Soecie di Spazi / Species of Spaces

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AMBI ENTA LE ILITÀ TER A CCES SIB CLUS

a cura di / edited by Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola

SPECIE DI SPAZI

Promuovere il benessere psico-fisico attraverso il progetto

SPECIES OF SPACES

Fostering psycho-physical well-being by design



a cura di / edited by Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola

SPECIE DI SPAZI

Promuovere il benessere psico-fisico attraverso il progetto

SPECIES OF SPACES

Fostering psycho-physical well-being by design


Collana CLUSTER AA Accessibilità Ambientale I volumi inseriti in questa collana sono soggetti a procedura di double blind peer review. Direttore della collana Christina Conti Università degli Studi di Udine Comitato scientifico della collana Erminia Attaianese Università degli Studi Napoli Federico II Adolfo F.L. Baratta Università degli Studi Roma Tre Maria Antonia Barucco Università Iuav Venezia Laura Calcagnini Università degli Studi Roma Tre Massimiliano Condotta Università Iuav Venezia Daniel D’Alessandro Universidad de Morón, Buenos Aires, Argentina Michele Di Sivo Università degli Studi G.d’Annunzio Chieti Pescara Antonio Lauria Università degli Studi di Firenze Lucia Martincigh Università degli Studi Roma Tre Luca Marzi Università degli Studi di Firenze Paola Pellegrini Xi’an Jiaotong-Liverpool University, Suzhou, China Nicoletta Setola Università degli Studi di Firenze Valeria Tatano Università Iuav Venezia Dario Trabucco Università Iuav Venezia Renata Valente Università degli Studi della Campania L.Vanvitelli Aderenti al Cluster Accessibilità Ambientale 2023 Chiara Agosti, Luigi Alini, Veronica Amodeo, Jacopo Andreotti, Emilio Antoniol, Vitangelo Ardito, Erminia Attaianese, Adolfo F.L. Baratta, Morena Barilà, MariaAntonia Barucco, Oscar Eugenio Bellini, Elena Bellini, Francesco Bertiato, Roberto Bosco, Laura Calcagnini, Cristiana Cellucci, Massimiliano Condotta, Christina Conti, Maria De Santis, Nicoletta Faccitondo, Pietro Ferrara, Elena Giacomello, Francesca Giofrè, Ludovica Gregori, Angela Lacirignola, Antonio Magarò, Michele Marchi, Massimo Mariani, Lucia Martincigh, Luca Marzi, Mickeal Milocco Borlini, Giuseppe Mincolelli, Eletta Naldi, Ilaria Oberti, Nicola Panzini, Ambra Pecile, Mariangela Perillo, Alice Paola Pomè, Vito Quadrato, Rosaria Revellini, Mirko Romagnoli, Linda Roveredo, Rossella Roversi, Lorenzo Savio, Giacobbe Savino, Chiara Scanagatta, Simone Secchi, Nicoletta Setola, Andrea Tartaglia, Valeria Tatano, Dario Trabucco, Luca Trulli, Renata Valente, Luigi Vessella, Elisa Zatta.

CLUSTER AA | 05 SPECIE DI SPAZI / SPECIES OF SPACES Promuovere il benessere psico-fisico attraverso il progetto / Fostering psycho-physical well-being by design a cura di / edited by Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola ISBN 979-12-5953-052-3 (print) ISBN 979-12-5953-089-9 (digital - open access) ISSN 2704-906X Prima edizione novembre 2023 / First edition November 2023 Editore / Publisher Anteferma Edizioni S.r.l. via Asolo 12, Conegliano, TV edizioni@anteferma.it Layout grafico / Graphic design Margherita Ferrari Copyright

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SPECIE DI SPAZI

Promuovere il benessere psico-fisico attraverso il progetto

SPECIES OF SPACES

Fostering psycho-physical well-being by design

COMITATO SCIENTIFICO / SCIENTIFIC COMMITTEE Francesco Alberti – Università degli Studi di Firenze (I) Vitangelo Ardito – Politecnico di Bari (I) Erminia Attaianese – Università degli Studi di Napoli Federico II (I) Adolfo F. L. Baratta – Università degli Studi Roma Tre (I) Roberto Bologna – Università degli Studi di Firenze (I) Zoran Đukanović – Belgrade Univerity (SRB) Mickeal Milocco Borlini – Cardiff Metropolitan University (UK) Alejandro Borrachia – University of Morón (AR) Daniela Bosia – Politecnico di Torino (I) Christina Conti – Università degli Studi di Udine (I) Daniel D’Alessandro – University of Morón (AR) Maria De Santis – Università degli Studi di Firenze (I) Giuseppe Di Bucchianico – President EIDD–DfA Europe (I) Francesca Giofrè – Roma La Sapienza (I) Pete Kercher – Ambassador EIDD – Design for All Europe (I) Anna Lambertini – Università degli Studi di Firenze (I) Antonio Lauria – Università degli Studi di Firenze (I) Mario Losasso – Università degli Studi di Napoli Federico II (I) Luca Marzi – Università degli Studi di Firenze (I) Javier Sánchez Merina – Unuversidad de Alicante (SP) Giuseppe Mincolelli – Università degli Studi di Ferrara (I) Piera Nobili – Centro europeo di ricerca e promozione dell’accessibilità (I) Roberto Pagani – Politecnico di Torino (I) Paola Pellegrini – Xi’an Jiaotong – Liverpool University (CN) Hector Saul Quintana Ramirez – Universidad de Boyacà (CO) Iginio Rossi – Istituto Nazionale di Urbanistica INU (I) Simone Secchi – Università degli Studi di Firenze (I) Nicoletta Setola – Università degli Studi di Firenze (I) Valeria Tatano – Università Iuav di Venezia (I) Andrea Tartaglia – Politecnico di Milano (I) Francesca Tosi – Università degli Studi di Firenze (I) Maria Chiara Torricelli – Università degli Studi di Firenze (I) Alessandro Vaccarelli – Università degli studi dell’Aquila (I) Renata Valente – Università della Campania Luigi Vanvitelli (I) COMITATO ORGANIZZATIVO / ORGANIZING COMMITTEE Veronica Amodeo – Università degli Studi di Firenze (I) Elena Bellini – Università degli Studi di Firenze (I) Francesco Bertiato – Università degli Studi di Firenze (I) Ludovica Gregori – Università degli Studi di Firenze (I) Eletta Naldi – Università degli Studi di Firenze (I) Luigi Vessella – Università degli Studi di Firenze (I) Il presente volume riporta parte del risultato di una attività di ricerca inter universitaria che si colloca nel più ampio programma del Cluster AA della SITdA che aggrega studiosi, ricercatori e docenti universitari con competenze specifiche della disciplina della Tecnologia dell’Architettura costituendosi quale luogo di scambio di informazioni, di conoscenza e di confronto, anche con funzione di sensore dei contesti per una progettazione tecnologica in chiave inclusiva di soluzioni accessibili. Il volume è stato realizzato dal Cluster Accessibilità Ambientale della Società Italiana della Tecnologia dell’Architettura con il patrocinio del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e dell’Istituto per l’innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale (ITACA).



INDICE TABLE OF CONTENTS

12 14 18 20

PREFAZIONE FOREWORD

Adolfo F.L. Baratta

INTRODUZIONE INTRODUCTION

Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola

SMALL

Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola

Persone sorde e ascensori: una discussione sull’accessibilità e la sicurezza Deaf People Using Elevators: a Discussion about Accessibility and Safety Elena Giacomello, Giovanni Perrucci, Dario Trabucco, Marco Costa

28

Bagno pubblico: uno standard per la città inclusiva Public Restroom: a Standard for the Inclusive City Maria De Santis

38

Circular Outdoor Furniture for Schoolyards: Promoting Social Inclusion and Outdoor Learning Circular Outdoor Furniture per i cortili scolastici: promuovere l’inclusione sociale e l’apprendimento all’aperto Rosa Romano, Antonia Sore

46

Panchine per tutti tra inclusione e design ostile Benches for All between Inclusive and Unpleasant Design Valeria Tatano

54

Insightful Design of Tactile Pavings for “Social Fabric” Preservation Preservare il tessuto sociale attraverso un’attenta implementazione dei sistemi informativi tattili Chiara Scanagatta


SPECIE DI SPAZI

62

Ausili smart e low cost per persone con disabilità: microcontrollori, sensori e attuatori per l’inclusione Smart and Low-cost Aids for People with Disabilities: Microcontrollers, Sensors, and Actuators for Inclusion Antonio Magarò

72

Inclusione e mobilità urbana sostenibile: esplorazione del framework Design for Movability Inclusion and Sustainable Urban Mobility: Exploring the Design for Movability Framework

Alessandra Rinaldi, Daniele Busciantella Ricci, Sara Viviani, Jonathan Lagrimino

80 82

MEDIUM

Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola

Prevention through design per la progettazione di ambienti SHAFE a prova di caduta Prevention Through Design for SHAFE Environments Fall-proofing Erminia Attaianese, Mariangela Perillo

92

Carcere minorile e spazi aperti: dalla ricerca al progetto del benessere Outdoor Juveniles Carceral Spaces: from Research to Design for Well-being Francesca Giofrè

100

SpInLAB: progettazione inclusiva e partecipata per promuovere l’inclusione nelle scuole SpInLAB: Inclusive and Participatory Design to Promote Inclusion in Schools Elena Bellini, Nicoletta Setola, Alice Beconcini

110

Comfort acustico e accessibilità a scuola Acoustic Comfort and Accessibility at School Veronica Amodeo, Simone Secchi

118

Wood Snoezelen. Ambienti multisensoriali in legno per la cura e la riabilitazione di persone con disabilità intellettive Wood Snoezelen. Multisensory Wooden Environments for the Care and Rehabilitation of People with Intellectual Disabilities Agata Tonetti, Massimo Rossetti

6


INDICE / TABLE OF CONTENTS

126

L’inclusività nei luoghi della formazione. Il progetto dell’accessibilità nelle residenze universitarie Inclusiveness in Educational Places. The accessibility Project in University Residences Claudio Piferi, Valentina Spagnoli

134

Inclusive and Educational Spaces for Children with Autism Spazi inclusivi e educativi per bambini con autismo

María Alejandra Sánchez De Oliveira, Antonia Ballesteros Rodríguez, Lorenzo Savio

142

La flessibilità come strategia per l’abitare al mutare delle esigenze di utenti che invecchiano Flexibility as a Strategy for Living for the Changing Needs of Frail Users Laura Calcagnini

150

La casa come luogo di cura. Come l’abitazione può supportare l’invecchiamento The Home as a Place of Care. How Housing can Aupport Aging in-place Cristiana Cellucci

158

L’accessibilità agli spazi per la terza età: rapporto ambientefruitore nelle strategie progettuali Accessibility to Spaces for the Elderly: Environment-user Relationship in Design Strategies Giada Romano, Marco Giampaoletti, Fabrizio Amadei

166

Abitare interdipendente. Progetti a confronto tra autismo, disabilità e Alzheimer Interdependent Living. Design Examples in Autism, Disability, and Alzheimer Anna Dordolin

174

Approcci interdisciplinari al progetto di adeguamento funzionale e ambientale dell’architettura storica: il Museo Leonardiano di Vinci Interdisciplinary Approaches to the Functional and Environmental Enhancement of Historic Architecture: the Museo Leonardiano in Vinci Emanuela Ferretti, Alessandro Jaff

182

Open! Progetti e strategie curatoriali museali per l’inclusività Open! Design and Curatorial Museum Strategies to Inclusiveness Giada Cerri, Lorenza Camin

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SPECIE DI SPAZI

190

Il piano inclinato per esplorare una progettazione inclusiva. Esperienze compositive dai borghi rurali del Friuli-Venezia Giulia The Inclined Plane to Explore Inclusive Design. Compositional Experiences from the Rural Villages of Friuli-Venezia Giulia Alberto Cervesato

198

Incontri di spazi a misura di crescita. La Design Research come strumento di inclusività infantile Meetings of Growth-friendly Spaces. Design Research as a Tool for Child Inclusiveness Michele Marchi

206 LARGE

Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola

208

Specie di vuoti. Dimensioni esperienziali nella metaprogettazione tecnologica ambientale dello spazio urbano Kinds of Voids. Experiential Dimensions in the Environmental Technological Meta-design of Urban Spaces Filippo Angelucci, Virginia Lusi

216

Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche a Sogamoso. Un progetto di ricerca definito nell’ambito di una esperienza didattica Plan for the Elimination of Architectural Barriers a Sogamoso. A Research Project Defined in the Context of a Learning Experience Héctor Saùl Quintana Ramirez, Luca Marzi

224

Quartieri sani e inclusivi a Firenze: un nuovo approccio scientifico agli spazi pubblici urbani Healthy and Inclusive Neighbourhoods in Florence: a New Research Approach for Public Urban Spaces Nicoletta Setola, Alessandra Rinaldi, Alessia Macchi, Daniele Busciantella Ricci

232

La pianificazione degli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche nell’ambito del Piano Operativo Comunale di Firenze. Il tema della gestione dei dati The Planning of Interventions to Eliminate Architectural Barriers within the Framework of the Florence Municipal Operational Plan. The Topic of Data Management Luca Marzi, Stefania Fanfani

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INDICE / TABLE OF CONTENTS

242

Una metodologia di analisi sul livello di accessibilità degli spazi intermedi in contesti urbani An Analysis Methodology to Evaluate the Level of Accessibility of in between Spaces in Urban Context Maria Michaela Pani, Federica Nava, Violetta Tulelli

250

Lo spazio pubblico, aperto e sicuro. Favorire il benessere psico-fisico attraverso la CPTED Public Space, Open and Safe. Promote Psycho-physical Well-being Through CPTED Roberto Bolici

258

Age-friendly Public Spaces: How to Properly Assess them to Improve their Quality Spazi pubblici age-friendly: come valutarli adeguatamente per migliorarne la qualità Rosaria Revellini

266

Le aree industriali, nuove città nelle città: indirizzi sperimentali per il benessere degli utenti Industrial Areas, New Cities within Cities: Experimental Addresses for the Well-being of Users Christina Conti, Ambra Pecile

276

L’accessibilità e il benessere degli spazi universitari outdoor: scenari progettuali The Accessibility and Well-being of University Outdoor Spaces: Design Scenarios Lorenzo Savio, Angela Lacirignola, Maria Cristina Azzolino

284

I principi cardine per la redazione del Piano per l’Accessibilità applicato ai giardini storici monumentali. Il caso-studio del Giardino di Boboli Key Principles for Drafting of the Accessibility Plan Applied to Historical Monumental Gardens. The Case-study of Boboli Gardens Mirko Romagnoli, Luigi Vessella

292

RiappriopriAZIONI naturali. Esperienze di resistenza attiva per costruire e abitare il verde urbano Natural ReappropriA(C)TIONS. Experiences of Activeresistance to Create and Inhabiturban Green Areas Elena Paudice, Giulia Luciani

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SPECIE DI SPAZI

300

Fiume e città. Metodologie partecipative per trasformazioni sociali e culturali di un territorio River and Town. Participatory Methodologies for Social and Cultural Transformation of a Territory Michele Marchi

310 EXTRA LARGE

Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola

312

Gli investimenti per l’accessibilità materiale e immateriale nei luoghi a destinazione culturale nel PNRR The NRRP Investments for Tangible and Intangible Accessibility in Places of Cultural Destination Jacopo Andreotti, Massimo Mariani, Luca Trulli

320

Valorizzare il patrimonio culturale attraverso l’inclusione: il piano per l’accessibilità del complesso monumentale dell’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze. Risultati e prospettive Enhancing Cultural Heritage Through Inclusion: the Accessibility Plan for the Monumental Complex of the Opera di Santa Maria del Fiore in Florence. Results and Perspectives Luigi Vessella, Mirko Romagnoli

328

Strumenti innovativi per politiche abitative inclusive: gli indicatori di impatto sociale nel PNRR Innovative Tools for Inclusive Housing Policies: Social Impact Indicators in the NRRP Adolfo F.L. Baratta, Antonella G. Masanotti, Daniele Mazzoni

336

Analogie tra il processo di progettazione del welfare abitativo per persone con disabilità e l’approccio ergonomico Analogies between the Process of Housing Welfare Design for People with Disabilities and the Ergonomic Approach Cristiana Perego, Angela Silvia Pavesi, Ilaria Oberti

344

Processi urbani e territoriali: tra benessere ambientale e design Urban and Territorial Processes: between Environmental Well-being and Design Michele Marchi

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INDICE / TABLE OF CONTENTS

352

Analisi dell’accessibilità di un patrimonio edilizio scolastico nel Sud Italia per una riqualificazione integrata multifunzionale Accessibility Analysis of a Southern Italian School Building Stock for Multi-purpose Integrated Redevelopment Roberto Bosco, Renata Valente, Savino Giacobbe

362

Student Housing e Sport: l’attività fisica come metodo per l’inclusione sociale Student Housing and Sport: Physical Activity as a Method for Social Inclusion Oscar Eugenio Bellini, Stefano Colelli, Alessandro Moretti

370

Public Regeneration Processes for Wider Inclusivity Processi di rigenerazione pubblica per una maggiore inclusività

Elena Mussinelli, Massimo Babudri, Andrea Tartaglia, Filippo Salucci, Adolfo F.L. Baratta, Riccardo Pacini, Maddalena Buffoli, Silvano Arcamone, Giovanni Castaldo, Claudia Scaramella, Davide Cerati, Gianluca Capri, Annamaria Sereni, Giacomo Antonino, Antonio Magarò, Diana Giallonardo

378

Cognitive Itineraries in the City. Virtual Reality Testing in Design Improvement Itinerari conoscitivi in città. Test di realtà virtuale nel miglioramento del design Italiano José Peral López

386

Amphibious Territories. The Morón Stream, Buenos Aires, Argentina: Towards the Restoration of Ecosystems in the Contemporary Metropolis Territori Anfibi. Il torrente Morón, Buenos Aires, Argentina: verso il ripristino degli ecosistemi nella metropoli contemporanea Daniel D’Alessandro, Mariela Corbellini, Verónica Zagare

396 POSTFAZIONE AFTERWORD Alcune riflessioni sulle strategie di progettazione universale Some Reflections on Universal Design Strategies Antonio Lauria

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PREFAZIONE FOREWORD

Adolfo F.L. Baratta

Adolfo F.L. Baratta Università degli Studi Roma Tre. Architetto, dottore di ricerca in Tecnologia dell’architettura (XIV Ciclo), è professore associato di Tecnologia dell’architettura presso l’Università degli Studi Roma Tre. È coordinatore del Cluster SITdA Accessibilità Ambientale e consulente del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.


