Futuro Continuo

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a cura di Laura Badalucco

FUTURO CONTINUO

Esperienze di design per la transizione ecologica e digitale

a cura di Laura Badalucco

FUTURO CONTINUO

Esperienze di design per la transizione ecologica e digitale

Futuro Continuo

Esperienze di design per la transizione ecologica e digitale a cura di Laura Badalucco

I edizione 2022

ISBN 979-12-5953-032-5

Editore

Anteferma Edizioni S.r.l. via Asolo 12, Conegliano, TV edizioni@anteferma.it

Copyright Questo lavoro è distribuito sotto Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale

IRCLE 4

Università Iuav di Venezia

Dipartimento di Culture del Progetto

Dialoghi sull’economia circolare

A cura di Alessio Franconi e Laura Badalucco

Futuro Continuo

A cura di Laura Badalucco, Luca Casarotto e Pietro Costa

Promosso dal Corso di laurea in Disegno Industriale e Multimedia e dal Corso di laurea magistrale in Design del prodotto e della comunicazione visiva Ideato da New Design Vision (spin off dell’Università Iuav di Venezia)

In collaborazione con Comieco, Italcab, Lagardère, Rubelli

The Second Life

A cura di Laura Badalucco, Luca Casarotto e Pietro Costa

Progettato e organizzato dal Corso di laurea in Disegno Industriale e Multimedia Promosso e sostenuto da Fondazione di Venezia

Con il sostegno di Pontoglio 1883, Twils e Unifarco

Partner tecnici: Celenit, Faoflex, Maxfone e Trevisan

Design, formazione e ricerca per l’economia circolare

Problem setting e continuous

Machine Learning e interazione: alla ricerca di nuovi equilibri

INDICE 10 6 28 38 54 94 98 DESIGN PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA E DIGITALE DIALOGHI SULL’ECONOMIA CIRCOLARE FUTURO CONTINUO
iniziative
Futuro Continuo
Laura Badalucco, Luca Casarotto, Pietro Costa L’identità visiva
comunicazione di Futuro Continuo
Petra Cristofoli Ghirardello Quattro dialoghi su economia circolare e design . Laura Badalucco, Alessio Franconi
Le
di
.
e la
.
Laura Badalucco
.
Luca Casarotto
.
. Pietro Costa Introduzione . Laura Badalucco INTERVISTA Walter Stahel e la formazione alla circolarità .Rosa Chiesa 48 INTERVISTA Micellio e materiali biofabbricati: tra natura e cultura, arte e scienza .Paola Fortuna 86 W1 Tessuti e arredi del futuro tra tecnologia e Intelligenza Artificiale W2 Il tempo nel design W3 Oggetti del futuro per negozi online W4 Olimpiadi 2026. Tra natura e tecnologia W5 Futuri scenari del viaggio 104 108 112 116 120 124 Design Speed Date

THE SECOND LIFE

La Fondazione di Venezia al fianco di Università e imprese

. Michele Bugliesi

The Second Life: sperimentare le seconde vite dei materiali e comunicare la sostenibilità

. Laura Badalucco, Luca Casarotto, Pietro Costa

Lo scarto visivo

. Luca Coppola, Matteo Stocco

W1 Recupero e riutilizzo in nuove configurazioni di pannelli estetici fonoassorbenti

W2 Tempi e ritmi dell’acetato: utilizzo degli sfridi derivati dalla fresatura dei fogli di acetato di cellulosa

W3 Re-made from data: information design e social media

W4 Nuovi immaginari del velluto nell’abitare

W5 Artet: utilizzo di sfridi e scarti della produzione di cartoni poliaccoppiati per bevande

W6 Comfort Zine: comunicare la sostenibilità dell’azienda e dei prodotti

Conclusioni

. Laura Badalucco

176 134 136 140
W7 Sostenibilità,
146 150 154 158 162 166 170
cura e benessere

Introduzione

Laura Badalucco

“Per noi esiste una sola possibilità: respingere sempre e di nuovo tutto quanto può minacciare la sopravvivenza umana; contribuire a disinnescare le ‘bombe a orologeria’, cioè replicare all’incremento irresponsabile con il controllo responsabile, alla congestione con la gestione. In breve: la nostra scelta è la progettazione”

