Uno spazio inclusivo universale a Roma. Parco Schuster
ARCHITETTURA
EMERGENZA
SVILUPPO
esperienze di progettazione e costruzione nelle aree marginali
Collana Editoriale
Uno spazio inclusivo universale a Roma. Parco Schuster
A universal inclusive space in Rome. The Schuster Park
a cura di Laura Calcagnini
COMITATO SCIENTIFICO SCIENTIFIC COMMITTEE
Fabrizio Finucci | Università degli Studi Roma Tre (IT)
Direttore / Director
Giovanna Acampa | Università degli Studi di Firenze (IT)
Adolfo F.L. Baratta | Università degli Studi Roma Tre (IT)
Ágnes Borsos | University of Pécs (HU)
Laura Calcagnini | Università degli Studi Roma Tre (IT)
Fabio Forero | Universidad El Bosque (CO)
János Gyergyák | University of Pécs (HU)
Martino Hutz | Technische Universität Wien (AT)
Antonio Magarò | Università degli Studi Roma Tre (IT)
Massimo Mariani | Università degli Studi Roma Tre (IT)
Claudio Piferi | Università degli Studi di Firenze (IT)
Hector Saúl Quintana Ramirez | Universidad de Boyacá (CO)
La collana documenta le esperienze concrete realizzate dall’Associazione culturale AES Architettura Emergenza Sviluppo in contesti fragili e marginali.
Ogni proposta editoriale viene valutata dal Direttore della collana e successivamente sottoposta a un processo di Peer Review di cui è responsabile il Comitato Scientifico.
The series documents practical experiences carried out by the cultural association AES Architettura Emergenza Sviluppo in fragile and marginal contexts.
Each editorial proposal is evaluated by the Series Director and then subjected to a Peer Review process for which the Scientific Committee is responsible.
Uno spazio inclusivo universale a Roma. Parco Schuster
A universal inclusive space in Rome. The Schuster Park
a cura di Laura Calcagnini
ISBN 979-12-5953-128-5
Editore
Anteferma Edizioni Srl via Asolo 12, Conegliano, TV edizioni@anteferma.it
Prima edizione: dicembre 2024
Progetto grafico
Antonio Magarò
Copyright
Questo lavoro è distribuito sotto Licenza Creative Commons
Attribuzione - Non commerciale - No opere derivate 4.0 Internazionale
Stampato da Press Up su carta Fedrigoni Splendorgel Extra White certificata FSC
Tetrabondi, una storia di parole e pratiche di inclusione
Tetrabondi, a story of words and practices of inclusion
Katia Besseghini
Tetrabondi Onlus / Tetrabondi Onlus
Introduzione Un parco per tutti
Foreword A park for everyone
Laura Calcagnini
Università degli Studi Roma Tre / Roma Tre University
L’inclusività Universale secondo i Tetrabondi
The Tetrabondi’s idea of universal inclusion
Cristiana Gallinoni, Valentina Perniciaro
Tetrabondi Onlus / Tetrabondi Onlus
Il diritto al gioco
Università degli Studi Roma Tre / Roma Tre University 36 30
The right to play
Adolfo F.L. Baratta
Il Parco Schuster e le emergenze antiche, moderne, contemporanee dell’area di San Paolo
Schuster Park and ancient, modern, contemporary emergencies in the St. Paul area
Francesca Romana Stabile
Università degli Studi Roma Tre / Roma Tre University
Il progetto del Parco Inclusivo
Universale Schuster
The Schuster Universal Inclusive Park Project
Francesco Careri, Antonio Magarò
Università degli Studi Roma Tre / Roma Tre University
L’accesso vs l’accessibilità: lo stato dell’arte
Access vs Accessibility: state of the art
Carolina Accolla, Luca Trulli
Università degli Studi Roma Tre / Roma Tre University
Il progetto tecnologico e ambientale: soluzioni per un parco inclusivo universale
The technological and environmental project: solutions for an inclusive universal park
Laura Calcagnini, Marina Tonolo
Università degli Studi Roma Tre / Roma Tre University 114
Prateria dinamica. Note sul paesaggio
La Partecipazione per il Parco
Dynamic priarie. Landscape notes
Margherita Autorini, Cecilia Condemi
Università degli Studi Roma Tre / Roma Tre University
150
La stima dei costi: metodo e applicazione
Cost estimation: method and application
Antonella G. Masanotti, Daniele Mazzoni
Università degli Studi Roma Tre / Roma Tre University
Inclusivo Universale Schuster: una sfida condivisa
Partecipation for the Schuster
Universally designed Park: a shared challenge
Giovanni Baratta, Fabrizio Finucci
AES Architettura Emergenza Sviluppo / Architecture
Emergency Development
Università degli Studi Roma Tre / Roma Tre University 136
160
La prospettiva medico-sanitaria
The medical perspective
Giovanni Galeoto, Anna Berardi, Rachele Simeon, Francescaroberta Panuccio
Sapienza Università di Roma / Sapienza University of Rome
Oggi: il cantiere del Parco
Scheda tecnica
Today: the building site of the ParK
Marina Tonolo, Luca Trulli
Università degli Studi Roma Tre / Roma Tre University
Data sheet Istituzioni partecipanti
Participating Institutions
Profiles of Managers
Ringraziamenti
Thanks 184 Profili dei responsabili
a Ginevra B.
“Non disprezzate la sensibilità di nessuno. La sensibilità è il genio di ciascuno di noi”.
(tr. it. X11, 18 in Razzii, Charles Baudelaire)
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A universal inclusive space in Rome. The Schuster Park
Tetrabondi, a story of words and practices of inclusion
“Inclusive society is one in which every person with disabilities is considered an active subject, to be provided with suitable tools to be able to choose, grow, and self-determine among others by having their own happiness. Regardless of one’s condition, everyone must have the right to have their own life path, within society.
Putting the person and his or her needs at the center means looking beyond the diagnosis, guaranteeing personalized care and rehabilitation paths toward building autonomy and self-determination, toward independent living and freedom, regardless of one’s condition.”
(from the Manifesto of Tetrabondi ONLUS)
The desing of a universal inclusive park and the study and the researches stuffed in this publication tells an extraordinary truth: not only is it possible to conceive of a public open space to everyone but that inclusive public space can be beautiful as well as just.
It is a fact that designing public place according to criteria that exclude obstacles to its enjoyment by certain categories of people is now an unavoidable duty and that accessibility to the most diverse forms of disability is now considered a necessary declination of the principle of equality and equal dignity that we find in our constitution, a duty of public institutions. However the awareness that inclusion in everyday life represents an opportunity for development for the community and that as such it can only be the result of the permeability of knowledge, skills, and experience is not always taken for granted.
The public and social dimension of the lives of people with disabilities is Tetrabondi’s main focus of attention and the reason for gratitude to the authors for the extraordinary contribution they bring with their work to the cause of universal inclusiveness. Tetrabondi ONLUS acts with the aim of revolutionizing the approach to the condition of disability, moving away from its representation and perception social stigmas and stereotypes through the concrete experience of inclusion in the different issues of everyday life, starting from language and communication, up to sports and adrenaline, as a viaticum for an awareness that can contribute to an evolution of the modalities and quality of the action of institutions as well.
Communication, fun, sociability, quality of life for families and caretakers: these were the words that most often recurred in the first conversations between the writer and Valentina Perniciaro, when they were still conversations between client and counselor, in which the client was an erupting volcano with many ideas in her head and not a few doubts about the paths to be pursued and the advocate, who until then knew little or nothing about the world of disability, tried to resist the enthusiasm and energy that emanated from the stories of lives so different from each other and at the same time, in her ability to see and interpret the needs that they had in common, she could not help but perceive the force of a project that had to at that point find fulfillment (a force so irresistible that the advocate, having ended her tenure but now irrevocably
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Uno spazio inclusivo universale a Roma. Parco Schuster
Tetrabondi,
una storia di parole e pratiche di inclusione
“La società inclusiva è quella in cui ogni persona con disabilità è considerata soggetto attivo, a cui fornire strumenti adatti per poter scegliere, crescere, autodeterminarsi tra gli altri costruendo la propria felicità. A prescindere dalle proprie condizioni, ognuno deve avere il diritto di costruire il proprio percorso di vita, dentro la società. Rimettere al centro la persona e i suoi bisogni vuol dire guardare oltre la diagnosi, garantire percorsi di cura e riabilitazione personalizzati proiettati verso la costruzione di autonomia e autodeterminazione, verso la vita indipendente e la libertà, a prescindere dalle proprie condizioni.”
(dal Manifesto di Tetrabondi ONLUS)
Il progetto del Parco Inclusivo Universale e il lavoro di studio e di ricerca sul campo condensato in questa pubblicazione racconta una verità straordinaria e cioè che non solo è possibile concepire uno spazio pubblico aperto a tutti e tutte ma che lo spazio pubblico inclusivo può essere bello oltre che giusto.
Se è un fatto che progettare il luogo pubblico secondo criteri che escludano ostacoli alla sua fruizione da parte di determinate categorie di persone è oggi un dovere imprescindibile e che l’accessibilità alle più diverse forme di disabilità è ormai considerata una declinazione necessaria del principio di uguaglianza e di pari dignità che troviamo nella nostra costituzione, un dovere delle istituzioni pubbliche, non è sempre scontata la consapevolezza che l’inclusione nella quotidianità rappresenta un’occasione di sviluppo per la collettività e che come tale non può che essere il risultato della permeabilità di saperi, competenze, esperienze.