L’evento Specie di spazi è stato concepito nell’ambito della Società Italiana di Tecnologia dell’Architettura, in particolare del Cluster Accessibilità Ambientale, ed è stato concretizzato dalla sede fiorentina del Cluster. L’iniziativa è la dimostrazione della vivacità di questa non più piccola comunità scientifica che sta crescendo intorno a un interesse comune: il benessere dell’individuo e della collettività. Nella declaratoria del Cluster Accessibilità Ambientale si può leggere che l’accessibilità esprime la capacità di un ambiente di garantire a chiunque una vita indipendente: attiene a diritti inviolabili della persona, quali le libertà di movimento e di autodeterminazione, ed è uno degli indicatori che misurano il livello di inclusione sociale e qualità della vita di una comunità. In architettura, per accessibilità si intende l’attitudine di spazi, beni e servizi a essere usabili, vale a dire identificabili, raggiungibili, comprensibili e fruibili autonomamente, in condizioni di comfort e di sicurezza, da parte di tutti, anche per quanto attiene agli aspetti sensoriali e cognitivi della generalità e variabilità delle persone. Per diffondere tale consapevolezza, il Cluster promuove iniziative come quella descritta in questo volume, che si inserisce nella collana che ha la primigenia nell’evento Abitare inclusivo tenutosi a Udine nel 2019. Il titolo del convegno, Specie di spazi, è ripreso dal volume scritto da Georges Perec nel 19731974: sembra che lo stesso Perec abbia descritto il suo lavoro a Paul Virilio, filosofo e scrittore francese, come un “bestiario di spazi” che mostra, partendo dal foglio di carta per arrivare al pianeta Terra, diverse specie come succede per quelle animali. Ho riletto il libro di Perec per l’occasione e, pensando anche alla scrittura di questo breve testo, ho riscoperto dei brani che mi portano a invitare chiunque si occupi di Accessibilità Ambientale a leggere/rileggere questo capolavoro. “Vorrei che esistessero luoghi stabili, immobili, intangibili, mai toccati e quasi intoccabili, immutabili, radicati; luoghi che sarebbero punti di riferimento e di partenza […]. Tali luoghi non esistono, ed è perché non esistono che lo spazio diventa problematico, cessa di essere evidenza, cessa di essere incorporato, cessa di essere appropriato. Lo spazio è un dubbio: devo continuamente individuarlo, designarlo. Non è mai mio, mai mi viene dato, devo conquistarlo. I miei spazi sono fragili: il tempo li consumerà, li distruggerà: niente somiglia più a quel che era, i miei ricordi mi tradiranno, l’oblio s’infiltrerà nella memoria, guarderò senza riconoscerle alcune foto ingiallite dal bordo strappato” (Perec, 1989, p. 110). Perec riesce a descrivere il legame indissolubile che esiste tra la persona e lo spazio in cui vive, anticipando di qualche decennio quella rivoluzione culturale che oggi identifica la persona con disabilità come una condizione determinata dal rapporto tra lo stato di salute dell’individuo e dell’ambiente in cui vive ovvero dal prodotto dei fattori di salute che determinano delle limitazioni funzionali e dei fattori ambientali. In sintesi, persone fragili in spazi fragili. Dato che “pochi sono gli avvenimenti che non lasciano almeno una traccia scritta” (Perec, 1989, p. 14), la raccolta degli Atti descrive diverse Specie di spazi ovvero differenti indagini sugli spazi e su come questi condizionino la quotidianità delle persone, di tutte le persone. Nei circa 40 contributi vengono descritti spazi “moltiplicati, spezzettati, diversificati. Ce ne sono oggi di ogni misura e di ogni specie, per ogni uso e per ogni funzione. Vivere è passare da uno spazio all’altro cercando il più possibile di non farsi male” (Perec, 1989, p. 12). Riferimenti bibliografici Perec, G. (1989). Specie di spazi. Torino: Bollati Boringhieri.


SPECIE DI SPAZI

INTRODUZIONE INTRODUCTION

Maria De Santis Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Architetto, PhD, professore associato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. I suoi interessi di ricerca vertono sui temi della progettazione ambientale, dell’accessibilità e dell’abitare sociale. Luca Marzi Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Architetto, PhD, ricercatore in Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura DIDA di UniFI. La sua attività di ricerca è caratterizzata per lo sviluppo dei temi della gestione dei patrimoni edilizi di strutture ospedaliere, socio sanitarie e dei temi della accessibilità e della sicurezza nella fruizione del costruito, con particolare attenzione a categorie di utenza deboli. Simone Secchi Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Professore associato di Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Svolge attività di ricerca nel campo della qualità ambientale, dell’analisi prestazionale dei componenti edilizi, dell’acustica e dell’illuminotecnica in ambienti interni ed esterni. Nicoletta Setola Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Architetto, PhD, professore associato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La sua ricerca si concentra su edilizia sociosanitaria e impatto dell’ambiente costruito sulla salute e sui comportamenti delle persone. 14


M. DE SANTIS, L. MARZI, S. SECCHI, N. SETOLA

Con il convegno Specie di Spazi il Cluster Accessibilità Ambientale, della Società Italiana della Tecnologia dell’Architettura (SITdA), dà seguito a uno dei suoi principali obiettivi ovvero promuovere e valorizzazione le esperienze e le ricerche definite nell’ambito dei temi che riguardano l’accessibilità del patrimonio costruito. Il volume, il 5° della serie di pubblicazioni curate dal Cluster, testimonia l’interesse sempre maggiore relativo ai temi che riguardano il diritto di accesso, in sicurezza e benessere, alla rete di spazi, servizi e relazioni che l’ambiente può e deve garantire ai suoi possibili fruitori. Diritti a cui si è giunti dopo un complesso e difficile percorso partecipato di conoscenza e di condivisione civile e un articolato processo sinergico di innovazione strumentale delle scienze coinvolte (Conti e Tatano, 2018). Percorso che ha prodotto stratificati capisaldi teorici e normativi che, nel paradigma dell’accessibilità, includono concetti quali la partecipazione, l’uguaglianza, l’occupazione, la formazione, la protezione sociale e la promozione della salute (EU, 2010). In questo quadro teorico l’approccio al progetto dovrebbe promuovere un modello di intervento di tipo bio-psico-sociale (Engel, 1977). Modello che, nell’ottica esigenziale-prestazionale, porta a considerare le abilità della persona, dell’individuo, in correlazione alle capacità del sistema tecnologico-ambientale dello spazio (Angelucci, 2015). Tale logica pone l’individuo al centro di un ampio sistema, influenzato da molteplici variabili, nel quale il progettista è chiamato a interpretare i temi della accessibilità, fruibilità e sicurezza di uso come una risorsa che accresce la qualità degli ambienti vissuti da tutto il corpo delle persone reali (Lauria, 2003). È con questi presupposti che l’accessibilità assume il valore di paradigma nell’affermazione di un diverso approccio alla pianificazione, progettazione e gestione dell’ambiente costruito, incentrando sulle esigenze delle persone il focus del progetto. Persone che svolgono quotidianamente le loro attività in un continuum di tempi, ambienti e funzioni passando “da uno spazio all’altro cercando di non farsi troppo male” (Perec, 1974). Il titolo del convegno, Specie di Spazi, è ripreso dall’omonimo libro di Georges Perec. Il testo descrive tipologie di spazi, moltiplicati, spezzettati e diversificati, nei quali i fruitori definiscono proprie geometrie di uso testimoniate da gesti, abitudini e rituali. Il testo evidenzia il tema della configurazione dei sistemi spaziali e di come, nei fenomeni sociali e culturali, lo spazio non è uno sfondo neutro ma è parte di questi (Hillier, 2007). Fenomeni che concorrono a definire il livello di benessere psico-fisico degli individui e che non possono trovare risposte nella semplice applicazione delle prescrizioni normative. Fenomeni che necessitano di un approccio capace di intercettare tutti quegli aspetti nascosti, molto spesso trascurati o addirittura rimossi, che definiscono il quadro delle esigenze a partire da quelle delle persone fragili, spesso dette disabili. La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità impegna testualmente tutti i paesi che l’hanno sottoscritta a “intraprendere o promuovere la ricerca e lo sviluppo di beni, servizi, apparecchiature e attrezzature progettati universalmente” (UN, 2006) e chiede di incoraggiare la progettazione universale nell’elaborazione di norme e linee guida valide per il settore pubblico e per quello privato. Il tema si colloca al centro degli interessi di diversi ambiti (ricerca scientifica, produzione, politiche locali, associazioni, individui singoli e tra loro in relazione), tutti in grado di alimentare quella cultura dell’accessibilità ambientale che si rivela, ogni giorno e in ogni spazio, ancora troppo fragile per essere realmente efficace. In questo scenario il convegno vuole fare il punto sui modi con cui il progetto dello spazio, aperto al confronto e alla contaminazione disciplinare, può unire e includere persone, luoghi ed esperienze. Si è voluto così favorire la produzione e la diffusione di teorie, strategie e pratiche utili a rafforzare i processi finalizzati all’accessibilità ambientale, in una prospettiva di sviluppo sostenibile delle comunità basata sulla comprensione e sulla fruizione sempre più ampia e diffusa degli spazi. 15


SPECIE DI SPAZI

Il volume articola i contributi in 4 sezioni suddivise per scale di intervento. La sezione Small (S) affronta il tema del design degli oggetti, alla scala del componente edilizio, degli arredi urbani e degli ausili alla persona. I contributi esaminano i temi del progetto di ambiti spaziali considerati emblematici rispetto alle tematiche della progettazione universale, affrontando sia le tematiche degli spazi residenziali che le tematiche degli arredi e delle attrezzature urbane. La sezione Medium (M) tratta i temi dell’accessibilità alla scala dell’edificio, evidenziando l’importanza e le sfumature dei diversi aspetti che emergono dall’esigenza del benessere psico-fisico delle persone, nelle loro diversità, analizzando gli ambiti spaziali rispetto ai momenti delle quotidiane azioni dell’abitare, del fruire, di spazi pubblici e privati. La sezione Large (L) riporta una serie di contributi che indagano i metodi di controllo dell’ambiente attraverso la pianificazione degli interventi alla scala dei progetti e processi urbani, territoriali e del paesaggio. I contributi descrivono le tecniche di metaprogettazione, i metodi di raccolta e gestione dei dati, i metodi di condivisione e verifica delle fasi dei processi inerenti la governance dell’accessibilità in ambito urbano. La sezione Extra Large (XL) raccoglie i contributi che trattano argomenti relativi al processo e alla valutazione di progetti e interventi. In questa sezione sono raccolte le esperienze che analizzano gli strumenti di analisi, di valutazione e di monitoraggio dei possibili interventi necessari ad accrescere i livelli qualitativi del progetto. Illustrando una serie di tecniche di mappatura, di definizione di indicatori e di metodi e strumenti di supporto alla progettazione inclusiva nella sua più ampia accezione. Il volume è quindi un report delle plurime attività svolte nell’ambito di un tema trasversale che, attraversando diversi ambiti disciplinari, trova la sua collocazione in una serie di approcci metodologici quali il Design for All, il Life Span Design, l’Inclusive Design, l’Universal Design o lo Human Centered Design, tutti riconducibili all’alveo dell’approccio esigenziale-prestazionale appartenente da sempre alla disciplina della tecnologia dell’architettura. Approcci che testimoniano il comune interesse per la progettazione volta ad interpretare i bisogni delle diversità che la persona assume in tutte le differenti fasi della vita. Progettazione tesa a definire soluzioni che valorizzano le diversità piuttosto che omologarsi ad un modello standardizzato del vivere in tutte le variegate forme delle specie di spazi.

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M. DE SANTIS, L. MARZI, S. SECCHI, N. SETOLA

Riferimenti bibliografici Angelucci, A., Cellucci, C., Di Sivo, M., Ladiana, D. (2015). Autonomia, Indipendenza, Inclusione. TECHNE, Journal of Technology for Architecture and Environment, n. 9, pp. 85-96. Conti, C., Tatano, V. (2018). Accessibilità, tra tecnologia e dimensione sociale. In Lucarelli, M.T., Mussinelli, E., Daglio, L. (a cura di), Progettare resiliente. Santarcangelo di Romagna: Maggioli. Engel. G.L. (1977). The need for a new medical model. A challenge for biomedicine. Science, n. 196, pp. 129-136. EU (Commissione Europea) 2010. Strategia europea sulla disabilità 2010-2020. Disponibile su: https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1484&langId=it (consultato nel settembre 2023). Lauria, A. (a cura di) (2003). Persone “reali” e progettazione dell’ambiente costruito, l’accessibilità come risorsa per la qualità ambientale. Santarcangelo di Romagna: Maggioli. Perec, G. (1989). Specie di spazi. Torino: Bollati Boringhieri. UN (United Nations) 2006. Convention on the Rights of Persons with Disabilities. Disponibile su: https://acesse.dev/ CUr4h (consultato nel settembre 2023).

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SMALL

Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola


La sezione tratta il tema dell’accessibilità alla scala dei componenti edilizi, degli arredi urbani e degli ausili personali con un approccio interdisciplinare. Due contributi trattano i requisiti e le specificità di spazi le cui caratteristiche sono tipicamente emblematiche per garantire l’accessibilità: quello dei servizi igienici e quello degli ascensori. In entrambi i casi si propongono soluzioni innovative partendo da un’analisi del quadro esigenziale aggiornato al contesto socioculturale attuale e agli esempi di buone pratiche realizzate in diversi contesti. Il tema delle attrezzature di arredo urbano è affrontato con particolare attenzione alla necessità di coniugare le esigenze dell’inclusione con quella della sostenibilità ambientale delle soluzioni proposte. È il caso delle panchine inclusive, che hanno generato nel nostro paese un interessante dibattito anche a livello politico, e degli elementi di arredo per gli spazi aperti delle scuole. Un altro contributo affronta invece il complesso tema del conflitto tra le esigenze di soggetti non vedenti o ipovedenti e di soggetti con mobilità ridotta nel caso della progettazione delle pavimentazioni tattili. Alla scala degli ausili personali sono proposte soluzioni che, basandosi sulle tecnologie digitali più evolute, anche mutuate da altri settori come quello della robotica, sono volte a facilitare la mobilità di persone diversamente abili. È il caso di dispositivi dotati i sensori per facilitare e rendere più sicuro il movimento di persone cieche e con ridotta capacità motoria, o ancora di sistemi che stimolano gli spostamenti pedonali allo scopo di migliorare la prospettiva dell’inclusione nel design di prodotti per la mobilità attiva, sostenibile e a sostegno della salute urbana. Ne emerge un quadro in cui si comprende come la complessità della progettazione dei componenti edilizi, degli spazi pubblici e degli ausili personali per persone diversamente abili, alla luce delle nuove e mutevoli esigenze di inclusione e di sostenibilità sociale ed ambientale, necessiti di una visione fortemente interdisciplinare e aggiornata al quadro normativo e regolamentare attuale.


SPECIE DI SPAZI - SMALL

Persone sorde e ascensori: una discussione sull’accessibilità e la sicurezza Deaf People Using Elevators: a Discussion about Accessibility and Safety The elevator represents a special part of the building: it is an XXS space, but also a system, a means of transportation, a machinery, a load bearing structure, and, with no doubts, the best device capable of overcoming architectural barriers. The accessibility and safety requirements of elevators have improved over the time as a result of the standards evolution, nevertheless elevators are still inaccessible and unsafe for some categories of users with disabilities. Among them, deaf people are disadvantaged because, in case of a mechanical issue or an entrapment, they can not communicate through the emergency call system (as per EN 81-28 compliance) which is based on verbal communication by voice. The paper presents the initial results of an in progress-research aimed at identifying preferable and safe solutions of elevator use for deaf people. First, the analysis of accessibility requirements and performance of elevators is achieved through the comparison of international standards. Then, the outcomes of a statistical study on the preferences and problems in the use of the elevator by deaf people are presented. The last, and still on-going, research phase is an experiment which consists in testing elevators with altered and/or facilitated control systems by deaf people in order to identify preferable and safe technical solutions.

Elena Giacomello Università Iuav di Venezia. Architetto, PhD in Tecnologia dell’architettura, ricercatore. Le sue ricerche si occupano di accessibilità degli edifici, ascensori accessibili, norme per l’accessibilità e sostenibilità dell’ambiente costruito, in particolare per quanto riguarda i tetti verdi, il verde verticale e sistemi di drenaggio sostenibili. Giovanni Perrucci Università Iuav di Venezia. Ingegnere-Architetto, PhD in Tecnologia dell’architettura, assegnista di ricerca. La sua ricerca insiste su due filoni: (i) comfort e accessibilità, utilizzati come metodi per misurare la qualità degli spazi abitati, interni ed esterni; (ii) l’uso di elementi basati sulla natura per mitigare gli effetti del cambiamento climatico in città. Dario Trabucco Università Iuav di Venezia. Architetto, PhD, professore associato in Tecnologia dell’architettura. I suoi interessi di ricerca toccano diversi argomenti chiave della disciplina, che vanno dall’accessibilità e la mobilità verticale, fino alla valutazione del ciclo di vita e gli aspetti tecnici degli edifici alti e complessi. Marco Costa Università di Bologna. PhD in Psicologia sperimentale presso l’Università di Bologna. Professore associato e responsabile del Laboratorio di Psicologia ambientale presso il Dipartimento di Psicologia, Università di Bologna. I suoi principali focus di ricerca vertono sulla psicologia ambientale, sull’ergonomia e fattori umani, con particolare enfasi sulla progettazione universale e sulla sicurezza nel progetto della strada. 20


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Bagno pubblico: uno standard per la città inclusiva Public Restroom: a Standard for the Inclusive City The UN Convention on the Rights of Persons with Disabilities, based on the principle of “Leaving no one behind,” has given new inputs to inclusion policies. Disability is a complex and multidimensional concept that highlights the interactions between functions and body, activities and environmental factors. The International Classification of Functioning, Disability and Health emphasizes the importance of public services for health, hygiene, and the development of new standards to ensure accessibility to all public spaces. For non-disabled individuals, accessible restrooms may represent inclusion, but for many people with disabilities, restrooms designed for them are often interpreted as a place of nonbelonging. The complex intersections between the concepts of citizenship, bodies, restrooms, and disability reflect the complexity of the theme of inclusivity of people with disabilities. The reflection focuses on the development of standards for public restroom facilities for accessible and healthy cities for all, according to inclusive urban planning that does not treat people with disabilities as a separate entity or that is even disabling. The able/disabled division has become so strong that the needs of those who do not fall into either category remain unsolved, in contrast to the social model of disability based on human and civil rights. The right to use the restroom, when, where, and how often one wants, is important for all people. The contribution presents a state of the art of Italian legislation and international experiences in recent years. It is important that public restrooms are accessible and inclusive for all, regardless of their physical or mental condition, and that greater attention is given to such issues in design and urban planning. Only in this way can the equality and inclusion of all people in society be guaranteed.