Tomás Maldonado, La speranza progettuale, 1970

Futuro Continuo racchiude alcuni esempi di quella propensione del design al confronto costante con nuovi ambiti e nuove abilità della professione e della ricerca utile a proiettare in avanti lo sguardo dei progettisti. Il titolo della pubblicazione deriva da una riflessione sul significato etimologico del termine progettare (dal lat. tardo  proiectare, “gettare avanti”). Gettare avanti, ma di quanto? Le due grandi transizioni – ecologica e digitale – alle quali siamo chiamati a dare risposta ci invitano a un processo di continuo miglioramento nel quale il traguardo si sposta sempre più in avanti. Questa tendenza rimanda in modo metaforico alle caratteristiche di un tempo della grammatica inglese, il Future Continuous, che abbiamo preso a prestito per raccontare questa tensione propositiva. Futuro Continuo riguarda dunque il progetto come un’azione che si proietta nel futuro, che fa supposizioni su ciò che accadrà e che resta in costante slancio verso ciò che sarà.

Nella prima parte della pubblicazione vengono proposte alcune notazioni sull’intervento del design nelle due transizioni, mentre nella seconda sezione il confronto si apre a interviste e dialoghi sull’economia circolare che coinvolgono docenti di diverse discipline connesse alle culture del progetto ed esperti di rilevanza internazionale. La terza e quarta parte presentano i risultati di due iniziative culturali dell’Università Iuav di Venezia che hanno posto una particolare attenzione alle due transizioni e che si sono svolte in due periodi distinti: Futuro Continuo nel settembre 2019 e The Second Life nel settembre 2020. Le iniziative – che prevedevano workshop, seminari, brevi esperienze, occasioni di confronto culturale – hanno coinvolto designer professionisti, aziende, giovani ricercatori, assegnisti e dottorandi dell’ateneo assieme agli studenti del corso di laurea in Disegno industriale e multimedia. L’obiettivo è stato quello di riflettere e sperimentare le potenzialità nella formazione e nella ricerca in design delle cosiddette soft skills, quelle abilità trasversali ritenute particolarmente necessarie ai prossimi ricercatori e designer per affrontare le complesse sfide del futuro a medio e lungo termine.

7 FUTURO CONTINUO

DESIGN PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA E DIGITALE

Design, formazione e ricerca per l’economia circolare

Laura Badalucco

Trenta gigatonnellate di “cose” l’anno

Il 9 dicembre 2020 viene pubblicato sulla rivista Nature il risultato di una ricerca svolta dall’Istituto Weizman secondo la quale nel 2020 –con un margine di errore di più o meno 6 anni – la massa degli output materiali delle attività umane è diventata, per la prima volta, maggiore di quella dell’insieme di tutti gli esseri viventi, ovvero piante e animali, uomini compresi (Elhacham et al. , 2020).

È una notizia tanto rilevante quanto drammatica, con un forte significato simbolico, basata su uno studio che ha calcolato la massa totale dei materiali fabbricati (o, meglio, trasformati) dagli esseri umani dal 1900 a oggi. I materiali sono stati suddivisi in sei categorie relative, in particolare, a quanto viene utilizzato nelle costruzioni, ai metalli, ai polimeri, al legname e altro, non includendo però nel calcolo i rifiuti. Nella ricerca si legge, inoltre, che la massa antropogenica [1] , che oggi pesa circa 1.100 miliardi di tonnellate, nell’ultimo secolo è raddoppiata all’incirca ogni 20 anni e che stiamo producendo “cose” a una velocità di oltre trenta gigatonnellate (30.000.000.000 di tonnellate) all’anno.

La letteratura scientifica così come i documenti e le direttive europee – dal Green New Deal al Nuovo piano d’azione per l’economia circolare (CEAP), dalla Nuova strategia industriale europea alla Sustainable Product Initiative (SPI) [2] – stanno da tempo cercando di promuovere nuovi modelli che possano porre un freno a questo vertiginoso tasso di crescita di produzioni e consumi. Questi documenti pongono, inoltre, l’accento sul rapporto tra la sostenibilit à ambientale e la digitalizzazione delle imprese. Soprattutto nella cornice dell’auspicata transizione ecologica e digitale, le contraddizioni tra impatti della digitalizzazione e possibili miglioramenti ambientali aprono uno scenario incerto e com -

[1] Massa derivata dalle attività umana di estrazione, trasformazione e produzione.

[2] La SPI si concentra principalmente sulle misure per la progettazione di prodotti sostenibili “che mirano a rendere i prodotti idonei a un’economia neutra dal punto di vista climatico, efficiente sotto il profilo delle risorse e circolare, ridurre i rifiuti e garantire che le prestazioni dei precursori della sostenibilità diventino progressivamente la norma” (Commissione Europea, 2022a, p. 19).