La dimensione pubblica e sociale della vita delle persone con disabilità rappresenta il punto principale di attenzione di Tetrabondi e il motivo di gratitudine nei confronti degli autori, per lo straordinario contributo che con la loro opera portano alla causa dell’inclusività universale.
Tetrabondi ONLUS agisce con l’obiettivo di rivoluzionare l’approccio alla condizione di disabilità, allontanando dalla sua rappresentazione e dalla sua percezione stigmi sociali e stereotipi attraverso l’esperienza concreta dell’inclusione nei diversi aspetti del quotidiano, a partire dal linguaggio e dalla comunicazione, sino allo sport e all’adrenalina, come viatico per una presa di coscienza che possa contribuire a un’evoluzione delle modalità e della qualità anche dell’azione delle istituzioni.
Comunicazione, divertimento, socialità, qualità della vita delle famiglie e dei caregiver: queste sono state le parole che più spesso ricorrevano nelle prime conversazioni tra chi scrive e Valentina Perniciaro, quando ancora erano conversazioni tra cliente e consulente, in cui la cliente era un vulcano in eruzione con tante idee per la testa e non pochi dubbi sulle strade da perseguire e l’avvocata, che sino a quel momento poco o nulla conosceva del mondo della disabilità, cercava di resistere all’entusiasmo e all’energia che sprigionavano dai racconti di vite tanto diverse tra loro e al contempo, nella capacità di vedere e interpretare i bisogni che le accomunavano, non poteva non percepire la forza di un progetto che doveva al quel punto trova-
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infected by the cause, of Tetrabondi is now president and a modest witness to the fact that it is proximity that goes beyond theoretical information that generates real awareness with respect to any possibly codifiable “diversity”).
Thus, it was with these few giant ideas in mind that Tetrabondi was born in 2021 as a “foundation from below,” whose initial endowment fund was raised through public crowdfunding that, thanks to thousands of microcontributions, enabled the transformation of the original committee into a foundation within a few months.
It was really not possible at that time to expect better evidence of having intercepted real needs and demands, spread far beyond the world of disability: the powerful collective response to the committee’s appeal was clearly an expression of widespread and strongly perceived urgencies by a wide range of citizens and called for redesigning society and the very profile of our cities to make them unfit for the exclusion of all kinds of physical, mental and relational vulnerabilities.
“Everyone in their own way” has been Tetrabondi’s motto from the earliest days, and after all, what is inclusion if not the creation of the material and cultural prerequisites so that every person, independent of his or her frailties, is given the opportunity to think of himself or herself as happy and to choose his or her own life path and role in society, in his or her own uniqueness?
“Inclusion” has, in spite of ourselves, become another buzzword and, in its deepest sense and practice, cannot but be “universal”: inclusion refers to a condition, that of exclusion or “limited access” to certain environments or social dimensions of one or more social groups, and very early in our history the realization intervened that disadvantage, isolation, obstacles to happiness and fulfillment of one social group brings with it, as in a domino effect, the disadvantage and marginalization of others. We have learned that each inclusive practice represents a fundamental lever of redemption and hope against all marginalization, because it triggers a mechanism of understanding, emotional and rational, how community and social dynamics ultimately compose an inseparable whole, a living and vital organism whose health depends on the recognition of the equal dignity of the needs of each individual, whether or not he or she can be identified as belonging to one or more disadvantaged categories.
We know that the status of women, for example, is inextricably linked with the tasks of caring within the family unit, which state policy has never hesitated to consider to be the natural, almost exclusive responsibility of mothers, daughters, sisters, who take on-regardless of any professional or vocational factors-the heavy burden of home care, in recent years almost “rebranded” as caretaking, twenty-four hours a day, three hundred and sixty-five days a year, often under conditions of physical and psychological stress that would make any union rise up.
Similarly, we well know how the condition of the person with a disability and his or her real opportunities in terms of quality of life, both biological and in terms of personal fulfillment, are dramatically and inexorably linked to the possibility of access to adequate tools, both in terms of aids and adequate home care, and that the economic and social conditions of the entire household are often severely conditioned precisely by the impossibility of access to a working and social dimension. Social exclusion causes material poverty, suspends families inside homes.
Still, we have experienced how communication and primarily the words that are chosen by communicators, individuals and institutions to represent non-compliant conditions, in particular - but not only - the condition of people with disabilities, is often
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re realizzazione (una forza talmente irresistibile che l’avvocata, terminato il proprio incarico ma ormai irrimediabilmente contagiata dalla causa, di Tetrabondi è oggi presidente e modesta testimone del fatto che è la prossimità che vada oltre l’informazione teorica a generare reale consapevolezza rispetto a ogni “diversità” possibilmente codificabile).
Così, è stato con queste poche e gigantesche idee in testa che Tetrabondi è nata nel 2021 come “fondazione dal basso”, il cui fondo di dotazione iniziale è stato raccolto tramite un crowdfunding pubblico che, grazie a migliaia di microapporti, ha consentito la trasformazione dell’originario comitato in fondazione nell’arco di qualche mese.
Non era davvero possibile in quel momento attendersi migliore testimonianza di avere intercettato bisogni e istanze reali, diffuse ben oltre il mondo della disabilità: la potente risposta collettiva all’appello del comitato era con evidenza l’espressione di urgenze diffuse e percepite con forza da una vasta platea di cittadini e chiedeva di ridisegnare la società e il profilo stesso delle nostre città per renderle inadatte a escludere ogni tipo di vulnerabilità fisica, mentale e di relazione.
“Ognuno a modo suo” è stato dai primi giorni il motto di Tetrabondi e del resto che cos’è l’inclusione se non la creazione dei presupposti materiali e culturali affinché a ogni persona, indipendente dalle proprie fragilità, sia dato di pensarsi felice e scegliere il proprio percorso di vita e il proprio ruolo nella società, nella propria unicità?
“Inclusione” è, nostro malgrado, diventata un’altra parola d’ordine e, nel suo senso e nella sua pratica più profondi, non può che essere “universale”: l’inclusione rimanda a una condizione, quella dell’esclusione o del “limitato accesso” a determinati ambienti o dimensioni sociali di uno o più gruppi sociali e ben presto nella nostra storia è intervenuta la consapevolezza che lo svantaggio, l’isolamento, gli ostacoli alla felicità e alla realizzazione di un gruppo sociale porta con sé, come in un effetto domino, lo svantaggio e la marginalizzazione di altri.
Abbiamo imparato che ciascuna pratica inclusiva rappresenta una fondamentale leva di riscatto e di speranza contro ogni marginalizzazione, perché innesca un meccanismo di comprensione, emozionale e razionale, di come le dinamiche comunitarie e sociali compongano in definitiva un tutto inscindibile, un organismo vivo e vitale la cui salute dipende dal riconoscimento della pari dignità dei bisogni di ciascun individuo, che sia o meno identificabile come appartenente a una o più categorie svantaggiate. Sappiamo che la condizione femminile, ad esempio, è legata a doppio filo con le mansioni di cura all’interno del nucleo famigliare, che la politica statale non ha mai esitato a considerare di naturale competenza pressoché esclusiva di madri, figlie, sorelle, che si fanno – indipendentemente da qualunque fattore professionale o vocazionale – del gravoso carico dell’assistenza domiciliare, in anni recenti quasi “rebrandizzato” come caregiving, ventiquattro ore al giorno, trecensosessantacinque giorni all’anno, sovente in condizioni di stress fisico e psicologico che farebbero insorgere qualunque sindacato.
Allo stesso modo, sappiamo bene come la condizione della persona con disabilità e le sue reali opportunità in termini di qualità della vita, tanto biologica che in termini di realizzazione personale, sono drammaticamente e inesorabilmente legate alla possibilità di accedere a strumenti adeguati, sia in termini di ausili che di assistenza domiciliare adeguata e che le condizioni economico sociali dell’intero nucleo famigliare siano spesso gravemente condizionate proprio dall’impossibilità di accedere a una dimensione lavorativa e sociale. L’esclusione sociale è causa di povertà materiale, sospingono le famiglie dentro le case.
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the first and main vehicle of social stigma, of the idea of diversity understood as otherness, as a condition at times threatening in that it is not known and even not to be known, to be ignored so as not to be disturbed by it and almost avert the danger of one’s own involvement. We have the conviction that knowledge of special needs and the specific tools and skills that revolve around them cannot be separated from sharing moments of common life and, above all else, moments of beauty, joy, fun, adrenaline.
It is precisely beauty and cheerfulness that are the keys to a more equitable, supportive, accessible society, and shared fun is the tool for an environment in which people of different abilities can interact in a positive way, because it promotes social inclusion, reduces the social gap, and contributes to collective well-being.
We want a society in which nonconforming bodies and minds can freely experience a public, social dimension, coming out of the half-light of homes, the modesty and solitary toil of families where architectural and cultural barriers still seem to want to forcibly push them around, denying them one if not the main human right: that of each individual to his or her own social dimension.
This is why Tetrabondi’s action focuses on the public dimension of disability, on language and communication, through initiatives and projects that aim to overcome the mental schemes that want the person with disabilities to be the bearer only of variously declined medical and health needs and to bring to light the three-dimensionality of lives that is often ignored by the common feeling of so-called able-bodied individuals and the institutions themselves, whose inadequacy often appears to be the result of an improper and simplistic perception of the needs of an entire group of citizens.
Tetrabondi wants to tangibly demonstrate, by producing events of physical sharing of practices and spaces, that an open society that embraces diversity in all its forms, including different frailties, is not only a more just society, it is a more beautiful, culturally and emotionally rich society, capable of looking at reality from more than one perspective, the result of the combination of experiences, talents and relationships. This is because the sharing of moments of beauty unites and the capacity for empathy does not come out of nowhere but can be a social competence that arises from a practice of closeness, contiguity of habits and experiences large and small that lead each individual to recognize the other, to mirror themselves and to understand their beauty and needs.