Maria De Santis Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Architetto, PhD, professore associato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. I suoi interessi di ricerca vertono sui temi della progettazione ambientale, dell’accessibilità e dell’abitare sociale. 28


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Circular Outdoor Furniture for Schoolyards: Promoting Social Inclusion and Outdoor Learning Circular Outdoor Furniture per i cortili scolastici: promuovere l’inclusione sociale e l’apprendimento all’aperto Sebbene siano stati compiuti notevoli progressi nella progettazione di scuole nZEB, maggiore attenzione dovrebbe essere posta alle caratteristiche dei loro spazi esterni. Negli ultimi anni, e soprattutto dopo la recente epidemia di COVID-19, i cortili scolastici hanno, infatti, acquisito maggiore importanza diventando oggetto di ricerca rispetto alle loro caratteristiche ambientali e funzionali. In quest’ambito è interessante notare come sia cresciuto l’interesse verso il design dell’arredo urbano, inteso come elemento capace di rigenerare gli ambienti esterni, trasformandoli in luoghi attrattivi, adatti a favorire nuove relazioni e creare un impatto sociale positivo. Partendo da questa riflessione, l’articolo esplora il tema della progettazione di componenti di arredo urbano sostenibile, realizzati con materiali innovativi ed ecocompatibili, e utilizzabili per migliorare la funzionalità degli spazi per l’apprendimento, promuovendo l’inclusione sociale e la sostenibilità ambientale. Nel dettaglio, saranno presentanti alcuni dei risultati della ricerca Re-Active City, inerenti l’attività sviluppata con gli studenti del Laboratorio Materiali e Processi Innovativi del Corso di Laurea Magistrale in Disegno Industriale di UNIFI, finalizzata a realizzare sistemi di arredo modulari e a basso impatto ambientale ispirati dai principi dell’economia circolare e in grado di migliorare il microclima esterno degli edifici scolastici.

Rosa Romano Università degli Studi di Firenze. Professore associato di Tecnologia dell’architettura. La sua ricerca si focalizza sui temi inerenti la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico degli edifici, approfondendo il tema della progettazione ambientale applicata ai sistemi insediativi nuovi ed esistenti ed alla gestione dei processi edilizi complessi. Antonia Sore Università degli Studi di Firenze. Architetta e assegnista di ricerca presso il DIDA. La sua ricerca si focalizza sui temi inerenti alla progettazione sostenibile approfondendo il tema delle trasformazioni urbane resilienti al clima, salute, mobilità ed economia circolare. Ha acquisito numerose esperienze all’estero, lavorando in team multidisciplinari con particolare riferimento alle pratiche di nuovi processi ed approcci alla progettazione integrata. 38


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Panchine per tutti tra inclusione e design ostile Benches for All between Inclusive and Unpleasant Design In recent years, a new model of bench defined as “inclusive” has been installed in many Italian cities and villages. It is a seat intended for parks and urban areas characterized by the absence of a central seat, a void with a backrest, almost always distinguished by the international Symbol of Accessibility, in which a person using a wheelchair should sit. The product, marketed by many companies, and made with different materials and shapes, had a great response from the municipal administrations and was chosen and exhibited, emphasizing its inclusion characteristics. Actually, the response from stakeholders was critical, both with respect to the functionality of the product and the message it implies. At the same time this bench can be considered as an anti-homeless bench, since it is impossible to lie down on it and, in this sense, its adoption could be considered ambiguous. The paper proposes a reflection on outdoor seating and how such simple objects can be read as inclusive but also considered as examples of Hostile Architecture or Unpleasant Design, understood as a set of strategies implemented to control and influence people’s behaviour within public space, in whose sphere of action there is often the risk of confusing objects and functions. Benches with armrests, for example, can be considered as anti-loiter seats since they prevent the homeless from lying down, but at the same time the armrests are valid aids for elderly people who can support themselves to get up and sit down.

Valeria Tatano Università Iuav di Venezia, Dipartimento di Culture del Progetto. Architetto, PhD, professore di Tecnologia dell’architettura. 46


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Insightful Design of Tactile Pavings for “Social Fabric” Preservation Preservare il tessuto sociale attraverso un’attenta implementazione dei sistemi informativi tattili Il “tessuto sociale” che costituisce le nostre comunità è composto da persone che percepiscono e vivono gli spazi urbani in modo differente. È quindi necessario progettare spazi che si adattino alle abitudini e alle esigenze di tutti gli utenti; questo diventa particolarmente importante per consentire la fruibilità alle persone con disabilità. Negli ultimi vent’anni sono state progettate e applicate diverse soluzioni per consentire alle persone con disabilità una fruizione autonoma della città, ma molte sono postume e hanno modificato l’aspetto dei luoghi creando nuove barriere architettoniche involontarie. Un esempio è quello delle pavimentazioni tattili che, progettate per aiutare i disabili visivi, possono modificare il modo in cui altri utenti, come quelli con difficoltà motorie, si muovono. Si apre quindi un dibattito su come creare luoghi più inclusivi, capaci di adattarsi positivamente alle diverse esigenze. Questo contributo vuole esaminare come gli spazi possano essere (ri)progettati attraverso un uso più attento di questi ausili. In un primo momento, si analizzano le pavimentazioni tattili per comprenderne le caratteristiche e l’applicazione. Successivamente, viene indagato il rapporto di questi sistemi con contesto e diversi utenti, per capire come si modificano i luoghi e quando si creano barriere architettoniche involontarie. Si studiano poi possibili soluzioni per garantire l’inclusività e coordinare la progettazione, analizzando possibili buone pratiche.

Chiara Scanagatta Università Iuav di Venezia, Dipartimento di Culture del Progetto. PhD in Tecnologia dell’architettura presso l’Università Iuav di Venezia, dove lavora come assegnista. La sua ricerca si concentra sulla progettazione sostenibile, sistemi costruttivi innovativi e tecnologie digitali per la manutenzione degli edifici. 54


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Ausili smart e low cost per persone con disabilità: microcontrollori, sensori e attuatori per l’inclusione Smart and Low-cost Aids for People with Disabilities: Microcontrollers, Sensors, and Actuators for Inclusion Aids for persons with disabilities are all the products, tools, equipment and technological systems of specialized production or common trade, used by persons with disabilities to prevent, compensate, alleviate, or eliminate an impairment, disability, etc. (EN ISO 9999, 2022). In Italy, the National Health Service funds aids, following certification of a disability status, under medical prescription. For this purpose, aids are classified within an official list, called “Nomenclatore tariffario” (DPCM 12.01.2017), which is not always updated to the latest technologies. This list can be modified using the “referability” principle. Through referability it is possible to obtain funding for an aid even if it is not included in the official list if its function is like the function of an included one. However, the most innovative aids are also expensive and the process for referability is very long. The paper sets out the first results of a multi-year research project, leaded by Department of Architecture of the Roma Tre University, aimed at overcoming disabilities with the support of innovative technologies. With the aim of reduce costs and broaden the audience of users, the research focused on technology transfer from the field of robotics and systems based on microcontrollers, sensors, and actuators, with reference to low-cost and open-source technologies. Following an updated state of the art, the paper will describe the design and prototyping process of two aids: a wheelchair controlled by head movement via accelerometer, useful for quadriplegics, and a long white cane replacement glove, capable of warning of the presence of obstacles, via ultrasound. Critical considerations inherent in the scale-up from prototype to product will be made on both projects.

Antonio Magarò Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Architettura. Architetto, European PhD, professore a contratto presso Sapienza Università di Roma. Già visiting assistant professor presso la HTWG di Konstanz (DE, 2017), visiting PhD student presso la RWTH di Aachen (DE, 2018-2019) e visiting researcher presso la Universidad de Boyacá di Sogamoso (COL, 2022). 62


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Inclusione e mobilità urbana sostenibile: esplorazione del framework Design for Movability Inclusion and Sustainable Urban Mobility: Exploring the Design for Movability Framework The inclusion concept determines the transition of urban mobility towards sustainability. Also, considering the needs of older people, the disabled, and people who experience socioeconomic disadvantages in urban sustainable mobility are design challenges. These topics can be addressed with the Design for Movability (DxM) framework which refers to the human ability to move and promotes walkability and the usage of emergent technologies. The DxM framework embraces aspects of (i) urban sustainable mobility through micro-mobility, (ii) urban health and well-being through walkability and physical activity, and (iii) the design-enabled innovation paradigm through product and service design disciplines. We propose to discuss inclusion issues within the DxM framework through design concepts created among research initiatives of an academic laboratory engaged in design research activities for sustainable urban mobility. The concepts are mainly related to product design solutions for improving eco-sustainable mobility, enabling walkability, and promoting health behaviours through active mobility. By matching the DxM framework and Universal Design Goals, five crucial topics were identified to understand how to improve the inclusion issues in the DxM framework, specifically for the disciplines of products and products-service systems. Finally, the implications of designing sustainable urban environments that meet people’s needs for inclusive and sustainable urban mobility are discussed.

Alessandra Rinaldi Università degli Studi di Firenze. Architetto, PhD, professore associato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La sua ricerca è focalizzata sul design di prodotti e servizi innovativi, inclusivi e sostenibili, per la persona e per lo spazio e per la mobilità urbani. Daniele Busciantella Ricci Università degli Studi di Firenze. PhD in Design, è ricercatore a tempo determinato (rtda) presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La sua ricerca si focalizza sul design di servizi inclusivi per l’innovazione sociale tramite l’applicazione della ricerca attraverso il co-design. Sara Viviani Università degli Studi di Firenze. Dottoranda in Design, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La sua ricerca si focalizza sull’integrazione della design research a supporto dei modelli emergenti di mobilità urbana sostenibile. Jonathan Lagrimino Università degli Studi di Firenze. Laurea Magistrale in Design, borsista di ricerca presso il Laboratorio di Innovation in Design & Engineering (IDEE Lab) dell’Università degli Studi di Firenze. Le sue attività di ricerca mirano alla progettazione e all’innovazione di sistemi prodotto-servizio nel campo della mobilità sostenibile. 72


MEDIUM

Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola


La sezione tratta il tema dell’accessibilità alla scala dello spazio costruito per evidenziare l’importanza e le sfumature dei diversi aspetti che emergono dall’esigenza del benessere psico-fisico delle persone, nelle loro diversità, e in tutte quelle specie di spazi che descrivono i momenti del quotidiano nell’uso pubblico e privato. I diversi contributi passano in rassegna una serie di aspetti, a volta trascurati e rimossi, che di fatto negano la facilità d’uso e annullano gli effetti che può avere lo spazio sulla crescita e la formazione delle nuove generazioni. Tra questi è possibile sottolineare: il valore dell’intelligibilità delle parole, come fattore di inclusività negli spazi dedicati alla formazione; le opportunità delle strategie partecipate e condivise, che possono determinare un cambio di paradigma capace di interpretare i reali bisogni e promuovere il benessere psico-fisico attraverso soluzioni progettuali inclusive; le politiche come strumento di valorizzazione dell’accessibilità, come la Legge 338/2000 per le residenze universitarie. Soluzioni progettuali per formare e abilitare, declinati nelle diverse specie di spazi per rispondere ai bisogni della fase di crescita individuale e condivisa, ai bisogni di socialità, fino a quelli più complessi determinati dalla detenzione o dalle disabilità intellettive. Viene affrontata l’esigenza di abitare spazi che siano in grado di trasformarsi in ambienti protesici, dallo sviluppo di soluzioni progettuali basati sui principi di sicurezza e protezione anticaduta del modello SHAFE, fino ai livelli prestazionali richiesti per l’Home Health Care. Dai contributi emerge da un lato la complessità dei diversi aspetti, che interagiscono con la progettazione inclusiva degli spazi sia pubblici che privati, dall’altra l’originalità e l’interesse tracciato dalle ricerche interdisciplinari e dagli esempi di sperimentazioni progettuali in grado di incidere sull’aggiornamento del quadro normativo vigente.


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Prevention through design per la progettazione di ambienti SHAFE a prova di caduta Prevention Through Design for SHAFE Environments Fall-proofing Back in 2002, the World Health Organization stated that “Population ageing is a triumph of humanity but also a challenge to society” and, recently in 2021, stated that “Our chances of being injured or dying as a result of a fall increase with age across the globe”. These are worrying realities because falls are a growing and under-recognized public health issue. Indeed, the rise in the number of the elderly, coupled with a lack of suitable for existing houses, poses the dilemma of adequate housing provision that will allow the elderly to age in the right place, protecting their autonomy, independence and safety. Recently, SHAFE (Smart, Healthy, Age-Friendly Environments) has been proposed as a design approach to face the challenge of ageing. SHAFE model is focused on two goals: the promotion of smart and inclusive solutions to improve the independent life throughout the life course, regardless of age, gender, disabilities, cultural differences and personal choices; the optimization of social and physical environments, supported by digital tools and services. Based on a literature review, the paper discusses the contribution of environmental design for improving SHAFE environments fall-proofing and build living spaces really responding to the changing needs of people. As result, a general framework of environmental requirements for the design of SHAFE environments fallproofing is presented, in which technological and functional-spatial aspects can support healthy ageing.

Erminia Attaianese Università degli Studi di Napoli Federico II, Dipartimento di Architettura. Professore associato di Tecnologia dell’architettura. Docente di Ergonomia Applicata e User Centred Design, coordina le attività del Laboratorio di Ergonomia Applicata e Sperimentale (LEAS). L’attività di ricerca riguarda la progettazione human centred di ambienti, prodotti e sistemi; la progettazione ambientale per la sostenibilità, la sicurezza e la tutela della salute; la progettazione inclusiva e il Design for All; il progetto per l’usabilità e l’accessibilità di spazi, prodotti e servizi. Mariangela Perillo Università degli Studi di Napoli Federico II, Dipartimento di Architettura. Architetto, PhD student in Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. 82


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Carcere minorile e spazi aperti: dalla ricerca al progetto del benessere Outdoor Juveniles Carceral Spaces: from Research to Design for Well-being The paper discusses some data about juvenile detention in Italy and presents the results of a participatory regeneration process in a prison outdoor area in Rome. According to the data, the number of detained juveniles in Italy is low, and the whole prisons have several maintenance and space organization issues. The open space interested in the project is an empty, neglected garden of about 600 sq.m. used during school breaks. The research in action develops six steps. 1. Questionnaires were initially delivered to the prisoners to understand their profiles, needs, and perspectives. 2. A workshop was held during school hours in the morning, with a twofold objective of providing basic knowledge on measuring the spaces and applying the acquired skills to draw the outdoor area. 3. The participants then created a simple model of that area to identify their requests. 4. The research team developed the final project approved by the direction of the prison. 5. Currently, the activities for implementing the project are underway with the direct participation of the prisoners. 6. At the end, an evaluation of the use of the space is planned. The paper discusses the whole design process and focuses on the crucial problems of prison architecture, where the rules are strict. Promoting the psycho-physical well-being of users, already deprived of their freedom, is a challenge for research and design, and it is part of the fourth academic mission.

Francesca Giofrè Sapienza Università di Roma, Dipartimento Architettura e Progetto. Architetta, PhD, professoressa associata di Tecnologia dell’architettura. 92


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SpInLAB: progettazione inclusiva e partecipata per promuovere l’inclusione nelle scuole SpInLAB: Inclusive and Participatory Design to Promote Inclusion in Schools Istat reports 3,8% of students with disabilities, 5% more than last year. Many students (8%) present Special Educational Needs, which are increasing quickly (+23% in the last 4 years). Italian schools (60%) still have physical barriers and only a few have adopted sensory-perceptive facilities. Inclusion in the school setting increases social interaction, integration and understanding. It is the “genuine opportunity to participate in the whole life of the school to the best of pupils’ abilities” (Mcallister e Hadjri, 2013). An inclusive space is safe, supportive, caring, and promotes pupils’ sense of belonging (Jebril, Chen, 2021). Innovative spaces for “21st century learning” are mobile, agile and flexible (Cardellino e Woolner, 2020). Design should be a social practice and should create knowledge exchanges to renew schools and learning methods and promote community involvement (Fianchini, 2021). This paper is presenting SpInLAB: a pilot of inclusive spaces for innovative learning models in primary school. Specific needs have been considered by a co-design process which involved students, teachers and school psychologists, to promote inclusion by the configuration of flexible multisensory spaces for all. SpInLAB will support active and participatory learning by spaces where pupils can move freely, make choices, work in groups or individually, self-build the space by adaptable furniture, participate in low or high stimulus activities, learn from the environment by senses.

Elena Bellini Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura, Centro Interuniversitario TESIS. Architetto, PhD in Tecnologia dell’architettura con tesi su autism-friendly e sensory design, con cui vinceil premio FUP 2018. Assegnista di ricerca e docente a contratto presso il DIDA–UNIFI. Co-founder della startup DU IT, con il ruolo di co-CEO e responsabile R&D. Membro di Centro TESIS e SITdA. Nicoletta Setola Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura, Centro Interuniversitario TESIS. Architetto, PhD, professore associato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La sua ricerca si concentra su edilizia socio-sanitaria e impatto dell’ambiente costruito sulla salute e sui comportamenti delle persone. Membro di Centro TESIS e SITdA. Alice Beconcini Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura, Centro Interuniversitario TESIS. Studente in Scienze dell’Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze, classe 2001. Stagista all’interno del Centro Interuniversitario TESIS. 100


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Comfort acustico e accessibilità a scuola Acoustic Comfort and Accessibility at School Noise pollution is one of the most disturbing environmental factors, which may affect health and cognitive activities. In school environment, acoustic quality is a paramount requirement for successful educational activities; in this specific context, acoustics depend on both incoming noise from outside and internal reverberation time, both of which can directly impact the speech intelligibility. Even though national legislation and standards have acknowledged the importance of good acoustic quality within places of learning, the Italian school building stock is mainly composed of old buildings, often born with a different intended use, which have inadequate reverberation times. High reverberation times cause discomfort to all users, teachers, and pupils, especially in subjects with language or learning deficits or more or less severe hearing impairments. For these individuals, poor acoustics is a real perceptual barrier, limiting the accessibility of school spaces. In this context, the Department of Architecture of Florence in collaboration with the Municipality of Florence and the IOPARLO Association (a group of families with children with hearing impairments) has carried out many measurements within classrooms of primary and secondary schools, to design and implement acoustic correction interventions. Parents of hearing-impaired pupils have always appreciated the results achieved within school environments, which have greatly improved the listening conditions of their children.