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plesso all’interno del quale si fronteggiano una indispensabile sinergia e una rischiosa incompatibilit à . Basti pensare alle questioni relative al crescente fabbisogno di energia, acqua e di alcune materie, tra le quali terre rare e metalli [3] , per la produzione dei prodotti elettrici ed elettronici o ai rifiuti elettronici (RAEE) [4] che pongono le due transizioni in un difficile rapporto. Transizione ecologica e digitale si supportano a vicenda oppure sono in contrapposizione? Quali sono gli elementi e le attivit à che permettono di tenere in connessione le due questioni in modo coerente e proficuo? [5] .

Tutti questi documenti pongono, in ogni caso, al centro il ruolo del design e la sua potenziale capacit à di intervenire a monte del problema. Nel CEAP del 2020 la Commissione Europea sottolinea, infatti, che “fino all’80% dell’impatto ambientale dei prodotti è determinato nella fase di progettazione” (Commissione Europea, 2020, p. 3) e gi à anni prima aveva indicato nel design dei prodotti uno degli elementi chiave per l’attivazione di un’economia circolare: “se ben progettati, i prodotti possono durare più a lungo o essere più facili da riparare, rimettere a nuovo o rigenerare; il loro smontaggio è più semplice e le imprese di riciclaggio possono cos ì recuperare materie e componenti di valore. In generale, dalla progettazione dipende il risparmio di risorse preziose” (Commissione Europea, 2015, p. 4).

La professione del designer, la sua formazione e le sue attivit à di ricerca si devono obbligatoriamente e costantemente confrontare con l’impatto di questa realtà e delle corrispondenti emergenze che interessano le matrici ambientali (acqua, aria, suolo, biodiversit à ) e l’equit à sociale. È fondamentale interrogarsi sul senso di quanto progettiamo, produciamo e consumiamo, ma è ancora pi ù importante offrire risposte e possibili alternative all’attuale situazione. I temi della sostenibilità ambientale e dell’ecodesign – oggetto di riflessione da ormai diversi decenni – come pure del “metabolismo ciclico” delle risorse, centrale nel modello dell’economia circolare, sono imprescindibili nelle culture del progetto. Formazione e ricerca sono elementi fondamentali di questo processo.

Sempre secondo la Commissione Europea, per realizzare la duplice transizione: “i sistemi di istruzione e formazione devono essere adattati alla nuova realtà socioeconomica. Questo comporta tanto capacità di apprendimento, per adattarsi a una realtà tecnologica e a un mercato del lavoro in rapida trasformazione, quanto capacità ecologiche e sensibilizzazione climatica, per sostenere la creazione di valore nel contesto della transizione verde e di una cittadinanza responsabile” (Commissione Europea, 2022, p. 17).

[3] È stato stimato, ad esempio, un aumento in UE della richiesta di litio pari al 3500% e del 330% per il cobalto per il conseguimento degli obiettivi di “energia pulita” delle sue nazioni (Commissione Europea, 2022b, p. 10).

[4] In Europa nel 2020 solo il 17,4% dei RAEE è stato trattato e riciclato mentre la produzione di rifiuti elettronici è in aumento ogni anno di 2,5 milioni di tonnellate (Commissione Europea, 2022b, p. 3).

[5] Si veda a tal proposito, solo a titolo di esempio, la Relazione di previsione strategica 2022. Abbinamento tra transizione verde e transizione digitale nel nuovo contesto geopolitico della Commissione Europea, COM(2022) 289 final e il report The Role of Critical Minerals in Clean Energy Transitions di IEA (2021).

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Alcuni appunti su sostenibilità e formazione del design

La centralità della figura del designer nello sviluppo sostenibile deriva proprio dalla coerenza della sua formazione che dipende sia dalla profondità verticale delle conoscenze tecniche sia dalla sua trasversalità nell’affrontare in modo critico e sistemico l’innovazione di prodotti, processi produttivi e servizi, nonché dall’attitudine non solo a risolvere, ma anche a individuare le questioni centrali da affrontare ( problem solving & setting ) e a intervenire efficacemente nei cosiddetti wicked problems [6]. A questo va aggiunto l’insostituibile ruolo di attore del designer anche negli ambiti del design della comunicazione, vista l’importanza che essa riveste nella comprensione della complessità e nella divulgazione del cambiamento di paradigma in atto.