Tetrabondi’s event-manifesto is, not surprisingly, “Ognuno a Modo Suo”, a great celebration of sport and play that has the ambition of shifting the focus of attention to the ability and need for fun that unites and brings together all multifaceted abilities, conforming and nonconforming, in a public space made accessible to all and sundry.
At the various editions of Each in His Own Way, which host dozens of disciplines adapted to or adapted to be practiced even by people with disabilities of all ages, hundreds of young people participate, experiencing practices for many of them not even imaginable, above all wheelchair skateboarding, which more than any other is emblematic of the small revolution we are slowly trying to bring to our communities. In some ways, wheelchair skateboarding (and the traveling accessible skatepark that is the protagonist of Tetrabondi events) is the plastic representation of the possibility of having access to fun, adrenaline, speed, risk, and concretizes the expression, and at the same time the proof of the realizability, of the need of every adolescent, of
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Ancora, abbiamo sperimentato come la comunicazione e in primo luogo le parole che vengono scelte dai comunicatori, dagli individui e dalle istituzioni per rappresentare condizioni non conformi, in particolare – ma non solo - la condizione delle persone con disabilità, è spesso il primo e principale veicolo dello stigma sociale, dell’idea di diversità intesa come alterità, come condizione a tratti minacciosa in quanto non conosciuta e persino da non conoscere, da ignorare per non esserne turbati e quasi scongiurare il pericolo di un proprio coinvolgimento.
Abbiamo la convinzione che la conoscenza dei bisogni speciali, degli strumenti e delle competenze specifiche che intorno a essi ruotano non possa prescindere dalla condivisione di momenti di vita comune e, sopra ogni altra cosa, di momenti di bellezza, allegria, divertimento, adrenalina.
Proprio la bellezza e l’allegria sono le chiavi di volta per una società più equa, solidale, accessibile e il divertimento condiviso è lo strumento per un ambiente in cui le persone di diversa abilità possono interagire in modo positivo, perché promuove l’inclusione sociale, riduce il divario sociale, contribuisce al benessere collettivo.
Vogliamo una società in cui i corpi e le menti non conformi possano vivere liberamente una dimensione pubblica, sociale, uscendo dalla penombra delle case, dal pudore e dalla fatica solitaria delle famiglie in cui le barriere architettoniche e culturali sembrano ancora oggi volerli sospingere a forza negando loro uno se non il principale diritto umano: quello di ciascun individuo alla propria dimensione sociale. È per questo che l‘azione di Tetrabondi si concentra sulla dimensione pubblica della disabilità, sul linguaggio e sulla comunicazione, attraverso iniziative e progetti che puntano a superare gli schemi mentali che vogliono la persona con disabilità come portatrice unicamente di bisogni di carattere medico-sanitario variamente declinati e a portare alla luce la tridimensionalità di vite che è spesso ignorata dal sentire comune degli individui cosiddetti abili e delle stesse istituzioni, la cui inadeguatezza appare spesso frutto di una percezione impropria e semplicistica dei bisogni di un intero gruppo di cittadine e cittadini.
Tetrabondi vuole dimostrare tangibilmente, producendo eventi di condivisione fisica di pratiche e spazi, che una società aperta, che abbraccia la diversità in tutte le sue forme, comprese le diverse fragilità, non è solo una società più giusta, è una società più bella, ricca culturalmente ed emotivamente, capace di guardare alla realtà da più di una prospettiva, risultato della combinazione di esperienze, talenti e relazioni. Questo perché la condivisione di momenti di bellezza unisce e la capacità di empatia non nasce dal nulla ma può essere una competenza sociale che scaturisce da una pratica di vicinanza, contiguità di abitudini e di esperienze piccole e grandi che conducono ogni individuo a riconoscere l’altro, a rispecchiarsi e a comprenderne bellezza e bisogni.
L’evento-manifesto di Tetrabondi è, non a caso, “Ognuno a Modo Suo”, una grande festa dello sport e del gioco che ha l’ambizione di spostare il centro di attenzione sulla capacità e sul bisogno di divertimento che unisce e accomuna tutte le multiformi abilità, conformi e non, in uno spazio pubblico reso accessibile a tutte e tutti.
Alle diverse edizioni di “Ognuno a Modo Suo”, che ospitano decine di discipline adatte a o adattate per essere praticate anche da persone con disabilità di ogni età, partecipano centinaia di ragazzi che sperimentano pratiche per molti di loro nemmeno immaginabili, su tutte lo skate in carrozzina, che più di ogni altra è emblematica della piccola rivoluzione che lentamente cerchiamo di portare nelle nostre comunità. In qualche modo, lo skate in carrozzina (e lo skatepark accessibile itinerante che è il
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every person, to conceive of themselves free from the stereotype of incapacity and not solely the object of protection, care.
It is not secondary, in fact, that the skills acquired through this still uncommon discipline, in addition to the purely and simply playful-recreational experience, enable people with motor disabilities to perceive their aid as a tool of freedom and not of constraint, because the wheelchair can and must be a tool of independence and autonomy: we experience it and let people with disabilities but also caregivers, conforming and nonconforming bodies and minds touch it: we want to be practical dreamers, because life is continuous practice and social life all the more so.
And we tell the story, every day, by striving to promote language that is objective, ironic, harsh at times, realistic, so that inclusion is neither charitable nor paternalistic but just, as any practice between citizens of equal dignity and the right to their own determination must be.
The undertaking is clear in its path and goals, but we do not imagine it as simple nor without stops as is natural for any action that aspires to produce lasting change in the collective imagination and consciousness.
Today, the women and men who have contributed with great rigor and passion to this study bring us closer to the goal of a public dimension that is universally accessible, suitable and practicable by every person, with the highest degree of dignity and autonomy and with his or her own baggage of varied frailty.
Katja Besseghini
Lawyer and Tetrabondi ONLUS president
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protagonista degli eventi di Tetrabondi) è la rappresentazione plastica della possibilità di avere accesso al divertimento, all’adrenalina, alla velocità, al rischio e concretizza l’espressione, e al contempo la prova della realizzabilità, del bisogno di ogni adolescente, di ogni persona, di concepirsi libero dallo stereotipo dell’incapacità e non unicamente oggetto di protezione, cura.
Non è secondario, infatti, che le competenze acquisite attraverso questa ancora poco diffusa disciplina, oltre all’esperienza puramente e semplicemente ludico-ricreativa, consentano alle persone con disabilità motorie di percepire il proprio ausilio come strumento di libertà e non di costrizione, perché la sedia a ruote può e deve essere uno strumento di indipendenza e di autonomia: lo sperimentiamo e lo facciamo sperimentare, toccare con mano alle persone con disabilità ma anche ai caregiver, ai corpi e alle menti conformi e non: vogliamo essere sognatori pratici, perché la vita è pratica continua e la vita sociale a maggior ragione.
E lo raccontiamo, ogni giorno, impegnandoci a promuovere un linguaggio obiettivo, ironico, duro a tratti, realistico, affinché l’inclusione non sia caritatevole né paternalistica ma giusta, come deve essere ogni pratica tra cittadine e cittadini di pari dignità e diritto alla propria determinazione.
L’impresa è chiara nel suo percorso e nei suoi obiettivi, ma non la immaginiamo semplice né priva di arresti com’è naturale per ogni azione che ambisca a produrre un cambiamento durevole nell’immaginario e nella coscienza collettivi.
Oggi, le donne e gli uomini che hanno contribuito con grande rigore e passione a questo studio ci avvicinano al traguardo di una dimensione pubblica universalmente accessibile, adatta e praticabile da ogni persona, con il massimo grado di dignità e di autonomia e con il proprio bagaglio di variegata fragilità.
Katja Besseghini
Avvocata e presidente Tetrabondi ONLUS
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The Tetrabondi’s idea of universal inclusion
“We transform urban space so that it cannot imagine exclusion, so that everyone in his or her own way can enjoy it, be part of it, traverse it. We no longer want your ableist cities, your marginalizing cities, your cities of barriers:
We want every public space and every social, cultural and sports activity to be sensory and motor accessible.
We want the city of all and for all, where the right to schooling, training to work, independent living, and affectivity is also guaranteed to people with complex disabilities. We want to transform the streets of our cities and everyone’s looks, words.
Break down architectural, sensory, cultural barriers. Introduce universal inclusiveness in a collectivity capable of leaving no one behind, of changing one’s stride, of making care a collective path to self-determination for everyone.”
(from the Manifesto of Tetrabondi ONLUS)
Our concrete idea of having a place capable of containing the complexity of all our needs and all our desires, could only come to life from Schuster Park: a park that would be the center of a new city, a place without barriers and gates, without limits and exclusions, the voice and square of everyone, where we can learn together the true essence of citizenship, of rights, of participation.
A place where even people with disabilities, and therefore the lopsided and the lanky, the crooked and the perpetually excluded can feel part of a community, integrated into an urban context, empowered to choose the many ways in which a park can be experienced, like any other person.
Schuster Park, with its own way of surrounding the Basilica of St. Paul and following the flow of the Tiber, has become over time and the intersection of personal and non-personal activities and relationships, the primary physical place of the Tetrabondi community.
A park that has never been neutral, where we have chosen to devise actions and projects, and begin to meet and relate with the other communities present, even before we were legally constituted, even before the name Tetrabondi took shape into something concrete, into a third sector entity.