Veronica Amodeo Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Architetto e tecnico competente in Acustica. Attualmente dottoranda in Tecnologia dell’architettura presso l’Università degli Studi di Firenze. Le sue attività di ricerca rientrano nell’ambito dell’acustica architettonica, in particolare della qualità acustica degli ambienti pubblici. Simone Secchi Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Professore associato di Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Svolge attività di ricerca nel campo della qualità ambientale, dell’analisi prestazionale dei componenti edilizi, dell’acustica e dell’illuminotecnica in ambienti interni ed esterni. 110


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Wood Snoezelen. Ambienti multisensoriali in legno per la cura e la riabilitazione di persone con disabilità intellettive Wood Snoezelen. Multisensory Wooden Environments for the Care and Rehabilitation of People with Intellectual Disabilities The paper wants to present the result of a research project, funded by Università Iuav di Venezia and Consorzio Legno Veneto, focused on the study and design of a “Snoezelen” room built with wooden components. “Snoezelen” refers to closed environments equipped with multisensory instrumentation to stimulate the senses of people with intellectual disabilities and non-self-sufficiency through the help of an experienced therapist. The design of environments for caring and rehabilitation requires an appropriate choice of building technologies: recent studies have shown that wood is an ideal material for the design of environments for non-self-sufficient people and people with autism spectrum disorders; the use of wood as a building material could be therefore considered as optimal for the design of Snoezelen environments. The increase and diffusion of these environments, especially in schools, could lead to an increase both in the number of students who can undertake a rehabilitation process and in the sensory-perceptive aids available to the school. The goal of the research was the design of a wooden Snoezelen environment, supported by guidelines for its implementation and an evaluation schedule for its use. In particular, the environment was designed by applying construction techniques in wood as a material for cladding, finishing, and interior components. The first example of Wood Snoezelen is currently being built in a Veneto primary school.

Agata Tonetti Università Iuav di Venezia. Architetto, si laurea in architettura nel 2020, nello stesso anno consegue l’abilitazione alla professione. Da settembre 2020 è assegnista di ricerca (ICAR/12) presso l’Università Iuav di Venezia e si occupa di tematiche riguardanti gli ambienti per le persone fragili e di riqualificazione energetica. Massimo Rossetti Università Iuav di Venezia. Professore associato in Tecnologia dell’architettura, abilitato in prima fascia dal 2021; referente Iuav per spinoff universitarie, svolge attività di ricerca sui temi del technology transfer, della riqualificazione energetica e degli ambienti inclusivi per persone con disabilità intellettive. 118


SPECIE DI SPAZI - MEDIUM

L’inclusività nei luoghi della formazione. Il progetto dell’accessibilità nelle residenze universitarie Inclusiveness in Educational Places. The accessibility Project in University Residences Among the 1,600,000 students enrolled in Italian universities, 36,000 have a disability, and although universities have implemented policies aimed at inclusiveness, the number of applicants is still small when compared with the European average. There are many reasons for this, but there is no doubt that the difficult accessibility of educational spaces contributes to keeping this percentage low. Regarding the design of university residences, which are now real places of training, the reference legislation (Law 338/00) and the decrees that define their qualitative and quantitative standards, have distinguished themselves since they were first issued, also for the attention paid to the issue of accessibility. Allocation of 5% of the accommodation places to students with disabilities, 10% increase in the available surface area, and the presence of toilets for users with disabilities on all floors where there are collective service areas are just some of the regulatory constraints that have allowed an increase in the level of accessibility and inclusiveness of the facilities. The contribution, thanks to 20 years of research activity on the subject, aims to return a critical picture of the state of the art in Italy and Europe related to inclusivity in university residences in Italy, analyzing, through case studies, some solutions adopted at the design stage in reference to the specific building structure and the urban context.

Claudio Piferi Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura, Centro Interuniversitario TESIS. Architetto, PhD, professore associato di Tecnologia dell’architettura, svolge attività di ricerca nell’area della progettazione tecnologica dell’architettura e della gestione dei processi di intervento. Ha preso parte a ricerche di matrice metodologica e metaprogettuale e a ricerche sui sistemi informativi finalizzati al progetto. Valentina Spagnoli Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura, Centro Interuniversitario TESIS. Architetta e dottoranda del XXXVII ciclo in “Sostenibilità del progetto costruito e del sistema prodotto” cv. Tecnologia dell’architettura. Nella ricerca si occupa di residenze intergenerazionali temporanee per studenti e anziani autosufficienti, di rigenerazione urbana e sociale. 126


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Inclusive and Educational Spaces for Children with Autism Spazi inclusivi e educativi per bambini con autismo La ricerca analizza i bisogni specifici dei bambini con disturbi dello Spettro Autistico per capire come progettare spazi educativi accessibili e inclusivi, proponendo una sperimentazione in una scuola primaria a Casale Monferrato (Italia). Grazie al lavoro sul campo e alla collaborazione diretta degli educatori che seguono i bambini con autismo, si identificano i requisiti che devono essere soddisfatti per il benessere psicofisico, l’accessibilità e l’inclusione. I bambini con autismo hanno bisogni molto specifici in relazione all’organizzazione dello spazio e al comfort dell’ambiente costruito. L’analisi del loro comportamento in classe e la collaborazione con gli educatori sono cruciali per fornire soluzioni specifiche per integrarli nella comunità scolastica. Il concept progettuale prevede il recupero dell’edificio scolastico migliorandone le prestazioni energetico-ambientali e trasformandone il layout per rendere l’ambiente costruito più accessibile, inclusivo e ricco di affordances, valorizzando inoltre l’uso degli spazi esterni.

María Alejandra Sánchez De Oliveira Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design (DAD). Junior architect from the Universidad Central de Venezuela, with a master’s degree in sustainable architecture from the Politecnico di Torino in Italy. Distinguished for being creative, responsible, and passionate about the inclusive and Universal Design. Antonia Ballesteros Rodríguez Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design (DAD). Junior architect from the Pontificia Universidad Javeriana Bogota with a master’s degree in sustainable architecture from the Politecnico di Torino in Italy Characterized by being collaborative, determined, creative and passionate about interior design. Lorenzo Savio Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design (DAD). Architect and associate professor of Architectural technology at Department of Architecture and Design – Politecnico di Torino, member of TAL – Turin Accessibility Lab. 134


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La flessibilità come strategia per l’abitare al mutare delle esigenze di utenti che invecchiano Flexibility as a Strategy for Living for the Changing Needs of Frail Users The housing issue has always interested academic research and now acquires a renewed urgency due to the dimension it takes on fragile users, the elderly and people with disabilities. There is widespread housing deprivation determined not only by affordability issues, which can be traced back to the discrepancy between prices and disposable incomes (Peverini and Caramaschi, 2021), but to a set of components that push the user away from housing normality (Nomisma et al., 2020) and from a quality living condition. On the one hand, in 2020 residential units owned by individuals accounted for 92.3 percent of the total, almost 40 percent of which were owned by people over 65 (Recrowd, 2022), heralding a clear need for “inclusive” aging (Falasca, 2020) due to the prospect of reductions by users in physical and sensory capabilities and, therefore, demographic fragility. On the other hand, the average income declared by individuals who own property is so low (Recrowd, 2022), showing a population in fragile economic and social conditions. These aspects highlight the risk that users, who with the passage of time will acquire, due to physiological or pathological causes, more or less severe fragility, are not guaranteed a housing condition adapted to their changing needs and are not even in a position for economic reasons to change or renovate their housing. Furthermore, public housing for elderly are not enough for the population. In this direction, flexibility emerges as a possible Human Centered Design strategy that allows users with changing needs, due to progressive loss of motor and sensory abilities, to choose the suitable solution among the possible ones and readjust it easily or at low cost, in line with the principles of sustainable development. Referring to the results of a previous research on the topic of flexibility (Calcagnini, 2018), this paper aims to return, on the basis of virtuous examples, what forms and types of flexibility can become a useful design tool to therefore ensure the accessibility and usability of spaces for frail people who remain in their homes.

Laura Calcagnini Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Architettura. Ricercatore TDa presso il Dipartimento di Architettura, Università degli Studi Roma Tre. Architetto, PhD in Energetica (XX ciclo), visiting professor presso presso l’Università di Pècs (2023) e la Universidad de Boyacà in Sogamoso (Colombia, 2022). 142


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La casa come luogo di cura. Come l’abitazione può supportare l’invecchiamento The Home as a Place of Care. How Housing can Aupport Aging in-place The paper presented here is part of a study in progress on the complexity of the relationships between aging in place and the characteristics of the living space and its equipment. The goal of “spaces suitable for the elderly” which over the years has seen the promotion of “grey” literature, mainly aimed at guiding the work of public administrations and social investment programming, finds in the “digital transition” – recognized by recent funding programs – the upgrade to improve both access to assistance (telemedicine) and autonomy, independence of elderly people within their home, through home automation systems integrated into the space/furniture system. Faced with a settlement demand aimed at a predominantly elderly population and recent digital advances, the contribution investigates the topic of the adaptability of homes to the changing needs of elderly people and identifies the possible areas of integration, within the living space, of smart technologies with Universal Design criteria. This step has involved a broad reflection on the user/designed system/ environment relationship. On the one hand, these interactions can be physical, through the search for dimensional, material and sensory relationships with which to control the coherence and appropriateness of the inputs emitted by the artefacts with the physiological structures of individuals. On the other hand, they can be filtered by highly technological devices capable of weighing these inputs with respect to the individual characteristics of possible users.

Cristiana Cellucci Università Iuav di Venezia. Ricercatrice presso l’Università Iuav di Venezia in Prograttazione Tecnologica e Ambientale dell’Architettura. Il suo lavoro di ricerca è focalizzato sul ruolo del “fattore umano” come parte integrante del processo di progettazione attraverso la ricerca di soluzioni e sistemi innovativi che migliorano le interazioni degli utenti con i luoghi, le attrezzature e le tecnologie che li circondano. 150


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L’accessibilità agli spazi per la terza età: rapporto ambiente-fruitore nelle strategie progettuali Accessibility to Spaces for the Elderly: Environment-user Relationship in Design Strategies The goal of Environmental Technological Design turns out to be user well-being in everyday living environments. The advent of human centered and performance-based design approaches has progressively elevated environmental sustainability issues with a view to decarbonizing the most energy intensive sectors. Accessibility becomes central to design, defining an articulated methodological/design framework that adheres to the needs of the user. The legislation defines accessibility as “the possibility for people with reduced mobility (PMR) or impaired mobility, to reach the building and its individual building and environmental units, to enter it easily and to enjoy spaces and equipment in conditions of adequate safety and autonomy”: increasing the field of common vision, accessibility defines social opportunities and knowledge, seen as a “collective resource” involving social, economic, and environmental aspects. The improvement of the degree of accessibility of a place, good or service should not only be achieved through a process of elimination or removal of obstacles and architectural barriers contemplated by current legislation, but also through a process of adduction, aimed at integrating into the environment with equipment and services that it lacks. In this view, the contribution aims to define the key-guidelines to provide a methodological framework toward a conscious design, setting as a key focus an example of technological-experimental design in Lunghezza (Rome).

Giada Romano Sapienza Università di Roma, Dipartimento PDTA. Architetto, è RTdA presso il Dipartimento PDTA della Sapienza, dottore di ricerca in Progettazione tecnologica ambientale. Svolge attività di ricerca nell’ambito delle strategie di mitigazione climatica con riferimento ai temi di efficienza energetica e circolarità delle risorse naturali. Marco Giampaoletti Sapienza Università di Roma, Dipartimento PDTA. Architetto, è RTdA presso il Dipartimento PDTA della Sapienza Università di Roma, dottore di ricerca in Progettazione tecnologica ambientale, con master di II° in Environmental technological design, svolge la sua attività di ricerca nell’ambito delle strategie di mitigazione climatica. Fabrizio Amadei Sapienza Università di Roma, Dipartimento PDTA. Dottorando presso il Dipartimento PDTA della Sapienza, con master di Il° in Uso delle energie rinnovabili e legno e di I° in BIM, svolge attività di ricerca nell’ambito delle strategie green per la mitigazione climatica, di didattica nel design commerciale e nella progettazione esecutiva. 158


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Abitare interdipendente. Progetti a confronto tra autismo, disabilità e Alzheimer Interdependent Living. Design Examples in Autism, Disability, and Alzheimer Ongoing PhD research on living spaces for people experiencing an atypical physical or mental condition gives the opportunity to reflect on how these spaces look at “collective” ways of living that try to harmonize both autonomy and care of the person. The proposed thesis is that these types of residential facilities reflect rhetorical narratives on inclusion and that the design of such living environments could be strategic to break the rhetoric and imagine better housing options for those neurodivergent, with dementia or cognitive impairment. The contribution will illustrate and analyse some design examples of housing options for adults that are not autonomous, with the aim of bringing significant reflections on architecture and well-being to the fore. Designers and researchers have the chance to imagine new paradigms of living and caring, in an interdependent way, and rediscover the role of architecture in designing spaces for the well-being and self-determination of fragile people themselves and for the society.

Anna Dordolin Università degli Studi di Trieste. Architetta, dottoranda in Architettura presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura. È stata assegnista di ricerca nel progetto SENSHome, Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020. Dal 2012 svolge attività di progettazione di spazi abitativi per persone anziane, con demenza o deficit cognitivi e sensoriali. 166


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Approcci interdisciplinari al progetto di adeguamento funzionale e ambientale dell’architettura storica: il Museo Leonardiano di Vinci Interdisciplinary Approaches to the Functional and Environmental Enhancement of Historic Architecture: the Museo Leonardiano in Vinci This contribution shows how the interdisciplinary approach – historical research and architectural planning – created the best conditions to draw up the project for the adaptation of the installations and accessibility of the Leonardo Museum in Vinci, which has been located in the ancient Rocca dei Conti Guidi (also known as “Castello dei Conti Guidi”) since 1953. The events that have interested the monument are therefore retraced, pointing out how historical research (conducted by the University of Florence, starting in 1999) has made it possible to specify not only the construction phases that led to the layout of the Rocca, but has also made it possible to know the stratification of the most recent interventions with indications on the morphological, material and structural characteristics of the individual parts. All this, as will be explained, allowed Studio Jaff to calibrate the interventions by concentrating them on the parts already affected by the ‘restoration’ work planned by Piero Sanpaolesi in 1939.

Emanuela Ferretti Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Docente di Storia dell’architettura al Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Firenze. Collabora con continuità con istituzioni fiorentine, come le Gallerie degli Uffizi, la Fondazione Casa Buonarroti e l’Opificio delle Pietre Dure. Dirige la rivista di Storia dell’Architettura Opus Incertum. Alessandro Jaff Jaff associati. Ingegneria e architettura. Si laurea in Architettura nel 2001, presso l’Università di Firenze, con una tesi in progettazione architettonica col massimo dei voti. PhD in Progettazione architettonica e erbana, è associato dello studio Jaff Associati nel quale lavora dal 2001. 174


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Open! Progetti e strategie curatoriali museali per l’inclusività Open! Design and Curatorial Museum Strategies to Inclusiveness Research confirms that museums are health allies (Fancourt and Finn, 2019). Under this assumption, all should be guaranteed physical, psychological, sensorial, and cultural access to museum sites. Being a place “open to the public, accessible and inclusive” and fostering “diversity and sustainability,” a museum project should consider encountering all deficits and the absence of cultural barriers. To become completely inclusive, the museum needs to work on differences, considering diversity a value and excluding the dichotomy of normalitydisability in favour of the coexistence of differences. As public places, Italian museums are usually hosted inside accessible buildings. On the contrary, the exhibit layout is not automatically accessible – due to the high of the objects and panels, font size, layout of captions, color of the rooms, integration of languages, and multimedia – and rarely embeds systems dedicated to the audiences’ deficits. Through the discussion of selected case studies and best practices, the paper illustrates the strategies that will lead the refurbishment project of the Ceramic Museum of Montelupo Fiorentino (FI). It considers the experiences of renowned museums, like the Van Abbe Museum in Eindhoven, and the Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum in New York, USA, little performing museums such as the Museum Benozzo Gozzoli in Castelfiorentino, Italy. The paper merges the curatorial and exhibit design perspective. The design translates the curatorial message into a space installation. Still, speaking about inclusiveness, accessibility, and fruition, one cannot exclude aspects like narrative, inclusive language, and specific use of off site and online instruments. Everything should be calibrated and designed accordingly. Therefore, refurbishing the Ceramic Museum is the occasion to consider the new exhibit design as a laboratory for inclusiveness and the ground for implementing best practices in little museums.

Giada Cerri Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Architetto e PhD in Management and development of cultural heritage (IMT Lucca), è docente a contratto e assegnista di ricerca presso il DIDA, UNIFI. Con l’attività didattica e di ricerca porta avanti la pratica professionale, occupandosi di consulenza, progettazione e allestimento museale. Lorenza Camin Direttrice scientifica del Museo della ceramica di Montelupo Fiorentino. Archeologa, ha svolto attività lavorativa in ambiti differenti che spaziano da mansioni di responsabilità in progetti di scavo e di ricognizione a incarichi di consulenza scientifica per l’allestimento di percorsi museali e curatela mostre. Attualmente è direttrice scientifica del Sistema Museo Montelupo (Montelupo Fiorentino, FI). I paragrafi Introduzione, Casi studio e buone pratiche, Discussione sui casi studio sono da attribuire a Giada Cerri, il paragrafo Conclusioni è da attribuire a Lorenza Camin. 182


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Il piano inclinato per esplorare una progettazione inclusiva. Esperienze compositive dai borghi rurali del Friuli-Venezia Giulia The Inclined Plane to Explore Inclusive Design. Compositional Experiences from the Rural Villages of Friuli-Venezia Giulia In the context of the rural villages of Friuli-Venezia Giulia, faced with a wide range of heritages, both tangible and intangible, the architectural project offers an opportunity to rethink a new regenerative approach. We want to identify some possible strategies to formulate projects for the reuse of the existing building heritage in a sustainable key, prioritising the use of design tools to favour the rebirth of public and private spaces, which are accessible to the community and become promoters of a socially inclusive life. The project on an architectural scale becomes a tool for overcoming from the outset the critical issues related to environmental accessibility, rethinking the use of the inclined plane as a design tool that becomes an expression of a strategic vision for the elimination of spatial inappropriateness in favour of a Universal Design approach. This hypothesis is part of the recovery plan for the villages financed by the Italian PNRR and finds application in a number of case studies of the mountain territory of the Friuli-Venezia Giulia region and is based on an international scientific reference context. Specifically in the municipalities of Stregna and Resia in the province of Udine, thanks to a collaboration between the University of Udine and the respective municipal administrations, an experimentation of similar design explorations is under way through the activation of design workshops and experimental degree theses. The focus is on reinterpreting the design of physical space, trying to demonstrate how architectural design can become a priority tool for unity and inclusion.