Si fa qui riferimento a quanto sosteneva Tomás Maldonado parlando del progettista come di un “intellettuale tecnico” con un importante ruolo sociale e di responsabilità, in grado di riportare a una “complessità ordinata quei sistemi che, sempre e per loro caratteristica, tendono alla complessità disordinata, cioè alla complicazione” (Maldonado, 1970, p. 126).

Alla fine degli anni ’80 Medardo Chiapponi individuava a tal proposito una “figura professionale nuova, la cui competenza specifica è caratterizzata essenzialmente da una ‘capacità integrativa’, o da una ‘meta-abilità’. Ossia dall’attitudine professionale a svolgere un ruolo di coordinamento, integrando contributi differenti e, per quanto possibile, riconducendo a unità aspetti conflittuali” (Chiapponi, 1989, p. 52).

Il tema della formazione negli ambiti della sostenibilità, nelle sue tre dimensioni – ambientale, sociale ed economica – è oltretutto oggetto di un preciso Sustainable Development Goal (SDG) delle Nazioni Unite: il target 7 dell’obiettivo 4 “Educazione paritaria e di qualità”. Insegnare la sostenibilità agli studenti di diverso ordine e grado è considerato un elemento sostanziale, fattore chiave in grado di attivare anche gli altri Goal . Questo vale non solo per chi si occupa di progetto, anche se le competenze individuate dalle Nazione Unite come centrali nella formazione sono caratteristiche proprio di quella figura di designer descritta da Chiapponi.

Di quale tipo di formazione abbiamo dunque bisogno per i progettisti?

Nell’insegnamento della sostenibilità esiste il rischio di propendere quasi esclusivamente verso l’approfondimento verticale delle indispensabili questioni tecniche e verso l’utilizzo esclusivo di strumenti di monitoraggio quantitativo degli indicatori di sostenibilità e di riduzione degli impatti. Fattori fondamentali come la conoscenza approfondita dei processi pro -

[6] Per wicked problems si intendono problemi di difficile, se non impossibile, risoluzione, in quanto gli elementi necessari per la loro soluzione risultano incompleti, in mutamento o contraddittori.

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duttivi, dei materiali e delle questioni energetiche, l’analisi e valutazione del ciclo di vita dei prodotti (LCA), l’analisi di materialità e le conseguenti certificazioni, ecc. sono indispensabili, tuttavia necessitano dell’integrazione con altri aspetti della formazione, forse più sfuggenti ma altrettanto sostanziali come la capacità di negoziazione di valori, principi, obiettivi o la capacità di riflettere sul proprio ruolo all’interno di un gruppo di lavoro interdisciplinare.

A tal fine, il Programma Globale sull’educazione allo sviluppo sostenibile (United Nations, 2017, p. 10) ha individuato otto competenze basilari da sviluppare per una concreta applicazione degli SDGs e che evidenziano la trasversalità della formazione sulla sostenibilità.

Esse sono:

• pensiero sistemico, ovvero la capacità di analizzare sistemi complessi e di riconoscerne e comprenderne le relazioni, di ragionare su come i sistemi si intreccino alle diverse scale e di affrontare l’incertezza e i rischi;

• abilità anticipatoria , ovvero le capacità di comprendere e valutare non uno bensì molteplici futuri (possibili, probabili e desiderabili), di creare proprie visioni, di applicare il principio della precauzione e di valutare le conseguenze delle azioni;

• competenze normative , ovvero la capacità di comprendere e riflettere sulle norme e sui valori alla base delle azioni e di negoziare valori, principi, obiettivi e traguardi di sostenibilità definiti e valutabili, in un contesto di conflitti di interessi e compromessi;

• competenza strategica , ovvero la capacità di sviluppare e implementare collettivamente azioni innovative che promuovano la sostenibilità a livello micro, meso e macro;

• attitudine collaborativa ed empatica , ovvero la capacità di apprendere dagli altri e di relazionarsi con le differenze, di comprendere e rispettare i bisogni, le prospettive e le azioni degli altri, di affrontare direttamente i conflitti e facilitare il problem solving collaborativo e partecipativo;

• pensiero critico , ovvero la capacità di mettere in discussione norme, pratiche e opinioni, ma anche di prendere posizione con coraggio;

• autoconsapevolezza , ovvero la capacità di riflettere sul proprio ruolo e sul risultato delle proprie azioni nella comunità locale e nella società globale;

• problem solving , ovvero la capacità globale di applicare diversi framework per la ricerca di soluzioni ai problemi complessi connessi alle emergenze ambientali, sociali ed economiche e sviluppare opzioni corrette e praticabili.

