prospetti veneziani
Un piano per Venezia: i cittadini e il territorio
Prospetti veneziani Comitato Scientifico della collana Marco Ballarin, Fulvio Caputo, Luisa Flora, Corrado Poli 03 / Un piano per Venezia: i cittadini e il territorio a cura di Fulvio Caputo e Danilo Gerotto ISBN 9788832050530 ISSN 2704-8632 promosso da Seingim
Progetto grafico Gaetano Cassini / Studio Fluo Coordinamento Editoriale Emilio Antoniol Margherita Ferrari Editore Anteferma Edizioni S.r.l. via Asolo 12, Conegliano, TV edizioni@anteferma.it Copyright
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Indice
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Una città a più dimensioni
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Comitato scientifico
Lo sviluppo del nostro territorio
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Fabio Marabese
– 01. Il Piano degli Interventi e il territorio Il Piano e l’idea di città
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Fulvio Caputo e Danilo Gerotto
SU. 2 Semplificazione e flessibilità
26 28 32
Il Piano e la pianificazione regionale
37
Vincenzo de Nitto
Schede Urbanistica SU. 1 Nuove attività, agricoltura e residenzialità
SU. 3 Residenzialità, pesca, agricoltura e turismo SU. 4 Permanenza e sviluppo della pesca tradizionale
Il Piano e il futuro
Marco Bordin SU. 5 Ambiti di sviluppo residenziale SU. 6 Interventi a sostegno delle famiglie
44 48 53 62 66
– Infografica
Dare forma ai dati
di Stefania Mangini
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– 02. La società e i progetti urbani
Dalla pianificazione all’innovazione
Corrado Poli
Piano, progetto, politica e cittadini
Francesca Gelli Schede Architettura SA. 1 Il Parco del Marzenego e l’area dell’ex Ospedale Umberto I SA. 2 La stazione di Mestre SA. 3 La prima zona industriale di Porto Marghera
Capitale sociale e sviluppo del territorio
83 93 100 102 106 110 115
Bruno Bernardi
Il futuro della mobilità a Venezia
Stefano Ciurnelli SA. 4 Fondamenta Novissima SA. 5 L’Ospedale al Mare e il Parco della Favorita SA. 6 L’isola di Sant’Antonio di Torcello
Dare vita alla città immateriale
Guido Boella
Le nuove sfide dei mutamenti climatici
Francesco Musco
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121 128 132 138 143 151
English Summaries
158
Curricula
164
“È inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è [nelle specie di infelici e felici] che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati” Italo Calvino
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Una città a più dimensioni Comitato scientifico
Abbiamo pensato a questo volume quando il termine pandemia era confinato all’interno di qualche rivista medica o di qualche racconto distopico sul futuro, lo abbiamo scritto durante il lockdown e l’abbiamo dato alle stampe nel tempo delle Fasi (Uno, Due…) quando il mondo non era più quello di prima. Quanto è accaduto però non ha intaccato la struttura fisica e l’organizzazione delle nostre città: perché queste sono organismi che hanno tempi di reazione molto lunghi rispetto agli eventi. I tempi propri alle trasformazioni urbane ci garantiranno un periodo sufficiente per considerare la salute pubblica come uno dei requisiti essenziali della pianificazione, per riflettere sul come perseguire un livello ottimale di densità abitativa, sul rapporto fra mezzi di locomozione individuali e trasporti pubblici, sulle modifiche da apportare all’architettura ospedaliera, alla distribuzione interna dei condomini e a quella delle residenze private e così via. Senza dimenticare i problemi globali che non sono scomparsi quali l’inquinamento, la protezione della natura e l’emergenza climatica e che rischiano di sovrapporsi.