Alberto Cervesato Università degli Studi di Udine. Architetto, PhD, assegnista di ricerca ICAR/14 presso l’Università degli Studi di Udine. Conduce attività di ricerca nell’ambito della Composizione architettonica e urbana con particolare attenzione agli aspetti della sostenibilità del progetto nei processi di rigenerazione dei territori intermedi e delle aree interne. 190


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Incontri di spazi a misura di crescita. La Design Research come strumento di inclusività infantile Meetings of Growth-friendly Spaces. Design Research as a Tool for Child Inclusiveness The continuous evolution of research in the field of pedagogy is today barely followed by the provision of spaces designed on the basis of pedagogical methods. The age group of the so-called “zero-six years”, is essential for the education of the child, i.e. the neuronal abilities, psycho-physical abilities and intelligence. School must become a moment of education and meeting, not only for children, but also for their parents, grandparents and the community. The paper aims to show the project of a school complex, including nursery school and kindergarten, located in Roncofreddo, in the Forlì hills. The methodological approach that followed the entire strategic-planning process was the Design for All: a method aimed at satisfying and including the greatest number of pleased and involved people. The project developed in balance between two aspects: the first one is the compositionalmorphological; the second one is the functional-pedagogical. Regarding the first aspect, we found ourselves in front of an environmental context surrounded by nature but located on a hilly slope with a significant declivity. The second aspect saw the collaboration with Reggio Children: an international center for the defense and promotion of boys and girls’ rights and potential. Thanks to the organization of participatory workshops, we conducted a specific and diversified needs analysis in relation to the multiple users involved in the project.

Michele Marchi Università degli Studi di Ferrara, Dipartimento di Architettura. Architetto e PhD, svolge attività nel campo della progettazione architettonica di spazi ed edifici pubblici e privati. Svolge inoltre ricerche riguardanti il rapporto tra spazio costruito e accessibilità, inclusione e disabilità con approcci Human Centered Design, UX, IoT e Co-Design. 198


LARGE

Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola


La sezione tratta il tema dell’accessibilità alla scala dei progetti e processi urbani, territoriali e del paesaggio. Il tema del controllo dell’ambiente attraverso la pianificazione degli interventi atti ad aumentare il livello di accessibilità, il grado di ospitalità, della rete di spazi e servizi presenti nelle città è da tempo oggetto di numerose ricerche e di attività operative che hanno interessato amministrazioni ed enti pubblici e privati aperti al pubblico. Analizzando i risultati di tali esperienze ne scaturisce un panorama articolato per metodi e strumenti. Tale scenario è specchio della complessità dei temi che riguardano l’accessibilità ma, contemporaneamente, evidenzia l’uso di metodologie che necessitano ancora di una coordinata azione di unificazione e standardizzazione degli obiettivi e dei relativi processi. I 13 contributi descrivono una serie di percorsi metodologici relativi a specifiche ricerche il cui obiettivo principale è quello di illustrare possibili approcci al progetto capaci di far fronte, in modo adattivo, alle trasformazioni dei contemporanei paesaggi urbani. L’articolazione dei contributi, che descrivono principalmente attività teoriche applicate a pragmatici casi studio, diparte da macro-obiettivi, come quelli afferenti alle tecniche di metaprogettazione fino ad affrontare i temi relativi alle metodologie della governance dei dati necessari ad affrontare i temi dell’accessibilità in ambito urbano. Di conseguenza i contenuti degli articoli affrontano i plurimi temi dell’accessibilità in contesti e sfaccettature differenti. Viene trattato il tema della promozione della salute, della sicurezza, delle metodologie partecipative, illustrando esperienze in ambiti spaziali differenziati che vanno dalla città, ai quartieri, agli spazi verdi nonché a contesti specialistici come quelli di afferenza agli istituti universitari.


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Specie di vuoti. Dimensioni esperienziali nella metaprogettazione tecnologica ambientale dello spazio urbano Kinds of Voids. Experiential Dimensions in the Environmental Technological Meta-design of Urban Spaces The persistence of polycrisis condition in cities, due to the effects of climate change, economic recession, and remote work, is changing the experiential modes of living urban spaces by triggering their emptying of functions and meanings. Environmental technological meta-design can assume a central role in redefining such spaces by generating psycho-physical comfort through processes of co-evolution and conviviality among nature, technologies, and people. The paper considers the change of people’s experiential dynamics of using urban spaces reinterpreting some research trajectories, highlighting how, rather than operating with authorial and closed projects, it is essential to reactivate meta-design pathways to develop in the city’s spaces capacities to cope with ongoing transitions in an adaptive way, balancing environmental and human instances. The text will focus the topic according to three methodological keys: theoretical, instrumental, and procedural. The results of two experiments conducted in international initiatives have shown the potential of environmental technological meta-design process to enhance experiential dimensions in city’s uses, acting on the recovery of the co-evolutionary and convivial capacities of urban spaces. New design roles are envisioned, less focused on objects and more centered on regulative processes to raise the capacity of urban space to generate multiple conditions of psychophysical well-being.

Filippo Angelucci Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti-Pescara. Professore associato di Tecnologia dell’architettura, PhD in Progettazione ambientale, architetto. I suoi studi riguardano la metaprogettazione, le innovazioni metodologico-strumentali e i sistemi d’interfaccia tecnologico-ambientali per spazi aperti/in-between a livello territoriale, urbano, edilizio. Virginia Lusi Università degli Studi dell’Aquila. Architetto, PhD candidate presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, EdileArchitettonica e Ambientale. I suoi studi riguardano la sostenibilità dell’ambiente costruito e le implicazioni dell’economia circolare e della resilienza nei processi di recupero e rigenerazione. 208


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Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche a Sogamoso. Un progetto di ricerca definito nell’ambito di una esperienza didattica Plan for the Elimination of Architectural Barriers a Sogamoso. A Research Project Defined in the Context of a Learning Experience In Colombia, the Constitución Política provides for the principle of equality as well as the need for policies dedicated to people with disabilities: as happens in other countries, however, the policies on the subject do not depend by social sensitivity but are strongly conditioned by the public budget. The city of Sogamoso, in the Department of Boyacà, with the aim of adopting a plan of elimination of architectural barriers turned to the Universidad de Boyacà, which started in collaboration with the Universities of Florence and Roma Tre, a specific research and didactic-training path. The contribution presents the results, nearing completion, of the research obtained with the production of tools expressly dedicated to solve common environmental criticalities in Colombian cities, seeking operational technical awareness among public officials, teachers, researchers and students (future designers). In particular, the results of the research activity carried out will be described analysis tools (survey forms accompanied by specific checklists aimed at identifying obstacles and barriers), project (according to the principles of Universal Design) and verification (quality control datasheets). Such results have been produced in the dress by design laboratories to strengthen useful concepts and tools to overcome the conditions of environmental conflict and therefore a reduce the existing urban and social segregation towards people with physical, sensory and cognitive impairment.

Héctor Saùl Quintana Ramirez Universidad de Boyacá, Colombia. Laureato in architettura in Italia nel 2000 presso l’Università Iuav di Venezia, con indirizzo tutela e gestione del patrimonio architettonico; in seguito consegue al Politecnico di Torino un master in Architettura e tecnologie della città nei Paesi in via di sviluppo. Luca Marzi Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Architetto, PhD, ricercatore in Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura DIDA di UniFI. La sua attività di ricerca è caratterizzata per lo sviluppo dei temi della gestione dei patrimoni edilizi di strutture ospedaliere, socio sanitarie e dei temi della accessibilità e della sicurezza nella fruizione del costruito, con particolare attenzione a categorie di utenza deboli. 216


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Quartieri sani e inclusivi a Firenze: un nuovo approccio scientifico agli spazi pubblici urbani Healthy and Inclusive Neighbourhoods in Florence: a New Research Approach for Public Urban Spaces The built environment in which a community lives is an important determinant of health and well-being (Barton & Grant, 2006). The approach of health as a driver of built environment design treats people’s psycho-physical well-being as an input of the design process and not only as an expected outcome, enriching the right to accessibility and usability with the promotion of healthy behaviours (Oyuela et al., 2018). Through a different approach it is possible to influence built environment features for the benefit of health and equity (WHO & UN Habitat, 2020). Starting from that assumption, “Quartieri Sani Hub” research project revalues urban spaces as physical infrastructures able to nudge healthy habits in different users. An action research based-work was implemented in two case studies of the city of Florence, to understand how the “Quartieri Sani Hub’’ theoretical approach reaches citizens’ needs and frames the design contexts. As a result, the paper focuses on the health approach embedded in the research project, reporting the following aspects: permeability and relationship of the public spaces in proximity to the “Case della Comunità”, as an impactful factor for the accessibility of the whole neighbourhood; product and service design features, as well as the user engagement, as touch points towards inclusive and healthy behaviours. Finally, the paper highlights the impact of these results on the accessibility and inclusion concepts from a design research perspective.

Nicoletta Setola Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Architetto, PhD, professore associato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La sua ricerca si concentra su edilizia sociosanitaria e impatto dell’ambiente costruito sulla salute e sui comportamenti delle persone. Alessandra Rinaldi Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Architetto, PhD, professore associato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La sua ricerca è focalizzata sul design di prodotti e servizi innovativi, inclusivi e sostenibili, per la persona e per lo spazio e per la mobilità urbani. Alessia Macchi Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Architetta, PhD presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, specializzata in processi di co-progettazione e co-creazione con esperti e utenti per sviluppare l’innovazione sociale e tecnologica. Daniele Busciantella Ricci Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. PhD in Design, è ricercatore a tempo determinato (rtda) presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La sua ricerca si focalizza sul design di servizi inclusivi per l’innovazione sociale tramite l’applicazione della ricerca attraverso il co-design. 224


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La pianificazione degli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche nell’ambito del Piano Operativo Comunale di Firenze. Il tema della gestione dei dati The Planning of Interventions to Eliminate Architectural Barriers within the Framework of the Florence Municipal Operational Plan. The Topic of Data Management The municipal operational plan (POC) is an instrument with which the metropolitan city of Florence governs its urban-territorial planning. In the definition of this plan, the municipality of Florence, in the figure of the city planning department, has involved, through specific research, some researchers from the Department of Architecture of the University of Florence (DIDA). The research groups dealt with the analysis of the building stasts of historic-environmental valuable fabrics, Green areas and the methodologies of urban accessibility control. The article describes the research process carried out as part of the elaboration of the guidelines drafted by the working group afferent to DIDA for the implementation and management of the plan for overcoming architectural barriers (PEBA) in the municipality of Florence as well as from the normative indications provided by the POC. The research was divided through 3 main phases. The first phase involved the analysis of reference case studies, verifying the data collection and management systems considered most innovative also with respect to the specific issue of updating the information needed to define environmental reference frameworks. The second phase involved both the definition of systems for cataloguing and classifying data, identifying the categories of environmental units and the class of human-environmental conflicts (architectural barriers), and the digital frameworks for managing the data. In the third phase, the modalities of articulation and the contents of the plan were defined.

Luca Marzi Università degli Studi di Firenze. Architetto, PhD, ricercatore in Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura DIDA di UniFI. La sua attività di ricerca è caratterizzata per lo sviluppo dei temi della gestione dei patrimoni edilizi di strutture ospedaliere, socio sanitarie e dei temi della accessibilità e della sicurezza nella fruizione del costruito, con particolare attenzione a categorie di utenza deboli. Stefania Fanfani Comune di Firenze. Architetto, direttore della Direzione urbanistica del Comune di Firenze. L’incarico di direttore assorbe anche la dirigenza del Servizio Pianificazione Urbanistica. In qualità di direttore indirizza e coordina l’attività dei tre servizi di cui è composta la Direzione urbanistica: Pianificazione urbanistica, Edilizia privata, Supporto amministrativo. 232


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Una metodologia di analisi sul livello di accessibilità degli spazi intermedi in contesti urbani An Analysis Methodology to Evaluate the Level of Accessibility of in between Spaces in Urban Context The recent pandemic crisis caused the evolution of new habits and brought attention to the importance of access to in-between spaces: not all activities can be replicated within domestic boundaries. In-between spaces play the role of connecting urban realities with the environment by offering different levels of equipped areas, regulating the surrounding microclimate conditions, encouraging good habits, favoring encounters, also providing direct feedback on the relational organization of communities and on social inclusiveness. However, it is difficult to quantify the level of accessibility to in-between spaces, considering the impact on the psycho-physical and environmental well-being aspects of the community. The objective of the research consists in the definition of an evaluation analysis regarding the level of accessibility of in-between spaces. Through the analysis of the state of the art, the research group listed a series of evaluable criteria, in order to build up a scorecard divided in different classes. A restricted-list of weighted indicators results from the combination of these criteria. The result consists in a qualitative and quantitative evaluation of actions taken in in-between spaces to increase their accessibility. The innovation of the research subsists in the elaboration of a methodological tool for designer and municipality that integrate different features coming from both technical-environmental and psycho-physical approaches.

Maria Michaela Pani Sapienza Università di Roma. Architetto, dottoranda presso il Dipartimento PDTA della Sapienza Università di Roma, Master di II livello in Valorizzazione e gestione dei centri storici minori. Svolge attività di ricerca sugli spazi intermedi nelle green city e sulle strategie per la neutralità climatica nei distretti urbani. Federica Nava Sapienza Università di Roma. Architetto, dottoranda presso il Dipartimento PDTA della Sapienza Università di Roma. Svolge attività di ricerca prevalentemente nell’ambito della sostenibilità ambientale, in particolare nei settori di bioclimatica ed energetica applicati all’esistente. Violetta Tulelli Sapienza Università di Roma. Architetto, dottoranda presso il Dipartimento PDTA della Sapienza Università di Roma, ha frequentato il Master di II livello in Environmetal Technological Design. La sua attività di ricerca si concentra sull’economia circolare e sulle strategie volte alla transizione verso la neutralità climatica. 242


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Lo spazio pubblico, aperto e sicuro. Favorire il benessere psico-fisico attraverso la CPTED Public Space, Open and Safe. Promote Psycho-physical Well-being Through CPTED The UN has estimated that by 2050 two-thirds of the world’s population. Therefore, urbanization will be one of the major global trends with a potential significant impact on health. Public Health is an individual and collective condition, strongly influenced by the environmental context in which we live, the prevention of which requires a complex effort of actions on behaviours and lifestyles. Among the factors that can affect urban health is also recognized proper urban planning with a focus on public spaces. The open public space, accessible to all, is an important lever for the development of the city, as well as playing a fundamental role in environmental mitigation, the promotion of the physical and psychological well-being of people, and social inclusion. However, in most cities, there is a continuous increase in risk factors of this space. Among these is security, a demand constantly expressed by citizens and considered by the OECD a central element for the well-being of individuals. It is therefore essential to give them an answer. The project action for a renewed design of this place, based on the principles of Crime Prevention Through Environmental Design (CPTED), can play a role of great impact, becoming an instrument of prevention and therefore of environmental accessibility. The paper ends with a case study showing how the CPTED approach can significantly improve the quality of urban spaces by making them safe.

Roberto Bolici Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Architetto, professore associato di Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano. 250


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Age-friendly Public Spaces: How to Properly Assess them to Improve their Quality Spazi pubblici age-friendly: come valutarli adeguatamente per migliorarne la qualità Secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 il numero di persone con più di 65 anni raggiungerà quota 1,5 miliardi in tutto il mondo e al contempo i contesti urbanizzati avranno più abitanti (UN, 2019c). Di conseguenza, sempre più anziani vivranno nelle città, motivo per cui l’invecchiamento della popolazione dovrebbe essere visto come un’opportunità al fine di assicurare benessere e inclusione sociale per le persone di tutte le età. La coorte anziana è molto eterogenea, con abitudini e necessità differenti ma avente generalmente lo stesso desiderio di age in place. Ma a qual è il luogo ideale in cui invecchiare e quali caratteristiche ha? Guardando agli spazi pubblici del quartiere, dove gli anziani trascorrono la maggior parte del loro tempo (Buffel et al., 2012), il presente paper sottolinea la necessità di una loro corretta valutazione per migliorarne la qualità e garantire un invecchiamento sano e attivo. Pertanto, è necessario stabilire quali siano le caratteristiche chiave degli spazi urbani secondo un manuale, una guida o uno strumento valutativo che, ad oggi, manca (Dellamora et al., 2015). Infatti, gli strumenti esistenti presentano molti limiti nella loro applicazione e difficilmente forniscono una valutazione obiettiva. Viene qui proposta una revisione della letteratura per aiutare a identificare criticità e potenzialità di tali strumenti, al fine di costruirne uno nuovo grazie al quale sia possibile analizzare in maniera adeguata gli spazi pubblici di quartiere, visto come il luogo migliore in cui poter invecchiare bene.

Rosaria Revellini Università Iuav di Venezia. Architect (2015, Unina) and PhD in Architectural technology (2022, Iuav), she is a research fellow at Università Iuav di Venezia (iNEST project). Her main fields of research are environmental accessibility and population ageing, as well as environmental sustainability in the building sector. She is the chief editor of the OFFICINA* scientific journal. 258


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Le aree industriali, nuove città nelle città: indirizzi sperimentali per il benessere degli utenti Industrial Areas, New Cities within Cities: Experimental Addresses for the Well-being of Users Industrial areas, “fragmentary” spaces that turn on and off, that are populated and depopulated according to the rhythms of production, and that dot the entire national territory, are among the most extensive “species of space” on the Italian peninsula. Often left on the margins and connoted with mostly negative meanings, they assume a significant role, not only for the economy but also because for all intents and purposes, they can be assumed, for a large number of people, as a second city. Nowadays, social, environmental, and climatic crises require a rethinking of these places in a new “adaptive” conception; a “species of space” that knows how to evolve with the environment that surrounds it and how to establish a mutually beneficial relationship with it, giving importance and space to the movements, flows, gestures and habits of its inhabitants and not only to the stationary physicality of the industries that compose it. Following these premises, the paper, based on the real case study of Friuli-Venezia Giulia, describes possible architectural experiments that aim at sustainable social innovation in production areas.