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15 DESIGN PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA E DIGITALE

FUTURO CONTINUO

Le iniziative di Futuro Continuo

Laura Badalucco, Luca Casarotto, Pietro Costa

Futuro Continuo nasce da una riflessione sulle abilità trasversali che sono sempre più necessarie nella professione dei designer così come nella ricerca in design con l’obiettivo di comprendere come queste possano aiutare a proiettare più in avanti lo sguardo dei designer e, di conseguenza, le attività di aziende e istituzioni nelle quali essi andranno ad operare.

Si tratta di una serie di iniziative che hanno coinvolto nell’arco di due settimane giovani ricercatori, designer professionisti, assegnisti e dottorandi dell’Università Iuav di Venezia con gli studenti del corso di laurea in Disegno industriale e multimedia e della laurea magistrale in Design del prodotto e della comunicazione visiva.

L’obiettivo che abbiamo perseguito era di riflettere sulle potenzialità delle cosiddette soft skills nella formazione e nella ricerca in design e di sperimentarle utilizzando diversi formati didattici. Per questo motivo abbiamo scelto per l’intero evento un titolo che dà vita a questa stessa pubblicazione e che deriva dal tempo Future Continuous della grammatica inglese, ovvero riguarda non solo qualcosa che sarà in futuro, ma le azioni che saranno in corso di svolgimento da qui al futuro a medio e lungo termine per costruire un modo differente di affrontare i temi della produzione e del consumo grazie a una composizione di elementi connessi alle innovazioni negli ambiti cosiddetti verdi (sostenibilità ambientale) e blu (digitalizzazione).

Cogliendo l’occasione degli Iuav Design Autumn Days 2019, ovvero del periodo tra settembre e ottobre nel quale si concentrano abitualmente le iniziative extra-curriculari dell’area di design dell’Università Iuav di Venezia, sono state promosse alcune attività (workshop, eventi, mostre e talk ) che mettono in connessione le tematiche della ricerca sul design affrontate all’interno dell’Ateneo con sperimentazioni e riflessioni che coinvolgono gli studenti.

Nello specifico, le iniziative di Futuro Continuo, supportate dallo spin off New Design Vision del quale facciamo parte, sono state suddivise in cinque workshop di una settimana, cinque brevi “appuntamenti” (ironicamente denominati Design Speed-Date) con laureati in design Iuav che hanno invitato

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gli studenti a sperimentare alcune abilità trasversali della disciplina, una mostra (Manifestage) sui risultati dei 120 stage curriculari svolti ogni anno dagli studenti del corso di laurea triennale negli ambiti del progetto di prodotto e della comunicazione e la proiezione con discussione del film Design is a verb di Leftloft.

Le attività proposte nelle due settimane di Futuro Continuo hanno ripreso alcuni elementi dell’esperienza svolta sempre allo Iuav nei Welcome Design Workshop del 2016, un’edizione che, a differenza delle precedenti e delle successive espressamente connesse a brief e obiettivi condivisi con le imprese, proponeva una forte sperimentazione svincolata dalle istanze del sistema economico-produttivo. Come allora, anche in Futuro Continuo l’intenzione è stata quella di confrontarsi con gli aspetti della professione che la didattica attuale ha meno occasione di frequentare, sganciandosi dell’ansia del problem solving. Gli esercizi svolti dai nostri alumni nei Design Speed-Date e da alcuni dei designer nei workshop avevano proprio il ruolo di stimolo per affrontare in modo libero i “futuri possibili” anche se azzardati, dunque più lontani dal modello di riferimento attuale perlomeno nella modalità di intendere il rapporto tra progetto, produzione e consumo.

L’esperienza ha permesso agli studenti e a noi docenti e ricercatori di guardare un po’ al di là delle consuetudini formative, di diluire un po’ i confini disciplinari per affrontare le sfide del presente e del futuro con qualche dubbio in più da una parte e qualche nuovo strumento dall’altra.