Com’è accaduto nel Centro Storico dove l’emergenza sanitaria ha seguito di poco il disastro ambientale dello scorso 12 novembre, cosicché uno sventurato articolo apparso su La Repubblica del 26 aprile scorso si è spinto a ipotizzare “le ultime ore di Venezia”. Un’assurdità che si aggiunge alle tante narrazioni prolificate sulla “morte di/a Venezia” che ripetutamente oscurano e offendono l’energia, la volontà e la cultura dei Veneziani sempre pronti a fronteggiare le avversità. Non abbiamo bisogno di necrologi anticipati, di tavole rotonde, di convegni, sono necessarie idee, progetti e finanziamenti. Un tempo breve per non ricominciare come prima e per delineare un nuovo modello di Venezia basato su un solido impianto sociale ed economico. È un compito titanico, ma ce la faremo, tutti assieme. Se, come dicevamo, in questi mesi la città non è cambiata è invece mutata la percezione dei nostri concittadini nei confronti dell’ambiente che li circonda: due segnali, fra gli altri, sono affiorati. Il primo riguarda la riscoperta della natura. Lo dimostrano le foto pubblicate
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Il Piano e l’idea di città* Fulvio Caputo e Danilo Gerotto
Le innovazioni del Piano degli Interventi Fulvio Caputo / Il 15 giugno del 2016 fu presentato al Consiglio Comunale il Documento del Sindaco per il Piano degli Interventi, un documento che rendeva esplicita l’idea di città perseguita dall’Amministrazione e che invitava i cittadini e i portatori d’interesse a partecipare alla costruzione di quell’idea, assumendosi il ruolo di promotori di iniziative. Il processo di consultazione e partecipazione attivato dal PI ha avuto una significativa adesione, come dimostra il numero di proposte giunte: 587. Questo risultato e il suo esame in termini qualitativi diventano spunto di riflessione su molti temi, tra cui il rapporto fra politica e cittadini, quello fra architettura e urbanistica, quello fra centro e periferia e altri ancora. Vorrei iniziare dalla questione che, più di tutte, ha favorito questa vasta e articolata partecipazione (Infografica pag. 70): il Comune di Venezia non ha chiesto ai cittadini di confrontarsi su singole aree specifiche, già preselezionate e caratterizzate da indirizzi di sviluppo defini-
ti dall’Amministrazione, ma ha messo a loro disposizione l’intero territorio comunale, ponendo come unica condizione che le proposte fossero coerenti con gli indirizzi del Documento. Si tratta di un caso unico, almeno nel Veneto. Per quale ragione è stata intrapresa questa strada, estensiva la definirei, fra quelle offerte dalle nuove norme nazionali e regionali in materia? Danilo Gerotto / Ci sono Amministrazioni che intendono il Piano Regolatore come un insieme di norme necessarie alla realizzazione di un progetto urbano definito top-down: una metodologia nata quando le città crescevano solo per espansione e le nuove infrastrutture erano decisive per lo sviluppo urbano. Oggi, in un momento storico completamente diverso, tale metodologia diventa poco efficace: nel tempo necessario per redigere il Piano Regolatore la realtà sociale, economica, politica è già cambiata e serve un piano diverso. Le amministrazioni devono quindi essere capaci di reinterpretare le strutture urbane del passato definendo nuovi scenari di sviluppo e stabilendo nuo-
SU. 1
Nuove attività, agricoltura e residenzialità
Sant’Erasmo Vignole Superficie delle aree interessate dall’intervento: 6 ha Proposte pervenute con l’avviso pubblico (2017): 16 Proposte già presentate ritenute coerenti: 10 Totale: 26
Obiettivi di piano • Favorire l’inserimento di nuove attività e di nuove funzioni di servizio al cittadino legate al mantenimento della residenza in isola; • promuovere la multifunzionalità in agricoltura, favorendo la diversificazione funzionale dell’impresa agraria, ampliando lo spettro delle possibili attività dell’agricoltore, che vanno dalla produzione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti locali alle attività sociali, didattiche, ricreative e turistico-ricettive, previste dalle politiche agrarie contenute nel Programma di Sviluppo Regionale (PSR) della Regione Veneto; • facilitare i processi di trasformazione degli edifici esistenti per adattarli alle esigenze delle famiglie o delle attività (non solo agricole ma anche commerciali, artigianali e turistico-ricettive) eliminando alcuni vincoli che fino ad oggi hanno determinato l’inattuabilità di alcuni interventi. Progetto di piano • La revisione di una previsione di sviluppo residenziale (C2RS - Scheda Normativa n.3 dell’allegato D1) che assoggetta l’area a Piano Attuativo, per favorire l’attuazione diretta degli interventi; • la revisione delle modalità di intervento sugli edifici codificati da piano; • la revisione delle modalità di intervento sugli edifici residenziali in area impropria;
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Sant’Erasmo
Punta Sabbioni
Le Vignole
Lido di Venezia
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/ Un piano per Venezia: i cittadini e il territorio
Dare forma ai dati Stefania Mangini
La sequenza di infografiche che seguono questa breve nota metodologica è volta a illustrare il processo decisionale e attuativo che ha portato alla definizione del Piano degli interventi per la Città Metropolitana di Venezia. La prima infografica, Il processo della concertazione, illustra l’articolata operazione avviata nel giugno 2016 con la pubblicazione del Documento del Sindaco e durata quasi due anni. In particolare, sono illustrate le azioni di informazione e sensibilizzazione sul tema messe in atto dall’Amministrazione tramite la stampa e attraverso vari incontri rivolti ai principali attori del processo decisionale, sia pubblici che privati. A questa prima fase, che ha trovato la sua conclusione nel 2017 con l’avviso pubblico per la presentazione di progetti utili alla formazione del piano degli interventi, è seguita la raccolta e la sistematizzazione delle proposte e delle idee da parte del Comune. Proprio questa fase del processo è al centro della seconda infografica Le proposte e la scelta, che analizza e suddivide i 587 progetti pervenuti in funzioni prevalenti e categorie omogenee di
proponenti, evidenziando sia la prevalenza dell’iniziativa privata, come anche la centralità del settore residenziale (38,6%) e di quello ricettivo (10,8%). Seguendo l’evoluzione reale degli eventi, si è scelto di illustrare poi il processo di selezione attuato dall’Amministrazione per individuare 110 progetti prioritari all’interno dell’ammontare complessivo delle proposte. Queste sono state infatti organizzate inizialmente in tre classi (proposte pertinenti, idee e proposte non pertinenti) sulla base della loro adeguatezza e poi ulteriormente classificate in relazione ai 13 ambiti tematici strategici presupposti e definiti dal Documento del Sindaco e degli specifici strumenti di attuazione previsti. Il risultato della selezione lascia inalterati i rapporti di rilevanza delle proposte con il 41% di progetti prioritari relativi al settore residenziale e il 30% a quello ricettivo, allargando anche la fetta destinata all’ambito agricolo (12%) e commerciale (7%). La terza infografica, Gli ambiti territoriali delle proposte, osserva la distribuzione territoriale delle idee raccolte evidenziando sulla mappa comunale i
02.