Christina Conti Università degli Studi di Udine. Professore associato in Tecnologia dell’architettura presso il DPIA dell’Università degli Studi di Udine. Svolge attività di ricerca nel campo della progettazione tecnologica con particolare attenzione all’accessibilità ambientale e alla progettazione inclusiva in contesti sostenibili. Ambra Pecile Università degli Studi di Trieste. Dottoranda presso il Corso di Dottorato in Ingegneria Civile-Ambientale e Architettura dell’Università degli Studi di Trieste con borsa di ricerca finanziata dalla Regione Friuli-Venezia Giulia su temi legati alla rigenerazione dei paesaggi industriali. 266


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L’accessibilità e il benessere degli spazi universitari outdoor: scenari progettuali The Accessibility and Well-being of University Outdoor Spaces: Design Scenarios The return to classrooms and physical space of the university, after restrictions imposed by the COVID-19 pandemic, highlighted the need to rethink the quality of the spaces and services dedicated to teaching, but also to socialization and active participation to the academic community. The paper highlights the new needs of the student community and identifies the requirements that allow for an improvement in the accessibility, usability, and inclusiveness of spaces, with special attention to outdoor spaces and special needs users. The research has been carried out by TAL-Turin Accessibility Lab research group in a co-design activity developed in the multidisciplinary academic course “Inclusive Design in the sciences of engineering and architecture”. The data collection, the analysis of best practices, the project hypotheses that emerged from the students’ work are compared with the perspectives of Politecnico di Torino Masterplan and are integrated with the framework of needs and requirements reported by the University’s Special Needs Unit. The work shows that a fundamental role in defining the well-being of users is played by outdoor spaces. Spaces that become an extension of the internal space but also a mediation between the university and urban space, used by students but open to citizens.

Lorenzo Savio Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design (DAD). Architetto, professore associato di Tecnologia dell’architettura, componente Centro di ricerca TAL-Turin Accessibility Lab Accessibilità al Patrimonio culturale & Sicurezza e Fruibilità dell’ambiente costruito. Angela Lacirignola Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design (DAD). Architetta, collaboratrice alla didattica, componente Centro di ricerca TAL-Turin Accessibility Lab Accessibilità al Patrimonio culturale & Sicurezza e Fruibilità dell’ambiente costruito. Maria Cristina Azzolino Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design (DAD). Architetta, collaboratrice alla didattica, componente Centro di ricerca TAL-Turin Accessibility Lab Accessibilità al Patrimonio culturale & Sicurezza e Fruibilità dell’ambiente costruito. 276


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I principi cardine per la redazione del Piano per l’Accessibilità applicato ai giardini storici monumentali. Il casostudio del Giardino di Boboli Key Principles for Drafting of the Accessibility Plan Applied to Historical Monumental Gardens. The Case-study of Boboli Gardens The paper presents a variation of the Accessibility Plan (Lauria, 2012) applied to historical monumental gardens. The contents feature some of the results of the Research project “Boboli for us. The Accessibility Plan of Boboli Gardens”, undertaken by Florence Accessibility Lab (University of Florence) in partnership with Gallerie degli Uffizi. Applying the fundamental principles of the Accessibility Plan (AP) to this historical garden entails identifying strategies and operational solutions that can improve usability of cultural heritage without affecting the integrity of the sites, respecting their historical and social values. The aim of this project is to increase the accessibility degree of physical places, services and cultural contents of Boboli. The AP for historical monumental gardens can act in three different ways: (1) Soft physical transformations in “points of least resistance”; (2) Management solutions (off-site information, in-site information, staff training); (3) Implementation of cultural contents usability through digital technology (apps, 3d model, augmented reality, etc.) offering new possibilities of access where visitors with limited functionality cannot reach.

Mirko Romagnoli Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura (DIDA). Architetto e assegnista di ricerca, si è laureato con lode nel 2015 e ha acquisito il titolo di dottore di ricerca in architettura nel 2019. Dal 2016 Collabora come docente a contratto presso IAAD Bologna e conduce ricerche presso il Florence Accessibility Lab (FAL) nell’ambito dell’accessibilità ambientale del patrimonio culturale. Luigi Vessella Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura (DIDA). Architetto e ricercatore a tempo determinato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Si occupa di progettazione ambientale con specifico riferimento al benessere dell’individuo e di valorizzazione del patrimonio costruito di interesse culturale. 284


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RiappriopriAZIONI naturali. Esperienze di resistenza attiva per costruire e abitare il verde urbano Natural ReappropriA(C)TIONS. Experiences of Activeresistance to Create and Inhabiturban Green Areas In the contemporary, fragmented and individualistic city, public space is crossed rather than experienced, as the dynamics of movement prevail over the condition of being. The centrifugal and at the same time centripetal motion in large urban areas has intertwined in a mutually reinforcing game with the decline of public space. Thus, in cities we have witnessed the proliferation of “closed” spaces, little used, sometimes used by vehicles more than by people. The reappropriation of these spaces to make them accessible and permeable often takes place through the collective action of groups of citizens. An example of this approach can be found in the city of Rome, where the will of the citizens led to the creation of the Garbatella park. The history of the Garbatella Park, which began thirty years ago with the contrast to the speculative uses of public land, is an example of active and constructive resistance that has led to the creation of a green area of 4.5 hectares. The practices implemented for the reappropriation of a nearby urban space have favored the reconstruction of the social dimension, expressed through practices of care of the public space. Through an analysis of the multiple problems faced for the creation of the Garbatella Park, the contribution proposes a reflection on the regeneration of public spaces from below aimed at the recovery of common goods, the increase of urban green towards the creation of new places of sociality.

Elena Paudice Fo.Cu.S, centro interdipartimentale di Formazione Cultura Storia dell’Università Sapienza di Roma. Architetta paesaggista e PhD, svolge attività di ricerca nel campo della pianificazione riguardo la salvaguardia e la valorizzazione dei i centri storici minori, siti post-produttivi, con un particolare focus sulla rigenerazione delle zone di margine attraverso processi partecipativi. Giulia Luciani Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale (DICEA). Laureata in Ingegneria Edile e Architettura, PhD student in Infrastrutture e Trasporti preso Sapienza Università di Roma, si occupa di ricerche relative all’urbanizzazione dei paesaggi d’acqua in relazione al patrimonio storico ed ecologico, oltre alla fragilità urbana dovuta alla pressione antropica. 292


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Fiume e città. Metodologie partecipative per trasformazioni sociali e culturali di un territorio River and Town. Participatory Methodologies for Social and Cultural Transformation of a Territory Revolutions and innovations are disruptive, but also may have social and cultural repercussions over a medium-long period of time. Silent mini-revolutions – that like acupuncture, produce benefits and trigger virtuous dynamics – are necessary in order to actually touch and observe the conceived innovation. Such benefits may apparently not produce any kind of transformation; however, if they are put into the system, then we will be able to see the results of the work done. Transformation and innovation need to be metabolized and not dropped by an untouchable demiurge. For these reasons, I believe that the transformation of a context or a process, must necessarily pass through the needs of people, as well. The paper aims to describe the transformation within a small-medium sized town such as Ferrara, and show the tools and methodologies that have been used. We conceived the design of a River Contract; a political-administrative-strategic tool that can outline design and operational guidelines to allow all private or public entities – that act with and for the river – to be able to benefit from the quality of living. In order to involve the citizenry and institutions, some participatory planning meetings were held using operational tools such as co-design. The Human Centered Design was the methodological approach which inspired the entire research: to put the needs, necessities and expectations of people within the strategic-planning process and project.

Michele Marchi Università degli Studi di Ferrara, Dipartimento di Architettura. Architetto e PhD, svolge attività nel campo della progettazione architettonica di spazi ed edifici pubblici e privati. Svolge inoltre ricerche riguardanti il rapporto tra spazio costruito e accessibilità, inclusione e disabilità con approcci Human Centered Design, UX, IoT e Co-Design. 300


EXTRA LARGE

Maria De Santis, Luca Marzi, Simone Secchi, Nicoletta Setola


La sezione raccoglie i contributi che trattano argomenti relativi ai processi e alla valutazione di progetti e interventi. Ne emerge un quadro interessante per quanto riguarda gli strumenti e le metodologie utilizzati: strumenti di analisi, valutazione, monitoraggio di interventi e dello stato esistente – come indicatori, schede di valutazione, tecniche di mappatura – ma anche metodi e strumenti di supporto alla progettazione e pianificazione di interventi finalizzati alla inclusione nella sua più ampia accezione. I campi di sperimentazione e applicazioni di tali metodologie sono vari e spaziano dalla scala dell’organismo edilizio, toccando beni monumentali, scuole, residenze per studenti, alla scala dell’ambiente urbano comprendendo parchi, spazi pubblici, e porzioni di città destinate a interventi di rigenerazione urbana. Il tema complesso dell’accessibilità al patrimonio culturale in cui convivono conservazione e fruizione del bene è trattato in due contributi da diversi punti di vista: evidenziando criticità e opportunità degli interventi finanziati all’interno del PNRR per il superamento delle barriere percettive, culturali, cognitive e per il potenziamento dei PEBA; proponendo la metodologia del Piano dell’Accessibilità come processo da attuare nel tempo che vede la definizione di strumenti guida per la programmazione di interventi tesi alla eliminazione delle barriere architettoniche e alla implementazione dei servizi carenti. Interessante la ricerca sugli strumenti di valutazione per l’accessibilità sviluppata da una parte attraverso schede di valutazione per la conformità degli edifici scolastici nelle dimensioni della accessibilità fisica, sensoriale, digitale, e una sua possibile integrazione con altri tipi di strumenti (ad es. BIM); dall’altra attraverso degli indicatori che misurano effetti e impatti di natura sociale negli interventi di rigenerazione sull’abitare inclusivo finalizzati alla aggiudicazione delle risorse all’interno dei programmi finanziati dal PNRR. Alcuni contributi sollecitano una riflessione sui metodi di supporto al progetto che seguono un approccio esigenziale-prestazionale, come lo Human Centred Design e l’approccio ergonomico, nella loro integrazione con i temi della partecipazione, flessibilità e resilienza, e come le metodologie partecipative che aiutano a chiarire i bisogni latenti degli utenti per la definizione di un quadro esigenziale più esaustivo per il progetto accessibile di oggetti, edifici e spazi aperti.


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Gli investimenti per l’accessibilità materiale e immateriale nei luoghi a destinazione culturale nel PNRR The NRRP Investments for Tangible and Intangible Accessibility in Places of Cultural Destination The topic of material and immaterial accessibility, in which the complex issue of disabilities is articulated, is the subject of deep reflection in contemporary society that – constantly – must be able to measure itself up to today’s developments and collective challenges. Crosswise actions for human well-being and environmental protection, such as cultural heritage education, are well framed in the 2030 Agenda. At the Italian level, these reflections have impacts on socio-economic recovery strategy, which the National Resilience and Recovery Plan (NRRP) identifies as a priority to improve territorial cohesion, aid economic growth, and overcome inequalities. Accessibility to the cultural heritage, in this sense, is part of the first mission of the NRRP. The magnitude of the investment, amounting to 300 million euros, is applied in interventions related to the museum use of public and private institutions and, also, public institutions do not belong to the Ministry of Culture (MiC). With reference to the tools capable of supporting design proposals that, in various ways, develop actions aimed at the physical, sensorial, and cognitive accessibility of spaces by all potential users, the contribution interprets what has been traced up to date through a systematic reading of the resources being assigned for cultural destination places. Spaces where the dualism between the material and the immaterial – the latter understood as a knowledge transfer technology – is particularly evident.

Jacopo Andreotti Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Architettura. Dottorando in Tecnologia dell’architettura. La sua attività di ricerca è rivolta verso la sostenibilità ambientale e sociale dei processi edilizi e lo sviluppo di componenti e prodotti industriali coerenti con l’Adaptive Technology. Massimo Mariani Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Architettura. Architetto, dottore di ricerca in Tecnologia dell’architettura presso l’Università degli Studi di Firenze, è assegnista di ricerca. La sua attività di ricerca è concentrata sull’innovazione tecnologica e sullo studio di tipi edilizi complessi anche in riferimento ad accessibilità e inclusività. Luca Trulli Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Architettura. Architetto, dottorando di ricerca in Tecnologia dell’architettura. Svolge attività di ricerca prevalentemente sulle tematiche dell’innovazione tecnologica e materica, su aspetti programmatori e procedurali con particolare attenzione sui temi dell’accessibilità. 312


SPECIE DI SPAZI - EXTRA LARGE

Valorizzare il patrimonio culturale attraverso l’inclusione: il piano per l’accessibilità del complesso monumentale dell’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze. Risultati e prospettive Enhancing Cultural Heritage Through Inclusion: the Accessibility Plan for the Monumental Complex of the Opera di Santa Maria del Fiore in Florence. Results and Perspectives The project “NEAR – Inclusione all’Opera” consists in the development of the Accessibility Plan (AP) for the monumental complex of the Opera di S. M. del Fiore in Florence. The AP represents an operational tool aimed at identifying and classifying access issues that limit participation within the spaces of the monumental complex. The overall objective of the AP is concerned not only with overcoming existing architectural barriers, but also aspires to determine a planning tool that can reconcile accessibility needs with those regarding the preservation of the cultural heritage. The AP is configured as a long-term process aimed at ensuring better conditions with respect to: (1) recognisability and reachability of places; (2) use, enjoyment and understanding of cultural contents. The drafting of the AP for the complex of S. M. del Fiore represents a new development in terms of projects for improving the accessibility of places for two reasons: a) the methodology employed. The project is characterised by a critical rather than a deterministic approach and problems are solved through a project-based, rather than a regulatory attitude; b) Its replicability to other sites. The tools and methodologies adopted are flexible so that they may be adapted to other sites of cultural interest. Luigi Vessella Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura (DIDA). Architetto e ricercatore a tempo determinato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Si occupa di progettazione ambientale con specifico riferimento al benessere dell’individuo e di valorizzazione del patrimonio costruito di interesse culturale. Mirko Romagnoli Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura (DIDA). Architetto e assegnista di ricerca, si è laureato con lode nel 2015 e ha acquisito il titolo di dottore di ricerca in architettura nel 2019. Dal 2016 Collabora come docente a contratto presso IAAD Bologna e conduce ricerche presso il Florence Accessibility Lab (FAL) nell’ambito dell’accessibilità ambientale del patrimonio culturale. 320


SPECIE DI SPAZI - EXTRA LARGE

Strumenti innovativi per politiche abitative inclusive: gli indicatori di impatto sociale nel PNRR Innovative Tools for Inclusive Housing Policies: Social Impact Indicators in the NRRP The economic crisis caused by the Covid-19 pandemic prompted the European Union to formulate the Next Generation EU (NGEU) program to finance reforms in the Member States. The program consists of two support instruments: the REACT-EU and the Recovery and Resilience Facility (RRF), which with EUR 315.5 billion in subsidies and EUR 360 billion in low-interest loans, set 2026 as the target date for completion (EU, 2021a). The National Recovery and Resilience Plan (NRRP) consists of 6 missions divided into 16 components and considers three strategic axes, including social inclusion aimed at overcoming inequalities accentuated by the pandemic period and improving territorial cohesion and gender equality. Given the complexity of the targets, also considering the tight timing, the plan has a monitoring structure composed of indicators of two types (Baratta et al., 2023): targets, useful for defining the results expected from individual interventions, therefore quantitative and measurable, and milestones, useful for monitoring objectives and procedural steps, of a qualitative nature. Indicators allow direct evaluation by public administrations in terms of efficiency, effectiveness, cost-effectiveness, results, impacts, and quality of the intervention (Sisti and Martini, 2002). The paper aims to review the role of social impact indicators in the NRP considering inclusive housing policies, in this regard the contribution finds Its research area in the mission “Inclusion and Cohesion”.

Adolfo F.L. Baratta Università degli Studi Roma Tre. Architetto, dottore di ricerca in Tecnologia dell’architettura (XIV Ciclo), è professore associato di Tecnologia dell’architettura presso l’Università degli Studi Roma Tre. È coordinatore del Cluster SITdA Accessibilità Ambientale e consulente del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Antonella G. Masanotti Università degli Studi Roma Tre. Architetto, dottoranda di ricerca in Estimo (XXXVII Ciclo) presso l’Università degli Studi Roma Tre. Svolge attività di ricerca sulle tematiche della transizione ecologica e delle valutazioni multi-criteriali, in particolare nelle applicazioni in programmi complessi e partecipati. Daniele Mazzoni Università degli Studi Roma Tre. Architetto, borsista di ricerca presso l’Università degli Studi Roma Tre. Svolge attività di ricerca su metodi e tecniche di valutazione economica negli interventi strategici di rigenerazione urbana per il patrimonio edilizio residenziale, con particolare attenzione sui temi dell’accessibilità. 328


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Analogie tra il processo di progettazione del welfare abitativo per persone con disabilità e l’approccio ergonomico Analogies between the Process of Housing Welfare Design for People with Disabilities and the Ergonomic Approach In Italy, Law 112/16 defines measures aimed at deinstitutionalisation to promote the wellbeing, social inclusion and autonomy of people with disabilities. It promotes pathways to autonomy in view of the lack of family support in the so-called “Dopo di Noi” through a progressive taking charge of the person during the lifetime of the parents in the so-called “durante Noi”. A gradual path of accompaniment that finds concreteness in the realisation of “Progetto di Vita” (PdV) individualised for each person. The law aims to build a social infrastructure, as a physical and service infrastructure, to support the realisation of PdV starting with the housing dimension through the implementation of a housing welfare project. The paper reports a synthesis of the design process for the realisation of such an infrastructure to reflect on how methods and tools of ergonomics could support the design process of housing projects for the realisation of PdV. Specifically, from the outcomes of mapping and analysis of best practices of housing welfare implemented by the law, principles of ergonomics are identified that could facilitate the replicability and scalability of best practices.