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FUTURO CONTINUO

30 settembre – 11 ottobre 2019

Venezia, Magazzini Ligabue

Un programma di attività progettuali e sperimentali per aiutare i futuri designer a proiettare più in avanti il loro sguardo e costruire un modo diverso di affrontare i temi del progetto, la produzione e il consumo

promosso da

. Università Iuav di Venezia

. Corso di laurea in Disegno Industriale e Multimedia curriculum Product e Visual Design

. Corso di laurea magistrale in Design del prodotto e della comunicazione visiva

ideato da

. New Design Vision

a cura di

. Laura Badalucco, Luca Casarotto e Pietro Costa

in collaborazione con

. Comieco, Italcab, Lagardère, Rubelli

con il patrocinio di

. ADI – Associazione per il disegno industriale

. AIAP – Associazione italiana design della comunicazione visiva

coordinamento organizzativo

. Chiara Pagani, Università Iuav di Venezia

progetto grafico

. Leonardo Ceccon, Petra Cristofoli Ghirardello

attività di supporto alla comunicazione

. Gianmarco Gallina, Carolina Fini, Gaetana Fusco, Alice

Marescotti, Carolina Schiesari, Niccolò Visentin, Yanha

Lilla Yankowski

WORKSHOP

30 settembre – 4 ottobre

Olimpiadi 2026. Tra natura e tecnologia con Comieco e Michele Marchetti / Display

Oggetti del futuro per i negozi online con Italcab e Stefano Claudio Bison / Emo design

Futuri scenari del viaggio con Lagardère e Giorgia Zanellato / Daniele Bortotto

Tessuti e arredi del futuro tra tecnologia e Intelligenza

Artificiale con Rubelli e Dario Buzzini / BBDB Studio

Il tempo nel design. Strategie intelligenti per la progettazione circolare con Master in Circular Design e Alessio Franconi

DESIGN SPEED-DATE

7 ottobre – 11 ottobre

Incontri tematici con:

. Giada Fiorindi

. Tommaso Gecchelin / Next

. Andrea Munari / Rawfish

. Giovanni Pezzato

. Nicola Possagnolo / Noonic

MOSTRE ED EVENTI

30 settembre – 11 ottobre

Manifestage 2019

Manifesti degli stage di design in mostra

Design is a verb

Un film di Leftloft, introduce Francesco Cavalli

Esposizione finale - 01 ottobre

Risultati dei workshop - 04 ottobre

97 FUTURO CONTINUO

THE SECOND LIFE

La Fondazione di Venezia al fianco di Università e imprese

Michele Bugliesi, Presidente Fondazione di Venezia

Creare rapporti sempre più solidi tra la formazione accademica e le imprese è uno degli obiettivi su cui la Fondazione di Venezia ha investito negli anni, consolidando progressivamente una rete di relazioni sempre più estesa ed efficace nella sua capacità di generare progettualità.

La collaborazione con l’Università Iuav di Venezia è, da questo punto di vista, un esempio virtuoso che trova nei Welcome Design Workshop un terreno fertile in cui, anche grazie al sostegno attivo della Fondazione, si porta ai massimi livelli il dialogo fra studenti universitari e realtà imprenditoriali di un territorio che ha via via allargato i propri confini ben oltre l’area veneziana.

Questa tipo di formazione – laboratoriale, nella quale si apprende grazie alla partecipazione attiva e allo scambio di esperienze tra studenti e personale di impresa – rappresenta uno strumento che a ogni edizione si conferma estremamente efficace nel promuovere l’innovazione dei processi imprenditoriali da un lato, e nel creare le migliori condizioni per liberare la creatività degli studenti e favorire la loro crescita personale e professionale.

È un modello di formazione la cui progressiva affermazione nei percorsi universitari e degli Istituti Tecnici Superiori la nostra Fondazione ha accolto e da tempo trasformato in un obiettivo nel quadro di un impegno istituzionale che riconosce il grande potenziale che deriva dal favorire la crescita sinergica dei processi di innovazione di impresa e di formazione del capitale umano.

Un modello coerente con gli obiettivi che la Fondazione persegue per uno sviluppo organico del tessuto sociale ed economico, e perfettamente allineato on gli obiettivi delle moderne politiche internazionali che nella creazione di un’economica dei “good jobs” identificano uno dei principi cardine per una crescita sostenibile.

135 THE SECOND LIFE

The Second Life: sperimentare le seconde vite dei materiali e comunicare la sostenibilità

Laura Badalucco, Luca Casarotto, Pietro Costa

La complessità del contesto contemporaneo richiede una riflessione continua sugli ambiti nei quali il design possa rendere efficace il proprio pensiero e la propria azione. Questa necessità porta a valorizzare le esperienze intensive di progetto come nel caso dei workshop nei quali è possibile confrontarsi ogni anno con temi e poetiche differenti.