The long Travertine Avenue that flanks the green area and points straight to the Basilica of St. Paul is the place where so many little boys and girls learn to ride bicycles and so many parents break their backs to chase them giving them balance until the moment they break away to pedal free, to run and fall, get back up and start again. That same travertine has also seen the succession of wheels and casters of all kinds of Sirius, the child from whose personal story the Tetrabondi are founded: every one of his walkers, wheelchair, adapted tricycle or joëlette has crossed that avenue, which apparently seems to give everyone a chance.
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L’inclusività Universale
secondo i Tetrabondi
“Trasformiamo lo spazio urbano perché non possa immaginare esclusione, perché ognuno a modo suo possa fruirne, esserne parte, attraversarlo. Non vogliamo più le vostre città abili, le vostre città che emarginano, le vostre città di barriere: Vogliamo che ogni spazio pubblico e ogni attività sociale, culturale e sportiva sia accessibile a livello sensoriale e motorio.
Vogliamo la città di tutti e di tutte, dove sia garantito anche alle persone con disabilità complessa il diritto alla scuola, alla formazione al lavoro, alla vita indipendente, all’affettività.
Vogliamo trasformare le strade delle nostre città e gli sguardi di ognuno, le parole. Abbattere le barriere architettoniche, sensoriali, culturali.
Introdurre l’inclusività universale in una collettività capace a non lasciare nessuno indietro, a mutare il proprio passo, a fare in modo che la cura sia un percorso collettivo verso l’autodeterminazione di ognuno”.
(dal Manifesto di Tetrabondi ONLUS)
Non poteva che prender vita da Parco Schuster la nostra idea, concreta, di costruire un luogo, ma ancor prima un’idea, capace di contenere la complessità di tutti i nostri bisogni e tutti i nostri desideri: un parco che fosse centro di una nuova città, un luogo senza barriere e cancelli, senza limiti ed esclusioni, voce e piazza di tutti, dove poter imparare insieme la vera essenza della cittadinanza, dei diritti, della partecipazione. Un luogo dove anche le persone con disabilità, e quindi gli sbilenchi e gli sciancati, gli storti e i perennemente esclusi possano sentirsi parte di una comunità, integrati in un contesto urbano, messi nella possibilità di scegliere le tante modalità in cui si può vivere un parco, come ogni altra persona.
Parco Schuster, con quel modo tutto suo di circondare la Basilica di San Paolo e seguire lo scorrere del Tevere, è diventato col passare del tempo e l’intersecarsi di attività e relazioni personali e non, il primo luogo fisico della comunità dei Tetrabondi. Un parco mai stato neutro, dove abbiamo scelto di ideare azioni e progetti, e iniziare a incontrarci e relazionarci con le altre comunità presenti, ancor prima di costituirci legalmente, ancor prima che il nome Tetrabondi prendesse forma in un qualcosa di concreto, in un ente del terzo settore.
Il lungo viale di Travertino che affianca l’area verde e punta dritto verso la Basilica di San Paolo è il luogo dove tanti bambini e bambine imparano ad andare in bicicletta e tanti genitori si spezzano la schiena per inseguirli dandogli equilibrio fino al momento in cui si staccano per pedalare liberi, di correre e cadere, rialzarsi e ricominciare.
Quello stesso travertino ha visto anche il susseguirsi di ruote e rotelle di ogni tipo di Sirio, il bambino dalla cui storia personale vengono fondati i Tetrabondi: ogni suo deambulatore, sedia a rotelle, triciclo adattato o joëlette ha attraversato quel viale, che apparentemente sembra dare a tutti la possibilità di farlo. Come tutti i bambini, ma anche come ogni passeggino e ogni passo lento di vec-
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A universal inclusive space in Rome. The Schuster Park
Like all children, but also like every stroller and every slow old man’s step, he got stuck and sometimes tipped over in the long rainwater recovery gutter that runs entirely through the park, characterizing it architecturally, but at the same time making it inaccessible, with every aid used.
The very park of the community of the little tetraplegic vagabonds, that very place all on the level and looking so accessible, turns out to be armored in front of any kind of wheel, closed by a long and impenetrable barrier that always needs a caregiver and strange daring maneuvers to get out of the jam.
It couldn’t not be Schuster Park also because of the way it was put on the line from the very first moment, the great community that has been building for almost two decades the Renoize Antifascist Festival, which every year gathers thousands of people in the park in memory of Renato Biagetti, to bring to their days an accessibility that was each time greater, more conscious, more and more capable of responding not only to needs but to desires.
On the somewhat ruined and inaccessible travertine of Schuster Park, the Tetrabondi dreamed up and then materially built and assembled the first wheelchair-accessible traveling skatepark : ramps usable by all, capable of destroying in the blink of an eye every stereotype about people with disabilities.
Thanks to Renoize, we started talking about the right to adrenaline, about adapted sports in public space, about integrated communication and therefore sensory accessibility : about non-compliant bodies that can and must regain possession of everything, even the right to stunts!
It was the first step that led us to build the days of “Everyone’s Way: Sports without Barriers,” whose third edition ended with an incredible two days in May 2024. Days in which Schuster Park was invaded by dozens of disciplines of sports adapted to motor and sensory disabilities in free trial, by integrated communication, by tactile workshops, debates, performances : an entire world built in the name of universal inclusiveness that every year came together to grow together, to make tangible and concrete the dream of the world of everyone and everyone.
Each in its own way overwhelms the everyday life of Schuster Park bringing hundreds of families, aids of all kinds and fun, allowing the construction of collective happiness : the square where each person can feel at ease, can destroy segregation, can build networks in the name of their diversity and distinctiveness.
It was precisely on the barely accessible travertine and lawns of Schuster Park that we touched each time on universal inclusivity, which is not just accessibility, but a puzzle of elements that mingled: it is inclusive design, universal design, intergenerationality, permeability of social, cultural, sports and recreational spaces, skills and goodwill of many, many people.
It could not be a momentary occasion to be repeated every now and then, but to become everyday, to become a city. And it could not but start in Schuster Park. When we first knocked on the door of the Department of Architecture at Roma Tre University, in the fall of 2022, we needed to know that this dream could be drawn, transformed into numbers, lines and curves, and then finally into marble and flowers, signage and equipped areas, benches and people of all ages to experience it: a park that would have an impact on the social, cultural and urban fabric of the area with positive effects in terms of urban and social, architectural and human redevelopment. That door opened with extraordinary enthusiasm, a manifestation of how the need for real universal inclusivity is urgency for anyone working to improve the world, in every
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chietto, si è incastrato e a volte ribaltato nella lunga canalina di recupero delle acque piovane che attraversa interamente il parco, caratterizzandolo architettonicamente, ma allo stesso tempo rendendolo inaccessibile, con ogni ausilio utilizzato.
Proprio il parco della comunità dei piccoli vagabondi tetraplegici, proprio quel luogo tutto in piano e dall’apparenza così accessibile, si rivela blindato davanti a qualunque tipo di ruota, chiuso da una lunga e impenetrabile barriera che necessita sempre di un caregiver e di strane manovre azzardate per uscire dall’incastro.
Non poteva non essere Parco Schuster anche per come si è messa in gioco dal primo momento, la grande comunità che costruisce da quasi vent’anni il Festival antifascista Renoize, che ogni anno raduna nel parco migliaia di persone in ricordo di Renato Biagetti, per portare nelle loro giornate un’accessibilità che fosse ogni volta maggiore, più consapevole, sempre più capace di rispondere non solo alle necessità ma ai desideri.
Sul travertino un po’ rovinato e poco accessibile di Parco Schuster i Tetrabondi hanno sognato e poi materialmente costruito e montato il primo skatepark itinerante accessibile alle sedie a rotelle: rampe fruibili da tutti, capaci di distruggere in un batter di ciglia ogni stereotipo sulle persone con disabilità.
Grazie a Renoize abbiamo iniziato a parlare di diritto all’adrenalina, di sport adattato nello spazio pubblico, di comunicazione integrata e quindi accessibilità sensoriale: di corpi non conformi che possono e devono riappropriarsi di tutto, anche del diritto alle acrobazie!
È stato il primo passo che ci ha portato a costruire le giornate di “Ognuno a modo suo: Sport senza barriere”, la cui terza edizione si è conclusa con una due giorni incredibile nel maggio 2024. Giornate in cui Parco Schuster è stato invaso da decine di discipline di sport adattato alle disabilità motorie e sensoriali in prova libera, dalla comunicazione integrata, da laboratori tattili, dibattiti, spettacoli: un intero mondo costruito in nome dell’inclusività universale che ogni anno si è ritrovato per crescere insieme, per rendere tangibile e concreto il sogno del mondo di tutti e di tutte.
“Ognuno a modo suo” travolge la quotidianità di Parco Schuster portando centinaia di famiglie, ausili di ogni tipo e divertimento, permettendo la costruzione di felicità collettiva: la piazza dove ogni persona può sentirsi a suo agio, può distruggere la segregazione, può costruire reti in nome della propria diversità e peculiarità.
Proprio sul travertino poco accessibile e sui prati di Parco Schuster abbiamo toccato ogni volta l’inclusività universale, che non è solo accessibilità, ma un puzzle di elementi che si mescolavano: è progettazione inclusiva, design universale, intergenerazionalità, permeabilità degli spazi sociali, culturali, sportivi e ludici, competenze e buona volontà di tanti, tantissimi.
Non poteva essere un’occasione momentanea da ripetere ogni tanto, ma diventare quotidianità, diventare città.
E non poteva non iniziare da Parco Schuster.