Cristiana Perego Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Ingegnere in Gestione del costruito e dottoranda di ricerca presso il Dipartimento ABC del Politecnico di Milano. Si occupa di modelli innovativi di inclusione e autonomia abitativa per le persone con disabilità per la realizzazione del “Progetto di Vita” del “durante e Dopo di Noi” (Legge 112/16). Angela Silvia Pavesi Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Ingegnere, PhD, docente presso la Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano. Nel campo della ricerca si occupa principalmente di valorizzazione del patrimonio costruito attraverso progetti di infrastruttura sociale, tra cui l’housing sociale. Ilaria Oberti Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Architetto, PhD, professore associato. Nell’attività di ricerca e di didattica è impegnata nella diffusione e nell’applicazione del concetto di “progetto etico” dell’ambiente costruito, teso a garantire il benessere delle persone, in un’ottica di salute, sicurezza, inclusione, accessibilità e sostenibilità. 336


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Processi urbani e territoriali: tra benessere ambientale e design Urban and Territorial Processes: between Environmental Well-being and Design The project of urban and territorial spaces has the obligation to respond to quantitative needs, such as, for example, complying with rules and regulations. However, this is not enough in order to have a sure certainty that a quality project has been delivered to the community. To find and satisfy qualitative requirements is essential; which means, in other words, understand what are the needs of people in that specific social and environmental context. A project implemented in the public sphere must necessarily try to produce environmental well-being; a project that aims at the synergistic satisfaction between quantitative characteristics and qualitative needs. The paper aims to investigate what are the participatory processes and how they are implemented, starting from the real needs of people and focusing more on activities rather than characteristics for find qualitative characteristics. Changing perspective, we can observe that a public space can enable or not certain people to carry out a specific activity. In this methodological process we are helped by the ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health): a tool – used mainly in the medical and rehabilitation sector – which seeks to deepen the comprehension and the investigation of health as an interaction between individual and context. The paper seeks to examine in depth the link between people and spaces.

Michele Marchi Università degli Studi di Ferrara, Dipartimento di Architettura. Architetto e PhD, svolge attività nel campo della progettazione architettonica di spazi ed edifici pubblici e privati. Svolge inoltre ricerche riguardanti il rapporto tra spazio costruito e accessibilità, inclusione e disabilità con approcci Human Centered Design, UX, IoT e Co-Design. 344


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Analisi dell’accessibilità di un patrimonio edilizio scolastico nel Sud Italia per una riqualificazione integrata multifunzionale Accessibility Analysis of a Southern Italian School Building Stock for Multipurpose Integrated Redevelopment The 2021 Istat survey of Italian school buildings indicates that only one in three schools accommodates people with mobility disabilities, while only 16 percent facilitate access for people with visual and hearing disabilities. Within a collaboration between the Metropolitan City of Naples and the University of Campania “Luigi Vanvitelli,” the technological, typological and location characteristics of high school buildings are studied. The article presents part of a research project aimed at defining an integrated process model for the redevelopment of high school buildings. It studies the potential of reconfigurations to simultaneously integrate accessibility, static safety, health, and sustainability, avoiding separate, technically contradictory and costly retrofitting interventions. The paper depicts a survey form, tested to verify compliance of the building stock to Italian accessibility standards, existing Universal Design solutions and/or their absence, and the resulting critical issues. An intrascale approach helps to understand the technological construction characteristics of school buildings and the environmental context where they are located. Using the processed scorecards, it is possible to derive all accessibility data with a process to integrate with BIM applications. Holistic consideration of aspects of sustainable redevelopment contributes to coherent planning of multi-purpose interventions to create inclusive environments able to meet the needs of all users.

Roberto Bosco Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Architetto, dottorando in Ambiente Design Innovazione presso il dipartimento di Ingegneria dell’Ateneo. Conduce ricerca in particolare nel settore della Progettazione ambientale in relazione alla riqualificazione degli spazi aperti urbani e al progetto tecnologico sostenibile. Renata Valente Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Architetto PhD, è professoressa associata in Tecnologia dell’architettura presso il dipartimento di Ingegneria dell’Ateneo. Conduce ricerca nel settore della Progettazione ambientale, in relazione alla riqualificazione degli spazi aperti urbani e delle fasce costiere, come sul riequilibrio dei contesti insediati attraverso i criteri del progetto tecnologico sostenibile. Savino Giacobbe Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Ingegnere civile, dottorando in Scienze e ingegneria per l’ambiente e la sostenibilità presso il dipartimento di Ingegneria dell’Ateneo. Conduce ricerca in particolare nel settore della Progettazione ambientale in relazione alla riqualificazione degli spazi aperti urbani e al riequilibrio ecologico dei contesti connessi alle infrastrutture viarie. 352


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Student Housing e Sport: l’attività fisica come metodo per l’inclusione sociale Student Housing and Sport: Physical Activity as a Method for Social Inclusion The paper investigates the relationship between university sports and disability. For some time now, university students, especially off-campus and international, have been expressing the need to access sports facilities during their academic years to improve their psycho-physical well-being and social inclusion. Sports venues are being transformed into areas to include people and places to generate new life experiences, also thanks to the efforts of the different Universities. Starting from the analytical results of the disciplinary debate on the role and importance of sports practice in the university environment, the paper explores the nature and degree of accessibility to Milan sports facilities for off-campus students with disabilities. Furthermore, it identifies a set of interpretative categories, capable of restoring order to the relationship between university residences and sports, through the assumption of the fifteen-minute city model based on the concept of proximity, theorized by Carlos Moreno. In addition to the above mentioned analytical results, the essay highlights the opportunity to understand university sports practice, according to a systemic vision, where accessibility becomes a lever to foster integration between universities with disabilities. It defines the opportunity to realize places that promote cultural, social, and personal integration and inclusion, at different scales. The paper suggests strategic actions, useful to define the process needed to promote the culture of accessibility for the design of these functions and spaces.

Oscar Eugenio Bellini Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Architetto, PhD, professore associato di Tecnologia dell’architettura è responsabile scientifico di “HOME_Lab_Innovative Solutions for Student Accommodation”, che promuove una visione innovativa della residenzialità universitaria, dei servizi e delle attrezzature nell’ambito dell’abitare da studenti. Stefano Colelli Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Architetto, cultore della materia, si è laureato al Politecnico di Milano, nell’anno accademico 2020/2021, discutendo una tesi magistrale dal titolo: Student Housing e Sport - La pratica sportiva come metodo d’inclusione sociale nelle residenze universitarie milanesi. Alessandro Moretti Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Architetto, cultore della materia, si è laureato al Politecnico di Milano, nell’anno accademico 2020/2021, discutendo una tesi magistrale dal titolo: Student Housing e Sport - La pratica sportiva come metodo d’inclusione sociale nelle residenze universitarie milanesi. 362


SPECIE DI SPAZI - EXTRA LARGE

Public Regeneration Processes for Wider Inclusivity Processi di rigenerazione pubblica per una maggiore inclusività In risposta all’attuale crisi politica e programmatica, cresce la consapevolezza dell’impatto del cambiamento climatico e del degrado ambientale. Attualmente, le amministrazioni pubbliche sono sollecitate ad adottare nuove strategie e strumenti per promuovere una rigenerazione urbana diffusa, in linea con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Agenda 2030 delle Nazioni Unite), i criteri del modello ESG, il Green Deal europeo e i principi Do No Significant Harm del PNRR. Per affrontare queste sfide, l’Agenzia del Demanio ha collaborato con l’Unità di Ricerca ENVI-Reg del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano per sviluppare una serie di linee guida per il miglioramento della qualità ambientale e sociale degli interventi. L’articolo presenta una panoramica degli obiettivi della ricerca, concentrandosi sugli aspetti teorici, metodologici e operativi delle “Linee guida per la qualità sociale”, attualmente in fase di applicazione sperimentale. Le Linee guida danno priorità al rapporto tra inclusione sociale, fruibilità e accessibilità dello spazio pubblico, nonché alla qualità ambientale e al benessere psico-fisico. Inoltre, definiscono i requisiti prestazionali e i criteri di valutazione per gli interventi di rigenerazione urbana sul patrimonio esistente, offrendo metodi di verifica durante le fasi di progettazione, realizzazione e post-costruzione. Il contributo espone gli obiettivi sociali illustrati nelle Linee guida, compresi i principali indicatori per la valutazione, nonché i metodi e gli strumenti per la verifica.

Elena Mussinelli Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Professore ordinario di Progettazione ambientale. Massimo Babudri Direzione Servizi al Patrimonio (DSP), Agenzia del Demanio. Direttore dei servizi al patrimonio. Andrea Tartaglia Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Professore associato di Tecnologia dell’architettura. Filippo Salucci Struttura per la Progettazione (SPP), Agenzia del Demanio. Direttore della Struttura per la Progettazione. Adolfo F.L. Baratta Università degli Studi Roma Tre, Dip. di Architettura. Professore associato di Tecnologia dell’architettura. Riccardo Pacini Struttura per la Progettazione (SPP), Agenzia del Demanio. Responsabile dell’area innovazione. Maddalena Buffoli Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Professore associato. Silvano Arcamone Direzione Servizi al Patrimonio (DSP), Agenzia del Demanio. Vice Direttore della DR Sicilia. Giovanni Castaldo Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Ricercatore in Tecnologia dell’architettura. Claudia Scaramella Direzione Servizi al Patrimonio (DSP), Agenzia del Demanio. Ingegnere. Davide Cerati Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Architetto e dottore di ricerca. Gianluca Capri Struttura per la Progettazione (SPP), Agenzia del Demanio. Architetto. Annamaria Sereni Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Dottorando di ricerca. Giacomo Antonino Direzione Servizi al Patrimonio (DSP), Agenzia del Demanio. Ingegnere. Antonio Magarò Università degli Studi Roma Tre, Dip. di Architettura. Architetto, European PhD, Professore a contratto. Diana Giallonardo Struttura per la Progettazione (SPP), Agenzia del Demanio. Ingegnere. 370


SPECIE DI SPAZI - EXTRA LARGE

Cognitive Itineraries in the City. Virtual Reality Testing in Design Improvement Itinerari conoscitivi in città. Test di realtà virtuale nel miglioramento del design Italiano Cinque anni fa, nel Dipartimento di Storia, Teoria e Composizione dell’Architettura dell’Università di Siviglia, è stata avviata una linea di ricerca e lavoro sull’accessibilità universale e il patrimonio storico. Sia nell’ambito dell’insegnamento che della ricerca, sia con il patrimonio storico che con quello contemporaneo, l’utilizzo delle nuove tecnologie consente di favorire l’accessibilità cognitiva delle persone. I monumenti, le piazze e gli spazi pubblici e lo stesso tessuto urbano della città storica forniscono indizi molto utili per l’orientamento spaziale. La coesistenza di un gran numero di usi – commerciale tradizionale, alberghiero, religioso o amministrativo – gli consente di essere una risorsa qualificata per l’acquisizione di competenze. Il tracciato stradale della città storica può servire come base per organizzare percorsi didattici specifici. Per il patrimonio contemporaneo il campo di studio sono i quartieri residenziali del Novecento, un patrimonio obsoleto ma vissuto. La città storica e i suoi itinerari saranno trattati dal punto di vista didattico, con il patrimonio residenziale contemporaneo oggetto di indagine. Per entrambi, lo strumento da utilizzare fa parte delle nuove tecnologie; applicazioni di realtà virtuale.

José Peral López University of Seville, Spain. Associate professor, member of Architectural Composition Department since 1998, currently leading a research project on universal accessibility in contemporary neighbourhoods. In addition, hebelong to ISO/PWI TS 5727, Accessibility of immovable cultural heritage-General criteria and methodology, just now under development. 378


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Amphibious Territories. The Morón Stream, Buenos Aires, Argentina: Towards the Restoration of Ecosystems in the Contemporary Metropolis Territori Anfibi. Il torrente Morón, Buenos Aires, Argentina: verso il ripristino degli ecosistemi nella metropoli contemporanea Il torrente Morón si trova nella regione metropolitana di Buenos Aires, Argentina. Nel 1936, il settore iniziale del torrente fu canalizzato. Mentre questo processo di intubazione e canalizzazione si allineò con i paradigmi predominanti di quell’epoca, nascose questa via fluviale e privò la città della sua presenza e dei suoi contributi ecosistemici. Nel 2019 sono stati avviati due importanti progetti in collaborazione tra il Comune di Morón e il Governo Nazionale dell’Argentina, entrambi incentrati specificamente sulla prima sezione a cielo aperto del torrente Morón. Il primo progetto consiste in un complesso abitativo aperto che comprende 534 abitazioni e spazi pubblici, mentre il secondo progetto propone una riserva naturale urbana di circa 130 ettari con accesso pubblico controllato. Nonostante sia stata utilizzata in precedenza per scopi militari, la zona offre un grande potenziale non solo per l’urbanizzazione, ma anche in termini di fornitura di servizi ecosistemici per gli abitanti. In questo contesto, questo articolo intende riflettere sul rapporto tra l’area di studio e il concetto di biofilia, sottolineando l’interdipendenza tra città e natura e l’importanza della connessione tra le comunità, gli esseri viventi e l’ambiente in cui essi vivono (Wilson, 1984). La natura apporta numerosi benefici alla salute riducendo le malattie, diminuendo la mortalità per cause naturali, migliorando il benessere mentale, offrendo vantaggi ecologici e fornendo valore ricreativo, sociale e culturale. È quindi necessario affrontare questi progetti in un’ottica di accessibilità ambientale, considerando questi numerosi vantaggi, che ruotano attorno all’idea di promuovere una coesistenza armoniosa tra esseri umani e altre specie.

Daniel D’Alessandro Universidad de Morón, Buenos Aires, Argentina. Architect, graduated from the University of Morón. Master in City Management (FADU-UBA), Specialist in Urban Project (FADU-UBA), Postgraduate in Habitat and Urban Poverty in Latin America (FADU-UBA). He is Director of Habitat and Housing of the Municipality of Morón. He is professor in charge of Urban Management (ESAD-UM). Mariela Corbellini Universidad de Morón, Buenos Aires, Argentina. Architect, graduated in the Faculty of Architecture and Urbanism of the National University of La Plata. She has studied Urban Economics from the Torcuato Di Tella University. She is a professor in the subject Urban Management and Architecture Collective Housing (ESAD-UM). Verónica Zagare Delft University of Technology. She holds a PhD from Delft University of Technology (TUDelft- Netherlands, 2018), a Master in Urban Economy from the University Torcuato Di Tella (Buenos Aires, 2011), and an Architect graduated with a Diploma of Honor from the University of Belgrano (Buenos Aires, 2000). She is currently an external researcher in the Department of Urbanism of the Faculty of Architecture of the Delft University of Technology. 386


POSTFAZIONE AFTERWORD Antonio Lauria



ALCUNE RIFLESSIONI SULLE STRATEGIE DI PROGETTAZIONE UNIVERSALE SOME REFLECTIONS ON UNIVERSAL DESIGN STRATEGIES

Antonio Lauria Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura. Professore ordinario. Fondatore e coordinatore scientifico dell’Unità di ricerca interdipartimentale Florence Accessibility Lab e direttore della collana People_Places_Architecture. Nell’attività di ricerca esplora le relazioni persona-ambiente in architettura. 398


A. LAURIA

Premessa Tra le discriminazioni connesse alle diversità, quelle relative alla disabilità sono tra le più difficili da fronteggiare (Deidda, 2014). Purtroppo, non sono sufficienti buone leggi (Abberley, 1996) né basta sconfiggere gli stereotipi che creano marginalizzazione socioculturale (Shakespeare, 1994). Occorre superare problemi e conflitti che, affondando le loro radici nella “dimensione materiale” della vita, impediscono l’accesso a luoghi, beni e servizi. E questo è tutt’altro che facile. Al di là della retorica e del paternalismo che spesso accompagna i discorsi sull’inclusione e dell’uso invalso, anche in buona fede, di slogan quali “città per tutti”, “mobilità per tutti”, “turismo per tutti”, ecc., è assai improbabile che un giorno possa esserci un mondo privo di barriere architettoniche (Williams et al., 2017; Olsen, 2018). Purtroppo, è molto più facile supporre che “many arenas or resources will never be fully accessibile for all without escorts or personal assistants to accompany people with various impairments” (Wästerfors, 2021, p. 281). Disabilità e accessibilità Nelle discipline del progetto, così come in altri settori di conoscenza, l’accessibilità è storicamente legata alla maniera di intendere la disabilità e ne ha seguito, nel tempo, il percorso evolutivo. Quando la disabilità era considerata una condizione della persona e il disabile un “malato” da curare e da riabilitare (Barnes, 2011) (modello bio-medico della disabilità), prevaleva l’approccio progettuale stigmatizzante basato sulle “soluzioni speciali”, cioè sulla realizzazione di “ambienti ad accessibilità riservata” e di “attrezzature e servizi dedicati”, destinati, cioè, a questo o a quel profilo d’utenza debole o disabile (Barrierfree Design). Oggi la disabilità è assunta come il risultato di una complessa interazione “between persons with impairments and attitudinal and environmental barriers that hinders their full and effective participation in society on an equal basis with others.” (UN, 2006, Preamble (5); WHO, 2001) (modello bio-psico-sociale della disabilità)1. Inoltre, alla diagnosi categoriale della disabilità si sta sostituendo quella dimensionale che vede la condizione umana in equilibrio dinamico tra due polarità: l’abilità e la disabilità. Ogni persona si muove all’interno dello spettro definito tra queste due polarità perché chiunque nel corso dell’esistenza, per il normale processo di invecchiamento o a causa delle condizioni e degli urti della vita, può incorrere in limitazioni funzionali ‒ più o meno gravi; permanenti o temporanee ‒ che, in un contesto ambientale o sociale sfavorevole, possono disabilitare. Il concetto di spettro è utilizzato, ad esempio, nel caso dell’autismo che diviene un termine ombrello che include disturbi che hanno gli stessi sintomi, ma che variano per livelli di gravità. Il superamento del modello bio-medico della disabilità sta avendo sulle discipline del progetto un riflesso forse sottile ma di grande rilevanza culturale. Ha avviato, infatti, un processo di emancipazione dell’accessibilità dalla disabilità che lascia intravedere due principali conseguenze: sul piano teoretico, la conversione dell’accessibilità da discipli1 Il modello bio-psico-sociale tra origine dall’impegno delle associazioni dei disabili del Regno Unito che negli anni 1970 misero in discussione il modello bio-medico sostenendo che la disabilità non è causata dai corpi delle persone disabili, ma dalla società (modello sociale); la disabilità venne assimilata a una forma di oppressione sociale al pari di quella subita dalle donne, dalle minoranze etniche e dagli omosessuali.