Nel 2020, dal confronto con la Fondazione di Venezia e con la direzione del corso di laurea in Disegno industriale e multimedia dell’Università Iuav di Venezia, sfidando le criticità del periodo nel quale la pandemia aveva scosso le dinamiche e i modi della didattica anche nelle università, è nata l’idea di concentrare l’attenzione di una nuova edizione dei tradizionali workshop di design di settembre sulle possibilità offerte dalla transizione verso un’Economia Circolare nei suoi aspetti connessi alla valorizzazione dei materiali così come degli scarti, eccedenze e sfridi derivati dalle produzioni industriali. La revisione del rapporto tra consumo delle risorse e valore economico dei prodotti e servizi, è, difatti, centrale in una nuova chiave di prefigurazione degli stessi artefatti.

Così, nell’ottica dell’ottimizzazione nell’uso delle risorse, della simbiosi industriale e del benessere complessivo, l’obiettivo del ciclo dei Welcome Design Workshop - 2020, intitolato The Second Life, è stato quello di pensare, promuovere e progettare nuovi modi per utilizzare i materiali, le tecnologie e le competenze delle aziende che si confrontano quotidianamente con i processi di valorizzazione della materia e di ottimizzazione dei processi.

Con finalità progettuali, i workshop sono stati pensati, da un lato, per dare nuova vita a sfridi, scarti, eccedenze e per sperimentare concretamente le possibilità della strategia dell’upcycling e, dall’altro, a studiare nuove modalità di comunicare l’attenzione concreta delle aziende alla sostenibilità, nei suoi aspetti relativi alla cura dell’ambiente, dei prodotti, delle persone, della salute.

Per una settimana, 15 tra designer e tutor, 7 aziende e un totale di circa 130 studenti si sono confrontati con una serie di temi che hanno permesso di inquadrare alcuni degli elementi sostanziali della transizione verso quel

137 THE SECOND LIFE

modello integrato di produzione, distribuzione e consumo volto a ottenere un uso efficiente e sostenibile delle risorse e il benessere per le persone e le società come l’economia circolare richiede.

Si va dal recupero e riutilizzo degli avanzi o scarti di produzione di pannelli estetici fonoassorbenti alla sperimentazione delle potenzialità espressive degli sfridi derivati dalla fresatura dei fogli di acetato di cellulosa per la produzione di montature di occhiali, dallo studio di soluzioni che utilizzino i fine-rotolo e gli avanzi della produzione di cartoni poliaccoppiati per bevande alla rivalorizzazione del velluto in ambito domestico in un periodo pandemico e post pandemico nel quale si configurano sempre più occasioni di coworking tra persone dello stesso nucleo familiare.

Parallelamente alla ricerca sui materiali, tre workshop hanno ragionato sulla corretta comunicazione visiva e multimediale degli aspetti connessi alla sostenibilità ambientale e alla circolarità: dalla comunicazione della sostenibilità dell’azienda e dei prodotti attraverso il racconto del “prendersi cura”, all’utilizzo della motion graphic per raccontare gli elementi della sostenibilità ambientale e sociale connessi alla cura e al benessere delle persone fino alla sperimentazione delle potenzialità dell’information design nei social media per la presentazione di dati, immagini e parole chiave connesse ai temi dell’Economia Circolare.

In una combinazione tra distanza e presenza, sfruttando in modo propositivo e ottimizzando le possibilità offerte dagli strumenti della didattica blended, è stato possibile coinvolgere designer attivi sulla scena internazionale e lavorare con tutor e studenti sia da remoto sia nelle aule dei Magazzini Ligabue di Venezia.

Questa iniziativa ha offerto agli studenti un’attività intensa e concentrata nel tempo, una importante occasione di crescita derivata sia dalla collaborazione diretta con le imprese, sia dalla presenza di designer e tutor che hanno apportato una personale visione e un originale approccio al progetto. Vogliamo ringraziare tutti coloro i quali, a diverso titolo, hanno accettato questa sfida e partecipato ai Welcome Design Workshop 2020 - The Second Life permettendoci di offrire una dimostrazione di quanto il design possa fare per supportare imprese e territori nel percorso verso una sempre maggiore sostenibilità e circolarità.