Quando abbiamo bussato per la prima volta alla porta del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, nell’autunno del 2022, avevamo bisogno di sapere che questo sogno poteva essere disegnato, trasformato in numeri, linee e curve, e poi finalmente in marmo e fiori, segnaletica e aree attrezzate, panchine e persone di ogni età a viverlo: un parco che avesse impatto sul tessuto sociale, culturale e urbanistico del territorio con effetti positivi in termini di riqualificazione urbana e sociale, architettonica e umana.
Quella porta si è aperta con un entusiasmo straordinario, manifesto di come il bi-
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sector : a whirlwind of meetings and inspections, exchanges and proposals that led teachers, researchers and students to make themselves available to study together the ideal foundations of a design capable of taking into account all aspects of human beings, for the well-being of everyone regardless of their condition. Schuster Park, which embraces the Basilica of St. Paul Outside the Walls, was quickly confirmed as an ideal place for a research that could write universal guidelines of participatory inclusive design: a few steps away from the subway stop, the university, a children’s hospital and several sports centers, the park has already been animated for decades by multiple associations with their sports, cultural and musical initiatives, a highly attended senior center as well as one of the locations in the Estate Romana programming. And so, from survey to survey, in discovering and mapping together every kind of barrier present, we began together to design a park in the name of universality, a concrete image of a city that must be accessible and inclusive, dynamic and fun, supportive and fluid. A park that can be traversed even by people with more complex, non-self-sufficient disabilities, livable for caregivers, usually cut off from the world and abandoned to the loneliness of home walls. A place that gives everyone a chance to participate, to live together, to access, to meet.The Inclusive Universal Park (P.I.U.) became a choral project, which expanded with each pencil sketch, as we met with all the realities that have always animated it, to understand their needs and desires.In this whirlwind of dreams and desires, a P. I.U. Park project was imagined and designed. I.U. that envisions 5 distinct areas, linked together by active bicycle paths that ensure the permeability of the areas and by a fully inclusive wayfinding that allows integrated communication to enter the public space and thus to Braille, Italian Sign Language and Augmentative Alternative Communication. Five specific areas that live intersecting lines and activities:
- A play area characterized by games accessible to every disability and dedicated to different age groups, without excluding adults.
- A sensory area : green area designed for the stimulation of the senses (the sense of smell with the presence of a selection of aromatic herbs, hearing with small water games and stones, sight with naturalistic color areas), which is dedicated to relaxation and physical and mental benefit.
- A sports area accessible to wheelchair sports, connected to the play area by a play cycle path suitable for all wheeled aids, where to take advantage of natural gradients to play and experience the right to adrenaline by creating an accessible skatepark.
- A cultural area, equipped with an accessible stage available to the city, that would allow cinema, theater, and live music to be an essential part of daily life in the park in every season.
- A social area, which would be a laboratory for generational exchange and collective support, as well as the site of workshops and counters for orientation, storage, and distribution of the aids necessary for the enjoyment of the Inclusive Universal Park.
It is precisely this social area that is at the heart of the P.I.U., a place of fundamental connection to involve an expanded user base, and to carry out on a daily basis the little big revolution proposed by the Tetrabondi: the small building of the Municipality, for years in a state of abandonment, that is transformed into the engine of social and urbanistic action that makes the process of universal inclusiveness possible. Imagined in the first years also as permanance architecturale of the Department of
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sogno di inclusività universale reale sia urgenza di chiunque operi per migliorare il mondo, in ogni settore: un turbine di incontri e sopralluoghi, scambi e proposte che hanno portato docenti, ricercatori e studenti a mettersi a disposizione per studiare insieme le fondamenta ideali di una progettazione capace di prendere in considerazione tutti gli aspetti dell’essere umano, per il benessere di ognuno a prescindere dalla sua condizione.
Parco Schuster, che abbraccia la Basilica di San Paolo Fuori Le Mura, si è confermato velocemente come luogo ideale per una ricerca che potesse scrivere delle linee guida universali di progettazione inclusiva partecipata: a pochi passi dalla fermata metropolitana, dall’università, da un ospedale pediatrico e da diversi centri sportivi, il parco è già animato da decenni da molteplici associazioni con le loro iniziative sportive, culturali e musicali, da un centro anziani molto partecipato nonché una delle location nella programmazione dell’Estate Romana.
E così, di sopralluogo in sopralluogo, nello scoprire e mappare insieme ogni tipo di barriera presente, abbiamo iniziato insieme a progettare un parco in nome dell’universalità, immagine concreta di una città che deve essere accessibile e inclusiva, dinamica e divertente, solidale e fluida. Un parco attraversabile anche dalle persone con disabilità più complesse, non autosufficienti, vivibile per i caregiver, solitamente tagliati fuori dal mondo e abbandonati alla solitudine delle mura domestiche. Un luogo che dia a tutti possibilità di partecipare, convivere, accedere, incontrare.
Il Parco Inclusivo Universale è diventato un progetto corale, che si è allargato a ogni schizzo di matita, mentre incontravamo tutte le realtà che lo animano da sempre, per capirne bisogni e desideri.
In questo vorticare di sogni e desideri è stato immaginato e disegnato un progetto di Parco P.I.U. che prevede 5 aree distinte, legate insieme da percorsi ciclabili attivi che garantiscano la permeabilità delle aree e da un wayfinding completamente inclusivo che permetta alla comunicazione integrata di entrare nello spazio pubblico e quindi al Braille, alla Lingua dei Segni italiana e alla Comunicazione Aumentativa Alternativa. Cinque aree specifiche che vivono intersecando linee e attività:
- un’area ludica caratterizzata da giochi accessibili a ogni disabilità e dedicati a diverse fasce d’età, senza che ne siano esclusi gli adulti;
- un’area sensoriale: area verde pensata per la stimolazione dei sensi (l’olfatto con la presenza di una selezione di erbe aromatiche, l’udito con piccoli giochi d’acqua e sassi, la vista con le aree cromatiche naturalistiche), che sia dedicata al relax e al beneficio fisico e mentale;
- un’area sportiva accessibile allo sport in carrozzina, collegata all’area ludica grazie a un percorso ciclabile di gioco adatto a ogni ausilio su ruote, dove sfruttare dislivelli naturali per giocare e sperimentare il diritto all’adrenalina dando vita a uno skatepark accessibile;
- un’area culturale, dotata di un palco accessibile a disposizione della città, che permetta al cinema, al teatro, alla musica dal vivo, di essere parte essenziale della vita quotidiana nel parco in ogni stagione;
- un’area sociale, che sia laboratorio di scambio generazionale e sostegno collettivo, nonché sede di laboratori e sportelli di orientamento, stoccaggio e distribuzione degli ausili necessari alla fruizione del Parco Inclusivo Universale. È proprio quest’area sociale il cuore del P.I.U., un luogo di connessione fondamentale per coinvolgere un’utenza allargata e realizzare quotidianamente la piccola grande rivoluzione proposta dai Tetrabondi: il piccolo immobile del Comune, da anni in stato
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Architecture of Roma Tre University, that thanks to an active observation of the place during and after the redevelopment, they will be able to continue the research on inclusive design and the importance of building social space even before the spatial one, to really give life to active places, of intergenerational social participation, and give everyone the chance to be enveloped by beauty. A house of associations, a pole of inclusiveness, an integral and indispensable part of the universal accessibility project, with the aim of carrying out activities related to the management and operation of the Universal Inclusive Park within it. The point of connection between these 5 areas, fundamental to organize and make harmonious the new vitality generated by the PIU Park.
Accessibility and our universal idea of inclusivity certainly cannot be built only with access ramps to standards and paths for sensory disabilities, but it is a daily path of collaboration in the management of spaces, with the many realities of the area, for the maintenance of the park and the aids, and for the construction of initiatives that make the park known and fill it with activities. A directorial work for which we proposed ourselves as Tetrabondi Onlus, from the very first moment also as an act of responsibility towards the City of Rome and those who believed in our project from the very first moment.
Drawing everyone’s world, we imagined the realization of the Universal Inclusive Park as a concrete project, the first one for our city, capable of changing, together with the profile of the public space, the collective consciousness of those who will cross it according to the principles of universal accessibility, knowledge of special needs and active participation of every person in society. By redesigning the architectural and cultural profile of the Park, it will be an opportunity to build powerful social alliances and immediately begin to put into practice an inclusiveness that involves all sectors of society.
If Schuster Park is one day Universal Inclusive Park, it will be transformed into a collective experiment in sharing knowledge, skills and needs: a forge of inclusiveness that will be an example for the whole of society. An agora incapable of exclusion, an example of equality, an architectural, social and cultural reference that the City of Rome will be able to tell the rest of the country and the world about and that we want to see reproduced in every place, in every square, in every park. So that the world may belong to everyone and everyone, leaving no one behind.
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di abbandono, che si trasforma nel motore dell’azione sociale e urbanistica che rende possibile il processo di inclusività universale.
Immaginata nei primi anni anche come permanance architecturale del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, che grazie a un’osservazione attiva del luogo durante e dopo la riqualificazione, potranno proseguire la ricerca sulla progettazione inclusiva e sull’importanza di costruire lo spazio sociale ancora prima di quello spaziale, per dar realmente vita a luoghi attivi, di partecipazione sociale intergenerazionale, e dare a ciascuno la possibilità di essere avvolti dalla bellezza. Una casa delle associazioni, polo dell’inclusività, parte integrante e imprescindibile del progetto di accessibilità universale, con l’obiettivo di svolgere al suo interno attività correlate alla gestione e al funzionamento del Parco Inclusivo Universale. Il punto di connessione tra queste 5 aree, fondamentale per organizzare e rendere armonica la nuova vitalità generata dal Parco Inclusivo Universale. L’accessibilità e la nostra idea universale di inclusività non può certo costruirsi solamente con rampe di accesso a norma e percorsi per le disabilità sensoriali, ma è un percorso quotidiano di collaborazione nella gestione degli spazi, con le tante realtà del territorio, per la manutenzione del parco e degli ausili, e per la costruzione di iniziative che facciano conoscere il parco e lo riempiano di attività.
