un risultato similare, anche se meno preciso, l’abbiamo ottenuto grazie le tecniche fotogrammetriche, l’elaborazione di una sequenza di immagini aeree (grazie all’utilizzo di un drone) e di sequenze di immagini di terra. L’unione di queste foto tramite il software Photoscan di Agisoft ci ha permesso di ottenere delle nuvole di punti per la creazione del modello tridimensionale. La generazione poi di immagini ad alta qualità, sezioni del modello stesso sono state effettuate con il software Pointools.





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Il corso di rilievo architettonico si è preposto il ridisegno del Chiostro di Santo Stefano a Venezia, adiacente la chiesa. Il chiostro intero è stato diviso in porzioni su cui ogni gruppo di studenti si è concentrato. La porzione da noi rilevata si situa a Sud-Ovest del chiostro.


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Venezia

Chiostro di Santo Stefano


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Chiostro Santo Stefano, ora adibito a sede dell’Intendenza di Finanza, era in passato il chiostro di un convento; si trova adiacente ai resti di un altro primitivo chiostro trecentesco e alla celebre chiesa di Santo Stefano situata nell’omonimo campo, in sestiere San Marco. La chiesa fu edificata dagli Eremitani di Sant’Agostino nel XIII secolo (sebbene il Sansovino tramandi che l’edificazione risalga ad un anno precedente, il 1325), e subì numerose manomissioni col passare del tempo: fu rifabbricata totalmente nel XIV secolo, rimaneggiata e adattata allo stile gotico fiorito veneziano nel ‘400, riportata all’aspetto originario e restaurata agli inizi del ‘900, in seguito al grave incendio del 1529.




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10 ex-primere

L’impressione del colore sulla città. Le mie foto indagano le relazioni tra il movimento dell’uomo e la staticità della città. Le pareti che il mio personaggio tocca sono statiche, ma corrose dal tempo. I colori pastello ne neutralizzano l’espressività. Il mio protagonista invece, con i suoi colori accesi e i suoi movimenti veloci gioca con quello spazio e vi danza insieme. Proprio come il parkour ripropone modi alternativi di percorsi così le mie foto propongono una danza tra i colori e tra i movimenti. La vita si sfuma sulla tela statica di un’ edilizia statica, come pennellate su di una tela il mio personaggio racconta una storia.




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‘- Sire, ormai ti ho parlato di tutte le città che conosco. - Ne resta una di cui non parli mai. Marco .. chinò il capo. - Venezia, - disse il Kan. Marco sorrise. - E di che altro credevi che ti parlassi? L’imperatore non batté ciglio. - Eppure non ti ho mai sentito fare il suo nome. E Polo: - Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia.’ Italo Calvino ‘Le città invisibili’

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Venezia SET. 2014



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