138

THE SECOND LIFE

Welcome Design Workshop 2020

21–25 settembre

Venezia, Magazzini Ligabue

Un ciclo di workshop con l’obiettivo di pensare, promuovere e progettare nuovi modi per utilizzare e dare nuova vita a sfridi, eccedenze e materiali di scarto.

progettato e organizzato da

. Università Iuav di Venezia

Laurea triennale in Disegno industriale e multimedia

a cura di

. Laura Badalucco, Luca Casarotto e Pietro Costa

promosso e sostenuto da

. Fondazione di Venezia

con il sostegno di

. Pontoglio 1883

. Twils

. Unifarco

partner tecnici

. Celenit

. Faoflex

. Maxfone

. Trevisan

con il patricinio di

. ADI – Associazione per il disegno industriale

. AIAP – Associazione italiana design della comunicazione visiva

progetto grafico e motion graphics

. Luca Coppola / AUT

. Matteo Stocco / Kinonauts

motion graphics, fotografie, video, social media

. Alessia Cairo

. Monica Carniel

. Luca Crosato

. Elena Miragli

. Eleonora Stavro Santarosa

. Aurora Zenere

WORKSHOP

01. Edoardo Perri / Whomade con Michele Perissinotto per Celenit

02. Gionata Gatto con Ilaria Fracassi per Faoflex

03. Laura Cattaneo con Damiano Fraccaro per Maxfone

04. Sara Ricciardi con Alessandro Zannoni per Pontoglio 1883

05. Ernesto Iadevaia / Sovrappensiero con Elia Venturini per Trevisan

06. Cosimo Bizzarri e Matteo De Mayda con Anna Saccani per Twils

07. Francesco Meneghini con Ivo Arzenton per Unifarco

coordinamento organizzativo

. Sara Bertoldo e Chiara Pagani / Università Iuav di Venezia

. Daniela Fontana e Adriana Stradella / Fondazione di Venezia

139 THE SECOND LIFE

Conclusioni

Laura Badalucco

Le iniziative presentate in questa pubblicazione hanno affrontato in modo sperimentale alcuni tra i cicli tecnici propri dell’Economia Circolare, i più praticabili nei tempi brevi delle attività intensive tipiche della formazione dei designer. Sono forse i cicli più lontani dal punto focale dei metabolismi rigenerativi, ma sono i più vicini a quella rielaborazione di materiali, di informazioni e immagini, con la quale i designer si trovano più a proprio agio.

Futuro Continuo non ha l’obiettivo di considerare compiuta un’esperienza. È, invece, come il suo nome lascia intendere, una tappa di un percorso che sposta sempre più avanti il punto di arrivo seguendo la logica che lo sviluppo sostenibile ci ha insegnato.

Saggi, dialoghi e interviste hanno aperto scenari e individuato questioni, i workshop hanno prodotto stimoli, soluzioni, hanno offerto occasioni per comprendere quanto ampio possa essere l’intervento dei designer, in particolare quando cerchiamo di agire nel punto d’intersezione tra transizione ecologica e digitalizzazione.

Ma sostenibilità, circolarità e digitalizzazione sono temi articolati e complessi che richiedono coraggio e investimenti. Per questo motivo le iniziative qui presentate possono essere l’occasione anche per accompagnare le imprese in percorsi che siano gestibili per piccoli passi in modo da tarare il processo di trasformazione in funzione dello specifico contesto aziendale, geografico, tecnologico, culturale, di filiera.

Questo è uno dei compiti che il designer dovrebbe imparare ad assumere.

La prossima tappa sarà l’approfondimento e la ricerca di soluzioni sulle altre strategie di circolarità, quelle più centrali e più complesse, quelle che mantengono in vita più a lungo possibile il valore intrinseco dei prodotti, quelle che si collegano con nuovi possibili modelli di business e quelle che mettono a frutto le intersezioni tra cicli biologici e cicli tecnici.

177 CONCLUSIONI

ottobre 2022

Digital Team, Fano

Futuro Continuo vuole raccontare la propensione del design al confronto costante con nuovi ambiti e nuove abilità della professione e della ricerca attraverso esempi utili a proiettare più in avanti lo sguardo dei futuri progettisti. Ponendo una particolare attenzione alle trasformazioni connesse all’Economia Circolare e alla digitalizzazione, il volume presenta una serie di iniziative culturali che si sono svolte in due periodi distinti: Futuro continuo nel settembre 2019 e The Second Life nel settembre 2020.

16,00 €

ISBN 979-12-5953-032-5

Le iniziative hanno coinvolto designer professionisti, aziende, giovani ricercatori, assegnisti e dottorandi dell’Università Iuav di Venezia con gli studenti del corso di laurea in Disegno industriale e multimedia. L’obiettivo è stato quello di riflettere e sperimentare le potenzialità nell a formazione e nella ricerca in design delle cosiddette soft skills , quelle abilità trasversali che sono ritenute particolarmente necessarie ai prossimi ricercatori e designer per affrontare le complesse sfide del futuro a medio e lungo termine . 9

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