Un lavoro di regia per il quale ci siamo proposti come Tetrabondi Onlus, sin dal primo momento anche come atto di responsabilità nei confronti del Comune di Roma e di chi ha creduto nel nostro progetto fin dal primo momento.
Disegnando il mondo di tutti abbiamo immaginato la realizzazione del Parco Inclusivo Universale come un progetto concreto, il primo per la nostra città, in grado di far mutare, insieme al profilo dello spazio pubblico, la coscienza collettiva di chi lo attraverserà secondo i principi dell’accessibilità universale, della conoscenza dei bisogni speciali e della partecipazione attiva di ogni persona nella società.
Ridisegnare il profilo architettonico e culturale del Parco, sarà l’occasione per costruire alleanze sociali potenti e iniziare immediatamente a mettere in pratica un’inclusività che coinvolge tutti i settori della società.
Se un giorno Parco Schuster sarà Parco Inclusivo Universale, si trasformerà in un esperimento collettivo di condivisione di saperi, competenze e bisogni: una fucina di inclusività che sia da esempio per l’intera società. Una agorà incapace di escludere, esempio di uguaglianza, riferimento architettonico, sociale e culturale che il Comune di Roma potrà raccontare al resto del paese e del mondo e che vogliamo vedere riprodursi in ogni luogo, in ogni piazza, in ogni parco. Perché il mondo sia di tutti e tutte, senza lasciare nessuno indietro.
A universal inclusive space in Rome. The Schuster Park
Foreword. A park for everyone
The tortoise smiled saying: “No need to rush, you have to leave on time.”
The famous fable attributed to Aesop of the hare and the tortoise conveys, among others, a significant lesson: with calm and patience, many goals can be attained. With commitment and passion, much more can be achieved than with talent.
The Schuster Park plan is the expression of a project that started early, bringing together the commitment and passion of many to achieve the ambitious goal of an inclusive universal park.
The activity in this volume is based on the agreement (free of charge) of cultural and scientific collaboration signed between the Tetrabondi Onlus Foundation, the Department of Architecture of Roma Tre University, the Department of Human Neuroscience of Sapienza University of Rome, AITO Italian Association of Occupational Therapists and the cultural association AES Architecture Emergency Development. The aim of this agreement was to develop research on accessible and inclusive outdoor spaces, and to this end, Schuster Park in Rome was selected as a case study, for which surveys and analyses of the existing situation were conducted and design guidelines were formulated.
The working group involved various public and private institutions in order to manage the complexity of the issue in the best possible way and with the necessary expertise.
The Tetrabondi Onlus Foundation, the promoter, has as its mission the creation of new opportunities for people with disabilities and their families; its use of the Capitoline public space, and in particular of Schuster Park, has allowed it to establish connections with the local community and institutions of Roma Capitale. As a result of these connections, the findings of the research in Schuster Park were donated to the VIII Municipality and the Department of Environment, Agriculture and Waste Cycle of Roma Capitale, in order to support the project for the requalification of the Park, in terms of accessibility and inclusiveness. Indeed, the Park is one of the planned locations for intervention of the funds within the Jubilee Plan in view of the Jubilee2025.
The Department of Architecture, through research activities, has identified the spatial, technological and environmental issues that should be taken into account when developing design hypotheses. By adopting suitable survey methodologies and through the identification of morphological, functional and technological solutions, the most appropriate ones have been identified in order to respond to the system of requirements for inclusiveness and universal accessibility of the public space and its connections with the urban nodes of proximity. Furthermore, the identified solutions have been evaluated from an economic point of view.
The Department of Human Neuroscience and AITO were responsible for involving scientific and professional expertise in order to contribute to the development of the park’s inclusive aspects, in relation to the interaction between the environment, the person and employment. Furthermore, with reference to the possible project hypotheses, they indicated the most appropriate solutions pertaining to the preventive, rehabilitative and therapeutic characteristics of materials and tools to support the activities planned in the park.
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Uno spazio inclusivo universale a Roma. Parco Schuster
Introduzione. Un parco per tutti
La tartaruga sorridendo disse: “Non serve correre, bisogna partire in tempo.”
La celebre favola attribuita a Esopo della lepre e della tartaruga sottende, tra gli altri, un importante insegnamento: che con calma e pazienza si possono raggiungere molti traguardi. Con l’impegno e la passione si può ottenere ben più che con il talento. Il piano di Parco Schuster è la rappresentazione di un progetto che parte per tempo, che mette insieme l’impegno e la passione di tanti per raggiungere l’ambizioso obiettivo di un parco inclusivo universale. L’attività restituita nel presente volume prende le mosse dall’accordo (a titolo gratuito) di collaborazione culturale e scientifica sottoscritto tra la Fondazione Tetrabondi Onlus, il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, il Dipartimento di Neuroscienze Umane della Sapienza Università di Roma l’AITO Associazione Italiana Terapisti Occupazionali e l’associazione culturale AES Architettura Emergenza Sviluppo. Tale accordo nasce con lo scopo di sviluppare una ricerca sugli spazi esterni accessibili e inclusivi; con questo fine è stato adottato, come caso di studio, Parco Schuster a Roma, per il quale sono stati realizzati indagini e analisi sullo stato di fatto ed elaborate le linee guida per la progettazione.
Il gruppo di lavoro ha coinvolto differenti istituzioni pubbliche e private con l’obiettivo di gestire al meglio e con le necessarie competenze la complessità del tema.
La Fondazione Tetrabondi Onlus, promotore dell’accordo, ha come missione quella della costruzione di nuove opportunità per le persone con disabilità e per le loro famiglie; il loro uso dello spazio pubblico Capitolino, e in particolare di Parco Schuster, ha permesso di costruire rapporti con il territorio, gli enti e le istituzioni di Roma Capitale. Grazie a tali rapporti, l’applicazione della ricerca su Parco Schuster è stata donata al Municipio VIII e all’Assessorato all’Ambiente, Agricoltura e Ciclo Rifiuti di Roma Capitale, a supporto del progetto per la riqualificazione del Parco, nel senso dell’accessibilità e dell’inclusività. Il Parco infatti rientra tra gli oggetti di intervento del Piano programmato degli investimenti infrastrutturali finanziati all’interno del Piano giubilare in vista del Giubileo2025.
Il Dipartimento di Architettura, attraverso attività di ricerca, ha individuato i caratteri spaziali, tecnologici e ambientali per indirizzare possibili ipotesi progettuali. Con l’adozione di appropriate metodologie di indagine e attraverso l’individuazione di soluzioni morfologiche, funzionali e tecnologiche, ha individuato quelle più appropriate per rispondere al sistema di requisiti di inclusività e accessibilità universale dello spazio pubblico e dei relativi collegamenti con i nodi urbani di prossimità, valutando economicamente le soluzioni individuate.
Il Dipartimento di Neuroscienze Umane e l’AITO si sono occupati di coinvolgere le competenze scientifiche e professionali per contribuire a sviluppare gli aspetti inclusivi del parco nell’interazione tra ambiente, persona e occupazione. Inoltre, in riferimento alle possibili ipotesi progettuali hanno indicato le soluzioni più appropriate relative ai caratteri preventivi, riabilitativi e terapeutici di materiali e strumenti a supporto delle attività progettate nel parco.
AES si è occupata del sostegno a tutte le fasi del processo e della divulgazione dell’i-
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AES was responsible for supporting all stages of the process and disseminating the initiative to all stakeholders: this publication is representative of this activity.
The activity described in the fourth volume of the Series Architecture Emergency Development represents a rich and complex experience. This is due to the fact that it is based on the sharing of knowledge among a large group of actors, as well as on the knowledge and sharing of a place that is complex in terms of its location and use, as it is Schuster Park, as well as the users of the place, who interact with it in various ways.
As has been documented since the first volume of AES, the intrinsic value of this experience can be attributed to the social action through which individuals, organizations and communities develop the capacity to shape their lives and their social and political environment, with the objective of enhancing equity and quality of life. This volume presents the findings of the research work and the expertise gained, to entrust the next project phases with the design of an inclusive universal park in Rome. At the time of writing, an extract of this narrative is on exhibition at the MA*GA Museum in Gallarate (from 13 October 2024 to 2 March 2025). The project has been selected to participate in the XXVII edition of the Gallarate Award and was chosen among the 13 projects that will be exhibited in the Hyperdesign exhibition by a scientific commission composed of Chiara Alessi external curator, Marina Bianchi secretary of the Gallarate Award, Emma Zanella director and Alessandro Castiglioni vice-director of the MA*GA Museum and Sergio Manara representative of the Promoters of the Gallarate Award.
All the selected projects address significant contemporary issues, exploring how design can offer solutions. These include self-production, business design, the concept of a distributed manufacturing network, service design, design at work, the environment and communication.
This is what the Schuster Park project represents: trying to provide a solution for the creation of an inclusive and universal environment where play, recreation and socialisation are possible for everyone.
Laura Calcagnini
Roma Tre University
Architettura Emergenza Sviluppo
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niziativa verso tutti i soggetti coinvolti: la presente pubblicazione è rappresentativa di tale attività.