La società e i progetti urbani Dalla pianificazione all’innovazione Corrado Poli
Piano, progetto, politica e cittadini Francesca Gelli Schede Architettura SA. 1 Il Parco del Marzenego e l’area dell’ex Ospedale Umberto I SA. 2 La stazione di Mestre SA. 3 La prima zona industriale di Porto Marghera
Capitale sociale e sviluppo del territorio Bruno Bernardi
Il futuro della mobilità a Venezia Stefano Ciurnelli SA. 4 Fondamenta Novissima SA. 5 L’Ospedale al Mare e il Parco della Favorita SA. 6 L’isola di Sant’Antonio di Torcello
Dare vita alla città immateriale Guido Boella
Le nuove sfide dei mutamenti climatici Francesco Musco
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Dalla pianificazione all’innovazione Corrado Poli
Interpretazioni e paradigmi In Alice nel Paese delle meraviglie, quando il Bruco (Caterpillar) incontra la ragazzina per la prima volta, le domanda senza preamboli: “E tu chi sei?” Alice risponde in modo piuttosto reticente: “Signore... io a stento so chi sono adesso; al più so chi ero quando mi sono alzata stamattina, ma da allora sono cambiata più volte”. La metafora applicata alla realtà socio-territoriale delle città contemporanee è ovvia: il mutamento è costante e riusciamo più facilmente a immaginare come vorremmo che diventassero che a definire come sono al momento. A questa metafora se ne può aggiungere una più dotta che sta alla base dell’interpretazione della storia: la civetta di Minerva vola solo al tramonto e noi riusciamo a rappresentare la realtà solo quando essa si sta già per trasformare in qualcosa di diverso. E tuttavia queste due metafore e impostazioni del mutamento sociale che sintetizzano articolate strutture di pensiero, non bastano ancora. Per creare premesse concettuali idonee a costruire schemi in-
terpretativi nuovi e utili della realtà in cui viviamo, è necessario anche affrontare la questione del metodo per individuare i punti di rottura e i momenti del cambiamento. Se è vero che la civetta di Minerva si alza in volo solo al tramonto, si deve altresì ammettere che si può ancora godere di qualche ora di luce prima che sia fatta notte. Allora torna utile riprendere quanto sosteneva l’epistemologo Thomas Kuhn (1962-2009), vale a dire che la conoscenza dei fenomeni avviene per mezzo dell’applicazione di paradigmi interpretativi. Anche questi, inizialmente utili, si esauriscono con il tempo e rischiano di impedire la comprensione di una realtà cambiata e soprattutto di fare progredire la conoscenza. Kuhn si riferiva più alle scienze naturali che alla società, ma la sua opera fu poi interpretata e applicata anche alle scienze sociali. Ora, possiamo pensare che la storia sia una continua evoluzione come sostengono Alice e Hegel, ma per la conoscenza del breve periodo – quindi quella più operativa – i modelli e i paradigmi sono utili sia per indirizzare la ricerca sia per creare un linguaggio comune. E il linguaggio è di per sé un potente strumento del cambia-
Il Piano degli Interventi, le proposte dei cittadini, la revisione degli strumenti urbanistici e i progetti strategici sono gli elementi su cui si articola una riflessione sui rapporti fra l’amministrazione pubblica e la società civile, l’architettura e l’urbanistica, il centro e la periferia, il Piano e il futuro.
ISBN 978-88-32050-53-0
Euro 20,00
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