stella di primavera

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AD ANNARITA RUBERTO UNA STELLA PER UN SEME DI CERTEZZA Il mio regalo di Buon 2011 Gaetano Barbella

La Cicogna sul tetto Questa fu la frase, introduttiva di un mio scritto che ti dedicai tempo fa in relazione alla tua bella poesia «Notte»: «Mi piace immaginarmi come una cicogna sul tetto “a sorvegliare” i miei piccoli grandi tesori, che sono i miei alunni. “Fare” per loro non è mai abbastanza. Annarita Ruberto». E tu stessa legasti alla tua poesia un'immagine notturna rifulsa di stelle con una crescente falce di luna e faceva spicco una cicogna su un tetto. Fu così che fui portato a scrivere un componimento dal titolo «La Cicogna sul tetto».1 La cicogna era lì sul colmo del tetto ma io, da buon geometra, vidi nell'immagine una bellissima stella foriera di una radiosa alba, l'endecagramma. Era una «notte silente» che ti richiama a questo inizio di anno, il 2011, ma tu non immagini ancora la gioia augurale che quella stella oggi ti reca mio tramite, mostrandoti attraverso di te la tua stella di «primavera». Non poteva mancare la giusta risposta alla tua poesia di fine 2010, «Mia anima», di una tua attesa rivolta alla tua anima in pena... ma il dipinto che tu esponi accanto alla poesia è rivelatore...

Un dialogo di un passato sulla pittura «Dimmi, Damide, esiste una cosa chiamata pittura?» «Certo», risponde Damide. «E perché si fa?». «Per l’imitazione, per ottenere una figura somigliante di un cane o un cavallo o un uomo, o una nave, o di qualsiasi altra cosa sotto il sole». «Allora la pittura è imitazione, mimesi?». «Certo, che cos’altro dovrebbe essere, se non fosse così sarebbe un ridicolo trastullarsi con i colori», ribatte Damide. «Già, ma che dire delle cose che vediamo in cielo quando le nubi corrono portate dal vento, di quei centauri e antilopi, di quei lupi e cavalli? Sono anch’esse opere di imitazione? Dio è forse un pittore che occupa le sue ore libere in questo divertimento?», chiede ancora il filosofo pitagorico Apollonio di Tiana al suo discepolo con il quale, all’epoca di Cristo, arrivò fino in India. E poiché, procedendo nel dialogo, i due concordano che le nubi si formano per caso e che siamo noi a attribuire loro una forma somigliante a quelle che già conosciamo, Apollonio conclude che due sono le possibili imitazioni: «Una è quella che porta a utilizzare le mani e la mente per realizzare imitazioni, l’altra è quella che realizza la somiglianza unicamente con la mente». Quasi mille anni di storia dell’arte dopo, nel primo ventennio del XX secolo il pensiero estetico torna da capo su questo tema e, dopo aver compiuto l’intero giro della mimesi passando attraverso l’illusione e i cieli sfondati barocchi di Correggio, Padre Pozzo o Tiepolo, Annarita Ruberto dipinge un quadro che riporta la speculazione filosofica al punto dove l’aveva lasciata Apollonio di Tiana. In verità dovrei dire Magritte al posto di Annarita Ruberto, poiché ho preso a prestito dei frammenti 1 La cicogna sul tetto, di Gaetano Barbella - http://www.scribd.com/doc/18405671/La-Cicogna-Sul-Tetto


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