L’attività descritta nel quarto volume della Collana Architettura Emergenza Sviluppo rappresenta una esperienza ricca e complessa perché basata sulla conoscenza e condivisione non solo dei saperi, per il folto gruppo degli attori coinvolti, ma per la peculiarità di un luogo, Parco Schuster, collocato in prossimità di importanti polarità della città di Roma e utilizzato in maniera differente, quotidiana e straordinaria da persone e utenti a vario titolo.
Come spesso accade, ed è stato raccontato sin dal primo volume di AES, il grande valore di questa esperienza è figlio dell’azione sociale attraverso la quale le persone, le organizzazioni e le comunità acquisiscono competenza sulle proprie vite, al fine di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità di vita.
Questo volume racconta gli esiti del lavoro di ricerca e le competenze introdotte per affidare alle successive fasi progettuali il progetto di un parco universale inclusivo a Roma.
Nel momento in cui si scrive, un estratto di questo racconto è esposto al Museo MA*GA di Gallarate (dal 13 ottobre 2024 al 2 marzo 2025). Il progetto infatti è stato selezionato per la partecipazione alla XXVII edizione del Premio Gallarate e selezionato tra i 13 progetti che verranno esposti nella mostra Hyperdesign da una Commissione scientifica composta da Chiara Alessi curatore esterno, Marina Bianchi segretario del Premio Gallarate, Emma Zanella direttore e Alessandro Castiglioni vicedirettore del Museo MA*GA e Sergio Manara, rappresentante dei Promotori del Premio Gallarate. Tutti i progetti selezionati trattano grandi temi del presente ai quali il design prova a dare delle soluzioni: l’autoproduzione, il design d’impresa, l’idea di una fabbrica diffusa, il design dei servizi, il design sul lavoro, l’ambiente e la comunicazione.
Questo è quello che rappresenta il progetto di Parco Schuster: provare a dare una soluzione per la creazione di un ambiente inclusivo e universale dove gioco, svago e socializzazione siano possibili per tutti.
Laura Calcagnini
Università degli Studi Roma Tre
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SCHEDA TECNICA DATA SHEET
OGGETTO ITEM
Il parco Schuster / The Schuster Park
LOCALITÀ LOCATION
Roma, Italia
GRUPPO DI LAVORO WORKING GROUP
Università degli Studi Roma Tre
Aspetti Architettonici e Compositivi: Francesco Careri, Antonio Magarò, Luca Trulli (AES)
Ciclo di incontri con il Centro Anziani / Series of meetings with the Senior Citizens Center - 05.2023-06.2023
Presentazione e discussione del progetto a Renoize / Presentation and discussion of the project in Renoize - 09.2023
Presentazione del progetto “Ognuno a modo suo” Evento Sport Senza Barriere Tetrabondi Onlus / Presentation of the project “Everyone in their own way” Event Sports Without Barriers Tetrabondi Onlus - 05.2024
Premio Gallarate - Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, XXVII edizione in mostra al MA*GA - inaugurazione / Gallarate Prize - National Visual Arts Award City of Gallarate, XXVII edition on display at MA*GA - inauguration - 10.2024
Laura Calcagnini
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Istituzioni Partecipanti
Participating institutions
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Architettura Emergenza Sviluppo (AES), si impegna per sostenere e promuovere i progetti che riguardano la povertà e il disagio sociale legati alle problematiche dell’abitazione mediante gli strumenti dell’architettura per favorire lo sviluppo e l’emancipazione delle popolazioni più povere del mondo, cercando di conferire dignità agli esseri umani e innalzare la loro qualità della vita. AES, fondata a Roma nel 2016 da un gruppo di docenti, ricercatori e architetti gravitanti attorno al mondo accademico delle Università degli Studi Roma Tre e Università degli Studi di Firenze, ha al suo attivo una serie di progetti realizzati in Colombia volti alla mitigazione del disagio abitativo nelle aree urbani marginali, in Costa d’Avorio e in Mali, finalizzati alla realizzazione di presidi ospedalieri comunitari e infrastrutture per l’irreggimentazione delle acque.
Architettura Emergenza Sviluppo (AES), strives to support and promote projects that address poverty and social hardship related to housing issues through the tools of architecture to foster the development and empowerment of the world’s poorest people, seeking to give human beings dignity and raise their quality of life. AES (founded in Rome in 2016 by a group of professors, researchers and architects gravitating around the academic world of the Universities of Roma Tre and University of Florence) has to its credit a series of projects carried out in Colombia aimed at mitigating housing hardship in marginal urban areas, in Ivory Coast and Mali, centred on building community hospital garrisons and water irrelevant infrastructure.
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Uno spazio inclusivo universale a Roma. Parco Schuster
Fondazione Tetrabondi Onlus
Tetrabondi Onlus Foundation
La Tetrabondi Onlus è una fondazione di partecipazione che nasce nel 2021 per rivoluzionare l’approccio con la disabilità, distruggendo stigma e stereotipi attraverso progetti di inclusività universale. Con la loro sede legale a Milano e l’operativa a Roma, i Tetrabondi vogliono mutare il paradigma delle vulnerabilità per riscoprire le persone dietro le loro diagnosi, garantire autodeterminazione e partecipazione, mettendo fine all’esclusione e all’emarginazione di tutte le menti e i corpi non conformi. Ridisegnare il linguaggio, come il profilo delle nostre città, per trasformare la società e la cultura di chi le attraversa e dar vita al mondo di tutte e di tutti: il nostro convincimento di fondo è che non possano esserci vite destinate solo alla cura e all’assistenza e che ogni persona, anche chi può comunicare solo attraverso un puntatore oculare, abbia diritto a essere nelle condizioni di poter prendere decisioni, essere parte attiva della propria esistenza, del proprio percorso verso la felicità, costruendo autonomia e condivisione.
Tetrabondi Onlus is a participatory foundation established in 2021 to revolutionize the approach to disability, destroying stigma and stereotypes through projects of universal inclusiveness. With their registered office in Milan and operations in Rome, Tetrabondi wants to change the paradigm of vulnerabilities to rediscover the people behind their diagnoses, ensure self-determination and participation, ending the exclusion and marginalization of all non-conforming minds and bodies. Redesigning the language, like the profile of our cities, to transform the society and culture of those who pass through them and give life to the world of all and everyone: our basic belief is that there cannot be lives destined only for care and assistance and that every person, even those who can communicate only through an eye pointer, have the right to be in a position to make decisions, to be an active part of their own existence, of their own path to happiness, building autonomy and sharing.
Architetcure Emergency Development A universal inclusive space in Rome. The Schuster Park
Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Neuroscienze
Sapienza University of Rome, Department of Human Neuroscience
Il Dipartimento di Neuroscienze Umane, istituito nel 1983 e così denominato dal 2018, è un dipartimento interdisciplinare che riunisce docenti e ricercatori appartenenti a differenti aree scientifico-disciplinari, con lo scopo di sviluppare una comune attività di didattica e di ricerca di base e clinica. L’afferenza disciplinare dei docenti garantisce la riconoscibilità delle competenze all’interno del Dipartimento e ne permette la comparabilità e il concorso in attività scientifiche intra-dipartimentali, nonché le collaborazioni con altri centri nazionali e internazionali, come testimoniato dalle numerose pubblicazioni effettuate in collaborazione con stimati centri di ricerca. Negli ultimi due decenni, la comunità scientifica neurologica della Sapienza avanza, con grande dinamismo, sulla stimolante strada del progresso e conquista spazi di interesse rivolti agli aspetti diagnostici, clinici e terapeutici delle diverse malattie neurologiche.
The Department of Human Neuroscience, established in 1983 and so named as of 2018, is an interdisciplinary department that brings together faculty and researchers belonging to different scientific areas, with the aim of developing a common basic and clinical teaching and research activity. The affiliation of the professors ensures the recognizability of expertise within the department and enables its comparability and competition in intra-departmental scientific activities, as well as collaborations with other national and international centers, as evidenced by the numerous publications made in collaboration with esteemed research centers. In the last two decades, the neurological scientific community at Sapienza has been advancing, with great dynamism, on the stimulating path of progress and gaining spaces of interest addressed to the diagnostic, clinical and therapeutic aspects of different neurological diseases.
Architettura Emergenza Sviluppo
Uno spazio inclusivo universale a Roma. Parco Schuster
Associazione Italiana di Terapia Occupazionale
Architettura Emergenza Sviluppo
L’Associazione Italiana di Terapia Occupazionale (AITO) si è costituita nel 1977. Dal 2021 è inserita nell’elenco ministeriale delle Associazione Tecnico-Scientifica delle professioni sanitarie. Il Terapista Occupazionale è il professionista sanitario della riabilitazione che focalizza il suo intervento sulle performance occupazionali in tutte le età della vita umana, e in tutte le patologie fisiche e mentali, che possano limitare le abilità di esecuzione. Il Terapista Occupazionale valuta e interviene sulle tre componenti della performance: la persona, facendo migliorare, acquisire o compensando le abilità di esecuzione; le attività significative per la persona e l’ambiente fisico, sociale e culturale, rendendolo accessibile, per sostenere la partecipazione dell’individuo e promuoverne l’autonomia.
The Italian Association of Occupational Therapy (AITO) was established in 1977. Since 2021 it has been included in the ministerial list of the Technical and Scientific Association of Health Professions. The Occupational Therapist is the rehabilitation health professional who focuses his intervention on occupational performance in all ages of human life, and in all physical and mental pathologies, which may limit performance abilities. The Occupational Therapist assesses and intervenes on the three components of performance: the person, by having the person improve, acquire, or compensate for performance skills; the activities meaningful to the person; and the physical, social, and cultural environment, by making it accessible, to support the individual’s participation and promote autonomy..