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na tecnico-normativa finalizzata al superamento delle barriere architettoniche associate alle persone disabili a disciplina progettuale di effetto generalizzato tesa all’inclusione sociale; sul piano operativo, la moltiplicazione dell’impatto della progettazione accessibile. Si tratta di un vero cambiamento di paradigma che, si auspica, muterà la percezione stessa della disciplina. Occorre infatti osservare che se l’accessibilità continua ad essere un fattore “debole” dei processi di trasformazione antropica si deve principalmente al fatto che essa continua ad essere vista e agita come un “problema” di una minoranza ‒ le persone disabili e le loro famiglie ‒ piuttosto che come una “risorsa” che riguarda tutti coinvolgendo aspetti sociali, civili, etici e ambientali che rientrano in un concetto esteso e aperto di economia. È soprattutto a causa di questo malinteso se l’accessibilità fatica ad essere considerata un requisito “strutturale” dei settori capaci di creare valore collettivo, come la salute, la cultura, la comunicazione, la mobilità, il tempo libero, il turismo, ecc. Si può ipotizzare che solo quando l’affrancamento dell’accessibilità dalla disabilità sarà compiuto, solo quando la progettazione accessibile da “progetto per la disabilità” (o da “progetto per il superamento delle barriere architettoniche”) diventerà “progetto per l’inclusione”, solo allora l’accessibilità potrà esprimere pienamente le sue virtualità nel miglioramento della qualità della vita delle persone e nella costruzione di comunità più eque, coese e solidali. Le strategie di progettazione “universali” Le strategie di progettazione “universali” o “per la diversità umana”2 quali il Design for All, il Life Span Design, l’Inclusive Design, lo Human Centered Design, lo Universal Design, ecc., possono essere considerate un epifenomeno del superamento del modello bio-medico della disabilità. Con varietà di accenti esse aspirano a conseguire l’idoneità nell’uso di luoghi, beni e servizi per il più ampio spettro possibile di popolazione cercando di riconciliare “the artistic integrity of a design with human needs in the environment” (Mace et al., 1991, p. 2). La necessaria premessa della realizzazione di soluzioni universali è la conoscenza, da parte del progettista, delle esigenze dei diversi profili d’utenza da soddisfare, a partire dalle esigenze delle persone disabili. Tra le strategie di progettazione universali, lo Universal Design (UD) – che richiede che “products and environments” siano “usable by all people, to the greatest extent possible, without the need for adaptation or specialized design” (CUD, 1997) – è quella più conosciuta, diffusa e accettata. La stessa Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità la menziona esplicitamente in due articoli: l’art. 2 e l’art. 4 (UN, 2006). La definizione di UD, così fortunata e citata, può ingenerare dei problemi interpretativi. Il termine “universale”, innanzitutto, non va preso alla lettera. Già l’inciso “to the greatest extent possible” ancora prudentemente l’accessibilità a un dato di realtà impedendole di sfumare in una dimensione astratta: non tutti possono fare tutto o, perlomeno, non sempre lo possono fare nella stessa maniera degli altri. Questo perché l’accessibilità ha dei limiti inscritti nella dialettica corpo-ambiente. Una persona che soffre di vertigini non potrà attraversare un ponte tibetano; per raggiungere la riva opposta avrà bisogno di una soluzione diversa, compatibile con le sue capacità. Lo stesso padre dell’UD, 2 Vedi Dichiarazione di Stoccolma dell’European Institute for Design and Disability. Disponibile su: https://rb.gy/n4xng (consultato in settembre 2023). 400


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Ronald Mace, nel suo ultimo discorso tenuto il 29 giugno 1998 alla I Conferenza Internazionale sull’UD (Designing for the 21st Century) riconobbe di non aver mai visto “a building or facility” […] “universally usable” e di non essere sicuro che sia possibile crearne uno. A proposito del termine “universale” aggiunse: “It’s not that there’s a weakness in the term. We use that term because it’s the most descriptive of what the goal is, something people can live with and afford”.3 Le soluzioni universali non potranno mai essere ottimali per tutti perché ogni persona (o, volendo semplificare, ogni profilo d’utenza) ha specifiche esigenze e non di rado ciò che rappresenta una “buona” soluzione per qualcuno può risultare non idoneo e finanche dannoso per altri. Soluzioni progettuali che generano vantaggi per alcuni e svantaggi per altri sono molto comuni e determinano un fenomeno detto “della divergenza degli effetti” (Lauria, 2003). Si pensi, ad esempio, ai disagi che le pavimentazioni tattili possono provocare alle persone anziane che camminano trascinando i piedi (Thies et al., 2008) o ai pericoli che gli shared spaces possono rappresentare per le persone con problemi di vista (Department for Transport, 2001). Un efficace esempio di divergenza degli effetti è prodotto dalla stramp, geniale ibridazione di scala e rampa realizzata la prima volta (1983) da Arthur Erickson e Cornelia Oberlander a Robson Square, Vancouver, Canada. Considerata uno dei simboli ante-litteram dello UD, in realtà è una soluzione che crea rilevanti problemi alle persone con problemi di vista4. Per queste persone, la stramp inasprisce i problemi di accesso, non li mitiga 5. Per questa ragione, la realizzazione delle stramp si accompagna spesso ‒ in fase progettuale o, più comunemente, come adattamento a opera realizzata ‒ a percorsi specificamente dedicati alle persone con problemi di vista dove il dislivello si supera solo attraverso rampe di scala poste in successione. La stramp mostra la difficoltà di giungere a soluzioni autenticamente universali e del permanere, anche negli esempi progettuali più sofisticati, di accorgimenti specifici accanto a soluzioni universali o supposte tali. La consapevolezza dell’impossibilità (teorica prima ancora che operativa) di soddisfare con la stessa efficacia le esigenze di ogni persona (o di ogni profilo d’utenza) attraverso soluzioni universali, ridimensiona l’obiettivo di ciò che può essere ragionevolmente raggiunto attraverso la loro adozione: non tanto aspirare a definire soluzioni “perfette” per ciascuno (obiettivo, di fatto, irrealizzabile), quanto tentare di definire soluzioni il più possibile “compatibili” con le esigenze del più ampio spettro possibile di persone (Lauria, 2003). In questa direzione si muove la definizione di Inclusive Design formulata dal British Standard Institute: “mainstream products and/or services that are accessible to, and usable by, as many people as reasonably possible on a global basis, in a wide variety of situations and to the greatest extent possible.” (BSI, 2005). Se è vero che le soluzioni universali rappresentano il risultato di una “mediazione” tra istanze diverse e non di rado contrapposte, allora occorre convenire che esse richiederanno sempre una certa capacità di adattamento da parte di coloro che le usano. Poiché tale capacità varia da persona a persona ed è fortemente condizionata dalle limitazioni funzionali individuali, le soluzioni progettuali universali finiscono fatalmente con l’e3 Vedi About The Center: Ronald L. Mace: Last Speech. Disponibile su: https://rb.gy/4gdxq (consultato in settembre 2023). 4 Si veda anche https://l1nq.com/GNFHI (consultato in settembre 2023). 5 La stramp di Robson Square, per via della notevole pendenza delle rampe, non può essere usata in autonomia da molte persone su sedia a ruote manuale. Vedi https://rb.gy/8lrck (consultato in settembre 2023). 401


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scludere, parzialmente o totalmente, un’“area grigia” di popolazione costituita da quelle persone (tipicamente, persone disabili) le cui esigenze non sono riconosciute o soddisfatte dal progettista e/o che non sono in grado di adattarsi alle soluzioni universali previste (Lauria, 2012; Arenghi et al. , 2016; Lauria et al., 2019). Così, la sfida per rendere gli ambienti più accessibili finisce spesso per essere affrontata (non di rado a opera realizzata) innestando su una “base universale” misure e dispositivi di supporto (inclusi quelli basati sulle tecnologie assistive) volti a soddisfare esigenze particolari, espresse, magari, da un nucleo molto ristretto di persone. D’altra parte, anche la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità chiarisce che “Universal Design shall not exclude assistive devices for particular groups of persons with disabilities where this is needed.” (UN, 2006, art. 2; Mace et al., 1991, p. 2). Di conseguenza, la possibilità di progettare “products or environments […] without the need for adaptation or specialized design” deve essere considerata più una tensione ideale che una possibilità concreta. Questo è vero sempre e in particolare nel progetto dello spazio collettivo, a causa delle innumerevoli variabili ambientali e sociali che caratterizzano ogni singolo scenario. Personalizzazione versus generalizzazione Il campo di validità delle strategie di progettazione universale è limitato a quegli ambiti nei quali si deve tendere alla generalizzazione, cioè alla definizione di soluzioni valide per la maggior parte delle persone tenuto conto dei fenomeni singolari e delle tendenze specifiche. Questo è il caso degli oggetti d’uso, dei luoghi e dei servizi collettivi (pubblici o di uso pubblico), dei siti web e degli applicativi digitali. Quando si opera, invece, nei processi di adattamento finalizzati a elevare l’autonomia domestica di abitanti disabili, la tensione verso la generalizzazione deve lasciare il posto ad un’impostazione diversa. Gli stessi standard normativi relativi all’accessibilità ‒ pensati per soddisfare esigenze di carattere generale ‒ non sempre sono un obiettivo verso cui tendere. Nei progetti di adattamento domestico possono trovare coerente applicazione i principi dell’ICF (WHO, 2001) e dell’Approccio delle Capacità che considera “each person as an end, asking not just about the total or average well-being but about the opportunities available to each person” (Nussbaum, 2011, p. 18). Si può dire che nell’adattamento degli ambienti residenziali il progetto accessibile dovrebbe partire dall’analisi dei molteplici fattori che influenzano il benessere della persona disabile e del suo nucleo abitativo per giungere a soluzioni il più possibile “su misura”. Rispetto alle sfide poste dalla configurazione/trasformazione dello spazio collettivo, l’adattamento domestico potrebbe apparire una modalità di comprensione e interpretazione dell’habitat molto più semplice e “solida”, potendo contare su utenti conosciuti e su dati di contesto più limitati e verificabili. In realtà, le cose non stanno sempre così. Agire nell’orizzonte della casa di una persona disabile significa comprendere e mitigare i problemi che un ambiente definito pone a una persona specifica che vive all’interno di un contesto familiare e sociale determinato. Questo richiede al progettista competenze e talenti specifici. Innanzitutto, esige una disponibilità all’ascolto e una carica empatica non così comuni. Dialogare con persone disabili e con i loro familiari, ascoltare le loro storie personali, fatte spesso di sofferenza, di solitudine, di aspettative frustrate e sogni infranti, provare a immedesimarsi nei loro bisogni, comprendere il loro progetto di vita, inferire i desideri taciti, può essere molto impegnativo, anche dal punto di vista emotivo. 402


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Inoltre, richiede una fine capacità di discernimento: due persone con una stessa limitazione funzionale potrebbero, infatti, avere aspirazioni totalmente differenti dal punto di vista affettivo, familiare, sociale, educativo, professionale o del tempo libero e, di conseguenza, diverse esigenze da soddisfare circa l’adattamento dello spazio domestico. Tali aspirazioni ed esigenze, peraltro, variano nel tempo per effetto dei cambiamenti di prospettiva che caratterizzano la vita di ogni persona: nuove opportunità lavorative, modifiche nella sfera affettiva, quadro evolutivo delle limitazioni funzionali, cambiamenti connessi al processo di invecchiamento, ecc. Una indagine condotta da Dunn (1987) (cit. da Zola, 1989) su un programma della municipalità di New York volto all’adattamento delle abitazioni di persone disabili (Project Open House), ha dimostrato che dopo solo due anni dall’intervento, le esigenze di circa il 40% delle persone disabili erano cambiate. Una ricerca interdisciplinare sull’autonomia domestica delle persone con disabilità grave (Progetto ADA) recentemente svolta dall’Unità di Ricerca Interdipartimentale Florence Accessibility Lab dell’Università di Firenze per la Regione Toscana, ha mostrato quanto sia importante correlare le soluzioni ambientali alle specifiche condizioni di salute dell’abitante disabile e, di conseguenza, l’esigenza di una stretta cooperazione tra progettisti, medici e assistenti sociali. Ad esempio, per alcune persone disabili, i medici del gruppo di lavoro sconsigliarono ai progettisti soluzioni che, elevando eccessivamente il comfort, avrebbero ridotto gli stimoli alla mobilità (Lauria et al., 2019; Costa et al. , 2021; Lauria et al. , 2022). Un ulteriore aspetto che qualifica (e, allo stesso tempo, complica) i processi di adattamento dello spazio residenziale in cui vivono persone disabili è legato al fatto che la soluzione progettuale deve tenere in debita considerazione anche le esigenze di coloro che svolgono attività di cura e assistenza verso di esse. In alcune circostanze, occorre porre al centro dell’attenzione non tanto la persona disabile in sé quanto il “binomio persona disabile-caregiver”. Ad esempio, nel dimensionamento di un servizio igienico potrebbe essere necessario considerare tanto le necessità spaziali e funzionali della persona disabile quanto quelle del caregiver. Occorre, infine, cercare di inferire le influenze del contesto familiare e sociale della persona disabile e comprendere il ruolo di queste influenze nella definizione delle soluzioni (di tipo ambientale, medico, assistenziale, ecc.) per fronteggiare i problemi. Ad esempio, si tratta di considerare quei fattori (come la povertà, la solitudine subita, le condizioni di salute e le dinamiche della loro evoluzione, la carenza di assistenza, il disagio familiare, ecc.) che, interagendo gli uni con gli altri secondo logiche complesse e mutevoli, possono nuocere alla qualità della vita della persona disabile e alle condizioni di lavoro degli eventuali caregiver, formali e informali. Conclusioni Le strategie di progettazione universale sono espressione di una categoria di pensiero “alta” e fortemente interdisciplinare; hanno il grande merito di aver condotto l’accessibilità dalla dimensione tecnico-normativa, in cui era relegata, alla dimensione progettuale. Esse, tuttavia, non sono la panacea di tutti i problemi di accesso né sono applicabili dappertutto: definire soluzioni universali capaci di soddisfare con analoga efficacia le esigenze dei diversi profili d’utenza è solo un lodevole proposito; un mondo privo di barriere architettoniche, purtroppo, è solo una rassicurante utopia. Nel progetto di luoghi, beni e servizi rivolti alla generalità delle persone, il progettista dovrebbe tendere a una ragionevole e paziente ricerca di soluzioni capaci di innesta403


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re su una base “universale” misure e dispositivi in grado di risolvere/mitigare problemi anche molto specifici. Occorrerebbe, in altre parole, conciliare, caso per caso, tensione verso l’universalità e attenzione alle particolarità. In questa difficile sfida, “generale” e “specifico”, “universale” e “particolare”, non devono essere visti come termini antitetici, ma come due facce della stessa medaglia. Lo stesso campo applicativo delle strategie di progettazione universale non è omnicomprensivo. Nel progetto di adattamento di ambienti residenziali dove vivono persone disabili, infatti, la generalizzazione non rappresenta un obiettivo da perseguire e deve cedere il passo a interventi il più possibile personalizzati.

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Profili dei curatori/Editors Profiles Maria De Santis maria.desantis@unifi.it Architetto, PhD, è professore associato di Tecnologia dell’architettura presso l’Università degli Studi di Firenze, visiting professor presso l’Università Cattolica Nostra Signora del Buonconsiglio (Albania). Svolge attività di ricerca nel campo della progettazione ambientale, accessibilità e abitare sociale. Architect, PhD, Associate professor of Architectural technology at the University of Florence, visiting professor at the Unizkm (Albanien). His main interests concern environmental design, accessibility and social housing. Luca Marzi luca.marzi@unifi.it Ricercatore presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. Svolge attività di ricerca, progettazione e consulenza per enti pubblici, relativamente ai temi dell’accessibilità, fruibilità e gestione degli spazi. Ha pubblicato articoli scientifici sui temi del DxA, della gestione e monitoraggio dei sistemi, edilizi complessi e della fruibilità dell’ambiente costruito. Researcher at the Department of Architecture, University of Florence. Carries out research, design and consultancy activities for public bodies on issues of accessibility, usability and management of spaces. He has published scientific articles on the topics of DxA, management and monitoring of complex building systems and the usability of the built environment. Simone Secchi simone.secchi@unifi.it Architetto e PhD in Fisica tecnica, è professore associato di Tecnologia dell’architettura presso l’Università degli Studi di Firenze. Svolge attività di ricerca nel campo della qualità ambientale, dell’analisi prestazionale dei componenti per l’edilizia, dell’acustica e dell’illuminotecnica. Architect and PhD in Environmental physics, Associate professor of Architecture technology at the University of Florence. His main interests concern acoustics, lighting and environmental quality in indoor and outdoor environments. Nicoletta Setola nicoletta.setola@unifi.it Architetto, PhD, è professore associato in Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La sua ricerca si concentra sul rapporto tra ambiente costruito e salute umana in diversi ambiti spaziali (ambiente urbano e edifici socio-sanitari). Architect, PhD, is Associate Professor in Architectural Technology at the Department of Architecture, University of Florence. Her research focuses on the relationship between built environment and human health in different spatial settings (urban environment and socio-healthcare buildings).

SPECIE DI SPAZI

Promuovere il benessere psico-fisico attraverso il progetto

SPECIES OF SPACES

Fostering psycho-physical well-being by design


novembre 2023 Stampa - PressUp, Roma



Il volume affronta il tema del benessere psico-fisico promuovendo l’inclusione nel progetto degli spazi e presentando i risultati di studi, ricerche e sperimentazioni progettuali, raccolti in occasione del convegno dal titolo Specie di Spazi, organizzato a Firenze il 20 novembre 2023. Il progetto che ha reso possibile questa antologia strutturata di esperienze nasce dalla volontà dei componenti del Cluster Accessibilità Ambientale della Società Italiana della Tecnologia dell’Architettura (SITdA) di continuare il percorso di costruzione di un modello di riferimento scientifico interdisciplinare per una progettazione responsabile, declinata alle diverse scale, sempre più mirata alle persone e alla complessità dei diversi bisogni inseriti nell’ampio contesto della tutela e della promozione dei diritti umani. This book addresses the theme of psycho-physical well-being by promoting inclusion in the design of spaces and presenting the results of studies, research, and design experimentations collected at the Conference entitled Species of Spaces, organised in Florence on 20th November 2023. This structured anthology of experiences stems from the desire of the members of the Environmental Accessibility Cluster of the Italian Society of Architecture Technology (SITdA). The project aims to continue constructing an interdisciplinary scientific reference model for responsible design, declining at different scales, increasingly focusing on people and the complexity of the various needs in the broad context of protecting and promoting human rights.

ISBN 979-12-5953-052-3

9 791259 530523

Anteferma Edizioni

€ 32,00


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