Architetcure Emergency Development
A universal inclusive space in Rome. The Schuster Park
Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Architettura
Roma Tre University, Department of Architecture
Il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, istituito nel 2013, discende dall’omonima Facoltà la cui fondazione risale al 1992. Localizzato all’interno dei padiglioni recuperati dell’ex Mattatoio di Testaccio a Roma, si pone come obbiettivo quello di contribuire all’innovazione e all’adeguamento delle discipline dell’architettura nell’ampio spettro delle loro declinazioni e di sostenere, attraverso la ricerca e la didattica, l’impegno degli studenti, dei professori e dei ricercatori. L’offerta formativa del Dipartimento di Architettura si struttura intorno al Corso di Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura, alla quale è affidata la responsabilità di una articolata e completa formazione di base, e in tre successivi corsi di Laurea Magistrale ovvero Progettazione architettonica, Progettazione urbana e Restauro. Oltre all’attività di ricerca, importante è l’offerta formativa di terzo livello e la terza missione.
The Department of Architecture of the Roma Tre University, established in 2013, descends from the faculty of the same name whose foundation dates back to 1992. Located within the recovered pavilions of the former Slaughterhouse of Testaccio in Rome, it aims to contribute to the innovation and adaptation of the disciplines of architecture in the broad spectrum of their declinations, and to support, through research and teaching, the commitment of students, professors, and researchers.
The educational offerings of the Department of Architecture are structured around the Bachelor’s Degree in Architectural Science, which is responsible for an articulated and comprehensive basic education, and in three subsequent Master’s Degree courses namely Architectural Design, Urban Design and Restoration. In addition to research activities, the third-level education and third mission has its importance.
Architetcure Emergency Development A universal inclusive space in Rome. The Schuster Park
Profili dei Responsabili Profiles of Managers
Adolfo F.L. Baratta
Architetto, PhD, dal 2014 è Professore Associato in Tecnologia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre. Già docente presso l’Università degli Studi di Firenze e la Sapienza Università di Roma, è stato Visiting Professor presso l’Universidad de Boyacá di Sogamoso (Colombia), l’HTWG di Konstanz (Germania) e l’University of Pècs (Ungheria).
Architect, PhD, since 2014 he has been Associate Professor in Architectural Technology at the Department of Architecture of the Roma Tre University. Lecturer at the University of Florence and the Sapienza University of Rome, he has been Visiting Professor at the Universidad de Boyacá of Sogamoso (Colombia), the HTWG of Konstanz (Germany) and the University of Pècs (Hungary).
Laura Calcagnini
Architetto, PhD, Ricercatore in Tecnologia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre. Socio di Architettura Emergenza Sviluppo (AES). È stata Visiting Professor presso l’University of Pècs in Ungheria, l’Universidad de Boyacà di Sogamoso in Colombia, e Visiting Scholar presso il Renseelear Politechnic Institure (RPI) di Troy, Albany (NY-USA).
Architect, PhD, Assistant Professor in Architectural Technology at the Department of Architecture of the Roma Tre University. Member of Architecture Emergency Development (AES). She has been Visiting Professor at the University of Pècs, the Universidad de Boyacá of Sogamoso, Colombia, and Visiting scholar at the Renseelear Politechnic Institure (RPI) Troy, Albany (NY-USA).
Francesco Careri
Architetto, PhD, Professore Associato in Composizione Architettonica e Urbana presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre. È co-fondatore del laboratorio di Arte Urbana Stalker Osservatorio Nomade, con cui sperimenta metodologie di intervento dell’abitare informale. È co-direttore del Master Studi dell’ambiente e del territorio / Environmental Humanities
Architect, PhD, Associate Professor in Architectural and Urban Composition at the Department of Architecture, Roma Tre University. He is founder of the Urban Art laboratory Stalker Osservatorio Nomade, with which he experiments methodologies of intervention of informal living. He is co-director of the Master Environmental and Land Studies / Environmental Humanities.
Fabrizio Finucci
Architetto, PhD, Professore Associato in Estimo presso l’Università degli Studi Roma Tre. Past President di Architettura Emergenza Sviluppo (AES), è autore di numerose pubblicazioni. Nel 2017 e nel 2022 è stato Visiting Professor presso l’Universidad de Boyacá in Colombia e nel 2023 e nel 2024 stato Visiting Professor presso la University of Pècs in Ungheria.
Architect, PhD, Associate Professor in Apprisal at the Roma Tre University. Past President of Architecture Emergency Development (AES), he is the author of numerous publications. In 2017 and 2022 he was Visiting Professor at the Universidad de Boyacá in Colombia and in 2023 and 2024 he was Visiting Professor at the University of Pècs in Hungary.
Architettura Emergenza Sviluppo
Uno spazio inclusivo universale a Roma. Parco Schuster
Giovanni Galeoto
Ricercatore in Ambito Riabilitativo presso il Dipartimento di Neuroscienze Umane della Sapienza Università di Roma. È responsabile delle attività di tirocinio del CdLM in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, Vice Presidente del CdS in Terapia Occupazionale. Responsabile del gruppo di ricerca RES (Riabilitazione Evidenze e Sviluppo) e referente ANVUR per il progetto TECO.
Researcher in Rehabilitation Field at the Department of Human Neurosciences of Sapienza University of Rome. Responsible for internship activities of the M.Sc. in Rehabilitation Sciences of Health Professions, Vice President of the Degree Course in Occupational Therapy. Leader of RES (Rehabilitation Evidence and Development) research group and ANVUR representative for TECO project.
Antonio Magarò
Architetto, PhD, Assegnista di Ricerca (Università degli Studi Roma Tre). La sua attività di ricerca riguarda il trasferimento tecnologico dall’ICT al progetto tecnologico d’architettura e all’human-centred design. È stato Visiting PhD student (RHTW di Aachen), Visiting Assistant Professor (HTWG di Konstanz) e Visiting Researcher (Universidad de Boyacá - Colombia e University of Pécs). Architect, PhD, Research Fellow (University of Roma Tre). His research activity concerns technology transfer from ICT to architectural technology design and human-centered design. He has been Visiting PhD student (RHTW in Aachen), Visiting Assistant Professor (HTWG in Konstanz) and Visiting Researcher (Universidad de Boyacá in Sogamoso and University of Pécs).
Annalisa Metta
Architetta, Phd, è Professoressa Ordinaria in Architettura del Paesaggio presso il Dipartimento di Architetta dell’Università degli Studi Roma Tre. Nel 2017 è vincitrice dell’Italian Fellowship Grant for Research presso l’American Academy in Rome, per la quale attualmente svolge attività di Advisor in Landscape Architecture.
Architect, Phd, she is Full Professor in Landscape Architecture at the Department of Architecture of Roma Tre Universiy. In 2017 she was the winner of the Italian Fellowship Grant for Research at the American Academy in Rome. She currently serves as Advisor in Landscape Architecture at the American Academy in Rome.
Francesca Romana Stabile
Architetto, è Professore Associato di Restauro Architettonico presso il Dipartimento di Architetta dell’Università degli Studi Roma Tre. È Responsabile dell’Archivio Urbano Testaccio e della Convenzione scientifica con l’ATER del Comune di Roma per lo Studio e la catalogazione dei documenti storici dell’archivio. Ha curato il progetto Garbatella 20/20 con E. Pallottino, P. Porretta e P. Ruffo. Architect, Phd, Associate Professor of Architectural Restoration at the Department of Architecture, Roma Tre University. She is in charge of Testaccio Urban Archive and of the Convention with the ATER of the Municipality of Rome for the Study and Cataloguing of the historical documents of the archive. She was responsible of Garbatella 20/20 project with E. Pallottino, P. Porretta and P. Ruffo.
RINGRAZIAMENTI THANKS
Innanzitutto, è doveroso per me ringraziare il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, per aver sostenuto questa esperienza e di cui mi pregio di far parte. Questa esperienza non avrebbe tuttavia avuto inizio senza il prof. Baratta, che con le sue capacità e volontà ha guidato tutta l’inziativa; oltre ad essa ci, e mi, ha guidato per realizzare gli obiettivi della ricerca facendoli diventare gli obiettivi di tutti: grazie!
Ringrazio tutti i ricercatori che hanno predisposto i contributi per raccontare il loro apporto a questa esperienza e che, in tal modo, hanno consentito di realizzare questo volume. Allo stesso modo ringrazio tutti i soci della Tetrabondi Onlus, perchè il loro contributo nelle prime pagine è una voce importante che va oltre i contenuti del volume e tutti i soci di Architettura Emergenza Sviluppo, con l’augurio di condividere nuove meravigliose esperienze.
Infine, il pensiero va a tutti coloro che, nonostante le difficoltà proprie e non proprie, vivono e amano la città di Roma, creando le domande affinché la ricerca e le istituzioni trovino soluzioni e risposte per una città per tutti.
First of all, it is rightful for me to thank the Department of Architecture of the Roma Tre University, for supporting this experience and of which I am proud to be a part. However, this experience would not have begun without Prof. Baratta, who with his skills and will power guided the whole initiative; in addition he guided us, and me, to realize the research goals by making them the goals of everyone: thank you!
I thank all the researchers who prepared papers to recount their contribution to this experience and who, in this way, made it possible to realize this volume. Likewise, I thank all the members of Tetrabondi Onlus, because their contribution in the first pages is an important voice that goes beyond the contents of the volume. Thank all the members of Architecture Emergency Development, with the wish to share new wonderful experiences. Finally, thoughts go out to all those who, despite their own and not own difficulties, live and love the city of Rome, creating the questions for research and institutions to find solutions and answers for a city for everyone.